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2 Sommario

Poesia p. 3

La Parola della Fondatrice oggi p. 4

Noi … del Consiglio p. 6

Ministeri e Dimensioni p. 8

I Laici Canossiani p. 15

L’Oggi di Dio per il Domani p. 16

Le “Montagne di Gemme” p. 18

L’educazione: radici e fiori p. 19

Provocazioni Laiche alla V.C. p. 22

Il Breviario del Prete p. 23

Giubilei della Provincia p. 24

La Voce dei Territori p. 26

Parliamo di… p. 41

Semi di Riflessione p. 46

Prossimi Appuntamenti p. 47

Freschi di Stampa p. 47

Page 3: Giornalino6

Poesia 3

Ti ringraziamo, Padre misericordioso,

per la visita che ci fai,

nella nostra vita, nelle nostre case.

Ti ringraziamo per ogni volta in cui

viene il più grande degli ospiti:

il Figlio tuo incarnato.

Egli è sempre un dono di Maria.

Fa’ che anche noi, con Maria,

possiamo portare saluto

e benedizione di pace

ai nostri amici, ad ogni uomo.

Ti ringraziamo o Maria,

perché hai portato la benedizione

e la pace di Cristo,

alla casa di Elisabetta

e con la tua presenza,

hai benedetto Giovanni Battista.

Benedici anche noi,

affinché siamo sempre più attenti

alla presenza di Cristo.

Amen.

Bernard Haring

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4 La Parola della Fondatrice

A voi Sorelle, Fratelli ed Amici che condividete il

carisma di S. Maddalena, offro alcuni pensieri

tolti dalle lettere scritte da S. Maddalena.

Quanto la nostra Madre Fondatrice ci propone è

un invito alla gioia, alla serenità. Ascoltiamola!

“Preparatevi, che quando vengo, vi abbia da trovar tutte allegre,

ma voi in particolare, allegra, ridente, ilare, che, in mezzo al gran lavoro che vi sarà, abbiamo da essere sempre allegrissime”.

(M.d.C a Giuseppa Terragnoli, lett.1785 , Bergamo -18.04.1827)

“Per sua consolazione le fo sapere che la nostra Teodora si

diporta assai bene e si dimostra sempre più contenta della sua

vocazione, e sembra sia molto brava di lavoro”.

(M.d.C ad Angela Bragato, lett. 1137, Venezia – 22.5.1819)

“La Maria Moterlini che è qui con me se vedeste come sta bene

e come è allegra, non la conoscereste più; ma perché stia bene,

conviene che stia in moto, vi assicuro che, a vederla così allegra e così disinvolta, io resto incantata”.

(M.d.C a Domenica Faccioli, lett. 2323, Venezia – 28.06.1831)

“Riguardo alla Annetta sappiate che sta benissimo, ha fatto la

più bella ciera, è allegra come un campanello, e si trova contentissima”.

(M.d.C a Giuseppa Terragnoli, lett. 2057, Verona -28.10. 1829)

Questi pensieri ci invitano a riflettere sul nostro modo di essere e di vivere e ci

invitano a riscoprire il rapporto tra serenità e missione, serenità e scelta di vita,

serenità e apertura agli altri.

Il rapporto tra serenità e missione (lavoro) si realizza quando il donare è frutto

di una scelta d’amore, quando il cuore di una “madre” o di un “padre” vibra perché

la vita germogli, cresca e si sviluppi. Possiamo essere immersi in un lavoro

ministeriale assiduo e impegnativo (gran lavoro) e lasciare trasparire la gioia

dell’incontro, la serenità di chi sa di essere stato amato e chiamato ad amare. Come

può il volto di chi ama mostrare i segni costanti della noia, della tristezza?

S. Maddalena ci invita ad essere sempre allegrissime, non perché rifiutiamo la fatica,

le prove inevitabili della vita, ma perché, quando si percepisce che l’amore è la

ragione del vivere e del morire, cessa la tristezza per fare strada alla gioia

che è frutto dello Spirito.(Cfr. E. Bianchi, Tristezza, in Una lotta per la vita, ed. S. Paolo, Cinisello Balsamo, Mi,

2011)

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La Parola della Fondatrice 5

Il rapporto tra serenità e vocazione si sviluppa quando la persona ha scoperto il

volto del Signore, ha percepito la Sua chiamata e liberamente manifesta la sua

disponibilità a seguirLo. Tale rapporto si traduce nell’esperienza gioiosa di chi

racconta di avere visto, ascoltato, contemplato, toccato con mano (Cfr. 1 Gv, 1, 1-2)

che il Signore è la fonte della vita vissuta nella gioia (contenta della vocazione). La

serenità che ne deriva sostiene il cammino del credente che decide di percorrere,

nel nome del Signore, la strada inedita da Lui tracciata, strada non sempre piana,

priva di ostacoli, ma ricca di possibilità di bene. La persona che ha incontrato il

Signore sperimenta la gioia perché scorge la bontà dell’esistenza, la sente

palpitare anche dentro e oltre le tempeste che si abbattono sul cammino

della vita; ella sperimenta infatti che il Signore rimane sempre l’Amante

della vita di ogni persona. (Cfr. G. M. Bregantini, I. Nucera, Sette lampade tra le pietre e le

stelle, Città del Sole, R. Calabria, 2010)

La gioia della sequela nasce quindi non da una illusione, dal non

comprendere le difficoltà, ma dalla certezza che il Signore è con noi e ci

chiama ad amare mentre ci fa sentire quotidianamente il Suo Amore.

Il rapporto/incontro con la serenità dell’altro non lascia indifferente la

persona (Maddalena resta incantata), ma suscita gioia, incanto e promuove rapporti

di pace. Lasciarsi “incantare” dal bene diffuso dagli altri significa avere un cuore

aperto e disponibile, libero da pregiudizi e orizzonti ristretti, aperto invece alla

possibilità di scorgere i segni di bene presenti nelle persone che incontriamo. E’ il

“contagio” del bene che si fa strada e promuove relazioni costruttive, alimenta la

gioia nel contesto in cui le persone vivono (come il suono del campanello).

Ci sia dato di vivere e promuovere contesti di accoglienza, di gioia, ove il bene si

propaga e il male viene presentato al Signore perché perdoni e guarisca.

Sorelle e Fratelli, il pensiero di Maddalena si fa eco del pensiero di Paolo apostolo:

“Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né

per forza, perché Dio ama chi dona con gioia”.(Cfr. 2 Cor 9,7)

La presenza dello Spirito, dentro e in mezzo a noi, ci consolidi nell’Amore, e la

disponibilità gioiosa di ciascuno di noi renda visibile la presenza paterna del Signore

nella storia degli uomini e delle donne del nostro tempo.

__________________

Superiora Provinciale

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6 Noi … del Consiglio

Così recita il ritornello del salmo responsoriale, durante la Liturgia della Parola, nella

festa della Visitazione della Beata Vergine Maria.

Della stessa gioia esulta il nostro cuore al termine della Visita Canonica

Generale ai Territori di Padova (04-19 aprile 2011) e di Verona (03-17

maggio).

Apertura

Una visita iniziata ufficialmente in preghiera, a Verona, con l’Eucarestia celebrata da

Padre Antonio Papa, Generale dei nostri Fratelli Canossiani, la mattina di domenica,

3 aprile 2011, nella Cappella di Casa Madre. I due Consigli, Generale e Provinciale al

completo, si ritrovano poi per condividere il cammino percorso dalla Provincia

“S. Maddalena di Canossa”, in questi suoi primi due anni di vita e per evidenziare gli

aspetti positivi e critici della nuova forma di governo. Il dialogo, denso di partecipazione

e di interesse, coinvolge tutte nella comprensione dell’attuale situazione.

Il pomeriggio dello stesso giorno vede la ripresa dei lavori, preceduta da una suggestiva

ora di preghiera nell’anticamera della cella di S. Maddalena. Ripercorriamo i suoi passi di

Fondatrice delle prime cinque Case dell’Istituto in Italia, riflettendo, al tempo stesso, su

alcuni aspetti caratteristici della sua vita e della sua personalità: la formazione spirituale

alla scuola di Don Libera, la sua calda umanità aperta all’amicizia, la magnanimità nel

favorire lo sviluppo di altri carismi, la febbre della carità che l’ha divorata, lo slancio

missionario, l’amore per la Chiesa e per il Papa. Lo spirito di Maddalena pare vibrare

nell’aria, mentre la piccola assemblea benedice il Signore per la ricchezza del carisma e

della sua espansione nel mondo.

Spetta a M. Adriana Poretto, Consigliera Territoriale di Padova, presentare per prima il

Territorio di cui si prende particolare cura. Idealmente ci spostiamo da Trieste a

Venezia, da Padova ad Asiago, da Feltre a Valdobbiadene …, godendo della singolare

realtà di questa porzione di Provincia.

Si parte per la Visita Canonica al Territorio di Padova

L’indomani mattina, 4 aprile, il grande esodo! Due macchine da Padova e da Fonzaso,

dopo la S. Messa, sono già pronte per accompagnare le Visitatrici nelle comunità loro

assegnate:Feltre, Fonzaso, Valdobbiadene, Veternigo, Caerano. Anche le Consigliere

Provinciali prendono la strada del ritorno e ciascuna, tranne la Madre Provinciale,

M. Marilena, che rimane al Nord per impegni contingenti, rientra sollecitamente nella

propria sede.

Si torna

E’ stato bello ritrovarsi, Consiglio Generale, Madre Provinciale, M. Vicaria e Consigliera

Territoriale, a distanza di quindici giorni, a Padova, per condividere il racconto delle

cinque Visitatrici, quasi la restituzione, con personali e interessanti sottolineature, della

presentazione precedentemente offerta. Sono stati pure toccanti il convenire delle

singole Superiore del Territorio di Padova, il giorno successivo, e l’abbraccio caloroso

scambiato con le proprie Visitatrici. Davvero, possiamo esclamare:

“La tua visita, Signore, ci colma di gioia!”.

Il gruppo delle Superiore accoglie con cuore grato la visione, ottimistica e reale al tempo

stesso, donata dalla Madre Generale, M.Margaret Peter, e dalle sue Consigliere: una

visione incoraggiante e aperta alla speranza e alla fiducia che distende i cuori nella

serenità.

Nell’ aria, si avverte già l’ avvicinarsi della Pasqua, richiamata poeticamente da

M. Adriana Poretto, a conclusione della visita canonica, anche con un brano di Don

Tonino Bello dal titolo: “Il campanaro del Risorto”, augurio per diffondere la letizia

pasquale, ciascuna nel proprio ambiente di vita. E’ il 19 aprile, martedì santo. Dopo il

pranzo, il Consiglio Generale rientra a Roma per vivere, con meritata distensione, la

Settimana Santa.

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Noi … del Consiglio 7

Visita Canonica al Territorio di Verona

Il 3 maggio, di nuovo il Consiglio Generale ritorna a Verona per dare inizio alla visita

canonica a questo Territorio. Ad accoglierlo ci sono la Madre Provinciale, la Madre

Vicaria e la Consigliera Territoriale, M. Annalisa Perina.

Ci si ritrova nel primo pomeriggio e si procede allo stesso modo che a Padova: breve

preghiera iniziale, presentazione delle singole comunità del Territorio e richiesta, da

parte delle Visitatrici, di chiarimenti o di spiegazioni. E l’indomani mattina, mercoledì,

04/05, via per Schio, per Legnago, per Trento, per Coredo e per Costermano!

Le 17 comunità di Verona hanno la gioia di godere in fraterna semplicità la presenza

delle Visitatrici Generali; il tempo loro riservato viene avvertito troppo breve e fuggito

velocemente. Ultima comunità ad essere visitata, proprio dalla Madre

Generale, è la comunità di Casa Madre che conclude solennemente la visita

con un festoso Magnificat, domenica sera, 15/05.

Le altre Madri Consigliere Generali sono già a Verona, mentre da Roma la Vicaria

Provinciale raggiunge la Madre Provinciale, M. Marilena, che nel frattempo ha visitato

alcune Case del Territorio di Padova e di Milano.

Si racconta

Lunedì, 16/05, i due Consigli si ritrovano per raccontare quanto il Signore ha

permesso alle singole Visitatrici di rilevare e di comprendere nelle diverse realtà. Il

confronto è sempre illuminante e offre interessanti elementi per il discernimento del

prossimo Consiglio Provinciale, in giugno.

Diciassette comunità: speriamo tutte di cavarcela velocemente! Invece il racconto

diviene così intenso che ci occorrono ancora due ore dopo cena per ripercorrere

completamente le comunità del Territorio.

Caloroso l’incontro, la mattina seguente, martedì, 17/05, tra le Visitatrici e le

Superiore delle singole comunità: un abbraccio come tra amici che si ritrovano dopo

una bella avventura vissuta insieme!

La Madre Generale apre la relazione della visita canonica, richiamandone le

finalità specifiche: un incontro fraterno con le comunità per condividere un poco la

vita e per incoraggiare a vivere il carisma, offrendo, dove opportuno, intuizioni e

suggerimenti per continuare meglio il cammino.

Le cinque Madri del Consiglio Generale si alternano nel tratteggiare le

caratteristiche rilevate, nel breve passaggio nelle singole comunità, circa la vita

spirituale, la vita fraterna e la missione

Madre Margaret conclude la rilettura della visita canonica con un largo

incoraggiamento. La Provincia Italia è ricca di sorelle cariche di anni, di fede e di

sapienza; meno, invece, di presenze giovani. “Niente paura!”, sostiene la Madre; il

Signore sta chiamando ancora e lei stessa ne ha colto segni promettenti. A noi,

intensificare la preghiera e dare gioiosa testimonianza della bellezza della vita

consacrata nella nostra Famiglia Canossiana.

Con uno spontaneo applauso, l’assemblea sottolinea l’apprezzamento per le

incoraggianti parole ed esprime, con un dono significativo, la propria gratitudine per il

provvidenziale passaggio del Signore con la visita canonica.

Anche noi del Consiglio Provinciale desideriamo esprimere da queste pagine a Madre Margaret, a M.Annamaria, a M.Anna, a M.Elisabeth, a M.Anne la nostra riconoscenza per essere passate attraverso questi due Territori, lasciando un segno autentico di semplicità evangelica e di benevolenza tutta canossiana.

M. Giovanna Radice

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8 Ministeri e Dimensioni

Maggio e giugno: tempo di prime comunioni, di feste, di inviti, di regali e di incontri! Oggi “ la Prima Comunione” è diventato un vero “business, anche perchè i fanciulli sono così facilmente influenzabili. Eppure c’è qualcuno che, al posto dei tanti regali, ha pensato di offrire al

proprio bambino un dono diverso, il dono di una lettera. (*)

“ Caro Giuseppe,

la prima volta che vedrai questo libro avrai meno di 10 anni. E’ un libro un po’

particolare, perché narra una storia che ha a che fare con te… E’ una lettera, come di

quelle che si scrivevano una volta, quando ancora erano lontani l’universo del

linguaggio informatico e l’era delle e-mail. Una lettera tutta per te che, biro alla mano,

ho scritto pensando al tuo primo incontro con la Vita…

Sì, è vero! Non ci crederai, ma ho usato una comunissima penna al posto della mia

vecchia tastiera IBM con cui trascorro le lunghe giornate di lavoro…

Una “lettera”, Giuseppe, non un’e-mail o un sms con i quali avrei certamente

semplificato l’impresa. Una lettera scritta con inchiostro nero che, sarà anche solo

sensazione, appare come di carattere indelebile a confronto della memoria

virtuale di un telefonino o di un PC di ultima generazione….

E allora provo a spiegarti la ragione che mi ha spinto a parlarti in un libro. Anzi le

ragioni, perché sono due.

La prima è molto semplice.

Per dirti quelle cose che ti narro nel libro, scriverle mi è sembrata l’impresa più facile.

Sono cose importanti per me, Giuseppe. Molto importanti. E così voglio consegnartele,

come fossero dei preziosi….

Il secondo motivo è perché farlo mi è sembrato un incantesimo capace di arrestare un

tempo che avanza repentinamente, cosicchè il presente duri un po’ per sempre.

Ascolta Giuseppe: ci saranno giorni in cui vorresti che tuo padre ti desse delle risposte,

dei consigli, ma lui non lo potrà più fare… Davanti a quel silenzio, non potrai fare altro

che affidarti alla memoria.

Ti verrà in aiuto il ricordo del “come l’avrebbe vista e vissuta lui”, il tuo papà, una

certa situazione…. Tutto qua.

