Giardini-Immaginari---L-Erbolario

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L’ERBOLARIO E D I Z I O N I VIOLET BOULDEN Fotografie di ANGELO SGANZERLA

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L’ERBOLARIOE D I Z I O N I

VIOLET BOULDEN

Fotografi e diANGELO SGANZERLA

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A Franco e Daniela

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L’ERBOLARIOE D I Z I O N I

VIOLET BOULDEN

Fotografi e diANGELO SGANZERLA

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Sommario23 Tra suggestione e seduzione: esplorando giardini immaginari

Fiori fotografati, fotografi e in fi ore

Oltre le apparenze: un accenno ai profumi

Intorno ai fi ori. Guardando più in là

Contents71 Between enchantment and seduction: exploring imaginary gardens

Flowers photographed, fl owering photos

Beyond appearances: a note on perfumes

Around fl owers. Looking further

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Non so se a voi succeda, ma quando mi trovo in queste serre e vedo le strane piante provenienti da paesi esotici mi sembra di sognare. Mi sento proprio un altro uomo.

Henri Rousseau

La maggior parte della gente si affretta avanti e indietro per la città, non ha tempo di guardare un fi ore. Io voglio che lo guardino, che essi lo vogliano o no.

Georgia O’Keeffe

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Tra suggestione e seduzione: esplorando giardini immaginari

“Dopo tanti anni passati a raccontare la storia dell’illustrazione botanica, mi sono ritrovato a riper correre, con una macchina fotografi ca al collo, gli stessi passi di quei primi appassionati illustratori della fl ora, la cui conoscenza si faceva sempre più intri-gante e vasta al seguito dei grandi viaggi di scoperta.

Viaggiando a volte su rotte collaudate, ma spesso in luoghi poco frequentati del vec-chio continente, il lavoro e la passione mi hanno portato a visitare molti tra i più bei giardini e serre d’Europa. Ho potuto vedere, odorare e fotografare collezioni dove sono conservate specie di piante dalle origini e dalle storie più strane. Piante, fi ori e frutti arrivati lì da ogni angolo del pianeta che aspettavano solo di essere ammirati. Con il mio obiettivo non ho dovuto far altro che fotografarli, affascinato dall’infi nita varietà di for-me, colori e profumi.

La bellezza che si può cogliere con una fotografi a però ancora non ci racconta ciò che invece ci dicono la ricerca scientifi ca e l’antico sapere legato alla botanica. Le piante sono esseri viventi, sensi bili e intelligenti. Non solo belle quindi, ma anche ricche di qualità nascoste e affascinanti”.

Così Angelo Sganzerla descrive l’avventura che lo ha portato alla realizzazione di Giardini immaginari . Attraverso un alternarsi di primi piani di fi ori, panorami di giar-dini e scorci della vita che ani ma questi luoghi, il libro offre il pretesto per creare uno spazio immaginario e sognante, che raccoglie ciò che di più bello si può incontrare se ci si sofferma ad osservare quel brulicante fer mento che è l’anima vera di un parco o l’at-mosfera misteriosa, quasi sospesa di una serra.

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Particolare attenzione è dedicata ai fi ori; le fotografi e permettono di catturarne le forme spettaco lari, i molteplici colori e le infi nite sfumature in modo così realistico da coinvolgere tutti i sensi. Ai fi ori sono di contorno quegli elementi naturali, artistici e architettonici che spes so sono parte imprescindibile di un giardino e con le cui forme e colori le piante intessono un fi tto dia logo.

I Giardini immaginari sono fatti di strutture leggiadre, battiti d’ali, morbidi man-ti e ruvidi tron chi. Il canto degli uccelli si mischia al fruscio delle foglie, allo scroscia-re della pioggia, al gorgoglio dell’acqua di una fontana. Qui un pavone bianco si mostra dall’alto di un ramo, là un daino ci osser va accoccolato su un tappeto di foglie umide.

Giardini immaginari non vuole essere un libro di botanica o uno studio sulle vaste collezioni dei giardini europei ma piuttosto, un viaggio per immagi ni. Il foto-grafo passeggia, cerca, scopre e così facendo si ritrova custode di decine e decine di vividi scatti, a testimonianza del suo percorso attraverso la bellezza della Natura.

Bellezza dicevamo, che è appunto la chiave che consente l’accesso a questi giardini immaginari e immaginabili. Lo sguardo e la sensibilità del grafi co, del fotografo, dell’ap-passionato osservatore e collezionista di piante, fanno sì che la bellezza sia qui intesa come varietà, molteplicità, specifi cità, duttilità, adattabilità, precarietà, ingegnosità ma anche forza, eleganza, grazia, simulazione e dissi mulazione, specializzazione e perfezione.

In veste di visitatori di Giardini immaginari siamo invitati a sentire come, ammiran-do la bellezza dei fi ori, possa scaturire in noi una rifl essione più profonda sull’importan-za delle piante per la nostra sopravvivenza e il nostro benessere. Se ci soffermiamo ad osservare siamo anche spinti a rifl ettere su tematiche, oggi più che mai attuali, riguar-danti il nostro rapporto con il mondo naturale. La bel lezza, che nelle piante si abbina a forza e fragilità, porta con sé consapevolezza, rispetto, umiltà. In un nuovo libro intito-lato Verde Brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale (2013, Giunti Editore), Stefano Mancuso e Alessandra Viola rifl ettono sui risultati degli studi più recenti riu-nendo le loro osservazioni attorno al concetto di “intelligenza” come abilità ad attuare strategie. Mancuso e Viola seguono il solco già segnato da Charles Darwin con la stessa passione che animò il grande naturalista.

Nel suo libro del 1880 Il potere del movimento delle piante (The Power of Movement in Plants), concentrandosi in modo particolare sul comportamento della punta della

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radice, Darwin aveva posto le basi per una ricerca volta a investigare la capacità delle piante di risolvere problemi, affrontare ostacoli, procacciarsi acqua e così via.

Nel caso delle Angiospermae, ossia tutte quelle piante che fanno fi ori (il nome deriva dall’unione di angéion, invo lucro, e spérma, seme), è possibile osservare - con non poca semplifi cazione - come forme, colori e profumi dei fi ori rappresentino, con la loro va-rietà, altrettante risposte al “problema” dell’impollina zione e quindi della riproduzione.

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Fiori fotografati, fotografi e in fi ore

Se bellezza è varietà, questa si declina in una miriade di modi. Sfogliando il libro pagina dopo pagi na, l’occhio e la fantasia viaggiano all’interno di un mondo tanto reale quanto evocativo. Le piante, esseri risalenti agli albori della vita sulla Terra, hanno avu-to ere ed ere di tempo per defi nire quelle qualità che attraggono il nostro sguardo. Le strategie messe in atto dalle specie vegetali per rispon dere all’imperativo della propaga-zione e della sopravvivenza sono strabilianti. Sono i colori e i pro fumi che attirano in-setti (e altri impollinatori) e sanciscono uno scambio tra mondo vegetale e animale: il nettare offerto in cambio dell’impollinazione. A volte sono i lunghi stami vibranti ad affi dare al vento questo ruolo, così come le bacche, gradito cibo per molti uccelli, garan-tiscono alle piante la colonizzazione di ter ritori più ampi.

Tra i fi ori ritratti certi appartengono a specie e generi rari se non impossibili da in-contrare in Europa, fuori dalle serre, mentre tanti altri appariranno famigliari. Il primo piano consente di mostrare aspetti inusuali e nascosti sia dei misteriosi fi ori esotici come di quelli domestici. Quanti a tal proposito sapranno riconoscere senza esitazione l’ele-gante fi ore bianco dai lunghi stami rosso-violacei? È il cappero, noto per il gusto aroma-tico del suo bocciolo, che mangiamo prima che fi orisca privandoci quindi della bellezza della sua corolla.

