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AGOSTO 2010 ANNO XXVII N°2 GIORNALE DEL ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA – DISTRETTO 2060 Dare et accipere sicut rotarum dentes Gabriele D’Annunzio

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AGOSTO 2010 ANNO XXVII N°2

GIORNALE DEL ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA – DISTRETTO 2060

Dare et accipere sicut rotarum dentes Gabriele D’Annunzio

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ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente Renato Maria Cesca Vice Presidente Philip Panter

Segretario Luca Baldan Prefetto Rocco Majer

Tesoriere Adriano Bianco Consigliere Bruno Bellemo Consigliere Francesco Sarti Consigliere Piero Bortoletti Consigliere Giorgio Girardi

* Past President Augusto Gabbrielli

Incoming President Luca Baldan

COMMISSIONI

Ammissioni e Sviluppo dell'Effettivo Augusto Gabbrielli, Presidente Luca Baldan Mario Roson

Programmi e Progetti di Servizio Marco Calzavara, Presidente Luca Passarella Marina Roncoroni

Rotary Foundation Stefano Siggia, Presidente Michele Curcio Paolo Negro

Immagine del Club e Comunicazione Gabrio Pellegrini, Presidente Mario Rossi Moira Busato

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Segretario Luca Baldan cell. 329 8614498 [email protected]

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SOMMARIO

Dopo il meritato riposo… Renato Maria Cesca 2 Rotareide (Congedo burlesco) Augusto Gabbrielli 3 Gli Dei della Grecia Stefano Grieb 5 Rotary Youth Exchange Program Redazione 11 Who is who: Enrico Cisnetto Redazione 12 Al capezzale dell'ammalato Italia: analisi di una crisi non solo economica. Relatore Enrico Cisnetto

Mara Bevilacqua Cesca

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Uno Di Noi Moira Busato 15 Programma dell’anno rotariano 2010-2011 Renato Maria Cesca 17 Rotary di mezza estate Renato Maria Cesca 20 La posta del Club Redazione 21 Gli amici del Club Redazione 22 Elenco soci Redazione 23 Programma del mese di settembre Redazione 24

Il motto del mese…

Il sapere e la ragione parlano, l’ignoranza e il torto urlano.

Indro Montanelli

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Rotary Club Venezia Riviera del Brenta

Dopo il meritato riposo… Esaurita la pausa agostana, nella speranza che tutti abbiate fatto buone vacanze, e siate rientrati riposati e ritemprati nel corpo e nello spirito, riprendiamo il filo della nostra attività. Tuttavia prima di guardare avanti, è opportuna un’occhiata

retrospettiva a quanto accaduto lo scorso mese di luglio, in qualche caso addirittura nel precedente mese di giugno. E’ infatti alla bella Festa delle Consegne che riandiamo volentieri con il ricordo, nel proporvi il poemetto in versi, ROTAREIDE, del nostro impareggiabile Past President: che Augusto fosse uomo di multiforme ingegno si sapeva, ma che avesse una vena poetica tale da consentirgli di salutare e ricordare tutti, ma proprio tutti, i Soci del Club, è stata una scoperta che ci ha lasciati stupiti e ammirati. Ma oltre che quella di un poeta, il Club può vantare la presenza anche di un fine pensatore: pregevole, originale e profonda la raffigurazione che Stefano Grieb ci ha proposto, il 15 luglio, della religiosità nell’antica Grecia. Ci ha fatto conoscere gli Dei dell’Olimpo al di fuori di ogni convenzionale e banale aneddotica, da un punto di vista culturalmente e spiritualmente davvero intrigante. Nella stessa serata abbiamo salutato la nostra ambasciatrice agli antipodi: parte infatti per l’Australia la giovanissima Chiara che, con la sponsorizzazione del Club, partecipa al programma di scambio di giovani tra i Rotary Club del mondo. E’ certo il modo migliore per dar corso al motto del Presidente Internazionale che invita a ”…unire i Continenti”. Il 22 luglio abbiamo ripreso il filo dei temi economici, iniziato in giugno con il Prof. Mistri. Enrico Cisnetto, giornalista economico, presidente di Società Aperta, curatore e organizzatore della kermesse politico-culturale CORTINA In.Con.Tra. e rotariano, ci ha dato la sua lucida, brillante e originale visione della situazione economica del Paese nel contesto della crisi internazionale: una relazione approfondita ed acuta che ha destato il vivo interesse dei numerosi Soci ed ospiti presenti. Letto della vita della nostra prima giovane Socia, una di noi, Moira Busato, c’è poi da dare un’occhiata al programma dell’anno 2010-2011 del vostro Presidente: basta un’occhiata, perché ve ne ricorderò i punti essenziali ad ogni incontro, nel dubbio che possiate distrarvi e non collaborare attivamente alla sua realizzazione. Infine, dopo la posta del Club, il programma di settembre che inizia con una riflessione sul dopo 11 settembre 2011, prosegue sulle note verdiane di Traviata e si conclude con un tuffo nel Mediterraneo per visitare l’isola di Malta. Arrivederci,

Renato Maria Cesca

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ROTARY CLUB VENEZIA – RIVIERA DEL BRENTA Anno 2009/2010.

AUGUSTO GABBRIELLI

RRROOOTTTAAARRREEEIIIDDDEEE (Congedo burlesco)

È costume nel nostro club che nella Serata delle Consegne il Presidente uscente dia un piccolo segno della sua riconoscenza a chi ha con lui collaborato nel corso dell’anno. Non è intenzione di chi scrive venir meno a questa buona usanza, ma intende farlo a modo suo e in forma tale che di questo gesto di gratitudine resti traccia per qualche tempo dopo questa serata. Egli intende inoltre che il suo ringraziamento vada esteso a tutti i soci del club, cioè a coloro che egli presume abbiano apprezzato e quindi reso utile l’opera sua e dei suoi collaboratori; con l’avvertenza, tuttavia, di evitare di prendersi troppo sul serio e di dare al tutto il sapore dell’allegria, se non della burla. Qui finisce l’avventura, che da un anno oramai dura, di chi è stato presidente, nell’error perseverante, di quel club rotariano che è lì tra Mira e Mirano e che ha sede di prestigio nell’Hotel ch’è di Remigio, il qual pria che dal ruol esca per lasciare il posto a Cesca vuole dir a vol d’uccello un pensiero a questo e a quello.

Cominciando da quel Rocco pel cui raffinato tocco nulla è mai andato male, gite, mostre oppur giornale. Grazie ancora mio prefetto, che fa rima con perfetto, per averci fatto parte delle cose Tue dell’arte.

Cito poi l’amico Luca che diventerà lo duca poi che Cesca avrà finito in quel ruol non sempre ambito, ma che a tutti pria o poi tocca, basta prenderci la bocca. Grazie Luca, dice il cleb, per le Tue news via web.

Grazie poi ad Adriano che del club la borsa ha in mano, egli fa da gabelliere, pagatore e tesoriere e convinto ha tutti quanti d’esser ricchi coi contanti. Sarà vero o invece bluffa ? Che si tratti di una truffa ? No, non datevi pensiero, io lo so, ce l’ha il dinero.

C’è tra noi un novello skipper che m’ha fatto da reporter e or ch’andato è in quiescenza a passar la senescenza ei tra drizze, boma e press non sa più cos’è lo stress. Poi che ‘l caldo s’avvicina ed il vento è di bolina muovi Gabrio il bastimento mentre t’auguro buon vento.

Or che ha tempo a profusione smesso ch’ ha la professione,

che alla vita dà più spazio, a la Porsche, Manù, alla Lazio, che la gioia non gli manca poi che nuova ha pure l’anca, che le cure d’esser nonno non gli fan perdere il sonno, che gli piace ancor di più fare un poco di bù bù, tanti auguri e complimenti all’amico Giulio Argenti.

Otorinlaringoiatra ma cantore e pur foniatra, questo è il quadro identitario dell’amico Rossi Mario cui mi sento assai obbligato per averci ben guidato negli ascolti musicali di bellezze senza eguali e portati ci ha all’altezza di una tal raffinatezza che auguriamo sia l’ inizio di un durevol sodalizio.

Mai la vita è stata avara con l’amico Calzavara cui il piacere esistenziale di un’estetica facciale lo conduce a farti bello operando sul maxello. Egli ha stile, è assai educato, elegante-trasandato, non v’è chi su di lui vinca, tranne un fiore, la Pervinca.

Vorrei ancor qui menzionare quel poeta ch’è del mare, stirpe antica di chioggiotti, naviganti e arsenalotti, che oramai delle vele pago ritirato s’è ad Oriago e sull’acque della Brenta - ogni velleità ormai spenta - s’è disposto a gir col remo: sì è lui, Bruno Bellemo.

Or che l’anno ormai si spegne egli anela le consegne; ei che dal suo primo test risultò esser the best; ei che a programmare è nato e di nome fa Renato; ei che sol nel meglio pesca e il cognom, si sa, è Cesca,

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senza poi lasciar per via anche il nome di Maria. Chi a un tanto lo prepara ? Le sue muse, Irene e Mara !

Non potrei dappoi tacer dell’amico mio Pantèr che prescelto ha il Belpaese anche s’egli è un vero inglese poi che preso fu alla lenza dalla bionda sua Fiorenza e che s’acqua appena vede alla tentazione cede di tuffarsi dentro in slip. Un saluto a Te, Philip.

Per tener entro il dovuto questo mio grato saluto d’ora in poi dirò di meno ma col cuor d’affetto pieno. Un abbraccio a Paolo Negro che di tutti è quel più allegro, e di cuore a Giorgio Nardo che, seppur sempre in ritardo, conquistato tutti ha quell’esempio di bontà ! Caro Gino novantenne, un augurio a Te perenne.

Volgo or le mie attenzioni alle nuove acquisizioni, alle donne innanzitutto, che per Bianco sono un lutto, ma per noi non è uno sbaglio coltivare anche un serraglio. Grazie a Moira ch’è la prima ed a Bianca ed a Marina per avere al femminile ritoccato il nostro stile.

Grazie a Stefano notaro che con Giulio fa lo paro nel portar la rendigota e il mantello fatto a rota. Grazie a Luca Passarella ch’è tornato in passerella. Dice grazie il seminario perchè a titolo onorario fa l’entrè e prende posto pure il guitto Mario Esposto.

Oltre a quei che ho già citato altri medici ha’l quadrato qui nel nostro sodalizio dai qual puoi trar benefizio. Per i nervi c’è Zanetti, per i denti Bortoletti, e se arrivi e non è tardi ti sistemi da Girardi e pria che da Padua parti visitarti può ben Sarti.

Questa è una consolazione per chi è nella condizione in ragione dei suoi anni di soffrir tanti malanni.

Un augurio va agli amici impegnati senza pace nella lotta quotidiana per salvar l’euro che frana, che col cuore son presenti pur se qualche volta assenti.

I coltelli di Marchetti, gli accessori di Poletti, i mattoni di Nalon e i servizi di Roson, gli ‘stramassi’ di Maretto e i profil di Cavalletto, per gli impianti di Barizza c’è da avere un pò di strizza,

pei motori di Melato c’è da insister sul mercato, e son pure c.... amari per le scarpe di Vicari.

