GIORNALINO DELLA SCUOLA PRIMARIA PLESSO FRASSO … VA... · mancanza della data precisa nei Vangeli...

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GIORNALINO DELLA SCUOLA PRIMARIA PLESSO FRASSO NUMERO UNICO DICEMBRE 2015 A Natale tutto è possibile anche la scuola può diventa- re divertente! Infatti noi alunni delle clas- si VA/ VB della scuola pri- maria “Frasso” abbiamo de- ciso d’impegnarci a realiz- zare, divertendoci e di- ventando “giornalisti” per alcune set- timane, un numero unico di giornale sul Natale, scriven- do articoli, facendo intervi- ste, curando l’impaginazione, la grafi- ca…… un Natale napoletano dove trovano spazio tutte le nostre tradizioni che, in- sieme alla nostra creatività, faremo conoscere a tutti! BUONA LETTURA A TUTTI Sommario: All’interno i seguenti articoli: L’etimologia della paro- la “Natale” 2 Il significato del Natale Cristiano La data di nascita di Gesù 2 Origine del Presepe 3 Simbolismo degli ele- menti del presepio 4 Storia del Presepe Il Presepe napoletano. 5 Il Presepe oggi S. Gregorio Armeno 6 7 Natale a Napoli... 7 Natale a ...Tavola I nostri dolci 8 10 I nostri giochi… Le nostre poesie…. 12 15 I nonni raccontano… Natale è anche…. 17 18 Natale nel Regno Unito I nostri auguri….. 19 22 Noi Giornalisti La nostra Redazione è composta dagli alunni delle classi VA/ VB e dalle insegnanti.

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GIORNALINO DELLA SCUOLA PRIMARIA

PLESSO FRASSO

NUMERO UNICO DICEMBRE 2015

A Natale tutto è possibile

anche la scuola può diventa-

re divertente!

Infatti noi alunni delle clas-

si VA/ VB della scuola pri-

maria “Frasso” abbiamo de-

ciso d’impegnarci a realiz-

zare, divertendoci e di-

ventando

“giornalisti” per alcune set-

timane, un numero unico di

giornale sul Natale, scriven-

do articoli, facendo intervi-

ste, curando

l’impaginazione, la grafi-

ca…… un Natale napoletano

dove trovano spazio tutte

le nostre tradizioni che, in-

sieme alla nostra creatività,

faremo conoscere a tutti!

BUONA LETTURA

A TUTTI

Sommario:

All’interno i seguenti

articoli:

L’etimologia della paro-

la “Natale”

2

Il significato del Natale

Cristiano La data di

nascita di Gesù

2

Origine del Presepe 3

Simbolismo degli ele-

menti del presepio

4

Storia del Presepe

Il Presepe napoletano.

5

Il Presepe oggi

S. Gregorio Armeno

6

7

Natale a Napoli... 7

Natale a ...Tavola

I nostri dolci

8

10

I nostri giochi…

Le nostre poesie….

12

15

I nonni raccontano…

Natale è anche….

17

18

Natale nel Regno Unito

I nostri auguri…..

19

22

Noi Giornalisti La nostra Redazione è composta

dagli alunni delle classi VA/ VB e

dalle insegnanti.

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Il termine Natale è di deri-

vazione latina ed è la tradu-

zione di Natalis dies. Nella

tradizione romana indicava il

giorno di nascita di un indivi-

duo e i suoi compleanni. E non

solo. Era usato, infatti, anche

per indicare il giorno della

fondazione di una città e

l’anniversario di questa.

Il termine italiano “Natale”

significa “natalizio, relativo

alla nascita”.

Nel calendario romano il ter-

mine Natalis veniva impiegato

per molte festività, come il

Natalis Romae (21 aprile) che

commemorava la nascita

dell’Urbe, e il Dies Natalis

Ssolis Invicti la festa dedi-

cata alla nascita del Sole,

anch’essa il 25 dicembre, in-

trodotta da Aureliano nel 273

d.c., soppiantata progressiva-

mente durante il III secolo

dalla ricorrenza cristiana. Da

allora in poi, il Natale ha co-

minciato a commemorare il

Natale Christi.