Se di alcuni fi ori è sicuramente l’intensità del colore a colpirci inizialmente, nella maggior parte dei casi ad esso si uniscono e combinano una varietà di altre caratteristi-che. Foglie, petali, stami e steli si differenziano in forma, peso, quantità, consistenza, superfi cie e ovviamente colore. Ci sono petali lisci, vellutati, cartacei, umidi, compatti, svolazzanti, rugosi, vitrei, carnosi, plissettati, arricciati, scomposti, screziati, spennellati,

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minimalisti, eccentrici, sgargianti... E stami e fi lamenti sottili, cor posi, dritti, ricurvi, spessi, elastici, rigidi, protesi, piegati, ritorti, ordinati, spettinati, ammucchiati... Steli eretti, curvi, sinuosi, ondulati... Foglie stondate, lobate, affusolate, gonfi e, ap puntite, zigrinate...

Lunghi stami rossi caratterizzano ad esempio il fi ore della Calliandra haematocepha-la nativa del la Bolivia. La Caesalpinia pulcherrima, un arbusto ornamentale, ha fi ori arancioni e gialli dai quali pendono lunghi ciuffi di stami di colore scarlatto. Proprio per questo è conosciuta anche come fi ore del paradiso o fi ore pavone. La denominazione del genere Caesalpinia fu data da Linneo in onore del botanico italiano Andrea Cisalpino, vissuto nel XVI secolo, mentre il latino pulcherrima signifi ca “la più bella”. La stessa pianta è anche conosciuta come orgoglio delle Barbados (Barbados Pri de) essendo il fi ore nazionale dell’isola caraibica (compare infatti sulla bandiera personale della Re gina Eli-sabetta II in veste di reggente delle Barbados). I nomi di una sola pianta possono essere numerosi e misteriosi. A volte sembrano impossibili scioglilingua e celano origini fra le più curiose. L’aga panto (Agapanthus), genere di piante erbacee perenni originarie del Sudafrica, deve il proprio nome alla combinazione delle due parole greche agàpe (amo-re) e àntos (fi ore). I suoi fi ori possono essere bianchi, blu-cielo o azzurri, e schiusi si presentano in una forma ad ombrello. L’agapanto fu una delle prime piante ad arrivare in Europa dal Sudafrica e fu inizialmente chiamato giglio blu o gia cinto africano.

Il papavero ci è noto per la leggiadria della sua corolla, ma non tutti i fi ori sono leg-geri ed eleganti. Esistono fi ori che sembrano sfi dare la logica; pendendo dalle estremità di lunghi steli sottili, forme languide di pesanti petali cedono alla forza di gravità. Come quelli della Sarracenia fl ava, una pian ta insettivora originaria del Nord America, che produce larghi fi ori gialli inclinati verso terra. La de nominazione fl ava (gialla) è dovuta proprio al colore dei suoi fi ori.

La Thunbergia mysorensis, proveniente dall’India Settentrionale, ha fi ori dall’appari-scente forma ri curva che all’interno sono di un giallo acceso, mentre l’esterno varia dal marrone al rossiccio. Il suo dolce nettare serve da nutrimento a colibrì e altri nettarinidi (uccelli che si nutrono di nettare).

A una già vibrante o insolita colorazione si aggiungono spesso motivi che rendono il fi ore ancora più vistoso. Alcuni rassomigliano a bersagli concepiti per attrarre creatu-re in cerca di nettare. Altri, per lo stesso scopo, imitano i pattern che decorano la coraz-

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za di alcuni insetti. Così i fi ori animano prati, giardini e boschi come una fanfara di folletti danzanti.

Spesso le bizzarre forme delle piante sono frutto di un’evoluzione volta alla protezio-ne dei loro pre ziosi fi ori, come nel caso della spettacolare Heliconia rostrata, nativa del Sud America. Lungo uno stelo centrale serpentinato si sviluppano fi ori che rassomiglia-no a becchi di uccello. In realtà questa forma lucida, dal colore che cambia dal rosso al verde passando per il giallo, è una foglia specializ zata, alla cui estremità crescono i veri fi ori dal nettare dolce, nutrimento di vari uccelli ma special mente di colibrì. Il genere Heliconia fu studiato dalla pioniera naturalista e pittrice tedesca Maria Sibylla Merian (1647-1717) durante la sua permanenza nel Suriname (1699-1701), all’epoca colonia olandese. Il fi ore è infatti illustrato nel suo libro Metamorfosi degli insetti del Suriname (1705); studio sulle metamorfosi degli insetti e il loro rapporto con le piante.

La Crotalaria agatifl ora, nativa di Tanzania e Kenya, ha un fi ore color giallo limone con una specie di becco verde sporgente. La chiamano infatti anche Bird Flower (fi ore uccello).

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Non solo becchi ma anche altre forme “animali” sono riproposte dalle piante. Cu-rioso è il caso della specie Anigozanthos fl avidus, nativa del sud-ovest dell’Australia, i cui boccioli a forma tubolare sono ricoperti da una fi tta peluria rossastra, tanto da meritar-si il nome inglese di Kangaroo Paw (zampa di canguro). Una pianta, quindi, australiana a tutti gli effetti! Questa forma evocativa cambia quando le estremità dei boccioli si schiudono per mostrare i piccoli fi ori dalla colorazione giallo-verde.

Lo Strongylodon macrobotrys ha fi ori a forma di artiglio di un colore insolito che va-ria dal verde-blu al verde menta, a cui si deve la denominazione di Jade Vine (vite di giada). La forma, ma soprattutto il colore inusuale, di questa generosa pianta nativa dell’isola di Luzon nelle Filippine, la rendono una presenza fi ssa in molte serre del mon-do. Doveva aver catturato anche l’attenzione del pittore Henri Rousseau, assiduo fre-quentatore delle serre del Jardin des plantes a Parigi. Se si guarda nell’angolo destro del suo quadro L’incantatrice di serpenti (Parigi, Musée d’Orsay), tra la rigogliosa vegetazio-ne esotica pare proprio di scorgere un esemplare di Strongylodom macrobotrys in fi ore.

Forme così bizzarre da ricordare quelle di creature marine si trovano in altre specie vegetali. A vol te, da carnosi petali rosa sembra emergere un delicato corallo. In altri fi ori, estremità tentacolari co perte da fi tta peluria confondono e stuzzicano l’immagina-zione. L’Anthurium scherzerianum, origina rio di Guatemala e Costa Rica, con la sua infi orescenza (spadice) attorcigliata che emerge dalla fo glia (spata) rosso lacca e assomi-glia quasi ad un tentacolo, sembra una creatura fantastica.

Se per alcuni fi ori l’arma è l’illusione, per altri si direbbe sia la quantità. Ciò che ini-zialmente appare come un singolo fi ore rivela poi la sua reale forma: un insieme di nu-merosi fi orellini sostenuto da una perfetta impalcatura di steli. È come osservare la via lattea, quando una forma indi stinta è in realtà costituita da molte componenti minori, impercettibili all’occhio data la grande di stanza. Un solo stelo può sostenere una tale abbondanza di fi ori da non richiedere un profumo inten so per attrarre gli insetti.

L’abbondanza è la strategia dispiegata da alcune piante nella battaglia per la soprav-vivenza. La Grevillea Rosmarinifolia, originaria dell’Australia, produce grappoli di fi ori rossi o rosa ricchi di nettare. An che la Hardenbergia violacea, un sempreverde comune in Australia, produce molti fi ori riuniti in infl orescenze di colore viola, lilla, blu o bianco.

