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Giornale di San Giuseppe Lavoratore Parrocchia San Giuseppe Lavoratore: Via XX settembre 166, Terni Tel/Fax: 0744/271944 Web: www.aghion.it Ordine Frati Minori Conventuali: p. Massimo Massimi (Parroco), p. Ludovico Capuani, p. Narcis Giorgiuculsei. Redazione: A. Radicchi, A. Rossi, C. Palermo, E. Melari, F. Sebastiani, G. Pulcioni, I. Piantoni, M.L. Cammarota, M. Tosi, R. Fabbretti E' passato ormai un anno da quel 28 marzo 2013, Giovedì Santo, giorno in cui p. Vincenzo Bella ha lasciato questo mondo per entrare nel Regno dei Cieli. La sua partenza ha portato ad un rallentamento nella realizzazione nel Giornale di San Giuseppe, poichè egli era il punto di riferimento per la sua redazione, con la passione che lo contraddistingueva. Ora quest'opera della parrocchia viene ripresa poichè si tratta di un modo di comunicare con tutti, anche con i "lontani". E' una mano tesa a tutti, anche a coloro che non leggeranno questo giornale, che magari lo butteranno dopo averlo strappato. Anche costoro sapranno che la parrocchia desidera parlare con loro, che gli vuole comunicare cose buone, di cui è convinta e in cui crede, nel rispetto di tutti. Il Giornale di San Giuseppe non ha lo scopo di convincere nessuno, vuole semplicemente essere uno strumento di vicinanza e un'occasione di riflessione, e vuole altresì essere attento alle vicende e iniziative che riguardano il nostro quartiere. In questo senso ci fa enormemente piacere l'inserimento in redazione di rappresentanti della struttura "Polis". Speriamo di coinvolgere pian piano anche altre realtà del nostro territorio, allargare ulteriormente i nostri orizzonti e aumentare la qualità del servizio, comunque già alta. Ringrazio di cuore tutti quelli che si sono resi disponibili per continuare questa opera; è un piccolo ma significativo aiuto per camminare, pensare e sperare insieme. fra Massimo Massimi Rendete ragione della speranza che è in voi. Prima Lettera di Pietro Riprendiamo Ogni Giovedì ore 21 Veglia Ogni Venerdì ore 17.20 Via Crucis 30 Marzo, IV Domenica di Quaresima Ritiro di Quaresima 13 Aprile, Domenica delle Palme SS. Messe ore 9.15, 11.15, 17.45 17 Aprile, Giovedì Santo ore 18 S. Messa (Lavanda dei piedi) 17 Aprile, Giovedì Santo ore 21 Veglia di preghiera 18 Aprile, Venerdì Santo ore 18 Liturgia (Passione e Morte di Gesù) 19 Aprile, Sabato Santo Giorno dedicato alla preghiera e al sacramento della Riconciliazione 19 Aprile, Sabato Santo ore 22.30 Veglia Pasquale della Resurrezione 20 Aprile, Domenica di Pasqua SS. Messe ore 9.30, 11.30, 18.00 21 Aprile, Lunedì dell'Angelo SS. Messe feriali ore 9.00, 18.00 Il cammino Pasquale N. 1, ANNO V PASQUA 2014

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Giornale di San Giuseppe LavoratoreParrocchia San Giuseppe Lavoratore: Via XX settembre 166, Terni ­ Tel/Fax: 0744/271944 ­ Web: www.aghion.itOrdine Frati Minori Conventuali: p. Massimo Massimi (Parroco), p. Ludovico Capuani, p. Narcis Giorgiuculsei. Redazione:A. Radicchi, A. Rossi, C. Palermo, E. Melari, F. Sebastiani, G. Pulcioni, I. Piantoni, M.L. Cammarota, M. Tosi, R. Fabbretti

E' passato ormai un anno da quel 28marzo 2013, Giovedì Santo, giorno incui p. Vincenzo Bella ha lasciato questomondo per entrare nel Regno dei Cieli.La sua partenza ha portato ad unrallentamento nella realizzazione nelGiornale di San Giuseppe, poichè egliera il punto di riferimento per la suaredazione, con la passione che locontraddistingueva. Ora quest'operadella parrocchia viene ripresa poichè sitratta di un modo di comunicare contutti, anche con i "lontani". E' unamano tesa a tutti, anche a coloro chenon leggeranno questo giornale, chemagari lo butteranno dopo averlostrappato. Anche costoro sapranno chela parrocchia desidera parlare con loro,che gli vuole comunicare cose buone, dicui è convinta e in cui crede, nelrispetto di tutti.

Il Giornale di San Giuseppe non ha loscopo di convincere nessuno, vuolesemplicemente essere uno strumento divicinanza e un'occasione di riflessione,e vuole altresì essere attento allevicende e iniziative che riguardano ilnostro quartiere.In questo senso ci fa enormementepiacere l'inserimento in redazione dirappresentanti della struttura "Polis".Speriamo di coinvolgere pian pianoanche altre realtà del nostro territorio,allargare ulteriormente i nostriorizzonti e aumentare la qualità delservizio, comunque già alta.Ringrazio di cuore tutti quelli che sisono resi disponibili per continuarequesta opera; è un piccolo masignificativo aiuto per camminare,pensare e sperare insieme.fra Massimo Massimi

Rendete ragionedella speranza che è in voi.