Stanno fuor da sti supplizi quei che vivon nei servizi. Tanto val per Vallerini come pure per Collini, l’un progetta e a Arino stà, l’altro è il Sindaco di Strà; per qualsiasi tua uggìa vai tranquillo da Siggìa;

se questione è poi di tasse Curcio tien parcelle basse; se hai bisogno di una mano puoi ricorrere a Milano. Ballarin, pò, tuto indora, vorà dir che semo fora ?

Siamo ormai quasi al traguardo, pria però volgo lo sguardo su color del gentil sesso che tra noi si vedon spesso poi che stan dentro la ruota ed è assai degno di nota il lor zelo nel sociale, nel civil, nel culturale.

Ciò è davvero molto bello, facciam tanto di cappello ! Ma ho raccolto delle voci, tra di noi, tra i nostri soci, che un impegno così vivo retto sia d’altro motivo.

Quale ? Quel, ci siam capiti: star lontan dai lor mariti ! Credo voglian che la smetta, le saluto allor di fretta : pria la Laura, se consente, Lei ch’è ancora Presidente, a seguire poi l’Ivana che a presiedere il club chiama, ed ancor Marialuisa che con Grazia è all’opre usa, come pur le due Gabriella che pendant fan con Marcella e Francesca e la Luciana che fan trio con la Giuliana; chiudo al fine con la Rina la compagine innerina, pria, però, di tutti i soci faccio mie le loro voci e di cuor io grido : V’amo, Voi la costola di Adamo !

Così giunti siamo al fine di una serie di vetrine in ognuna delle quali si ritrovan tali e quali quei signor del sodalizio, ciascun con il proprio vizio, verso i quali ad uno ad uno senza trascurar nessuno ha rivolto il suo saluto, con il cuor carico e grato e con chi è a lui vicina, la consorte sua Cristina, quel ch’è diventato Past e che sciolto ha ormai il suo cast,

quel che mette tanta foga quando addosso tien la toga quanto qui indulge ai lazi sino a render tutti sazi, nel far ciò strizzando l’occhio all’amico suo Pinocchio, quel che è bello tra i belli e saluta

A. Gabbrielli

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SSS ttt eee fff aaa nnn ooo GGG rrr iii eee bbb Per chi pone attenzione agli interrogativi millenari sul significato dell'esistenza, propria e dell'universo intero, può essere di grande interesse prestare orecchio alle risposte che a tali domande seppe dare la Grecia antica attraverso la religione degli Dèi Olimpici, così come ci è stata tramandata dai poemi omerici. Perchè proprio i poemi omerici? Perchè essi sono la testimonianza scritta delle radici mediterranee e greche dell'Europa e si basano su di una concezione del mondo chiara e chiusa in se stessa, nella quale il divino è il fondamento di ogni essere ed accadere e nessuna immagine della vita è compiuta del tutto senza di esso.

Quando si parla di religione, di qualsiasi religione, s'intende universalmente il rapporto che lega l'uomo a quanto egli ritiene di più sacro e degno della massima venerazione. Nella religione l'uomo identifica l'idea viva del proprio valore sostanziale, della propria forza e del proprio fine. Non si tratta, dunque, di un bene che si aggiunge ad altri beni posseduti da un popolo, in tal guisa che potrebbe mancare o essere foggiato diversamente. Viceversa, è in essa che lo spirito di un popolo si rivela in tutta la sua profondità ed unicità e non potrebbe manifestarsi in modo diverso. Sulla base di tali considerazioni, poichè nessun dubbio sussiste che cultura e spirito europei siano nati nella Grecia antica del VII e VI secolo, altrettanto certamente deve ammettersi che la nascita dell'idea religiosa dello spirito europeo sia avvenuta in quei luoghi e in quei tempi. Ma qual'è questa idea religiosa che il genio greco, nell'epoca più creativa che il Mondo abbia conosciuto, ha donato all'uomo europeo? E' la facoltà di vedere il mondo alla luce del divino, di attribuire alle cose del mondo un così potente senso della realtà da riconoscervi il profilo meraviglioso del divino. Essa, dunque, non si aggira fra le pene, le esigenze e le segrete beatitudini dell'anima umana: il suo tempio è il Mondo e la conoscenza di Dio è generata dalla ricchezza della vita, dal movimento del mondo stesso e dalle esperienze vitali che, nella loro varietà, compongono le grandi immagini della divinità. Il suo prodigio è stato di aver reso il naturale divino ed il divino naturale. L'eccezionalità dell'uomo greco è di aver deciso di fare a meno della salvezza e di avere trasformato questa decisione nella caratteristica essenziale della propria religione, quella, appunto, degli Dèi Olimpici. Le altre religioni hanno perennemente contrastato o frenato questa idea, trasferendo l'idea di divinità in un mondo al quale si anela, un mondo che si pretende, oppure un mondo misticamente presente in recondite esperienze estatiche. Una religione, quella dell'antica Grecia, certamente unica nel panorama della storia delle religioni, anzi così unica da passare del tutto inosservata, se si esclude, beninteso, per le critiche, a tratti feroci, che le vengono mosse. Così si è detto che la religione omerica è immorale, rozza, primitiva, in quanto i suoi dèi prendono partito ora per l'uno ora per l'altro, o sono discordi e, talvolta, si permettono persino azioni stigmatizzate dalla vita borghese; altro non sarebbero, insomma, che un branco di depravati, rissosi e traditori. Eppure il signor Platone, che non è passato alla storia per essere stato un deficiente, ci informa che il signor Socrate, anch'egli passato alla storia non per essere stato un deficiente, in punto di morte ringraziò Apollo, un componente di spicco all'interno di quel branco, per avergli indicato la chiara conoscenza dell'essenziale, cioè la sacra grandezza della ragione! Come risolvere questo paradosso così curioso, come renderlo comprensibile? L'uomo europeo vive una strana, a mio avviso lacerante contraddizione: il suo pensiero, il suo spirito è, come già detto, d'impronta squisitamente greca, nasce nell'antica Grecia del VII e VI secolo; tuttavia, la sua religione è di origine asiatica, per l'esattezza giudaico-cristiana. Due civiltà, allora come ora, separate da un abisso. La pretesa di interpretare la religione omerica utilizzando le categorie proprie della religione giudaico-cristiana, nel nostro caso, o di altre religioni tutte provenienti dall'Asia o dall'Oriente, conduce al fallimento che sta sotto i nostri occhi. In proposito, appare conclusiva la seguente osservazione di F. Nietzche: "Chi, con un'altra religione in cuore, si accosta a questi dèi olimpici e cerca poi in loro altezza morale, anzi santità, spiritualità incorporea, misericordiosi sguardi d'amore, dovrà tosto volgere loro le spalle scontento e deluso. Niente ricorda qui ascesi, spiritualità e dovere: qui parla a noi soltanto un'esistenza rigogliosa, anzi trionfante, in cui tutto ciò che esiste è divinizzato, non importa se

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sia buono o malvagio." L'altro ostacolo, a mio avviso, risiede nella perdita di continuità tra l'uomo e la natura, che il Greco antico non aveva ancora reciso. Il rapporto Uomo-Natura si è spezzato con la comparsa dell'Uomo-Individuo, entità sia logicamente che ontologicamente indivisibile, misura di ogni valore universale, intorno al quale è stato costruito un ordine umano assolutamente autonomo rispetto alla natura, ove ciascuno individuo è posto su di un piano egualitario rispetto agli altri, tenuti insieme da società che sono, pertanto, la somma e la contrapposizione di singoli individui e, pertanto, strumenti della lotta tra quest'Uomo e la Natura. Non è più la religione, dunque, ad abbracciare e garantire tutti gli aspetti della vita umana sulla base di un ordine universale che pone al centro la Natura. Questo ruolo unificante oggi è riservato all'Economia, mentre la religione è stata relegata in uno spazio distaccato e marginale dell'esistenza e, per quanto concerne la Natura, essa è scivolata nella sfera del sentimentale, ove la sua originaria sacralità è stata sostituita da quella che Baudelaire, il massimo poeta della modernità, ha sarcasticamente definito la "santificazione dei legumi". La cultura europea incomincia con l'Iliade e incomincia con la rissa per il possesso di una schiava. La prima parola dell'Iliade e, dunque, della letteratura occidentale, è "Menis", cioè Ira, termine con valore sacrale, che indica una collera speciale, duratura, ispirata da legittimo desiderio di vendetta, indica soprattutto una collera divina, mentre la collera privata viene definita con la parola "cholos". Nessuna sorpresa, dunque, se oggi, dopo circa 2700 anni dalla comparsa di quell'Ira, l'Europa politica riesce a balbettare soltanto la parola "tolleranza", mentre perfino nel privato il nostro linguaggio comune non sa trovare definizione migliore di "complicità" per indicare ciò che unisce due cuori innamorati. Se le parole hanno ancora un peso e significato, e a me pare di sì, quei termini sono quanto mai sospetti e rivelano il fondo oscuro della cultura europea ove i furori di quella rissa e di quell'ira funesta non sono affatto spenti.

*** E' giunto il tempo di dare uno sguardo veloce alle figure degli dèi che, tra tutti quelli che formano il pantheon olimpico, hanno trovato spazio nella religione omerica: Atena, Apollo, Artemide, Afrodite ed Ermete. Zeus, il maggiore degli Dèi, il compendio stesso del divino, nel quale convergono tutte le linee e nessuna questione gli è estranea, resterà sullo sfondo. Ma un punto resta fermo: gli dèi che animano questa religione non erano più una moltitudine di potenze inconciliabili, come nella precedente religione arcaica, bensì erano tutti uniti nella infinita magnificenza del padre Zeus e assieme costituivano, in quanto "famiglia", l'unico ed eterno reame del mondo. Anzi, non è mancato chi, a mio avviso con sagacia, ha affermato che peculiarità della religione degli Olimpici era di presentarsi come un politeismo che al contempo era anche monoteismo! Atena La dea nasce dal capo di Zeus, balza fuori da cotanto cranio lanciando un alto grido di guerra. Ma essa non è la dea della battaglia, come spesso si è creduto, bensì la dea della forza attiva, non solo guerriera, nemica giurata degli spiriti brutali (il suo odio nei confronti di Ares, il sanguinario e crudele dio della guerra, è implacabile). Ciò che la dea chiede all'uomo non è un colpire all'impazzata, ma riflessione e dignità. E' la ragione che decide sulla mera passione ed il fatto del suo sopraggiungere segna la vittoria della riflessione. Senno e consiglio sono i suoi caratteri essenziali. Atena è la sempre vicina: è la sorella divina, l'amica che accompagna l'eroe nelle sue imprese, la sua vicinanza celeste l'infiamma, l'illumina e l'anima sempre al momento opportuno, volgendo la fortuna dalla sua parte. Ciò che Atena mostra all'uomo, ciò che vuole da lui e ciò che gli ispira è l'ardire, desiderio di valore ed eroismo, ma tutto ciò sarebbe ancora nulla senza la riflessione e la chiarezza illuminante. Nessuna madre l'ha partorita. Conosce solo un padre e gli appartiene completamente. Atena è donna, ma è come se fosse uomo, le è estraneo tutto quanto sa di sogno, di nostalgico, di languido e nulla sa delle delicatezze d'amore. L'affetto e i legami suoi sono della specie dell'amicizia che prova l'uomo per l'uomo. Come giustificare, tuttavia, la sua natura femminile? Con la vastità e profondità della sua sfera d'azione, che include tutto il regno dell'azione chiaramente intuita, la perfezione del presente vitale, il dominio dell'istante senza fughe verso ideali lontani ed infiniti, la valorosa immediatezza, la presenza di spirito risolutiva, l'azione rapida, la prossimità. Ecco perchè in Atena non poteva mancare un tratto di femminilità. Apollo Apollo, accanto a Zeus, è il dio greco più significativo. Qui bisogna volare alto, molto in alto, al di sopra di tutto ciò che è umano. Egli rappresenta la superiorità del divino rispetto alla caducità di tutti gli esseri terreni, anche dei più grandi, superiorità, però, nobilitata dall'elevatezza dello spirito. "Conosci te stesso!" è il monito con il quale accoglie

