Giornata delle domande sulla terra cruda in edilizia

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terraepaglia R A C C O N T O B R E V E

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Resoconto in formato rivista di una giornata di cantiere in cui abbiamo cercato di rispondere alle domande pervenuteci in diretta dai social e alle domande più consuete che ci vengono rivolte sugli intonaci di terra cruda

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terraepaglia

R A C C O N T O B R E V E

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contenuto

premessa

policromia

intonaco

vernacolo

epilogo

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Fotoracconto di una giornata in cantiere per provare a rispondere alle domande consuete connesse all’uso della terra

di scavo e della paglia per la realizzazione di intonaci.

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premessa La nostra è un’impresa artigiana, come artigiani ci occupiamo principalmente

della posa in opera dei materiali. I materiali che abbiamo scelto, la loro diffusione, il loro

tasso di sostenibilità, la mancanza di informazioni, ci portano ad umanizzare il nostro

lavoro. Non possiamo limitarci alla lettura di una scheda tecnica e alla corretta lavora-

zione e posa in opera.

La scelta di usare la paglia e la terra cruda, con la specializzazione nell’utilizzo delle terre

di scavo e quindi di malte realizzate direttamente in cantiere, senza che queste subi-

scano un processo industriale di lavorazione e quindi di rifinitura e precisazione degli

impasti, ci pone in una sorta di terra di mezzo stretti tra l’incertezza del committente e

la necessità del “dato certificato” dei progettisti.

Di solito ci piace affrontare la “stretta” precedente direttamente in cantiere o davanti

agli edifici da noi realizzati che hanno una storia, una longevità, ci capita però di orga-

nizzare giornate informative per rispondere alle domande frequenti che ci vengono ri-

voltoenei diversi contesti, che siano fiere, mostre o appunto direttamente sui cantieri o

nelle attività di formazione ed educazione che periodicamente organizziamo.

Questa volta abbiamo deciso di utilizzare i social per organizzare una giornata di ris-

poste in diretta (abbiamo avuto poche domande anche in relazione allo scarso anticipo

con cui abbiamo comunicato l’evento), risposte a domande direttamente poste da chi

ci ha seguito o comunque collezionate tra le varie domande che ci vengono poste più

frequentemente.

Questo fotoalbum da conto delle considerazioni emerse in questa giornata con aggiun-

ta di alcune considerazioni da “backstage” sulle motivazioni delle domande che abbiamo

appunto scelto e le relative risposte.

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Ci piace smarcarci dal classico circuito “compro-pago-pretendo” per evidenziare il tentativo di stabilire relazioni progettista-committente-impresa che siano

regolate si da “contratti” da rispettare, ma che non siano solo ed esclusivamente questo, quindi la giornata è iniziata con una pausa di riflessione per meglio affrontare ciò che ci aspettava e confrontarci un ultima volta sugli obiettivi.

Q U A N T O B A S T A

il nostro motto inserito nel logo da la cifra del nostro atteggiamento

del nostro modo di lavorare

4 t e r r a e p a g l i a

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area da intonacare

La struttura in portante in legno che alloggia la tamponatura in balle di paglia è il frutto del

lavoro coordinato dello studio di architetti DDA e dello studio di ingegneri Zephirus: econologico.

Una domanda: come aggancio infissi o qualunque cosa debba ancorarsi alla parete? Si fa riferimento alla

struttura lignea (quasi sempre), si usano dei supporti, si può rinforzare la parte oggetto di ancoraggio.

T E R R A E P A G L I A

il primo strato di intonaco è una mescola di terra cruda e paglia

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Tre le componenti principali, materiali, attrezzature e persone, non esiste una ricetta univoca,

ma queste tre componenti sono tra loro interconnesse e determinano logistica e risultato finale. I tre

fattori si influenzano reciprocamente, il dato di partenza è l’uso della terra di risulta dagli scavi e la sua

composzione. Il resto è conseuqenziale ed interdipendente appunto.

Oggi non considereremo il contesto spaziale e temporale, ma se si vuole usare la terra di scavo

diventa fondamentale il posizionamento del cumulo e la separazione dei differenti cumuli (terra di su-

perficie, terra di diversa composizione). Un buon scavatorista distingue a naso, per esperienza, la com-

posizione del terreno ed è in grado di “stoccare” la terra in cumuli separati già predisposti per i diversi usi

in relazione al contenuto di argilla e sabbia (ricordiamo che stiamo ragionando sul possibile utilizzo per

intonaci interni su pareti in balle di paglia di una terra di scavo).

