GLI ANFIBI bassa E27 - cansiglio.run · Gli Uccelli e i Mammiferi infatti mantengono costantemente...

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Collana “I quaderni del Cansiglio”Gli Anfibi del Cansiglio

IdeazioneElena Piutti – Vittorio de SavorgnaniSettore Educazione Naturalistica – Veneto AgricolturaPian Cansiglio – 32010 Spert d’Alpago (BL)Tel. 0438.581757 – Fax 0438.581003e-mail: [email protected]

TestiMauro Sonego

DisegniLorenzo Cogo

FotoArchivio Veneto Agricoltura Vittorio de SavorgnaniElena Piutti

Coordinamento progetto Anna VieceliElena Piutti

Revisione testiElena PiuttiVittorio de Savorgnani

Pubblicazione edita daVeneto AgricolturaAzienda Regionale per i settori Agricolo,Forestale e Agro-AlimentareSettore Educazione NaturalisticaViale dell’Università 14 – Agripolis 35020 Legnaro (PD)

Realizzazione editorialeVeneto AgricolturaAzienda Regionale per i settori Agricolo,Forestale e Agro-AlimentareCoordinamento editoriale:Daniele Candreva, Isabella LavezzoSettore Divulgazione Tecnica e Formazione ProfessionaleVia Roma, 34 – 35020 Legnaro (PD)Tel. 049.8293920 – Fax 049.8293909e-mail: [email protected]

È consentita la riproduzione di testi, figure, etc. previa auto-rizzazione da parte di Veneto Agricoltura, citando gli estremidella pubblicazione.

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Questa pubblicazione sugli Anfibi del Cansiglio si collo-ca in un più vasto programma portato avanti daVeneto Agricoltura nell'ambito dell'educazione naturali-stica, allo scopo di far conoscere ad un pubblico nonspecialistico gli aspetti meno noti del nostro ambiente.In un momento in cui si registra una crescente atten-zione verso argomenti naturalistici, riteniamo impor-tante che, pur senza togliere nulla all'importanza dellegrandi tematiche globali, l'attenzione delle persone nonsi rivolga solo alla conoscenza di realtà lontane ed eso-tiche (come possono essere, ad esempio, la Savanaafricana o la Foresta amazzonica), ma si radichi anchenel territorio in cui viviamo, contribuendo a rafforzarela consapevolezza che il benessere dell'uomo non puòessere disgiunto dall’integrità dell'ambiente in cui vive.Nella stessa ottica riteniamo che ci si debba occuparecon particolare attenzione delle specie animali o vege-tali all'apparenza meno vistose, ma in realtà ugualmen-te importanti al mantenimento dell'equilibrio ecologicoe che spesso sono quelle più a rischio di estinzione. Daqui l'idea di una collana di quaderni riferiti ad una preci-sa realtà geografica e territoriale, la Foresta delCansiglio, utili all’approfondimento di alcuni aspetti diquesto ecosistema, meno conosciuti e meno vistosi,ma non per questo meno importanti.Nella stessa collana de "I quaderni del Cansiglio" sonogià disponibili infatti Il Re di Quaglie e I Licheni delCansiglio. Biomonitoraggio e gestione selvicolturale.Se pensiamo che, per motivi ancora poco noti, nume-rose specie di Anfibi in tutto il mondo corrono gravirischi di estinzione e che anche specie ancora moltocomuni registrano comunque una notevole diminuzio-

Prefazione

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ne, possiamo facilmente capire il motivo per cui gli stu-diosi abbiano addirittura ipotizzato un declino su scalaglobale di questa interessante classe di Vertebrati, cau-sato probabilmente dalla distruzione, frammentazione,alterazione e inquinamento dei loro habitat. Se a ciòaggiungiamo la fondamentale funzione che gli Anfibirivestono nell'equilibrio ecologico del pianeta, in quantopredatori di insetti e di altri invertebrati spesso estre-mamente dannosi all'agricoltura (ad es., cavallette ebruchi) o addirittura vettori di pericolose malattie (zan-zare, mosche, tafani, pappataci, blatte), e all'importan-za in campo medico di alcune sostanze sintetizzate daquesti animali, possiamo facilmente dedurre come siapiù che mai prioritario preoccuparsi della sopravvivenzadi questi piccoli e sottovalutati animaletti. Per difender-li è necessario che siano per prima cosa conosciuti, inmodo che le future interazioni tra Uomo e Anfibi nonsiano governate come nel passato da ignoranza, paurae superstizione, bensì dalla consapevolezza della loroimportanza, dal rispetto e dalla cura dovuta a questiantichi esseri che da tanto tempo prima di noi hannopopolato il pianeta Terra.

L’ Amministratore Unicodi Veneto Agricoltura

Corrado Callegari

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Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

1. GLI ANFIBI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

Biologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7Riproduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8Ibridazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10Alimentazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10Periodo di attività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10Voce e richiami. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11Ambienti e aree di diffusione . . . . . . . . . . . . . . 12

2. GLI ANFIBI DEL CANSIGLIO . . . . . . . . . . . . . 13

Gli Anuri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13Il Rospo comune. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13L’Ululone dal ventre giallo . . . . . . . . . . . . . . . . 18La Rana verde . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20Le Rane rosse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22La Raganella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23

Gli Urodeli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24La Salamandra comune e la Salamandra nera . . 24I Tritoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26

3. I PREDATORI DEGLI ANFIBI . . . . . . . . . . . . . 294. GLI ANFIBI NEL MITO . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

Il Rospo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33Rane e Raganelle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34La Salamandra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35Il Tritone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36

5. GUIDA PRATICA ALL’INCONTRO CON GLIANFIBI NEI DIVERSI AMBIENTI: DOVE, COME EQUANDO INCONTRARE DEGLI ANFIBI . . . . . . . . 37

6. COME TENERE IN MANO UN ANFIBIO . . . . . . 41

Indice

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7. SCHEDE PER IL RICONOSCIMENTO SULCAMPO DEGLI ANFIBI IN CANSIGLIO . . . . . . . . . 43

Come riconoscerli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43Come riconoscere le uova . . . . . . . . . . . . . . . . 47Come riconoscere le larve . . . . . . . . . . . . . . . . 49I canti degli anfibi del Cansiglio . . . . . . . . . . . . . 51

ll richiamo di corteggiamento del Rospo maschio. . 51Il canto di corteggiamento delle Rane verdi . . . 51Il canto della Raganella . . . . . . . . . . . . . . . . . 51Il canto dell’Ululone dal ventre giallo. . . . . . . . . 51

8. GLOSSARIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52

9. BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO . . . . . . . . . . 58

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BiologiaGli Anfibi costituiscono una classe di Vertebrati che daun punto di vista sistematico si pone tra i Pesci e iRettili. Il termine Anfibio deriva dal greco e significa“doppia vita”, riferendosi al fatto che nella prima fasedella loro esistenza, quella larvale, vivono come Pesci,sono dotati di branchie e svolgono esclusivamente vitasubacquea, mentre nella fase adulta sono relativamenteindipendenti dall’ambiente liquido, potendo vivere anchefuori da questo elemento e respirando aria, sia permezzo dei polmoni, sia attraverso la pelle che va man-tenuta ad un certo grado di umidità.La classe degli Anfibi si divide in tre ordini: gli Apodi,privi di zampe, non presenti in Europa; gli Anuri, privi dicoda, che comprendono Rane, Rospi, Ululoni eRaganelle; gli Urodeli, dotati di lunga coda, compren-denti Salamandre e Tritoni.Gli Anfibi sono Vertebrati primitivi; se confrontati conUccelli e Mammiferi, differiscono in modo evidente daquesti per la mancanza di penne e peli, ma si distinguo-no anche per un diverso bilancio energetico. Gli Uccellie i Mammiferi infatti mantengono costantemente alta latemperatura corporea (omeotermia), ciò consente loroil vantaggio di essere quasi continuamente attivi insituazioni ambientali estremamente diversificate,costringendoli però a produrre molto calore interno eimplicando come conseguenza un alto consumo di cibo. Anfibi e Rettili hanno invece una temperatura variabile(eterotermia) collegata a quella dell’acqua e dell’aria incui vivono, regolano quindi il loro stato termico espo-nendosi direttamente al sole o adagiandosi su superfici

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1. GLI ANFIBI

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calde. In condizioni di freddo intenso o in mancanza diirraggiamento l’attività può rendersi impossibile, maquesto svantaggio è controbilanciato dal fatto che pocoo nessun calore interno deve essere prodotto; Anfibi eRettili riescono perciò ad accontentarsi di una piccolaquantità di cibo, reperito periodicamente. Questa è laragione della loro sopravvivenza nonostante la competi-zione da parte delle più evolute e complesse specie diUccelli e Mammiferi.

RiproduzioneLa maggior parte degli Anfibi produce uova con rivesti-mento gelatinoso che vengono di norma deposte inacqua e, quando si schiudono, ne escono degli organi-smi allo stato larvale, completamente diversi dai genito-ri. Esistono però anche casi di ovoviviparità (ad es.,Salamandre). Queste larve acquatiche (dette girini nel

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caso degli Anuri) passano gran parte del tempo nutren-dosi, per poi cambiare improvvisamente e completa-mente il loro aspetto (metamorfosi) e diventare ugualiagli adulti, ma in miniatura. Una piccola parte diSalamandre dà alla luce direttamente larve o piccoli giàsviluppati, oppure le uova deposte normalmente schiu-dono con individui già metamorfosati. La fecondazioneè interna per Tritoni e Salamandre europee e si compiea mezzo di spermatofore che i maschi depongono pres-so la cloaca della femmina che provvede ad introdurlenella cloaca stessa; è invece esterna per Rospi e Rane.In questi ultimi il maschio abbraccia dorsalmente lafemmina e le uova vengono fecondate solo al momentodella deposizione. Sembra inoltre, secondo recentistudi, che in alcune specie di Rane possano avvenirecon una certa facilità, in condizioni particolari, fenome-ni di cambiamento di sesso.

Il Ciclo Riproduttivo delle rane

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IbridazioniQuasi tutte le specie europee di Anfibi comprendono indi-vidui almeno potenzialmente in grado di riprodursi con ipropri consimili, ma che sono generalmente incapaci diibridarsi con membri d’altra specie. L’accoppiamento dianimali di specie diverse è raro, specialmente in condizio-ni naturali e, quando accade, spesso si genera una proledebole e poco numerosa, con successo riproduttivo e disopravvivenza molto ridotto. Si conoscono tuttavia delleeccezioni a questa regola. Per esempio, due specie diUluloni (Bombina variegata e Bombina bombina) in alcunearee si incrociano con successo, sebbene la sopravviven-za degli ibridi sia incerta. Inoltre sembra che l’ibridazionedi specie diverse possa originarne di nuove, come potreb-be essere successo per le Rane verdi (vedi il riquadroa pag. 21 su “Il sistema riproduttivo ibridogenetico delleRane verdi”).