Prima Lettera di Pietro

RiprendiamoOgni Giovedì ore 21 ­ VegliaOgni Venerdì ore 17.20 ­ Via Crucis30 Marzo, IV Domenica di Quaresima­ Ritiro di Quaresima13 Aprile, Domenica delle Palme­ SS. Messe ore 9.15, 11.15, 17.4517 Aprile, Giovedì Santo ore 18­ S. Messa (Lavanda dei piedi)17 Aprile, Giovedì Santo ore 21­ Veglia di preghiera18 Aprile, Venerdì Santo ore 18­ Liturgia (Passione e Morte di Gesù)19 Aprile, Sabato Santo­ Giorno dedicato alla preghierae al sacramento della Riconciliazione

19 Aprile, Sabato Santo ore 22.30­ Veglia Pasquale della Resurrezione20 Aprile, Domenica di Pasqua­ SS. Messe ore 9.30, 11.30, 18.0021 Aprile, Lunedì dell'Angelo­ SS. Messe feriali ore 9.00, 18.00

Il cammino PasqualeN. 1, ANNO V ­ PASQUA 2014

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Con questa nuova rubrica riportiamonotizie utili su luoghi "sacri", vicino aTerni, raggiungibili in auto, in mtb o apiedi: sarà l’occasione per chi vuoleabbinare escursionismo e turismoreligioso ed è inoltre un buon motivoper conoscere le profonde radicistorico­culturali della terra umbra.Iniziamo dalle mete più vicine.

LUOGHI DA VISITARE

S. Giovanni Piedimonte

ROBERTO FABBRETTI

Madonna dell'Olivo

Conosciuto da quasi tutti i ternani comeMadonna dell’Olivo, è un piccolosantuario ai piedi delle montagneternane (Monti Martani) situato a quota357m, di poco sopra Borgo Rivo.Trovandosi a ridosso del versante suddella montagna, che incombe conspettacolari pareti rocciose, benriconoscibili anche da Terni perché al disopra di un picco svettano i ruderi diuna torre medievale, è una zona dovecrescono bene gli asparagi.Ci si può arrivare, lasciando l’auto inparcheggio davanti ad una casacolonica, per un comodo sentieropianeggiante lungo circa 300 metri (benpercorribile sia da bambini che daanziani); dal piazzaletto antistante lachiesetta si gode uno splendidopanorama su Terni.L’interno della chiesa presenta uninteressante affresco di Maria con Gesùbambino, a cui è dedicata una bella etoccante preghiera.Per la visita occorre contattare laParrocchia di Santa Maria del Rivo, chevi celebra ogni anno una festa i primi disettembre.

Dopo l’anno della fede, non avendo laSanta Sede dato un obiettivo unico dipreghiera per il nuovo anno, il nostrovescovo mons. Ernesto Vecchi haindetto, per tutta la diocesi, un anno dipreghiera per le vocazioni sacerdotali,distribuendo a tutti l’immagine e lapreghiera qui riportate. Tutti i fedelisono stati invitati insieme ai presbiteri apregare al termine di ogni liturgiaeucaristica, prima di ricevere la santabenedizione. Il pregare al termine dellacelebrazione ha una motivazioneprecisa; è infatti grazie alla presenza delpresbitero che noi possiamo parteciparealla liturgia eucaristica, che è ilfondamento della Chiesa. Senzal’Eucaristia la Chiesa non avrebberagione di esistere, sarebbe unasemplice comunità che celebra riti.L’unione con Cristo, capo del corpo, dicui noi siamo le membra avvieneattraverso la comunione eucaristica. Perquesto c’è necessità di presbiteri checelebrino la Pasqua del Signore. Qui indiocesi abbiamo due diaconi in attesa diessere ordinati presbiteri e tre giovaniche hanno iniziato il cammino. Ipresbiteri sono ragazzi come tutti glialtri, nati in famiglie normali, come lenostre, in cui hanno ricevutol’insegnamento ad una vita cristiana eche, in un certo momento della loro vitahanno sono stati chiamati dal Signore.Vocazione significa infatti chiamata e aquesta chiamata loro rispondono permettersi al servizio del Signore per ilbene della comunità cristiana.Preghiamo pertanto perché Gesù mandioperai per la sua messe, quelli che ciguidano nella strada che conduce a Luie senza i quali sarebbe per noi difficilemantenerci in comunione con la Chiesa.Mauro Tosi

Signore Gesù, Pastore grandedelle nostre anime, tu nonabbandoni il tuo gregge, ma loconduci attraverso i tempi, sotto laguida di coloro che tu stessocostituisci pastori dei tuoi fedeli.Radicati e fondati nella certezzadel tuo amore per la Chiesa, noi tipreghiamo: effondi, in unarinnovata Pentecoste, il tuoSpirito di sapienza e di fortezzasulle nostre comunità, perchésusciti in esse numerosi e degniministri dell'altare, annunziatoriforti e miti del Vangelo dellagrazia.Tu hai fondato la Chiesa e lacolmi continuamente del donodella tua Verità e della tua Santità.Non farci mancare i sacerdoti,mediatori della tua Luce e dellatua Vita.Santa Madre di Dio, siamoconsapevoli che ogni sacerdote èun dono che può essere soloumilmente chiesto.Uniamo la nostra poverapreghiera alla tua potenteintercessione: ottienici numerosi esanti sacerdoti che guidino lenostre comunità sulla via dellasalvezza. Amen.

