Gilbert con sua moglie Frances - Chesterton

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QUALCHE BELLA SCOPERTA Guardando sul web, abbiamo scoperto tramite l’amico Roberto Prisco uno splendido sito dove reperire libri antichi o solamente vecchi di ogni genere e quindi anche su Chesterton. Abbiamo trovato numerosi titoli del Nostro in italiano, spagnolo, francese, tedesco e naturalmente anche in inglese. Siamo rimasti stupiti anzi lietamente stupiti nel vedere come, vivente GKC, in Italia venisse stampata una interessante edizione di Manalive (Le avventure di un uomo vivo), come nel 1945 si leggesse tranquillamente in mezza Europa l’insuperato saggio chestertoniano sull’Età Vittoriana nella letteratura inglese, uscito in Italia per i tipi della Bompiani. Il sito di cui parliamo è www.maremagnum.com, indirizzo che porta al Mare Magnum Librorum. Una piacevolissima sorpresa che dimostra come in altri tempi si fosse decisamente più saggi. Abbiamo potuto vedere come GKC fosse tenuto in alta considerazione e perciò tradotto e pubblicato con larghezza in Spagna, Germania, Francia e Italia. E abbiamo scoperto come già nel 1936 in Italia la Morcelliana pubblicasse volumi come quello di Carlo Pfleger dal titolo In lotta per Cristo. Saggi su Peguy - Bloy - Gide - Chesterton - Dostoievskij - Soloviev - Berdjaev, il che è molto interessante. Oppure che Il Segreto di Padre Brown fosse edito dalla Casa Editrice Bietti già nel nel 1931. I francesi avevano la fortuna di legge L'Uomo Eterno per i tipi della parigina editrice Plon nel 1927. Non si fecero scappare - naturalmente!- I crimini dell’Inghilterra, pubblicato in edizione francese già nel 1916! In Spagna L’Osteria volante esce nel 1942 a Barcellona per la Libreria Editorial Argos. Tutte queste cose ci lasciano pensare che una volta le parole di Chesterton avevano ascolto perché ritenute culturalmente non estranee, anzi affini. Forse il problema è proprio qui, che queste parole siano state giudicate estranee per il loro non allineamento con filoni culturali ritenuti egemoni ed oggi tristemente tramontati dopo drammatici o addirittura tragici epiloghi. Ne esce comunque una figura di spessore e respiro internazionale, già supertradotto durante la sua feconda vita, e quindi ritenuto un riferimento per migliaia se non milioni di persone. Pio XI, che lo definì “defensor fidei”, non errò di una virgola. C’è allora un gran lavoro da fare, ma un lavoro degno di essere fatto, perché anche esso contribuirà a costruire un mondo meno barbaro. Patrick Dalroy ABOUT GILBERT Raffaele Crovi, Le maschere del mistero. Storie e tecniche di thriller italiani e stranieri - Passigli, 2000,ISBN: 8836805981 - 1ª ed. - Euro 15,44 Il nostro Gilbert per fortuna non è dimenticato del tutto: c’è ancora qualcuno che desidera parlarne. Nel volume che vi proponiamo, dedicato agli autori, alle tecniche ed agli eroi del thriller, Raffaele Crovi, narratore, critico, editore, ritenuto uno dei massimi esperti di questo genere, ha raccolto note e saggi su autori italiani e stranieri, e tra questi elenca tra i primi proprio Chesterton, che viene messo assieme a scrittori del calibro di Le Carré, Simenon e altri. E’ un libro molto particolare, e Chesterton a commento del tema (in realtà sul giallo, che forse è cosa in parte diversa dal thriller) ha fatto scorrere fiumi di inchiostro. Recentemente in Italia abbiamo visto pubblicato da Sellerio il piccolo ma interessante volume Come si scrive un giallo, che raccoglie parte delle acque del nominato fiume. L’autore passa al vaglio Chesterton e la sua opera come si fa per uno dei padri di questo genere. Onore al merito. Malachia Murdoch Gilbert con sua moglie Frances UN SITO AL GIORNO... Il web è uno strumento interessantissimo, perché da una parte è una landa sconfinata dove perdersi sin troppo facilmente, dall’altra è una straordinaria opportunità per cercare notizie interessanti, importanti testimonianze degli interessi dell’uomo. Credo che Chesterton, l’uomo del telegramma alla moglie Frances del seguente letterale tenore: “Dove dovrei essere?” e della susseguente risposta della solerte e paziente Frances: “A casa”, se avesse avuto a disposizione il web si sarebbe letteralmente trasformato non nell’Innocenzo Smith di Le avventure di uomo vivo, ma addirittura nello svolazzante cappello di questi, ossia in una sorta di strumento di libertà. Lo avrebbe utilizzato per strombazzare al mondo la bellezza della Verità per cui ha

