Ghid de Dispunere a Instalatiilor in Apartamente

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1 CEI COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO AEIT FEDERAZIONE ITALIANA DI ELETTROTECNICA, ELETTRONICA, AUTOMAZIONE, INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE PROGETTO NORMA ITALIANA CEI Progetto Data Scadenza Inchiesta C. 1008 28-02-2009 Data Pubblicazione 2009-… Classificazione 64-100/2 Titolo Edilizia residenziale Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni. Parte 2: Unità immobiliari (appartamenti) Title IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO Progetto in inchiesta pubblica Progetto in inchiesta pubblica Progetto in inchiesta pubblica

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How to make electrical installations at home.

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CEI COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO

AEIT FEDERAZIONE ITALIANA DI ELETTROTECNICA, ELETTRONICA, AUTOMAZIONE, INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

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Progetto Data Scadenza Inchiesta

C. 1008 28-02-2009

Data Pubblicazione

2009-…

Classificazione

64-100/2

Titolo

Edilizia residenziale Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni. Parte 2: Unità immobiliari (appartamenti)

Title

IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 1

INDICE

Premessa............................................................................................................................. 2 Introduzione ......................................................................................................................... 3 1 Scopo ............................................................................................................................ 4 2 Campo di applicazione ................................................................................................... 4 3 Riferimenti normativi e legislativi .................................................................................... 4 4 Glossario ....................................................................................................................... 5 5 Considerazioni e concetti di base relativi all’infrastruttura ............................................... 7

5.1 Generalità ............................................................................................................. 7 5.2 Progettazione ....................................................................................................... 8 5.3 Flessibilità dell’impianto e adattabilità dell’infrastruttura ......................................... 9 5.4 Adattabilità dell’infrastruttura a supportare la flessibilità dell’impianto................... 10 5.5 Adattabilità dell’infrastruttura alle evoluzioni future .............................................. 10 5.6 Costo e valore dell’infrastruttura .......................................................................... 11 5.7 Documentazione dell’infrastruttura....................................................................... 11

6 Linee guida per il progetto dell’infrastruttura ................................................................. 12 6.1 Generalità ........................................................................................................... 12 6.2 Servizi fruibili nell’UI ........................................................................................... 12 6.3 Tipi di impianto ................................................................................................... 13 6.4 Vincoli posti dalla struttura edilizia....................................................................... 15 6.5 Vincoli impiantistici.............................................................................................. 19 6.6 Vincoli di proprietà. ............................................................................................. 22

7 Progettazione delle infrastrutture dell’UI ....................................................................... 24 7.1 Generalità ........................................................................................................... 24 7.2 Criteri per la progettazione delle infrastrutture della UI......................................... 25

8 Esempio di progettazione di una infrastruttura .............................................................. 34 8.1 Considerazione introduttive ................................................................................. 34 8.2 Individuazione dei servizi .................................................................................... 37 8.3 Individuazione degli impianti................................................................................ 37 8.4 Posizionamento dei punti SU di utilizzo e comando.............................................. 37 8.5 Considerazioni finali e adattabilità per possibili applicazioni future ....................... 47

APPENDICE A ................................................................................................................... 48 Topologia .................................................................................................................... 48

APPENDICE B ................................................................................................................... 53 Quote di posizionamento dei punti SA, SZ e SU............................................................ 53

APPENDICE C ................................................................................................................... 56 Canalizzazioni, Spazi installativi SA (per centralini, quadri, armadi) e Spazi installativi

SZ ( per scatole di derivazione ) .......................................................................... 56 APPENDICE D ................................................................................................................... 65

Corrispondenza tra simboli CEI del CT 3 e simboli utilizzati nella presente Guida.......... 65

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Premessa Le statistiche dimostrano che gli involucri edilizi delle abitazioni e con essi le infrastrutture necessarie per gli impianti (scatole e canalizzazioni sotto traccia) vengono rinnovati con una periodicità molto inferiore rispetto alle innovazioni elettriche disponibili sul mercato.

Da un lato quindi l’integrazione, in un impianto, di novità tecnologiche resesi disponibili può non essere possibile o agevole proprio a causa di limiti legati alla predisposizione dell’involucro edilizio e dall’altro la predisposizione dell’involucro edilizio non può essere efficace se basata unicamente sull’attuale offerta di mercato (in termini di tecnologie elettriche ed elettroniche).

Probabilmente molti hanno sperimentato, in maggiore o minor misura, un senso di frustrazione quando si rendono conto che gli impianti presenti nell’abitazione in cui vivono, non rispondono pienamente alle loro esigenze.

In soggiorno essi avrebbero voluto posizionare quella lampada da terra che tanto loro piace, nell’angolo prossimo al terrazzo, vicino alla poltrona preferita, ma non c’è alcuna presa elettrica in quell’angolo, tanto meno una presa comandata dall’interruttore posto vicino all’ingresso del locale.

Nella camera della loro giovane figlia già hanno posizionato due anni fa il “personal computer” (PC) (la posizione che è loro parsa migliore non aveva una presa elettrica vicina e dunque hanno dovuto installare un lungo cavo di alimentazione in vista), ma oggi vogliono dotare il PC di una connessione ad Internet, che richiede una connessione telefonica, ma purtroppo la camera della figlia non dispone di alcuna presa telefonica.

Non è il caso di continuare con altri esempi, perché la lista potrebbe allungarsi senza mutare il concetto di fondo che è il seguente: la dotazione e la dislocazione degli impianti dell’abitazione spesso non risponde in pieno alle esigenze degli abitanti.

Queste esigenze possono essere classificate (Norma UNI 8289) in esigenze di:

• Sicurezza • Benessere • Fruibilità • Aspetto • Gestione • Integrabilità • Salvaguardia ambiente Occorre altresì considerare che le esigenze degli abitanti mutano nel tempo per tanti motivi. Una giovane famiglia evolve, figli nascono poi crescono, il nucleo familiare muta in numero e tipologia. Ma anche senza che muti il numero di abitanti, le scelte di comportamento dei singoli (volontarie o involontarie, ad esempio, dettate dalla vecchiaia) e le evoluzioni di comportamento della società possono dar luogo col passare del tempo a mutamenti di esigenze. Il risultato è che impianti che rispondono perfettamente alle esigenze odierne possono domani risultare inadeguati.

Quando un’Unità Immobiliare (UI) non dispone di impianti adeguati alle esigenze degli abitanti, questi si adoperano per cambiarli. A questo punto si possono presentare diversi scenari che sono, in sintesi, i seguenti, presentati in un ordine che va dallo scenario peggiore a quello migliore:

- necessità di intervenire sulle opere murarie per alloggiare nuovi impianti o mutare la dislocazione di quelli esistenti, con costi e disagi;

- possibilità di non intervenire sulle opere murarie, ma solo la necessità di alloggiare nuovi impianti al posto di quelli esistenti: alcuni elementi di questi nuovi impianti (cavi, apparati) potrebbero necessitare di essere lasciati in vista. Questo scenario è caratterizzato da costi e disagi inferiori a quello dello scenario precedente, ma potrebbe dar luogo ad insoddisfazioni estetiche;

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- possibilità di mutare totalmente la disposizione degli impianti migrando alla nuova configurazione, senza alcuna necessità di intervenire sulle opere murarie né di lasciare elementi di impianto esterni, ma utilizzando l’infrastruttura a suo tempo predisposta: questo scenario è caratterizzato da bassi costi, pochi disagi e nessuna insoddisfazione estetica.

Lo scenario ideale è l’ultimo citato, ma la condizione fondamentale affinché si possa realizzare è che l’UI disponga di un’opportuna infrastruttura.

INTRODUZIONE Nell’edilizia residenziale è importante realizzare in maniera coordinata ed integrata tutti gli impianti tecnologici.

L'integrazione degli impianti comporta due aspetti principali: l'integrazione dal punto di vista fisico, cioè la predisposizione delle infrastrutture necessarie per tutti gli impianti (infrastruttura costituita da canalizzazioni e scatole, componenti edilizi e di arredo) e l'integrazione dal punto di vista funzionale, che riguarda esplicitamente le funzioni e le applicazioni di ciascun impianto e le relazioni con le funzioni degli altri impianti dell'abitazione (acqua corrente, gas, riscaldamento, condizionamento, aspirazione polveri, scarichi, ecc.).

Tutte le Parti di questa Guida trattano il primo aspetto: sono rivolte soprattutto ai professionisti dell’edilizia e intendono fornire indicazioni riguardanti la predisposizione, negli edifici ad uso prevalentemente residenziale, in costruzione o in fase di ristrutturazione radicale, dell’infrastruttura destinata ad accogliere gli impianti Elettrici, Elettronici e per le Comunicazioni (EEC).

La presente Parte 2 della Guida riguarda la predisposizione dell’infrastruttura nelle singole unità immobiliari (UI) in cui è articolato un edificio multi-unità. Pr

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1 Scopo

Con riferimento ad un’unità immobiliare, facente parte di un edificio costituito da più unità immobiliari raccordate da spazi comuni, la presente Parte 2 della Guida CEI 64-100 ha lo scopo di fornire le indicazioni principali ed un metodo per progettare un’infrastruttura sottotraccia atta ad ospitare impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni, caratterizzata da un elevato livello di adattabilità per garantire una adeguata flessibilità degli impianti, tenendo conto delle mutevoli esigenze tecniche e dell’utenza della UI.

2 Campo di applicazione

Questa guida si applica all’edilizia ad uso residenziale, con riferimento alle nuove costruzioni o alle ristrutturazioni radicali di edifici esistenti.

3 Riferimenti normativi e legislativi

[1] CEI 64-100/1 Edilizia residenziale. Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici e tecnologici. Parte 1: Montanti degli edifici

[2] CEI 64-50 Edilizia residenziale. Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri generali

[3] CEI 64-53, CEI 64-50 Edilizia residenziale. Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati. Criteri particolari per edifici ad uso prevalentemente residenziale

[4] CEI 100-7 Guida per l’applicazione delle Norme sugli impianti di ricezione televisiva [5] CEI 205-2

Guida ai sistemi bus su doppino per l'automazione nella casa e negli edifici, secondo le Norme CEI EN 50090

[6] CEI 306-2 Guida per il cablaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale negli edifici residenziali

[7] ISO/IEC 15018 Information technology. Generic cabling for homes [8] CEI EN 50090-9-1

Sistemi Elettronici per la Casa e l'Edificio (HBES). Parte 9-1: Prescrizioni di installazione - Cablaggio generico per sistemi HBES di classe 1 su coppia ritorta

[9] Norma CEI 79-3 Impianti antieffrazione, antiintrusione, antifurto e antiaggressione Norme particolari per gli impianti antieffrazione e antiintrusione

[10] Legge 6 maggio 1940, n. 554 (in Gazz. Uff., 14 giugno, n. 138). “Disciplina dell'uso degli aerei esterni per audizioni radiofoniche”.

[11] DPR 29 marzo 1973 n. 156 (suppl. ord. Gazz. Uff., 3 maggio, n. 113) “Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative in materia postale, di bancoposta e di telecomunicazioni.”

