Giovanna Garbuio e Elena Sanjust di Teulada...la legge del dare e del ricevere 51 cos’È...

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GiovannaGarbuioeElenaSanjustdiTeulada

AmoreeAbbondanza

un’unicastrada

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Non è necessario che tu cambi niente di te stesso, non devi diventare

qualcunodidiversodaquellochesei,soprattuttononènecessariochetu

imparinulladipiùdiquellochesaigià.DevisoltantoimparareadAmarti

a tal punto da essere finalmente Te Stesso con tutto Te Stesso! Farai

venireagallatuttociòchegiàsainellamisuraincuitisaràpiùutile.Per

questoticonsigliodiconservaresolo ilmegliodi ciòche leggeraiqui,di

buttare tutto ciò che non ti è affine e di non credere a me, senza

verificarepersonalmenteciòchetidico.SolocosìtroverailatuaVeritàed

essatirenderàsemprepiùlibero!

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IndicePREMESSA 7TUTTOÈUNO 9COMEDIVENTARERICCHICONHO’OPONOPONO 18COS’ÈILDENARO 21ILBELLONELBRUTTO 24ALLINEARELEVIBRAZIONIALL’ABBONDANZA 27OSSERVAZIONE,PRESENZAEMISSIONEDINASCITA 30STATIEFATTI 46LALEGGEDELDAREEDELRICEVERE 51COS’ÈL’ABBONDANZA 61RESPONSABILITÀAL100% 65ILPOTENZIALEDIPROSPERITÀ 72CHIARIREGLIOBIETTIVI 74DOV’ÈLANOSTRAATTENZIONE 771-Esercizioacoppie 792–Esercizioscritto 80GRATITUDINEEBENEDIZIONE 84ILMALENONESISTESENONLOVEDO 90“USARE”HO’OPONOPONO 93MOTIVAZIONIEOBIETTIVI 96PACEEDESIDERI 100ESSEREFELICI 103INDICAZIONIPRATICHE 106RISVEGLIAREL’ABBONDANZA 109LALUCED’AMORELA’AKEA 117ComeutilizzareLa'akeatecnicadiguarigionehawaiana 119LOSPIRITODIALOHA 137ICONDIZIONAMENTI 1331)Laprogrammazioneverbale 1452)Imodelli 1453)Quellocheèsuccessoanoi 145Esercizio 145RESPONSABILITA'ECOLPA 139GLISTRUMENTI 1451)Accettazione 1452)Benedizione 1453)Dare 149AMATIDIPIÙ 160Letteraall’Universo 161

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Istruzioni 164Affermazionicomplementari 165COLTIVAREIPROPRITALENTI 167IPROBLEMISONOOPPORTUNITÀ 169L’IMPORTANZADISAPERRICEVERE 175LACHIAVED’ORO 176INDICAZIONIFLASH 184

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Premessa

Questo libro non parla di come fare soldi a palate!

Questo libro indaga le modalità possibili per Essere!

Per Essere autentici, come arrivare ad essere allineati anche

percettivamente alla nostra Reale Identità in maniera tale riuscire a

riflettere fluidamente nella nostra realtà manifesta (vita, quotidianità) il

nostro miglior modo di essere, che significa di fatto non avere più bisogno

di niente… Che significa anche fare soldi a palate se questo è ciò che può

renderci veramente realizzati e felici… Ma non necessariamente!

Sappiamo ormai bene che Ho’oponopono non è una bacchetta magica che ci

manifesta un milione di euro sopra il tavolo della cucina o cose del genere.

Ho’oponopono non è un sistema più o meno efficace per ottenere qualcosa,

ma è un modo di vivere che ci permette di vivere, anche in mezzo ai

problemi, “senza problemi”.

Ho’oponopono è la consapevolezza che Tutto è Uno, che l’Uno è Amore,

perciò che Tutto è Amore che evolve in direzione di se stesso, regolato

dalla legge di causa ed effetto.

Ho’oponopono dunque è la consapevolezza che tutto è perfetto e

l’applicazione materiale quotidiana di questa consapevolezza.

• Cosa non è Ho’oponopono? Ho’oponopono non è una tecnica di

elevazione spirituale o uno strumento di ricerca della felicità o di

attuazione consapevole della legge di attrazione, o le cento altre

definizioni che ne sono state date…

• Cosa è Ho’oponopono? Ho’oponopono è un concetto, una via di

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consapevolezza, un modo di vivere che ci conduce diretti nel Regno dei

cieli.

Ho’oponopono significa letteralmente “percependo la perfezione miglioro

la realtà”. Ogni successivo ragionamento parte dalla consapevolezza della

perfezione dell’Universo.

Ho’oponopono è una consapevolezza che non ha niente a che fare con il

cosiddetto “problem solving” anche se chi ci si avvicina, ci si avvicina

spesso con quell’obiettivo!

Io so che indipendentemente dal motivo per cui Ho’oponopono entra nelle

nostre vite l’effetto è dirompente, ma è un effetto di consapevolezza, non

di “risoluzione dei problemi”.

Perciò quello di utilizzarlo come “problem solving” è altro, ma non è

Ho’oponopono.

Ho’oponopono ci aiuta a riconoscere Chi Siamo e a manifestarlo in maniera

percepibile. E quando arriviamo ad entrare dentro ad un certo

atteggiamento mentale, come effetto collaterale cambia e si risolve anche

la nostra quotidianità. La cosa fondamentale è che l’effetto collaterale

non sia l’obiettivo principale, perché un atteggiamento di questo tipo

(aspettative) rischierebbe di minare alla base tutto il processo.

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TuttoèUno

Tutto è Uno, l’Uno è Amore, Tutto è Amore che evolve in direzione di se

stesso.

L’Amore è l’energia primordiale, la causa prima da cui tutto deriva e in

funzione e verso cui tutto evolve (si muove, diviene). Se esiste una causa

prima, allora la sua evoluzione non può essere qualcosa di diverso

dall’essenza di tale causa prima. Tutto ciò che è e che deriva dalla causa

prima, può essere solo una variazione della causa che rimane però, in

essenza, la causa. Se la causa prima è Amore, inevitabilmente ogni

evoluzione, derivazione, manifestazione di quest’Amore, è Amore.

La diversità che vediamo non è una differenza di essenza, ma è una

diversità di percezione della stessa essenza.

Ecco cosa significa Tutto è uno. Tutto è Uno perché dall’Uno tutto è. La

missione di nascita di ogni essere umano è quella di riscoprire l’Amore in se

stesso. E quella di ritrovare dentro di sé, riconoscerla, l’Essenza della causa

prima che è Amore, la scintilla divina, la Luce d’Amore che abitualmente

chiamiamo “DIO”.

I concetti da cui partiamo sono concetti propri di un argomento di

spiritualità. Non stiamo parlando di fare soldi a palate, ma stiamo parlando

di stare bene ed essere realizzati anche all’interno della quotidianità con

continuità.

Vi diremo anche delle cosa banali… del tipo che tutto è Uno, che non c’è

differenza tra spirito e materia, che non c’è differenza tra spiritualità e

ricchezza.

Sono appunto cose banali dette così perché è evidente e logico e non ha

bisogno di nessuna spiegazione sostenere che se Tutto è Uno, tutto è la

stessa energia.

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Tutto è Uno perché dall’Uno tutto è. Se esiste una causa primordiale

energetica, se esiste un’Energia da cui tutto è derivato, significa che tutto

quello che è reale, tutto quello di cui facciamo esperienza, tutto quello che

è, che esiste, deriva da questa energia primordiale e quindi in essenza E’

questa energia originaria. Perché se tutto è energia, se tutto è Amore,

quello che non è Amore è non-essere.

Quindi ogni cosa, ogni situazione, ogni accadimento, ogni nostro vissuto se

è, se esiste, se si è manifestato, è questa energia d’Amore. Anche se a noi

non sembra e anche, forse peggio, se a noi non piace! Questo è quello che è

tanto difficile da digerire, ma il non comprenderlo è all’origine di tutte le

sofferenze, di tutti i disagi.

Perché quando ci troviamo di fronte al fidanzato che ci ha lasciato senza

motivo apparente, o alle continue interminabili discussioni con la suocera,

o al conto in banca sempre più rosso, alle bollette che si accumulano, ai

clienti che se ne vanno, alla promozione che non arriva mai o al lavoro che

abbiamo perso, vederci dentro l’Amore non è poi così semplice. E’ molto

normale non vedercelo dentro queste situazioni. Però se queste situazioni

si manifestano nella nostra realtà, si realizzano nella nostra vita, vuol dire

che hanno dentro di loro una scintilla d’Amore, altrimenti sarebbero non-

essere e quindi non si sarebbero verificate.

L’approccio occidentale è molto aggrappato al concetto che ciò che è

spirituale è bene e ciò che è materiale è male! E questo deriva dalla strana

idea che ha preso piede a queste latitudini, che la quantità di abbondanza

(di qualunque genere, ricchezza, benessere, salute, fortuna) diffusa

dall’Universo sia limitata.

Per questo motivo soprattutto per chi si occupa di spiritualità, la parola

ricchezza è una parola che porta con se una valenza negativa… legata

appunto alla limitatezza e alla mancanza. Tu sei spirituale, ti occupi di

Amore e ami il prossimo…non puoi essere ricco perché se lo fossi porteresti

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via al tuo prossimo la possibilità di esserlo a sua volta. Allo stesso modo chi

è ricco non può essere spirituale perché sta portando via un’opportunità al

suo prossimo dimostrando così di non amarlo!

Sono molto evidenti a tutti le diffusissime credenze negative che riguardano

il denaro. Siamo tutti profondamente convinti (magari solo a livello

subcosciente) che il denaro sia la “personificazione” del male. Rappresenta

tutti i difetti dell’uomo. Chi è ricco è automaticamente un ‘avido

sfruttatore’, spesso superbo e snob, e il più delle volte anche piuttosto

‘stupido’. Tipica domanda che ci si pone: “Chissà come avrà fatto a fare

tutti quei soldi?”

Basti pensare che in Italia per screditare i vari politici si redigono liste su

liste degli ‘onorevoli’ più ricchi... “Ma come Di Pietro è il secondo deputato

più ricco in Italia, chi l’avrebbe mai pensato... sembrava una persona tanto

per bene...”1 ecc...

Abbiamo culturalmente perso di vista il fatto che il denaro è uno strumento

e come tale non porta con sé nessuna caratteristica intrinseca né di bene

né di male! Il denaro è uno strumento e come tale può benissimo essere

utilizzato per fare il bene (e anche per fare il male ovviamente, ma non

necessariamente). E’ un mezzo in sé e per sé.

“Il denaro è il mezzo che si usa, ma anche un coltello può essere usato per

ammazzare o per tagliare una fetta di torta. E’ come dire: nella nuova era

eliminiamo l’uso dei coltelli e tagliamo le torte con le dita!”

Josè Scafarelli

Pensate a quante opere di bene si possono fare di più e meglio avendo a

disposizione ingenti somme di denaro. Come si può contribuire ad alleviare

1NonholapiùpallidaideaseveramenteDiPietrosiailsecondodeputatopiùriccod’Italia,nonsonemmenobeneseDiPietrosiaancoradeputato…eraperfareunesempio!

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la fame dei bambini in Africa? Indovina? Ci vogliono soldi per comperare gli

alimenti... Ci vogliono soldi per i vaccini... Ci vogliono soldi per costruire le

scuole... Ci vogliono soldi per costruire gli ospedali... e se questa verità non

ci permette di vivere in pace con noi stessi, beh forse dovremmo lavorarci

su.

Il denaro è uno strumento che appartiene a questa realtà, a questo tipo e

livello di società.

Ma chiariamo bene una cosa, come strumento è assolutamente NEUTRO,

libero da intenzioni e caratteristiche precostituite.

Finché non metabolizzeremo il fatto che il denaro è un mezzo e non il fine,

non avremo mai un rapporto sereno con i soldi. Il Dr. Ihalaekala Hew Len

stesso consiglia di ripulire i sentimenti che collettivamente abbiamo creato

attorno ai soldi.

Perché meritiamo di avere tutto ciò che i soldi consentono di ottenere,

meritiamo la libertà che essi rappresentano. Sì perché sarà anche

paradossale, ma senza denaro non potremo mai avere la LIBERTA’ restando

“vicini ai nostri cari”. Probabilmente andando a vivere in un isola sperduta

dei Caraibi il denaro non ci servirà… forse! Ma rimanendo a queste latitudini

la libertà di scegliere il lavoro che più ci soddisfa, la libertà di scegliere di

viaggiare o la libertà di nutrire principalmente la nostra Anima... o la

libertà di rimanere a queste latitudini…

Finché lo stomaco reclama un nutrimento fisico (che guarda un po’ costa

denaro) che non è sufficiente, non sarà possibile sfamare il nostro spirito. E

dobbiamo smettere di sentirci colpevoli per questo.

Anche chi ha il desiderio di aiutare l’umanità ha bisogno di denaro... Quindi

se i soldi sono uno strumento, perché non utilizzarli serenamente, senza

obbligatori e continui sensi di colpa, rabbia o frustrazioni ?

E’ evidente lo strano potere di amore/rigetto che possiedono i soldi. Essi

sono soggetti alle più strane e distorte teorie.

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Il problema principale, è ormai risaputo, ha la sua origine nel preconcetto:

soldi = male.

I soldi hanno un "valore", nascono per la soddisfazione di un bisogno.

I bisogni sono spesso opinabili, ma cosa non lo è? Ognuno ha il diritto di

scegliere quali bisogni vuole soddisfare, senza essere limitato dai giudizi

degli altri.

La paura dei soldi è l'unica cosa concreta che fa rimanere povera la

gente.

I soldi, come ogni altra cosa arrivano quando ci sentiamo meritevoli di

averli e per sentirci così è necessario superare il blocco energetico che ci

lega ad essi.

Ho’oponopono può senz’altro essere un buono strumento con cui superare

molte delle nostre programmazioni ostacolanti. Abbiamo avuto una

particolare educazione riguardo al denaro e difficilmente ci libereremo di

tutte le sue conseguenze senza lavorarci consapevolmente sopra.

Ma anche il fatto che il denaro si guadagni con il famoso “sudore della

fronte” è una convinzione dettata dalla Paura. Ben radicata certo, molto

diffusa anzi moltissimo, profonda, convincente tanto quanto limitante, ma

comunque una convinzione e quindi modificabile.

Nella Bibbia invece la ricchezza è una caratteristica dell’autenticità.

Abramo è molto ricco perché è autentico, vede le cose per quello che sono,

non s’inganna e per vedere qualcosa o qualcuno per quello che è bisogna

conoscerlo, per conoscerlo bisogna Amarlo. Abramo è uno che sa Amare

moltissimo sia le persone sia le cose. E viene RiAmato. Come sempre

succede, se tu Ami le cose, le cose ti Amano.

Igor Sibaldi

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Noi abbiamo tutta una serie di convinzioni che ci derivano dall’esterno che

abbiamo fatto nostre, anche se non hanno la loro origine in noi, e tra

queste, essendo noi occidentali, abbiamo anche questa convinzione che lo

spirito è buono e la materia è cattiva. Concetto che tra le altre cose va

palesemente in contrasto con l’altro che diciamo essere Vero e cioè che

Tutto è Uno!

Per cui quando in certi ambienti della spiritualità si dice che essere ricchi

non è spirituale, che Tutto è Uno però la ricchezza non è parte dell’Uno e

quindi essere ricchi non è spirituale! Sarebbe come dire che io sono

responsabile di tutta la mia realtà meno che di quell’arpia di mia suocera

nella mia vita (per inciso mia suocera era una persona meravigliosa… giusto

per sottolineare come anche questo sia un banale luogo comune).

Quando parliamo di rapporto tra spiritualità e ricchezza non stiamo

parlando di qualcosa che relaziona due energie diverse (non esistono

energie diverse se Tutto è Uno). L’energia è sempre una, è sempre la

stessa ed è l’Amore in qualsiasi ambito ci troviamo. Perciò ricchezza e

spirito sono solo due manifestazioni formali diverse della stessa essenza.

Tutto è Uno perché dall’Uno tutto è! Il rapporto tra materialità e

spiritualità è quindi un rapporto fittizio, virtuale. Un finto rapporto tra

l’identità più profonda, la nostra spiritualità intrinseca e quello che invece

appare come la cosa più materiale, più energeticamente densa, il denaro.

Per essere efficaci è necessario uscire da questa dualità, perché di fatto

non esiste.

Da questa consapevolezza risulta evidente che la ricchezza, il denaro,

l’abbondanza, la prosperità sono una conseguenza di come noi siamo a

livello spirituale, in quanto il livello spirituale non è mai un livello separato

da quello materiale, tutto è sempre Uno.

E questa è l’opportunità di rendere veramente pratica questa informazione.

Lo spirito, la coscienza, in quanto è Tutto ciò che è, è ciò che pervade e

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costituisce l’essenza di Tutto e quindi anche della materialità, della

ricchezza e del denaro. Ecco quindi che anche l’energia del denaro come si

manifesta e come appare nella nostra vita è una conseguenza della nostra

energia interiore, semplicemente perché tutto è una conseguenza della

nostra energia interiore. L’essere più o meno ricchi dipende da quanto ci

sentiamo ricchi e quanto ci sentiamo ricchi dipende da quanto riusciamo

fluidamente ad esprimere la nostra Reale Identità, semplicemente perché

tutte queste cose qui descritte molteplicemente, sono invece la stessa

cosa.

Nonostante questo ragionamento sia così logico e ovvio e indiscutibile,

ancora tantissime persone che si definiscono appunto “spirituali”,

continuano a percepire la faccenda non solo come duale, ma addirittura

come in contrasto… O l’uno o l’altro! Incredibilmente questa

incompatibilità tra due cose che sono Una (semplicemente perché Tutto è

Uno) è vissuta in maniera profondamente radicata molto più che in tutti gli

altri ambiti, negli ambienti della spiritualità.

La convinzione di un’incompatibilità tra due caratteristiche della stessa

essenza come spiritualità e materialità è di fatto qualcosa di nocivo, è

qualcosa di inefficace, è una convinzione infondata che ci porta a generare

sempre più conflitto e frammentazione.

Finché continuiamo a pensare che sia Tutto Uno, meno quello che alla

nostra percezione risulta non accettabile come spirituale, siamo

decisamente fuori strada e non siamo efficaci nella manifestazione del

nostro benessere e della nostra centratura. Ma questa divisione è nociva

non solo per ciò che riguarda spiritualità e ricchezza, ma anche quando la

facciamo tra spiritualità e sesso, tra spiritualità e carne, tra spiritualità e

sistema bancario, tra spiritualità e vaccini, tra spiritualità e società ecc…

Capiamo come sia incompatibile la ricerca dell’Unità se continuiamo a

pensare che non sia applicabile nei confronti del sesso, della carne, del

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denaro o (e qui mi rendo conto di essere provocatoria) del terrorismo…

E’ una contraddizione palese che però in certi ambienti tendenzialmente

non viene notata. E anche questo è un bell’indizio che dovrebbe darci

materia su cui riflettere. Perché non riusciamo a notare una contraddizione

così macroscopica? … Forse perché non siamo più (o ancora) capaci di

OSSERVARE.

Dove con osservare si intende lo stato di stare in presenza senza giudizio.

Questo è forse il più grosso scoglio al lavoro su di sé… l’incapacità

dell’individuo di stare in presenza.

Tra poco vedremo nello specifico la necessità di sviluppare questa capacità

perduta se vogliamo crescere, se volgiamo evolvere consapevolmente.

Presenza, consapevolezza nel qui è ora, è la modalità sine qua non!

Se non si prende coscienza dei propri condizionamenti millenari (e se non

se ne prendono le distanze), si ripeteranno sempre gli stessi

comportamenti. L'osservazione di sé è la base di ogni vera evoluzione.

Considerazione zen

Se vogliamo essere Maghi dobbiamo ragionare da Maghi sempre, non solo

quando ci pare accettabile farlo.

Se TUTTO è un certo tipo di energia significa che tutto è quel tipo di

energia, nulla di nulla escluso, per nessun motivo nemmeno il più credibile.

Questo significa che anche le cose che non ci piacciono, anche la bolletta

che ci sembra troppo salata, anche il tracollo finanziario che siamo convinti

di non meritare, anche tutto quello che ci fa stare male e che proprio non

digeriamo e ci fa pensare che proprio lì l’Amore non ci sia per niente… in

realtà se si verifica nella nostra vita, accade sempre con un obiettivo

evolutivo verso l’espansione dell’Amore.

Il fondamento, la base dell’Ho’oponopono è proprio questo: Tutto è Uno,

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l’Uno è Amore, tutto è Amore che evolve in direzione dell’espansione di

se stesso.

Ovviamente quando parliamo di evoluzione, quando parliamo di espansione,

stiamo parlando della nostra realtà incarnata, della nostra realtà in questa

dimensione. Perché al di fuori di questa dimensione il meccanismo è

diverso, non fosse altro che si annulla la situazione spazio-temporale di cui

siamo parte integrante da esseri incarnati.

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ComediventarericchiconHo’oponoponoArticolo pubblicato su Ricchezzavera.com2

La domanda è: “Si può diventare ricchi con Ho’oponopono?”

La risposta è: “No!”

Perché tramite Ho’oponopono scopriremo di essere già immensamente

ricchi.

Praticare Ho’oponopono ci fa comprendere che abbiamo esattamente tutto

ciò che ci serve nel momento in cui ci serve. Perciò cosa desiderare di più?

Ma andiamo per ordine, altrimenti messa così può sembrare una presa in

giro. Certo lo sembra, ma vi assicuro che non lo è!

Allora partiamo dall’inizio: Ho’oponopono è la consapevolezza che Tutto è

Uno, che l’Uno è Amore e perciò tutto evolve in direzione dell’espansione

dell’Amore stesso.

Ovviamente!

Se Tutto è Amore, è ovvio che qualunque cosa sia, non può che essere

Amore e se si muove, se diviene, se cambia, cioè se Vive, non può che

muoversi in direzione dell’espansione dell’Amore stesso.

Perché questo è l’unico movimento che può esistere in un Universo in cui

Tutto è Uno e l’Uno è Amore.

E fino a qui ci siamo, perché è semplicemente un ragionamento logico che

non ha margine di messa in discussione, se non annullandone le premesse.

Ma voi direte: “Bello! Ma cosa c’entra tutto questo con la Ricchezza?”

Be’ c’entra, eccome se c’entra, perché: se Tutto è Amore significa che

anche la Ricchezza (la materialità) quando si manifesta è Amore. Certo di

conseguenza anche la povertà quando si manifesta è Amore.

Se è… è Amore. Non ci piove!

2http://www.ricchezzavera.com/blog/ho-oponopono/diventare-ricchi-hooponopono/

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La povertà però, pur essendo Amore, e quindi la cosa migliore che ci possa

accadere quando accade, è una condizione che ci fa soffrire (non sempre,

ma quando ci fa soffrire va valutata in questo modo). Se ci fa soffrire

significa che è il segnale che dobbiamo lavorare su noi stessi per

permettere allo stato naturale dell’essere (gioia e felicità) di manifestarsi.

Perciò la percezione che cataloga un avvenimento come causa di sofferenza

è una percezione che ci sta dicendo di modificare il nostro atteggiamento,

che ha causato quell’avvenimento.

Lo strumento che Ho’oponopono ci mette a disposizione per centrare

questo obiettivo, è la pulizia delle memorie depotenzianti.

Ed ecco svelato l’inghippo: la differenza tra la ricchezza (goduta

ovviamente, non la ricchezza sofferta) e la povertà, ciò che causa l’una

invece dell’altra, è la nostra percezione delle cose. Più noi percepiamo le

cose come sbagliate e lontane dalla realizzazione dei nostri desideri, più

stiamo assumendo un atteggiamento non amorevole e perciò manifesteremo

una realtà che percepiremo sempre come non amorevole.

È chiaro no?

Invece più noi percepiamo la realtà come giusta e corrispondente ai nostri

desideri, più il nostro atteggiamento verso la realtà delle cose risulta

Amorevole.

È chiaro, vero, come l’operazione vincente non sia quella di allineare i fatti

esteriori ai nostri desideri, ma invece sia quella di allineare i nostri desideri

ai fatti esteriori?

Ovviamente questo non significa pensiero positivo a tutti i costi e dire che

va bene anche quando stiamo male, o che ci piace anche quando non ci

piace. Significa invece sapere che la realtà si manifesta per il nostro miglior

bene anche quando non ci piace ciò che vediamo, e sapendo questo esserne

comunque grati per la potenzialità d’Amore che sappiamo che ogni cosa

contiene.

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In altre parole: un povero felice è molto più ricco di un ricco infelice e se

lascia che le cose fluiscano per il loro corso presto lo diverrà anche

materialmente, se la ricchezza materiale è qualcosa che può contribuire a

renderlo più felice.

Un povero felice è molto più ricco di un ricco infelice!

Capisci dove voglio arrivare?

La ricchezza, la Ricchezza Vera, non è fatta di denaro e abbondanza

sfrenata. È fatta invece di soddisfazioni, di realizzazione, di gioia, di Amore.

Ma la cosa fantastica è che una volta raggiunta la Ricchezza Vera, o anche

meglio, una volta incamminati con convinzione sulla strada della Ricchezza

Vera, manifesteremo anche la ricchezza materiale se questo stato può

contribuire a renderci sempre più realizzati e gioiosi e felici.

Dal punto di vista Ho’oponopono, che significa letteralmente percependo la

perfezione miglioro la realtà – ma guarda un po’, proprio quello di cui

abbiamo parlato fino ad ora! – per diventare ricchi (certo, anche di denaro

e abbondanza) la via pratica è quella di AMARE!

Agisci come l’Amore che Sei! Questa è l’indicazione pratica da seguire

sempre. Ogni volta che abbiamo un dubbio, ogni volta che dobbiamo

prendere una decisione, ogni volta che ci troviamo di fronte a una scelta:

Agisci come l’Amore che sei!

E sarà sempre la strada più giusta ed efficace.

Perciò AMA e sarai ricco sfondato… o per lo meno ricco quanto ti serve per

sperimentare il tuo AMORE!

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Cos’èildenaro

Tutti indistintamente, pensano di sapere esattamente cos’è il denaro.

Quando si parla di soldi, tutti capiamo bene di cosa si sta discutendo. Ma

tutte le nostre convinzioni e le nostre certezze su cosa sia la “moneta”

effettivamente, per lo più sono abbastanza lontane dalla comprensione

della vera essenza del denaro.

L’essenza del denaro, come l’essenza di tutte le cose è ENERGIA!

Il denaro è Energia!

E se volessimo ulteriormente approfondire la questione, arriveremmo a dire che:

Il denaro è Amore!

E’ già! Tutto è Amore perciò anche il denaro, come tutto, è parte del Tutto

e come tutto trae la propria origine dall’Amore. Piuttosto lontano dal

modo comune di pensare vero?! Ma torniamo al concetto precedente e forse

più facilmente digeribile:

Il denaro è Energia!

E più propriamente è Energia di scambio, è uno strumento energetico per lo

scambio di energie con altri.

Nella società attuale è il sistema più progredito che è stato messo a punto

per il suo scopo. Non è più pensabile pagare l’avvocato con 10 cassette di

ortaggi, o per avere un’automobile portare un asino e una mucca in

concessionaria. Speriamo che l’esempio calzi quantitativamente perché non

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sono davvero certa che il valore degli ortaggi sia sufficiente per saldare una

parcella di avvocato o i due animali corrispondano al valore di un’auto

(vedete come sarebbe complicato al giorno d’oggi gestire il baratto?).

Il denaro nella nostra società rappresenta un valore preciso. Insomma in

ultima analisi i soldi sono uno strumento di scambio che serve a

semplificarci la vita o almeno così dovrebbe essere, perché in realtà la sua

mancanza, la vita, ce la complica non poco. Quindi lo scambio di denaro

con merce o servizi rappresenta il corrispondente di energia utilizzata

tramite il lavoro per produrre la merce o i servizi in questione.

Energia in cambio di energia. Semplicemente invece di scambiarci oggetti o

servizi valutandone di volta in volta il valore e la corrispondenza, è stato

studiato questo sistema ingegnoso che attribuisce un determinato valore ad

ogni singola energia. Ingegnoso e soprattutto efficace. I problemi nascono

dalle errate attribuzioni qualitative che sono state fatte dagli utilizzatori

del denaro (noi umani!).

E’ evidente che non è l’essenza intrinseca dei soldi che ne definisce l’uso,

positivo o negativo, che la gente ne fa. I soldi rubati, di per sé non sono

soldi “cattivi” o “sporchi”, personificazione del “male”, come il denaro

delle elemosine non è denaro “santo” o “benedetto”. I soldi sono solo soldi

senza alcuna caratterizzazione intrinseca. Non è il denaro in sé che

determina il modo d’uso che gli uomini gli riservano. I soldi di per sé non

stabiliscono situazioni di ricchezza o di povertà, non dipende dalle

caratteristiche del denaro la manipolazione delle persone per suo mezzo o

l’assolvimento di imprese monetarie, tutto questo dipende dall’energia che

muove chi lo usa, dalla polarizzazione di cui rivestiamo le azioni d’uso del

denaro. E questo vale per tutto nell’Universo, per il denaro come per un

martello che può essere utilizzato per scolpire un’opera d’arte o per

spaccare il cranio del vicino di casa! La “negatività” di cui molti di noi

rivestono il denaro dipende esclusivamente dal proprio potere, che ognuno

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di noi cede all’energia di scambio che i soldi rappresentano.

Smettere di cedergli il nostro potere è il primo passo verso un flusso

ininterrotto di abbondanza. La prima mossa (come ancora una volta in ogni

campo) è il distacco che si raggiunge attraverso il non giudizio. Il denaro di

per sé non è né buono, né cattivo, né bello, né brutto. In sé e per sé non

può produrre né bene , né male! Noi siamo l’energia che lo qualifica, noi

siamo l’energia che sta alle spalle del denaro. Noi siamo quelli che

determinano le caratteristiche qualitative che lo rivestono. Quindi ancora

una volta siamo responsabili al 100% di ciò che ci accade. Siamo noi che

controlliamo il denaro non viceversa, anche se molti di noi fanno molta

fatica a crederlo, perché siamo stati abituati a pensare che sia il denaro

(???) a controllare le vite degli uomini.

Ma cerchiamo di essere obiettivi; come potrebbe essere possibile? I soldi

senza la mente umana che li utilizza sono un’energia inerte, non possono

autonomamente fare nulla, meno che mai manipolare la vita delle persone,

che invece sono dotate di una mente (e quasi sempre di un cuore) propria.

E’ un po’ come i ragionamenti che si fanno sui voladores o su Satana.

Abbiamo trovato dei bei capri espiatori, dei fantocci inerti o addirittura

inesistenti (nel caso di satana, dei parassiti o dei voladores) sui quali

scaricare tutte le responsabilità delle nostre intenzioni.

Quante volte abbiamo detto o abbiamo sentito dire e condiviso affermazioni

del tipo: “il denaro gli ha dato alla testa” oppure “i soldi lo hanno

rovinato”. Non è mai il denaro che dà alla testa o che rovina chicchessia, è

la testa che abdica al suo potere e si lascia guidare dall’inconsapevolezza e

si "rovina”.

Noi siamo tutti indistintamente dei potenti creatori, la differenza sta

nell’utilizzo del nostro potenziale in maniera consapevole o inconsapevole.

Punto!

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Ilbellonelbrutto

A noi interessa stare bene, e vivere nel benessere e godere di ciò che

manifestiamo in questa dimensione, perciò di questa dimensione ci stiamo

occupando. Anche qualunque lavoro su di sé ha senso se è intrapreso per

centrare la nostra missione di vita (quindi in questa realtà) nella maniera

più fluida possibile.

Recentemente qualcuno mi ha chiesto: “Ma le domande e la voglia di

capiresonodellememorie?Seiofossicompletamentepulito(inarmonia)

nonavreibisognodicapirevero?”Lamiarispostaèstata:“Certochenon

ne avresti il bisogno… non avresti più alcun bisogno! Ma se fossimo

completamente e veramente “puliti”, probabilmente non saremmo

nemmeno nati...” Credo sia importante non prescindere dalla nostra

condizioneumana,ancheperchésefossimocompletamente“puliti”non

andremmocertoacercareHo’oponopono...oaltro!Certohasensofarsi

domande e ricercarne le risposte, ma restiamo centrati sulla

comprensione che la nostra limitazione incarnata è stata una nostra

scelta,percuiperdedi senso,cioènonèefficacechiedersi cosa farese

non fossimo incarnati…Mi spiego? Siamo incarnati… perciò teniamone

conto!

Inoltre se Tutto è Uno, l’Uno è Amore, tutto è Amore che evolve in

direzione dell’espansione di se stesso, è evidente che ognuno di noi nel

momento in cui sceglie di fare questa esperienza incarnata, la sua missione

di vita la centrerà. Però più non siamo consapevoli di quello che noi Siamo

(Amore – Tutto è Amore), più non siamo consapevoli che l’Amore è in ogni

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cosa, anzi che è ogni cosa, più procediamo in attrito con l’Amore che

Siamo e l’attrito è quello che ci fa soffrire. Dove con attrito si intende la

non accettazione della presenza dell’Amore in ciò che non ci piace, quindi

fare delle distinzioni, essere nella dualità e convincersi che le energie

esistenti siano più di quell’unica energia che tutto è: l’Amore.

Questa è anche la spiegazione del perché lo strumento più potente

dell’Ho’oponopono è quello della “ricerca del bello nel brutto”, proprio

partendo dalla consapevolezza che l’energia primordiale è l’Amore e quindi

che l’Amore è in ogni cosa ed è ogni cosa!

La cosa meravigliosa di questo strumento è che quando cominciamo ad

entrare dentro questo tipo di atteggiamento, ci accorgiamo che le cose

funzionano proprio così. Quando cominciamo a trovare l’Amore nelle

piccole cose che non ci piacciono, quando cominciamo a vedere che le cose

che non ci piacciono lasciate andare per il loro verso, manifestano

evoluzioni positive sempre e cominciamo a mettere insieme tutti i piccoli

tasselli che vanno sempre nella stessa direzione, trasformiamo la possibilità

che ci siamo dati in una certezza. L’osservazione della nostra vita ci porta a

dimostrarci esperienzialmente che il meccanismo che regola la nostra

evoluzione è proprio questo!

Se non è finita bene significa che non è ancora finita!

Entriamo piano piano in un atteggiamento naturale di mente e cuore in

coerenza dal quale vedremo l’ovvietà di tutto quello che sto descrivendo.

Smetteranno di sembrarci solo belle teorie e sapremo che invece è proprio

il meccanismo in cui siamo immersi.

Non sono qui per discutere se ciò che vi dico è vero o è falso, perché io so

benissimo che è vero e so che non ci sono modi leciti per screditarlo, se non

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quello di negarne arbitrariamente i fondamenti, che però sono sostenuti

incontrovertibilmente dall’esperienza vissuta. Sono qui per darci tutti

insieme l’opportunità di verificare, di mettere alla prova, che le cose

funzionano così. E’ fondamentale darsi la possibilità di sperimentare la

verità di quello che vi sto dicendo. Io lo so che è vero… potrei anche dirvi

“fidatevi”, ma non ve lo dico! Semplicemente perché fidarsi non serve. Se

rimane anche l’ombra di un dubbio sarà quello che minerà tutto il processo.

L’unico modo per dissolvere ogni dubbio è quello di procurarsi

personalmente le prove della verità.

Noi manifestiamo quello che Siamo, ma ancora di più, manifestiamo quello

a cui crediamo. Ciò che siamo convinti che sia.

Energeticamente il meccanismo è questo: io con le mie credenze, con le

mie convinzioni, con il mio modo di essere, emano un certo tipo di energia

che immetto nella realtà e l’Universo, o meglio l’Uno mi risponde

mandandomi indietro situazioni, che sono sempre energia, della stessa

polarità che io ho emanato e percepito. Quindi se io continuo ad essere

convinto di una determinata cosa, l’Universo mi risponderà in essenza con

quella stessa cosa, con una situazione che rispecchia quella cosa.

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Allinearelevibrazioniall’abbondanza

Questo è un discorso che certamente avrete ormai sentito fare o letto

innumerevoli volte, in quanto è fortemente connesso a tutti i ragionamenti

che si fanno sulla Legge di attrazione. Quando ci fissiamo su pensieri che

ostacolano il naturale flusso dell’abbondanza, noi ci stiamo allontanando

dalla prosperità materiale.

Ogni volta che ci sentiamo poveri, sfortunati, oppressi, stiamo gettando

solide fondamenta per giustificare l’arrivo di povertà, sfortuna e

oppressione nella nostra vita. Finché continueremo con angoscia ad

arrabattarci nel tentativo frustrante di gestire un difficile equilibrio tra

entrate ed uscite continueremo inesorabilmente a lottare per la

sopravvivenza.

Più siamo in contraddizione tra i nostri desideri e i nostri atteggiamenti, più

saremo inchiodati sulle nostre posizioni, con una forte attrazione verso il

baratro, in quanto le sensazioni di timore e paura determinate

inconsapevolmente, sono spesso molto più potenti delle sensazioni (sempre

inconsapevoli) determinate dai nostri desideri.

Quando i nostri pensieri riguardanti il denaro ci caricano di angoscia e di

timore per il nostro futuro, noi stiamo entrando in un inesorabile circolo

vizioso dal quale ci sarà impossibile uscire, se non tramite una profonda

revisione del nostro atteggiamento mentale.

E’ ormai risaputo ampiamente che quando fissiamo la nostra attenzione

sulla mancanza di soldi nella nostra vita, noi pur esprimendo il desiderio di

averne di più, contemporaneamente diamo vita ad emozioni di angoscia e di

paura che ci portano a realizzare tale mancanza, in quanto è solo in parte

compensata dall’emozione legata al desiderio, che di solito è molto meno

coinvolgente e quindi meno potente.

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Quando facciamo così, anche se inconsapevolmente, stiamo remando contro

corrente con tutte le nostre forze, rischiando ad ogni minuto di essere

inghiottiti dalle rapide.

Non ha nessuna importanza quanto duro lavoriamo e quanto stiamo facendo

fatica, noi ci stiamo costantemente allontanando dall’equilibrio

vibrazionale finanziario, il raggiungimento del quale è la conditio sine qua

non3, per determinare la nostra serenità finanziaria.

Solo nel momento in cui prendiamo la difficile decisione di seguire la

corrente, e cominciamo a seguirla, smetteremo di “sputare sangue” e

cominceremo ad ottenere dei risultati tangibili, vedendo accadere dei veri

e propri miracoli. Anche tutte le questioni finanziarie ed economiche si

risolveranno “magicamente”.

Un trucchetto fondamentale per riuscire ad aumentare costantemente il

flusso di denaro nelle proprie tasche è quello di posizionarci su un livello

vibrazionale di gioia e gratitudine anche quando il denaro latita (tanto è

solo una fase di passaggio ;) ). Quindi è importantissimo imparare a gestire

il nostro stato d’animo volontariamente e consapevolmente,

indipendentemente da tutti i cosiddetti fattori esterni, allineando la nostra

energia ai nostri desideri e non alle nostre paure.

Al resto ci penserà l’Universo attraverso la Legge di Attrazione.

Quindi poiché tutto si può raggiungere con l’adeguato allenamento, “acqua

alle corde” e via con l’atteggiamento mentale pro-abbondanza.

Impariamo a pensare in ogni occasione: “Però poteva andare peggio”; “In

effetti la mia è una vita che va alla grande”; “Le decisioni che ho preso

nella mia vita sono state buone alla resa dei conti”; “Ma guarda quanta

strada ho fatto!”; “Non esistono problemi senza soluzioni e io sto trovando

la soluzione”; “Sento di avere un futuro radioso davanti a me perché ho un

presente splendente!”; “La mia esistenza pullula di opportunità” ecc...

3Condizionesenzalaqualenon…

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Migliori e più positivi saranno i nostri pensieri e il nostro atteggiamento

mentale, più alta sarà la vibrazione che irradieremo nell’Universo e più alta

ed abbondante sarà la risposta della Legge dell’Attrazione.

Poniamoci come obiettivo quello di raggiungere una posizione vibrazionale

sempre più elevata e duratura e il denaro verrà sicuramente da sé. In

questo modo inoltre spostando il nostro obiettivo evitiamo di caricare il

desiderio di abbondanza di distruttive aspettative, autolesionistici timori e

bisogni notoriamente controproducenti.

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Osservazione,presenzaemissionedinascita

Come abbiamo già ampiamente detto, Ho’oponopono è la consapevolezza

che l’energia primordiale è l’Amore (kumukahi) che evolve in direzione di

se stesso nella nostra dimensione attraverso il meccanismo della Legge di

Causa ed Effetto, e questo è l’unico atto di fede che è richiesto per entrare

dentro questa consapevolezza. Però è un atto di fede da fare inizialmente,

perché purtroppo pur non essendo ancora dimostrabile scientificamente,

anche se ci stiamo sempre più avvicinando anche a questo, è certamente

qualcosa che ognuno di noi può dimostrare a se stesso attraverso quel

potentissimo strumento che è l’auto-osservazione della nostra realtà.

