Giffoni e le bellezze del Territorio

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Sommario

4 Giffoni Valle Piana

8 Il Borgo di Terravecchia

14 Percorsi e paesaggi

16 Gli eventi

21 Il territorio dei Picentini

27 I dintorni

31 Il gusto dei Picentini

34 Dove mangiare

35 Dove dormire

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Giffoni Valle Piana, paese tradizionalmente agricolo, si è affermato, negli ultimi decenni, soprattutto nel settore turistico-culturale, grazie al Giffoni Experience, che ha letteralmente trasformato il territorio. Il progetto Giffoni Multimedia Valley, naturale sviluppo della Cittadella del Cinema, segnerà defi nitivamente la Città quale sede dell’ospitalità e del cinema dedicato ai giovani. L’Amministrazione Comunale, in particolare nell’ultimo decennio, sta compiendo grandi sforzi per far crescere le infrastrutture in sintonia con le nuove esigenze. Sul territorio si sono create numerose realtà di accoglienza, come bed and breakfast, guest houses e altre tipologie di ospitalità per implementare e adeguare l’offerta ai visitatori. La cultura, partendo da un passato glorioso ed oggi grazie al Giffoni Experience, ha trovato casa nella ristrutturazione di chiese e monumenti. Particolarmente interessante è la rinascita del Borgo Medievale di Terravecchia, che ha restituito il volto più antico al primo nucleo abitato del Paese. L’enogastronomia si è arricchita grazie alla riscoperta e alla valorizzazione di gusti e sapori del territorio e dei prodotti tipici locali, come la nocciola che vanta il marchio IGP, l’olio di oliva DOP, le castagne, i prodotti del sottobosco come i funghi e i tartufi . Non è stato trascurato neanche l’aspetto naturalistico, attraverso la creazione di percorsi per il trekking verso i monti incontaminati dell’Accellica, all’interno del Parco regionale dei Monti Picentini. Giffoni è una città aperta tutto l’anno, generosa nell’offrire opportunità e scenari sempre nuovi ai visitatori e ai turisti. La sua particolare posizione geografi ca permette inoltre di raggiungere in pochi minuti località, più a valle, vicine al mare a ai siti archeologici di Paestum, Pompei ed Ercolano.

IL SINDACOPaolo Russomando

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GIFFONI VALLE PIANA

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La nascita di questi villaggi ha generato nuovi usanze e costumi ognuno differente dagli altri ma tutti ben radicati nel territorio e tutti ancora capaci di raccontare la loro storia e tramandarci la loro cultura.Il turista che giunge in questa tranquilla cittadina percorrendo la strada provinciale che da Salerno entra nella valle del Picentino, incontra S. Maria a Vico la prima frazione a 4 Km dal capoluogo. La frazione, di origine e tradizione agricola, non è costituita da un vero e proprio nucleo urbano, ma da diverse case coloniche sviluppatesi attorno al primo, più antico centro abitato.La Chiesa dedicata a S. Maria, unica con il suo aspetto rotondeggiante, ospita al suo interno otto colonne corinzie, testimoni di un precedente insediamento di un tempio pagano.Prima di giungere al capoluogo Mercato, la frazione Ornito è adagiata dolcemente su una collina che guarda l’intera valle, piccole casette con tanti orti circondano la Chiesa di S. Nicola.Proseguendo lungo la strada si giunge al capoluogo Mercato, ove sorge, all’ingresso della città, il trecentesco convento di S. Francesco che vanta dipinti di scuola giottesca, il campanile del XV secolo e il “Coemeterium” con affreschi molto antichi.Si arriva così nella piazza del capoluogo dove fa bella mostra di sé una monumentale fontana in stile Vanvitelliano. Proseguendo ci si immerge in quello che era il primo insediamento di questo nucleo abitativo, denominato Convento Vecchio. Si giunge poi in piazza Annunziata, in cui troneggia la Chiesa Madre della SS. Annunziata ove è conservata la reliquia della Sacra Spina della corona di Gesù. All’interno si possono ammirare diversi dipinti di pregevole fattura.

Il Comune di Giffoni Valle Piana con i suoi 12.000 abitanti è composto da 16 frazioni: Curti, Curticelle, Santa Caterina,Sovvieco, Pozzarolo, San Giovanni, Chiaravallisi, Catelde, Chieve, Gaia, Vassi, Mercato, Terravecchia, Ornito, Santa Maria a Vico e Sardone.

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Dalla piazza è diffi cile non notare il castello posto sulla cima di Terravecchia e il borgo sottostante che domina su tutta la valle. Il Borgo di Terravecchia, con le sue stradine e le sue mura di cinta, rappresenta appieno il periodo medioevale su queste terre. Forse solo in questo luogo ancora oggi si riesce a percepire il passaggio delle antiche popolazioni, Bizantini, Longobardi,Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli che hanno fatto la storia della Valle del Picentino. Due Chiese dimorano in questa piccola frazione, quella di S. Leone posta sul lato occidentale e quella più antica di S. Egidio, con affreschi del XIII - XVI - XVIII secolo.

Collegata quasi al capoluogo è la frazione Vassi con ammirevoli portali, porticati e vicoletti che delimitano palazzi settecenteschi, le chiese incastonate in contrade pittoresche.