E’ una traccia di riflessione, caro Giuseppe, che ti consegno con l’augurio che tu possa

ricavarne di ancorarti saldamente al porto della vita: la Speranza.

(*) Daniele Cirioli “Al cuore della vita. Lettera a un figlio nell’era delle e-mail e degli sms” TAV Editrice. ( E’ il marito di un’ex allieva di

Piedimonte Matese – CE )

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Ministeri e Dimensioni 9

….”Ascolta, Giuseppe: nella vita non è la “notte”che deve farti paura, né il “giorno” a darti

sicurezza. Nel mezzo – tra la notte e il giorno – c’è un’aurora: una progressiva

dissolvenza delle tenebre che lasciano la scena alla luce di un nuovo mattino.

“Hai visto quanto buio e quanta luce, quante notti e quanti giorni può riservarti una

vita? Tutti eventi, se ci fai caso, con uno stesso denominatore: la ricerca della felicità!

Perché, in fin dei conti, cosa vogliamo di più dalla vita se non essere felici?

La vera felicità, quella che dura e non passa mai – ricordalo sempre – non sta nel

possedere “qualcosa” o “qualcuno”; e nemmeno nell’avere “tutto” o “tanto”.

Piuttosto, si conquista vivendo in armonia con se stessi e con il mondo intero:

come da un puzzle puoi ottenere un’immagine visibile e definita solo se metti i vari pezzi

al posto giusto, così la felicità si ricava soltanto riuscendo a sincronizzare la propria

vita nel disegno più grande della Vita, perché è Dio che ci vuole felici!

Posizionandola, cioè, al posto giusto e legandola perfettamente ai contorni delle altre

tessere che formano il mosaico del presente: per arrivare a tanto, mio caro

Giuseppe, c’è bisogno di verità: di capire, insomma, se stessi e il mondo

intero”.

“Questa lettera l’ho maturata in questi anni, vedendoti crescere e l’ho scritta pensando

al tuo primo incontro con la Vita. Anche se il rumore della festa sovrasterà in quel giorno

la magia del momento, resterà comunque indelebile nella tua mente e nel tuo cuore il

ricordo della “prima Comunione”. E’ così per tutti e lo è stato anche per me. Un incontro

che si vive come una tappa di maturità. E dovrebbe esserlo davvero…

Prima di chiudere questa conversazione, voglio svelarti un ultimo trucco. No, non è di

quelli per la tua prediletta Playstation; è un segreto per vincere a nascondino con Dio. E’

un furbo, accidenti! E non si lascia trovare facilmente. Quando lo senti allontanarsi

dalla tua vita e pensi che sia nascosto, comincia subito a cercarlo. Non

aspettare tempo. E, senza distrarti a cercarlo in luoghi disparati, usa questo metodo

che ora ti dico, sperimentato e infallibile: lo rintraccerai subito e non lo perderai mai più

di vista. Il segreto è: nutrirti assiduamente alla mensa della Sua parola. Attimo

dopo attimo, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno…

Vedi, Giuseppe: Credere, nel senso cristiano, è un modo di vivere. E’ dinamismo: una

continua azione di riflessione e di preghiera! Credere, vorrei che non lo dimenticassi

mai, è la sola strada che conduce alla stupenda realtà, al cuore della vita”.

Con affetto,

Il tuo papà.

Grazie, Daniele, per il tuo coraggio di andare contro corrente!

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10 Ministeri e Dimensioni

Quante volte, quante sere, ho guardato dalla mia veranda le finestre illuminate della

casa delle Madri Canossiane!

Quante volte ho pensato: “domani vi porto il mio bambino perché raccolga la sua

quotidiana dose di affetto; quante volte, in seguito, ho creduto: “domani pregherete

per lui che ora studia e gioca lontano!”

Quante volte siete con me?

Il territorio di S. Maddalena è uno Stato Universale in cui tutti siamo regnanti, in cui il

titolo non si perde, ma si consolida nell’esamina che il prodotto del cuore non possa

essere perso o sminuito.

Sovrani a cinque stelle.

Il rapporto con S. Maddalena rinvigorisce il gusto del bello e si manifesta nel genio e

nella semplicità dell’arte del cuore, rappresentata questa nel concreto come

nell’adorazione.

Quanto sia estensibile il concetto di madre non lo si capisce neanche se si percorrono,

con guide qualificate, i sentieri dei musei; è una prova del quotidiano che si allunga

oltre i diretti destinatari e diventa missione nell’altro, specie se l’altro non è così

vicino.

La forza di un’immagine, come quella della maternità, travalica i confini del tempo,

delle tele, dei blocchi di marmo, ma di ciò non ne abbiamo la vera convinzione.

Quanto ci abbiano nascosto i maghi della storia dell’arte lo abbiamo compreso?

Tutto è dietro la cornice, anche dietro i templi che concedono ad esso notorietà.

Tutto sta in un panno di lino bianco, stirato e ricamato, in piccoli petali spioventi che

si vergognano di essere fiori, ma che raggiungono l’anima con la forza di una foresta.

Quanto ho pensato alle mani di chi, volendo rappresentare un pensiero, ha reciso

quei fragili steli perché fossero spioventi testimoni di un evento e di un augurio di

cuore!

Gli incontri importanti si capiscono da grandi, ma quanto grandi essi siano, lo

dimostra il tempo che passa e che non cambia il sentire.

Così, nella comunità delle Madri Canossiane, ho capito quanto essere madri non sia

avere un figlio, ma considerare e parlare di ognuno di noi come se lo fosse.

Maria Lucia Stolfi Mamma di un ex alunno

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Ministeri e Dimensioni 11

Serenità. E’ la sensazione che ti regala la festa di fine anno dell’Istituto Canossiano. Questo piacevole stato d’animo si arricchisce ancor di più con la celebrazione

Eucaristica della Santa Messa per pregare e ringraziare Maddalena di Canossa, la Santa guida dei nostri ragazzi.

Ogni anno faccio di tutto per partecipare

alla festa nel parco della scuola, allontano

impegni, cambio l’agenda che mi detta il

lavoro, dico a colleghi e direttore che quel

giorno non ci sono e, se proprio non ce la

faccio, perché il giornale presenta

quotidianamente il conto, il Corriere della

Sera esce tutti i santi giorni, prima mi godo

la festa delle Canossiane e poi in serata mi

presento in redazione. Più disponibile verso

gli altri, più ricco, più leggero, più forte.

Ma è la serenità, d’animo, mentale, di

coscienza, culturale, che più mi colpisce. E’

una condizione, una sensazione, uno star bene con se stessi e gli altri che non è facile vivere, soprattutto in questa società che ci condanna a correre tanto e a riflettere poco, ma che quella splendida festa annuale della scuola delle Madri Canossiane ti regala.

Merito di chi la organizza, della Dirigenza

dell’Istituto, di quel magnifico esercito della

pace e della preghiera composto dalle

Madri, degli Insegnanti sempre vigili, dei

bambini, dei ragazzi, degli studenti, dei

genitori che vi partecipano, felici di esserci.

Come si fa a restare freddi, insensibili alle

recite dei più piccoli, ai loro canti, ai loro

teatri? Sono interpretazioni così curate che

si resta incantati, simbolo di uno sforzo, di

una volontà, le loro, e di quelle degli

Insegnanti che vi hanno dedicato ore,

giornate, settimane di impegno.

Fanno venire in mente a noi genitori di

ragazzi più grandi, che anni fa eravamo

commossi, ma sì ammettiamolo con un po’

di magone addosso, di fronte alle

interpretazioni e alle recite dei nostri figli

che allora facevano la scuola dell’Infanzia o

la scuola Primaria.

La forza delle Canossiane è quella di

prenderti per mano da bambino e

accompagnarti negli anni facendoti

diventare grande, maturo, sicuro,

disciplinato, onesto e, non certo per ultimo,

un buon cristiano. Tutto questo lo si vede, lo

si percepisce durante la festa di fine anno,

appuntamento sì ludico, ma anche di

educazione.

Anche questo è uno dei segreti della Scuola:

saper unire educazione scolastica, in tutti i

suoi aspetti, e divertimento. Sono convinto

che lo studente, di qualsiasi livello, rende di

più se nella casa della cultura, qual è sempre

una scuola, trova educazione e divertimento.

Sono due condizioni, lo studio e il poter

sorridere, che, se vanno a braccetto,

danno risultati impensabili.

La festa della scuola “Maddalena di Canossa”

è il simbolo di tutto questo, l’unione di due

forze: lo sguardo, talvolta severo dei

Docenti, delle Madri, della Preside,

accompagnato dal sorriso, dalla voglia di

stare insieme, di ballare, di cantare, di

conoscersi, di incontrarsi, di stringere mani,

di recitare, di farsi una pizza o una salamella.

Senza dimenticare mai, sia chiaro, la spinta,

l’energia, che ti dà la preghiera.

Per esempio quella corale, resa armoniosa

dai canti che tutti, ma proprio tutti i ragazzi,

hanno intonato per invocare e ringraziare il

Signore nella Messa di fine anno. Dai più

grandi, che si consegneranno intimoriti, ma

preparati, tra pochi giorni all’esame di

maturità, ai più piccini, con le loro mani

giunte, orchestrati dalle Madri e maestre. La

Santa Messa nel Duomo di Monza per

celebrare Maddalena di Canossa, la Santa

che ha accompagnato la crescita scolastica e

religiosa dei nostri ragazzi, è un momento di

intensa preghiera, ma è anche un’alta

rappresentazione del rigore morale e

cristiano che accompagna la missione

canossiana.

Festa e Messa, due momenti magici e cristiani, che le Canossiane organizzano e celebrano con armonia. E’ così che si crea serenità. Un capolavoro Canossiano, dipinto tutti gli anni.

Daniele Dallera - Monza

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12 Ministeri e Dimensioni

Per chi vive attivamente il Carisma di Maddalena, l’8 maggio è una giornata

emozionante, che si rinnova, sempre unica e particolare.

Non è affatto difficile trovare il cuore di quanto Lei ha insegnato e per certo è ancora

vivido attorno a noi che, ogni giorno,

cerchiamo di essere suoi testimoni.

Il Carisma c’è, lo si sente più che mai nel

sole di una bellissima giornata di inizio

maggio, caldo tanto da far sentire la sua

presenza; lo si sente nel silenzio che

sembra quasi fermare il tempo a voler

ascoltare i canti e le preghiere e si fa

intenso quando si alza al cielo il pane,

testimonianza del dono di Dio; lo si respira

in quella brezza fresca che pervade il

cortile, dando sollievo alle Madri

canossiane, ai docenti, agli operatori e

soprattutto a loro, ai nostri ragazzi, che

tanto Maddalena amava e portava nel cuore.

Non c’è bisogno di chiedere, non c’è bisogno di parole, basta guardare gli occhi sereni,

radiosi degli ex allievi che ogni anno puntualmente ritornano al Centro per festeggiare

Lei, Lei che ha trasmesso anche a noi operatori la passione per la formazione, quella

formazione che è prima di tutto del cuore, poi della mente e infine per la vita. Ogni

anno il Carisma è vivo più che mai, si rinnova, si fonde con canti, balli, sorrisi, pianti e

con la voglia di esserci, di voler testimoniare senza paura la fede, la passione, la

speranza di poter dare a questi ragazzi gli

strumenti sufficienti per poter camminare nel

mondo da protagonisti, consapevoli e forti,

anche davanti alle difficoltà, ed entusiasti per

le gioie che, siamo sicuri, la vita vorrà donare

loro.

E’ anche in tutto questo che il Carisma di

Maddalena vive ancora per le strade del

mondo, oggi più che mai. Noi siamo solo

strumenti, protagonisti nelle Sue mani; Lei

ci guida, ci aiuta, giorno dopo giorno, fatica

dopo fatica, e mai ci fa mancare la certezza

che “dall’educazione dipende generalmente la condotta di tutta la vita”. Per

noi formatori il Carisma è vivere questo tutti i giorni e portarlo nel cuore.

Prof.ssa Michela Pesente

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Ministeri e Dimensioni 13

PREMIAZIONE DELLA SCUOLA PRIMARIA

“MADDALENA DI CANOSSA” DI PAVIA

Il giorno 13 Maggio si è svolta ad Assisi, città natale di San Francesco, patrono d’Italia, la

cerimonia di premiazione del Concorso nazionale “Fratelli d’Italia”, organizzato dalla

Associazione Amici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, per festeggiare l’anniversario dei 150

anni dell’unità.

Noi, insegnanti ed alunni delle classi quarte dell’Istituto Maddalena di Canossa di Pavia, abbiamo

partecipato sia per la sezione narrativa che per quella iconografica. Per la prima, il compito era

quello di scrivere, attraverso la forma espressiva della

poesia, un inno nazionale per esprimere i valori più

importanti per l’Italia. Per quanto riguarda, invece, la

seconda, era richiesto di elaborare un manifesto che

rappresentasse ciò che ha caratterizzato la nostra storia

nazionale.

Il giorno 4 Aprile si è riunita la giuria e, dopo aver

esaminato quasi tremila lavori recapitati da più di trecento

scuole di tutto il territorio nazionale, ha deciso che la

poesia di Alessandro Garbagna, intitolata “La giovane

Italia”, si classificasse al secondo posto.

Quale migliore occasione per organizzare una gita nel cuore

verde dell’Italia?! Alunni, accompagnati dai genitori,

dall’insegnante Valentina Carioti e dalla Coordinatrice Madre

Lucia Ravasio, hanno deciso così di partire portandosi una

valigia che, oltre agli oggetti personali, conteneva anche

tanta gioia, molto entusiasmo ed

un’intensa eccitazione.

La premiazione si è svolta presso

l’auditorium “Casa Leonori”,

gremito, per l’occasione, di

bambini provenienti da tutto lo

“Stivale”.

Dopo l’accoglienza e il saluto delle

autorità, la presentatrice, Francesca

Fialdini, ha dato inizio alla

premiazione. Man mano che si

avvicinava il nostro momento, l’ansia

cresceva sempre di più … fino a quando abbiamo sentito chiamare sul palco il nostro compagno

per la consegna dell’attestato, dopodiché siamo stati chiamati anche tutti noi per posare in una

bella foto di gruppo

Ad Assisi, però non abbiamo ricevuto nessun premio, perché ci era già stato recapitato a scuola,

qualche giorno prima, un PC portatile di cui condividere l’uso in classe ed a scuola in generale.

Alla fine della premiazione, ci è stata offerta una merenda e poi siamo andati nel nostro alloggio.

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14 Ministeri e Dimensioni

Nei due giorni di permanenza in questa deliziosa cittadina, abbiamo approfittato per

visitare i luoghi simbolo: la Basilica di Santa Maria degli Angeli con la Porziuncola e il

Roseto, la Cattedrale di San Rufino, la Basilica di Santa Chiara, Piazza del Comune e, per

concludere, la splendida Basilica di San Francesco, il Santo che, nella sua modernità,

rappresenta un punto di riferimento in particolare per i giovani.

Egli ha indicato quali sono i valori profondi della vita: la semplicità, l’attenzione agli altri,

soprattutto verso chi ha maggiormente bisogno, ed il desiderio di condurre la propria

esistenza nella luce della Fede. Questa è l’atmosfera che si respira ad Assisi.

Di questa esperienza memorabile ci rimarranno in ricordo tante bellissime emozioni e

numerosissime fotografie che guarderemo sul computer ricevuto in premio!

Alunni e Insegnanti della Scuola Primaria “Maddalena di Canossa”

LA GIOVANE ITALIA

In tutta l’Europa, che tanto va in voga,

dicono che l’Italia non va più di moda.

Pensano che l’Italia sia vecchia e piena di malanni,

dicono che ormai ha centocinquant’anni.

Che errore!!!

Anche se vanta millenni di storia,

anche se gode di moltissima gloria,

la nostra nazione è una giovane terra,

che un gruppo di eroi, vincendo una guerra,

ha creato da un gruppo di stati disgiunti.

Da cento Paesi e da mille orizzonti,

l’Italia ha innalzato una sola bandiera

che garrisce sui monti e sulla scogliera.

Amici, ascoltate quel che vi dico:

amare la patria non è un gesto antico,

ma un atto moderno da veri Italiani

che pensano ai grandi, che oggi e che ieri,

hanno protetto la libertà, i confini, l’onore

e la nostra unità.

Allora smettiamo di fare i bambini,

pensiamo a chi è morto per questi confini!