AlimentazionePraticamente tutti gli Anfibi adulti sono predatori di picco-li animali vivi, per lo più invertebrati; solo i girini della mag-gior parte degli Anuri si nutrono di vegetali, o più raramen-te di animali morti. Alcuni Anfibi afferrano la preda diret-tamente con le mascelle; molte Rane e Rospi e alcuneSalamandre hanno invece una lunga lingua appiccicosache può essere velocemente estroflessa per catturare lapreda.

Periodo di attivitàLa vita di Anfibi e Rettili dipende dal calore esterno: nonpossono restare attivi quando la temperatura è moltobassa e nelle regioni fredde devono ibernare. I mesi inver-nali vengono trascorsi in uno stato di torpore, in qualcheriparo al sicuro dal gelo, come un buco nel terreno o unaprofonda fessura nella roccia; alcuni svernano sott'acqua.Il periodo di inattività varia con le condizioni locali: alle lati-tudini più alte può durare oltre i due terzi dell’anno, mentre

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nelle regioni meridionali alcune specie possono anche nonibernare. Vi sono grandi differenze nella sensibilità al fred-do: alcuni Anfibi sono attivi in condizioni di quasi gelo, men-tre altri soffrono molto le basse temperature. Molte spe-cie dell’Europa meridionale diventano meno attive in esta-te. Questo è più evidente in alcune specie che sospendonoogni attività e si ritirano in buche o nel fango quando glispecchi d’acqua in cui vivono si asciugano (estivazione). Lamaggior parte degli Anfibi sono attivi fuori dall’acqua solodi sera o di notte, mentre alcuni sono diurni, rendendosipiù visibili durante la mattinata e ritirandosi verso mezzo-giorno per poi riapparire nel tardo pomeriggio.

Voce e richiamiGli Anfibi Urodeli sono per lo più silenziosi o la loro voce èlimitata a deboli grugniti o squittii. Gli Anuri sono invecespiccatamente vocalizzati. Nella stagione riproduttiva imaschi emettono un distinto e spesso sonoro richiamod’amore per attirare le femmine nella zona di riproduzio-ne. Il verso è di norma caratteristico per ciascuna speciee permette alle femmine di presentarsi ai maschi giusti.Questo fenomeno è molto importante negli stagni dovepiù di una specie si riproduce nello stesso periodo e puòaccadere che le femmine vengano facilmente afferrate damaschi sbagliati. In molti casi le Rane e i Rospi maschinon sono particolarmente pignoli nella scelta del partner,attaccandosi a femmine d'altra specie e in alcuni casiaddirittura a pesci, pezzi di legno o altro. In Pian Cansigliosi possono occasionalmente osservare, nel periodo degliamori, maschi di Rana montana tenacemente “abbraccia-ti” a femmine di Rospo. Oltre ai richiami d’amore i maschipossono emettere un segnale di “liberazione” quando ven-gono inavvertitamente abbracciati da un altro maschioper cui chi lo emette viene rilasciato.Alcune specie posseggono un ampio numero di vocalizza-zioni, potendo anche strillare quando stuzzicate o cattura-te. Il richiamo d’amore è per lo più limitato alla stagioneriproduttiva, che per la maggior parte delle specie cade in

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primavera, tuttavia qualcuna può riprodursi anche in esta-te. Canti isolati e sporadici possono essere uditi anche inaltri periodi, specialmente in autunno; le Rane verdi e gliUluloni cantano in qualsiasi mese caldo dell’anno, ma nonquando si riproducono. I richiami sono spesso amplificatidai sacchi vocali, soffici strutture a forma di tasca cheingrandiscono la cavità buccale e vengono gonfiati d’ariadurante il canto. In molte specie vi è un solo sacco voca-le nella parte inferiore della bocca (ad es., nelle Raganellequesto è ben evidente durante il canto). Le Rane verdi dif-feriscono dalle altre specie europee per la presenza di duesacchi vocali ai lati della bocca, anch’essi ben visibili duran-te il canto.

Ambienti e aree di diffusioneL’esistenza della maggior parte degli Anfibi è naturalmentelegata alle zone umide: rive di laghi, fiumi, ruscelli, paludi,stagni e ogni sorta di piccoli specchi d’acqua ne costitui-scono l’habitat ideale. Alcune specie si spingono peròanche molto lontano dall’acqua, abitando boschi, prati epascoli, ma anche orti e zone coltivate, risultando peròmolto sensibili al massiccio impiego di fitofarmaci. Sono dif-fusi dal livello del mare fino ad un’altezza di circa 3000 m,frequentano dunque un’ampia gamma di ambienti e colo-nizzano anche l’ambiente alpino (ad es., Rana temporariae Salamandra atra). Generalmente gli Anfibi, quando nonsono in acqua o sottoterra, vivono al suolo a contatto conil terreno o con l’erba. L’unica eccezione è data dalleRaganelle che sono invece arboricole: si trovano infattispesso abbarbicate con le ventose, di cui le loro dita sonodotate, su alte erbe, canne palustri, cespugli e anche sullecime di alti alberi. Per specie dal comportamento similesono spesso marcate le differenze di habitat: ad esempio,nell’area centro balcanica la Rana verde maggiore è comu-ne nei laghi e nei fiumi calmi e ricchi di vegetazione; la Ranagreca vicino alle sorgenti e lungo i corsi d’acqua freddi; laRana agile sta in boschi aperti e prati umidi, mentre laRana montana è la specie più comune sulle montagne.

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Gli AnuriNella Foresta del Cansiglio sono presenti numerosespecie di Anfibi, alcune delle quali molto interessanti.Tra gli Anfibi Anuri, sei specie sono sicuramente pre-senti: il Rospo comune (Bufo bufo), l'Ululone dal ventregiallo (Bombina variegata), presente ma non abbondan-te, la Rana montana (Rana temporaria), la Rana agile(Rana dalmatina), la Rana verde minore (Rana esculen-ta) e la Rana verde dei fossi (Rana lessonae); dubbia èla presenza della Raganella (Hyla intermedia) che peròè sicuramente rinvenibile in aree limitrofe a quote leg-germente più basse.

Il Rospo comuneTra gli Anfibi Anuri molto diffuso è il Rospo comune (Bufobufo), il cui nome dialettale è “Rosp”. Il Rospo comune èl’anfibio più grande del Cansiglio, infatti le vecchie femmi-ne, più grandi dei maschi, possono raggiungere anche i20 cm di lunghezza e superare i 300 g di peso. È diffu-so fino ai 1400 m di altitudine, ma occasionalmente sipuò osservare fino ai 2200 m. È molto longevo dato chepuò vivere fino a quasi 40 anni. Al contrario delle Ranenon salta, ma cammina; ha una pelle secca e verrucosae presenta dietro agli occhi due grosse ghiandole (paro-tidi) contenenti una secrezione repellente per gli altri ani-mali, ma innocua per l’uomo. Il maschio si distingue perle tipiche callosità nere su tre dita della mano anteriore.Vive per la maggior parte dell’anno lontano dall’acqua, neiboschi, nei prati, negli orti e nei giardini. È di grande uti-lità poiché si nutre di insetti e di altri animali dannosiall’agricoltura, come le limacce, le piccole chiocciole e ilgrillotalpa che cattura estroflettendo fulmineamente la

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2. GLI ANFIBI DEL CANSIGLIO

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lunga lingua vischiosa. Come tutti gli altri anfibi che vivo-no lontano dall’acqua (ad es., Salamandra comune eSalamandra nera), di giorno se ne sta rannicchiato sot-

toterra, mentre dinotte o nei giorni

di pioggiaesce a

caccia. IlR o s p ocomuneraggiun-ge l’ac-

qua solonella sta-

gione degliamori, che in

Cansiglio si estendeall’incirca dagli inizi di aprile agli inizi di maggio. In que-sto periodo può capitare di vedere, nelle giornate in cuila temperatura e l’umidità sono ottimali, centinaia diRospi scendere dai boschi per dirigersi verso gli stagnid’origine (localmente chiamati lame). In questa fase nonè ancora chiaro come facciano ad orientarsi con tantaprecisione, infatti non scelgono a caso il sito riprodutti-vo, ma tornano ogni anno a riprodursi nello stessoluogo intraprendendo un viaggio che può arrivare acoprire fino a qualche chilometro. Quando poi nelle loromigrazioni sono costretti ad attraversare strade adintenso traffico, si assiste a vere e proprie ecatombidove migliaia di esemplari ogni stagione vengono inve-stiti dalle automobili, come succede ad esempio pressoi Laghi di Revine (vedi il riquadro a pag.16 su “La migra-zione dei rospi presso i Laghi di Revine”).Una volta giunti ai loro siti riproduttivi i Rospi rimango-no in acqua fino alla fine dell’accoppiamento, rivelando-si abili nuotatori. Talvolta arrivano all’acqua già in cop-pia, con il maschio comodamente aggrappato al dorso

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Rospo comune(Bufo bufo)

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della femmina, più grande e robusta, che lo trasportafino a destinazione. Se il maschio arriva all’acqua senzaaver ancora incontrato una femmina comincia ad emet-tere insistentemente il suo richiamo per attirarla.Talvolta si assiste a vere e proprie risse da parte di piùmaschi che si contendono la stessa femmina, afferran-dola e allontanando gli avversari con le zampe posterio-ri. Tale comportamento potrebbe essere giustificato dalfatto che in questa specie le femmine sono comune-mente meno numerose dei maschi. Dopo che ilmaschio ha tenacemente abbracciato la femmina die-tro le zampe anteriori, questa emette lunghi cordonigelatinosi (facilmente visibili dentro le lame) contenentifino a 6.000 piccole uova che vengono fecondate dalmaschio al momento della loro emissione. Trascorsipochi giorni nascono i girini che nel giro di 4-5 mesi,dopo essere stati decimati dai predatori e dalle improv-vise diminuzioni del livello dell’acqua, si trasformerannoin piccoli Rospi della lunghezza di circa 1 cm. Raggiuntoquesto stadio di crescita, essi provvedono subito adallontanarsi dalla lama, alla ricerca di un posto doveinsediarsi. La maturità sessuale viene raggiunta nell’ar-co di 4-5 anni. Il Rospo trascorre l’inverno ibernato sot-toterra.Questo simpatico animale rischia di estinguersi in moltezone di pianura a causa delle strade che tagliano le suetraiettorie di migrazione riproduttiva, del prosciugamen-to di molti piccoli specchi d’acqua e soprattutto a causadell’uso massiccio di insetticidi e diserbanti che lo avve-lenano.