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il visitatore nel suo tempio delfico, con il quale gli ricorda i limiti del suo essere umano e la distanza abissale che lo separa dalla divinità. E' la gioventù nella sua più fresca fioritura e purezza, tutto quanto di più glorioso, alto e luminoso esista gli appartiene. Insieme a sua sorella Artemide è il più sublime degli dèi. Come Atena è la dea della prossimità e dell'immediatezza, così Apollo è il dio delle lontananze e del distacco. In lui non vi è spirito di immediatezza, nè prudente ed efficace dominio sull'attimo, i suoi eletti non sono uomini d'azione. Egli è il dio della purezza, il purificatore e risanatore, che libera l'uomo dalla macchia che minaccia di intaccarlo tanto nel fisico quanto nel suo animo. Si afferma che l'essenza di Apollo sia esclusivamente musicale e ciò è sicuramente vero, poichè proporzione e bellezza sono essenza ed azione della musica che avvince tutto ciò che è selvaggio, ritmo ed armonia congiunti al piacere, tutti caratteri propri della perfezione apollinea. I suoi simboli universali sono l'arco e la lira. L'arco è l'emblema per eccellenza della lontananza, la freccia viene misteriosamente scagliata e vola verso il bersaglio colpendo nel segno. La morte che essa dava, tuttavia, era dolce e colpiva solo gli uomini, i quali si addormentavano con il sorriso sulle labbra. Non diversamente la lira, dalla quale parte la canzone che coglie anch'essa nel segno. E per i Greci il buon tiro d'arco rappresentava la conoscenza del giusto. Ma anche la musica partecipa della medesima forma dell'esattezza e della conoscenza. Nella musica di Apollo risuona una conoscenza divina, essa intuisce e coglie la forma del tutto, non diversamente dall'Apollo fondatore di norme, conoscitore del giusto, del necessario e del futuro. Apollo è il più greco di tutti gli dèi, è lui ad avere dato allo spirito greco la sua impronta indelebile dalla quale sono nate le opere di poesia, di arte figurativa e teoretiche che da millenni ammiriamo. I tratti sublimi di Apollo risaltano ancora meglio se paragonati a quelli di Dioniso, del quale, non a caso, non vi è più traccia in Omero. La natura dionisiaca vuole l'ebbrezza, dunque la vicinanza; l'apollinea invece vuole chiarezza e forma, ossia distanza, e il tenersi distante è il comportamento proprio di colui che conosce. Apollo non vuole anima, ma spirito; con lui ci si fà incontro lo spirito della conoscenza contemplante. Ciò significa liberazione dalla vicinanza e da tutti i pesi, i gravami e i vincoli che essa porta con sè: solo nobile distacco e larga veduta. Egli, pertanto, ignora il valore eterno dell'individuo umano e dell'anima singola, solo le forme eterne ed immutabili gli appartangono. Tutto ciò spiega perchè Apollo sia stato ben presto collegato al Sole e a nessun altro elemento fisico o processo naturale. Artemide Artemide ci si fà incontro con un genere di libertà femminile, diversa rispetto alla libertà spirituale e alla distanza di Apollo, che sono virtù maschili. Il suo specchio è la natura libera, virginale, col suo splendore e la sua ferinità, con la sua innocente purezza e la sua strana inquietudine propri dell'elemento immacolato. Suo regno è la selva sconfinata e fa parte della sua ritrosia la sua verginità. Il suo odio verso la dea dell'amore è implacabile e lo si comprende. Nota con l'appellattivo di "cacciatrice", anche lei si delizia con l'arco e danza sui prati al suono della cetra e, come Apollo, anche per Artemide è tipico svanire nelle lontananze. I suoi dardi davano la "dolce morte" che abbiamo già incontrato in Apollo, ma le vittime ora sono esclusivamente donne. Ma quanto è diverso il senso del distacco e della purezza nei due. Per Apollo libertà e distanza significano qualcosa di spirituale: volontà di chiarezza e forma; per purezza s'intende in lui liberazione dalle potenze che trattengono e reprimono. Per Artemide si tratta, invece, di ideali dell'esistenza fisica e anche la purezza in lei è intesa in senso assolutamente virginale. E' lei ad operare la malia misteriosa della solitudine della natura e del terrore che mozza il respiro, la mutevole delicatezza giocosa e l'aspra durezza in cui quella può improvvisamente mutarsi. Sono suoi gli animali dei campi e delle selve, che maternamente assiste e che poi va cacciando con gioia sfrenata inseguendoli fino alla morte. Ma anche l'uomo fa parte del suo regno: è rivelazione sua l'asprigna dolcezza del corpo e dell'anima giovani, l'amorevolezza che non vuole essere di nessuno, la delicatezza che teme l'ardore delle brame e si fa crudele se viene accostata troppo da vicino. E così è anch'ella senso e spirito di una realtà che comprende uomo, animali e natura e che riceve dalla dea l'impronta eterna della sua essenza. Afrodite Esiodo ci dona una pagina di alta poesia quando descrive Urano, il dio del cielo, che si stende sulla Terra in un amplesso d'amore nelle tenebre notturne, ma al momento dell'abbraccio viene violentemente mutilato da Crono. Il suo membro virile amputato galleggia a lungo sulle onde frangenti, finchè la sostanza divina si gonfia a bianca spuma, nella quale va formandosi una fanciulla: è Afrodite. L'essere nata nell'elemento marino costituì motivo per venerarla in tutta l'antichità come dea dei mari sereni e delle navigazioni tranquille, in armonia con lo splendore che ella riversa sull'intera natura. Il suo piede placa l'Oceano! Lo stesso incantamento Afrodite lo produce sulla terra: è, infatti, la dea della natura in fiore e la Primavera è la sua grande stagione. Ma ciò è ancora nulla in confronto alla sua rivelazione nella vita degli animali e degli uomini. Essa

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è la delizia dell'amplesso amoroso, non dell'unione coniugale che rimase prerogativa di Era. Da Afrodite deriva quell'anelito potentissimo che fa dimenticare tutto l'universo per un unico essere e rompere i legami d'onore e la più sacrosanta fedeltà, per poter fondersi solo con lui. Il suo prediletto più celebre è Paride, prototipo dell'uomo femmineo, amante delle donne, e la storia del suo amore per Elena è nota a tutti. Così come universalmente noti sono gli attributi della dea: bellezza e seduzione, ed ella si presenta eternamente nuova, leggera e beata come lo sconfinato mare che la partorì. Afrodite porta fortuna agli uomini, ma sovente è funesta per le donne (per tutte: Elena e Medea). La sua sfera d'azione si estende a tutto quanto è grazioso, avvincente ed amabile e Socrate così la pregava: "Facci amabili nel dire e nel fare". La vastità e ricchezza del suo mondo è ben percepibile se paragonate alla sfera d'azione di Eros, che il mito chiama suo figlio e che Omero significativamente non nomina mai. Egli è lo spirito divino della lussuria e della forza procreatrice, ove primeggia l'impulso a ghermire che parte dal soggetto che desidera: il nostro Don Giovanni, insomma, sarebbe stato dominato da Eros (e per quanto di dirà anche da Ermete). Afrodite, invece, non è colei che ama, ma la bellezza e la ridente leggiadria che irresistibilmente attrae, lo sguardo che potente attira nelle delizie dell'unione e che, pertanto, agisce su chi è desiderato e lo predispone a darsi. Non va dimenticato, comunque, che questo regno così vasto abbraccia tutto l'universo, comprendendo pure l'orrore e la distruzione. Nessuna potenza può portare tanta discordia e confusione quanto Afrodite, la cui opera è illuminatissima e beata armonia; solo attraverso questa ombra scura il luminoso incanto di Afrodite assurge a creazione totale. Ermete Tra tutti gli dèi omerici è quello che conserva maggiori tracce della concezione arcaica della divinità. In lui persiste una certa volgarità, la sua forza sono la destrezza, la prontezza e l'arte occulta. E' appena nato e già compie un colpo da maestro rubando i buoi a suo fratello (che era Apollo) e sviandolo poi nel modo più malizioso e impensato. E' patrono degli assassini, dei ladri, protettore dei servitori e di tutti coloro che sanno artatamente avvantaggiarsi: egli è, dunque, il patrono di tutte le ruberie, siano esse compiute da eroi in grande stile o da poveri diavoli. Suo figlio Autolico era celebre per l'arte del furto e dello spergiuro. E' "fra gli dèi il migliore amico degli uomini ed il più ricco dispensatore di doni" (Aristofane), ma a fronte di chi all'improvviso ed in modo fortunoso si arricchisce sta solitamente chi altrettanto inaspettatamente e rapidamente si trova impoverito, chissà mai perchè! Ermete è anche il protettore di ogni scaltrezza e malizia e non gli è estraneo neppure il mondo dell'amore, ove tuttavia opera secondo consuetudine, cioè con rapina, sfruttando il caso fortuito per ghermire la buona occasione, solitamente tendendo un tranello. Naturalmente è suo lo spirito della Notte, è lui il protettore delle strade e dei viandanti. Ermete ci offre l'occasione di toccare quasi con mano la vastità dello sguardo con cui l'uomo Greco di quel tempo misurò il Mondo e seppe riconoscere la profondità del divino anche nella ribalderia e nell'irresponsabilità. Ciò che egli domina e anima è un mondo completo, ogni aspetto gli appartiene, seppure in una luce del tutto diversa dagli altri dèi. Ma quello che lo allontana dalla grossolanità e volgarità è lo spirito di serenità unito ad un sorriso di superiorità che accompagnano il suo agire e che sembrano ricordarci che nessuna vita, almeno occasionalmente, può fare a meno del suo favore, perchè ogni vita conosce cosa sia cavalleria e pirateria e ne vive assai più di quel che crede. Anzi, al suo regno non fa difetto neppure il sublime. Non sta forse la vittoria d'ogni conquista, di qualsiasi specie essa sia, sotto il segno della fortuna e bramosia di preda? Quanta scaltrezza e furfanteria v'è nell'amore, eppure anch'esse sono amabili!