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Oltre alla Chiesa di S. Lorenzo e a quella di S. Rocco semplice nella sua struttura, possiamo ammirare la Chiesa del SS. Salvatore a croce greca. Da visitare è la contrada Calabranello, la piazzetta, il vecchio mulino, le chiuse e il palazzo Belli circondano questo piccolo gioiello giunto a noi quasi intatto dal XVIII secolo. Il palazzo Belli nasconde la cappella di S. Biagio che rappresenta nello stile e nelle decorazioni il carattere della scuola napoletana del Settecento. Risalendo troviamo Chieve, un villaggio nato nel periodo Longobardo.Con alle spalle le verdi colline Picentine, si erge la piccola Chiesa di S. Giorgio, che rappresenta il punto di incontro di questo piccolo paese.Sempre continuando giungiamo alla Chiesetta duecentesca di S. Martino che raccoglie intorno a sé la piccola frazione di Catelde.Poco più avanti, sorge la Chiesa di S. Giovanni Battista, situata nella omonima frazione. L’edifi cio ad una unica navata, presenta la facciata principale rivolta a sud. Tutt’intorno si estendono diversi nuclei abitativi: Pozzarolo, Chiaravallisi, Li Troisi e Torello. In ognuno di questi nuclei è presente una chiesa o una cappella gentilizia. A Pozzarolo, ad esempio, si trova la Chiesa di S. Giuda Taddeo, cappella gentilizia, appartenente alla famiglia de Ippolitis. Sovvieco, poco distante da Curti, si racconta sia uno dei più vecchi insediamenti nella valle. Su uno sperone che sovrasta la frazione vi è la Chiesa di S. Elia, semplice nel suo stile architettonico.Dall’ampio sagrato si può ammirare oltre all’intera valle anche la Chiesa di S. Maria delle Grazie nella frazione S. Caterina con attigua la congrega del SS. Rosario di epoca rinascimentale.Si lascia S. Caterina dopo aver girato per i suoi caratteristici vicoli e si giunge a Curti. Curti e Curticelle sono le frazioni più distanti dal Capoluogo, quasi a voler rimarcare una certa autonomia che hanno sempre rivendicato nei confronti del capoluogo. Curti è un piccolo agglomerato di case nobiliari, con cortili, porticati, macine, forni, cantine che rispecchiano appieno l’opulenza architettonica di questa frazione. Oltre alle numerose cappelle gentilizie presenti nella frazione si può ammirare, nell’ampia piazza, la stupenda Chiesa di S. Pietro e Paolo a tre navate, con la sua facciata interamente decorata e gli altari arricchiti da tele di notevole interesse.Resta un’ultima frazione, quella di Sardone, a ridosso del Comune di Pontecagnano, una frazione giovane, con tante case immerse in vigneti ed uliveti che guardano il Tirreno.

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IL BORGO DI TERRAVECCHIA

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Una prima chiesa nacque intorno all’anno Mille e con le invasioni saracene il villaggio crebbe, i Longobardi vi costruirono le prime case, poi arrivarono i Normanni. Nell’alto Medioevo i villaggi furono ridotti a feudi, cosicché vennero innalzati i primi castelli (incastellamento) e ripristinate le vecchie fortezze romane a difesa dei luoghi circostanti. Nel 1233 l’ImperatoreFederico II ordinò la restaurazione di vari castelli e incluse anche quello di Terravecchia. Il villaggio sottostante incominciò ad avere la forma attuale, crescendo da est con la Chiesa di S. Egidio fi no alla zona più nuova e ad ovest con la Chiesa di San Leone.Il villaggio è collegato al Castello attraverso una piccola mulattiera; questa distanza sembra voler marcare la differenza di classe tra il popolo e il signore del castello. Le case non erano signorili, ma semplici case contadine, fornite ciascuna di servizi importanti quali forni, stalle, cisterne, cantine, camini, tutte strutture semplici che rispecchiavano le esigenze di un’economia fatta solo di agricoltura e piccolo allevamento. In quel periodo fu ristrutturata anche la Chiesa romanica di S. Egidio, che ancora oggi contiene in ottimo stato dei bellissimi affreschi proprio di quel periodo. Nel XIV secolo il Castello passò sotto i nuovi signori, gli Angioini; divenne poi, nel XIV secolo, un riferimento considerevole durante la congiura dei Baroni (1485). Nel 1489 il Castello fu ristrutturato da Don Rodrigo D’Avalos, che sposò Novella (Isabella) De Muro (Giffonese), per abitarlo. Il declino del villaggio iniziò inesorabilmente verso la fi ne del 1600.

L’economia di tutta la valle aveva raggiunto il suo massimo splendore con la lavorazione della lana, e il nuovo signore di Terravecchia, nel 1628, era Don Carlo Doria, duca di Tursi. La sua famiglia ne mantenne il possesso fi no al 1765. Dalla metà del 1700 fi no alla metà del 1800 il Castello venne lasciato in totale abbandono, la famiglia Dini acquistò il maniero e l’architetto Gennaro Dini lo ristrutturò in parte (solo l’ala sud) nel 1884.

Un lungo oblio oscurò Terravecchia dalla caduta dell’Impero romano fi no al VI secolo quando i Longobardi si insediarono in questa regione e la collina, da avamposto romano, divenne un piccolissimo insediamento urbano.

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L’architettura delle torri, delle mura, della porta di ingresso dello stesso Borgo rispecchiano più la maestria e le esigenze delle genti locali che non un disegno predefi nito. Fu la collina a dettare il tipo di architettura ed a imporre i propri materiali e colori; l’arenaria fu presa in località Ripa (questa località è denominata anche Pietra Cavallara), a poca distanza dal borgo.Nacquero molte “carcare”, dove si scioglieva la calce. Così il paese incominciò a svilupparsi secondo i dettami delle esigenze e non dell’estetica. La casa era inserita, più che in un terreno coltivato come una fattoria moderna, in un agglomerato urbano. Si tratta di un modo anomalo di concepire la vita di una famiglia dedita all’agricoltura, ma questo concetto antico risaliva al periodo delle incursioni dei Saraceni che lungo la costa penetravano nell’entroterra, depredavano e ritornavano alle loro navi.Tutte le case in questo Borgo avevano ed hanno una tipologia costruttiva identica: fi no agli anni ‘50 venivano considerate un luogo di rifugio, di riposo e di raccolta di tutto quello che serviva per vivere durante l’anno. Ogni famiglia dimorava in questi fabbricati ma viveva a valle, dove coltivava la terra e allevava animali, poi la sera ritornava a casa con i propri armenti. Da queste esigenze nasce la casa agricola, inserita in un borgo medioevale (è la casa romana inserita nel borgo e non più nella valle vicino al fi ume); era autonoma, quasi una fortezza nella fortezza con al piano terra tutti i servizi, cantine, forni, stalle e cisterne per la raccolta di acque meteoriche.Coltivare il terreno signifi cava vivere, ma rifugiarsi con i propri animali ed averi in un borgo fortifi cato signifi cava sopravvivere.Il Borgo è un susseguirsi di case e vicoletti tutti incorniciati da un possente sistema difensivo. Muri di cinta merlati e torri si susseguono da ovest a est inglobando per circa un chilometro e mezzo il piccolo villaggio.Il Medioevo ha lasciato evidenti segni non solo dal punto di vista sociologico ma soprattutto architettonico. Le case si susseguono agli orti in un continuum elegante e discreto, la mano dell’uomo è stata gentile.