L'anno delle vocazionipreghiera per

le vocazionisacerdotali

composta dalCard. Caffarra

Arcivescovodi Bologna

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La Domenica delle Palme

La Domenica delle Palme o, meglio,domenica della Passione; durante lacelebrazione eucaristica si legge infattila Passione di Cristo a più voci.Con questa domenica inizia la settimanasanta che culminerà con la vegliapasquale e durante la quale la liturgiaripropone gli avvenimenti dell’ultimasettimana di vita di Gesù. Perché sichiama domenica delle palme? Perché,come ci raccontano i Vangeli, Gesùentrò in Gerusalemme acclamato dalpopolo al grido di ‘Osanna’, popolo chestendeva le palme sulla strada per farneun tappeto regale e sventolava rami dipalme per salutare Gesù, a cui tributavagli onori dovuti ad un Re.Di lì a pochi giorni le stesse persone neavrebbero chiesto la crocifissione. Inquesta domenica la liturgia èparticolarmente ricca: inizia con labenedizione dei ramoscelli d’ulivo che,per ovvie ragioni logistiche hannosostituito le palme e, dove non crescenemmeno l’ulivo, come nei paesi delnord, vengono usati altri fiori. L’ulivo èil simbolo della pace, dell’inizio di unanuova vita; con un ramoscello d’ulivo la

colomba annunciò a Noè la fine dellatempesta, il ritorno della quiete delleacque, e la possibilità di uscire dall’arcaper ricominciare a vivere sulla terra. Perquesto, al termine della celebrazioneeucaristica i fedeli portano a casa unramoscello d’olivo benedetto, che vienetenuto in vista, dentro un vaso, o sopraun quadro di una immagine sacra.Il posto migliore sarebbe davanti allaporta d’ingresso a ricordare, a noi e achi ci viene a trovare che la pace delSignore alberga in quella casa.Probabilmente non durerebbe molto equindi teniamolo pure in casa, però,possibilmente all’ingresso, in un vasosopra ad una console, per offrire lostesso augurio di pace a chi entra.Non è un amuleto, un porta fortuna, maun simbolo cristiano, benedetto dalSignore e vederlo spesso ci aiuta ariflettere, a vivere la vita, con tutti iproblemi che ci presenta, con unatteggiamento più sereno, con quellapace interiore che Gesù aveva quando èentrato in Gerusalemme, sapendo beneche da lì a poco sarebbe stato tradito,flagellato e poi crocifisso.

Quando la domenica delle palme cirecheremo in chiesa, riflettiamo benesul significato della liturgia e sul quelramoscello d’olivo. Perché in questadomenica le chiese sono sempreaffollate, a volte anche più della vegliapasquale? Non lasciamoci trasportaredal sentimentalismo, dalla tradizione ditenere a casa un ramoscello d’olivocome ci hanno insegnato i nostri nonni,i nostri genitori.E’ la pace del Signore che ci vienedonata, quella che ogni domenicadovremmo scambiare con i nostrifratelli durante la celebrazioneeucaristica e non solo la domenica dellePalme!Andiamo quindi a salutare festosamenteGesù che entra di nuovo nella nostravita, lasciamo che il nostro cuore si apracome le porte di Gerusalemme,sventoliamo il ramoscello d’olivo,portiamone qualcuno ai malati che nonhanno potuto partecipare alla liturgia,annunciamo a tutti la pace del Signore,serbiamola in noi ed alimentiamola ognidomenica!Mauro Tosi

VITA COMUNITARIAVita comunitaria, comunione,comunismo, etc.; termini complessi,con molteplici significati e valori.Il campo è talmente immenso edimpegnativo che riteniamoimpossibile e inopportuno qualsiasiapprofondimento: scopo di questarubrica è semplificare, proporre temi.In poche parole, però, diciamo che seper comunismo si definisce il regimesociale caratterizzato dalla comunanzadi tutti i beni e dall’assenza dellaproprietà privata, nella nostragiurisprudenza, la comunione sirealizza allorchè un diritto reale o unaproprietà (comproprietà) spetta incomune a più persone (esempio: la

proprietà condominiale).Per comunione (Koinonia) si intendeperò, anche l’armonia spirituale cheaccomuna i fedeli e il Pane eucaristicoche ci unisce al Signore e ci pone inintima unione reciproca.Da qui la vita comunitaria cheunitariamente va vissuta alla sequeladel Cristo e dei suoi insegnamenti.In tal senso segnaliamo “Cinqueregole di Gesù” di vita comunitaria:1° Avere un cuore grande: esseremisericordiosi, avere bontà senzamisura, essere sempre pronti aperdonare ed amare.2° Avere pensieri puliti: autocontrollare i pensieri, brandire igiudizi, guardare la trave che abbiamo

nei nostri occhi prima di togliere lapagliuzza dall’occhio del fratello.3° Avere una lingua limpida:ricordare che il male che si può farecon la lingua a volte è irreparabile eche l’unità spesso si infrange con leparole sbagliate.4° Avere occhi nuovi: ogni mattinaguardare con occhi nuovi gli altri, lesituazioni, gli avvenimenti, le tensionie predisporsi a perdonare… settantavolte sette.5° Avere sempre mani ricolme: nonstancarsi mai di amare; donare sempreattenzione, affetto, gioia senzaescludere nessuno.