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QUALCHE BELLA SCOPERTA

Guardando sul web, abbiamo scoperto tramite l’amico Roberto Prisco uno splendido sito dove reperire libri antichi o solamente vecchi di ogni genere e quindi anche su Chesterton. Abbiamo trovato numerosi titoli del Nostro in italiano, spagnolo, francese, tedesco e naturalmente anche in inglese. Siamo rimasti stupiti anzi lietamente stupiti nel vedere come, vivente GKC, in Italia venisse stampata una interessante edizione di Manalive (Le avventure di un uomo vivo), come nel 1945 si leggesse tranquillamente in mezza Europa l’insuperato saggio chestertoniano sull’Età Vittoriana nella letteratura inglese, uscito in Italia per i tipi della Bompiani.

Il sito di cui parliamo è www.maremagnum.com, indirizzo che porta al Mare Magnum Librorum. Una piacevolissima sorpresa che dimostra come in altri tempi si fosse decisamente più saggi.

Abbiamo potuto vedere come GKC fosse tenuto in alta considerazione e perciò tradotto e pubblicato con larghezza in Spagna, Germania, Francia e Italia. E abbiamo scoperto come già nel 1936 in Italia la Morcelliana pubblicasse volumi come quello di Carlo Pfleger dal titolo In lotta per Cristo. Saggi su Peguy - Bloy - Gide - Chesterton - Dostoievskij - Soloviev - Berdjaev, il che è molto interessante. Oppure che Il Segreto di Padre Brown fosse edito dalla Casa Editrice Bietti già nel nel 1931. I francesi avevano la fortuna di legge L'Uomo Eterno per i tipi della parigina editrice Plon nel 1927.Non si fecero scappare -naturalmente!- I crimini dell’Inghilterra, pubblicato in edizione francese già nel 1916! In Spagna L’Osteria volante esce nel 1942 a Barcellona per la Libreria Editorial Argos. Tutte queste cose ci lasciano

pensare che una volta le parole di Chesterton avevano ascolto perché ritenute culturalmente non estranee, anzi affini.Forse il problema è proprio qui, che queste parole siano state giudicate estranee per il loro non allineamento con filoni culturali ritenuti egemoni ed oggi tristemente tramontati dopo drammatici o addirittura tragici epiloghi.Ne esce comunque una figura di spessore e respiro internazionale, già supertradotto durante la sua feconda vita, e quindi ritenuto un riferimento per migliaia se non milioni di persone.Pio XI, che lo definì “defensor fidei”, non errò di una virgola.C’è allora un gran lavoro da fare, ma un lavoro degno di essere fatto, perché anche esso contribuirà a costruire un mondo meno barbaro.

Patrick Dalroy

ABOUT GILBERT

Raffaele Crovi, Le maschere del mistero. Storie e tecniche di thriller italiani e stranieri - Pass ig l i , 2000,ISBN: 8836805981 - 1ª ed. - Euro 15,44

Il nostro Gilbert per fortuna non è dimenticato del tutto: c’è ancora qualcuno che desidera parlarne. Nel volume che vi proponiamo, dedicato agli autori, alle tecniche ed agli eroi del thriller, Raffaele Crovi, narratore, critico, editore, ritenuto uno dei massimi esperti di questo genere, ha raccolto note e saggi su autori italiani e stranieri, e tra questi elenca tra i primi proprio Chesterton, che viene messo assieme a scrittori del calibro di Le Carré, Simenon e altri.

E’ un libro molto particolare, e Chesterton a commento del tema (in realtà sul giallo, che forse è cosa in parte diversa dal thriller) ha fatto scorrere fiumi di inchiostro. Recentemente in Italia abbiamo visto

pubblicato da Sellerio il piccolo ma interessante volume Come si scrive un giallo, che raccoglie parte delle acque del nominato fiume.

L’autore passa al vaglio Chesterton e la sua opera come si fa per uno dei padri di questo genere.

