Gli Ambasciatori di Pace - UPF-TicinoPraticando il principio morale del “vivere per il bene del...

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Autorizzazione n. 3193 - 2005 - Segreteria di Stato per gli Affari Interni - San Marino Notiziario a cura degli Ambasciatori di Pace della Interreligious and International Federation for World Peace Italia Gli Ambasciatori di Pace Il “World Summit” sulla Leadership ed il buon governo Gli Ambasciatori di Pace

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Page 1: Gli Ambasciatori di Pace - UPF-TicinoPraticando il principio morale del “vivere per il bene del prossimo” Stabilendo la propria famiglia come modello di vero amore e fedeltà.

Autorizzazione n. 3193 - 2005 - Segreteria di Stato per gli Affari Interni - San MarinoNotiziario a cura degli Ambasciatori di Pace della Interreligious and International Federation for World Peace Italia

Gli Ambasciatori di PaceIl “World Summit” sulla Leadership ed il buon governoGli Ambasciatori di Pace

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RELIGIONI E CULTURE PER LA PACE

Simposio internazionale sugli Stati Uniti e leNazioni Unite

Le religioni e la pace mondiale

L’Islam è una religione di pace?

IN-FORMAZIONE

Educare il cuore

Il Significato Sociale, Culturale e Universale della Famiglia

Matrimonio: fra amore e volontà

ETICA E SOCIETÀ

La Universal Peace Federation

La Universal Peace Television

Tutti per uno, ONU per tutti

Europa: un sogno proibito?

IL PERSONAGGIO

Jack Corley

International Educational Foundation (IEF)

INIZIATIVE

I Summit Mondiali

Il primo Summit Mondiale UPF-IIFWPdelle donne per la pace

Pellegrinaggio di pace

NEWS

I “Peace Tours”: un messaggio itinerante di riconciliazione

Voices of PeaceRedazione:Via F. della Balda 10/547893 Borgo Maggiore - RSMTel. 0549 907513 - Fax 0549 876063Email: [email protected]

Editore:Giuseppe Calì

Direttore Responsabile:Giorgio Gasperoni

Autorizzazione n. 3193 - 2005Segreteria di Stato pergli Affari Interni - San Marino

Hanno collaborato:Giuseppe CalìAntonio CiacciarelliOnorina GibiAntonio LaurenzanoCarlotta MorganaGiorgio PizziCarlo Alberto TabacchiLama Tashi

Grafica, impaginazione e stampa:IKONOS Treviolo, BergamoFebbraio 2007

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3EDITORIALE

Cara lettrice, caro lettore, ogni volta checi si trova davanti ad una nuova pubbli-cazione, ci si chiede: cosa potrà portare dinuovo rispetto a ciò che già esiste? Cosapotrà dire di nuovo? La domanda è legit-tima ed in realtà vuole dire: Troveròqualcosa di buono ed utile per me?

Questa è un pò la nostra sfida, inaltre parole fornire qualcosa di buonoed utile che possa aiutare le persone avivere meglio e ad affrontare le sfidedi questo tempo. Ma non è l’uniconostro scopo. Vogliamo anche darevoce a tutti coloro che desideranomigliorare la società, che hanno desi-derio di impegnarsi a favore dei valo-ri e che magari lo stanno già facendoda anni. Questa rivista, infatti, vuoleessere “La Voce degli Ambasciatoridi Pace”.

Chi sono i nostri Ambasciatoridi Pace?“…una rete internazionale di perso-ne che cooperano nel servire la socie-tà e vivere per il prossimo, al fine distabilire un mondo unito di pace”Assistono l’opera di pace:Praticando il principio morale del“vivere per il bene del prossimo”Stabilendo la propria famiglia comemodello di vero amore e fedeltà.Impegnandosi nell’educazione mora-le dei giovani Promuovono il rispetto interreligio-so, l’armonia e la cooperazione.Impegnandosi per un’informazione

giusta, veritiera, obiettiva e moraleIncoraggiano il dialogo, la buonavolontà e la cooperazione tra lenazioni. Sostengono la visione fon-dante delle Nazioni Unite.È quindi soprattutto di Pace chevogliamo parlare, essendo questouno dei temi maggiormente sentiti edibattuti in questi ultimi anni,anche a causa degli eventi tragici chetutti conoscono. La parola “Pace”però, oramai inflazionata e maiapprofondita abbastanza, ha assuntosignificati molto contrastanti traloro. Il lamento della Pace di Erasmoda Rotterdam risuona ancora piùforte ora più che mai. Secondo il"principe degli umanisti” l'uomopotrà raggiungere una pace autenticae completa soltanto se mediterà epraticherà l'amore nei confronti delCreatore e d’ogni creatura. Con vigo-re espressivo e nobiltà di pensieronon comuni, Erasmo parla anche alnostro tempo confuso e dilaniato datroppe guerre assurde: esule e violataforse come non mai, la sua Pace per-sonificata continua ad invocare unafratellanza universale che l'uomopostmoderno non pare ancora ingrado di vivere. Nell’“Elogio dellafollia” Erasmo condanna il mondoche, spinto dall’avidità, rincorre l’ef-fimero. Egli tesse le lodi di quellasuperiore follia, tale solo agli occhidel mondo, essendo in realtà supre-ma saggezza, che spinge il cristiano afare della fede esercizio di vita, a per-

donare i nemici e far dono dei propribeni. È proprio questo quel pizzicodi “follia” che oggi può fare la diffe-renza e di cui c’è tanto bisogno.Invece che servire la causa della Pacesembra che ognuno voglia strumen-talizzare i sentimenti ed i desideri adessa connessi, per scopi politici, eco-nomici e militari. Questo benedettoe tanto agognato sogno è strapazzatoed avvilito più che mai. Esistono oggi nel mondo 40-50 areenelle quali un’enormità di sangueinnocente viene ancora versato, innome degli interessi di pochi folli, didifferenze etniche e religiose, d’odiancestrali. Molti di questi conflittisono quasi dimenticati e la gentecoinvolta in essi abbandonata al pro-prio destino di morte. I mezzi d’in-formazione funzionano ad orologeriae a comando secondo il solito discu-tibile principio: “The show must goon”, lo spettacolo deve continuare,per questo troppo spesso non sono laverità o il senso civico che guidano lepenne, ma l’audience e le convenien-ze politiche. L’uomo oramai è ridottoa “consumatore” ed in tale condizio-ne esaurisce la sua spinta vitale. Siparla quasi esclusivamente d’econo-mia ed è questa che detta i tempi e lemodalità. Pur essendo in ogni casomolto importante, non può essere lanostra religione laica, non può sosti-tuirsi completamente al bisognod’umanità, di valori, di “respiro” cul-turale e spirituale che da sempre è

La nostrasfida“Più grande è ilnostro poteremateriale, più grandeè il nostro bisognodi ispirazionespirituale e di valori”.

Arnold Toynbee

di Giuseppe Calì

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4 EDITORIALE

stato e sempre sarà la fonte dellerisorse umane più importanti. Igoverni si susseguono, tra una cam-pagna elettorale e l’altra, e niente diveramente significativo per la vita ela felicità, cambia. La commedia con-tinua immutata, la stessa che ora ciconduce alla nausea. L’audience dettalegge anche nella politica (quella conla pi minuscola), come se si trattassedi uno show. Solo che c’è la nostravita in ballo. Vorrei citare anche unaltro argomento, visto che comegenitore mi tocca particolarmente davicino. Sono costretto a mandare imiei figli in una scuola che non mipiace, non tanto per i programmi,quanto per l’incapacità di fare di loropersone migliori, ma che anzi contri-buisce a renderli peggiori, dove leidee più astruse ed innaturali diven-tano cultura, dove la spiritualitàviene soffocata dalla dottrina del-l’egoismo assoluto e del materiali-smo militante, dove gli insegnanti,spesso loro malgrado, sono costretti anon essere “Maestri”, ma soltantopassaparola, con tutto il rispetto peril loro impegno e la loro capacitàdidattica in senso stretto.Non è un giudizio tecnico il mio,quanto la constatazione dell’incom-pletezza del progetto educativo dellanostra società. Senza parlare dellestatistiche che ci sconvolgono quan-do dimostrano che la scuola è illuogo principale nel quale i giovanivengono in contatto con la droga,con la pornografia e con tutto ciò chedi deleterio, il business (perché diquesto si tratta) ci propina quotidia-namente.

Possiamo allora parlare ancora diPace?È utile farlo?Può senz’altro esserlo se però si ha ilcoraggio di ripartire da zero, metten-do da parte preconcetti di qualsiasigenere e soprattutto si è disposti poia farsi carico delle conclusioni. La Pace non risponde agli egoisti,agli irresponsabili, ai falchi dellavita. È una sposa che è disposta atogliersi i veli soltanto di fronte allosposo che è pronto a dedicarsi a leicompletamente, con assoluta fedeltà,assoluto amore ed assoluta obbe-dienza. Vorrei tentare di “cataloga-

re”, senza con questo volere esaurirel’argomento o limitarlo a definizioniristrette, alcuni concetti che riguar-dano la convivenza pacifica, giustoper offrire spunti per la riflessione:

Cosa non è Pace?- Vivere insieme in società organiz-

zate ma basate sul conflitto socialee le lotte per il potere basate sugliegoismi individuali e di categoria.

- Vivere nel benessere ma nell’ango-scia che i nostri figli venganodeviati e distrutti.

- Vivere senza guerre apparenti manel timore che il crimine ed il ter-rore ci raggiungano.

- Vivere in grandi città ma nellasolitudine di rapporti superficiali.

Cosa è invece la Pace?- Valori fondamentali condivisi glo-

balmente, senza barriere e pregiu-dizi di tipo razziale, religioso, cul-turale, politico.

- Potere essere se stessi ed esprimerela bellezza che è in ognuno di noi.

- Rapporti sinceri e profondi tra lagente.

- Famiglie sane che crescono e porta-no crescita alla società.

- Una società che protegge l’inno-cenza dei bambini, la purezza degliadolescenti, il desiderio di vita deigiovani e offre a tutti loro un futu-ro luminoso.

- Giustizia, solidarietà, dialogo,accettazione, che sono gli elementidi un amore “applicato alla vitaquotidiana”.

- Un luogo nel quale gli individui,le famiglie, le categorie sociali elavorative, le istituzioni, il volon-tariato, le chiese, offrendo ognunole proprie capacità e risorse, coope-rano alla costruzione di una societàmigliore.

Quando la pace non è possibile?- Non ci può essere Pace senza solu-

zione alle sofferenze generate dal-l’uomo.

- Non ci può essere Pace senza cari-tà, perdono, solidarietà.

- Non ci può essere Pace senza valo-ri spirituali che sono alla base dellaconvivenza pacifica.

Questi sono i grandi temi eludendo iquali, parlare di pace, diventa dema-

gogia pura e semplice.

Io credo nell’amicizia, credo che se ciriusciremo ad unire le forze positivein un progetto comune di granderiforma, potremo fare grandi cose,allo scopo di lasciare ai nostri figliuna società migliore. Se hai accettatoquesta rivista, vuol dire che abbiamoqualcosa in comune: il desiderio digiustizia, d’onestà intellettuale, ildesiderio di migliorare un sistemache così com’è ci costringe a nonessere felici, il richiamo della spiri-tualità.

Il desiderio di fuga, pure comune amolti, specialmente giovani, nonbasta: è il desiderio d’approdo che hapermesso le grandi conquiste, di rag-giungere nuove terre.Gli uomini sono navigatori dellavita, che se si fermano a lungo in unporto soffrono e si ammalano.Vorrei ricominciare a viaggiare conte e con tanti altri, se me lo permet-terai. Questo è infine ciò che questapubblicazione vuole rappresentare.Una nave con la quale attraversareinsieme il mare del XXI secolo, finoall’approdo che tutti stiamo cercan-do: “Una Pace Vera e Duratura”.

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La religione nonpuò essere

ignorata da coloroche si occupano

della paceinternazionale

La Religioneè un ingrediente

centralenell’identità

personale e sociale

5CULTI ECULTURE DI PACE

Simposio internazionale sugliStati Uniti e le Nazioni Unite

La Religione, la Pace e la ProsperitàInternazionaleGordon L. AndersonSegretario Generale, Accademia dei Professori per la Pace Mondiale

12 settembre 2005 - discorso di apertura del Tour Mondiale in 120 città del Dott. Moon

Il ruolo della religione nei problemiriguardanti la pace e la prosperitàinternazionale è diventato evidente,per le coscienze intellettuali, dopo ilcrollo dell’Unione Sovietica ed èsempre più visibile ai media e allacultura popolare, dopo l’attacco del11 Settembre agli Stati Uniti.La Religione è una forza che nonpuò più essere ignorata o essereaggirata da coloro che si occupanodi problemi legati alla pace e allaprosperità, sia che riguardi proble-mi interni alle nazioni o alla societàglobale.

Nel 1993 Samuele Huntingtonaffermò in un articolo sugli affariinternazionali:“Durante la guerra fredda, il mondofu diviso nel primo, secondo e terzomondo. Quelle divisioni non sonopiù rilevanti. Ora ha una valenza piùsignificativa raggruppare i paesi nonin termini dei loro sistemi politici oeconomici o in termini del loro livel-lo di sviluppo economico, ma piutto-sto in termini della loro civiltà edella loro cultura”.La Religione è un ingrediente cen-trale nell’identità personale e sociale.

Ci aiuta a definire il nostro scopo nelcosmo, le nostre relazioni con glialtri e le nostre mete per le nostreattività. È probabile che affermi chec’è essenzialmente un Dio, o che cisono molti dei. Può aiutarci a sentir-ci potenti o piccoli, speciali o insi-gnificanti. Può dirci di essere pacifi-sti o guerrieri, che uccidere unnemico non è permesso o che è, inve-ce, un gesto nobile. Può esortarci alavorare sodo o dirci che il nostrosforzo non serve a niente.Può insegnarci che dovremmo cura-re il nostro ambiente o che invece

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Simposio intsugli Stati U

6RELIGIONI E

CULTURE PER LA PACE

possiamo usarlo come più ci piace.Alcuni insegnamenti religiosi porta-no alla pace e alla prosperità interna-zionale, mentre altri non lo fanno.Comunque, siccome la religione ècosì fondamentale per le persone e lasocietà, non è un tema facile, per glistatisti moderni, interagire con essa.In molte società e civiltà precedenti,le credenze degli anziani e dei reerano le credenze ufficiali dellanazione.Mentre il pluralismo religioso è esi-stito in molti luoghi e tempi diver-si, era necessaria una base comuneunificante nell’interesse del mante-nimento dell’ordine sociale, e le reli-gioni dovevano operare all’internodei limiti stabiliti dallo stato.L’ascesa della civiltà globale ha fattoincontrare molte religioni e culture.Comunque, le moderne istituzioniinternazionali non sono equipaggia-te per affrontare questo “scontrodelle civiltà”.Qual è il ruolo delle religioni negliaffari internazionali?Abbiamo bisogno di una religioneglobale?La Religione può essere regolata?Possono alcuni modi di comporta-mento basati sulla visione religiosaessere permessi ed altri, invece, nonessere permessi?Per rispondere a queste domande,possiamo esaminare i contributipositivi della religione verso societàesistenti, e come il pluralismo reli-gioso è stato indirizzato da altrenazioni e civiltà.