Piante e fi ori sono in alcuni casi ritratti nei loro habitat naturali. Come le varie pian-te acquatiche tra cui la sudamericana Victoria amazonica, la cui larga foglia dai bordi

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all’insù è munita di una fessura da cui far defl uire l’acqua piovana che rischierebbe di affondarla. Incontriamo anche piante abituate ad ambienti molto umidi, come le specie del genere Crocus, che crescono in zone come prati montani o terreni boschivi. Vediamo spesso i loro fi ori emergere da suoli oscuri e fangosi, e farsi strada in superfi cie, bucando le foglie che li ricoprono. Così, candidi fi ori bianchi con pistilli arancioni fanno mostra di sé su un tappeto bruno.

Le succulente vivono, al contrario, in habitat estremi: secchi, ventosi o freddi e aridi e sono alta mente specializzate per potervi sopravvivere e proliferare. I meccanismi di adattamento sono mol teplici e spesso ingegnosi. L’ingente consumo di energie e acqua necessario per produrre i fi ori deve essere controbilanciato da strategie volte ad ottimiz-zare le possibilità di riprodursi con successo. Così, in caso di pioggia in arrivo, alcune succulente rivolgono verso terra i propri fi ori in modo da mantenere il polline asciutto. Tra le succulente, la famiglia più nota è certamente quella delle Cacta ceae, molte delle quali si caratterizzano per i loro bei fi ori, grandi, vivacemente colorati e spettaco lari, la cui delicatezza sembra spesso in contrasto con le minacciose spine che ricoprono il resto del la pianta. Molti fi ori di cactus appariscenti e dall’odore intenso fi oriscono per una sola notte, attiran do i loro impollinatori. Colore e odore sono le armi usate da queste piante per garantirsi la riprodu zione in zone così inospitali da richiedere una sfi da con-tinua.

Molte delle fotografi e di Giardini immaginari offrono infi ne uno scorcio della vita dei fi ori nella loro temporalità, normalmente impercettibile all’occhio umano. Ci sono fasi o momenti nella vita di un fi ore che solo l’esperto, il giardiniere, l’appassionato sanno cogliere e registrare. Tutti passano da timido germoglio a espressivo fi ore, ma molti attraversano una vera metamorfosi nel corso della loro esistenza, altri nel corso di un solo giorno. Qui li vediamo intenti a schiudersi o chiu dersi, protendersi verso il sole o inchinarsi ed esso, fi orire o sfi orire. I fi ori della magnolia, bianchi, delicati e voluttuo-si, seccando mostrano la forma compatta e rigida dell’infruttescenza conica che contie-ne i semi.

Il genere Protea, il fi ore nazionale del Sudafrica deve il suo nome a quello del dio greco Proteus, capace di cambiare continuamente forma. Il riferimento è alla grande varietà che contraddistingue sia la famiglia che il genere di queste piante. La Protea cynaroides è caratterizzata dalla grande in fi orescenza che assomiglia ad un carciofo (ap-

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partenente al genere Cynara). Fotografato ancora chiuso o in corso di aprirsi, il fi ore della Protea cynaroides, chiamata anche “gigante” o “reale”, si mostra in tutta la sua bel-lezza. Il bocciolo dischiudendosi rivela l’infl orescenza centrale incoronata da lunghe brattee (foglie modifi cate) di colore bianco, rosa, arancione o rosso.

O ancora incontriamo il Callistemon citrinus, particolare arbusto sempreverde austra-liano, i cui cu riosi fi ori, dapprima gomitoli chiusi, si esprimono in un’esplosione vibran-te di stami rossi simili a tentacoli. La sua denominazione deriva dal greco kalli (bello) e stemon (stame), per l’abbondanza di stami, mentre le sue foglie hanno un leggero pro-fumo di limone (da cui citrinus). Il nome inglese di questa pianta è Lemon Bottlebrush, perché i suoi fi ori ricordano la forma di uno scovolino (appunto bottle brush). Sfoglian-do le pagine del libro, così come passeggiando per un giardino, assistiamo a trasforma-zioni inaspettate, sorprendenti ed ingegnose, che segnalano altrettante fasi più o meno passeggere nella vita delle piante.

Dei fi ori fotografati colpisce a volte l’effi mera ricercatezza. Il fi ore del Lysichiton camtschatcensis, originario del Nord-Est asiatico, presenta un’unica foglia bianca (spata) che avvolge l’infl orescenza (spadice) quasi come un’armatura. Il suo nome è composto dalle parole greche lysis (scioglimento) e chiton (corazza), dato che la spata appassisce subito dopo la fi oritura. Nel dischiudersi la foglia svela sulla sua superfi cie interna l’im-pronta della rigida infl orescenza; quasi a guisa di un’attrice sul palco scenico che getta indietro il suo mantello per rivelarsi in tutto il suo fascino. La bellezza di alcuni fi ori è maggiormente apprezzabile proprio nel momento dello svelamento.

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Oltre le apparenze: un accenno ai profumi

Aldilà di ciò che mostrano, le fotografi e alludono anche a tutta una serie di altre caratteristiche che rendono i fi ori unici e distinti fra loro. Spesso il loro aspetto esteriore è carico della promessa di un ricco profumo contenuto al loro interno e pronto a dif-fondersi nell’aria che li circonda. Se, come ac cennato, vi sono fi ori che non necessitano di una forte profumazione per attirare insetti ed altri im pollinatori, certi combinano esuberanti forme e colori con profumi intensi e particolari, un vero con certo sensoriale!

L’Echinopsis candicans è una pianta appartenente alla famiglia delle cactacee e prove-niente dal l’Argentina. Produce numerosi grandi fi ori, bianchi all’esterno e gialli all’in-terno; solitamente si schiu dono di notte ed emanano un profumo descritto come parti-colarmente intenso. Leggermente profu mati sono invece i fi ori dell’Uvularia grandifl ora, originaria degli Stati Uniti nord orientali. Grandi fi ori gialli a forma di campana che pendono languidamente all’ingiù, portano con sé foglie e steli che si incurvano sotto l’effetto del loro peso.

La pianta a bulbo Muscari armeniacum, diffusa in boschi e prati del Mediterraneo orientale, ha picco li fi ori viola profi lati di bianco a forma di ovulo e raccolti in spighe, che emanano un dolce profu mo. Eleganti, sia nella disposizione che nel colore blu-violetto, i fi ori di questa pianta spiccano in primavera in mezzo alla selva di foglie verdi slanciate e arcuate che li circondano.

In un aggrovigliarsi di sinuosi petali gialli e lunghi stami rossi, i fi ori dell’Hedychium gardnerianum emanano il loro intenso profumo. Questa stravagante pianta è autoctona di India, Nepal e Bhutan.

Bellissimi e odorosissimi sono anche fi ori e foglie della sudamericana Cleome hassle-

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riana. I suoi esuberanti fi ori hanno quattro strani petali dalla forma allungata alla base e ampia all’estremità e lunghi stami sottili e sporgenti, tanto da assomigliare a zampe di ragno da cui il nome inglese della pianta Spider Flower (fi ore ragno) o Spider Plant (pian-ta ragno).

Il messicano Cestrum fasciculatum ha grappoli di piccoli fi ori tubolari dal vivace co-lore rosa carmi nio. Alcune varietà di Cestrum emettono una fragranza notturna che at-trae impollinatori, special mente le falene.