Il Natale è anche chiamato

Natale di Gesù o Natività

del Signore e preceduto

dell’aggettivo santissimo.

Secondo il calendario litur-

gico cristiano è una solen-

nità di livello pari

all’Epifania, Ascensione e

Pentecoste ed inferiore alla

Pasqua (la festività più impor-

tante in assoluto) e certamen-

te la più popolarmente sen-

tita, soprattutto a partire

dagli ultimi due secoli, da

quando cioè è diventata la

festa in cui ci si scambia i

regali e più si sta insieme in

famiglia.

Etimologia della parola “Natale”

Il significato cristiano del Natale

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Il Natale per i cristiani è sopra ogni co-

sa la consapevolezza di essere chiamati

a riconoscere nel Bambino di Betlemme

il Figlio di Dio.

Sul Natale in quanto festa cristiana,

sulle manifestazioni liturgiche,

sulle tradizioni delle comunità

cristiane e sulle ricorrenze, riti

ed abitudini di tutto il mondo sono

state scritte decine e decine di poesie.

LA NASCITA DI GESU’

La festa del Natale è la celebrazione della

nascita di Gesù. Secondo il Vangelo di Luca,

Egli nacque da Maria a Betlemme, dove lei e

suo marito Giuseppe si recarono per parte-

cipare al censimento della popolazione orga-

nizzato dai Romani.

Per i suoi discepoli la nascita di Cristo è

stata preceduta da diverse profezie secon-

do cui il Messia sarebbe nato dalla casa di

Davide per redimere il mondo dal peccato.

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LA DATA DI NASCITA DI GESU’

Quando è nato Gesù? La risposta è que-

sta: il 25 dicembre.

Ma come è stata stabilita questa data,

dato che i Vangeli non ce lo dicono?

La storia ci può aiutare. L’evangelista

Luca offre un quadro storico per cui

possiamo affermare che Gesù è nato a

Betlemme quando era imperatore Cesa-

re Augusto.

Nei primi secoli della Chiesa il Natale

non era celebrato.

Nell’elenco delle feste civili dell’impero

romano al 25 dicembre era celebrata la

festa pagana dedicata al sole (Sol invic-

tus), in quanto le giornate cominciano ad

allungarsi, e quindi si celebrava la vitto-

ria della luce sulla notte e sulle tenebre

Nell’anno 313 con l’editto di Milano

dell’imperatore Costantino cessano le

persecuzioni nei confronti dei cristiani.

La Chiesa, che già si era diffusa in mol-

ti i paesi, si organizza e crea nuove fe-

ste e liturgie. È in questo periodo che

viene sostituita la festa civile del 25

dicembre dedicata al sole, che per i cri-

stiani non aveva più senso, con la festa

del Natale di Gesù, la luce vera venuta

nel mondo.

. Il primo documento

che riporta la festa

del Natale cristiano

risale al 354, dove

nell’elenco dei martiri

cristiani, alla data del

25 dicembre sta

scritto: nato Cristo a

Betlemme di Giudea.

Una festa nuova

(prima l’unica festa

annuale celebrata dai

cristiani era la Pa-

squa), introdotta nella

Chiesa romana e che

in pochi anni verrà ce-

lebrata sia in Occi-

dente che in Oriente.

Anche l’anno della na-

scita di Gesù è messo

in discussione dalla

ricerca storica mo-

derna. Dai documenti

storici si sa per certo

che il re Erode, quello

della strage dei bam-

bini di Betlemme, è

morto nel 4 a.C. Si

può quindi affermare

che Gesù è nato 6 o 7

anni prima della data

tradizionale.

Il Vangelo è “lieto an-

nuncio” della salvezza

operata da Dio per

mezzo del suo Figlio

Gesù e pertanto la

mancanza della data

precisa nei Vangeli

della nascita di gesù,

non toglie il valore

che questo evento ha

avuto e continua ad

avere non solo nella

Chiesa ma anche nella

società.

L’Origine del Presepe

La parola presepe deriva dal latino e signifi-

ca mangiatoia, cioè il “luogo dove Gesù fu de-

posto appena nato”.