Stare in Italia è una benedizione,

Tutti fratelli in una sola nazione.

Alessandro Garbagna

Page 15: Giornalino6

I Laici Canossiani 15

Voluta fortemente dal nostro caro padre Gastone

Tazzoli, la S. Messa, celebrata nelle case, è

diventato un importante appuntamento della vita

spirituale del paese.

La casa di mia madre Matilde, laica canossiana

ufficialmente solo da alcuni mesi, ma

profondamente legata a questo Congregazione da

tutta una vita, è sede del centro di ascolto intitolato

a Santa Maddalena, ed è proprio lì che abbiamo

onorato, la sera del nove maggio, il ricordo della

Fondatrice dell’Istituto Canossiano con una S.

Messa celebrata dal nuovo parroco, don Ceo.

Si è riunita per l’occasione un’assemblea numerosa

e varia che ha celebrato attorno ad un tavolo di cucina trasformato in altare,

accompagnata da una chitarra e tanti canti, e arricchita dalla presenza di due

bambini della parrocchia, Pietro e Sofia, che, proprio l’otto maggio, hanno ricevuto la

loro prima Comunione e che hanno potuto incontrare Gesù nel loro cuore, per la

seconda volta, subito il giorno dopo, durante un momento così speciale.

Ritrovarsi in questo modo, come i primi cristiani, dà sempre molta serenità, allenta

le tensioni e fa riscoprire alla comunità di essere una “famiglia” che prega. Le

preghiere dei fedeli che nascono spontanee dai presenti ne sono la conferma.

Abbiamo ringraziato il Signore per il dono ricevuto di poter ospitare una comunità

canossiana ed in particolare le nostre Madri Daniela, Danila, Giacomina e Lucia che,

in questi anni, hanno arricchito la vita di Bagnolo con la loro presenza, le loro

iniziative, la loro pastorale.

Prima di sciogliere l’assemblea, madre Daniela ha consegnato a tutti i presenti il

testamento spirituale di Maddalena di Canossa, da leggere, da meditare, da tenere

sul comodino e da riprendere in mano ogni tanto.

Dopo la messa abbiamo condiviso un dolce e bevuto insieme un goccio di vino,

mentre i ragazzi presenti si arrampicavano, nel buio della notte, sull’albero delle

ciliegie in giardino.

Il ritorno a casa, piano piano, in bicicletta, nell’aria tiepida, ha completato la

piacevolezza della serata.

Credo che la semplicità, l’allegria e la serenità che abbiamo respirato siano parte

integrante dello spirito canossiano che accoglie, si occupa dell’altro e prega sempre

con gioia.

Giovanna

Page 16: Giornalino6

16 L’oggi di Dio per la Storia di Domani

Domenica, 1 maggio, tra i numerosissimi pellegrini che affollavano Piazza San Pietro in

occasione della Beatificazione di SS. Giovanni Paolo II, c’eravamo anche noi, Michela,

Binette e M. Miriam!

Ecco un po’ di cronaca per i curiosi … la giornata è iniziata molto presto: sveglia alle ore

4.00, uscita dalla Casa Provincializia di Via Don Orione mezz’ora dopo … in cammino verso

la metro, fermata Pontelungo: ci lasciamo ammaliare dal fascino della notte romana, tra

luci soffuse e i primissimi rumori del nuovo giorno … poi, con grande stupore, arrivate a

destinazione, l’incanto si spezza d’un colpo, e ci troviamo improvvisamente ingoiate da una

folla di persone che, come noi, cerca di raggiungere il marciapiede della fermata! Non

aspettiamo molto: dopo soli due minuti, ecco il treno, ma … è già colmo di pellegrini!

Facciamo di tutto per salire, schiacciate tra uno zaino e l’altro: inizia così la nostra

fantastica avventura!

E non è questa l’unica sorpresa della giornata: arrivate in Piazza Risorgimento, poco

distante da Piazza San Pietro, si ripresenta ai nostri occhi la stessa scena: un fiume di

persone si dirige frettolosamente verso la Piazza, per fermarsi poco prima del colonnato

dove veniamo dirottati verso Via della Conciliazione! E lì inizia il nostro lento procedere, tra

migliaia di persone che desiderano, come noi, guadagnarsi un posto all’interno della

piazza. E’ un’esperienza unica, intessuta di pazienza, di conoscenze frettolose imbastite al

momento e poi subito perse a causa dell’incedere della folla, di ammirazione e stupore per i

moltissimi pellegrini che hanno trascorso la notte nei sacchi a pelo, sotto il cielo di Roma, e

che ora ostacolano il normale passaggio dei pellegrini, di scoraggiamento per le ore che

passano e i pochi metri fatti … e la piazza è ancora lontano …

La nostra costanza e la nostra forza di volontà vengono però premiate! Finalmente, intorno

alle 9.00, riusciamo a varcare la soglia della piazza e a guadagnarci un posto sui gradini del

colonnato: abbiamo una stupenda visione dell’altare e possiamo seguire la Celebrazione! La

piazza è in festa: bandiere, striscioni, colori e lingue diverse, un clima misto di emozioni e

di attesa la attraversa …

Finalmente inizia la Celebrazione … senz’altro il momento culminante è il Rito della

Beatificazione: dopo i riti di introduzione e l’atto penitenziale, il Cardinale Agostino Vallini,

Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, con il Postulatore, domanda al Papa

di procedere alla Beatificazione del Servo di Dio Giovanni Paolo II. A questo punto il Papa

pronuncia la formula di Beatificazione, dopo avere ascoltato i cenni biografici del Servo di

Dio … l’arazzo, con l’immagine serena e rassicurante di Giovanni Paolo II, viene scoperto e

dalla folla s’innalza un applauso intenso, carico di affetto e di emozione, che prosegue per

ben 25’, fino a quando viene mostrato ed esposto anche il Reliquiario contenente il sangue

del nuovo Beato!

Page 17: Giornalino6

L’oggi di Dio per la Storia di Domani 17

Sono indescrivibili non solo le emozioni provate nel susseguirsi di quelle lunghe

acclamazioni, ma anche le molte manifestazioni di fede semplice e vera che si sono

levate al cielo da quella piazza … ancora oggi questa esperienza riecheggia nel nostro

cuore, e ci fa gustare la beatitudine di un Santo, così come Papa Benedetto ci ha

ricordato: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” (Gv 20,29). Nel Vangelo

di oggi Gesù pronuncia questa beatitudine: la beatitudine della fede. Essa ci colpisce in

modo particolare, perché siamo riuniti proprio per celebrare una Beatificazione, e ancora

di più perché oggi è stato proclamato Beato un Papa, un Successore di Pietro, chiamato

a confermare i fratelli nella fede. Giovanni Paolo II è beato per la sua fede, forte e

generosa, apostolica. E subito ricordiamo quell’altra beatitudine: “Beato sei tu, Simone,

figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei

cieli” (Mt 16,17). Che cosa ha rivelato il Padre celeste a Simone? Che Gesù è il Cristo, il

Figlio del Dio vivente. Per questa fede Simone diventa “Pietro”, la roccia su cui Gesù può

edificare la sua Chiesa. La beatitudine eterna di Giovanni Paolo II, che oggi la Chiesa ha

la gioia di proclamare, sta tutta dentro queste parole di Cristo: “Beato sei tu, Simone” e

“Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”. E’ la beatitudine della fede, che

anche Giovanni Paolo II ha ricevuto in dono da Dio Padre, per l’edificazione della Chiesa

di Cristo!

Ma le sorprese non sono ancora finite … al termine della

Celebrazione, quando finalmente la folla comincia a

defluire, nello spostarci al centro della piazza ci

accorgiamo dei poster giganteschi che troneggiano

nella parte destra della piazza, tra una colonna e l’altra.

Sono stati pensati uno per ogni anno del pontificato del

Beato Giovanni Paolo II, per rappresentarne l’evento

maggiormente significativo e, inaspettatamente, ci

troviamo proprio davanti all’immagine della nostra cara

Santa Giuseppina Bakhita, beatificata e canonizzata dal

nuovo Beato! Così, tra quella folla anonima, ci sentiamo

“a casa”, protette e accompagnate da entrambi!

Nel pomeriggio ci rimettiamo nuovamente in coda per

venerare la salma di Giovanni Paolo II, sfilando con

migliaia di pellegrini all’interno della Basilica di San Pietro … Mentre nel nostro cuore

diciamo grazie al Signore Gesù e all’Istituto per averci permesso questa esperienza

formativa di fede attraverso il pellegrinaggio, facciamo nostra la preghiera di

Benedetto XVI, pronunciata al termine dell’Omelia:

“Beato te, amato Papa Giovanni Paolo II,

perché hai creduto!

Continua a sostenere dal Cielo

la fede del Popolo di Dio.

Tante volte ci hai benedetto in questa

Piazza dal Palazzo! Oggi, ti preghiamo:

Santo Padre ci benedica! Amen”.

Sr. Miriam Campisi

Page 18: Giornalino6

18 Le “ Montagne di Gemme”

La terza età è l’età del riposo, non però dell’inerzia.

Ci sono tante cose da fare, una moltitudine di piccoli servizi da rendere,

tante mani da tendere,

tanti cuori da amare,

tante sofferenze da ascoltare e confortare,

tante gioie da donare e da condividere.

È vero, è anche l’età della solitudine.

I rapporti si sono diradati.

Gli amici sono scomparsi.

Tutto il passato a poco a poco si cancella,

lasciando dietro di sé solo ricordi.

Ma questa solitudine può essere buona ed appagante.

Si ha il tempo di pensare, di riflettere maggiormente.

Dopo essersi distaccati a poco a poco da tante cose,

tutto si semplifica.

Si sgombera e si gusta la pace.

Tutto si allontana e Dio si avvicina.

Si rende più presente, più intimo;

ci ascolta quando tutto tace,

Veglia su di noi e ci conduce.

È l’ora della confidenza, dell’abbandono, della speranza.

È anche l’ora dell’azione di grazie.

Dopo avere beneficiato di tante delicatezze divine, di tanto amore,

sale istintivamente alla labbra un canto di riconoscenza:

“Magnificat!”

È l’ora del raccoglimento e del silenzio.

Le rinunce, le separazioni,

le delusioni della vita hanno lasciato uno spazio libero:

Dio lo prende.

Del resto non è forse vicina l’ora dell’incontro?

La terza età è una bella età.

Nulla è inutile e se noi non possiamo fare altro che piccole cose,

davanti a Dio è piccola cosa.

Tutto è pieno di eternità!

(dal volume: “Quand les vieux parlent” pubblicato in Francia)

Magnifico e ringrazio il Signore buono per i tanti giorni che mi ha donato, ricchi di

grazia e di infinita misericordia e chiedo che mi aiuti a valorizzare le tante piccole

cose piene di eternità.

Mi sia vicina e mi accompagni Maria, la Madre del Verbo.

M. Maria Borgomanero

Page 19: Giornalino6

L’ Educazione: Radici e fiori 19

RITROVIAMOCI

Un’idea… e da cosa nasce cosa. Un piccolo problema per la data e poi, finalmente, la decisione.

“ RITROVIAMOCI” il 28 maggio 2011!

L’idea si realizza e prende forma; si costituisce un micro-comitato che si preoccupa di avvisare e di portare a tutte la data dell’incontro.

“ RITROVIAMOCI” questo è lo slogan che vuole raggiungere tutte. Sms, fax, telefono, facebook e passa parola aiutano non poco. Ma soprattutto è

nelle scuole dove lavoriamo che l’annuncio corre. Un ritrovo atteso da tempo.

La nostra ex Scuola Magistrale ci attende.

La Scuola Magistrale di via Diaz delle

Madri Canossiane.

Una semplice scaletta e si comincia ad

organizzare il pomeriggio: del tempo

dedicato all’accoglienza e al benvenuto;

poi la celebrazione della S. Messa nella

Chiesa della scuola, seguita da un piccolo

rinfresco nel grande e conosciuto cortile;

e poi ancora la possibilità di ritrovarci

nelle classi.

Le Madri, come sempre, si danno subito da fare; sembrano formiche operaie vestite di grigio.

Madre Maddalena inizia con gli origami, desidera tanto donare un fiordaliso di carta piegata dalle sue abili mani d’oro.

Madre Rina organizza gli addobbi e l’allestimento. Il suo speciale tocco artistico ha sempre donato ad ogni angolo della struttura qualcosa di veramente unico e speciale. Madre Adele dispensa le letture e le affida ai lettori, cura i canti e lascia disposizioni

organizzative perché tutto possa procedere nel migliore dei modi.

Da lontano (dalla casa di via S. Martino, perché è la che risiede) arriva Madre Marisa che, con gli occhi e il suo sorriso, osserva e aumenta a mille la possibilità di riuscita e concede e rinforza in tutti il proprio ruolo.

Ci si accorda per trovarci in anticipo

rispetto all’ora stabilita ma, ahimé, il forte

temporale della notte devasta il cortile

della scuola ricoprendolo di rami spezzati

e di fogliame. E’ sabato e Sergio (l’uomo

tuttofare) non c’è. Non sono ancora le

8.00 di sabato mattino e ci accingiamo,

senza dirci nulla, verso la nostra scuola.

Con le madri, che sono già al lavoro,

impugniamo scope e rastrelli, riempiamo

sacchi liberando il cortile e procediamo con gli addobbi e gli ultimi ritocchi. Siamo sicure che oggi il sole reggerà ed il vento soffierà lieve. Una corsa a casa per il cambio d’abito ed un piccolo, ma necessario restauro. Una piega ai capelli e perché no, anche un velo di trucco. Chissà chi ritroveremo?. Chissà come sembreremo agli occhi delle altre? E’ trascorso tanto tempo. Una manciata piena di anni!Ci accomodiamo alla portineria e attendiamo le suonate di campanello. Una ad una. Una dopo l’altra… chi da sola o in compagnia ARRIVIAMO. Il cuore batte forte. Il cuore batte come in quegli anni. Ci siamo. Il portoncino si apre e con un poco di esitazione ci presentiamo. Qualcuna ci riconosce subito (è la nostra salvezza); altre sono decisamente cambiate.

I segni del tempo lasciano traccia, altre volte sono la sofferenza e la malattia, altre ancora non lo sappiamo o non lo vogliamo dire. Il portoncino decidiamo di lasciarlo aperto. Ora siamo in tante.

Mi apparto per un istante e lascio la mia iniziale postazione di registro dati e recapiti delle invitate.

Provo a GUARDARCI e gusto quella stessa gioia e spensieratezza che ora, abbandonati gli abiti dell’adolescenza, si ripresenta in corpi di donne adulte bellamente vestite. Qualcosa di com’eravamo è rimasto ed è visibile agli occhi.

Qualcuna si commuove, molte si abbracciano e

riabbracciano. Si rievoca e si ritorna con la

memoria. Sì, oggi, per qualche ora, la scuola è

una scatola della nostra memoria. Dentro c’è

Page 20: Giornalino6

20 L’ Educazione: Radici e fiori

tutto e tutto è custodito. Una scatola di storie, di sogni attesi o realizzati, portati a termine o ancora da raggiungere. Nella folla è presente anche qualche insegnante; lo scambio di convenevoli e simpatici aneddoti del tempo, raccontati, rendono il dialogo più leggero, ma la memoria non è

così scontata.

Il più presente di tutti oggi non c’è, ma è come se alitasse vita ad ognuna. C’è chi nomina il suo nome o chi lo sussurra appena. C’è chi l’ha scelto come angelo custode. Don Igino custode! Custode di memorie antiche che solo in pochi hanno

saputo leggere.

E’ giunta l’ora della S. Messa e ci incamminiamo verso la nostra chiesa che le

Madri hanno riaperto per l’occasione. Il tulle bianco e rosa che scende artisticamente dall’altare è segno

riconoscibile di Madre Rina. Madre Marisa, decisa, si appropria del microfono per annunciare il pomeriggio e ricorda a tutte il silenzio di circostanza. Siamo in chiesa. E la chiesa si fa muta. Non ricordo un’obbedienza così cieca in quegli anni… siamo diventate grandi!

I canti hanno necessità di accompagna - mento. Una manciata di musicisti allieterà i nostri deboli versi. Il suonatore di flauto è quasi completamente coperto da una tastiera a tutto volume. Valentino insiste (come un metronomo) a scandire il tempo con il

cembalo… ma nonostante la perfetta cadenza quasi ci rinuncia… oggi per l’occasione, ognuna ha il proprio tempo!