La Pace Internazionale,la Sovranità ed il PrimoComandamento

Mosè, quando condusse gli schiavifuori dell’antico Egitto, dovetteconfrontarsi con il problema delpluralismo religioso.Alcuni pensano che tutti coloro cheMose fece uscire dall’Egitto, segui-vano la stessa fede ebraica; è invecepiù probabile che quegli - ormai ex- schiavi rappresentassero tutti glistili di vita presenti all’interno del-l’impero egizio.Certamente la Bibbia ci dice chequeste persone adoravano molti“dei” familiari e tribali. La sfida principale che Mose dovevaaffrontare era quella di costruire lalealtà verso un potere che fosse piùalto di tutti i loro “dei” esistenti,nell’interesse dei suoi seguaci.Secondo il racconto biblico, Mosesalì sul Monte Sinai per ricevereguida da Dio, e quando ne discesescoprì che il popolo aveva costruitoun vitello d’oro. Egli spezzò letavole, distrusse l’idolo, ritornòsulla montagna e ridiscese di nuovocon i Dieci Comandamenti, ilprimo dei quali afferma: “Io sono ilSignore Dio tuo, e non avrai altroDio all’infuori di me”.Gli israeliti trovarono l’unità attor-no ad un Dio nazionale, che era aldi sopra di quelli più limitati dellasingola famiglia e della singolatribù. Ciò permise ad una popola-zione eterogenea di unirsi comenazione.L’unificazione degli israeliti innazione fu fortificata dal credere inun unico Dio, ma la vera domandaper noi è capire se il Dio più eleva-to è al di là anche di tutte le nazio-ni o se è un dio nazionale d’Israele.Storicamente è stato considerato inambo i modi. Per gli scopi dell’armonia interreli-giosa e della pace interreligiosa, ènecessario che ogni stato ed ognireligione possano accettare la possi-bilità di un Dio o potere cosmicoche siano un potere più alto diquello incarnato nelle loro scritturesacre, leggi nazionali ed istituzioniculturali.

L’ascesa dellaciviltà globale ha

fatto incontraremolte religioni e

culture

Gli ebrei salvati daMosè, ci dice la

Bibbia, nonpraticavano tutti la

stessa religione e ilsuo compito di

riunirli fu reso piùdifficile

Gli israelititrovarono la lorounità venerando

un unico Dio al disopra di tutto

Küng professa unacoscienza globalereligiosa comune

Tutti devonorendersi conto che

esiste un’autoritàinfinitamente piùalta al di sopra di

ogni religione

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ternazionaleniti e le Nazioni uni

7RELIGIONI E CULTURE PER LA PACE

Il problemadell’enoteismo

H. Richard Niebuhr usò il termineenoteismo, nel suo libro “Monoteismoradicale e la cultura occidentale”, perdescrivere coloro che incentrarono laloro fede o lealtà in oggetti limitati,istituzioni sociali, o leader.Monoteismo integrale, egli affermò,è la fede in un centro trascendente divalore che va oltre tutti gli individuilimitati, società, istituzioni edogmi. Molte persone sono colpevo-li di proclamare la credenza in unDio infinito, mentre nella praticaadorano un “dio” limitato.Ad esempio, un Cristiano può reto-ricamente adorare il Dio infinito,mentre in realtà è più fedele a Gesùo al Papa o ad un altro leader religio-so, o alla dottrina della sua denomi-nazione. Un musulmano potrebbeaffermare di adorare Dio, ma nelquotidiano dà più importanza alCorano, a Maometto, o ad una dot-trina promossa da un uomo comeOsama bin Laden. È probabile cheun bianco, un nero, un ebreo o uncinese chiedano che un potere tra-scendente governi l'universo, mariporrebbero la loro fede e orgoglioin istituzioni progettate per pro-muovere il benessere della loro razzao gruppo etnico a spese degl'altri. Queste e altre forme di enotismoguidano al razzismo, all'etnocentri-smo, al nazionalismo, all'intolleran-za religiosa ed al fanatismo.Tali “ismi” sono fonti di divisione,di violenza e guerra. Ma se tutti gliesseri umani ponessero al centro uncentro infinito e trascendente divalore, questi problemi possonoessere evitati.Nella sua Filosofia del Diritto,G.W.F. Hegel descrisse lo statocome l'ultimo stadio della marciadell’“assoluto” nella storia. Era ilfine ultimo: “Il fine razionale di unuomo è la vita nello stato, e se nonc'è nessuno stato lì, è necessario cheuno sia fondato. È, inoltre, falsoaffermare che lo stato è qual cosa chedipende dalle opinioni di tutti i suoimembri. È più vicino alla veritàaffermare che è assolutamente neces-sario che ogni individuo deve essere

un cittadino. Il grande sviluppodello stato nei tempi moderni è che,oggi, tutti i cittadini hanno ununico scopo comune e la stessa meta,una meta assoluta e permanente…”Per Hegel, lo stato, col suo apparato,era l'incarnazione dell'assoluto. Era l'ultima fonte della lealtà per icittadini. Questa fede quasi-religio-sa verso lo stato era una versionesecolare della realtà ultima che èstata usata dalla retorica del comuni-smo di stato, del Nazional sociali-smo ed il Maoismo.Per i nostri scopi, è importante capi-re che una versione meno stridentedella sovranità statale fu promossaanche nella formazione delleNazioni Unite. In ogni caso, la paceinternazionale non può essere realiz-zata in un mondo non regolato distati supremi, dove nessun statoriconosce che esiste una verità olegge superiore ad esso.Nessun consenso internazionalepotrà essere raggiunto in un mondodove l’opinione di ogni singolo statoè considerata come assoluta.Nell’assenza di organizzazioni inter-nazionali che riconoscono i limitidella sovranità statale, un’economiaglobale è emersa come una forzaguida del globalismo.Richard Falk ha sostenuto che que-sta globalizzazione economica stadivenendo una fonte di governo glo-bale inumano. Gli effetti visibili suiquali egli mette enfasi sono:- Disparità economiche crescenti- Trascurare la sofferenza umana- Declino del bene pubblico su scala

globale- Sviluppo tecnologico incontrollato

per grandi danni potenziali Il ragionamento di Falk si basa sulfatto che questi sviluppi negativisono il risultato di un’economia glo-bale non controllata; sono problemimorali che tradizionalmente eranoaffrontati dalla religione. Da adesso,seguendo il pensiero di Hans Küng,esiste il bisogno per una coscienzaglobale religiosa comune:“È mia opinione che questo primosforzo di costruire una società civiledemocratica globale, viene daun’ispirazione religiosa e spirituale,e se si vuole muoversi dai marginidella realtà politica per sfidare le

varie costellazioni del potere in unmodo più serio, dovrà acquisirealcune delle caratteristiche e preoc-cupazioni di un movimento religio-so, inserendo la costruzione di colle-gamenti positivi con gli aspettiemancipatori delle grandi religionidel mondo”.Per costruire un tale movimentointerreligioso comune, noi ritornia-mo alla nostra premessa originaleche le religioni, forse i violatori piùfrequenti del primo comandamento,devono tutte essere umili abbastanzada riconoscere che c’è un'autoritàinfinita più alta, su tutte le espres-sioni limitate esistenti sulla terra.I Leader religiosi devono rappresen-tare gli interessi genuini di tutti,non solo accordarsi con i poteri tem-porali del momento per il loro pro-prio conforto. Ancor più importan-te, dobbiamo imparare a distingueretra gli aspetti emancipatori ed eno-teistici della religione. Il tentativodi costruire un ordine solamentepolitico o economico, senza la guidadella religione condurrà inevitabil-mente ad un ordine mondiale inu-mano, un ordine pervaso dalla vio-lenza strutturale.

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Le religioni e8RELIGIONI E

CULTURE PER LA PACE

Le religionie la pace mondialeRiportiamo il messaggio del Lama Tashialla sezione italiana della Universal Peace Federation

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e la pace mondiale

9RELIGIONI ECULTURE PER LA PACE

tà. In secondo luogo dobbiamo arri-vare a stabilire un livello di consen-so comune su dei valori spiritualibasilari che tocchino ogni cuoreumano e accrescano la generale feli-cità umana. Ciò significa che dob-biamo porre in risalto il comunedenominatore di tutte le religionidel mondo: gli ideali umanitari.Questi due passi ci permetteranno diagire sia individualmente che insie-me verso lo scopo di creare le neces-sarie condizioni spirituali per la pacenel mondo.

Il potere individualee le istituzioni

La rabbia gioca un ruolo non piccolonegli attuali conflitti come quelli inMedio Oriente, nel Sud-EstAsiatico, nei problemi fra il Nord eil Sud del mondo e così via. Questiconflitti sorgono dalla mancata com-prensione del valore degli altri comeesseri umani. La risposta non è losviluppo e l’uso di una forza milita-re più grande e neppure una corsaagli armamenti. E non è neppuresemplicemente politica o tecnologi-ca. Fondamentalmente la risposta èspirituale nel senso che ciò che èrichiesto è una sentita comprensionedella nostra comunecondizione umana.L’odio e il conflittonon possono portarefelicità a nessuno,neppure ai vincitoridelle battaglie. Laviolenza ha sempreprodotto sofferenza eperciò è essenzialmente contro-pro-duttiva. È pertanto giunto il tempoper i leader mondiali di imparare atrascendere le differenze di razza,cultura e ideologia e di guardarsiinvece l’un l’altro con occhi che sap-piano vedere la comune condizioneumana. Fare questo porterà beneficiagli individui, alle comunità, allenazioni e al mondo intero.Nella realtà attuale c’è decisamenteun crescente bisogno di comprensio-ne umana e di senso di responsabili-tà universale. Per acquisire questeidee dobbiamo generare un cuore dibontà e gentilezza perché senza di

Tutte le principali religioni del mondo- il Buddismo, il Cristianesimo, ilConfucianesimo, l’Induismo, l’Islam, ilGiainismo, l’Ebraismo, la religioneSikh, il Taoismo, lo Zoroastrismo -hanno idee simili sull’amore, hannolo stesso scopo di portare beneficioall’umanità attraverso la pratica spi-rituale e vogliono rendere i propriseguaci degli esseri umani migliori.Tutte le religioni insegnano precettimorali per perfezionare le funzionidella mente, del corpo e dell’espres-sione verbale. Tutte ci insegnano anon mentire, a non uccidere e cosìvia. Scopo comune di tutti i precettimorali insegnati dai grandi maestridell’umanità è l’altruismo. Essi vole-vano condurre i loro seguaci lontanodai sentieri delle azioni malvagiecausate dall’ignoranza per introdurliai sentieri del bene.Esistono molte religioni diverse perportare conforto e felicità all’umani-tà allo stesso modo in cui ci sonotrattamenti specifici per malattiediverse. Tutte le religioni cercano aloro modo di aiutare gli esseri viven-ti ad evitare la miseria e la sofferen-za per arrivare invece alla felicità. Esebbene si possano trovare giustifi-cazioni a particolari interpretazionidelle verità religiose, ci sono moltepiù ragioni di unità fra le religioni,ragioni che nascono dal cuoreumano. Ciascuna religione lavora asuo modo per alleviare la sofferenzaumana e contribuire alla civilizza-zione del mondo.La conversione non è il punto. Peresempio, io non penso di convertiregli altri al Buddismo o semplice-mente di perorare la causa delBuddismo. Piuttosto cerco di pensa-re come attraverso la mia fede reli-giosa posso contribuire alla felicitàumana.Ci sono due compiti principalidavanti alle persone di fede che sipreoccupano della pace mondiale.Per prima cosa dobbiamo promuo-vere una migliore comprensioneinterreligiosa al fine di creare unlivello di unità fra tutte le religionisu cui poter lavorare. Questo si puòottenere in primo luogo rispettandoi punti di fede degli altri ed enfatiz-zando la nostra preoccupazionecomune per il benessere dell’umani-

questo non possiamo raggiungere néla felicità universale, né una pacemondiale duratura. Non possiamocreare la pace sulla carta. Mentreinvochiamo la responsabilità univer-sale e la fratellanza universale, larealtà a cui siamo di fronte èun’umanità organizzata in entitàseparate sotto forma di nazioni.Perciò, in senso realistico, sento chesono queste società nazionali chedebbono agire da fondamenta per lapace mondiale.Nel passato sono stati fatti tentatividi creare società più giuste doveregnasse l’uguaglianza. Sono statestabilite delle istituzioni con nobilistatuti per combattere le forze anti-sociali. Sfortunatamente quelle ideesono state tradite dall’egoismo.Oggi più che mai stiamo testimo-niando di come principi etici e nobi-li sono oscurati dall’ombra dell’inte-resse egoistico, particolarmentenella sfera politica. C’è una scuola di pensiero che cimette in guardia dall’interesse poli-tico, come se la politica fosse diven-tata sinonimo di amoralità. La politica priva dell’etica non favo-risce il benessere umano e la vitasenza moralità riduce gli esseriumani al livello di bestie. Tuttavia lapolitica non è assiomaticamente

“sporca”. Piuttostogli strumenti dellanostra cultura poli-tica hanno distortogli alti ideali e inobili concetti inte-si a promuovere ilbenessere umano.Naturalmente le

persone spirituali esprimono la loropreoccupazione per i leaders religio-si che si interessano di politica poi-ché temono la contaminazione dellareligione da parte della politicasporca.Per rinnovare i valori umani e rag-giungere una felicità duratura dob-biamo guardare alla comune ereditàumana di tutte le nazioni delmondo.Possano queste righe servire comeurgente promemoria per non dimen-ticare più i valori umani che ci uni-scono tutti come un’unica famigliasu questo pianeta.

