GIORNALINO DELLA SCUOLA PRIMARIA PLESSO FRASSO … VA... · mancanza della data precisa nei Vangeli...
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GIORNALINO DELLA SCUOLA PRIMARIA
PLESSO FRASSO
NUMERO UNICO DICEMBRE 2015
A Natale tutto è possibile
anche la scuola può diventa-
re divertente!
Infatti noi alunni delle clas-
si VA/ VB della scuola pri-
maria “Frasso” abbiamo de-
ciso d’impegnarci a realiz-
zare, divertendoci e di-
ventando
“giornalisti” per alcune set-
timane, un numero unico di
giornale sul Natale, scriven-
do articoli, facendo intervi-
ste, curando
l’impaginazione, la grafi-
ca…… un Natale napoletano
dove trovano spazio tutte
le nostre tradizioni che, in-
sieme alla nostra creatività,
faremo conoscere a tutti!
BUONA LETTURA
A TUTTI
Sommario:
All’interno i seguenti
articoli:
L’etimologia della paro-
la “Natale”
2
Il significato del Natale
Cristiano La data di
nascita di Gesù
2
Origine del Presepe 3
Simbolismo degli ele-
menti del presepio
4
Storia del Presepe
Il Presepe napoletano.
5
Il Presepe oggi
S. Gregorio Armeno
6
7
Natale a Napoli... 7
Natale a ...Tavola
I nostri dolci
8
10
I nostri giochi…
Le nostre poesie….
12
15
I nonni raccontano…
Natale è anche….
17
18
Natale nel Regno Unito
I nostri auguri…..
19
22
Noi Giornalisti La nostra Redazione è composta
dagli alunni delle classi VA/ VB e
dalle insegnanti.
Il termine Natale è di deri-
vazione latina ed è la tradu-
zione di Natalis dies. Nella
tradizione romana indicava il
giorno di nascita di un indivi-
duo e i suoi compleanni. E non
solo. Era usato, infatti, anche
per indicare il giorno della
fondazione di una città e
l’anniversario di questa.
Il termine italiano “Natale”
significa “natalizio, relativo
alla nascita”.
Nel calendario romano il ter-
mine Natalis veniva impiegato
per molte festività, come il
Natalis Romae (21 aprile) che
commemorava la nascita
dell’Urbe, e il Dies Natalis
Ssolis Invicti la festa dedi-
cata alla nascita del Sole,
anch’essa il 25 dicembre, in-
trodotta da Aureliano nel 273
d.c., soppiantata progressiva-
mente durante il III secolo
dalla ricorrenza cristiana. Da
allora in poi, il Natale ha co-
minciato a commemorare il
Natale Christi.
Il Natale è anche chiamato
Natale di Gesù o Natività
del Signore e preceduto
dell’aggettivo santissimo.
Secondo il calendario litur-
gico cristiano è una solen-
nità di livello pari
all’Epifania, Ascensione e
Pentecoste ed inferiore alla
Pasqua (la festività più impor-
tante in assoluto) e certamen-
te la più popolarmente sen-
tita, soprattutto a partire
dagli ultimi due secoli, da
quando cioè è diventata la
festa in cui ci si scambia i
regali e più si sta insieme in
famiglia.
Etimologia della parola “Natale”
Il significato cristiano del Natale
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Il Natale per i cristiani è sopra ogni co-
sa la consapevolezza di essere chiamati
a riconoscere nel Bambino di Betlemme
il Figlio di Dio.
Sul Natale in quanto festa cristiana,
sulle manifestazioni liturgiche,
sulle tradizioni delle comunità
cristiane e sulle ricorrenze, riti
ed abitudini di tutto il mondo sono
state scritte decine e decine di poesie.
LA NASCITA DI GESU’
La festa del Natale è la celebrazione della
nascita di Gesù. Secondo il Vangelo di Luca,
Egli nacque da Maria a Betlemme, dove lei e
suo marito Giuseppe si recarono per parte-
cipare al censimento della popolazione orga-
nizzato dai Romani.
