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Strisciando – Majella 2016 – [email protected] Nei silenzi freddi delle scoscese rupi e dei fitti boschi della Majella Madre e del Morrone, molti Eremiti si sono succeduti per raccogliersi in isolamento, privazione e preghiera. In questi luoghi magici e talvolta impervi è oggi possibile visitare quegli eremi, che spesso sono accovacciati su pareti di nuda roccia strapiombante o ricavati in cavità naturali, luoghi dove è possibile nutrirsi della stessa spiritualità degli antichi monaci. Il più famoso tra gli Eremiti fu certamente Pietro Angelerio o da Morrone (Isernia 1215 circa, Castello di Fumone - Frosinone - 1296) che divenne Celestino V – "Il Papa del gran rifiuto" Pietro fondò intorno al 1264 una congregazione di eremiti che vennero chiamati in seguito 'Celestini'. La sua elezione a Pontefice, avvenne a Perugia il 5 luglio 1294 e fu Consacrato Papa il 29 Agosto 1294 all’Aquila. Petrarca definì le nostre montagne come "domus Christi" perché in questi luoghi impervi, ma di grande bellezza, ci si può sentire vicinissimi a Dio. Il viaggio tra gli eremi è un percorso dell’anima, di comprensione della ricerca dell’assoluto. Silone disse che per molti cristiani, dopo il crollo dell’impero romano, l’eremitismo divenne "la forma più accessibile di salvezza e di elevazione”. In Abruzzo, le cui montagne costituiscono un luogo ideale per la vita ascetica, si contano più di Cento Eremi la maggior parte dei quali si trovano proprio sulla Majella. I più conosciuti e GIRO DEI 3 EREMI Domenica 30 Ottobre

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Strisciando – Majella 2016 – [email protected]

Nei silenzi freddi delle scoscese rupi e dei fitti boschi della Majella Madre e del Morrone, molti Eremiti si sono succeduti per raccogliersi in isolamento, privazione e preghiera. In questi luoghi magici e talvolta impervi è oggi possibile visitare quegli eremi, che spesso sono accovacciati su pareti di nuda roccia strapiombante o ricavati in cavità naturali, luoghi dove è possibile nutrirsi della stessa spiritualità degli antichi monaci. Il più famoso tra gli Eremiti fu certamente Pietro Angelerio o da Morrone (Isernia 1215 circa, Castello di Fumone - Frosinone - 1296) che divenne Celestino V – "Il Papa del gran rifiuto" Pietro fondò intorno al 1264 una congregazione di eremiti che vennero chiamati in seguito 'Celestini'. La sua elezione a Pontefice, avvenne a Perugia il 5 luglio 1294 e fu Consacrato Papa il 29 Agosto 1294 all’Aquila. Petrarca definì le nostre montagne come "domus Christi" perché in questi luoghi impervi, ma di grande bellezza, ci si può sentire vicinissimi a Dio. Il viaggio tra gli eremi è un percorso dell’anima, di comprensione della ricerca dell’assoluto. Silone disse che per molti cristiani, dopo il crollo dell’impero romano, l’eremitismo divenne "la forma più accessibile di salvezza e di elevazione”. In Abruzzo, le cui montagne costituiscono un luogo ideale per la vita ascetica, si contano più di Cento Eremi la maggior parte dei quali si trovano proprio sulla Majella. I più conosciuti e

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Domenica 30 Ottobre

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visitati sono gli Eremi Celestiniani. Il “Percorso dello Spirito” che vi proponiamo comprende tre Eremi Celestiniani e più precisamente l'Eremo di S.Giovanni dell'Orfento, di Santo Spirito, e di San Bartolomeo in Legio. L'eremo di S.Giovanni dell'Orfento lo si incontra a 1227m s.l.m. sul versante alto della Maiella occidentale, nella Riserva Naturale dell'Orfento ed è l’eremo più nascosto e difficile da raggiungere tra quelli abitati da Celestino V. Le testimonianze parlano della presenza di Pietro da Morrone in questo luogo fino al 1274 e quasi ininterrottamente dal 1284 fino al 1294, anno in cui si trasferì a Sant'Onofrio del Morrone luogo che abbandonò dopo appena un anno per essere incoronato Papa.