Due sono i compiti che lepersone di fede devonosvolgere: rispettare le

altre religioni e porre inrisalto gli ideali umanitaricomuni a tutte la religioni

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L’ISLAM È UNARELIGIONE DI PACE?

L’Islam è una religione di pace, tuttavia ladeviata interpretazione di alcuni

ne ha fatto una religione pericolosa

di Giorgio Pizzi

L’islam è unad

10RELIGIONI E

CULTURE PER LA PACE

Un interrogativo che spesso si poneè se l’Islam sia una religione di pace:leggendo i giornali o sentendo lenotizie dei telegiornali sembrerebbedi no. Frequentemente si sentonodei personaggi che paiono essere deipreti musulmani: parlano in nomedella religione islamica, inviandomessaggi dal sapore terroristico: cel’hanno con l’Occidente e il suo stiledi vita, quindi con noi tutti.Ma è veramente questo l’Islam?Una religione di morte, odio e terro-re? Anche in Italia sono stati arresta-

ti diversi sedicenti musulmani conl’accusa di terrorismo.Ma perché lo fanno? Ed in nome diquale religione? Sembrerebbe che cisia un Islam politico che fronteggiaun nemico: ma siamo noi i nemici?E se sì, che cosa abbiamo fatto?Visto così, l’Islam appare veramenteuna religione intollerante ed odiosa.E poi questi islamici fanno veramen-te paura, visto che l’immigrazione celi porta qui in Italia, e spesso sonoaddirittura dei nostri vicini di casa.L’Islam, come tutte le altre religioni,

è portatrice di pace, ma come sem-pre c’è di mezzo la devianza dell’in-terpretazione che l’uomo ne fa:anche 2000 anni fa in Giudea, Gesùpredicava la via dell’amore, ma isuoi connazionali, ebrei ultraorto-dossi e nazionalisti, pensavano chenon con la pace, ma con la guerra sisarebbero risolti i problemi.Tutti sappiamo come andò a finire:fu la fine della Giudea come stato edell’ebraismo come sua religione,con la caduta del Tempio.Ma l’ebraismo non è una religione di

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a religionedi pace?

RELIGIONI ECULTURE PER LA PACE

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guerra; lo divenne solo attraversol’interpretazione di alcuni uomini,ultraortodossi e ultraosservanti: essi,con arroganza, pensavano di sapernepiù di Dio e di potere persino inter-pretare il pensiero divino fino a sfi-dare Dio stesso. Tanto che il profetaIsaia disse: “Maledetto sia questopopolo che mi onora (riferito a Dio)con le labbra, ma non con il cuore eche trasforma i suoi usi in dogmireligiosi”.Oggigiorno possiamo sicuramenteaffermare che l’Islam non è una reli-gione di guerra, ma di pace: purtrop-po è per colpa d’insegnamentiumani, per ignoranza o per politica,che, a volte, si trasforma in una reli-gione di guerra. Ovviamente parlare d’una religionedi guerra è una contraddizione; per-ché la religione non è nient’altro cheuna manifestazione di Dio per inse-gnare all’uomo ciò che egli ignora eper educarlo a vivere rettamente:mai e poi mai Dio predicherebbeagli uomini la legge dell’odio, masolo quella dell’amore, della pace edella fratellanza. Quindi è solo l’uo-mo che devia e travia l’insegnamen-to divino, dandone un’interpretazio-ne che finisce con l’essere l’oppostodi quanto veramente Dio ha tra-smesso all’umanità in tutti i tempi.Ancora più complicato da capire èquando la religione viene usata perscopi politici e per giustificare, inqualche modo, l’operato degli uomi-ni e coprirne i misfatti.Emblematico è il caso della Palestinain cui due popoli fratelli in tutto eper tutto, arabi ed ebrei, si combat-tono in modo feroce e sanguinoso.Eppure entrambi hanno la stessa tra-dizione religiosa, la stessa fede in ununico Dio che è, tradizionalmente, lostesso per entrambi questi due popo-li, parlano quasi la stessa lingua(arabo ed ebraico sono due lingueaffini che derivano dall’aramaico),appartengono allo stesso ceppo etni-co essendo entrambe popolazionisemite. Eppure… si combattonoferocemente. Non sono le loro reli-gioni ad insegnare ad usare la vio-lenza quale via per la risoluzione deiconflitti; sono i loro politici, i loroideologi, i loro economisti, insommagli uomini. E proprio il conflitto

palestinese nasce dall’ingiustiziadegli uomini: gli europei si accani-rono tanto contro gli ebrei facendoquello che tutti sappiamo hannofatto, che contro gli arabi con unadura politica coloniale, inventandostati e creando divisioni tra i popolie calpestando perfino le loro tradi-zioni religiose giudicandole false.Risultato? La risposta è che gliuomini sono spesso incapaci di vive-re tra loro in pace e senza conflitti:per questo è necessario che Diointervenga continuamente nella sto-ria dell’umanità portandovi la Suastoria: la storia della salvezza.Osservando i veri insegnamenti diDio, presenti in tutte le religioni,perché di tutte l’ispiratore è semprelo stesso Dio, si può conoscere la viadell’amore, della pace e della fratel-lanza che porta, alfine, alla salvezzadell’uomo e di tutta l’umanità.La via è lì di fronte a noi, ma quantila imboccano? Questo è il nostroproblema.Non parlate più di religioni dimorte, di conflitti religiosi o discontri di civiltà: parlate soltanto diuomini stolti e ingannatori che cer-cano d’usare anche la religione per iloro scopi, ma qualunque siano iloro scopi il risultato è, per loro, ilfuoco; sia che credano in Dio oppureno. Un versetto del Corano recitacosì: “Gli uomini complottano con-tro Dio, ma è Dio stesso il migliorecomplottatore”.Come si può competere con chi ha adisposizione come tempo l’eternità ecome conoscenza l’assoluta onni-scienza? Voglio citare un insegna-mento di Gesù: “Chi salva anche unsolo uomo è come se avesse salvatol’intera umanità”; che dire di più senon: “Chi ha orecchie per intendereintenda”.Islam significa sottomissione a Dio;non ribelliamoci a Dio, ma sotto-mettiamoci ai suoi insegnamenti,facendo attenzione a non seguirefalsi profeti; diventeremo, così, sol-dati di pace per fare guerre che por-tino alla fratellanza e a farci capireche cosa sia l’amore, quella leggedell’amore che anche Gesù, 2000anni fa, insegnava ad un’umanitàsorda, cieca e arrogante: molto spes-so è anche l’umanità di oggi.

Parlare d’unareligione di guerra èuna contraddizione;perché la religione

non è nient’altroche una

manifestazione diDio per insegnare

all’uomo ciò cheegli ignora e pereducarlo a vivererettamente: mai e

poi mai Diopredicherebbe agli

uomini la leggedell’odio, ma soloquella dell’amore

Smettiamo dicredere che sial’insegnamento

religioso a guidarealla lotta, e

comprendiamocome invece siano

gli uomini a farlo

Non parlate più direligioni di morte …

parlate soltanto diuomini stolti e

ingannatori checercano d’usare

anche la religioneper i loro scopi

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Educareil cuore

IN-FORMAZIONE

L’Educazione è un processo umanoampio e a lungo termine, comincianella famiglia e continua nella scuo-la, nella società e sul posto di lavoro.L’educazione ha molte facce, coin-volge la crescita morale, spirituale etecnica. L’educazione alla pacerichiede che gli esseri umani impari-no sul come rispondere costruttiva-mente alle frustrazioni, alle aggres-sioni e alla violenza. E se è veramen-te educazione alla pace, deve coin-volgere la cura dello spirito umano.Una vera educazione per la pace vamolto al di là delle strategie milita-ri, negoziati sugli armamenti, eaccordi formali di pace. Aristoteleinsegnava che una buona societàrichiede persone virtuose e ciò com-porta un’educazione appropriata.Egli metteva in evidenza che gliStati con regimi militari sopravvivo-no mentre sono in guerra, ma quan-do stabiliscono un impero comincia-no a declinare. Questo succede perché i regimimilitari sono costruiti sulla conqui-sta e non a mantenere un regime dipace. L’educazione morale coinvolgelo sviluppo delle virtù (coraggio,temperanza, liberalità, magnanimi-tà, saggezza, prudenza, etc.) chesono acquisite da “continue prove dicorrettezza e azioni moderate”. Cisono degli obiettivi basilari a cui le

persone aspirano? Il desiderio uni-versale per la felicità e una vita pro-sperosa, è innato nella naturaumana. Stephen Covey li ha espressiin questo modo: “vivere, amare,imparare, lasciare una traccia di sé”,che significa in sostanza obiettivipersonali, obiettivi sociali e obietti-vi civili. Il percorso per ottenere unavita di significato richiede che lepersone imparino a mettere in prati-ca ciò che Peter Bertocci, filosofo, hachiamato “una sinfonia di valori”. I valori sono come gli strumenti del-l’orchestra che suona insieme percreare una musica che abbia valoreper la vita. L’etica ha a che fare conla costruzione della persona e noncon il seguire delle regole. Regole evalori sono i mezzi per raggiungereil fine per la realizzazione di se stes-si come persona morale che possapartecipare pienamente ad una vitacivile. Prima dell’invenzione dellastampa e la creazione della scuolapubblica e poi dell’educazioneUniversale, l’educazione formale erariservata ad una cerchia moltoristretta di persone. Gli antichi scri-vevano sulle pietre o altre cose innatura. Solo pochi sapevano leggeree scrivere e spesso erano i consiglieridei potenti. Ciononostante, le persone venivanoeducate ad un comportamento vir-tuoso dalle loro famiglie e comunità.I rituali delle società antiche emedievali erano radicati nelle virtùdel sacro e cercavano di coltivarlitramite il servizio religioso e la ripe-tizione delle azioni. Macchiavelliarticolò il concetto rinascimentale diumanesimo civico nel quale le virtùerano radicate nelle realizzazionisecolari come le nozioni degli anti-chi Greci e Romani. Il “cittadino” era colui che mettevagli interessi della società al di sopradi se stessi e la sua famiglia. Ledemocrazie moderne richiedono unalarga classe media, un’educazionepubblica molto estesa, e cittadiniauto-sufficienti. I punti di riferi-mento del sapere si sono, nel corsodel tempo, spostati dalle chiese e daiseminari del periodo medievale alleUniversità ed alle Istituzioni secola-ri di oggi. I genitori e le famigliehanno il dovere primario di educare

i loro figli alla socializzazione, affin-ché acquisiscano le virtù necessarieper essere dei cittadini di pace; nellasocietà moderna però sono la scuolasecondaria e l’università a svolgereun ruolo preminente nel preparare icittadini ad una società di pace...Quali sono i difetti della societàmoderna e delle Istituzioni delSapere? Ci sono 4 aree della societàmoderna che hanno fallito nel prov-vedere all’educazione necessaria peruna valida cittadinanza: lo Stato, laFamiglia, la Religione tradizionale ela Scuola. Avremo l’occasione di approfondiread uno ad uno questi temi nei pros-simi numeri: possiamo concludere,per ora, che l’educazione moraleincentrata sui valori universali di cuiè portavoce la IEF (FondazioneInternazionale per l’Educazione) dicui parliamo in questo primo nume-ro di Voci di Pace mette enfasi su ungiusto equilibrio fra la coltivazionedel cuore, lo sviluppo dell’amore e leregole da applicare. Genitori ed edu-catori si trovano sempre di frontealla sfida del trovare il giusto equili-brio fra amore e regole. Basandoci sule ricerche più recenti, un buonequilibrio fra un amore profondo eregole trasmesse con autorevolezzainteriore costituisce il migliormodello di guida per un educatore.Educare al vero amore richiedel’educazione del cuore e dellacoscienza; le due radici dell’esseremorale.

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EDUCAREIL CUOREL’educazione allapace è fondamentale:è il processo tramiteil quale gli esseriumani conoscono ilmondo, gli altri, comesviluppare i propriobiettivi e orientare ilproprio stile di vita

di Giorgio Gasperoni

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13IN-FORMAZIONE

Il Significato Sociale, Culturalee Universale della Famiglia

Perché un uomo e una donnahanno bisogno l’uno dell’altra in unmatrimonio ideale? Qual è lo scopodel matrimonio? Semplicemente,perché gli uomini e le donne vivanoinsieme? Lo scopo del matrimonio èla perfezione della loro mente e delloro cuore, la perfezione del loroamore. Attraverso il matrimonioessi possono realizzare questo scopo.Quando dichiarate al mondo chesiete sposati, in effetti state dichia-rando l’inizio della vostra avventuraper rendere perfetti la vostra mente,il vostro cuore e il vostro amore.Quando morirete, dovete aver rea-lizzato tutte queste cose nella vostravita coniugale. Cos’è il matrimo-nio? È entrare in una scuola dove gliuomini imparano ciò che non sannosulle donne e le donne imparano ciòche non sanno sugli uomini.Quando il voto è “dieci e lode”,marito e moglie sono felici. Perimparare ad amare il mondo, diamo

nascita ai figli. Senza figli non pos-siamo essere collegati alla società. Qual è il ruolo della famiglia nel-l’aiutare i giovani a mantenerel’astinenza prima del matrimo-nio? Il nostro primo amore è molto,molto importante. Il vostro primo contatto con l’amoredovrebbe essere fatto con moltaattenzione, perché quell’incontro ècome fili d’oro al 100% che si colle-gano fra loro. Il primo amore di unapersona è un amore che ha una con-duttività del 100% - non importa sela persona amata è nera, bianca ogialla - una volta che entrate in con-tatto, generate una scintilla moltopotente. Quindi il primo amoredeve essere sperimentato con moltacautela.Durante gli anni dell’adolescenza,gli uomini e le donne devono incon-trarsi con al centro il vero amore.Così, incontrandovi in quel centro,incontrate anche Dio.