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Diversi edifi ci sono stati ristrutturati; il lato est del paese, quello più abbandonato, nell’anno 2000 ha subito un enorme intervento di ristrutturazione. Sono stati otto gli edifi ci ripristinati con i fondi dell’Unione Europea.Quello intitolato a Federico II è il più grande. Occupa, su 4 livelli, quasi 1100 mq con una polifunzionalità che ne fa sicuramente in tutta la valle una delle più grandi strutture ricettive adibite a congressi, incontri, meeting, master universitari. Altri 7 edifi ci sono utilizzati per pernottamenti: con piccoli e grandi appartamenti si arriva a 70 posti letto. Un altro edifi cio utilizzato per mostre e convegni è la Chiesa di S. Egidio che sorge sul lato est nelle immediate vicinanze del sentiero federiciano che, con gradini più lunghi, a piano inclinato, porta dall’abitato (Borgo) al Castello.

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La chiesa di S. Egidio, crollata nel 1959, è stata ristrutturata con i fondi comunali sotto la vigilanza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Salerno. Oggi sconsacrata ed adibita a funzione laica, impone la sua presenza facendo da punto di riferimento per tutte le iniziative ed avvenimenti del Borgo di Terravecchia. È anche un punto di ritrovo estivo con la piazzetta antistante che domina la valle e il punto di arrivo dall’antica strada in gradoni in pietra che porta da Giffoni al Borgo, per poi proseguire per il castello.La ristrutturazione ha posto in rilievo quelle che sono le peculiarità di carattere storico artistico ma ha cercato contemporaneamente di venire incontro a quelle che sono le esigenze del nostro tempo. Non è stato facile adattarla alle nuove tecnologie. Il grande affresco posto nell’abside è sicuramente il veicolo conduttore del nostro tempo, e forse anche la parte più suggestiva, ma non per questo si è rinunciato a rendere la Chiesa funzionale per convegni, mostre e proiezioni video con sistemi tecnologici non impattanti.Poco lontano, anch’esso ristrutturato, fa bella mostra di sé il vecchio trappito risalente al XVII sec. adibito come macina per le olive. Ancora in bella evidenza la poderosa ruota in pietra che veniva mossa da un asino che, con un movimento rotatorio, schiacciava le olive. E’ uno dei più begli esempi di cultura contadina.Viene spesso adibito a mostre ed eventi culturali perché è una location perfetta che restituisce appieno lo spirito medioevale del Borgo.

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Il castello che si erge sulla collina di Terravecchia domina l’intera valle. Nasce nel periodo Romano come piccolo avamposto e diventa castello nel periodo Longobardo, si amplia e si modifi ca secondo i signori di turno. Ancora oggi le sue mura fanno intravedere i vari i segni lasciati in modo inequivocabile dai Normanni dagli Svevi dagli Angioini dagli Aragonesi e poi dagli Spagnoli.

In questo contesto così suggestivo, l’Associazione Culturale Borgo Medioevale di Terravecchia gestisce queste strutture offrendo tutto l’anno ospitalità per pernottamenti e convegnistica.

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PERCORSI E PAESAGGI

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Sicuramente il sentiero più evidente e più segnalato è quello dedicato ad un grande meridionalista, scrittore ed escursionista di montagna vissuto ai primi del Novecento, Giustino Fortunato, il quale riteneva che : “…solo dopo aver faticato per sentieri, aver visto la vita dei contadini, le zone dell’interno, si può capire il cuore del Mezzogiorno”.Il sentiero tracciato da Giustino Fortunato attraversa tutte le colline salernitane e tocca l’antico Borgo di Terravecchia e, menando verso occidente, a mezza costa ripercorre l’antica via usata ancora oggi dai contadini dediti alla coltivazione delle castagne, della nocciola di Giffoni o al pregiato olio proveniente dagli uliveti secolari che fanno da contorno al paesaggio.Un altro sentiero, non meno affascinante, è quello che porta alla scoperta del Monte Accellica. Partendo da Giffoni, dopo 12 Km di strada montana, si giunge ad un rifugio con 20 posti letto e situato a 900 m d’altezza. Da lì si prosegue verso la vetta a quota 1640 m. Già solo fermarsi al rifugio signifi ca scoprire intorno paesaggi naturali ricchi di grotte, cascate, fi umiciattoli o piccoli laghetti realizzati dai pastori ed usati per i loro armenti. Dall’alto il paesaggio diventa completamente diverso, lo sguardo si perde su un territorio di un verde intenso che contrasta meravigliosamente con l’azzurro mare del golfo di Salerno fi no addirittura, quando il tempo lo permette, al mare Adriatico. Enormi faggeti e grandi prati permettono splendide passeggiate e, come accade ogni anno nei primi 15 giorni di agosto, il luogo diventa un piccolo eremo di campeggiatori estremi.Resti di un opifi cio industriale, ancora ben visibile, posto tra i querceti delle colline a ridosso di Giffoni, testimoniano la ricca storia della Miniera di Ittiolo, insieme ai vari saggi scavati tutti attorno e alla funivia che portava il materiale dalla collina all’opifi cio. Un giorno intero a passo lento e ben equipaggiati basta a ripercorrere questo percorso che rimane ancora oggi a raccontare uno dei pochi esempi di archeologia industriale nel Meridione d’Italia.

Giffoni Valle Piana rappresenta una grande porta di ingresso verso i monti ai quali si accede attraverso sentieri che si dipartono come una enorme ragnatela.

15 PERCORSI E PAESAGGI

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GLI EVENTI

Concerto di Capodanno (gennaio)

Carnevale Giffonese

Ricorrenza della Sacra Spina (ultimo venerdì di marzo)

Tiro al Caciocavallo (martedì in albis)

Zit Zit Day - Auto tuning e car audio (giugno)

Bicinsieme (giugno)

Mostra di Eleganza Auto Storiche (giugno)

Infiorata di Sovvieco (giorno del Corpus Domini)

Giffoni Festival Canoro (luglio)

Curti Estate

Vassinsieme (agosto)

Fiera millenaria di S. Maria a Vico (agosto)

Giffoni Day (ottobre)

Sagra della Castagna (ottobre)

Presepe Vivente (dicembre/gennaio)

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Da più di 15 anni Giffoni Experience si è andato affermando non solo come un evento rinomato a livello internazionale e come sinonimo di qualità, ma soprat-tutto come effi ciente “azienda culturale” che organizza eventi tutto l’anno. Dal 2001 Giffoni Film Festival ha creato una rete di relazioni nel mondo - Giffoni Voyager - che esporta il format del “Festival madre” in diversi nazioni.

