Giulio Cesare Giacobbe - Essere Vittima e Fare La Vittima

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    Se ripercorriamo a ritroso i passaggi che conducono alleventovittimario, in cui qualcuno risulta essere vittima, vediamo con Giacobbequanto sia difficile individuare il carnefice originario, artefice della

    vittimizzazione. La sua osservazione che il carnefice vero sempre unosconosciuto e che il carnefice identificato come tale sempre un falsocarnefice. Giacobbe riporta a titolo di esempio la sequenza: A unsemaforo unauto frena di colpo davanti a un autobus, che la tampona. Tusei sullautobus e a causa della frenata la vecchietta dietro di te ti infilza

    con lombrello. Tu le strappi lombrello di mano e glielo rompi sulla testa.

    Ce ne sono abbastanza, qui, di vittime e di carnefici, per i tuoi gusti? (p.49). Se si esamina con attenzione la serie di eventi, si vede subito che lacondizione di vittima la conseguenza di errori commessi da chi vittima.E di solito questi errori dipendono dal fatto che la persona che li commettenon ha pi contatto con la realt; quindi la vittima innanzi tutto vittimadi se stessa.

    Anche la sofferenza per qualcosa che disapproviamo, ad esempioper fatto che la nostra amica esce con un altro, non affatto giustificata edipende solo dalla condizione nevrotica in cui si diventa vittime di sestessi. La nevrosi la perdita di contatto con il mondo, dove la realt sostituita dalle nostre aspettative. Ammonisce Giacobbe: Se tu soffri perquello che fanno gli altri della loro vita la colpa non degli altri ma tuache ti crei aspettative fuori della realt cio nevrotiche e quindi sei una

    falsa vittima, perch sei soltanto vittima di te stesso (p. 58). La leggepsicologica fondamentale recita che nessuno pu fare soffrire nessuno;quindi non si capisce perch qualcuno accetti di rimanere vittima diqualcosa che subisce e non preferisca andarsene, togliere le tende,riprendersi la propria vita, riguadagnare la propria libert, se non, appunto,

    perch preferisce continuare a fare la vittima. Perci nessuno realmentevittima troppo a lungo, ma dopo un istante in cui vittima, fa la vittima ea uno sguardo attento si scopre vittima di stesso.

    Anche nella vita di coppia si pu agevolmente verificare che, al di

    l delle apparenze e al di l delle accuse reciproche, i coniugi sono vittimee carnefici insieme. Spesso linfedelt sessuale provoca sofferenza nelconiuge che si sente tradito, anche se il rapporto continua a funzionare,

    proprio perch la vittima non ha un rapporto sano con la realt. E la realtci dice che la fedelt sessuale non esiste. La promessa fatta allatto delmatrimonio non riguarda la fedelt sessuale, secondo Giacobbe, malassistenza reciproca. Giacobbe dimentica che per la Chiesa la sessualit

    finalizzata alla procreazione e quindi la sessualit fuori del matrimonionon giustificata e rappresenta comunque un tradimento delle attese del

    coniuge e una mancanza di rispetto. Altra cosa vedere se chi tradisce lo

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    faccia perch a sua volta subisce uno stato di insoddisfazione e disofferenza di cui responsabile laltro partner.

    Secondo Giacobbe, una donna matura e responsabile non considera

    tradimento linfedelt sessuale. La donna che vive il tradimento sessualecome tradimento affettivo di fatto un bambino. Seguendo ilragionamento di Giacobbe, si dovrebbe considerare il divenire adulti comelemancipazione dal legame tra sessualit e affettivit. Ladulto vive

    quindi come normale la scissione tra sessualit e affettivit. Ma anchequesto discutibile: davvero lesperienza erotica con unaltra donnasarebbe solo sessuale? Di fatto sappiamo che non pu esserlo, neppure tradue sconosciuti che provino unattrazione reciproca immediata eirresistibile. Se essere adulto significa vivere una sorta di cinismoschizofrenico di questo tipo, allora molto meglio rimanere bambini eingannarsi, per cos dire, mantenendosi fedeli allidea che sessualit eaffettivit si implicano reciprocamente. La conquista della maturit passaattraverso la separazione e la scissione dellaffettivit dalla sessualit?