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“La migrazione dei Rospi presso i Laghi di Revine”

I Rospi raggiungono l’acqua solo nella stagione degli

amori, che in pianura si estende dalla fine di febbraio

alla fine di aprile. In questo periodo, nelle giornate in cui

la temperatura e l’umidità sono ottimali, può capitare di

vederne a centinaia in migrazione che attraversano

prati, coltivi e strade per dirigersi verso l’area riprodut-

tiva che hanno scelto. Infatti, sin dalla loro prima stagio-

ne riproduttiva, gli esemplari adulti, che raggiungono la

maturità sessuale verso i 4-5 anni di età, si scelgono un

luogo di elezione al quale ritorneranno ogni anno per

tutta la vita. Questo spesso coincide con il luogo dove

sono nati; altre volte vengono invece ricercati nuovi siti

adatti, consentendo così alla specie la colonizzazione di

territori diversi. Gli adulti in questa fase intraprendono

un viaggio che può arrivare a coprire fino a qualche chi-

lometro e può durare alcuni giorni.

Essi si muovono generalmente subito dopo il tramonto

e si spostano camminando velocemente finché le tem-

perature lo permettono. Quando arriva la luce del gior-

no, o qualora siano sorpresi dalle intemperie (ad es.,

freddo e neve), si fermano acquattandosi sotto qualche

riparo o interrandosi rapidamente scavando con le

robuste zampe, pronti a riprendere il cammino la sera

dopo, o ad aspettare che le temperature tornino ad

alzarsi, per raggiungere finalmente l’acqua. Talvolta i

maschi si fanno “scarrozzare” fino a destinazione dalle

femmine, più grandi e robuste, ricavandone inoltre il

vantaggio di arrivare al gran momento dell’accoppia-

mento già ben attaccati alla propria femmina. È un pec-

cato pensare che spesso molte di queste coppie di sim-

patici animaletti finiscano per essere schiacciati dalle

automobili, magari a pochi metri di distanza dall’obietti-

vo del lungo viaggio che avevano intrapreso, quando le

loro traiettorie di migrazione vengono attraversate da

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strade. In tal caso si assiste a vere e proprie ecatombi

di Rospi, con perdita di migliaia di esemplari ogni stagio-

ne, come succede ad esempio, per rimanere in zone

non troppo lontane dal Cansiglio, presso i Laghi di

Revine (TV), area di altissimo valore naturalistico, stori-

co e archeologico. La strage in questo caso potrebbe

essere facilmente evitata disponendo, nei luoghi di tran-

sito, delle apposite reti e di sottopassaggi, permetten-

do così agli Anfibi di raggiungere incolumi i loro siti ripro-

duttivi, evitando così il solito spettacolo annuale di Rospi

morti sulla strada, nonché diminuendo il pericolo di inci-

denti stradali. Il flusso annuale di Rospi nella zona dei

Laghi di Revine è stato stimato negli anni 2003-2004

attorno agli 8.000 esemplari, che si riproducono diret-

tamente nei 2 Laghi di Revine (Lago di Lago e Lago di

S. Maria) e nel canale che li collega (La Taiada). Essi

scelgono per riprodursi soprattutto le zone di acqua

bassa e ricca di vegetazione, dove i pesci, potenziali pre-

datori di uova e girini, non arrivano facilmente. I Rospi

devono attraversare la trafficata strada che costeggia i

Laghi per andare a riprodursi e riattraversarla quando,

esausti dopo la deposizione e fecondazione delle uova,

escono dall’acqua per tornare al loro consueto territo-

rio. Questo può essere situato anche a qualche chilo-

metro di distanza, nei prati, negli orti e nei boschi che

circondano i Laghi.

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L’Ululone dal ventre gialloMentre tutti conoscono il Rospo comune, pochi invecesanno dell’esistenza dell’Ululone dal ventre giallo(Bombina variegata), nome dialettale ”Mudol”,“Budol” o“Mut”. Questo piccolo animale, non più lungo di 3-4 cm,visto dorsalmente assomiglia ad un piccolo rospoappiattito, ma ventralmente presenta una livrea gialla amacchie nero-bluastre. Se disturbato si gira sul ventrefingendosi morto e mostrando così le macchie gialleche funzionano da segnale di pericolo. In tali occasionipuò talvolta emettere dalle ghiandole cutanee, situatesopra le cosce, un muco schiumoso irritante.L’Ululone dal ventre giallo, al contrario del Rospo, èstrettamente legato agli ambienti acquatici. Esce dal-l’acqua solo per cacciare insetti o per spostarsi da unapozza all’altra. Essendo un animale gregario, spesso siinsedia con altri esemplari nelle lame piccole e torbide,

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poco più che pozzanghere, che altre specie di Anfibinon possono utilizzare, oppure in piccole sorgenti di montagna. Iberna al riparo nei terreni secchi.L’accoppiamento e la deposizione delle uova avvengonoda aprile a maggio. Le uova sono deposte in piccoligruppi (fino a 15) e agganciate a substrati sommersi. Imaschi, durante la stagione degli amori e talvoltaanche nei periodi estivi piovosi, emettono il tipico verso“hu-hu-hu” che è valso il nome alla specie, mentre lefemmine rispondono con una specie di belato. L’Ululonedal ventre giallo è attualmente quasi estinto in pianura,mentre è ancora presente in alcuni siti in collina e inmontagna fino ai 1900 m. In Cansiglio è presente manon abbondante, probabilmente perché in competizionecon il Tritone alpino che preda le sue uova e i suoi giri-ni. È invece più comune sul monte Pizzòc e in Alpago,nonché sulla catena montuosa Visentìn-Cesèn.

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Ululonedal ventre giallo(Bombina variegata)

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La Rana verdeUn altro anfibio molto conosciuto è la Rana verde. In real-tà le Rane verdi non costituiscono una sola specie, mauna varietà di forme diverse tra loro collegate da fenome-ni genetici piuttosto complessi (vedi il riquadro a pag. 21“Il sistema riproduttivo ibridogenetico delle Rane verdi”).Gli esemplari presenti in Cansiglio, a giudicare dal lorocromatismo, dalla loro morfologia e da analogie con real-tà note per simili aree montane, appartengono probabil-mente al sistema interfecondo Rana esculenta-Rana les-sonae. La Rana esculenta è infatti un ibrido tra Rana les-sonae e Rana ridibundaeche per riprodursideve accoppiarsicon una dellespecie genitrici,in questo casola Rana lesso-nae, per rigene-rare la Rana escu-lenta. La Rana verde èun anfibio molto comune inpianura che può raggiungere i 12 cm di lunghezza. Ègeneralmente gregaria, strettamente legata all’acqua,specialmente la Rana esculenta, mentre sembra essereun po’ più terragnola la Rana lessonae che caccia inset-ti e altri invertebrati negli stagni in cui vive. Al minimosegno di allarme trova rapidamente rifugio in acqua. Inestate i maschi gracidano in coro per attirare le femmi-ne, gonfiando le due sacche vocali di cui sono provvistidietro l’angolo della bocca. Durante l’accoppiamento, cheavviene in maniera analoga a quella del Rospo comune,la femmina depone alcune migliaia di uova avvolte in unavoluminosa massa gelatinosa che si gonfia a contattocon l’acqua. Dopo una settimana nascono i girini che inqualche caso, specialmente nelle zone fredde, non rie-scono a metamorfosare prima dell’autunno. Passano l’in-

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Rana verde(Rana lessonae)

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verno pertanto come girini e mutano l’anno successivo.La Rana verde iberna sotto il fango presso le rive deglistagni in cui vive. Sebbene sia presente in alcuni siti in cuiè localmente abbondante, il Cansiglio non rappresentaper la Rana verde l’habitat ideale, poiché è una specietendenzialmente termofila.

“Il sistema riproduttivo ibridogenetico delle Rane verdi”.

Le Rane verdi costituiscono un gruppo di specie ancora

non ben definito e collegato da fenomeni genetici piuttosto

complessi. Ad esempio, la Rana esculenta, un tempo con-

siderata una specie a sé, è in realtà un ibrido derivante

dall’incrocio di Rana lessonae e Rana ridibunda, ed è in

grado di riprodursi solamente attraverso incroci con una

delle due forme genitrici. Visto che l’accoppiamento tra

due esemplari di Rana esculenta produce nella maggior

parte dei casi prole sterile, in Italia settentrionale e in gran

parte dell’areale la Rana esculenta sembra convivere inva-

riabilmente con la Rana lessonae, assieme alla quale

forma un sistema ibridogenetico denominato “klepton L-E”

(Lessonae-Esculenta). Esiste anche un sistema “ibridoge-

netico R-E” (Ridibunda-Esculenta), ma sembra essere piut-

tosto raro. I vantaggi derivanti dal sistema riproduttivo

delle Rane verdi non sono del tutto chiari, ma è ormai

certo che la presenza di ibridi aumenta notevolmente la

valenza ecologica complessiva dell’intero sistema.

Infatti se la Rana lessonae è particolarmente terragnola

(di praterie umide e torbiere), la Rana ridibunda è decisa-

mente acquatica, mentre l’ibrido tende a dominare in

tutte le situazioni ecologiche intermedie, comprese quel-

le di origine antropica. Non esiste ancora nessuno studio

specifico sul sistema ibridogenetico utilizzato dalle Rane

verdi per riprodursi nella zona del Cansiglio.

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Le Rane rosseIl Cansiglio è invece l’habitat ideale per le Rane rosse.Queste si distinguono dalle Rane verdi, oltre che per lacolorazione bruno-rossastra, anche per le abitudini. Alcontrario delle Rane verdi vivono lontano dall’acqua, inprati freschi e boschi. In Cansiglio sono presenti due

specie di Rane rosse, laRana agile (Rana

dalmatina) e laRana montana(Rana tempo-raria): men-tre unaterza specie,

la Rana diLataste (Rana

latastei), non èpresente in Cansiglio,

ma si trova più in basso, inalcune zone non lontane, ad esempio in Val Lapisina,nella zona palustre situata nell’alto corso del fiumeMeschio (loc. Savassa bassa), comunque raramente sispinge ad altezze superiori ai 300 m s.l.m.. La Ranaagile e la Rana di Lataste sono due specie molto similie si differenziano per alcune sfumature della colorazio-ne; oltre a ciò la Rana agile raggiunge dimensioni leg-germente superiori (fino a 7 cm contro i 5-6 della Ranadi Lataste) e sembra preferire habitat meno boscosi emeno umidi, come ad esempio prati relativamenteasciutti. Entrambe presentano zampe molto lunghe,infatti soprattutto la Rana agile è famosa per i suoi saltiche possono oltrepassare i 2 m di lunghezza e il metrodi altezza; entrambe si riproducono già in aprile, moltoprima delle Rane verdi. Un discorso a sé va fatto per laRana montana che, come dice il nome, è strettamentelegata agli ambienti montani e può raggiungere i 3000m di altezza. È più grande delle altre Rane rosse (fino a

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Ranamontana

(Ranatemporaria)

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10 cm di lunghezza), presenta zampe più corte e musopiù arrotondato. Si riproduce molto presto, appena fini-ta l’ibernazione, talvolta già agli inizi di marzo. I suoiammassi di uova sono più voluminosi di quelli delle altrespecie.