Nei giardini il profumo dei fi ori si unisce spesso a quello di foglie ed erbe, che dif-fondono particola ri fragranze quando sfi orate, calpestate o mosse dal vento. Oltre al profumo dei fi ori infatti le piante sono in grado di produrre molti altri odori. Ancora non ci è chiara la ragione del profumo delle erbe aromatiche, anche se possiamo imma-ginare che svolga una ben precisa funzione necessaria alla vita della pianta.

La capacità che i profumi hanno di trasportare il visitatore in una sfera separata e quasi magica è stata compresa e sfruttata da giardinieri e progettisti di giardini sin dall’antichità. Visitando qualsiasi spazio verde, dominato da Natura selvaggia o coltiva-ta, ci si accorge di come i profumi si alleino a colori, forme e suoni nell’incantare i nostri sensi.

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Intorno ai fi ori. Guardando più in là

Come già abbiamo accennato, le fotografi e raccolte qui sono state scattate in un gran numero di giardini, orti botanici e parchi europei. A testimonianza della varietà degli ambienti e contesti, troviamo nel libro immagini di strutture architettoniche e opere d’arte che caratterizzano quei luoghi, ideati a loro tem po per soddisfare esigenze e desi-deri di reali ed aristocratici, ma oggi accessibili ad un più vasto pubblico di estimatori, appassionati e curiosi. A parchi e giardini si uniscono gli orti botanici, la cui storia ha inizio già dal Seicento.

Architetture e arti plastiche punteggiano gli spazi verdi in modo armonioso e a volte spettacolare. I riferimenti alla storia, alla mitologia, alla sfera del fantastico e del sacro sono espressi in tempietti, scalinate, fontane, gruppi scultorei e così via.

I soggetti zoomorfi sono ricorrenti. Un elegante cervo adagiato al suolo fa parte del paesaggio dei giardini settecenteschi di Bowood House a Calne (Wiltshire, Inghilterra). Fantasiose fontanelle a forma di volatili e giochi d’acqua decorano il parco “barocco” del castello di Schwetzingen (Baden-Württemberg, Germania).

Diffusi riferimenti alla mitologia si trovano ad esempio nel giardino dell’ottocentesca Villa Durazzo Pallavicini (Genova Pegli). In mezzo ad un lago sorge il Tempietto di Diana circondato da quattro statue di creature acquatiche antropomorfe. Questi tritoni, per metà uomini e metà cavalli marini, sembrano fungere da silenti spettatori della vita del giardino. Nel mentre, un airone passeggero si guarda attorno; il tutto in una cornice di cedri e faggi penduli.

L’elemento mitologico cede il passo al grottesco nelle decorazioni scultoree del parco di Villa Pala gonia a Bagheria (nei pressi di Palermo), realizzato nel XVII secolo per il

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Principe Francesco Ferdinando Gravina Cruyllas. Qui i pilastri degli ingressi ed il muro di cinta sono sormontati da statue scolpite nel tufo che rappresentano animali fantasti-ci e fi gure antropomorfe, insieme a gnomi, cavalieri e dame.

Serre e orangerie, tenute, ville, castelli, padiglioni e labirinti, partecipano alla bellez-za del verde che li avvolge. Spesso una parete a vetrate può servire da supporto ad una pianta rampicante, in un’armoniosa compenetrazione tra elementi naturali e artifi ciali. All’effetto scenografi co contri buiscono gli alberi fi oriti, come i rododendri – qui ritrat-ti negli affascinanti Lost Gardens of Heli gan (Pentewan, St. Austell, Cornovaglia). C’è anche chi si è divertito a nascondere una scultura in mezzo a un’aiuola di iris. Nel giar-dino di Villa Taranto a Pallanza, un uomo di pietra sembra farsi strada tra i bei fi ori viola (Iris germanica). Una deliziosa scoperta!

Esistono innumerevoli esempi di giardini e parchi nei quali espressioni di vita e cre-atività umana, animale e vegetale si accompagnano e compenetrano, in una sinfonia che coinvolge i sensi, l’intel letto e la fantasia. Forse il modo migliore per apprezzare e assa-porare le meraviglie che un giardino ha da offrire è passeggiare, girovagare a volte fi no a perdersi nella natura. Proprio come fa il foto grafo sempre alla ricerca del punto di vista ideale o della giusta luce. Dentro e fuori da roseti, giardi ni segreti, labirinti, serre e mol-to altro ancora.

Le serre di vari tipi, private o pubbliche, piccole o grandi, solide o leggiadre - an-ticamente in mura tura e poi sempre più spesso costruite in ferro e vetro - occupano un posto speciale in questa ricerca: grazie ai particolari microclimi creati al loro inter-no, le più esotiche e rare varietà di specie vegetali sono offerte allo studio e alla nostra curiosità.

Proprio come in una serra è suffi ciente attraversare una porta per trovarsi in un am-biente e in un cli ma completamente diversi, così scorrendo le pagine di Giardini imma-ginari incontriamo una di fi anco all’altra varietà di piante e fi ori dalle provenienze e caratteristiche più disparate. Gli accosta menti fra specie, generi ed esemplari che com-pongono il libro non seguono infatti logiche di tipo spazio-temporale, ma se una logica c’è è quella asservita alla ricerca della bellezza.

Sentiamo sempre dire che la bellezza è cosa soggettiva, che risiede nell’occhio di chi guarda. Ebbe ne, in questo libro ce n’è per tutti gli occhi, i gusti e le sensibilità. Se la bellezza è un’idea fuggevole, le fotografi e che compongono Giardini immaginari sem-

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brano carpirla e metterla a disposizione del lettore-esploratore intento ad inseguire il proprio giardino dell’immaginazione.

Passeggiare per giardini, parchi, boschi, e godere della compagnia della Natura sarà sempre fonte di ispirazione per poeti, pittori, fi losofi , pensatori e appassionati. Quante indimenticabili poesie sono nate proprio dal contatto o dall’osservazione attenta e pa-ziente della Natura, della vita di fi ori e insetti, o dell’azione di sole, vento e pioggia su foglie, fi ori, alberi e suolo.

Tutte le stagioni, siano esse ridenti, melanconiche, sommesse, ricche di auspici o di ostacoli, hanno saputo ispirare il pennello dei pittori o la penna degli scrittori. Il giardi-no è anche luogo intimo, di raccoglimento, dove la meditazione si unisce alla cura delle piante. Esempio classico è il caso di Claude Monet (1840-1926), che coltivò e dipinse fi ori con grande passione e dedizione lungo tutto il corso della sua vita.

Interessante da notare qui è l’opera della pittrice americana Georgia O’Keeffe (1887-1986) alla quale si deve una lunga serie di sensuali primi piani di fi ori, proposti su tele di notevoli dimensioni, la cui intimità può ricordare quella delle fotografi e qui raccolte.

Ogni epoca ha creato i propri giardini. Ne sono esistiti di aperti, chiusi, accessibili, segreti, ordinati, selvaggi, selvatici, manieristi, barocchi, paesaggistici, eclettici, vittoria-ni, modernisti, formali, natu ralisti e ancora giardini d’artista, giardini contemporanei e così via. Tutti sono il frutto di una visio ne, un viaggio, un’avventura, un po’ come i Giardini immaginari di Angelo Sganzerla.

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I don’t know if it happens to you, but when I fi nd myself in these greenhouses and I see the strange plants coming from exotic countries I feel as if in a dream. I really feel a different man.

Henri Rousseau

Most people in the city rush around so, they have no time to look at a fl ower. I want them to see it whether they want to or not.

Georgia O’Keeffe

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Between enchantment and seduction: exploring imaginary gardens

“Having spent many years telling the history of botanical illustration, I found myself, with a camera around my neck, retracing the same steps of the fi rst passionate illustrators of plants, the knowledge of which became more and more intriguing and vast, thanks to the great journeys of discovery.