“ Un attimo, un attimo solo” si sente dire dalla voce di Olga. “ Oggi con noi c’è madre Giannina. La madre dei pulcini!!” Madre Gianna sale sul presbiterio (il sacerdote non è ancora pronto). Sembra salirci saltellando nonostante i capelli bianchi. Ci propone di cantare:” Vento sottile” e lo facciamo. Tutte. Con la voce roca e commossa

improvvisiamo un canone a due voci concludendo con un applauso.

Durante questa Eucaristia ricorderemo tutti. E’ un dovere per chi rimane. Per chi ancora c’è. “ Che fine hanno fatto i tuoi sogni?” Ognuna ha risposto nel suo cuore e, come una moviola, ha ripercorso il tempo passato.

Usciamo dalla chiesa, la Messa è finita. Hanno inizio le danze delle parole. Ora, è il momento di RITROVARCI.

Mi apparto e percorro il giardino.. eccole…. sono da sempre nella loro postazione. Pronte ad ascoltare. Non guardiane, ma portinaie di una casa che apre

sempre. Pronte ad accogliere, a regalare un pensiero gentile e ad inserirci anche all’ultimo momento nelle loro preghiere. Ascoltano e raccolgono i nostri più svariati frutti. Li custodiscono avvolgendoli nelle loro mani candide, riconoscendoli tutti. Li proteggono senza paura e senza indugio.

Poi, una alla volta, ci congediamo. Un saluto, un abbraccio, una mano sul nostro capo come per dire… Ci allontaniamo, tra qualche ora, qui, ritornerà il religioso silenzio. Dove tutto è custodito.

Un immenso grazie

a tutte le Madri Canossiane

per la loro meravigliosa maternità.

Microgruppo organizzatore 28 maggio 2011

Testimonianze….. Ci siamo ritrovati: vuol essere l’inizio di un rinnovato cammino della nostra comunità scolastica

Si è trattato di una giornata importante, che non è esagerato considerare un evento significativo e

ricco di promesse (prospettive) per la nostra comunità scolastica. Questo nostro incontro è stato

rivelazione e conferma di quanto accade anche per i grandi avvenimenti, in cui passato, presente e

futuro sono reciprocamente interconnessi. Non si spiegherebbe, infatti, la partecipazione

numerosa ed entusiasta, soprattutto delle ex alunne, segno evidente di un “presente” che ha fruito

positivamente dell’esperienza vissuta nella scuola e che è, dunque, sicura promessa di “futuro”

fecondo e creativo. La presenza di qualche bimbo accanto alla propria mamma ne può essere

immagine e segno tangibile. Mi è accaduto di essere investita da un fiume di emozioni, di pensieri

e di ricordi … nostalgia di un ambiente scolastico che era “famiglia”, per ciascuno di noi, per il

nostro impegno spirituale e professionale, soprattutto passione educativa.

Page 21: Giornalino6

L’ Educazione: Radici e fiori 21

Fra i ricordi: volti di alunne alle prese con la fatica dello studio, indimenticabili per la gioia e

l’intelligenza del loro processo formativo. E’ impossibile non pensare alla preside, la Madre Venturi: al suo rigore esigente, sempre illuminato da paziente equilibrio, da capacità di ascolto, da parole, sempre pronte, di incoraggiamento e di fiducia. Sintesi e cuore della giornata è stato il momento della celebrazione eucaristica. L’intensità della preghiera e delle riflessioni proposte, la gioiosità del canto, l’affettuosa e riconoscente memoria del bene ricevuto sono divenuti dono sincero sulla mensa dell’altare.

Da un’esperienza così bella e promettente non può che scaturire l’idea di continuare e di mantenere

viva la tradizione di questi incontri, anche nell’ottica di farne occasione per arricchire e rinnovare il

proprio impegno quotidiano. Prof. ssa Angelica Tanzi CHI LE HA VISTE…

...tutte quelle “ragazze di una volta” risalire i

gradini di via Diaz n. 30? Quante volte siamo

passate da quel portone, catapultate da

autobus stracolmi, (a quell'epoca non

c'erano le “mamme tassiste”) e, oggi,

sabato 28 maggio 2011, il salire ha

provocato in tutte un'emozione particolare…

È stata proprio una bella iniziativa quella delle Madri Canossiane di proporre un incontro a tutte le ex alunne della Scuola Magistrale e della Scuola tecnica: è facile perdere i contatti anche se tutte abbiamo vissuto alcuni anni della nostra adolescenza in questo luogo, più o meno spensierate,

studiose più o meno... Il lavoro, la famiglia ci hanno portato lontano, ma chi è riuscita a venire ha subito ritrovato alcuni particolari e, se faticava a riconoscere le persone, poi la gioia dell’incontro aveva la meglio su tutto! I 3 anni di vita spesi per il diploma, poi tante hanno preso strade che magari

non hanno più incrociato quelle delle altre

fino ad oggi. E le ex che non c'erano sono state richiamate alla memoria, “quella volta che...” “la

gita a Venezia” “...”chi era più brava a fare il pulcino girato di ¾” e Madre Giannina ha riso di questo ricordo, ma è riuscita a far cantare alle “ragazze di una volta” il ban di Vento sottile, così sottile come la

nostalgia del ritrovarsi nella grande chiesa, riaperta per l'occasione! E don Renato Firmo, preoccupato di non riconoscere nessuno e Madre Giuditta che mi

ha recitato, senza incertezze, “A Silvia” di Leopardi .. e Madre Rosa, madre Adele (tutte ricordavano: allora aveva un visino così pallido...) Madre Marisa, Madre Natalina, le prof.ssa Tanzi e M. Comini. E il cortile che ha visto tante corse nella ricreazione e il treno che corre poco lontano hanno fatto riaffiorare

altri ricordi, ma con serenità: certo il tempo è passato, ma siamo sempre in cammino e questi momenti sono piccole gocce di rugiada che rinfrescano e aggiungono gioia alla vita, e magari ci ringiovaniscono un pochino!!Resta la voglia di altri ritorni, almeno per gli “anta” dal diploma con la certezza della calorosa accoglienza delle Madri. Grazie, a presto!

Silvia (diploma 1973)

COME ERAVAMO… Sono le 15 ed io sono convinta di essere in anticipo sull’orario: 15:30. Ma quando arrivo in via Diaz, mi accorgo che la caccia al parcheggio sarà impegnativa….e siamo in tantissime ad avere lo stesso problema. Sono in auto con Emanuela, una mia compagna di allora: 1972, III A. oggi mia cognata. Ecco il portone… non dobbiamo più entrare di soppiatto per nascondere le mini che indossiamo…sentiamo un brusio di voci femminili e, dopo i pochi scalini,

varchiamo la soglia e 40 anni se ne vanno: siamo salite su una macchina del tempo.

È tutto uno scrutare, un interrogare di occhi, guardiamo ed osserviamo per ritrovare e riconoscere nei visi di oggi amiche e compagne di allora, Proff. e Madri. Nell’atrio ci accoglie la proiezione delle foto

della nostra adolescenza al “Regina delle Vittorie” e un gruppetto è intento a “ritrovarsi” in quelle immagini così diverse da quelle digitali di oggi. Ci si cerca, riconosce, abbraccia, si ricordano le assenti e ci si aggiorna sugli avvenimenti degli ultimi anni: mariti, figli e… qualcuna è già nonna, altre sono già in pensione …in ambo i casi: beate loro! Si cercano le Madri e le Proff. e si mettono alla prova: “Ti ricordi di me?”. Nell’aria un vocio allegro, accompagna il “pellegrinaggio” di gruppetti che perlustrano le scale ed i corridoi dell’Istituto, in cerca delle percezioni ed emozioni degli anni trascorsi. Madre Adele ci ricorda che la Messa inizierà tra poco e noi riempiamo la chiesa riaperta per l’occasione. …. e Madre

Gianna, che ha sempre i capelli ribelli alla cuffia, ci fa cantare a due voci “vento sottile”……

“Com'è bello, come dà gioia che i fratelli stiano insieme.”

Nella S. Messa ci sentiamo ancora più unite e preghiamo e cantiamo veramente all’unisono. Il cuore dell’incontro è qui. Unite ed accumunate da ciò che le “nostre Madri” hanno tenacemente seminato nei nostri cuori e nelle nostre menti. L’impegno della loro vocazione e testimonianza è qui concretamente realizzato nella nostra fedeltà ai valori che esse ci hanno proposto. Quando viene ricordato don Igino, la chiesa risuona per uno spontaneo applauso…. impossibile non commuoversi pensando a quanto lui ha fatto in questa scuola per noi giovani ragazze. Ed al termine della Messa, dopo altre chiacchiere, racconti, abbracci, ricordi è il momento dei saluti del “ritorno al presente”. Ma non è stato difficile salutarsi… ci ritroveremo ancora.

Grazie carissime Madri e Proff., grazie a tutti quelli che hanno lavorato nell’Istituto, grazie per questa giornata, per chi l’ha pensata ed organizzata, grazie per oggi…. ma soprattutto grazie per ieri. Loredana III A 1972

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22 Provocazioni Laiche alla Vita Consacrata

La scelta di una vita religiosa totalmente

donata suscita ancora oggi tanti perché:

sembra una scelta troppo audace, troppo

radicale, anche per un credente.

Senza soffermarsi sul perché delle scelte

si percepisce che le religiose oggi, se non

fossero spinte da una motivazione forte,

non andrebbero molto lontano. Come

potrebbero resistere se la loro non fosse

continuamente una scelta d’Amore?

Infinite le vie e le modalità di donazione

ma un’unica attrattiva: l’Amore per il

Signore!

Si sa che la vita nel convento presenta le

stesse difficoltà che si riscontrano in

famiglia in cui bisogna perdonarsi,

dimenticare, riprendere relazioni e

continuamente riannodare il dialogo per

liberare quelle energie spirituali che si

traducono in impegno quotidiano. Fucine

di Preghiera e di Amore, le suore

rimandano un senso di bellezza che le

rende uniche in tutto ciò che fanno.

Il Signore le ha volute per sé, novelle

“Maria” che si mettono all’ascolto della

Parola in cui trovare Via, Vita e Verità, ma

sono anche “Marta” quando alla preghiera

uniscono l’azione.

Le troviamo negli ospedali, nelle scuole,

nelle missioni con bambini, con disabili,

in tutti quei posti dove c’è bisogno di

aiuto e di soccorso, nei campi propri dei

particolari carismi.

Laddove svolgono la loro opera, le

comunità ne sono arricchite; esse

attraggono, ascoltano, creano relazioni.

Quando un convento chiude, la gente si

impoverisce, perde dei punti forti di

riferimento e di attenzione.

Insomma sono il Tesoro nel campo,

ma si vede davvero tutto ciò?

Nel bene e nel male ci saranno persone

grate per l’incontro con le suore e altre

deluse e amareggiate. Non bisogna

dimenticare che, prima di essere suore,

sono donne.

Donne che come noi cercano, a fatica, di

seguire Cristo ogni giorno, cercando di

vivere con i piedi ben piantati per terra,

magari partecipando anche in

trasmissioni televisive sportive o di

intrattenimento.

Senza esprimere nessun giudizio, io credo

che si capisca molto di più guardandole

negli occhi!

Irma Filice

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Il Breviario Sacerdotale

23

La sera del mondo, la luce della preghiera

Oggi alla fine del giorno

il tramonto posò le sue perle

sui fini e nerì capelli della sera

ed io le ho nascoste

come una collana senza filo

dentro il cuore.

Nel silenzio il cigno dorme .

sulla riva destra del fiume

e questo tramonto

attraverso il cielo luminoso di stelle

è venuto a toccare

la mia umile fronte:

sopra queste acque tacite e calme

ha iniziato la traversata tra astri e stelle:

ha steso

il suo manto d'oro

sulla soglia della notte

che dorme tranquilla:

e infine lungo le vie dell'orsa,

sopra il carro di un nero destriero

s'allontanerà facendo scintille:

ha lasciato soltanto un tocco

sulla fronte di un poeta.

Nel tuo infinito mai s'era visto

un tramonto così,

né più ritornerà. (Tagore)

Chi di noi non si è mai incantato dinanzi ad un tramonto? Ma non è solo un godimento estetico, come nelle parole

del poeta orientale Tagore. Il tramonto è un momento di sincerità e di verità su noi stessi e sulla nostra vita.

Il tramonto è un momento di reclinamento, di intimità. Il tramonto è l’addio della luce alla terra, il tramonto è il dolce venir meno delle forze della vita, è l’arrivo della sera. Anche il prete in questo momento, con tutta la sua gente, rivolge lo sguardo a Colui che ci apre la strada

verso la terra che non conosce tramonto. Noi siamo l’occidente, la terra del cadere del sole; lui è l’Oriente,

“Colui che nasce dall’alto come sole che sorge per visitare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte” (1,78).

Ecco allora la preghiera che sorge sulle labbra, quasi spontanea: “Resta con noi Signore, perché si fa sera!” (Lc

24,29). Come i discepoli di Emmaus dicono allo sconosciuto viandante, mentre le tenebre si stendono sul mondo della Palestina del suo tempo, di restare, di non abbandonarli e, nell’episodio famoso, il Risorto rompe il buio del cuore dei discepoli con il raggio di luce della Parola e con il gesto

dello spezzare il pane, così anche la comunità orante, il presbitero, che ha disseminato di luci divine e ha assorbito le notti oscure dei cuori del mondo, nel corso della giornata trascorsa, dice: Resta con noi, Signore!

La notte si illumina con la presenza spirituale di Colui che

ha superato i confini della morte ed è entrato nella pienezza della vita. Le tenebre che calano, ci fanno sentire

soli, ci fanno avvertire la vertigine della solitudine.

Senza la luce del sole, nonostante l’energia elettrica, tutto il creato, le piante, la terra, le creature, avvertono il

brivido che corre lungo la schiena dell’isolamento, della piccolezza. Un senso di smarrimento attraversa tutti, un

senso di vuoto e di povertà. Il Vespro, ossia la preghiera della liturgia delle ore che si recita al tramonto, esprime

tutto questo. Anticamente, ed oggi ancora nella liturgia ambrosiana, il canto dei salmi, il sermone e le orazioni

sono preceduti dal Lucernarium (rito dell'accensione dei lumi). Tra gli inni più belli certamente vi sono quelli di

Sant’Ambrogio, che dicono meglio di ogni altro lo stato d’animo del pastore e della comunità al termine del

giorno, tra essi Deus creator omnium, che si racchiude in una sola espressione fides tenebras nesciat/et nox fide

reluceat ossia la fede non conosca tenebre /e la notte s’illumini di fede.

Il prete è un conoscitore della notte e, come una sentinella, egli è chiamato a vegliare, non tanto senza riposare,

in quanto non è un superuomo, ma dedicando il tempo della sera al riposo, alla riflessione, alla preparazione al

giorno. Il prete vuole dormire nel Signore, riposare in Lui, gettare in lui ogni fatica ed ogni affanno:

Fa’ che la mente non dorma;

la colpa impari a dormire:

la fede, che dà ristoro, moderi

nei puri il fumo del sonno.

Spogliato dal sordido pensiero

te sogni il profondo del cuore,

e per l’inganno dell’invido nemico

il terrore non svegli chi è in pace.

