Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia

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Diritto all'educazione se mi insegni, io lo imparo se mi parli, mi è piu’ chiaro se lo fai, mi entra in testa se con me tu impari, resta 20 novembre 2015 Giornata Internazionale per i Diritti dell’ infanzia e dell’ adolescenza Art. 28 Art. 29

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Diritto all'educazione se mi insegni, io lo imparose mi parli, mi è piu’ chiarose lo fai, mi entra in testase con me tu impari, resta

Bruno Tognolini

20 novembre 2015

Giornata Internazionale

per i Diritti dell’ infanzia e dell’ adolescenza

Art.28Art. 29

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La Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’Adolescenzaè stata approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989,

ratificata dall’Italia con legge del 27 maggio 1991, n. 176,è riconosciuta da 194 Stati

La Convenzione è composta da 54 articoli e da tre Protocolli opzionali (sui bambini in guerra, sullo sfruttamento sessuale, sulla procedura per i reclami).

 

Sono quattro i principi fondamentali:

•Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori.

• Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità.

• Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati. 

• Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.

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Filastrocca del diritto a imparare

leone grande, ora insegnami a cacciareorso grande, dimmi dove trovi il mielecorvo grande, come faccio per volare?ragno grande, come faccio le mie tele?genitori che mi avete messo al mondodonna grande, dimmi cosa posso farciuomo grande, io ti chiedo e ti domandodi insegnarmi cio’ che serve per restarci

Bruno Tognolini

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Art. 28Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all'educazione, e in particolare, al fine di garantire l'esercizio di tale diritto in misura sempre maggiore e in base all'uguaglianza delle possibilità:

• rendono l'insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti

• incoraggiano l'organizzazione di varie forme di insegnamento secondario sia generale che professionale, che saranno aperte e accessibili a ogni fanciullo adottano misure adeguate come la gratuità dell'insegnamento e l'offerta di una sovvenzione finanziaria in caso di necessità

• garantiscono a tutti l'accesso all'insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato, in funzione delle capacità di ognuno

• fanno in modo che l'informazione e l'orientamento scolastico e professionale siano aperte e accessibili a ogni fanciullo

• adottano misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola.

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Gli Stati parti adottano ogni adeguato provvedimento per vigilare affinché la disciplina scolastica sia applicata in maniera compatibile con la dignità del fanciullo in quanto essere umano e in conformità con la presente Convenzione. Gli Stati parti favoriscono e incoraggiano la cooperazione internazionale nel settore dell'educazione, in vista soprattutto di contribuire a eliminare l'ignoranza e l'analfabetismo nel mondo e facilitare l'accesso alle conoscenze scientifiche e tecniche e ai metodi di insegnamento moderni. A tal fine, si tiene conto in particolare delle necessità dei Paesi in via di sviluppo. 

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Art. 29Gli Stati parti convengono che l'educazione del fanciullo deve avere come finalità:

•favorire lo sviluppo della personalità del fanciullo nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità

•sviluppare nel fanciullo il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dei principi consacrati nella Carta delle Nazioni Unite•sviluppare nel fanciullo il rispetto dei suoi genitori, della sua identità, della sua lingua e dei suoi valori culturali, nonché il rispetto dei valori nazionali del paese nel quale vive, del paese di cui può essere originario e delle civiltà diverse dalla sua

•preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine autoctona

•sviluppare nel fanciullo il rispetto dell'ambiente naturale

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Racconti di una scuola di tanti anni fa....

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IntervalloQuando avevamo dieci anni e incominciavamo il ginnasio andavamo alla scuola pubblica, ma prima studiavamo a casa, in privato.A metà giugno ci portavano a scuola a pochi isolati da casa, per fare, insieme agli altri bambini, gli esami di ammissione alla classe successiva. L'odore d'inchiostro, di matite, dei capelli degli scolari si mescolava con l'aria fresca delle aule e dei larghi corridoi. Gli altri bambini, che avevano trascorso l'anno insieme, nella stessa classe, guardavano me, la privatista, con un misto di curiosità e compassione. Non avevo il grembiule, portavo la marinara, e avevo i capelli insolitamente lunghi e ricci.Ho dieci anni. Vado a scuola. La mia cartella nera è piena di libri scelti per le lezioni di oggi; quaderni, vocabolario, penna stilografica, riga, una metà dei libri da una parte, l'altra metà dall'altra. Al centro, nello spazio, faccio scivolare un pacchetto, bianco, lucido, che ci viene portato a tavola insieme alla prima colazione.Sediamo in una classe brutta e triste, dieci o dodici ragazze insieme, il grembiule nero che copre il vestito, in mezzo a trenta ragazzi. Le lezioni sono noiose. Alle dieci c'è l'intervallo.Le ragazze guardano con invidia il mio pacchetto bianco che contiene un sandwich di pane bianco ripieno di burro e pollo bianco, che io detesto. Io guardo con invidia il loro pane scuro con due fette di salame o la loro fetta di castagnaccio o il loro pane e cioccolato. Col tempo imparo a barattare la mia merenda con la loro.