Estratti da varie conferenzeinternazionali tenute dal Fondatore

della UPF-IIFWP

In questo breveestratto vengonomessi in evidenzaalcuni tratti salientidella visione e deivalori della famigliacontenuti neiprincipi ispiratoridella UPF-IIFWP

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Il Significato Culturale e Udella Famigli

14 IN-FORMAZIONE

Questo è il motivo per cui gli adole-scenti sono così poetici, artistici,amanti della musica - sono collegatia quel centro di vero amore dellaloro vita. Sono in uno stato di “atti-vazione” e le loro antenne sono pun-tate verso il mondo. Le loro perce-zioni sono molto acute. Un ragazzo,negli anni dell’adolescenza, sentiràche non può sperimentare completa-mente il mondo da solo; è inevitabi-le che sia attratto verso una ragazza,e viceversa. Quando i due si unisco-no nell’impatto dell’amore, insiemediventano come un’antenna nuova,con percezioni nuove. Ecco perchégli adolescenti devono stare moltoattenti al loro amore; è molto facileper i ragazzi e le ragazze commette-re un errore in questo periodo, condegli impulsi emotivi così forti.L’amore deve essere consumato solocon l’approvazione dei genitori,della nazione e dell’universo e conl’approvazione di Dio. Nessunamore è solo un’esperienza privata.È sempre una cosa pubblica cheviene dal centro stesso dell’universo- Dio. È trasmesso al mondo, allanazione, alla società e poi alla fami-glia e all’individuo. Giunge all’indi-viduo come una cosa pubblica, per-ciò dovete saper essere un buoncustode di questo amore. L’amoredev’essere gestito pubblicamente enel modo giusto. La prima scintilladi vero amore è tremendamenteimportante e non bisogna farne cat-tivo uso. Una volta che la primaintensa scintilla d’amore è usatamale, è molto difficile riparare com-pletamente l’errore. Ogni personaha il dovere di preservare la purezzadel suo primo amore fino al tempoin cui può esplodere per il bene del-l’universo e per Dio. Perciò nondovete comportarvi in modo irre-sponsabile verso il vostro amore.L’amore è nobile e sacro; non è vol-gare o sporco, anche se la sua sacra-lità può essere profanata, quandoviene usato male.

La responsabilità deigenitori nella famiglia

L’amore dei genitori è la base dell’or-goglio e della felicità dei figli. Essi

vorrebbero nascere dall’unità comple-ta e armoniosa dei loro genitori nelvero amore e desidererebbero essereallevati in quell’amore. La responsa-bilità più preziosa dei genitori non èsolo quella di allevare i figli dalpunto di vista esteriore, ma anche dioffrire loro gli elementi di vita delvero amore che possono perfezionarela loro spiritualità. Da dove comin-ciate a ricevere amore? Dal vostrosposo. Finché non ricevete amore dalvostro sposo, non potete concepire ivostri figli. Tutti voi sapete quanto èprezioso e intenso l’amore fra maritoe moglie. Tuttavia, insieme dovresteavere un amore ancora più grande dapoter riversare nei figli. Ecco comepotete allevarli nel modo appropria-to. Saranno investiti dell’amore deiloro genitori e daranno prova di que-sto amore per tutta la loro vita. Comesono meravigliosi questi figli! Qualisono le responsabilità dei genitori neiconfronti della società per allevare deifigli responsabili e morali? È norma-le e necessario che un padre e unamadre che amano, disciplinino il lorofiglio. Essi hanno la responsabilità diguidare la sua crescita verticale; così,se vedono che sta andando fuori stra-da, possono rimetterlo sulla retta via.Quasi tutti i figli si lamenterannocontro la disciplina dei loro genitori,ma senza di essa, non avrebbero alcunmodo di realizzare una linea di cresci-ta verticale sana. Ci possono esseretante risposte alla domanda perché igenitori devono guidare e disciplina-re i figli, ma questa è la più semplice.I genitori hanno la responsabilità cheil figlio realizzi con successo la giustarelazione fra la sua mente e il suocorpo. È proprio della natura umanacercare l’ideale per i nostri figli. Cos’èil “vero amore” e perché è così impor-tante per una società civile?

Iniziare con la Famiglia...Finire con il Mondo

Il punto d’inizio è la famiglia, non lanazione e il mondo. È qui che inizia let-teralmente il Cielo sulla terra, non insenso concettuale, ma letterale. Capite?È il luogo dove inizia il palazzo dellavita, dell’amore e del lignaggio. Cosa significa Cielo sulla terra?

La pace, la felicità, l’unificazione e ilmondo ideale: tutte queste cose hannoinizio dalla famiglia, non dalla nazio-ne o dal mondo. Il seme della felicità,della pace e dell’unificazione è dentrola famiglia. I veri genitori non diconoai loro figli: “Una volta che sietediventati veri figli d’amore filiale, nondiventate dei cittadini leali”. I verigenitori devono insegnare ai loro figlidi devozione filiale a sacrificare la pro-pria famiglia seguendo la via del cit-tadino leale che serve la nazione, e asacrificare la nazione per realizzare lavia dei santi che servono il mondo.

La Perfezionedel Vero Amore

Per gli esseri umani, il vero amore èla cosa più sacra e più preziosa. Il veroamore non è generato da un indivi-duo solo, né si crea in mezzo all’ego-centrismo. Il vero amore desideradare, dare ancora una volta e poidimenticare quello che è stato dato inmodo da poter dare e condividere dipiù. Questo modello crea l’unità.Permette al vero amore di abbraccia-re ogni cosa. Il vero amore non è maila proprietà di una persona sola. Unavolta che il vero amore è ereditato,appartiene al suo proprietario origi-nale, così come a tutte le persone eall’universo. Una volta che il veroamore raggiunge la perfezione nelmondo umano, quali problemi poli-tici, economici, culturali o ambienta-li potrebbero persistere? Nel mondodel vero amore non c’è problema chenon possa essere risolto. Un mondod’amore è un mondo di beatitudine,di pace, di felicità e di libertà, pienodi ideali. È il mondo dove la gioia ela felicità sono esaltate infinitamenteed eternamente nell’ambito dei dirit-ti ad un’eguale posizione, un’egualepartecipazione e all’eredità del veroamore.

Quattro Grandi Amori

Essenzialmente ci sono quattro gran-di amori e quattro grandi dimensio-ni del cuore: il vero amore dei geni-tori, il vero amore di fratelli e sorel-le, il vero amore di marito e moglie eil vero amore dei figli.

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Sociale,Universalea

15IN-FORMAZIONE

Nella maggior parte dei casi, le per-sone si sposano perché desiderano cheil coniuge le ami; sono bramose diricevere amore. Questo è sbagliato. Ora dovreste cambiare atteggiamen-to e pensare: “Io vorrei sposarmi per-ché voglio una persona a cui dare ilmio amore appassionato”.Dobbiamo imparare le lezionid’amore dalla natura. Le persone piùsante hanno sempre avuto un rappor-to intimo con la natura. Dovrestesentire naturalmente, ogni giorno, lavoglia di andare fuori a guardare ilcielo, gli uccelli e gli animali perpercepire nuove lezioni d’amore.La vostra dev’essere una casa d’amo-re, non solo per la vostra famiglia maanche per tutte le cose della natura.Tutte le creature, compresi gli inset-ti, vorranno far parte della vostra“orchestra d’amore”.Non nascete per voi stessi, ma per glialtri. Finché la vostra terminologia è“noi” e “per noi”, l’universo vi sostie-ne, ma non appena pensate in termi-ni di “io” e “me”, l’universo si ribel-lerà contro di voi. Questa è la bellez-za del matrimonio - spinge le perso-ne a pensare sempre a se stesse inrelazione a un altro. Analogamentevivere in una famiglia richiede chepensiamo riferendoci a “noi”: i figlipensano ai loro genitori, i genitoripensano ai loro figli e ogni figliopensa agli altri fratelli e sorelle.

La famiglia dev’esseresostenuta dagli educatori

I professori hanno una grande influen-za sui giovani. Tuttavia gli studentisono influenzati ancora di più dai lorogenitori. È la famiglia che esercital’influenza maggiore nel formare ilcarattere di un individuo. Nella vitala famiglia è la scuola d’amore piùimportante. Attraverso l’educazione,con l’amore e la sensibilità che solo igenitori possono dare, il figlio svilup-pa la sua capacità di cuore. Questa è labase essenziale per la formazione dellasua personalità. Inoltre, la famiglia èla scuola dove si educano i figli allavirtù e alla norma. Mentre diventanoveri genitori che danno vero amore ailoro figli, i genitori devono trasfor-marsi anche in veri insegnanti ed edu-

care adeguatamente i loro figli nelcuore e nella norma. Anche se forse igenitori non si rendono conto di esse-re dei veri insegnanti, i figli impara-no da loro in modo naturale e lirispecchiano. Oggi, in tutto ilmondo, la famiglia sta cambiando.La famiglia tradizionale è contestatada tutte le parti. Col rapido sviluppodell’industrializzazione e della mo-dernizzazione, la visione dei valoridell’umanità è intaccata, e gli stan-dard etici e morali sono scossi. Inoltrevengono promossi l’individualismo,l’edonismo e il materialismo e lafamiglia si sta corrompendo. Le scuo-le delle nostre società non insegnanoil “matrimonio”, anche se è una que-stione molto importante.L’educazione attuale non presta moltaattenzione a questo problema. Cimanca un’educazione riguardante iproblemi che sorgono dopo il matri-monio. Come creare una vita coniuga-le felice e come educare i figli sonoargomenti che non vengono trattati.I problemi della scienza e della mate-matica ricevono più attenzione e con-siderazione. Questo è un fenomenoanormale. Se questa situazione èlasciata così com’è, l’umanità non puòavere nessuna speranza per il futuro.Per quanto possano cambiare le con-dizioni sociali, l’importanza del rap-porto tra genitori e figli e l’importan-za della famiglia non devono veniremeno. Dirò ancora che l’amore è lafonte della felicità e della gioia del-l’uomo e la famiglia è la base di que-sta pace e felicità. La famiglia, la basedella pace mondiale, ha bisogno del-l’appoggio dei leader. È necessaria unanazione di pace, prima che possaesserci la pace nel mondo. La condi-zione indispensabile per la pace di unanazione è la pace della famiglia.

La vera famiglia è l’unità più piccoladove i quattro grandi amori raggiun-gono la perfezione e dove possonoessere sperimentate le quattro grandidimensioni del cuore. Questa verafamiglia è il fondamento del veroamore umano e della vera felicità. Èil luogo da cui nascono la vera vita eil vero lignaggio. È una scuola diaddestramento. I genitori sono lafonte principale dell’amore per ifigli. Il rapporto tra genitore e figlioè verticale, mentre il rapporto tramarito e moglie è orizzontale.In questo modo arriviamo a perfezio-nare il modello del vero amore, stabi-liamo cioé, una tradizione di veroamore, eterna ed immutabile, pas-sando attraverso la vita nel grembomaterno, l’infanzia, la vita di fratellie sorelle, di adolescenti - che è ilperiodo del fidanzamento - di sposiche godono l’amore coniugale, digenitori, di veri genitori e infine diveri re e vere regine dell’amore.Per sviluppare una personalitàd’amore, dobbiamo servire e rispet-tare i nostri genitori, i nostri fratellie sorelle e il nostro coniuge. Così facendo realizzeremo l’unità frala mente e il corpo come individui,l’unità fraterna come fratello e sorel-la, e l’unità coniugale come marito emoglie.

Vivere per gli Altri

Alcuni credono che i figli siano unpeso per la realizzazione personaledel marito e della moglie. Ritengonoche lo scopo della vita sia la propriasoddisfazione personale. Ma se que-sto modo di pensare diventa predo-minante all’interno di una cultura, lasocietà decadrà rapidamente.Dobbiamo ritornare ai principi diDio. La via di Dio è in realtà quellache funziona meglio di tutte, anchein senso pratico. Il modo più sempli-ce di esprimere i principi di Dio è:“Vivi per gli altri, non per te stesso”. L’amore nella famiglia dev’esserealtruista e proiettato verso la dimen-sione pubblica.L’amore egoista dice: “Devi amareme; io sono qui per ricevere amore”.Questo tipo di amore vi trascinasempre giù, come un’ancora.

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IN-FORMAZIONE16

Nelle favole un principe e una prin-cipessa si incontrano, si amano, sisposano e…. accidenti, la storia fini-sce lì. Nessuno spiega loro cosa faredopo. La conseguenza è che moltospesso le coppie, dopo sposate, entra-no in conflitto, non si capiscono, liti-gano e a volte si separano. Questonon è mai un avvenimento da catalo-gare come semplice eventualità, per-ché la coppia che si separa è una cop-pia che subisce uno shock e il divor-zio è il più grande stress della vita.Cerchiamo allora di non arrivare lì. Se poi la coppia è famiglia, ci sonobambini che possono essere disturba-ti per tutta la loro vita dall’eventodel divorzio. Quindi quando arriviamo al matri-monio, il finale favolistico “si sposa-rono e vissero felici e contenti”, nonci deve illudere più. Dobbiamo sapere cosa fare dopo,dobbiamo sapere come mantenere lanostra coppia come una coppia chevolentieri vuole rimanere insieme nelmondo, nella sua stessa famiglia,nella vita. Credete che in tutto que-sto la prima variabile sia l’amore?Assolutamente no. La prima variabi-le è la volontà. Ognuno di noi deveesser disposto all’impegno e alla fati-

ca per far diventare armonica la pro-pria coppia. Ognuno è responsabiledella volontà, della fatica che mette,per avere una coppia armonica.La soddisfazione passa attraverso lafatica.Chi non mette in atto questa respon-sabilità, è già al crollo della sua cop-pia. Ma prima di andare a vedere cosafare per avere una buona coppiaandiamo a vedere quali sono le tema-tiche di disgiunzione della coppia.Fenomeni di disturbo sono, ad esem-pio, la distinzione che ora noi faccia-mo tra una vita di coppia e una vitacostruita su una famiglia procreativa.I miei nonni facevano famiglia per-ché così bisognava fare, facevano figliperché così bisognava fare; per loroera tutto chiaro, determinato, non siponevano nella situazione del ‘vabene, non va bene, voglio variare,voglio fare qualcosa di diverso’. Percui per loro era più semplice la coe-sione di coppia perché passava attra-verso il progetto della procreazione.Adesso la situazione, non è in questitermini, abbiamo la facoltà di deci-dere di essere coppia o di essere fami-glia, di avere dei figli o di non aver-li, e quindi la coppia ha preso valoreper se stessa.Questo è un bene, ma è un bene senoi sappiamo poi decidere che è lacoppia che prende valore, non l’indi-viduo, se no facciamo i single.