Per i suoi discepoli la nascita di Cristo è
stata preceduta da diverse profezie secon-
do cui il Messia sarebbe nato dalla casa di
Davide per redimere il mondo dal peccato.
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LA DATA DI NASCITA DI GESU’
Quando è nato Gesù? La risposta è que-
sta: il 25 dicembre.
Ma come è stata stabilita questa data,
dato che i Vangeli non ce lo dicono?
La storia ci può aiutare. L’evangelista
Luca offre un quadro storico per cui
possiamo affermare che Gesù è nato a
Betlemme quando era imperatore Cesa-
re Augusto.
Nei primi secoli della Chiesa il Natale
non era celebrato.
Nell’elenco delle feste civili dell’impero
romano al 25 dicembre era celebrata la
festa pagana dedicata al sole (Sol invic-
tus), in quanto le giornate cominciano ad
allungarsi, e quindi si celebrava la vitto-
ria della luce sulla notte e sulle tenebre
Nell’anno 313 con l’editto di Milano
dell’imperatore Costantino cessano le
persecuzioni nei confronti dei cristiani.
La Chiesa, che già si era diffusa in mol-
ti i paesi, si organizza e crea nuove fe-
ste e liturgie. È in questo periodo che
viene sostituita la festa civile del 25
dicembre dedicata al sole, che per i cri-
stiani non aveva più senso, con la festa
del Natale di Gesù, la luce vera venuta
nel mondo.
. Il primo documento
che riporta la festa
del Natale cristiano
risale al 354, dove
nell’elenco dei martiri
cristiani, alla data del
25 dicembre sta
scritto: nato Cristo a
Betlemme di Giudea.
Una festa nuova
(prima l’unica festa
annuale celebrata dai
cristiani era la Pa-
squa), introdotta nella
Chiesa romana e che
in pochi anni verrà ce-
lebrata sia in Occi-
dente che in Oriente.
Anche l’anno della na-
scita di Gesù è messo
in discussione dalla
ricerca storica mo-
derna. Dai documenti
storici si sa per certo
che il re Erode, quello
della strage dei bam-
bini di Betlemme, è
morto nel 4 a.C. Si
può quindi affermare
che Gesù è nato 6 o 7
anni prima della data
tradizionale.
Il Vangelo è “lieto an-
nuncio” della salvezza
operata da Dio per
mezzo del suo Figlio
Gesù e pertanto la
mancanza della data
precisa nei Vangeli
della nascita di gesù,
non toglie il valore
che questo evento ha
avuto e continua ad
avere non solo nella
Chiesa ma anche nella
società.
L’Origine del Presepe
La parola presepe deriva dal latino e signifi-
ca mangiatoia, cioè il “luogo dove Gesù fu de-
posto appena nato”.
Il primo presepe fu realizzato da San Fran-
cesco a Greccio, un paesino vicino ad Assisi,
Egli volle rappresentare la scena della nativi-
tà affinchè tutti, anche i più umili, capissero
il significato profondo di quell'evento. La
notte di Natale del 1223 Francesco allestì un
presepe vivente dentro una grotta: Gesù,
Giuseppe e Maria erano interpretati da per-
sone vere, così come erano veri il bue
e l’asinello.
La gente arrivò alla grotta in
processione e rimase senza
parole: sembrava proprio di
essere a Betlemme davanti
alla Sacra Famiglia.
Il presepe allestito da Fran-
cesco piacque talmente tanto
che in breve tempo l'usanza
si diffuse in tutto il mondo
cattolico. Nel corso dei seco-
li statuine di legno, di terra-
cotta e di cera sostituirono
le persone in carne e ossa e
la semplice scena della nati-
vità si arricchì di elementi
paesaggistici e di tanti altri
personaggi.
momento che sono nomadi,
seguono il loro compito sen-
za attaccarsi a cose e luo-
ghi.
La notte di Natale
Mezzanotte: è un'ora magi-
ca, finisce un giorno, ne ini-
zia un altro. È un momento
simbolico che segna il pas-
saggio da un ciclo a un altro.