Susanna Agnelli da Vestivamo alla marinara

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Il naso bagnato

Il primo giorno di scuola non lo ricordo. Ricordo invece altri giorni della prima classe, come questo.La maestra ha in mano una candela e l'accende. Chiama alla cattedra un bambino e gli dice: -Spegni.La maestra accende di nuovo la candela e chiama un altro bambino a spegnerla.E quello soffia. A uno a uno usciamo tutti dal banco e andiamo a spegnere la fiammella. Alla fine la maestra scende dalla cattedra con la candela in mano e ci dice: - State al vostro posto e quando vi dico «via» soffiamo tutti insieme per spegnere la fiamma.Noi soffiamo insieme e la fiamma si spegne. Dice ora la maestra: - Noi abbiamo fatto cos ì «f». - E con un pezzo di gesso traccia una grande effe sulla lavagna. Quel giorno scriviamo pagine e pagine di effe.Anche oggi, quando mi accorgo di pronunciare la effe, vedo la fiamma che si spegne.Per le tabelline non c'era invece un « metodo »: si dovevano mandare a memoria e su questo la maestra era intransigente, « per il nostro bene», diceva. Ed erano purtroppo d'accordo anche le mamme.Tutti i giorni interrogazione generale. Chi rispondeva esatto e con più sicurezza era premiato con l'incarico di bagnare il naso a chi aveva sbagliato. Quel dito umido di saliva era schifoso e umiliante. Toccò anche a me un giorno quell'incarico. Davanti alla fila dei compagni io ero imbarazzato e la maestra mi incoraggiava: - Ce l'hai la lingua ? Io gliela mostrai. - Forza, allora! Bagna il naso ai somari ! - dice.Fra i somari c'è Baldo, il mio amico, che mi fissa con gli occhi rassegnati. L'idea mi viene proprio da lui : fingo di bagnare il dito e gli tocco solo il naso. Mi viene da sorridere ma mi trattengo per non farmi scoprire dalla maestra.Anche Baldo, quando gli capitava, faceva lo stesso, da quella volta, anche altri. Ma non tutti. Qualcuno quando riusciva ad avere quel piccolo potere dava leccate di rabbia senza pietà. Non c'erano amici per lui in quel momento: era « bravo», aveva vinto.Mario Lodi da Il corvo

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Libri

Siete mai tornati, da grandi, nella vostra antica scuola elementare?Io sì, la rividi, l'altr'anno, dopo tanto tempo, la scuola dov'ero stato prima alunno, e poi insegnante: la bibliotechina, il salone, i maestri...La bibliotechina sempre la stessa, con gli stessi libri, con l'autore e il titolo scritti in bella calligrafia: "Ida Baccini – Tonino in calzoni lunghi", "Emma Perodi – Le novelle della Nonna", "Collodi nipote – Sussi e Biribissi", "Epaminonda Provaglio – Frullino, ovvero la Trottola meravigliosa". Libri mai letti, sempre desiderati, ma venivano dati in lettura solo ai più bravi della classe, e io non ho mai potuto sapere chi fosse Frullino, e che cosa facesse con quella sua trottola meravigliosa.Lo sapeva Marini, il mio compagno di banco, che aveva dieci in condotta e nove in profitto, e ogni settimana leggeva, per premio, un libro della bibliotechina.«Chi è Frullino?» gli domandavo. «Che fa con la trottola meravigliosa?»

