Giovanna Pentella - Associazione ANIMO - A.N.I.M.O. · 2017-05-23 · Il Primary Nursing Le teorie...
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Il sottoscritto Pentella Giovanna ai sensi dell’art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell’Accordo Stato-Regione del 5 novembre 2009, dichiara che negli ultimi due anni NON ha avuto rapporti diretti di finanziamento con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario
CONTENUTI
Gli elementi che costituiscono un
modello assistenziale infermieristico
Congruenza tra il modello organizzativo e i meccanismi operativi
I modelli organizzativi assistenziali:
Il Modello Funzionale
Il Primary Nursing
Le teorie dell’organizzazione
L'oggettiva modificazione dei bisogni di salute e della domanda di servizi conseguenti all'aumento delle patologie cronico degenerative, all'invecchiamento della popolazione e alle molteplici forme di fragilità
Sostenibilità
del Sistema Sanitario
Nazionale (SSN)
QUALI INTERVENTI CORRETTIVI ?
La normativa italiana Profilo professionale 739/94
L.251/2000 “Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche”:
“Il Ministero della Sanità…emana linee guida per…la
revisione dell’organizzazione del lavoro, incentivando modelli di assistenza personalizzata”.
Ministero della Salute 1° Rapporto sulle professioni sanitarie infermieristiche e di ostetrica nel SSN, 2008
PROGETTARE UN SISTEMA ASSISTENZIALE
Il progetto di un sistema assistenziale deve tener
presente i seguenti punti:
• Lo scopo della cura per i pazienti / famiglie è più efficace quando sappiamo ciò che conta di più per ogni paziente / famiglia
• I pazienti collaborano di più quando si sentono al sicuro
• La continuità delle cure migliora la produttività , l'efficienza e la soddisfazione del paziente e del personale
Ogni elemento deve essere chiaramente definito
PROGETTARE UN SISTEMA ASSISTENZIALE
2. Capire come erogare meglio
l’assistenza.
1. Quale modello organizzativo
adottare
QUALITÀ DELLE CURE
Gli esiti misurati sono :
La soddisfazione del paziente,
Le cadute
Le lesioni da decubito
I costi
L’efficienza (riduzione del tempo dedicato a particolari
attività, ad esempio accettazione dei pazienti)
L a riduzione delle riammissione
La soddisfazione e stabilità dell’equipe infermieristica
MODELLO ASSISTENZIALE INFERMIERISTICO
Sistema di erogazione delle cure, per rispondere alle
esigenze dei sistemi sanitari e all’evoluzione dei
bisogni degli utenti
Rappresenta la modalità con la quale un
organizzazione agisce
Il modello da indicazione su come operare,
suddividere e organizzare il lavoro infermieristico e di supporto
Il rapporto e il processo decisionale Infermiere / paziente
Rapporto operatore e utente :rispetto al criterio quali
continuità assistenziale, globalità delle cure erogate,
uniformità delle cure da parte degli operatori,ect
Quanto dura la relazione tra l’infermiere e il paziente?
Definire la responsabilità
Chi prende le decisioni sull’assistenza infermieristica?
Chi è responsabile delle decisioni sull’assistenza
a un determinato paziente?
Chi è responsabile di prendere le decisioni su
quell’attività?
Barbara Chamberlain at alPractice models: A concept analysisOctober 2013 • Nursing Management
La ripartizione del lavoro/l’assegnazione
dei Pazienti
Il modo in cui viene diviso il lavoro su base quotidiana
In base allo staff del lavoro
Il lavoro che bisogna fare
Come avviene la pianificazione del personale , le
assegnazioni dei pazienti , e la verifica degli obiettivi
raggiunti delle attività di assistenza?
Il modo come si decide di dividerlo in base a due
tecniche: per compiti o per paziente
La comunicazione tra i membri del team di assistenza sanitaria
Processi informativi: rapporto tra informazioni scritte,
e orali, strumenti di passaggio di informazioni sui
pazienti
Quali sono gli standard della comunicazione?
Relazioni tra i membri dell’equipè:
i valori, le regole e le credenze del gruppo
Il mangment e l’ambiente di cura dell’Unità
Processi decisionali : distribuzione del potere tra i
membri del lavoro, livello di dicrezionalità e di
responsabilità
Il coordinatore ha molto potere discrezionale, controlla
l’esecuzione dei compiti?
Il coordinatore crea la cultura e lo sviluppo delle
competenze del gruppo?