Traveling along beaten tracks as well as to little known corners of Europe, my work and passion have lead me to visit many of the most beautiful gardens and greenhouses of the Old Continent. I have been able to see, smell and photograph collections which comprise plants with different origins and histories. Plants, fl owers and fruits gathered from all corners of the globe which simply await to be admired. And with my camera all I had to do was photograph them, fascinated as I was by the variety of their shapes, colours and scents.

If a photo can capture beauty, what it cannot tell us is what emerges from scientifi c investigation and botanical knowledge. Plants are living beings, sensitive and intelligent. Not just beautiful then, but also rich in hidden and fascinating qualities”.

With these words Angelo Sganzerla describes the journey that led to the making of this book, Imaginary Gardens. Through a sequence of close ups of fl owers, panoramas of gardens and details from the life that animates these places, the book offers the opportunity to create an imaginary and dreamlike space. One that may gather all the most beautiful things we can see if we take the time to observe that buzzing vitality which is the true soul of a park, or the mysterious, almost suspended, atmosphere of a greenhouse.

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Special attention is devoted here to fl owers. Photography captures their spectacular shapes, varied colours and infinite shades so vividly they stimulate our senses. Accompanying the fl owers are those natural, artistic and architectonic elements that we often encounter in gardens and which weave a dense dialogue of shapes and colours with the plants.

Imaginary Gardens are made of light structures, wings beating, soft furs and rough trunks. The bird songs mix with the rustle of the leaves, the roar of the rain, the murmur of the water in a fountain. Here, a white peacock shows off from a branch, there, a Dama dama stares at us nestled on a carpet of damp leaves.

Rather than a book on Botany or on the vast collections of European gardens, Imaginary Gardens is a journey through images. The photographer walks, searches, discovers and by doing so collects dozens of vivid shots that attest to his path through the beauty of nature. Beauty is the key that allows access to these imaginary and imaginable gardens. The gaze and sensitivity of the creative, the photographer, passionate observer and collector of plants, translate beauty into variety, multiplicity, specifi city,

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fl exibility, adaptability, precariousness, ingenuity but also strength, elegance, grace, simulation and dissimulation, specialisation and perfection.

As visitors of Imaginary Gardens we are invited to perceive that the appreciation of the beauty of fl owers can inspire a deeper refl ection on the importance of plants for our survival and well-being. If we stop and observe we are also driven to meditate on present and pressing concerns regarding our relationship with nature. The beauty of plants is combined with strength and frailty and brings with it awareness, respect and humility. In a new book entitled Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale (Giunti Editore, 2013), Stefano Mancuso and Alessandra Viola consider the outcome of recent studies and refl ect on the concept of ‘intelligence’ as the ability to put in place strategies. Mancuso and Viola follow the path initiated by Charles Darwin with the same passion that moved the great naturalist.

In his 1880 book The Power of Movement in Plants, focusing especially on the behaviour of the tip of the root, Darwin laid the foundations for an investigation of plants’ ability to solve problems, face obstacles, fi nd water and so on.

For what concerns the Angiospermae, fl owering plants (the name derives from the Greek words angéion, casing and spérma, seed), it can be observed - with much simplifi cation - that shapes, colours and scents of the fl owers represent with their variety as many responses to the ‘problem’ of pollination and hence reproduction.

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Flowers photographed, fl owering photos

If beauty means variety, this is expressed in a myriad ways. Flipping though page after page of the book, our eye and our imagination travel in a world at once real and evocative. Plants, the beings that have existed since the dawn of life on Earth, have adapted through the ages, perfecting those qualities that now seduce our gaze. They have developed amazing strategies to help them reproduce and survive. Their colours and scents attract insects and other pollinators, establishing a trade between vegetable and animal kingdom: nectar is offered in exchange for pollination. While there are fl owering plants that rely on the wind for their pollination, others rely on their berries, which birds feed on, to colonize vast territories. Amongst the fl owers photographed here some belong to rare species and genera, impossible to see in Europe outside a greenhouse, while others may seem more familiar. Close-ups allow to show strange and hidden details of the mysterious exotic fl owers and domestic varieties alike. How many of us will be able to identify the elegant white fl ower with long purple-red stamens? It is the fl ower of the caper bush, well known for the aromatic taste of its buds, which we eat before they blossom, depriving ourselves of their beauty.

While some flowers strike us with the intensity of their colour, this is often combined with a multitude of other characteristics. Leaves, petals, stamens and stems vary in shape, weight, number, texture, surface and obviously colour. Petals can be smooth, velvety, papery, humid, compact, fl uttering, wrinkly, glassy, fl eshy, plissé, curled up, disheveled, variegated, brushed, minimalist, eccentric, fl amboyant...Stamens and fi laments can be thin, full-bodied, straight, curved, thick, elastic, rigid, stretched out, bent, twisted, tidy, tangled...Stems are erect, curved, sinuous, undulating ... Leaves

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may be rounded, lobed, tapered, swollen, pointed, ridged...Long red stamens distinguish the fl ower of Calliandra haematocephala, native to

Bolivia. Caesalpinia pulcherrima (a ornamental shrub) has orange and yellow fl owers with long tufts of scarlet stamens. For this reason it is also known as Flower of Paradise or Peacock Flower. The genus name Caesalpinia was created by Linnaeus in honour of the sixteenth-century Italian botanist Andrea Cisalpino; while the Latin pulcherrima means ‘the most beautiful’. The same plant is also called Barbados Pride since it is the national fl ower of the Caribbean island (it even appears on the personal fl ag of Queen Elisabeth II as Regent of Barbados). The names of a single plant can be numerous and peculiar. Sometimes they resemble tricky tongue twisters and conceal the most curious origins. The name of Agapanthus, a genus of perennial herbaceous plants native to South Africa, derives from the Greek words agàpe (love) and àntos (fl ower). Its fl owers can be white, blue or light blue, and once open they have a sort of umbel shape. Agapanthus was one of the fi rst plants to arrive to Europe from South Africa and it was initially called Blue Lily or African Hyacinth.

Poppies have light graceful petals, but not all fl owers are elegant and discreet. There are fl owers that seem to defy logic; upon long slender stems, languid forms of heavy petals conform to gravity. Like those of Sarracenia fl ava, a North American insectivorous plant, which has large dangling yellow fl owers. The name fl ava (yellow) derives from the colour of the fl owers.

The fl owers of Thunbergia mysorensis, originally from Northern India, have a striking curved shape; they are bright yellow inside and vary from brown to reddish outside. Hummingbirds and other birds who drink nectar feed on the plant’s sweet treasure.

Sometimes a vibrant colour is combined with motifs that render the fl ower even more noticeable. Some resemble targets made to attract animals in search of nectar. Others, for the same reason, imitate the patterns of insect shells. Flowers thus enliven meadows, gardens and woods like a fanfare of fairies dancing.

The bizarre shapes of plants are often the result of evolution aimed at the protection of their precious fl owers; as in the case of the spectacular Heliconia rostrata, native to South America. Down a central serpentine stem sprout beak-like fl owers. This shiny red, yellow and green shape, is a specialised leaf at the tip of which grow the real fl owers. With their sweet nectar they nourish hummingbirds and others. The genus Heliconia

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was studied by German pioneer naturalist and painter Maria Sibylla Merian (1647-1717) during her stay in Suriname (1699-1701), at the time a Dutch colony. She illustrated the fl ower in her book Metamorphosis of the Insects of Suriname (Metamorphosis insectorum Surinamensium, Amsterdam, 1705 - a study of the metamorphosis of insects and their relationship with plants).

