Giornale degli Alunni della Scuola Media Virgilio Sede di ... · LA VIRGILIO CHE VORREI La scuola...

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Noi in poche pagine Giornale degli Alunni della Scuola Media "Virgilio" Sede di Via Trebbia XVI EDIZIONE ~ ANNO 2014 - 2015 20 GENNAIO 2015 La mia scuola ideale, un sogno non troppo difficile da realizzare. SOMMARIO CLASSE 2 a G 1. LA VIRGILIO CHE VORREI 2. LETTERA A FILIPPO 3. “C’erano una volta 4. L’ANGOLO DEL LETTORE : Zanna Bianca

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N o i i n p o c h e p a g i n e

Giornale degli Alunni della Scuola Media "Virgilio" Sede di Via Trebbia

XVI EDIZIONE ~ ANNO 2014 - 2015 20 GENNAIO 2015

La mia scuola ideale,

un sogno non troppo difficile da realizzare.

SOMMARIO

CLASSE 2aG

1. LA VIRGILIO CHE VORREI

2. LETTERA A FILIPPO

3. “C’erano una volta …”

4. L’ANGOLO DEL LETTORE : Zanna Bianca

 

LA VIRGILIO CHE VORREI

La scuola si sta trasformando, è vero: molto è già stato fatto, per esempio durante le

vacanze di Natale molti tra genitori e professori hanno

tinteggiato le pareti dei corridoi di un grazioso verdino.

Tuttavia, secondo me, la scuola Virgilio ha ancora molta

strada da fare per diventare “L’istituto dei miei sogni”!

Infatti sarebbe bello dare ai ragazzi l’opportunità di

dipingere i muri seguendo la propria fantasia (scommetto

che ne avrebbero moltissima), perché così la scuola potrebbe essere davvero un luogo

più piacevole. Anche le aule dovrebbero avere un aspetto diverso, più discreto, così gli

alunni (ma anche i professori) potrebbero lavorare in un clima più sereno e confortevole,

che dia uno stimolo in più ai ragazzi per “resistere” alle ultime ore di lezione, le più pesanti.

Anche la facciata della scuola andrebbe modificata e sarebbe bello rappresentasse,

attraverso dei murales, le attività scolastiche che si svolgono all’interno.

Oltre alle pareti, poi, bisognerebbe abbellire anche l’ingresso principale, che secondo me

è la parte più importante dell’edificio: di solito, infatti, chi dà un’occhiata all’istituto si fa al

volo un’idea della scuola, anche se magari questa poi non combacia con la realtà. Perciò

nell’ingresso della scuola dei miei sogni ci dovrebbe essere un bel prato fiorito, con un

vialetto che conduce alle scale che portano ai piani

superiori, dove ci sono le nostre aule. Poi, al posto di quel

brutto e vecchio cancello arrugginito e sporco, metterei un

grazioso muretto con fiori e arredi in armonia con il

giardino. Inoltre il parcheggio delle biciclette, seppure sia

migliorato grazie al murales, potrebbe essere ancora più bello se ci fosse un bel portico in

legno, adatto a ripararsi dalla pioggia.

Vicino alla scuola desidererei ci fosse anche un bellissimo parco in cui andare durante le

ore scolastiche in cui non c’è lezione.

Ecco come mi piacerebbe fosse la mia scuola ideale, un sogno non troppo difficile da

realizzare.

Gloria Peschiera classe 2aG

Lettera a Filippo

Caro Filippo,

ti invio questa lettera per comunicarti che la

nostra scuola nell’ultimo periodo è molto cambiata,

grazie all’aiuto di molte mamme e di alcuni

professori. Prima di essere dipinta, la scuola

Virgilio era spoglia, sporca, triste e perciò si è

deciso di renderla più bella. Il lavoro è stato

realizzato durante le vacanze natalizie, così quando siamo ritornati a scuola siamo rimasti

tutti a bocca aperta, perché erano evidenti i moltissimi miglioramenti; i corridoi

sembravano persino più luminosi e grandi! Questo progetto forse porterà più iscrizioni alla

scuola e sicuramente più soddisfazione nel cuore dei ragazzi che la frequentano.