La RaganellaLa presenza in Cansiglio della Raganella (Hyla interme-dia, nome dialettale “Rácola”) è dubbia e, al di là di spo-radiche segnalazioni, non del tutto confermata, puressendo certamente presente in aree limitrofe a quoteinferiori, essendo una specie decisamente termofila.Questo grazioso anfibio è estre-mamente sensibile all’in-quinamento da pesti-cidi o diserbanti,tanto da essersimolto rarefattoin pianura. LeRaganelle (siaHyla intermediache le altre spe-cie di Raganelle,quali ad es. Hylaarborea diffusa piùad Est e Hyla meridio-nalis presente in Liguria)sono specializzate per la vita arboricola, infatti le ditaterminanti con una ventosa permettono loro di arram-picarsi agevolmente su alberi, cespugli o alte erbe perandare a caccia di insetti. Un tempo la Raganella eramolto più comune e in estate il suo caratteristico cantoripetitivo si poteva udire facilmente ovunque vi fosserozone umide, anche di piccole dimensioni. Essa ha dato ilnome ad un rudimentale strumento musicale popolare ilcui suono ricorda molto il suo verso, la “Raganella” appun-to o il termine onomatopeico “ràccola” in molti dialetti.

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Raganella(Hyla intermedia)

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Gli Urodeli

Tra gli Anfibi presenti in Cansiglio assume particolareimportanza l’ordine degli Urodeli. Ad esso appartengo-no le Salamandre e i Tritoni, animali strettamente appa-rentati, ma, mentre le prime si sono adattate comple-tamente ad un’esistenza lontano dall’acqua tanto che vipossono addirittura annegare, i secondi vivono e siaccoppiano in essa. I Tritoni alpestri addirittura esconodall’acqua solo per brevi cacce notturne e durantel’ibernazione invernale.Non sono infrequenti in questa specie neppure gliesemplari neotenici.

La Salamandra comune e la Salamandra neraDue sono le specie di Salamandre presenti in Cansiglio:la Salamandra comune (Salamandra salamandra) equella nera (Salamandra atra).La Salamandra comune, nome dialettale locale“Malisandra” o “Bissamandra”, è nera a macchie gialle,diffusa dalla pianura fino ai 2000 m, raggiunge eccezio-nalmente anche i 20 cm di lunghezza. Di giorno si

nasconde in umidi anfrat-ti, da dove fuoriesce

solo la notte onei giorni dipioggia percacciare ilombrichi, lelarve di insetti

e le limacce dicui si nutre.

Depone le sue larvegià sviluppate in acque ben

ossigenate, presenti tuttavia solo ai bordi del Cansigliovero e proprio, essendo esso privo di sorgenti a causadel forte carsismo; in tali zone di bordo (Crosetta,

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Salamandra comune(Salamandra salamandra)

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Valsalega, Due ponti, Vivaio, Madonna del Runal) laSalamandra comune è comunque relativamente abbon-dante.In tutti gli Urodeli la fecondazione avviene con modalitàdiverse dagli altriAnuri, essendointerna ecompiendo-si a mezzodi sper-mato fo r i( a s t u c c icontenent igli spermato-zoi) che i maschidepongono presso lacloaca della femmina la quale provvede ad introdurlinella cloaca stessa. In primavera, dopo l’accoppiamen-to, le Salamandre femmine si recano in acque freschee limpide dove, immergendosi solo con la parte poste-riore del corpo, si sgravano di sette o otto piccoli dota-ti di branchie, della lunghezza di 2-3 cm, già provvisti dizampe e apertura boccale ben formata, che metamor-fosano dopo qualche mese.L’altra specie presente in Cansiglio è la Salamandranera (Salamandra atra), simile alla precedente, maspecializzata per la vita di montagna, più piccola (mas-simo 16 cm), priva di macchie gialle e reperibile solotra gli 800 e i 3000 m di altezza. Essa non ha bisognodell’acqua e inoltre, essendo ovovipara, partorisce duepiccoli vivi completamente sviluppati, il cui periodointrauterino sembra avere la durata di circa 11 mesi.Questi sono chiaramente casi di adattamento alle con-dizioni climatiche dell’ambiente alpino, infatti anche ret-tili di montagna come la Vipera e la Lucertola viviparapresentano il fenomeno della ovoviviparità.

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Salamandra nera(Salamandra atra)

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I TritoniSimili alle Salamandre, in Cansiglio vivono varie speciedi Tritoni. Questi piccoli anfibi sono famosi per le loro

capacità di rigenerazionedegli arti, poiché non

solo come lelucertole pos-

sono rigene-rare la codaperduta, maanche nel

caso di perdi-ta di una intera

zampa o addiritturadi un occhio, questi si

riformano. Sono molto resistenti agli effetti delle bassetemperature ed è dimostrata la loro capacità di soprav-vivenza dopo essere rimasti inclusi per vario tempo nelghiaccio. La riproduzione dei Tritoni in pianura si verifi-ca in marzo o aprile, mentre in Cansiglio avviene inmaggio-giugno. In questo periodo i maschi sfoggianolivree dai colori sgarg ian t i e corteggiano le femmineponendosi perpendicolarmente davanti a loro; da que-sta posizione, vibrando la coda tenuta piegata verso ilcorpo inviano un flusso di ferormoni. Non sempre peròla femmina accetta il partner e talvolta si allontana conuno scatto improvviso. Quando invece ciò avviene, que-sto depone lo spermatoforo presso la cloaca della fem-mina. Le uova fecondate vengono deposte singolarmen-te per essere attaccate una ad una alle erbe palustri.Dopo circa tre settimane le larve che si schiudono sonopiù lunghe di quelle degli Anuri e con lo sviluppo dellezampe assumono presto l’aspetto lacertiforme tipicodel gruppo. Al contrario delle larve degli Anuri, quelledegli Urodeli sono carnivore fin dalla nascita. In autun-no i Tritoni abbandonano l’acqua e vanno a cercarenelle vicinanze un nascondiglio sotto le pietre o tra le

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Tritone alpestre(Triturus alpestris)

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radici degli alberi, dove passano il periodo di letargoaggrovigliati in società. Lo stesso comportamento èmesso in atto qualora la pozza dove vivono si asciughi.La specie di Tritone di gran lunga più diffusa in Cansiglioè il Tritone alpestre (Triturus alpestris), molto numero-so nelle lame anche se di piccole dimensioni: raggiun-ge al massimo gli 11 cm di lunghezza mentre il più dellevolte si aggira sui 7-8 cm. Dove l’acqua è limpida, se nepossono contare centinaia di esemplari. È facilmentericonoscibile per il colore del ventre di un bell’aranciovivo uniforme. Il maschio, più piccolo e snello della fem-mina, è generalmente molto scuro, quasi nero nellaparte dorsale, dotato tutto l’anno di una bassa crestadorsale gialla e nera non dentellata. Nel periodo degliamori (maggio-luglio) sfoggia una livrea di bande blua-stre iridescenti molto accentuate ai lati del corpo edella coda. La femmina, mediamente di dimensionimaggiori del maschio, è invece più chiara con coloriche vanno dal grigio al crema e priva di cresta. È pre-sente dalla pianura fino ai 3000 m di altezza ed è laspecie più acquatica tra i Tritoni citati, infatti mentre imaschi poco dopo la fine della stagione degli amoriescono dall’acqua, le femmine ci rimangono spesso finoal momento del letargo, nutrendosi soprattutto divermi, insetti, uova e girini di Anuri. Talvolta si posso-no rinvenire esemplarineotenici, cioè adultidi ambo i sessiin grado dir iprodurs i ,ma ancoradotati dib r a n c h i ecome nellaforma larvale enon in grado disopravvivere a lungo fuori

Tritone crestatomeridionale

(Triturus carnifex)

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dall’acqua.Un altro Tritone ben presente in Cansiglio, anche semolto meno numeroso dell’alpestre, è il Tritone cresta-to meridionale (Triturus carnifex), uno tra i più grandi,potendo raggiungere i 16 cm di lunghezza. È di colorebruno verdastro sul dorso, giallo–arancio a macchienere sul ventre. Il maschio nella stagione degli amorisviluppa sul dorso e sulla coda un’alta cresta frastaglia-ta, la femmina (ma gli individui giovani in genere) invecepresenta una linea gialla molto evidente lungo la schie-na, particolare che la differenzia dalle femmine delTritone crestato propriamente detto (Triturus crista-tus), una specie molto simile a questa, ma non presen-te in Italia. Questa specie è presente dalla pianura finoai 1800 m ed è meno acquatico del Tritone alpestre.In Cansiglio è possibile trovare occasionalmente ancheil Tritone punteggiato (Triturus vulgaris) nella forma disingoli esemplari mescolati assieme ai molto più nume-rosi Tritoni alpini. Originariamente più comune in pianu-ra (si trova fino ai 1100 m di quota), questo Tritone,come anche la Raganella e l’Ululone, è scomparso daessa a causa dell’inquinamento causato dal massicciouso di fitofarmaci in agricoltura. Il Tritone punteggiato èun piccolo tritone (massimo 10 cm di lunghezza) grigiobrunastro con il ventre bianchiccio o rosato. Sul corpoe sul ventre sono presenti macchiature e punteggiatu-re più scure; il maschio nella stagione degli amori èprovvisto di cresta dorsale e di lobature ai piedi poste-riori. È meno acquatico delle altre due specie, infattiappena dopo la riproduzione gli adulti abbandonano l’ac-qua ritirandosi in luoghi umidi e ombreggiati.