Il GFF nasce nel 1971 da un’idea di Claudio Gubitosi: promuovere il cinema per ragazzi, elevandolo a “genere” di grande qualità e successivamente dotarlo di capacità di penetrazione nel mercato.Più semplicemente il giovane Gubitosi cerca di stimolare un ambiente povero di iniziative culturali e fare qualcosa di diverso per il suo territorio.Due intuizioni si rivelano fondamentali e ancora oggi sono pilastri insostituibili del “concept” Giffoni: una giuria di soli ragazzi e un’organizzazione fortemente legata al paese di origine.“Di tutti i festival quello di Giffoni è il più necessario” questa la frase fi nale della lettera che François Truffaut scrive durante la sua visita a Giffoni nel1982. Il grande regista francese è stato l’ospite internazionale che ha inaugurato una storia di “visite” che trasformeranno la rassegna in un evento senza confi ni. Ospiti illustri si avvicendano ad ogni edizione: da Robert De Niro a Meryl Streep, a Richard Gere e Susan Sarandon; registi straordinari come Bertolucci, Antonioni, Wenders, Travolta, Benigni, Sorrentino.Nel corso del tempo, a mano a mano che il Festival acquista notorietà, il nume-ro dei giurati (dai 3 ai 18 anni) ha raggiunto quota 3500, mentre sono circa 40 i Paesi di provenienza; 6 le sezioni competitive, a cui va aggiunta una sezione dedicata alle lezioni di cinema, Masterclass.L’esperienza Giffoni si amplia nel corso degli anni in evento multiforme che va dal cinema di qualità alla musica, allo spettacolo più in generale fatto di artisti di strada ed esibizioni varie ha sempre contraddistinte dalla creatività e dal talento. Giffoni Experience ha trasformato completamente il volto del paese, plasmando la comunità e persino il suo assetto urbanistico.

Ben 250 giorni di attività all’anno.Un esempio: oltre 380.000 studenti arrivati a Giffoni in 18 anni per il progetto Movie Days.

17 GLI EVENTI

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Nel 2014 sono iniziati i lavori per la realizzazione del progetto “GiffoniMultimedia Valley”, che mira a divenire il più grande polo creativo del sudItalia, un centro di 200.000 metri quadri destinati ad ospitare la storia della cultura e del cinema. Il polo ospiterà la prima cineteca per ragazzi mai realizzata e nel museo “Testimoni del Tempo” troveranno casa ET, King Kong ed Alien.

La struttura, naturale sviluppo dell’attuale Cittadella del Cinema, disporrà di nuove sale a tecnologia avanzata e di un’arena per grandi eventi estivi.Giffoni Multimedia Valley diventerà nel tempo la “casa della creatività”, pronta ad accogliere i migliori progetti e le idee nuove provenienti dal territorio, non solo campano. Sarà, allo stesso tempo, incubatore di talenti e occasione di lavoro per i giovani.

Giffoni Multimedia Valley

18GLI EVENTI

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Mostra Internazionale d’Arte Presepiale

Giffoni Valle Piana da sempre ha saputo distinguersi sul territorio come attrattore di pubblico, essendo esso stesso un contenitori di eventi.Oltre al già citato Giffoni Experience che lo ha presentato al pubblico interna-zionale, altre manifestazioni caratterizzano il calendario di eventi del paese picentino, la Mostra Internazionale d’Arte Presepiale e il Giffoni Teatro.

La Mostra Internazionale d’Arte Presepiale è organizzata dalla locale Pro loco. Si svolge dal 1 dicembre al 7 gennaio nel trecentesco complesso monu-mentale di S. Francesco su un’area di 600 mq. La Mostra, suddivisa in tre sezioni, ospita una rassegna monografi ca sul pre-sepe tradizionale napoletano con l’esposizione di opere realizzate da artisti campani, una sezione dedicata ad opere provenienti da una regione italiana e un’altra con presepi provenienti da Nazioni estere.

La storia della manifestazione si può sintetizzare in un crescendo di iniziative e successi. Indimenticabili le edizioni che hanno ospitato presepi prove-nienti da Germania, Polonia, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Perù e dal continente africano. La presenza di un pubblico sempre più numeroso ed entusiasta conferma il livello qualitativo ormai raggiunto dall’evento. Il gradimento è testimoniato soprattutto da un particolare tipo di pubblico, quello giovanile, proveniente dalle scuole di ogni ordine e grado della regione. Ogni anno i ragazzi rispon-dono con grande entusiasmo all’invito e così, non di rado, gli studenti girano tra le opere esposte con sguardo incantato: niente è più vicino del presepe all’immaginario dei ragazzi che, più degli adulti, sono capaci di percepire ed interiorizzare il messaggio di pace e solidarietà che emana.

19 GLI EVENTI

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Giffoni Teatro

L’associazione Giffoni Teatro nasce dalla comune passione di un gruppo di amici amanti del teatro di prosa ed in particolar modo di quello napoletano e campano. Il progetto nasce dall’esigenza di incrementare l’interesse turisti-co-culturale per i Picentini, zona dell’entroterra salernitano lontana dai grandi attrattori culturali della regione, ma che con il suo patrimonio artistico, culturale e ambientale possiede potenzialità enormi. Durante tutto il mese di agosto l’associazione organizza la rassegna teatrale nel Giardino degli aranci, cinema all’aperto all’immediato dopoguerra ubicato nella corte dell’antico palazzo baronale Doria Pamphili di piazza Umberto I, recuperato e ristrutturato dall’amministrazione comunale alla fi ne degli anni ’90 e assurto a luogo simbolo del teatro estivo e dell’intrattenimento culturale.Il Giffoni Teatro si inserisce, per le sue caratteristiche peculiari, tra le manife-stazioni di maggior rilievo e spessore culturale della provincia e della regione e consente ad un pubblico sempre più numeroso di accedere all’esperienza teatrale.La storia della rassegna, giunta alla XVIII edizione, è ricca ed illuminata dalla presenza di illustri artisti che hanno presentato opere classiche e commedie brillanti.I più grandi interpreti del teatro italiano hanno calcato il palcoscenico del Giardino degli aranci da Giorgio Albertazzi, Giancarlo Giannini, Michele Placido, Mario Scarpetta, Peppe Barra, Luca De Filippo, Vincenzo Salemme, Lina Sastri, a Carlo Buccirosso, Alessandro Siani, Francesco Paolantoni, Enrico Brignano, Lello Arena, Biagio Izzo, Ficarra e Picone, ecc., elencarli tutti è praticamente impossibile !