Secondo noi non esiste una ricetta universale (meglio la molazza o meglio il moscelatore? meglio una

sabbia di cava o una sabbia di fiume? meglio l’autocostruzione o la committenza?), la ricetta va declinata

a seconda del contesto e vanno ben proporzionati e mescolati gli ingredienti che si influenzano recipro-

camente, ma si parte sempre da tre fattori: materiali, attrezzature, persone.

In foto terra setacciata, pala, carriola, cazzuola, molazza, paglia, Zanche: gli ingredienti ci sono!

interconnessioni

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“abbiamo risposto alle domande più usuali sia nel campo dell’auto-

costruzione che nel campo dell’edili-zia artigiana, con foto e commenti in diretta da un cantiere, sempre partendo dall’applicazione in un

caso reale, senza riduzioni in scala o ricostruzioni ad hoc, abbiamo illus-trato le procedure che usiamo per la messa in opera di un intonaco in

terra di scavo alleggerita con paglia (primo strato su balle di paglia), la-

vorato a mano in cantiere e con l’ausilio di macchine e attrezzature”

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S A R A

Sara detta Uolli al lavoro su un architrave di terra, legno e paglia

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La terra trasferisce, restituisce, fornisce rapidamente e qua-

si naturalmente competenze per il suo utilizzo in edilizia, competenze

che vanno coltivate, accresciute, potenziate con la pratica di cantiere.

Competenze che debbono sperimentarsi e consolidarsi. Terricoli non

ci si improvvisa a meno che non si accetti l’idea che per conoscere e

comprendere spesso si è soggetti ad errore (che poi - dice Uolli - che

cosa si intende per errore?).

A seconda delle competenze e conoscenze acquisite si possono pa-

droneggiare diverse tecniche per la realizzazione di malte differenti,

di intonaci differenti, di murature differenti.

Cerchiamo di lavorare in modo omogeneo per ottenere prodotti che

rispondano in maniera omologa e che non abbiano punti deboli.

Con la terra di risulta ti trovi in presenza di una composizione che per

grandi linee prevede una componente inerte, sabbia e ghiaia fino a sas-

si e pietre, una componente legante, argille generalmente presenti in

unica tipologia e tutto il resto. La pencentuale di presenza di legante

ed inerte determina comportamento e prestazioni dell’intonaco che

andiamo a realizzare. Sulla percentuale di presenza di legante ed in-

erte si sono scritti trattati e spese parole, noi cerchiamo di “leggere”

la terra presente in cantiere ed in prima battuta sopperire ad un even-

tuale eccessiva presenza di argilla con una diversa lavorazione degli

impasti. In caso di povertà di argilla è possibile comunque filtrare gli

impasti per aumentarne la percentuale. Come detto persone e mate-

riali sono interconnesse tra loro e con le attrezzature presenti in can-

tiere che possono incidere positivamente sulla qualità degli impasti.

Difficile trovare attrezzi e strumenti nati per produrre intonaco dalla terra di risulta, quindi si scelgono i normali strumenti dell’edilizia, direi dell’edilizia di qualche anno fa, l’edilizia artigianale, che meglio si adattano allo scopo.

mescola di terra e paglia

abitare deve tornare ad essere un verbo attivo e non passivo

Argilla e sabbia danno massa agli impasti degli intonaci, la paglia la

usiamo come fibra, per alleggerirli o per “armarli”, per diminuire la fes-

surazione determinata dalla presenza di troppa argilla. Intonacando

per lo più balle di paglia andiamo a spingere questa miscela massiva

dentro la superficie della balla.

“ “

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c o l o r i d e l l a t e r r a

Il colore finale è imprevedibile perchè simile alla terra che si è usata, ma modificato in maniera decisiva dalla miscela realizzata in cantiere, in generale sono colori caldi, colori naturali, colori simili ai colori dei luoghi in cui si posiziona

la casa o da cui si estrae la terra.

P O L I

C R O

M I A

t e x t u r e

C O LO R E

C O L O R E

C O L O R E

10 t e r r a e p a g l i a

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i g r o s c o p i c a

t r a s p i r a n t e

f o n o a s s o r b e n t e

Usiamo paglia di grano (la più facile da reperire) lunga per

armare gli intonaci posti sopra la parti di legno andando ad incamiciarli

con “torciglioni” di terraepaglia. Usiamo paglia più corta per alleggeri-

re ed armare le altri parti di intonaco.

Controlliamo ogni centimetro quadrato di prodotto in assenza di

una macchina che garantisca la stessa proporzione delle componen-

ti dell’impasto e della corretta mescola, sopperiamo alla mancanza di

una macchina nata per fare questi impasti con una attenzione parti-

colare per avere un prodotto simile entro un margine accettabile, l’in-

tonaco diventa un “prodotto artigiano”.