in poche paroledi palcar

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Questa volta vi presentiamo tre nostrisoci che negli anni scorsi hannoricevuto l’ambito premio “ErmannoEmiliozzi”, istituito dalla 3^Circoscrizione Sud, per l’impegnoprofuso a favore dell’associazionismo,del sociale e del volontariato in genere.Cominciamo con il “giovane” VittorioPiciucchi, anni 82, al momentocomponente del Consiglio Direttivo eresponsabile della Logistica. Partecipaattivamente e quotidianamente ad ogniiniziativa del Centro. Il PresidenteFranco Santarelli, nelle motivazioni perl’attribuzione del premio, cosìenunciava: “La sua indole, il suo pregioè quello di aiutare senza nullachiedere”. Ma vorremmo qui tentare difar emergere la fantasia posta in essereda Vittorio ed altri collaboratorinell’esecuzione di alcune opere, qualiad esempio la tracciatura perl’illuminazione dello spaziopolifunzionale esterno in modo darendere ancora più luminose le stellate,calde serate estive di luna piena. E chedire del controsoffitto mobile, che hapermesso di realizzare un’ulteriore saladi ricreazione con considerevoleriduzione dei costi di luce eriscaldamento nei mesi invernali.Inoltre, il posizionamento di duecondizionatori nella sala stessa consenteai nostri soci anziani di godersi un po’di fresco nelle roventi giornate estive.Altro fiore all’occhiello è larealizzazione di una copertura sullaterrazza dell’edificio per il deposito disedie ed altro materiale occorrente perla manutenzione del verde.E veniamo al secondo “giovane”premiato: Emilio Tritini, per tuttiMimmo. Il Presidente uscenteGiampiero Petrelli così scriveva nellemotivazioni per l’attribuzione delpremio: “sacrifichi molto tempo alla tuafamiglia, perché hai scelto di offrirlo

alla famiglia più varia e numerosa delCentro Sociale”. E’ solol’estrapolazione di una menzione piùprofonda ed articolata. Ci limiteremo adelencare qui di seguito alcuni manufattidi Mimmo che sono la prova provata dicome e quanto possa spaziare la fantasiadei nostri volontari cosiddetti “anziani”e quale plusvalore “contagioso” possaavere sui giovani, soprattutto in questoparticolare momento, in cui prevale lacultura “dell’usa e getta”, anzichéquella del “conserva e trasforma”.Da un cestello di una lavatrice è statoricavato “miracolosamente” unbussolotto girevole, contenente pallinenumerate per le estrazioni delle lotterie,che, di tanto in tanto, vengonoorganizzate per beneficienza. Altrainvenzione: un caldarrosto a motore, ilcui cestello, reperto di un carro dimaggio, era un essiccatore per polimeri;il motorino, invece, è stato preso daun’impastatrice “rottamata” (l’idea difarlo girare in modo automatico,anziché manuale, è stata di PietroGaiotto). Un bidone di benzina che“magicamente” viene trasformato inposacenere con tanto di piantanaforgiata in ferro.

La fantasia non ha etàCENTRO SOCIALE FERRIERA

L’ultimo premiato è stato AleandroRampiconi, che non mi ha fornito lalettera con le motivazioni perl’assegnazione del premio. L’ha ripostae custodita così gelosamente escrupolosamente in un armadio, che nonriesce più a trovarla. Proverò adinterpretare quali possano essere state lemotivazioni: carattere irascibile erissoso, ma persona semplice, sensibile,generosa e dal cuore tenero. Lavoratoreinstancabile, che non si tira maiindietro, amico degli amici.Simbolicamente sono stati assegnati trepremi a tre nostri volontari, ma noivorremmo assegnarne uno, quello vero,al nostro Centro Sociale, che ècostituito da persone modeste, che nonsi mettono in mostra e che,nell’emergenza, sanno rimboccarsi lemaniche, compiendo volontariamente lapropria opera, chiedendo come unicacontropartita la silenziosa gratitudinedei soci e degli abitanti del quartiere,che trovano in noi gentilezza, cortesia esoprattutto umanità.Un doveroso grazie va a tutti coloro checi sosterranno nei nostri progetti, in cuidi certo non mancherà la “Fantasia”.Roberto Pizzotti Vicepresidente

Na vorda se viveva in un'andru continente.La santità de la Pasqua era profonna,se sindia veramente.Lu venerdì sandu, era perdèro belloe lu passassimo preganno e in procissione.Doppo che se legaano le campanelu silenziu era sacru: non c'era “Carosello”!Quanno che la domenica era Pasqua,prima la Messa e po' na grossa colazzione.Frittata odorosa e sanguinacciu,ova sode, sargicce, la pizza de' formaggiu.E po' le fittuccine fatte a casae lo sugu co li regaji de li polli.Tuttu annaffiatu da na fojetta,de vinu quillu bbonu,ma sempre co la certezza chetuttu era donu,tuttu era roba benedetta!Mo' che so' passati tutti st'annie a Messa ciannamo solo pochi,se Pasqua è solu pranzu, se fa tutti li jiorni.In quistu Paese che stà annanno a scatafasciue cionno ridottu a pezze e mutannoni,stemo attento a non fa li loro jiochi:non facemoce rubà le tradizzioni!Zi' Peppe (2014)

La Pasquade

Sessandanni fà

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Sebastiano Luciani (suo vero nome) fufin da giovane allievo del pittoreGiovanni Bellini, ma subì l'influenzadel Giorgione di cui interpretòimmediatamente il tonalismo coninteressi e intenti monumentali ed unapiù complessa articolazione spaziale.Nel 1511 l'artista lascia Venezia perRoma, ove dipinge le lunette(Metamorfosi di Ovidio) nella sala dellaVilla della Farnesina.Ancora a Raffaello si ispirano i ritratticoevi come il Cardinale FerryCarondolet, e il Cardinal BandinelloSaulo; ma l'influenza più profonda emarcata è quella di Michelangelo:nell'opera di Sebastiano la “Pietà”(1517), esposta al Museo Civico diViterbo, scopriamo il gusto, ladrammaticità e la monumentalitàMichelangiolesca.Anche a quei tempi, come in ogni epocal'artista entra in polemica con Raffaello,e a tal punto che la competizione e gliattriti culminano nell'esecuzione dellaResurrezione di Lazzaro (NationalGallery di Londra) per conto delCardinale Giulio de' Medici per il qualepoi Raffaello eseguì in contrapposizionela famosa tela della “Trasfigurazione”.Dopo il sacco di Roma del 1527 daparte dei Lanzichenecchi l'attività diSebastiano subì un rallentamento; dopo