Se la coppia prende valore, dovròdecidere di accorgermi tutti i giorni- tutti i giorni - dei bisogni affettividell’altro. Non ‘oggi sono stanco,oggi sono impegnato, oggi ho maldi testa, oggi tocca a te farmi le coc-cole’.Accorgermi tutti i giorni del biso-gno affettivo dell’altro, altrimentinon è vero che sono in coppia.Altrimenti vuol dire che voglio l’ap-partenenza a una relazione diversa:voglio essere la figlia del marito,voglio essere il figlio della moglie,voglio essere l’amante, voglio esserel’amico, voglio essere… Sia chiaro:non è una cosa sbagliata, in alcunimomenti, cambiare ruolo, se siamotutti e due d’accordo. Ma non possoessere per sempre a carico dell’altro. Sono un adulto responsabile, con unaresponsabilità del 50 per cento delfare andare bene questa coppia, delvoler fare andare bene questa coppiacome adulto, senza dovermi faresostenere dall’altro come una stam-pella.Quindi, “e vissero felici e contenti”vuol dire: tutti i giorni mi accorgodell’altro, tutti i giorni corteggiol’altro, tutti i giorni mi emozionoper l’altro. Vi tremano le ginocchiaquando vedete il vostro coniuge?Ogni tanto sentite le farfalle nellapancia? Se non è così dovete rico-minciare. Non è più coppia, è abitu-dine, non va bene. L’altro fenomeno di disturbo a cui hogià accennato, è proprio questo. Ilfatto di accorgersi che, sebbene dob-biamo tener presente i nostri biso-gni, la nostra individualità, non pos-siamo mettere questa sopra i bisognidella famiglia. Se abbiamo deciso dicostruire famiglia, prima ci sono ibisogni della famiglia e, poi, ci sonoi bisogni dell’individuo.Non verranno scartati, non verrannobuttati, l’individuo ha bisogno dellasua autonomia, dei suoi spazi, delsuo crescere anche come individuo,ma dopo essersi reso conto di qualisono i bisogni della sua famiglia. Equi una parentesi è doverosa. Tenete presente che i diritti deiminori devono essere al primo posto,prima ancora dei bisogni della cop-pia e sicuramente prima dei bisognidell’individuo adulto.

di Onorina Gibi(psicologa - psicoterapeuta specializzata

in terapia della famiglia)

MATRIMONIO:fra amore evolontà

Estratto da una un interventoad una conferenza tenutasi aBergamo dalla Federazione delleDonne per la Pace nel Mondo

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17ETICA E SOCIETÀ

La Universal PeaceFederationdi Giorgio Gasperoni

In questo tempo così cruciale dellastoria, c’è bisogno di una seria anali-si delle Istituzioni esistenti e delmodo di condurre gli affari interna-zionali e la Governance Globale obuon governo.In particolar modo, c’è un bisognourgente di modelli innovativi perdelle buone pratiche di governo cheillustrino il potenziale pratico e l’ef-ficacia della cooperazione interreli-giosa ed internazionale nell’affronta-re i problemi cruciali della società,della nazione e del mondo.Dalla sua fondazione, il 6 Febbraio1999, la Federazione Internazionalee Interreligiosa per la Pace nelMondo (IIFWP) ha proposto la crea-zione di un Consiglio Interreligiosoall’interno del sistema delle NazioniUnite. In questo modo la IIFWPlavora per sostenere le Nazioni Unite,rafforzando il suo sforzo per risolverei problemi globali di difficile soluzio-

ne e salvaguardare le generazionifuture dalle ferite della guerra.Il 10 di Novembre 2003, una risolu-zione (A/58/L.13) è stata presentataalla 58° Sessione dell’AssembleaGenerale dalla Repubblica delleFilippine. Questa risoluzione propo-ne lo stabilirsi di un gruppo di lavo-ro per esaminare la possibilità diistituire un procedimento e/o stabi-lire un meccanismo all’interno delleNazioni Unite con l’obiettivo di uti-lizzare il potenziale del dialogo edella cooperazione interreligioso perrafforzare la capacità delle NazioniUnite di promuovere pace ed armo-nia. Questa è una strada avvincente enecessaria ma anche piena di sfideper le Nazioni Unite. La IIFWP staistituendo un Interreligious andInternational Peace Council oConsiglio di Pace Internazionale edInterreligioso (IIPC) a New YorkCity, dei Peace Council Regionali si

I compiti dellaUniversal Peace

Federation

La Federazione per laPace Universale è

un’alleanza di individuie organizzazioni

dedicati a costruire unmondo di pace in cui

tutti gli uominipossono vivere in

libertà, armonia,cooperazione e

prosperità

Giovanissimi vengono premiati in una manifestazione in Medio Oriente

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La Universal

PeaceTelevision

ETICA E SOCIETÀ18

stanno real izzando in Corea ,Giappone, Stati Uniti, Medio Oriente,Asia, Europa, Africa, America Latina eOceania. I membri dell’IIPC sono lea-ders provenienti da vari campi di inte-resse: religione, politica, istruzione,società civile, ecc., i quali sono impe-gnati attivamente nel lavoro dell’IIPC,andando al di là delle divisionipolitiche o di interessenazionale.Dal 10 al 14 Settembre2005 a New York è statalanciata la Universal PeaceFederation o Federazione perla Pace Universale (UPF-IIFWP).La Federazione Universale perla Pace è un’alleanza di indivi-dui e organizzazioni dedicati acostruire un mondo di pace incui tutti gli uomini possonovivere in libertà, armonia, coope-razione e prosperità.La Federazione rappresenta unnuovo stadio nello sviluppo dellamissione e dei programmi dellaFederazione Internazionale e Inter-religiosa per la Pace nel Mondo(IIFWP) fondata dal Dott. SunMyung Moon nel 1999. In questo rispetto la creazione dellaFederazione Universale per la Pacenon rappresenta la fondazione di unanuova organizzazione, ma piuttostol’assunzione di una nuova missione edi nuove responsabilità costruite suquanto realizzato in passato.Pertanto da ora in poi la stessa IIFWPsarà conosciuta come Federazione perla Pace nel Mondo o più semplice-mente Federazione della Pace.In particolare la Federazione svilup-pa i suoi programmi attraverso unarete globale di ‘Ambasciatori dellaPace’, rappresentanti tutti i piùimportanti settori dell’attività umana.Ambasciatori che hanno formatoConsigli di Pace a tutti i livelli: loca-li, nazionali, continentali e mondiali.L’iniziativa degli Ambasciatori dellaPace ebbe inizio nel 2001 su propo-sta del Dott. Sun Myung Moon.Fu l’inizio di una serie innumerevoledi programmi educativi indirizzatialla riconciliazione e alla pace.Circa 70.000 Ambasciatori dellaPace sono stati nominati nei 4 anniseguenti.

UPTV (http://www.uptv.org/) è ilprimo canale televisivo su bandalarga, sviluppato da Voices of PeaceNetwork.I suoi canali sono dedicati alla tema-tica di fondo della Federazione e aivalori in senso ampio. In questa tele-visione, disponibile su qualunquecomputer del mondo, 24 ore su 24,si possono vedere on line o scaricareinterventi di esperti sui temi crucia-li del mondo d’oggi. È ovviamente in inglese, in attesa diriuscire ad attivare iniziative similiin altre lingue. I contenuti sono diversificati, ma iltema di fondo è quello della pace edei valori. Il “primo canale” è quello degli“highlights”, che comprendono fil-mati su alcune attività in primopiano al centro degli interessi dellaUPF-IIFWP: ad esempio, filmatisulle attività di pace in Israele ePalestina, o sugli Ambasciatori diPace, e così via. In sostanza, sono deiservizi utili per comprendere lo spi-rito della Federazione.Nel canale “UPF World” vi sonoinvece soprattutto dei filmati cheillustrano la filosofia di fondo della

UPF-IIFWP e le motivazioni che laportano ad agire seguendo la stradadella riconciliazione, della coopera-zione tra le religioni, le iniziativepresso l’ONU e così via. In “UPI News” vi sono interviste apersone che vivono e diffondono ivalori che devono essere alla base diogni società sana, indipendentemen-te dalla loro visione del mondo odella loro fede: la famiglia, il ruolodei mezzi di informazione, l’educa-zione ecc. I canali rimanenti sono invece piùtematici: “Youth & Service”, dedica-to al volontariato internazionale,strumento straordinario per la cono-scenza reciproca e la comprensionetra i popoli; “Women’s issue”, relati-vo alle tematiche ed al ruolo svoltodalle donne nella costruzione dellapace; “NGOs”, dedicato al lavorodella WANGO (OrganizzazioneMondiale delle ONG, altro organi-smo legato alla UPF-IIFWP);“Universal Arts”, per il ruolo chesvolge l’arte nella promozione dellacomprensione reciproca; “Sports”,per la capacità di affratellamentouniversale che lo sport, inteso nelmodo giusto, può avere

La Universal PeaceTelevision

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19ETICA E SOCIETÀ

“Le Nazioni Unite furono createnon per condurre l’uomo nel paradi-so ma per salvarlo dall’inferno”(Dag Hammarskjold, secondosegretario generale delle N.U.)Le Nazioni Unite rappresentanol’esperimento politico più ambizio-so nella storia della nostra epoca:enormi difficoltà pratiche ma allostesso tempo uno straordinario valo-re morale. Non è affatto semplicestilare un bilancio complessivo.Crisi non affrontate in maniera ade-guata e con tragiche conseguenzesono di fronte agli occhi dellacomunità internazionale: genocidioin Rwanda (primavera 1994), fossecomuni di musulmani-bosniaci aSrebrenica, Bosnia (luglio 1995) el’assordante silenzio sullo spavento-so e prolungato conflitto in Cecenia.

Numerosi però anche i risultatipositivi: universalizzazione deidiritti umani, indipendenza deipopoli coloniali, cooperazione inter-nazionale in settori cruciali comeambiente, sviluppo economico, con-trasto al terrorismo e alla prolifera-zione nucleare.Occorre ricordare che nel dicembre2001 è stato assegnato alle N.U. e alsuo Segretario Generale Kofi Annanil premio Nobel per la pace. Un altro aspetto fondamentale datenere ben presente sono stati i pro-fondi e rapidi mutamenti nelle rela-zioni internazionali dalla fine deglianni ‘80:- smantellamento dei blocchi con-

trapposti e ruolo egemonicoattualmente degli U.S.A.;

- incremento del numero degli stati

membri (ad oggi, 191);- ampliamento della tipologia delle

minacce: terrorismo, proliferazionedi armi di distruzione di massa,violazione su larga scala dei dirittiumani;

- sviluppo di numerose organizza-zioni a livello regionale con com-petenze talvolta proprie delleN.U., creando forme di competi-zione e di overlapping;

- presenza di attori a carattere nonstatuale (come gruppi terroristici,bande di criminali ecc.) cheinfluenzano la politica internazio-nale, mettendo in dubbio il tradi-zionale concetto delle relazioniinternazionali.

Quindi, l’ordine mondiale è profon-damente cambiato mentre le N.U.sono rimaste immutate o quasi.

Tutti per uno, ONU per tuttiNonostante le critiche di inefficienza e disprechi, le Nazioni Unite dal 1945 ad oggisvolgono un ruolo fondamentale, non solonella pace e nella sicurezza internazionaledi Carlo Alberto Tabacchi

Conferenza interreligiosa presso le NU a NYC

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Tutti peper tutt

20 ETICA E SOCIETÀ

Difficile stilare unbilancio

complessivosull’operato delle

N.U. Ai buonirisultati si

contrappongonoeventi altamente

drammatici

Le N.U. si trovanospesso in

competizione conaltri soggetti per

organizzare missionidi pace

Tante sono leproposte di riforma.

Ma corruzione,indecenza e un

profondo gap traambizioni e mezzi le

rendono inattuabili

Le N.U.rappresentano un

foro unico didiscussione e di

sviluppo dellacooperazioneinternazionale

Per ottenere unruolo più incisivo ed

autorevole occorreche l’Italia elabori

una strategia,coinvolgendo

l’intera comunitànazionale

Finalità e struttura delle N.U.La Conferenza di San Franciscocominciò i lavori nell’aprile 1945 perconcluderli due mesi dopo, nelmomento in cui il secondo conflittomondiale stava avviandosi al termine.La Carta delle N.U. entrò formalmen-te in vigore il 24 ottobre 1945, che èpoi diventato il giorno dedicato alleN.U.Ecco sinteticamente i suoi principisecondo lo Statuto:- mantenere la pace e la sicurezza

internazionali;- sviluppare relazioni amichevoli tra

le nazioni;- cooperare nella risoluzione dei pro-

blemi internazionali e nella promo-zione del rispetto per i dirittiumani;

- rappresentare un centro per l’ar-monizzazione delle diverse inizia-tive nazionali.

Assemblea generale

È un organo a partecipazione univer-sale e competenza generale, ma conpoteri limitati. Il voto è a maggio-ranza semplice, per questioni di par-ticolare importanza la maggioranzarichiesta sale a 2/3 dei membri.Approva il bilancio, elegge i membridi altri organi, delibera ammissione,sospensione ed espulsione di unostato; adotta raccomandazioni, attinon vincolanti che esprimono invitio condanne ma senza sanzioni.Si configura come una tribuna del-l’umanità, dove vengono promossealcune grandi battaglie: lotta allapovertà, AIDS, migrazioni di massa,tutela dell’ambiente, lotta al terrori-smo ecc. Quindi rappresenta un foro unico didiscussione e di sviluppo della coo-perazione internazionale.

Consiglio di sicurezza

È l’unico organo che ha la responsabi-lità di mantenere la pace e la sicurez-za internazionali; è composto da 5membri permanenti e da 10 a rotazio-ne ogni 2 anni.Nel capitolo sesto del Trattato, ilConsiglio in caso di controversia o dipericolo per la pace e la sicurezza,

opera con mezzi pacifici quali nego-ziato, inchiesta, mediazione, conci-liazione, arbitrato e deferimento allaCorte Internazionale di Giustizia: sitratta sempre di raccomandazioni.Nel capitolo settimo si parla delmeccanismo di sicurezza collettivo: apartire soprattutto dagli anni ‘90, lapace viene minacciata da conflittiinterni, atti di terrorismo, genocidioe violazioni gravi del diritto interna-zionale.Il Consiglio può imporre sanzioni:interruzione totale o parziale dellerelazioni economiche o rottura diquelle diplomatiche e azioni nonimplicanti l’impiego della forzaarmata.Ad esempio contro la Libia per ilsupporto ad attività terroristiche,contro Belgrado nel conflitto deiBalcani. Dubbia l’efficacia delle san-zioni: talvolta il livello di coesioneinterno dei regimi verso cui eranoadottate è stato rinforzato.Sotto il regime dei talebani inAfghanistan (1996-2001) l’arretra-tezza economico-finanziaria non haportato a risultati sperabili: erano giàmolto poveri ed arretrati. Inoltre, le sanzioni spesso colpisconole fasce più deboli della popolazione;il Consiglio dal 1994 ha sviluppatole smart sanctions (sanzioni intelli-genti) con l’obiettivo di non colpiretroppo duramente la popolazione delpaese.