Onore al merito.

Malachia Murdoch

Gilbert con sua moglie Frances

UN SITO AL GIORNO...

Il web è uno strumento interessantissimo, perché da una parte è una landa sconfinata dove perdersi sin troppo facilmente, dall’altra è una straordinaria opportunità per cercare notizie interessanti, importanti testimonianze degli interessi dell’uomo.

Credo che Chesterton, l’uomo del telegramma alla moglie Frances del seguente letterale tenore: “Dove dovrei essere?” e della susseguente risposta della solerte e paziente Frances: “A casa”, se avesse avuto a disposizione il web si sarebbe letteralmente trasformato non nell’Innocenzo Smith di Le avventure di uomo vivo, ma addirittura nello svolazzante cappello di questi, ossia in una sorta di strumento di libertà. Lo avrebbe utilizzato per strombazzare al mondo la bellezza della Verità per cui ha

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combattuto la buona battaglia di una vita.

La Rete allora è una miniera insospettabile di... cose che si ispirano a Gilbert. Il primo sito che vorrei sottoporvi è quello della poliedrica e iperattiva (e non poteva essere diversamente) Società Chestertoniana Americana, The American Chesterton Society, www.chesterton.org, per chi volesse visitarlo.

Il sito è ricchissimo, è anche un sito di commercio elettronico di libri di e su Chesterton e di una americanissima serie di gadget chestertoniani che più simpatici non si potrebbe. Ma a parte questo, è ricco di interessanti contenuti quale una sorta di frequently asked questions sugli insuperabili aforismi di Chesterton, secondo neppure a Oscar Wilde nel pronunciarli. Il servizio permette di sapere se e in che luogo (della sua quasi enciclopedica produzione) Chesterton ha pronunciato una determinata frase. Non è poco vista la mole letteraria spostata nella sua vita dal Nostro e la fame che a volte c’è tra i lettori di sapere in che contesto egli avesse scritto quell’espressione. C’è una bibliografia definita per principianti (di quanto pubblicato in inglese, of course!) comprendente sia quanto pubblicato in vita che postumo. E’ fondamentalmente diviso in sezioni che comprendono i vari aspetti della personalità letteraria di GKC (il filosofo, il teologo, il distributista, il critico, il poeta, il saggista, eccetera), trattati attraverso la citazione di passi della sua opera, sia letteraria che giornalistica. C’è anche una densa pagina di link, tra i quali altri di lingua inglese che commenteremo prossimamente.

The Ball

LETTERE ALLA REDAZIONE

Come molti di voi avranno osservato, abbiamo diffuso in rete il primo numero del nostro giornale con questa letterina d’accompagno, mirante a chiedere un preventivo perdono per aver osato tanto. Questa è la nostra lettera:In occasione del 2° Chesterton Day ha visto la luce l'organo della Società Chestertoniana Italiana, battezzato con poca umiltà G.K.C.'S .Ve lo inviamo nella speranza di ricevere impressioni e soprattutto propostedi collaborazione.E' in un banalissimo formato word, tutto da perfezionare, ma non potevamonon tirarlo fuori, memori del motto chestertoniano "Se una cosa vale la penadi farla, vale la pena di farla male". In barba a tutto il resto.Speriamo pure che vi piaccia.A presto,

Società Chestertoniana Italiana

Pensate che un’anima pia ci ha risposto e gliene siamo più che grati, tanta è la carità che la muove!Ecco di seguito la pia risposta (che ci gonfia di orgoglio quasi a farci sembrare dei... novelli Chesterton... almeno quanto alle dimensioni!):

In barba a tutto il resto?Mi sembra che non ve la siate cavata male con il vostro numero "ZERO",complimenti, il companatico c'è, il contorno sono certa non tarderà adarrivare.

Per quanto riguarda le proposte di collaborazione, io non so se tra quanto scrivo sul sito www.culturacattolica.it c'è qualcosa che possa fare al caso

vostro, "vagliate tutto e trattenete ciò che vale" a voi il giudizio, si può sempre parlarne.

Ancora bravi!.

Nerella Buggio

Ancora un grazie di cuore. Accettiamo l’invito della carissima Nerella Buggio e auspichiamo una gagliarda collaborazione futura sulle barricate del buon senso.