Ma chi ha dieci in condotta non parla mai con i compagni, e Marini non mi rispondeva: se insistevo, alzava la mano e m'accusava presso il maestro.Oggi Marini fa il droghiere. Qualche volta lo vado a trovare, mi riceve cordialmente, mi dà gratis un bicchiere di citrato o un po' di polpa di tamarindo, ma non mi dice niente di Frullino e della trottola meravigliosa: e adesso, non perché non me lo voglia dire, ma perché non se ne ricorda più.

Giovanni Mosca da Ricordi di scuola

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 La scuolaVado a Scuola, vedo amici, gioco, parlo, imparo, rido,più si è, più si è felici:degli amici io mi fido....La maestra ha bei capelliè un'amica un po' più grandelei ci insegna ritornelli,lei risponde alle domande.vado a Scuola, vedo cose,le disegno con colori,sento storie misteriose,e alla fine torno fuori.

Roberto Piumini

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La nostra scuola ha cento anni !abbiamo lavorato tutti insieme per celebrare questo anniversario

abbiamo realizzato “cose grandi”...

abbiamo allestito mostre....

abbiamo abbracciato la scuola....

“ un secolo...una scuola ” - cento anni della scuola “Francesco Baracca” di COMO

classi prime: la scuola di ieri - la scuola di oggi ( 1915-2015)classi seconde: elaborazione plastico della scuola e realizzazione modello velivolo di Francesco Baracca. classi terze: il quartiere-scuola di ieri e di oggi, trasformazioni classi quarte: storia di Francesco Baracca a fumetti e realizzazione dello stemma con il “cavallino rampante” classi quinte: arte e architetture dell’epoca - la facciata della scuola : un alfabeto

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Un secolo, una scuola è la raccolta dei lavori degli alunni della Scuola Primaria Francesco Baracca e della Scuola Secondaria di primo grado Giacomo Leopardi di Como in occasione dei festeggiamenti del Centenario a cui si aggiungono le testimonianze di ex alunni e insegnanti che hanno trascorso un periodo della loro vita nell’edificio scolastico.

Sara della Torre – ElpoEdizioni

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Appello alle città gemellate Tokamachi, Nablus, Fulda, Netania, Como

Nella Giornata di Hina Matsuri - “festa delle bambole e delle bambine “facendo nostri i principi del Progetto Gemini: città per la Pace :

“...una proposta di promozione della cultura della pace che declina la conoscenza reciproca e la solidarietà, locale ed internazionale, quali elementi costitutivi di una società pacifica nonché principi fondanti di azioni di cittadinanza attiva e di volontariato.....”

chiediamo di non dimenticare le bambine che oggi, nel Mondo, sono private della propria Libertà, ovunque non vengano riconosciuti i fondamentali Diritti per l’Infanzia

chiediamoin particolar modo che siano restituite alle proprie famiglie a al Mondo, le bambine rapite in Nigeria.

Le bambine, le maestre, la Dirigente Scolastica Ada De Santis dell’I.C. Como Lago di Como

Como, 3 marzo 2015

... abbiamo pensato a chi non può frequentare la scuola...

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Regia:Pascal Plisson Distribuzione:Academy TWO Produzione:Barthélémy Fougea Data di uscita al cinema:26 settembre 2013 Durata:75 min. Sceneggiatura:Marie Claire Javoy e Pascal Plisson Direttore della Fotografia:Simon Watel Montaggio:Sarah Anderson Sylvie Lager Attori:Jackson SAIKONG, Salome SAIKONG, Samuel J. ESTHER, Gabriel J. ESTHER, Emmanuel J. ESTHER, Zahira BADI, Noura AZAGGAGH, Zineb ELKABLI, Carlito JANEZ, Micaela JANEZ

quattro bambini provenienti dalle montagne dell'Atlante in Marocco,dalle savane del Kenya, dagli altopiani della Patagonia,dal sud dell'India...quattro bambini uniti dalla stessa voglia di conoscere, di imparare....

abbiamo visto insieme “VADO A SCUOLA”:

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Kenia

MaroccoIndia

Argentina

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il 14 novembre 2015 abbiamo festeggiato il “compleanno” della scuolacon i nostri genitori e con i nostri insegnanti

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TUTTI TUTTITUTTI

A SCUOLA!I.C. Como Lago – scuola primaria “Francesco Baracca COMO

per il 20 novembre 2015 Giornata Internazionale per i Diritti dell’ infanzia e dell’

adolescenza