20GLI EVENTI

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IL TERRITORIO DEI PICENTINI

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Siamo in un territorio unico, caratterizzato da una ricca biodiversità, da diversi stili di vita e linguaggi.Il territorio accoglie l’ospite con una ricca varietà di proposte ed escursioni così da rapirlo per diversi giorni. Entrare in questo territorio della Campania signifi ca anche trovarsi a poca distanza da mete turistiche ambite: la costiera Amalfi tana e quella Cilentana, i templi greci di Paestum e gli scavi di Pompei, le isole di Capri, Ischia e Procida, località turistiche esclusive come Salerno, Sorrento, Positano e Palinuro.Intorno a Terravecchia si estende il Parco Regionale dei Monti Picentini e la natura è tutelata con le Oasi WWF del Monte Polveracchio, della Valle della Caccia e dell’Accellica. La ricca vegetazione è molto variegata: dalle fustaie di latifoglie e conifere, si passa alla macchia mediterranea, associata a leccio, lentisco, mirto, corbezzolo, ginestra e oleastri. Il sottobosco presenta varietà di biancospino, evonimo, sanguinella e diverse liane. Le acque del fi ume Picentino sono popolate da trote, anguille e barbi. Diffusi la salamandra (prettamente terricola) i tritoni, la rana, le lucertole, i ramarri e gli orbettini. Tra i siti naturalistici da visitare: la Grotta dello Scalandrone e la Miniera di Ittiolo. Pregevoli l’Olio Extravergine d’Oliva a marchio DOP Colline Saler-nitane, la Nocciola di Giffoni a marchio IGP, i vini pregiati a marchio, la Mozzarella di Bufala Campana a marchio DOP, la mela annurca, le castagne, il miele, le fragoline e gli altri prodotti del sottobosco. Coltivazioni che rendo-no unico il paesaggio nelle quattro stagioni, dipingendolo con gradazioni di verde che incantano lo sguardo del visitatore. È questo il territorio di Luca e Pomponio Gaurico, di Gian Camillo Gloriosi, di Antonio Genovesi e di Giustino Fortunato.

Dall’alto del Borgo di Terravecchia lo sguardo volge verso luoghi autentici ricchi di storia, di sapori tipici, di natura accogliente e di una comunità ospitale: i Picentini. Qui il viaggiatore si immerge nei ritmi e nella vivacità culturale della comunità locale che vive nell’armonia della natura il tempo delle quattro stagioni.

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Iniziamo la nostra escursione partendo dal Borgo e lo sguardo volge ad est, a Montecorvino Rovella che nel 1247 diede i natali al missionario francescano Giovanni da Montecorvino, oggi Beato, ricordato per la sua opera di apo-stolato in Armenia, in India e in Cina dove morì nel 1328, dopo essere stato nominato arcivescovo di Pechino e patriarca di tutto l’Oriente.Si conservano numerosi monumenti d’interesse storico, tra cui le Chiese di Sant’Ambrogio, di San Lazzaro, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Convento di Santa Sofi a. Le rovine del Castello Nebulano, sull’omonimo monte, hanno ispirato lo scrittore napoletano Francesco Mastriani che vi ambientò il romanzo “La Sonnambula di Montecorvino”. L’economia localeè caratterizzata da una produzione artigianale di ceramiche e terracotte che, in base al ritrovamento di antichissimi reperti in località Ripa del Corvo, si ritiene abbia avuto origine in età arcaica.Proseguendo tra boschi, pascoli, sentieri e ricche sorgenti d’acqua, si giunge ad Acerno dove si può ammirare, ben conservato, il calco di una zanna di mammuth risalente a circa quattromila anni fa. Qui, agli inizi del 1600, fu scoperta una vena di materiale ferroso che portò all’impianto di una ferriera che funzionò fi n quasi alla fi ne del secolo. Dopo l’Unità, il paese subì la piagadel brigantaggio e tra le fi gure di interesse storico si ricorda il brigante Manzo.Oggi l’economia del luogo è agricolo-pastorale, con prodotti caseari di parti-colare bontà per i pascoli incontaminati. Per chi ama il trekking, 250 Km. di sentieri consentono di raggiungere le principali vette dell’area: l’Accellica, il Cervialto, Il Polveracchio, il Mai ed il Terminio, con un’altezza che va dai 1600 ai 1800 metri. I buoni prodotti della terra sono le castagne, i funghi, i tartufi e le fragoline di bosco.

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Ci spostiamo verso le acque del Tusciano, i laghetti di trote, gli olivetie l’insediamento rupestre della Grotta dell’Angelo di Monte Sant’Elmo:siamo a Olevano sul Tusciano. Nella Grotta, in epoca longobarda, cometestimonia l’intitolazione a San Michele Arcangelo, si stabilì una comunitàmonastica. La particolarità, dal punto di vista artistico, è la presenza in essadi sei cappelle dotate di una loro copertura a tetto o a cupola e poste sottola volta della caverna. Di una settima cappella sono stati invece rinvenuti iresti all’esterno. La cappella principale è costituita da un’aula rettangolareconclusa da tre absidi e presenta due cicli di affreschi risalenti forse alX secolo e relativi alla vita di Cristo e alla vita di San Pietro. L’importanzadi questo insediamento rupestre è testimoniata anche dalla presenza,adiacente alla grotta, del “Giardino del Papa”, così chiamato in riferimentoalla visita di Papa Gregorio VII in questi luoghi. È un monumento storico, artistico ed archeologico di rara bellezza e di straor-dinaria importanza, inserito nel 1996 dal World Monuments Fund nell’elenco dei 100 siti al mondo a rischio e da salvare. È in corsa anche per il prestigio-sissimo riconoscimento dell’Unesco quale patrimonio dell’umanità.