La Redazione

GKC’S QUOTATION

“Ogni uomo è un re (...) e (per conseguenza) ogni cappello è una corona. Ma questa è una corona che viene dal cielo”

Innocenzo Smith ne “Le avventure di un uomo vivo”.

CHESTERTON E L’ITALIA: EMILIO CECCHI.

La considerazione fatta circa la notorietà e la stima di cui il nostro Chesterton godeva negli ambienti culturali ed intellettuali italiani all’inizio del secolo XX, è testimoniata da una figura di particolare interesse e valore, quella di Emilio Cecchi, autore per i più della bella traduzione di Manalive (Le avventure di un uomo vivo). Cecchi ebbe la fortuna di conoscere personalmente Chesterton e nell’interessante suo volume “Pesci Rossi” (1920), edito da Vallecchi ed ancora in commercio, narra del suo incontro con il Nostro, ricordando tra l’altro con divertito stupore le espressioni di stima e di orgogliosa simpatia dei vicini di Chesterton a Beaconsfield, sobborgo londinese dove GKC visse e morì, espressioni che non

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nascondevano però malcelati pensieri del tipo: “Bravo, bravissimo. Ma è un po’ matto...”, riflessioni di cui Cecchi non esita a dare atto, per l’appunto. Egli tra l’altro è stato il maggiore e più colto divulgatore italiano di Chesterton, ed elaborò per lui la vera, singolare ed efficacissima immagine per cui Chesterton sarebbe paragonabile ad un Padre della Chiesa costretto dalla temperie del suo tempo a predicare al suo popolo vestito da clown, una sorta di Giano bifronte un po’ clown, un po’ vescovo. Parlando dell’opera di GKC e della sua mastodonticità nel suo volume “Scrittori inglesi e americani” dirà: “La sua astuta dovizia e il suo splendore serbano sempre un che di popolaresco. E s’egli dissimula la propria natura, da sembrar non più che un burlone o un fumista che cerchi soltanto di accendere le polveri e sparare le bombe dei suoi paradossi, noi conosciamo abbastanza di lui per ingannarci a cotesti aspetti esteriori (...) Lo spreco d’arte e d’idee, in questa massa di prosa enorme e impervia, dà uno stupore quasi angoscioso”. La rivista La Ronda ospiterà proprio grazie a Cecchi scritti di Chesterton e di Belloc, tra le prime volte in Italia.Cecchi nacque nel 1884 a Firenze e morì nel 1966 a Roma. Già da studente inizia ad occuparsi di critica letteraria e d’arte, collaborando con La Voce. La sua formazione vedrà l’influenza del Longi ma soprattutto di Bernard Berenson (ne tradurrà “Painters of Reinassance”). A Roma, dove si trasferisce nel 1910, inizia la sua attività di critico e nel 1919 è tra i fondatori della rivista "La Ronda" (la cui raccolta è stata recentemente riedita, comprese le collaborazioni di Chesterton e Belloc, da Liguori, curato da Mazzieri). Collabora al "Marzocco", al "Dedalo", a "L' Esame", al "Leonardo", a "L'Italia Letteraria". Oltre

all’opera di saggista, anglista, critico letterario, come critico d’arte scrisse Note d 'arte a Villa Giulia (1912), Pittura italiana dell'Ottocento (1926), Trecentisti senesi (1928), Pietro Lorenzetti (1930), Note alla II Quadriennale (1935), Giotto (1937), Donatello (1942), Scultura fiorentina del Quattrocento (1956).

John O’Connor

Emilio Cecchi

CHESTERTON ASA... BIG! PAINTER...

Non tutti forse sanno che Chesterton fu anche un valente disegnatore e pittore. L’aveva nel sangue, il gusto del bello e dell’arte grafica. Anche suo padre pare se ne intendesse, e comunque era un validissimo artigiano, visto che si dilettava a costruire teatrini per marionette e burattini per i piccoli (allora lo era, sì!) Gilbert e Cecil.Gilbert tentò la carriera artistica andano alla Slane School of Arts, ma la cosa non lo convinse e si decise non senza travaglio per il giornalismo.