Sebastiano del Piombo

RUBRICA DI ENZO MELARI

L'ARTE DA LEGGERE

Venezia, 1485 ­ Roma, 1547

"Pietà"

una serie di viaggi (Orvieto, Mantova,Venezia) ottenne a Roma l'incarico nelPontificio ufficio del Piombo.Una carica importante e ben remuneratada cui il pittore derivò la seconda partedel nome con cui è noto.Negli ultimi anni della sua vita ebbeuna forte crisi mistica che lo travagliò alpunto di concentrare e di concretizzarela sua pittura e i suoi soggetti su temireligiosi: uno di questi è la "Pietà".Poniamoci di fronte a quest'opera: èsicuramente oggettivo il dramma dellamorte di un figlio. Però la sofferenza eil dolore della Vergine Madre davanti alcorpo di Cristo sono una componenteimportante nella millenaria riflessionedi noi cristiani su questo mistero,specialmente in questo periodo diPasqua, dove la passione di Cristo, lamorte e risurrezione rassicurano aicristiani la speranza e la certezza di unanuova vita eterna.Per chi rimane in vita la morte èdifficile da accettare ma, comesuggerisce il dipinto, Mariavisibilmente provata prega sul corpo delFiglio morto.E' il compimento della profezia diSimeone fatta a Maria in occasionedella Presentazione al Tempio: “Unaspada trafiggerà la tua anima", paroletratte dal Vangelo di Luca (Lc 2,35).

Su un gelso centenario viveva una colonia di bruchi.Passavano il tempo lavorando, avevano poche pretese, nondavano alcun fastidio, qualche volta si recavano al bardell'ultimo ramo per scambiare quattro chiacchiere.Il gelso era felice di quei cittadini calmi e rispettosi, salvonel periodo di fioritura delle foglie in cui cominciavano adiscutere se la foglia dovesse essere mangiata a cominciareda destra, se da sinistra oppure dal centro; ovviamente allefoglie nessuno chiedeva il parere.Tutti erano d'accordo che erano fatte per essere rosicchiate...Il bruco Mariolino ammirava il vecchio gelso per la suatranquillità e infinita pazienza; spesso si lamentava con luiper la brevità della vita dei bruchi e per il fatto che tuttiavessero ribrezzo di loro. L'albero gli rispondeva che la lorovita non sarebbe finita con il bozzolo, considerato dai bruchiuna fredda tomba, ma che sarebbero diventati poi splendidecreature ammirate e invidiate da tutti.Mariolino, scuotendo la testa incredulo e rassegnato, se neandava dondolandosi nell'incedere verso il suo ramo.Una mattina d'estate, il gelso, dopo aver ascoltato lequotidiane lamentele esistenziali di Mariolino, gli chiesequale creatura gli sarebbe piaciuta essere e lui, arrossendo,rispose che avrebbe voluto essere un angelo e volare in unmondo stupendo.Il gelso, saggiamente e con un profondo sospiro, continuò

affermando che solo per i bruchi i sogni si avverano, ma siostinano a non crederci.La sera, al bar, Mariolino raccontò ai suoi compagni quantoaveva detto il vecchio gelso circa la loro sorte dopo la morte,tutti cominciarono a ridere e a prenderlo in giro "... si viveuna volta sola, dopo la morte non c'è niente, continua amangiare ,bere e divertiti, non ci pensare più... bellissimiesseri alati? ...noi così brutti ah,ah,ah.!" dicevano.Mariolino tornò alle sue foglie, a mangiare, a dormire macon una grande pena nel cuore senza alcuna speranza "...isogni sono sogni, non diverranno mai realtà!" pensava triste.Arrivò l'autunno e tanti piccoli bozzoli erano sparsi qua e làtra le foglie; Mariolino, ormai grasso e tondo, andòlentamente a salutare per l'ultima volta il vecchio gelso... eragiunta anche per lui la fine. Il gelso lo rincuorò dicendogli dicredere che il suo sogno si sarebbe avverato...Arrivò la primavera, un tripudio di profumi di fiori, canti dirondini, un calore tiepido e avvolgente, prati verdi, una pacenell'aria mai sentita... una farfalla bellissima e dai coloriabbaglianti girava intorno al gelso: era Mariolino! Il gelso,sorridendo, lo riconobbe e gli chiese se avesse avuto ragione.Leggiadro e felice continuò a volteggiare tra i suoi ramicome per accarezzarlo e ringraziarlo: si era fidato di lui allafine, credendo alle sue parole il suo sogno si era realizzato.Parlare di Resurrezione agli uomini è come parlare aibruchi, molti uomini del nostro tempo pensano e vivonocome bruchi: mangiano, bevono e si divertono più chepossono... dopotutto non si vive una volta sola?