C O LO R E

C O L O R E

C O L O R E

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I N T O N A C O

a p p l i c a z i o n e

H O R T I A M E R I N I

cantiere a Fornole di Amelia - Terni per l’azienda agricola horti amerini

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considerazioni Ci troviamo in un cantiere in cui la ristrutturazione di un vecchio casolare ha

previsto (architetti ddastudio di terni) l’incastro tra una parte recuperata e ricostituita

con materiali bioedili più convenzionali ed una parte in terra e paglia su struttura mo-

dulare denominata #econologico.

La struttura a moduli bidimensionali portanti che alloggia le balle di paglia viene in-

tonacata internamente a terra cruda e paglia. L’intonaco è stato messa in opera per lo

più manualmente.

Va posta attenzione ai materiali utilizzati, ma non costituisce nessuna preoccupazione il

posizionamento degli impianti dentro o sopra parete.

In questo caso non abbiamo usato diaframmi o separazioni, abbiamo applicato diretta-

mente gli intonaci sulle balle.

Durante questa giornata informativa, per la porzione di intonaco rimasta, abbiamo

mostrato alcune delle tecniche più diffuse, sia per l’autocostruzione che su committen-

za, per dare conto di diverse modalità di lavorazione ed applicazione, metodi per prepa-

rare le superfici e gli impasti.

Non abbiamo preso in considerazione l’uso del miscelatore ad elica, avendo in cantiere

una molazza, ne la betoniera che complica le possibilità di mescolamento della paglia a

fibra lunga.

Cerchiamo di sperimentare comunque con continuità, influenzati dai committenti, dai

progettisti e dai visitatori in cantiere, cerchiamo di sintetizzare procedimenti utilizzabili

nella maniera più consona ai diversi contesti.

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Rasare le balle aiuta la messa in opera degli intonaci diret-

tamente sulle balle.

In assenza di diaframmi tipo stuoie applicate sopra le balle per ac-

cogliere gli intonaci, la “rasatura” facilita la messa in opera degli in-

tonaci, non è una lavorazione necessaria, ma propedeutica.

Sempre il decespugliatore può essere usato per accorciare, sminuz-

zare la paglia.

Come già detto sono attrezzi nate per altri scopi ed adattati per la

lavorazionedi questi materiali.

Non abbiamo ancora trovato una macchina che ci soddisfi per la

preparazione degli impasti di terra e paglia, non ci soddisfa la be

toniera, ne la molazza, ne il miscelatore, ne le impastatrici a coclea,

ad oggi in cantiere preferiamo lavorare a mano tutti gli impasti che

utilizziamo.

Questo è uno dei casi classici in cui la mano dell’artigiano arriva fin

dove la macchina non potrebbe arrivare.

Ci stiamo impegnando perchè si progetti e costruisca questa mac-

china, la scelta se usarla o meno deve dipendere dal contesto e non

dalla sua mancanza.

L’artigiano piega il macchinario al suo volere per la corretta posa in opera e si serve della macchina poer diminuire la fatica, velocizzare il lavoro, migliorare la messa in opera, sopperisce con la propria esperienza e manualità alle

eventuali carenze che la macchina adattata alla bisogna potrebbe avere.

lavorazioni

Ad oggi in ogni cantiere abbiamo sempre lavorato gli impasti princi-

palmente a mano, i risultati sono molto confortanti e consentono di

poter scegliere di usare la terra di risulta per intonacare la propria

casa senza nessun patema d’animo.

decespugliamento paglia per preparazione superficie

“ “

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S P R U Z Z O

A R T I G I A N O / M A C C H I N A

c o n c o m p r e s s o r e

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Non esiste regola d’arte che prescinda dalla capacità di chi mette in opera,

soprattutto per l’autocostruzione: ogni cantiere deve trovare la giusta interdipendenza

tra materiali, attrezzature e persone.

Nel team c’è chi stende intonaco, chi continua l’impasto e chi fa foto (ci piace documen-

tare), l’organizzazione del cantiere è fondamentale, i tempi di lavorazione e produzione

degli impasti, di spostamento e di utilizzo devono essere ben scanditi.

La terra necessità quasi sempre di setaccio per separare gli inerti a granulometria non

adatta, viene poi “molazzata”, viene mescolata con la paglia, spostata e messa in opera.

Terraepaglia snc siamo Sanni, Sara e Andrea, in tre riusciamo ad alternarci ed a sincro-

nizzarci in modo da avere continuità e quindi da non interrompere il processo di lavora-

zione.