Il primo presepe fu realizzato da San Fran-

cesco a Greccio, un paesino vicino ad Assisi,

Egli volle rappresentare la scena della nativi-

tà affinchè tutti, anche i più umili, capissero

il significato profondo di quell'evento. La

notte di Natale del 1223 Francesco allestì un

presepe vivente dentro una grotta: Gesù,

Giuseppe e Maria erano interpretati da per-

sone vere, così come erano veri il bue

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e l’asinello.

La gente arrivò alla grotta in

processione e rimase senza

parole: sembrava proprio di

essere a Betlemme davanti

alla Sacra Famiglia.

Il presepe allestito da Fran-

cesco piacque talmente tanto

che in breve tempo l'usanza

si diffuse in tutto il mondo

cattolico. Nel corso dei seco-

li statuine di legno, di terra-

cotta e di cera sostituirono

le persone in carne e ossa e

la semplice scena della nati-

vità si arricchì di elementi

paesaggistici e di tanti altri

personaggi.

momento che sono nomadi,

seguono il loro compito sen-

za attaccarsi a cose e luo-

ghi.

La notte di Natale

Mezzanotte: è un'ora magi-

ca, finisce un giorno, ne ini-

zia un altro. È un momento

simbolico che segna il pas-

saggio da un ciclo a un altro.

A mezzanotte nasce il Bam-

bino e noi lo deponiamo al

centro del presepio.

La grotta

La grotta: archetipo del grembo

materno, quasi onnipresente nei

miti di origine, è il luogo della na-

scita, della rigenerazione, dell'i-

niziazione, È il simbolo del cosmo

e il passaggio che porta al cielo.

È il luogo che permette al seme

di germogliare, la fucina del nu-

trimento dell'umanità.

Il bue e l'asino

Il bue e l'asino: il primo, forte,

paziente, instancabile e buono, è

la cavalcatura dei saggi; il secon-

do, testardo e ignorante, rappre-

senta l'istinto materiale che oc-

corre soggiogare.

I pastori

I pastori: vegliano, vigilano e, dal

Simbolismo degli elementi del presepio

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Sono gli evangelisti Luca e

Matteo i primi a descrivere

la Natività. Nei loro brani

c'è già tutta la sacra rap-

presentazione che a partire

dal medioevo prenderà il

nome latino di “praesepium”

ovvero “recinto chiuso”,

mangiatoia. Si narra infatti

della umile nascita di Gesù

come riporta Luca "in una

mangiatoia perché non c'e-

ra per essi posto nell'al-

bergo" (Ev., 2,7) dell'an-

nunzio dato ai pastori dei

magi venuti da oriente se-

guendo la stella per adorare

il Bambino che i prodigi del

cielo annunciano già re.

Il primo presepio che la sto-

ria ricorda si ritiene quello

scolpito da Arnoldo di Cam-

bio nell’anno 1289 nella chie-

sa romana di Santa Maria

Maggiore, su committenza di

Papa Onorio IV.L’artista

scolpì otto statuette in mar-

mo, per rappresentare i per-

sonaggi della natività,

un’opera poderosa della qua-

le rimangono solo cinque

statue.La notte del Natale

1517 Gaetano da Tiene,

mentre celebrava la messa

davanti al presepio di Santa

Maria Maggiore, ebbe la vi-

sione di Maria che gli por-

geva il Bambino Gesù. Sentì

così l’ispirazione di divulga-

re l’uso del presepio tra il

popolo cristiano.

La Storia del Presepe

oggetto di un culto ben più

frivolo e mondano. Le figure

sono realizzate con manichini

in filo metallico ricoperto di

stoppa, le teste e gli arti so-

no in legno dipinto, che poi

sarà gradualmente sostituito

dalla terracotta policroma. Il

re Carlo III aveva una vera

passione da partecipare per-

sonalmente e coinvolgere fa-

miglia e corte nella realizza-

zione e vestizione di pastori

e nel montaggio dell'enorme

presepe del palazzo reale.

Salito al trono di Spagna,

portò un grandissimo presepe

e artigiani e diede così inizio

anche in Spagna ad una tra-

dizione d'arte presepiale. Il

primo presepio a Napoli vie-

ne menzionato in un docu-

mento che parla di un pre-

sepe nella Chiesa di S. Ma-

ria nel 1025 mentre, secon-

do varie fonti, ad Amalfi

esisteva già una cappella del

presepe di casa dl’Alagni.