Quando tutti quattro elementi sono chiaramente definiti un sistema di erogazione può funzionare
efficientemente ed efficacemente
RESPONSABILITA’ ASSEGNAZIONE DEL LAVORO
COMUNICAZIONE MANAGMENT
1 2 3 4
Quattro elementi
Ogni organizzazione ha in sé gli stessi quattro elementi ma definiti in maniera differente è come prendere un caleidoscopio, farlo girare e vedere come tutto cambia al suo interno; sembra diverso anche se gli ingredienti sono gli stessi
M. Manthey
MODELLO ORGANIZZATIVO
Quando si ridefinisce la
struttura organizzativa
del lavoro si cambia il
modo in cui le persone
lavorano. I loro valori
cambiano effettivamente
come risultato del
cambiamento dei principi
organizzativi
M. Manthey
Struttura Organizzativa
Lavoro
Valori
“Quando cambi posizione, cambi il modo di vedere le cose”,
QUATTRO MODELLI ASSISSTENZIALI STORICI
-Presa in carico totale ( fine anni 60)
- Per compiti (negli anni 50-60)
- Per piccole équipes ( metà
degli anni 60-70 anni)
- Assistenza primaria (1968-69)
I sistemi di assistenza riflettono valori sociali, ideologie di gestione e considerazioni economiche
MODELLI ORGANIZZATIVI DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA
Modelli organizzativi
orientati al tecnicismo:
Modello funzionale o per compiti
Modelli organizzativi
orientati alla professionalità
• Modello per piccole équipe
• Modello di assistenza primaria
• Case manager
1.la Responsabilità
2.l’Assegnazione del Lavoro
3.la Comunicazione
4.Il Management
RESPONSABILITA’ ASSEGNAZIONE DEL LAVORO
COMUNICAZIONE MANAGMENT
PROCESSO DECISIONALE
Il processo decisionale centralizzato che si ritrova
tipicamente nella filosofia del management di quegli
istituti burocratici, gerarchici e autoritari che
chiamiamo ospedali.
Modelli per compiti e suoi elementi
ll processo decisionale si verifica in un solo turno ed
preso dall’ infermiere in turno.
Il lavoro infermieristico viene parcellizzato in singole azioni
Il lavoro viene distribuito tra gli infermieri secondo mansioni,
(talora diversi livelli di responsabilità) e ciascuno svolge una
parte dell’assistenza a tutti i pazienti.
I compiti sono divisi tra i membri:
trattamenti , scale , segni vitali, giro letti ect
Il flusso di informazioni transita dal paziente al medico, da
questi alla caposala e dalla caposala agli infermieri sotto
forma di assegnazione di compiti.
…… L’assistenza per compiti è caratterizzata dalla forte
presenza delle regole, regolamentazioni e rituali. Le
procedure e i protocolli devono essere scrupolosamente
eseguiti.
La comunicazione è gerarchica. Non esiste una
documentazione infermieristica individuale ma solo una
trasmissione di consegne sulle azioni da compiere.
La funzione direttiva è rivolta all’organizzazione /supervisione e
ha lo scopo che tutti i compiti vengono svolti.
Il caposala mantiene la visione complessiva e prende le decisioni
cliniche più importanti.
L’approccio assistenziale è simile a quella della catena di
montaggio
CONSIDERAZIONI
• Aumenta la produttività e consente di assistere il maggior numero possibile di persone con poche
risorse. Ma a lungo andare la ripetitività può portare alla noia e all’insoddisfazione
• L’infermiere, concentrandosi sugli atti assistenziali, perde di vista la centralità del paziente, l’unicità dei suoi bisogni e la globalità degli interventi di cura
• Gli errori e le omissioni aumentano • Perdita di autonomia nella azione infermieristica • Deprofessionalizzazione
IL PRIMARY NURSING
L’infermiere primary riceve e accetta la responsabilità di
gestire l’assistenza di un piccolo gruppo di pazienti per
tutta la durata del ricovero. L’infermiere primary
identifica le necessità del paziente e opera con lui per
sviluppare un piano di assistenza
per quel paziente. Di conseguenza il piano di assistenza è
responsabilità dell’infermiere primary e gli altri infermieri
associati seguiranno quel piano quando questi non sarà
presente.
Assistenza basata sulle relazioni
UN PROCESSO DECISIONALE DECENTRALIZZATO
Responsabilità, Autorità e Obbligo
L’infermiere primary ha la responsabilità di decidere
sull’assistenza di un determinato gruppo di pazienti per l’intera
durata del ricovero. L’infermiere riconoscere la condizione in cui
può essere decisore indipendente nelle scelte sull’assistenza
dei pazienti con una relazione interdipendente con altri
professionisti sanitari e riconoscere le volte in cui è invece in
un rapporto più intricato con i medici riguardo al piano medico
assistenziale.