Certamente alla fine di tutti questi ragionamenti capiremo che lo

strumento potentissimo che abbiamo sempre a disposizione è quello della

PRESENZA!

Presenza nel senso di renderci conto di quello che stiamo vivendo

(percezione, sentimento, emozione, reazione/azione) nel momento in cui

lo stiamo vivendo, osservando noi stessi e la nostra realtà e di conseguenza

la nostra influenza sulla nostra realtà. Per fare questo dobbiamo astrarci

dall’essere una mente, dall’essere un corpo, dall’essere un “cuore”, di

essere un ruolo o molti ruoli, ma comprendere che siamo la totalità di tutte

queste caratteristiche e allo stesso tempo siamo molto oltre tutte queste

caratteristiche.

E anche questo è qualcosa che ognuno di noi può dimostrare a se stesso,

anzi credo che ognuno se lo sia già dimostrato. Nel senso che sappiamo

ormai abbastanza bene che dentro di noi, o forse meglio dire, oltre noi, c’è

un qualcuno o un qualcosa un’Entità che è enormemente al di là di tutto

questo, ma allo steso tempo è profondamente presente in tutto questo.

Quando riusciamo a fare silenzio mentale ne cogliamo la presenza e

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l’Essenza. Mi sto riferendo all’individualizzazione della Coscienza. La nostra

coscienza, che è parte e totalità (tutto è Uno) della Coscienza Divina.

Ramtha4 è un’entità disincarnata che dice spesso cose molto sagge, senza

stare a discutere sull’attendibilità o meno del fenomeno delle

canalizzazioni, quello che è importante è che certi concetti sono

profondamente risonanti e condivisibili. Su questa base di valutazione del

pensiero dunque Ramtha ci dice:

Qual è il senso di ogni vostra vita su questo piano, qual è il senso del vostro

essere qui? Molti vengono educati a pensare di dover essere in un certo

modo e di dovere esercitare una certa professione, e vengono

attentamente sorvegliati dalla famiglia e dalla società perché sia sicuro

che ciò succeda. Che tristezza.

Ramtha

E questa di base è una cosa bellissima perché i nostri genitori, i nostri

insegnanti, noi con i nostri figli facciamo questo con Amore e con lo scopo

di preparare i più giovani ad affrontare la vita. Però purtroppo poiché siamo

tutti esseri umani limitati, il più delle volte, non avendo la visione globale

delle cose e partendo da un livello di consapevolezza limitato appunto,

questo tipo di insegnamenti sono l’origine di quelle scritte sui muri interiori

che si trasformano in blocchi energetici spesso così fortemente auto-

sabotanti. Sono quelle convinzioni che più siamo piccoli quando cominciano

a venirci trasmesse, più noi le metabolizziamo e facciamo nostre, in

alleanza con il nostro subconscio che è l’entità logica che prende ordini e si

adegua.

4Ramthasidefinisceun'entitàgiuntasuquestopianodaaltredimensioni:secondoquantocidiceperboccadelsuocanaleJZKnight,ricercatriceamericana,RamthasuquestaTerraaitempideiLemuriediAtlantide,35.000annifa.Dal1977RamthaparlaattraversolavoceappuntodiJZKnightunadonnaamericananatanel1946inNuovoMessico.

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Ovviamente finché questi insegnamenti sono concetti liberi e amorevoli

possono essere anche efficaci, ma quando cominciano ad essere limitanti

come un “Non capisci mai niente”, “La vita è dura”, “Nessuno ti regala mai

niente”, “Va sempre tutto storto”, “Se non hai conoscenze altolocate…”

sono tutte convinzioni che inesorabilmente ci condurranno all’auto-

sabotaggio! Sappiamo che il custode di queste convinzioni è la parte

immersa dell’iceberg!

Tante volte per descrivere l’essere umano si usa l’immagine dell’iceberg.

Nella metafora la parte di iceberg che fuoriesce dall’acqua e che

corrisponde a un 5/6% della montagna di ghiaccio, corrisponde alla nostra

parte razionale, mentre il restante 95% sommerso rappresenta il nostro

subconscio.

E’ evidente che se la parte emersa/razionale decide di andare in una

direzione, ma la parte immersa/subconscio sta andando dalla parte

contraria, il 100% della montagna si sposterà nella direzione verso cui si

dirige la parte sotto acqua. Se il nostro subconscio ha determinate

convinzioni che determinano la direzione, l’iceberg andrà in quella

direzione a prescindere da qualunque sforzo la parte emersa compia per

trascinare la montagna dalla parte che decide lei!

L’unico modo che la nostra volontà razionale ha per ottenere il risultato

sperato, è quella di modificare o di azzerare le convinzioni immerse.

Quello che ci permette di fare Ho’oponopono infatti, non è tanto di

manipolare il nostro sub-conscio, quanto di azzerare determinati

condizionamenti, in modo da ristabilire l’alleanza tra conscio, subconscio e

super-conscio (guida interiore).

E’ cosa diffusamente risaputa che l’essere umano sia dotato di mente

conscia e di mente inconscia. La filosofia Huna, ma non solo, (pare fossero

d’accordo anche Freud e Jung tanto per citarne due a caso) dichiara che il

sub-conscio è l’archivio di tutte le memorie (quindi anche tutte le

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credenze, ostacolanti e motivanti) ed è una tipologia di mente che agisce

automaticamente basandosi appunto sui ricordi in suo possesso.

Per poter manifestare ciò che “vogliamo” è assolutamente necessario che

conscio e inconscio lavorino nella stessa squadra, siano cioè allineati.

Quando poi questi due sono allineati anche all’Io Superiore… allora sono

fuochi d’artificio, ma non è di questo che stiamo parlando ora.

Se riusciamo a persuadere il nostro subconscio che è possibile ottenere ciò

che desideriamo, i nostri “sforzi” saranno appunto inconsciamente

potenziati, inoltre i risultati che otterremo rafforzeranno ulteriormente la

convinzione in un crescendo di gioia e soddisfazione.

Se qualcuno però pensa di poter controllare o convincere il proprio

inconscio attraverso la forza di volontà (mente conscia) ci dispiace togliergli

le sue illusioni, ma non è possibile. Il subconscio agisce automaticamente e

si basa sui dati in suo possesso quindi se vogliamo che la nostra volontà sia

allineata al nostro subconscio, bisogna modificare i dati in archivio. Punto!

Non c’è altra strada.

Siamo tutti molto ben consapevoli del potere auto-sabotante di questo

cosiddetto “Bambino interiore”, e sappiamo molto bene quanto filo da

torcere può procurarci se non è “nostro” alleato. Decisamente un nemico

da temere… soprattutto perché è un nemico che non si può sconfiggere…

quindi la strada è ottenere la sua “fidelizzazione”5!

E in questo ci viene certamente in aiuto la pulizia di Ho’oponopono.

Ho’oponopono nell’uso dello strumento “scusa grazie ti amo” e nella sua

pratica, serve a ripulire il proprio subconscio dai ricordi che provocano ciò

che percepiamo come problemi e quindi a permetterci di cancellare “i

problemi” e liberare spazio interiore per costruirci le nuove “cause” della

realtà che vogliamo… Quindi se la realtà che vogliamo è essere traboccanti

5TrattodaunarticolopubblicatosulblogRicchezzaVerahttp://www.ricchezzavera.com/blog/ho-oponopono/ho-oponopono-poster-omaggio-per-te/

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di denaro, Ho’oponopono può essere utile anche a questo.

Attenzione però… Ho’oponopono ci ripulisce dalle credenze limitanti…

prepara il terreno fertile, libero da erbacce, ma non ci mette dentro

qualcos’altro al posto di ciò che togliamo!

Il mio consiglio dunque, è sempre quello di lasciar fare all’Universo che

notoriamente nello spazio vuoto immette purissima Luce (Energia d’Amore)

e aspettarci il meglio per noi e per tutti… Perché spesso ciò che vogliamo,

non corrisponde esattamente a ciò che ci può rendere felici e ancora più

spesso non siamo ben consapevoli di cosa vogliamo e perché.

Ma se proprio, proprio pensiamo di aver bisogno di tutti quei soldi… meglio

partire liberi da ostacoli interiori, e Ho’oponopono è questo che fa!

Tuttavia sarebbe importante capire che i soldi sono un mezzo e non un fine,

pertanto fare soldi tanto per fare soldi non credo abbia una vera e propria

utilità, soprattutto ai fini di una duratura felicità e realizzazione personale.

Il denaro è un’energia e in quanto tale va rispettata per quello che è,

energia di scambio. Quindi, cosa fondamentale, bisogna riuscire a cambiare

atteggiamento nei confronti del denaro se vogliamo accelerare il processo: i

soldi non sono uno sbaglio.

E’ l’atteggiamento che si ha verso di essi che lo è e l’atteggiamento è

determinato dalle “memorie”.

Il denaro non è un male, è l’uso che se ne fa che può esserlo.

Su questo Ho’oponopono può fare moltissimo… cancellare la nostra

convinzione (memoria) che il denaro sia di per sé negativo. In ogni caso per

manifestare poi la vera ricchezza sarebbe molto più importante e proficuo

focalizzarsi sulle sensazioni che il denaro potrebbe procurare (libertà,

spensieratezza, generosità, condivisione, realizzazione, tempo libero, ecc.)

piuttosto che semplicemente sul fatto di possedere tanti soldi! Il modo di

procedere più efficace è quello di focalizzarci sulle sensazioni e

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poi chiedere al nostro Io Superiore di procurarci le situazioni che

renderanno possibile sentirci in quel modo. Il passo successivo però è quello

di staccarci dal risultato. Può essere che il nostro Io Superiore sappia che

per farci sentire in quel modo la strada da percorrere sia diversa rispetto al

farci diventare materialmente ricchi, ma anche no! Lasciamo fare il proprio

lavoro ai tecnici, senza giudizi o aspettative… e avremo delle gran belle

sorprese…

Più avanti vedremo nel dettaglio questi passaggi6.

E tornando a Ramtha

Poi c'è chi pensa di essere stato mandato qui per essere un grande

maestro, un salvatore, un guaritore dell'umanità. Che nobiltà.

Ramtha

Bello… molto bello! Lo pensiamo un po’ tutti questo! Nel senso che,

soprattutto quando siamo in un certo percorso (spirituale), quando ci

accorgiamo di persone a cui noi vogliamo bene che “non hanno la

consapevolezza che abbiamo noi”, ci pare nostro dovere categorico quello

di spiegare loro e convincerli di quanto hanno torto e quanto noi abbiamo

ragione. Solo ed esclusivamente per il loro bene ovviamente!

E’ inutile dirvi che è tempo perso, energia sprecata! Va ovviamente bene

dire e diffondere ciò che sappiamo, quello che non va bene è cercare di

convincere gli altri che la nostra è la strada giusta e la loro è quella

sbagliata. Perché, e anche questa è una banalità, ognuno ha il suo percorso

e naturalmente vale miliardi di volte di più l’esempio di tonnellate di 6TrattodaunarticolopubblicatosulblogRicchezzaVerahttp://www.ricchezzavera.com/blog/top-post-i-migliori-post-sulla-ricchezza/ho-oponopono-e-ricchezza/

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parole. Quindi cerchiamo di essere autenticamente chi siamo perché solo

mostrando alle persone che amiamo quanto il nostro percorso sia efficace e

ci dia serenità e gioia potremo gettare il seme perché eventualmente anche

loro si diano la possibilità di sperimentare le stesse belle esperienze. E in

ogni caso non è mai detto che ciò che è giusto ed efficace per noi lo sia

anche per gli altri e la Verità in tasca non ce l’ha nessuno, nemmeno io =D!

E molti altri credono di essere qui per percorrere faticosamente uno

stretto e santo sentiero, accuratamente preparato, per raggiungere Dio.

Che noia.

Ramtha

Questo è tanto più vero per noi occidentali e tanto, tanto, tanto più vero

per noi italiani, che siamo cresciuti e vissuti all’interno della cultura

giudaico/cristiana e nel particolare cattolica, all’interno della quale

nasciamo già gravati dal “peccato originale” e viviamo in una “valle di

lacrime”, con l’unico obiettivo di chiedere continuamente perdono a Dio

per essere sbagliati ed essere nati sbagliati e non commettere altro che

sbagli. Senza andare a cercare altro, quanto meno è un atteggiamento poco

efficace per il nostro benessere e per la nostra serenità.

Nessuno ha uno scopo quando arriva su questo piano. Il Padre non ha dato

nessuna direttiva, né a voi, né a chiunque altro, di come si debba svolgere

la vostra vita, salvo una (e quell'unico desiderio vi procura il massimo

dell'Essere) ed è che viviate in piena gioia, comunque la intendiate.

Ramtha

Ecco e questa è la bomba delle bombe! Non siamo qui per fare tutte queste

sante cose!

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Il nostro obiettivo su questo piano di esistenza, è quello di RI-CONOSCERE

l’Amore che Siamo.

Riconoscere l’Amore che Siamo ci porta a sperimentare Qui e Ora la

beatitudine.

E questo ve lo dico, ma l’unico modo che abbiamo per comprenderlo è

provarlo. Essere autenticamente la gioia che Siamo. E questo è il vero

scopo, la vera missione di nascita di ognuno di noi. Più gioiosi noi siamo, più

ottimo esempio siamo, più ottima energia espandiamo contribuendo

all’espansione del benessere dell’Umanità.

Questo è uno strumento potentissimo che abbiamo a disposizione e forse il

più potente che possediamo per fare del bene agli altri.

Sappiamo bene che quello contro cui combattiamo si rafforza. Quindi

piuttosto di combattere, meglio cercare il bello nel brutto anche nelle

situazioni, agire, con la consapevolezza che agire nei confronti di qualcosa

che riteniamo sbagliato è un’operazione che va condotta con estrema

attenzione! Perché finché noi abbiamo l’attaccamento alla ragione di

considerare qualcosa sbagliato (e quindi da combattere) siamo

profondamente immersi in una visione duale. Emaniamo energia di

frustrazione, energia di conflitto, energia di inadeguatezza …. e ci verranno

restituite altre situazioni con le medesime caratteristiche amplificate.

Perciò siamo d’accordo che se qualcosa genera sofferenza dobbiamo

intervenire al massimo delle nostre potenzialità, ma dobbiamo ancora una

volta essere presenti e agire consapevolmente anziché reagire guidati

all’attaccamento. E’ ovvio che se mi accorgo che stanno svaligiando la casa

del vicino, non mi nasconderò dietro la facile soluzione e l’affermazione

fuorviante e superficiale che “tutto è perfetto”, ma chiamerò

immediatamente le forze dell’ordine e se posso metterò anche la macchina

per traverso in modo da impedire loro la via di fuga. Anche perché se io mi

trovo coinvolto in questa situazione è perché è estremamente perfetto che

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io sia lì con la perfetta potenzialità di intervenire. Io mi trovo in una

determinata situazione sempre per una ragione perfetta e molto spesso

questa ragione prevede la mia azione.

Quindi impariamo ad agire con discernimento7, senza fare il gioco del

“male”, rispondendo con rabbia, violenza (la violenza non è solo quella

fisica) e coinvolgimento opponendoci al male, perché farlo sarebbe solo un

ingenuità in quanto combattere il male sul suo terreno significa farne parte

e alimentarlo.

Tuttavia noi abbiamo il dovere di discernere tra ciò che è più vicino alla

Verità della Coscienza e ciò che ci allontana dalla Coscienza, non tanto

andando contro i fenomeni che riconosciamo come disarmonici e anti-

evolutivi, ma riconoscendoli e trascendendoli, andando oltre.

Non è mai efficace andare contro… Ci appaiono come esempi da seguire

certi divulgatori sempre incavolati con il mondo, che quando hanno

concluso una battaglia [il più delle volte perché ciò contro cui

combattevano si è esaurito da solo (il che non vuol dire che non abbia

generato altra disarmonia)] passano a un nuovo conflitto? Altra cosa invece

è andare oltre! La coscienza evolve attraverso sfide reali, attraverso

inganni che essa stessa si procura per smascherarli. Illusioni nelle quali ci si

può perdere. Certo che esiste una Coscienza onnipervadente che tutto

permea e che è tutto ciò che è (la perfezione del Tutto) dalla quale tutto si

origina e verso la quale tutto si reintegra, ma domandiamoci:

quanta consapevolezza abbiamo noi di tutto questo?

Questa è la sfida.

7RiflessioniliberamenteispiratedaunpodcastdiCarloDorofattiformatoreemanageraziendale,studiosodellefacoltàsottiliespiritualidell’essereumanonelletradizioniesoteriched’OrienteeOccidente,creatoredelCentroStudiAscensione93,tramiteilqualepubblicaarticoliede-books.

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Quindi pur essendo reale una Coscienza Universale con un progetto

evolutivo di cui ogni fenomeno è manifestazione perfetta, resta vero il

fatto che noi siamo immersi nella molteplicità e nella multipolarità. Siamo

umani ed è splendido esserlo con tutte le contraddizioni che la nostra

umanità veicola.

Perciò pur non avendo alcuna efficacia andare contro, perché tutto è parte

di un grande gioco di ruolo perfetto, in cui anche ciò che percepiamo come

errore ha la sua perfetta utilità, è fondamentale allo stesso tempo essere

consapevoli che questa perfezione di cui si parla non sottostà ad un

equilibrio divino statico, auto-compiacente e auto-celebrativo.

La Coscienza (Dio, il divino) è Essenza in evoluzione in questa dimensione.

Noi siamo immersi in una realtà molteplice e contraddittoria proprio con

l’obiettivo di fare esperienza anche della percezione dell’errore, siamo lo

strumento di una Coscienza che gioca a nascondino con se stessa

sperimentando “l’errore”. Siamo la manifestazione di un progetto

evolutivo che vuole riscoprirsi e rinnovarsi attraverso la contraddizione

degli opposti, attraverso la complessità della Vita. E persegue il suo

obiettivo di auto-espansione attraverso sfide, contrasti, contraddizioni,

paradossi.

Quindi dalla consapevolezza della perfezione di tutto questo è

fondamentale esserci, fare la nostra parte, agire ispiratamente, prendere

posizione attraverso la capacità di discernimento e la capacità critica, che

poco ha a che fare con il demonizzato “giudizio”, e orientarci attivamente

verso l’espansione della Vita. Verso ciò che ci avvicina al riconoscimento

della Coscienza, verso l’auto-coscienza della Coscienza che Siamo.

L’obiettivo è allinearci alla Vita, alla Coscienza, alla consapevolezza

dell’Essere attraverso le sfide dell’esistenza, che vanno colte, riconosciute

e trascese.

E’ nostro dovere riconoscere e andare oltre quegli aspetti che fanno parte

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della complessità necessaria all’esperienza incarnata, riconoscendone la

perfezione nel senso della loro necessità, e permettendo così a noi stessi e

quindi alla Coscienza, di giocare questo gioco in modo sempre più autentico

e presente, consapevole e sempre meno manipolato e condotto da una

mente smarrita nei labirinti della percezione del vissuto. Fa quindi parte

del gioco anche il cosiddetto errore, il cosiddetto “male”! Sbagliare è

umano, ma perseverare nell’errore è diabolico (διαβάλλω 8 dividere).

Quando non esercitiamo il discernimento cadiamo nella trappola del

diavolo, del divisore, di colui che ci allontana dalla consapevolezza

dell’Unità, da colui che ci allontana (e siamo sempre noi attraverso la

nostra non azione attraverso il nostro non discernimento) dalla

consapevolezza dell’Amore che Siamo, restando intrappolati in quei circuiti

auto-sabotanti che ci siamo forgiati, di cui le proiezione egregoriche sono la

manifestazione della nostra realtà globale (il mondo là fuori, il sistema, la

manipolazione, la Matrix ecc..).

Quindi è assolutamente doveroso guardare, vedere, riconoscere

smascherare ciò che divide e agire, in un percorso di autenticità che ci

allinea alla Coscienza divina di cui siamo il riflesso olografico, che abbiamo

nascosto dietro il velo di Maya.

La perfezione di tutto questo è proprio che è in questo l’espediente

evolutivo, è così che funziona il meccanismo in cui ci siamo

volontariamente immersi: discernere nella complessità.

La divinità dell’Uomo sta proprio nella sua capacità di fare tesoro anche

dell’esperienza “negativa”, la sua capacità di interpretare l’esperienza

illusoria in una chiave che rende ogni “problema” (percezione di problema)

un’ opportunità di crescita e di espansione che possiamo cogliere solo

agendo ispiratamente, con distacco e presenza, azione che non possiamo

compiere rimanendo seduti sul divano nella posizione del loto! 8diaballo

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In questo sta la potenza divina dell’Uomo che è capace di mettersi

costantemente in discussione e che non si spaventa di fronte allo sforzo, al

lavoro, all’impegno, alla manifestazione della propria purezza d’animo che

questo comporta.

Quindi manteniamo viva la consapevolezza che l’azione è sempre

necessaria, ma anche necessario è agire ispiratamente dove l’ispirazione

presuppone di aver lasciato andare l’attaccamento. In ogni situazione

facciamo sempre ciò che ci pare più efficace, con la consapevolezza che

fare il nostro meglio non presuppone che le cose vadano nella direzione che

noi riteniamo essere la migliore.

L’aspettativa, la convinzione di essere noi nel giusto, è soltanto

attaccamento ed è uno dei più insormontabili ostacoli al libero fluire delle

cose. Ed è una dei maggiori ostacoli di ogni percorso spirituale:

comprendere che per quanto perfetto per noi sia il nostro percorso non è né

l’unico, né il migliore.

E questo vale perfettamente anche per il libero fluire del denaro nelle

nostre casse. Più abbiamo bisogno (attaccamento, separazione da ciò che è)

di pagare le bollette, più l’universo ci risponderà con situazioni che ci

faranno sperimentare il bisogno di pagare bollette. Quindi anche le bollette

più salate sono un ottimo strumento per trasmutare l’energia che noi

attribuiamo a situazioni in cui abbiamo qualcosa da pagare.

Se noi riusciamo a pagare i nostri debiti con gratitudine e consapevolezza

dell’opportunità che ci siamo manifestati, stiamo già trasmutando il tipo di

energia e cogliendo l’opportunità.

Invece che pagarle con la musica di sottofondo di un rosario di parolacce,

meglio stamparci un bel sorriso e aspettarci il meglio. E un pizzico di

gratitudine per l’opportunità che ci siamo manifestati non guasterebbe! Se

noi riusciamo ad essere così centrati e presenti da essere grati per

l’opportunità, stiamo trasformando il piombo in oro, e questo vale per i

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debiti, ma vale anche per il fidanzato scostante, per la suocera invadente,

per il datore di lavoro prepotente ecc…

Tutto quello che accade è una nostra emanazione (Uno) ed è ENERGIA, a

noi il compito di polarizzarla!

Noi con le nostre reazioni o con le nostre azioni attribuiamo una certa

polarità all’energia.

Quando ci accorgiamo che le persone parlano male di noi, se noi ci

incavoliamo e cominciamo a nostra volta a parlare male di loro, stiamo

ricevendo questa energia e la stiamo amplificando nella polarità decisa da

chi ce l’ha inviata. Se invece noi siamo così presenti da renderci conto di

quello che sta accadendo (e per riuscire a farlo è solo questione di

allenamento perché è il nostro modo naturale di essere) e che stiamo

ricevendo energia saremo in grado di benedire le malelingue e augurare

loro il bene, staremo trasformando tutto in oro!

Poiché più siete felici e gioiosi nel vostro prezioso e divino sé, più vi

avvicinate a essere l'immagine di Dio e in armonia con tutta la vita. L'unica

cosa che Dio desidera (E Dio non desidera, perché Dio E’ e basta) per voi, è

che siate felici e gioiosi. E questo è, in verità, il massimo valore

emozionale che ci sia. E' la più alta realizzazione nella vita: Comprendere e

diventare la gioia è l'unico destino che Dio ha stabilito per l'umanità, su

qualunque piano essa sia, qualunque comprensione essa abbia raggiunto.

Perché tornare a uno stato di gioia e di felicità, è tornare a uno stato

divino, perché la gioia è ciò che è il Padre. Dio semplicemente è l’È di

tutta la Vita. L’eterno momento presente che vive per la gioia di ottenere

gioia al fine di conoscere se stesso.

Ramtha

E questo magari sarà tema di un altro libro, ma anche sul fatto che l’Essere

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è l’È fermo e statico e si è inventato tutto questo marchingegno per

conoscere se stesso e si è frammentato in miliardi di se stesso è una cosa

comprensibile.

Egli è l’È che vive nella gioia attraverso i tempi. Il Padre vi ha dato il

potere di creare qualunque cosa, dalla più abbietta alla più bella.

Ramtha

Per cui l’Essere si “trasforma formalmente” in tutto ciò in cui noi gli

chiediamo di trasformarsi. E come glielo chiediamo? Convincendoci che sia

così. Questo ci spiega come tutti i blocchi di cui parlavamo prima siano così

pesanti.

Egli diventerà tutto ciò che desiderate nella vostra ricerca verso la

comprensione della gioia. Giudicherà egli forse le vostre azioni o la

realizzazione dei vostri desideri? No, non lo farà mai.

Ramtha

Non lo farà mai perché l’Essere semplicemente è! E’ Amore, ma E’,

cristallizzato nel eterno momento presente. Noi non siamo stati creati a

immagine e somiglianza di Dio, è Dio che è stato inventato a immagine e

somiglianza dell’Uomo dall’Uomo. Perché l’energia di cui stiamo parlando è

l’Essere, è un’energia d’Amore che non può avere volontà, perché la

volontà è una caratteristica della dualità (voglio questo e non voglio

quello). Non può avere giudizio (questo è bene in contrasto con quello che è

male). Queste sono caratteristiche umane proprie della dimensione

molteplice. Se non siamo nella molteplicità non abbiamo nemmeno il senso

del giusto e dello sbagliato, non abbiamo il senso del buono e del cattivo,

non abbiamo il senso del bello e del brutto e quindi non possiamo giudicare

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una cosa giusta o sbagliata. Per l’Essere ogni cosa E’ e basta!

Questo è l'Amore del Padre per il figlio, della forza della vita per la forza

della vita. Egli desidera unicamente che facciate qualunque cosa per essere

felici e gioiosi, perchè questa è l'unica via per arrivare a conoscere il Padre

e a Essere come egli E’.

Ramtha

Questa è l’indicazione più importante di tutto il libro!

Per essere felice, sii felice!

Per essere ricco, sii felice!

Per essere soddisfatto, sii felice!

Per essere Amato, sii felice!

Per essere realizzato, sii felice!

Noi dobbiamo imparare ad essere felici a prescindere. Perché quello che noi

siamo è quello che vediamo fuori.

Perché siamo in questo stato di gioia siamo nel flusso di ciò che è Dio e in

questo flusso non c’è spazio per la gelosia, per l’ira, per l’amarezza, per la

guerra.

Pensiamo a questa cosa, facciamo mente locale: è difficile (impossibile)

odiare qualcuno se siamo in uno stato di gioia! E’ impossibile arrabbiarsi se

siamo in presenza.

Provate! La prossima volta che vi arrabbiate… rendetevene conto e mentre

urlate a squarciagola contro chicchessia o mentre vi sta scoppiando

l’uragano dentro, osservatevi. Provate nella rabbia ad essere sul pezzo, ad

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essere presenti sul momento e vederlo, a riconoscere quello che sta

accadendo nel momento in cui sta accadendo. E poi me lo scrivete e mi dite

se siete riusciti a restare arrabbiati! … E’ impossibile!

Se si è felici e gioiosi si Ama Dio e lo si vede in ogni cosa!

Bisogna Esserci, bisogna ricordarsi nel momento in cui serve di

sperimentarlo!

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StatieFatti

Nella realtà cosmica di tutto ciò che è non esiste il male anche se è stato

scritto che il male è nell’anima dell’Uomo non è vero. La sua Anima è

Divina perché la sua Anima è tutto ciò che egli E’ ed è Dio. Infatti se non

fosse Dio da dove proverrebbe?

E questo è il discorso che facevamo prima.

Il concetto che il male non esiste deriva proprio da tutto quello che

abbiamo detto fino adesso. Già dire “bene e male” ci rispedisce nella

molteplicità. Se noi siamo nella percezione dell’Unità, non possono esserci

“bene e male” perché c’è solo l’energia d’Amore. Esiste solo qualcosa che

accade e per il fatto che accade è di per sé illusorio. Siamo poi noi a

polarizzarlo in base a come lo percepiamo e quindi a come reagiamo. Noi

reagiamo e inconsapevolmente polarizziamo l’energia che ci giunge.

Ma l’energia che arriva è solo energia! Siamo noi con il nostro

atteggiamento che stabiliamo se è buona o cattiva, se il fatto che le

persone parlino male di noi è un’opportunità o un problema: se mi fa

arrabbiare è un problema, almeno fintanto che mi farà arrabbiare! Nel

momento in cui mi arrabbio, io ho polarizzato quella cosa in un determinato

modo.

Tutto questo per dire che ci è sempre stato insegnato esattamente

l’opposto di come funzionano le cose. Ma proprio il contrario. Ci è sempre

stato insegnato che dal mondo ci giunge uno stimolo e noi in base a quello

stimolo rispondiamo al mondo con una reazione.

Le cose hanno origine spesso fortuitamente e per caso, dalla realtà esterna.

Arrivano a noi, noi le interiorizziamo, e in base a ciò che percepiamo delle

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cose, reagiamo. A tutto questo ragionamento in realtà manca un passaggio.

Ma è un passaggio precedente alla messa in moto di tutto il meccanismo. A

noi dal mondo arriva uno stimolo è vero, ma è uno stimolo che è stato

generato dal nostro essere, dal nostro stato d’animo, dal nostro

atteggiamento.

Non sono i fatti del mondo che determinano i nostri stati d’animo, ma

sono i nostri stati d’animo che determinano i fatti del mondo.

Se noi comprendiamo questo, se noi comprendiamo che tutto parte da

dentro di noi, e non da fuori, ecco che diventiamo in grado invece che di

reagire, di agire.

E qual è la differenza tra azione e reazione? La presenza! È tutto molto,

molto, molto, semplice.

Solo che dobbiamo ricordarci come funzionano le cose nel momento in cui

siamo nell’occhio del ciclone. Questa è la cosa più difficile.

Ecco che il peccato originale consiste nell’esserci convinti che l’esterno sia

la causa, e che il mondo sia caratterizzato da una volontà che ha potere su

di noi. E soprattutto che esista un mondo fuori indipendente e altro da noi

responsabile di ciò che accade.

E questo non vuol dire che il mondo fuori non esista. Esiste! Eccome se

esiste. Ma non è indipendente dalla nostra realtà interiore e non è il

responsabile di ciò che accade. Come esisto io così esistete voi. Solo che

voi, nella mia realtà, dipendete dal mio stato d’animo. Come io per voi

dipendo dal vostro stato d’animo che mi ha attratto nella vostra realtà. Voi

non siete nella mia realtà, entità autonome, slegate da me.

Questa comprensione ci porta a cambiare modo di rapportarci rispetto a

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quello che succede. In più se noi abbiamo la comprensione che tutto è

Amore e che ogni cosa che accade, ha comunque in sé l’energia d’Amore,

cambia ulteriormente il nostro modo di reagire e di agire. E questo, lo

ripeto, bisogna avere la voglia, la volontà, la costanza di cercarlo. E lo

troviamo. Lo troviamo! Però non bisogna scoraggiarsi al primo tentativo in

cui non riusciamo a vederlo, perché, ricordiamoci, che abbiamo millenni di

condizionamenti.

Oltre al fatto che abbiamo subìto gli insegnamenti dei nostri genitori, dei

nostri nonni, dei nostri insegnanti, delle figure di riferimento, della società

eccetera… esiste anche un inconscio collettivo che custodisce tutte le

memorie dell’umanità, in cui tutte queste convinzioni sono sempre state

accumulate. E adesso lavorano.

Ciò che rende qualcosa diabolico dunque non è la sua Essenza, che è

sempre Amore, ma è la mia percezione separata di quella cosa, il fatto che

io non riesca a sentire quella cosa come parte di me.

E questo dipende dalla nostra polarizzazione delle cose. Il denaro stesso

non ha nulla di diabolico in sé. Finché noi continuiamo ad accettare quello

che ci è stato insegnato e cioè che il denaro è il male del mondo, che il

denaro è sporco, che i ricchi sono tutti avidi… siamo noi che lo stiamo

polarizzando come il peggiore dei mali. In più quando noi il denaro lo

usiamo male, lo stiamo ulteriormente polarizzando.

Ma il denaro in sé è semplicemente un’energia di scambio. È un’energia

come tutto. Anche un coltello può diventare una pericolosissima arma, ma

se lo uso per tagliare una torta è un ottimo strumento. Se io invece decido

che il coltello è malevolo a priori mi troverò costretto a dividere la torta a

morsi. Allo stesso modo non esistono persone buone e persone cattive,

esistono persone che hanno un trascorso e che hanno le loro convinzioni.

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Quando noi le giudichiamo le trasformiamo in persone buone o persone

cattive.

L’esempio più eclatante a questo riguardo è Hitler. Hitler che è uno dei più

grandi mostri che abbiano calpestato il suolo terrestre, per l’opinione di

tutti, in realtà lui, nella sua testa, nel suo cuore, era convinto di essere un

benefattore dell’umanità. Secondo lui era necessario per il bene del mondo

far prosperare la razza Ariana e annientare le minoranze. Lui era convinto

di fare del bene.

E Socrate 3000 anni fa, in tempi non sospetti, aveva capito bene questo

concetto. Diceva che ogni essere umano compie sempre il miglior bene

che è in grado di concepire.

E se voi ci pensate, l’assassino, nel momento in cui compie un omicidio, sta

portando a termine il miglior bene, magari per se stesso, ma il miglior bene

che in grado di concepire. Sta facendo il suo interesse e non è in grado di

vedere che il male che infligge all’altro è enormemente più grande del

bene che lui ne riceve in valore assoluto o quantomeno più ampio della sua

visione. Se lo comprendesse non lo farebbe. Lui è centrato sul suo

interesse, è convinto di agire per il bene, salvo poi spiragli di lucidità che

procurano sensi di colpa, ma questo di solito accade in un secondo tempo.

Se noi agiamo, nel momento in cui agiamo, siamo sempre convinti di fare

la cosa migliore per un determinato obiettivo. Altrimenti non agiremmo.

L’Amore come l’abbondanza, sono degli stati di coscienza che nascono

dentro di me. E una volta evoluti dentro si riflettono fuori.

Il vero Amore è non sentire più la separazione. L’amore è la coscienza

dell’unità, allo stesso modo l’abbondanza è non sperimentare più il bisogno

dentro di me.

Quello che noi dobbiamo fare per il nostro benessere a 360° e quindi anche

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per il nostro benessere economico, è imparare a riconoscere l’Amore dentro

di noi e a sperimentarlo fuori.

Concludendo questo ragionamento, un capellone hippy ante-litteram molto

saggio, 2000 anni fa ha detto questo:

“Cercate Dio e la sua giustizia, il resto vi sarà dato in aggiunta”

Cosa significa “Cercate Dio e la Sua giustizia”? Significa cercate l’Amore in

ogni cosa, anche nel conto corrente in rosso e cercate di vederne la

giustizia divina, il punto di vista elevato, non limitatevi a vedere solo ciò

che la limitata percezione umana vi mostra, ma cercate la “giustizia divina”

la visiona ampia… cosmica! Non limitiamoci a vedere solo la giustizia

umana, non accettiamo la nostra percezione umana limitata delle cose.

Esiste un modo di vedere le cose che ci sfugge, ma che posiamo ricercare.

Non fermiamoci sulle nostre valutazioni che sono sempre valutazioni

umane. Cerchiamo la giustizia divina che è astrazione dal giudizio, quindi

assenza di aspettative, assenza di polarizzazione a priori.

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LaLeggedeldareedelricevere

Il Tutto è Amore che dona, quindi tutto ciò che riceviamo viene dal Tutto,

perciò ogni volta che doniamo è il Tutto che elargisce i suoi doni e allo

stesso tempo ciò che doniamo lo diamo al Tutto. Ragionamento contorto,

ma semplice =D!

Se ci adeguiamo a questo semplice precetto non ci sarà niente che non

avremo il potere di ottenere. Se il Tutto è Amore che elargisce, ogni volta

che doniamo qualcosa agiamo imitando l’agire del Tutto. Spesso quando

doniamo lo facciamo con l’intento di ottenere qualcosa in cambio, e in

questo non c’è niente di male (altro mito ben radicato da sfatare!), se non

che è un modo di agire carico di aspettative. Solitamente siamo ben

consapevoli di cosa vogliamo in cambio delle nostre buone azioni.

Ricordiamo per inciso che la nostra Essenza è quella di Amore/Ricevente

per cui è praticamente impossibile dare senza almeno pensare di ricevere

(magari in un secondo tempo), e sapete ormai bene quanto io rifugga le

questioni complicate!

Il punto è che quando diamo con disponibilità e senza aspettative

particolari, l’Universo tramite la legge di Attrazione ha in serbo per noi

grandi ricompense, ben superiori a qualunque aspettativa architettabile da

mente umana.

Il trucco è quello di non inquinare il processo tramite le sensazioni di

mancanza, bisogno e necessità. Diamo per il gusto di dare, non

preoccupandoci della ricompensa, ma con la certezza che da qualche strada

arriverà! Pensare a quella è compito dell’Universo e... tranquilli! Arriverà!

Non diamo per fare il bene degli altri (anche perché per inciso data

l’esistenza delle Legge dell’Equilibrio per cui ogni valore ricevuto va

controbilanciato consapevolmente o inconsapevolmente, non sempre la

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nostra generosità procura effettivamente del bene agli altri), ma diamo

semplicemente per la gioia di dare!

Dare senza aspettative non significa rinunciare al nostro Ego, anzi la

formula vincente è quella di utilizzare l’Ego e le sue caratteristiche a nostro

vantaggio. Quindi se vogliamo essere felici rendiamo felici gli altri, se il

nostro obiettivo è essere ricchi, non perdiamo l’occasione di far sentire

ricchi gli altri ecc…

Questo è il modo di usare l’egoismo dell’Ego in modo produttivo,

rispettando noi stessi, la nostra natura e la nostra Essenza: il nostro Io

Superiore che ci spinge a donare e l’Ego che ci sollecita a ricevere.

Non c’è una parte buona e una parte cattiva, non c’è una parte giusta e una

parte sbagliata; tutto è perfetto perché il Tutto è perfezione. Utilizzando

ogni parte in modo consapevole potremmo coscientemente direzionare gli

effetti. Ovviamente non è detto che la felicità o la prosperità arrivino

direttamente da coloro ai quali la doniamo. Per noi non è importante

sapere da dove giungeranno i nostri doni, ci basti sapere che arriveranno. Il

discorso calza perfettamente per tutto ciò che concerne anche il denaro.

Non stiamo sempre a crucciarci per quanto costa questa cosa che vorrei o

quanto devo pagare per ottenere quest’altra che mi piacerebbe o quanto è

giusto o ingiusto che Tizio o Caio guadagnino del denaro in questo o

quell’altro modo. Sono tutte cose che non ci riguardano.

Anzi facciamo in modo che per quello che ci concerne, chi ci circonda

guadagni il più possibile e auguriamo loro sinceramente, con il cuore, di

diventare sempre più ricchi! Questo è l’atteggiamento mentale vincente,

quello che ci ricoprirà d’oro dalla testa ai piedi.

Finché continueremo ad attaccarci a pensieri meschini di invidia, gelosia e

giudizio, l’abbondanza continuerà a fluire esattamente dalla parte opposta

rispetto a dove stiamo andando noi. Fine della storia!

Stessa cosa dicasi per ogni lavoro che ha per oggetto la spiritualità. Non è

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che chi scrive di spiritualità, per esempio, si nutra di aria e luce o si scaldi

al fuoco dello spirito.

“Ti faccio un esempio: con le tue ricerche potresti – facciamo questa

ipotesi – aiutare l’Umanità ad evolvere spiritualmente. Ma si tratta di una

cosa spirituale, per cui non vuoi farti pagare per questo tipo di lavoro.

Quindi sei costretto ad avere un tuo lavoro “non spirituale” per cui invece

pretendi di essere pagato, per esempio: il commesso. Ma facendo il

commesso, non fai evolvere l’Umanità allo stesso modo che diffondendo la

tua saggezza e quindi sei costretto a rallentare di brutto il tuo lavoro

“spirituale” che passa così ad essere un qualcosa di più simile ad un

hobby. L’umanità dovrà quindi attendere i tuoi tempi, per poter godere

del frutto delle tue ricerche, ma solo perché hai scelto di non volerti far

pagare. Quindi, per assurdo, la stessa umanità che volevi avvantaggiare

col tuo lavoro, viene danneggiata dal fatto che hai deciso di rendere

gratuito il tutto.”