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Ci trasferiamo ora verso Montecorvino Pugliano dove il visitatore può farepiacevoli passeggiate ed escursioni tra i cerri e le querce rosse del Bosco San Benedetto e giungere alla sorgente ferruginosa (acqua ferrata) e sorgen-te solforosa (acqua fetente). Nel territorio sono presenti edifi ci religiosi di un certo interesse storico, fra cui il Convento della Misericordia di epoca cinque-centesca, al cui interno si trova un interessante ciclo di affreschi raffi guranti Storie di Santi, con l’annessa Chiesa dedicata a Sant’Antonio.In località Pratole troviamo il Salerno War Cemetery, dove riposano i soldaticaduti nell’Operazione Avalanche, durante la Seconda guerra mondiale.Quando dal Borgo vogliamo riprendere la nostra escursione e rivolgiamolo sguardo ad ovest i nostri occhi si fermano ad ammirare la fortezza diMontevetrano, di epoca romana. Siamo a San Cipriano Picentino, nellapatria del Montevetrano, un vino rosso IGT Colli di Salerno amato dagli ap-passionati per l’alta qualità che rappresenta e che grazie ad una lavorazione molto attenta e rispettosa continua a maturare in bottiglia per dieci, quindici anni. Ad ottobre, la Sagra della Castagna con il Palio del Ciuccio è l’evento da non perdere. Qui le diverse contrade si sfi dano in una corsa a dorso d’asi-no e la prova termina con il classico incendio del ciuccio di cartapesta.Ci spostiamo poi a San Mango Piemonte per iniziare una bella escursione convisita alla rupestre cappella di San Mango. Ricavata in una grotta, l’ambiente interno della cappella si suddivide in due livelli: nel primo si conservano un baldacchino, un altare in muratura con paliotto decorato e, in una nicchia, un affresco del 1542 raffi gurante il Santo; nel secondo si possono ammirare altri affreschi. Da secoli il territorio è caratterizzato dai “melari” di mela Annurca.È qui che è nata l’Associazione Nazionale Città della Mela Annurca, aderente alla rete delle “Città di Identità” di RES TIPICA ANCI. La Campania è la regio-ne che oggi raggiunge i livelli di produzione più alti con circa il 90%.Il rapporto con il nobile frutto, nei Picentini e in tutta la Campania, ha origini antiche: le raffi gurazioni rinvenute negli scavi di Ercolano nei dipinti della Casa dei Cervi, domus sopravvissuta all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., testimoniano l’importanza della mela annurca nella Campania Felix.

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Da qui proseguiamo per Castiglione del Genovesi, il piccolo Comune noto peraver dato i natali all’abate, fi losofo ed economista Antonio Genovesi. Nelcentro storico il viaggiatore può visitare la casa natale in cui è conservato lostudio del noto economista. Al piano terra dell’edifi cio, invece, vi è la bottega di ciabattino dove lavorava il padre dell’abate che sostenne il primato della ragio-ne, la necessità di studiare le scienze e l’economia. Sul monte Tubenna, nella parte che domina Salerno ed il suo golfo, sorge l’Abbazia benedettina di Santa Maria di Tubenna, costruita nel XII secolo sulle rovine di un preesistente tempio pagano. I noccioleti e i castagneti caratterizzano il paesaggio e rappresentano la principale risorsa economica delle aziende locali. Per gli appassionati di trekking vi è un interessante sentiero sul monte Visciglietta, che conduce al “Pozzo di Venere”, una suggestiva voragine naturale. Dalla cima del Tubenna, la cui dirupante sommità sfi ora i 700 metri sul mare, lo sguardo spazia da Punta Licosa al Golfo di Salerno, sui Monti Lattari e Capri, fi no alle isole di Ischia e di Procida. I percorsi da trekking, lungo la sentieristica di Giustino Fortunato, ci portano a Giffoni Sei Casali dove con Sieti Paese Albergo incontriamo palazzinobiliari, conventi, chiese, arte contemporanea, laboratori della nocciola,enogastronomia tradizionale e innovativa, dolci tipici, caffè alla nocciolae un territorio ospitale con una variegata e ricca ricettività. Il paesaggio ècolorato da boschi rigogliosi, castagneti, uliveti e noccioleti e l’economiapunta soprattutto sulla bontà della Nocciola Giffoni IGP e dell’Olio DOPColline Salernitane. Da ammirare: Palazzo Fortunato, ampliato in epocacinquecentesca, dove risiedette per molto tempo Giustino Fortunato, insignemeridionalista, Palazzo Pennasilico, risalente al 1300, il cui vanto è unasuggestiva alcova fi nemente affrescata, Palazzo de Robertis, un edifi cioturrito costruito nel XIV secolo, Palazzo Cingolo, che è l’edifi cio più anticodel Borgo e Palazzo Nobile. L’ospitalità nel Paese Albergo esprime anchelinguaggi di contemporaneità con il MAAG (Museo Arte Ambientale di GiffoniSei Casali), l’unico museo urbano di sculture en plein air della Campania con 15 opere di artisti contemporanei. Qui è nata l’Associazione Nazionale Città della Nocciola, aderente a RES TIPICA ANCI, come rete dei Comuni italiani che eleggono la nocciola a loro orgoglio locale.

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I DINTORNI

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• Salerno LA MAGIA DELLE LUCI D’ARTISTALe luci d’Artista rendono meravigliosa Salerno da novembre a febbraio colorandola di luci e impreziosendola di profumi e suoni natalizi. Salerno non è solo la città delle Luci d’Artista ma, da sempre, è una città di mare e di storia ed è la porta d’accesso alla meravigliosa Costiera Amalfi tana a nord e all’incantevole Costiera Cilentana a sud.

Il Borgo di Terravecchia è il luogo di partenza e di arrivo per tutti coloro che vogliono vivere una vacanza indimenticabile in Campania. Nel raggio di pochi chilometri è possibile raggiungere stupende mete turistiche.

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• Costa d’AmalfiÈ una località da vivere in ogni stagione per il suo invidiabile clima con il caratteristico profumo delle limonaie e le incantevoli terrazze dalle esclusive vedute panoramiche. Il primo Borgo marinaro che si incontra è Vietri sul Mare con gli artigiani che producono ceramiche apprezzate in tutto il mondo, prima di giungere al Borgo di pescatori di Cetara. Passando per la Villa Romana di Maiori ed il caratteristico Borgo di Minori si sosta a Ravello, da lì si arriva ad Amalfi con il suggestivo centro storico e lo straordinario Duomo di Sant’Andrea. Dopo la Repubblica marinara si arriva a Positano, la più internazionale delle località costiere, dove è suggestivo inoltrarsi e perdersi nei suoi affascinanti vicoli, con tante botteghe artigiane, che scendono verso la spiaggia dove l’estate dura tutto l’anno.

• IschiaGran parte del suo litorale è compreso nell’area naturale marina protetta Regno di Nettuno. Il suo successo si deve alla presenza di numerosissime sorgenti termali, conosciute ed utilizzate fi n dalle epoche più remote (ne danno testimonianza numerosi scrittori greci e latini). Più del 70% degli alberghi dell’isola ha lo stabilimento termale e moltissimi sono quelli convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale. La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera è di circa 40 mila posti letto, le presenze turistiche superano le 4 milioni di unità, di cui oltre il 60% straniere.