Il presepe non nasce a Napo-

li. In realtà, a Napoli c’arriva

portato dall’ordine france-

scano, dopo che San France-

sco d’Assisi nel 1223 ripro-

dusse la prima “natività”.

Perché è questo, tirate le

somme, il presepe: la rappre-

sentazione della nascita di

Gesù, la condizione di assolu-

ta povertà in cui il Salvatore

è nato, così come viene de-

scritto dai Vangeli. Nel '700

il presepio napoletano visse

la sua stagione d'oro. Uscì

dalle chiese dove era stato

oggetto di devozione religio-

sa, per entrare nelle case

dell'aristocrazia e divenire

Il Presepe napoletano

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Nel corso del tempo la tradi-

zione napoletana ha continua-

to ad arricchirsi di nuovi ele-

menti e negli ultimi anni, a

cominciare dalla seconda me-

tà del ‘900, nel presepe sono

stati aggiunti nuovi personag-

gi, ispirati liberamente alla

cronaca e all’attualità, come

Totò o Massimo Troisi o co-

munque tutti quei personaggi

che in qualche modo sono di-

ventati importanti per la cit-

tà. Insomma, il presepe e la

tradizione del presepe sono

diventati due modi quasi in-

consci per riconoscere

l’importanza e il valore di co-

loro che hanno aiutato Napo-

li. Diventare un personaggio

del presepe napoletano è di-

ventato così una sorta di in-

vestitura civile.

tutto l’anno ed il visitatore

è così ricondotto ogni volta

alla magica atmosfera nata-

lizia. Per ogni famiglia napo-

letana, il Natale è anche una

visita “a San Gregorio Ar-

meno”: una tappa obbligato-

ria prima di intraprendere la

costruzione o l’ampliamento

del proprio presepe. A San

Gregorio Armeno gli artigia-

ni creano, espongono e ven-

dono tutti personaggi della

tradizione classica del Na-

tale: vere e proprie opere

d’arte, frutto del lavoro

di famiglie artigiane che si

tramandano il mestiere

da intere generazioni.

In particolare in questa

via si può trovare di tutto

per il presepe: dalle ca-

sette di sughero o di car-

tone di varie dimensioni,

agli oggetti “meccanici”

azionati elettricamente

come mulini a vento o ca-

scate, dai pastori di ter-

racotta dipinti a mano a

quelli alti 30 cm con abiti

in tessuto ricamati e cu-

citi su misura. Lungo la

strada sono esposti tutti

i personaggi classici

Che cos’è diventato oggi il presepe

A Napoli, in pieno centro sto-

rico, c'è una lunga strada che

collega via dei Tribunali con

Spaccanapoli, considerate le

arterie principali della città.

Questa strada ha un nome e

si chiama via San Gregorio

Armeno, meglio conosciuta

come la via dei Presepi. Via

San Gregorio Armeno è la

celebre strada degli artigiani

del presepe, famosa in tutto

il mondo per le innumerevoli

botteghe artigiane dedicate

all’arte presepiale. La via e le

botteghe possono essere vi-

sitate durante

San Gregorio Armeno

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del presepe: dalla Sacra Fa-

miglia, con il corredo di bue

ed asinello, ai Re Magi e agli

innumerevoli figuranti come i

pastori, i venditori di frutta,

di pesce, il macellaio e

l’acquaiola; ma anche il pizza-

iolo che inforna la pizza

Natale a Napoli.

botteghe e nei vicoli di San

Gregorio Armeno. Oggi, la

tradizione continua e spesso

si tramanda di padre in figlio,

con passione e dedizione. E’

un lavoro certosino, di pa-

zienza e sudore. Non lo si può

fare, senza amore.

La tradizione dei presepi di

San Gregorio Armeno ha

un’origine antichissima. Pare,

infatti, che già i Greci donas-

sero piccole statuine di ter-

racotta alla dea Demetria,

dispensatrice di abbondanza.