Si narra che Pietro abbia originariamente vissuto in solitudine nella grotta, per poi far costruire un piccolo edificio al sopraggiungere dei suoi fratelli celestini. Il luogo in origine era costituito da alcuni ambienti dedicati all'eremitaggio e sotto di essi da una chiesetta, alcune cellette per i monaci, una foresteria per i pellegrini, ma solo i primi sono ancora, seppur con difficoltà, accessibili. L’accesso all’eremo avviene attraverso scale e camminamento scavati nella parete, la cui larghezza in alcuni punti non è più ampia di 50 centimetri e che in prossimità dell’ingresso si interrompe per alcuni metri costringendo il visitatore a proseguire strisciando. Una volta entrati troverete due piccoli ambienti con numerose nicchie scavate nelle pareti e un altarino. La canalizzazione idrica, scavata nella roccia, serviva a raccogliere l’acqua piovana in alcune vasche, quasi tutte ancora perfettamente funzionanti. Uno dei luoghi più adatti all’ascesi spirituale, secondo il Petrarca nel “De vita solitaria”, è l’Eremo di Santo Spirito a Majella posto a circa 1130m s.l.m. E’ il più grande ed forse il più noto degli Eremi presenti sulla Montagna Madre. Già nel 1053 era stato abitato dal monaco Desiderio da Montecassino, poi divenuto Papa Vittore III, che vi costruì una chiesetta, trovata distrutta da Pietro da Morrone nel 1246.

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Fu il futuro papa Celestino V ad iniziarne la ristrutturazione con la realizzazione di un oratorio e una celletta. I suoi seguaci resero presto necessario l’ampliamento della struttura. Quando fondò la sua Congregazione nel 1263 Celestino V decise di costituire proprio qui la Casa Madre dell´Ordine, mentre la chiesa diventava un Monastero. Nei secoli ospitò una fiorente scuola di lettere e di filosofia. Vi trovarono rifugio Cola di Rienzo e Torquato Tasso Nel 1586 Pietro Cantucci da Manfredonia costruì la Scala Santa. Negli ultimi anni del XVII secolo, il principe Caracciolo di San Buono, vi aggiunse un edificio a tre piani, la foresteria. Soppresso nel 1807 l’Ordine dei Celestini, l’edificio venne depredato e dato alle fiamme e solo alla fine dell’ottocento i fedeli di Roccamorice si occuparono della ristrutturazione della chiesa. Oggi l'Eremo di S. Spirito è costituito dalla chiesa, dalla sagrestia, dalla foresteria e dal complesso monastico, in cui sono situate le celle, la sala del capitolo, la biblioteca, la cappella invernale e il refettorio. Dalla foresteria si può salire la Scala Santa per giungere all’oratorio della Maddalena e a due balconate interamente coperte. Il portale settecentesco, la statua di San Michele Arcangelo e il tabernacolo sono opera di Giuseppe Di Bartolomeo di Roccamorice, realizzati in occasione della riapertura della chiesa nel 1894. Tra le opere di maggior pregio ci sono il coro ligneo, alcune tele raffiguranti la Madonna e la Discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo e una statua del Cristo.

Sotto la chiesa si può poi visitare la grotta dove vissero i primi eremiti con la stanza del Crocifisso, la cella centrale, il luogo scelto per la preghiera da Celestino V. Infine l’Eremo di San Bartolomeo in Legio. La struttura, probabilmente la più fotografata degli Eremi della Majella, è stata edificata per volere di Pietro da Morrone, su una costruzione pre-esistente, prima del 1250. Sembra che il futuro papa Celestino V si sia fermato qui al ritorno da Lione, in cui si era recato a piedi dal Papa per difendere la regola dei Fratelli dello Spirito Santo, che diventeranno poi i

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Celestini e che qui sia rimasto fino al 1276. Siamo a 600 m slm, completamente protetti da uno sperone di roccia lungo 50 metri. L’Eremo compare improvvisamente all’ultimo momento e l’effetto sorpresa contribuisce a rendere indimenticabile l’incontro. All’Eremo vero e proprio si accede attraverso una scala scavata nella roccia, la Scala Santa che porta ad una balconata rocciosa alla fine della quale si trova la chiesa. Sulla facciata ci sono i resti di affreschi che risalgono al periodo di Celestino V, ormai logorati dal tempo.

All’interno della chiesa si trova un semplice altare su cui è posta la statua di S. Bartolomeo, e una sulla parete sinistra c’è una piccola sorgente d’acqua che i devoti ritengono miracolosa.

Percorso A/R di ca. 25 km Dislivello ca. 1100 m

Difficoltà Impegnativo (itinerario per escursionisti preparati) - Sentiero privo di difficoltà tecniche

Nr.partecipanti max 20 persone Partenza ore 7:00 Arrivo previsto ore 17:00

Note è necessario munirsi di: frontale, almeno 1,5 litri di acqua, attrezzatura idonea in caso di pioggia, pranzo al sacco.