[12] Decreto Legislativo 1 agosto 2003, n. 259 "Codice delle comunicazioni elettroniche" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 214 del 15 settembre 2003 -Supplemento Ordinario n. 150

[13] Legge 3 maggio 2004, n. 112 "Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI-Radiotelevisione italiana S.p.a., nonché delega al Governo per l’emanazione del testo unico della radiotelevisione" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 104 del 5 maggio 2004 - Supplemento Ordinario n. 82

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[14] DM 11novembre 2005 “Regole tecniche relative agli impianti condominiali centralizzati d'antenna riceventi del servizio di radiodiffusione” (Gazzetta Ufficiale n. 271 del 21 novembre 2005)

[15] Legge 1 agosto 2002, n. 166 "Disposizioni in materia di infrastrutture e trasporti" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 181 del 3 agosto 2002 - Supplemento Ordinario n. 158

[16] Legge 9 gennaio 1989, n. 13 (in GU 26 gennaio 1989, n. 21) “Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”

[17] DM 236 del 14 giugno 1989 (in G.U. nel supplemento ordinario n. 145 del 23/06/1989) “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica e sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche.”

[18] DM 22 gennaio 2008 n. 37 “Riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici”

4 Glossario

Agli effetti della presente Guida valgono le seguenti definizioni: Adattabilità Attributo1 di una infrastruttura destinata ad alloggiare impianti (cablaggi). Indica la capacità di una infrastruttura a permettere modifiche ai cablaggi in essa posati. Apparato Mezzo applicato interamente o in parte per l’uso di energia elettrica o di segnali. Apparecchio (utilizzatore) Componente che trasforma l’energia elettrica in un’altra forma di energia, per es. luminosa, calorica, meccanica. Apparecchiatura Insieme di componenti dell’impianto destinati ad essere inseriti in un circuito elettrico o elettronico per realizzare una o più delle seguenti funzioni: protezione, comando, sezionamento,e connessione. Attuatore Dispositivo in grado di elaborare uno o più segnali ricevuti da altri dispositivi (es. comandi) al fine di eseguire un’ azione predeterminata ( ON, OFF, Regolazione ) Cablaggio L’insieme dei cavi che sono utilizzati in un dato impianto per connettere tra loro apparati (ad es. cablaggio elettrico, cablaggio di telecomunicazione, cablaggio per la distribuzione TV, ecc.). Canalizzazione Tubi posti tra le varie scatole (SA-SZ-SU) che costituiscono il mezzo fisico in cui vengono infilati i cavi per il cablaggio dei vari impianti. Comando Operazione destinata alla chiusura, apertura o variazione dell’alimentazione di un componente elettrico o di una qualsiasi parte dell’impianto, per il funzionamento ordinario Distribuzione radiale Tubi più conduttori disposti con topologia a stella

————————— 1 Tale attributo non è quantificabile in termini numerici, bensì classificabile in termini qualitativi (ad es. scarsa, sufficiente,

discreta, ottima).

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Flessibilità Attributo2 di un impianto dell’Unità Immobiliare. Indica la capacità a supportare la distribuzione di nuovi servizi e/o la gestione dei servizi esistenti da punti diversi rispetto a quanto previsto nel progetto iniziale. Gestione energia Insieme costituito da infrastruttura e impianti per la distribuzione di energia elettrica controllata, sia in sicurezza sia in funzionalità. Gestione segnali Insieme costituito da infrastruttura e impianti per la distribuzione controllata, sia in sicurezza sia in funzionalità, di segnali (tipicamente di comunicazione) in una unità immobiliare. Guida DIN Terminologia diffusa per definire i profilati di supporto necessari per assemblare vari apparati elettrici e/o elettronici, dotati di sistema di aggancio standardizzato. Impianti EEC Insieme degli impianti elettrico, elettronico e per le comunicazioni dell’UI (cioè l’insieme di quegli impianti per l’alloggiamento dei quali è destinata l’infrastruttura oggetto di questa Guida). Impianto Insieme di apparati e di cavi (cablaggio) per il loro collegamento, destinato a svolgere specifiche funzioni (es. impianto elettrico, impianto TV, ecc.). Infrastruttura Nell’accezione generale del termine, infrastruttura è lo spazio destinato ad ospitare gli impianti. Nel contesto specifico di questa Guida con il vocabolo infrastruttura si intende lo spazio destinato ad alloggiare gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni (impianti EEC). Locale (area) tecnico Locale in cui vengono collocati il quadro o i quadri elettrici per l’alimentazione e la protezione degli impianti elettrici, TV, impianti tecnologici in genere Modificabilità Attributo di una unità immobiliare. Tale attributo si riferisce al fatto che una unità immobiliare è progettata tenendo conto della sua possibile suddivisione futura in unità immobiliari indipendenti (per esempio un’unità immobiliare su due piani potrebbe essere suddivisa in due unità immobiliari indipendenti, una per piano, oppure un’unità immobiliare di sei locali più doppi servizi potrebbe essere suddivisa in due unità immobiliari di tre locali più servizio). Presa comandata Presa alimentata tramite un dispositivo di comando dedicato. Presa controllata Presa il cui utilizzo è controllato da apparati (integrati nella presa stessa o a monte della linea di alimentazione) in grado di verificare e/o regolare e/o sospendere l’energia erogabile. Quadro Componente realizzato assiemando involucri vuoti con dispositivi di protezione, di comando ed altre apparecchiature elettriche/elettroniche. Safety Insieme delle azioni e/o comportamenti tali da garantire la sicurezza delle persone e dei beni contro i pericoli ed i danni che possono derivare dall’ambiente e/o dall’utilizzo degli impianti elettrici

————————— 2 Tale attributo non è quantificabile in termini numerici, bensì classificabile in termini qualitativi (ad es. scarsa, sufficiente,

discreta, ottima).

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Scatola Involucro destinato ad essere fissato o incassato nella struttura edile, destinato a contenere una o più apparecchiature elettriche e/o elettroniche. Scatola di derivazione Involucro utilizzato come elemento di raccordo delle canalizzazioni. Esso può contenere dispositivi di giunzione o derivazione dei cablaggi e/o avere la funzione di rompi-tratta per agevolare la posa dei cavi. Security Insieme delle azioni e/o comportamenti tali da garantire la sicurezza delle persone e dei beni contro i tentativi di effrazione ed intrusione. Segnale Energia (elettrica, ottica, elettromagnetica) di modesta entità in grado di veicolare informazioni. Sensore Dispositivo capace di rivelare il valore ( e/o la sua variazione ) di una grandezza fisica al fine di renderlo disponibile in forma analogica o digitale ad un altro dispositivo locale ( ad esempio visualizzatore ) o trasmetterlo ad uno remoto ( ad esempio attuatore ) Sistema BUS (abbreviato BUS) Insieme di dispositivi connessi tra loro tramite un cablaggio che consente la comunicazione mediante un protocollo comune. Topologia Branca della matematica che studia la proprietà di figure e forme indipendenti dalla metrica (si veda l’Appendice A) Unità Immobiliare (UI) In questa guida si definisce unità immobiliare un ambiente abitativo (appartamento) costituito da uno o più vani e uno o più locali accessori ( corridoi, bagni, sgabuzzini ).

5 Considerazioni e concetti di base relativi all’infrastruttura

5.1 Generalità

Questa Guida tratta dell’infrastruttura di un’UI, non degli impianti che sono alloggiati nell’infrastruttura.

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Appare immediatamente evidente che non è possibile definire le caratteristiche che l’infrastruttura deve avere se non sono preventivamente definite le funzioni che gli impianti alloggiati devono svolgere per assolvere le esigenze abitative. Pertanto chi è chiamato a progettare3 l’infrastruttura deve necessariamente cooperare con i progettisti4 dei singoli impianti, e costoro tenendo conto delle esigenze dei committenti, devono definire prioritariamente i servizi e le prestazioni erogate dai diversi impianti. Nel caso in cui il committente dell’edificio intenda attuare una politica commerciale per la quale l’UI è venduta con l’infrastruttura predisposta, ma non con gli impianti installati (con l’obiettivo di lasciare all’acquirente la possibilità di personalizzare gli impianti per renderli il più possibile flessibili), il progettista dell’infrastruttura, dovrà decidere, in questo caso, solo sulla base di informazioni che dovranno essere le più ampie ed approfondite possibile. Poiché l’infrastruttura ha impatto sugli elementi della costruzione muraria (muri, solai, pavimenti, ecc.) e può incidere sulle prestazioni strutturali dell’edificio, è necessario che le caratteristiche dell’infrastruttura siano definite nella fase progettuale della struttura dell’abitazione5 L’infrastruttura ha generalmente interferenze con altri impianti (non EEC) esistenti nell’abitazione (ad esempio con le tubazioni di acqua calda e fredda): il progettista dell’infrastruttura deve curare che tali interferenze siano risolte al meglio, interagendo con i progettisti di tali impianti, sempre tenendo conto dei vincoli edilizi.

L’infrastruttura progettata in accordo con le indicazioni di questa Guida intende soddisfare sia le esigenze di tutti gli impianti tecnologici presenti nella casa, solitamente gestiti da differenti specialisti, sia le esigenze strutturali dell’edificio.

5.2 Progettazione

L’attività di progettazione si esplica tipicamente su tre livelli progettuali: preliminare, definitiva, esecutiva. La progettazione della infrastruttura, attività complementare del procedimento progettuale, si esplica con gradualita’ di approfondimento nell’ambito della progettazione architettonica, edile e delle progettazioni impiantistiche, secondo i livelli previsti, ed in conformità alle norme CEI e UNI. In particolare la progettazione si riferisce ad attività inerenti :

a – opere edili/architettoniche b – impianti non EEC c – impianti EEC. Le figure coinvolte nel processo progettuale in questi casi generalmente sono : - il committente (puo’ coincidere anche con l’utente finale). - i progettisti della struttura edile - i progettisti degli impianti EEC e non EEC 6-7 - l’utente finale ————————— 3 Non vi siano equivoci circa il significato di “progettare”. In base ai dettati del DM 22 gennaio 2008 n. 37 tutti gli

impianti devono essere “progettati” da due differenti figure in funzione a dei limiti dimensionali indicati al comma 2 dell’art. 5 del DM 37. Invece, nel contesto di questa Guida, con progettazione si intende quel corretto modo di operare che inizia con l’analisi delle esigenze da soddisfare e termina con la definizione della soluzione adottata per l’infrastruttura, tenendo conto di tutti i vincoli tecnici imposti alla soluzione. Non è essenziale che di ciò resti traccia in un documento formale di progettazione, anche se ciò è auspicabile nell’interesse congiunto del progettista e del committente. Tuttavia è consigliabile redigere un documento, anche breve, che descriva i criteri fondamentali che hanno portato alla topologia adottata e di quali impianti si è tenuto conto ed è possibile ospitare.

4 Non necessariamente il progettista dell’infrastruttura è il progettista di tutti gli impianti ospitati dall’infrastruttura, anche perché gli impianti sono di vario tipo e richiedono conoscenze specialistiche e diversificate.

5 E’ auspicabile che si limiti un certo modo di operare, ancora oggi spesso adottato, secondo il quale inizialmente si costruiscono le opere murarie ignorando l’infrastruttura, successivamente le opere murarie vengono parzialmente demolite per collocare in esse l’infrastruttura. La sequenza costruzione-demolizione determina una diminuzione delle prestazioni qualitative dell’edificio. Nella fase di demolizione spesso si ignora che possono variare le prestazioni dei sub-sistemi edilizi, dando origine ad esempio, in alcuni casi, al mancato rispetto, delle norme vigenti in materia di acustica e risparmio energetico (per esempio introducendo ponti termici ed acustici inizialmente non presenti, non previsti e non accettabili).