A mezzanotte nasce il Bam-
bino e noi lo deponiamo al
centro del presepio.
La grotta
La grotta: archetipo del grembo
materno, quasi onnipresente nei
miti di origine, è il luogo della na-
scita, della rigenerazione, dell'i-
niziazione, È il simbolo del cosmo
e il passaggio che porta al cielo.
È il luogo che permette al seme
di germogliare, la fucina del nu-
trimento dell'umanità.
Il bue e l'asino
Il bue e l'asino: il primo, forte,
paziente, instancabile e buono, è
la cavalcatura dei saggi; il secon-
do, testardo e ignorante, rappre-
senta l'istinto materiale che oc-
corre soggiogare.
I pastori
I pastori: vegliano, vigilano e, dal
Simbolismo degli elementi del presepio
Numero Unico Pagina 4
Sono gli evangelisti Luca e
Matteo i primi a descrivere
la Natività. Nei loro brani
c'è già tutta la sacra rap-
presentazione che a partire
dal medioevo prenderà il
nome latino di “praesepium”
ovvero “recinto chiuso”,
mangiatoia. Si narra infatti
della umile nascita di Gesù
come riporta Luca "in una
mangiatoia perché non c'e-
ra per essi posto nell'al-
bergo" (Ev., 2,7) dell'an-
nunzio dato ai pastori dei
magi venuti da oriente se-
guendo la stella per adorare
il Bambino che i prodigi del
cielo annunciano già re.
Il primo presepio che la sto-
ria ricorda si ritiene quello
scolpito da Arnoldo di Cam-
bio nell’anno 1289 nella chie-
sa romana di Santa Maria
Maggiore, su committenza di
Papa Onorio IV.L’artista
scolpì otto statuette in mar-
mo, per rappresentare i per-
sonaggi della natività,
un’opera poderosa della qua-
le rimangono solo cinque
statue.La notte del Natale
1517 Gaetano da Tiene,
mentre celebrava la messa
davanti al presepio di Santa
Maria Maggiore, ebbe la vi-
sione di Maria che gli por-
geva il Bambino Gesù. Sentì
così l’ispirazione di divulga-
re l’uso del presepio tra il
popolo cristiano.
La Storia del Presepe
oggetto di un culto ben più
frivolo e mondano. Le figure
sono realizzate con manichini
in filo metallico ricoperto di
stoppa, le teste e gli arti so-
no in legno dipinto, che poi
sarà gradualmente sostituito
dalla terracotta policroma. Il
re Carlo III aveva una vera
passione da partecipare per-
sonalmente e coinvolgere fa-
miglia e corte nella realizza-
zione e vestizione di pastori
e nel montaggio dell'enorme
presepe del palazzo reale.
Salito al trono di Spagna,
portò un grandissimo presepe
e artigiani e diede così inizio
anche in Spagna ad una tra-
dizione d'arte presepiale. Il
primo presepio a Napoli vie-
ne menzionato in un docu-
mento che parla di un pre-
sepe nella Chiesa di S. Ma-
ria nel 1025 mentre, secon-
do varie fonti, ad Amalfi
esisteva già una cappella del
presepe di casa dl’Alagni.
Il presepe non nasce a Napo-
li. In realtà, a Napoli c’arriva
portato dall’ordine france-
scano, dopo che San France-
sco d’Assisi nel 1223 ripro-
dusse la prima “natività”.