Josè Scafarelli

Riconoscere il valore di ciò che qualcuno produce e trasmette è importante

e questo valore all’interno della nostra società è quantificato in valuta

monetaria. Il baratto al giorno d’oggi è superato per “enne” motivi tutti

assolutamente condivisibili.

Il sistema di valutazione in uso Qui ed Ora è quello monetario, pertanto è

consigliabile adeguarcisi. Tanto più in materia “spirituale” dovrebbe essere

ormai sufficientemente noto che bisogna “dare” per “ricevere”, quindi fare

sterili polemiche sul valore di ciò che si vorrebbe avere (svalutandolo per

ottenerlo a meno) è assolutamente controproducente e inefficace.

“In certi casi donare qualcosa gratuitamente, soprattutto se lo si fa

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veramente col cuore e in uno stato vibrazionale alto può rivelarsi

provvidenziale per una persona in estrema difficoltà... Ma se poi la

persona “in difficoltà” non prenderà coscienza della situazione e

continuerà a vivere e pensare crogiolandosi nel suo stato di difficoltà,

anche quell’aiuto gratuito risulterà inutile per cambiare la sua situazione.

Ma questo lo sappiamo già tutti credo?”

Valeria

A volte l’offerta gratuita di un prodotto nasconde forme di manipolazione

intente a realizzare forme di dipendenza, che non portano a nessuna

crescita né alcun miglioramento per chi ne usufruisce.

Quindi l’identificazione di gratuito come “donato con il cuore” e a

pagamento come “fregatura” è semplicemente una delle nostre

innumerevoli credenze limitanti e nient’altro.

Altro handicap del prodotto gratuito è che comunque chi lo riceve spesso si

sentirà in debito senza nessuna possibilità di valorizzare e contraccambiare

quanto ricevuto (e qui entrerà in azione la Legge dell’Equilibrio senza

controllo da parte di chi dovrà controbilanciare il valore ricevuto). Non è

detto che contraccambiare un regalo sia qualcosa di dovuto, ma il non farlo

spesso crea in chi riceve distruttivi e intangibili sensi di colpa. Altra cosa è

valorizzare ciò che si riceve. Spesso capita che ciò che si riceve

gratuitamente venga automaticamente svalutato (quanti e-book gratuiti

abbiamo scaricato sul nostro pc e non li abbiamo nemmeno guardati?)

Certo poi c’è chi lucra e basta, ma questo si sa e comunque non è una cosa

che ci riguarda, prendiamone atto e andiamo avanti per la nostra strada. Se

invece non riusciamo ad essere distaccati di fronte a queste situazioni e ci

facciamo coinvolgere, provando rabbia, frustrazione, invidia o senso di

ingiustizia... proviamo a dare un occhiatina dentro di noi!

Ricordiamo che gli altri e i loro comportamenti e le situazioni cosiddette

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esterne sono degli specchi che riflettono qualcosa che ci riguarda

personalmente. Impariamo a capire che se certe cose ci suscitano certe

emozioni e provocano certe reazioni, dipende dal fatto che siamo noi stessi

ad avere dei problemi riguardo a queste vicissitudini, ad avere delle

questioni irrisolte nella nostra interiorità.

Allora sì il problema esiste, ma è un problema nostro, non di chi vende ciò

che a nostro giudizio, non dovrebbe essere venduto o dovrebbe essere

proposto ad un altro prezzo, ecc... Cogliamo l’occasione di ampliare la

nostra visione invece che scaricare la nostra rabbia e frustrazione sugli

altri, ottenendo l’unico risultato di procurarci ulteriore tensione, rabbia e

frustrazione, e allontanare inesorabilmente la prosperità.

Una visione più ampia potrà invece aiutarci a diventare più responsabili per

la nostra vita, partendo dalla nostra quotidianità, individuando i pensieri

utili e distinguendoli da quelli ostacolanti.

Sono sempre l’odio e la paura, le emozioni che dividono e separano, quindi

odiare e temere il denaro e la ricchezza (anche quella degli altri) e ciò che

rappresentano, è un atteggiamento che alimenta l’odio e la paura nel

mondo, cioè esattamente il contrario delle motivazioni razionali che fanno

nascere queste sensazioni. Essere frustrati, sentirsi inadeguati e avercela

con tutti a causa della mancanza di denaro, è un atteggiamento che

produce insanabilmente altra mancanza, quindi ulteriore frustrazione e

inadeguatezza che ci portano inevitabilmente ad una costante mal

disposizione verso tutto e tutti.

“Le condizioni di povertà e carenza sono manifestazioni delle bande di

frequenza della paura. Le condizioni di abbondanza e soddisfazione sul

piano materiale sono manifestazioni delle frequenze dell’amore e della

gioia.

Voi vi rendete un cattivo servizio, miei cari, se restate aggrappati alle

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vecchie credenze, secondo cui la povertà sarebbe virtuosa e spirituale. Vi

chiedo di esaminare le vostre credenze sulla natura e l’esperienza della

povertà e della carenza, alla luce della vostra vita.”

Lord Metatron

La soluzione ancora una volta è nell’atteggiamento mentale, nella

consapevolezza della necessità di cambiare rotta.

Per quanto riguarda la spiritualità nel particolare, esiste un'unica Verità,

anche se viene presentata dalle varie dottrine, nelle forme più svariate.

Ma torniamo a ciò che si vende e si compra, che non può essere certamente

la “Verità”! Quello che si vende o si regala è il proprio lavoro... E con il

proprio “lavoro” ognuno può fare ciò che vuole (o che può), ma credo che

nessuno abbia il diritto di giudicare ciò che un altro fa del proprio lavoro!

Se domattina uscissimo incavolati neri dalla panetteria, sbraitando e

inveendo, anzi no anche solo facendo notare a qualcun altro, che quella

inqualificabile della panettiera non ci ha regalato il pane e anzi per darcelo

ha preteso (incredibile) di essere pagata, credo che non dovremmo

meravigliarci troppo se qualcuno avvertisse l’ospedale psichiatrico...

Mi pare indiscutibile che il valore di un oggetto o di un servizio, a meno che

non sia stato catalogato da precisi meccanismi di mercato, non può che

essere stabilito da chi lo produce.

Se non ci va bene, se lo riteniamo troppo alto, semplicemente facciamo a

meno di acquistarlo, ma evitiamo accuratamente di “sparare giudizi”. Noi

non possiamo sapere quanto e che lavoro c’è stato alle spalle di un dato

prodotto, per tanto non possiamo giudicarne noi il valore. Accettiamo

semplicemente la sua esistenza e lasciamola andare girandoci da un’altra

parte, senza farci coinvolgere da deleterie e intricate reti di giudizio.

E se proprio, proprio non possiamo farne a meno, perché non c’è un

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prodotto alternativo sul mercato... allora significa che qualunque prezzo

abbia il prodotto in questione è basso, se nessun’ altro è stato in grado di

produrre un’alternativa. Comunque la questione è che, se impariamo ad

avere l’atteggiamento mentale corretto nei confronti del denaro, nessuna

cosa sarà troppo cara, perché se davvero la desideriamo, il denaro per

acquistarla lo avremo!

“Alcuni di voi mi diranno che avete problemi nel vostro corpo fisico, così

che non potete lavorare per guadagnare soldi. Direte che non avete altra

scelta se non quella di vivere nella carenza. Potreste dirmi che non ci sarà

alcuna differenza se cercate le frequenze dell’Amore e della gioia nella

vostra vita terrena, o non le cercate. Direte di essere soggetti a

circostanze che si sottraggono al vostro controllo.

No, miei cari, non importa dove viviate nel mondo, in quale tipo di

condizioni economiche, voi potete abbracciare le energie dell’abbondanza

divina”

Lord Metatron

I soldi sono solo un utilissimo strumento, che nel momento in cui dovrà

essere utilizzato, sarà utilizzabile.

Il regno di Dio è dappertutto e permea della sua Essenza ogni cosa (intesa

sia in senso materiale che in senso spirituale).

Poiché Dio ha creato la Natura quale Mente della natura, quando la Natura

è perfettamente naturale, lì c’è la perfetta espressione di Dio. Allo stesso

modo il Regno di Dio è in ogni vita perché Dio è la Vita, così quando ci

troviamo di fronte a chi vive in modo perfettamente naturale, ci troviamo

davanti la perfetta espressione di Dio.

E allora cosa vuol dire “vivere in modo naturale”? Non mi riferisco a vivere

in una capanna in un isola deserta cibandoci di bacche e radici. Poiché lo

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scopo dell’Universo è far progredire la vita verso altra vita.

“Vivere naturalmente” non può che significare crescere evolvendosi verso

livelli di vita qualitativamente più alti. Quindi la Vita vera è permeata da

desiderio di progresso. Perciò se qualcuno desidera qualcosa che gli può

tornare utile per la sua crescita personale, il suo desiderio è allineato alla

vibrazione dell’universo e quindi è ovvio che quel qualcosa “desidera” (in

senso vibrazionale) quell’uomo.

La “Mente delle cose” risponde e si allinea alla vibrazione della mente

dell’uomo. Quindi tutto contribuisce a favorire chi desidera crescere. E c’è

una Mente, la Mente Suprema, che per prima vuole che noi come esseri

umani cresciamo e quindi vuole che abbiamo a disposizione tutti gli

strumenti e le opportunità che ci permetteranno di progredire. E questa

Mente che permea di Sè tutto il creato è anche nelle cose che sono utili al

nostro progresso e quindi allineandole al nostro pensiero, le conduce a noi.

E anche se noi come parte della Mente Suprema (Uno) collaboriamo con

essa (cioè ci manteniamo allineati alla sua vibrazione), anziché opporci ad

essa attraverso forme di lotta e di competizione, tutte le opportunità si

dirigeranno verso di noi in tempi proporzionalmente sempre minori quanto

più noi siamo centrati. Poiché questa Mente è la Mente del Tutto, resta

chiaro che se noi teniamo conto solo di una parte di essa contro un’altra

parte entrando in conflitto con altri esseri, siamo destinati a perdere la

collaborazione con l’Uno mettendoci nelle condizioni propizie per perdere

tutto:

“Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale

misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. Poiché a chi

ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.”

Marco 24,26

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Perchè la competizione è legata alla separazione e quindi è il rifiuto e la

negazione dell’Uno. Ed è proprio la spinta alla competizione per

l’accaparramento di una parte delle risorse disponibili, che consideriamo

erroneamente limitate, che ci allontana dalla consapevolezza

dell’abbondanza.

Lo scopo della Natura, quindi è la crescita costante della vita. Poiché

l’essere umano è l’incarnazione di Dio, non può esistere forma di vita

qualitativamente più elevata della vita umana, e quindi l’obiettivo della

natura è quello di portare l’uomo verso un tipo di vita sempre più prospera.

Ma se la Natura cerca la crescita di ogni essere umano per raggiungere lo

scopo nei confronti di alcuni, non è possibile pensare che sottragga delle

risorse ad altri venendo meno al principio di imparzialità. Sarebbe

inconcepibile.

Questa è la prova dell’assoluta disponibilità delle risorse presenti in

abbondanza e in misura più che sufficiente per soddisfare le esigenze di

tutti.

Quindi solo questa certezza dovrebbe essere sufficiente ad allontanarci

definitivamente da ogni forma di competizione. Se amo me stesso come il

mio prossimo, ciò che desidero per me lo desidero anche per gli altri. E se

l’uomo non è capace di mettere in pratica questo principio, sicuramente la

Natura è in grado di farlo, anzi non potrebbe fare altrimenti. Quindi se è

così, niente verrà sottratto agli altri per essere dato a me, a meno che io

non compensi questi altri con una uguale o maggiore quantità di vita di

quella che verrebbe sottratta a loro per soddisfare le mie esigenze.

Da un punto di vista razionale sappiamo tutti molto bene quanto deleteria

sia la competizione, a meno che non stiamo parlando di una gara di corsa in

cui entra in gioco la sportività proprio per “togliere negatività” al concetto

di competizione. La collaborazione invece è il famoso “win to win” su cui

lavorano tutti i vari motivatori.

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La cooperazione, la condivisione delle proprie risorse a beneficio di tutti, se

fatta eticamente con Spirito di Aloha appunto è qualcosa che veramente ci

arricchisce esponenzialmente tutti. Sappiamo bene che la ricchezza più

grande viene dalla diversità, ma se le nostre diversità non le condividiamo

rimarranno caratteristiche che originano divisione anziché unità.

Se io ho una mela e tu hai una mela, se io ti mostro la mia mela e tu mi

mostri la tua ognuno di noi rimarrà con una mela. Se io ho un’idea e tu hai

un’idea, se io ti mostro la mia idea e tu mi mostri la tua ognuno di noi avrà

due idee.

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Cos’èl’abbondanza

Quando parliamo di abbondanza ognuno lo interpreta al livello con cui è

meglio in sintonia. Ogni essere umano tende naturalmente all’abbondanza:

di denaro o di proprietà, di idee, di creatività, di bellezza, di amore a tutti

i livelli. E’ abbondanza tutto. Tutto ciò che abbiamo intorno è abbondanza

e nel mondo lo possiamo vedere sia a livello materiale sia sotto forma di

energie di altro tipo. E tutto questo è a nostra disposizione per soddisfare i

bisogni nostri e degli altri. Come abbiamo visto, qualunque cosa noi

facciamo, la facciamo per il nostro bene, o meglio, lo facciamo per sentirci

bene anche quando il bene diretto è quello degli altri… Alla fine anche

procurare benessere o beneficio agli altri ci conduce a sentirci bene noi.

Per cui di fatto noi naturalmente tendiamo all’abbondanza a tutti i livelli:

fisico, emozionale, mentale, spirituale.

Nella forma umana tendiamo a tornare all’abbondanza che abbiamo

“sperimentato” 9 nell’UNO, nella nostra Essenza spirituale, dove non ci

manca nulla, perché siamo uniti al Tutto. Abbiamo questa tendenza innata

a tornare da dove siamo venuti e noi siamo venuti dall’Uno e quindi

dall’abbondanza e a quello aspiriamo costantemente anche perché

effettivamente non ci siamo mai allontanati dall’Uno, anche se

percettivamente sperimentiamo la separazione da esso e quindi “ci

sembra” di esserne divisi.

Nella nostra Essenza Spirituale non manchiamo di nulla, siamo

nell’Abbondanza: cerchiamo quindi come tendenza naturale innata di

portare questo stato di coscienza a livello fisico superando la percezione

9passatemilalicenzadialetticaperchéèchiarochenell’Unononc’èabbondanzaperchénonc’èseparazione,semplicementeE’.Maècomunqueunostatoappagatodisoddisfazioneebenessere.Durametterlainparole!

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illusoria della separazione, cercando di avere di più, per trovare

soddisfazione.

E’ sul piano fisico che esiste il concetto di separazione, di mio e tuo, di

quello che si ha e quello che si può avere. Perciò quando siamo immersi

percettivamente nella molteplicità, l’esperienza dell’abbondanza non è più

così automatica e immediata. Essendo convinti, sentendo di allontanarci

dall’Uno, che l’universo non sia un luogo di abbondanza infinita,

cominciamo a trovarci a confronto con quello che credo di meritare e che

non credo di meritare.

La nostra Essenza in verità ha già dentro di sé tutto quello di cui ha

bisogno. E questo è il motivo per cui desideriamo così ardentemente

manifestarlo anche fuori di noi, perché questo è lo stato naturale

dell’essere. Siamo programmati per stare bene ed essere soddisfatti

nell’abbondanza anche materiale e fisica.

Sul piano materiale, a seconda del proprio personale percorso, ognuno è

attratto da diversi tipi di ricchezza:

Abbondanza materiale -> avere e accumulare

Abbondanza dell’agire -> azione, lavoro e fatica

Abbondanza dell’essere -> la vera ricchezza

La vera ricchezza è quella che abbiamo dentro ed è quella che non

possiamo perdere mai.

Possiamo perdere tutto (a livello materiale, affettivo, fisico) quello che

abbiamo, non poter fare nulla, ma saremmo sempre noi stessi. Questo senso

dell’Essere non può essere portato via.

Noi esseri umani siamo portati a farci delle domande e spesso accettiamo di

iniziare a cambiare solo quando ci troviamo con la cosiddetta “acqua alla

gola”.

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A parte pochi eletti, quando ci troviamo a soffrire davvero molto, iniziamo

a farci delle domande e ad esplorare altre vie. A questo punto arriviamo a

cambiare parti di noi che ci portano a modificare la percezione delle cose.

C’è chi ci mette tanto tempo e prende strade tortuose e chi imbocca la

strada maestra al primo tentativo, ma ciò che non cambia è il traguardo

che si raggiungerà.

Quando noi siamo concentrati sull’avere, sul fare, sulla fatica necessaria

per ottenere, ci stiamo dimenticando di Essere. E quando ci scordiamo di

Essere, quando non siamo più presenti alla nostra Essenza, andiamo in

attrito con chi Siamo e a quel punto cominciamo a perdere ciò che

abbiamo, cominciamo a convincerci di non meritare di “avere” e di stare

bene, si fanno strada i sensi di colpa e così limitiamo la nostra capacità di

manifestare l’abbondanza e limitiamo ciò di cui possiamo godere.

Proprio perché ci convinciamo soprattutto di non meritarcelo. Fino ad

arrivare al punto di perdere tutto ciò a cui tenevamo.

Per alcuni può essere una questione materiale, la casa o il lavoro. Per altri

può essere una questione affettiva e quindi perdere il proprio compagno o

l’affetto e il sostegno della propria famiglia. In ogni caso si tratta della

perdita di ciò che ci faceva sentire di essere: questo di solito accade perché

comunque anche da queste situazioni abbiamo qualcosa da imparare su noi

stessi. Di solito ci mostrano un eccessivo attaccamento (il famoso cammello

che non passa per la cruna dell’ago). L’attaccamento ci conduce

inevitabilmente alla perdita di ciò di cui ci convinciamo di non poter fare a

meno, perché solo così potremo davvero comprendere di Essere a

prescindere dall’“avere”.

Probabilmente ciò accade per farci comprendere che la vera ricchezza è ciò

che abbiamo dentro ed è qualcosa che in realtà non possiamo mai perdere

perché è l’Essere.

Come ho detto, ogni volta che noi siamo concentrati sull’avere,

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sull’accumulare, sull’ottenere, sull’azione intesa come sforzo e fatica

inevitabili… ci stiamo dimenticando di essere. E quindi quando noi ci

dimentichiamo di Essere, andiamo in attrito con l’Essere, con l’Amore che

siamo e generiamo sofferenza. Ecco quindi che cominciamo a perdere le

cose, le “persone”, le situazioni acquisite diventano incerte e traballanti,

cominciamo a pensare di non “meritare”, ci costruiamo inenarrabili sensi di

colpa e quindi limitiamo la nostra potenzialità di manifestazione

consapevole e soprattutto di manifestazione allineata al nostro benessere.

Fino al punto di non avere più niente di quello a cui tenevamo… perché

inconsapevolmente ci siamo ficcati dentro a un vicolo cieco che data la

nostra “cocciutaggine”, risulta essere la via più efficace per farci

comprendere chi davvero Siamo.

Tuttavia sempre, sempre, sempre, anche quando viviamo situazioni di

perdita e di mancanza anche estreme, poiché Tutto è Uno e l’Uno è Amore

e tutto è Amore, anche quelle situazioni lì sono comunque Amore, per

quanto non ci sembri proprio, per quanto ci facciano soffrire e ci mettano

in seria difficoltà. Ma ci stanno sempre mostrando che siamo troppo

attaccati a qualcosa, siamo troppo incentrati sull’avere o sull’appoggiarci e

quindi sul convincerci di non Essere sufficientemente… tanto appunto da

dimenticarci di Essere (che invece il ricordarci di Essere è ciò che siamo

venuti a fare qui sulla terra).

Quando perdiamo qualcosa… la nostra attenzione sarà costretta a

ricentrarsi sull’Essere.

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Responsabilitàal100%

Noi ci attraiamo tutto… ci procuriamo inesorabilmente tutto quello di cui

abbiamo bisogno, momento per momento, anche le batoste! E ricordiamoci

che l’Universo, il nostro Io Superiore ha questa modalità per parlare con

noi: comincia sempre con gentilezza e con leggerezza a suggerirci di

cambiare strada, ma più noi ci ostiniamo a voler rimanere sulla strada che a

noi “sembra” la migliore, più i segnali saranno pesanti, fino al punto da non

lasciarci più altra scelta se non quella di cambiare strada appunto.

Quindi sarebbe importante cominciare a riconoscere e ad ascoltare i segnali

che ci giungono da ogni parte della nostra realtà… e cominciare ad

ascoltarli quando sono ancora lievi e gentili.

Dobbiamo imparare come funzionano le cose e soprattutto ricordarcelo

quando il loro funzionamento va in una determinata direzione.

E il funzionamento del meccanismo è noto al genere umano dalla notte dei

tempi.

Questo è un testo di più di 3000 anni fa:

"Finalmente ho raggiunto il mio traguardo e risolto il segreto della mia

anima: Io sono QUELLO a cui rivolgevo le preghiere, QUELLO a cui chiedevo

aiuto. ... Sono QUELLO che ho cercato. Sono la stessa vetta della MIA

montagna. Guardo la creazione come una pagina del MIO stesso libro. Sono

infatti l'UNICO che produce i molti, della stessa sostanza che prendo da

ME. Poiché TUTTO è ME, non vi sono due, la creazione è ME STESSO,

dappertutto. Quello che concedo a ME stesso, lo prendo da ME stesso e lo

do a ME stesso, l'UNICO, poiché sono il Padre ed il Figlio. Quanto a quello

che voglio, non vedo altro che i MIEI desideri, che sgorgano da ME.”

Tratto da uno scritto su un portale di un antico e sacro sito egizio

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Pensate che noi interpretiamo tutta la realtà da questa prospettiva. Da

quelle che sono le nostre aspettative, da quelli che sono i nostri desideri,

da quello che è il nostro modo di vedere le cose, interpretiamo tutto quello

che ci circonda, quello che fanno gli altri. Tanto è vero che se ci pensiamo

le persone affidabili si fidano degli altri, le persone inaffidabili non si fidano

di nessuno… perché ci basiamo sul meccanismo che ci fa credere

istintivamente che tutti siano come noi.

“ Sono infatti il conoscitore, il conosciuto, il soggetto, il governante ed il

trono. Tre in UNO è quello che sono e l'inferno è solo un argine che ho

messo al MIO stesso fiume, allorché sognavo durante un incubo. Sognai che

non ero il SOLO unico e così IO stesso iniziai il dubbio, che fece il suo corso,

finché non mi svegliai. Trovai così che IO avevo scherzato con ME

stesso. Ora che sono sveglio, riprendo di sicuro il MIO trono e governo il

MIO regno che è ME stesso, il signore per l’eternità."

Tratto da uno scritto su un portale di un antico e sacro sito egizio

Non è facile entrare in questa visione. Non è facile, proprio perché siamo

influenzati da una quantità enorme di condizionamenti.

Ma questo, quello descritto qui sopra, è lo stato naturale dell’Essere.

Quindi siamo tutti in grado di tornare dentro a questa modalità di visione.

Quando noi siamo rientrati in noi e siamo nuovamente dentro a questo

atteggiamento, non potremo più tornare indietro. Non saremo più capaci

di trattare gli altri come entità che non ci riguardano, non potremo più fare

del male a qualcuno volontariamente, e ogni volta che saremo superficiali,

irrispettosi, intolleranti ce ne accorgeremo subito e ci resteremo male e

faremo tutto ciò che è in nostro potere per riequilibrare la situazione verso

l’Amore. Non saremo più capaci di odiare nessuno… perché saremo

consapevoli che faremmo solo del male a noi stessi.

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E non solo perché abbiamo capito che quello che buttiamo fuori ci ritorna

amplificato, ma proprio perché saremo talmente in connessione con tutto e

con tutti da sentirlo. Se facciamo soffrire qualcuno la prima sensazione che

sperimenteremo sarà disagio, sofferenza a nostra volta.

“Quando cavalchi un cavallo devi diventare il cavallo non controllare il

cavallo…”

Cavez

Perciò capiamo le cose … ma poi diventiamo le cose… solo così saremo chi

Siamo e manifesteremo la realtà in sintonia con la nostra Reale identità.

Se vogliamo avere una capacità direzionale nella nostra vita, dobbiamo per

prima cosa smettere di volere una capacità direzionale e diventare la

direzione. Dobbiamo diventare anche percepibilmente la nostra vita,

dobbiamo incarnare l’Essere, ….

“Dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo”

Gandhi

Questa è una grandissima Verità! E’ inutile che continuiamo a domandarci

perché siamo governati da una manica di “cialtroni”, o perché succedono le

cose che succedono nel mondo, finché noi per primi ogni volta che abbiamo

un po’ di potere lo facciamo pesare sui nostri sottoposti, o finché

continuiamo a litigare con il vicino perché ci parcheggia l’auto dove non

volgiamo, o continuiamo a creare conflitto con la solita ormai famosa

suocera ecc… Finché noi diamo origine o alimentiamo conflitti nella nostra

realtà micro, noi sperimenteremo conflitti nella nostra realtà macro.

Perché naturalmente ai nostri piccoli conflitti si uniscono i piccoli conflitti

dei nostri vicini (che sono un nostro riflesso), a cui si uniscono i piccoli

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conflitti dei nostri lontani (che sono un nostro riflesso), che tutti insieme

ingombrano di conflitto l’inconscio collettivo che poi si manifesta nei

recenti fatti di Londra.

Anche Osho ha visto piuttosto distante:

“Sei tu, sei sempre tu il fattore decisivo, sei tu che decidi tutto ciò che ti

accade. Ricordalo! La Chiave è questa: se ti senti infelice, è una tua scelta.

Se non vivi nel modo giusto, è una tua scelta. Se perdi l’occasione, è una

tua scelta. La responsabilità è completamente tua. Non avere paura di

questa responsabilità. Molti sono terrorizzati da questa responsabilità

perché non sono capaci di vedere l’altro lato della medaglia. Sull’altro lato

c’è scritto: Libertà.”

La responsabilità è completamente MIA significa che abbiamo capito che la

Legge universale che regola la nostra dimensione è la Legge di Causa ed

Effetto. Quindi quello che immetto fuori mi ritorna, per cui io semino le

premesse di ciò che si manifesterà nella mia vita.

Ma la cosa più importante è quello che ci ha così chiaramente ricordato,

l’antico scritto egizio: Io Sono l’Uno… perché Tutto è Uno, perciò se io

Sono, se io esisto… Sono l’Uno! Io sono il creatore della mia realtà. Tutto

quello che è reale per me è quello che è nella MIA coscienza. Sono io

l’unico responsabile!

Che è molto brutto se pensiamo alle cose brutte che accadono nel mondo,

ma è bellissimo se comprendiamo che responsabilità significa potere e che

quindi noi abbiamo il potere di annullare qualunque conflitto sulla Terra

soltanto annullando i conflitti dentro di noi.

Responsabilità non può significare “colpa” all’interno di un Universo che è

Amore, quindi che è la negazione stessa dell’errore e quindi della colpa.

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Tutto accade per l’espansione dell’Amore, perciò qualunque cosa io abbia

fatto o che mi abbiano fatto, anche se mi sembra la più brutta e sbagliata

possibile… è Amore in espansione e tutto si manifesta, compreso il mio

conto in rosso o la truffa che ho subito o il tracollo finanziario di cui sono

stato protagonista, perché io devo e posso comprendere qualcosa di me e

devo presumibilmente fare qualcosa di conseguenza. Perciò il fatto

incontrovertibile che IO SONO IL RESPONSABILE non ha niente a che vedere

con la colpa, ma ha invece tutto a che vedere con il potere. Perché se io

sono il responsabile significa che io ho il potere, ovviamente modificando la

mia percezione delle cose e modificando la mia percezione di me stesso, di

cambiare ciò di cui sono responsabile. Se la realtà dipende solo da me,

significa che se cambio io cambia il mondo!

Accettare perciò la nostra responsabilità ci dà la possibilità di capire quali

sono le nostre potenzialità e cioè cosa possiamo fare nel concreto.

Finché ragioniamo con lo schema mentale della vittima (non sono io il

responsabile di ciò che mi accade, ma è il mondo che ce l’ha con me) e

quindi diamo la colpa all’esterno di quello che ci succede, non riusciremo a

prendere la direzione che ci fa stare bene consapevolmente… è impossibile.

Non considerarsi delle vittime non significa che dal mondo fuori non ci siano

stati determinati stimoli, ma significa solo riconoscere che quegli stimoli si

sono originati da un input che viene comunque da noi in primis.

Abbiamo creato noi le condizioni per cui quello stimolo (che ci serviva,

anche se non capiamo perché e come) si originasse. Poi magari ci possiamo

mettere anni per capire o per assimilare la lezione… o anche solo per

assumerci consapevolmente la responsabilità.

Quando mio marito mi ha lasciato io ho pensato solo che fosse un

disgraziato. Che fosse tutta colpa sua, io non c’entravo niente e stavo solo

subendo le sue decisioni e le sue scelte. Ho capito dopo, intanto che

oggettivamente anch’io avevo delle responsabilità, ma soprattutto che

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tutto quello che è arrivato dopo e che mi ha fatto crescere e che mi ha

dato la consapevolezza che oggi ho, si è originato da lì e serviva a me!

Io avevo attratto nella mia vita una situazione molto forte che, poiché in

quel momento non ero in grado di capire tanti altri segnali più piccoli e

morbidi, mi desse una scossa e mi mettesse di fronte alla persona che

potevo essere. Da lì io, con molta calma, certo, ho cominciato davvero a

guardare chi ero e l’ho portato fuori. Non lo stavo facendo prima, prima ero

centrata su tutt’altro e mi dimenticavo appunto di Essere.

Ci sono persone più centrate che non hanno bisogno di cose così forti,

perché riescono lo stesso ad essere se stesse senza bisogno di sbattere la

testa contro i muri per rendersene conto. Ma appunto siamo fatti in tanti

modi, e l’Universo ci Ama a tal punto da dare ad ognuno di noi la cosa

personalizzatissima più utile per il suo percorso.

Finché non ci assumiamo la responsabilità di quello che ci accade, non

possiamo in nessun modo intervenire efficacemente su nulla. Gli altri ci

hanno fatto del male e noi soffriamo punto!

Se invece accetto il fatto che IO ho creato le condizioni perché questa cosa

si manifestasse, è evidente che se io modifico le condizioni, cambierà

anche questa cosa! Perciò è molto importante sapere che comunque questa

cosa mi serve e molto efficace è sapere che come ho creato quelle

condizioni così posso crearne altre affinché mi arrivino cose diverse.

Le cause di tutto sono nel modo in cui pensiamo e nel modo in cui vediamo

le cose, e lì abbiamo totale potere di intervenire. E’ fondamentale dunque

uscire da questo schema mentale che ci appartiene da quando siamo nati,

in cui io sono una vittima in balia dei capricci del destino.

Certo che quello della vittima incompresa è un atteggiamento più facile,

perché accettare di averlo creato io, mi dà un po’ di grattacapi in più

rispetto al “povero me non ci posso fare niente”. Quello che è certo però è

che il “povero me non ci posso fare niente” è un atteggiamento

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assolutamente inefficace, se la direzione che voglio prendere è quella del

benessere e della serenità. Solo realizzare noi stessi ci permette di portare

fuori quell’abbondanza che abbiamo dentro.

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Ilpotenzialediprosperità

Come possiamo dunque aumentare il nostro potenziale di prosperità?

Possiamo farlo solo realizzando la connessione consapevole con la Fonte

dell’abbondanza all’interno di noi e con l’Universo. E la connessione si

realizza solo attraverso la PRESENZA.

Forse sarete anche stanchi di sentircelo ripetere quanto importante è la

presenza in ogni approccio. Ma è fondamentale capire quanto sia

determinante.

Riuscire a fare della presenza il nostro atteggiamento, anche se non

necessariamente continuativo in ogni attimo della giornata, almeno quello

prevalente, è risolutivo. E possiamo arrivarci però se ce ne rendiamo conto

quando accadono le cose, quelle che magari ci destabilizzano, allora è

importante esserci! Accorgiamoci, siamoci, stiamo sul pezzo, e ci

arriveremo sempre più facilmente più ci saremo abituati ad esserlo! E più ci

siamo, più facciamo della presenza il nostro stato naturale, più

(paradossalmente) le cose che ci destabilizzano accadono sempre meno. E’

chiaro che adesso ve lo stiamo dicendo così, vi stiamo dando degli stimoli…

a voi il compito di metterli in pratica e di farli risuonare con voi stessi.

Qualche tempo fa al supermercato a cui vado abitualmente c’erano tre

commesse che non facevano altro che lamentarsi… con il titolare perché le

sfruttava, con il sistema che non funziona, con il tempo che è sempre

brutto perché non esistono più le mezze stagioni, con la gente che è

maleducata perché non ci sono più i valori di una volta… ogni parola era uno

spunto per una lamentela… Nel frattempo io ho continuato il mio percorso

di consapevolezza… e un bel giorno mi sono accorta che al supermercato

quelle tre commesse non c’erano più… Elena mi dice che le ho fatte

licenziare io! A parte gli scherzi… evidentemente il mio modo di

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approcciarmi alle cose non rifletteva più quel tipo di persone e quindi non

le ho più incontrate nel mio cammino.

Utilissimi strumenti per arrivare ad allenare la presenza sono:

1. La meditazione: crea un contatto con il nostro centro, con la nostra

essenza.

2. La gioia: ci mette in contatto con l’abbondanza perché è la

rivelazione della nostra Bellezza, risuoniamo con la nostra essenza.

3. L’azione: portare nel concreto le nostre virtù; portare lo stato in cui

siamo in meditazione e nella gioia nel quotidiano.

4. La condivisione: pulisce i blocchi che abbiamo sul fluire

dell’abbondanza. Lo spirito di Aloha è centrato su questo! Amare

insieme vivendo gli stessi sentimenti.

5. La perseveranza: concentrazione, focus, continuità nel superare i

nostri limiti (quelli che percepiamo come tali). La perseveranza poi

diventa un ottimo allenamento che amplia continuamente l’abitudine

su cui stiamo lavorando (in questo caso la presenza).

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Chiariregliobiettivi

Se vogliamo manifestare l’abbondanza nelle nostre vite, dobbiamo chiarire

a noi stessi cosa davvero vogliamo. Per chiarircelo dobbiamo imparare a

farci le domande giuste!

Gradualmente iniziamo a capire che possiamo avere di più, realizzare

maggiormente noi stessi, fino ad arrivare a capire che tutto è possibile e i

limiti li abbiamo solo nella testa.

Per avere una chiara visione di quello che vogliamo è necessario:

• domandare: bisogna essere onesti con se stessi, per rispondere

dobbiamo uscire dalla zona di confort. Per esempio: “cosa mi

impedisce di mettere a frutto le mie capacità per creare ricchezza e

gioia?” e non “perché mi accadano sempre queste cose?” (secondo

caso avremo più mancanze). Molto più efficace è domandarmi: “Cos’è

che dentro di me mi blocca dall’ottenere ciò che credo di volere?”

Solo in questo modo ci permettiamo di esplorare veramente i blocchi

che abbiamo. E… provare per credere anzi per sapere, quando noi

cominciamo a farci le domande in questa direzione, non solo non è

necessario trovare le risposte, ma le risposte quando davvero sono

utili, arrivano da sole senza sforzo da parte nostra. E’ sufficiente porsi

le domande con un atteggiamento corretto, perché quello a cui

dobbiamo arrivare è un cambio radicale di prospettiva.

• Ricevere la risposta: cerchiamo dentro di noi la vera risposta, con

totale apertura e sincerità, comprendendo come funzionano le cose e

adeguandoci. E’ solo qualche tipo di scusa che ci impedisce di fare od

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ottenere qualcosa. Se noi però cambiamo atteggiamento e ci

mettiamo dalla parte del divino, le scuse evaporeranno e le risposte

giungeranno nei modi più inaspettati.

• Agire: per fare l’azione necessaria, dobbiamo adottare un nuovo

punto di vista e consentirci di ricevere abbondanza. Tutti sappiamo

cosa ci impedisce di ottenere quello che vogliamo, sotto sotto.

Quando capiamo di cosa si tratta possiamo cambiare punto di vista.

Siamo noi che ci impediamo di raggiungere quello che desideriamo:

dobbiamo consentircelo!

Ogni volta che ci poniamo una domanda, la nostra mente si mette in cerca

della risposta. Se poniamo una domanda di qualità otteniamo una risposta

di qualità.

L’unico elemento che ci impedisce veramente di ottenere ciò che

desideriamo siamo noi stessi.

E’ molto più facile accettare di essere responsabili dei nostri fallimenti che

dei nostri successi, perché riconoscerlo ci libera una marea di possibilità,

che di fatto ci spaventano.

Le risposte sono tutte dentro di noi! Questa è un’affermazione che

sentiamo ripetere in ogni dove. Grazie! Bella verità… ma come facciamo a

comprenderle?

Le risposte le possiamo comprendere solo canalizzando noi stessi. In

presenza, attraverso estrema apertura di mente e coerenza di cuore, in

assenza di aspettative e preconcetti. Spessissimo, anzi oserei dire sempre,

le risposte non ci arrivano razionalmente come un pensiero decodificato che

ci appare chiaramente nella mente, ma sono invece più facilmente delle

sensazioni che ci derivano da cose che vediamo, ascoltiamo, viviamo. Le

risposte di cui stiamo parlando sono cose che più che capire “sentiamo” e

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queste risposte sono davvero dentro di noi, aprirsi a riceverle e a

comprenderle è quello che ci permette di riceverle e comprenderle. Lo so

che non ve lo posso dimostrare, ma ancora una volta so che voi potete

dimostrarlo a voi stessi. Questo significa mettersi in discussione. Darsi la

possibilità di verificare le informazioni che ci giungono. E possiamo

verificarle solo sperimentandole. E io so bene che quando le sperimentiamo

con apertura di mente e coerenza di cuore, la verità che sostiene queste

affermazioni diventa palese.

E’ incredibile come quando entriamo dentro certi meccanismi e cominciamo

a comprendere come funzionano certe cose, e cominciamo a fare quel

famoso lavoro su di sé per mesi e mesi e mesi di costante e assiduo “lavoro”

ci sembra che niente cambi, non vediamo quella auspicata “pace interiore”

ecc… Finché improvvisamente una mattina ci svegliamo e ci accorgiamo,

perché finalmente ci facciamo caso, che è cambiato tutto.

Il cambiamento spessissimo è repentino. Ci svegliamo una mattina e ci

accorgiamo che i problemi che ci assillavano da una vita sono scomparsi…

magari non ce ne siamo accorti finché “le cose si sistemavano” perché

eravamo concentrati su tutto quello che ancora non andava… ma

improvvisamente ci accorgiamo di stare bene! Ci guardiamo intorno e la

nostra vita è cambiata completamente. A me è successo esattamente così!

E ho tantissime testimonianze di persone a cui è andata così.

Se un certo percorso ci risuona non facciamoci troppe domande (che spesso

diventano paranoie). Perseveranza… continuiamo a percorrere quella strada

che ci risuona a prescindere dai risultati che più aspettative abbiamo meno

vedremo. Impariamo ad Essere Amore e improvvisamente lo vedremo in

ogni cosa.

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Dov’èlanostraattenzione

Questo è un esercizio che serve proprio a farci cambiare il punto di vista

sulle cose. Serve per comprendere che spesso anche quando pensiamo di

non essere più vittime, di aver superato questo stadio di inconsapevolezza,

in realtà molta parte dei nostri pensieri sono ancora intrappolati in quella

gabbia.

Di fatto noi diventiamo quello che pensiamo con continuità. Non attiriamo

quello che vogliamo, ma quello su cui siamo focalizzati. Noi richiamiamo

nella nostra realtà ciò su cui abbiamo fisso il nostro focus.

Volere non è la chiave per avere, o meglio non basta volere… dobbiamo

imparare a mantenere la nostra attenzione su ciò che vogliamo davvero.

Anche se per lo più non ce ne rendiamo conto, noi manteniamo invece la

nostra attenzione costante su quello che non vogliamo.

Questo inoltre è il meccanismo di sopravvivenza proprio del cervello

limbico, quindi non è qualcosa di sbagliato, non è che siamo scemi! Siamo

fatti così! Siamo fatti così, ma come sempre se sappiamo chi siamo e come

siamo fatti, possiamo beneficiare del nostro essere fatti in un determinato

modo.

Tutti noi siamo abituati a focalizzarci su quello che non vogliamo piuttosto

che su quello che vogliamo. Questa è una dissonanza, mandiamo segnali

contrastanti a noi stessi e all’esterno. Ovviamente non potremo arrivare

dove vogliamo per questa strada. Dobbiamo imparare a pensare in modo

diverso e dobbiamo insegnarlo noi (razionalità) a noi stessi (subconscio).