Spero proprio, caro Filippo, che il tuo istituto sia come il mio!

Però, se io fossi la Preside, farei un altro miglioramento, cioè ingrandirei la palestra per

renderla più grande, moderna e attrezzata. Inoltre modificherei il giardino: lo rifarei tutto e

lo abbellirei con piante e fiori. Infine rimetterei in uso l’altoparlante, per comunicare

direttamente con gli alunni nelle classi.

A presto caro Filippo… Ricordati di scrivermi!

Paolo Brighenti 2aG

“C’erano una volta …”

“C’erano una volta un re e una regina che non avevano figli. La regina camminando per il giardino e vedendo un bellissimo melo, si chiedeva sempre perché lei non potesse fare figli, come il melo faceva le mele. Successe che alla regina nacque una mela, così bella e colorata come non se n’erano mai viste. Il re la mise in un vassoio d’oro sul suo terrazzo”. Continua tu…

Quella mela era così lucida che ci si poteva specchiare. La Regina si era innamorata subito di quella mela e voleva tanto che sua figlia fosse così bella.

Così, speranzosa, andò dal Mago del regno per chiedergli se era possibile trasformarla in una bellissima ragazza. Egli disse: “Un modo effettivamente ci sarebbe. Potrei fare alla

mela un incantesimo e quando ci sarà la prossima luna piena si trasformerà in una ragazza. Durante la prima settimana resterà addormentata e tu non potrai né guardarla né parlarle. Sarà tua figlia a venire da te. Ma…cosa sei disposta a darmi in cambio?” La Regina, senza pensarci su (perché era emozionata all’idea di avere finalmente una figlia) rispose: “Ti darò tutto quello che vorrai”. Allora il Mago, con un sogghigno, le disse: “Se è così, quando tua figlia avrà raggiunto la maggiore età sarà la mia sposa”. La Regina balbettò dall’emozione: “C…certo, c…certo, farò tutto quello che vorrai, basta che la trasformi!”

Così il Mago formulò l’incantesimo: “Alla prossima luna piena un raggio la colpirà e in principessa lei si trasformerà!”

La mela si ricoprì di una polvere d’oro e la Regina tornò di corsa al castello. Appoggiò la mela sul terrazzo, chiuse a chiave sia i vetri sia le porte e la ricoprì con un pesante tendaggio, affinché non le venisse la tentazione di guardarla.

La notte seguente ci fu la luna piena. Per una settimana la Regina fremette dall’emozione: continuava a camminare avanti e indietro; si sedeva e si rialzava

subito. Non stava ferma nemmeno un minuto. Il settimo giorno la Regina spalancò la porta del terrazzo (per far si che la principessa potesse entrare nel palazzo) e ordinò ai servi di pulire e riassettare ogni stanza e prepararne una per la figlia. Poi, emozionata, si sedette sul trono, in attesa dell’arrivo della giovane.

Era quasi sera quando nella stanza entrò una ragazza di circa tredici anni, alta, magra, con la pelle chiara e morbida, gli occhi azzurri ed i capelli biondo-dorato, lunghi fino a

metà schiena e boccolosi. I suoi lineamenti erano perfetti. Era a piedi scalzi e indossava un abito bianco che le arrivava alle ginocchia, mentre le maniche arrivavano ai gomiti. La Regina rimase sbalordita, la chiamò Sofia e le mostrò la sua camera, il castello e l’intero regno. Ogni persona che la incontrava rimaneva a bocca aperta per la sua incredibile bellezza.