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er uno, ONUti

21ETICA E SOCIETÀ

su proposta del Consiglio, ne è l’orga-no esecutivo e politico. I suoi compiti sono: decisioni inmateria di bilancio, coordinamentodelle varie agenzie e preparazione diconferenze su tematiche specifiche.Talvolta svolge attività ad elevatocontenuto politico: con successo lamediazione per il ritiro delle truppesovietiche dall’Afghanistan (1988) oin Cambogia che ha portato alla con-ferenza di pace a Parigi (1989); falli-mento invece in Iraq nel 1991 e nel2003.

Ruolo dell’Italia

Il nostro paese, divenuto membro neldicembre 1955, ha svolto un ruolosempre più attivo nel sistema onusia-no: dal 1955 ad oggi l’Italia è stataeletta 5 volte membro non perma-nente del Consiglio; il suo apportofinanziario è di circa 70 milioni didollari, essa è tra i principali contri-buenti: occupa il 6° posto, preceden-do Russia e Cina.Inoltre, ospita alcune importantiagenzie specializzate: Fao, Wfp,l’istituto interregionale per la ricercasul crimine e la giustizia (Unicri);accoglie la base logistica, localizzataa Brindisi, come service provider perle missioni di mantenimento dellapace e centro logistico per emergen-ze (alluvioni, terremoti e carestie);ospita lo staff college di Torino, for-mando ed aggiornando quadri delleN.U. impegnate in operazioni dipace.Per ottenere un ruolo più incisivo edautorevole occorre che l’Italia elaboriuna strategia, coinvolgendo l’interacomunità nazionale: mondo della poli-tica, diplomazia, Università, ONG,mondo produttivo e finanziario.In conclusione, si parla da diversianni di un cambiamento ed ammo-dernamento della principale organiz-zazione mondiale: da macchina ele-fantiaca e burocratica a soggetto piùagile e più rispondente alla globaliz-zazione politica ed economica.Pregiudizi e superficialità dovrebbe-ro essere rimossi in quanto le N.U.rimangono l’unico indispensabileforum planetario per dirimere le con-troversie in contesto così mutevole etalvolta imprevedibile.

Dal 1996 al 2003 vi è stato un mec-canismo particolare, chiamato “Oilfor food”: permesso di vendere suimercati internazionali quantità dipetrolio iracheno; in cambio il gover-no di Baghdad acquistava beni diprima necessità per la popolazione,cibo e medicinali. La gestione di tale programma neltempo è stata oggetto di critiche e diaccuse di corruzione e malversazionidi varia natura, coinvolgendo sia ilregime irakeno sia alti funzionaridelle N.U. Nell’aprile 2004 il segre-tario Generale ha istituito una spe-ciale commissione di inchiesta, gui-data da Paul Volcker, che ha presen-tato due interim reports. Si è cercato, alla luce di tale esperien-za irakena, di colpire il più diretta-mente possibile gli interessi econo-mici delle élite al governo sotto san-zione: nei conflitti in Angola, SierraLeone e Liberia, il Consiglio ha adot-tato sanzioni che bandivano i dia-manti, principale fonte di finanzia-mento dei movimenti insurrezionalilocali.Negli articoli 42 e seguenti relativialle misure implicanti l’uso dellaforza si menzionano le operazioni dipeace-keeping: non previste dallaCarta, tali operazioni sono una verainvenzione delle N.U.; la prima futra Israele ed Egitto (Unef 1) nelSinai nel 1956.

Consistono in forze cuscinetto diinterposizione tra belligeranti e ven-gono dispiegate esclusivamente aseguito di un consenso delle compe-tenti autorità delle parti in conflitto:il loro ruolo si concretizza in compitidi mediazione, prevenzione, ricostru-zione materiale e civile nelle aree diconflitto.Hanno destato crescente interesse daparte di Nato, Unità Africana (attra-verso l’Ecowas) ed Unione Europea.Si evince che le N.U. si trovano in unregime di competizione con altri sog-getti interessati ad organizzare mis-sioni di mantenimento per la pace. A tale proposito ricordiamo l’Agendafor peace (1992), il suo Supplemento(1995), il Brahimi report (2000) checostituiscono l’espressione più signi-ficativa dello sforzo onusiano perdotarle di una capacità di azione piùrapida, efficiente e sofisticata.

Consiglio Economico eSociale (ECOSOC)

Rappresenta l’organo principaledella cooperazione economica edinclude varie agenzie specializzate(Fao, Ilo, Oms ecc.). Soffre della concorrenza di istituzio-ni finanziarie, come Banca Mondialeo Fondo Monetario.

Corte Internazionaledi giustizia

Copre compiti giurisdizionali e con-sultivi. Nel primo caso la Corte esa-mina esclusivamente le controversietra stati: affinché la Corte sia investi-ta di un contenzioso è necessario chegli stati parte delle controversiaabbiano formalmente accettato la suagiurisdizione.Consultivo è quando il Consiglio,l’Assemblea o altri organi possonorichiedere un parere consultivo suqualsiasi questione giuridica; laCorte esprime una opinione non vin-colante ma autorevole.

Segretario generale

È l’apparato amministrativo; ilSegretario, nominato dall’Assemblea

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Europa:un sognoproibito?

22 ETICA E SOCIETÀ

È difficile immaginare il futuro poli-tico-istituzionale dell’Unione.L’Europa non fa più sognare! Il“modello europeo” è da tempo avvol-to in una fitta cortina di incertezze econtraddizioni. Un modello che ali-menta inquietudini, crea insicurezze,genera paure, crisi di identità nazio-nali. Si pagano a caro prezzo i tanticompromessi al ribasso di unaCostituzione caduta nel dimenticato-io dopo la bocciatura di Francia eOlanda. Una Costituzione a metàstrada fra un’Europa federale eun’Europa intergovernativa, senza unvero governo capace di rispondere conpolitiche adeguate alle attese dei cit-tadini. E se l’Europa non avanza,retrocede! Si sta miseramente sgreto-lando il tasso di unità che ha tenutofinora in vita le tante diversitàdell’Unione, ma soprattutto si sta dis-solvendo l’originario spirito comuni-tario dei Padri fondatori. “L’Europadella malinconia” l’ha recentementedefinita il ministro dell’economia,Tommaso Padoa-Schioppa. Ma purincompiuta, l’Europa è comunqueun’opera davvero nuova e grandiosa,ricca di prospettive. Un’opera dacompletare, che chiede e merita sforzie sacrifici. “Non una previsione o unasfida, ma un obiettivo e un proposito.Un punto di riferimento professiona-le, culturale, politico e civile da adot-tare senza riserve!” Nel suo confrontofra sogno americano e sogno europeoJeremy Rifkin esamina i due primat-tori della globalizzazione e della poli-tica internazionale. Attraverso un’analisi dei loro sistemieconomici e modelli di società, egliafferma che gli Stati Uniti sono il vec-chio mondo, l’Europa il nuovo.“L’Europa, è questo il messaggio fina-le di Jeremy Rifkin, è intenta a prepa-rarsi per una nuova era, mentrel’America cerca disperatamente direstare aggrappata a quella vecchia”.È comunque profondo il disagio per-cepito in gran parte dell’Unione.Euroscetticismo e nazional-populi-smo dominano da tempo la scenaeuropea. L’unione europea non è anco-ra un’Unione: manca un patto fon-dante in forza del quale lo stare insie-me, il decidere insieme, l’agire insie-me siano un autentico collante. Èsconcertante osservare come le forze

europeistiche siano incapaci di reagi-re. I governi nazionali appaiono divisie privi di volontà, intenti solo a difen-dere anacronistiche rendite di posizio-ne nazionali. E sullo sfondo, emergechiara l’incapacità delle istituzionieuropee nell’affrontare i problemi eco-nomici, sociali e politici di dimensio-ne europea e globale. Istituzionicomunitarie prive di legittimazionecostituzionale sancita dal voto dei cit-tadini europei. Per superare con equi-librio e lungimiranza le sfide delTerzo Millennio, per trovare la via delfuturo, di un futuro sostenibile einnovativo per l’Europa, non bastal’unità delle monete, dei mercati,delle banche centrali. Deve nascereun’Europa dei cittadini che nutra deisuoi valori e delle sue tradizionimigliori un progetto di futuro forte eavanzato, finalmente in sintonia conLisbona 2000! L’Europa deve riscopri-re e valorizzare la propria identità cul-turale ed economica, fatta di coesionesociale, di qualità e dignità del lavoro,di una visione dei processi economiciche riconosce una funzione insostitui-bile al mercato ma punta a corregger-ne e orientarne le dinamiche. Due sono i pilastri di una solidacostruzione europea. Prima di tuttol’unità politica: l’Europa unita nonpuò essere soltanto quella dei mercatie dell’euroburocrazia, deve fondarsi suistituzioni dotate di una forte legitti-mità democratica. E poi quel fitto tes-suto di autonomie, di identità territo-riali distinte che, come in un mosaico,vanno a comporre una più generaleidentità europea. L’anima dell’Europa, da riscoprire evalorizzare, è proprio in questa misce-la di unità e diversità, in una nozionedell’identità che si basa non sull’ap-partenenza etnica ma sulla comunan-za di bisogni, di interessi, e anche divalori: i valori della solidarietà, dellasussidiarietà, del dialogo, dell’inte-grazione tra etnie, religioni e culturediverse.Non esiste alternativa oggi all’essere“europei ed europeisti”! L’europeismodeve tornare ad avere un’anima e arappresentare le legittime aspettativedei popoli europei. Per il VecchioContinente, è questa la grande sfidapolitica e culturale del XXI secolo.Chi saprà raccoglierla?

E se l’Europa nonavanza, retrocede!Si sta miseramentesgretolando il tasso

di unità che hatenuto finora in vita

le tante diversitàdell’Unione

Due sono i pilastridi una solidacostruzione

europea. Prima ditutto l’unità politica:

l’Europa unita nonpuò essere soltantoquella dei mercati edell’euroburocrazia,

deve fondarsi suistituzioni dotate diuna forte legittimità

democratica

EUROPA:UN SOGNOPROIBITO?

Luci e ombresul processo dicostruzione politicaeuropea di Antonio Laurenzano

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JackCorley

23IL PERSONAGGIO

MILANO - «L’obiettivo è globalizza-re l’educazione, rendere universalimetodi e modelli per formare le gio-vani coscienze a diventare uomini edonne liberi, ma soprattutto rispetto-si dell’altrui libertà».In un mondo che tende ad abbatterele frontiere unicamente per logiche dimercato, l’affermazione del professorJack Corley, vicepresidente dell’IEF(International Educational Foundation,un organismo non governativo che hastretti rapporti con le Nazioni Unitee ha sede proprio a New York), ha ilsapore di una sfida. Dal 1990, questocinquantenne irlandese trapiantato inRussia si occupa di istruzione in tuttele sue differenti dinamiche, proprioper rendere trasversali insegnamentiimprontati alla pace universale, a cuisi approda «solo con un corretto svi-luppo del carattere». Corley, che oltrea operare nel panorama russo (vive aMosca da una quindicina d’anni), hacontinui rapporti con i governi diCina, India e Mongolia, è reduce dauna serie di incontri in Italia, dove hapotuto far conoscere l’esperienzadell’IEF a centinaia di docenti e stu-denti. «La vostra realtà - dice - èmolto diversa da quella che quotidia-namente vivo a Mosca. Quella è unasocietà compressa, reduce da un tota-litarismo che ancora incide massiccia-mente nei rapporti interpersonali e icui retaggi vengono trasmessi allegiovani generazioni. Penso che il

lavoro di scambio di esperienze chestiamo portando avanti possa essereproficuo per tutti. È per questo chechiedo agli amministratori lombardi,così come hanno già fatto quelli delleprovince di Varese e di Monza che inquesti giorni mi hanno offerto spaziadeguati per illustrare i nostri proget-ti, di promuovere ulteriori iniziativeper seguire appunto un percorsocomune di formazione». I modellisviluppati dall’IEF sono usati attual-mente in più di 10.000 scuole inRussia, Mongolia e sono fonte di con-tinuo scambio con gli Usa.«Attualmente il nostro piano didatti-co, che facciamo circolare attraversocentinaia di pubblicazioni e seminaridivulgativi, è al vaglio dell’UnioneEuropea - conclude Corley. È necessa-rio, e le continue lacerazioni sociali celo insegnano, che fin da piccoli ci sial’accettazione dell’altro da sè, inun’ottica di serena convivenza.L’importante è che la scuola e la fami-glia siano capaci di instillare questidogmi. Lo so, è un cammino difficile,ma ce la possiamo fare. Dobbiamoalmeno provarci».

Il dottor Jack Corleyin Italia

Il 14 novembre 2005 è giunto inItalia, per una serie di incontri conaddetti ai lavori e con il pubblico, ildottor Jack Corley, vice presidentedella IEF (International EducationalFoundation). Questa è un’organizza-zione fondata nel 1990 per sostenere,in tutte le nazioni del mondo, delleiniziative volte alla formazione delcarattere, alla promozione della cultu-ra del servizio, della formazione fami-liare e della prevenzione del disagio.Nei giorni 14 e 15 novembre, il dot-tor Corley ha animato presso la sededell’Istituto Comprensivo Statale “G.Galilei” di Pesaro un seminario sulvalore dell’educazione del carattere.Sono stati esposti e discussi i temi:l’educazione e lo sviluppo del caratte-re, le relazioni interpersonali, il ruolodella famiglia nello sviluppo dei gio-vani e il rapporto scuola-famiglia-ter-ritorio.La platea era costituita prevalente-mente da insegnanti delle scuole pri-

marie, secondarie e superiori e dadocenti e studenti universitari diScienze dell’Educazione. In serata si ètenuto l’incontro con i genitori dellescuole di Pesaro.