Un racconto di Pasqua

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La famiglia è la più antica istituzionesociale, vecchia quanto l’uomo, lacellula fondamentale di ogni società etutti gli stati hanno il dovere, nelleforme più appropriate, legate allapropria cultura, non solo di difendernel’esistenza, ma di promuoverne losviluppo. In questi ultimi anni stiamoassistendo ad un deterioramento sia delconcetto fondamentale dell’istituzione‘famiglia’, sia dei supporti offerti daglistati al loro sostentamento. Non èquesta la sede per aprire un dibattitoteologico­sociologico sul significato difamiglia, sui concetti della ‘famigliaallargata’ attualmente di moda, né allaconvivenza di omosessuali. La Chiesaha sempre ribadito la necessità che loStato si preoccupi dei cittadini sia per idiritti individuali che collettivi ed èquindi auspicabile che invece diraggruppare in un’unica etichetta‘famiglia’ qualsiasi tipo di convivenza,metta mano ad una revisione dellenorme precise per i doveri ed i diritti diogni coppia a seconda delle variecomposizioni del nucleo. La famiglia,come è sempre stata intesa dalle originiè l’unione di un uomo ed una donna,che decidono di avviare un progettostabile per la loro vita, con la gioia dellaprole, che costituisce un elementofondamentale per il nucleo familiare. Eciò indipendentemente dalle religioni; i‘clan’, sin dall’antichità erano costituitida gruppi familiari che nella loro unionee, soprattutto nella prole, trovavano ilsostegno per il loro progresso. Ancheoggi, una società con tasso di natalitàmolto basso, se non addiritturanegativo, è destinata ad un declinoinesorabile e gli economisti si stannorendendo conto che la carenza di

La famiglia

giovani leve crea danni alle economienazionali. D’altra parte la crisieconomica impedisce lo sviluppocorretto dei giovani che si sentonoesclusi da una società che poco pensa aloro. Bisogna affrontare questiproblemi, educando le persone alrispetto reciproco, inculcando i saniprincipi alla base della costituzione diuna famiglia, non emarginando chi sene discosta, ma usando comprensionenei loro confronti. La realtà socialeattualmente è molto complessa, laChiesa non deve annacquare il propriomessaggio cristiano per sentirsi alla paricon i tempi, ma non deve nemmenoinnalzare muri. Cristo è venuto per ipeccatori, non per i giusti.Ognuno deve fare la sua parte,basandosi sul principio fondamentaledella dignità umana. Allo Stato ilcompito primario di una politica disviluppo della famiglia nell’ambito dicorrette norme per la salvaguardia deidiritti di ognuno, alla Chiesa la cura delgregge di Dio ed il soccorso allepecorelle smarrite.

LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA / 10

A CURA DI MAURO TOSI

Famiglia se ci sei batti un colpoIn preparazione al Sinodo Straordinariosulla Pastorale della Famiglia, il Papaha invitato i cristiani di tutto il mondo ariflettere sui temi della Famigliainviando alle Diocesi un questionario di38 domande. Il documento si apredescrivendo le «problematiche inedite»che si sono presentate negli ultimi anni:la diffusione delle coppie di fatto, «chenon accedono al matrimonio e a voltene escludono l'idea», le unioni trapersone dello stesso sesso, «cui non di

rado è consentita l'adozione di figli»; imatrimoni misti o interreligiosi, lafamiglia monoparentale, «forme difemminismo ostile alla Chiesa», ildiffondersi del fenomeno delle madrisurrogate (utero in affitto). Masoprattutto, «in ambito più strettamenteecclesiale, indebolimento o abbandonodella fede» nel sacramento delmatrimonio e nel «potere terapeutico»della confessione. Si chiedonoinformazioni sulla diffusione e la

ricezione dell'insegnamento dellaChiesa in materia e si domanda qualisiano le difficoltà nel metterlo inpratica.Anche in Italia si fanno strada lepolitiche anti­famiglia tradizionale (esoprattutto cristiana): dopo il Comunedi Venezia, anche quello di Milano haeliminato dalla propria modulistica itermini Padre e Madre, sostituiti dai piùpolitically correct Genitore e Tutore.Ma ancora più scalpore ha suscitato lavicenda relativa alla diffusione inalcune scuole materne, anche umbre, diun opuscolo dal titolo “Qual'è il segretodi papà”, dal contenuto descritto comefavola gay. Questa e altre iniziativeinvitano a sostenere nella didattical'immagine di famiglie che tali non sonoe accusano di omofobia le religioni cheritengono certi comportamentimoralmente non leciti.In difesa della famiglia tradizionale si èlevata la voce di Putin che nello scorsodicembre ha rivendicato come giuste enecessarie le politiche di difesa deiminori e della famiglia, come pure ladiscussa legge contro la ‘propagandagay’ verso i minori. “Sappiamo che c’èun crescente numero di persone nelmondo, che sostiene la nostra posizionesulla necessità di difendere i valoritradizionali, che hanno costituito lefondamenta di ogni nazione civilizzataper millenni”, ha detto parlando davantialle Camere unite del Parlamento e anumerosi invitati come il patriarca diMosca, Kirill. Una critica direttaall’Occidente, dove vengono legalizzatii matrimoni omosessuali, e più ingenerale a quei Paesi dove alla societàsi richiede di riconoscere non solo“l’equivalenza delle diverse opinioni eidee politiche”, ma anche “ilriconoscimento dell’equivalenza delbene e del male”. “La distruzione deivalori nazionali dall’alto – ha avvertito– è fondamentalmente antidemocratica,perché basata su una nozione astratta eva contro la volontà della maggioranzadelle persone”. Sembra quasi unparadosso della Storia che oggi ilCristianesimo, trovi come convintodifensore, fra i politici, un ex agente delKGB, cresciuto con gli ideali delmaterialismo storico, ma nel qualeevidentemente non è rimasto infruttuosoil seme del battesimo, ricevuto dinascosto, grazie alla madre, nellacattedrale di San Pietroburgo quandoancora “regnava” Stalin.Andrea Rossi