6 In alcune situazioni, può accadere che la figura di progettista si identifichi con il responsabile tecnico dell’impresa installatrice dell’impianto che redige un elaborato tecnico.

7 E’ noto che i produttori di apparecchi e sistemi spesso propongono nella loro documentazione indicazioni progettuali ad uso dei progettisti: auspichiamo che tali indicazioni progettuali facciano riferimento a codesta Guida per quanto concerne l’infrastruttura.

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Il committente è colui che commissiona la realizzazione dell’UI o del sistema edilizio (o dell’edificio) al progettista. Da un punto di vista commerciale può essere intenzionato a mantenere la proprietà dell’edificio, oppure ad affittare le varie UI, oppure a venderle. In dipendenza delle diverse politiche immobiliari, il committente può essere più o meno sensibile rispetto alle problematiche relative all’infrastruttura e dunque fornire al progettista edile/architettonico indicazioni più o meno approfondite.

Il progettista edile/architettonico è la figura di riferimento che ha il rapporto primario con il committente e coordina tutte le attività progettuali nelle fasi previste, sia quelle architettoniche e strutturali, sia quelle impiantistiche. Nel caso in cui Il progettista edile/architettonico non assuma la veste di coordinatore, saranno i progettisti di ciascuna attività, ognuno per le attività di competenza, ad essere figura di riferimento con il committente. Nelle progettazioni complesse la figura di coordinamento può essere svolta da un project manager incaricato allo scopo.

I progettisti degli impianti EEC sono coloro che progettano gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni, cioè quegli impianti il cui cablaggio sarà alloggiato nell’infrastruttura oggetto di questa Guida.

I progettisti degli impianto non EEC sono coloro che progettano gli impianti non EEC: questi impianti possono avere impatti sull’infrastruttura oggetto di questa guida.

Sia nel caso di impianti EEC, sia di impianti non EEC, le competenze possono essere presenti in un’unica persona.

L’utente finale, quando non coincide con il committente, non interviene nell’individuazione delle caratteristiche dell’infrastruttura. La possibilità di soddisfare un’ampia gamma delle esigenze dell’utente costituisce un valore aggiunto per l’unità immobiliare.

Poiché l’infrastruttura EEC ha lo scopo di alloggiare gli impianti EEC, è opportuno che sia uno degli impiantisti EEC a svolgere il ruolo di coordinamento degli eventuali diversi progettisti impiantisti per far si che la progettazione della infrastruttura sia in accordo con la progettazione architettonica e strutturale.

5.3 Flessibilità dell’impianto e adattabilità dell’infrastruttura

Gli abitanti dell’UI si aspettano che gli impianti possano essere adeguati facilmente al mutare delle loro esigenze (ad es. cambiamento della disposizione dell’arredo): siano, cioè, flessibili.

La flessibilità di un impianto non è, ad oggi, un parametro formalmente definito e quantificabile rigorosamente, ma è viceversa definibile o classificabile soltanto qualitativamente ed esprimibile al più a livello di giudizio (ad esempio scarsa, sufficiente, discreta, ottima, ecc.) con una componente soggettiva elevata, anche perché la valutazione può essere espressa dall’utente finale, cioè l’abitante dell’UI, spesso sulla base di elementi emozionali e non tecnici.

Ad esempio vi sono persone che considerano perfettamente accettabile che siano visibili, di lato al televisore, un conduttore di alimentazione lungo quattro metri (tra il televisore e la più vicina presa elettrica) ed un conduttore coassiale di analoga lunghezza (tra il televisore e la più vicina presa TV): per tali persone cambiar posto al televisore pone pochi problemi, dunque per tali persone un normale impianto è considerato flessibile.

Esistono viceversa altre persone che non gradiscono che i cavi di alimentazione degli apparecchi siano visibili anche se per pochi centimetri: per costoro un nuovo posizionamento degli apparecchi può trasformarsi in un problema; dunque un impianto che non soddisfa tale esigenza è considerato poco flessibile o addirittura non flessibile.

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Appare chiaro che la flessibilità di un impianto è direttamente legata alla configurazione dell’infrastruttura: è dunque essenziale che il progettista dell’infrastruttura conosca l’obiettivo di flessibilità di impianto da conseguire, al fine di progettare l’infrastruttura adeguata a supportare i cambiamenti ipotizzati.

Si consideri, a titolo di esempio, l’utente che voglia vedere sul proprio televisore non solo i canali terrestri visti fino a quel momento ma anche i canali satellitari ricevuti attraverso una antenna parabolica installata sul tetto. In tale caso è necessario portare al televisore il segnale captato dalla antenna parabolica, utilizzando un cavo coassiale dedicato a tale scopo. Esso potrà essere alloggiato nell’infrastruttura se tale spazio è stato previsto in fase di progetto dell’infrastruttura.

Altro esempio è quello che vede l’esigenza di motorizzare il sollevamento di tapparelle, che spesso nasce quando gli abitanti raggiungono una certa età o hanno menomazioni funzionali. In tale caso occorre poter alloggiare il motore, portare ad esso l’alimentazione elettrica e alloggiare in posizione opportuna il punto di comando. In questo caso risulta adattabile quell’infrastruttura che ha previsto la futura motorizzazione (prevedendo spazio per il motore di azionamento della tapparella nonché scatole e tubi in opportune posizioni vicino alle tapparelle da motorizzare).

L’adattabilità è quell’attributo dell’infrastruttura che identifica la sua capacità di accogliere elementi di impianto (apparati, prese, cavi, ecc.) senza significativi interventi sulla struttura. In generale l’infrastruttura è definibile come adattabile se è in grado di soddisfare le esigenze di diverse figure di utenti nonché il mutare nel tempo di tali esigenze: l’infrastruttura è adattabile se meglio supporta impianti flessibili.

L’adattabilità dell’infrastruttura dipende da due elementi dell’infrastruttura stessa: la quantità di spazi messi a disposizione per alloggiare gli impianti e la dislocazione di tali spazi nei differenti ambienti dell’UI.

5.4 Adattabilità dell’infrastruttura a supportare la flessibilità dell’impianto

La flessibilità dell’impianto richiede che i punti di comando di funzioni o i punti di accesso a comunicazioni ed energia non siano in numero esiguo, con conseguente rigidità nella disposizione degli arredi, bensì vi sia un’adeguata ridondanza al fine di ottenere un ragionevole numero di alternative circa la dislocazione spaziale.

Sarà cura del progettista dell’impianto, sentite le esigenze del committente, decidere se equipaggiare con componenti tutti i possibili punti individuati ai fini della flessibilità, ma ciò esula dagli scopi di questa Guida. Certamente, però, è fondamentale che l’infrastruttura sia predisposta tenendo conto di tutti i possibili punti di comando/accesso che garantiscono la flessibilità dell’impianto, secondo gli scopi di codesta Guida.

5.5 Adattabilità dell’infrastruttura alle evoluzioni future

Nella nostra cultura l’abitazione è fatta per durare nel tempo, con l’obiettivo che duri anche per alcune generazioni. Ciò implica che la realizzazione dell’infrastruttura adattabile (Figura 5- 1) deve tener conto di un lungo periodo di tempo.

E’ ovvio che prevedere l’evoluzione è tanto più difficile quanto più lunga è la durata di utilizzo della infrastruttura. Questa guida propone ai progettisti dell’infrastruttura una scelta di possibili soluzioni in modo da saper opportunamente interpretare all’atto della progettazione e costruzione dell’immobile le evoluzioni della tecnologia e della società

E’ opportuno lasciare nell’infrastruttura un adeguato spazio “di riserva” (per la sfilabilità e per ampliamenti futuri), il che sostanzialmente trasforma la mancata conoscenza del progettista nei riguardi del futuro in una positiva scelta progettuale. Convenzionalmente in questa guida si assume come spazio di riserva, relativamente alle canalizzazioni (tubi), il valore ottenuto moltiplicando per 1,50 il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi da introdurre. Tale valore costituirà il diametro interno del tubo da utilizzare (si veda l’Appendice C).

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Figura 5- 1 Gli obiettivi fondamentali dell’infrastruttura adattabile: alloggiare impianti EEC flessibili ed alloggiare nuovi impianti EEC.

5.6 Costo e valore dell’infrastruttura

E’ importante considerare che l’infrastruttura non è altro che un “vuoto” nel “pieno” della struttura muraria.

Non rientra negli scopi di questa Guida fornire indicazioni dettagliate circa il costo ed il valore dell’infrastruttura, ma è comunque opportuno esprimere alcune considerazioni.

a) Il costo dell’infrastruttura comprende il costo della sua progettazione e della sua realizzazione: quest’ultimo dipende essenzialmente dai componenti utilizzati (tubi, scatole, raccordi, ecc.) e dalle modalità costruttive8.

b) E’ ragionevole pensare che il costo dell’infrastruttura sia proporzionale alle sue dimensioni ed all’estensione e che dipenda dalla qualità dei componenti utilizzati: per contro, il costo non dipende assolutamente dal valore degli impianti che l’infrastruttura è in grado di alloggiare9.

c) Per quanto riguarda il valore, tenuto conto che l’infrastruttura è un vuoto, potrebbe sembrare che non abbia valore o che, per assurdo, tolga valore al pieno: viceversa, si tratta di un vuoto di “qualità”, che aggiunge valore al pieno.

d) Chi ha come ruolo professionale quello di attribuire all’UI un valore monetario al fine di posizionare l’abitazione sul mercato degli immobili, deve saper attribuire un valore non solo al “pieno” quali i muri solidi, i pavimenti (in marmi pregiati), i rivestimenti dei bagni (con piastrelle di alta qualità nel materiale e nel decoro, ecc.), ma anche al “vuoto” (dimensionamento, dislocazione, predisposizione al futuro ecc.) perché questi elementi concorrono a definire il valore globale dell’immobile.

e) Chi pone sul mercato l’immobile deve saper adeguatamente illustrarne le caratteristiche al potenziale acquirente. Si suggerisce di illustrare opportunamente anche le caratteristiche dell’infrastruttura al fine di documentarne il livello di adattabilità e di indicare esplicitamente se essa è realizzata seguendo il contenuto di questa Guida.

5.7 Documentazione dell’infrastruttura

I progettisti/installatori che sono chiamati ad intervenire per modificare gli impianti o aggiungerne di nuovi hanno la necessità di conoscere sia gli spazi disponibili sia il tracciato e le dimensioni dell’infrastruttura, Si consiglia di documentare nel dettaglio l’infrastruttura progettata e realizzata e di consegnare la documentazione all’acquirente della UI.

————————— 8 Appare ragionevole chiedersi se realizzare un vuoto ha un costo. Certamente se il vuoto è ottenuto demolendo un pieno

il costo esiste. Ma che dire se il vuoto è ottenuto utilizzando casseri opportunamente sagomati o altre modalità? Potrebbe esistere addirittura un risparmio (dovuto al minor impiego di materiale da costruzione)?