Quello che sperimentiamo nella nostra vita che non ci va bene, qualunque

cosa sia, in qualche modo l’abbiamo creato e lo stiamo attirando e quindi è

importante capire come siamo arrivati a questo punto. Qual è il

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meccanismo che l’ha permesso.

Nel momento in cui entriamo in una capacità di presenza abbastanza

costante superiamo questo problema perché la nostra attenzione sarà tale

da farci individuare i nostri pensieri e eventualmente anche in grado di

modificarli nel momento in cui insorgono.

Dunque come arrivare ad uno stato di presenza sufficientemente costante?

Se stiamo sperimentando ansia, mancanza di denaro, incapacità di attirare

quello che desideriamo, fermiamoci a riflettere su come abbiamo attirato

queste cose nella nostra vita.

Spesso poi ci succede di essere razionalmente sintonizzati su quello che

vogliamo e contemporaneamente sub coscientemente siamo sintonizzati su

tutto ciò che temiamo e che vogliamo assolutamente evitare. In questo

modo emaniamo una serie di messaggi contrastanti che ci fanno ballare il

cha cha cha… un passo avanti e uno o due indietro.

Per focalizzarci su ciò che vogliamo uno strumento utilissimo è quello,

attraverso la presenza, di godere dei momenti belli che abbiamo nel

momento in cui li viviamo, con gioia e partecipazione. Quando siamo con i

nostri figli, quando siamo con la nostra famiglia, con i nostri amici, con il

nostro compagno, rendiamocene conto nel momento preciso in cui queste

cose accadono e facciamo scorta di belle sensazioni godute a pieno.

Dobbiamo imparare a vivere queste emozioni in pienezza al punto tale da

essere anche poi in grado di richiamarle alla nostra consapevolezza e

rimanifestarle quando stiamo vivendo dei momenti, diciamo, bassi. In

questo modo diventiamo veri maghi capaci di trasmutare sull’istante

qualunque situazione di disagio, evitando di impregnarci di vibrazioni

indesiderate.

Lo ha capito anche Peter Pan: “Campanellino,perchénonriescoavolare?”

“Peter per volare hai bisogno di ritrovare i tuoi pensieri felici”!

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Quindi evidentemente dobbiamo essere presenti sia alla gioia che al disagio

per poterli riconoscere nel momento in cui si manifestano e per poter agire

su di essi in modo efficace. Perciò la presenza è lo stato di coscienza

indispensabile per ogni portatore di Luce.

Se certe situazioni si stanno manifestando, significa che consciamente o

inconsciamente siamo focalizzati su di esse.

1-Esercizioacoppie

Uno per volta bisogna parlare per 5 min. di quello che si vuole ottenere, in

generale e in campi specifici rispondendo a questa domanda: cosa vuoi?

L’altra persona deve seguire attentamente, e fermare la conversazione non

appena chi parla dirà o farà riferimento a qualcosa che non vuole.

Ad esempio “voglio cambiare lavoro” è un’affermazione che presuppone

che non voglio il lavoro che ho.

Una frase molto più efficace è “voglio un lavoro che abbia queste

caratteristiche…”

Vedrete che è molto difficile riuscire a parlare per 5 minuti restando

focalizzati solo su quello che si vuole, senza includere pensieri su quello

che non vogliamo avere o essere.

Siamo talmente abituati che anche accorgersene quando lo fanno gli altri è

difficile.

Una conseguenza di questo atteggiamento diventato così “normale” è che

non riusciamo ad ottenere quello di cui abbiamo bisogno.

Sembra un controsenso, ma se ci pensiamo è proprio perché se sentiamo il

bisogno di qualcosa, pensiamo in realtà alla sua mancanza, non alla sua

presenza nella nostra vita.

Quanto è diverso pensare “Si è rotta la macchina, ho bisogno di una

macchina nuova” e “si è rotta la macchina, è un’ottima occasione per

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cambiarla con una più moderna che consumi meno”.

Stessa cosa per il marito che vi ha appena lasciato… (ci ho messo qualche

anno però…)

Se avete fatto bene questo esercizio avrete scoperto delle cose interessanti

sia su quello che dite sia su come non sia così immediato “ascoltare”

davvero gli altri.

Ora provate a fare caso e a soffermatevi tra le cose su cui vi siete

focalizzati, su una delle cose che volete e come l’avete focalizzata quando

l’avete detta bene, e fate il confronto con l’esposizione fatta con un errore

e provate a fare attenzione a come vi sentite emozionalmente e a livello

fisico con la seconda affermazione (quella “giusta”) e come vi sentite

invece con la prima affermazione (quella “sbagliata”). Se ci fate attenzione

le due sensazioni dovrebbero essere molto diverse. La sensazione positiva

(quella che provate con la seconda affermazione) è la sensazione da

ripescare all’occorrenza, quando volete lavorare su un obiettivo specifico. E

allo stesso modo quando fate la cosiddetta “scelta giusta” sarete in grado

di riconoscerla perché porterà con sé quel tipo di sensazione. Quando agite

dalla prospettiva di quella sensazione è il momento in cui siete più efficaci

perché siete in centratura, in allineamento. Se invece sentite quell’altro

tipo di sensazione (quella che provate con la prima affermazione) sarà un

utile campanello d’allarme per cambiare direzione, per cambiare

atteggiamento, per rivalutare la prospettiva da cui si sta agendo.

2–Esercizioscritto

1) Scrivere una lista delle cose che avete e non volete di cui vi lamentate,

che non vi vanno bene. Tutte.

La domanda sorge spontanea… ma se abbiamo detto di focalizzarci su quello

che vogliamo? Certo… ma questo è un esercizio e una volta che avrai fatto

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la tua lista, potrai guardarla e distaccartene, vedere come quelle cose, quei

pensieri su quelle cose, non sono te. Quindi tira fuori tutte le cose che non

vuoi nella tua vita.

COSE CHE NON VUOI:

1) _______________________________________________________________

2) _______________________________________________________________

3) _______________________________________________________________

4) _______________________________________________________________

5) _______________________________________________________________

6) _______________________________________________________________

7) _______________________________________________________________

8) _______________________________________________________________

9) _______________________________________________________________

10) ______________________________________________________________

11) ______________________________________________________________

12) ______________________________________________________________

13) ______________________________________________________________

14) ______________________________________________________________

15) ______________________________________________________________

2) Scrivete la stessa lista trasformando le cose che non volete in cose che

volete. Il nostro scopo qui è di capire cosa vogliamo, quindi ora proviamo a

cambiare le frasi che abbiamo appena scritto. Cambia ogni lamentela o

cosa che non vuoi in qualcosa di positivo, un’intenzione positiva per avere

una cosa buona nella tua vita al posto di quella che avevi scritta dall’altro

lato del foglio. L’intenzione sentita profondamente smuove tutto, fa

iniziare a muovere le cose perché fa iniziare a muovere te, dal profondo.

Quando inizi a focalizzarti su quello che vuoi, tutto dentro di te inizia a

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lavorare per renderlo reale. Nel momento in cui dici e credi fermamente

che intendi fare qualcosa, tutto cambia. Quindi focalizzati sulle azioni che

puoi intraprendere per ottenere quello che vuoi nella vita. Non usate la

formula “Voglio questo” affermazione che non prevede un’azione da parte

vostra, ma usate formule del tipo “Scelgo di” “Intendo ottenere” “Faccio

tutto il necessario per” “Ho” … che sono affermazioni che prevedono di

agire per…

COSE CHE VUOI:

1) _______________________________________________________________

2) _______________________________________________________________

3) _______________________________________________________________

4) _______________________________________________________________

5) _______________________________________________________________

6) _______________________________________________________________

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8) _______________________________________________________________

9) _______________________________________________________________

10) ______________________________________________________________

11) ______________________________________________________________

12) ______________________________________________________________

13) ______________________________________________________________

14) ______________________________________________________________

15) ______________________________________________________________

3) Siccome, come abbiamo visto ampiamente, c’è sempre il bello nel brutto

e ogni situazione ha al suo interno qualcosa di efficace per noi e per la

nostra crescita e il problema è tutto contenuto nel fatto che non ce ne

accorgiamo, adesso scrivere dei motivi di gratitudine per ogni cosa della

prima lista che avete e non volete.

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MOTIVI DI GRATITUDINE:

1) _______________________________________________________________

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Gratitudineebenedizione

Teniamo sempre conto di che strumento importante e potente sia quello

della gratitudine, estremamente efficace per trasmutare le energie.

La gratitudine è la strada materiale che l’Amore prende per manifestarsi

nella realtà vissuta.

Abbiamo capito ormai, che tutto è Amore e qualunque cosa sia manifesta

contiene in sé l’energia dell’Amore e la gratitudine è la strada che l’energia

astratta d’Amore prende per passare da astratta a materiale. Quindi ogni

volta che noi riusciamo a provare gratitudine per qualcosa che non ci piace,

come le bollette da pagare o la presenza dei debiti che abbiamo contratto,

stiamo stravolgendo la portata energetica di quelle cose. Essere grati per

l’opportunità di pagare le bollette e quindi di mettere in circolo energia di

scambio, per l’opportunità di focalizzarci sulla mia situazione economica e

lavorarci con Amore e riconoscimento, è un potente strumento di

trasmutazione.

Se riesco a portare a termine questa operazione in presenza, posso decidere

io quali sono i sentimenti che voglio emanare riguardo a questa situazione.

Se ho una bolletta da pagare ho sicuramente un tetto sopra la testa e

quest’inverno sono stata al caldo… per esempio! Motivi di gratitudine , se li

cerchiamo in presenza, sono riscontrabili sempre.

La gratitudine quindi è importantissima è un sentimento da somatizzare e

da far stazionare costantemente nella nostra vita.

Se qualcuno ci fa un regalo e noi non lo ringraziamo, pensiamo che questa

persona sarà motivata a farci un secondo regalo? Domanda retorica

ovviamente, ma l’Universo funziona nello stesso modo.

E’ fondamentale mantenere un atteggiamento istintivo di gratitudine nei

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confronti dell’Universo, responsabile di tutti i grandi e piccoli regali ricevuti

nella nostra vita, se vogliamo mantenere aperta la via “positiva” attraverso

la quale la legge di attrazione manifesta tutto quello che riceviamo.

Partendo dal presupposto che il caso non esiste, che non esiste la fortuna e

che nulla succede per combinazione, impariamo a notare tutte le belle cose

che ci accadono e ci circondano quotidianamente. Le piccole e le grandi

cose …. vengono tutte dall’Universo e sono qui per noi. Se siamo

consapevoli, veramente coscienti di questo, l’atteggiamento più ovvio,

istintivo e naturale che possiamo assumere sarà sicuramente un

atteggiamento di gratitudine nei confronti del fautore di tutto ciò. Non può

che essere così.

Ognuno di noi ha un immenso potere ed imparare come aumentarlo,

affermarlo, gestirlo ed usarlo è il compito che abbiamo in questo percorso

terrestre. Attraverso la Gratitudine abbiamo l’opportunità di ottenere da

noi stessi la Forza e la Fiducia per cavalcare quest’onda energetica tanto

Potente ed Infinita. Essere pieni di Amore e di Gioia (Gratitudine) è il

miglior modo per riconoscere chi Siamo, riconoscendo la meravigliosa

opportunità che ci è stata data di essere qui su questa Terra e poterne

godere i frutti. E la Gratitudine, ossia la materializzazione dell’Amore, che

è la nostra Essenza, è il miglior modo di attrarre la vibrazione in risonanza

con noi.

Non ci sono limiti. Godere di ciò che siamo e che possiamo ottenere vivendo

Felici e colmi di Fiducia è un diritto ed è una “lezione” da imparare.

Quindi la regola è: Gratitudine come atteggiamento mentale abituale. È la

scelta consapevole di focalizzarci su tutti i doni che abbiamo ricevuto dalla

vita (compreso il fatto di poter camminare, vedere, sentire, parlare, di

avere un tetto sulla testa e del cibo nel piatto ogni giorno) invece che,

come la maggior parte di noi è abituata a fare, su tutto quello che

vorremmo avere o essere e non abbiamo e non siamo, o pensiamo di non

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avere o essere.

Spesso anzi SEMPRE il passaggio dall’una all’altra visione dipende

esclusivamente da un cambio di prospettiva.

Perché in realtà ciò che succede all’esterno non cambia.

O meglio cambiando noi e la nostra visione cambia il Tutto: noi siamo i

creatori della nostra realtà. Ma per capire che non è veramente importante

cambiare le cose o le situazioni che ci circondano, quello che è

fondamentale è mutare il nostro modo di vedere le cose. Una volta che

avremo modificato quello, resteremo sbalorditi di come cambierà

materialmente anche tutto ciò che è esterno a noi. Cominciamo a vedere il

bicchiere mezzo pieno e ad essere profondamente grati per quel mezzo

bicchiere, e vedremo che il prossimo bicchiere che ci verseranno sarà pieno

fino all’orlo (spazzando definitivamente ogni dubbio!)

Impariamo a concentrarci sempre su quello che abbiamo. Su tutto ciò che di

bello c’è nella situazione che stiamo vivendo. E soprattutto impariamo ad

apprezzare la preziosa lezione che possiamo apprendere anche dalle

vicende più difficili. Impariamo a vedere le difficoltà come opportunità di

crescita. E a ringraziarci sinceramente, per averle manifestate.

Nella cultura cinese la parola “Crisi” si traduce anche con opportunità. Che

altro dire? Ancora una volta gli orientali, che usano culturalmente la parte

meno razionale, hanno qualcosa da insegnarci.

Ricambiamo con cuore Grato tutti questi doni meravigliosi, regali preziosi

che ogni giorno il nostro Io Superiore ci elargisce con un profondo e

incondizionato Amore.

Questo piccolo cambio di prospettiva avrà un effetto dirompente sulla vita

di ognuno di noi. La nostra attenzione costantemente fissata su tutto quello

che di bello c’è al mondo in generale e nella nostra vita in particolare, ci

consente di avere una maggiore capacità di gestione delle difficoltà

giornaliere. Ci permette di gestire più facilmente lo stress e la rabbia. E

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(notizia imperdibile) ha un effetto miracoloso sulla nostra autostima.

Non è solo una questione spirituale, è sostenuto anche scientificamente.

Secondo alcuni studi, chi ha fatto della Gratitudine il proprio atteggiamento

mentale abituale ha una salute migliore, dorme meglio, sperimenta

maggiormente emozioni positive e a loro volta gratificanti. Inoltre

raggiunge i propri obiettivi più facilmente e velocemente.

Questo non significa convincersi che tutto ciò che ci accade è

assolutamente meraviglioso. Ovvio che no! Fare della Gratitudine il proprio

atteggiamento mentale significa però riuscire a riconoscere che c’è del

buono ovunque. Anche nelle situazioni che ci appaiono negative.

Quindi non significa che non dobbiamo adoperarci per migliorare le

situazioni là dove è utile (Ho’oponopono serve anche a questo). Ma che se

riconosciamo ciò che di positivo c’è ovunque, le situazioni che non ci sono

congeniali si raddrizzeranno più facilmente.

Pensiamoci bene, spesso addirittura quelli che inizialmente sembrano

disastri col tempo si rivelino delle benedizioni.

Io sostengo sempre che per chi riesce a fare della Gratitudine il suo

atteggiamento mentale abituale, sempre quando si chiude una porta si apre

un portone, anzi mai si chiuderà una porta se al suo posto non dovrà

spalancarsi un portone. Per questo è fondamentale non farsi prendere dallo

sconforto MAI, ma mantenere un’apertura positiva verso le cose SEMPRE.

E’ una questione utilitaristica… lo sconforto mi porterà altro sconforto, la

Gratitudine… inevitabilmente altri motivi per essere sempre più grato.

La Gratitudine che esprimiamo, la gratitudine che non esprimiamo ed altra

Gratitudine ancora, sepolta più in fondo, che non sappiamo nemmeno di

avere verrà a galla con tutti i suoi effetti solo se glielo permettiamo,

avendo l’intenzione che lo faccia.

Può darsi che abbiamo paura della Gratitudine. Può darsi che ne abbiamo

paura e non lo sappiamo. Paura che ci faccia sentire inferiori, paura che ci

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lasci alla mercé dell’altro. Paura. Quando cominciamo a capire che questa

paura ci separa, che è una barriera crudele dentro di noi e tra noi e gli

altri, allora cominciamo a lasciar andare e la Gratitudine può affiorare.

Essere Grati significa sentire di più. Significa scoprirsi esseri umani più

completi.

Lo strumento della gratitudine per rimanere nel tema dell’abbondanza e

della prosperità economica è un’imperdibile opportunità da usare su tutto

quello che non ci piace.

La ricerca del motivo di gratitudine nelle cose che non voglio, il motivo di

gratitudine nei confronti delle persone che mi hanno fatto stare male,

riuscire a comprendere che la scintilla divina c’è in ogni cosa è uno

strumento irrinunciabile. E anche le situazioni che non voglio o le persone

che mi hanno fatto stare male, se davvero sono convinta che il meccanismo

sia quello che stiamo descrivendo, si sono manifestate nella nostra vita

sempre con l’obiettivo di permettere all’Amore che Io Sono, di espandersi.

Quello che non è efficace è focalizzarsi sempre sull’altra parte della

medaglia, sulla caratteristica che ci procura disagio e sofferenza. La

medaglia ha sempre due facce e dobbiamo lucidarle entrambe perché tutta

la medaglia brilli!

Per ottenere questo risultato dobbiamo modificare la nostra visione

abitudinaria delle cose. Dobbiamo entrare completamente dentro la

consapevolezza che ci permette di sapere che qualunque cosa accada è la

manifestazione dell’Amore. Se cominciamo a fare questo tipo di lavoro, e

perseveriamo anche quando la scintilla divina non la vediamo, arriverà un

momento in cui non saremo più capaci di non notarla. Un po’ alla volta

diventerà la prima caratteristica che notiamo. La nostra modalità naturale

sarà quella di osservare per prima cosa l’Amore presente nella situazione.

Vedremo quindi la motivazione evolutiva anche all’interno della lite,

all’interno dell’antipatia, all’interno dell’intolleranza, all’interno della

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truffa subita o della bolletta salata ecc…

Se cominciamo davvero con costanza a fare questo tipo di lavoro, questa

ricerca del “bello nel brutto”, un po’ alla volta cominceremo a vederlo,

prima più a fatica, ma poi un po’ alla volta sarà la prima cosa che giungerà

alla nostra attenzione o forse la seconda, dopo aver stabilito che quella

situazione non ci piace.

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Ilmalenonesistesenonlovedo

Quando la Disney ha realizzato il film “Moana” (Oceania) ha caratterizzato

il personaggio di Maui in modo molto molto fedele al mito originale. Noi

avevamo già studiato la mitologia Hawaiana e conoscevamo bene il

personaggio tanto che Il viaggio di Maui 10 è stato scritto ben prima

dell’uscita del film. Quando abbiamo visto il personaggio della Disney siamo

rimasti a bocca aperta per quanto era coerente e in sintonia con il

personaggio della mitologia. Perciò ogni volta che parlo di Maui mi faccio

precedere da una presentazione dell’eroe tratta dal film “Moana” della

Disney!

Sapete chi è Maui? Il più grande semidio di tutto il pacifico del sud. Con il

suo magico arpione egli ha rallentato il sole e tirato fuori le isole dal

mare! Combattuto mostri! … e noi sappiamo che questa storia è vera

perché Maui è l’eroe di tutte le storie che vi raccontiamo!

Tutte le storie della mitologia hawaiana cominciano nello stesso modo

“Tanto tanto tempo fa in Hawaii (o in Polinesia), prima, ma molto prima

del capitano Cook…” e finiscono tutte nello stesso modo: “… e noi

sappiamo che questa storia è vera perché…” e poi c’è la morale.

Quindi

Tanto tanto tempo fa in Hawaii prima del capitano Cook un insegnante

10“IlviaggiodiMaui;laverastoriadell’Ho’oponopono”;diGiovannaGarbuio,RodolfoCaroneeFrancescaTuzzi;IlPuntod’Incontroedizioni

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stava facendo lezione ai ragazzi del villaggio. Il maestro nelle sua

spiegazioni si ritrovò a pronunciare questa frase: “La persona realmente

evoluta è solo quella che continua a sorridere nel mezzo delle più grandi

difficoltà.”

I ragazzi cominciarono a bisbigliare tra loro perché facevano davvero fatica

a digerire questa verità ed il suo profondo significato. “Ma quando stiamo

male e viviamo delle situazioni di sofferenza e di angoscia, come possiamo

sorridere comunque? ” chiesero al maestro.

l’uomo si grattò la testa e rivolse uno sguardo smarrito ai suoi giovani

discepoli. “Se devo essere proprio sincero” disse, “faccio fatica a

rispondere soddisfacentemente a questa domanda. La verità è che mi trovo

in grossa difficoltà a sorridere quando sto male. Certe volte mi è sembrato

proprio di non ricordare più come si faceva a sorridere”

Rimasero tutti qualche minuto in silenzio riflettendo su questa comune

difficoltà finché il maestro disse ai ragazzi: “Tuttavia so che c’è qualcuno

che potrebbe aiutarci a capire meglio.” Quindi continuò parlando loro del

vecchio Maui, un anziano del villaggio che aveva ormai una quantità di anni

indicibile e che ne aveva passate nella sua vita di tutti i colori. Aveva avuto

diversi infortuni molto gravi, aveva perso la moglie e un figlio in giovane

età, aveva avuto tutta una serie di gravi disavventure che a tratti l’avevano

anche gettato nell’indigenza… La sua vita era stata una continua lotta, una

succedersi di dolore e di sofferenza. “Tuttavia” concluse il saggio “Io non

ho mai visto Maui senza uno smagliante sorriso sulle sue labbra! Egli è uno

splendido essere vivente. Dovete andare da lui e parlargli, sono sicuro che

capirete.”

I ragazzi rimasero senza parole nel sentir parlare di questo uomo

così coraggioso. Perciò tutti insieme decisero di recarsi dal vecchio Maui

e bussarono alla sua porta. La porta fu aperta dall’uomo stesso che si

muoveva velocemente sulle sue stampelle di legno. Maui li accolse

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cordialmente i e chiese loro a cosa dovesse l’onore della loro visita.

“Signore, è a causa di una frase che ci siamo trovati a discutere con il

nostro insegnante” disse il meno timido di loro. “Non capiamo proprio

come possa continuare a sorridere imperturbabilmente una persona che

viva le grandi difficoltà della vita. Il nostro maestro ci ha detto che tu sei il

più adatto a farci comprendere questo perché tu non smetti mai di

sorridere qualunque cosa accada.”

Rispose Maui, senza smettere di sorridere: “Mi dispiace ragazzi, ma voi

siete venuti dalla persona sbagliata!” con sincero stupore. “Ho tantissimi

anni che non mi ricordo nemmeno più quanti siano e in tutto questo

tempo ho mai incontrato nessuna difficoltà! Gli Aumakua sono sempre stati

generosi con me e mi hanno sempre protetto da ogni sofferenza. Come

posso io spiegarvi come sorridere tra le difficoltà?”

E noi sappiamo che questa storia è vera perché ancora oggi le difficoltà si

vivono solo se pensiamo che la vita sia difficile! Il male non esiste, tutto

dipende dall’ atteggiamento rispetto alla vita e alle sue vicissitudini.

Restare focalizzati sul positivo cambia l’esperienza di ciò che è. Mahalo Nui

Loa11.

11Storiagiàpubblicatasu“LestoriediMaui”diRodolfoCarone,GiovannaGarbuio,FrancescaTuzzi–L’Etàdell’acquario;Novembre2017

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“Usare”Ho’oponoponoArticolo pubblicato su Ricchezzavera.com12

Ricordiamoci sempre che quello che non funziona in Ho’oponopono sono le

aspettative… quindi più impazienti siamo e più rallentiamo il processo.

Non esistono dei tempi corretti di applicazione, e non esistono dei tempi

minimi o massimi per vedere dei risultati… tutto dipende dal livello di

allineamento dell’esecutore e dalla quantità di aspettative ostacolanti che

si pongono.

Il punto cruciale è sempre lo stesso in ogni ambito…. non c’è Legge di

Attrazione, non c’è sistema di visualizzazione, ipnosi, autosuggestione, che

tengano, se prima non si lavora sull’allineamento.

In allineamento mentale, non ci saranno più né bisogni, né problemi,

perché tutto ciò che accade, è e verrà percepito (perché effettivamente lo

sarà), esattamente come il meglio che deve e può accadere, settore

economico compreso.

Non si pretende di arrivare a questo livello, ma più ci avviciniamo ad esso

più tutto fluisce senza sforzo. Quindi il consiglio sincero, spassionato,

diretto, non diplomatico è senza dubbio sempre e solo….

Lavora sul tuo allineamento e “Agisci come l’ Amore che sei” compreso in

campo economico…

Prima di prendere qualsiasi decisione, prima di parlare, prima di compiere

qualunque azione (anche prima di andare in posta a pagare la più “ingiusta”

e salata bolletta del semestre), chiediti: “come si comporterebbe

l’Amore?” E segui il tuo cuore.

Esempio pratico di come usare Ho’oponopono su bollette e debiti…

Prima di tutto ricordiamoci che non sono grane o problemi o ostacoli, sono

12http://www.ricchezzavera.com/blog/ho-oponopono/ho-oponopono-e-denaro/

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opportunità, che abbiamo manifestato, per esercitare la nostra capacità di

Amore e Gratitudine e così vanno vissute, questo è l’atteggiamento mentale

corretto ed efficace al quale allinearsi, e per inciso è anche la descrizione

della situazione più vicina alla realtà, per rendere anche bollette e debiti

efficaci e produttivi strumenti per la nostra realizzazione spirituale e

materiale.

Sicuramente tutti abbiamo già dentro di noi tutte le informazioni e le

codifiche per arrivare all’allineamento.

Allinearsi alla prosperità dell’Universo è avere l’Intenzione di Essere Amore.

Finché non mettiamo nella realtà del qui ed ora questo intento, lo “sporco”

che accumuliamo giornalmente sommato a quello ancestrale non ci può far

sperimentare il Meglio per noi.

Non ci sono fasi “drammatiche” ma è solo la nostra visione che le rende

tali.

La Pace dell’Io è già dentro di noi basta allargarla all’Infinito con piccole,

strategiche e immediate mosse.

E poi forza, cogliamo ogni occasione per dare tutto ciò che possiamo, per

essere generosi con chiunque, basta anche un sorriso, se è tutto quello che

possiamo in questo momento offrire… perché ciò che seminiamo

raccoglieremo moltiplicato.

E benediciamo tutto ciò che ci fa pensare all’abbondanza, alla ricchezza,

all’opulenza…

Impariamo ad essere veramente felici per chi è ricco, per chi sta bene, per

chi è realizzato, come se lo fossimo noi; auguriamo ai nostri colleghi, ai

nostri clienti, ai nostri amici, ai nostri parenti, ai conoscenti e ai passanti,

di fare e poter fare sempre, in ogni occasione, tutto ciò che un corposo

conto in banca permette

Lo strumento pratico poi è Ho’oponopono…

Ogni volta che ti vengono in mente le tue angustie sul denaro, fai

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Ho’oponopono: “scusagrazietiamo”.

Ogni volta che ci viene in mente “azz non ce la faccio a pagare questo”:

“scusagrazietiamo”

Ogni volta che ci passa per la testa “Acch come vorrei… ma non me lo posso

permettere”:

“scusagrazietiamoscusagrazietiamoscusagrazietiamoscusagrazietiamo” Più

Gratitudine e Amore per noi stessi e per la situazione che stiamo vivendo

riusciamo ad associare al mantra e più potente rendiamo il processo, ma se

non abbiamo tempo, modo, voglia, ispirazione per concentrarci,

“scusagrazietiamoscusagrazietiamoscusagrazietiamoscusagrazietiamo” lo

stesso, a più non posso, anche solo per cancellare certi pensieri infausti

dalla nostra testolina…. Il Mantra funziona sempre!

Magari più lentamente che se caricato al carburante di Amore Gioia e

Gratitudine, ma funziona… ripetiamolo, ripetiamolo, ripetiamolo!

Facciamolo diventare la nostra colonna sonora, facciamolo diventare il

nostro costante sottofondo e poi quando possiamo o vogliamo o crediamo

meglio, diamogli una scossa con Amore Gioia e Gratitudine….

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Motivazionieobiettivi

E’ fondamentale, proseguendo il discorso su ciò che voglio e ciò che non

voglio, capire che la focalizzazione sul denaro in se stesso è una

focalizzazione disfunzionale. Perché avere tanto denaro non significa

nulla…. avere tanti soldi significa avere tanti foglietti di carta… e a nessuno

interessa avere tanti foglietti di carta! A nessuno interessa avere tanto

denaro per avere una cassapanca piena di banconote. Vogliamo stare bene

economicamente perché il benessere economico ci permette di ottenere

una serie di benefici e vantaggi che l’indigenza non ci consente.

Quindi impariamo proprio a togliere il focus dal denaro e spostarlo su ciò

che il denaro ci permetterebbe. Lavoriamo sulle motivazioni, perché

paradossalmente se riuscissimo a realizzarle anche senza denaro ci

andrebbe benissimo lo stesso.

Vorrei avere più soldi perché i soldi mi danno sicurezza, agiatezza, potere,

serenità, e spostiamo la nostra attenzione definitivamente dai soldi alla

sicurezza, all’agiatezza, al potere, alla serenità, ecc… Mi mette in moto di

più dire “voglio avere una casa in montagna, una casa al mare, una casa in

città, una casa al lago” che dire “voglio avere 5 milioni di euro in conto

corrente che poi ci penso a quali case comprarmi”!

Nella nostra idea di ricchezza i soldi sono un vizio mentale. L’abbondanza

non è avere tanti soldi. L’abbondanza è avere tanto Universo. I soldi sono

un epifenomeno, una cosa che segue.

Igor Sibaldi

Sono gli obiettivi reali quelli che sono efficaci, che sono di stimolo

all’azione energetica.

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Quando io dico “voglio una casa in montagna, su quella montagna lì, con

quella vista, perché voglio portarci mio figlio e andare con lui in quei

boschi” muovo un’energia reale che mi predispone su una specifica strada:

quella di essere felice con mio figlio in una situazione di agiatezza e gioia

condivise.

E questo concetto finale del ragionamento è proprio quello che dà potenza

al meccanismo. “Voglio essere felice con mio figlio, nella sicurezza,

nell’agiatezza…” questi sono gli obiettivi! Non i 5 milioni in conto corrente…

I 5 milioni in conto corrente energeticamente non mi rappresentano nulla.

“Voglio essere felice con mio figlio!” Se poi io mi concentro su questa cosa

e casualmente porterò mio figlio in una capanna nei boschi di cuneo e lì

scopriremo di essere felici e in perfetta connessione, l’obiettivo l’avrò

raggiunto lo stesso anche senza la valigia piena di banconote che

energeticamente non mi interessa. Paradossalmente la casa in montagna

potrei riceverla in eredità da uno zio d’America che non sapevo di avere,

senza che il mio conto corrente cambi nemmeno di 10 euro. La cosa

fondamentale è concentrarsi sulle belle sensazioni che gli obiettivi, quelli

veri, ci procurerebbero.

Per tornare all’Ho’oponopono se noi ci affidiamo a Chi sa qual è la via,

quindi alla nostra guida interiore, sarà questo affidarci che ci farà ottenere

tutto ciò che ci serve per sperimentare al meglio quelle sensazioni, senza

farci passare per situazioni che non siamo in grado di gestire. Quando noi

decidiamo in che direzione dobbiamo andare e decidiamo per filo e per

segno come, dove e quando, stiamo solo intasando il nostro percorso di

inutili e ostacolanti aspettative. Aspettative per altro che nascono dalla

visione parziale della situazione.

Noi dobbiamo concentrarci sullo stare bene, anche sullo stare

“estremamente benissimo” perché no, ma evitando di ostacolarci con inutili

dove, come, chi, perché e quando! Non ha nessuna importanza da quale

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direzione ci arriverà lo stare bene… quello che è importante è stare bene!

Staremo bene e basta! Senza tutti gli effetti collaterali della gestione

controllata del percorso. Noi dalla nostra visione limitata non siamo in

grado di definire nel dettaglio cos’è il meglio per noi, perciò

concentriamoci sullo stare nel modo migliore e lasciamo che Chi di dovere

si occupi dei condurci lì per la via più breve ed efficace. Lasciamo che

l’Universo ci dia tutto quello che ci meritiamo senza pensare a come farà

per farcelo ottenere.

Focalizziamoci sullo stare bene perché questo è quello che genera poi le

opportunità per agire ispiratamente. E’ la nostra sensazione, il nostro

sentimento che ci spinge a muoverci in quella direzione. Se noi restiamo

sull’astratto possiamo farci tutti i film mentali che vogliamo, possiamo

lavorare con il pensiero positivo quanto vogliamo, ma se non ci tocca il

cuore lo stimolo vero non giungerà.

L’obiettivo dunque non può essere il denaro.

Il denaro arriva in conseguenza di un obiettivo che deve darmi l’opportunità

di mettermi al servizio degli altri dove gli altri sono anch’io. In questo

specifico ragionamento “il servizio degli altri” è inteso sempre in perfetto

Spirito di Aloha. Continuiamo a frammentare e a fare distinzione tra le

esigenze mie e quelle degli altri, ma “servizio” significa benessere globale!

E quindi se desidero lo chalet in montagna per stare bene con mio figlio,

questa è un’ottima forma di servizio.

Dobbiamo concentrarci sullo stare bene a più ampio raggio possibile! Poi

ovviamente più ampio è l’obiettivo, più l’obiettivo ci coinvolge

sentimentalmente, emotivamente e quindi energeticamente, più saranno

anche ampi i mezzi che ci arriveranno per permetterci di raggiungere

l’obiettivo. Se il mio obiettivo è di andare a fare la commessa all’Esselunga

a 100 metri da casa, magari part-time così posso occuparmi meglio dei miei

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figli, l’Universo con tutta probabilità mi fornirà di una bicicletta, magari

oliatissima e di facilissimo uso, ma anche non troppo bella, altrimenti me la

rubano e probabilmente mi procurerà uno stipendio che mi permetta

effettivamente di essere soddisfatta del mio part time… ma è improbabile

che mi darà l’opportunità di avere l’elicottero, come invece potrebbe

essere se il mio obiettivo è quello di far entrare in NBA la squadra di Basket

del Treviso… Lo so che non è possibile che una squadra italiana entri nel

torneo americano, ma non mettiamo limiti alle potenzialità dell’Universo.

Il messaggio che ci arriva da tutte le tradizioni sciamaniche, ma che è

molto chiaro anche nel vangelo senza andare tanto distante, è che

l’Universo ci mette quotidianamente a disposizione tutto ciò che ci serve,

tutto quello di cui abbiamo bisogno per essere felici, per stare bene e per

essere sereni. Quindi concentriamoci sulla nostra serenità e tutto il resto

verrà da solo! Lasciamo andare dunque tutti i problemi che sono legati alla

manifestazione della serenità, perché c’è Qualcuno di più potente e più

consapevole di noi (che siamo poi sempre Noi) che se ne sta sempre

occupando. Siccome la nostra parte divina c’è ed è la nostra Essenza

entriamo in comunicazione con essa e lavoriamo in squadra invece che

continuare sempre a separare e dividere, a lavorare ognuno per conto

proprio. Se delle tre entità che formano l’essere umano (super-conscio,

conscio e sub-conscio) uno va avanti, uno va a destra e uno va in alto,

resteremo sempre fermi dove siamo nella migliore delle ipotesi. Se invece

ci centriamo o ancor meglio in questo caso, ci allineiamo e andiamo tutti

nella stessa direzione non potremo che muoverci verso la nostra crescita

globale.

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Paceedesideri

Poniamo ora la nostra attenzione su questo processo… qualcosa che accade

sempre: quando io finalmente arrivo a soddisfare un desiderio mi sento in

pace. Noi tutti attribuiamo il raggiungimento della pace al soddisfacimento

del desiderio. Questa pace, però dura poco perché relativamente presto

sopraggiungono altre vicende che ci distolgono dal goderci la realizzazione

del desiderio e dall’essere in pace! Per cui inconsciamente, desideroso di

sperimentare la pace, io mi costruisco un altro desiderio da raggiungere

nella convinzione che quando lo avrò esaudito sperimenterò di nuovo la

pace… Così in un circolo vizioso che ci porta a non essere mai soddisfatti e a

inseguire sempre qualcosa.

Cos’è che non funziona in questa visione?

Quello che non funziona è che in realtà io non raggiungo la Pace perché

esaudisco un desiderio! Ciò che mi dà Pace è il momento di assenza di

desiderio, l’assenza di una tensione provocata dal desiderio in essere, non

esaudito.

Io sono in pace nel momento in cui ho esaudito il mio desiderio non perché

ho esaudito il desiderio, ma perché non ho più tensioni.

Di tanto in tanto Swamiji mi chiedeva: “Sai cos’è Mokasha, la liberazione

Arnaud?” Mi guardavo bene dal rispondere e dal dare una delle definizioni

classiche di mokasha, per aspettare la risposta sua. Mokasha, la suprema

Realizzazione possibile dell’uomo, è sempre descritta in termini di

trascendenza, d’infinito, di illimitato, di eternità. Swamiji ne dava delle

definizioni molto più semplici, molto più accessibili e molto più

sconvolgenti sì che io ne ricevevo sempre un colpo in pieno petto. Un

giorno a quel “Sai cos’è Mokasha, la liberazione Arnaud?” Swamiji rispose:

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“Il rilassamento completo di tutte le tensioni fisiche, emozionali e

mentali”.

Arnaud Desjardins

La pace non deriva dal raggiungere un obiettivo, ma è lo stato di coscienza

di assenza di obiettivi, di assenza di desideri, di assenza di tensione

emotiva, è il momento in cui riconosco Dio in me (l’Essere statico ed

eternamente presente), è il momento in cui sono profondamente qui e ora.

Perciò per raggiungere la pace devo riuscire ad Essere… Il raggiungimento

degli obiettivi può essere uno strumento, ma non è ciò che origina la pace,

la pace mi deriva dall’Essere, mi deriva unicamente dall’Essere.

La pace deriva dalla connessione ispirata con il nostro Sé, non dal

soddisfacimento dei desideri o dal raggiungimento degli obiettivi. Perciò

sarebbe più efficace dirigersi direttamente alla Fonte invece che continuare

ad accumulare strumenti e fare tortuosi giri dell’oca!

La vita cosiddetta normale è continuamente carica di tensioni, di

aspettative, di conflitti e di attaccamenti interiori ed esteriori (che sono il

riflesso di quelli interiori), ma contemporaneamente siamo tutti alla ricerca

della Pace!

Tutte le dottrine efficaci, compreso il cristianesimo, continuano a

sottolineare l’importanza di abbandonare l’attaccamento e le aspettative e

di fare proprio l’atteggiamento di accettazione serena di ciò che è.

La ricchezza non deve essere lo scopo, è solo un mezzo. Avere

attaccamento alla ricchezza di una cosa, essere ricchi come conseguenza, è

un’altra; la prima non è efficace! Non ci sono limiti all’abbondanza. Quello

che è controproducente è diventare schiavi dell’abbondanza. Ma

attenzione perché si diventa schiavi sia dell’abbondanza che della povertà…

Per questo dobbiamo riuscire ad andare oltre ad entrambe!

Un desiderio depurato dalla sua importanza e quindi del nostro

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attaccamento alla sua realizzazione, liberato dal bisogno di vederlo

esaudito, diviene intenzione pura. Quando al desiderio attraverso l’auto-

osservazione e l’indagine di se stessi, viene tolta la componente emotiva e

le proiezioni derivanti da pretese, scuse e paranoie varie che ci impedivano

di vivere il presente, solo allora il desiderio si trasformerà in qualcos’altro.

Molti desideri scompaiono dopo un’osservazione consapevole. Con

l’osservazione facciamo venire a galla i bisogni che si nascondono dietro i

desideri, e una volta individuati scompaiono, portandosi dietro i desideri

stessi. Se dopo l’osservazione pura i desideri rimangono vivi, è la

dimostrazione che sono desideri sani e attraverso l’osservazione distaccata

si sono trasformati in ideali. Perseguire un ideale è un’operazione libera

dall’attaccamento e derivante dal contatto con noi stessi. Trovare il proprio

ideale però è frutto di un lavoro profondo derivante dalla presenza e

dall’osservazione consapevole e pura. Un ideale poi è sempre sacrificabile,

perché è libero dalle aspettative essendo libero dall’attaccamento.

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EsserefeliciArticolo già pubblicato sul blog RicchezzaVera13

Non dobbiamo fare altro che scoprire che bella persona siamo e lasciarci

guidare dal Divino in noi. Abbiamo tutte le carte in regola per fare grandi

cose, tutti noi. Siamo tutti venuti a fare grandi cose, ma prima di tutto

dobbiamo dedicare tutti noi stessi ad essere felici noi.

Temiamo spesso che questo possa essere etichettato come un atto di

egoismo, ma ormai sappiamo bene quanto questa convinzione, così diffusa

tra gli umani, sia solo un blocco emozionale falso che ci siamo creati noi e

che non ha niente di reale.