Perché è questo, tirate le
somme, il presepe: la rappre-
sentazione della nascita di
Gesù, la condizione di assolu-
ta povertà in cui il Salvatore
è nato, così come viene de-
scritto dai Vangeli. Nel '700
il presepio napoletano visse
la sua stagione d'oro. Uscì
dalle chiese dove era stato
oggetto di devozione religio-
sa, per entrare nelle case
dell'aristocrazia e divenire
Il Presepe napoletano
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Nel corso del tempo la tradi-
zione napoletana ha continua-
to ad arricchirsi di nuovi ele-
menti e negli ultimi anni, a
cominciare dalla seconda me-
tà del ‘900, nel presepe sono
stati aggiunti nuovi personag-
gi, ispirati liberamente alla
cronaca e all’attualità, come
Totò o Massimo Troisi o co-
munque tutti quei personaggi
che in qualche modo sono di-
ventati importanti per la cit-
tà. Insomma, il presepe e la
tradizione del presepe sono
diventati due modi quasi in-
consci per riconoscere
l’importanza e il valore di co-
loro che hanno aiutato Napo-
li. Diventare un personaggio
del presepe napoletano è di-
ventato così una sorta di in-
vestitura civile.
tutto l’anno ed il visitatore
è così ricondotto ogni volta
alla magica atmosfera nata-
lizia. Per ogni famiglia napo-
letana, il Natale è anche una
visita “a San Gregorio Ar-
meno”: una tappa obbligato-
ria prima di intraprendere la
costruzione o l’ampliamento
del proprio presepe. A San
Gregorio Armeno gli artigia-
ni creano, espongono e ven-
dono tutti personaggi della
tradizione classica del Na-
tale: vere e proprie opere
d’arte, frutto del lavoro
di famiglie artigiane che si
tramandano il mestiere
da intere generazioni.
In particolare in questa
via si può trovare di tutto
per il presepe: dalle ca-
sette di sughero o di car-
tone di varie dimensioni,
agli oggetti “meccanici”
azionati elettricamente
come mulini a vento o ca-
scate, dai pastori di ter-
racotta dipinti a mano a
quelli alti 30 cm con abiti
in tessuto ricamati e cu-
citi su misura. Lungo la
strada sono esposti tutti
i personaggi classici
Che cos’è diventato oggi il presepe
A Napoli, in pieno centro sto-
rico, c'è una lunga strada che
collega via dei Tribunali con
Spaccanapoli, considerate le
arterie principali della città.
Questa strada ha un nome e
si chiama via San Gregorio
Armeno, meglio conosciuta
come la via dei Presepi. Via
San Gregorio Armeno è la
celebre strada degli artigiani
del presepe, famosa in tutto
il mondo per le innumerevoli
botteghe artigiane dedicate
all’arte presepiale. La via e le
botteghe possono essere vi-
sitate durante
San Gregorio Armeno
Numero unico Pagina 6
del presepe: dalla Sacra Fa-
miglia, con il corredo di bue
ed asinello, ai Re Magi e agli
innumerevoli figuranti come i
pastori, i venditori di frutta,
di pesce, il macellaio e
l’acquaiola; ma anche il pizza-
iolo che inforna la pizza
Natale a Napoli.
botteghe e nei vicoli di San
Gregorio Armeno. Oggi, la
tradizione continua e spesso
si tramanda di padre in figlio,
con passione e dedizione. E’
un lavoro certosino, di pa-
zienza e sudore. Non lo si può
fare, senza amore.
La tradizione dei presepi di
San Gregorio Armeno ha
un’origine antichissima. Pare,
infatti, che già i Greci donas-
sero piccole statuine di ter-
racotta alla dea Demetria,
dispensatrice di abbondanza.
Questa tradizione fu poi ri-
presa dai Romani per rendere
omaggio alla dea Cerere e le
statuette votive venivano re-
alizzate proprio qui, nelle
I presepi di San Gregorio Armeno: la tradizione
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Il Natale a Napoli ha da sempre avuto delle
suggestioni diverse dalle altre città, sia ita-
liane che straniere. Già dai primi giorni di
Dicembre, con la novena dell’Immacolata,
gli zampognari, anche se oggi si ascoltano
sempre più raramente, cominciano con i loro
suoni ad annunciare la prossima festività.