    Laffettivit sarebbe ci che rimane dopo che lattrazione sessuale

    divenuta cos debole da scomparire del tutto a causa dellassuefazione?

    2.

    Giacobbe spiega che i ruoli di vittima e carnefice sono intercambiabili. Lavittima pu diventare carnefice quando suscita negli altri un senso di colpa

    per una colpa inesistente. Indurre un senso di colpa per una colpainesistente significa agire al solo scopo di dominare colui che, diconseguenza, diventa vittima reale. La colpa esiste solo quando sicommette del male intenzionalmente. Molte donne agiscono in questomodo nei confronti dei loro mariti o partner: per averne il controlloassumono la veste della vittima e vittimizzano il povero compagno.Ergendosi a vittime con accuse prive di senso, cessano di essere vittime ediventano carnefici, carnefici mascherate da vittime.

    Il ruolo di vittima interpretato spesso anche fuori del rapporto di

    coppia, come nel mobbing. Anche qui non bisogna dimenticare che ogninostro accadimento una conseguenza dei nostri atti, secondo la leggedel karma (p. 93). Il mobbizzato non pu adottare dei comportamenti chehanno come conseguenza la sua emarginazione, cos come una donna non

    pu pretendere di andare in giro con una minigonna vertiginosa e poiindignarsi o ribellarsi agli sguardi bavosi dei maschi. Bisogna saper viveree saper prevedere le conseguenze dei nostri comportamenti. Infatti le

    persone intelligenti si adattano al mondo. I pazzi pretendono che il mondosi adatti a loro (p. 95). Troppo spesso si verifica che i mobbizzati siano

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    false vittime, giacch con il loro comportamento hanno provocato lasituazione in cui si trovano.

    La vera vittima quella in cui il carnefice sconosciuto. Ma per lo

    pi le persone sono vittime di se stesse. Non hanno autostima, non sisentono amati, vorrebbero farla finita, ogni loro pensiero evoca una colpao una sconfitta o un inganno subito. Ma lamore e la stima di se stessi si

    possono conquistare solo diventando adulti e cio: imparando aprocurarsi il cibo da soli. A difendersi dai pericoli da soli. A superare ledifficolt da soli. Senza laiuto di nessuno. Solo cos, ci si libera

    dallangoscia della solitudine. Solo cos, ci si libera dalla paura di vivere.Dal sentirsi vittima. Dal fare, la vittima. Lamore e la stima di te stesso

    sono la chiave che apre la porta della cella nella quale sei rinchiuso. Lacella di quella prigione dedicata a una categoria speciale di delinquenti. Levittime di se stessi (p. 106).

    Ci sono varie specie di vittimismo. Lipocondriaco, il salutista, il

    lamentoso (che si lamenta di tutto). Un'altra figura del vittimismo lincontentabile. Giacobbe scherzosamente immagina che Ipocondriaco e

    Salutista si sposino e abbiano dei figli: Lamentoso e Incontentabile.Salutista e Ipocondriaco hanno una figlia, Crocerossina che sposaLamentoso. Crocerossina sta sveglia tutta la notte ad aspettare cheLamentoso si svegli per consolarlo e non debba lamentarsi di aver paura diessere solo (p. 135). Dopo sofferenze e umiliazioni di ogni sorta, dopo

    ripetuti tentativi per superare limpotenza di Lamentoso, Crocerossinarimane incinta. Finalmente partorisce quattro gemelli: Pauroso,Tappettino, Tradita e Catastrofica (p. 138). Pauroso nasce con la paura ditutto, anche di respirare; Tappettino nasce con il rimpianto di non avereavuto la prontezza di strozzarsi con il cordone ombelicale. Tappettinochiede scusa a tutti, anche al vigile che lo multa o al ladro che gli ruba il