Man mano che ne avremo l’occasione, vorremmo presentarvi qualcuno dei suoi bellissimo disegni. Eccovi la prima! Un’opera giovanile, per cominciare. E’ un autoritratto burlesco dell’ancor magro,

giovanissimo e travagliatissimo Chesterton, con un piglio artistico ma anche oratorio, dati i fogli e il piccolo piedistallo stile soap box per i pubblici dibattiti ad Hyde Park, dibattiti in cui si distinguerà il suo amico e maestro padre Vincent Mc Nabb. Il tratto è stilizzato ma sicuro e discretamente espressivo. Lo stile è sobrio e pulito, e non gli manca nulla: il giovane Gilbert c’è tutto! Pensate che Chesterton illustrerà uno dei primi libri del suo amico Belloc, quindi le giovani premesse avranno tra qualche anno una buona conferma.

Raffaele Bruni

Un’autocaricatura di Chesterton all’età di 20 anni. Da www.chesterton.org (The American Chesterton Society).

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sulle sigarette e chesterton

Qualcuno ci ha chiesto una spiegazione dopo l’uscita dello scorso numero. Come molti avranno veduto, abbiamo pubblicato questa simpaticissima immagine di GKC munita di autografo stampato, che volentieri riproponiamo. Singolarissima perché testimonia e certifica la grande popolarità di Chesterton vivente. Si tratta di una immagine stampata sulla carta delle scatole di sigarette, così come usava una volta, ai tempi in cui GKC era vivo. Le sigarette infatti venivano vendute in scatole di metallo, munite all’interno di un involucro protettivo di carta fine, spesso ornata con stampe e disegni di ogni genere, quali, tra l’altro, ritratti di personaggi famosi. Chesterton stava anche sulle scatole delle sigarette, pensate. I salutisti inorridiranno. Non certo il caro vecchio GKC, amante del sigaro, che di certo se la rideva (e se la riderà ancora...).

The Speaker

Chestertoniani di ferro: Roberto Prisco

Ogni giorno prendo atto di quante persone esistono in giro per il mondo che hanno interesse per Chesterton, ne divulgano e ne studiano l’opera. Il web, che è un discreto indicatore delle passioni (sane ed insane) e degli interessi dell’uomo, testimonia un rinascente interesse in giro per il mondo (soprattutto quello anglosassone, ma non solo, anzi! Pensate che esiste un

sito di chestertoniani russi!) per un punto di vista sano e costruttivo, interessante e lieto sulla vita.

Vorremmo quindi dare spazio a queste voci e a questi studi, che sono la testimonianza dell’irriducibile resistenza delle idee che costituiscono realmente l’uomo.

Iniziamo col presentare la relazione del 2° Chesterton Day, di cui dà atto l’editoriale del nostro presidente, pronunciata il 25 Giugno scorso da Roberto Prisco.

Roberto Prisco è ricercatore di Statistica presso l’Università di Verona ed è fondatore dei fantastici Gruppi Chestertoniani Veronesi, che si trovano a ben mangiare e a discutere delle opere di GKC avendole preventivamente lette e “digerite”.

Il suo contributo è su un argomento da molti dibattuto da tempo e che è stato oggetto di un convegno svoltosi il 27 Settembre 2003 a Peschiera del Garda sotto l’egida di questa Società e dei Gruppi veronesi (nello scorso numero il giornale ha pubblicato un’interessante intervista ai relatori di quel convegno apparsa su Avvenire a cura di Roberto Beretta). Le attinenze e le coincidenze tra Giovannino Guareschi e Gilbert Keith Chesterton sono tante ed interessanti, non foss’altro che per il fatto che Guareschi leggeva, studiava ed anzi sottolineava Chesterton (anche con commenti e grossi punti esclamativi, come ci ricordava Alessandro Gnocchi, studioso del “Chesterton emiliano”).

E’ la radice che è la medesima: la ragionevolezza del cristianesimo e la sua profonda penetrazione della realtà in quanto tale.

Nelle prossime pagine troverete per intero la relazione a tutta pagina.

Buona lettura.

The Cross

DEDICATO AI PRINCIPIANTI

Presentiamo per i principianti parti significative

dell’opera di GKC, per consentirne un approccio più utile e proficuo.

Presenta il giovane ma valente socio Francesco D’Ercoli, un entusiasta neofita del Nostro, che vi aiuterà a meglio esplorare un interessantissimo Club da cui non ci si può separare con facilità.

Il club dei mestieri stravaganti

Delizioso; altro aggettivo non trovo per descrivere in un sol colpo questo coloratissimo collage (composto da sei pirotecniche avventure) scritto nel 1905 da un Chesterton poco più che trentenne, umoristico più che mai, che già contiene in embrione alcuni degli spunti che marchieranno a fuoco la sua prolifica carriera di apologeta e pensatore cristiano.