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Gli Anfibi sono piccoli, facili da individuare, da predare esi muovono lentamente; di conseguenza figurano nellediete di molti animali, sia quando sono allo stato larva-le che da adulti. È vero che Rospi, Ululoni e Salamandreemanano dalla pelle una secrezione irritante che agisceda deterrente, ma parecchi predatori hanno sviluppatostrategie per superare questo ostacolo. In alcuni casiqueste specie hanno colorazioni nere e gialle con signi-ficato di ammonimento; infatti, se un predatore ha giàsperimentato un intenso bruciore alle mucose dellabocca tentando di inghiottire un animaletto dal coloregiallo e nero, può associare quei colori all’esperienzaprecedente, tanto da essere indotto a non ritentare infuturo. Nel caso della Salamandra pezzata la colorazio-ne brillante è sempre visibile, mentre nell’Ululone dalventre giallo è nascosta, ma è resa visibile medianteuna particolare postura nel momento del pericolo: sedisturbato, l’Ululone si volta a pancia all’aria fingendosimorto e ostenta le ornamentazioni gialle che spiccanosul suo ventre nero bluastro. Rane e Rospi tentano diapparire più grandi e minacciosi gonfiandosi d’aria, sol-levandosi dal suolo, estendendo le zampe posteriori etalvolta emettendo qualche grugnito, arrivando anche aspruzzare getti di urina.Gli Anfibi hanno molti predatori quando sono allo statolarvale: le migliaia di girini degli anfibi Anuri, comeanche le larve di Tritoni e Salamandre, costituisconouna grande riserva di cibo per tutti gli abitanti carnivo-ri dello stagno. Sono infatti appetiti da numerosi insettiacquatici e diventano la preda principale delle larve diLibellula che li trafiggono con il loro rostro, dettomaschera. Anche i Ditischi, Coleotteri predatori acqua-

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3. I PREDATORI DEGLI ANFIBI

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tici, e le loro larve sono ghiotti di girini. La larva diDitisco inietta nella vittima un liquido proteolitico che ladigerisce, succhiandola poi con le sue mandibole cave,usate come fossero cannucce, e lasciandone solo lapelle. Nelle lame del Cansiglio se ne possono osserva-re varie specie, tra cui il grande Dytiscus marginalis,che raggiunge una lunghezza di 3,5 cm. Anche le

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Notonete, eterotteri acquatici predatori, abbondanonegli stagni e sono accanite cacciatrici di girini, mentremolto più raramente è possibile osservare la Nepacinerea, o scorpione d’acqua, che è un eterottero raroe solitario, inconfondibile per le sue zampe anteriorisimili alle chele di uno scorpione. Tra i molti predatoridelle larve di Anfibi vanno annoverati anche gli stessi

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Anfibi adulti, specialmente il Tritone crestato che, datele sue grandi dimensioni, si ciba non solo dei girini degliAnuri, ma anche delle larve di Tritone, non esclusi i pic-coli della sua stessa specie. Un altro grande predatoredi Anfibi è la Natrice dal collare (Natrix natrix) o Bisciad’acqua, detta non a caso in dialetto veneto “Bissarospèra”: mentre i giovani si nutrono prevalentementedi girini, che cacciano all’agguato stando sott’acqua, gliadulti predano soprattutto Rane, Rospi e Tritoni adulti.Ovviamente anche altri serpenti, comprese le Vipere, sinutrono di Anfibi, che inghiottono interi come tutte lealtre loro prede.Anche alcuni Uccelli del Cansiglio cacciano occasional-mente gli Anfibi, come ad esempio le Cornacchie, ilCorvo imperiale, le Averle e alcuni Falchi, tra cui ilGheppio, la Poiana e il Nibbio bruno.Ma tra essi si nutre quasi esclusivamente di Anfibi solol’Airone cenerino (Ardea cinerea), splendido uccello digrandi dimensioni che da qualche anno è tornato a fre-quentare regolarmente le lame del Cansiglio durante lastagione estiva. Altrove la sua alimentazione è basatasulla cattura dei Pesci, ma poiché in Cansiglio non v’ètraccia di pesce, esso va in cerca di Rane e Tritoni,aggiungendo talvolta al menù grossi insetti, serpentelli,nidiacei di altri uccelli e micromammiferi. Sono molti iMammiferi che predano Anfibi, tra di loro ci sono adesempio il Riccio, la Volpe, il Tasso, la Donnola, la Fainae l’Orso, ma solo per la Puzzola (Mustela putorius) sonouna parte integrante dell’alimentazione. Essa cacciainfatti Rane e Tritoni, ma anche Rospi e Salamandre, dicui toglie abilmente la pelle irritante che li renderebbeimmangiabili.

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Da sempre gli Anfibi sono considerati in qualche modocreature magiche per la loro natura di esseri in gradodi vivere e trovarsi a loro agio in due elementi diversi:l’acqua e la terra. Per tale motivo talvolta sono statitemuti e perseguitati al pari di Rettili, gatti, pipistrelli eUccelli notturni in quanto legati alla stregoneria e aldemoniaco.In altre situazioni sono stati invece oggetto di credenzepositive poiché associati all’acqua e di conseguenza allafertilità e alla fecondità. Di seguito si vogliono presentare alcune credenze.

Il RospoIl Rospo è sempre stato ritenuto un ospite utile di ortie campi coltivati, per la grande quantità di insetti noci-vi che divora; dunque anche in passato non veniva per-seguitato, ma era piuttosto vittima degli scherzi deiragazzi.Se il Rospo da vivo veniva ritenuto benefico, non era cosìper quanto riguardava il suo cadavere e la sua pelle.Essa veniva utilizzata spesso nei riti demoniaci o comecomponente delle pozionidelle streghe, assieme afunghi velenosi comel’Amanita muscaria,oppure a piante qualila Mandragora,la Belladonnae lo Stramonio contenenti peri-colose sostanzevelenose.

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4. GLI ANFIBI NEL MITO

Raganella(Hyla sp.)

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In Alpago si credeva inoltre che pungersi con un ossodi Rospo portasse rapidamente a morte. In realtà nel-l’intestino e nel secreto delle ghiandole cutanee delRospo si trova un principio tossico, la bufotenina, chepur non essendo letale per l’uomo, esercita però inten-si effetti fisiologici.Sembra che durante i rituali sciamanici di vari popoliorientali si usasse leccare la pelle di Rospi vivi per pro-curarsi stati alterati di coscienza. Dunque, a quantopare, le pozioni delle nostre streghe altro non eranoche miscele di sostanze varie, spesso velenose, simili aquelle che tutt’oggi usano gli sciamani di molti popolinon occidentalizzati per curare, compiere divinazioni emettersi in contatto con il divino. Anche le nostre stre-ghe, che spesso fino al 1700 furono bruciate dopoessere state accusate di essere in contatto col demo-nio, erano probabilmente le ultime depositarie di anti-chi culti animistici pagani, precedenti alla diffusione delCristianesimo, presenti in tutta l’Europa e quindi anchenel nostro territorio.

Rane e RaganelleLe Rane e le Raganelle, al contrario di Rospi eSalamandre, non furono mai legate al demoniaco, magodettero invece sempre di buona fama, anche perché,soprattutto le prime, erano considerate un alimento pre-

giato. In quanto legateall’acqua e buone da

mangiare, esseerano simbolodi fecondità efertilità e sicredeva inol-tre che con il

loro canto chia-massero la piog-

gia. Per questo moti-

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Rana verde(Rana ridibunda)

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vo durante le processioni alla Madonna o a qualcheSanto, allo scopo di chiedere pioggia per i campi inaridi-ti, venivano suonati dei semplici strumenti musicali popo-lari, detti appunto Raganelle (Rácole, nel dialetto locale),che riproducevano il gracidio di questi animali. Tuttora leRaganelle vengono suonate nelle diocesi più tradizionali-ste, durante la messa del Venerdì Santo prima diPasqua, per ricordare la passione di Cristo, sostituendoin quell’occasione le campane che da quel momento nonvengono più usate fino a Pasqua.

La SalamandraLa Salamandra ha sempre colpito la fantasia degliuomini per la sua vivace colorazione gialla e nera e peril suo improvviso apparire dopo la pioggia, come seanch’essa fosse caduta dal cielo. È stata ed è tuttoraconsiderata da alcuni molto pericolosa per le sue sup-poste proprietà velenifere, mentre in realtà è assoluta-mente innocua. La sua unica difesa è rappresentata,come per il Rospo, dalla secrezione irritante prodottadalla cute, ma che è così blanda da non provocaregeneralmente nessun problema alla pelle umana. Èbene però lavarsi le mani ed evitare di toccarsi gli occhidopo averla manipolata. Le chiazze giallo brillante delcorpo hanno la funzione di segnalare ad eventuali pre-datori la sua tossicità, reale solo nel caso in cui si tentidi inghiottirla. Un’altra credenza molto antica e del tuttofalsa legata alla Salamandra è quella che possa passa-re nel fuoco senza scottarsi. Già Plinio il Vecchio, nellasua Historia naturalis, riferisce come la Salamandraavesse il potere di spegnere il fuoco, non perché porta-trice di caratteristiche contrarie, ma poiché era parte-cipe della sua stessa natura e perciò capace di domi-narlo; la credenza nella Salamandra come spirito ele-mentale del fuoco si trova anche presso gli Arabi enell’Europa medioevale. In questa concezione laSalamandra partecipa alla mitologia del fuoco, è di ori-

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gine divina e proviene dal cielo. Il suo potere si esprimesia come energia utile e benefica, che come forzadistruttrice e quindi portatrice di malanni. Tra gli Anfibila Salamandra è quindi senza dubbio l’animale piùmisterioso e magico, in quanto legato non solo allaterra e all’acqua, ma anche al fuoco e al cielo.

Il TritoneSul Tritone, nonostante il nome mitico e le sue eccezio-nali proprietà di riformare gli arti (possono infatti nonsolo rigenerare la coda perduta, ma anche una interazampa o un occhio, oppure resistere ibernati all’internodi blocchi di ghiaccio), caratteristiche peraltro rinvenibi-li anche in altri anfibi, non esiste una vasta tradizionepopolare. Il suo nome deriva da un essere della mitolo-gia Greca e Latina, Tritone appunto, rappresentatogeneralmente come essere acquatico con volto umanoe barbuto, tronco di uomo atletico e nerboruto con laparte inferiore del corpo pisciforme. Come una versio-ne maschile della più nota sirena, esso era figlio diPoseidone, il Dio greco del mare, e della Ninfa Anfitrite.