Mentre tutto intorno dorme, dentro la mente e il cuore sogna, desidera, prepara il giorno che verrà. Solo

la fede resta sveglia. Di questa fede che rompe ogni paura, il prete deve essere maestro e

testimone, oggi più che mai. Don Emilio Salvatore

Page 24: Giornalino6

24

TERRITORIO

“ S. ZENO “ (VR)

70° M. Rita Bini

60° M. Anna Brentari

M. Rosetta Degasperi

M. Maria Maestri

M. Teresina Polo

M. Luigina Signorini

M. Maria Zocca

50° M. Rina Bosetti

M. Silvana Lorenzon

M. Maria Minchio

M, Anna Prandini

TERRITORIO

“SANTI FAUSTINO E GIOVITA” (BS)

70° M. Montini Luigina

M. Vavassori Giuditta

60°

M. Lancini Antonietta

M. Portesi Maria

M. Sangiovanni Rosangela

M. Brognoli Clara M. Soldati Giulietta

M. Masserdotti Natalina M. Vezzola Rosetta

M. Pederzani Giannina

50° M. Domenighini Caterina

M. Basetti Iva

M. Biagi Maddalena

M. Bona Piera

M. Della Maestra Luigina

M. Econimo Maria

M. Filippini Maria Rosa

M. Marelli Maria

M. Roda Mirella

M. Verzelletti Lucia

M. Toninelli Luciana

M. Boiocchi Caterina

M. Bonora Teresita

M. Ferrari Laurina

M. Filippini Emilia

M. Guarneri Annamaria

M. Manessi Cate

M. Massardi Elvira

M. Mondini Carolina

M.Ortogni Rosa

M. Roversi Teresina

TERRITORIO

“SAN MARCO” (PD)

80° M Ballarin Zenaide

70° M. Bergo Luigina

M. Bressan Carolina

M. Sebben Caterina

M.Trevisan Palmira

M.Zanella Annamaria

60° M. Casson Maria

M. De Martin Anna Maria

M. Dorio Giannina

M. Drago Savina

M. Favaro Antonia

M. Regazzo Teresina

M. Sattin Severina

M. Savioli Gesualda

M. Trento Maria

M. Vomiero Antonietta

50° M. M. Boschello Luciana

M. M. Lago Anna Maria

M. M. Rampazzo Anna

M. Stievanin Gabriela

M. Tenan Rosina

25° M. Turin Maristella

Page 25: Giornalino6

25

TERRITORIO

“S. MARIA DELLA SPERANZA” (MI)

80° M. Miracca Antonietta

75° M. Magenes Rita

M. Bellemo Giovanna

70° M. Balestrini Maria

M. Dellarole Margherita

M. Carnago Angela

M. Borgomanero Maria

M. Ratti Marina

60° M. Bonacina Santina

M. Bonollo Anna

M. Colzani Elvira

M. Zanotti Adriana

M. Simoni Anna

M. Cantù Eugenia

M. Gamba Luigina

M. Zemella Armanda

M. Minelli Maddalena

M. Bordogna Piera

M. Beretta Virginia

M. Di Stefano Antonietta

M. Sporchia Lucia Angela

M. Paruta Ancilla

M. Geranio Caterina

50° M. Radice Giovanna

M. Pedretti Cecilia

M. Carlesso Alda

M. Redaelli Silvana

M. Riganti Agnese

M. Montagna Rita

M. Liscidini Maria Grazia

M. Radaelli Laura

M. Gilardi Maria Assunta

M. Broggini Antonietta

M. Rampini Rosalda

M. Codega Maria Bambina

25° M. Peri Loredana

M. De Luca Alessandra

TERRITORIO

“MARIA SS.MA ADDOLORATA” ( CT)

60° M. Lento Michelina

50° M. Alboni Vittoria

M. Lio Maria Teresa

M. Lombardi Pierina

M. Magarò Franca

M. Ruzzi Imelda

M. Zicaro Anna

M. Tulino Agnese

M. Luzzana Antonia

A Voi, Madri

e Sorelle Carissime,

il nostro “grazie” sincero per essere “fari luminosi”

sulla via della Santità e l’augurio di rispondere

sempre in pienezza alla Voce dello “Sposo”

e del Suo popolo che vi risuona nel cuore.

Page 26: Giornalino6

26 La Voce dei TERRITORI: notizie flash

IL MESE DI MAGGIO CI HA DONATO MOMENTI SIGNIFICATIVI VISSUTI NELLE NOSTRE COMUNITÀ.

Festa della Madre Fondatrice

In Casa Madre, è stata preceduta da un triduo

di preparazione che ha visto una buona

partecipazione della gente locale. Il tema

scelto quest’anno, in sintonia con il cammino

post capitolare, è stato: “Il rischio della

Carità”, trattato nelle tre serate con

sfumature diverse dai relatori: Michele Righetti

fslc, P. Adolfo Antonelli e Mons. Gianni

Ballarini, Abate di S. Zeno.

Nelle comunità, inserite nelle parrocchie, ha

avuto tonalità diverse e creatività di

espressioni, come si può dedurre anche dai

due scritti di Fidenza e del CFP di Casa Madre.

S. Maddalena dal cielo ci guardi tutti con amore e ci ottenga di camminare sempre verso l’unione dei cuori lasciando trasparire nel nostro operare lo

Spirito generosissimo e pazientissimo di Gesù. Anche la sua statua posta in P.zza Pozza, nelle vicinanze della basilica di S. Zeno, circondata da un’aiuola fiorita, ma, attualmente, anche dalle transenne del cantiere per i lavori del parcheggio, sorride ai passanti e sembra contenta di

condividere con i “sanzenati” il grosso disagio

causato dai lavori del cantiere che si protrarrà per qualche anno:

è sempre la “Marchesa dei Poveri”.

La Visita Canonica nelle comunità del nostro

Territorio ha avuto il suo momento conclusivo

nell’incontro del Consiglio Generale con le

Superiore locali. L’incontro è iniziato in

preghiera, guidata dal simbolo dell’anfora,

intesa come segno della vocazione a ricevere

la gratuità dell’amore del divino Artigiano e a

riversare all’esterno il meglio di sé per far

rifiorire ogni

giorno l’amore

e la gratuità.

Dopo

l’invocazione

allo Spirito, si è

dato spazio alla

condivisione sul

vissuto della

visita nelle

comunità, sia da parte delle Madri Visitatrici

che dalle Superiore le quali, portando la voce

delle Sorelle, hanno espresso sentimenti di

gratitudine a Dio e alle Madri del Consiglio

per quanto esse ci hanno donato, in clima

di fiducia reciproca e di vera fraternità.

Festa dei Giubilei

Domenica, 22 maggio, Casa Madre è

ancora in festa. Undici Madri del Territorio

di Verona, con stupore, gioia e

gratitudine, celebrano la fedeltà di Dio.

70 anni: M. Rita Bini;

60 anni:

M. Anna Brentari, M. Rosetta Degasperi,

M. Maria Maestri, M. Teresina Polo,

M. Luigina Signorini, M. Maria Zocca;

50 anni:

M. Rina Bosetti, M. Silvana Lorenzon,

M. Maria Minchio, M. Anna Prandini.

“Mi hai fatto senza fine. Tu vuoti e rivuoti questo fragile vaso e lo riempi sempre di nuova vita…” (Tagore)

Davvero grande è il Signore, sempre

imprevedibile e generoso nei suoi doni.

La Celebrazione Eucaristica è stata

introdotta da una riflessione su Gesù, Via,

Verità e Vita, (liturgia della 5^ domenica)

accompagnata da segni e intercalata dal

canto:

“Signore tu sei la via…”

Un pranzo festoso, intervallato da canti e

proiezioni, ha completato la gioia della

festa.

M. Angelina Garonzi

Page 27: Giornalino6

La Voce dei TERRITORI: notizie flash 27

FIDENZA : 8 maggio 2011

Santa Maddalena di Canossa

E’ sempre bello fare festa.

Quando poi la festa riguarda la Madre, lo è ancora di più.

Il fare memoria della nostra storia è come entrare in profondità nel mistero dell’Amore

senza misura del Signore Gesù, sostare presso la croce, per poi trovarsi il mattino di

Pasqua alla sua tomba vuota, sentirsi chiamare per nome e udire che proprio a te è

affidato un compito:

“Non mi trattenere, ma va ad annunciare ai miei fratelli che sono risorto e li aspetto in Galilea!”

Tre momenti forti hanno caratterizzato la festa di Santa Maddalena di Canossa a Fidenza:

1) la preghiera in comunità

Attraverso la celebrazione solenne delle Lodi e del Vespro

abbiamo posto nelle mani del Signore, per intercessione di Santa

Maddalena, noi stesse, la nostra comunità, l’opera che il Signore

ci ha dato da compiere, l’Istituto, il mondo intero, così bisognoso

di conoscere Gesù per amarlo e trovare una speranza.

2) la Messa e la festa per la Maestra Maddalena

C’è stata poi, il sabato precedente, la Messa con i nostri allievi della Scuola Primaria e

del Liceo e i corsisti dell’Enac-er, i genitori, gli operatori,

formatori e docenti, e tanti amici. Alla celebrazione

presieduta da don Felice Castellani che conosce molto bene

le nostre Madri in India (ha sostenuto con la sua parrocchia

la nostra Madre Maria Scremin) ha fatto seguito un piccolo

gesto di grazie per la Maestra Maddalena, per i suoi 35

anni di servizio presso la nostra scuola dove ha educato

alcune generazioni, seguendo la strada tracciata da

Maddalena. Il pranzo con gli operatori ha chiuso la giornata

in serenità e rinnovato impegno per l’educazione delle

giovani generazioni.

3) “Fashion day”

Infine, il “Fashion day” che ha coinvolto tantissime persone e si è concluso con il gemellaggio tra Enac-er e il CMC (Centro Moda Canossiano) di Trento. Era bello vedere queste ragazze e ragazzi impegnati in una sfilata di moda altamente professionale. I due centri di formazione professionale hanno lavorato in sintonia per un anno intero e hanno ideato e realizzato abiti, acconciature e trucchi. A Fidenza e a Trento con la stessa passione: l’educazione del cuore, per

giungere alla elaborazione di un proprio progetto professionale e di vita.

Ci aiuti Santa Maddalena ad essere fedeli e creative, ci doni un cuore grande e generoso, ci ponga sulle labbra una Parola nuova che susciti stupore e meraviglia anche per la gente del nostro tempo.

Sr. Luisa Merlin

Page 28: Giornalino6

28 La Voce dei TERRITORI: notizie flash

LA FESTA DI S. MADDALENA A FORTE DEI MARMI

In coincidenza con l’anno centenario

della erezione della parrocchia di

Sant’ Ermete, in Forte dei

Marmi, S. Maddalena di Canossa è

stata festeggiata solennemente, in

momenti diversi, dalla comunità

canossiana e da tutta la cittadina.

L’introduzione alla festa è avvenuta

ad opera dei bambini della scuola

elementare i quali, venerdì 6

maggio, alle ventuno, hanno

animato la S. Messa con i loro

canti, mentre i genitori hanno fatto

le letture e le preghiere.

M. Liliana Ugoletti, venuta appositamente da Roma, al momento dell’omelia, ha

parlato del carisma educativo di Maddalena che, con le sue intuizioni pedagogiche, ha

precorso i tempi in modo originale, creativo e cristiano.

Ha augurato che la scuola canossiana di Forte dei Marmi possa avere continuità anche

con il coinvolgimento dei genitori che ha caldamente stimolato a essere in sintonia con

le Madri nella formazione integrale dei loro figli.

A conclusione della Messa, molti dei presenti le hanno espresso il loro apprezzamento

per quanto detto.

Domenica, 8 maggio, in una chiesa strapiena di adulti e bambini, alla Messa delle ore

10, il parroco ha ricordato che quello era un giorno particolare perchè ricco di

ricorrenze significative: Festa della Divina Misericordia, Festa della Madonna di Pompei,

Festa della Mamma, Giornata dell’Università Cattolica, ma anche Festa di S.

Maddalena di Canossa, santa, la cui immagine era esposta, ornata di fiori, a lato

dell’altare.

Durante la celebrazione ha poi invitato la Superiora della comunità, M. Emilia Baruzzi,

a presentare la figura della Fondatrice. Il lungo applauso finale è stato il segno

concreto e affettuoso della stima e della gratitudine per quanto la gente ha ricevuto e

continua a ricevere dalle Madri.

Maddalena, dal cielo, ha certamente assistito compiaciuta alla sua bella festa, su tutti

ha fatto scendere la sua intercessione e tutti ha stretto in un grande abbraccio.

Sr. Luisa Gandelli

Page 29: Giornalino6

La Voce dei TERRITORI: notizie flash 29

"Seregno asilo sereno" è il ritornello di un bel canto composto dalla compianta

Madre Lina Cattari.

In questo asilo sereno vivono, in preghiera e in comunione fraterna, le Madri ammalate

e le Sorelle che le assistono con tanto amore. Il Signore non manca di donare loro giorni

di festa che rafforzano la comunione dei cuori.

Lunedì, 9 maggio, nel pomeriggio hanno vissuto una di queste feste.

In professato si sono viste circondate dalla festosa corona dei bambini che avevano fatto

la prima S. Comunione il giorno precedente. Erano con loro il Parroco, don Giuseppe, e

le catechiste. Alle Madri, con una minuscola letterina erano stati affidati uno o due

bambini perché pregassero per loro. Madre Renata ha letto i loro nomi uniti a quelli delle

Madri a cui erano stati affidati.

Dopo la recita del S. Rosario, ciascun bambino si è avvicinato alla “sua” Madre e l'ha

salutata con un affettuoso bacio.

E' stato un momento bello e suggestivo.

Sembrava di rivivere una pagina del Vangelo: Gesù che abbraccia i bambini, impone loro

le mani e li benedice mentre afferma: "Lasciate che ì piccoli vengano a Me perché a chi è

come loro appartiene il Regno dei cieli”.

Ringraziamo il Signore che ci ha permesso di vivere questi momenti e lo preghiamo

perché questi cari bambini crescano sempre di più nel suo amore e nella sua amicizia.

La comunità di Seregno

Page 30: Giornalino6

30 La Voce dei TERRITORI: notizie flash

“L’ anima mia magnifica il Signore………

perché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente

e Santo è il suo nome…..”

(Lc. 1,68ss)

Oggi siamo in tante ad elevare questo inno di lode e di ringraziamento al Signore perché, nella Sua grande bontà e misericordia, ci ha prese per mano e ci ha concesso di

raggiungere traguardi forse mai pensati: 80 - 75 - 70 – 60 – 50 e 25 anni di vita trascorsa nella sua Casa, al suo servizio.

Negli anni della nostra giovinezza, carichi di entusiasmo, di grandi desideri e sogni, abbiamo accolto l’invito del Signore che, con una certa insistenza, ci chiamava a seguirlo. Abbiamo risposto il nostro “sì” e ci siamo incamminate lungo una strada non facile, non sempre pianeggiante, ma attraente, in grado di saziare la nostra sete di infinito, di gioia e di pace. Abbiamo iniziato un percorso che, nel silenzio e nel dono di tutto il nostro essere, ci ha fatto sperimentare l’intima gioia di appartenere per sempre al Signore della storia e di entrare in mille modi nella storia di tanti fratelli e sorelle.

E’ molto bello ora ritrovarci numerose e ricordare insieme i momenti indimenticabili e belli della nostra

vita, le molte esperienze apostoliche vissute e anche i giorni più pesanti in cui abbiamo faticato molto per rimanere in cordata e proseguire sul sentiero che porta al dono totale e gratuito, giorno dopo giorno. Nelle circostanze più faticose abbiamo maggiormente sperimentato la vicinanza fedele e insostituibile di Colui – Gesù - che abbiamo scelto per nostra Guida. Egli, il capo fila, ci conduce, passo dopo passo, alla vetta, facendoci sperimentare un’intima soddisfazione e godere dei miracoli che Egli continua a compiere nel creato e nelle nostre esistenze.

“Che dirti, Padre, per gli innumerevoli doni che hai seminato lungo il nostro cammino?

Sappiamo dirti una sola piccola parola, di riconoscenza e di gratitudine , che sgorga limpida e

affettuosa dai nostri cuori:

GRAZIE ! Grazie perché ci hai arricchite con la tua

benedizione, grazie per l’amore che ogni

giorno hai versato nei nostri cuori senza che

te lo chiedessimo, grazie per le tante

Consorelle che ci hai messo vicino, grazie

per i Superiori che, da sempre, hai pensato

per ciascuna di noi e che, con delicatezza e

fermezza insieme, ci hanno aiutato a capire

e a gustare il dono grande del Carisma così

che diventasse nostro l’anelito della

Fondatrice, S. Maddalena di Canossa:

“Soprattutto fate conoscere Gesù” …

“Vi raccomando i miei amati poveri”.

Grazie, infine, per le moltissime persone che

abbiamo incontrato, conosciuto, amato e

servito, cercando di donare loro il bene più

grande: l’Amore.

Possiamo confermare che nei diversi

ministeri di carità in cui abbiamo servito i

fratelli, un solo pensiero e un solo desiderio

sono sempre stati presenti in noi: servire

nella tua vigna, Signore, per farti conoscere

e amare in particolare dai giovani, bisognosi

della tua sapiente Guida.

Siamo qui oggi, nella semplicità e nella

fragilità della nostra natura umana, stupite e

grate per la Tua immensa bontà e

attenzione verso ciascuna di noi”. Siamo

felici perché possiamo trascorrere questa

giornata di gratitudine accanto alle nostre

care “montagne di gemme” che pregano e

offrono perché il Padrone della messe mandi

ancora operai alla Sua messe.