Questa tradizione fu poi ri-

presa dai Romani per rendere

omaggio alla dea Cerere e le

statuette votive venivano re-

alizzate proprio qui, nelle

I presepi di San Gregorio Armeno: la tradizione

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Il Natale a Napoli ha da sempre avuto delle

suggestioni diverse dalle altre città, sia ita-

liane che straniere. Già dai primi giorni di

Dicembre, con la novena dell’Immacolata,

gli zampognari, anche se oggi si ascoltano

sempre più raramente, cominciano con i loro

suoni ad annunciare la prossima festività.

Puntualmente torna alla mente, in questi

giorni, il classico lavoro di Eduardo

“NATALE IN CASA CUPIELLO” che ci fa

vedere però un Natale napoletano abbon-

dantemente superato dai tempi sia

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Il menu natalizio nelle fa-

miglie più legate alla tradi-

zione è un rito irrinunciabi-

le. Sia il cenone della Vigi-

lia che il pranzo di Natale

assumono dei caratteri ben

definiti, il primo dominato

dal pesce, il secondo dalle

verdure e la carne.

Entrambi i menu sono co-

munque completati dai dol-

ci natalizi, i cui colori e

profumi accompagnano tut-

te le feste natalizie della

famiglia napoletana.

Cenone della Vigilia

(24Dicembre)

SPAGHETTI CON LE

VONGOLE

BACCALA’

INSALATA DI RIN-

FORZO

Natale a tavola.

Il pranzo di Natale ed il cenone della Vigilia a Napoli

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Il baccalà

Esso è un alimento fonda-

mentale nella cucina tradi-

zionale napoletana e nelle

cucine popolari di molte re-

gioni italiane, come la Sicilia

ed il Veneto, tant'è che do-

po il Portogallo l'Italia ne è

il secondo consumatore

mondiale. Difficile immagi-

nare qui in riva al golfo di

Napoli una vigilia di Natale o

un cenone di Capodanno sen-

za l'inconfondibile e pun-

gente odore del baccalà,

prima "spugnato" e poi bolli-

Gli spaghetti con le von-

gole

Sono più conosciuti a Napoli

come vermicelli con le von-

gole, sono una di quelle deli-

zie della cucina del Golfo

che immancabilmente ogni

ospite della città deve pro-

vare, magari gustandoli in

riva al mare ed accompa-

gnandoli con uno degli otti-

mi vini bianchi della regione

(magari una bel-

la Falanghina dei Campi Fle-

grei).

sia per ambientazione che per afflato fami-

liare ormai fuori tempo.

Il Natale napoletano, benchè contaminato

anch’esso dalle tendenze consumistiche

della società contemporanea, conserva

tutt’oggi alcuni aspetti forti della tradizio-

ne partenopea che ruotano attorno ai due

simboli : quello del presepe, come abbiamo

già visto e quello dell’albero

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L'insalata di rinforzo

A Napoli è una delle portate che non deve

assolutamente mancare se si vuole prepa-

rare il menù della vigilia di Natale secondo

la tradizione gastronomica napoletana più

autentica.

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I Susamielli

A forma di 'S' i Susamielli venivano impasta-

ti con del miele liquido ed anticamente veni-

vano distinti in susamiello nobile, preparato

con la farina bianca e v'era l'usanza di of-

frirlo alle persone di riguardo e il susamiello

per zampognari, impastato con farina ed ele-

menti di scarto, che veniva offerto al perso-

nale di servizio ai contadini in visita e a colo-

ro che venivano a suonare in casa, ed in ulti-

mo il susamiello del buon cammino imbottito

con la marmellata di amarene e che veniva

offerto ai soli religiosi.

RICETTA

Ingredienti

250 di farina 00

250 grammi di miele

100 grammi di zucchero

100 grammi di mandorle

cubetti di zucca candita, cedro e scorzette

”pisto” ovvero misto di spezie: di cannella ,

chiodi di garofano e noce moscata

un pizzico di ammoniaca

I nostri dolci natalizi

Le preparazioni natalizie campane sono

legate alla rinomata tradizione pastic-

ciera napoletana , roccocò, susamiel-

li, struffoli.

Tutto questo ci riconduce al periodo

dell'avvento, a lunghe serate in casa, al

gioco della tombola.