• CapriLa costa è frastagliata con numerose grotte e cale che si alternano a ripide scogliere. Le grotte, nascoste sotto le scogliere, furono utilizzate in epoca romana come ninfei delle sontuose ville che vennero costruite qui durante l’Impero. La più famosa è senza dubbio la Grotta Azzurra, i cui magici effetti luminosi furono descritti da moltissimi scrittori e poeti. Caratteristici di Capri sono i celebri Faraglioni, piccoli isolotti rocciosi a poca distanza dalla riva che creano uno spettacolare effetto scenografi co e paesaggistico. Capri conserva numerose specie animali e vegetali, alcune endemiche e rarissime, come la lucertola dei Faraglioni. La vegetazione è tipicamente mediterranea con prevalenza di agavi, fi chi d’india e ginestre.

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• Paestum/Velia Il Cilento, patria della dieta mediterranea (oggi proclamata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO), è il tratto costiero che si può defi nire tra i più ricchi di storia al mondo. I templi dorici producono un effetto di incomparabile grandezza e magnifi cenza. L’antico sito di Paestum, decisamente affascinante ed emozionante, si trova su una piana circondata da verdi campi e colline. Il Museo custodisce reperti della zona, inclusa una serie di metope del periodo arcaico greco; è anche possibile ammirare le tombe dipinte, tra le quali la “tomba del tuffatore”. Di grande suggestione è il complesso di Velia che ha dato i natali al fi losofo Zenone di Elea (padre del calcolo infi nitesimale), con l’insediamento urbano e la magnifi ca “Porta Rosa”.

• Caserta La Reggia di Caserta, appartenuta alla famiglia reale della dinastia Borbone di Napoli, è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. È circondata da un parco meraviglioso e sconfi nato nel quale si individuano sia il giardino all’italiana che il giardino all’inglese. La Reggia fu voluta da Carlo III di Borbone per dare una degna sede di rappresentanza al governo della capitale Napoli ed al suo reame in grado di poter reggere il confronto con quella di Versailles. Iniziata nel 1752 e terminata nel 1780, è un grandioso complesso di 1200 stanze e 1790 fi nestre, suddiviso in cinque piani, a pianta rettangolare con quattro ampi cortili all’interno. Il costo per la sua realizzazione raggiunse gli oltre 8 milioni di ducati.

• Pompei Alle pendici del Vesuvio sorge Pompei, il più grande, emozionante e suggestivo centro archeologico d’Italia. Crocevia di traffi ci dell’epoca imperiale romana, Pompei è stata segnata, nel 79 d.C., dalla catastrofi ca eruzione del Vesuvio che cancellò ogni forma di vita e ricoprì la città di una coltre di cenere e lapilli. Pompei rappresenta una tappa obbligata per chi volesse passeggiare tra le strade di una città romana e visitare le case dei mercanti e le ville patrizie ancora intatte, come la Villa dei Misteri (rinvenuta all’esterno dell’area archeologica) o la Casa dei Vettii o quella del Fauno. Il centro cittadino ospita, inoltre, anche il visitatissimo Santuario della Beata Vergine del Rosario. I turisti ed i pellegrini che ogni anno giungono a Pompei superano i tre milioni.

30I DINTORNI

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La dieta mediterranea

Il cibo è il medium di questa terra mediterranea, vettore di identità, emozioni, ricordi, sentimenti, e alla sua scoperta l’ospite viene guidato con professionalità nei diversi laboratori sensoriali delle produzioni tipiche locali. Durante le sedute di assaggio suonano le corde dei cinque sensi, con la conoscenza degli stili di vita e della cultura gastronomica locale e dei prodotti portanti della dieta mediterranea.Si tratta di vere ed uniche esperienze sensoriali che rappresentano una tappa irrinunciabile durante il soggiorno al Borgo.

IL GUSTO DEI PICENTINI

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La Nocciola di Giffoni IGP

Forma perfettamente rotondeggiante, polpa bianca e consistente, sapore aromatico: la Tonda di Giffoni è una delle varietà italiane più pregiate in assoluto.Particolarmente idonea alla tostatura, alla pelatura, alla calibratura e alla trasformazione artigianale e industriale, si sposa bene con il cioccolato fondente ed è utilizzata nella preparazione di diversi piatti locali, oltre che per dolcetti, torte, gelati, creme e per l’ottimo caffè alla nocciola. Al naturale o salata, ricoperta di cioccolato, nel miele o nel torrone, la Nocciola di Giffoni IGP sta guadagnando, anche all’estero, il favore dei consumatori, anche per le sue proprietà nutritive.

Nel territorio è possibile visitare laboratori artigianali dove la nocciola,

orgoglio locale da secoli, è lavorata sapientemente.

Furono i monaci benedettini, fra il XII ed il XIII secolo, a intraprendere un’opera di cura e miglioramento dei castagneti da frutto presenti in Campania, trasformando la zona dei Monti Picentini, particolarmente vocata per le caratteristiche climatiche e del terreno, nella vera e propria terra d’elezione di questa coltura. La varietà locale, detta “castagna di Serino”, è di dimensioni medio-grandi e di forma rotondeggiante, per lo più asimmetrica, soda e croccante dal caratteristico sapore dolce che la rende particolarmente adatta al consumo fresco e per la produzione dei marrons glacé. È classificata tra le migliori castagne italiane ed è la più esportata sui mercati internazionali, anche per le sue proprietà nutritive. Durante la Sagra della Castagna di Curti, giunta alla sua 40° edizione, è possibile degustare, intorno alla grande Vrulera, caldarroste e vari dolci tradizionali.

La Castagna

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Elementi di tipicità di questo formaggio fresco a pasta fi lata sono soprattutto il latte fresco di bufala (materia prima ricca in grassi e proteine) e la fi latura durante la quale la pasta del formaggio viene lavorata a mano con acqua bollente fi no a farla “fi lare” per ottenere la particolare consistenza del prodotto fi nale e il caratteristico bouquet, determinato dalla microfl ora particolare che si sviluppa durante le varie fasi della lavorazione. Per la fi latura si utilizzano un mestolo e un bastone, entrambi in legno, sollevando e tirando continuamente la pasta fusa fi no ad ottenere un impasto omogeneo. Segue poi la formatura, con la tradizionale “mozzatura” a mano, che il casaro effettua con il pollice e l’indice della mano. Le mozzarelle vengono poi lasciate raffreddare in vasche contenenti acqua fredda e infi ne salate. La crosta è sottilissima e di colore bianco porcellanato, mentre la pasta non presenta occhiature ed è leggermente elastica nelle prime otto-dieci ore dalla produzione, e poi sempre più fondente. Il disciplinare, oltre alle classiche forme tondeggianti, prevede altre tipologie commerciali: i bocconcini, le ciliegine, le perline, i nodini, gli ovolini e le famosissime trecce.