*** Spesso Omero parla genericamente di "divinità" o di "dio", alludendo così ad una comune natura degli dèi. Qual'è questa comune natura? L'immortalità e la giovinezza, innanzi tutto. Entrambe gettano l'abisso tra gli dèi e l'uomo. Per il Greco antico era inammissibile pensare la divinità vecchia e decrepita, poichè per lui tale condizione segnava un oscuramento e sfinimento della natura. La bellezza, poi, senza la quale non era concepibile la divinità, unita ad un'alta statura. E ancora potenza e sapere. Tutte queste qualità messe insieme costituivano la beatitudine dei celesti. Le famose e tanto criticate contese tra gli Dèi in realtà si componevano ben presto e tutti riprendevano a godere con gioia della comune beatitidine della famiglia celeste. Esse altro non erano che trasfigurazioni delle contraddizioni e dispute presenti nella realtà del Mondo. Soprattutto gli Olimpici partecipano tutti del regno della luce di Zeus. Essi sono gli dèi della vita e per la vita. Come tali, non possono che aborrire l'oscuro regno della morte, con il quale non hanno più nulla a che fare, ponendosi così in netto contrasto con l'antico culto dei defunti proprio della religione arcaica della Terra. Si trovano qui contrapposte la concezione virile, che si impose con gli Olimpici, e quella femminile dell'esistenza, legata alla Terra. Era questa una fede legata all'elemento materiale ed ai bisogni essenziali della vita (terra, generazione, sangue, morte), dominata da oscure potenze più che da luminose divinità, che rappresentavano la concretezza della donna, il

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mondo femminile pieno di forza vitale, di ricchezza e di generosità, ma anche di principi sacrosanti ed inviolabili, che, se offesi, non ammettevano giustificazioni a difesa, ma esigevano l'implacabile castigo del colpevole, attraverso il quale l'ordine violato veniva ristabilito. In un mondo dominato dunque dal sentimento non vi poteva essere divisione tra vivi e morti e, infatti, questi continuavano ad esistere, più potenti e venerati di prima, nell'anima e nel culto dei defunti e la sepoltura assumeva un'importanza enorme perchè segnava il ritorno alla terra di chi dalla terra stessa era stato generato. In Omero essere ed essere stato si pongono per la prima volta l'uno di fronte all'altro come due grandezze di ordine differente ed il culto dei morti diventa incompatibile con quello degli dèì olimpici. Anche il rituale della sepoltura viene abbandonato a favore della cremazione, ancora oggi concepito quale atto d'amore verso il defunto affinchè affretti e completi il distacco con questo mondo. La sopravvivenza nell'Ade per Omero è solo collettiva: cancella coscienza, intenzioni, obiettivi e sentimenti. L'immortalità è stata trasferita sulla terra, la vita è l'arco completo dell'esperienza e la morte è solo smarrimento ed oblio. Ma il punto cruciale che unisce tutti gli Olimpici è la loro appartenenza al mondo dello Spirito, ove regnano chiarezza e forma, in un indissolubile legame con la natura. Natura e spirito vivono l'una dell'altro, l'una nell'altro. Passando in rassegna le figure degli dèi, si è visto che la divinità è sempre una totalità, tutto un mondo chiuso nella sua perfezione: ciascuno vuole riempire, plasmare, illuminare tutta la sfera dell'esistenza umana con quello spirito che gli è proprio. Ogni divinità si trova intimamente legata con le cose della terra pur non significando mai qualcosa di singolo, ma una forma eterna dell'essere in tutta la sfera della creazione. Lo spirito greco comprese che ogni elemento individuale è imperfetto e caduco, ma la forma sussiste. Onnipresente, essa è una con tutti i fenomeni del ciclo vitale, e lo domina. Ma come entità suprema ed essere permanente, la forma esiste autonomamente, al di sopra di ogni aspetto terreno, nello splendore eterno.

*** Si è visto come la concezione del mondo in Omero sia impregnata della costante presenza del divino. Ma allora che cosa può operare l'uomo da sè, con le proprie forze? Si pone qui la questione scottante del libero arbitrio e della responsabilità. Ebbene, l'uomo omerico fu sempre cosciente che le sue decisioni ed azioni, buone o cattive, non potevano venirgli attribuite totalmente. Anzi, con una serenità d'animo a noi inconcepibile, egli rendeva responsabile la divinità di un grave misfatto da lui compiuto: Elena, causa di tanti lutti, rimprovera acerbamente sè stessa, ma la colpa vera e propria l'attribuisce ad Afrodite, restando lei la donna nobile che era! Secondo le nostre convinzioni, tutto ciò è ben poco serio, ma se guardiamo la questione senza pregiudizio scopriremo che quell'umanità geniale non pensò affatto che l'uomo non dovesse portare le conseguenze delle proprie cattive azioni. Tutto all'opposto, esse ricadono su di lui con un'inesorabilità che ci fa spavento, quella stessa che generò la tragedia. E la tragicità consiste nel non esservi via di scampo e nel non considerare per nulla la bontà delle intenzioni; non vale pentimento, nè umiliazione davanti a Dio a togliere le conseguenze dell'azione. Nessuno spazio viene riservato alla commiserazione. L'umiltà qui non consiste nell'addossare alla propria volontà la colpa, me nel riconoscere di non essere, di non poter essere l'unica causa dell'accaduto. Pertanto, l'uomo può rimanere grande e fiero anche nella caduta. Ciò che è accaduto, anche se deve annientarlo, fa parte esclusivamente, come tutto nel mondo, di disposizioni superiori; la passione che lo produsse ha anzi tra gli dèi il suo volto magnifico ed eterno, al quale egli può dirigere lo sguardo anche nel momento della catastrofe. Per quanto amaramente egli abbia a deplorare il suo operato, non lo tormenta la coscienza, perchè la decisione non fu la sconfitta della segreta buona volontà in lotta con le cattive inclinazione. Su questo universo non incombe la cappa del senso di colpa sotto la quale geme una natura umana fondamentalmente corrotta. Nè poteva sorgere un mito dell'anima, poichè il posto era saldamente occupato dal mito del Mondo; qui si afferma la conoscenza e non la volontà o il sentimento. Le infinite dispute teologiche sull'origine del male sono sconosciute al Greco antico e mai sarebbe sorto un Sant'Agostino che, con un errore geniale, introdusse presso di noi l'idea funesta di un peccato originale che si trasmette attraverso i rapporti sessuali, rendendo malvagia e demoniaca l'intera sfera della sessualità. Perciò non è per il Greco antico tanto essenziale il sentire questo o quello, quanto il conoscerlo e capirlo; noi diciamo che qualcuno non "pensa" convenientemente, in Omero si direbbe non "sa ciò che conviene". Ma non un sapere intellettuale e per concetti, bensì un'altra specie di conoscenza che, per Aristotele (anche lui passato alla storia non per essere stato un deficiente) è inscindibile dalla virtù. Quale, allora? Si tratta di un concepire per nulla razionale, pur essendo ben distinto dalla sensazione e dal desiderio, e appartiene piuttosto al regno dell'illuminato, dell'intelletto contemplante, della conoscenza appunto.

*** E per concludere, col destino come la mettiamo? Si dice che gli dèi possono tutto, ma non è proprio così, anche perchè questa onnipotenza su tutto contraddirebbe la loro unità con la natura. C'è un limite fisso al loro potere, un fondamentale "fin qui e non oltre": questo è la morte.

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L'aspetto più spaventoso, però, consiste in ciò, che vi è un punto nel quale le loro forme vitali si ribaltano in qualcosa di ostile e demonico e sembrano diventare potenze del fato e della morte. Così non è, non può essere, poichè gli Dèi olimpici stanno dalla parte della vita, per incontrarli il vivente deve muoversi, procedere in avanti, essere attivo e un abisso li separa dalla morte e dal suo regno. Ma ad essi non appartengono neppure coloro la cui vita sta per finire. La morte deve dipendere, quindi, da un potere diverso da quello divino. Tale potere spetta alla Moira, figlia della Notte, il cui nome letteralmente significa assegnazione o ripartizione, ma il cui senso profondo è destino di morte. Il decreto della Moira può essere assoluto, ed allora è giunta la fine; gli dèi nulla possono, anche quando la loro volontà è assolutamente contraria. Ci sono, però, decreti condizionati, che possono chiamarsi destino perchè fanno seguire, con inesorabile severità, ad un'azione stabilita conseguenze stabilite, senza che però sia in precedenza previsto se il primo passo sarà o non sarà fatto (un esempio, tra i tanti: Egisto si unì con la moglie di Agamennone e uccise quest'ultimo al ritorno in patria, pur sapendo che la conseguenza per lui sarebbe stata un'improvvisa morte). In questi casi la decisione è assolutamente fondamentale, ma in sè libera. Vi sono, dunque, anche sciagure che potrebbero essere evitate mediante la conoscenza che, per Omero, è sempre e comunque opera degli dèi. Ed, infatti, in tali casi essi effettivamente intervengono, perchè è proprio della loro natura prolungare il più possibile la vita umana. Ma quando la Moira fa il suo ingresso, gli dèi null'altro possono. Tuttavia, essi, diversamente dagli uomini, conoscono in anticipo il decreto del destino. La tristezza che gli dèi manifestano quando suona l'ora della Moira, ed ancora più la loro ribellione, che deve però subito lasciar il posto ad un rassegnato consenso, mostrano chiaramente come qui si contrappongono due regni assolutamente estranei. Memorabile, in proposito, il dolore di Zeus quando l'ora fatale per Ettore è giunta. La parte di esecutori che tocca a volte agli dèì, quasi che fossero bracci secolari della Moira, non cambia nulla ed ha altro significato. Ma cos'è questa Moira dinanzi alla quale anche il potere degli dèi deve arrestarsi? Essa è la legge che sta al di sopra della vita e fissa e impartisce ad ognuno la sua sorte, ossia rovina e morte. E'l'ordine di un decreto inderogabile, non una potenza superiore a quella degli dèi, bensì una realtà di fatto. Non bisogna, tuttavia, cadere nell'errore di ritenere che questo destino si risolva in un vincolo fatalistico di tutti gli avvenimenti. Ciò che la Moira ha fissato è il destino di morte e ciò che le è affine, le grandi sciagure. Ma è pensabile che un uomo possa morire prima del giorno fissato, il che rappresenta un "eccesso" rispetto alla Necessità, che non può che essere causato da lui stesso. E' stato detto che gli Dèi compiono la volontà della Moira e, in un certo senso, può essere vero, nel senso che il

divino, per chi è chiamato a morte dal destino, si fa demonico. Ci guidino in proposito le meravigliose pagine che Omero dedica alla morte di Ettore per mano di Achille. Apollo, il dio di Ettore, che fino ad allora lo aveva accompagnato fedelmente, scompare dal suo fianco, mentre Atena si pone accanto al suo Achille ed agisce per condurre l'avversario allo smarrimento ed alla morte. Divinità e pienezza di vita sono una sola e identica cosa. Non appena la divinità si è accomiatata, la vita non è ancora del tutto tramontata, è però rimasta priva di Genio. Il negativo dell'esistenza la ricopre già della sua fredda ombra. Immediata conseguenza ne sono i pensieri errati e gli abbagli, egli vede ogni cosa sotto il velo dell'illusione, il divino medesimo si fa per lui demonico, ed egli precipita nell'abisso. Ma sappiamo anche che Necessità aveva decretato la morte di Ettore contro la volontà dello stesso Zeus. Vediamo qui come una vita che sta per finire viene sempre distrutta dalla divinità protettrice dell'altra vita che le sta di fronte. Ed allora possiamo concludere che gli dèi servono al compimento del decreto, ma solo come la vita piena e salvaguardata deve servire alla

rovina della vita declinante ed indifesa. E con altrettanta evidenza possiamo sostenere che Omero non pone la vita e la prosperità sotto il

dominio del destino, bensì soltanto l'insuccesso e la morte. ***

Concludo così questo viaggio alla scoperta del monte Olimpo. Per quanto mi riguarda, mi inchino dinanzi a questa meravigliosa religione con lo stesso rispetto che sento di dover tributare ad ogni altra fede nella quale l'Uomo, in qualunque epoca e luogo, ha creduto di identificarsi, certo che non ci sarà mai pace mondiale senza pace religiosa. Grazie per la vostra attenzione.