9 Si ritiene ragionevole suggerire che il calcolo dei costi dell’infrastruttura sia limitato al costo della stessa e relativi oneri accessori.

nuoviimpianti EEC

impianti EECflessibili

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nuoviimpianti EEC

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6 Linee guida per il progetto dell’infrastruttura

6.1 Generalità

Per progettare l’infrastruttura è necessario stabilire:

- i servizi che si intendono rendere disponibili nell’UI attraverso l’infrastruttura;

- gli impianti necessari per offrire i suddetti servizi (distinguendoli tra quelli EEC, destinati ad essere alloggiati nell’infrastruttura, e gli altri), tenendo conto delle necessarie separazioni fra gli stessi;

- i vincoli posti dalla struttura edilizia che l’infrastruttura deve rispettare, tenendo possibilmente in considerazione la possibile modifica dell’unità immobiliare per frazionamento o accorpamento.

Gli impianti EEC e l’infrastruttura sono caratterizzati da topologie tipiche che vengono presentate al art. 6.3.2. In appendice A sono fornite ulteriori spiegazioni a supporto di tali topologie.

6.2 Servizi fruibili nell’UI

In questa sezione sono riportati tutti i possibili servizi che possono essere forniti dall’impianto EEC. Questi possono essere classificati in prima approssimazione come “essenziali” e “addizionali”. Questa classificazione è qualitativa e si basa sul fatto che i primi sono richiesti dalla quasi totalità dei proprietari, mentre per il secondo gruppo la richiesta dipende dalle esigenze del cliente.

Lo scopo di questa classificazione è fornire raccomandazioni sulla tipologia dei servizi che è opportuno prendere in considerazione.

Servizi essenziali:

fornitura di acqua potabile per uso alimentare servizi idraulici per cucina, lavanderia, ecc. (alimentazione acqua, scarichi) servizi igienici (acqua e scarichi) fornitura di gas (per cucina e/o riscaldamento) riscaldamento degli ambienti illuminazione alimentazione elettrica di dispositivi fissi e mobili servizio telefonico distribuzione dei segnali TV servizio (video) citofono

Servizi addizionali :

• trasmissione dati

• allarme intrusione/furto

• rivelatore fughe gas (con elettrovalvola di intercettazione)10

• allarmi tecnici (allagamento, fumi, ecc.)

• avviso di soccorso/emergenza (es. per disabili e/o anziani)

• distribuzione audio/video (Hi-Fi)

————————— 10 Si segnala l’opportunità di considerare con attenzione la funzione di rivelatori di fughe di gas coordinati con

elettrovalvola di intercettazione ai fini della sicurezza. A livello europeo e nazionale sono in discussione provvedimenti legislativi al riguardo.

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• raffrescamento degli ambienti (se in aggiunta al riscaldamento) o condizionamento degli ambienti (se comprende sia riscaldamento che raffrescamento)

• motorizzazione di tapparelle, tende, imposte, ecc.

• luce di emergenza segnalazione blackout estraibile o fissa

• dispositivi per il risparmio energetico (es. relé di massimo consumo, gestione carichi)

• comfort (idromassaggio, ecc.)

• aspirazione centralizzata.

6.3 Tipi di impianto

6.3.1 Elenco degli impianti Con riferimento ai servizi elencati al art. 6.2, i corrispondenti impianti EEC e non EEC sono:

Impianto EEC :

• distribuzione energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.) nero • telefonico; verde • ricezione segnali TV; verde • (video)citofonico; blu • distribuzione audio/video (Hi-Fi); blu • trasmissione dati; verde • sicurezza (allarme intrusione/furto, soccorso e allarmi tecnici); marrone • automazione domestica nero.

Per facilitare la comprensione da parte del lettore, vengono usati colori specifici per uno o più impianti sia nel precedente elenco sia nei disegni che compaiono in questa Guida.

Si consiglia di utilizzare questi stessi colori nei disegni di progetto dell’infrastruttura e dell’impianto.

Si consiglia inoltre di usare gli stessi colori nella costruzione della relativa infrastruttura (ad es. impiegando tubi di tali colori), al fine di consentire una più rapida identificazione degli impianti nel progetto e nell’opera. Per quanto riguarda i cablaggi, ove non si possano usare i suddetti colori per i cavi, si suggerisce di contrassegnarli, nelle scatole di derivazione, con idonee fascette colorate.

Impianti non EEC :

• idrico • scarichi idraulici • distribuzione gas • riscaldamento • condizionamento (o climatizzazione per l’insieme degli ultimi due) • aspirazione polveri • protezione dalle scariche atmosferiche del fabbricato11.

————————— 11 Nota: impianto di competenza elettrica, per la sua progettazione/realizzazione, coinvolge anche la

struttura edile del fabbricato.

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Le infrastrutture dedicate agli impianti non EEC non sono oggetto di questa guida e si rimanda alla normativa specifica per i relativi approfondimenti. Tuttavia i seguenti aspetti sono da considerare allo scopo di valutare l’impatto che queste possono avere sull’infrastruttura per gli impianti EEC :

• aspetti funzionali: occorre considerare che possono esistere punti degli impianti non EEC che richiedono alimentazione elettrica o necessitano di ricevere/trasmettere informazioni (per controlli – quali telemetria, allarmi, ecc. - o comandi); pertanto impianti EEC e le relative infrastrutture devono raggiungere specifici punti di impianti non EEC;

• vincoli installativi: deve essere attentamente valutata la possibilità di contiguità tra impianti non EEC ed impianti EEC, tenendo conto degli spazi complessivamente necessari, dei vincoli edili che questi spazi devono rispettare, della presenza di fonti di calore, di disturbi elettromagnetici, della possibilità di ambienti umidi, ecc.

6.3.2 Topologia dei cablaggi degli impianti EEC.

Gli impianti EEC sono basati in linea di principio su due tipi di topologia: a stella e mista.

Il cablaggio degli impianti telefonico, ricezione TV e trasmissione dati è usualmente realizzato con topologia a stella, in base alle indicazioni fornite dalla Guida CEI 306-2: anche l’impianto (video)citofonico può essere realizzato con topologia a stella (esempio didattico nella Figura 6- 1).

Figura 6- 1 Topologia a stella degli impianti telefonico, ricezione TV,

(video)citofonico, e trasmissione dati. Gli impianti di distribuzione dell’energia elettrica, di sicurezza, di automazione domestica, (video)citofonico e distribuzione audio/video (Hi-Fi) sono usualmente realizzati con topologia mista. Tipicamente l’impianto di distribuzione dell’energia elettrica (per potenza e movimentazione) è realizzato a stella dal quadro elettrico di appartamento al punto di derivazione di zona e in parallelo all’interno della zona (esempio didattico nella Figura 6- 2).

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Figura 6- 2 Topologia mista per l’impianto di distribuzione dell’energia

elettrica per potenza e movimentazione, (video)citofonico e di distribuzione audio/video (Hi-Fi).

6.4 Vincoli posti dalla struttura edilizia

La scelta dei materiali con i quali realizzare l’infrastruttura deve essere coordinata con la tipologia della costruzione (prefabbricata, gettata in opera, ecc.) e dei materiali utilizzati per realizzare la struttura edilizia (mattoni pieni, forati, cemento, metallo, ecc). Ad esempio si scelgono tubi autorinvenenti nel caso di edilizia prefabbricata o gettata in opera, mentre è sufficiente utilizzare normali tubi e scatole in PVC con strutture edili in mattoni pieni e forati, ecc.

L’infrastruttura degli impianti EEC (e non EEC) non deve alterare gli elementi della struttura portante dell’edificio come pilastri, solette e travetti di solai e in generale tutte le opere in cemento armato realizzate secondo le Norme Tecniche di Costruzione.

E’ opportuno non tracciare scanalature nelle pignatte per la collocazione di punti luce a soffitto o per qualsiasi altra collocazione di altro tipo di impianto EEC. Nelle solette in laterocemento, le pignatte, come e’ noto, hanno funzione di alleggerimento, ma possono esserci progettazioni che individuano le pignatte in laterizio come blocchi collaboranti. In caso di necessità dovrà esserci l’autorizzazione del progettista strutturale che avrà calcolato, ai sensi delle norme, la compatibilità della demolizione parziale in traccia. (Figura 6- 3)

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BAGLAVAND

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Tris costituito da: -Presa energia -Comando -Prelievo energia per movimentazione (la disposizione tipica è verticale, a lato di finestre e portefinestre, le quote di posizionamento sono indicate all’appendice B)

Scatola di derivazione energia con barra DIN

Scatola di derivazione di piano

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a b c

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Figura 6- 3 Esempio a = Va bene b = Va bene c = Va bene se autorizzata d = Non accettabile) di infrastruttura EEC nel solaio realizzato con travetti e tabelloni. La posa di infrastrutture all’interno di pareti divisorie o confinanti con l’esterno deve rispettare le caratteristiche di isolamento acustico e termico.

Possibili ponti termici ed acustici sono da prendere in considerazione per le parti di infrastruttura da alloggiare entro i muri o i pavimenti o i soffitti che fanno da confine fra l’ UI e altre UI o l’ambiente esterno. Si ricorda che il caso più critico di ponte termico e acustico si presenta quando l’infrastruttura relativa ad un locale di una Unità Immobiliare oltrepassa gli isolamenti termo-acustici delle strutture edili ( muri, pavimenti, soffitti ) che lo separano dall’ Unità Immobiliare adiacente ( come pure nel caso di muri perimetrali di edificio ) ( Figura 6-4a e 6-4b ).

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Figura 6-4a Ponte termico ed acustico causato dalla infrastruttura dell’Unità Immobiliare “A” nei riguardi della Unità Immobiliare “B”

Figura 6-4b Corretta installazione che evita la formazione di un ponte termico

ed acustico tra l’Unità Immobiliare “A” e l’Unità Immobiliare “B” La disposizione delle condutture orizzontali deve considerare il rischio di schiacciamento delle stesse. Occorre inoltre evitare l’indebolimento del pavimento sovrastante, pertanto è sconsigliabile posare un numero elevato di tubi adiacenti (Figura 6-5a); si consiglia di sovrapporre agli stessi una rete elettrosaldata (Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.) oppure diradare i tubi in modo che la colata del massetto si inserisca tra tubo e tubo( Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.).

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Figura 6-5a

Figura 6-5b

Figura 6-5c

Figura 6-5 Posa di tubazioni orizzontali al di sotto del pavimento Si raccomanda che durante la fase di posa delle tubazioni in cantiere, indipendentemente dal loro numero, le stesse siano rapidamente protette nella loro interezza per evitare il danneggiamento dovuto a urti, calpestio o al movimento di attrezzi di peso elevato.

Altri vincoli costruttivi si presentano là dove le tubazioni devono passare da un percorso verticale (pareti) ad uno orizzontale (pavimenti, soffitti) a causa della difficoltà di realizzare curve con tubi di elevato diametro che trovino adeguato alloggio nelle strutture murarie senza intaccarne le caratteristiche strutturali. In questi casi un possibile rimedio consiste nell’utilizzare tubi di diametro ridotto, aumentandone eventualmente il numero, oppure nel posizionare la curva in modo che non sia perpendicolare allo spigolo costituito dall’incontro tra soffitto o pavimento e parete . (Figura 6-6)

Figura 6-6 Curva di raccordo verticale-orizzontale: curve ad angolo retto (Figura 6-6 - lettera A) sconsigliate. La curva realizzata secondo un andamento obliquo (Figura 6-6 - lettera B) permette maggiore raggio e minor ingombro. Si evita il rischio di intaccare le caratteristiche strutturali, di superare la quota disponibile di massello o di provocare la strozzatura del tubo. Il cablaggio viene facilitato. Nella progettazione architettonica e strutturale si deve tener conto del posizionamento dell’infrastruttura predisponendo ove necessario asole tecniche, cavedi verticali e forometrie passanti orizzontali e verticali nell’ambito del dimensionamento e del calcolo delle strutture da parte del progettista strutturista incaricato.