Non conviene avere eccesso di impasto che rimane fermo troppo a lungo prima di es-

sere messo in opera, ne è conveniente avere carenza di terra setacciata o di impasto.

La logistica di cantiere è fondamentale.

Le macchine consentono di velocizzare i processi, la terra di risulta ha i suoi tempi di

asciugatura rispetto ai quali tarare gli interventi successivi di applicazione di finiture o

di altri strati di intonaco.

Qui a destra un’intonacatrice ad aria compressa che spinge l’intonaco dentro le balle.

In questi casi soprattutto quando c’è una percentuale eccessiva di argilla, “tagliamo” la

terra di risulta con sabbia per diminuire la fessurazione visti anche gli spessori degli

intonaci.

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Terra di risulta dagli scavi, non sottoposta a lavorazioni industriali che direttamente in cantiere viene lavorata con diverse attrezzature per poi essere messa in opera. Alte prestazioni per un tasso di sostenibilità che non ha paragoni.

sostenibilità

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B E N A T U R A L

B E N A T U R A L

B E N A T U R A L

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Cerchiamo di tenere sotto controllo i processi, per

noi la “regola d’arte” si traduce in controllo dei processi.

Materiali, attrezzature e persone per innescare un processo

di cui si sappiano distinguere e controllare le diverse fasi di

lavorazione.

Il controllo del processo ci consente di arrivare al risultato

desiderato.

Il controllo del processo ci consente di intervenire e miglio-

rare comportamenti dei materiali o delle attrezzature che

non ci convincono.

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L’incontro con ditte edili “tradizionali” è sem-

pre occasione di scambio e di crescita.

Sebbene il cemento e la cultura del cemento, la velocità,

abbiano condizionato la crescita professionale di tante

ditte ed artigiani, la convivenza in cantiere è sempre im-

portante.

Ogni volta impariamo qualcosa anche se siamo portato-

ri di valori sensibilmente differenti.

Motivo di riflessione per noi una discussione avuta pro-

prio sul cantiere di Fornole.

L’altra ditta che è intervenuta, per lo più sulla parte di

casa ristrutturata, vedendoci scattare foto, discutere di

“filosofia”, utilizzare i social, fare dirette streaming dal

cantiere, diciamo in termini classici “perdere tempo”,

dopo alcuni giorni di cantiere insieme ci ha fatto una

confidenza, ci ha raccontato un suo rammarico.

In presenza di tanti lavori eseguiti, da quelli più partico-

lari ed unici a quelli in serie degli appartamenti costruiti

senza committenti, questa impresa non aveva alcuna

documentazione, ne dei loro lavori che più li hanno

soddisfatti ne dei lavori più usuali e convenzionali. Il

rammarico era dovuto a questa assenza di “memoria” a

questa carenza di testimonianza della trasformazione

che il loro lavoro aveva prodotto nel territorio. Lavoro e

fatica che rimangono nel prodotto finale, ma che appun-

to non sono stati documentati.

Siamo un’impresa che ha finalità principalmente econo-

miche, ma che vuol tenere in debita considerazioni la

documentazione, la memoria.

Educazione, formazione, crescita, la lavorazione manuale e la logistica di cantiere ci permettono di imparare facendo insieme a

tutti gli altri attori coinvolti.

manualità

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V E R N A C O L O

c o n n e s s i o n i

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Primo strato di intonaco in asciugatura, la seconda mano o la finitura verranno applicate appena l’asciugatura sarà

completa. Il grano germogliato che si asciuga da una indicazione naturale sul grado di essiccazione.

Questo strato è uno strato massivo che migliora lo sfasamento della parete in balle di paglia che ha un ottimo comporta-

mento in termini di coibentazione. In nessun momento rilascia sostanze tossiche o pericolose per l’uomo o per l’ambiente,

essendo composto di argilla e paglia è facilmente “smaltibile” e riciclabile, non inquina, è completamente naturale.

A S C I U G A T U R A

c o m b i n a z i o n i

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Vorremmo concludere questa giornata di lavoro e condivi-

sione virtuale con una riflessione sulla sostenibilità, senza la pre-

tesa di dare risposte assolute, portando il nostro punto di vista

e la nostra esperienza su ciò che può/vuole essere sostenibile in

edilizia: materiale principale per gli intonaci preso direttamente

dal luogo dove sorge la casa (terra) e altri (paglia) arrivati dai cam-

pi vicini, lavorati in loco e trasformati dagli artigiani per diventare

parte della casa.

Materiali, attrezzature e persone protagonisti sulla strada della

sostenibilità.

E P I L O G OR A C C O N T O B R E V E

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