Il Roccocò

A forma di ciambella, adatto a chi ha

denti solidi, trae la sue origini invece

dal francese rocaille per la barocca e

rotondeggiante forma di conchiglia.

RICETTA

Ingredienti

500 g di farina

500 g di zucchero

2 g di bicarbonato di ammonio

200 g di acqua calda

500 g di mandorle tostate

1 uovo

1 bustina di aromi misti (cannella, noce

moscata, vaniglia, coriandolo, chiodi di

garofano, anice stellato)

buccia d’arancia grattugiata

Struffoli

Questo è un tipico dolce na-

talizio, la cui forma è a base

di sfere ricoperte di miele e

dai multicolorati diavulilli.

L’origine degli struffoli è

greca: il nome, deriva da

strongulos, cioè pasta a for-

ma sferica, arrotondata o

incavata; anche questa pre-

parazione è consolidata nella

tradizione pasticcie-

ra napoletana, splendi-

de erano le confezioni ad o-

pera delle Monache dei con-

venti della Croce di Lucca e

di quelle di S. Maria dello

Splendore.

RICETTA

ingredienti:

- Farina 600 gr ,

- Uova 4 + 1 tuorlo,

- zucchero 2 cucchiai ,

- burro 80 gr (una volta si

usava lo strutto: 25 gr.)

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-1 bicchierino di limoncello o rum,

- Scorza di mezzo limone grattuggiata

- Sale un pizzico

- olio (o strutto) per friggere

Per condire e decorare:

-Miele 400 gr ,

-confettini colorati (a Napoli si chiamano "diavulilli")

-confettini cannellini (confettini che all'interno contengono aromi alla cannella)

-100 gr di arancia candita, 100 gr di cedro candito, 50 gr di zucca candita (si trova

solo a Napoli: si chiama "cucuzzata")

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I nostri giochi

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Unisci i punti…. cosa apparirà?

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“Perché dopo tanti anni passi ancora per

il camino?” e Babbo Natale: “Ci fosse

qualcuno che mi lasci la chiave sotto lo

zerbino!”

Qual è il colmo per un albero di Natale?

Essere conciato per le feste

Qual è il colmo per il figlio di babbo natale?

Credere ancora alla befana.

Lo sai qual è il colmo per Babbo Nata-

le?

Essere arrestato perchè preso con le

mani nel sacco!

Lo sai che medicina usa Babbo Natale se

una renna della slitta cade e rimane a

gambe all’aria? Il Voltaren!

Perchè le renne vivono al Polo Nord?

Perchè lì c’è il ghiaccio pe-renne

Sotto l’albero di Natale, cosa fanno di

nascosto la regina di Inghilterra ed il re

di Spagna? I regali!

Un bambino chiede a Babbo Natale:

Divertiamoci un po’...colmi e barzellette

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Nuttata 'e Natale

(Salvatore Di Giacomo

1898)

Dint'a na grotta scura

dormeno 'e zampugnare:

dormeno, appese a 'e mura,

e ronferno, 'e zampogne

quase abbuffate ancora)

a ll' úrdema nuvena;

e, ghianca, accumparesce e

saglie ncielo,

dint' 'a chiara nuttata, a

luna chiena.

Dormeno: a mezanotte

cchíù de n' ora ce manca;

e se sparano botte,

s' appícceno bengala,

e se canta e se sona

pe tutto 'o vicenato...

Ma 'o Bammeniello nun è na-

to ancora,

e nun s' è apierto ancora 'o

Viscuvato.

Fora, doppo magnato,

esce nfucata 'a gente:

ccà d' 'o viento gelato,

p' 'e fierre d' 'a cancella,

trase 'a furia ogne tanto...