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Nelson MandelaMvezo­Sud Africa, 18/07/1918

Johannesburg, 05/12/2013

Della recente scomparsa di NelsonMandela hanno parlatolungamente i media di tutto ilmondo e la sua vicenda di vita èstata più volte raccontata in libri epersino in una decina di films tra iquali Long wolk to freedom, Ilcolore della libertà, Winnie,Mandela, Invictus...Noi ci limitiamo a ricordarequesto grande uomo comeesempio di pazienza, tolleranza,perseveranza e di perdono.Leader storico del movimentoanti­apartheid e della lotta per idiritti dell’uomo, fu arrestato e,benchè avesse trascorso 26 annidella sua vita in carcere, nel 1994,diventato presidente del SudAfrica; non cercò la rivincita e lavendetta contro i suoi “carcerieri”ma praticò la tolleranza e laconvivenza.Perdonò e sollecitò la pace ed ilvivere in comunione dando vita adun nuovo Sudafrica dove bianchi eneri possono vivere in libertà econ uguali diritti.Ebbe a dire:

“Il perdono libera l’anima,rimuove la paura.E’ per questo che

il perdono è un arma potente”.Quanta saggezza!

LA SAGGEZZA POPOLARE(a proposito di pazienza)

­Lascia che l’acqua scenda

e il fumo salga.

LA SAGGEZZA DI

A CURA DI PALCAR

Dal deserto giungono strane dicerie dianziani che vivono in grotte, nutrendosisolo di poco pane, guadagnatolavorando, e che pregano, vivono laparola di Dio e danno saggi consigli achi, umilmente, li chiede.Questo accadeva nel terzo e quartosecolo dopo Cristo, in Egitto e dintorni.I detti di costoro sono diventati famosied oggi sembrano leggenda; ma è lastoria di cristiani come noi che,rifuggendo dal mondo frenetico ecorrotto, fecero una scelta di vitaradicale per seguire solo Cristo.Oggi riproponiamo alcuni fra i detti piùinteressanti, perché per la loro brevitàpossono arrivare dritti al cuore.Proviamo a memorizzarli, chissà,magari ci potrebbero tornare utili inqualche momento della nostra storia.Passando in brevissima rassegna alcunidei maggiori personaggi, inizia unapanoramica sui “Detti dei padri deldeserto” (apoftegmi in greco), di cui sipossono trovare intere raccolte nei librio nei siti internet.A seguito di ogni detto si propone uncommento (in corsivo), che tuttavia nonha la pretesa di dare la correttainterpretazione; infatti ognuno lo puòaccogliere come meglio crede.La prima figura che si incontra èAntonio "il grande", meglioconosciuto come Sant’Antonio Abate,cioè il protettore degli animali. Eglicambiò vita quando ascoltò la frase delVangelo «Se vuoi essere perfetto va’,vendi tutto quello che possiedi, dallo aipoveri, e avrai un tesoro nei cieli, poivieni e seguimi» (Mt 19, 21). Cheparola terribile per noi! Invece egli cicredette e si convertì.

I DETTI DEI PADRI DEL DESERTO

Sant'Antonio Abate

ROBERTO FABBRETTI

Di lui, ad esempio, si racconta:

Il padre Antonio si domandava:«O Signore, come mai alcunimuoiono giovani, altrivecchissimi? Perché alcuni sonopoveri, e altri ricchi? Perché degliempi sono ricchi e dei giusti sonopoveri?».E giunse a lui una voce che disse:«Antonio, bada a te stesso . Sonogiudizi di Dio questi: non ti giovaconoscerli».

Non spetta a me criticare, giudicare,interpretare l’operato di Dio, dellaChiesa e degli altri in generale; persalvarmi (se è questo che voglio) devocurare e badare innanzitutto alla miaanima.

Il padre Pambone chiese al padreAntonio: «Che debbo fare?»L’anziano rispose: «Non confidarenella tua giustizia, non darti curadi ciò che passa, e sii continentenella lingua e nel ventre».

Se mi ritengo giusto è finita; non c’èposto per Dio, farei come il fariseo cheprega inutilmente nel tempio,vantandosi e criticando il peccatorepubblicano. Inoltre devo stare attento anon sparlare, mormorare e giudicare glialtri .I piaceri del ventre significanomangiare troppo, bere esagerato emagari qualcos’altro ancora.

Tre padri avevano costume diandare ogni anno dal beatoAntonio; due di loro lointerrogavano sui pensieri e sullasalvezza dell’anima; il terzoinvece sempre taceva e nonchiedeva nulla. Dopo lungotempo, il padre Antonio gli disse:«È tanto ormai che vieni qui e nonmi chiedi nulla». Gli rispose: «Ame, padre, basta il solo vederti»

A volte non servono tante parole, tantepreghiere divenute formule vuote, tantedomande; basta vedere e contemplareCristo, Cristo bambino, Cristocrocifisso, Cristo risorto.