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6.5 Vincoli impiantistici

6.5.1 Vincoli impiantistici tra impianti EEC e altri impianti

La progettazione e la posa dell’infrastruttura per gli impianti EEC deve essere fatta tenendo in considerazione il fatto che gli impianti NON EEC possono determinare problemi di ingombro, causare degrado della infrastruttura EEC nonché essere causa di malfunzionamento o riduzione delle prestazioni degli impianti e delle apparecchiature EEC.

Nella progettazione e messa in opera della infrastruttura per gli impianti EEC è opportuno adottare le regole sotto riportate:

Posa a pavimento: - Evitare il contatto o l’eccessiva vicinanza tra tubi dell’infrastruttura EEC e le tubazioni dell’

impianto idrico(Figura 6-7), poiché l’impianto idrico può dar luogo alla perdita di acqua, alla formazione di condense e vapori e alla trasmissione di calore.

Figura 6-7 Condizioni sconsigliate di eccessiva vicinanza tra tubi EEC e tubazioni idriche

- Evitare, nel caso di incrocio tra tubi dell’infrastruttura EEC e tubazioni degli impianti idrici, che le tubazioni degli impianti idrici sormontino i tubi dell’infrastruttura EEC (Figura 6- 8).

Figura 6-8° figura 6-8b

Figura 6- 8 Condizioni accettabili (a) e sconsigliate (b) nell’incroci tra tubi EEC e tubazioni idriche.

Questo accorgimento non è necessario per le tubazioni di impianti non idrici (Figura 6- 9).

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Figura 6- 9 Esempi di condizioni accettabili nell’incrocio tra tubi EEC e altre tubazioni non idriche (impianto di aspirazione polveri)

Se l’altezza totale risultante (diametro della tubazione di impianto NON EEC sommata al diametro del tubo EEC) non rientra nella altezza disponibile della soletta occorre fare uso di più tubi EEC di diametro inferiore per una equivalente capienza (Figura 6-10).

6-10° 6-10b

Figura 6-10 Esempio di uso di più tubazioni di ridotto diametro in sostituzione di un’unica tubazione.

Posa nelle pareti :

– Deve essere evitata la vicinanza dell’infrastruttura EEC a canne fumarie e a sorgenti di calore.

– Deve essere evitato il contatto o l’eccessiva vicinanza tra tubi dell’infrastruttura EEC e tubazioni dell’impianto idrico. Le scatole di derivazione non devono essere mai posate sotto gli attacchi di prelievo e scarico delle acque (Figura 6-11).

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Figura 6-11 Posizionamento scorretto di una scatola. (eventuali perdite potrebbero infiltrarsi nella scatola)

Se esiste nell’edificio un impianto di protezione contro le scariche atmosferiche provvisto di LPS, è necessario conoscere le caratteristiche e la disposizione delle calate più prossime all’UI, in quanto nel momento in cui la corrente di fulmine fluisce lungo le calate vengono generati campi elettromagnetici impulsivi che possono avere effetti indesiderati sui vicini impianti EEC.

Le condizioni di criticità indicate in questo capitolo possono essere superate mediante opportuni accorgimenti, ad esempio isolamenti termici o contro la penetrazione di acqua ed umidità (CEI 64-8 Art. 528.2)

6.5.2 Vincoli impiantistici tra i vari impianti EEC

La realizzazione delle infrastrutture necessarie a contenere gli impianti EEC deve tener conto:

• che la norma impianti ( CEI 64-8 ) prescrive regole di sicurezza e di separazione tra circuiti; • che non si devono trascurare le influenze elettromagnetiche tra impianto ed impianto (EMC ); • che più impianti alloggiati in unica infrastruttura possono rendere più complesse le ispezioni e

gli interventi di manutenzione ed eventuale ampliamento. La norma impianti CEI 64-8 prescrive infrastrutture separate per i vari impianti EEC se non è realizzata nella canalizzazione comune la separazione di protezione richiesta tra i cavi.

Nota 1 Per avere la separazione di protezione tra circuiti di più impianti in una unica infrastruttura è necessario che ogni cavo (o anima di cavo multipolare) sia isolato per la tensione più elevata presente.

Nel caso di circuiti SELV o PELV la separazione di protezione può essere assicurata anche con ciascun conduttore provvisto solo dell’isolamento principale richiesto per la tensione nominale del circuito di cui fa parte e con i circuiti SELV muniti in aggiunta di una guaina isolante.

Le influenze elettromagnetiche in caso di cablaggi di più impianti nella stessa infrastruttura possono essere risolte rispettando le regole date dal costruttore delle apparecchiature.

La norma CEI 79-3 prescrive che i circuiti degli impianti di allarme intrusione di livello 2 e 3 siano sempre posati in propria infrastruttura, separata da quella di qualsiasi altro circuito.

Il gestore di telecomunicazioni potrebbe chiedere la posa dei propri cavi fino alla terminazione di rete (prima-borchia) in una canalizzazione separata. La terminazione definisce il confine di responsabilità fra il Gestore di rete ed il Cliente.

La realizzazione di infrastrutture separate per gli impianti energia e gli impianti segnale può risolve molte delle problematiche di possibile influenza elettromagnetica.

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6.5.3 Ulteriori vincoli e/o indicazioni

Quanto qui riportato fa sì che l’infrastruttura per gli impianti EEC sia razionale e funzionale, si possano evitare costi inutili e, anche se non individuabile ad opera ultimata, esente dal rischio di danneggiamento da parte dell’utente dell’unità abitativa o di arredatori ( es. fissaggio di quadri sulle pareti )

Pertanto:

- Posizionare nell’UI il centrostella degli impianti EEC in zona più baricentrica possibile, libera da arredi e facilmente accessibile per azionamenti e interventi di manutenzione, modifica e/o integrazione.

- Posare i tubi dell’infrastruttura EEC nelle pareti secondo andamento verticale, orizzontale oppure parallelamente agli spigoli delle pareti. Evitare, per quanto possibile, la posa obliqua.

- Curare che i tubi entrino/escano nelle/dalle scatole (di derivazione e per le apparecchiature delle serie civili) mantenendo la direzione della posa così da consentire visibilità della direzione di posa anche a lavori ultimati.

- Curare l’impatto estetico determinato da più scatole adiacenti coordinandone le dimensioni come, ad esempio, affiancando scatole di uguale altezza (con larghezze proporzionali al numero di tubi entranti/uscenti).

- Stabilire la capienza dei quadri elettrici, delle scatole di derivazione, dei tubi e delle scatole terminali in modo che restino disponibili moduli non occupati dagli apparecchi e spazi di riserva per eventuali ampliamenti.

Vincoli di proprietà.

E’ importante che tutta l’infrastruttura relativa ad un’UI si sviluppi all’interno della proprietà dell’UI stessa. Deve sempre essere evitato (cosa quasi sempre trascurata) di creare servitù rispetto ad altre UI. Un tipico esempio di “Rischio Elettrico da Servitù” è quello derivante da alimentazione di un punto luce a soffitto nell’UI (A), con cablaggio alloggiato entro tubi posizionati nella soletta della sovrastante UI (B) (Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.). Emblematico il caso di cambiamento della pavimentazione dell’UI (B), sovrastante l’UI (A), con intervento di sezionamento (interruzione della fornitura di energia elettrica) solo nel quadro dell’UI (A) interessata alla ripavimentazione.

In tal caso si ritiene di poter lavorare mentre, per essere in sicurezza, è necessario il sezionamento (interruzione della fornitura di energia elettrica) anche nella sottostante UI (B).

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UI (B)

UI (A)

Figura 6-12a Figura 6-12a Servitù inaccettabile, dovuta al posizionamento di (parte di) un’infrastruttura in diversa UI.

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Figura 6-12b Figura 6-12b Installazione accettabile, non è fonte di servitù.

E’ comunque opportuno evitare quanto sopra esemplificato anche quando si progetta e realizza l’infrastruttura di una UI di un medesimo proprietario, disposta su due piani, la quale, per frazionamento successivo, potrebbe essere trasformata in due UI indipendenti.

7 Progettazione delle infrastrutture dell’UI

7.1 Generalità

In questa sezione si danno le linee guida per il progetto dell’infrastruttura. Si rimanda al capitolo 8, dove viene illustrato un esempio completo di infrastruttura realizzata a partire dalla planimetria di una unità abitativa, basandosi sui principi presentati anche nei paragrafi successivi di questo capitolo. Quanto descritto in modo schematico di seguito, evidenzia tutta una serie di concetti che sono già patrimonio comune nella pratica progettuale delle infrastrutture per impianti EEC, ma tali concetti sono, in generale, applicati senza una descrizione razionale delle varie fasi logiche (Figura 7- 2). In pratica infatti, specialmente negli edifici a più piani, con più unità immobiliari, è usuale che venga predisposto nei pressi dell’ingresso dell’UI uno spazio infrastrutturale destinato ad accogliere gli impianti provenienti dall’esterno per smistarli verso le varie zone dell’U.I. Nelle varie zone dell’unità immobiliare sono disposti spazi infrastrutturali necessari per distribuire gli impianti verso i punti terminali di comando e attuazione. Viene introdotto il concetto di spazio installativo (già utilizzato dal CT 205) per ordinare in modo gerarchico il progetto dell’infrastruttura individuando tre livelli.

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Questa suddivisione fra i vari livelli può essere considerata con un livello denominato in seguito SA (livello gerarchico più alto o più centrale che riguarda l’intero ambiente), per passare al livello gerarchico intermedio che serve le varie zone, denominata in seguito SZ, fino al livello gerarchico più basso (o più periferico o di utilizzo) che comprende i punti terminali denominati in seguito SU.

(NOTA: gli spazi indicati con SA, SZ, SU, corrispondono agli spazi IS4, IS5, IS6, definiti dal CT 205)

La tipologia degli spazi installativi in una unità immobiliare può essere suddivisa in livelli funzionali come indicato nella seguente tabella 7-1:

SPAZI INSTALLATIVI Livello Acronimo Funzione

Ambiente (Unità Immobiliare) SA Distribuzione

verso SZ

Zona/Locale SZ Distribuzione verso SU

Utilizzo SU Prelievo/Comando

Tabella 7-1 Tipologia degli spazi installativi Nota: in fase progettuale può essere utilizzata una identificazione più specifica, aggiungendo il pedice “e” per spazi esclusivamente dedicati a energia ed il pedice “s” per spazi esclusivamente dedicati a segnali. In particolare:

SA identifica l’insieme degli spazi per i quadri destinati alla distribuzione nell’intero ambiente dell’Unità Immobiliare: uno o più per i diversi impianti ( energia, allarme furto, telefono…), posti preferibilmente in un locale tecnico o eventualmente nello spazio disponibile all’ingresso dell’UI. In SA arrivano le reti esterne (montante) che distribuiscono tutti i servizi richiesti nell’UI.

SZ identifica uno o più spazi per le scatole di derivazione e smistamento destinate alla distribuzione in una determinata zona o locale dell’UI.