La filosofia alla base del primary nursing
ASSEGNAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ
Io voglio che tu sia l’infermiere primary per questo
paziente; io voglio che tu sia l’infermiere primary per quei
pazienti; io voglio che tu sia l’infermiere capo; io voglio che
tu sia il presidente di una commissione. L’assegnazione
della responsabilità è data da una posizione più alta, per
poi essere suddivisa e ulteriormente distribuita. La
chiarezza di ciò è essenziale per i sistemi funzionali. Se
manca la chiarezza su chi è responsabile di cosa e quando,
si ha un sistema disfunzionale.
ACCETTAZIONE DELLA RESPONSABILITA’
“Voglio che tu sia l’infermiere primary di questi
pazienti”, e tu non sei disposto ad assumere questo ruolo,
allora non cambierai, non crescerai, resterai bloccato,
sarai vittimizzato e non capirai mai cosa significa essere
un infermiere primary.
Devi trovarti in quella posizione per poter capire il ruolo.
Se non accetti la responsabilità, non sarai in quella
posizione e non accetterai il ruolo. La manifestazione
dell’accettazione di quel ruolo sta nel costruire una
relazione
L’AUTORITÀ
Il secondo elemento è l’autorità cioè il diritto di agire
nell’area per cui ti è stata assegnata la
Responsabilità che hai accettato. Deve andare di pari
passo alla responsabilità. Se l’autorità non è commisurata
alla responsabilità, nel senso che ne hai troppa e stai
usando più autorità di quella data dalla responsabilità,
allora si parla di abuso di potere. Nel caso invece si
assuma meno autorità di quanta compete per
responsabilità, allora si è dipendenti o vittimizzati.
L’OBBLIGO DI RISPONDERE
L’obbligo di risponderne consiste nell’analisi
retrospettiva delle decisioni prese per stabilire se siano
state o meno appropriate. Si tratta di una revisione del
lavoro che è stato fatto per determinare se sia stato
adeguato e se bisogna ricorrere ad azioni correttive che
non siano punitive. Ma qui la cosa importante è capire
che se non si è agito correttamente bisogna
intraprendere qualche azione correttiva non punitiva.
PRIMARY NURSING
Nel quadro generale della funzione e della struttura
organizzativa la Responsabilità, l’Autorità e l’ Obbligo
di risponderne siano:
commisurati
riconosciti dall’infermiere secondario
LE FUNZIONI PRINCIPALI DELL’INFERMIERE PRIMARY
In questo sistema solo un infermiere deve entrare e
scoprire la storia di quella persona che è il paziente.
Non è che tutti devono fare le stesse interviste e
valutazioni, e stabilire il piano di assistenza assumendo
l’incarico di un paziente, laddove l’infermiere primary
avvia la comunicazione, coordina l’assistenza e pianifica
le dimissioni.
ASSEGNAZIONE DEL LAVORO
Un infermiere si ritrova ad occuparsi di tutte le attività
relative alla cura di un particolare paziente dove gli
incarichi sono basati sul livello di competenza, del
caregiver e sulla complessità del paziente.
Gli incarichi non sono uguali in termini di numero di
pazienti, ma si basano sulla criticità e sulla
combinazione di competenze
LA COMUNICAZIONE
L’infermiere primario è responsabile di comunicare
direttamente avviando la comunicazione con qualsiasi
membro del team sanitario che abbia informazioni di
cui l’infermiere primary necessita o che abbia bisogno
di ricevere informazioni che quest’ultimo possiede.
Questo pone l’infermiere primary in un ruolo molto
forte ovvero di avviare la comunicazione.
IL MANGMENT
Con questo elemento affermiamo che l’infermiere capo,
invece di essere quello che dice agli altri cosa fare, o
l’infermiere manager che dirige il gruppo, trasforma il
suo ruolo dal controllo allo sviluppo dello staff.
Quindi, il ruolo dell’infermiere manager è sottoposto a
un profondo cambiamento. Il cambiamento più
profondo del primary nursing sta proprio nel ruolo
dell’infermiere manager.
IL MANAGMENT
E’ responsabile della qualità generale dell’assistenza
fornita ai pazienti in quella unità, sette giorni alla
settimana, ventiquattro ore al giorno. L’infermiere capo è
quello di gestire lo staff che gestisce l’assistenza, di
sviluppare lo staff che gestisce l’assistenza.
L’infermiere capo non gestisce l’assistenza, ma sviluppa lo
staff e, in particolare, individua le specifiche
competenze di cui gli infermieri hanno bisogno per
essere dei buoni infermieri primary.
.
Quale modello assistenziale?
Il personale ha bisogno di essere sviluppato, diretto , e
troverà il modo migliore per raggiungere gli
obiettivi organizzativi e raggiungere i risultati
desiderati . Questo si realizza attraverso strategie e
programmi di implementazione.