Gli anni passavano e Sofia diventava ogni giorno più bella e la Regina, dalla felicità, si era scordata la promessa fatta al mago. Per il diciottesimo compleanno di Sofia, il Re e la Regina organizzarono così una grande festa con tutto il popolo. Per l’occasione la principessa indossava un abito bellissimo, impreziosito da diamanti, e sul capo portava una corona.

Erano stati invitati tutti alla festa, tranne il Mago, che arrivò a metà delle danze volando a cavalcioni di un drago e gridò: “ Regina, sono venuto a prendere ciò che mi spetta!” La Regina, che si era dimenticata della promessa, chiese: “ Cioè?” E il mago rispose infuriato: “TUA FIGLIA!” E così dicendo spiccò il volo, portando con sé Sofia, che urlava impaurita: “Mamma, papà…”

Il Re e la Regina, disperati, non sapevano come fare, quando un giorno arrivò al castello una giovane a cavallo. La ragazza si chiamava Kati e disse alla Regina: “ So, dove si trova vostra figlia, Maestà. Anch’io ero prigioniera del Mago, ma sono riuscita a fuggire non appena Sofia è arrivata. Non temete, andrò a salvarla!” Così dicendo, la coraggiosa fanciulla si avviò verso il nascondiglio del Mago.

A fare la guardia c’erano dei troll e quindi bisognava fare attenzione. Tuttavia Kati ebbe un’idea: colpì uno dei due troll con un sassolino, i due si misero a litigare e lei sgattaiolò all’interno della caverna, dove trovò Sofia in una gabbia, legata. “Ciao Sofia, sono Kati e anch’io prima ero prigioniera come te, ma sono venuta a liberarti!” Lei rispose: “Il Mago dice che domani ci sposeremo, ma io non voglio. Devo uscire da qui….e ho un’idea! Slegami le mani, presto! Ecco, ora tieni questa forcina e vedi se riesci a scassinare la serratura!” Katie ci riuscì al primo tentativo e insieme scapparono, veloci come il vento. Quando però il Mago se ne accorse le rincorse, scagliando contro di loro i suoi più potenti incantesimi. Ma Kati tirò fuori uno specchio e i sortilegi dello stregone si riflessero contro di lui, annientandolo.

Avevano così sconfitto il Mago e tornarono al palazzo. Da quel giorno Kati e Sofia diventarono migliori amiche, continuarono a vivere meravigliose avventure e la loro amicizia non finì mai.

Chiara Donnini classe 2aG

L’ANGOLO DEL LETTORE

Zanna Bianca

Titolo: Zanna Bianca

Autore: Jack London

Editore: Edizione Paolini

Luogo e anno di pubblicazione: Roma 1979

Epoca in cui si svolgono i fatti: fine del XIX secolo

Luogo in cui si svolgono i fatti: Klondike (Alaska)

Breve trama:

Una lupa (Kiche) e un lupo cieco da un occhio (One Eye) mettono al mondo un lupacchiotto di nome Zanna Bianca.

Il lupetto cresce, ma un indiano (Castoro Grigio) prende Kiche e Zanna Bianca per portarli al suo villaggio.

Lì Zanna Bianca è separato dalla madre e, perseguitato dai cani del villaggio, diventa meschino, diabolico e aggressivo, imparando così mille modi per atterrare, immobilizzare e uccidere l’avversario.

Dopo alcuni anni Zanna Bianca e Castoro Grigio si recano sulle rive dello Yukon, vicino a un forte, per vendere pellicce e mocassini ai bianchi. Uno degli uomini che vive nel forte, l’uomo dal paradossale nome di Beauty Smith che è crudele, cattivo e dall’aspetto spaventoso, rimane folgorato dalla ferocia di Zanna Bianca. Perciò, con astuzia e inganno, fa sì che Castoro Grigio glielo venda.