Stefano

Villa Barbaro-Maser (TV) Paolo Veronese - Sala dell'Olimpo

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Chiara Giacomin, ambasciatrice del nostro Club in Australia

Quest’anno anche il

nostro Club partecipa al Rotary Youth Exchange Program, il programma di scambio di giovani in tutto il mondo.

Dal 21 luglio, la

giovane Chiara Giacomin sarà infatti nostra ambasciatrice in Australia, dove frequenterà il terzo anno delle superiori alla Cherrybrook Technology High School, a soli 30 km da Sidney. Abbiamo avuto il piacere di ospitare tra noi Chiara e la sua “coraggiosa” mamma in occasione della conviviale di giovedì 15 luglio.

Chiara, nata a Scorzè il 02/04/1994, ha appena terminato il secondo anno

di studi al Liceo Artistico Modigliani di Padova ed è venuta a conoscenza del programma di scambio sponsorizzato dal Rotary da un amico che ne aveva usufruito in passato. Allettata dalla sfida di un anno di studio all’estero, si è quindi attivata per saperne di più ed ha infine ottenuto una borsa di studio annuale nientemeno che per l’Australia!

Se Inghilterra ed America sono “due Paesi divisi da una lingua comune”, che

dire dell’Australia? La lingua e l’accento australiani saranno forse l’incognita maggiore e questa avventura agli antipodi, così fortemente ricercata, sarà sicuramente una sfida per lei, ma Chiara l’affronta con serenità e tanta, tanta curiosità. A Cherrybrook, Nuovo Galles del Sud, Chiara sarà ospite, a rotazione, di tre famiglie rotariane locali e potrà quindi sperimentare la vita e la cultura australiane dall’interno e fare esperienza di diversi stili di vita.

Le auguriamo la migliore fortuna e attendiamo con ansia sue notizie nei

prossimi mesi. Responsabile per il Club del programma di scambio è il Socio Stefano Grieb,

il quale si dichiara ansioso di conoscere lo studente o la studentessa australiana che sarà prossimamente nostra ospite in Italia.

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Who is who: Enrico Cisnetto

Poche righe per presentare l’amico, il rotariano del Club di Milano, l’editorialista e molto altro ancora, che ha affrontato una trasferta molto calda per essere con noi a parlare di economia. La sua è una figura professionale molto particolare. Dal 1998 ha abbandonato la classica carriera giornalistica, dove aveva ottenuto risultati non trascurabili, per fare il “battitore libero”. Editorialista nella carta stampata, opinionista radio-tv, ma anche conferenziere, consulente politico-strategico, organizzatore di eventi culturali. Ecco i dettagli. E’ nato a Genova 55 anni fa, risiede a Milano ma lavora a Roma dove ha fondato lo Studio Cisnetto. Editorialista economico e opinion leader, da anni studia e descrive i processi di cambiamento del capitalismo italiano e internazionale, soprattutto in relazione alle dinamiche politiche. Già direttore di diverse testate della Rusconi, vicedirettore del quotidiano l’Informazione e vicedirettore del settimanale Panorama, ora svolge un’intensa attività di editorialista per Il Messaggero, Il Foglio, Il Gazzettino di Venezia, La Sicilia di Catania, Liberal e Il Mondo. Inoltre, ha una rubrica quotidiana nella trasmissione radiofonica Zapping (Rai Radio1) ed é spesso ospite delle trasmissioni di approfondimento e telegiornali di Rai, Mediaset, Sky, La7. Attualmente è docente di Finanza alla Scuola di Giornalismo dell’Università Luiss e ha insegnato alla Scuola Superiore di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza. E’ autore del volume di grande successo “Il gioco dell’Opa” , edito dalla Sperling & Kupfer, pubblicato nell’aprile 2000 e stampato in 5 edizioni. Nel settembre 2000 é stato insignito del “Premio Capalbio” per l’economia e nel 2001 del “Premio Saint Vincent” per la divulgazione economica. Presidente di “Società Aperta”, un movimento d’opinione che intende avviare una riflessione sulla crisi strutturale del “sistema Italia”, per favorire la modernizzazione del nostro Paese promuovendo una profonda evoluzione del sistema politico e di quello socio-economico é inoltre, direttore responsabile del quotidiano on-line TerzaRepubblica.it edito da Società Aperta. E’ socio fondatore dell’associazione “Amici di Ugo La Malfa”. Svolge un’assidua ed apprezzata attività di conferenziere e di consulente politico-strategico. E’ stato supervisore delle attività giornalistiche ed editoriali del “Portale Nazionale del Cittadino” (italia.gov.it), promosso dal Cnipa-Centro nazionale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione, ed è stato recentemente nominato membro del consiglio di amministrazione del Teatro dell’Opera di Roma. Tifoso della Sampdoria é membro del consiglio di amministrazione della squadra blucerchiata. Attraverso la società Belle Arti Percorsi Culturali S.r.l. – di cui è amministratore unico la moglie, Iole Sacchi Cisnetto – realizza il programma di manifestazioni “Cortina InConTra”, l’appuntamento fisso della “attualità in vacanza” a Cortina d’Ampezzo. La rassegna, nata nel 2002 ha conosciuto un successo crescente, grazie alla sua formula di incontri-dibattiti con i nomi più importanti della politica, della cultura, della scienza e dell’arte. I numeri testimoniano il successo di pubblico: oltre 900 eventi in otto anni, oltre 3.000 ospiti sul palco, oltre 600.000 spettatori totali, oltre 1.200 ore di diretta televisiva. Tanto che il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha rinnovato all’Associazione “Amici di Cortina” di cui Iole Cisnetto è presidente e il Senatore a vita Francesco Cossiga presidente onorario, il vivo apprezzamento per il valore dell’iniziativa. Dal 2008 “Cortina InConTra” si è svolta sotto l’egida dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con i patrocini della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le attività culturali.

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AAll ccaappeezzzzaallee ddeellll''aammmmaallaattoo IIttaalliiaa::

aannaalliissii ddii uunnaa ccrriissii nnoonn ssoolloo eeccoonnoommiiccaa..

Relatore Enrico Cisnetto, ospite del Club il 22 luglio 2010. aa ccuurraa ddii MMaarraa BBeevviillaaccqquuaa CCeessccaa

Appare molto opportuna qualche riflessione in questo momento particolarmente critico; il 1989 è la data di svolta per l’intero mondo a suo tempo disegnato a Yalta e di inizio di importanti cambiamenti, purtroppo non colti dall’Italia, paese in declino (espressione che Cisnetto usò tra i primi) fin dall’inizio degli anni ’90, proprio a causa dell’incapacità di capire e partecipare alla mutazione del mondo. In brevissimo tempo, dall’’89 al ’92 comincia la globalizzazione e in particolare una finanziarizzazione così rilevante da portare alla bolla immobiliare e speculativa del 2007. Avviene la rivoluzione tecnologica, e l’introduzione dell’euro toglie alla c.d. Prima Repubblica due vecchi e abituali strumenti dello sviluppo del Paese, vale a dire la svalutazione della moneta nazionale ed il meccanismo deficit/debito che ha permesso per anni di vivere trasferendo i debiti a esercizi successivi.

Peraltro, l’impegno a rientrare nella percentuale del 6o% di questo rapporto in vent’anni, richiesto dal Trattato di Maastricht, si può considerare largamente fallito, con le ovvie negative conseguenze sui conti pubblici.

Il Paese non ha potuto profittare di questa fase globale per lo scoppio nel 1992 della vicenda Tangentopoli, che distrae la pubblica opinione concentrandola completamente sul problema politico-elettorale-giudiziario.

La cosiddetta Seconda Repubblica nasceva male e le negative previsioni già formulate allora si sono purtroppo avverate: gli altri paesi si sono potuti attrezzare e seguire l’evoluzione degli eventi, l’Italia resta fatalmente indietro e per la prima volta non risulta più nell’elenco dei paesi reattivi d’Europa, fatica a mantenere il livello della concorrenza ed inizia ad accumulare quel deficit competitivo che ci porterà alla grande crisi del 2007 nelle peggiori condizioni, con un solco profondissimo che ci separa dai nostri competitors abituali nonché senza difese nei confronti dei paesi emergenti (si ricordi che la Cina cresce minimo del 7% annuo ininterrottamente da trent’anni).

E’ben vero che tutti i paesi hanno risentito della grande crisi, tuttavia l’accumulo dei nostri problemi continua a gravare su di noi con una caduta di sei punti di PIL (Prodotto interno lordo) nel solo 2009, una situazione che ci riporta indietro di dieci anni, e comporta problemi economici, finanziari, sociali ed, ovviamente, politici.

Sebbene si possa sottolineare il vantaggio di non aver avuto alcuna rivolta sociale in Italia, l’ottica pessimismo/ottimismo appare fuorviante; occorre invece essere realisti e quindi prendere atto dei dati oggettivi del PIL e del fatto che comunque, alla fine della crisi - almeno nella sua fase emergente - ci troviamo alle prese con una mancata crescita, in un periodo nel quale il resto del mondo non si ferma.

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La trasformazione rapida può essere evidenziata dall’evoluzione dal gruppo dei potenti del mondo dal G8, ormai obsoleto, al G20, anche se di fatto ormai si parla di G2 per sottolineare come USA e Cina concentrino su di se il traino del mondo.

In questa situazione di veloci trasformazioni, l’Italia vive con la testa costantemente rivolta all’indietro in quasi ogni settore; la nostra attuale e limitata ripresa si concentra per ora nell’export, ma vale ricordare che l’industria italiana incide per il 30% della produzione di ricchezza, il restante 70% deriva da Servizi e Pubblica Amministrazione, settori immobilizzati.