Un modello di erogazione dell’assistenza non va bene
per tutti
AZIENDA OSPEDALE = IMPREVEDIBILITÀ
È un sistema complesso adattivo (SCA) composto da individui
l’insieme delle parti che lo costituiscono hanno la libertà di agire ed essendo tra loro interconnesse si determinano due effetti principali: 1. la non linearità, ossia piccoli cambiamenti
possono avere grandi effetti 2. la creatività continua come stato naturale del
sistema P. Plsek 2001
Le teorie dell’organizzazione
VISIONE MECCANICA
taylorismo
burocrazia (Weber)
VISIONE ORGANICA
organismo vivente
sistema socio-tecnico
approccio contingente
CRITICA DEL PARADIGMA MECCANICO
relazioni umane
circoli viziosi della burocrazia
• Cambia il sistema delle professionalità e delle competenze
Dalle mansioni ai ruoli:
Da solista a direttore d’orchestra
L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Prof. R. Ruffini Università C.Cattaneo - LIUC
A
B
C
D
E
a b c d e f
enrichment: a+b+A+B
enlargment: a+b+c+d..
compiti
gestionali
compiti esecutivi
Dai compiti routinari all’arrichimento dei ruoli
Documento approvato dal Comitato Centrale della Federazione Nazionale Collegi
IPASVI con delibera n. 79 del 25 aprile 2015
Esempi
T
G
R
Figure con prevalente contenuto tecnico:
programmatore informatico
progettista viabilità/edifici
operatore CAD
T G
R
Figure con prevalente contenuto relazionale:
ausiliario asilo nido
operatore sportello polifunzionale
custode/bidello scuola
T
G
R
Figure con contenuto tecnico e relazionale:
operatore sportello tributi
vigile urbano
infermiere
MODELLI ASSISTENZIALI IN LETTERATURA
Pochi studi tuttavia, ne hanno esaminano l’efficacia. Molta
letteratura, infatti, si limita a descrivere le esperienze, talvolta
con risultati contraddittori. In particolare, non sembra esistere
alcuna relazione tra modelli e soddisfazione del paziente, degli
operatori, e riduzione degli eventi avversi.
Va tuttavia riconosciuto che probabilmente l’utilizzo di un unico
modello nelle organizzazioni complesse è poco efficace.
Gli studi più attuali hanno spostato l’attenzione sulla cultura degli
ospedali e dei reparti, sulla composizione quali-quantitativa del
gruppo assistenziale, sul ruolo dei manager.
SISTEMI ORGANIZZATIVI CENTRATI SUI PROFESSIONISTI E SUI RAPPORTI TRA
PROFESSIONISTI E ORGANIZZAZIONE.
modelli si differenziano da quelli tradizionali per una o più delle seguenti variabili:
- il grado di autonomia/tipologia di attività di ciascun infermiere, correlato al livello di formazione acquisito o all’esperienza maturata;
- il livello di autogestione degli infermieri o l’autonomia gestionale del coordinatore;
- il grado con cui viene sviluppata la gestione dei casi (case management);
- il grado di coinvolgimento dell’equipe.
Casablanca è una partenogenesi del cinema stesso
Casablanca è il prodotto dei
"migliori
istinti di un gruppo disparato di
persone di
talento" (R. Have)
Organizzazione aziendale 2004 Richard L. Daft
Bibliografia Barbara Chamberlain at Al Practice models: A concept analysis October 2013 • Nursing Management Neisner J, Brian R. Nurse staffing and care delivery models: a review of the evidence. Kaiser Permanent Institute for Health Policy, 2002. CESPI - Giornata Studio con Marie Manthey - Torino 17 dicembre 2012 Brusaferro S, Casini M. La scienza della complessità: conoscerla aiuta a operare meglio in sanità Dedalo; 2003; 1: 47 - 53. Zimmerman B, Lindberg C, Plsek P. Edgeware: Insights From Complexity Science for Health Care Leaders. VHA Inc. Irving, Texas; 1998; pp 155 - 160. Stacey R. Management e Caos. Milano: Edizioni Angelo Guerini e Associati; 1996. Maturana H, Varela F. Autopoiesi e Cognizione: la realizzazione del vivente. Venezia: Marsilio Editori; 1998. Stacey R, Griffin D, Shaw P. Complexity and Management. London: Routledge; 2002. Plsek P, Grennhalgh T. The challenge of complexity in health care. BMJ; 2001 Øvretveit J. Valutazione degli interventi in sanità. Torino, Centro Scientifico Editore,2000. Ministero della Salute. Manuale di formazione per il governo clinico: Il governo dell’innovazione nei sistemi sanitari, dicembre 2012 L’organizzazione del lavoro Prof. R. Ruffini Università C.Cattaneo - LIUC