Puntualmente torna alla mente, in questi
giorni, il classico lavoro di Eduardo
“NATALE IN CASA CUPIELLO” che ci fa
vedere però un Natale napoletano abbon-
dantemente superato dai tempi sia
Il menu natalizio nelle fa-
miglie più legate alla tradi-
zione è un rito irrinunciabi-
le. Sia il cenone della Vigi-
lia che il pranzo di Natale
assumono dei caratteri ben
definiti, il primo dominato
dal pesce, il secondo dalle
verdure e la carne.
Entrambi i menu sono co-
munque completati dai dol-
ci natalizi, i cui colori e
profumi accompagnano tut-
te le feste natalizie della
famiglia napoletana.
Cenone della Vigilia
(24Dicembre)
SPAGHETTI CON LE
VONGOLE
BACCALA’
INSALATA DI RIN-
FORZO
Natale a tavola.
Il pranzo di Natale ed il cenone della Vigilia a Napoli
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Il baccalà
Esso è un alimento fonda-
mentale nella cucina tradi-
zionale napoletana e nelle
cucine popolari di molte re-
gioni italiane, come la Sicilia
ed il Veneto, tant'è che do-
po il Portogallo l'Italia ne è
il secondo consumatore
mondiale. Difficile immagi-
nare qui in riva al golfo di
Napoli una vigilia di Natale o
un cenone di Capodanno sen-
za l'inconfondibile e pun-
gente odore del baccalà,
prima "spugnato" e poi bolli-
Gli spaghetti con le von-
gole
Sono più conosciuti a Napoli
come vermicelli con le von-
gole, sono una di quelle deli-
zie della cucina del Golfo
che immancabilmente ogni
ospite della città deve pro-
vare, magari gustandoli in
riva al mare ed accompa-
gnandoli con uno degli otti-
mi vini bianchi della regione
(magari una bel-
la Falanghina dei Campi Fle-
grei).
sia per ambientazione che per afflato fami-
liare ormai fuori tempo.
Il Natale napoletano, benchè contaminato
anch’esso dalle tendenze consumistiche
della società contemporanea, conserva
tutt’oggi alcuni aspetti forti della tradizio-
ne partenopea che ruotano attorno ai due
simboli : quello del presepe, come abbiamo
già visto e quello dell’albero
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L'insalata di rinforzo
A Napoli è una delle portate che non deve
assolutamente mancare se si vuole prepa-
rare il menù della vigilia di Natale secondo
la tradizione gastronomica napoletana più
autentica.
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I Susamielli
A forma di 'S' i Susamielli venivano impasta-
ti con del miele liquido ed anticamente veni-
vano distinti in susamiello nobile, preparato
con la farina bianca e v'era l'usanza di of-
frirlo alle persone di riguardo e il susamiello
per zampognari, impastato con farina ed ele-
menti di scarto, che veniva offerto al perso-
nale di servizio ai contadini in visita e a colo-
ro che venivano a suonare in casa, ed in ulti-
mo il susamiello del buon cammino imbottito
con la marmellata di amarene e che veniva
offerto ai soli religiosi.
RICETTA
Ingredienti
250 di farina 00
250 grammi di miele
100 grammi di zucchero
100 grammi di mandorle
cubetti di zucca candita, cedro e scorzette
”pisto” ovvero misto di spezie: di cannella ,
chiodi di garofano e noce moscata
un pizzico di ammoniaca
I nostri dolci natalizi
Le preparazioni natalizie campane sono
legate alla rinomata tradizione pastic-
ciera napoletana , roccocò, susamiel-
li, struffoli.
Tutto questo ci riconduce al periodo
dell'avvento, a lunghe serate in casa, al
gioco della tombola.
Il Roccocò
A forma di ciambella, adatto a chi ha
denti solidi, trae la sue origini invece
dal francese rocaille per la barocca e
rotondeggiante forma di conchiglia.
RICETTA
Ingredienti
500 g di farina
500 g di zucchero
2 g di bicarbonato di ammonio
200 g di acqua calda
500 g di mandorle tostate
1 uovo
1 bustina di aromi misti (cannella, noce
moscata, vaniglia, coriandolo, chiodi di
garofano, anice stellato)
buccia d’arancia grattugiata
Struffoli
Questo è un tipico dolce na-
talizio, la cui forma è a base
di sfere ricoperte di miele e
dai multicolorati diavulilli.