Lo stesso Gesù di Nazareth, tra le altre cose grandissimo saggio, ci ha

lasciato un solo “comandamento”:

Ama il tuo prossimo come te stesso!

Troppo spesso perdiamo la seconda parte della frase.

Gesù ci ha detto: Ama il tuo prossimo come te stesso.

Non ci ha detto: Sacrificati per il tuo prossimo o ama il tuo prossimo e

dimentica le tue esigenze.

Sappiamo bene inoltre che tutti i “comandamenti” della Bibbia, non sono

comandamenti nel senso di ordini o consigli… sono delle vere e proprie

Leggi Universali. Non possiamo che comportarci in quel modo. Noi non

possiamo amare gli altri più di quanto amiamo noi stessi. Non è possibile…

Non è nella natura Umana, non siamo programmati per farlo… sarebbe

appunto un comportamento contro natura. Ecco perché tutti i mistici e i

saggi che ci hanno preceduto ci hanno sempre suggerito: Ama te stesso.

13http://www.ricchezzavera.com/blog/ho-oponopono/hooponopono-ci-chiede-di-essere-felici/

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Se non Ami te stesso non puoi amare gli altri! NON PUOI!

Non possiamo dare agli altri ciò che non abbiamo e se non sappiamo amare

noi stessi non sappiamo nemmeno amare nessuno e nient’ altro.

Perciò quello che dobbiamo davvero sapere è che dobbiamo dedicarci ad

Essere Felici a partire da ORA, essere felici con noi stessi, senza inutili

rimorsi e sciocchi sensi di colpa. Ed Essere Felici noi è l’unica cosa davvero

utile che possiamo fare anche per contribuire a rendere felici gli altri.

Ma in ogni caso rendere felici gli altri non deve e non può essere il nostro

obiettivo.

Non è compito nostro occuparci del benessere degli altri prima del nostro,

anche se occupandoci del benessere nostro invece faremo moltissimo per

quello degli altri. avete presente in aereo quando ci danno le istruzioni in

caso di incidente … Mettete la maschera di ossigeno PRIMA VOI e dopo

mettetela ai bambini o aiutate gli altri ad infilare la loro! Mettete la

maschera di ossigeno PRIMA VOI… altrimenti non sarete certamente utili a

nessuno.

Allo stesso tempo è logico che chi ci Ama sarà davvero felice solo quando

noi staremo bene e saremo solidamente sereni. Finché non comprendiamo

questo, viviamo una lotta dentro di noi che ci fa soffrire, che ci procura una

continua ansia a volte anche ingestibile, perché non comprendiamo che non

c’è nessuna differenza tra il benessere nostro e quello delle persone che

Amiamo. Il nostro compito principale è Essere Felici!

Quando l’avremo compreso con mente e cuore in coerenza, avremo

superato tutti gli ostacoli.

Dobbiamo dedicarci con tutti noi stessi alla nostra serenità solida.

Dobbiamo sapere che questo è l’ago che ci permetterà di scegliere sempre

nella direzione giusta.

Questa cosa mi fa stare bene?

Sì, la scelgo… No, non la scelgo… tutto molto semplice!

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Quando saremo sereni noi, ci si presenteranno le migliori opportunità per

fare le grandi cose per cui siamo venuti, per noi e per gli altri.

E qualunque cosa facciamo per raggiungere la nostra gioia, contribuiremo

ad integrare quella degli altri, delle persone che ci stanno vicine.

Avanti tutta… lo sappiamo, ma ancora spesso non crediamo

sufficientemente in noi stessi, nel nostro potere e nella nostra grandezza.

Spesso ci sentiamo inadeguati, non all’altezza, fuori posto.

“Uhane Nui Au” (Riconosci la tua grandezza spirituale), ci suggeriscono gli

Hawaiani. “Conosci te stesso” ci suggeriscono i filosofi occidentali… e

guarda caso… è lo stesso concetto!

Ancora non sappiamo quanto siamo grandi, e questo ci procura delle ansie

che però ci serviranno per crescere.

Tutto è utile se accade, fino al momento in cui non ci si rende conto che è

diventato inutile e allora lasceremo andare i nostri malesseri.

Tutti noi sappiamo qual è la nostra strada, dobbiamo solo accettarla e

smettere di temerla.

Seguirla con coraggio e determinazione renderà felici noi e tutti quelli che

Amiamo.

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Indicazionipratiche

Secondo Joe Vitale le cose pratiche da fare per realizzare i nostri desideri

sono:

Provare gratitudine quindi essere felici. Perché ci fa entrare in uno

stato di gioia che più ne emaniamo più ci verrà restituito ampliato. Quindi

che sia per il funzionamento della legge di attrazione o perché ci mettiamo

in moto quando proviamo certe sensazioni o per l’insieme delle due cose

che magari sono la stessa in ogni caso la gratitudine è fondamentale.

Esprimere i propri desideri senza attaccamento, cioè senza sentirne il

bisogno. Quindi il discorso che abbiamo fatto sul “cosa voglio” e “cosa non

voglio”! Non esprimo il bisogno… dichiaro come voglio stare! Sentire la

gioia di avere già realizzato, ma senza il bisogno di averlo: il bisogno

allontana le cose, il desiderio puro le attira. Focalizzarci sulla massima

felicità che siamo in grado di emanare è un’operazione infallibile.

Cogliere le opportunità e seguire le ispirazioni. Non sappiamo cosa ci

aiuterà a realizzare i nostri desideri, non vediamo il quadro completo. Una

volta che sappiamo cosa desideriamo (e già questo non è facile) è assai

improbabile che conosciamo il modo migliore e più efficace per ottenerlo. Il

nostro compito è metterci in movimento, seguendo quello che arriva e

seguendo la nostra saggezza profonda, la cosiddetta azione ispirata.

Seguendo l’ispirazione è quasi certo che esploreremo strade che non

avevamo previsto ma che ci condurranno verso la realizzazione dei sogni,

paradossalmente anche quelli che non avevamo sognato.

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“Intanto qualcosiamo poi vediamo!”

E’ molto diverso muoversi per re-azione invece che seguire l’ispirazione

derivata dalla consapevolezza e dalla presenza. L’ispirazione ci condurrà in

una direzione che ha quel punto ha coinvolto tutto il nostro essere. Sia il

conosciuto che il competo sconosciuto.

Come potete vedere fin qui non abbiamo detto cose trascendentali,

abbiamo ribadito concetti che conosciamo tutti, ma il problema, quando

c’è un problema, è che non ce le ricordiamo, non ci focalizziamo su come

funziona il meccanismo. E soprattutto nel momento in cui ci troviamo nel

famoso occhio del ciclone non ce ne ricordiamo! Ne “Il viaggio di Maui14” la

grande malattia sconosciuta da cui è afflitta l’Umanità è “la dimenticanza”.

Ma questa “dimenticanza” è una delle regole del gioco. Se noi fossimo

venuti qui su questo piano quadridimensionale che è la vita incarnata, con

la consapevolezza di essere Dio… non ci sarebbe più stato alcun “gioco di

ruolo”. Noi siamo venuti qui per fare un certo tipo di esperienza,

esperienza che prevede la mancanza di un certo livello di consapevolezza.

Più noi siamo emotivamente coinvolti, più siamo utili ed efficaci per la

conoscenza dell’Uno, perché è così che riusciamo a fornire le informazioni

per cui siamo venuti. Sappiamo bene che l’Anima, l’Uno ricerca esperienze

intense per cristallizzarne la conoscenza.

Perciò senza per forza ricordare e comprendere di essere dio, ma

cominciamo con il ricordare e comprendere come funzionano le cose e

soprattutto alleniamoci quotidianamente a essere presenti e a osservare

quello che ci succede. Arriviamo un po’ alla volta ad utilizzare questi

strumenti come gratitudine, benedizione, perdono, non giudizio,

14IlviaggiodiMaui:laverastoriadell’Ho’oponoponodiRodolfoCarone,GiovannaGarbuio,FrancescaTuzzi–EdizioniIlPuntod’Incontro

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osservazione, presenza che possono anche essere definiti banali tanto sono

a portata di mano di tutti essendo caratteristiche della nostra Reale

Identità, ma che sono di una potenza inaudita. Allora riusciremo ad esserci

e ad avere la prontezza di utilizzarli nel momento in cui ci sono più utili,

invece di ricordarcene quando ormai il patatrack l’abbiamo combinato. In

questo modo modifichiamo la direzione delle situazioni che viviamo.

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Risvegliarel’abbondanza

Tanto, tanto tempo fa in Hawaii, prima, ma molto prima del capitano Cook,

i numerosi fratelli di Maui, tormentavano il loro fratello maggiore affinché

svelasse loro il segreto per essere invincibili in tutte le proprie avventure,

esattamente come lui. Maui rispondeva sempre a tutti che si trattava di

qualcosa di molto semplice: bastava essere consapevoli di chi si E’ ed

Esserlo costantemente, momento per momento.

Ai ragazzi, però, questo non bastava. Loro volevano delle indicazioni

pratiche e per questo motivo continuavano a seguire Maui in tutte le sue

peripezie, con la certezza che osservando il fratello maggiore, prima o poi,

avrebbero capito qual era il segreto dei suoi interminabili successi.

Finché un giorno Maui, reputando che i suoi fratelli avessero imparato da lui

tutto ciò che potevano imparare, osservando e sperimentando a sufficienza,

decise di rivelare loro come fare per avere la certezza di riuscire sempre in

ogni impresa.

Chiese: “Immaginate di stare dormendo e di sognare di essere in mezzo alla

giungla. State attraversando un folto groviglio di vegetazione e vi rendete

conto di esservi persi. Avete smarrito la direzione e non riuscite a

recuperare il vostro senso dell’orientamento. Improvvisamente vi si para

davanti una tigre inferocita che sta per saltarvi addosso. Vi girate di scatto

per scappare e vi accorgete che dietro di voi, al gran galoppo, sta arrivando

un’orda di cinghiali imbizzarriti che vi ostruiscono la via di fuga.

Istantaneamente alzate lo sguardo per aggrapparvi ad una liana e trovare

scampo sugli alberi. Ma quando rivolgete la vostra attenzione verso l’alto

avvistate un gorilla imbestialito che dalla cima degli alberi si sta dirigendo

verso di voi. Come pensate di salvarvi in questa situazione?”

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I fratelli di Maui lo guardarono smarriti e poi si osservarono

vicendevolmente per capire se qualcuno tra loro possedesse la soluzione. Il

fratello più coraggioso azzardò: “Ho sempre con me l’arco e le frecce e

decido di usarlo per difendermi. Tu mi hai insegnato come lanciare frecce a

ripetizione e sono diventato estremamente veloce. Sì, mi affiderei al mio

arco.” “Interessante soluzione”, disse Maui, “piuttosto inverosimile che tu

possa farcela, ma interessante che tu l’abbia pensato!”. Ed aggiunse:

“Qualcuno ha una soluzione con minor possibilità di fallimento?”

Allora il fratello più spirituale disse: “Mi metterei istantaneamente in

meditazione e, attraverso la pratica del Kulike, mi immedesimerei negli

animali che mi stanno minacciando e li manipolerei fino a renderli mansueti

nei miei confronti”. “Uh uh … bello! Molto spirituale, ma poco

percorribile!...Qualcun altro?”. Un terzo fratello allora propose: “Io

affronterei tutti gli animali con il mio machete, lotterei con loro, ma con la

consapevolezza di essere tutti emanazione dell’energia d’Amore di

Kumukahi e, difendendomi, accoglierei l’ispirazione di agire per il meglio

mio e di tutti gli elementi coinvolti nella situazione!”. “Bravo!”, gli disse

Maui, “dimostri di aver assimilato molti insegnamenti, ma non mi pare una

soluzione particolarmente pratica in questo caso!” Maui, saggiamente,

concluse: “Ragazzi … non vi pare che la soluzione in grado di mettere fine a

tutti i vostri problemi potrebbe essere quella di rendervi conto che state

dormendo?”

… E noi sappiamo che questa storia è vera, perché ancora oggi ogni essere

umano può istantaneamente porre fine a tutti i suoi problemi rendendosi

conto che la vita è un sogno e che tutti noi stiamo giocando un gioco di

ruolo15.

15Storiagiàpubblicatasu“LestoriediMaui”diRodolfoCarone,GiovannaGarbuio,FrancescaTuzzi–L’Etàdell’acquario

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Questa è la soluzione che abbiamo a disposizione tutti noi. Dove svegliarsi

ovviamente non significa uscire dalla nostra realtà, significa riconoscerne il

meccanismo. Per questo tutti gli incontri che faccio, ma anche i libri che

scrivo, sono un po’ ripetitivi da questo punto di vista, perché insisto sempre

sullo stesso concetto. Perché questo è il concetto portante e il concetto

risolutivo di ogni cosa. Tutto è Uno, l’Uno è Amore perciò tutto è Amore

in evoluzione verso l’espansione di se stesso. Noi dobbiamo fare nostra

questa consapevolezza. Fare nostra questa consapevolezza e viverla,

significa svegliarsi. Dove il risveglio non è nessun tipo di stato diverso da

quello che siamo. Noi siamo già comunque l’Essere… nel racconto di Maui di

prima nessuno è mai stato in pericolo. Anche se i protagonisti non si fossero

svegliati non correvano realmente nessun pericolo anche se nella loro

visione erano convinti di sì. Noi siamo sempre l’Essere… si tratta solo di

riconoscerlo. Ricercare l’illuminazione, perseguire l’illuminazione, fare

qualcosa per ottenere il risveglio non ha senso… Noi siamo già (e abbiamo

già) tutto ciò che ci serve e siamo già tutto ciò che Siamo. Non pretendo

niente di più di chi Sono, non mi accontento di niente di meno di chi Sono!

Questa è la via! Siamo già l’Essere… basta solo riconoscerlo.

Quando noi arriviamo a riconoscere questo, a riconoscere la nostra Reale

Identità, a vedere che la nostra Reale Identità è Essere Amore, ed è quello

che si riflette in tutte le cose che ci riguardano, siamo svegli! Siamo

presenti! Allo stesso tempo però cercare di voler cambiare la nostra

situazione, voler diventare ricchi se non lo siamo, voler trovare un

compagno se non ce l’abbiamo, voler essere magri se siamo grassi o grassi

se siamo magri ecc… non è efficace, perché dimostra solo che non vediamo

l’Amore in queste situazioni e quindi testimonia il nostro

“addormentamento”. Voler cambiare e pianificare il cambiamento non è

efficace. Quello che è veramente efficace è guardarci dentro e riconoscere

chi Siamo vedendone il riflesso guardandoci intorno… e allora agire, ma

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senza attaccamento al dettaglio del cambiamento. Più siamo in sintonia

con la nostra Reale identità più il cambiamento è fluido, non progettato e

non perseguito. Quando arriviamo ad essere presenti, ad osservarci e a

riconoscere la scintilla divina in noi riflessa in tutto ciò che vediamo fuori di

noi, è il momento in cui le cose cambiano senza sforzo. Il primo passo però

è non avere l’obiettivo che le cose cambino in una determinata direzione.

Finché noi abbiamo come obiettivo di cambiare le cose, ancora una volta

porteremo a termine l’operazione di buttare fuori energia di bisogno di

cambiamento e ci verranno restituite situazioni in cui sperimenteremo

bisogno di cambiamento. Nel momento in cui cominceremo ad osservarci e

ad accettarci per quello che siamo e a vedere il bello in noi e nella

situazione che stiamo vivendo, e a comprendere che in questo momento,

che è l’unico momento reale, siamo esattamente la miglior persona che

possiamo essere e siamo esattamente tutto ciò di cui noi abbiamo bisogno

ora, entriamo in quello stato di pace e di serenità che ci manifesterà

situazioni di pace e di serenità. Per cui questo deve essere il vero e unico

obiettivo Essere Pace e Serenità! Se noi passiamo dal voler cambiare la

nostra vita e anche dal voler cambiare noi, all’accettare noi e la nostra vita

(che è un nostro riflesso) e ad osservarci, a vedere quali sono le nostre

caratteristiche e come le nostre caratteristiche sono tutte riflessi di

quell’Amore che Siamo, cambia la nostra vita, ma cambia la nostra vita

perché cambia la vibrazione che emaniamo. Nel momento in cui

cominciamo a riconoscere l’Amore che è dentro di noi e l’Amore che noi

Siamo, l’unico sentimento che possiamo lecitamente provare è un

sentimento di gratitudine verso tutto e tutti. Quando riconosciamo la

perfezione del creato nell’Amore che esso è, non possiamo che essere grati

di esserne parte. Grati per tutto quello che abbiamo manifestato, anche se

ci è costato fatica, anche se abbiamo sofferto, anche se siamo stati a

disagio ecc… La cosa veramente potente, a cui si arriva passo dopo passo, è

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riconoscere che l’obiettivo reale è sempre uno e sempre lo stesso, quello

dell’espansione dell’Amore ed è presente, non solo nelle cose che ci hanno

fatto soffrire, ma anche nelle cose che ci stanno facendo soffrire. A questo

punto siamo in grado di fare una trasmutazione immediata e siamo davvero

diventati alchimisti. E Ho’oponopono sappiamo bene che è questo che fa!

Ho’oponopono non ci cambia le cose. Ho’oponopono non ci risolve i

problemi. Ho’oponopono è un modo di vivere che ci permette di cambiare

la polarità energetica che noi attribuiamo al nostro passato. Quando noi

abbiamo vissuto e ancora oggi viviamo situazioni del passato come negative,

le stiamo riflettendo sul momento presente attraverso la nostra percezione,

con negatività. E quindi stiamo vivendo dei blocchi energetici che non ci

permettono di fluire con semplicità. Inoltre sarebbe utile ricordarci che non

esiste un passato. L’unico momento reale è adesso. Perciò non esiste un

Karma che ci influenza l’adesso dal passato! Non esiste qualcosa da dover

scontare. L’unico momento reale è adesso! Non può esserci qualcosa che è

stato fatto nel passato e quindi non esiste più, ma ha influenza sul mio ora.

Come non esiste qualcosa che succederà domani perché io adesso sto

vivendo le influenze del passato. L’unico momento reale è adesso! Tutti i

ragionamenti sul karma, che sono correttissimi e parte di una filosofia

profonda e potente, sono arrivati in occidente, come tante altre cose, in

maniera un po’ superficiale. L’unico momento reale è adesso per cui io non

posso avere qualcosa di vecchio che non è più, che influenza me adesso.

Cos’è l’unica cosa che influenza me adesso? L’unica cosa reale e cioè

l’adesso! La mia percezione attuale (adesso) dei miei ricordi. Quindi è

evidente che se quello che mi influenza, quello che mi blocca è una mia

percezione attuale , una percezione di adesso, io adesso la posso cambiare

e dissolverne tutte le influenze e i blocchi. E’ evidente che io non posso

modificare il passato, ma il passato non esiste più! Non ha nemmeno più

senso voler modificare qualcosa che non esiste. Ha senso invece modificare

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la mia percezione di quello che è stato. E questo lo posso fare, anzi lo devo

fare. Ho’oponopono è uno strumento per farlo e lo strumento più potente

che abbiamo per compiere questa operazione è… AMARE! Amare noi stessi,

Amare la situazione, accettarci e emanare questo sentimento che noi

Siamo in ogni frangente e a ogni livello. E anche qui… provare per credere,

ma l’Amore è lo strumento che risolve ogni cosa!

Quando siamo “nei guai” porci nei confronti delle situazioni con Amore,

chiederci cosa farebbe l’Amore e farlo… è quello che “risolve” le situazioni,

perché è un atteggiamento che ci pone in una vibrazione tale per cui la

soluzione arriva… in ogni ambito! Serge Kahili King racconta sempre che a

casa sua quando non riescono ad aprire i barattoli della marmellata li

portano a lui, perché sanno che lui riesce ad aprirli sempre. Come fa ad

aprire i barattoli della marmellata Serge? …Ama i barattoli della

marmellata. Sembra una stupidaggine… ma l’invito è sempre lo stesso…

provate! Provate… la prima volta che la moca non si apre più… provate a

porvi verso l’operazione di “svitamento” con amorevolezza. Io riesco a far

funzionare la stampante senza inchiostro in questo modo… non a lungo

certo, ma nell’emergenza sì! Se noi amiamo le cose, le cose ci amano e

fanno quello che possono per accontentarci… Ancora sempre: provare per

credere! Comunque al di là degli scherzi e delle piccolezze… l’Amore è lo

strumento! Quando noi ci poniamo con Amore nei confronti delle persone e

delle situazioni, non dico che si risolvano automaticamente, ma abbastanza

automaticamente ci salta all’occhio (che può essere l’attenzione razionale

o l’attenzione legata al sentire) la via per raggiungere la soluzione (azione

ispirata). E questa soluzione trovata in questo modo, il più delle volte non è

quella che avremmo perseguito con la sola forza della razionalità e della

volontà.

Il mio caro Amico Dario Canil dice:

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L’Amore è in ogni cosa e quando sei sveglio te ne accorgi

Quando cominciamo ad accorgerci veramente della scintilla divina nelle

cose è un gran bel segnale. Ma soprattutto è il segnale che abbiamo

imboccato una strada dalla quale non potremo più tornare indietro. Quando

noi sappiamo a livello di cuore e di mente come funzionano le cose non

possiamo più fingere di non saperlo o comportarci come se non lo

sapessimo. Se conosciamo il funzionamento del meccanismo, non potremo

più comportarci in un certo modo, non potremo più non restituire il resto in

eccesso perché tanto nessuno se ne accorge, non potremo più buttare la

carta per terra perché non ci sono cestini e tanto nessuno mi vede… Non

faremo più del male volontariamente a nessuno. Non lo facciamo più,

perché sappiamo che non c’è nessuno da ingannare se non noi stessi e noi

stessi non siamo più ingannabili. Quindi prima di dire a qualcuno “te l’avevo

detto” ci penseremo bene… e alla fine non lo diremo! Ogni volta che ci

troviamo a poter fare qualcosa con l’unica “utilità” di ferire qualcuno

(polemiche comprese), non lo faremo più perché sentiremo che chi stiamo

ferendo siamo noi stessi.

Riuscire ad applicare questo tipo di comportamento a tutte le situazioni

diventerà naturale ed ovvio, dalla famiglia con i “parenti serpenti” al

mondo del lavoro.

Quindi qual è la strada?

1) Il bello nel brutto

Partendo dalla cosa più materiale vediamo uno strumento potentissimo:

andare alla ricerca della bellezza costantemente è uno strumento di cui non

dovremmo dimenticarci mai. Perché la bellezza è il riflesso dell’Amore ed

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è in tutto. Andare in cerca del positivo, del perché le cose accadono. Qual è

il motivo per cui qualcuno mi ha pestato un piede? Mi ha fatto male, ma se

invece di concentrarmi sul male mi accorgo che pestandomi un piede mi è

stato impedito di fare un passo ulteriore e cadere nel dirupo vedrò la

situazione diversamente. Cercare il bello è una via maestra e cominciare a

vederlo è risolutivo!

2) Amore

Da questo, che è uno strumento molto pratico, perché è qualcosa che

possiamo fare tutti e che possiamo applicare alla nostra quotidianità,

riconoscere che la bellezza è Amore e comprendere che l’obiettivo positivo

verso cui le cose si dirigono (evoluzione) non è altro che la manifestazione

vera e propria dell’Amore assoluto, è il secondo passo.

3) Riconoscere la Reale Identità (UNO)

Il terzo passo definitivamente risolutivo è riconoscere di Essere Uno. Nel

momento in cui lo riconosciamo, lo sentiamo, lo viviamo… ci comportiamo

in questo modo. E a quel punto cambia tutto. A quel punto cambia

veramente tutto, perché quando sentiamo comunque di vivere un

problema, quando ci accorgiamo che ci sembra che ci manchi qualcosa, se

ci centriamo un attimo e recuperiamo la nostra presenza e guardiamo

veramente le cose come stanno, ci rendiamo conto che in realtà non ci

manca proprio niente.

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LaLuced’AmoreLa’aKea

C’è una pratica sciamanica hawaiana che si basa proprio su questi concetti,

cioè sul parallelo tra bellezza/Luce e Amore. E’ una pratica creativa basata

sul “sentire Amore”.

La'a Kea in lingua hawaiana significa ”Luce sacra” o “Luce dell’Amore”.

Secondo il pensiero hawaiano e secondo le tradizioni sciamaniche nessuno

può portarci via la nostra energia. Sarebbe come dire che qualcuno ha il

potere di fare qualcosa per fare in modo che noi “non siamo”. Assurdo!

Nessuno può portarci via il nostro Essere o impedirci di Essere. Nessuno può

nemmeno depotenziare la nostra energia. Se sentiamo che qualcuno ci

“ruba l’energia” è solo una nostra percezione ed è comunque un operazione

che stiamo mettendo in atto noi. Quando ci sentiamo depotenziati, in

realtà nessuno ci ha tolto niente. Intanto siamo noi che abbiamo permesso

a qualcuno di farci sentire così. Ma in realtà non ci è stato tolto niente.

Siamo sempre noi che abbiamo abbassato la nostra vibrazione e non

riconosciamo più consapevolmente il nostro Essere.

Tutto questo deriva dalla ovvia constatazione che tutto è energia, noi siamo

energia, e quindi in realtà quest’ultima non può realmente essere data o

tolta, ma solo percepita in diverse intensità e qualità. Quando abbiamo

l’impressione che ci venga tolta, stiamo soltanto sperimentando una

diminuzione della sua frequenza, mentre quando percepiamo un

incremento, stiamo sperimentando un aumento della frequenza

vibrazionale.

Una cosa che si dice di Ho’oponopono è che sia un modo di porsi verso le

cose, che ripristina l’Aloha nei nostri cuori. Questa è una bella definizione,

ma è solo una definizione dialettica. Non descrive la realtà. Perché nella

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realtà noi non possiamo perdere l’Aloha dai nostri cuori… noi siamo Aloha,

noi siamo Amore incondizionato. Ho’oponopono non ripristina l’Aloha nei

nostri cuori. Ho’oponopono ci permette di riconoscere che l’Aloha è

sempre stato nel nostro cuore. Capite il parallelo con la nostra realtà qual

è? Se noi siamo ciò che Siamo e siamo sempre ciò che Siamo, significa che

noi ricercando questo nostro Essere nel riflesso della nostra realtà,

modifichiamo a tal punto la nostra percezione delle cose, che non abbiamo

più bisogno di niente e di nessuno e in questo modo modifichiamo

l’evolvere delle cose, perché cambia il tipo di atteggiamento, il tipo di

energia che emettiamo. E’ una cosa semplicissima, oserei dire banale, però

non ce lo ricordiamo mai! E quindi perseveriamo nella nostra percezione

della mancanza, del bisogno e più restiamo in quel circolo vizioso, più

stiamo male, più soffiamo e rimaniamo incastrati.

La Luce Sacra La'a Kea tecnica di guarigione hawaiana viene utilizzata per

produrre armonia dentro e fuori di noi. O meglio da dentro a fuori di noi

- Mettiamo le mani a sfera (unendo i polpastrelli delle dita delle due mani)

davanti a noi e chiudiamo gli occhi

- Immaginiamo che dall'ombelico si espanda una luce per tutto il nostro

corpo e da lì si espanda anche fuori fino ad essere circondati e penetrati da

una bianca e splendente luce d’Amore. Non limitiamoci solo ad

immaginarla. L’importante è l’informazione che per noi porta con sé

la Luce, e dobbiamo viverla. Focalizziamoci su come ci fa sentire, le

emozioni che proviamo quando la sentiamo dentro e fuori il nostro corpo, le

sensazioni fisiche che sperimentiamo. Questo atto si chiama "accendere la

luce" e da ora in poi potremo utilizzare la tecnica semplicemente

dichiarando la nostra intenzione di "accendere la Luce"

- Inspirando espandiamo la Luce La'a Kea e espirando aumentiamone

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l'intensità luminosa. La Luce può essere caricata ed espansa con ogni tipo di

sensazione ed emozione positiva.

- Pensiamo e immaginiamo all’interno della sfera tra le nostre mani, a

qualcosa che Amiamo, qualcosa di cui siamo grati, o che troviamo bello, per

aiutarci a generare un campo d’informazione più specifico. Qualunque tipo

di apprezzamento noi esprimiamo è una carica per La'a Kea.

- La focalizzazione di La’a Kea non va diretta su ciò da cui vogliamo

proteggerci, ma deve essere basata sulla fiducia e sull’intento di essere

protetti dalla luce e connessi all’universo, attraverso l’informazione

dell’Amore, che ci permette di sapere che non esiste nulla da cui ci sia

bisogno di proteggerci.

- Continuiamo ora a visualizzare all’interno delle nostre mani la sfera di

luce …aumentiamo l'intensità della luce con il respiro e lì dentro facciamo

accadere quello che vogliamo proprio come in un film. Assaporiamone tutte

le emozioni e viviamolo in prima persona. Quando il vostro film raggiunge il

lieto fine… potete riaprire gli occhi e tornare alle vostre cose.

ComeutilizzareLa'akeatecnicadiguarigionehawaiana* La mattina appena svegli "accendiamo la luce" con l'intenzione di

diffonderla nell'ambiente in cui ci troviamo invitandola a riequilibrare le

energie della stanza dicendo "armonizza questo luogo"

* Usiamo La'a Kea durante la giornata con persone e situazioni che

percepiamo come disarmoniche semplicemente esprimendo l'intenzione di

riequilibrarle dicendo "armonizza questa persona", "armonizza questa

situazione", o ancor meglio “armonizza la mai percezione di questa

situazione”!

* Quando stiamo vivendo un disagio, una sofferenza o anche un dolore fisico

utilizziamo La'a Kea per riarmonizzarci dicendo "armonizza le mie energie"!

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* Quando siamo in conflitto con qualcuno illuminiamo noi stessi e lui con

La'a kea dicendo "armonizza le energie tra di noi"!

* Quando sentiamo di voler protegge qualcuno o qualcosa dalla negatività

che stiamo attraendo dicendo "armonizza questa persona o questo luogo"!

* Per collaborare alla riarmonizzazione (guarigione) nostra o di qualcuno,

sempre mantenendoci liberi da aspettative e con la consapevolezza che si

verificherà solo il meglio a prescindere da quale sia e dalla nostra capacità

di riconoscerlo.

* Possiamo usare La'a Kea dandole una colorazione diversa in base alle

esigenze specifiche.

BIANCO significa "Illumina!" ed è utilizzato per accrescere la conoscenza

di se stesi e per agevolare la connessione con la propria guida interiore

(Aumakua).

ROSSO significa "Libera!" ed è utilizzato per trasmutare le tensioni sia

fisiche che spirituali (psicologiche)

ARANCIONE significa "Concentra!" ed è utilizzato per aumentare

la concentrazione e quindi l'energia che inviamo a ciò su cui focalizziamo la

nostra attenzione.

GIALLO significa "Colpisci il bersaglio!" ed è utilizzato per alleggerire le

preoccupazioni, il risentimento e i sensi di colpa, aiuta inoltre a mantenere

salda l'intenzione e la capacità di apprezzare e riconoscere il momento

presente.

VERDE significa "Benedici!" ed è utilizzato per accrescere l'autostima,

l'apprezzamento, l'amicizia, la condivisione.

BLU significa "Fortifica!" ed è utilizzato per accrescere la forza spirituale

interiore e la forza fisica.

VIOLA significa "Assisti!" ed è utilizzato per ristabilire l'armonia fisica e

spirituale, la sintonia con la propria missione di nascita.

NERO significa "Assorbi!" ed è utilizzato per assorbire e trasmutare le

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negatività.

GRIGIO significa "Neutralizza!" ed è utilizzato per neutralizzare gli eccessi.

Quando decidete di fare questa cosa, avendola fatta iniziaticamente una

prima volta per intero, vi sarà sufficiente affermare “accendo la luce” e

sarete già in uno stato in cui potrete costruire il vostro film.

Quando voi costruite all’interno della vostra sfera ciò che vorreste fosse,

andate a modificare la componente energetica di quello su cui state

lavorando. Perciò è un qualcosa che potete usare decidendo di prendervi

uno spazio per voi e dedicandovici in meditazione per lavorare sulla vostra

vita, ma è una pratica che può modificare la portata energetica delle cose

che non ci piacciono. Quindi se abbiamo appena litigato con qualcuno

possiamo usare questo metodo per cambiare energeticamente per noi ciò

che è accaduto… se abbiamo detto cose che non avremo voluto dire o se è

finita come non avremmo voluto, in questo modo possiamo rivivere la cosa

dirigendola però in maniera diversa. Possiamo usare la Luce La’a Kea per

cambiare quello che è successo. Perciò all’interno della nostra sfera

immaginiamo che le cose siano andate diversamente. E’ un processo che

parte da dentro di noi e che usa l’Amore che Siamo!

Quindi la mattina appena svegli, la prima cosa da fare è dire “Grazie!”. La

seconda cosa potrebbe essere dire “Accendo la luce” così esprimiamo

l’intenzione di essere pervasi da questa energia amorevole per tutto il

giorno. Non per difenderci, ancora una volta, perché no abbiamo nulla

contro cui difenderci, ma per espandere e potenziare chi Siamo.

C’è un bellissimo saluto hawaiano che si pronuncia ”Pehea Ka La?”

“Pehea Ka La” significa “Come sta la tua luce?” o meglio “Cosa stai facendo

per far brillare la tua luce?” e si basa sulle consapevolezze di cui abbiamo

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appena detto.

Fa proprio parte della loro cultura del loro modo di essere, come dovrebbe

essere per tutti, la consapevolezza che noi siamo Luce, siamo Amore. Il

fatto di sintonizzarci con questa consapevolezza in maniera propositiva,

invece di considerarci sempre sbagliate e concentrarci continuamente sui

nostri “peccati”, è l’atteggiamento evolutivo. E’ molto più efficace e molto

più produttivo focalizzarci sui nostri talenti che sui nostri “difetti”… perché

del resto gli stessi difetti non sono altro che semplici e neutre

caratteristiche esteriorizzate ad un volume troppo alto. Abbassiamo il

volume dei nostri difetti e ne riconosceremo le potenzialità. Certo

culturalmente noi siamo portati a sottolineare i difetti e a dire “sono fatto

così”, ma mi pare evidente che questo non è un atteggiamento efficace.

Ancora non lo sai, ma è la tua luce che illumina il mondo…

Forse qualcuno lo sa già. Ed è una consapevolezza dalla quale non dobbiamo

mai prescindere.

Nessuno ci fa del male, siamo noi che ci facciamo del male perché facciamo

cattivo uso del potere che abbiamo.

…che è il potere di scegliere, ma che è il potere di riconoscere chi Siamo!

Ci siamo dimenticati chi Siamo e quindi accettiamo una sottostima da parte

del mondo e ce ne convinciamo. Sottostima generata da quel mondo che è

sempre il nostro riflesso e quindi siamo sempre noi che ci sottostimiamo,

che ci sottovalutiamo, che ci colpevolizziamo che ci vediamo come

null’altro che peccatori in balia degli eventi.

Il concetto di libero arbitrio è un concetto importante! Certo il nostro Io

superiore sa e lasciare fare a lui è la via più fluida e migliore, ma abbiamo

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anche tanti blocchi interiori e energie non sempre così chiare da

interpretare… a volte non è sempre immediato capire cosa ci suggerisce il

nostro io superiore… In questi casi l’Amore è sempre la chiave che apre ogni

serratura o l’Aloha come dicono gli Hawaiani. Agisci come l’Amore che sei e

segui ciò che l’Amore ti ispira. C’è sempre una via d’uscita. E dimenticarsi

di ricercare la nostra Reale Identità è sempre molto pericoloso!

Non bisogna mai avere paura del cambiamento. E se c’è qualcosa che ci fa

stare male dobbiamo avere il coraggio di lasciarla andare. Allo stesso modo

se c’è qualcosa che ci fa stare bene dobbiamo avere il coraggio di inseguirla

e ottenerla di renderla reale nella nostra vita. Questo significa partire verso

la ricerca della nostra Reale Identità. In qualsiasi momento e su qualsiasi

livello!

Se stiamo male è solo una comoda scusa! L’Amore che ci fa stare male, è

solo una scusa per non Esserci per non assumerci la nostra responsabilità.

La vita “condizionata dalla sicurezza” va bene se stiamo bene. Se stiamo

male è solo una comoda scusa! Quella famosa conservazione dello stato di

comfort. E si sa…

Quando quello di essere “liberi” diventa un bisogno, una necessità tale da

sfiorare l’ossessione (ne conosco diversi…) rischia esso stesso di diventare

una vera e propria schiavitù! La schiavitù di essere liberi!

La ricerca incessante della libertà potrebbe trasformarsi in una catena

ancora più pesante di quella dalla quale vogliamo sfuggire. Se sentiamo la

necessità di raggiungere la libertà dalla moglie, dal marito, dai figli, dai

genitori, dagli amici, dal governo, dal lavoro, dalla società, dai

complottisti, dai manipolatori ecc… forse sarebbe il caso che ci fermassimo

un attimo a fare un profondo esame di coscienza.

Nessuno di noi ha veramente bisogno di liberarsi dal giogo imposto da

qualcosa di esterno a lui (discorso vecchio eh!?!?). Anche la libertà è un

atteggiamento mentale. Noi potremmo essere prigionieri nella più

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inespugnabile delle celle, ma se nella nostra interiorità abbiamo un

atteggiamento libero, non condizionato o non condizionabile da qualsiasi

tipo di influenza, nessuno mai potrà tarparci le ali.

Certo Aloha significa anche essere liberi! Ma essere liberi in profondità. E se

siamo liberi in profondità non saremo mai prigionieri di qualcosa di esterno

a noi.

Belli questi discorsi e sicuramente condivisibili…. ma praticamente?

Praticamente la libertà, quella vera, va ricercata solo da poche cose e una

volta ottenuta da esse siamo liberi da tutto.

*Innanzi tutto libertà dalla Paura, che per altro è solo determinata dalla

nostra percezione limitata. La libertà dalla Paura consente di fare della

vulnerabilità e dell’apertura verso il prossimo dei pregi percorribili ed

incommensurabili.

*In secondo luogo libertà dal Dolore. Anche il dolore sappiamo bene che è

determinato unicamente dalla nostra percezione condizionata. Diamoci

sempre l’opportunità di comprendere qual è il vero meglio per noi,

predisposto dall’Universo e reso comprensibile a noi e questo possiamo

ottenerlo agevolmente liberandoci dalle aspettative.

*E infine libertà dall’Egocentrismo. Non siamo noi il centro dell’Universo. O

meglio, noi siamo il centro della nostra realtà, ma ad un livello percettivo

oggettivo, non siamo noi il centro di Tutto. Non gira tutto intorno a noi, non

tutti ce l’hanno con noi, non tutto quello che accade ci riguarda in prima

persona (sempre da un livello oggettivo). Don Miguel Ruiz nei suoi 5 accordi

definisce questo concetto con “Non prendere tutto sul personale”.

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Comprendere questo ci renderà definitivamente liberi, perchè finalmente

saremo liberi dalla necessità di avere tutto sotto stretto controllo, a partire

dal bisogno di approvazione del prossimo, al cui prossimo il più delle volte

non importa proprio nulla di ciò che noi siamo diciamo, facciamo o

pensiamo, intento com’è anche lui a sentirsi al centro dell’Universo

esattamente come facciamo noi!

Esercitare il libero arbitrio significa questo: appropriarci della nostra libertà

a prescindere da quello che ci appare “fuori”. E quello che ci appare fuori

finalmente rifletterà la nostra acquisita libertà interiore.

Aloha significa essere liberi davvero!

Rendendo del tutto estranee le percezioni relative agli oggetti esterni, e

concentrando lo sguardo fra le due sopracciglia, rendendo uguali

ispirazione ed espirazione moventisi all’interno delle narici, il saggio che

ha vinto i sensi, l’animo, la capacità discriminante, che è tutto fisso al fine

della liberazione, che si è liberato del desiderio, del timore, dell’ira,

quello appunto davvero è per sempre libero. (Bhagavad Gita 5 – 27, 28)

A questo riguardo, giusto per capire che non sono solo gli Hawaiani a sapere

questa cose c’è questa poesia bellissima di Pablo Neruda che contiene tutto

quanto fin qui detto.

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Non incolpare nessuno attribuita a Pablo Neruda

Non incolpare nessuno, non lamentarti mai di nessuno, di niente,

perché in fondo Tu hai fatto quello che volevi nella vita.

Accetta la difficoltà di costruire te stesso

ed il valore di cominciare a correggerti.

Il trionfo del vero uomo proviene dalle ceneri dei suoi errori.

Non lamentarti mai della tua solitudine o della tua sorte,

affrontala con valore e accettala.

In un modo o in un altro è il risultato delle tue azioni

e la prova che Tu sempre devi vincere.

Non amareggiarti del tuo fallimento né attribuirlo agli altri.

Accettati adesso o continuerai a giustificarti come un bimbo.