Inizia allora un periodo brutale per Zanna Bianca: obbligato a combattere contro altri cani da Beauty Smith, che per di più lo maltratta continuamente, Zanna Bianca accentua così la sua ferocia, cominciando a odiare tutto quello che lo circonda, persino la catena che lo tiene attaccato ad un albero.

Un giorno, durante un combattimento in cui quasi sicuramente Zanna Bianca sarebbe morto, intervengono due uomini (Weedom Scott e Matt) che lo salvano e lo sottraggono a Beauty Smith.

Da quel momento Zanna Bianca vive con un padrone affettuoso, che si prende molta cura di lui e lo conduce nella sua casa a San Francisco e lo educa in modo da “guarire” il suo carattere feroce.

Un giorno, però, si sente parlare di un evaso (Jim Hall), uomo crudele e spietato, di cui si dice abbia ucciso un uomo soltanto con la forza dei propri denti. Per vendetta l’uomo entra nella casa di Weedom Scott, dove vive anche suo padre, il giudice che lo aveva condannato, ma Zanna Bianca riesce ad ucciderlo, nonostante subisca gravi ferite.

Dopo alcune settimane, fortunatamente, Zanna Bianca si riprende e torna se stesso.

Il libro termina con la buona notizia che Collie, una cagna di casa Scott, ha avuto insieme a Zanna Bianca una cucciolata.

Presentazione del protagonista: Zanna Bianca è un lupo che cambia il proprio carattere a seconda del padrone, delle libertà che gli vengono date e dalla compagnia dei suoi simili.

Quando vive con Castoro Grigio è diabolico e feroce con la sua razza e stando con Beauty Smith queste caratteristiche si accentuano a dismisura, portandolo ad odiare qualunque oggetto o essere vivente.

Tuttavia, trasferendosi da Scott, scopre il suo lato migliore: capisce molto presto le regole che non deve infrangere, si affeziona al padrone e alle persone che vivono con lui e agli altri cani e diventa un lupo mansueto e fedele.

Altri personaggi:

• Kiche: una lupa feroce, madre di Zanna Bianca.

• One Eye: un lupo con un occhio solo, padre di Zanna Bianca.

• Castoro Grigio: indiano, il primo padrone di Zanna bianca.

• Beauty Smith: uomo pazzo e senza scrupoli: è il cuoco del forte che sta vicino all’accampamento di Castoro Grigio, il secondo padrone di Zanna Bianca.

• Weedom Scott: progettista della miniera, terzo, migliore e più affettuoso padrone di Zana Bianca.

• Matt: conducente di slitte trainate dai cani, grande amico e dipendente di Weedom, nel corso della vicenda si occupa di Zanna Bianca.

Narrazione di un episodio particolarmente interessante: Zanna Bianca non aveva mai abbaiato in vita sua, l’unica volta avvenne quando Weedom Scott andò a cavallo e Zanna Bianca lo seguì come suo solito. Durante la cavalcata comparve uno scoiattolo da un albero e si infilò tra le zampe del cavallo, facendo cadere malamente Weedom, che si ruppe una gamba. Egli allora ordinò a Zanna Bianca di andare ad avvertire i suoi famigliari. Zanna Bianca tornò subito a casa, ma non riusciva a farsi capire: mugolava, tirava e girava su se stesso. I famigliari credevano che il lupo abituato al freddo Klondike fosse impazzito dal caldo, ma ad un certo punto Zanna Bianca sentì qualcosa che gli saliva per la gola e riuscì ad emettere un abbaio; subito il padre di Scott esclamò: “È successo qualcosa a Weedom!”…

Giudizio generale: Il libro è pieno di descrizioni e di riflessioni sugli stati d’animo di Zanna Bianca; me lo aspettavo meno aspro, anche se devo dire che l’ultima parte colma la durezza della precedente.

Un altro aspetto che mi ha colpito sono i personaggi di Beauty Smith e Weedom Scott, che sono rispettivamente le incarnazioni del male e dell’affetto.

Lorenzo Bodini classe 2aG