A noi rimane ancora il compito prezioso di

testimoniare, con la vita, il Tuo immenso

amore a quanti hanno perso la speranza in una vita migliore ed eterna.

Ripercorrendo a ritroso il nostro sentiero e

ripensando al dono della vita Consacrata,

ricordiamo gioiosamente quel giorno in cui

ha avuto inizio la nostra storia personale:

una semplice storia, ricca di tanto amore e

infinita misericordia! Ti diciamo grazie, GESU’,

perché, incontrando te, abbiamo scoperto

il senso più pieno e più attraente della vita; lungo il cammino,

il tuo pensiero si è intrecciato col nostro.

Ci chiediamo: “abbiamo davvero compreso il grande mistero della chiamata personale a seguirti?”

A questo gioioso appuntamento di festa

potevamo non esserci… invece … eccoci qui

Grazie anche per questo immenso dono! Sr. Cecilia Pedretti

Page 31: Giornalino6

La Voce dei TERRITORI: notizie flash 31

MAGGIO 2011 – FESTA DI S. MADDALENA

a LUMEZZANE ( casa in chiusura )

Le suore col parroco don Franco Turla

Oggi, 8 maggio 2011, con la comunità

parrocchiale di Lumezzane, celebriamo,

per l’ultima volta, la festa della nostra

Fondatrice. La comunità religiosa, infatti,

sarà ritirata il 15 luglio p.v…

Dopo la S. Messa delle ore 10.00,

preparata dai bambini e catechisti del

terzo anno, in quella delle ore 11.00, il

parroco, don Franco Turla, nell’omelia,

ricordava la presenza discreta e operosa

delle Madri Canossiane nella parrocchia

di Lumezzane Pieve ed esprimeva la sua

forte commozione per la loro imminente

partenza.

Facendo proprio l’anelito della

Fondatrice: “Soprattutto fate conoscere

Gesù”, le Madri si sono prodigate, per

tanti anni, nell’educazione dei bambini

della scuola, nella evangelizzazione,

nelle diverse attività di catechesi e

formazione, nella visita agli ammalati in

famiglia.

La grande festa del pomeriggio, poi, è

stata animata, nel cortile della scuola

materna, dalle famiglie che hanno

partecipato, il 10 aprile u.s., alla

Giornata della vocazione laicale a

Verona.

“Soprattutto fate conoscere Gesù,

amatelo ed annunciatelo”, è stato il

ritornello che, con gioia, è riecheggiato

continuamente in tutte le attività

proposte. I festeggiamenti sono iniziati

con scenette e bans animati dal gruppo

degli adolescenti con Giancarlo, mentre

Francesca e Stefania hanno raccontato

in breve la vita di S. Maddalena.

Attraverso il gioco a gruppi, abbiamo cercato e

scoperto la “passione di S. Maddalena”, intorno

alla cui statua ci siamo alla fine trovati

cantando: “ Il tuo fuoco Maddalena: Dio Solo

carità! ”

I nostri amici, Milena, Rossella e Francesca,

hanno infine preparato, per tutti i ragazzi, dei

palloncini con dei messaggi di S. Maddalena,

commentati con interesse dai genitori presenti.

La giornata era soffusa da un clima particolare. I

genitori, guardando le Madri, dicevano:

“ Ci dispiace che andiate via…!”

Non è mancato il ricordo per gli amici “più

poveri” che Maddalena ci ha lasciato come

preziosa eredità. Così Antonella ed Elisa,

insegnanti della scuola materna, assieme a

Francesca, hanno allestito una bancarella a

favore dei progetti della Fondazione Canossiana.

L’8 maggio 1808 lo Spirito Santo ha fatto

sgorgare, a Verona, una sorgente che si è poi

dilagata in tutto il mondo. L’8 maggio 2011, a

Lumezzane (Bs), abbiamo bevuto a questa

sorgente e, mentre le Madri si preparano per un

altro cammino “a motivo di Cristo”, nella

comunità ecclesiale di Lumezzane Pieve si

continua a “ far conoscere Gesù, ad amarlo e ad

annunciarlo”, sotto la guida amorosa di Maria,

nostra dolcissima Madre.

Con questa fiducia e con la certezza che nulla di

quanto è stato seminato andrà perduto, - come

dice la nostra Fondatrice - “conviene affidare

totalmente ogni cosa al Signore e alla nostra

Madre SS.ma.”

Le sorelle di Lumezzane – BS

Page 32: Giornalino6

32 La Voce dei TERRITORI: notizie flash

TI DIRO’GRAZIE, TI BENEDIRO’ SIGNORE….

GIORNATE DEI GIUBILEI: SPIRITUALITA’ E FRATERNITA’

E’ stata una festa di vera fraternità: gioia di ritrovarsi, di raccontarsi, di rivivere i tempi belli e

lontani del nostro noviziato, ricche di entusiasmo, di trepidazione e di voglia di vivere la nostra Vita consacrata al SIGNORE così come l’abbiamo vissuta noi, tanti anni fa… noi, sorelle che, in questo anno, abbiamo celebrato insieme il nostro GRAZIE alla fedeltà del Signore nei nostri giubilei di 50, 60, 70 anni di vita religiosa!

Ci siamo ritrovate in 24 sorelle nella nostra bella e accogliente casa di spiritualità in Costalunga, casa

adagiata nel verde della collina cittadina, casa che invita

e aiuta l’anima a ritrovare se stessa nel silenzio parlante

di una natura viva e dove i ricordi sono facili ad affiorare,

la serenità e la tranquillità sono facili a ritornare e a dare

nuova energia anche in un fisico provato dagli acciacchi

dall’età che, per tutte noi, ospiti in quel

giorno,avanza!.... Ci ha accolte il sorridente e

accogliente volto della Madre Territoriale, M.

Antonietta Facchi che, dopo il ristoro di rito, per chi

arriva dai paesi, ci ha intrattenute con un intenso

excursus sulla bellezza dell’essere donne di Dio!

Il nostro “GRAZIE” al Dio che ha fatto

germogliare i fiori dalle rocce e che, a

detta di Luca, ama chi sa dire GRAZIE!.

La preghiera, in cappella, è continuata

sulla scia del ringraziamento che anche

Maddalena suggerisce di fare al Signore

per il grande dono della vocazione, perché

ringraziare è “ indossare le ali della

memoria per solcare nuovi cieli: quelli

della inattaccabile certezza di essere stati

amati e di esserlo ormai per sempre.”

Una verifica personale fatta sulla domanda

di Pietro a Gesù su quale sarà la

ricompensa a chi lo segue, e sulla

risposta:.. il centuplo quaggiù e la vita

eterna..” ci ha portato alla fine a cantare

con convinzione: “Sei il mio pastore…”e

a pregare per tutte le persone che sono

entrate nel nostro cammino, con le loro

storie di gioia o di sofferenza, e a mettere

tutti quanti ci sono cari sotto la protezione

di Dio.

Ognuna di noi è stata invitata a

condividere con le sorelle almeno un

momento importante della sua vita

religiosa.

Il pranzo di “Nozze”, servito con

raffinatezza dalle sorelle della casa, ha

rallegrato la nostra convivialità!

Padre Adolfo Antonelli, nel pomeriggio, ha

continuato ad intrattenerci, in questa bella

giornata di formazione di spiritualità.

Ancora il tema era impostato sulla

gratitudine a Colui che ci è stato fedele

per tanti anni, al Dio dell’amore e

dell’alleanza eterna. Ci ha richiamate a

celebrare nella gioia la festa dei giubilei,

cioè a radicarci ulteriormente nelle origini

divine e carismatiche.

Nella S. Messa, vissuta con vero

raccoglimento, ognuna di noi ha rimesso

la propria vita nelle mani di Dio con la

rinnovazione dei santi voti e con i propositi

più belli che, per il tempo che il Signore

ci concederà ancora, ci impegneremo a

vivere giorno dopo giorno, da consacrate,

canossiane, sempre dinamiche, attraenti… sempre giovani… nel cuore!

Con questo impegno si è conclusa la

nostra prima giornata di formazione.

Il giorno dopo, con le Sorelle dei giubilei,

Madre Antonietta e le Superiore delle

festeggiate, abbiamo vissuto un’intensa

giornata di allegra fraternità. Abbiamo

portato i nostri omaggi alla Madonna di

Monte Berico. Nel suo Santuario abbiamo

partecipato alla S. Messa celebrata dal

Vescovo emerito della città.

Madre Teresina Roversi

Page 33: Giornalino6

La Voce dei TERRITORI: notizie flash 33

Visita Canonica…. come una parabola…

Gesù aveva ed ha l’arte di raccontare le parabole…. ; a tutti i costi desidera rivelare qualcosa

della misteriosa presenza del Regno.

E, poiché le parabole non sono certo un numero chiuso, ma contengono un invito a cercare,

anche ora, l’opera del suo Amore ……. possiamo ben dire che …. TUTTO E’ PARABOLA.

Allora, anche l’evento della VISITA CANONICA è …… PARABOLA !

A che cosa possiamo paragonare i segni del Regno di Dio in questo evento? Con quale parabola possiamo descriverlo ?

Il giorno 4 aprile 2011 le Madri Visitatrici hanno iniziato il loro cammino … ai piedi delle

montagne.. del Territorio….. dove la natura silenziosamente è loquace….. e …

Così, la Visita Canonica è come un SEGNALE DI RISVEGLIO, come

quello dato dai bucaneve, sbocciati nei prati del feltrino e

dell’altipiano di Asiago, che penetra silenzioso nel cuore di ogni

Sorella, giovane o anziana.

Insieme abbiamo accolto questo segnale per continuare con coraggio e

indossare il nuovo abito della speranza.

Ancora…., la Visita Canonica è come UN RAGGIO DI LUCE che squarcia di tanto in tanto

le nubi, così da rendere più luminoso il sentiero su cui cammina la comunità, fino a giungere alla

vetta della più nobile fraternità.

Ancora……. è come un FIORE CHE SPANDE IL SUO PROFUMO.

Non vistoso, né appariscente…. Profumo mescolato a tutte le situazioni delle

Comunità, per dirci che Dio si dà da fare per condurci ad abitare una

marginalità significativa e vuole solo la nostra vera felicità.

Ancora …. è come una SORGENTE D’ACQUA.

In principio, piccola cosa: rigagnolo, poi ruscello…

che non teme di superare gli ostacoli. Scorre e dà vita ….

Scorre e dà fiducia, affinché il Dono sia ravvivato, la Perla del

Carisma riprenda luce nuova …

Ancora … ancora …. per giungere a dire:

GRAZIE, MADRI DEL CONSIGLIO GENERALE !!!

La parabola che avete raccontato con la vostra presenza, discreta ed umile,

avvolta di speranza e di fiducia,

resterà scritta nel “Vangelo del Territorio San Marco”

Sr. Giulia Gallocchio

Page 34: Giornalino6

34 La Voce dei TERRITORI: notizie flash

Le Chiese del NordEst

hanno accolto con gioia

il Santo Padre

… pennellate canossiane sull’evento….

….. al termine della Visita Pastorale alla Diocesi di Venezia il Patriarca Angelo

Scola ha comunicato ai fedeli di aver invitato il Santo Padre a far visita alle

Chiese del NordEst per “confermarci nella fede” …e, il Papa, ha risposto

all’invito dicendo di rendersi disponibile per il giorno 7 ad Aquileia e l’ 8 a

Venezia.

Sono stati mesi intensi di preparazione , nell’attesa del felice evento,

con preghiere e.. lavoro: l’allestimento di cappelle e della bella cupola nel

Campo San Giuliano in Mestre.

L’’accurata organizzazione, che tutti coinvolgeva, ha visto all’opera anche

le religiose.

Le Canossiane presenti rappresentavano le comunità di Venezia

S. Alvise e S. Trovaso e di Mestre.

L’ incarico delle Sorelle Morlin Antonietta, Bottaro Lina, Puppin Maria,

Pasquettin Marisa, è stato quello di preparare le numerose pissidi con le

particole e, la domenica, sostare in adorazione nelle “Cappelle Eucaristiche”, che custodivano le particole già consacrate, in attesa della S. Messa

celebrata dal Papa ed essere distribuite ai fedeli.

Invece a Sr. Maria Conti è stato affidato il compito, insieme ed altre

religiose, di aiutare nella “cappella-sacrestia” dove si preparavano i numerosi

Vescovi per la solenne Celebrazione.

Il nostro minimo servizio è stato svolto da … dietro le quinte, eppure,

aver visto “dal vivo” una così alta testimonianza evangelica, resterà indelebile

nel nostro cuore…..

Page 35: Giornalino6

La Voce dei TERRITORI: notizie flash 35

E a Venezia ?

…. La nostra splendida città ha accolto il Santo Padre da “gran signora”…

Il Comune aveva provveduto alla preparazione di una “papamobile”

elettrica, affinché il popolo, radunato in Piazza S. Marco, lo potesse vedere e

salutare.

Non poteva mancare un dono che parla dell’arte di Murano!:

un ostensorio in vetro parlerà al Papa della gente veneziana….

Il Canal Grande, come un grande tappeto acqueo, portava i segni della

festa: al passare della gondola, su cui sedeva sorridente il Papa, i numerosi

gondolieri che facevano da corona, lo salutavano con i remi alzati.

Il poeta Diego Valeri così concludeva una sua poesia dedicata a Venezia:

“Cuor di leonessa, viso che ammalia,

o tu, Venezia, due volte sovrana:

pianta di forte virtù romana,

fiore di tutta la grazia d’Italia…”

Dopo la visita del Papa, si possa davvero dire .. “ che è anche fiore che

spande il profumo di una FEDE CONFERMATA….” Le Sorelle di

Venezia e Mestre

Page 36: Giornalino6

36 La Voce dei TERRITORI: notizie flash

Sono passate tra noi e hanno lasciato una scia di pace e

di gioia contenuta….

Quando tu senti il cuore della tua famiglia, quando puoi guardare negli occhi chi ti vuol

bene e pensa a te, anche se si trova in India o in Africa, tu stai bene, più sicura di una

presenza che ti accompagna e ti guida ogni giorno e si fa concreta così, con la parola, il

gesto, il sorriso della tua Generale o della Vicaria o della Consigliera Generale…

Ci eravamo preparate pregando, offrendo piccoli doni di virtù nascoste, accogliendo e

invocando lo Spirito Santo per noi e per loro, perché la Visita fosse conoscenza che

rende più profondo l’affetto, più amabile il vivere religioso, più cosciente l’unità

dell’unica grande nostra Famiglia.

Le abbiamo viste e le abbiamo sentite tanto vicine, davvero sorelle mandate da un

Altro che ci vuole ancora testimoni credibili dell’Amore, in questo oggi difficile e bello.

Lo svolgersi delle giornate con loro, all’insegna dei nostri piccoli doveri, nell’uno o

nell’altro ministero, presenti tra la gente con noi, a tavola o in ricreazione con noi,

semplici e benevole, disposte ad accoglierti per un colloquio personale o per uno

sguardo alla casa, attente a quanto ciascuna poteva dire nel suo essere e nel suo modo

di comportarsi, sempre per aiutare o incoraggiare, ci ha dato fiato, voglia di far sempre

meglio il piccolo o il grande mandato comunitario, desiderio di essere le Canossiane

sognate da Maddalena.

Nell’incontro del 19 aprile, a Padova, concordi le Superiore nel raccontare l’esperienza

di fede goduta nel profondo, la grazia di un passaggio che ha illuminato i nostri piccoli

passi di formazione, ha rincuorato le nostre stanchezze, ha riaperto orizzonti di vita

fraterna e di apostolato.

Che cosa le Visitatrici hanno sottolineato delle nostre Comunità ?

La fedeltà alla consacrazione, lo spirito di preghiera, l’amore alla Parola, al

Magistero della Chiesa e al Carisma, la capacità di stare in modo costruttivo tra la

gente, di donarsi in maniera semplice e continuativa, quando le Sorelle sono richieste

in parrocchia, nella scuola o in altri ministeri.

Riguardo alla vita fraterna hanno colto delle difficoltà nelle relazioni interpersonali,

particolarmente nell’accoglienza e integrazione del diverso; hanno visto Sorelle con

doni e debolezze, coscienti dei propri limiti, ma che sanno ricostruire la carità col

perdono dato e ricevuto.

“Tutto diventa coscienza della nostra realtà – afferma M. Generale - per

accogliere in pieno l’azione di Dio in noi”.

Ci hanno incoraggiato a migliorare la condivisione tra noi, a creare momenti

formali e informali per conoscerci sempre meglio; a cercare le esperienze positive della

Comunità, a camminare insieme.