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare

e che nessuno è così terribile per cedere.

Non dimenticare che la causa del tuo presente è il tuo passato,

come la causa del tuo futuro sarà il tuo presente.

I tuoi problemi, senza alimentarli, moriranno.

Impara a nascere dal dolore e ad essere più grande,

che è il più grande degli ostacoli.

Guarda te stesso allo specchio e sarai libero e forte

e finirai di essere una marionetta delle circostanze,

perché tu stesso sei il tuo destino.

Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba.

Tu sei la parte della forza della tua vita.

Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita;

Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.

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LoSpiritodiAloha

Il significato dell’Aloha è l’atto di riconoscimento della presenza della

Vita in un altro essere. Se c’è la Vita c’è Mana, bontà e saggezza, e se c’è

la bontà e la saggezza che sono qualità di Dio allora c’è Dio. Si doveva

riconoscere il ‘Dio della Vita’ presente in un altro prima di dire ‘Aloha’,

ma questo un tempo era facile perché si sapeva che la vita è ovunque: tra

gli alberi, i fiori, il mare, i pesci, gli uccelli, l’erba, l’arcobaleno, la roccia

– in tutto il mondo c’è la Vita – c’è Dio – tutto è Aloha. Il significato

dell’Aloha è ritrovabile nell’ allegria, nella gioia, nella felicità,

nell’abbondanza ed è proprio grazie ad Aloha, che si dà senza pensare al

ricambio e grazie ad Aloha si ottiene Mana. Aloha produce ovunque il suo

Mana. Aloha come Mana non passano dal donatore al ricevente, ma

scorrono liberamente e continuamente tra donatore e ricevente, senza

abbandonare mai il donatore che anzi moltiplica l’Aloha donandolo. Aloha

non può essere usato sconsideratamente o in maniera indirizzata per

aumentare il proprio potere. Nessun hawaiano ‘autentico’ saluterebbe un

altro dicendo ‘Aloha’ a meno che non lo senta profondamente nel suo

cuore. Se prova rabbia o odio nel suo cuore prima di pronunciare la parola

‘Aloha’ Avrebbe provveduto a calmarsi e a purificare il suo cuore dalle

contaminazioni.

Queste le parole dell’ultima regina Hawaiana Lili’uokalani.

E’ interessante notare come lo stesso Aristotele ha dichiarato che

Se sulla terra prevalesse l’Amore tutte le leggi sarebbero superflue.

E infatti quello che amo sempre ripetere è che per moltiplicare l’Amore è

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sufficiente condividerlo.

La parola Aloha viene usata normalmente come un saluto “Ciao,

arrivederci, buona giornata”… La si usa nelle presentazioni, negli addii,

negli arrivederci appunto. E’ certamente un modo di salutarsi molto

comune. Tuttavia il significato profondo del termine Aloha, va ben oltre

quello di un saluto per quanto fraterno e amorevole. La parola Aloha

contiene nel suo profondo significato, tutto quello che è necessario sapere

per interagire efficacemente in piena consapevolezza, in ogni tipo di

relazione. Il significato della parola Aloha, descrive un atteggiamento, uno

stile di vita, che è conosciuto ormai nel mondo come “Spirito di Aloha” e

che ha in sé tutto il profondo significato dell’Aloha. Il significato di base

della parola Aloha in Hawaiano è Amore. Amore incondizionato! Cosi invece

di un semplice saluto Aloha diventa una vera e propria benedizione di

Amore nei confronti della persona che stiamo accogliendo o lasciando

andare, ma anche una benedizione nei confronti di noi stessi. Perché

“Amore” è solo una parte del significato di questa parola. L definizione nel

dizionario parla di “Amore, affetto, compassione, simpatia, pietà,

gentilezza, sentimento, grazia, carità e tutta una serie di altri sinonimi.

Questo ci fa comprendere che Aloha ha un significato talmente ampio e

profondo da essere intraducibile. Si usa normalmente questa parola per

mostrare bontà, misericordia, amicizia.

Il significato elevato lo ricaviamo dall’analisi delle radici che compongono

la parola stessa.

Alo -> Fronte, faccia quindi presenza

oha -> Diffusione, fioritura, ciò che è utile per crescere, dimostrazione di

affetto gioioso e di amicizia

ha -> ha molti molti significati il principale dei quali è “respirare su

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qualcosa”. Quindi una sorta di benedizione, partendo dal presupposto che

“Ha” individua il grande respiro primordiale da cui tutto ha avuto origine.

Un modo quindi di esprimere il significato di Aloha potrebbe essere

La gioia di condividere il respiro e l’Amore in presenza

In Aloha è presente la profonda consapevolezza Io sono una parte di tutti e

tutti sono una parte di me. Il dolore di qualcuno è il mio dolore, la gioia di

qualcuno è la mia gioia… se qualcosa è… mi riguarda. Quindi io rispetto

tutto quello che è come manifestazione dell’Amore creativo e come parte

di me. In quanto Io stesso sono l’Amore. io non farò del male

volontariamente a qualcuno e non danneggerò volontariamente qualcosa

per avvantaggiarmene perché so che in realtà farei del male a me e

procurerei un danno a me stesso. Allo stesso modo quando ho bisogno di

qualcosa, di qualsiasi cosa, con la consapevolezza che l’Universo in cui

viviamo è un Universo infinito e abbondante, prenderò tutto ciò che mi

serve, ma niente di più di quello che mi serve. La Terra, il cielo, il mare,

tutta la Natura nel suo complesso è qualcosa di cui io mi devo prendere

cura, Amare e proteggere perché mi appartiene come io appartengo a Lei.

E allo stesso modo, lo stesso tipo di atteggiamento, lo stesso approccio, lo

avrò nei confronti del resto dell’Umanità. Perché ogni essere umano mi

appartiene come Io appartengo a lui. Siamo Uno, Siamo la stessa cosa.

Questo è l’approccio Hawaiano, questo è l’Aloha. Questo è il significato

profondo dell’Aloha.

Il Kahuna David Bray ci suggerisce di vivere l’Aloha in questo modo:

Procedi in presenza, sii in unità e armonia con il tuo vero Io, Dio e

l’Umanità. Sii onesto, sincero, paziente, gentile e umile con tutte le forme

di vita.

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Anticamente la parola Aloha significa “Dio in me”, ma esiste un altro livello

di significato all’interno della parola Aloha, nascosto nel significato delle

sue radici.

A -> Bruciare in senso figurato come brillare

Lo -> è l’abbreviazione di Loo e di Loa’a che significano ottenere o

procurare

Insieme queste radici indicano una trasformazione energetica e uno sforzo

per ottenere e procurare qualcosa, come la volontà, la voglia e la capacità

di manifestare consapevolmente la creazione e questo ci conduce

ovviamente a un’ulteriore traduzione di Aloha

Manifestare consapevolmente la Vita gioiosamente nel presente

E questa è la prima direttiva all’essere umano: Essere felici!

Un’altra traduzione di Aloha ci suggerisce il metodo principale per acquisire

il Mana da utilizzare per la manifestazione della nostra realtà.

Respirare consapevolmente nel momento presente

La consapevolezza del nostro respiro e la corretta respirazione normale

aumenta la nostra disponibilità di Mana. E la respirazione concentrata

potenzia ulteriormente il processo di accumulo di Mana. da qui

l’importanza fondamentale della respirazione consapevole all’interno della

cultura Hawaiana.

Una cosa comunque molto, molto importante da comprendere è che il

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concetto hawaiano di Aloha non include nessun tipo di atteggiamento o di

pensiero negativo, per cui per esempio è impensabile poter soffrire per

Amore. L’Aloha non prevede atteggiamenti o comportamenti negativi,

rabbia, paura, gelosia, rancore, risentimento, ripicca, frustrazione, ricatti

morali, non trovano posto nell’Aloha. E un’altra cosa fondamentale da

comprendere è che Aloha prevede la reciprocità. Aloha deve essere

restituito, ricambiato per essere Aloha. Quindi non è solo l’Amore

incondizionato verso l’esterno, ma è amore incondizionato

contemporaneamente anche verso l’interno che richiede soddisfazione.

L’Amore non corrisposto (anche in affetto e amicizia) non verrà riproposto

una seconda volta. Aloha è un dono, una benedizione da scambiarsi. Se vi

viene offerto Aloha e non lo restituite, non stupitevi se non vi viene offerto

più. Da qui il concetto fondamentale, fondante, basico dello Spirito di

Aloha, cioè l’essere amorevoli nei confronti degli altri, ma non a tutti i

costi. La priorità sono sempre Io. L’Amore verso me stesso che si espande e

che dilaga verso gli altri, ma che parte sempre e comunque da me stesso.

Un proverbio Hawaiano ci ricorda che

L’Amore è naturale tra le persone

e un altro aggiunge

L’Amore è come un uccello, non c’è ramo su cui non si posi

e infine un terzo conclude

L’Amore è una sorgente che scorre liberamente

Se non si combatte e non si teme l’Amore è sempre a disposizione di tutti.

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E come ben sappiamo l’Amore è la cosa che permette al mondo di andare

avanti. Perciò l’insegnamento, la trasmissione di saggezza che deriva da

tutto questo è che Amare è ciò che ci fa crescere e dare Amore è sempre

qualcosa di efficace che ci ritorna, ma non è qualcosa da fare con obbligo,

è qualcosa da fare in scioltezza in fluidità con gioia ed entusiasmo. E

comunque più Amiamo più ci verrà naturale farlo e più ci accorgeremo che

tutto l’Amore che espandiamo ci ritorna.

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I condizionamenti

Cosa si intende con “programmazione”?

Fin da quando siamo nel grembo materno noi subiamo tutta una serie di

condizionamenti.

Siamo sempre immersi in un contesto da cui assorbiamo tutta una serie di

informazioni. Queste informazioni, quelle ripetute spesso e soprattutto

forniteci in tenera età sono quelle che costruiscono la nostra struttura di

convinzioni profonde.

Il nostro subconscio, per l’istinto di sopravvivenza, seleziona e cataloga

tutto ciò che ci serve ad arrivare indenni al giorno seguente e tutto ciò che

ci “serve” ad essere amati e a queste istruzioni si adegua.

Le nostre convinzioni profonde guidano le nostre decisioni e influiscono

pesantemente sul nostro modo di percepire il mondo.

Crescendo tutti noi riceviamo dei condizionamenti, prendiamo per buone

certe idee, che ci vengono trasmesse in vario modo dalle generazioni

precedenti. Alcune di queste convinzioni ci saranno utili tutta la vita, come

per esempio non attraversare la strada senza guardare, altre invece, tipo

“la vita è dura”, “al mondo nessuno ti regala mai niente”, “ciò che vuoi te

lo devi guadagnare con fatica” ecc… daranno origine a dei veri e propri

auto-sabotaggi.

Josh Billings dice

“Non é quello che non sappiamo che ci impedisce di avere successo: é

quello che sappiamo il nostro ostacolo principale”.

Il nostro modo di pensare e di agire ci ha portato fino a dove siamo ora, se

vogliamo andare più in là, per forza di cose dobbiamo andare a vedere se

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parte di quello che ci portiamo dietro ci sta frenando.

Se vogliamo cambiare i nostri risultati in materia finanziaria e di denaro

dobbiamo cambiare quelli che sono i nostri pensieri, la nostra

“programmazione” a riguardo, cioè l’insieme di idee e informazioni che

abbiamo ricevuto in passato e che poi abbiamo prese per buone. Ci arrivano

da quello che abbiamo sentito dire e abbiamo visto accadere intorno a noi

quando eravamo piccoli, e da quello che abbiamo sperimentato nella nostra

vita, in particolare da giovani. Ci derivano da quello che abbiamo ascoltato,

visto (e quando non l’abbiamo capito si è direttamente sedimentato nel sub

conscio senza alcun tipo di filtro) e vissuto. Questo è vero per qualunque

tipo di argomento… oggi stiamo parlando di abbondanza, ma vale nello

stesso modo anche per le relazioni, per l’ambiente di lavoro, per

l’autostima ecc…

Laprogrammazioneverbale (quello che abbiamo ascoltato)

Dato che viviamo in Occidente, in una repubblica fondata sul lavoro e

immersa nella tradizione cattolica, probabilmente in famiglia abbiamo tutti

sentito frasi di questo tipo e magari di tanto in tanto ci ritroviamo anche a

ripeterle:

i soldi non crescono sugli alberi

i soldi non fanno la felicità

il denaro è all’origine di ogni male

i soldi non sono mai abbastanza

tieni da parte i soldi che non si sa mai

bisogna lavorare sodo per guadagnare

i ricchi sono avidi e disonesti

i soldi sono sporchi

non ce lo possiamo permettere

il denaro non è spirituale

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lo farò domani

probabilmente non ci riuscirò

non sono migliore dei miei genitori, non posso fare meglio di loro

e soprattutto

non me lo merito…

Tutte queste frasi sono informazioni che sono rimaste nel nostro inconscio e

formano il modello finanziario da cui partiamo. A livello razionale possiamo

non condividere, ma di fatto ci condizionano in ogni decisione da prendere

in quest’ambito.

2.Imodelli (quello che abbiamo visto)

Il modo in cui si comportavano i tuoi genitori e i tuoi nonni in fatto di

denaro, di risparmio, di investimenti, ti influenza, come anche il modo in

cui era ottenuto, se con difficoltà o meno, se era un problema la sua

mancanza, se la situazione finanziaria familiare era stabile o altalenante (e

a che prezzo, magari per lavorare c’era poco tempo, o come dipendenti

erano frustrati…) ecc. ecc.

Possiamo essere o identici ad uno dei nostri genitori, oppure

diametralmente opposti, in ogni caso molto probabilmente non hai scelto il

modo di rapportarti col denaro, ma lo hai imitato o rifiutato fin da giovane.

E’ molto importante capire qual è la tua motivazione per avere e creare

denaro nella tua vita, perché se è basata sulla paura di non averne, o sulla

collera verso un comportamento di un genitore che ti ha ferito, ad esempio

non solo non ne avremo quanto ne vorremmo, ma anche se lo avessimo non

ne saremmo felici, perché il motivo di fondo che ci spinge verso il denaro

non è risolvibile con i soldi…

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La cosa da fare è andare in fondo alla questione, guardare in faccia di cosa

abbiamo paura o verso chi siamo arrabbiati e perché, e partire da lì.

Come abbiamo visto l’esterno è creato da quello che abbiamo dentro, per

cui possiamo vedere il denaro che abbiamo/non abbiamo/perdiamo come

un sintomo, utilizzare Ho’oponopono, per cambiare le idee di fondo.

3.Quellocheèsuccessoanoi

Anche le nostre esperienze di quando eravamo più giovani influiscono sulle

convinzioni che abbiamo: che esperienze abbiamo avuto con il denaro e con

le persone ricche.

La consapevolezza dii quello che pensiamo veramente ci permette di

distaccarci da quello che non ci serve e scegliere un nuovo modo di

pensare, e così potremo a mano a mano agire in modo diverso.

Come dice Harv Eker “Non credere nemmeno ad un solo pensiero presente

nella tua mente”.

Analizzalo, e una volta che hai visto da dove viene e dove ti porta, scegli

cosa farne, se tenerlo o cambiarlo.

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Esercizio

Queste convinzioni creano quello che é il nostro modello finanziario di

partenza, e possono essere cambiate.

Per farlo dobbiamo:

1. diventarne consapevoli: rifletti su quello che hai sentito e scrivi:

- le affermazioni che hai sentito sul denaro e la ricchezza da piccolo

- le abitudini e i comportamenti dei tuoi genitori e della tua famiglia

d’origine rispetto a denaro e ricchezza

- episodi che ti sono accaduti e ti hanno colpito emotivamente rispetto

al denaro

2. comprenderne l’influenza e capire che viene dal di fuori di te: rispetto a

quello che hai scritto scrivi rispetto alla tua vita finanziaria:

- come ti hanno influenzato quelle affermazioni

- che effetto ha avuto vedere quei modelli

- come ti ha condizionato quel fatto

3. distacco e presa di posizione: se ti rendi conto che questo modo di

pensare non ti appartiene puoi distaccartene e scegliere di liberartene.

Fare una dichiarazione al nostro inconscio dà delle indicazioni precise su

cosa vogliamo fare, cosa scegliamo e decidiamo di mettere in atto, per cui

fai una dichiarazione scritta di questo tipo:

“Io scelgo di adottare modi di pensare nuovi rispetto al denaro, io

abbandono le esperienze inutili e dannose che ho avuto con il denaro e

scelgo di creare un futuro ricco, mettendo in azione tutto quello che é

necessario perché accada.”

Mentre rifletti prova a vedere se queste domande ti aiutano:

- I tuoi condizionamenti ti permettono un reddito costante? Elevato,

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medio o basso?

- Sei programmato per risparmiare denaro o perderlo? Per gestirlo bene

o male?

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Responsabilitàecolpa

Responsabilità non significa colpa!

Questo è uno dei punti fondamentali del processo di Ho'oponopono. Ed è

sostanzialmente ciò che differenzia più in profondità la cultura hawaiana

dalla cultura occidentale! Responsabilità non significa colpa!

Se ci siamo avvicinati alla filosofia/pratica Ho'oponopono significa quanto

meno che siamo ben consapevoli del fatto che la legge di attrazione non

aiuta nessuno. Funziona e basta!

Se ho un atteggiamento negativo attiro negatività. Non c’è scampo. E

poiché “l'efficacia è la misura della verità” è inutile nascondersi dietro un

dito. Non posso avere la convinzione di essere una persona positiva

ottimista ed efficace e allo stesso tempo essere tanto sfortunato da farmi

andare tutto al rovescio. Se la mia vita è un disastro, significa che devo

cambiare atteggiamento. Punto! Io sono il responsabile al 100% della

manifestazione della mia realtà. Perciò l'unico che ha il potere di

modificarla.

Quello che vivo ora, sappiamo ormai bene che è il risultato dei miei pensieri

e dei miei atteggiamenti mentali passati (leggi sentimenti, atteggiamenti,

abitudini ed emozioni). E se adesso sto passando un “brutto periodo”

significa che ho un bel po’ di pulizia da fare (ricordi dannosi, blocchi

energetici, ostacoli mentali ecc..). Ma responsabilità non significa colpa,

nella maniera più assoluta!

Certe vite hanno prove ed esperienze davvero non facili, che in certi

momenti sembrano andare "oltre" le proprie possibilità, fermo restando che

ognuno crea la propria realtà (responsabilità al 100%) e ha spalle

proporzionate ai pesi che ci carica sopra.

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Ricordiamoci sempre che responsabilità non significa colpa! Io non ho

colpa per ciò che mi è accaduto. Il fatto di essere responsabili di ciò che si

è manifestato non significa in nessun modo essere colpevoli. Noi comunque

viviamo in un universo d'Amore che evolve verso l'espansione dell'Amore.

Perciò ogni cosa che accade con questo specifico obiettivo: espandere

l'Amore. Anche se io non me ne rendo conto e mi colpevolizzo perchè mi

convinco di aver sbagliato.

Impariamo invece a comprendere che anche preoccupazioni e sensi di colpa

sono ricordi che si ripetono. Ricordi, memorie che mi impediscono di vedere

l perfezione del creato, di tutto ciò che è e quindi anche delle mie azioni e

dei miei comportamenti.

La colpa è un concetto che ci siamo inventati noi occidentali con la cultura

del peccato (a partire dal peccato originale).

Nella cultura hawaiana è un concetto che non esiste... In Ho’oponopono è

importante, fondamentale la presa di responsabilità non la colpa... La colpa

è fuorviante genera frustrazione e sensi di colpa appunto, che sono

depotenzianti e soprattutto non corrispondono alla realtà dei fatti. C'è una

differenza abissale tra la responsabilità e la colpa e la potenza di

ho'oponopono è in gran parte racchiusa in questa differenza... Confondere

le due cose rischia di annullare il potere di tutto il processo.

Responsabilità significa "Potere"! Se io sono il responsabile al 100% della mia

realtà significa anche che ho il 100% di potenzialità di cambiarla la mia

realtà.

Ho'oponopono porta a noi la possibilità di assumerci il 100% della

responsabilità per tutto ciò che ci disturba nelle persone, nelle situazioni,

nei luoghi... E quindi ci fornisce gli strumenti utili per cancellare i ricordi

che ci procurano disagio, dolore, disperazione. Quello che ci impedisce di

avere una vita piena, in cui possiamo esercitare i nostri talenti e goderci

tutta la felicità che deriva dallo realizzare il nostro scopo divino, senza

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sforzo e con leggerezza, è il fatto che siamo prigionieri del passato. Legati

ad esso da tutti i ricordi (ricordi, percezioni... non fatti) che abbiamo

creato in tutta la nostra vita (e anche oltre).

Quindi è necessario annullare questi vincoli che ci legano al passato, per

poter realizzare il nostro progetto di nascita.

Dio (il Tutto) non giudica nessuno! L’Amore puro non prevede il giudizio.

L’Amore contempla solo l’Amore. Dio o chi per Lui, essendo Amore e

avendoci dotati del cosiddetto libero arbitrio non può essere un giudice.

Non nel senso che non è onnipotente, ma nel senso che la sua natura di

Amore puro non contempla il giudizio.

Del resto il concetto di peccato è una creazione culturale prettamente

occidentale e legata forse alla tradizione giudaico/cristiana/mussulmana

(legata alla Bibbia, al concetto di peccato originale?). Il Tutto ci Ama

semplicemente perché è Amore e ci accoglie in sé! Senza Giudizio! L’Amore

non lo prevede.

Questa cultura della colpa e del peccato ha prodotto l’idea conseguente di

un Dio giudicatore e l’idea del giudizio Universale finale. E tutto questo

concatenarsi di concezioni umane aberranti porta al continuo timore di

essere inadeguati, sbagliati, colpevoli, nel momento in cui non scegliamo la

cosa giusta al momento giusto. Ma giusta per chi, secondo quale frangente,

in virtù di quale verità? Si è completamente perso di vista l'evidente fatto

che la cosa giusta da fare è quella che stiamo facendo sempre. Per il

semplice fatto che non esiste diversità tra "la cosa giusta" e "la cosa

sbagliata". Il buono e il cattivo, il giusto o lo sbagliato sono determinati

unicamente dal nostro ego e dal giudizio.

I sensi di colpa sono una modificazione dell’esperienza e vanno analizzati

tenendo conto del loro evolvere da esperienza, (fatto oggettivo) a senso di

colpa (interpretazione soggettiva del fatto).

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Vivere implica fare esperienza, quindi non esistono scelte sbagliate, poiché

scegliendo si diventa comunque più saggi.

Melanie Melvin

Il campanello di allarme che un’ esperienza si sta trasformando in senso di

colpa (memoria “negativa) sta nelle sensazioni depotenzianti (angoscia,

risentimento, frustrazione) che proviamo nel rievocare l’esperienza in

questione. E queste sensazioni sono da interpretare come segnali effettivi

sia che si sia effettivamente compiuta un’azione riprovevole, sia che si

pensi di averla compiuta, che in definitiva è la stessa cosa, se partiamo dal

presupposto che tutto è perfetto così com’è e che il trucco sta

nell’accettare appunto questo postulato.

In ogni caso l’insorgere del senso di colpa per un’ azione compiuta (anche il

senso di colpa come ogni cosa esistente ha la sua utilità e demonizzarlo a

priori è sempre un’operazione poco efficace), ha la sua utilità se ci induce

ad accettarne la responsabilità e a trasformare le sensazioni depotenzianti

in amore efficace e risolutivo.

Altra cosa è lasciare il senso di colpa a ristagnare e a nascondersi nei

meandri del nostro sub conscio. La trasmutazione del senso di colpa

(memorie) in Amore causa la completa sparizione del senso di colpa stesso,

e questa appunto è un’operazione relativamente semplice per l’individuo

consapevole che agisce opportunamente all’insorgere delle proprie

emozioni e lo trasmuta immediatamente attraverso azioni di pentimento e

perdono (che sappiamo bene sono comunque operazioni virtuali, essendo

Tutto Amore Perfetto).

Perciò in ogni caso, sia di colpa “reale” che presunta, i sentimenti che

associamo al senso di colpa vanno neutralizzati il più presto possibile

attraverso la consapevolezza, altrimenti sarà inevitabile subire le

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conseguenze dell’effettivo abbassamento vibrazionale che il senso di colpa

determina.

Ecco quindi l’utilità dei sensi di colpa. Essi sono semplicemente dei segnali

della presenza di una disarmonia, quindi utilissimi, anzi direi necessari ad

ottimizzare la nostra evoluzione. L’importante è non permettere loro di

incancrenirsi nella nostra interiorità. Ecco quindi che riuscire ad individuarli

quando sorgono e ad essere consapevoli della loro presenza e

contemporaneamente della loro utilità è un efficace sistema per aiutare se

stessi e gli altri, mentre nasconderli, significa farli crescere e farli radicare

in noi stessi permettendo loro di creare immensi danni a noi e al nostro

prossimo.

I danni che derivano dai sensi di colpa sepolti sono innumerevoli. Essi

stimolando la nascita e la crescita di pensieri, elucubrazioni e

rimuginamenti inutili e superflui, consumano l’energia che potrebbe

diversamente essere impiegata per la nostra evoluzione, dirigendoci invece

sulla strada dell’involuzione, impedendoci di compiere le scelte

consapevoli. Ecco perché il ricatto morale con conseguente

colpevolizzazione è da sempre un terribile strumento di manipolazione del

prossimo. Sono davvero pochi i fortunati appartenenti alla mia generazione

che non sono stati educati a suon di ricatti morali di maggiore o minore

levatura. Per fortuna dal punto di vista educativo le cose sono molto

migliorate negli ultimi lustri…

Nel caso dell’educazione ovviamente la Manipolazione che ne deriva è

sempre stata tutt’altro che intenzionale, almeno in linea di massima.

Tuttavia esistono meccanismi manipolativi, basati sull’insinuamento della

colpa, molto più consapevoli per lo meno a livello di organizzazioni sociali,

che dopo aver determinato regole che inducono i sottoposti a sentirsi

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facilmente in colpa, assumono il potere su di essi

proponendosi/imponendosi come gli unici intermediari in grado di

cancellare questi sentimenti di colpa attraverso controllati processi di

redenzione.

Credere nel peccato e nell’indegnità sta purtroppo alla base del credo del

cristianesimo tradizionale. Cristo stesso ci ha insegnato il percorso

dell’amore e del perdono; ma nelle religioni che si sono sviluppate sulla

scia dei suoi insegnamenti il peccato e la colpa sono divenuti meccanismi

centrali di controllo.

Clelia Fenn

Di solito quando questi meccanismi sono instaurati a livello sociale si arriva

a sviluppare un atteggiamento mentale indirizzato a provare

colpevolezza, talmente radicato da non essere più in grado di agire e di

scegliere a prescindere da esso. E in questa situazione non si è in grado né

di individuare i sensi di colpa ne di gestirli, determinando la completa

perdita di utilità degli stessi. Ecco quindi che i sensi di colpa si radicano, si

nascondono, vengono sommersi e diventano parte integrante del nostro

modo di essere… In questo caso l’operazione di scovarli, comprenderli,

trarne l’efficacia e neutralizzarli diventa un’operazione titanica.

Ricordiamoci sempre che un vero

… codice etico viene dal cuore, non da un rigido insieme di regole.

Melanie Melvin

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Glistrumenti

1)Accettazione

Il primo strumento abbiamo visto è quello di smettere di aver bisogno di

migliorare la nostra situazione, quindi accettare l’Amore presente nella

situazione contingente e adoperarsi per riconoscerlo. Quindi innanzitutto

accettare che siamo e Amare ciò che abbiamo magari focalizzandoci su

tutto quanto di bello c’è nella nostra vita invece che su tutto quello che ci

sembra ci manchi. Allo stesso tempo però abbiamo la consapevolezza che

Tutto è perfetto, che non significa che non sia altrettanto perfettamente

modificabile. Le cose sono perfette perché accadono per un obiettivo, m se

noi assistiamo all’accadere delle cose è perché noi abbiamo anche la

potenzialità con la nostra azione di portarle in direzione dell’espansione

dell’Amore: Tutto è perfetto qui e ora, ma tutto è anche in divenire e la

nostra azione consapevole e ispirata contribuisce al divenire verso

l’espansione dell’Amore.

2)Benedizione

La benedizione nello Spirito di Aloha, è una modalità di approccio alle cose,

molto diffusa nella cultura hawaiana, ma la cui consapevolezza è presente

in tutte le tradizioni sciamaniche e non solo. Gli stessi Esseni erano molto

consapevoli del potere della benedizione. Benedire significa “dire bene”.

Ogni volta che noi apprezziamo, parliamo bene, facciamo dei complimenti a

qualcuno, sottolineiamo le buone qualità di qualcosa o di qualcuno, stiamo

elevando il nostro livello vibrazionale. Ovvio che delle belle parole fanno

piacere anche a chi riceve i complimenti e magari cambia anche la loro

visione delle cose, ma noi con questa operazione stiamo mettendo noi stessi

su un livello vibrazionale diverso, elevato, amorevole. E il livello

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vibrazionale su cui siamo è quello che manifesta la nostra realtà. Quindi

“dire bene “ di qualcosa che ci piace potenzia la nostra capacità di attrarlo

(o di attrarre qualcosa di vibrazionalmente simile). “Dire bene” di qualcosa

che non ci piace è uno strumento di trasmutazione potentissimo.

Ovviamente non si tratta di “dire bene” per finta, cioè dire che è bello ciò

che ci appare brutto (anche perché se ci diciamo una bugia, non ci

crediamo e vibrazionalmente non serve a nulla), ma significa trovare le

qualità positive presenti anche in quello che non ci piace! Dire bene di

qualcosa che non ci piace è sostanzialmente la somma del bello nel brutto e

della gratitudine.

Dire male non è MAI un’operazione efficace! se non abbiamo modo di

parlare bene di qualcuno o di qualcosa e il nostro dire male non produce del

bene per nessuno o non scongiura il ripetersi della stessa cosa, allora è

meglio se stiamo zitti.

La benedizione, il dire bene è qualcosa che ci alza la vibrazione. Teniamo

conto che poiché Tutto è Uno, l’Uno è Amore e perciò tutto è Amore e

viviamo in universo d’Amore, la benedizione è enormemente più potente

della maledizione. Quindi, quando ci accorgiamo (presenza) che abbiamo

“maledetto”, raddrizziamo subito il tiro e troviamo qualcosa di buono da

dire… non fosse altro che il dubbio che chi ha agito “male” fosse in buona

fede. Lo conosciamo tutti il potere vibrazionale della parola: “in principio

era il Verbo”! La parola è vibrazione, la parola è suono, la parola è energia,

quindi quando noi parliamo (bene o male) stiamo creando vibrazioni che

inesorabilmente ci ritorneranno. Inoltre se parliamo male di qualcuno

(ancora di più che se stiamo dicendo bene perché dire bene è il modo

naturale di parlare dire male è contro-natura quindi richiede uno sforzo

maggiore) significa che di pancia siamo coinvolti quindi la vibrazione che ci

porta a parlare male è forte. Perciò rendendocene conto è meglio

intervenire con una bella pezza fatta di buone parole.

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Una cosa che mi ritrovo a dire spesso è che se non abbiamo modo di parlare

bene di qualcuno o di qualcosa, e il nostro dire male non è produttivo per

nessuno, molto meglio è starcene zitti!

Gira nel web questa interessante storiella:

Nella Grecia antica Socrate era apprezzato da tutti per la sua saggezza. Si

racconta che un giorno incontrasse un conoscente che gli disse: ”Socrate,

sai che cosa ho appena sentito di un tuo studente?”. ”Aspetta un

momento” rispose Socrate. “Prima che tu me lo dica vorrei che tu

sostenessi un piccolo esame che è chiamato “Esame dei tre filtri. Prima che

tu mi parli del mio studente, filtriamo per un momento ciò che stai per

dire”.

1° filtro: Filtro della Verità

“Ti sei accertato al di là di ogni dubbio che ciò che stai per dirmi è

vero?”. ”No” disse l’uomo “in effetti me lo hanno raccontato”. ”Bene,”

disse Socrate. “quindi tu non sai se sia vero o meno”.

2° filtro: Filtro della Bontà

“Ciò che stai per dirmi sul mio studente è una cosa buona?”. “No, il

contrario”.

“Allora,” Socrate continuò “tu vuoi dirmi qualcosa di male su di lui senza

esser certo che sia vero?”.

L’uomo si strinse nelle spalle un po’ imbarazzato.

3° filtro: Filtro dell’Utilità

Socrate proseguì: ”Puoi ancora passare l’esame perché c’è il 3° filtro, il

Filtro dell’Utilità. Ciò che vuoi dirmi circa il mio studente mi sarà

utile?”. ”Veramente… non credo”.

“Bene,” concluse il Saggio “se ciò che vuoi dirmi non è Vero, non è Buono e

neppure Utile, perché me lo vuoi dire?”.

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La benedizione, il dire bene è qualcosa che ci cambia o comunque ci eleva

la vibrazione. E teniamo conto che siccome Tutto è Uno, l’Uno è Amore e

perciò tutto è Amore e viviamo in un Universo d’Amore la Benedizione è

enormemente più potente della maledizione. Semplicemente perché dire

bene è un parlare secondo natura (Siamo Amore) dire male è un parlare

contro natura. Quindi quando ci accorgiamo, attraverso sempre

quell’atteggiamento di presenza di cui parliamo dall’inizio, che abbiamo

detto o stiamo dicendo male di qualcuno, pensiamo subito a qualcosa di

buono da dire e correggiamo il tiro. Cambieremo istantaneamente la

polarità di ciò che stiamo seminando! Lo conosciamo tutti il potere

vibrazionale della parola. “In principio era i Verbo”! La parola è vibrazione,

la parola è suono, la parola è energia! Quando noi parliamo, bene o male

che sia, stiamo comunque emettendo qualcosa di vibrazionale, di

energetico. Se poi stiamo dicendo male, se lo stiamo facendo, è perché,

per quanto inconsapevolmente, di pancia siamo coinvolti. Quindi stiamo

dando vita a una vibrazione coadiuvata da un’emozione, un sentimento.

Comprendete la potenza di un’operazione di questo tipo. Per cui quando ce

ne accorgiamo, sistemiamo le cose con una buona parola. Lo strumento

della benedizione è veramente uno strumento di manifestazione. E’ una

pratica che ci può aiutare ad attrarre quello che ci piace, quello che ci fa

stare bene. Quindi per quanto riguarda l’abbondanza impegniamoci a

trovare tutte le qualità possibili e a esternarle delle persone ricche e

benestanti, apprezziamo le qualità delle belle case, delle belle macchine,

dei bei vestiti… lasciamo andare l’invidia e auguriamo a chi non ha queste

cose e a chi le ha di averne ulteriori o di godersi al massimo ciò che ha.

Troviamo le buone qualità di tutto quello o quelli che per noi rappresentano

l’abbondanza e la ricchezza… Anche trovare qualità morali nel vicino di

casa milionario è utile allo scopo di portare noi stessi sulla vibrazione

dell’abbondanza. Dire bene a 360°! Questo atteggiamento ci cambia livello

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vibrazionale sempre! Anche questo è uno strumento, una caratteristica che

noi abbiamo a disposizione da sempre, ma che non ci siamo mai o

raramente “ricordati” di utilizzare.

3)Dare

Un altro strumento potente la cui descrizione si trova in tutte le sacre

scritture della Terra è questo:

Soltanto quando aprirai la mano per dare potrai ricevere.

Dare e avere sono la stessa cosa, la stessa energia vista da prospettive

diverse. Quindi anche qui, cerchiamo sempre di dare ciò che vorremmo

ricevere, o se proprio non abbiamo da dare ciò che vorremmo ricevere

aiutiamo chi possiamo aiutare a d ottenere ciò che vorremmo anche noi…

Va benissimo anche aiutarli ad ottenere altro! Vorrei avere più disponibilità

economica, allora colgo tutte le occasioni che mi si presentano per aiutare

a chi conosco a incrementare la sua disponibilità economica. Perciò se la

mia amica apre un negozio andrò volentieri a darle una manao per

l’inaugurazione e ci andrò con l’atteggiamento che sia lei a fare un piacere

a me… in perfetto Spirito di Aloha… perché in effetti è lei che sta dando a

me l’opportunità per seminare ciò che mi porterà abbondanza. Se io fossi

veramente e acquisitamene in Aloha andrei volentieri lo stesso senza

pensare all’obiettivo, ma siamo umani e facciamo un passo alla volta!

Siamo dunque consapevoli di quale livello vibrazionale ci procura il dare. E

non importa che cosa diamo, importa l’atteggiamento e il modo con cui lo

diamo, fosse anche un sorriso o un abbraccio vanno benissimo se concessi di

cuore con generosità ed empatia. Poi più ci mettiamo sullo stesso livello

vibrazionale di quello che vogliamo ricevere più lo scambio è immediato.

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Jovanotti, dall’alto della sua saggezza ci ricorda che:

L’Amore dato non ritorna a posto, ma resta in giro e rende il cielo

immenso.

Perciò diamo, diamo, diamo senza aspettative sul ritorno e il ritorno sarà

oltre ogni più rosea aspettativa! Quello che diamo non ci ritorna quasi mai

dalla stessa parte da cui l’abbiamo dato… e anche questa è una bella

verità! Ma ritorna, ritorna inesorabilmente dalle parti più impensabili.

Anche questo è uno strumento ovvio, che abbiamo a disposizione sempre

ma al quale ci dimentichiamo di ricorrere, perché il nostro atteggiamento

mentale non è sufficientemente allenato, o noi non siamo sufficientemente

centrati.

Condividi la tua positività, condividi la tua Luce, condividi tutto ciò che

hai. Quando dai non curarti se coloro a cui dai ti rispondono, non aspettarti

un grazie. Sii grato a chi ti ha permesso di condividere qualcosa con lui.

Questa è la base dello Spirito di Aloha. Fare qualcosa per qualcuno con

l’aspettativa che quel qualcuno ti ringrazi, cambia la polarità energetica

dell’azione. Se lo devi rinfacciare, o hai anche solo voglia di rinfacciarlo,

piuttosto non lo fare! Perché significa che non lo stai facendo per la gioia di

farlo. Questo per capire che il “come” facciamo le cose è determinante

sulla polarità energetica che le cose fatte generano. Perciò facciamo

sentire importanti gli altri e facciamolo sinceramente!

L'unico modo che abbiamo per amare efficacemente gli altri è amarli

davvero.

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Ciò che noi siamo… espandiamo! E’ così che funziona!

Dare con generosità è il modo infallibile per ottenere ricchezza. Solo

aiutando molte persone avremo abbondanza nella nostra vita. Ecco perché

diventare ricchi è in realtà un atto di natura interiore.

Perché è sempre una questione di equilibrio.

Come allo stesso modo facciamo attenzione quando diamo valore a

qualcuno gratuitamente. Perché quando diamo valore a qualcuno

gratuitamente (non sto parlando del regalo in amicizia che in certe

relazioni si riequilibra tutto sempre attraverso le emozioni e l’affetto, a

volte un sorriso ci ripaga di più di tanti rimborsi) originiamo uno squilibrio.

Quando per esempio lavoriamo e non ci facciamo pagare (perché non

vogliamo o perché non siamo capaci di farci pagare, non fa differenza), o

sottostimiamo il valore del nostro apporto… può andare bene farlo, ma

facciamo attenzione, dobbiamo essere consapevoli del meccanismo che

agisce dietro le azioni. Noi se diamo valore senza contraccambio generiamo

uno squilibrio… niente di male per noi che abbiamo un credito e l’universo

compenserà, ma per chi riceve, a cui magari pensiamo di fare del bene la

situazione non è la stessa. Lui ha contratto un debito… e allo stesso modo

l’universo lo compenserà… non si sa con quale moneta. E conoscendo i

meccanismi dell’universo il più delle volte è meglio saldare certe cose in

energia di denaro piuttosto che lasciare fare a Lui che non ha esattamente

il nostro stesso metro di misura.

Qualche tempo fa una conoscente che aveva acquistato una meditazione da

me mi chiese se poteva passargliela ad un’amica. Io con la mia solita

faciloneria, le ho detto subito di sì, mi faceva piacere e non ho pensato ad

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altro. Qualche tempo dopo mi chiese di passare la stessa meditazione a

qualcun altro e pensandoci mi sono resa conto della mia superficialità

anche della volta precedente.