SU identifica gli spazi per le scatole destinate ad accogliere i comandi, le prese o gli apparati rilevatori o di segnalazione: una o più in ogni zona o locale, destinate a fornire il singolo servizio richiesto. Tutte le SU di pertinenza della zona o locale, derivano da SZ relativo alla stessa zona o locale.

Gli spazi installativi sono collegati tra loro dalle canalizzazioni (tubi protettivi).

Si mette in evidenza che lo spazio SA può essere destinato a svolgere anche la funzione SZ.

7.2 Criteri per la progettazione delle infrastrutture della UI

I criteri per la progettazione delle infrastrutture prevedono due attività specifiche:

1°) : • Identificare gli impianti atti a fornire i servizi stabiliti; • Identificare l’infrastruttura che permette di realizzare gli impianti identificati;

2°) Seguendo le linee guida del cap. 6 Individuare, per ognuno degli impianti o almeno per le due “famiglie”:

• Energia (categoria 1, vedere CEI 64-8 art. 22.1) • Segnali (categoria 0, vedere CEI 64-8 art. 22.1)

la posizione e la dimensione degli spazi installativi per i vari livelli gerarchici.

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Le dimensioni e la quantità di spazio dei livelli gerarchici superiori dipendono dalle caratteristiche e dalle necessità dei livelli gerarchici inferiori (numero e caratteristiche delle SU per ogni SZ, delle SZ per le SA), pertanto è consigliabile seguire la gerarchia a ritroso come evidenziato in Figura 7- 1.

Figura 7- 1 Sequenza di determinazione degli Spazi Installativi 7.2.1 Individuazione dei servizi e dei relativi impianti

L’individuazione dei servizi è il passo iniziale.

Questa guida non impone la predisposizione completa di tutti i servizi. E’ compito del progettista dell’infrastruttura, d’accordo con il committente, definire per quali servizi prevedere la relativa predisposizione, tenendo in considerazione le indicazioni del cap. 6.2. Per questa attività il progettista può farsi guidare dalla conoscenza del segmento di mercato in cui si colloca l’UI.

Si ricorda comunque che:

– si tratta di progettare e realizzare l’infrastruttura pronta per accogliere i servizi definiti, ma che non necessariamente tutti i relativi impianti dovranno essere installati contemporaneamente;

– se si valuta la differenza di costi tra la realizzazione di un’infrastruttura adeguata a supportare pochi servizi “essenziali” e la realizzazione di un’infrastruttura altamente adattabile, si scopre che la differenza è poca in termini assoluti (si tratta di qualche €/m2) e quasi trascurabile in termini percentuali rispetto al costo totale dell’immobile.

Definiti i servizi risulta facile identificare gli impianti da prevedere: alcuni o tutti quelli indicati all’art. 6.3.1.

7.2.2 Posizionamento degli spazi installativi SA, SZ e SU. Il primo elemento da tener presente in questo passo della progettazione è l’obiettivo di flessibilità di impianto che si vuole raggiungere. Per questo aspetto non si possono stabilire regole: è responsabilità del progettista la scelta, tenendo conto del segmento di mercato in cui si colloca l’UI e del fatto che l’incremento di costo legato ad un aumento della predisposizione dei punti di utilizzo e comando rispetto a quello strettamente necessario è percentualmente molto basso rispetto al costo totale dell’UI.

Interfaccia tra Piano ed UI, punto di Consegna Servizi da Reti Esterne

SA

SZ

SU

Interfaccia tra UI e singola zona/Locale

Interfaccia v/s Utilizzatore

Condutture per il Cablaggio di Piano

Canalizzazioni per il Cablaggio di UI

Canalizzazioni per il Cablaggio di zona

Es.: uno o più Spazi per la distribuzione nell’ambiente (UI)

Es.: spazio per la distribuzione nella Zona o Locale

Es.: spazio destinato a prese,comandi,ecc. una o più per zona/locale

Ambiente di pertinenza dell’Unità Immobiliare

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In genere la posizione di alcuni punti di utilizzo e comando è legata alla disposizione dell’arredo. Nella maggioranza dei casi l’arredo dell’UI non è noto. Pertanto il progettista dell’infrastruttura deve basarsi su sue ipotesi che, a loro volta, poggiano su alcuni vincoli, quali la posizione di porte e finestre e la posizione degli impianti non EEC. Al fine di progettare impianti flessibili è consigliabile ipotizzare diverse soluzioni di arredo per il medesimo ambiente. Anche nei casi in cui la disposizione dell’arredo è definita: si consiglia di non trascurare soluzioni alternative tenendo conto dei principi generali che sono stati espressi all’articolo 5.5 circa la vita (lunga) dell’UI. Per quanto riguarda le altezze di posizionamento degli spazi installativi è necessario rispettare le indicazioni fornite dalla Normativa di impianto. In Appendice B è fornito un riepilogo di queste indicazioni. Quanto all’ordine da considerare per gli spazi installativi dei vari impianti, è ragionevole iniziare da quelli che hanno il maggior reciproco grado di indipendenza e terminare con quelli meno indipendenti. Ad esempio il posizionamento delle SU per l’impianto di distribuzione TV è funzione delle posizioni in cui si potrà collocare un televisore nelle varie ipotesi di arredo. Una volta definite le posizioni delle SU per la TV, ci saranno delle SU dell’impianto di distribuzione energia che dovranno essere posizionate di conseguenza per consentire l’alimentazione degli apparecchi, così come delle SU dell’impianto distribuzione dati dovranno essere previste nelle vicinanze per rendere disponibile il canale di ritorno richiesto dalle applicazioni TV interattive. Particolare attenzione va posta nel definire la posizione del centro stella nel caso dell’impianto di comunicazione.

In generale più è grande l’UI, maggiore è il numero di SZ necessari, i quali hanno ripercussioni in termini di impatto visivo e strutturale.

Poiché gli apparati destinati ad occupare questi spazi, svolgono un ruolo chiave negli impianti, è necessario che sia garantita una facile accessibilità per manutenzione, ampliamenti, ecc.

Per soddisfare le sopraccitate esigenze può risultare opportuno posizionare gli spazi installativi in ripostigli o armadi a muro a basso impatto visivo garantendo comunque la ispezionabilità.Il posizionamento dei punti di utilizzo/comando SU deve essere fatto sulla base di :

– Varie ipotesi di arredo tenendo presente che alcuni punti hanno posizioni obbligate (testa letto, spazi installativi per la movimentazione delle tapparelle ecc.)

– ridondanza per alcuni servizi ( TV, telefono, dati) così da consentire l’adattabilità dell’infrastruttura.

– Dipendenza tra servizi: esempio presa TV con la vicinanza di prese di energia e di presa telefonica.

Il posizionamento, la dimensione ed eventualmente il numero delle scatole di derivazione negli spazi SZ, deve tenere in considerazione il numero dei tubi protettivi per il collegamento con le scatole SU di pertinenza.

Il posizionamento degli spazi installativi SA per la distribuzione dei servizi nell’UI ed il collegamento al punto di consegna (interfaccia con le reti esterne di piano), è opportuno sia:

– In posizione baricentrica rispetto alla planimetria dell’Unità Abitativa – Di agevole accesso per azionamenti e interventi di manutenzione – Con un buon impatto sul design dell’ambiente.

Nella appendice “C” sono riportate indicazioni per le canalizzazioni ( tubi ) e per le scatole.

Nel seguente diagramma è indicata la procedura da seguire per la progettazione dell’infrastruttura.

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Figura 7- 2 Diagramma di flusso della progettazione

Nella fig. 7-2 il blocco decisionale 6 ed il percorso tratteggiato in rosso stanno ad indicare che l’OTTIMIZZAZIONE è un’attività che determina la soluzione migliore per approssimazioni successive.

7.2.3 Considerazioni specifiche per il tracciato delle canalizzazioni per i diversi impianti

La definizione di un tracciato ottimale per l’infrastruttura è “condizionata” dalle dimensioni e dalle geometrie delle unità immobiliari. Partendo dal presupposto che il dimensionamento dei cavi e degli apparati necessari per i vari impianti viene demandato al progettista e/o installatore dell’impianto e/o degli impianti, in questo articolo vengono fornite soltanto indicazioni di metodo per il dimensionamento e la definizione di un tracciato ottimale per l’infrastruttura, che non potrà prescindere dal coinvolgimento di un esperto dei relativi impianti.

Gli impianti considerati nel seguito di questo capitolo, sono quelli individuati nell’art. 6.3.1.

7.2.3.1 Impianto di distribuzione dell’energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.)

Il tracciato dell’infrastruttura per la distribuzione dell’energia elettrica viene definito partendo dalle posizioni SU dei punti di utilizzo e comando. L’unità immobiliare viene suddivisa in zone o locali, anche in funzione delle sue dimensioni, allo scopo di ottenere un numero di “zone” adeguato. Ciascun locale può costituire una zona. Ogni “zona” è dotata di almeno uno spazio SZ per la scatola di derivazione nella quale confluiscono tutte le canalizzazioni provenienti dai punti di utilizzo o comando dislocati nella zona specifica.

Il tracciato dell’infrastruttura per la distribuzione di energia elettrica deve assicurare la possibilità di raggiungere tutte le zone/locali, partendo dal quadro di comando per l’energia elettrica, con uno spazio nelle canalizzazioni adeguato ad accogliere più linee di energia (per l’illuminazione, per le prese di ogni zona/locale, eventuali linee dedicate per la movimentazione di infissi presenti nella zona/locale, ecc. ). Il posizionamento SZ per la scatola di derivazione in ogni zona/locale, facilita la realizzazione di una infrastruttura “suddivisa” (es. zona notte, zona giorno; oppure: bagno1, bagno2, cucina, camera1, camera2, studio, disimpegno notte, ingresso-soggiorno). Ciascun punto di utilizzo e/o comando individuato nella zona o locale deve confluire nella relativa scatola di derivazione di zona/locale. Sono possibili percorsi realizzati con una topologia in cascata purché sia incrementata conseguentemente la dimensione della canalizzazione con misure cautelari per assicurare l’accessibilità dei punti realizzati (si veda allegato A).

SERVIZI

IMPIANTI

POSIZIONE SU-SZ-SA

DIMENSIONI SU-SZ-SA

TRACCIATO Canalizzazioni

Progetto Infrastruttura

Fine

1

2

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4

5

OTTIMIZ-ZAZIONE

6

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Si pone in evidenza il vantaggio che deriva dalla realizzazione di una infrastruttura con suddivisione in zone/locali per tutti quei casi in cui le unità immobiliari non hanno una pianta definitiva, ma sono soggette a ”frazionamenti” oppure ad “accorpamenti”. (ad esempio se. un acquirente chiede un locale in più, il venditore modifica la suddivisione originaria delle Unità Abitative trasformando due UI trilocali in una UI bilocale e l’altra UI quadrilocale). In tale caso, l’intervento per “adeguare” l’infrastruttura alla nuova configurazione delle UI risulta semplice e rapido.

Il criterio raccomandato è quello di considerare un percorso unico (uno o più canalizzazioni) che, partendo da SA, dove sarà posto il quadro centrale (delle linee di energia) giunga nei punti SZ per le scatole di derivazione poste nelle varie zone/locali individuate consentendo l’installazione di linee per l’illuminazione e per i punti di prelievo/utilizzo. La canalizzazione o le canalizzazioni dovranno avere dimensioni tali da permettere, anche in fasi successive, l’inserimento di linee aggiuntive e di cavo “bus”. L’infrastruttura sarà in grado di “accogliere” sia un impianto “tradizionale” sia un impianto domotico. L’uso di scatole di derivazione sufficientemente grandi da consentire l’installazione di apparati attuatori costruiti per fissaggio su barra DIN, incrementa il grado di flessibilità dell’infrastruttura.