Si sono congratulate, constatando quanto il Carisma sia radicato nel Territorio,

quanta passione e zelo vi siano per la missione, anche nelle Madri anziane, la cui

testimonianza si fa di giorno in giorno più preziosa.

Concludendo, possiamo dire che le Madri Visitatrici ci hanno visto in cammino, si

sono rallegrate di quanto Dio ha fatto e continua a fare tra noi e attraverso di noi, ci

hanno augurato di essere profezia tra i poveri.

Sr. Elda Trevisiol e Sorelle

Page 37: Giornalino6

La Voce dei TERRITORI: notizie flash 37

All’inizio dell’anno M. Marilena mi ha proposto un’esperienza di missione popolare con

i Cappuccini lombardi in una Parrocchia vicino a Varese, da vivere in maggio.

Avevo un’idea molto vaga di cosa fosse una missione, non avendo mai avuto

l’occasione di farne esperienza né come destinataria, né tantomeno come

missionaria; tuttavia la percepivo come una realtà ricca, che mi sarebbe stata utile

per scoprire di più il Signore, gli altri e me stessa.

Presi contatto con padre Giansandro, responsabile della missione e con le

Madri Giovanna e Paola (Canossiane che già avevano vissuto quest’ esperienza) e mi

preparai nei mesi precedenti alla partenza, soprattutto chiedendo al Signore di

aiutare me e le persone che avrei incontrato ad accogliere il Suo dono.

La Missione parrocchiale è un'esperienza di evangelizzazione, di annuncio della Parola

di Dio, di servizio reso ad una comunità cristiana da alcuni missionari (frati, suore,

laici) per confermare, rivitalizzare o risvegliare la fede; si incontrano le persone non

solo negli ambiti ecclesiali, ma anche nel loro ambiente vitale, quotidiano.

La missione è preceduta da un periodo (un paio di anni) in cui la comunità parrocchiale

si prepara all’evento; dura 15 giorni (la mia presenza fu solo di 8, per impegni

scolastici) nei quali l'annuncio del Vangelo avviene in maniera capillare per tutti.

Eravamo in 52 missionari

distribuiti in un’ unità

pastorale di 5 parrocchie con

20.000 abitanti. La maggior

parte erano frati e suore

francescani che hanno la

missione come loro ministero

proprio.

In questa settimana il compito

dei missionari fu quello di

visitare le famiglie, circa 40 al giorno, ascoltarle, portare loro il Vangelo ed

invitarle ad un centro di ascolto alla sera, che si teneva nelle famiglie del quartiere

visitato durante la giornata.

La missione popolare è un tempo forte di evangelizzazione dei praticanti, tempo di un

cammino di conversione, revisione e/o conferma della fede di chi si sente parte

della Chiesa, ma è anche evangelizzazione per gli annunciatori stessi, perché

Page 38: Giornalino6

38 La Voce dei TERRITORI: notizie flash

ogni evangelizzatore è chiamato a coinvolgersi direttamente nell'annuncio, per

realizzare, come cristiano, la propria vocazione di essere annunciatore del Vangelo.

E’ un momento straordinario anche per i lontani, per i non praticanti e i non credenti,

un momento di avvicinamento, ascolto, invito e annuncio evangelico a chi - pur

battezzato - non si sente parte della Chiesa, o a chi se n'è allontanato, vive ai margini

o perfino fuori (atei, conviventi, separati, divorziati, ...).

E' stata un'esperienza ricca, stimolante, stancante, bella e rigenerante a livello umano

e spirituale!

Ho visitato circa 250 famiglie in 6 giorni; ho incontrato ragazzi delle medie e bambini

ogni mattina, guidato i centri di ascolto alla sera con in media una ventina di adulti-

anziani, e tutto questo condividendolo con tanti frati e suore giovani e anche no! Così

come ero capace, con me stessa.

Percepivo la presenza del Signore nelle persone che mi accoglievano, ma anche nella

cortesia di chi mi diceva: “ No, Suora, lasci perdere, non mi interessa”.

Il Signore era presente nella tanta generosità e calore delle persone che mi ospitavano

(abitavamo nelle famiglie) e di quelle che incontravo!

Mi sorprendeva la gioia dei bambini e ragazzi che restavano basiti di fronte

all’entusiasmo di frati e suore che ballavano e cantavano annunciando loro Gesù.

Ho rivisto compagni di classe delle

superiori, che non vedevo da 20 anni!,

diventati frati. Ho conosciuto Suore,

sorelle di amici miei! Una sorpresa!

Avevo un po’ di timore all’inizio,

andavo incontro in qualche modo al

non noto, ma la gioia e la ricchezza

ricevute hanno superato di gran

lunga quel timore umano che si è

trasformato in Timor di Dio per i

prodigi e i segni che avvenivano

per opera del Signore!

Un dono davvero unico questa esperienza di missione che auguro a tanti di poter vivere e condividere.

Per un cristiano, l'evangelizzazione non è un vanto, ma un dovere (1 Cor 9, 16)

Sr. Zita Morandi

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La Voce dei TERRITORI: notizie flash 39

Oh, com’è bello, entusiasmante e gioioso camminare sulla via del Risorto!

Abbiamo partecipato al cammino

quaresimale che si è celebrato in

parrocchia.

E’ stato un cammino così bello, così ricco,

così intenso, con la catechesi eucaristica,

gli esercizi, il triduo eucaristico, le

Celebrazioni del Triduo Pasquale.

Dalla Quaresima alla Pasqua, dalla croce

alla risurrezione, dalla sofferenza alla

gloria. Così è stato per Gesù, così sarà per

noi.

Resurrexit! E’ il saluto che l’angelo

rivolse alle donne quel mattino di Pasqua…

Il Signore è risorto e cammina con noi per

le strade ora piane ora scoscese della

nostra vita… “Non abbiate paura”, disse

l’angelo alle donne.

Con Gesù non abbiamo paura, ma siamo

nella gioia.

Paolo VI diceva ai consacrati:

“Siate felici, perché nulla va perduto di tutto ciò che fate,dite e soffrite”.

E la Gaudium et Spes ci ricorda: ”Dio

prepara una nuova abitazione e una terra

nuova in cui abita la giustizia, e la cui felicità

supera tutti i desideri di pace che salgono

nel cuore degli uomini… La fraternità e

tutti i buoni frutti della natura e della

nostra operosità, dopo che li avremo diffusi

sulla terra, nello spirito del Signore e

secondo il suo precetto, li ritroveremo,

illuminati e trasfigurati, allorquando il Cristo

rimetterà al Padre il Regno eterno e

universale, che è Regno di verità e di vita,

Regno di giustizia, di amore e di pace”.

Nel buio nero della notte fonda

gente sta camminando a piedi nudi

su montagne di vetri frantumati.

Cristo risorto irrompe nella storia,

gli uomini, le cose, l’universo

veste di novità nella sua luce.

Qual verde di olezzante primavera

germoglia sulla terra la speranza

di un’era nuova carica di pace.

Dolce m’invade il senso del mistero.

Navigo,sogno un mare senza sponde

di luce, di bontà, d’amore e bene.

A coronamento di tutto e come specifico canossiano ci hanno portato nuovo fervore le

lettere augurali della Madre Generale e della Madre Provinciale.

Le abbiamo lette, gustate, meditate, ci sono sempre luce e sostegno accanto alla Parola di

Dio e della Chiesa. Luce, bontà, amore e gioia pervadano il mondo e il Signore Risorto sia

glorificato in ogni cuore. Alleluia! M.Fortunata Agliozzo e Sorelle di Aci Bonaccorsi

Page 40: Giornalino6

40 La Voce dei TERRITORI: notizie flash

Abbiamo festeggiato così i 150 anni dell’UNITA’ D’ITALIA

Nella nostra Comunità di Potenza la

ricorrenza dell’Unità d’Italia non è passata

inosservata. Abbiamo seguito con

interesse le varie manifestazioni,

riscoprendo il senso dell’italianità,

l’orgoglio di appartenere ad una Nazione

così ricca di storia, di sane tradizioni, di

arte, di religiosità.

Abbiamo animato la serata celebrativa del

17 marzo 2011 con l’immancabile inno

“Fratelli d’Italia”, raffigurato da una

Sorella che, per l’occasione, era avvolta

nel tricolore. Tutte le Sorelle hanno

illustrato storicamente le varie strofe,

facendoci entrare nello spirito e nella

visione di chi lo ha composto. E’ stata poi

tratteggiata la Comunità che, con i nuovi

arrivi di Sorelle, rivive il clima di

“emigrazione” con i risvolti di

sradicamento e di solitudine, ma anche di

novità e di solidarietà nello scambio.

Eccone l’immagine simpatica e reale:

Nell’unità la forza… in tutto lo stivale dove trovare una Comunità inter-

culturale come Potenza? E’ qui che si realizza l’unità d’Italia perché è la Comunità dove i campanili si fondono in un unico cupolone, dove i dialetti e le tradizioni si incontrano e si mescolano, pur conservando le loro peculiarità e

senza provocare scissioni, dove il federalismo municipale forma una variegata realtà che si distingue per temperamenti, ma si unifica nella carità

scambievole, quella voluta da Maddalena che non ammette differenze tra paesi e culture. Qui è presente l’Italia del Nord, del Centro e del Sud.

Nello stivale c’è la Lombardia con il panettone, il Veneto con la polenta, la Toscana con la fiorentina, il Lazio con la porchetta, la Campania felix con la mozzarella, la Puglia con le orecchiette, la Basilicata con i fusilli, la Calabria

con i peperoncini, per cui si può ben degustare… ma, volendoci elevare, ci unisce la santità di Sant’Ambrogio e San Carlo, di Santa Maddalena, di Santa Maria Novella, di San Pietro, di San Gennaro, di San Nicola, di San Gerardo, di san Francesco di Paola, Santi tutti che non trovano barriere alla loro universale carità.

Così dalle Alpi al mare, da Ponte di Legno a Schiavonea, ci ritroviamo unite sotto l’unica bandiera tricolore e sotto lo stemma di Canossa.

E’ vero, siamo una fragile forza, ma con lo stesso ideale espresso nella

diversità. Nell’unità è la nostra forza. Viva l’Italia unita.

Non poteva mancare un viaggio immaginario attraverso le Regioni italiane

rallegrandoci con classici canti regionali.

E, prima di brindare alla salute di questa eterna “fanciulla e donna dalla storia

millenaria, di nome Italia” la televisione ci regala il sempre splendido Nabucco di

Verdi diretto da Riccardo Muti, musica che non finisce mai di stupirci e mai ci stanca.

“Dalla bocca dei bambini si innalza la lode” dice il Salmo 8! Sì, perché il clima festoso della serata è iniziato durante il pranzo della Comunità quando, di sorpresa, nel refettorio, sono arrivati 60 bambini di due Sezioni della Scuola dell’Infanzia che, con fiocchi tricolore e mano sul cuore, hanno cantato, con compunzione e con tutta la voce, l’Inno di Mameli. E’ stato un momento di forte commozione!

Le Sorelle di Potenza

Page 41: Giornalino6

Parliamo di … (notizie varie) 41

PROGETTO “GIOVANI PER I GIOVANI”

Il 16 marzo 2011, a Villafranca, ha preso

l’avvio la realizzazione del Progetto “Giovani

per i Giovani” che prevede un’attività

settimanale di doposcuola per alunni

stranieri della scuola elementare e media.

La novità dell’iniziativa risiede nel fatto che a

tenere le lezioni sono in prevalenza giovani

stranieri, figli essi stessi di immigrati

provenienti da varie parti del mondo.

Ideatrice e responsabile dell’attività è

l’Associazione di Promozione Sociale Shangri-

la, costituitasi nel 2005 e che opera nel

territorio villafranchese.

Essa si pone come scopo statutario la

promozione del pieno diritto di cittadinanza

di persone italiane e straniere, attraverso lo

sviluppo della solidarietà, dello scambio e

del confronto, tesi a perseguire la giustizia

sociale, le pari opportunità, l’integrazione

tra gruppi e comunità diverse.

Caratteristica propria di Shangri-la è la

promozione e lo sviluppo di una cultura

dell’accoglienza che vede nella reciprocità e

nello scambio la strada maestra per

realizzare una duratura e pacifica

integrazione tra persone di differenti

provenienze.

Attualmente funziona a pieno regime “L’Ippogrifo

delle culture”, un percorso di alfabetizzazione e

apprendimenti del contesto Territoriale rivolto

alle donne straniere, che si svolge ormai da molti

anni al mattino presso la sede della Caritas ed

è tenuto da volontarie che assicurano

insegnamento e servizio di baby sitting.

Durante l’estate Shangri-la cura momenti di

incontro e scambio tra famiglie italiane e

straniere all’interno della vacanze-famiglia

organizzati dall' associazione Famiglie in rete.

Una curiosità: quale il significato della parola

Shangri-la?

Shangri-la è il nome di un luogo immaginario

descritto nel romanzo Orizzonte perduto, scritto

da James Hilton nel 1933. In esso si parla di un

luogo racchiuso nell'estremità occidentale

dell'Himalaya, nel quale si vedevano meravigliosi

paesaggi, e dove il tempo si era quasi fermato in

un ambiente di pace e tranquillità. Shangri-la era

organizzato come una comunità cristiana

perfetta, dalla quale erano bandite, per

convinzione comune, tutta una serie di umane

debolezze (odio, invidia, avidità, insolenza,

avarizia, ira, adulterio, adulazione e via

discorrendo), un eden materiale e spirituale dove

l'occupazione degli abitanti era quella di produrre

cibo nella misura strettamente necessaria al so-

stentamento e trascorrere il resto della giornata

Page 42: Giornalino6

42 Parliamo di … (notizie varie)

nell'evoluzione della conoscenza interiore,

della scienza e nella produzione di opere

d'arte.

Shangri-la rappresenta quindi non solo un

mito, ma anche una meta di convivenza

civile a cui tendere.

Il Progetto “Giovani per i giovani”, vede

l’attuazione di un approccio particolare al

tema dell’integrazione. Ciò che sta alla sua

base è la convinzione che, dopo qualche

decennio di immigrazione, le diverse

comunità straniere in Italia abbiano

maturato modalità di integrazione tali da

poter esprimere esse stesse, dal loro

interno, le forze in grado di fornire un

supporto ai loro connazionali, affrancandosi

sempre più dall’assistenza offerta dagli

Italiani.

Ecco che allora l’Associazione si è fatta

promotrice di incontri con rappresentanti di

comunità straniere dalle quali ha ricevuto il

sostegno e la fiducia necessari per

intraprendere questa sperimentazione

innovativa. In virtù di questa collaborazione,

i rappresentanti della Comunità marocchina

hanno aperto a Villafranca una succursale

della scuola domenicale di Valeggio per

insegnare la lingua araba ai bambini, mentre

un rappresentante della Comunità rumena

ha potuto allestire uno sportello di

consulenza-informazione per tutti gli

stranieri a Villafranca.

Il passo successivo è stato quello di formare

un gruppo di giovani stranieri interessati al

Progetto e segnalati dalle Comunità stesse.

Così, grazie all’esperienza e alle competenze

espresse dall’Associazione, i giovani hanno

seguito un percorso di formazione di alto

livello, tenuto da esperti universitari, ed ora

si stanno mettendo in gioco, sotto

un’attenta supervisione, mentre rimangono

aperti alla collaborazione di giovani italiani

disponibili a conoscere il mondo della

immigrazione direttamente.

Si seguono i piccoli, provenienti da Paesi diversi

(Marocco, Romania, Moldavia, Serbia, Cina,

Spagna, India) nei compiti per casa, con

un’attenzione particolare al miglioramento delle

competenze in lingua italiana e applicando una

metodologia specifica, finalizzata a promuovere

negli allievi le abilità cognitive necessarie ad un

miglior apprendimento.

Particolare attenzione viene inoltre data alla

socializzazione dei piccoli tra loro e alla relazione

con gli adulti, nell’ottica di curare gli aspetti

affettivi, che possono incidere negativamente sui

percorsi di apprendimento, se non

adeguatamente risolti. Il trauma della migrazione,

infatti, rappresenta la maggiore ipoteca sulla

buona riuscita scolastica, in grado di

compromettere i migliori interventi didattici.