E c' 'o viento, e c' 'o frid-

do,

ncopp' 'a paglia pugnente, a

ppare a ppare,

dormeno, stracque e strut-

te, 'e zampugnare…

A nuvena

(di Di Giacomo De Leva)

Nu zampugnaro ‘e nu paese ‘e

fora,

lassaje quase ‘nfiglianza la

mugliera…

Se partette pe’ Napule ‘e

bon’ ora

sunanno, allero allero: Ullèro,

ullèro…

E ullèro, ullèro… Ma nun era

overo:

‘o zampugnaro, penzava ‘a

mugliera…

e suspirava… e ‘a zampogna,

‘e suspire s’abbuffava… Ah…

ah…

Cuccato ‘ncopp”a paglia, ‘o

Bammeniello,

senza manco ‘a miseria ‘e na

cuperta,

durmeva, ‘mmiez’’a vacca e ‘o

ciucciariello,

cu ll’uocchie ‘nchiuse e cu ‘a

vucchella aperta…

E ullèro, ullèro… che bella

faccella,

che bella resélla, faceva Gie-

quanno ‘a Madonna cantava:

“Core mio, fa’ nonna non-

na…” Ah…ah…

Mmerz”e vintuno, ‘e vinti-

duje d”o mese,

na lettera lle dettero ‘a lu-

canna…

‘sta lettera veneva da ‘o

pagghiese

e sotto era firmata : Ma-

rianna…

“E ullèro, ullèro… sto bene

in salute

e cosí spero sentire di te:

Sono sgravata… e duje fi-

glie

aggio fatto, una figliata.”

Ah…ah

Le nostre poesie napoletane

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Ancora poesie…..

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Buono Natale (poesia) Salvatore

Di Giacomo

Teresì, buono Natale!

Penza, oinè, ca ‘o Bammeniello

fattose ommo è tale e quale

comm’ a ll’ate, grussiciello,

‘ncopp’’o munno scellarato,

senza fa’ male a nisciuno,

secutato e maltrattato,

‘ncroce, oi né, jette a fernì!

E ‘st’esempio ca te porto,

Teresì, tienilo a mmente,

ca pur’io, ‘nnucentamente,

chi sa comme aggia murì!

Nun vo’ sentere ‘sta voce

ca piatà, piatà te cerca:

e mme staje mettendo ‘ncroce

comm’’o povero Giesù…

Ma io nun so’ fatto e ‘mpastato

cu ‘sta pasta, mò nce vo’:

Isso – sempe sia ludato –

Isso nasce ogn’anno: io no!

A Nott E’ Natale

E’ sciso n’angiulillo

Bello e biundulillo,

m’ha ditto int’ a’ rec-

chia:

Oggi è Natale

e tutt ‘e piccirilli

e bravi stanno a ffa.

Nun dicere e bucie

guardame int’a

l’uocchie,

dì sempre a verità

ca cchi vo’ bbene

a mamma e a papà

pe’ sempe, sì pe’ sempe

po’ l’adda rispettà.

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Quando i nonni erano bam-

bini il Natale era, come a-

desso, una delle feste più

importanti dell'anno, molto

atteso dai bambini.

I nostri nonni non avevano

tutte le cose che abbiamo

noi e aspettavano il Natale

per avere qualche regalo e

mangiare qualche specialità

che durante l'anno non ave-

vano.

Nonni

A Natale ci svegliavamo

presto per vedere cosa ci

aveva portato Gesù Bambi-

no, perché ai miei tempi non

c’era babbo Natale. I regali

che ricevavamo erano og-

getti semplici, non elettro-

nici come oggi, soldatini di

legno, macchinine di legno

per i maschietti.

Le femminucce ricevevano

bambole di pezza, tazzine

di porcellana ecc.

Il giorno della vigilia , insie-

me a mio padre andavamo a

Napoli a comprare il bacca-

là, le vongole, il capitone e,

poi, la sera con tutta la fa-

miglia trascorrevamo felici

la Vigilia di Natale.

La sera della vigilia di Na-

tale ci riunivamo tutti in

famiglia, con fratelli, sorel-

le, zii, e, dopo cena, andava-

mo tutti in Chiesa per a-

spettare la nascita di Gesù.

Le decorazioni erano molto

semplici: l’albero di Natale

si addobbava con semplici

palline e fili dorati. Il gior-

no di Natale, a pranzo, i

bambini mettevano, sotto il

piatto del papà, la letterina

di Natale con i buoni propo-

siti e recitavano la poesia,

così ricevevano i regali.

(INTERVISTE DEI BAM-

BINI VB)

I nonni raccontano ...