Le altre giornate

Il 16 novembre 2006, ha avuto luogoun incontro a Bergamo in collabora-zione con l’AISR - AccademiaItaliana di Studi Religiosi - Milano;l’Associazione Nazionale Chiamal’Africa - Onlus; la Federazione delleFamiglie sede di Bergamo; laWomen’s Federation for WorldPeace. La conferenza, dal tema“Modelli educativi e globalizzazione:verso un codice etico comune?” si ètenuta presso il Centro Culturale “LaPorta”.Il 17 novembre il dottor Corley è sta-to ospite della “Tavola della città, deibambini e dei ragazzi” del Comunedi Monza, nell’ambito dei convegniinterculturali denominata “I dirittidi tutti i colori”. L’incontro per gli educatori dellaBrianza, patrocinato dal Comune diMonza e dalla sede locale dellaIIFWP, si è svolto presso l’UrbanCenter della città briantea. Nellostesso giorno il dottor Corley ha in-contrato alcuni docenti di pedagogiadelle università di Milano, per pro-grammare futuri momenti di scam-bio di esperienze. Erano presenti insegnanti delle scuo-le primarie, secondarie e superiori, dadocenti e studenti universitari diScienze della Educazione e da opera-tori della formazione.Il 18 novembre a Varese, con il patro-cinio dell’Assessorato alle PoliticheSociali della Provincia di Varese e delCentro Servizi Amministrativi dellacittà, ha presenziato, presso la salaConvegni della Provincia, al semina-rio dal tema: “L’Educazione delCarattere nella società multiculturalee multietnica”.Il 19 novembre, le varie attività dellaIEF sono state da lui presentateanche a Milano, presso la SalaConferenze della Federazione per laPace (IIFWP). In tutti gli incontri èstato presentato il manuale per edu-catori: “Educazione del Carattere”,corredato di CD.

Jack CorleyVicepresidente dell’InternationalEducational Foundation, lanciaun appello a genitori e docenti:«Globalizziamo l’insegnamento

della pace»

di Carlotta Morgana(tratto da Il Giorno 2 dicembre ‘05)

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24 IL PERSONAGGIO

Le recenti tendenze nel campo del-l’educazione del carattere riconosco-no l’importante ruolo che rivestono ivalori universali nel percorso dellaformazione scolastica. L’impegnodella IEF (International EducationalFoundation) è quello di fornire letracce di un percorso formativo allaclasse docente ed alle famiglie sullabase di un’etica morale; un’etica chedeve essere trasmessa dalla scuolaalle giovani generazioni. Secondo la IEF quindi la scuola nondeve limitarsi, come fa oggi, a forni-re delle conoscenze; deve, assiemealla famiglia, contribuire alla forma-zione del carattere; una parte fonda-mentale di questa formazioneriguarda l’interazione tra gli indivi-dui. Partendo da questa base, la IEFha sviluppato le proprie attività invarie nazioni. Fra queste la Russia, la Cina, gliStati Uniti e presto lo farà anche inalcune nazioni europee.

Gli obiettivi

La IEF è un’organizzazione aconfes-sionale, apartitica e senza scopo dilucro, fondata nel 1990 per sostene-re la formazione del carattere, la cul-tura del servizio, la formazione fami-gliare ed un’educazione alla preven-zione in tutte le parti del mondo.I suoi obiettivi sono:- lavorare per integrare il meglio

della tradizione orientale e dellatradizione occidentale, dei valorispirituali e dei valori materiali,così come i valori tradizionali econtemporanei;

- sviluppare un approccio formativoincentrato sulla crescita del cuoresullo sviluppo del carattere, eduna visione del mondo che diapriorità alla moralità e all’etica;

- sostenere il lavoro degli educatori,dei genitori, dei leader dellecomunità e di coloro che operanonell’aiuto ai giovani ed alle fami-glie a migliorare la cooperazionefra Famiglia, Scuola e Comunitàlocale nella ricerca dello sviluppodel carattere del bambino, del-l’adolescente e dell’adulto;

- sviluppare materiali e testi chepromuovano la formazione delcarattere e la cultura del servizioin generale, focalizzandosi su temispecifici come l’educazione sessua-le, la prevenzione dell’uso di dro-ghe e la risoluzione dei conflittifamigliari;

- aiutare le famiglie ad un’adeguatapreparazione al matrimonio ed alruolo genitoriale.

Le attività

Questo lavoro cominciò nel 1990 neipaesi dell’ex Unione Sovietica, conuno scambio internazionale che portòstudenti e educatori negli Stati Unitiper seminari sulla leadership. Ciòportò alla collaborazione con educa-tori russi e a produrre materiali edu-cativi molto validi per un’educazionemorale e di prevenzione nelle scuolelocali. Da allora, sono stati organizza-ti centinaia di corsi per l’aggiorna-mento degli insegnanti al fine di pre-sentare i contenuti e le nuove meto-dologie che integrano con successo ivalori universali con le specifiche tra-dizioni culturali locali. I percorsi for-mativi sviluppati dalla IEF sono usatiattualmente, in più di 10.000 scuolein Russia, Mongolia ed altri paesidell’ex Unione Sovietica. L’ufficiodell’IEF per l’Eurasia è a Mosca. InAsia, il lavoro dell’IEF ha prodottoconferenze con educatori locali e ope-ratori di comunità in Cina,Mongolia, India e altre nazioni con loscopo di promuovere insieme lo svi-luppo e le risorse per la crescita delcuore e la formazione del carattere,con materiale adeguato agli inse-gnanti. In ogni provincia della Cinasono stati tenuti molti seminari perl’aggiornamento degli educatori, suitemi dell’educazione del carattere e laformazione al matrimonio responsa-bile e consapevole, con i supporti dafornire ai genitori nel loro nuovo“ruolo genitoriale informato”. Inquesto lavoro organizzativo è stato dirilevante importanza l’appoggiodelle Università, di docenti universi-tari, dei vari dipartimenti dell’educa-zione locali e di molte altre organiz-zazioni. Negli Stati Uniti, l’IEF pro-duce pubblicazioni, si propone conservizi di consulenza per scuole loca-li e fornisce ai docenti le direttive e isuggerimenti didattici, proponendoseminari ed incontri e conferenzeaccademiche. La sede centrale dell’or-ganizzazione internazionale è situataa New York. L’IEF ora sta espanden-do il suo lavoro in Sud America,Europa e Africa.

InternationalEducationalFoundation(IEF)

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INIZIATIVE

Signore e signori, la via al buongoverno non è semplice. La mianazione, la Repubblica di Palau, losta sperimentando. Palau ha rag-giunto l’indipendenza nel 1994.In questo breve periodo abbiamolavorato duramente per realizzareuna struttura di buon governo cheguiderà il popolo verso un futuropositivo, pacifico e giusto. In quali-tà di secondo Presidente, ho stabili-to, come priorità, la realizzazione di

strutture istituzionali che offrano alpopolo di Palau l’opportunità el’ambiente per crescere e prospera-re. Dal momento che Palau è cosìgiovane, abbiamo una magnificaopportunità per imparare da altrenazioni nella nostra regione e nelmondo al fine di realizzare unarobusta fondazione per il buongoverno.Oltre a tale base, dobbiamo instil-lare nel nostro popolo il forte credo

nel fatto che il nostro futuro è stret-tamente collegato al modo in cui cirapportiamo tra noi e con il gover-no. Il fallimento nel far ciò porte-rebbe alla distruzione del sistemadi base della società e del governo. A livello istituzionale Palau hacostituito una forte base di entigovernativi e giuridici che ci porte-rà verso il buon governo. La strut-tura fondamentale di questo siste-ma è il requisito di pareggiare il

REPUBBLICA DI PALAU

Superficie: 487 km2

Abitanti: 19.100 (stime 2001)Densità: 39 ab/km2

Forma di governo:Repubblica parlamentareCapitale: Koror (10.500 ab.)Altre città: -Gruppi etnici: Micronesiani

Monti principali:Mount Ngerchelchauus 242 mIsole principali: Palau, 370 km2

Clima: EquatorialeLingua: Palauano, Inglese(entrambe ufficiali)Religione: CattolicaMoneta: Dollaro USA

25I SummitMondiali

I Summit MondialiSummit 2004 - Seul, 25 gennaioSintesi del discorso dell’On. Tommy E.Remengesau Jr. (Presidente della Repubblica di Palau)

Il Presidente di Palau (a destra) incontra i rappresentanti dell’UPF-IIFWP

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INIZIATIVE

bilancio ogni anno fiscale, e chetutte le entrate della Repubblicasiano depositate nel TesoroNazionale, da dove possono essererecuperate solo ai sensi delle nostreleggi. Per rafforzare questa premes-sa basilare, di spesa meditata e lega-le dei fondi pubblici, abbiamoapprovato delle leggi finanziarieche rendono illegale la spesa pub-blica che vada oltre le entrate previ-ste. Per esser certi che non si verifi-chino sforamenti di spesa, richie-diamo delle certificazioni, che senon rispettate danno luogo a severiprovvedimenti civili e penali,incluso il rimborso dei fondi spesiin modo inappropriato. Al fine di assicurare l’integrità diquesto sistema finanziario, la nostraCostituzione ha istituito l’Ufficiodel Pubblico Revisore dei Conti, ela posizione di Revisore, il qualenon può essere rimosso dalla suacarica se non con almeno 2/3 deivoti delle nostre due camere.Questo tipo di votazione è moltodifficile da attuare.

Il fondamento di unasocietà libera

Amici, una società libera ed equa ini-zia e finisce con il popolo. Il buongoverno è, in realtà, solo una buonaabitudine, mentre il cattivo governoriflette semplicemente le cattive abi-tudini e la mancanza di dedizione daparte della leadership alla promozio-ne dei diritti dei cittadini tramite iprocessi politici ed istituzionali.Queste cattive abitudini devonoessere superate, ma il farlo è moltodifficile, ed è una cosa che richiedeun’attenzione ed una forza di volontàcontinua. Amici, se noi, nelle nostreistituzioni, imprigioniamo le mentie le voci delle persone, diventiamoleaders solo di noi stessi. Il buongoverno semplicemente rispetta eriflette la volontà della nostra fami-glia. Uniamoci alla nostra famigliaper creare un mondo migliore.

Il Pubblico Revisore

Il Pubblico Revisore controlla e cer-tifica i conti di ogni sezione, diparti-

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mento, agenzia ed autorità del gover-no, nonché di tutti gli altri enti pub-blici ed organizzazioni no-profit chericevono soldi pubblici dal governonazionale.Il Revisore è dichiarato in modo spe-cifico dalla Costituzione come liberodal controllo di qualunque persona oorganizzazione. Abbiamo anche approvato delle fortileggi etiche, al fine di far sì che ipubblici ufficiali debbano renderconto delle loro azioni, e che lanostra politica non cada preda diinfluenze e finanziamenti stranieri,un pericolo reale per una piccolanazione come la nostra. Al fine dell’applicazione di talileggi, oltre all’Ufficio del PubblicoRevisore, abbiamo creato l’Ufficiodella Pubblica Accusa, che ha ampipoteri per intentare azioni legali ditipo penale e civile contro pubbliciufficiali nonché contro i reati ammi-nistrativi.Quest’Ufficio ha con successo perse-guito dei pubblici ufficiali, condan-nati per spesa non autorizzata difondi per viaggi non a fini istituzio-nali e similari. Istituzioni come que-

ste sono la spina dorsale del buongoverno.Ma il cuore del buon governo è lavolontà del popolo. Recentemente il potere legislativo halanciato un attacco contro questeistituzioni.Quando i legislatori hanno cercatodi abolire la legge di costituzionedell’Ufficio della Pubblica Accusa, amotivo di processi pendenti contromolti dei suoi membri, il popolo,tramite la libera stampa, si è schie-rato all’unanimità contro questotentativo.Dopo quasi un anno di lotta e didibattito pubblico, l’Ufficio è statoreinsediato.In modo simile, quando il poterelegislativo ha cercato di minare lenostre leggi bancarie, il popolo diPalau ha marciato di fronte allaCamera per richiedere il manteni-mento di tali leggi. In entrambi i casi, il libero flussodelle informazioni ed il coinvolgi-mento attivo del popolo di Palaunella politica è stato il fattore deter-minante per la preservazione dellanostra integrità istituzionale.

I WORLD SUMMIT DELLA UPF-IIFWP

La UPF-IIFWP organizza fin dalla sua fondazione, con cadenza annuale,dei Summit a livello mondiale. Queste iniziative sono indirizzate a persone che siano in posizione di lea-dership a livello nazionale (come ad esempio il Presidente dellaRepubblica di Palau di cui riportiamo l’intervento) o che lo siano state,in qualunque campo di interesse pubblico.I partecipanti possono così scambiarsi esperienze per quanto riguarda il

proprio campo di attività ed integrare le proprie con quelle di parteci-panti di altre nazioni e di altri campi. Il fine è quello di facilitare la ricerca di soluzioni ai problemi condivisiormai dalla comunità mondiale e la cui soluzione non può che essereinterdisciplinare.

I Summit mirano inoltre a:- favorire la comprensione ed il supporto per la visione di base dellaIIFWP, che considera la famiglia uno strumento fondamentale per la rea-lizzazione della pace mondiale;- creare un modello di governance a livello globale che integri la visionepolitica e la visione spirituale, con il fine precipuo del rinnovo delleNazioni Unite;- sviluppare iniziative specifiche in Corea, Medio Oriente e Sud-est asia-tico che dimostrino come l’armonia interreligiosa e la cooperazione inter-nazionale svolgano un ruolo primario ai fini del superamento dei conflit-ti a livello mondiale.

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Il primoSummitMondiale UPFdelle donne perla pace

27INIZIATIVE

Incentrato sul tema “Costruire unacultura del cuore ed un mondo dipace duratura”, il Summit ha lavora-to sulle cause di fondo e sugliapprocci alla soluzione dei problemiglobali a livello della famiglia e dellacomunità.Il documento prodotto, chiamato“Impegno di Seul”, è il frutto dellediscussioni delle donne Ambasciatricidi Pace in merito all’applicazione del-l’approccio della UPF-IIFWP allacostruzione della pace.Il giorno 29 le partecipanti hannovisitato il Centro Internazionale perla Pace in Cheongpyeong, nella zonadi Seul, che ha costituito la giustacornice per il dibattito che ha ospita-to quel giorno.

Nel Centro le donne hanno presoparte, assieme a circa 5.000 coreani,ai festeggiamenti per il “Giorno deiGenitori”, una ricorrenza che ha loscopo di rinnovare la consapevolezzae la comprensione del ruolo signifi-cativo svolto dai genitori nel pro-muovere generazioni di pace.Molte delle partecipanti hanno sot-tolineato il fatto che nel corso dellepresentazioni e delle cerimonie che sisono svolte in quel giorno, hannoacquisito una comprensione più pro-fonda del ruolo svolto a favore dellapace dai genitori, dalla famiglia ed inmodo specifico dalle donne.È diventato chiaro in effetti che se simette enfasi sulla capacità e sullamissione delle famiglie di esaltare i

valori della pace, le “barriere” reli-giose, etniche e nazionali, automati-camente si dissolvono. Dopotutto, iproblemi e gli obiettivi di fondo diogni famiglia (l’educazione dei figli,i rapporti famigliari e la necessità diun ambiente sano sia per i figli cheper i genitori) sono comuni a tuttiindipendentemente dalla loro reli-gione, nazionalità, età o status eco-nomico. Il Summit ha avuto quindicome risultato la sottoscrizione di unimpegno comune delle partecipantinella promozione della pace, l’averpermesso di raggiungere una miglio-re conoscenza del contributo che ledonne stanno portando alla pace,attraverso le loro azioni nelle fami-glie e nelle comunità.