    portafogli. Tradita quella che al suo matrimonio la sola a presentarsi.La Catastrofica allarga il vittimismo allintero universo, predicendo

    catastrofi al mondo, allumanit, tipo la fine nucleare o limpatto di un

    meteorite gigantesco. Tappettino e Tradita, prima che lei finisca inprigione e lui si impicchi, fanno un figlio, Imputato, che si sente accusatodi tutto, anche se nessuno gli dice niente (p. 153). Catastrofica sposaPauroso e fanno un figlio: Atlante, quello che porta il mondo sulle spalle eche, quando lo incontri, sembra distrutto (p. 155).

    Ma la famiglia vittimismi si allarga ai nipoti e pronipoti, comeInsicuro, Terrorizzato, Ansioso, Depresso, Sospettoso, Infelice,Angosciato, Diffidente, Smarrita, Confusa, Indecisa, Derelitta, ecc. ecc. Ivittimisti sono tutti dei bambini, spiega Giacobbe, affetti da nevrosi

    infantile. Ognuno di noi vittima di se stesso, se vittima. Infatti ogni

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    nostra azione prodotta dalla nostra autoimmagine. E finch noncresciamo, finch non diventiamo adulti, sempre quel bambino piccolodebole e indifeso dentro di noi, che reagisce e interagisce con il mondo. E

    lui ipocondriaco, lamentoso, incontentabile, pauroso, servile,catastrofico, insicuro, terrorizzato, ansioso, depresso, sospettoso, infelice,angosciato (p. 160).

    Quindi per smettere di fare la vittima bisogna crescere, diventareadulti. A questo punto per, una volta diventato adulto, si deve evitare didiventare carnefici. Il carnefice odiosissimo e provoca una sola risposta:fargliela pagare. Occhio per occhio, dente per dente. cos che ilcarnefice un ex-vittima, uno che da bambino ha fatto la vittima, e quindida adulto far il carnefice. I bambini che sono stati vittime diventanocarnefici, per vendicarsi di essere stati maltrattati da piccoli o magarianche da grandi. cos che appaiono i pedofili, stupratori, maniaci,deviati, rapinatori, e delinquenti vari. Ma la ex vittima sa benissimo chediventare carnefice una bruttura oscena. Deve allora smetterla divendicarsi e di voler dominare, dopo essere stato violentato e dominato.Deve diventare genitore, smetterla di esser bambino nelle due modalitopposte (vittima/carnefice) e imparare ad amare.

    Il ragionamento di Giacobbe per cui chi vittima in fondo fa lavittima, essendo vittima di se stesso, pu funzionare se riferito a personeadulte; ma i bambini indifesi vittime di violenze non fanno le vittime e

    non sono vittime di se stessi. Come fa il bambino ad essere vittima di sestesso senza aver subito alcuna violenza esterna? vero invece che chi stato vittima dovr poi compensare la violenza subita diventando a suavolta carnefice. Si apre dunque uno spazio di azione per lanalistaterapeuta e leducatore: aiutare i bambini che sono stati davvero vittime asuperare la coazione a ripetere la violenza nel ruolo attivo. Come?Insegnando loro ad amare e a perdonare i loro persecutori. Il perdonocristiano va nella stessa direzione, poich consiste nel riconoscimentodella necessit di disattivare il meccanismo della ritorsione ritardata che

    avvelena le coscienze, ostacolando il raggiungimento della maturit diadulto. Perdoniamo quindi certe semplificazioni e fallaciedellargomentazione di Giacobbe, tenendo conto del fatto che il suoobiettivo quello di accendere la vigilanza critica delle persone vittimein primo luogo del loro vittimismo per suscitare in loro il desiderio diemanciparsi dalla schiavit di se stesse, conquistando la libert elautonomia di adulti consapevoli.

    10 giugno 2010