Crotalaria agatifl ora, native to Tanzania and Kenya, makes lemon yellow fl owers with a sort of protruding beak. It is also called Bird Flower.

Not only beaks but also other ‘animal’ shapes are evoked in those of plants. Anigozanthos fl avidus, from south-western Australia, has tubular, densely hairy buds to which it owes the name Kangaroo Paw. A truly Australian plant! Its appearance is modifi ed when small yellow-green fl owers appear at the tip of the buds.

The fl owers of Strongylodon macrobotrys are claw-shaped and their colour can vary from blue-green to mint green - it is also known as Jade Vine. The unusual shape and above all the colour of this generous plant (native to the island of Luzon in the Philippines) contribute to it being a stable presence in greenhouses worldwide. It must have also captured the attention of French painter Henri Rousseau, who paid frequent visits to the Jardin des plantes in Paris. If we look in the right corner of his Snake Enchantress (Paris, Musée d’Orsay), amongst the rich exotic vegetation we can make out a Strongylodon macrobotrys in fl ower.

Other plants resemble with their bizarre shapes those of marine creatures. Here, from fl eshy red petals appears a delicate ‘coral’, there, hairy tentacles tease our imagination. Anthurium scherzerianum, native to Guatemala and Costa Rica, with its curled up fl ower (spadix) emerging from the lacquer red leaf (spate) similar to a tentacle, looks like an imaginary creature.

Some fl owers use illusion as a weapon, while others rely on numbers. What may at fi rst sight appear as a single fl ower is in reality a great quantity of small fl owers supported by a perfect framework of stems. It is a bit like looking at the milky way, a blurry entity made up of many smaller components, imperceptible to the eye because of the great distance. A single stem can support an abundance of fl owers and does not require an intense fragrance to attract insects.

Abundance is the strategy deployed by some plants in the battle for survival. Grevillea rosmarinifolia, native to Australia, produces clusters of pink or red fl owers rich in nectar.

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Also Hardenbergia violacea, an evergreen common in Australia, produces many fl owers clustered in infl orescences of purple, lilac, blue or white.

Plants and fl owers are sometimes portrayed in their natural habitats. As the various aquatic plants including the South American Victoria amazonica, whose broad leaf with edges turned upward is equipped with a fi ssure from which to drain the rainwater that might sink it. We also encounter plants that are accustomed to very humid environments, such as the species of the genus Crocus, which grow in areas such as mountain meadows or woodland. We often see their fl owers emerge from dark and muddy soils, and work their way to the surface, puncturing the leaves that cover them. Thus, candid white fl owers with orange pistils appear on a brown carpet.

Succulent plants live on the contrary in extreme habitats: dry, windy or cold and arid, and are highly specialised to be able to survive and proliferate there. Their mechanisms of adaptation are multiple and often ingenious. The massive consumption of energy and water needed to produce fl owers must be balanced by strategies aimed at optimising the chances of reproducing successfully. Thus, in the case of potential rain, some succulents turn their fl owers downwards in order to keep their pollen dry. The best known family of succulent plants is certainly that of cacti, many of which are characterised by their beautiful fl owers, large, brightly coloured and spectacular, the gentleness of which often seems at odds with the menacing thorns that cover the rest of the plant. Many cactus fl owers, showy and strong smelling, bloom for one night only and attract their pollinators. Colour and scent are the weapons used by these plants to ensure their reproduction in areas so inhospitable as to pose an ongoing challenge.

Finally, many of the photographs of Imaginary Gardens offer a glimpse into the life of the fl owers in their temporality, imperceptible to the human eye. There are stages or moments in the life of a fl ower that only the expert, the gardener, enthusiast are able to catch and record. They may all go from shy bud to expressive fl ower, but many undergo a real metamorphosis in the course of their existence, or even through a single day. Here we see them blossoming or closing, reaching out towards the sun or bowing to it, fl ourishing or withering. Magnolia fl owers are white, delicate and voluptuous, but once dried they unveil the compact and rigid shape of the cone containing the seeds.

The genus Protea, the national fl ower of South Africa, owes its name to the Greek god Proteus, able to constantly change shape. The reference is to the great variety which

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distinguishes both the family and the genus of these plants. Protea cynaroides is characterised by large fl owers that resemble artichokes (the latter belong to the genus Cynara). Photographed still closed or opening, the fl ower of Protea cynaroides, also called Giant or Royal, shows itself in all its beauty. The opening bud reveals the central infl orescence crowned by long bracts (modifi ed leaves) of white, pink, orange or red.

Callistemon citrinus, an interesting Australian evergreen shrub, has fl owers that at fi rst look like closed balls but then burst in an explosion of vibrant red tentacle-like stamens. Its name derives from the Greek kalli (beautiful) and stemon (stamen), for the abundance of stamens, while the leaves have a slight lemon scent (hence citrinus). The common name Lemon Bottlebrush, derives from the brush-shape of its fl owers. As we leaf through the pages of the book - a bit like when we walk in a garden - we witness unexpected transformations, surprising and ingenious, signalling as many transitory phases in the life of plants.

Of the fl owers shown here some strike us in their ephemeral refi nement. The fl ower of Lysichiton camtschatcensis, originally from North-East Asia, has a single white leaf (spathe) that wraps around the infl orescence (spadix) almost like an armour. Its name is composed of the Greek words lysis (dissolution) and chiton (armour) since the spathe withers immediately after fl owering. In unfolding, the leaf reveals on its inner surface the imprint of the hard infl orescence - almost like an actress on stage, throwing back her cloak to reveal all her beauty. The beauty of some fl owers is most apparent at the very moment of unveiling.

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Beyond appearances: a note on perfumes

Beyond what they can show, the photographs also allude to a whole series of other characteristics that make the fl owers unique and distinct from each other. Often their appearance is charged with the promise of a rich perfume contained within them and ready to spread to the air around them. If, as mentioned, there are fl owers that do not need a strong scent to attract insects and other pollinators, others combine exuberant shapes and colours with intense perfumes, a true concert for the senses!

The Argentinian Echinopsis candicans belongs to the cacti family. It produces numerous large fl owers, white on the outside and yellow inside; they usually open at night and give off a scent described as particularly intense. The fl owers of Uvularia grandifl ora (native to the North Eastern United States) are slightly fragrant. Large bell-shaped yellow fl owers that hang languidly downward, bring with them leaves and stems that bend under the effect of their weight.

The bulbous plant Muscari armeniacum, common in woods and meadows of the eastern Mediterranean, has small purple fl owers with white profi les, egg shaped and collected in spikes, which release a sweet scent. Elegant both in their disposition and their violet-blue colour, during Spring the fl owers of this plant stand out in the midst of the multitude of slender arched leaves surrounding them.

In a tangle of winding yellow petals and long red stamens, the fl owers of Hedychium gardnerianum give off their intense fragrance. This extravagant plant is native to the India, Nepal and Bhutan.

Beautiful and intensely odorous are also fl owers and leaves of the South American Cleome hassleriana. Its exuberant fl owers have four curiously shaped petals - paper thin

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with elongated tips and wide at the base - paired with long protruding stamens, resembling spider legs (the plant’s common names are Spider Flower or Spider Plant).

The Mexican Cestrum fasciculatum has clusters of small tubular fl owers in vibrant carmine pink. Some varieties of Cestrum emit a fragrance that attracts nocturnal pollinators, especially moths.