Le dissi quindi che l'altra volta le avevo risposto di cuore senza pensare e in

effetti le avevo dato la risposta più egoistica cioè quella che procurava un

vantaggio solo a me. Dandole l'ok a regalare la mia meditazione ho dato il

consenso a che lei creasse uno squilibrio energetico nel quale l'unica che ci

guadagnava ero io. Regalando la meditazione lei aveva creato un credito

energetico per me e un debito energetico per se stessa, che aveva regalato

qualcosa di non suo e per la persona a cui l'aveva passata. Sappiamo bene

che gli squilibri vengono sempre riequilibrati... o lo facciamo noi o lo fa

l'Universo... perciò l'Universo mi avrebbe ripagato il credito e però avrebbe

chiesto a lei e alla sua amica di riequilibrare il loro debito. Perciò la

risposta un po' più ragionata alla domanda avrebbe dovuto essere: “fai

come credi a me va benissimo qualunque cosa tu decida (come vedi io ho

solo da guadagnarci ), ma fallo con la consapevolezza delle energie che stai

muovendo. Se vogliono l'audio riceveranno del valore (quantificato appunto

nel suo prezzo...). Faccio pagare gli audio, proprio anche per non generare

squilibri e per dare l'opportunità a chi li acquista di non mettersi in debito

con l'Universo di cui tutti siamo parte.”

Perciò, certo… diamo volentieri, ma con consapevolezza!

E un’altra questione importante da tenere presente quando diamo è che

non tutti sono davvero pronti per ricevere…

C’è una bella storia raccontata da Osho che illustra bene questa questione:

“Ero amico di un grande uomo politico. Il suo problema era quello di

essere un uomo molto generoso ma molto orgoglioso. Non era nato nella

famiglia di cui era diventato l’erede. Era nato povero e improvvisamente

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era diventato uno degli uomini più ricchi del paese. Tutti i suoi parenti

erano poveri. Lui li fece diventare tutti ricchi: diede loro fabbriche, negozi

e tutto il denaro possibile, perché ne aveva veramente tanto. Mi disse: “il

problema è che nessuno di loro mi ama. Ho dato tutto a tutti, agli amici,

alla famiglia, anche agli estranei che sono venuti a chiedermi aiuto. Non ho

mai detto no. Ma nessuno mi ama.” Indagai: “Voglio farti una domanda:

hai permesso a quelle persone di fare qualcosa per te?” Mi rispose: “In

realtà io non ho bisogno di nulla, ho tutto.” Gli spiegai: “Il problema è

chiarissimo: non ti rispettano, non ti amano, non ti sono amici, poiché tu li

hai oppressi e li hai umiliati in un modo molto sottile. Tu sei un uomo che

può aiutare, che può dare milioni alla gente e che non ha bisogno di nulla

in cambio.” Proseguii: “Tutto questo ferisce il loro orgoglio. Conosco i tuoi

amici, conosco i parenti che hai aiutato e reso ricchi. E so che sono pieni di

collera, di rabbia, di astio verso di te. Tu hai fatto loro tanto bene, ma non

conosci la psicologia umana. Fai alcune cose semplicissime… non è

necessario che tu chieda loro grandi cose, ma devi chiedere loro qualcosa:

“Amo le tue rose, un giorno puoi mandarmene qualcuna?”, dai loro modo di

pensare di poter ricambiare e tutta la loro collera sparirà. Essi possiedono

l’automobile solo perché tu hai dato loro il denaro per acquistarla. Tu non

ne hai bisogno ma ogni tanto puoi fare una telefonata e chiedere “Ho

bisogno della tua macchina puoi mandarmela?” Puoi cambiare tutta

l’atmosfera che ti circonda dando l’oro la convinzione di poter ricambiare.

“ Commento: “Non avevo mai visto la cosa da questa prospettiva.” Dieci

anni dopo mi incontrò su un treno e mi disse. “Avevi ragione, ho

cominciato a chiedere piccole cose , di nessuna importanza per me, e tutti

hanno cambiato atteggiamento”.

Troppa generosità mette in difficoltà certe persone. Potrebbero sviluppare

una forma di risentimento derivato da un senso di inferiorità vero solo nella

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loro testa e dall’incapacità di provare gratitudine. Non è un atteggiamento

molto raro… se non siamo in grado di provare una gratitudine sufficiente

riguardo le persone che sono state generose con noi ci costruiamo dei film

nei quali queste persone sono così brutte e inguardabili, da cancellare le

loro azioni per le quali siamo in debito. Dobbiamo imparare dunque che

quando diamo non lo facciamo per gli altri, ma agiamo come sempre per noi

stessi e quindi impariamo a fare attenzione a non imporre nemmeno la

nostra generosità. Impariamo quindi a non essere troppo “egoisti” anche

nel dare.

Nell’ambito spirituale questi atteggiamenti si verificano abbastanza

diffusamente in quanto continua ad esserci la convinzione che il denaro non

è spirituale, perciò già il fatto che uno sia ricco, per quanto sia generoso, lo

mette già su un livello di inferiorità “spirituale”.

Esiste una legge per cui quando si crea un vuoto in un luogo dello spazio

qualcosa viene immediatamente a colmarlo. E’ la legge dell’equilibrio.

Questa legge fisica si applica anche alla vita psichica, quando si dà si

riceve.

Omraam Michaël Aïvanhov

Qui la sta esponendo in positivo, noi prima l’abbiamo analizzata in

negativo, ma la Legge di cui parliamo è la stessa. Se vale in un verso

ovviamente vale anche nell’altro.

Quando avete vuotato i vostri serbatoi interiori perché avete dato il vostro

amore e i vostri pensieri a tutte le creature, qualcosa arriva

immediatamente dall’alto per riempirvi. Perciò Amate e sarete Amati.

Date e vi sarà dato. Date anche quello che vi manca ed otterrete.

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Omraam Michaël Aïvanhov

Qui è un po’ difficile se mi manca come faccio a darlo? Però se sento che mi

manca affetto, do affetto e genero le premesse per ricevere affetto. Se i

manca abbondanza come dicevamo prima… contribuisco a creare

abbondanza per gli altri incondizionatamente e riceverò abbondanza.

Questo è il concetto… se voglio avere un buon amico devo essere io per

primo un buon amico… se voglio rispetto dal mio partner devo avere io per

primo rispetto per lui/lei….

Desiderate essere illuminati e non sapete come attirare a voi la luce? E’

molto semplice… incominciate con l’illuminare chi è meno illuminato di

voi! Riceverete Luce perché in questo caso un altro esser che possiede più

Luce di voi verrà a darvi la sua luminosità.

Omraam Michaël Aïvanhov

Queste possono tutte sembrare “chiacchiere”, ma in realtà è proprio così

che funzionano le cose! Ancora una volta non c’è che mettersi in gioco,

mettere tutto alla prova, sperimentare nella propria vita, mettersi i

discussione osservare la propria quotidianità e vedere come assumendo un

comportamento di questo genere il meccanismo diventi palese.

Quello che avviene è sempre uno scambio energetico. Sto immettendo un

certo tipo di energia nell’Universo e l’Universo mi restituirà lo stesso tipo di

energia moltiplicata, sotto forma di situazioni, di relazioni, di materia ecc…

L’altro è un’opportunità che sempre io mi sono attratto per poter fare

questo tipo di operazione. Poi ovviamente, di volta in volta sta a me

cogliere l’opportunità o sprecarla.

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Gli altri sono una parte di te, comprenderlo permette di rendere

l’equilibrio uno stato naturale.

Se gli altri sono veramente una parte di me , ogni volta che io faccio

qualcosa per gli altri, sto lavorando per il mio benessere.

Vediamo come tutte queste argomentazioni si incastrano. Il concetto è uno

solo e sempre lo stesso: Tutto è Uno , l’Uno è Amore, tutto è Amore che

evolve in direzione di se stesso. Questo è ciò che dobbiamo sapere. Tutto

quello che abbiamo detto fin qui è questo concetto sviscerato e analizzato

da più prospettive, ma è sempre questo concetto. Tutto è Uno! Se Io Sono…

sono l’Uno! Perciò tutto ciò che è, è parte di me. Comprenderlo mi fa

cambiare modo di approcciarmi a tutto.

E sono concetti che fanno ampiamente parte della nostra cultura senza

rivolgerci sempre necessariamente all’oriente. La Bibbia ci ricorda:

Dai generosamente al tuo fratello, e quando gli darai non si rattristi il tuo

cuore, poichè’è è proprio per questo che il signore tuo Dio ti benedirà in

ogni lavoro ed in ogni cosa a cui metterai la mano. Dato che i bisognosi non

mancheranno mai nel paese io ti do questo comando: “Apri generosamente

la mano al tuo fratello povero e bisognoso nel tuo paese”

Deuteronomio

Aloha - Namastè - In lak'ech - Kanyini - Ubuntu - Gassho - Sat nam -

Wiracocha - Mitakuye Oyasin

Queste parole, tutte queste parole, significano tutte la stessa cosa: Io sono

te, tu sei me, riconosco il divino in te! Tutte queste parole hanno tutte lo

stesso significato! Dietro tutte queste parole che vengono non dai 4 angoli

della terra, ma dai 9 (almeno) angoli della terra c’è lo stesso profondo

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concetto! Tutto è Uno! Non c’è distanza tra me e te perché siamo la stessa

cosa! Vengono da culture diversissime e lontanissime spazialmente tra loro,

ma tutte con la medesima consapevolezza. che sia un indizio che in questa

consapevolezza ci sia qualcosa di vero?

E se è davvero così se siamo tutti la stessa cosa e siamo tutti Amore non

abbiamo mai nulla da temere! Non abbiamo quindi nemmeno bisogno di

schermarci o di proteggerci perché in un Universo d’Amore non c’è mai

nessun pericolo reale. Noi abbiamo bisogno di schermarci dalla negatività

quando ci rendiamo conto di essere noi a un livello vibrazionale così basso

da poter percepire la negatività e di conseguenza assorbirla come

negativa. Ma dipende sempre dalla nostra capacità percettiva. Se

riconosciamo il nostro limite vibrazionale e quindi percettivo ben venga la

schermatura, perché siamo sempre calati nella molteplicità e ne stiamo

volontariamente facendo esperienza con i suo dislivelli vibrazionali. Perciò

se non riusciamo ad elevare volontariamente il nostro stato di coscienza

ben venga la schermatura piuttosto che assorbire negatività che ci

procurerebbero solo disagio. Ma ricordiamoci che se veniamo in contatto

con energie basse è perché noi stessi ci stiamo dando l’opportunità

attraverso il loro riconoscimento di elevare la nostra vibrazione,

schermandoci stiamo solo rimandando la stessa operazione che ci si

ripresenterà e ci si ripresenterà finché non coglieremo l’opportunità. Le

energie cosiddette basse, se sono nella nostra realtà significa che sono

“roba nostra” e le abbiamo manifeste sempre con la stessa modalità, con

l’obiettivo che ci mostrino qualcosa di noi a cui noi non stiamo prestando

attenzione. Se riconosciamo che in questo momento sono troppo debole per

affrontare l’operazione di riconoscimento e trasmutazione energetica della

nostra zona d’ombra, o di una nostra zona d’ombra, ottimo strumento la

schermatura, ma con la consapevolezza che la situazione si ripresenterà

sempre più impellente per costringerci a lavorare sulla nostra ombra. Perciò

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bene schermarci quando ci sentiamo deboli, ma facciamolo con

consapevolezza e in presenza, sapendo che lo faccio perché non mi sento in

grado di andare oltre. Ma intanto uso tutti gli altri strumenti per elevare il

mio livello vibrazionale in maniera tale che si verificherà la stessa

circostanza (molto presto e sempre più presto più io ignoro la cosa), sarò in

grado di cogliere l’opportunità di crescita. Altrimenti succederà che mi

circonderò sempre più di persone negative… non perché le persone negative

siano in aumento nel mondo ma perché io “ne ho bisogno”.

E ancora Osho ci suggerisce:

Smetti di preoccuparti. Non c’è nulla di cui preoccuparsi: viene

provveduto a tutto. Vivi con questa fiducia. L’esistenza ti ama, non hai da

temere alcun danno, nessun danno può mai accadere: come potrebbe il

Tutto danneggiare una propria parte ? E’ impossibile. E se a volte ti

sembra che un danno ti stia accadendo è un fraintendimento: in realtà si

tratta di una benedizione travestita’.

Questo è fondamentale e ce lo ricorda anche il vangelo

Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Ora

se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel

forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi

dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa

indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro

celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la

sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

Matteo 6. 29,33

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E’ così! E se ci pensiamo anche quando non stiamo bene economicamente,

comunque i nostri bisogni primari in un modo o nell’altro vengono

soddisfatti. E se proprio nella “peggiore” delle ipotesi non riusciamo a

soddisfarli… c’è sempre una ragione che contiene un insegnamento. Perciò

quando ci accade il peggio… facciamoci delle domande, perché siamo

arrivati lì sempre attraverso lo stesso meccanismo! Alziamole queste

vibrazioni! Alziamole, perché abbiamo sempre tutti gli strumenti per farlo!

E il più immediato è l’Amore!

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Amatidipiù

Gira il tuo viso verso il sole e le ombre cadranno dietro di te

Proverbio Maori

Cosa vuol dire questo? Concentrati sull’Amore… dove con Amore si intende

anche l’Amore per noi stessi.

Nel mondo del lavoro, soprattutto quando siamo liberi professionisti o

imprenditori e l’attività è nostra, siamo sempre lì che diamo, no il 100%,

ma il 1000% a costo di esaurimenti, a costo di scordarci cosa significa la

parola “ferie” ecc… Tornando a sempre quello stesso grande saggio di cui

abbiamo parlato prima e al comandamento (enunciazione di una legge

universale) che ci ha lasciato 2000 anni:

Ama il tuo prossimo come te stesso

Non ha detto:

“Ama te stesso e manda a quel paese tutto gli altri”, ma non ha nemmeno

detto “Ama il tuo prossimo prima o più di te stesso”.

Ha detto: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. E dicendo questo ha

premesso: “Vi lascio un solo comandamento”. Questo significa che Io e il

mio prossimo siamo sullo stesso piano. Siamo la stessa cosa! Perciò io non

posso Amare solo gli altri, non è possibile, non si può fare. Se non Amo me

stesso se non ho rispetto per me stesso in realtà non ho niente da dare a

nessuno. E da qui la conseguenza logica è: proviamo anche nell’ambito

lavorativo… proviamo ad avere un po’ più di attenzione verso noi stessi,

smettiamo di trascurare le nostre esigenze e di dare ogni rimasuglio di

energia al lavoro. Perché non mi prendo mai ferie? perché se non ci sono io

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in ufficio chissà che caos combinano, nessuno sa fare quello che faccio io

come lo faccio io…. Allora la sfida è: PROVIAMO! Proviamo a dare la priorità

alle nostre esigenze. Vi posso assicurare che non crollerà proprio niente!

Proviamo ad Amare noi stessi anche sul lavoro, a darvi quello che non vi

date mai perché il cliente ha sempre ragione. Quando ci sacrifichiamo

“troppo” non ne abbiamo un ritorno… è una questione energetica! E’ così …

ancora provare per credere. Amiamoci di più! Il ritorno non potrà che

essere positivo, non per una regola economica, ma per una regola

energetica.

Letteraall’Universo La lettera all’Universo è un esercizio che ci aiuta a metterci in

allineamento con noi stessi e con la nostra soddisfazione e con il nostro

benessere, senza dover direzionare gli accadimenti. E’ un esercizio

possibilmente da ripetere di tanto in tanto o meglio ancora da tenere

aggiornato. Si tratta di scrivere appunto una lettera all’Universo in cui si

chiede ciò che si vuole, ciò che ci sembra di volere e vogliamo essere più

precisi. La lettera comincia con un’apertura che può sembrare banale, ma

che in verità è molto profonda: Aloha Universo. E abbiamo ampiamente

visto che “Aloha” significa “Io Sono Te”! Perciò mi pare evidente fin

dall’incipit con chi stiamo parlando.

Poi ci si presenta scrivendo il proprio nome o un appellativo che ci

appartiene; un soprannome magari con il quale ci identifichiamo di più che

il nostro nome di battesimo. Io scriverei certamente Giò. E’ ovvio dopo

tutto quello che abbiamo detto che noi non Siamo il nostro nome, ma

questo è un esercizio profondamente calato nella materialità per cui

facciamo consapevolmente nostre le regole della molteplicità. Dichiariamo

subito che siamo nel Qui e Ora che corrisponde all’eternità del momento

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presente (sempre), e dichiariamo anche la consapevolezza della nostra

Reale Identità: Io mi Amo, Io Sono Amore. Noi il meglio, Ora, nell’unico

momento che esiste, ce l’abbiamo sempre! L’unica difficoltà è riuscire a

rendercene conto. E tutto il percorso che abbiamo compiuto fin ora va in

questa direzione: Percepire la perfezione per migliorare l’evolvere della

realtà. Siamo sempre proiettati in avanti, o rivolti indietro e quindi non

riusciamo a vedere l’Amore delle cose adesso, quindi fatichiamo a

percepire il meglio come il meglio. Questo esercizio ci aiuta ad essere

presenti ora a noi stessi e a focalizzarci sulla nostra beatitudine Ora! Se noi

riusciamo a cambiare atteggiamento tanto da renderci conto che la cosa

che stiamo ricevendo è a cosa migliore per noi ora… cambia tutto! cambia

tutto perché finalmente potremo goderne. Oltre al fatto che anche

materialmente cambia quello che stiamo ricevendo, perché effettivamente

cambia il tipo di energia che stiamo emanando.

A questo punto l’esercizio prevede di scrivere nero su bianco tutto quello

che vogliamo, anche materialmente con la consapevolezza che la materia è

“santa” tanto quanto lo spirito! …. e lascio andare! Non decido

minimamente io per quale strada, in quale modo o sotto quale forma tutto

questo mi arriverà! E sapendo che l’Universo ci darà esattamente quello

che ci servirà per sentirci come ci vogliamo sentire, anche se questo non

corrispondesse precisamente a quello che abbiamo chiesto.

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Istruzioni

• Stampati un sorriso sulle labbra e leggi la lista tre volte al giorno.

Appena sveglio, a metà giornata e prima di andare a dormire.

• Ogni tanto, medita sui tuoi miracoli e sii consapevole che la Forza

conosce i tuoi propositi e sta per consegnarti quello che hai chiesto.

• Mantieni il silenzio. Parlare dei miracoli disperde enormemente

l’energia. Perciò non raccontare i tuoi propositi agli altri finchè non si sono

realizzati.

• Comportati sempre come se quello che desideri si fosse già realizzato.

• Cogli tutti i piccoli segnali che la Forza ti invia e accogli l’ispirazione ad

agire per ottenere ciò che hai chiesto. Sappi senza alcun dubbio che la

Forza ti consegnerà materialmente tutto ciò che hai chiesto, perché noi

viviamo e ci muoviamo in una dimensione materiale.

• Ciò hai chiesto ti potrà arrivare da qualsiasi parte e in qualunque modo,

quindi non limitare le possibilità con delle aspettative di nessun genere. Sii

sempre aperto e flessibile.

• Se si insinua il tarlo del dubbio puliscilo: ScusaGrazieTiAmo

• Sorridi più che puoi anche senza motivo perché il motivo per farlo ce

l’hai sempre: i tuoi miracoli sono già in realizzazione!

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Affermazionicomplementari

Appena sveglio

1. Io sono una persona di potere e positiva. Tutto ciò che mi succederà

oggi è per il mio bene supremo.

2. Ciò che sono è bello, e in questo giorno io attiro a me solo bellezza e

freschezza.

3. Questo giorno è un giorno di equilibrio. E io sono completamente

consapevole del mio corpo e di tutti i suoi bisogni.

A metà giornata:

1. Ciò che io sono è eterno, immortale, universale e infinito. In ogni

momento della mia vita vedo solo bellezza e forza.

2. In tutte le persone che sono attratte da me io vedo solo bellezza. E

queste persone sono rafforzate e rinvigorite da ciò che io sono.

3. Ciò che sono è infinito. Non giudico l’evoluzione degli altri. Ciò che

loro sono in questo momento è per il loro bene supremo.

Andando a dormire:

1. Ogni azione che intraprendo oggi è un’espressione della Forza divina.

Per- ciò ogni azione che intraprendo è parte della mia infinita creatività.

2. Non esiste nessun peccato, c’è solo energia. In ogni momento io seguo

l’energia della mia massima evoluzione, e cos`ı sia.

3. Io sono aperto in ogni momento alla comunicazione con il mio Io

interiore e questa comunicazione mi conduce verso la massima evoluzione.

4. Io ringrazio per la bellezza di questa giornata, e possa l’energia di

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questa notte portarmi riflessione e rinnovamento.

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Coltivareipropritalenti

Tutti noi abbiamo un talento, una caratteristica particolare, qualcosa che ci

viene bene e con relativa facilità. Possiamo conoscere questa

caratteristica, ma non aver ancora capito come renderla utile per gli altri,

oppure possiamo non aver ancora individuato il nostro talento, oppure

possiamo conoscerlo, ma essere ancora frenati dal realizzarne la portata.

Ma in ogni caso è solo mettendo a frutto i nostri talenti, le nostre

caratteristiche migliori, le nostre capacità innate che riusciremo a fare le

cose in grande! Se abbiamo un talento è perché DOBBIAMO metterlo a

frutto. magari in modi che non abbiamo ancora individuato. Il nostro

talento è ciò che ci permetterà di portare valore aggiunto nelle vite degli

altri. Ciò che facciamo, quello in cui siamo bravi, lo facciamo per noi, ma

lo facciamo anche per gli altri perché di fatto è la stessa cosa. Il mio

talento non mi serve “per fare del bene” … non esiste fare del bene …

abbiamo visto come spesso anche quando siamo convinti di fare del bene in

realtà diamo origine a squilibri energetici che possono anche fare molto più

male del bene che crediamo di aver fatto.

La questione è: io lo so fare e agli altri serve!

Finché non portiamo la nostra potenzialità al massimo non riusciremo a

realizzarci e non riusciremo a realizzarci nemmeno se rinunciamo alle

nostre potenzialità in favore di una strada più “normale”.

I nostri talenti non sono solo ciò che ci piace fare, ma è ciò che ci piace far,

ci riesce e siamo bravi e “geniali” a fare.

Teniamo conto che quello che paga è sempre l’eccellenza. La mediocrità o

la stessa normalità, non paga. E anche i talenti innati per raggiungere

l’eccellenza devono essere coltivati, vanno sviluppati, attraverso lo studio,

l’applicazione, la pratica, l’osservazione dichi la fatto bene prima di noi…

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ecc… Facciamo quello che ci piace e che siamo capaci di fare, ma non

facciamo l’errore di accontentarci di come lo sappiamo fare. Sono bravo a

disegnare e decido di vivere dei miei disegni… No! Non è così che funziona.

Ci vuole l’eccellenza perché di persone brave a disegnare è pieno il mondo,

di persone brave a scrivere è pieno il mondo, persone che hanno qualcosa

da dire ce ne sono tante… se voglio che qualcuno ascolti o legga ciò che ho

da dire devo esporlo eccellentemente meglio di quelle tante persone. Di

persone brave a cucinare è pieno il mondo … per diventare chef de cousine

bisogna lavorare, studiare, sperimentare, mettersi continuamente in

discussione, provare e riprovare e riprovare… devo imparare da quelli che

l’hanno fatto in maniera eccelsa prima di me. I talenti perché centrino

l’obiettivo per cui ci sono stati dati, vanno coltivati, vanno nutriti, vanno

fatti crescere. Bisogna raggiungere l’eccellenza e per farlo non può

spaventarci il “duro lavoro” per ottenerla, anzi dovrebbe entusiasmarci

l’idea di stare 20 ore al giorno a fare ciò che so fare meglio… Se non è così…

facciamoci delle domande! Se ci spaventa lo sforzo richiesto… forse non

stiamo lavorando sul talento giusto. Non basta dire “Sì dai sono bravino”,

perché così non raggiungeremo niente! Il Mondo è grande ed è pieno di

gente, ed è pieno di gente brava, anzi spesso bravissima. Teniamo allo

stesso tempo presente che non seguire i propri talenti è altrettanto grave

che non svilupparli e accontentarsi o seguire il talento sbagliato o non

occuparci proprio di scoprirli, perché priviamo il mondo del valore che

potenzialmente avremmo potuto portare e ci condanniamo ad una vita

grigia.

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Iproblemisonoopportunità

La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la

crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce

dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le

grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso

talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la

crisi dell'incompetenza. L'inconveniente delle persone e delle nazioni è la

pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide,

senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è

merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi

tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla,

e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro.

Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia

di non voler lottare per superarla.

Albert Einstein da "Il mondo come io lo vedo" (1931)

Ancora una volta tutto dipende dalla prospettiva da cui si guardano le cose:

I problemi sono ostacoli che mi bloccano o sono opportunità di sviluppo che

mi permettono di crescere? Se osserviamo solo ciò che non vogliamo e ci

preoccupiamo solo di come evitarlo resteremo bloccati perché la nostra

percezione sarà limitata al problema anziché aprirsi alla soluzione. Se nelle

difficoltà che incontriamo vediamo solo potenziali perdite e notiamo tutti i

possibili rischi difficilmente saremo in grado di procedere. Se invece siamo

centrati sull’obiettivo, su ciò che vogliamo ci apriamo alle opportunità che

diversamente nel caso precedente, non saremmo in grado nemmeno di

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vedere.

Poiché l'essenza dell'universo è Amore tutto ciò che accade ha origine

dall’Amore. E poiché l’Amore origine di tutto essendo Amore è perfetto,

non prevede al suo interno e all’interno della sua generazione la possibilità

dell’errore. Nel nostro universo quindi parte del tutto in quanto è, l’errore

non è previsto. Nulla di quanto accade è sbagliato perciò niente può essere

considerato in valore assoluto un problema. Ho’oponopono è precisamente

questo, l’Amore che trasmuta tutto in Amore, o in pura luce se vogliamo

adeguarci al linguaggio Hawaiano. E lo fa semplicemente facendoci

comprendere che non c’è niente da guarire in quanto tutto ciò che è, se è,

è già sano! Problemi compresi che vengono ridimensionati e promossi al

ruolo di “opportunità”.

Non esiste dunque qualcosa di sbagliato nell’Universo, solo esiste la nostra

percezione limitata (limitata, non sbagliata) che ci fa vedere l’errore dove

non c’è.

Ne deriva che il “Male” in sé non esiste, è un concetto che nasce

unicamente dalla nostra percezione.

Ogni avvenimento anche il più tragico, si verifica paradossalmente con il

solo obiettivo di migliorarci la vita, cambiando il famoso detto da “non tutti

i mali vengono per nuocere” in “nessun male viene per nuocere”. La nostra

percezione ovattata da tutte le credenze limitanti, i pregiudizi, le memorie

e gli ostacoli energetici che si è costruita continua a permetterci di soffrire

interpretando i fatti e le situazioni secondo il suo metro.

Questa percezione che ci fa sentire il male, che ci consente di soffrire è

qualcosa che fa a pieno titolo parte delle memorie da trascendere e deriva

anch’essa come tutte le “memorie”, anche da modalità di crescita, di

educazione, di cultura ecc… Per esempio quando noi ci descriviamo, per

presentarci a qualcuno tendiamo a farlo mettendo in luce le nostre

caratteristiche da un punto di vista negativo. Tendenzialmente ci è più

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facile descrivere ciò che non siamo, quello che non riusciamo a fare

piuttosto che ciò che siamo e i bei risultati che siamo in grado di ottenere.

Anche quando mettiamo in luce i nostri talenti generalmente c’è sempre un

però, c’è sempre qualcosa che offusca la nostra luce. Questo modo di

porci… è anch’esso un retaggio culturale, una modalità sociale diffusa. Non

siamo abituati a guardarci e quindi non siamo capaci di vederci dalla

prospettiva propositiva. Molto spesso ciò che personalmente vediamo come

difetti, come caratteristiche negative, ad un rapido cambio di punto di vista

appaiono come delle belle qualità o almeno delle potenzialità di crescita e

di evoluzione. Ma il più delle volte non ce ne rendiamo conto e continuiamo

a vederci, piccoli brutti e neri… e chi non lo fa, subito viene etichettato

come presuntuoso e narcisista dall’opinione comune. Semplicemente

perché culturalmente non siamo abituati a vederci candidi e splendenti.

Ecco questa è una modalità di porsi, un atteggiamento mentale tutt’altro

che naturale, ma è talmente diffuso alle nostre latitudini da apparire

invece proprio come il più ovvio e naturale.

Quando viviamo un qualunque problema tendenzialmente, diffusamente noi

non abbiamo la capacità di non catalogarlo. In tempi brevissimi dal suo

sorgere lo etichettiamo come “problema” appunto e di conseguenza come

“male”, senza dargli invece il tempo di dimostrarci che invece è bene, (anzi

non è nemmeno bene, perché anche bene è un’etichetta), è il meglio, è

esattamente ciò che ci serve in quel momento e in quello spazio,

Qualificandolo invece come “male”, come “danno”, lo trasformiamo

effettivamente in "male" e in “danno”, semplicemente perché lo

percepiamo così e ci mettiamo nella posizione di continuare a percepirlo da

così a peggio.

Abbiamo visto come la realtà in cui sono immersa, riflette in ogni suo

particolare quello che io sono attraverso quello che penso, quello che sento

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e quello che faccio. E in base a questo si manifesta dimostrando in maniera

fisica, tattile, esperienziale precisamente quello che io sono in ogni mio

aspetto.

Perciò è esattamente in questo modo che io sono responsabile al 100% della

mia realtà, allora risulta evidente che tale realtà cambia in base a come io

mi relaziono con gli avvenimenti e con la realtà stessa quindi riflettendo ciò

che sono, se io cambio, cambia anche la realtà esteriore.

In questo senso la Realtà è precisamente quella che noi forgiamo e

scegliamo di vivere perché in sostanza è l’unica realtà che possiamo

sperimentare partendo dal presupposto di chi e come siamo. Noi siamo

come quella realtà, precisamente quella e non un’altra, ma quella precisa

realtà si modifica e si adegua a come noi cambiamo, evolviamo, ci

modifichiamo.

Come conseguenza di questo, è essenziale capire che quando vediamo un

“problema” in qualcuno o identifichiamo qualcuno con un problema, in

verità non è quella persona ad essere il problema e non lo è nemmeno il suo

comportamento, non c’è nessun “problema” oggettivo nella situazione che

ci coinvolge, il “problema” è tutto nella nostra percezione del

comportamento di quella persona ed è determinata da una memoria

immagazzinata nel nostro subconscio, che si manifesta nell’altro come un

riflesso di questa stessa memoria che si esprime attraverso il problema in

quella persona. Il problema in definitiva, non è la persona, ma i nostri

pensieri su di lei o sulla situazione, le nostre percezioni dei fatti, la nostra

etichetta qualitativa all’accaduto, in una parola il nostro “giudizio”.

La cosa che determina il nostro stato d’animo, se siamo felici o meno cioè,

è la nostra percezione della situazione, la nostra opinione circa ciò che

accade, è l’etichetta che appioppiamo agli avvenimenti. Questo è male e

mi fa soffrire; questo è bene e mi fa gioire. Le percezioni non sono uguali

per tutti, ciò che fa stare bene te non necessariamente fa stare bene me e

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viceversa. Questo dimostra evidentemente che le percezioni sono parziali e

soggettive e quindi limitate.

Spesso in queste situazioni che si ripetono, abbiamo l'illusione che il

problema sia l'altro e sia fuori di noi e che se le situazioni esterne

cambiassero si potrebbe finalmente porre fine alle sofferenze. E di solito

investiamo molte energie nel tentativo di cambiare ciò che è fuori di noi e

che riteniamo responsabile di ciò che non ci va, cercando si assumerne il

controllo, sempre con scarsi e temporanei risultati. E’ inutile agire sugli

effetti se non si eliminano le cause.

Allora cominciamo con il prendere atto che niente è buono o cattivo a

priori e che il bello e il brutto sono etichette determinate dalle nostre

emozioni rispetto ai fatti, che non hanno niente di oggettivo in se stesse..

Tuttavia siamo esseri umani ed è normale e umano provare certe emozioni

e certe sensazioni di fronte a determinate situazioni, in base ad un vissuto,

anche condizionante se vogliamo, ma dal quale come umani appunto non

possiamo prescindere. Quindi qualunque sentimento proviamo è giustificato

dal fatto che siamo umani e se lo siamo significa che va benissimo così.

Se noi cambiamo atteggiamento, se noi cambiamo noi stessi, cambierà la

percezione di quella situazione che non leggeremo più come un “problema”

e a quel punto cambierà anche il livello vibrazionale dell’energia che

emaniamo e che immettiamo nell’Universo modificando quindi la causa che

sortirà l’effetto leggibile nella manifestazione della nostra realtà futura che

a questo punto non potrà più essere “problematica”! Che complicato

mettere questi concetti in parole, davvero molto più complesso da spiegare

che da vivere.

La nostra situazione esteriore è il segnale del nostro Io Superiore che cerca

di attirare la nostra attenzione sulla nostra interiorità. Nel momento in cui

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ascoltiamo “il fruscio delle stelle del mattino16” con cui il divino in noi ci

scrolla, comprenderemo le enormi opportunità che tutte le situazioni sono

e lasceremo all’Universo la possibilità di dimostrarci quali benefici ci abbia

riservato pulendo le nostre memorie anziché etichettando le situazioni che

viviamo. Così proseguiremo il nostro cammino dando il meglio di noi per

ottenere il meglio per noi e per tutte le persone coinvolte dal nostro

percorso.

La realtà che viviamo quindi dipende dal nostro modo di interpretarla, di

percepirla, la nostra soddisfazione o insoddisfazione, non dipendono

dall’oggettività di ciò che succede, ma dall’interpretazione soggettiva che

ognuno di noi dà a ciò che vive. E questa interpretazione dipende

essenzialmente dall’atteggiamento mentale che abbiamo, a sua volta

pesantemente influenzato dalle memorie presenti nell’archivio del nostro

subconscio.

Ecco comunque cosa significa vivere i problemi come opportunità: la grade

opportunità di manifestare una realtà futura priva di problemi a

testimonianza della nostra avvenuta crescita spirituale. Questa è la vera

grande opportunità: crescere!

16cfr Transurfing Vadim Zeland

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L’importanzadisaperricevere

Culturalmente fin da piccoli ci viene insegnato a dare, ma nessuno mai ci

insegna quanto importante è saper ricevere. E quanto difficile è, almeno

nella nostra cultura ricevere con gioia e senza disagio, senza senso di colpa

o senza sentirci in debito? Pensiamo solo a quando ci fanno un complimento

la prima reazione è quella di schermirsi, di minimizzare… Quanto più

semplice immediato ed efficace sarebbe fare un bel sorriso e dire GRAZIE!

Invece fatichiamo a farlo. In realtà quando noi ci schermiamo, non solo

stiamo evitando di ricevere, ma stiamo anche facendo un danno all’altra

persona, perché lei che ci sta dando qualcosa, si sente rifiutata. Quindi non

solo non riceviamo qualcosa di buono che ci avrebbe fatto stare bene, ma

facciamo pure stare male l’altra persona. Ricevere a queste latitudini è

molto più difficile che dare perché implica che a livello profondo sentiamo

di non meritarci ciò che riceviamo e infatti il problema principale che ha la

gran parte delle persone con l’abbondanza è che pensa di non essere

sufficientemente brava e meritevole. Ma il non essere meritevoli è una

caratteristica che quasi nella totalità dei casi è solo nella nostra testa e non

ha niente a che fare con la realtà. Invece impariamo che sì riceviamo ciò

che diamo, ma diamo solo ciò che siamo disposti a ricevere perciò vedete

che in base all’atteggiamento principale che abbiamo diventa un circolo

vizioso o un circolo virtuoso… sono sempre le due facce della tessa

medaglia, non posso cambiare uno senza cambiare l’altro non posso

aumentare la mia potenzialità di dare senza aumentare la mia potenzialità

di ricevere e viceversa. Ma pian piano si impara e diventa sempre più facile

finché diventa così naturale da accadere da solo!

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Lachiaved’oro

A mano a mano che continuerai ad ascrivere nomi e forme a Dio e a

mostrare Amore verso tutto perché hai compreso che tutti i nomi e le

forme sono Lui la tua mente gradualmente maturerà

Ellam Ondre

Questa è la consapevolezza di ogni saggezza, di ogni dottrina efficace. Il

concentrare la nostra attenzione sul capire, pensare, valutare, indagare,

meditare, contemplare, osservare cosa è Dio, cosa è l’Amore inteso come

Energia Uno, cosa è l’Essere (che sono tutti la medesima cosa) è

un’operazione in qualunque modalità la si realizzi, anche solo parlandone

tra di noi o leggendone su libri a tema con concentrazione, potentissima per

la propria centratura per il riconoscimento della propria Reale Identità. I

seminari gli incontri su questi temi sono sempre uno strumento di pulizia di

centratura molto molto efficaci, sono profondamente benefiche da questo

punto di vista. Perché quando si parla di Dio, dell’Amore ci si concentra su

di esso ed energeticamente è qualcosa che ci porta grandissimi giovamenti.

Se poi continuiamo a ricordarci e a ragionare su ciò che si è fatto e detto in

queste giornate “è anche meglio”!

Questo signore che si chiama Emmet Fox e che è uno dei padri insieme a

Conny Mendez della dottrina della Metafisica, dottrina sud americana che

contiene pari pari tutti i fondamenti dell’Ho’oponopono occidentale, ha

scritto tra le altre cose un libriccino “La chiave d’oro” che parla proprio di

questo.

La Metafisica usa come strumenti principali i “decreti” che si basano sulla

consapevolezza del potere vibrazionale della parola. Uno dei decreti più

belli che conosco e di cui faccio uso continuamente è: “Benedico il bene

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presente in questa situazione e chiedo di vederlo” che non è altro che lo

strumento della ricerca del “bello nel brutto” dell’Ho’oponopono

occidentale. Ogni volta che mi trovo in una situazione di disagio “benedico

il bene presente in questa situazione” quindi dichiaro di sapere che il bello

c’è anche se non lo percepisco “e chiedo di vederlo” quindi di sviluppare le

mie capacità per cogliere la perfezione del momento e la sua potenzialità,

anche e soprattutto in ciò che non mi piace perché so che “percependo la

perfezione, miglioro la realtà”.

Emmet Fox ha scritto questo libretto in cui ci spiega come lo strumento

potentissimo di benessere a 360° in tutti gli ambiti della nostra vita, quindi

senz’ altro anche quello economico/lavorativo, sia “tenere il nostro occhio

fisso su Dio”, mantenere cioè la nostra attenzione concentrata sull’Amore,

sulla bellezza presente in ogni cosa sulla perfezione del creato.

Riconoscere L’Amore nelle cose

La realizzazione della Reale Identità dell’essere Umano è il riconoscimento

di Dio (Amore), la comprensione della presenza del divino ovunque

nell’Universo e quindi la consapevolezza anche della divinità presente

nell’uomo e nella sua quotidianità. L’Essere Umano si realizza quando

comprende di Essere Dio, che tutto è Dio (Amore) perché Dio è Tutto. E

tutto viene da Dio (Amore) e tutto va verso Dio (Amore).

Se tutto è Dio… anche IO, se Sono, se Esisto, non posso che essere Dio (è di

una logica indiscutibile)… anche voi ovviamente!

Come facciamo a recuperare e mantenere realmente questa

consapevolezza?

In tutte le filosofie spirituali che tendono a farci evolvere interiormente è

presente questa consapevolezza. Ma spesso nonostante le nostre pratiche,

nonostante la nostra applicazione e il nostro impegno le nostre vite non

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migliorano come “dovrebbero”, come desideriamo. Ogni essere umano

desidera benessere economico, salute, realizzazione e amore, ma finché

cerchiamo queste cose fuori da Dio, quindi fuori da noi stessi e fuori

dall’Amore che Siamo, difficilmente le troveremo.

Se invece ribaltiamo i termini della questione e cerchiamo Dio in queste

cose, possiamo proprio dire che invertendo l’ordine dei fattori il risultato

non cambia, ma l’operazione diventa molto più semplice!

Solo quando avremo riconosciuto Dio in Noi, la presenza dell’Amore in ciò

che Siamo, e di riflesso in tutto ciò di cui facciamo esperienza, potremo

finalmente sperimentare la beatitudine che è lo stato naturale dell’Essere.

Solo quando il nostro vero obiettivo principale sarà riconoscere e

sperimentare Dio (Amore) in ogni cosa e non ciò che da tale esperienza

deriva compreso il benessere materiale, fisico ed emozionale, solo allora il

nostro “lavoro interiore” porterà i suoi frutti, donandoci attraverso la

realizzazione di noi stessi tutto ciò che ci fa stare bene compreso il

benessere materiale, fisico ed emozionale.

Quando prima dicevo, non deve essere il nostro obiettivo il miglioramento,

il cambio di direzione, il benessere materiale, la sperimentazione

dell’abbondanza… intendevo dire che è molto più efficace, molto più

potente cercare l’Amore in queste cose piuttosto di cercare di realizzare

queste cose a prescindere… l’obiettivo deve essere la ricerca di Dio, la

realizzazione della nostra Reale Identità… e il resto ci sarà dato in aggiunta.