L’origine degli struffoli è
greca: il nome, deriva da
strongulos, cioè pasta a for-
ma sferica, arrotondata o
incavata; anche questa pre-
parazione è consolidata nella
tradizione pasticcie-
ra napoletana, splendi-
de erano le confezioni ad o-
pera delle Monache dei con-
venti della Croce di Lucca e
di quelle di S. Maria dello
Splendore.
RICETTA
ingredienti:
- Farina 600 gr ,
- Uova 4 + 1 tuorlo,
- zucchero 2 cucchiai ,
- burro 80 gr (una volta si
usava lo strutto: 25 gr.)
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-1 bicchierino di limoncello o rum,
- Scorza di mezzo limone grattuggiata
- Sale un pizzico
- olio (o strutto) per friggere
Per condire e decorare:
-Miele 400 gr ,
-confettini colorati (a Napoli si chiamano "diavulilli")
-confettini cannellini (confettini che all'interno contengono aromi alla cannella)
-100 gr di arancia candita, 100 gr di cedro candito, 50 gr di zucca candita (si trova
solo a Napoli: si chiama "cucuzzata")
I nostri giochi
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Unisci i punti…. cosa apparirà?
“Perché dopo tanti anni passi ancora per
il camino?” e Babbo Natale: “Ci fosse
qualcuno che mi lasci la chiave sotto lo
zerbino!”
Qual è il colmo per un albero di Natale?
Essere conciato per le feste
Qual è il colmo per il figlio di babbo natale?
Credere ancora alla befana.
Lo sai qual è il colmo per Babbo Nata-
le?
Essere arrestato perchè preso con le
mani nel sacco!
Lo sai che medicina usa Babbo Natale se
una renna della slitta cade e rimane a
gambe all’aria? Il Voltaren!
Perchè le renne vivono al Polo Nord?
Perchè lì c’è il ghiaccio pe-renne
Sotto l’albero di Natale, cosa fanno di
nascosto la regina di Inghilterra ed il re
di Spagna? I regali!
Un bambino chiede a Babbo Natale:
Divertiamoci un po’...colmi e barzellette
Numero Unico Pagina 14
Nuttata 'e Natale
(Salvatore Di Giacomo
1898)
Dint'a na grotta scura
dormeno 'e zampugnare:
dormeno, appese a 'e mura,
e ronferno, 'e zampogne
quase abbuffate ancora)
a ll' úrdema nuvena;
e, ghianca, accumparesce e
saglie ncielo,
dint' 'a chiara nuttata, a
luna chiena.
Dormeno: a mezanotte
cchíù de n' ora ce manca;
e se sparano botte,
s' appícceno bengala,
e se canta e se sona
pe tutto 'o vicenato...
Ma 'o Bammeniello nun è na-
to ancora,
e nun s' è apierto ancora 'o
Viscuvato.
Fora, doppo magnato,
esce nfucata 'a gente:
ccà d' 'o viento gelato,
p' 'e fierre d' 'a cancella,
trase 'a furia ogne tanto...