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La popolazione degli Hunza non solo ècentenaria, ma non conosce neppure lenostre tanto temute patologiedegenerative, il cancro, malattie delsistema nervoso, ecc... Vive al confinenord del Pakistan all’ interno di unavalle della catena Himalayana e sono lapopolazione in assoluto più longevadella terra.La nostra èlite medica si vanta di tenerein vita gli anziani fino ad 80 anni eoltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrereai prodigi della nostra scienza medica, a100 anni sono vivi, incredibilmenteattivi, lavorano ancora nei campi ecurano i loro figli con estrema vivacitàe vitalità.Le donne Hunza sono ancora prolificheanche oltre i novant’anni. Chiaramenteper riuscire a concepire a tale età, il lorofisico è ancora piuttosto giovanile e nonha nulla a che vedere con le nostrenovantenni.Gli strumenti più utili alla lorolongevità paiono essere il lungo digiunoa cui sono sottoposti ogni anno,l’alimentazione vegetariana e l’acquaalcalina presente nelle loro terre.

Digiuno e prodotti vegetali.Gli Hunza vivono infatti dei frutti dellanatura e soffrono anche un lungoperiodo di carestia nei mesi invernali.Adottano forzatamente quello che inaturopati definiscono “digiunoterapeutico”.L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, èun luogo in gran parte inospitale e nondà raccolto sufficiente per alimentare i10.000 abitanti per tutto l’anno.Coltivano orzo frumento, miglio, granosaraceno e la verdura da orto:pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli ehanno numerosi alberi di noci ealbicocche, ciliegie, more, pesche, peree melograni. Fino a marzo però, quandomatura l’orzo, digiunano anche persettimane intere (fino a due mesi insemi­digiuno) per poter razionare ipochi viveri rimasti in attesa del primoraccolto.Il bello è che questa “bizzarra”consuetudine, che secondo vecchiconcetti di nutrizionismo porterebbe adebolezza, morte e distruzione, alcontrario nel corso degli anni haprodotto nella popolazione straordinariecapacità di vigore. Un Hunza puòcamminare tranquillamente per 200 kma passo spedito senza mai fermarsi. Leforti doti di resistenza sono conosciute

Parrocchia San Giuseppe LavoratoreCELEBRAZIONE EUCARISTICADal Lunedì al Sabato: 9.00 e 18.00*Domenica e Festivi: 9.30, 11.30, 18.00**Orario estivo: ore 19.00 anziché 18.00

ADORAZIONE EUCARISTICAOgni 1° Giovedì alle 16.30

ATTIVITÀ PARROCCHIALICARITAS PARROCCHIALEUna volta al mese distribuzionedei pacchi alimentariCORO PARROCCHIALEDirettrice: Manuela Del GrandeProve il Giovedì alle 21.00CIRCOLO ACLI­TAUPresidente: Giuliano ContessaVice: Gianni PulcioniOrganizzazione della Festadelle 3 spigheORDINE FRANCESCANOSECOLAREAssistente: p. Narcis GiorgiuculseiMinistro: Maria Luisa CammarotaIncontro il Giovedì alle 16.00CAMMINO NEOCATECUMENALEPresbitero: p. Ludovico CapuaniEucaristia: il sabato alle 21GRUPPO DI PREGHIERA"PADRE PIO"Assistente: p. Massimo MassimiIncontro di preghiera l’ultimoVenerdì del mese alle 16.30GRUPPO VEDOVILE"SPERANZA E VITA"Assistente: p. Massimo MassimiCoordinatrice: Rosanna CestariIncontro di Preghiera ogni1° Lunedì del mese alle 16.00UFFICIO PARROCCHIALEMattino: dalle 10.30 alle 12.30Pomeriggio: 15.30­17.30 e 18.30­19.30Martedì e Domenica: chiusoCENTRO D'ASCOLTOLunedì e Giovedì dalle 9.00 alle 12.00PATRONATO ACLILunedì dalle 9.30 alle 11.30ORATORIODal Lunedì al Venerdì, 16.30­19.30

Gli HunzaLa popolazione che vive in media

tra i 130 e i 140 anni

in tutto l’oriente, tanto che nellespedizioni Himalayane, sono assoldaticome portatori.

Acqua alcalina.L’ultimo elemento fondamentale per laforza e la longevità di questo popolo èla composizione dell’ acqua. Dopodiversi studi è emerso che l’acqua degliHunza possiede elevato pH (acquaalcalina), con notevole potereantiossidante ed elevato contenuto diminerali colloidali. Effettivamente, sipuò dire che digiunare con acquaalcalina è molto più semplice chedigiunare con acqua di rubinetto oimbottigliata; nel digiuno ci si puòaiutare bevendo acqua alcalina, acquacon argilla verde ventilata, o facendolavaggi interni/esterni con acqua e saleintegrale.Oggi il territorio degli Hunza è statointaccato dalla società “evoluta” eanche lì sono arrivati cibi spazzatura,farina "0" impoverita, zucchero bianco,sale sbiancato chimicamente, ecc… econ loro le prime carie, le primeproblematiche cardiovascolari, i primiproblemi reumatici che l’Occidenteevoluto conosce bene. In pochi sonoriusciti a scampare da questoinquinamento “evolutivo” evitando ogniforma di contagio con usanze eabitudini percepite ad istinto comeinnaturali e dannose.

Conclusioni.Esiste veramente un orologio biologicoincontrovertibile nell’uomo o sono glistili di vita errati ad accelerare il corsodelle lancette? Hanno senso le ansie dialcune nostre donne che toccati i 30anni iniziano già a temere di nonriuscire ad avere figli “in tempo”? E’veramente fisiologico avere ad unacerta età menopausa, andropausa,osteoporosi, artrosi, demenza senile? E’normale lo scatenarsi di così tantepatologie senili, cronico­degenerative, oal sistema nervoso?Ciò che è normale in una società malatapotrebbe essere contro natura o senzasenso per un popolo consapevole.Gianni Pulcioni