The scent of fl owers in the garden is combined with that of leaves and herbs that spread special fragrances when they are touched, stepped on or stirred by the wind. Indeed in addition to the perfume of fl owers, plants are able to produce many other scents. Yet there is no clear explanation for the scent of aromatic herbs, although we can imagine it performs a very specifi c function necessary to the life of the plant.

The ability that perfumes have to transport the visitor into a separate almost magical sphere has been understood and exploited by gardeners and garden designers since Antiquity. Visiting any green space, dominated by wilderness or cultivation, one realises how the scents ally with colours, shapes and sounds charming our senses.

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Around fl owers. Looking further

As previously mentioned, the photographs collected here were taken in a large number of botanical gardens and parks in Europe. As evidence of the variety of environments and contexts, the book includes images of architectural structures and works of art that characterise the places visited. Once designed in order to meet the needs and desires of Royals and aristocrats, they are now accessible to a wider audience of connoisseurs and enthusiasts. Private parks and gardens but also public botanical gardens, whose history began as early as the Seventeenth century.

Buildings and decorative elements dot the green spaces in harmonious and at times spectacular ways. References to History, mythology, the realm of the fantastic and the sacred are expressed in tempietti, stairways, fountains, sculptural groups and so on.

Zoomorphic subjects are common. An elegant deer lying on the ground is part of the landscape of the eighteenth-century gardens of Bowood House in Calne (Wiltshire, England). Fanciful fountains in the shape of birds and other water works decorate the ‘Baroque’ park of the Castle of Schwetzingen (Baden-Württemberg, Germany).

References to mythology are found for example in the nineteenth-century garden of Villa Durazzo Pallavicini (Genoa Pegli). In the middle of a lake rises the small temple of Diana surrounded by four anthropomorphic statues of aquatic creatures. These mermen, half man and half sea-horse, seem to act as silent spectators of life in the garden. Meanwhile, a passenger heron looks around, all in a setting of cedars and weeping beeches.

The mythological element gives way to the grotesque in the sculptural decorations of the park of Villa Palagonia (Bagheria, near Palermo), built in the Seventeenth century

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for Prince Ferdinando Francesco Gravina Cruyllas. Here, the pillars of the entrances and the outer wall are surmounted by statues carved in tufa representing fantastic animals and anthropomorphic fi gures, together with gnomes, knights and ladies.

Greenhouses and orangeries, along with estates, villas, castles, halls and mazes, participate in the beauty of the green that surrounds them. Often a glass wall can serve as a support for a climbing plant, in a harmonious intermingling of natural and artifi cial elements. To the scenographic effect contribute the fl owering trees, such as rhododendrons - here portrayed in the fascinating Lost Gardens of Heligan (Pentewan, St. Austell, Cornwall). Someone had fun hiding a sculpture in the middle of a bed of irises. In the garden of Villa Taranto in Pallanza, a man of stone seems to make his way through the beautiful purple fl owers (Iris germanica). What a delightful discovery!

There are countless examples of gardens and parks in which expressions of human, animal and vegetal creativity accompany each other in a symphony that strikes the senses, the intellect, the imagination. Perhaps the best way to appreciate and enjoy the wonders that a garden has to offer is to walk, to wander sometimes up to the point of getting lost in nature. Just as the photographer does, always looking for the ideal point of view or for the perfect light. In and out of rose gardens, secret gardens, mazes, greenhouses and much more.

Greenhouses of various kinds, private or public, large or small, solid or graceful - anciently built of masonry and then more and more often of iron and glass - occupy a special place in this search. It is thanks to the special microclimates created within them that the most exotic and rare varieties of plant species are made available for study and offered to our curiosity.

A bit like in a greenhouse, where we simply need to go through a door to fi nd ourselves in a completely different environment and atmosphere, so fl icking through the pages of Imaginary Gardens we meet one beside the other varieties of plants and fl owers of many different origins and characteristics. The mix between species, genera and specimens that makes up the book does not follow the logic of space and time, but rather that of the pursuit of beauty.

We are always told that beauty is subjective, that it lies in the eye of the beholder. Well, in this book there is something for every eye, taste and sensibility. If beauty is a fl eeting idea, the images that make up Imaginary Gardens seem to seize it and make it

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available to the reader-explorer intent in pursuit of his own garden of the imagination.Strolling through gardens, parks, forests, and enjoying the company of Nature will

always be a source of inspiration for poets, painters, philosophers, thinkers and enthusiasts. How many unforgettable poems were born out of the contact with or the careful observation of Nature, of the life of fl owers and insects, or of the action of sun, wind and rain on leaves, fl owers, trees and soil.

All seasons, whether they are lively, melancholic, subdued, full of hopes or obstacles, have inspired painters and writers. The garden is also a intimate place for contemplation, where meditation is combined with the care of plants. A classic example is the case of Claude Monet (1840-1926), who cultivated and painted fl owers with passion and commitment throughout his life.

Interesting to note here is the oeuvre of American painter Georgia O’Keeffe (1887-1986) to whom we owe a long series of sensual close-ups of fl owers, realised on canvases of considerable size, whose intimacy may recall that of the photographs collected in this book.

Every age has created its own gardens. They can be open, closed, accessible, secret, ordered, wild, savage, Mannerist, Baroque, landscaped, eclectic, Victorian, Modernist, formal, naturalist and even artist gardens, contemporary gardens and so on. All are the result of a vision, a journey, an adventure, a little like the Imaginary Gardens of Angelo Sganzerla.

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Ringraziamenti

Desidero ringraziare il Dott. Virgilio Piatti e il Dott. Tiziano Bianchi

per la preziosa collaborazione nella corretta defi nizione dei nomi botanici.

Ringrazio inoltre Isa Pasquale, Valeria Falcone,

Chris Boulden e Maria Del Punta per il loro affettuoso contributo.

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Indice - IndexIsoplexis canariensis - Scrophulariaceae Copertina - CoverClianthus puniceus - Fabaceae 1Dillenia suffruticosa - Dilleniaceae 2Echinopsis - Cactaceae 3Eucharis amazonica - Amaryllidaceae 4Motacilla alba - Motacillidae 5Crocus - Iridaceae 6Fulham Palace garden, London 7Begonia parilis - Begoniaceae 8Gladiolus - Iridaceae 10 Vireya rhododendrons - Ericaceae 12Geopelia cuneata - Columbidae 13Cestrum aurantiacum - Solanaceae 14Aquilegia chrysantha - Ranuncolaceae 15Heliconia guyana - Heliconiaceae 16Dahlia - Compositae 17Pentas lanceolata - Rubiaceae 18Pavo cristatus - Phasianidae 19Xerochrysum bracteatum - Asteraceae 20Protea cynaroides - Proteaceae 21Palmen Garten, Frankfurt 22Hyacinthus - Hyacinthaceae 25Lonicera - Caprifoliaceae 26Uvularia grandifl ora - Colchicaceae 27Reggia di Caserta 28Nymphaea - Nymphaeaceae 29Campanula - Campanulaceae 30Papaver aurantiacum - Papaveraceae 33Aphelandra schiedeana - Acanthaceae 34Sciurus carolinensis - Sciuridae 35Cistus - Cistaceae 36Asclepias fructicosa - Apocynaceae 39Rehmannia elata - Scrophulariaceae 41Echeveria - Crassulaceae 42Caesalpinia pulcherrima - Fabaceae 43Magnolia - Magnoliaceae 44Zosterops poliogaster - Zosteropidae 46Arum - Araceae 47Nepenthes - Nepenthaceae 48Magnolia - Magnoliaceae 49Agapanthus - Liliaceae 50Muscari armeniacum - Liliaceae 51Isola Bella, Stresa (NO) 53Salpiglossis - Solanaceae 54Birmingham Botanical Gardens, West Midlands 56Pseudogaltonia clavata - Liliaceae 57Leucadendron salignum - Proteaceae 58Protea cynaroides - Proteaceae 59