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Nonni

Il Natale si passava in

famiglia .

I piatti tipici erano:

brodo con gallina ripiena,

ravioli con il sugo, ed al-

tro.

I dolci tradizionali era-

no: struffoli, cazuncielli

fritti, roccocò, torrone,

panettoni.

I giochi erano: tombola,

gioco delle carte.

Le decorazioni erano:

l’albero di Natale non

c’era ma, il presepe con i

Re Magi non mancava mai.

Tradizioni: poco prima di

cena i bambini metteva-

no, sotto i piatti dei ge-

nitori, la letterina. A

mezzanotte si andava in

Chiesa per la Messa. Il

Natale era molto atteso

e sentito.

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Natale è anche . . . .

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NON FARE LA GUERRA

UNA STRETTA DI MANO

DIRE UNA PAROLA

A CHI E’ SOLO

AIUTARE UN POVERO

ESSERE AMICI D

I

TUTTI

UN MOMENTO DI GIOIA

DIRE UNA PREGHIERA A

GESU’

QUANDO NESSUNO PIANGE

AVERE UNA FAMIGLIA UNITA

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Il Natale è giunto in Gran Breta-

gna nel 596 tramite S. Agostino

di Canterbury e i suoi monaci. A

Natale in Inghilterra si suona e

si canta molto per le strade ed i

ragazzi si raccolgono in comitive

facendo il giro della città. A

Londra si prepara un albero gi-

gantesco sulla strada vivo e

scintillante di luci e decori. I

bambini aspettano i doni da Bab-

bo Natale (Father Chritmas) che

scende nella notte giù per la

cappa del camino col suo sacco

strapieno e riempie le calze che

i bambini hanno preparato appe-

se a capo del letto. Molte sono

le tradizioni natalizie, e una di

queste, é la decorazione dell'al-

bero di Natale. Tutta la famiglia

partecipa con entusiasmo alla

cerimonia, appendendo ai rami

dell'abete palle colorate, ogget-

tini, ghirlande e nastri d'oro e

d'argento. Che gioia quando fi-

nalmente si accende l'albero e

tutte le decorazioni brillano

nell'oscurità. Le strade vengono

decorate con luminarie e festoni

di piante sempreverdi, mentre le

vetrine dei negozi e le finestre

delle case sono ornate di neve

artificiale e merletti che ripro-

ducono le geometrie perfette di

cristalli di neve. In quasi tutte

le famiglie il 25 dicembre ci si

ritrova insieme, nonni, zii, cugini,

amici e parenti vari per fare fe-

sta con un gran pranzo. Al cenone

di Natale sono d'obbligo l'oca o

il tacchino farcito con le patate

arrosto e il plum-pudding.

Natale nel Regno Unito

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Across

1. What Santa gives

naughty kids.

4. What Santa wears

on his feet.

6. Good.

8. The color of Santa's

suit.

9. Santa's animals.

10. Santa's last name.

11. Santa's laugh.

12. Santa's helper

13. What children

hang on the fireplace.

14. What Santa gives

people.

17. Place where

Santa enters your

house.

18. Happy.

Down

2. What Santa checks.

3. Where Santa's elves make the

toys.

5. Place where children sit and

tell Santa about their Christmas

wishes.

6. Where Santa lives.

7. Something on Santa's face.

9. Place where Santa parks his

sleigh.

10. What Santa eats and

drinks.

13. Santa's car.

15. Bad.

16. You ________ not cry.

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Christmas is forever

Christmas is forever, not for

just one day,

for loving, sharing, giving,

are not to put away

like bells and lights and tin-

sel,

in some box upon a shelf.

The good you do for others

is good you do yourself.

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Christmas Time

Jesus was born at Christmas time

He brought a gift of love to all mankind

His love is there for all to share

It lifts the spirits of people everywhere

No greater man could ever we find

Than this man who was born at Christmas time

He brought great tiding of peace and joy

To every man, woman, little girl and boy

His love lingers in our hearts and in our minds

And surrounds us all at Christmas time

With joyous gratitude, let us together say,

“Merry Christmas, Jesus, Happy Birthday.”

by Ellen Bailey

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I nostri auguri

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