Un altro dei capisaldi di Shangri-la e dei suoi

progetti, è l’idea che i bambini possono star bene

se gli adulti stanno bene; e si cercherà, quindi,

anche in questo Progetto, di avere un’attenzione

particolare ai loro genitori, fornendo un supporto

psicologico e formativo nel loro difficile compito

di essere educatori tra due mondi: uno di

appartenenza, lontano, ed uno di accoglienza,

vicino e spesso poco comprensibile.

Una verifica, alla fine del percorso, verso la metà

di giugno, permetterà di cogliere, tra tutte le

variabili messe in gioco, quali abbiano avuto

successo e dove si annidino invece i punti di

difficoltà. Per questo sarà prezioso lo sguardo

degli insegnanti delle scuole frequentate dai

bimbi.

Non resta che augurare un pieno successo

all’iniziativa, che si pone come prima

sperimentazione per una messa a regime di un

metodo di supporto extra-scolastico che, già ai

suoi primi passi, sembra avere le carte in regola

per un futuro promette

Sr. Daniela Rizzardi

Page 43: Giornalino6

Parliamo di … (notizie varie) 43

Giovedì 19 maggio, giorno in cui si celebrava il 159°

anniversario della polizia, la pagina 29 del Corriere della

Sera era interamente occupata dalla lettera che un

poliziotto “normale” (così si definiva) aveva indirizzato al

Direttore. La lettera non era firmata perché l’uomo aveva richiesto l’anonimato. Si

cominciava a leggere quando, ad un tratto, ci si imbatteva in una riflessione,

semplice e profonda:

“A proposito di morte e di parole. Vorrei che nessuno dicesse più di noi

poliziotti “Gente che rischia la vita per pochi euro”.

C’è chi svolge una attività lavorativa al solo scopo di trarne profitto. Ma

sul vocabolario la parola che trovate a questa definizione non è poliziotto,

ma mercenario.

Se permettete c’è differenza. Volendo essere un poco retorici, mi lasci dire

che, anche se tutto sembra misurarsi in termini economici, ci sono cose che

ancora si possono fare non per denaro, ma semplicemente perché si crede

che essere d’aiuto a qualcuno valga anche qualche rischio”.

Dopo aver letto questo parole il mio pensiero corse immediatamente al Vangelo di quattro

giorni prima, quello di domenica 15 maggio, quando Gesù diceva: “Io sono il buon

pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario - che non è

pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore

e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle

pecore”.

Non è un mercenario Gesù. Non si sente un mercenario questo anonimo poliziotto che - per

essere d’aiuto a qualcuno - è disposto anche a correre qualche rischio, persino a dare la

vita. E come questo poliziotto sono molti, sono milioni, gli esseri umani che - pur con tutti i

loro limiti e contraddizioni - ogni giorno, silenziosamente, agiscono convinti che valga la

pena sacrificarsi per proteggere, accudire o rendere felice qualcuno. Il mondo si regge e va

avanti così.

Sì, siamo figli di quel Dio che, in Cristo buon pastore, dà la vita per noi. Figli di un Dio che

ci ha creati “a sua immagine e somiglianza”.

Leggendo la lettera del poliziotto e pensando a tutti coloro che ogni giorno sanno

sacrificarsi per gli altri, vengono in mente anche altre parole di Gesù: “Alzate i vostri occhi

e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura”. Alziamoli dunque gli occhi per

vedere quando il Vangelo si fa carne nelle nostre città e sin negli angoli più remoti dei

cinque continenti. Per ringraziare Gesù morto e risorto per noi, e il vento della risurrezione

che instancabilmente continua a spirare sul nostro mondo e a donare lo Spirito.

Cristina Uguccioni

Page 44: Giornalino6

44 Parliamo di … (notizie varie)

La XLV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali ci ha portato in dono il messaggio del S. Padre, Benedetto XVI, sul tema:

Imitiamo lo stile

di Gesù Risorto

con i Discepoli di

Emmaus

“ La proclamazione del

Vangelo richiede una forma

rispettosa e discreta di

comunicazione, che stimola

il cuore e muove la

coscienza; una forma che richiama lo stile di Gesù risorto quando si fece compagno nel cammino dei discepoli di Emmaus (cfr

Lc 24,13-35), i quali furono

condotti gradualmente alla

comprensione del mistero

mediante il suo farsi vicino,

il suo dialogare con loro,

il far emergere con

delicatezza ciò che c’era

nel loro cuore.”

Ben XVI,GMCS 2011

Vorrei puntualizzare tre aspetti di particolare importanza

che il Santo Padre evidenzia in rapporto alla proclamazione

del Vangelo nella rete Internet:

1. “Anzitutto dobbiamo essere consapevoli che la verità che

cerchiamo di condividere non trae il suo valore dalla sua

“popolarità” o dalla quantità di attenzione che riceve.

Dobbiamo farla conoscere nella sua integrità, piuttosto che

cercare di renderla accettabile, magari “annacquandola”.

2. “Comunicare il Vangelo attraverso i nuovi media significa

non solo inserire contenuti dichiaratamente religiosi sulle

piattaforme dei diversi mezzi, es. nei social network come

facebook, ma anche testimoniare con coerenza, nel

proprio profilo digitale e nel modo di comunicare, scelte,

preferenze, giudizi che siano profondamente coerenti con

il Vangelo, anche quando di esso non si parla in forma

esplicita...

3. “Vorrei invitare, comunque, i cristiani ad unirsi con fiducia e

con consapevole e responsabile creatività nella rete di rapporti

che l’era digitale ha reso possibile. Non semplicemente per

soddisfare il desiderio di essere presenti, ma perché questa

rete è parte integrante della vita umana…

Invito soprattutto i giovani a fare buon uso della loro

presenza nell’arena digitale.”

Perciò, Benedetto XVI ci fa comprendere che “ anche nell’era

digitale, ciascuno è posto di fronte alla necessità di essere

persona autentica e riflessiva… esiste uno stile cristiano di

presenza anche nel mondo digitale: esso si concretizza in

una forma di comunicazione onesta ed aperta,

responsabile e rispettosa dell’altro.”

Sr. Maria Rossoni

Page 45: Giornalino6

Parliamo di … (notizie varie) 45

una vita in cui la base e il vertice sono coincisi

L’esaltante parabola umana, vissuta compiutamente in una persona qualunque, suscita

sempre ammirazione, divenendo, allo stesso tempo, punto di riferimento e polo

d’attrazione. La vita “epica” di Papa Giovanni Paolo II, è scaturita da una personalità

umana compiuta nell’ ordinarietà, in quel compiere bene e senza perdere tempo quello

che si era e si doveva fare.

Parlare, dunque, di un uomo santo è sempre cosa buona, ma si deve sapere che non lo si

afferrerà mai completamente. Il santo non si lascia ingabbiare in una definizione o

in una descrizione. La santità rompe i confini della definizione o dell’enunciazione. Le

regole in coloro che si sono lasciati afferrare da Cristo si superano. Il santo diviene «la

regola». Se ci si è lasciati regolare per tutta la vita, si diventa poi regola. Per un cristiano

essa è Cristo. Pertanto il santo è colui che, agendo in persona Christi, diviene un

alter Christus. San Paolo ce lo ha confermato quando ha detto di se stesso: «Non sono

più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Gal 2,20).

Della vita di Giovanni Paolo II si sono sottolineati tanti aspetti, tra cui il suo senso

profondo di Chiesa e di appartenenza ad essa, la sua carità, la sua sollecitudine di

pastore per il suo gregge, l’amore verso tutti: vicini e lontani. Però quello che più è

impressionante, in un mondo come quello di oggi, è il suo essere stato un “grande

testimone dell’azione del celebrare” (Mons. Piero Marini).

In lui l’unione del sacerdozio amato e della celebrazione liturgica ricercata

continuamente, senza pudori nel mostrarsi in ginocchio o con il rosario in mano, lo hanno

reso “immagine” ed esempio dell’arte del celebrare. Convinzione ed espressività,

contenuti e forma, in lui si fondevano insieme in un tutt’uno, realizzando una vera icona

vivente della preghiera.

La commozione che scaturiva dal vederlo pregare era il segno più chiaro che in lui e in

quel momento si stava vivendo un’unione che coinvolgeva il cielo e la terra. La base e il

vertice nella sua preghiera autentica coincidevano. In lui si riannodavano quei legami che

i singoli e l’umanità intera, con le proprie scelte sbagliate, slegavano di continuo.

Le masse semplici, di gente altrettanto semplice, senza confini di età

o di razza, di lingua o di censo, hanno colto lo spirito della persona e

l’hanno amata, si sono fatte suo prossimo, perché fino alla fine,

hanno scorto in lui il buon samaritano del Vangelo, hanno sperato

«versasse sulle ferite di ciascuno il vino della salvezza e l’olio della

consolazione» (dalla Liturgia Eucaristica). Sempre numerose, sono

convenute festose e meste ai suoi appuntamenti, mai deluse, perché

mai illuse da facili soluzioni o da impegni leggeri. Amate, protette,

hanno tradotto questi sentimenti paterni nella vicinanza, nella stima,

nella condivisione al loro Pastore. Le folle, intraviste fino al giorno

solenne della proclamazione a Beato in Piazza San Pietro a Roma, il 1 maggio scorso,

confermano che la sua vita fu veramente: eroica, perché nascosta in Dio, santa,

perché a Lui unita, epica perché continuamente spesa nella lotta contro il male

dell’indifferenza e il peccato dell’individualismo.

L’eredità che ha lasciato a ciascuno di noi è seguirlo nella santità, nell’essere “ponte”

gettato verso chiunque e realizzato in una preghiera profonda e convinta che affratella,

perché ristabilisce il primato di Dio tra gli uomini e pone l’altro di fronte a sé.

Mons. Luigi Telesca

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46 Semi di riflessione

Il fenomeno migratorio, cui stiamo assistendo, in maniera consistente, in questi ultimi tempi, soprattutto a seguito degli eventi bellici nel Nord Africa, ci interpella fortemente, ci chiede apertura degli occhi, vale a dire presa di coscienza tradotta in coraggio decisionale e viva partecipazione, al grosso problema. L’esenzione non è ammessa. Ciascuno, a seconda delle concrete possibilità, è chiamato a dare il suo contributo, la sua nota unica, in vista di una risoluzione che, certamente, ci chiede di diventare alleati di Dio nell’accoglienza e nell’ospitalità.

Nell’esperienza biblica di Israele c’è un ritornello frequente: “Ricordati” Il ricordare è un imperativo. Si tratta di fare responsabilmente agli altri ciò che è stato fatto a te. E’ un invito a “prendersi cura dello straniero” dal quale abbiamo qualcosa da imparare.

A scuola dello Straniero (*)

Lo straniero, vale a dire quell’immigrato,

quel rifugiato e quel senza documenti,

un caso socio-politico-giuridico, diventa

agli occhi credenti evento altresì

rivelativo, evocazione.

1. Lo straniero, nel suo venire da “oltre”

e nel suo apparire “altro”, è

evocazione del Dio d’Israele che è il

Padre di Gesù, un Dio non organico a

nessuna etnia, a nessuna patria e a

nessuna cultura. Appunto un Dio

lontano e sconosciuto, non opera cioè

delle mani, della mente e del cuore

dell’uomo, che, liberamente, decide di

farsi vicino accogliendo, nella sua

passione d’amore, il gemito della

creazione umano-cosmica (Rom.8)

riassunto in quello del forestiero. Un

Dio straniero al servizio degli

stranieri. Essi sono la sua patria ed

Egli è la loro patria.

2. Lo straniero, nel suo essere né

riconosciuto, né accolto, è memoria

del destino di Gesù, del Dio di Gesù,

dei profeti di Dio, degli amici di Gesù

e di ogni uomo messo a parte e

perseguitato a causa della giustizia, o

strumentalmente usato.

3. Lo straniero, con il suo stesso esserci,

diventa per i discepoli di Gesù

annuncio della loro “stranierità”. Da

“oltre” è la loro origine, dal Dio di

Gesù, “oltre” è il loro approdo, il Dio

di Gesù, e “altro” il loro modo di

esserci, secondo il Dio di Gesù.

Come ha scritto Jabès:

“Lo straniero ti permette di essere te

stesso, facendo di te uno straniero”.

4. Lo straniero, con il suo stesso nome,

diventa annuncio del nostro vero

nome, l’essere stranieri alla nostra

costitutiva verità.

Ha scritto ancora Jabès:

“La distanza che ci separa dallo

straniero è quella che ci separa da

noi. La nostra responsabilità di fronte

a lui è dunque solo quella che

abbiamo verso noi stessi.

E la sua? La nostra stessa.”

5. Lo straniero, nella sua singolarità, ha

un volto e un nome, porta con sé

tutto il suo mondo, la sua geografia e

la sua storia. Davvero il tutto nel

frammento; nell’incontro dei singoli

“tu” avviene l’ospitalità di peculiari

orizzonti, e l’ostilità.

6. Lo straniero, infine, esemplificazione

del povero dai molti volti, è in sé e

per sé provocazione.

Al pari dei profeti e delle apparizioni

degli angeli del Signore, egli non è

solo voce e messaggero di inedite

conoscenze, via illuminativa, ma

altresì presenza che provoca risposta.

Precisamente alle immagini di Dio, di

Cristo, della Chiesa e di uomo da lui

evocate, e al come stare

concretamente davanti a lui.

Per il cristiano il paradigma del suo

rapportarsi è quello del Cristo, il cui

stile è simultaneamente epifania dello

stile di Dio e orientamento dello stile

dell’uomo.

A.S.

(*) Riprendo liberamente dal testo di Giancarlo Bruni: “Dilatare lo sguardo.Lo straniero-il denaro-il creato” Cittadella Editrice

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Calendario dei prossimi Appuntamenti 47

24-26 Giugno Seminario Nazionale Pastorale Salute – Costalunga (BS)

23- 30 Giugno Età: 15- 18 anni Settimana di servizio e di formazione umana e cristiana 30 Giugno-7 Luglio per chi è alla prima esperienza di Volontariato - Roma – V. don Orione

7-14 Luglio Età: 17- 19 anni Settimana di servizio e di spiritualità per chi ha già fatto 14-21 Luglio esperienza di Vol. e vuole approfondire la spiritualità- Roma – V. don Orione

9-11 Luglio Consiglio Provinciale - S. Vito di Cadore

14- 16 Luglio Seminario 1° Ministero - Venezia: S. Trovaso

21-28 Luglio Età: 19- 30 anni – Servizio e cammino di spiritualità - Catania

29 Luglio-1 Agosto Spiritualità: scuola di preghiera per Giovani: 20-35 anni - Limone del Garda – Padri Comboniani - Belpasso- Etna

31 Luglio- 7 Agosto V Congresso Internazionale Famiglia Laicale Canossiana Verona -San Fidenzio

20-24 Agosto Esercizi Spirituali ex Allieve d’Italia: Fonte Avellana – PS

25-28 Agosto Seminario Interministeriale – Venezia: S. Trovaso

29 Luglio-2 Settembre Consiglio Provinciale - Roma

15 Settembre Solennità di Maria SS. Addolorata

Freschi di stampa (documenti di Chiesa – Novità librarie) 47

Suggeriamo la lettura dei seguenti Testi:

1. Filippo Anastasi “In viaggio con un Santo”

2. Angela Ambrogetti “Compagni di viaggio

Interviste al volo con Giovanni Paolo II

3. Alberto Melloni “Le cinque perle di Giovanni Paolo II”

4. Myriam Castelli “Il Santo Padre Giovanni Paolo II -

Maestro e Testimone”

5.Elisabetta Lo Iacono “Caro Signor Papa”

6. Antonino Zichichi “Giovanni Paolo II

Il Papa amico della scienza”

7. Saverio Gaeta “Il miracolo di Karol

Le testimonianze e le prove

della santità di Giovanni Paolo II”

7. Stanislao Dziwisz “Una vita con Karol

Conversazioni con Gianfranco Svidercoschi”

BUR saggi

8.Antonio Socci “ La guerra contro Gesù”

Edizioni Messaggero Padova

Libreria Editrice Vaticana

Mondadori

Libreria Editrice Vaticana

Edizioni Messaggero Padova

Tropea

Rizzoli

Rizzoli

Rizzoli

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La fede … deve essere sempre annunciata.

… l’annuncio della fede,.. deve partire da un cuore che crede,

che spera, che ama, un cuore che adora Cristo

e crede nella forza dello Spirito Santo!

(Ben.XVI, Convegno Diocesi di Roma 13.06.2011)

29 giugno 2011: 60° anniversario della Ordinazione Sacerdotale

di Papa Benedetto XVI