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Ovviamente le specie di Anfibi che potremmo incontra-re sul nostro cammino saranno diverse a seconda delluogo, dell’ambiente e della stagione in cui ci trovere-mo.Per prima cosa sarà bene chiarire che ad una altitudi-ne di circa 1000 m, come quella del Pian Cansiglio,sarà impossibile in inverno rinvenire alcuna traccia diAnfibi, poiché in questa stagione se ne stanno riparatie profondamente addormentati in qualche anfratto sot-toterra o sott’acqua. Essendo animali a sangue freddo,essi passano l’inverno in letargo, dunque se vogliamovedere degli Anfibi sarà bene cercarli nel periodo com-preso tra aprile e novembre, o meglio ancora tra mag-gio e settembre. Il tipo di specie che incontreremo nelnostro cammino dipenderà dunque dall’habitat in cui cisi troverà. Se saremo ad esempio nel bosco, potrem-mo avere la fortuna di imbatterci in Rospi o inSalamandre, incontrandone qualcuno allo scoperto, sela giornata non è troppo calda e secca. In caso contra-rio provate a guardarvi attentamente attorno, ispezio-nando con cura il terreno tra le foglie del sottobosco ei ceppi marcescenti, avendo però cura di arrecare ilminor disturbo o danno possibile alla flora e agli anima-li. Oppure recatevi sui bordi di piccole pozze o lame allaricerca degli anfibi presenti.Se avrete un pizzico di fortuna potrete incontrare qual-che bel esemplare di Rospo comune, oppure diSalamandra comune; mentre però questa è facilmentevisibile grazie alla sua splendida livrea nera e gialla, pervedere il Rospo dovrete aguzzare un po’ più gli occhi,

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5. GUIDA PRATICA ALL’INCONTROCON GLI ANFIBI NEI DIVERSI

AMBIENTI: DOVE, COME E QUAN-DO INCONTRARE DEGLI ANFIBI

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poiché il suo colore si mimetizza perfettamente tra lefoglie e il terreno del sottobosco. Se siete nelle vicinan-ze di qualche lama, scoprirete facilmente sotto le pie-tre anche qualche Tritone, specialmente nel periodo incui questi cominciano ad uscire dall’acqua dopo averconcluso la fase riproduttiva, cioè dalla fine di agostofino all’inizio di ottobre, oppure prima che abbianocominciato i rituali di corteggiamento, in aprile-maggio.Nelle zone esterne al Cansiglio, al di sopra degli 800-900 m, potrete imbattervi anche nella Salamandranera, più comune di quella pezzata a queste quote.Nelle radure dove il bosco si fa più rado e la vegetazio-ne del sottobosco più fitta, potrete incontrare facilmen-te anche qualche Rana rossa, si tratterà generalmen-te della Rana agile alla quale, sopra gli 800 m, si affian-cherà talvolta la Rana temporaria, mentre ad altitudinipiù basse, sotto i 300 m (dunque non in Cansiglio)potremmo incontrare anche la Rana latastei, tipica deiboschi umidi di bassa quota. Se invece rivolgiamo lanostra attenzione in alto, guardando tra cespugli e pic-coli alberi, potremmo notare la bellissima Raganella dalcolore verde brillante; in realtà il suo colore mimeticorende difficile vederla, sarà più facile invece intuirne lapresenza grazie al tipico canto (krek-krek-krek) che ilmaschio emette regolarmente durante la stagione degliamori (maggio-giugno), o occasionalmente durante ilresto dell’estate. Se, dopo la passeggiata nel bosco, ciinoltreremo invece sui pascoli aperti, la specie piùcomune di Anfibio che ci potrà capitare di osservaresarà la Rana agile, soprattutto nelle giornate più fre-sche e umide di agosto, o in quelle di Settembre; que-sta specie è infatti tipica dei prati e dei boschi radi.Sopra gli 800 m a questa specie se ne affiancheràun’altra, la Rana temporaria, che la sostituirà totalmen-te al di sopra dei 1500 m e addirittura fino al limitedelle nevi. Occasionalmente nelle zone di prato e pasco-lo si potranno incontrare altri Anfibi di passaggio, quali

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Rospi, Salamandre pezzate, Salamandre nere (sopra i900 m) e Tritoni, anche se il prato non è però il lorohabitat tipico. Se durante la nostra passeggiata capi-tasse di passare vicino a borghi o case isolate dotatedi piccoli appezzamenti dedicati alla coltivazione di ver-dure e ortaggi (in Cansiglio ad esempio crescono beneverze e patate), converrà porre grande attenzione.Infatti gli orti tradizionali, non snaturati dall’uso dei fito-farmaci, sono un habitat adatto al Rospo comune, chefa da insetticida naturale eliminando dall’orto limacce,grillotalpa e altri insetti dannosi. Ovviamente le zone incui sarà più facile osservare degli Anfibi saranno sem-pre le zone umide e in particolare, per quanto riguardail Cansiglio, le lame. Guardando attentamente dentrouna lama durante la buona stagione non potrete far ameno di stupirvi della grande abbondanza di vita ivi pre-sente. La specie di gran lunga più visibile in Cansiglio èil Tritone alpino: sempre presente in tutte le lame daaprile ad ottobre, è particolarmente abbondante nelmese di giugno, quando tutti gli esemplari stanno inacqua per i rituali di corteggiamento e la riproduzione. A partire dalla fine di agosto sarà più facile osservaredei Tritoni anche sul terreno, a spasso sui prati.Dovrete rimandare le osservazioni ad un’altra occasio-ne, poiché i Tritoni hanno cercato riparo sottoterra, inattesa del ritorno della pioggia. Oltre ai Tritoni alpinipotrete osservare anche il grande Tritone crestatomeridionale, relativamente raro. In alcune lame, spe-cialmente quelle più esposte al sole, potremmo trova-re, talora in gran numero, le Rane verdi, e sentire i lorotonfi quando si tuffano. Per tutta l’estate si sentirannogracidare (croà-croà), arrivando ad essere perfinoassordanti nelle giornate più calde. Con un po’ di fortu-na potrete anche osservarle mentre galleggiano con latesta fuori dell’acqua o se ne stanno posate sopra qual-che oggetto galleggiante. Alcuni Anfibi sono osservabilinelle lame solo per un breve periodo, cioè generalmen-

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te per 10-15 giorni, durante la fase riproduttiva nelmese di aprile, come ad esempio il Rospo comune, cheriempie gli stagni con i suoi lunghi cordoni di uova epoco più tardi con sciami di vivaci girini neri che si vedo-no brulicare presso le rive, e completano la loro meta-morfosi generalmente verso agosto, quando minuscolirospi neri cominciano ad uscire dall’acqua. Lo stessodiscorso è valido anche per le due specie di rane rossepresenti in Cansiglio, la Rana montana e la Rana agile.Generalmente meno numerose dei Rospi, esse depon-gono le loro uova in ammassi gelatinosi che si possononotare facilmente sulla superficie delle lame (la deposi-zione avviene generalmente a metà marzo per la Ranamontana e all'inizio di aprile per la Rana agile). Un otti-mo posto per osservare tutto ciò è il Giardino BotanicoAlpino “Giangio Lorenzoni”, dove è situata una lama digrandi dimensioni e parecchie piccole torbiere, popola-te da numerose specie di Anfibi, grazie alla ricchezza dipiante acquatiche ivi presenti e alla mancanza deldisturbo. Infatti, nella maggior parte delle lame presen-ti sull’altopiano e nelle aree limitrofe, un impatto nonindifferente è provocato dal bestiame in alpeggio che leutilizza per abbeverarsi, calpestando le sponde e inqui-nando l’acqua con le loro deiezioni.In Cansiglio, a causa dell’accentuato carsismo, sonopressoché assenti sorgenti e corsi d’acqua, tuttavia esi-stono alcuni stillicidi e in questi preziosi e piuttosto raribiotopi troveremo altri tipi di Anfibi, quali ad esempiol’Ululone dal ventre giallo (presente anche in piccolepozze stagnanti o in lame non troppo abitate da altriAnfibi) e le larve di Salamandra comune, che solo inruscelli, piccole sorgenti e fontane trovano le acque fre-sche e ben ossigenate che costituiscono l’ambienteindispensabile per la loro riproduzione.

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In molti casi è necessario esaminare attentamente e dadistanza ravvicinata gli Anfibi per riuscire a stabilirneesattamente la specie o, in alcuni casi, il sesso, maricordate che sono animali delicati e anche lievidanni cutanei superficiali possono ridurre di moltola loro possibilità di sopravvivenza. Molte specie pos-sono essere esaminate più facilmente se racchiuse inun contenitore trasparente con dell’acqua, ma dato chei sacchetti di plastica non sono permeabili all’aria, glianimali non dovranno esservi tenuti a lungo. Se poi gliesemplari devono essere manipolati ricordate di farlocon dolcezza, poiché la maggior parte dei danni è dovu-ta alla eccessiva pressione esercitata nel trattenerli,spesso perché chi li trattiene ha paura di essere mor-sicato. In realtà nessun Anfibio europeo è in grado dimordere, le nostrespecie sono deltutto innocuee al massi-mo posso-no emet-tere ungetto diurina perimpressio-nare il nemi-co. Se si manipo-lano gli Anfibi bisognafarlo con la mano bagnata, per evitare di togliere lostrato mucoso protettivo che li ricopre, e per il minortempo possibile, per minimizzare il disturbo. Perciò nontratteneteli a lungo e, soprattutto, non stringeteli.

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6. COME TENERE IN MANOUN ANFIBIO

Rana di lataste(Rana latastei)

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Tale operazione si rivela inutile poiché la maggior partedi loro sono relativamente lenti nei movimenti. Le Ranee i Rospi spesso hanno bisogno di una buona presa eper brevi periodi si possono tenere col pollice e l’indiceall’addome, dietro le zampe anteriori, mentre le altredita e il palmo delle mani stringono dolcemente lezampe.

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Le seguenti schede sono state progettate allo scopo diaiutarvi a riconoscere sul campo i diversi tipi di Anfibiche potete incontrare in Cansiglio. Ricordate comun-que che sarebbe meglio non toccare e non prende-re in mano gli Anfibi che osservate poiché, avendo lapelle molto delicata (soprattutto Tritoni, Rane eRaganelle) possono scottarsi al semplice contatto conla vostra pelle calda e asciutta. Limitatevi dunque il piùpossibile ad osservarli nel loro ambiente senzadisturbarli, regola comunque valida per qualsiasi tipodi animale che avrete la fortuna di osservare durante levostre escursioni.Si suppone innanzitutto che siate già in grado di distin-guere un Anfibio da un Mammifero (ad es., un topoli-no), o da un invertebrato (ad es., una chiocciola o uninsetto) oppure da Rettili senza zampe, quali un serpen-te o un orbettino, mentre è possibile confondersi conRettili quali le lucertole. Seguendo queste schede visarà facile riconoscere i principali tipi di Anfibi.

Come riconoscerli

Avete trovato un Anfibio.

PRESENTA QUATTRO ZAMPE, CODA LUNGA ECORPO ALLUNGATO?

Siete in presenza di un Anfibio Urodelo, vediamo peròprecisamente quale.

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7. SCHEDE PER IL RICONOSCIMENTOSUL CAMPO DEGLI

ANFIBI IN CANSIGLIO

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L’animale individuato sta in acqua o sul terreno?

Se sta in acqua può essere solo un Tritone, oppure unalarva di Tritone o di Salamandra comune. Se l’animaletto presenta piccole dimensioni e branchie,piumose ai lati della testa, allora si tratta di un individuoancora allo stato larvale, un cosiddetto girino (anche sequesto termine sarebbe corretto solo se usato per lostadio larvale degli Anfibi Anuri). Se il girino presenta inoltre qualche macchia gialla obianca, si tratta della forma larvale di Salamandracomune, il cui adulto, facilmente riconoscibile per legrandi chiazze gialle su sfondo nero, si reca in acquasolo per pochi minuti nell’arco di un anno per deporre i“piccoli” che sono già usciti dalle uova nella pancia dellamadre (ovoviviparità). La Salamandra nera invece li par-torisce sul terreno già del tutto sviluppati, perciò non èpossibile vederla in acqua; la sua distribuzione è di con-seguenza totalmente svincolata dalla presenza di acquesuperficiali.