7.2.3.2 Impianto (video)citofonico

L’infrastruttura per l’impianto (video)citofonico è costituita da una scatola in cui installare l’apparato (che costituisce la postazione interna) da cui partono due tubi, uno verso la scatola di derivazione per i segnali (centro-stella) e l’altro verso la derivazione per l’energia, di pertinenza della zona/locale dove viene installata la postazione (video)citofonica. Se nell’Unità Abitativa sono previste più postazioni citofoniche per intercomunicazione interna, le canalizzazioni potranno essere disposte per collegare a stella o in cascata i vari punti.

7.2.3.3 Impianto di sicurezza (allarme intrusione/furto e allarmi tecnici)

Per definire l’impianto deve essere fatta una valutazione di rischio di effrazione secondo il dettato della Norma CEI 79-3. Questa analisi permette di valutare la tipologia delle protezioni (volumetrica, perimetrale, combinata.) La norma citata definisce dei livelli di sicurezza degli impianti allarme intrusione/furto e delle regole installative corrispondenti. Nel caso delle Unità Abitative, il livello di sicurezza più comunemente adottato è il livello 1 e nella presente guida si fa riferimento a questo livello.

In questo articolo consideriamo la realizzazione di infrastruttura per un impianto allarme intrusione/furto di livello 1 secondo la Norma CEI 79-3, con protezione perimetrale e volumetrica:

– I cavi possono transitare nei tubi dell’infrastruttura per i segnali senza particolari accorgimenti. – I cavi possono transitare nell’infrastruttura per l’energia elettrica se isolati rispettando le

prescrizioni normative. – Le SU dedicate ai contatti perimetrali sulle aperture da proteggere (finestre e porte) possono

essere collegate tra loro in cascata o ad un centrostella (protezione periferica). – Tutti i punti di posizionamento dei rivelatori volumetrici devono essere collegabili ad un

centrostella (protezione volumetrica).

In aggiunta l’infrastruttura deve avere:

– una canalizzazione per il collegamento di un segnalatore d’allarme posizionato all’esterno (sirena), partendo dal punto dove è prevista l’installazione della centrale d’allarme.

– una canalizzazione (o comunque uno spazio aggiuntivo nelle canalizzazioni previste per altri impianti) per il collegamento di un segnalatore ausiliario d’allarme posizionato all’interno dell’UI (sirena ausiliaria interna), partendo dal punto dove è prevista l’installazione della centrale d’allarme.

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– una canalizzazione che colleghi la centrale d’allarme con la scatola destinata all’inseritore/disinseritore dell’allarme, in genere posta vicino all’ingresso.

– una canalizzazione (o comunque un “percorso assicurato”) dalla scatola per la centrale d’allarme e le scatole per i rivelatori di allarmi tecnici, (perdita d’acqua e/o fuga di gas).

Si ricorda che qualora si voglia realizzare una infrastruttura per impianti allarme intrusione/furto di livello 2 o 3, secondo la Norma CEI 79-3, i criteri distributivi sono gli stessi, ma i tubi e le scatole devono essere completamente indipendenti dalle altre infrastrutture (i cavi dell’impianto allarme intrusione/furto, non devono avere percorsi comuni con i cavi degli altri impianti).

7.2.3.4 Impianto automazione

L’automazione domestica è un servizio non sempre considerato in fase di progetto dell’infrastruttura. Questo può generare notevoli difficoltà di adattamento nel caso sopraggiungesse la necessità di automatizzare anche solo alcune funzioni, come ad es. l’utilizzo da parte di disabili di un’unità immobiliare inizialmente non pensata per questo scopo.

La tecnologia tradizionalmente utilizzata per l’automazione nell’UI assicura prevalentemente controlli specifici e non comunicanti tra loro (es. apriporta, movimento tapparelle, programmatore a tempo, cronotermostato); questi impianti possono essere considerati elementi dell’impianto energia già trattato in 7.2.3.1. Le tecniche tradizionali prevedono che ogni attuatore venga controllato da un comando mediante circuiti punto-punto dedicato. Si può nella maggior parte dei casi parlare di servocomandi più che di automazione.

Come già accennato al punto 7.2.3.1, attualmente risulta anacronistico e costoso realizzare dei sistemi di automazione flessibili ed efficienti senza utilizzare tecniche impiantistiche che via via si rendono disponibili a questo scopo.

L’automazione domestica è generalmente conosciuta anche con il nome di domotica. La tecnica oggi più sviluppata presente sul mercato per l’automazione domestica è certamente quella che utilizza per il controllo del sistema di automazione un cavo bus dedicato .

Nel presente articolo, 7.2.3.4 si forniscono le indicazioni per un’infrastruttura che consenta installazioni per automazioni con soluzioni impiantistiche tradizionali e/o con soluzioni di automazione di tipo domotico.

Sono disponibili sul mercato sistemi che permettono di automatizzare l’impianto domestico utilizzando le infrastrutture pensate per l’impianto-dati, per l’impianto-TV, oppure l’infrastruttura dell’impianto-energia, come fattibile con l’impiego dei sistemi BUS. L’impianto energia può inoltre essere utilizzato per i segnali di controllo mediante sistemi ad onde convogliate.

L’automazione domestica può essere integrata anche con dispositivi ad onde-radio e/o raggi infrarossi ma in questa guida non sono considerati perché hanno uno scarso impatto sulla infrastruttura.

In ogni caso, i punti di attuazione devono sempre essere raggiunti sia dal mezzo di distribuzione del segnale di intercomunicazione sia dai circuiti di potenza necessari all’attuazione.

Alcuni semplici accorgimenti nella progettazione dell’infrastruttura permettono una facile integrazione dell’automazione anche in un impianto progettato tradizionalmente.

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Tali accorgimenti si possono sintetizzare come segue:

a) I punti di prelievo dell’energia elettrica per l’illuminazione devono poter essere resi attivi da attuatori posizionati: o nelle vicinanze del punto di utilizzo (SU) o raggruppate in scatole di derivazione (SZ), o all’interno del quadro centrale o derivazione di ambiente (SA), nel rispetto delle distanze di funzionamento.

b) I punti per l’alimentazione degli attuatori, quali motori per movimentazione tapparelle, apertura e chiusura di elettrovalvole, di accessi, ecc., devono essere posti: o nelle vicinanze del punto di utilizzo (SU), o raggruppati in scatole di derivazione (SZ) o all’interno del quadro centrale (SA), nel rispetto delle distanze di funzionamento.

c) Le canalizzazioni devono permettere il collegamento tra i punti di comando/attuazione e il punto di partenza della linea BUS, ( tipicamente questo punto è collocato nel quadro energia posto in SA).

d) Le scatole portafrutto destinate ai comandi/sensori di sistemi di automazione è opportuno abbiano spazio adatto ad accogliere un numero di moduli superiore a quello strettamente necessario.

e) Le scatole di derivazione destinate eventualmente ad alloggiare attuatori per l’automazione devono preferibilmente essere dotate di barra DIN.

f) In accordo con il progettista degli impianti idrico, termico e del gas, predisporre scatole in corrispondenza delle serrande relative: si rende così possibile l’inserimento, anche successivo alla prima installazione, di elettrovalvole, sensori di temperatura acqua o ambiente, sensori di presenza o apertura finestre/porte , rivelatori d’allagamento o di fughe-gas. Tali scatole devono essere collegate con tubi per i cablaggi necessari a fornire l’energia ed i segnali di comando/controllo per gli attuatori.

g) E’ indispensabile un coordinamento con il progettista dell’impianto di riscaldamento per ottimizzare l’integrazione tra gli impianti. (es. spegnimento del riscaldamento quando le finestre sono aperte).

h) Il collegamento mediante tubo fra scatole di derivazione delle infrastrutture destinate ai vari impianti (elettrico, dati, TV, ..) rende l’infrastruttura più flessibile favorendo l’integrazione fra i vari servizi, spesso installati separatamente.

Nota: La topologia dell’infrastruttura per i punti di comando può essere di tipo bus/cascata, tuttavia è consigliabile una topologia mista stella-cascata allo scopo di agevolare gli interventi (manutenzione, integrazione, ampliamento, ecc.) successivi alla prima installazione.

Si ricorda che il dimensionamento dell’infrastruttura per la distribuzione di energia elettrica deve essere fatto in modo che dopo l’insediamento dei cablaggi rimanga disponibile lo spazio di riserva raccomandato in 5.5, in 7.2.4 nonché l’appendice C per le modalità di calcolo.

E’ opportuno che i tubi che collegano SA alle varie scatole SZ (di derivazione di zona/locale) per la distribuzione di energia elettrica siano di dimensioni tali da permettere che, oltre alle due linee “primarie” per l’illuminazione e per le prese di energia sia riservato spazio per una linea dedicata alla movimentazione o eventuali servizi accessori, e per un cavo-bus per l’integrazione domotica degli impianti. Inoltre dovrà essere previsto uno spazio per le linee eventualmente sezionabili direttamente dal quadro centrale (per i punti presa dove sono previsti gli elettrodomestici “fissi” come il frigorifero/congelatore, lavastoviglie, forno, lavatrice, ecc.).

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 32

Tracciato dell’infrastruttura per la distribuzione dei Segnali

Si ribadisce che la topologia del cablaggio per gli impianti di distribuzione dei Segnali: telefonico ricezione TV trasmissione dati

è a stella.

Partendo dalle posizioni degli spazi SU per i punti di utilizzo, si individuano i percorsi più brevi per unire ogni scatola/punto di utilizzo, (tanti tubi quante sono le scatole) con la scatola di derivazione posta nel centrostella (spazio SA) dell’unità immobiliare. Nel caso di unità immobiliari molto estese, si potrà pensare ad un albero di stelle tenendo presente che lo spazio nelle canalizzazioni da un centro stella all’altro, dovrà consentire il passaggio di tanti cavi quanti i punti di utilizzo che fanno capo ai relativi centrostella.

Le infrastrutture cosi realizzate, consentono di attrezzare i punti terminali sia con presa TV sia con presa Telefono sia con presa dati.

Le scatole di derivazione per i segnali possono accogliere anche il cablaggio per la diffusione sonora, che richiederà, in aggiunta, un collegamento con un tubo che vada dalla derivazione (centrostella o stella secondaria se si sono realizzate derivazioni secondarie di zona/locale) con la scatola per il punto di utilizzo, nella quale posizionare l’altoparlante per la diffusione sonora. Per assicurare la possibilità di regolare il volume sonoro in ogni locale servito ed eventualmente anche sintonizzare la sorgente sonora, le scatole nei punti di installazione degli altoparlanti dovranno essere collegate con un tubo ai punti di comando della illuminazione ambiente, che in genere sono posti in posizione idonea anche per i comandi di regolazione volume della diffusione sonora.