Il primo Summit MondialeUPF-IIFWP delle donne per la paceSettanta donne da 37 paesi si sono riunite a Seul dal 28 al31 marzo 2006 per il primo Summit Mondiale UPF-IIFWPdelle donne per la pace

Delegate femminili al Congresso Mondiale di Seoul

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Si sono svolte finora 18 MEPI con lapartecipazione, in ognuna di esse, dicentinaia di partecipanti provenientida quasi tutte le nazioni del mondo.Dal maggio 2003, da quando questainiziativa è partita, più di diecimilaAmbasciatori di Pace sono andati inTerra Santa, non solo per visitare iluoghi sacri delle tre religioni mono-teiste ma anche per incontrare leaderpolitici e della società civile ed avereun confronto serio ed approfonditosul come portare pace alla regione. Scopo di questi pellegrinaggi, aiquali partecipano, oltre che comuni

cittadini, importanti esponenti dimolte religioni e di vari settori dellasocietà, è portare un messaggio eduna testimonianza di pace sia allaleadership palestinese ed israelianache ai due popoli in conflitto. Il messaggio fondamentale si riassu-me in una parola: riconciliazione.L’ultima iniziativa si è svolta dal 18al 25 maggio 2006 in Israele,Giordania e Palestina; ad essa hannopartecipato circa 300 delegati prove-nienti dalla Corea, dal Giappone,dagli Stati Uniti e da alcune nazionieuropee.

Pellegrinaggio di paceDa alcuni anni la UPF-IIFWP organizza un pellegrinaggio di pace inIsraele e Palestina chiamato “Middle East Peace Initiative”e conosciuto come MEPI

Manifestazione delle Donne di Pace a Gerusalemme

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29INIZIATIVE

Questo è il motivo profondo dellaMEPI, che sta mobilitando enormirisorse, sia della IIFWP che deipartecipanti, per raggiungere unobiettivo grandioso.

Perché in Terra Santa?

Ci si potrebbe chiedere perché si èdato il via ad una iniziativa di pacein quello che apparentemente è l’ul-timo posto al mondo che potrebbevederla, la pace; sarebbe stato moltopiù facile organizzare in altri luoghiuna simile mobilitazione per rag-giungere quasi sicuramente degliobiettivi più limitati ma importan-ti: non mancano certo conflitti nelmondo i cui protagonisti sarebberopronti ad accogliere, dopo le reti-cenze necessarie a salvare la faccia,gli inviti alla pacificazione avanzatida tanti e così illustri personaggi,religiosi e politici. La realtà è che la fine del conflittoisraelo-palestinese è la chiave per larisoluzione di tutti gli altri conflit-ti. Se si sarà in grado di contribuirealla fine di questo odio che dividecosì profondamente i due popoli,allora per tutti gli altri conflitti saràmolto più semplice. Non c’è infattial mondo lotta più profonda, incon-dizionata e radicata, in cui tutte lemotivazioni possibili sono coinvol-te: religione, territorio, cultura,diritto internazionale, razza ecc. Ilmerito principale della MEPI consi-ste, secondo me, nell’aver indivi-duato il cuore del problema: il con-flitto religioso, sia attivo che passi-vo. Attivo quando dei sedicenti lea-ders religiosi attizzano il conflitto;passivo quando altri leaders religio-si nulla fanno per spegnere l’odioscatenato dai primi. La pace inMedio Oriente e nel mondo, passaattraverso la riconciliazione religio-sa, e non semplicemente attraversoil “dialogo religioso”. La riconcilia-zione è molto più alta, nobile e dif-ficile da realizzare del dialogo. Ilquale è necessario, anzi, indispensa-bile, ma può portare frutti solodopo una vera e profonda riconcilia-zione e dopo il perdono ed il servi-zio reciproci. Esattamente gli obiet-tivi che la MEPI sta perseguendo.

Le sue caratteristiche

Possiamo dire con certezza che laMEPI è l’unica iniziativa di pace almondo con due caratteristiche pecu-liari “esteriori”: internazionalità econtinuità e due “interiori”: riconci-liazione e riaffermazione della neces-sità, perché si possa giungere allapace in Medio Oriente dal riferimen-to all’unico Dio. Non dobbiamo infatti farci illusioni:queste peculiarità sono a mio avvisoanche delle precondizioni, senza lequali la pace non si potrà mai realiz-zare. Si potranno fare dieci, cento,mille convegni; redigere dieci, cento,mille analisi storiche; stipulare dieci,cento, mille trattati, ma la pace saràsempre fuori portata.La ricerca della composizione dellalotta in una situazione nella qualetutti i popoli coinvolti hanno, dalproprio punto di vista, tutte le ragio-ni e in cui anche un’iniziativa didifesa passiva (il muro) è al centro dimille polemiche, non può non passa-re attraverso qualcosa che va oltre(pur non ignorandoli) il diritto el’accademia. Il motto della serie diiniziative della MEPI è: “Heart toheart for peace”, e cioé “Cuore acuore per la pace”; questo non è il

titolo di una sdolcinata canzone ouno slogan adottato perché suggesti-vo, è invece, allo stesso tempo, unavia ed un obiettivo. È una via perchéindica nella realtà l’unica strada per-corribile, quella che si basa sugliunici punti in comune tra tutti icontendenti: la loro umanità e la lorodiscendenza da un unico Dio, e pre-scinde quindi da diritti che, pur sereali ed innegabili, sono nella realtàinconciliabili.O meglio, sono conciliabili solo nelriconoscimento reciproco dell’uma-nità, della dignità umana e delladivinità dell’altro.È un obiettivo perché è inevitabileche le persone idealiste e di fede,come i partecipanti alla MEPI,incontrino nel percorso verso la pace,che per essi è assolutamente sincero edisinteressato, alcuni che cercano dideviare e di utilizzare a proprio van-taggio ciò a cui proclamano a granvoce di aderire spassionatamente esenza precondizioni.È un obiettivo però anche e soprat-tutto perché è ciò che verrà realizza-to alla fine. In una situazione senzavia d’uscita apparente, l’unica solu-zione è il ricorso ad un valore supe-riore sia ai contendenti, sia all’ogget-to del contendere.

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30 NEWS

Il Fondatore della UPF-IIFWP harealizzato dal 12 settembre al 23dicembre un tour di 100 città in 67nazioni, molte delle quali inEuropa, nel corso del quale ha por-tato ad un vasto pubblico il propriomessaggio di pace e di riconcilia-zione.Il discorso tenuto in quelle occasio-ni è pubblicato sul sito www.voice-sofpeace.it; in sostanza, il Dott.Moon ha ribadito che la vera pace èpossibile solo abbattendo le barrie-re di ogni tipo che separano gliuomini e vivendo il vero amore:non a caso il motto della UPF-IIFWP è: “Live for the sake ofothers” e cioé “vivere per il benedegli altri”.

Questo motto deve essere realizzatonella pratica con azioni concrete,che passano anche attraverso propo-ste che potranno avere un impattorivoluzionario sulla situazione deiconflitti mondiali, quali la camera“interreligiosa” presso l’ONU.L’accoglienza, sia in termini di pub-blico che di interesse nei contenuti,è stata più che buona; in molte cittàhanno partecipato alti esponenti deigoverni nazionali e locali. Quel tour è stato subito seguito daun altro, da marzo ad agosto 2006,durante il quale la signora Moon havisitato 100 nazioni in 180 giorni,leggendo un discorso che ripercor-reva sostanzialmente le proposteavanzate nell’evento precedente.

La serie di viaggi non si è però con-clusa a questo punto; sotto la pres-sione delle gravi crisi mondiali incorso, il Fondatore ha chiesto a 12componenti della sua famiglia dirinnovare l’impegno di portare ilsuo messaggio, dal 31 agosto al 7ottobre, in 40 nazioni e, in ognunadi queste, in 12 città contempora-neamente.Un impegno non da poco quello diviaggiare di nazione in nazione eper convogliare un messaggio inno-vativo, il tutto ogni giorno per 40giorni; questa attività è l’esempiodel desiderio della UPF di diffonde-re il più possibile una prospettivadi pace e riconciliazione che è allasua base.

I “Peace Tours”: un messaggioitinerante di riconciliazione

Manifestazione “da cuore a cuore” a Gerusalemme

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31NEWS

Dopo questo ultimo tour, se ne èsvolto un’altro alla fine del 2006.Oltre 120 leader religiosi di variereligioni, soprattutto dagli StatiUniti, hanno portato il messaggiodell’UPF-IIFWP nella maggiorparte delle nazioni del mondo, Italiainclusa.Un momento chiave di questo even-to sarà il momento in cui, interrom-pendo il tour, tutti i partecipanti siritroveranno al 38° parallelo, lineadi demarcazione tra Corea del Norde del Sud, dove pregheranno, unitinella diversità delle loro confessioni,perché Dio guidi il mondo a trovarela risoluzione a tutti i conflitti.Questa serie di tour rivela il mododi lavorare del Fondatore: dichiararein prima persona le proprie idee e ilproprio impegno per gli obiettiviche si pone con la UPF-IIFWP;coinvolgere un numero sempre cre-scente di persone che desideranosostenerla, partendo dalle personepiù vicine (la propria famiglia) egiungendo a coinvolgere tutti gliuomini di buona volontà.

Il Giorno Internazionale dellaPace-Commemorazionein India

Vari Ambasciatori di Pace dellaUPF-IIFWP, in associazione con ilReligious Youth Service (organizza-zione legata alla UPF-IIFWP) e laFederazione degli Istituti Gandhianihanno commemorato il GiornoInternazionale della Pace a Chennai(India) il 21 settembre 2006. Il programma ha previsto preghiereinterreligiose per la pace mondiale,la non violenza ed il cessate il fuoco,oltre ad una campagna di raccoltafirme.Nirmala Deshpade, dell’IstitutoGandhiano e Ambasciatore di Pace,ha guidato gli attivisti per la pacenella manifestazione, ed ha firmatoper primo una proclamazione nellaquale si legge: “… la crisi globaleimpone a tutti i cittadini di operareper convertire le nobili aspirazionidell’umanità alla pace in realtà con-creta per le future generazioni”.All’incontro erano presenti numero-se autorità governative ed esponenti

della cultura e di altre organizzazio-ni con scopi affini a quellodell’UPF-IIFWP.

Laurea Honoris Causaal Fondatore

Il 12 settembre 2006 il Dott. SunMyung Moon ha ricevuto la LaureaHonoris Causa da parte dellaUniversidad Santa Maria di Caracas(Venezuela) in riconoscimento diquanto realizzato nella sua vita dilavoro per la pace, l’educazione, idiritti umani e la libertà religiosa.La cerimonia è stata condotta dalVice-Presidente dell’Università, ildott. Carlos Enrique Pena, il qualeha detto nel discorso di conferimen-to: “Quando ho saputo di quantorealizzato dal Dott. Moon, ho senti-to che fosse un sacro dovere dellanostra università offrirgli la nostraonorificenza più elevata in ricono-scimento del suo straordinario con-tributo alla difesa dei dirittiumani”.La Universidad Santa Maria ha con-ferito, negli ultimi trenta anni, solotre o quattro onorificenze del gene-re, l’ultima delle quali al dott.Mario Villaroel, Presidente dellaCroce Rossa Internazionale. Il Fondatore ha ricevuto varie laureehonoris causa; la prima gli fu confe-rita dall’Università de La Plata(Argentina) nel 1984.

Incontro al Campidogliodi Washington sulprogetto di ponte sullostretto di Bering

La UPF-IIFWP ha lanciato nel 2005il progetto della costruzione di unponte (o di un tunnel) che unisca ledue sponde dello stretto di Bering.Il progetto ha due fini: uno pratico eestremamente evidente: facilitare ilpassaggio di persone e di merci tral’Asia e l’America nel punto piùprossimo tra i due continenti; l’altroè meno tangibile ma forse piùimportante: unire gli sforzi del-l’umanità attorno alla realizzazionedi un progetto di grande portata,

che ha il senso del superamento diuna barriera che non è solo geografi-ca, ma anche politica e culturale.Se è vero che i conflitti si possonosuperare solo abbattendo le barriereche separano i popoli, le razze e lereligioni, allora è vero che l’abbatti-mento di una barriera così evidenteporterà benefici assolutamente unici. L’unione tra due continenti che sto-ricamente sono sempre stati conside-rati antitetici per valori e sistemipolitici costituirà un passo fonda-mentale verso il superamento deiconflitti in tutto il mondo.Questo progetto è stato illustratonei dettagli in un incontro che si ètenuto il 17 maggio 2006 alCampidoglio di Washington, alquale hanno partecipato esponentidel mondo politico ed economico siadegli Stati Uniti che della Russia;nel corso dell’incontro sono stateanalizzate con esito positivo sia lanecessità che la fattibilità del pro-getto e sono stati stesi i primi pianid’azione per muovere verso la fasepropositiva a livello dei due governi.Un resoconto più ampio può esseretrovato nel sito della UPF-IIFWP,www.peacefederation.org.

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00132 Roma – Via di Colle Mattia, 131Tel. 06 20608055 – Fax: 06 20608054email: [email protected]

24123 Bergamo – Via Turani, 4Cell. 348 2720551email: [email protected]

20159 Milano - Via Cola Montano, 40Tel. 02 683788 - Fax 02 6070629

20052 Monza - Via Timavo, 21Tel. 039 833788 email: [email protected]

35122 Padova – Via Acquette, 16Cell. 335 70 44 776 email: [email protected]

61010 Padiglione di Tavullia PUVia E. Berlinguer, 21/c Tel. 335 7025872 - 0721 478878

25085 Gavardo BS – Via Borzina, 2Cell. 339 699 4264email: [email protected]

80030 Scisciano NAPiazza San Martino, 53Cell. 328 3639787

47893 Borgo MaggioreRSM - Via F. della Balda, 10/5Tel. 0549 907513 - Fax 0549 876063email: [email protected]

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La speranza di ogni generazioneè un mondo di pace e unità

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