Ma ci sono anche altre possibilità…

- ...se l’animale che sta sul terreno è veloce e presen-ta pelle liscia e asciutta si tratta sicuramente di unalucertola; - ...se invece è lento e presenta pelle liscia e umida, èsicuramente un Tritone, se ha la pancia color arancio-ne vivo è sicuramente un Tritone alpestre; - ...se presenta inoltre sulla schiena una bassa crestaliscia gialla e nera, allora è un maschio di Tritone alpe-stre;- ...se ha la pancia color giallo arancio con macchienere è sicuramente un Tritone crestato; - ...se presenta invece sulla schiena una linea gialla allo-ra è una femmina di Tritone crestato meridionale; - ...se invece l’animale è tozzo e presenta sulla pelle

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delle ghiandole rilevate, allora siamo davanti ad unaSalamandra. In questo caso, se è gialla e nera è unaSalamandra comune, mentre se è tutta nera è laSalamandra nera alpina.

AVETE INCONTRATO UN ANFIBIO CHE PRESENTAFORMA TOZZA, QUATTRO ZAMPE DI CUI LE POSTE-RIORI PIÙ LUNGHE E ROBUSTE ED È PRIVO DI CODA

Siete sicuramente davanti ad un Anfibio Anuro, ma quale?Guardiamolo bene.

Presenta forme massicce e pelle verrucosa?

Quasi sicuramente è un Rospo, se però è di piccoledimensioni, non superiore ai 5 cm di lunghezza, potreb-be anche essere un Ululone dal ventre giallo. Se ha lapancia a macchie gialle e bluastre è sicuramente unUlulone, altrimenti si tratta di un giovane Rospo. InCansiglio è presente il solo Rospo comune, ma se sietein pianura potreste confondervi con il Rospo smeraldi-no (Bufo viridis), caratterizzato da un tipico disegnomarmorizzato di color verde su sfondo chiaro.

Presenta pelle liscia e umida?

Quasi sicuramente è una Rana, ma quale?- ...se è di colore verde chiaro brillante, con ventoseall’apice delle dita, allora non è una rana vera e propria,ma è sicuramente una Raganella;- ...se presenta colore verde sul mantello, ma è priva diventose, allora è una Rana verde;- ...se presenta colore bruno rossiccio e una evidentemacchia scura dietro l'occhio, allora è una Rana rossa.In questo caso se la zampa posteriore della Rana rossaportata in avanti supera nettamente col tallone la puntadel muso, allora si tratta di una Rana agile;

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- ...se siamo sotto i 300 m di altitudine potrebbeessere anche una Rana di Lataste. In tal caso se lagola si presenta chiara, o con macchiettature soltan-to sui lati e inguine giallo zolfo o giallo verde, è sem-pre una Rana agile, mentre se avrà gola macchiata einguine privo di sfumature gialle o verdi sarà una Ranadi Lataste;- ...se la zampa portata in avanti non supera la puntadel muso, allora si tratta di Rana montana che perònon si trova a quote inferiori agli 800 m.

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Come riconoscere le uova

Nell'acqua degli stagni, nel periodo della riproduzione diRane e di Rospi, non sarà difficile trovare le loro uova.Osserviamole bene.

Vi trovate davanti a lunghi cordoni, trasparenti e gela-tinosi, eventualmente fissati qua e là alla vegetazioneacquatica e pieni di piccole sfere nere che sono le uovavere e proprie?

Si tratta evidentemente di uova di Rospo.

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Vi trovate dinanzi a degli ammassi gelatinosi e galleg-gianti, piuttosto voluminosi e composti da piccole palli-ne trasparenti (dette capsule) contenenti piccole sferescure?

Si tratta evidentemente di uova di Rana. Più difficile èperò stabilire con esattezza quale specie ha depostoquelle uova. Per stabilirlo dovremo osservare attentamente il coloredell'uovo vero e proprio, cioè di quella piccola partescura che sta dentro la capsula gelatinosa sferica e tra-sparente che li avvolge.

Di che colore sono dunque le uova che vi trovate adosservare?

- ...se l'uovo è nero con piccoli punti chiari sulla super-ficie inferiore saremo dinanzi a uova di Rana montana;- ...se invece sono marrone nerastre superiormente ebiancastre nella metà inferiore, saremo dinanzi a uovadi Rana agile;- ...se hanno capsule leggermente più piccole e sonomarrone superiormente e giallastre inferiormente,saranno uova di Rana verde.

Le uova di Rana e Rospo sono facilmente visibili poichésono deposte in grandi masse o a cordoni di migliaia diuova.È più difficile invece osservare quelle delle altre speciedi Anfibi, in quanto sono minuscole e deposte spessosingole, sparse qua e là, oppure in piccoli gruppi. LeRaganelle ad esempio depongono le uova in piccolemasse sferiche della grandezza di una noce, facilmen-te riconoscibili nel caso che si riesca a vederle. I Tritonidepongono piccole uova singole con capsula più lungache larga, spesso avvolte con cura nelle foglie dellepiante acquatiche, oppure attaccate a pietre, o a foglie

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o rami galleggianti. Gli Ululoni depongono uova abba-stanza grandi (circa 7 mm di diametro), con capsulasferica, singolarmente o in piccole masse di al massi-mo 15 uova, attaccate alla vegetazione o libere sulfondo. Ricordiamo infine che le Salamandre, essendoovovivipare, non depongono uova.

Come riconoscere le larve

Per quanto riguarda le larve è facile distinguere quelle degliAnfibi Anuri, dette girini, con corpo tondeggiante munito diuna coda allungata, da quelle pesciformi degli Urodeli, chemolto presto assumono una forma lacertiforme, simile aquella degli adulti. Queste infatti sviluppano prima le zampeanteriori e poi quelle posteriori, mentre i girini sviluppanoprima quelle posteriori e poi quelle anteriori, perdendo daultimo la coda. Le larve degli Urodeli sono inoltre dotate dibranchie esterne situate ai lati della testa simili a ciuffettipiumosi, mentre i girini non presentano branchie esterne,avendo invece branchie interne. Inoltre, mentre i girini sinutrono di vegetali e sono dotati di una bocca con beccocorneo, le larve di Urodeli, che sono già predatrici, hannouna bocca simile a quella degli adulti. Non è facile per i pro-fani distinguere i girini delle varie specie di Anfibi Anuri. Si prova comunque a dare delle indicazioni di massima,anche se solo una consolidata esperienza sul campo potràpermettere di riconoscere agevolmente le varie specie.

I girini di......Rospo comune sono piccoli e neri e si muovono in modomolto vivace, aggregandosi in fitti branchi presso le rivedello specchio d'acqua;...Rana montana, che nascono poco prima dei preceden-ti, sono così simili a quelli di Rospo comune da essere pra-ticamente indistinguibili agli occhi dei non specialisti; ...Rana agile sono invece più grandi e lenti, dal colore mar-rone chiaro, con ventre bianco e punteggiature dorate;

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...Rana verde sono decisamente più grandi, anche rispet-to a quelli di Rana agile, grossi e lenti, dal colore verdeoliva-grigio, con ventre bianco;...Raganella invece sono piccoli, ma sempre più grandi diquelli di Rospo, di colore verde oliva dorato, con ventrebianco, si spostano molto velocemente in maniera simile apiccoli pesci; ...Ululone sono simili a quelli di Rana agile, sono però piùtozzi e hanno la coda arrotondata, invece di terminare apunta come quella dei girini di Rana agile, sono inoltremeno lenti e più vivaci di questi.

Le larve di Tritone crestato si distinguono da quelle delTritone alpestre innanzitutto per le dimensioni decisamen-te maggiori, per l'aspetto più pisciforme e per il coloregeneralmente più chiaro; la sua coda inoltre finisce con unlungo filamento a punta. Le larve di Tritone alpestre invecesono grigie, decisamente più piccole, anch'esse all'iniziopisciformi assumono presto un aspetto decisamente lacer-tiforme, e la coda termina con una forma più arrotondata.Spesso le due specie condividono lo stesso habitat, sebbe-ne il Tritone crestato predi frequentemente sia le larveproprie che quelle del Tritone alpestre, e prediliga per lariproduzione pozze più profonde. Mentre la Salamandra nera partorisce piccoli già formati,che non vivranno mai in acqua, la Salamandra comunedepone in acqua 7 o 8 larve già provviste di tutte e 4 lezampe, simili a quelle del Tritone alpestre, presentano peròtalvolta dimensioni leggermente maggiori, testa più larga earrotondata, colore decisamente più scuro, talvolta supe-riormente nero, con spesso una fascetta chiara, oppurebianca o gialla, alla base di alcune o di tutte le zampe.Troveremo queste larve in un ambiente ben diverso daquello delle larve di Tritone, in acque sempre limpide e benossigenate, ad esempio in ruscelli,in piccole sorgenti o infontane, non certo nelle lame o in acque stagnanti.

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I canti degli anfibi del Cansiglio

Il richiamo di corteggiamento del Rospo maschioSi può sentire solo di notte nel periodo di riproduzione,cioè in Cansiglio da fine marzo agli inizi di maggio; ilverso è un ”quarch-quarch-quarch” non molto potente,piuttosto intenso e aspro, ma che si sente raramente.

Il canto di corteggiamento delle Rane verdiCantano sia di giorno che di notte; sono maggiormentechiassose durante la stagione riproduttiva, ma vocaliz-zano anche in piena estate. I loro cori allietano alcunelame durante la stagione estiva; il gracidio può esseredescritto come un “croax-croax”, nonostante presentimolte varianti sul tema.

Il canto della RaganellaLa Raganella, durante la stagione riproduttiva, soprattut-to nelle giornate piovose e calde, emette uno stridente erapido “krek-krek-krek”, simile a quello dell’omonimo stru-mento musicale popolare detto, appunto, “Raganella” o“ràccola”. I cori sono rumorosi e, da lontano, possonosomigliare ai versi delle Anitre. In pianura cantanosoprattutto di notte. I maschi hanno sotto il mento unsacco vocale giallastro che, quando si gonfia durante ilcanto, è grande ed evidente, di forma quasi sferica.

Il canto dell’Ululone dal ventre gialloRichiama in coro sia di giorno che di sera, durantel’estate. Il suono è un “hu-hu-hu”, piuttosto musicale,che dà il nome alla specie.