Nel quindicennio 1992-2007 il Paese ha cominciato a consumare patrimonio anziché reddito: Banca d’Italia nel 2006 stimava a 10.500 miliardi di euro il patrimonio complessivo nazionale, ridotto in soli tre anni a 7mila miliardi, oltretutto come noto non equamente distribuito, cosicché alcune famiglie risultano aver esaurito la loro base patrimoniale ed un numero crescente comincia a trovarsi in difficoltà a mantenere il livello di vita abituale. Mancano la fiducia,la spinta emotiva, la “fame” e l’entusiasmo del dopoguerra, il Paese è ripiegato, apparentemente senza prospettive, in particolare in politica nessuno appare in grado di indicare la strada dello sviluppo.

Quando si accenna al “Paese di vecchi” si intende appunto una comunità che consuma

patrimonio e non è proiettata nel futuro. La soluzione indicata dal nostro relatore comporta perciò anzitutto capire che il modello di

sviluppo va cambiato in seguito alla globalizzazione (ad esempio nel costo del lavoro); concentrare la produzione in un mercato a forte valore aggiunto, spendendo per ricerca, sviluppo e Università di qualità; impostare un progetto strategico per il futuro. La politica italiana, ridotta ad un derby fazioso, appare del tutto incapace di azione; per Cisnetto la personalizzazione berlusconiana ha tarpato il Paese e anche se tale stagione politica potrebbe trovarsi agli sgoccioli, non si può certo scommettere che questo avverrà a breve. Il tema in ogni caso è la necessità che nasca un soggetto nuovo, pur nell’immiserimento del personale politico, ma non c’è scelta: occorre cambiare, anche perché un nostro eventuale fallimento comporterebbe una gravissima ripercussione a livello europeo (la crisi greca, che ha così tanto preoccupato l’Occidente, riguarda un paese che conta il 3% dell’Unione europea), senza escludere l’eventuale altra nefasta conseguenza della fine dell’unità del Paese e la secessione del Nord.

Seguono alcune interessanti domande del Presidente e dei soci Sarti e Grieb. Per Cisnetto il capitalismo italiano ha mutato fisionomia dalle grandi famiglie organizzate da

Cuccia nel salotto buono di Mediobanca; tali famiglie non esistono più e la globalizzazione ha colpito a morte tutto quello che non fosse già sufficientemente grande, e colpito quanti sono rimasti ancorati troppo a lungo a produzioni obsolete. Nelle situazioni attuali Cisnetto ritiene impossibile che emergano grandi figure imprenditoriali.

Alla domanda del prof. Sarti Cisnetto conferma che la denominazione Seconda Repubblica, da un punto strettamente costituzionale, appare una forzatura,; ciò non toglie vigore alla tesi che auspica una Costituente per una Terza Repubblica che cambi le regole del gioco, anche se tutti i tentativi fin qui esperiti sono mestamente falliti, e favorisca un autentico cambiamento anche sul piano psicologico per tutti i cittadini.

In risposta al dott.Grieb che introduce il tema del libero mercato in relazione alla centralità dell’essere umano, Cisnetto conferma la sua adesione alla teoria keynesiana che reputa il libero mercato essenziale purché non si creda che possa autoregolarsi; è ovvio che la politica, l’interesse di tutti, debba indicare la strada; il relatore riporta la sua convinzione che siano necessari PIU’ STATO e PIU’ MERCATO, intendendo nella prima formula l’opera meritoria di politici come De Gasperi e La Malfa nella capacità di indicare correttamente un traguardo, e nella seconda la necessaria eliminazione delle pesantezze burocratiche nella Pubblica Amministrazione, nelle corporazioni ecc. Occorre una flessibilità pragmatica nell’evoluzione storica, con strumenti governati dagli uomini e per gli uomini. Mara

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UUnnoo DDii NNooii Moira Busato

Temevo molto il mio momento nella rubrica ‘Uno di noi’ e ora che la

mia paura si è concretizzata, mi appresto ad affrontarla, pur

rischiando di risultare noiosa, dopo i racconti di tante storie

straordinarie.

Tutto comincia trentatré anni fa a Peseggia, una piccola frazione di

Scorzé nell’entroterra veneziano. Mamma Maria Luisa e papà

Raffaello, trevigiani di nascita ma veneziani di adozione, mi regalano un’infanzia molto felice e

allegra, oltre al precedente regalo che mi avevano fatto trovare quando sono venuta al mondo,

ovvero Roberta, la mia sorella maggiore. Sono dei genitori straordinari: mia madre mi ha insegnato

la tenacia, il coraggio e la gioia di vivere, mio padre l’altruismo, la generosità e la passione per il

proprio lavoro. La nostra è stata una famiglia allargata. Da sempre. Il grande cuore dei miei genitori

ha fatto si che, oltre alla presenza dei nonni materni, casa nostra diventasse la casa anche di alcuni

cugini che si sono trovati a vivere momenti difficili: Alfredo, Omar, Ylenia… i miei fratelli

acquisiti.

La crescita personale avviene in territorio trevigiano: le scuole medie e superiori, infatti, mi

vedono iscritta al Collegio Salesiano Astori di Mogliano Veneto. Entro il primo anno in cui questa

scuola, nata come scuola maschile, concede l'ammissione anche alle ragazze. Questo nella mia vita

succederà altre volte…

Il tempo libero in quegli anni, lo trascorro in prevalenza in scuderia tra i miei adorati cavalli,

allenandomi per le gare di salto ad ostacoli e dressage.

Gli studi universitari si svolgono a Venezia, all’Istituto Universitario di Architettura, vista la

mia volontà di diventare architetto e nello specifico una paesaggista. Da questo momento tutta la

mia vita sarà intrisa di architettura. Le esperienze che ne seguiranno saranno finalizzate alla

conoscenza di quest’arte della quale ho fatto la mia professione e al rapporto che questa ha con la

natura, il paesaggio. Al secondo anno di università c'è l'incontro con Giorgia, la mia 'amica del

cuore', una ragazza di Castelfranco con la quale si instaura una grande amicizia, inseparabile

compagna di gioie e di dolori. Il periodo dell’università mi vede impegnata anche in altre attività

come i viaggi e il volontariato.

A venticinque anni concludo gli studi universitari e comincio la libera professione, sia come

architetto che come perito nella valutazione di danni su fabbricati. L’incontro con un professore

iraniano conosciuto durante il periodo universitario, diviene una solida collaborazione pluriennale

nell’ambito della bioarchitettura con un progetto pilota di villaggio ecologico a Treviso, una eco-

tower a Dubai e un’esperienza presso l’Università di Architettura di Venezia come assistente al

corso di progettazione architettonica del quarto anno. Nello stesso periodo con la collaborazione di

altri architetti sensibili alle tematiche legate alla bioarchitettura, si da vita alla sezione di Treviso

dell’Istituto di bioarchitettura, l’INBAR. Lo studio e la ricerca in ambiti ambientali mi portano

dapprima in una campagna di scavo archeologico nell’insediamento nuragico Lu Brandali a Santa

Teresa di Gallura in Sardegna e nel 2005 a Torino per frequentare un master in paesaggismo.

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L’incontro con il paesaggista Pejrone e il periodo di studio dei giardini a Barcellona mi

permettono di appassionarmi maggiormente a quest’arte. Il desiderio di conoscere nato da queste

esperienze mi porta a voler incontrare un altro paesaggista di cui mi appassionano i progetti,

l’architetto Pizzetti, con il quale a seguito di un seminario in Marocco, comincia una collaborazione

bruscamente interrotta, però, dalla sua improvvisa scomparsa. Un maestro, un uomo di straordinaria

umiltà, dotato di un entusiasmo contagioso.

Mossa dalla curiosità di confrontarmi con giovani colleghi e dallo stimolo che ne deriva,

sempre l’anno 2005 mi vede coinvolta in collaborazioni con l’associazione ‘Architettando’ di

Cittadella (PD), che organizza mostre ed eventi relativi all’architettura del nostro bel paese.

Il 2006 vede nascere ufficialmente ‘Architettura e Paesaggio’, il mio studio, che svolge la

pratica della progettazione architettonica e del paesaggio in tutte le sue declinazioni tipologiche,

seguendo tutte le sue fasi operative e promuovendo l’uso del linguaggio moderno. Il rapporto tra

uomo e ambiente è al centro della progettazione, attraverso un'architettura in cui benessere

individuale e sostenibilità ambientale sono strettamente correlati, perseguendo un’idea di qualità

fondata sulla ricerca dell’equilibrio tra istanze di carattere strategico, disciplinare e culturale.

L’incontro con il Rotary avviene grazie al mio padrino Giancarlo Ballarin, che mi presenta ai

soci del club di Venezia Riviera del Brenta in una calda serata di luglio. Ricordo di aver vissuto con

molta emozione il 17 settembre 2009, giorno in cui sono diventata socia rotariana: è stato un grande

privilegio essere la prima donna del club. Ringrazio tutti i soci che mi hanno accolta con tanto

affetto.

Moira

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Rotary Club Venezia Riviera del Brenta PROGRAMMA DELL’ANNO 2010-2011 Cari Amici e gentili Amiche, nel corso della conviviale delle consegne dello scorso 24 giugno, ho brevemente accennato ad alcune iniziative che ho in animo di portare avanti durante la mia presidenza. Ora è opportuno entrare di più nel merito e nel dettaglio, in modo che sappiate come intendo improntare l’attività del Club e quindi possiate essere attivamente partecipi e, ve ne prego vivamente, utili consiglieri. Premesso che intendo muovermi in piena continuità con la presidenza di Augusto Gabbrielli, per

averne condiviso l’impostazione e ogni iniziativa e per averne tratto un giudizio più che positivo, e chiarito il fatto che come mio dovere sottoporrò il mio programma e le diverse iniziative all’approvazione del Consiglio Direttivo, passo ad illustrarvi i vari argomenti.

IL SERVICE

Ha avuto pieno successo l’iniziativa, che abbiamo sostenuto, del R.C. Abano Terme Montegrotto Terme per la realizzazione di un centro oculistico di primo livello in Etiopia, ad Abobo nella regione di Gambella ai confini con il Sudan. Il rotariano Prof. Mario Angi ha saputo dar vita ad una realtà sanitaria che porterà un grande beneficio ad una popolazione di circa 300.000 abitanti. Con il R.C. Addis Abeba, la Christian Blind Mission (*), i Padri Salesiani e la Rotary Foundation – Matching Grant n. 70571 – siamo coprotagonisti di un’iniziativa di cui andare orgogliosi e che ora va sostenuta, impegnando il Club per l’importo di 10,00 €/mese/Socio. Verrà organizzata una conviviale con il R.C. di Abano Terme Montegrotto Terme in cui il Prof. Angi ci darà un’ampia ed esauriente relazione di quanto è stato fatto e di quanto ancora si può fare: è il modo migliore di aiutare l’Africa, dando direttamente in mano ad un coraggioso operatore le risorse, di cui ci da conto e che lui stesso provvede ad impiegare in loco. Resteremo comunque aperti a nuove richieste che dovessero esserci sottoposte dalle comunità del nostro territorio, compatibilmente con le risorse disponibili; è comunque ad esse che dobbiamo rivolgere principalmente la nostra attenzione.