Non è facile, ma è fattibile. Staccarci dal bisogno di controllo

dell’evoluzione delle cose. Ricercare l’Amore nelle cose, possibilmente

partendo dal presupposto che c’è, e basta! Questo è ciò che dobbiamo

fare… il resto non è compito nostro. Cercare l’Amore nelle cose, aprire gli

occhi e vedere ciò che stiamo guardando! Ovvio che poi accettiamo le

indicazioni che da questa operazione derivano (ispirazione) e quindi agiamo

attivamente di conseguenza verso l’obiettivo del nostro benessere.

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amoreabbondanza.com 179

giustamente come dice quell’altro grande sciamano che è il dr House

“Il tempo non cambia le cose, ma è alzare il culo e fare qualcosa che

cambia le cose!”

Non sottovalutiamo mai la necessità della nostra azione. Ho’oponopono è

anche azione, azione consapevole, presente e ispirata, ma azione! La

manna da cielo è caduta solo una volta (forse).

Il benessere materiale, qualsiasi cosa significhi per noi, nasce e cresce

soltanto dall’esperienza della comunione con Dio, dal riconoscersi Amore. I

libri, i seminari, i “maestri”, gli insegnamenti, le dottrine, le condivisioni

sono ottimi strumenti (quando sono seri), ma se vogliamo davvero

sperimentare la consapevolezza che cerchiamo, l’unica strada è realizzare

Dio, riconoscerci Amore. Renderci conto di Essere Amore e per fare questo

dobbiamo perseverare, dobbiamo esserci, essere presenti continuamente.

Presenza osservazione, attenzione. Gli altri strumenti di cui abbiamo

parlato, benedizione, gratitudine, non giudizio, preghiera efficace, sono

strumenti, forti, importanti, efficaci, ma questa è la soluzione. Questo è

ciò che noi siamo. E questo è quello che ci cambia tutto.

Quindi impariamo a focalizzare il nostro lavoro sulla manifestazione di Dio

(Amore), sulla sua ricerca, sulla sua esperienza e sulla comunione con Lui,

che significa riconoscersi Lui, Essere Uno con Lui.

Tutto quello che fin qui abbiamo detto per arrivare a questo sono strade,

sono modalità, ma questo è quello che dobbiamo veramente comprendere.

Dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome Io sono tra loro

Matteo 18,20

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E tutto questo è riassunto in questa frase che non significa, come viene

erroneamente diffuso, che pregare serve solo se siamo in tanti! Certo la

forza del gruppo è qualcosa di reale. E’ una bella sensazione, è un modo di

condividere, si crea una bella energia, magari lo si fa anche più volentieri,

ma Dio, l’Uno sono Io! E come dire “andare a correre in gruppo è più

efficace”… Certo è più efficace perché se non viene un’amica non ci vado,

perché lo faccio più volentieri, perché il tempo passa più velocemente, ma

se non sono io a correre non avrò alcun effetto! Dio, l’Uno sono Io! Sono Io!

Perciò se cambio Io cambia tutto. a me non interessa niente di quello che

fanno gli altri, se ci sono o non ci sono se cambiano o non cambiano… non

mi riguarda! Devo Essere Io! Quando cambio Io cambia tutta la mia realtà.

Conoscete la storia della centesima scimmia?

E’ condivisa in moltissimi ambiti la convinzione che per cambiare

completamente la visione del mondo e manifestare in esso la Pace sia

sufficiente. che una certa massa critica di persone cambi la sua visione del

mondo. Il concetto di “massa critica” è un concetto che è stato preso in

prestito dalla fisica nucleare. Se si raggiunge appunto la “massa critica” di

materiale fissile si verifica una reazione di fissione nucleare a catena che si

auto-mantiene. Il concetto di massa critica è usato anche in sociologia dove

si sostiene che una rivoluzione sociale si può verificare solo se una

determinata “massa critica” di persone siano in questo senso

“rivoluzionari” assicurati.

Partendo da questo concetto e attraverso suoi studi ed esperimenti Gregg

Braden scienziato di fama internazionale, ha calcolato che questa massa

critica corrisponde alla radice quadrata dell’1% della popolazione mondiale,

cioè circa 8.000 persone. Cioè 8.000 persone circa in accordo possono

invertire il pensiero prevalente mondiale.

A questi concetti si rifà la storia della centesima scimmia di cui ha parlato

per primo lo scrittore Lyall Watson nel 1979.

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La scimmia giapponese Macaca Buscata era stata studiata per oltre

trent’anni da un team di etologi. Sull’isola di Koshima nel 1952 gli studiosi

gettarono patate dolci sulla sabbia a portata di mano delle scimmie. Dopo

alcuni tentativi e prove un giovane Macaco femmina, invece di mangiare la

patata intrisa di sabbia come avevano fatto tutte le altre fino a quel

momento, andò a lavarne una nel mare vicino e la mangiò. Scoprendo che

la patata pulita e salata era più buona la macaca insegnò la cosa ai suoi

vicini, che la insegnarono ai loro vicini, fino ad un momento in cui

improvvisamente tutta la tribù aveva assunto il comportamento. Si

racconta quindi che in poco tempo la comunità dei macachi di quella zona

comprese che la patata senza sabbia e con l'apporto del sale era più

appetitosa. Quindi, considerando il numero di scimmie che impararono

dall’esempio delle altre (massa critica) di ipoteticamente novantanove

esemplari, si parla della centesima scimmia come di quella che arriva ad

innescare un processo di cambiamento automatico, senza più bisogno

dell’esempio, sull’intero genere Macaca Buscata. Ogni ulteriore

esperimento in questa direzione ha dimostrato che quella della centesima

scimmia era un mito. Tanto che lo stesso Lyall Watson nel 1985 ha ammesso

pubblicamente di avere largamente inventato la storia della centesima

scimmia.

Tuttavia questo non è importante più di quanto non sia importante

verificare la fondatezza storica delle parabole di Gesù o del Buddha… quello

che interessa a noi è comprendere il fenomeno. Secondo Greg Braden e

tutti gli esperimenti di meditazione collettiva fatti sul metodo Meissner

ecc… vanno nella direzione della conferma della potenzialità determinante

della “massa critica”. Detto questo però quello che mi preme sottolineare è

che, in base a tutto quello che abbiamo detto fin qui: la centesima scimmia

SONO IO! A prescindere che sia stata raggiunta la massa critica o meno.

Perché quando imparo a lavare le patate IO le altre 99 scimmie si

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manifesteranno istantaneamente! IO son l’ago della bilancia perché IO

SONO l’UNO! Io Sono! Quando cambio io la massa critica automaticamente

si manifesta. Se tutto è il mio riflesso… io devo smetterla di farmi le

paranoie da un lato e di giustificare il mio “non cambiamento” con scuse

del tipo…. è inutile perché tanto se non cambiano anche gli altri io da sola

cosa vuoi che faccia?

A questo riguardo c’è un’altra bella storiella di Maui che potrebbe essere

interessante.

Tanto tempo fa in Polinesia, molto ma molto prima del capitano Cook,

Maui, divenuto vecchio, decise di tornare al villaggio in cui era nato.

Il villaggio era povero, situato ai piedi di un grande vulcano, così alto da

impedire ai raggi del sole di filtrare.

Le foreste attorno erano povere di frutti, i raccolti miseri ed i bambini

rachitici a causa della carenza di sole.

Impietosito per ciò che vedeva e stufo di questa situazione, un giorno Maui

prese un cucchiaio e si diresse verso il vulcano.

La gente del posto, che lo conosceva e rispettava, era perplessa. Cos’

andava a fare Maui con un cucchiaio sul vulcano?

Qualcuno pensò che forse l’età cominciava a procurare danni al cervello del

celebre eroe.

Ma Maui, anticipando i loro pensieri, disse: “Amici miei, so per certo che da

solo e con questo cucchiaio non posso spostare il vulcano. Ma qualcuno, da

qualche parte, dovrà pur iniziare … Ed io inizio da qui”.

E noi sappiamo che questa storia è vera perché ancora oggi se nessuno

comincia il lavoro non si conclude!17

17Storiagiàpubblicatasu“LestoriediMaui”diRodolfoCarone,GiovannaGarbuio,FrancescaTuzzi–L’Etàdell’acquario

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Se cambio io cambia tutto! Ovviamente perché cambi tutto Io devo

cambiare veramente! Se voglio manifestare la pace nel mondo io devo

essere pace veramente, devo essere pace nel 100% del mio essere.

Quindi tornando a questa bellissima frase

Dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome Io sono tra loro

Matteo 18,20

il suo significato è che quando la molteplicità è nuovamente percepita

come unità “due o tre sono riuniti nel mio nome” lì Dio (l’Uno) si

manifesta. Quando mi rendo conto che tutti… massa critica compresa sono

ME e smetto di attribuire le responsabilità agli altri e me le assumi io in

quanto io sono gli altri, lì c’è Dio!

Questo significa concentrarsi sull’Amore e questo è il principale strumento

a nostra disposizione.

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IndicazioniFlash

Lerisorsedisponibilisonoinfinite!

Questa è una cosa che dobbiamo veramente metterci in testa perché siamo

in cuor nostro convinti che non ce ne sia mai abbastanza per tutti. Se

l’universo è infinitamente abbondante e la mia realtà no, significa che non

sono percettivamente connesso all’Universo, non mi sento in connessione

con il Tutto.

Se tutto quello che abbiamo detto fin qui è vero, come è vero, che

l’universo sia infinito è un concetto che non ha bisogno di ulteriori

argomentazioni! Se l’Universo è Infinito, se tutto è energia e l’energia è

Amore è evidente che ciò che ci serve c’è! . E tutte le antiche tradizioni lo

sanno e lo dimostrano con il diffusissimo suggerimento “non prendere mai

più di quello che ti serve” semplicemente perché se te ne servirà ancora ce

ne sarà.

Per quanto il suggerimento etico diffuso e comune sia sempre “non

prendere niente di più di quanto ti serve ora” la consapevolezza profonda è

che ce n’è in abbondanza per tutti. Il concetto di non sprecare ciò che

abbiamo a disposizione è un suggerimento etico per permetterci di vivere

bene.

Siifeliceperquestomomentoperchéquestomomentoèlatuavita!

Non potrai essere felice domani, non ha importanza se sei stato felice ieri,

né l’uno né l’altro esistono più. Quando sarà domani è ancora oggi! Quando

era ieri è ancora oggi! L’unico momento in cui possiamo essere felici,

l’unico momento in cui abbiamo potere è adesso, per cui sii felice! Anche

perché ormai sarete stanchi di sentirmelo ripetere: la scorciatoia per essere

felici, è essere felici! Vivere qualcosa, fare delle esperienze anche belle,

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con l’ansia, con il nervoso, con la preoccupazione per quello che è stato o

che sarà ci deruba della nostra VITA. Non godere del presente significa non

vivere.

Nonotteniamociòchevogliamo,maotteniamociòcheSiamo!

E’ un concetto importante da sottolineare. Non si ottiene ciò che siamo

“capaci” di ottenere, ma ciò che siamo “convinti” di poter ottenere. Si

guadagna ciò che si pensa di valere e infatti non otteniamo il successo… lo

diventiamo. Si ottiene solo l’Amore che siamo convinti di meritare! E questa

è un’affermazione che vale per ogni ambito della nostra vita non solo per la

sfera sentimentale, perché se tutto è Amore significa che otteniamo in ogni

ambito ciò che corrisponde alla quantità di Amore che pensiamo di valere

che crediamo di meritare. Perché tante persone vivono sempre lo stesso

tipo di esperienza? Con persone che non le amano veramente, con persone

che le tradiscono, con persone incapaci di prendersi delle responsabilità,

con persone egoiste che non sanno amare ecc… Perché certe persone

continuano a cambiare lavoro e ad arrabattarsi sempre tra occupazioni mal

pagate, tra esperienze più o meno fallimentari, professioni che non

decollano, carriere che non si realizzano, soldi che non entrano ecc… Se

andiamo a vedere dentro di noi è perché noi siamo convinti di non valere

abbastanza, noi siamo convinti di non meritare di più e quindi ci auto-

sabotiamo… se incontriamo il principe azzurro non ce ne innamoriamo, se

troviamo l’occasione lavorativa non abbiamo il coraggio di coglierla ecc…

Noi per primi non ci amiamo e non ci accreditiamo più di quello che ci

siamo convinti sia il nostro valore. Perciò se siamo sempre alle perese con

il capo che non ci valorizza pur cambiando capo, o con l’attività che non

decolla pur cambiando attività, facciamoci delle domande e rispondiamoci

sinceramente.

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Perchè se non siamo disposti a cambiare noi stessi la nostra vita non

cambierà.

Va bene volere delle cose, va bene avere dei desideri, ma quei desideri non

si realizzeranno mai se noi non ci allineeremo ad essi. E per farlo dobbiamo

allinearci con noi stessi… poco importerà dopo se saremo noi in linea con i

nostri desideri o se i nostri desideri si saranno allineati a chi siamo… la cosa

importante è che abbiamo imboccato la strada per manifestare quelli che

Qui e Ora sono i nostri desideri. Perché, di fatto, quando siamo allineati con

noi stessi, la cosa grandiosa è che i nostri desideri si allineano a noi non

viceversa e così si manifestano e si manifestano molto facilmente. E i

desideri che non sono centrati con la nostra Reale Identità, cesseranno di

essere nostri desideri. Quando noi siamo davvero allineati con noi stessi,

quando siamo centrati, quando tutto il nostro essere è in armonia con se

stesso, alcuni nostri desideri che non erano indirizzati al nostro meglio,

cesseranno di essere nostri desideri, e viceversa cominceremo a desiderare

ciò che davvero ci renderà felici. E quando i nostri desideri sono davvero in

linea con la nostra Reale Identità, la loro manifestazione è veloce e fluida.

FaiciòcheAmiedAmaciòchefai!

Fai ciò che ti appassiona.

Quando facciamo qualcosa che veramente ci piace, che ci dà serenità e

gioia, siamo più stimolati a farlo e a farlo bene, ci mettiamo più impegno,

più forza, più energia, più entusiasmo, che no se ci dedichiamo a qualche

attività per forza o controvoglia. Se ci dedichiamo ad un’attività che ci

arricchisce interiormente perché ci piace, il più delle volte non ci importa

niente (o poco) di quello che pensano gli altri, o di tutti i preconcetti,

giudizi o pregiudizi che possono esserci dietro a tale attività.

Semplicemente siamo consapevoli che dedicandoci ad una certa attività

stiamo bene dentro e fuori!

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Questo non significa che anche fare ciò che piace non sia stancante, ma un

conto è essere stanchi, realizzati e sereni e un conto è essere stanchi,

frustrati e incavolati con il mondo! Certo è che se facciamo ciò che ci

piace, per quanto stanchi, tendiamo sempre a farne di più e ad avvicinarci

sempre un po’ di più al risultato… è normale, è umano!

Chi riesce a fare ciò che lo appassiona e ci mette tutto se stesso senza

perdere la fiducia nella riuscita dell’intento, sicuramente realizzerà il suo

sogno e rischierà davvero di diventare ricco! Questo vale anche per chi ha

una passione che non è molto remunerativa. Perché se si pone la propria

passione in cima ai propri obbiettivi e ci si crede davvero, arriverà anche il

modo per renderla remunerativa. O comunque arriverà il modo per poterla

coltivare ugualmente.

Ogni essere vivente e tanto più ogni essere umano, ha dei talenti speciali,

qualcosa che possiede più o meno in esclusiva e la cui coltivazione potrà

procurare beneficio ai suoi simili. Il fatto di individuare questo qualcosa è il

primo passo. Ogni persona è nata con uno scopo.

Ogni essere umano ha qualcosa di speciale da offrire. Individuare lo scopo,

ma ancora prima la propria dote, significa capire cosa possediamo che ci

renderà felici e contemporaneamente ci procurerà l’abbondanza e la

prosperità a cui abbiamo diritto. Il passo seguente quindi è quello di

coltivare questo dono speciale che non solo potrà arricchire il mondo, ma

potrebbe, anzi dovrebbe essere la strada per la nostra felicità.

Nessuno è nato per arrancare in una valle di lacrime (lo so per certo. Me

l’ha detto qualcuno di molto attendibile! Il mio Io superiore…) e tanto meno

per procurare quelle lacrime al suo prossimo. Quindi bando alle esitazioni,

perché se riusciamo a capire la nostra “visione di nascita” e ad individuare

quali sono gli strumenti che abbiamo per realizzarla, ma continuiamo a

dubitare di noi stessi ci ritroveremo continuamente al punto di partenza.

Anzi il dubbio ci porterà a seppellire sempre più le nostre doti sotto cumuli

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di blocchi energetici e credenze limitanti.

Mantieni sempre intatta la tua integrità!

Questa è un’indicazione importantissima, direi fondamentale. I nostri

obiettivi devono rifletterci perché raggiungeremo solo le mete che ci

rappresentano. Se io sono una persona moralmente etica con dei valori e

dei principi solidi non potrò mai mettermi in società con dei disonesti. Non

ci sarà affinità e l’impresa non potrà avere successo ne in una direzione né

nell’altra. quindi è fondamentale che tutte le nostre attività rispecchino la

nostra integrità… qualunque essa sia! Senza parlare per forza di onestà e

disonestà la cosa vale anche all’interno di valori parimenti etici e morali. Se

io sono una persona timida e introversa non potrò portare al successo

un’impresa che abbia bisogno di persone spregiudicate. E fondamentale che

la nostra attività abbia bisogno di noi stessi autentici. Dobbiamo sempre

restare autentici, restare noi stessi, perché ogni volta che noi tradiamo noi

stessi ci stiamo allontanando dalla percezione dell’Unità. Nella Bibbia si

dice “idolatrare l’agnello d’oro”. Ogni volta che noi rinunciamo alle nostre

caratteristiche e ci forziamo ad essere chi non siamo, stiamo idolatrando

l’agnello d’oro. Noi dobbiamo riconoscere l’Amore in noi e allinearci ad

esso non allontanarcene perché sul momento ci pare più efficace o più

facile… sarà solo controproducente alla fine dei conti. Dobbiamo

riconoscere l’Amore in noi, che si manifesta attraverso i nostri talenti e

attraverso le caratteristiche che più ci appartengono. Dobbiamo riconoscere

la nostra divinità e rimanere centrati con essa… l’agnello d’oro è altro dal

divino in noi, è una divinità finta, altro da noi che non ci riguarda. Scendere

a compromessi con i propri principi non è mai un’azione efficace. Possiamo

sentirci costretti in certe circostanze, ma se accade significa che c’è

qualcosa di molto profondo da rivedere. Quindi prima di intraprendere una

qualsiasi attività chiediamoci:

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• Per me è morale?

• Mi rispecchia?

• Lo racconterei volentieri alla mia famiglia?

• Mi farà sentire orgoglioso di me stesso?

• Rispetterò me stesso per averlo fatto?

• Dormirò tranquillo?

• Vorrei essere amico di qualcuno che fa questo?

Il denaro è energia!

Il denaro, come ogni altra cosa, è un’energia e siamo noi a polarizzarla. Il

denaro non è cattivo o buono, è solo uno strumento, un’energia per

muovere altre cose, altre situazioni. Per cui non ha alcun senso dire che il

denaro è diabolico o che il denaro è portatore di male e di perdita dei

valori etici.

Questo spero a questo punto sia acquisito!

Non fare paragoni!

Un altro consiglio interessante è questo: non fare mai paragoni! Se vogliamo

fare qualcosa, facciamolo solo perché lo vogliamo fare, perché farlo

interessa a noi, non per dimostrare qualcosa a qualcun altro o per

dimostrare a noi stessi di valere in riferimento a qualcun altro. Farlo per

metterci a confronto o in competizione con gli altri è sempre

depotenziante. Impariamo a riconoscerci nella nostra grandezza spirituale

(Uhane Nui Au) a prescindere dal resto, a prescindere dagli altri. Impariamo

a guardare i nostri successi e i nostri talenti e contemporaneamente i

nostri insuccessi e le nostre debolezze in valore assoluto, senza paragonarli

alle caratteristiche di altri o di altro. Farlo è solo un rallentamento e

un’operazione bloccante. Il nostro valore, non dipende mai dalle

aspettative e dal giudizio del mondo esterno. Impariamo invece a

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riconoscere la perfezione in ogni esperienza di vita, indipendentemente dai

suoi risultati, guardando ai nostri successi e ai nostri insuccessi liberi dal

bisogno di paragonarli ai risultati raggiunti da altri o da altro lì fuori.

Mettersi in competizione, abbiamo visto, non è mai un’operazione efficace.

Io valgo a prescindere! Io ho un valore intrinseco (altissimo)

indipendentemente da tutto e da tutti.

Finché non raggiungiamo la consapevolezza della nostra perfezione saremo

sempre portarti a paragonarci con gli altri per una sorta di bisogno di

sicurezza, ma è un’operazione depotenziante, tanto più che il nostro

prossimo ci tratta di solito precisamente in base a come noi ci vediamo e ci

valutiamo. Se noi non Amiamo noi stessi non riusciremo mai a farci Amare

dagli altri, è inevitabile. Se noi non siamo convinti di avere un alto valore

come esseri umani non riusciremo mai a produrre valore. Io non valgo

perché c’è qualcuno che vale di più o qualcuno che vale di meno. Io ho un

valore intrinseco che dipende esclusivamente da me. Se non esiste un

nemico dentro di noi nessun nemico esterno potrà mai attaccarci, ma è

vero purtroppo anche il contrario, se non siamo interiormente in pace con

noi stessi saremo sempre circondati da “guerre”, da conflitti, da pericoli e

da nemici. Che però sono lì a mostrarci che non c’è bisogno di paragonarci

con l’esterno per valutare il nostro valore e per riconoscere la nostra

perfezione. L’assenza di paragone ci porta invece ad abbandonare la

competizione in cambio della più efficace e produttiva collaborazione. Il

paragone è solo uno spreco enorme di energia. La felicità è qui ed ora e

deriva direttamente dalla perfezione del Universo che è Amore e quindi

dalla perfezione di me stesso che, quale parte olografica del Tutto, sono io

stesso Amore e riconosco la mia grandezza Spirituale Qui (in ogni luogo) e

Ora (in ogni momento). L’imperfezione non esiste e un fallimento è

altrettanto perfetto di un successo, perché ognuno è stato la cosa migliore

e più adatta alla nostra crescita in quel momento.

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I paragoni sono sempre limitativi anche se siamo cresciuti e siamo stati

educati in una società competitiva che ha sempre usato il metro di

paragone per dare un valore.

In realtà noi e soltanto noi siamo il punto di riferimento per dare valore a

ciò che riusciremo a costruire.

In una società basata su questi principi la competizione scomparirebbe

completamente (venendo a mancare il meccanismo del paragone) per

lasciare spazio alla più efficace collaborazione, atteggiamento decisamente

più allineato allo stato naturale dell’Essere.

Ciò che hai ce l’hai in prestito!

Questo è un concetto molto interessante, la cui assimilazione eleva

enormemente le nostre vibrazioni, perché ci conduce ad allargare la nostra

prospettiva e ad entrare dentro la visione cosmica del gioco di ruolo in cui

la vita è eterna e ciò che fa parte della molteplicità per quanto utile e

importante è sempre illusorio. Non possiamo portarci via niente da qui. Ma

ciò che hai ce l’hai in prestito significa anche che se io sono consapevole

che quello che ho dipende da quello che sono e che quello che “mi

appartiene” è ciò che sono, maturerò un produttivissimo distacco da tutta

la materialità. Se io sono consapevole che ciò che ho non mi appartiene

veramente, ma è qualcosa che sto usando, anche in esclusiva, mi librerò

dell’attaccamento che il senso di possesso genera.

Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e

dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove

né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano.

Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.

Matteo 6:19-34

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Gli hawaiani ci ricordano:

Là dove è la tua attenzione lì è il tuo Amore.

Il concetto è esattamente lo stesso. La cosa che dobbiamo imparare a fare

è concentrarci sull’Amore. Sul nostro Essere Amore. Agisci come l’Amore

che Sei. Tutto il resto sono strumenti, sono cose che ci possono servire, che

sono utili, ma più siamo attaccati a queste cose, meno ne usufruiamo,

meno le godiamo, perché rischiamo di farle diventare controproducenti.

Per chi ha letto “Il viaggio di Maui18” sa che questo è il motivo ricorrente di

tutto il racconto. Noi dobbiamo concentrarci sull’Amore sull’Essere, l’avere

è una conseguenza, non mai viceversa. Tutto i resto sono strumenti che

comunque derivano dall’Essere.

Sempre lo stesso Gesù ci parla del cammello e della cruna dell’ago:

E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri

nel regno di Dio

Matteo 19:24

Questa frase non significa che i ricchi vanno tutti all’inferno. Questa

affermazione vuole semplicemente metterci in guardia dall’attaccamento,

non vuole demonizzare la ricchezza. Questa frase significa che

l’attaccamento alla materialità è un blocco enorme all’elevazione

spirituale. Questa frase ci mette in guardia dall’attaccamento a qualunque

cosa, anche dall’attaccamento alla povertà come caratteristica della buona

spiritualità. L’attaccamento alla povertà è altrettanto deleterio

18IlviaggiodiMaui:laverastoriadell’Ho’oponopono;diRodolfoCarone,GiovannaGarbuio,FrancescaTuzzi,EdizioniIlPuntod’Incontro

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dell’attaccamento alla ricchezza. E’ l’attaccamento il problema non la

ricchezza o la povertà… è l’atteggiamento il problema, lo stato interiore

non il fatto esteriore (ricchezza o povertà).

In un altro passo del vangelo di Marco infatti si legge:

Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo

seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia

lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa

mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo,

cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi …

Vedete cosa dice Gesù a chi lo segue! Gli promette già da ora, subito,

immediatamente, cento volte tanto in case e campi, che vuol dire ricchezza

materiale. Gesù non ha mai condannato la ricchezza in se stessa, perché

può essere onesta e generosa. Egli condanna ovviamente la ricchezza

fraudolenta (vedi i mercanti del tempio) e l'attaccamento al denaro e alla

ricchezza.

E sempre nella bibbia per bocca di Dio leggiamo:

Li ha-kesef ve li ha-zahav = mio e' l'argento e mio e' l'oro

che significa ciò che hai ce l’hai in prestito.

Questa affermazione, fatta da Dio per bocca del profeta, stabilisce

inequivocabilmente che nel denaro c’ è energia divina (e come potrebbe

essere diversamente se Dio è onnipresente?). Se è roba di Dio significa che

non può essere diabolico. Eventualmente ci appartiene quando ci

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identifichiamo nell’Unità perché è parte di noi, ma non in qualità di esseri

incarnati. Quindi significa che nulla ci appartiene se non in quanto siamo

Uno con l’Unica Coscienza e quindi siamo Uno anche con l’oro e l’argento.

Ma in ogni caso percettivamente all’interno della dualità, l’atteggiamento

efficace è quello che qualunque cosa ci sia data in prestito.

Noi ne siamo soltanto i depositari e i custodi e il denaro ci è stato dato per

farne buon uso in qualità di amministratori fedeli.

Il buon uso è quello tramite il quale la Luce in esso racchiusa, l’energia

divina, l’energia di scambio che il denaro è (l'argento e l'oro possiedono la

Luce della luna e del sole) viene rivelata e fatta risplendere, per dare gloria

a Dio, e per compiere meglio i suoi precetti. Questo significa che quando

noi usiamo il denaro e la ricchezza per stare bene, per far stare bene gli

altri, per ottenere dei risultati in linea con quanto abbiamo detto fi qui,

stiamo mettendo in Luce l’energia che il denaro è. Tra di essi, uno dei più

importanti e quello della Tzedaka': le opere di beneficenza da cui il buon

uso della “decima”.

E’ molto interessante lo spunto di riflessione che si ricava dall’accenno alla

decima, cioè lasciare in beneficenza la decima parte dei proprio guadagni,

proposto e sottolineato dalla Bibbia che è la stessa identica quantità che T.

Haerv Eker suggerisce di dare in donazioni.

Non risparmiare!

Un’altra cosa interessante è il suggerimento di “non risparmiare”! Che non

significa materialmente non risparmiare e non provvedere alle necessità

mie e della mia famiglia, ma è un suggerimento che riguarda ancora una

volta l’atteggiamento mentale. Non risparmiare significa non entrare nella

mentalità del povero che deve fare sempre i conti circa la sua disponibilità

economica. Non dilapidare ovviamente; in ogni cosa ci vuole equilibrio, ma

usciamo dalla psicologia del risparmio. Se sento il bisogno di risparmiare

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amoreabbondanza.com 195

significa che non mi sento ricco e che sono convinto che l’abbondanza a

disposizione non sia infinita e comunque sufficiente a far fronte sempre in

ogni momento a tutti i miei bisogni. Se vado a cena fuori e prendo la

sogliola perché il branzino costa troppo, sarebbe stato meglio che fossi

andata a mangiare da McDonald dove mi potevo permettere qualunque cosa

il menu mi proponesse. Perciò evitiamo di entrare nella mentalità del

risparmio a tutti i costi (così vicina al bisogno di accumulare) perché

energeticamente si rivelerà un approccio disfunzionale. Facciamo le cose

che possiamo permetterci e facciamole al meglio, non mettiamoci in

condizione di ripeterci e comportarci guidati dal “Non me lo posso

permettere”!

Quando facciamo questo tipo di ragionamenti stiamo dicendo all’Universo e

al nostro subconscio: “Non me lo posso permettere!” Perciò facciamo le

cose che possiamo permetterci, ma facciamole al meglio. ma se devo

mangiare la sogliola per restare con la voglia del branzino capiamo bene

che tipo di energia sto emanando e per quanto tempo la emanerò.

Paghiamosubitoinostrisospesi.

Cerchiamo di pagare i nostri debiti subito o per lo meno nel modo più

veloce possibile. Cerchiamo con tutte le nostre capacità di non mettere in

difficoltà terzi a causa della nostra insolvenza ovviamente in base alle

nostre capacità di solvibilità, ma anche questo facciamolo al meglio di ciò

che possiamo fare. Fai tutto ciò che puoi per essere puntuale nei pagamenti

e non mettere in difficoltà i tuoi creditori. E’ importante! Perché ancora

una volta è un atteggiamento che ci permette di entrare dentro una

mentalità di ovvia abbondanza. E’ chiaro che se non ce ne sono non ce ne

sono, ma se non ce ne sono. Però se non ce ne sono, magari andiamo a

parlare con il nostro creditore, non aspettiamo che se ne accorga lui o che

lo avvisi il commercialista o la banca. E comunque facciamo tutto quello

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che è nelle nostre possibilità per non lasciare i debiti navigare da soli.

Prendiamoci le nostre responsabilità attivamente. Dovendo scegliere

cerchiamo di scegliere sempre di saldare le situazioni che metterebbero

maggiormente in difficoltà gli altri (l’imprenditore che senza liquidità

sceglie di pagare i dipendenti e lasciare indietro il saldo dell’iva a costo di

multe salate per esempio). Cerchiamo di non mettere in difficoltà gli altri

con le nostre difficoltà al massimo delle nostre possibilità.

E’ un concetto importante perché osservare questa prescrizione ci permette

di entrare dentro la mentalità dell’abbondanza: Io sono sempre solvibile!

Non costa troppo!

Niente costa troppo… magari costa di più di quello che sono disposta a

pagare, ma non è troppo in valore assoluto. Quando pensiamo che qualcosa

costi troppo lo stiamo svalutando e stiamo ammettendo con noi stessi di

non potercela permettere! Qualcosa è per le mie tasche e qualcosa no. Se

gli è stato attribuito quel valore significa che qualcuno pensa che abbia

quel valore… se per me è “troppo”, significa solo che ho una visione

diversa, non che la mia è giusta e l’altra è sbagliata. Energeticamente è

ancora una volta estremamente controproducente. Sto ancora evitando di

prendermi le mie responsabilità e riverso la “colpa” sul prezzo anziché

accettare responsabilmente che io ho dei blocchi energetici per cui non ho

il denaro per comprarlo.

Il denaro non è sporco!

Quante volte la nostra mamma vi ha detto: “hai toccato i soldi? Vai a lavarti

le mani”… e quante volte l’abbiamo detto noi ai nostri figli? E’ ovvio che se

penso che sia sporco e che porti malattie non avrò voglia di averci molto a

che fare. No?

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Benedici anche chi ti deruba!

Questo è un grandissimissimo strumento di trasmutazione alchemica.

Questo è uno strumento molto potente! Un grande trasmutatore energetico.

I problemi non sono problemi ma sono opportunità. Allo stesso modo anche

una truffa o un imbroglio è un’opportunità di crescita e certamente di

trasmutazione energetica. Questo non significa non agire, ma mentre

andiamo a denunciare il furto o la truffa benediciamo i suoi autori e

auguriamo loro del bene.

Auguriamo il bene anche a chi ci truffa o ci deruba e cerchiamo il bello

nella situazione. Ormai l’ha fatto perciò non possiamo intervenire, perciò

cogliamo l’occasione di circondarci di buona energia. Ovviamente lo

denunceremo e se lo prendono lo manderemo in galera, ma cogliamo

l’occasione di benedirlo e di emanare energia efficace. Questo all’interno

del discorso che facevamo prima sulla polarizzazione dell’energia. Quando

qualcuno ci invia energia negativa sta a noi accettarla con la polarità di

partenza o invertirne la portata.

A questo riguardo ci viene ancora in aiuto Maui19:

Tanto tempo fa in Polinesia, molto ma molto prima del capitano Cook, ci fu

un tempo in cui Maui girava per tutte le isole Hawaii per diffondere il

messaggio dello spirito di Aloha, un messaggio di Amore e di unità. Ovunque

andasse trovava la gente felice, grazie ad uno stile di vita allineato con i

princìpi di Aloha.

Poco prima di sbarcare su una delle isole più piccole, i sacerdoti del luogo

avevano sentito che Maui intendeva recarsi anche da loro, in quel luogo

remoto.

19Storiagiàpubblicatasu“LestoriediMaui”diRodolfoCarone,GiovannaGarbuio,FrancescaTuzzi–L’Etàdell’acquario

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Non erano molto contenti della notizia: in quell’isola infatti veniva imposto

ancora il sistema dei guerrieri, la società aveva un modello gerarchico ed

esistevano le caste. I sacerdoti, assieme ai guerrieri, facevano parte delle

caste più importanti. Se Maui avesse diffuso i principi di uguaglianza e

Ohana (famiglia) dello spirito di Aloha, tutti i loro privilegi sarebbero andati

perduti.

Non potevano impedire a Maui di sbarcare sulla loro isola e non potevano

certo fargli del male, altrimenti avrebbero attirato su di loro l’ira di tutte

le altre isole. Escogitarono quindi un piano. Decisero di usare un sistema

vecchio come il mondo, ma sempre attuale ed efficace: il pettegolezzo

anonimo.

Radunarono tutti gli abitanti della piccola isola e fecero dire loro dai loro

aiutanti che stava per arrivare un uomo di nome Maui. Quest’ uomo parlava

bene ed era un gran affabulatore, ma tutti sapevano che in verità era un

bugiardo, un imbroglione che usava le sue capacità per avere i favori delle

donne del luogo ed ottenere cibo e ricchezze gratuitamente.

La gente dell’isola, allora decise: avrebbero accolto quel furbacchione

come meritava.

Così, quando Maui arrivò sulla loro isola e raggiunse il centro del villaggio,

tutte le persone lo accolsero insultandolo e lanciandogli contro la frutta

marcia.

Maui attese paziente, senza scomporsi, attendendo fino a che l’ultimo

insulto fu pronunciato. Poi disse tranquillo: “Avete finito? Io vi ringrazio per

avermi esternato le vostre opinioni. Ora abbandonerò quest’ isola, perché

devo proseguire il mio viaggio. Ma conto di tornarci tra qualche tempo, così

se avrete altre cose da dirmi, le ascolterò volentieri”.

La gente rimase stupita da questa sua reazione e qualcuno chiese: “Ma non

sei ancora stanco dei nostri insulti e del nostro trattamento? Chi ti dice che

avremo ancora altre cosa da dirti?”.

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Maui, allora, rispose: “Sapete, io sono stato anche un guerriero nella mia

vita. E certamente vi avrei ucciso tutti con facilità dopo una simile

accoglienza. Ma io non sono più quell’uomo. Vi racconto questo: nell’ultima

isola in cui sono stato prima di raggiungervi, tutti mi hanno accolto con

grandi complimenti, donandomi frutta prelibata e gioielli preziosi. Ma io

non ho accettato nulla, perché ero sazio e non avevo bisogno di niente.

Secondo voi, tutto quello che non ho accettato, a chi è andato

ridistribuito?”.

Qualcuno rispose: “Beh, probabilmente coloro che ti hanno offerto i loro

doni li avranno ripresi e dati alla loro famiglia o a coloro che amano …”.

“Esatto!”, rispose Maui, per poi aggiungere: “E tutti i vostri insulti, che io

qui non ho accettato, secondo voi, a chi andranno ridistribuiti?”.

Ci fu un grande silenzio. Su quell’isola, da quel momento in poi, tutti

seguirono lo Spirito di Aloha.

… E noi sappiamo che questa storia è vera, perché in tutte le isole delle

Hawaii ancora oggi lo Spirito di Aloha è vivo e attivo.

Concludiamo con un’ affermazione di salvatore Brizzi

La povertà è una malattia e la ricchezza è un dovere

Se è vero come è vero tutto quello che abbiamo detto qui, questa è una

grande verità!

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Tutto quello che hai letto in questo e-book, se è affine alla tua sensibilità

lo è perché sono cose che conosci già. A me forse il merito di avertele fatte

ricordare, in maniera semplice e lineare. E se così è andata, tieni

comunque presente, che è accaduto solo perché tu hai deciso in qualche

modo che accadesse. Se ti è rimasta ancora qualche domanda priva di

risposta, prova a guardare più in profondità dentro te stesso, e se la

risposta ancora non compare, forse devi attirare qualche altro strumento

utile a proseguire la tua crescita e la tua ricerca, utile a riportare alla tua

mente ciò che già sai... ma comunque sia... le risposte sono tutte

addormentate dentro di te!

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NotasugliautoriGiovanna Garbuio: alla ricerca di risposte da tutta la vita inciampa nel

2008suHo’oponoponocheidentificacomelaviaperlasciarandaretutte

ledomande!

IlsuopercorsopartitodaJamesRedfieldeJoeVitalecomepermoltialtri,

è poi proseguito nella ricerca della comprensione e

dell'esperienza attraverso la saggezza di Aunty Morrnah Nalamaku

Simeona e del suo più famoso discepolo il dr. Ihaleakala Hew Len. Ha

continuato ad approfondire sui copiosi scritti diMax Freedom Long, di

Mary Kawana Pukui, di Pali Jae Lee, di L.R.McBride, di Uldra Johnson,

della regina Liliuokalani, di Renata Provenzano. Per poi indagare gli

insegnamenti del dr Serge Kahili King, di Susan Pa'Iniu Floyd, di Aunty

Mahealani Henry, di Harry Huane Jim, di Dane Kaohelani Silva, di Po'o

Pua'a Kawika Foster, di Mabel Katz… Per poi sintetizzare con il dr

Maka’alaYateschechiamacongioiaKumu(Maestro).Senzadimenticare

il confronto con i più occidentali Barbara Hau'oli Okalani, Rudi Carone,

FrancescaTuzzi,DarioCanil...

Dal 2009 ho scritto oltre una decina di libri sull’Ho’oponopono e sulla

spiritualità in generale, ha realizzato interviste radiofoniche e televisive

sempreconl’intentodidiffondereinItalialostrumentopotenteperstare

bene,chetuttoquestocontiene.Lofaattraversoisuoilibri,ilsuoblogei

seminaricheconduceintuttaItaliaeinSvizzera.

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ElenaSanjustdiTeulada:Dadiversiannisioccupadigestioneemotivae

riequilibrio corpo-mente nel mondo della finanza, dove gli aspetti di

gestione del denaro sono molto importanti. Ha approfondito molto

l’aspetto biofisico dei blocchi o credenze che ci portiamo dietro

attraversolostudioe lapraticadistrumentidifferentidallameditazione

alleCostellazioniFamiliariSistemiche,tecnichediRiequilibrioEnergetico,

Emotional Balancing con Roy Martina e negli ultimi tempi Resonance

Coaching. Comprendendo come questi blocchi energetici ci influenzano

nelle scelte che facciamo, in unmododi cui non siamo consapevoli, ha

creatounpercorsodiesercizipraticiperriconoscerliesuperarli,partendo

datecnichecorporeeoenergetichechefacilitanolapresadicoscienzadi

sé,delleproprieemozioniereazioniautomatiche.

Perleileduestradesonosemprestateparalleleepercorrendoleinsieme

hacompresoediffondecomemigliorarelavoroevitapersonale.

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Aloha – Namastè - In lak'ech - Kanyini – Ubuntu – Gassho

Sat nam – Wiracocha - Mitakuye Oyasin

Riconosco e mi inchino al Divino in te!

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Quando ti trovi di fronte ad una scelta...

guardati dentro e chiediti:

"cosa farebbe l'Amore?"

Se segui il consiglio che ne deriverà

farai sempre la scelta giusta

che ti porterà dritta dritta

a realizzare tutti i tuoi obiettivi!