E c' 'o viento, e c' 'o frid-
do,
ncopp' 'a paglia pugnente, a
ppare a ppare,
dormeno, stracque e strut-
te, 'e zampugnare…
A nuvena
(di Di Giacomo De Leva)
Nu zampugnaro ‘e nu paese ‘e
fora,
lassaje quase ‘nfiglianza la
mugliera…
Se partette pe’ Napule ‘e
bon’ ora
sunanno, allero allero: Ullèro,
ullèro…
E ullèro, ullèro… Ma nun era
overo:
‘o zampugnaro, penzava ‘a
mugliera…
e suspirava… e ‘a zampogna,
‘e suspire s’abbuffava… Ah…
ah…
Cuccato ‘ncopp”a paglia, ‘o
Bammeniello,
senza manco ‘a miseria ‘e na
cuperta,
durmeva, ‘mmiez’’a vacca e ‘o
ciucciariello,
cu ll’uocchie ‘nchiuse e cu ‘a
vucchella aperta…
E ullèro, ullèro… che bella
faccella,
che bella resélla, faceva Gie-
sù
quanno ‘a Madonna cantava:
“Core mio, fa’ nonna non-
na…” Ah…ah…
Mmerz”e vintuno, ‘e vinti-
duje d”o mese,
na lettera lle dettero ‘a lu-
canna…
‘sta lettera veneva da ‘o
pagghiese
e sotto era firmata : Ma-
rianna…
“E ullèro, ullèro… sto bene
in salute
e cosí spero sentire di te:
Sono sgravata… e duje fi-
glie
aggio fatto, una figliata.”
Ah…ah
Le nostre poesie napoletane
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Ancora poesie…..
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Buono Natale (poesia) Salvatore
Di Giacomo
Teresì, buono Natale!
Penza, oinè, ca ‘o Bammeniello
fattose ommo è tale e quale
comm’ a ll’ate, grussiciello,
‘ncopp’’o munno scellarato,
senza fa’ male a nisciuno,
secutato e maltrattato,
‘ncroce, oi né, jette a fernì!
E ‘st’esempio ca te porto,
Teresì, tienilo a mmente,
ca pur’io, ‘nnucentamente,
chi sa comme aggia murì!
Nun vo’ sentere ‘sta voce
ca piatà, piatà te cerca:
e mme staje mettendo ‘ncroce
comm’’o povero Giesù…
Ma io nun so’ fatto e ‘mpastato
cu ‘sta pasta, mò nce vo’:
Isso – sempe sia ludato –
Isso nasce ogn’anno: io no!
A Nott E’ Natale
E’ sciso n’angiulillo
Bello e biundulillo,
m’ha ditto int’ a’ rec-
chia:
Oggi è Natale
e tutt ‘e piccirilli
e bravi stanno a ffa.
Nun dicere e bucie
guardame int’a
l’uocchie,
dì sempre a verità
ca cchi vo’ bbene
a mamma e a papà
pe’ sempe, sì pe’ sempe
po’ l’adda rispettà.
Quando i nonni erano bam-
bini il Natale era, come a-
desso, una delle feste più
importanti dell'anno, molto
atteso dai bambini.
I nostri nonni non avevano
tutte le cose che abbiamo
noi e aspettavano il Natale
per avere qualche regalo e
mangiare qualche specialità
che durante l'anno non ave-
vano.
Nonni
A Natale ci svegliavamo
presto per vedere cosa ci
aveva portato Gesù Bambi-
no, perché ai miei tempi non
c’era babbo Natale. I regali
che ricevavamo erano og-
getti semplici, non elettro-
nici come oggi, soldatini di
legno, macchinine di legno
per i maschietti.
Le femminucce ricevevano
bambole di pezza, tazzine
di porcellana ecc.
Il giorno della vigilia , insie-
me a mio padre andavamo a
Napoli a comprare il bacca-
là, le vongole, il capitone e,
poi, la sera con tutta la fa-
miglia trascorrevamo felici
la Vigilia di Natale.
La sera della vigilia di Na-
tale ci riunivamo tutti in
famiglia, con fratelli, sorel-
le, zii, e, dopo cena, andava-
mo tutti in Chiesa per a-
spettare la nascita di Gesù.
Le decorazioni erano molto
semplici: l’albero di Natale
si addobbava con semplici
palline e fili dorati. Il gior-
no di Natale, a pranzo, i
bambini mettevano, sotto il
piatto del papà, la letterina
di Natale con i buoni propo-
siti e recitavano la poesia,
così ricevevano i regali.
(INTERVISTE DEI BAM-
BINI VB)
I nonni raccontano ...
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Nonni
Il Natale si passava in
famiglia .
I piatti tipici erano:
brodo con gallina ripiena,
ravioli con il sugo, ed al-
tro.