(*) CBM ITALIA ONLUS:UNA LUCE CONTRO LA CECITA’. CBM Italia Onlus è un’Organizzazione Non Governativa (ONG), la cui finalità è sconfiggere le forme evitabili di cecità e di disabilità fisica e mentale nei Paesi più poveri del mondo, senza distinzione di razza, sesso e religione. A tale scopo CBM Italia idea e attua programmi e progetti di prevenzione e cura; informa e sensibilizza l’opinione pubblica sulle condizioni di vita delle persone cieche e disabili, coinvolgendo la comunità nazionale ed internazionale nella lotta alla cecità e alle altre disabilità evitabili nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS). . CBM Italia è membro di CBM International, organizzazione apolitica e senza scopo di lucro, costituita da 9 associazioni nazionali: Australia, Canada, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Nuova Zelanda, USA e Svizzera. Dal 1989, CBM è riconosciuta come partner e collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella lotta contro ogni forma di cecità prevenibile e curabile e della sordità. Nel 2008 CBM ha compiuto 100 anni! 100 anni di storia, di esperienze e di sfide vinte sul campo a favore dei più

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poveri tra i poveri, le persone cieche, alle quali nel tempo, si è aggiunto l’aiuto alle persone con altre forme di disabilità.

LE COMMISSIONI

Ho ritenuto opportuno confermare le quattro Commissioni esistenti, affidandole a Soci di grande esperienza: si occuperanno di “ammissioni e sviluppo dell’effettivo” - “programmi e progetti di servizio” – “immagine e comunicazione” – “Rotary foundation”. Intendo valorizzarne il lavoro con periodici incontri per approfondire i temi di competenza di ognuna. Ogni Socio è invitato a dare il proprio contributo di idee e di collaborazione.

GIOVEDI’? ROTARY – SITO INTERNET

Il nostro giornale è uno strumento importante di comunicazione tra noi e con il mondo esterno: continuerà le sue periodiche pubblicazioni e verrà inviato, anche a mezzo mail, a tutte le Istituzioni della Riviera del Brenta, ad altri Rotary Clubs, oltre che ai Soci e al Distretto. Dobbiamo comunicare per farci conoscere e apprezzare. Aggiorneremo il nostro sito internet all’interno di

quello del Distretto 2060 (www.rotary2060.it Club del Distretto Venezia Riviera del Brenta), che tuttavia è poco funzionale; è mia intenzione, come fanno quasi tutti i Clubs italiani e stranieri, di creare un nostro sito internet autonomo, che sia davvero efficace e utile strumento di comunicazione per la vita del Club. Invito tutti i Soci a proporre propri articoli sugli argomenti che meglio conoscono e che possono essere di interesse generale: ad alcuni chiederò di continuare la galleria dedicata a “uno di noi”.

VIAGGI E GITE

Come ho avuto occasione di ribadire, le gite per visitare mostre o località interessanti e i viaggi di tre/quattro giorni sono, oltre che un modo per arricchire la nostra cultura e il nostro spirito, uno strumento insostituibile per rinsaldare l’amicizia tra i Soci. Passare insieme alcune giornate è il modo migliore per conoscerci, che è il primo dovere di un Socio del Club. In concreto, le gite verranno decise in relazione a mostre di particolare interesse che avranno luogo in località a portata di pullman, e terranno luogo della conviviale del giovedì precedente, quindi senza oneri aggiuntivi per il Socio. Quanto ai viaggi, il programma di massima è il seguente: Settembre – Malta, un tuffo nel Mediterraneo Maggio – Evreux, conferma del gemellaggio Giugno – Wesel, presenza al 50° anniversario di fondazione del Club.

ROTARY FOUNDATION

Abbiamo aderito alla sollecitazione del Rotary International e del nostro Distretto 2060 destinando $/Socio 80,00 per il sostegno di programmi umanitari ed educativi della Fondazione e $/Socio 20,00 per il programma per l’eradicazione della poliomelite: siamo parte di un progetto che ha ottenuto risultati straordinari, è quindi nostro dovere sostenerlo.

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MUSICA E ARTE

Complice la mia passione per la lirica, che peraltro so condivisa da molti Soci, e la competenza di Mario Rossi, che ci introdurrà con sapienza all’evento che sceglieremo, prevedo di organizzare una serata all’opera, da stabilire. Seguiranno durante l’anno alcune serate di ascolto musicale o comunque dedicate all’arte, anche grazie alla preziosa collaborazione che ci potrà dare il nostro nuovo Socio Onorario Mario Esposito.

NUOVI SOCI

Ribadisco l’importanza di incrementare, con giudizio, l’effettivo del Club: invito ogni Socio a farsi carico del problema segnalando ad Augusto, Presidente della Commissione ad hoc, il nominativo e il curriculum di potenziali nuovi Soci. Tenete presente che abbiamo alcune “categorie professionali” completamente scoperte, ad esempio insegnati, giornalisti, magistrati. Il mio intendimento è di invitare i candidati ad alcune nostre conviviali per conoscerli e farci

conoscere, e di accoglierli tra noi in occasione della visita del Governatore che avrà luogo giovedì 9 dicembre.

I TEMI DELL’ANNO

Non intendo abbandonare il mare nostrum “navigato” in questi ultimi anni da chi mi ha preceduto: il Mediterraneo continuerà ad essere presente nella vita del Club, nei suoi molteplici aspetti, a cominciare dal viaggio a Malta. Ma il tema cui intendo dedicare alcune serate di particolare impegno è quello riguardante “i diritti e doveri del cittadino”, così come oggi vengono a proporsi nella realtà economico sociale in cui viviamo.

E’ una realtà dinamica che ha messo in crisi modi di pensare e comportamenti che credevamo consolidati ed immutabili: così non è, e ci rifletteremo aiutati sia da autorevoli

relatori che da nostri Soci. Ci sono poi alcuni argomenti che intendo trattare in occasione di particolari ricorrenze: l’11 settembre 2001 nove anni dopo, i 150 anni dell’Unità d’Italia, la situazione del “pianeta donna” e delle effettive o meno pari opportunità. Le iniziative già fissate sono riportate nel memorandum che chiude la relazione, per le altre sarete tempestivamente informati, con la speranza che siano di vostro

interesse e partecipiate numerosi con consorti e ospiti, sempre graditi.

MEMORANDUM Le date che già potete segnare in agenda sono le seguenti:

9 settembre “ricordando l’11 settembre 2001” 30 settembre “viaggio a Malta” 9 dicembre “visita del GGoovveerrnnaattoorree”” 16 dicembre “festa degli auguri” 10 marzo “pianeta donna” 17 marzo “150 anni dall’Unità dd’’IIttaalliiaa”” 23 giugno “festa delle consegne”

Grazie al Consiglio Direttivo per la collaborazione che mi darà e a tutti quanti vorranno partecipare assiduamente alla vita del Club in questo anno rotariano: arrivederci,

Renato

BBUUOONN LLAAVVOORROO AAMMIICCII

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Il Governatore. Domenica 8 agosto, il vostro Presidente sta tranquillamente assaporando l’aperitivo sotto il campanile di Cortina, con davanti lo spettacolo naturale della Croda Dal Lago e del Becco di Mezzodì, quando suona il cellulare e compare sul display un numero sconosciuto. <Pronto chi parla?> “Buongiorno Renato, sono Riccardo Caronna, spero di non disturbarti.” <Caro Governatore, che sorpresa: non disturbi affatto e mi fa molto piacere sentirti; a cosa debbo il piacere della tua telefonata?> “In queste giornate di ferie ho un po’ di tempo libero, e quindi posso sfogliare con calma le pubblicazioni rotariane: volevo complimentarmi con te per il vostro bel giornale, davvero ben fatto, e in particolare per la tua iniziativa di prendere contatto con tutti i Sindaci e gli Ordini Professionali della zona di competenza del Club. Questa iniziativa va nel senso auspicato e promosso dal Distretto in tema di pubbliche relazioni e quindi la approvo pienamente e mi congratulo per l’iniziativa.” <Grazie Riccardo, dopo l’ottimo lavoro del Past President Gabbrielli per rinsaldare e rinnovare il Club al suo interno, io posso dedicarmi alle relazioni esterne e in questo “Giovedì? Rotary”, che pure dobbiamo ad una sua iniziativa dello scorso anno, è uno strumento utilissimo.> “Certo, e ti ribadisco che lo trovo molto ben fatto: ancora complimenti a te e al tuo Club e arrivederci a dicembre.” <Grazie per l’attenzione che ci hai riservato, buone vacanze Governatore!> Il Rotary Club Padova Euganea.

E’ una bella tradizione quella che il Club ha in corso da alcuni anni: ritrovarsi a Cortina in una giornata di mezza estate per passare qualche ora assieme, seduti ad una tavola imbandita, e con le Dolomiti a fare da impareggiabile scenario.

Grazie al fatto che Irene è da poco entrata a far parte del Rotaract Padova Euganea, anche il vostro Presidente ha avuto occasione di prendere parte a questa bella iniziativa: trovarsi in 32 il 10 di agosto, con alcuni Soci arrivati appositamente dalla pianura, è segno di un Club che funziona e in cui il piacere di passare qualche ora assieme vince sulla pigrizia dei giorni di ferie. A ciò si aggiunga che il ristorante prescelto quale sede della conviviale, il

“Meloncino al Camineto” della famiglia Melon, è certamente il più spettacolare per quanto riguarda il panorama, è certo uno dei migliori di Cortina e non solo per quanto riguarda la qualità della cucina: Giove Pluvio ha cercato di rovinare la festa, ma la qualità del cibo e il clima di amicizia hanno avuto la meglio anche sui rovesci di pioggia. Grazie amici rotariani per la vostra cordialissima accoglienza, ora so che con voi mia figlia è in ottime mani, e spero ci saranno altre occasioni di incontro.