Agave - Agavaceae 60Hosta - Asparagaceae 62Mydrangea - Hydrangeaceae 63Euphorbia - Euphorbiaceae 64Papaver orientale - Papaveraceae 65Grevillea johnsonii - Proteaceae 66Giardino Pallavicini Durazzo, Genova Pegli 67Villa Della Porta Bozzolo (FAI), Casalzuigno (VA) 68Hibiscus - Malvaceae 70Villa Gamberaia, Settignano (FI) 72Peonia - Peoniaceae 73Helleborus orientalis - Ranuncolaceae 74Pelophylax esculentus - Ranidae 75Cornus capitata - Cornaceae 77Cleome hassleriana - Cleomaceae 78Paeonia - Paeoniaceae 80Sophora howinsula - Fabaceae 82Narcissus - Amaryllidaceae 83Singleton park, Swansea, West Glamorgan 84Theobroma cacao - Sterculiaceae 87Jardin Majorelle, Marrakech 89Capparis spinosa - Capparaceae 90Hardenbergia violacea - Leguminose 93Trichocereus - Cactaceae 94Royal Greenhouse, Laeken, Bruxelles 95Villa Palagonia, Bagheria (PA) 97Acanthocalycium spinifl orum - Cactaceae 99Aquilegia - Ranuncolaceae 100Margam Park, Port Talbot, Wales 101Zingiber spectabile - Zinzinberaceae 102Kopenhagen Botanisk Have 103Schaveria calycotricha - Acanthaceae 104Lysimachia phyllocephala - Primulaceae 105Nuphar Lutea - Nymphaeaceae 106Liriodendron - Magnoliaceae 107Nimphaea - Nimphaeaceae 108Giardino Pallavicini Durazzo, Genova Pegli 110Utricularia reniformis - Lentibulariaceae 111Orangerie Hofgarten, Würzburg, Baviera 112Hosta glauca - Asparagaceae 114Crotalaria agatifl ora - Fabaceae 115Bauhinia variegata - Fabaceae 116Chatsworth garden, Bakewell, Derbyshire 117Leucospermum cordifolium - Proteaceae 118Leucospermum cordifolium - Proteaceae 119Montacute House, The National Trust, Yeovil, Somerset 120Bowood House, Calne, Wiltshire 121RHS Garden Wisley, Guildford, Surrey 122Nymphaea - Nymphaeaceae 123Cedrus libani - Pinaceae 124

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Aechmea warasii - Bromeliaceae 126Fritillaria imperialis - Liliaceae 127Gardenia jasminoides G. Ellis - Rubiaceae 128Lysichiton camtschatcensis - Araceae 129Cereus validus - Cactaceae 130Heliconia stricta - Heliconiaceae 131Chiswick Garden, London 132Scilla natalensis - Hyacinthaceae 133Cestrum fasciculatum - Solanaceae 134Tillandsia cyanea - Bromeliaceae 135Vigna caracalla - Fabaceae 136Hoya (purpureo fusca) - Asclepiadaleae 137Nymphaea - Nymphaeaceae 138Aloe arborescens - Aloaceae 140Erythrina crista - galli - Fabaceae 141Anemone Hupehensis - Ranuncolaceae 142Begonia - Begoniaceae 143Pavo cristatus - Phasianidae 144Tumbergia grandifl ora - Acantacee 145Magnolia - Magnoliaceae 146Magnolia stellata - Magnoliaceae 147Magnolia - Magnoliaceae 148Sarracenia fl ava - Sarraceniaceae 149Nymphaea alba - Nymphaeaceae 150Bougainvillea - Nyctaginaceae 152Ipomoea carica - Convolvulaceae 153Syon Park, London 154Aquilegia - Ranunculaceae 155Reggia di Caserta 156Anigozanthos - Haemodoraceae 158Callistemon citrinus - Myrtaceae 159Strongylodon macrobotrys - Fabaceae 160Schloss Schwentzingen, Baden-Württemberg 161Alyogyne huegelii - Malvaceae 162Wisteria sinensis - Fabaceae 163Iris - Iridaceae 164Eremitage, Bayreuth 165Abutilon - Malvaceae 166Ixora coccinea - Rubiaceae 167Genista fl orida - Leguminoseae 168Iris - Iridaceae 169Rhododendron - Ericaceae 170The Lost Gardens of Heligan, Pentewan, St. Austell, Cornwall 171Erytrochiton brasiliensis - Rutaceae 172Narcissus - Amaryllidaceae 173Alcea rosea - Malvaceae 174Schinus molle - Anacardiaceae 175Pulsatilla vulgaris - Ranunculaceae 176Brunfelsia paucifl ora macracanta - Solanaceae 177Neoregelia johannis - Bromeliaceae 178

Cobaea - Polemoniaceae 179Dama dama - Cervidae 180Crocus niveus - Iridaceae 181Acer - Aceraceae 182Thumbergia Mysorensis - Acanthaceae 183Echium wildpretii - Boraginaceae 184Araucaria - Araucariaceae 186Villa Taranto, Pallanza (NO) 187Clerodendrum thomsoniae - Verbenaceae 188Calliandra haematocephala - Fabaceae 189Fuchsia - Onagraceae 190Dahlia - Asteraceae 191Victoria amazonica - Nymphaeaceae 192Fringilla coelebs - Fringillidae 194Aeonium arboreum - Crassulaceae 195Scadoxus cinnabarinus - Amarillidaceae 196Heliconia rostrata - Heliconiaceae 197Nidularium - Bromeliaceae 198Anthurium scherzerianum - Araceae 199Kalanchoe lateritia - Crassulaceae 200Barlettina sordida - Asteraceae 202Giardino Rosy Pucci, Pantelleria 203Erysimum cheiri - Cruciferae 204Berberis darwinii - Berberidaceae 205Primula veris L. - Primulaceae 206Juanulloa aurantiaca - Solanaceae 208Kniphofi a uvaria Sin. Tritoma - Liliaceae 209Nymphaea alba - Nymphaeaceae 210Encephalartos arenarius - Zaminaceae 212Erithacus rubecula - Turdidae 213Villa S. Remigio, Pallanza (NO) 214Clianthus puniceus “Albus” - Fabaceae 215Parodia magnifi ca - Cactaceae 216Encephalartos - Zamiaceae 217Solanum bonariense - Solanaceae 218Salpiglossis - Solanaceae 220Papaver - Papaveraceae 221Haemanthus albifl os - Amaryllidaceae 222Orontium aquaticum L. - Araceae 223Aphelandra sinclairiana - Acanthaceae 224Aphelandra sinclairiana - Acanthaceae 225Hibiscus - Malvaceae 226Hedychium gardnerianum - Zingiberaceae 227Chatsworth Garden, Bakewell, Derbyshire 228Ribes sanguineum - Grossulariaceae 229Agave bracetosa - Arecaceae 230Cistus purpureos - Cistaceae 232Giardino di Boboli, Firenze 233Camelia Japonica - Theaceae 234Hebe macracantha - Plantaginaceae 237Banksia speciosa - Proteaceae 238

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IDEAZIONE E GRAFICA: ANGELO SGANZERLA

Fotolito e composizione: Actualtype Srl

Stampa: Grafiche Zanini, Bologna

Stampato su carta Gardapat Kiara

Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza il permesso scritto dell’Editore.

I Edizione

© 2013 L’Erbolario, Lodi - © 2013 per le fotografie: Angelo Sganzerla

Edizione fuori commercio

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