Prodotto in un’area fortemente vocata alla coltivazione dell’olivo, l’olio trae la sua tipicità proprio dalle peculiarità pedoclimatiche, paesistiche, storiche, culturali ed economiche del territorio. Si presenta con un bel colore che va dal verde al giallo paglierino più o meno intenso, è limpido, dal sentore di fruttato di oliva pulita, con discrete note di foglia verde, di erba e di pomodoro acerbo. Il sapore è deciso e persistente, gradevolmente amaro e piccante, con buona ed equilibrata struttura e chiari sentori di carciofo, cardo e vegetali amari. L’acidità è sempre inferiore allo 0,70%. L’equilibrio di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, il suo contenuto di vitamina E, di proto vitamina A e di antiossidanti, lo rendono di sicuro effetto protettivo sulla salute. La sua coltivazione nella zona risale agli antichi Focesi (coloni della Magna Grecia) ma furono i Romani a diffondere l’olivicoltura nell’area salernitana. Ancora oggi è facile imbattersi in olivi millenari di grande taglia, nei quali è racchiusa la storia delle popolazioni locali, alle quali l’olivo ha assicurato, nei momenti più diffi cili, un sicuro sostentamento.

La Mozzarella di Bufala campana DOP

Olio extravergine di oliva DOP delle colline salernitane

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DOVE MANGIARE

RistorantiAccipizza • Via F. Spirito, 40 - 339.3645905

Apericena Piccante • Via A. Tesauro, 28 - 338.1694411

Blue Moon • Via A. Moro - 089.868589

Caffè Fellini • Piazza f.lli Lumiere - 089.865299

Ciccio Mangiafuoco • Via A. Russomando, 17 - 327.7188819 - 331.7213633

Chalet del Buongustaio • S.P. Giffoni-Serino - 0825.542976

Cuore del Borgo • Terravecchia - 389.2847927

Don Chisciotte • Via Serroni, 57- 089.866003

Fiore Club • Via del Picentino, 5 - Loc. Sardone - 089.882502

Griffy Pizzeria • Via R. Brancaccio, 5 - 089.9828047

Il Castagneto • S.P. Giffoni-Serino - 0825.542977

Il Chioschetto • Via V. Fortunato - Zona Industriale - 089.866737

La Cascina Guest House • Via Paratino, 15 - 089.868136 - 333.6694528

La Divina Commedia • Trav. Fortunato - S. Maria a Vico - 089.866124

La Taverna di Baffone • Via De Rossi, 5 - 338.2913846

L’ Aia della Baronessa • Loc. Calabranello - 334.1588331 - 339.6868708

Locanda Al Castello • P.zza Leone - Terravecchia - 089.866261 - 339.8078158

Locanda Santa Maria • Via V. Fortunato - 089.868052 - 339.1102864

Mordi e Fuggi • Via A. Russomando, 4 - 349.8719634

Osteria Casale del Poggio • Via Neghelli - 089.9828002

Prati Verdi • S.P. Giffoni - Montecorvino Rovella - 089.866196

Ristorante San Francesco • Via S. Francesco - 089.868480 - 335.5313089

Trattoria S. Antonio • Via Roma 20 - 328.9228597 - 366.5391518

Via Adua 20due • Via Adua 22 - 333.6601139

Zi’ Faiolla • Via Truffaut, 42 - 089.868777

 

PubCycas Pub • Via A. Russomando,60 - 089.865170

Pizza & Co take away and more • Loc. San Giovanni - 089.9243131

Irish Coffee • Piazza del Popolo 31 - Vassi

La Cittadella • Via A. Tesauro, 14 - 334.7022361

Chioschetto da Ciccone • Quartiere Berlinguer - 333 309 5065

La Botte • Piazza Umberto I° - 327.9221895

Zio Giff • Via San Rocco, 4 - 089.865155

 

Club EnogastronomiciClub La Meridiana di Castel Rovere • Loc. Santa Maria a Vico - 089.866066

Il Rugantino • Loc. Ornito - 334.1274745

34IL GUSTO DEI PICENTINI

Page 35: Giffoni e le bellezze del Territorio

DOVE DORMIRE

Borgo di TerravecchiaLoc. Terravecchia -  089.866174 – 366.5293966www.borgoterravecchia.it

HotelAlbergo Il Castagneto • S.P. Giffoni-Serino - 0825.542977

AffittacamereChalet del Buongustaio • S.P. Giffoni-Serino - 0825.542976

La piccola Casa del Cinema • Loc. Calabranello, 36 - 347.8485150

La Cascina Guest House • Via Paratino, 15 - 089.868136 - 333.6694528

Locanda al Castello • Loc. Terravecchia - 089.866261 - 339.3392361

Locanda del Borgo • Loc. Terravecchia - 089.865239 - 320.4157246

Ospitalità Fiore Club • Via del Picentino 2 - 089.882214

AgriturismiAgriturismo Barone Fortunato • Via Montefeltro, 8 - loc. Sardone - 089.200472

Agriturismo Regina • S.P. Giffoni-Serino - 0825.542999

Fattoria Antico Borgo • Loc. San Giorgio - 339.5944148

De Piano Antonia • Loc. Favale - 0825.594098

Galizia Carmela • Loc. Favale - 0825-512095

Bed & BreakfastAgriturismo Regina • S.P. Giffoni-Serino - 0825.542999

Casa Vernon • Via Macchia, 9 - 089.801481 - 347.9383896

Country House La Fenice • Loc. Sardone, 6 - 346.2387631

La Gaggia Rosa • Via U. Linguiti 10/A - 089.803310

Ospitalità La Rinascente • Via G. Andria, 17 - 339.5972727

Ospiti a Corte • Via Corte - 089.866472 - 339.7871125

San Francesco • Via B. Garofalo, 4 - 338.8214764

Verace Federica • Via S. Verace, 11 - 338.7028987

35 IL GUSTO DEI PICENTINI

Page 36: Giffoni e le bellezze del Territorio

PSR Campania 2007/2013 asse 4 - Approccio LeaderMisura 313 - “Incentivazione di attività turistiche” Tipologia a) e b)

Progetto Giffoni TerraVecchia di Arte e Cultura

FONDO EUROPEO AGRICOLOPER LO SVILUPPO RURALE:

L’EUROPA INVESTE NELLE ZONE RURALI

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLEALIMENTARI E FORESTALI

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