I dolci tradizionali era-
no: struffoli, cazuncielli
fritti, roccocò, torrone,
panettoni.
I giochi erano: tombola,
gioco delle carte.
Le decorazioni erano:
l’albero di Natale non
c’era ma, il presepe con i
Re Magi non mancava mai.
Tradizioni: poco prima di
cena i bambini metteva-
no, sotto i piatti dei ge-
nitori, la letterina. A
mezzanotte si andava in
Chiesa per la Messa. Il
Natale era molto atteso
e sentito.
Natale è anche . . . .
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NON FARE LA GUERRA
UNA STRETTA DI MANO
DIRE UNA PAROLA
A CHI E’ SOLO
AIUTARE UN POVERO
ESSERE AMICI D
I
TUTTI
UN MOMENTO DI GIOIA
DIRE UNA PREGHIERA A
GESU’
QUANDO NESSUNO PIANGE
AVERE UNA FAMIGLIA UNITA
Il Natale è giunto in Gran Breta-
gna nel 596 tramite S. Agostino
di Canterbury e i suoi monaci. A
Natale in Inghilterra si suona e
si canta molto per le strade ed i
ragazzi si raccolgono in comitive
facendo il giro della città. A
Londra si prepara un albero gi-
gantesco sulla strada vivo e
scintillante di luci e decori. I
bambini aspettano i doni da Bab-
bo Natale (Father Chritmas) che
scende nella notte giù per la
cappa del camino col suo sacco
strapieno e riempie le calze che
i bambini hanno preparato appe-
se a capo del letto. Molte sono
le tradizioni natalizie, e una di
queste, é la decorazione dell'al-
bero di Natale. Tutta la famiglia
partecipa con entusiasmo alla
cerimonia, appendendo ai rami
dell'abete palle colorate, ogget-
tini, ghirlande e nastri d'oro e
d'argento. Che gioia quando fi-
nalmente si accende l'albero e
tutte le decorazioni brillano
nell'oscurità. Le strade vengono
decorate con luminarie e festoni
di piante sempreverdi, mentre le
vetrine dei negozi e le finestre
delle case sono ornate di neve
artificiale e merletti che ripro-
ducono le geometrie perfette di
cristalli di neve. In quasi tutte
le famiglie il 25 dicembre ci si
ritrova insieme, nonni, zii, cugini,
amici e parenti vari per fare fe-
sta con un gran pranzo. Al cenone
di Natale sono d'obbligo l'oca o
il tacchino farcito con le patate
arrosto e il plum-pudding.
Natale nel Regno Unito
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Across
1. What Santa gives
naughty kids.
4. What Santa wears
on his feet.
6. Good.
8. The color of Santa's
suit.
9. Santa's animals.
10. Santa's last name.
11. Santa's laugh.
12. Santa's helper
13. What children
hang on the fireplace.
14. What Santa gives
people.
17. Place where
Santa enters your
house.
18. Happy.
Down
2. What Santa checks.
3. Where Santa's elves make the
toys.
5. Place where children sit and
tell Santa about their Christmas
wishes.
6. Where Santa lives.
7. Something on Santa's face.
9. Place where Santa parks his
sleigh.
10. What Santa eats and
drinks.
13. Santa's car.
15. Bad.
16. You ________ not cry.
Christmas is forever
Christmas is forever, not for
just one day,
for loving, sharing, giving,
are not to put away
like bells and lights and tin-
sel,
in some box upon a shelf.
The good you do for others
is good you do yourself.
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Christmas Time
Jesus was born at Christmas time
He brought a gift of love to all mankind
His love is there for all to share
It lifts the spirits of people everywhere
No greater man could ever we find
Than this man who was born at Christmas time
He brought great tiding of peace and joy
To every man, woman, little girl and boy
His love lingers in our hearts and in our minds
And surrounds us all at Christmas time
With joyous gratitude, let us together say,
“Merry Christmas, Jesus, Happy Birthday.”
by Ellen Bailey
I nostri auguri
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