Renato

Riccardo Caronna

RRROOOTTTAAARRRYYY DDDIII MMMEEEZZZZZZAAA EEESSSTTTAAATTTEEE

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Caro amico rotariano, molte grazie per la tua cortese lettera in relazione all’inizio della nostra presidenza 2010/2011. Con il tuo permesso la renderò pubblica ai nostri Clubs. Se ricordo bene entrambi parliamo un buon inglese. Pertanto ho deciso di scrivere questa lettera in inglese nella speranza che così saremo in grado di comunicare senza bisogno di traduzioni o aiuto da parte di amici, visto che io non parlo né scrivo in italiano. Se preferisci diversamente, fammelo sapere. Tutti noi abbiamo un buon ricordo del nostro viaggio dello scorso anno, quando ho incontrato te e gli altri amici rotariani. La data del nostro anniversario nel prossimo anno è stata fissata al 25 giugno. Con piacere invitiamo te e i Soci del tuo Club a prendere parte alla celebrazione. L’invito ufficiale con maggiori dettagli vi verrà inviato il prossimo anno. Se programmate di arrivare sabato, avrete tempo di unirvi alla celebrazione, che avrà inizio nel tardo pomeriggio. Per certo, ci saranno alcuni dei nostri Soci che vi accompagneranno e vi aiuteranno durante il tempo che passerete qui. Siamo in attesa di accogliere te e numerosi tuoi amici e spero di essere in grado di ricambiare l’ospitalità che abbiamo sperimentato durante il nostro viaggio lo scorso anno e gli anni precedenti. Dopo che avremo messo a punto i dettagli e che tu saprai per quante persone organizzare la visita, vi daremo il programma dettagliato, potremo aiutarvi per prenotare l’albergo, e fare progetti per visitare la regione circostante. Per ora, porgo i migliori auguri per un anno di presidenza ricco di successi, interessante e felice. I migliori auguri e saluti rotariani dal nostro Club al tuo, Hartmut Weddige

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Gli amici del Club

Via Pilade Bronzetti, 18 35138 Padova

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Distretto 2060 Rotary Club Venezia Riviera del Brenta

Fondazione: 28.07.1983 Presidente: CESCA Renato Maria Segretario: BALDAN Luca Ufficio di Segreteria: Hotel Villa Franceschi, 28 - 30034 MIRA PORTE (VE).0414265800 - 329 8614498 Consiglio Direttivo: Presidente Renato Maria CESCA - Presidente Uscente Augusto GABBRIELLI - Segretario Luca BALDAN Vice Presidente Philip PANTER Presidente Incoming Luca BALDAN Tesoriere Adriano BIANCO - Prefetto Rocco MAJER Consiglieri Bruno BELLEMO, Piero BORTOLETTI, Giorgio GIRARDI, Francesco SARTI

Hanno presieduto il Club: 1983-1984: Adriano BIANCO - 1984-1985: Adriano BIANCO 1985-1986: Giorgio BENINATO - 1986-1987: Giulio ARGENTI 1987-1988: Bruno MILANI - 1988-1989: Augusto GABBRIELLI 1989-1990: Benito Clauco TIOZZO - 1990-1991: Placido Sandro VICARI - 1991-1992: Giancarlo VETTORE -1992-1993: Gianfranco VALLERINI - 1993-1994: Gianni BORTOLINI - 1994-1995: Orlando DI BIAGI - 1995-1996: Mario COLLINI - 1996-1997: Rocco MAJER - 1997-1998: Riccardo ZANETTI - 1998-1999: Philip PANTER - 1999-2000: Adriano BIANCO - 2000-2001: Alberto MAGGINO -2001-2002: Attilio ZAJA - 2002-2003: Piero BORTOLETTI - 2003-2004: Marco CALZAVARA - 2004-2005: Alessandro GRINFAN - 2005-2006: Gabrio PELLEGRINI - 2006-2007: Gabrio PELLEGRINI - 2007-2008: Giuliano PUOSI – 2008-2009: Giulio ARGENTI – 2009-2010 Augusto GABBRIELLI

Club Contatto: Evreux Beffroi (Distretto 1640, Francia): responsabile contatto Renato Maria CESCA

Riunioni Rotariane: Conviviali: 2° e 4° giovedi', Hotel Villa Franceschi, Via Don Minzoni,28 - Mira (VE) tel. 041 4266531 – Fax 041 5608996 Non conviviali: 1°, 3° e 5°giovedi'

Soci Onorari COLLINI Mario rag. (Elisabetta) - Titolare - amministratore Collini Atomi di Scarpa srl - Noventa Padovana (PD)

ESPOSITO Mario dott. (Gabriella) – Direttore artistico Teatro di Mirano - Mirano (VE)

PIZZATI Gino PH (Leda) – Sottufficiale pilota da caccia diurna e notturna1940-45 Medaglia d'argento “sul campo” e promozione a sergente maggiore ”per meriti di guerra” – Mira (VE)

Soci Attivi

ARGENTI Giulio avv. prof. (Manuela) - libero professionista - Attività Libere e Professioni, Giurisprudenza - Dolo (VE)

BALDAN Luca arch. (Alessandra) - Socio Architetti Baldan e Garbo Associati - Attività Libere e Professioni, Architetti, Urbanistica - Fiesso d’Artico (VE)

BALLARIN Giancarlo (Helga) - Restauratore - titolare – perito di ammobiliamento antico - Artigianato, Restauratori, Lavorazioni Artistiche - Venezia

BARIZZA Gianni (Luciana) - Presidente Elettrolight srl - Industria, Elettronica, Telecomunicazioni- Pianiga (VE)

BELLEMO Bruno dott. (Maria Cecilia) - Medico - Attività Libere e Professioni, Medici, Pediatria - Oriago di Mira (VE)

BIANCO Adriano rag. PH (Grazia) - Ragioniere - Attività Libere e Professioni, Consulenti, Finanziaria - Spinea (VE)

BORTOLETTI Piero dott. (Marlisa) - Medico - Attività Libere e Professioni, Medici, Odontoiatria - Mirano (VE)

BUSATO Moira Arch. Studio di Architettura e Paesaggio - Attività Libere e Professioni, Architetti, Giardini - Peseggia di Scorzè (VE)

CALZAVARA Marco dott. prof. (Pervinca) - Medico chirurgo - Attività Libere e Professioni, Medici, Chirurgia maxillo facciale - Stra (VE)

CAVALLETTO Paolo (Roberta) - Titolare Omeca - Industria, Meccanica, Carpenteria - Mira (VE)

CESCA Renato Maria (Mara)- Direttore Commerciale Consorzio per l'Energia e gli Impianti - Industria, Impianti, Servizi - Padova (PD)

CORI Bianca (Paolo) – Amministratore Unico DI.QU. S.p.A. - Servizi, Certificazione - Venezia Marghera (VE)

CURCIO Michele dott. (Tiziana) - Dottore Commercialista -. Attività Libere e Professioni, Commercialisti - Spinea (VE)

GABBRIELLI Augusto avv. (Cristina) - Avvocato civilista - Attività Libere e Professioni, Avvocati, Civile - Mirano (VE)

GIRARDI Giorgio dott. (Anna) - Direttore sanitario Poliambulatorio Magenta - Servizi Sanitari e Sociali, Cliniche e Ambulatori Privati, Direzione Sanitaria - Padova (PD)

GRIEB Stefano dott. - Studio notarile – Attività libere e professioni, Notai - Mirano (VE)

MAJER Rocco dott. PH (Marialuisa) - Chimico consulente qualità - Attività Libere e Professioni, Chimici, Professionale - Dolo (VE)

MARCHETTI Roberto rag. dott. cav. (Manuela) –Amministratore unico Peruzzo srl - Artigianato, Meccanica, Casalinghi - Montegrotto Terme (PD)

MARETTO Rinaldo comm. PH (Marcellina) - Industria, Arredamento, Mobili - Pianiga (VE)

MELATO Massimo ing. (Elisa) - Direttore generale Unus International Spa - Industria, Elettromeccanica, Motori - Pianiga (VE)

MILANO Pietro rag. (Rita) - Consulente - Attività Libere e Professioni, Consulenti, Finanziaria - San Donà di Piave (VE)

NALON Alessandro cav. (Sandra) - Socio accomandatario Nalon sas - Industria, Edilizia, Prefabbricati - Mira (VE)

NARDO Giorgio cav. (Nadia Jolanda) - Presidente Nardovetro srl - Industria, Vetro, Lavorazione - Camponogara (VE)

NEGRO Paolo dott. ing. (Wilma) - Presidente Pienne Consulting sas - Attività Libere e Professioni, Ingegneria, Edilizia - Marghera Venezia (VE)

PANTER Philip dott. prof. PH (Fiorenza) - Docente - Presidente Oxford School srl - Istruzione e Ricerca, Insegnamento, linguistico - Mirano (VE)

PASSARELLA Luca dott. (Francesca) – Medico proctologo - email: [email protected] – A. 30034 Mira (VE) – Cell. 3355818940 Cl. Attività libere e professioni, Medici, Proctologia

PELLEGRINI Gabrio ing. (Anna Rita) - Manager - Industria, Chimica, Prodotti Agricoltura - Mirano (VE)

POLETTI Valter (Gabriella) - Amministratore unico Polplastic spa - Industria, Materie Plastiche, Manufatti - Dolo (VE)

RONCORONI Marina Dott. – Titolare Farmacia Eredi Giantin Enzo S.n.c. - Farmacisti - Mirano (VE)

ROSON Mario - Presidente SAE Impianti snc - Industria, Elettrotecnica, Prodotti Finiti - Lughetto di Campagnalupia (VE)

ROSSI Mario dott. (Francesca) - Medico otorinolaringoiatra Univ. di Padova - Insegnamento Universitario, Medicina, Audiologia - Padova (PD)

SARTI Francesco dott. prof. (Donatella) - Docente Clinica universitaria di Padova - Insegnamento Universitario, Medicina, Internistica - Padova (PD)

SIGGIA Stefano dott. (Jennifer Mary) - Agente principale Assicurazioni Generali Spa - Assicurazione e Previdenza, Agenti - Venezia (VE)

VALLERINI Gianfranco ing. PH (Giuliana) - Socio incide sas - Attività Libere e Professioni, Ingegneria, Navale - Dolo (VE)

VICARI Placido Sandro Cav. di Gr. Cr. PH (Carla Alberta) - Amministratore unico Sandro Vicari spa - Industria, Abbigliamento, Calzature- Dolo (VE)

ZANETTI Riccardo dott. PH (Giovanna) - Neurologo - contitolare Poliambulatorio Fenicia - Attività Libere e Professioni, Medici, Neurologia - Mirano (VE)

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COMPLEANNI

1. Valter POLETTI 11 gen 2. Sandro VICARI 25 gen 3. Giorgio GIRARDI 2 feb 4. Bianca CORI 5 feb 5. Stefano G. SIGGIA 21 mar 6. Giorgio NARDO 2 apr 7. Adriano BIANCO 24 apr 8. Bruno BELLEMO 11 mag 9. Giancarlo BALLARIN 12 mag 10. Roberto MARCHETTI 25 mag 11. Marina RONCORONI 8 giu 12. Luca PASSARELLA 29 giu 13. Giulio ARGENTI 4 lug 14. Francesco SARTI 10 lug 15. Michele CURCIO 23 lug 16. Luca BALDAN 24 lug 17. Marco CALZAVARA 26 lug 18. Pietro MILANO 26 lug

19. Gianni BARIZZA 5 ago

20. Augusto GABBRIELLI 16 ago 21. Rocco MAJER 21 ago 22. Mario ROSSI 26 ago 23. Riccardo ZANETTI 31 ago

24. Philip PANTER 11 sett 25. Paolo CAVALLETTO 14 sett 26. Mario COLLINI 15 sett 27. Gianfranco VALLERINI 17 sett 28. Mario ROSON 18 sett 29. Moira BUSATO 28 sett 30. Stefano GRIEB 4 ott 31. Piero BORTOLETTI 11 ott 32. Gabrio PELLEGRINI 11 ott 33. Mario ESPOSITO 13 ott 34. Paolo NEGRO 19 ott 35. Alessandro NALON 7 nov 36. Rinaldo MARETTO 20 nov 37. Massimo MELATO 6 dic 38. Renato Maria CESCA 10 dic 39. Gino PIZZATI 20 dic

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