Protagonista, nel variopinto e misterioso mondo dei sobborghi londinesi, è Basil Grant, alle prese con il Club dei Mestieri Stravaganti, un circolo che riunisce tutti coloro che hanno creato ex-novo un qualsiasi modo per guadagnarsi il pane. Per accedere al circolo è necessario essere promotori di un lavoro totalmente inedito, non è sufficiente una rilettura di mestieri antichi, non verrebbe mai ammesso al club chi fosse un assicuratore che: << anziché assicurare le proprietà dei suoi clienti contro il rischio d’incendio , assicurasse, poniamo, i loro pantaloni contro il morso dei

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cani arrabbiati>>. In più il lavoro deve costituire una reale fonte di reddito: insomma, no perditempo. Accanto a Basil, singolarissimo magistrato “pentito”, ruotano suo fratello Rupert e il fedele amico (nonché narratore) Swinburne. Ogni storia nasconde un mistero da svelare: Rupert lo analizza con fare scientifico e razionalistico, alla Sherlok Holmes per intenderci, con congetture probabilistiche mosse da associazioni di idee che sembrano corrispondere alla realtà; Basil, al contrario, è colui che effettivamente utilizza la ragione e l’antropologia, ma lo fa in modo poetico e trasognato, alternando risate a crepapelle, paradossi e gesti che sembrano, al narratore, come sentori di una pazzia sempre più conclamata e invece si traducono in un disegno più ampio e verace di soluzione del problema. Il buon Swinburne è il politically correct del gruppo; parte dall’equidistanza tra i due fratelli, ma alla fine sceglie sempre (e a torto) il modo di agire pragmatico e apparentemente più lucido e arguto di Rupert, rispetto al fare squinternato, sviante e incomprensibile di Basil.Attorno ai tre si avvicendano una serie di personaggi stravaganti, dove GCK dà il meglio di sé, con immagini talmente limpide che i vari characters sembrano danzare davanti agli occhi del lettore. Ricordiamo, tra gli altri, l’agente immobiliare sempre pronto a tirar fuori

dalle tasche serpenti, furetti ed ogni genere di animali, e il professor Chadd, inventore di un linguaggio nuovo fatto di gesti che se ne sta nel suo giardino roteando e compiendo piroette nell’attesa di qualcuno che lo comprenda (Basil naturalmente). Tra le righe già scorgiamo la critica al materialismo e al razionalismo (quello di Rupert), al voler indagare la realtà secondo schemi preconcetti, ideologici, con conclusioni che seguono il rigore della matematica e della logica, fallendo poi miseramente perché perdono di vista l’ingrediente essenziale, l’uomo, la variabile impazzita, poliedrica e multiforme che scombina schemi e sistemi. Basil Grant invece conosce gli uomini, e soprattutto è un poeta; e la poesia sembra essere l’antidoto più efficace contro il mero materialismo.

Se ancora non vi ho convinto a leggere (o rileggere) il libro, allora lascio che sia lo stesso Gilbert ad affascinarvi con una delle immagini più belle dell’opera:<<Basil Grant ed io ci trovammo un giorno in quello che è forse il luogo migliore al mondo per conversare, la parte superiore di un tram passabilmente deserto. Conversare in cima a una collina è una cosa meravigliosa, ma conversare in cima a una collina volante è un’esperienza magica>>. Un vero gioiellino insomma, imperdibile per appassionati e non.

Francesco D’Ercoli

G.K.C.’S - PERIODICO

DELLA SOCIETA’ CHESTERTONIANA ITALIANA - NUMERO 0 - 19 AGOSTO 2004. Testata in corso di registrazione - Foglio stampato in proprio dall’Associazione Culturale SocietàChestertoniana Italiana - Sede Legale:Via San Pio X, 4/C - 63039 San Benedetto del Tronto - C.F.: 91022790447.Hanno collaborato a questo numero: Raffaele Bruni, Patrick Dalroy, Malachia Murdoch,John O’ Connor, Roberto Prisco, Marco Sermarini, The Ball, The Cross, The Speaker.Redazione: Giulio Giustozzi, Paolo Gulisano, Marco Sermarini.Numero chiuso il 19 Agosto 2004, San Giovanni Eudes.