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Antropizzato. Questo aggettivo designa tutto ciò che èstato modificato dall'azione dell'uomo, in questo caso siriferisce al territorio.Anuri. Ordine di Anfibi caratterizzati nello stadio adultodalla mancanza della coda. Hanno le estremità poste-riori molto più sviluppate e robuste di quelle anteriori,generalmente se ne servono per saltare e per nuotarecon maggior forza, hanno 4 dita alle zampe anteriori e5 alle posteriori. Il capo è provvisto di occhi grossi esporgenti e di bocca ampia; la lunga lingua estroflessi-bile è fissata anteriormente. I maschi sono dotati disacchi vocali e, in conseguenza di ciò, di voce potenteche usano generalmente per richiamare le femmine nelperiodo riproduttivo. Gli Anuri comprendono Rane,Rospi, Raganelle e Ululoni.Apodi. Ordine di Anfibi caratterizzati nello stadio adultodalla mancanza di zampe; non sono presenti in Italia.Branchie. Organo attraverso il quale avviene lo scam-bio gassoso nella respirazione acquatica. Sono costitui-te da tessuto molto vascolarizzato che facilita lo scam-bio gassoso tra il sangue circolante e l'acqua; si trova-no nei Pesci, nelle larve degli Anfibi e in moltiInvertebrati marini.Cambiamento di sesso. Fenomeno non infrequente innatura; è normalmente presente negli Invertebrati, neiPesci e talvolta in alcune specie di Anfibi. Sembra chesoprattutto nelle Rane, in seguito a situazioni eccezio-nali nelle quali sono presenti solo esemplari maschi,alcuni di questi cambiano sesso, diventando femmine eprocedendo di conseguenza all'accoppiamento e allariproduzione.Capsula. Ammasso gelatinoso e trasparente, avvolto

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8. GLOSSARIO

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da una sottile cuticola che avvolge l'uovo vero e proprioin molte specie di Anfibi. Ad esempio, nelle Rane e negliUluloni la capsula è sferica, mentre le uova di Rosponon sono dotate di una capsula vera e propria poichécircondate da una sostanza gelatinosa contenuta inagglomerati a cordoni, lunghi anche talvolta parecchimetri.Cavità buccale. È lo spazio vuoto posto dietro la boccadei Vertebrati, detto anche cavo orale.Ciclo vitale. È il succedersi, durante la vita di un ani-male, di una serie di fasi legate allo scorrere del tempo.Ad esempio, per un anfibio Anuro le fasi sono: uovo(stadio embrionale), nascita, girino (stadio larvale),adulto sessualmente maturo (stadio riproduttivo) emorte (fine del ciclo vitale).Cloaca. Orifizio posteriore che in Pesci, Anfibi, Rettili eUccelli serve sia per la emissione delle feci e dell'urina,che per la riproduzione e l'emissione delle uova.Estivazione. Fase letargica in cui si rifugiano moltiAnfibi nei periodi caldi e secchi, quando le pozze cheabitano abitualmente si seccano. In tal caso si rifugia-no sotto le pietre o si seppelliscono sotto il fango, finoal momento in cui non ritorni un po’ d'acqua.Fecondazione. La fecondazione è il processo fonda-mentale della riproduzione sessuale nella quale i game-ti di sesso diverso, provenienti da due animali dellastessa specie, ma di sesso diverso (cellule uovo per lafemmina e spermatozoi per il maschio), si uniscono.Ogni gamete femminile si fonde con un gamete maschi-le formando un'unica cellula uovo, detta zigote, in cui siuniscono le informazioni genetiche che arrivano da dueindividui. Dallo zigote si origina l'embrione del nuovo indi-viduo.Fecondazione interna. La fecondazione è detta inter-na quando l'unione dei due gameti avviene nell'ovaio olungo le vie genitali interne dell'individuo produttore digameti femminili, ossia, in termini più semplici, all'inter-

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no del corpo della femmina. È questo il caso degli AnfibiUrodeli nei quali la spermatofora viene introdotta nellacloaca della femmina.Fecondazione esterna. La fecondazione è detta ester-na quando l'unione tra spermatozoi e uova avviene nel-l'ambiente circostante. È il caso degli Anfibi Anuri, in cuil'incontro tra le uova deposte dalle femmine e gli sper-matozoi emessi dai maschi avviene nell'acqua.Girino. Stadio larvale degli Anfibi Anuri. All’inizio è dota-to di corpo rotondeggiante da cui si diparte una picco-la coda che gli permette di nuotare. In una secondafase appaiono le gambe posteriori, poi le gambe ante-riori e alla fine la coda si riduce fino a scomparire; aquel punto si sono già formati i polmoni e il girino, ormaiidentico ad un adulto in miniatura, esce dall'acqua aven-do completato la sua metamorfosi.Gracidio. Tipico richiamo d'amore emesso dai maschidi Rane e Raganelle per attirare le femmine durante ilperiodo riproduttivo. Le Rane verdi possono cantare inqualsiasi mese caldo dell'anno, anche se il periodoriproduttivo è finito da molto. Il gracidio è amplificatograzie alla presenza dei sacchi vocali.Gregario. Detto di animale che ama riunirsi in gruppipiù o meno numerosi, generalmente di individui dellasua stessa specie. Tra gli Anfibi decisamente gregarisono gli Ululoni e le Rane verdi, anche se è comunquepossibile rinvenire esemplari di queste specie che con-ducono vita solitaria.Ibernazione. Particolare stato di vita latente a cuivanno soggetti periodicamente alcuni animali durante lastagione fredda.Ibridazione. È l'incrocio tra individui appartenenti a duespecie diverse che normalmente non dà prole fertile,ma per quanto riguarda gli Anfibi sembrano essercidelle eccezioni. Ipogeo. Aggettivo riferito a tutto ciò che si trova o vivesottoterra.

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Lacertiforme. Che ha forma di lucertola, cioè dotato diforma allungata, di 4 zampe e di lunga coda; lacertifor-mi sono, ad esempio, gli Anfibi Urodeli.Larva. Stadio iniziale di sviluppo di molti Invertebrati eanche degli Anfibi Urodeli; gli Anfibi Anuri allo stadio lar-vale vengono invece detti girini.Letargo. Nei mammiferi il fenomeno dell'ibernazioneprende il nome di letargo.Livrea. È la colorazione del corpo degli animali.Metamorfosi. Mutamento di forma, in particolare latrasformazione di un organismo dallo stato di larva aquello di adulto, ad esempio bruco-farfalla o girino-rana.Neotenìa. Fenomeno diffuso tra gli Anfibi, per cui lametamorfosi non avviene completamente e l'adultoresta tutta la vita dotato di branchie quindi strettamen-te acquatico, come fosse un Pesce; in questo stato puòanche riprodursi normalmente. Il Proteo, ad esempio,passa tutta la sua vita allo stato neotenico. Anche inmolte specie di Tritoni, tra cui il Tritone alpestre, cisono individui neotenici, soprattutto quando questo sitrova a vivere in pozze stabili e profonde.Ovoviviparità. È un fenomeno per cui alcune specie dianimali appartenenti a classi che generalmente depon-gono le uova, quali appunto gli Anfibi o i Rettili, le trat-tengono invece nell' ovidotto fino al termine dello svilup-po dell'embrione e fino a che l'uovo si schiude lascian-do uscire il giovane individuo attraverso la cloaca. Tragli Anfibi ovovivipari ci sono la Salamandra comune e laSalamandra nera, tra i Rettili la Vipera, l'Orbettino e laLucertola vivipara. L'ovoviviparità è considerata unaforma di transizione tra l'oviparità e la viviparità che èinvece tipica dei Mammiferi.Parotidi. Sono ghiandole situate negli Anfibi dietro gliocchi, sopra lo spazio retromandibolare; sono ben evi-denti nei Rospi e nelle Salamandre, dove sono grandi,in rilievo e porose.Periodo di attività stagionale. Indica il variare dell'at-

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tività di un animale nel giro di un anno in relazione alcambiare di agenti esterni quali il clima o la disponibili-tà di cibo. Il periodo di attività di un Anfibio può, adesempio, comprendere: Primavera (risveglio dal letar-go, migrazione riproduttiva, accoppiamento e deposizio-ne delle uova, migrazione per ritornare ai luoghi di resi-denza abituali se diversi da quelli riproduttivi); Estate(alternarsi delle normali attività di caccia e di riposo);Autunno (preparazione allo stato di ibernazione) eInverno (ibernazione).Periodo di attività giornaliera. Indica il variare dell'at-tività di un animale durante le 24 ore di una giornata,in relazione al cambiamento di fattori esterni quali laluminosità, la temperatura, il tasso di umidità, la dispo-nibilità di cibo, la presenza di predatori, etc. Proteo. Anfibio ipogeo cieco che passa tutta la sua vitaallo stato neotenico; è presente allo stato naturale nellegrotte della Slovenia, Croazia e fino al Montenegro. InCansiglio alcuni esemplari di questo singolare Anfibiosono stati allevati e studiati in passato nel laboratoriosotterraneo del Bus della Genziana dal Prof. VladimiroToniello.Sacco vocale. Sono soffici strutture a forma di sacco,presenti solo nei maschi, che ingrandiscono la cavitàbuccale e vengono gonfiati d'aria durante il canto. Inmolte specie vi è un solo sacco vocale nella parte infe-riore della bocca che può essere relativamente piccoloe la pelle della gola può non essere modificata; in talcaso il sacco vocale è detto "interno", come accade, adesempio, nelle Rane rosse. In altri casi il sacco è"esterno", di solito più grandi e la pelle che li ricopre èdelicata, grinzosa ed elastica, in modo tale che quandoil sacco viene gonfiato forma un grande pallone traslu-cido sotto la gola, come accade per le Raganelle. LeRane verdi differiscono dalle altre specie europee per lapresenza di due sacchi vocali ai lati della bocca, alposto di un solo sacco sottogolare.

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Sciamano. Colui che nelle culture tradizionali ha il com-pito di connettere il divino con l'umano, generalmenteopera in stato di trance, indotta dalla danza, dal suonoossessivo del tamburo, dal digiuno o da sostanze parti-colari assunte con modalità precise e accompagnateda rituali specifici. Si incarica di guarire le malattie, pre-vedere i fenomeni metereologici e altre cose che richie-dono poteri considerati normalmente soprannaturali.Spermatofora. La spermatofora è un astuccio conte-nente gli spermatozoi che i maschi degli Anfibi Urodeliemettono al momento della riproduzione. Dopo il corteg-giamento, i maschi depongono la spermatofora vicinoalla cloaca della femmina che poi provvede da sola adintrodurla nella cloaca stessa, facendola arrivare all'ova-io, dove avviene la fecondazione interna delle uova.Termofilo. Detto di un essere vivente che ama climinon particolarmente rigidi, non essendo in grado disopravvivere o di riprodursi al di sotto di una certa tem-peratura.Termoregolazione. Meccanismo che tende a mantene-re costante la temperatura di un organismo attraversol'adattamento dei processi di produzione e di dispersio-ne del calore quando avvengono cambiamenti dellatemperatura ambientale circostante.Urodeli. Ordine di Anfibi di forma lacertiforme dotatiallo stadio adulto di coda; comprendono, tra gli altri,Salamandre, Tritoni e il singolare Proteo, non presentein Cansiglio.

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