La diffusione sonora di alta qualità, definita “Home-Theatre”, nel locale “soggiorno”, dovrà considerare il posizionamento delle casse acustiche in 6 punti del locale da individuare secondo regole fisse rispetto al punto di ascolto (Normalmente è associato al posizionamento del TV) e precisamente: due per le casse di diffusione sonora anteriore destra e anteriore sinistra; due per le casse di diffusione posteriori destra e sinistra (per gli effetti sourround), un punto libero per la cassa subwoofer, un punto per la cassa centrale “woofer”, posta in prossimità del TV.

Tali punti dovranno poter essere collocati in modo opportuno da permettere lo spostamento nel locale delle varie casse acustiche in rapporto a soluzioni d’arredo diverse. Una infrastruttura ad anello, con dimensioni dei tubi adeguate ad accogliere più cavi per le varie casse di diffusione sonora, consente di “assegnare” la posizione ai diffusori senza condizionamenti particolari. L’uso di scatole per l’installazione di 6 moduli civili in almeno due posizioni contrapposte, aumenta il livello di flessibilità e di adattabilità dell’infrastruttura per l’installazione di “home theatre”12. Per Home theatre si intende l’insieme di apparecchiature multimediali per la visione di video con una riproduzione audio caratterizzata dalla efficacia nel ricreare effetti sonori in grado di “coinvolgere” lo spettatore. (figura 7-3)

L’infrastruttura per il cablaggio dell’impianto “Home Theatre” potrà assolvere anche la funzione di infrastruttura per la distribuzione dei segnali TV, della telefonia e dei dati e viceversa, se opportunamente integrate.

————————— 12 Nota: si stanno diffondendo sistemi con sette diffusori, il settimo è definito “centrale posteriore”.

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 33

Centrale anteriore

Home-TheatreAnteriore sinistro Anteriore destro

Posteriore sinistro Surround

Posteriore destro Surround

Centrale posteriore

Subwoofer

Figura 7-3 Esempio di disposizione delle casse acustiche

in un impianto “Home Theatre”. 7.2.4 Ottimizzazione dell’infrastruttura per tutti i servizi previsti

L’ottimizzazione dell’infrastruttura consiste nel cercare soluzioni finalizzate a ridurre, nei limiti del possibile, la quantità di scatole e tubi evitando così le ridondanze: questa ottimizzazione può essere ottenuta per approssimazioni successive.

I criteri da seguire sono i seguenti:

- la possibilità di alloggiare i cavi, relativi a differenti impianti, nel medesimo tubo tenendo conto delle problematiche di sicurezza elettrica e di compatibilità elettromagnetica (EMC: Electromagnetic Compatibility) nonché dell’applicazione delle regole di cablaggio definite dalle Norme specifiche di ciascun impianto;

- la possibilità di alloggiare più cavi nel medesimo tubo, tenendo conto delle sole problematiche dimensionali considerando le raccomandazioni relative allo spazio di riserva suggerite all’articolo 5.5 (si veda anche l’Appendice C)

- la possibilità di ridurre i percorsi delle canalizzazioni dell’infrastruttura così da ridurre anche la lunghezza dei cavi da alloggiare.

L’adattabilità dell’infrastruttura risulta migliore se la parte dedicata agli impianti di energia è fisicamente separata da quella dedicata agli impianti di segnale, pur mantenendo il collegamento tra spazi SZ.

Nell’appendice C sono riportati i criteri per il dimensionamento dell’infrastruttura.

Nel capitolo 8 è rappresentato un esempio di applicazione dei criteri sopraesposti in una unità immobiliare.

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 34

8 Esempio di progettazione di una infrastruttura

In questo capitolo viene utilizzata, come riferimento, una UI di circa 120 m2 (Figura 8-1) nella forma solitamente utilizzata nel mercato immobiliare, ovvero con la visualizzazione dell’arredo.

Figura 8-1 Pianta dell’Unità Immobiliare usata come esempio 8.1 Considerazione introduttive

Nella progettazione della infrastruttura, in coerenza con quanto suggerito nei precedenti capitoli, sono considerate la geometria dell’ambiente e l’ergonomia delle persone (posizione di comandi, prelievi, controllo dei volumi e controllo delle superfici) come indicato nelle seguenti figure: 8-2a, 8-2b, 8-2c, 8-2d . Si precisa che le figure vogliono evidenziare i principi di localizzazione delle SU e non una soluzione applicativa.

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Figura 8-2a Localizzazione dei punti di comando (illuminazione, audio,

climatizzazione, motorizzazione, ecc.). In larga parte la corretta (fruibile) posizione del punto di comando non dipende dal servizio

comandato, ma dalla geometria dell’ambiente e dai comportamenti delle persone.

Figura 8-2b Localizzazione dei punti di controllo del volume (rilevazione presenza e/o movimento, allarme intrusione, WiFi, ecc.).

In larga parte la corretta (efficace) posizione del punto di controllo del volume non dipende dal servizio che si intende realizzare,

ma dalla geometria della UI nel suo insieme e per singoli vani.

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Figura 8-2c Localizzazione dei punti di controllo del perimetro (allarme intrusione, automazione, ecc.).

In larga parte la corretta (efficace) posizione del punto di controllo del perimetro non dipende dal servizio che si intende realizzare, ma dalla geometria e dai

comportamenti delle persone.

Figura 8-2d Localizzazione dei punti di prelievo (forza motrice, audio, video, LAN, telefono, ecc.).

In larga parte la corretta (fruibile) posizione del punto di prelievo non dipende dal servizio prelevato, ma dalla geometria e dai comportamenti delle persone.

Per questa UI è mostrata una soluzione di infrastruttura per ciascuna tipologia di impianto. La soluzione illustrata non è l’unica da considerarsi valida: essa esprime il processo logico da seguire per la progettazione di una infrastruttura adattabile.

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8.2 Individuazione dei servizi

Questa attività è stata svolta secondo le indicazioni fornite all’articolo 7.2.1.

Per questo esempio si è scelto di individuare i seguenti servizi:

illuminazione alimentazione elettrica di dispositivi fissi e mobili servizio telefonico distribuzione dei segnali TV servizio (video) citofono. trasmissione dati allarme intrusione/furto motorizzazione di apparati (movimentazione tapparelle, tende, imposte, ecc.)

8.3 Individuazione degli impianti

Questa attività è stata svolta secondo le indicazioni fornite all’articolo 7.2.3.

Gli impianti individuati in questo esempio sono i seguenti:

Impianti di distribuzione energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.) Impianti di distribuzione segnali TV, telefono, dati. Impianto (video) citofono Impianto di distribuzione audio/video (Hi-Fi). Impianto di sicurezza (allarme intrusione/furto e allarmi tecnici).

8.4 Posizionamento dei punti SU di utilizzo e comando

8.4.1 Generalità

Questa attività è stata svolta secondo le indicazioni fornite all’articolo 7.2.3. Utilizzando la pianta dell’unità immobiliare in fig 8-5, si è proceduto al posizionamento dei punti di utilizzo SU per i vari impianti.

8.4.2 Posizionamento dei punti SU per Impianti di distribuzione dei segnali TV, audio, telefonia, dati e (video)citofono

Nella Figura 8-3 è illustrato il posizionamento dei punti SU degli impianti di distribuzione dei segnali TV, audio, telefonia, dati, (video)citofono.

L’impianto audio del soggiorno è da considerarsi come un impianto Home Theatre, nel quale due casse possono essere commutate sulla normale distribuzione audio di diffusione sonora dell’UI. In tutte le camere è prevista la diffusione audio stereofonica, con controllo del volume in ogni stanza (per il soggiorno Home-Theatre). Tutte le prese TV hanno vicina anche la presa telefonica per la connessione di un eventuale decoder. L’impianto per videocitofono è considerato in questa sezione ed è trattato in questo articolo e non va dimenticata l’opportunità di un suo legame con gli impianti di allarme intrusione/furto e allarmi tecnici. La flessibilità di impianto è ottenuta prevedendo nei locali ( stanze ), in funzione della relativa dimensione e della destinazione d’uso, alternative per il posizionamento della presa TV e della presa telefonica Nell’esempio sono state posizionate solo due prese dati.: E’opportuno ricordare che, se necessario, prese dati possono essere facilmente disposte in corrispondenza di ciascun raggruppamento presa TV-presa telefonica. In aggiunta si consiglia di prevedere gli spazi SU e i tubi di loro collegamento con le scatole negli spazi SZ di dimensioni atte a permettere il cablaggio delle prese telefoniche con cavo a 4 coppie simmetriche almeno in categoria 5.

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Figura 8-3 Posizione dei punti SU per gli impianti di distribuzione dei segnali TV, audio, telefonia, dati, (video)citofono

8.4.3 Posizionamento dei unti SU per Impianto distribuzione energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.)

8.4.3.1 Generalità

Si è ritenuto opportuno suddividere le apparecchiature nei seguenti gruppi logici:

• comandi luce e punti luce; • punti di prelievo primario o dedicato:

- prese di energia per alimentazione di apparati e/o elettrodomestici con posizionamento fisso (ad es. lavatrice, frigorifero, lavastoviglie, forno, ecc.);

- prese di energia per alimentazione di apparati destinati alla gestione/utilizzo di segnali per comunicazione, intrattenimento (ad es. computer, Hi-Fi, TV, ecc.);

- punti di prelievo energia per alimentazione di apparati destinati alla movimentazione di sistemi di oscuramento (ad es. tapparelle, persiane, ecc.).

- punti di prelievo energia per alimentazione di apparati di sistemi di allarme security e safety.

- prese di energia comandate per alimentazione di apparecchi di illuminazione a piantana

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 39

• punti di prelievo libero: - prese di energia per alimentazione di apparati mobili/trasportabili (ad es. aspirapolvere,

lavapavimenti, ecc.).

8.4.3.2 Posizionamento di SU per i punti luce, dei punti comando luce e di movimentazione dei sistemi di oscuramento

Nella Figura 8-4, è illustrato il posizionamento degli apparecchi illuminanti o delle prese a cui sono connessi, dei relativi punti di comando, dei punti di alimentazione dei motori per la movimentazione delle tapparelle, dei relativi punti di comando

La soluzione di punti luce centro-stanza associati a prese per l’alimentazione di apparecchi mobili di illuminazione, controllati dal medesimo comando, è stata prevista negli ambienti cucina, soggiorno, camera matrimoniale, camera studio e camera bambini. (nella fig. 8-7 il numero identificativo della lampada connessa tramite presa comandata è lo stesso di quello della lampada a soffitto centro stanza, con l’aggiunta della lettera “a”).

Il numero riportato in “grassetto” in corrispondenza del simbolo dell’apparecchio di illuminazione è parimenti riportato in carattere “non grassetto” nei relativi punti di comando. Questo metodo consente di esprimere il legame logico/funzionale tra comando e comandato.

Punto movimentazione tapparelle

VANOSCALE

Punto luce a soffitto

Punto luce a parete

Luce a piantana

Luce da tavolo

E Punto luce sicurezza

Circuiti luce1 soggiorno+ ingresso+ corridoio zona giorno1 corridoio zona notte+ bagni+ camere1 luce sicurezza

Punto comando

Punto presa comandata

E

E

E

E

TERRAZZO

TERRAZZO

SOGGIORNO

BAGNO

CAMERAMATRIMONIALE

BAGNOLAVANDERIA

CAMERABAMBINI

CUCINA

CAMERASTUDIO

INGRESSO

RIPOSTIGLIO ELOCALE TECNICO

L

L L

L

L

L

L

L

L

L

L

L

1

1-2-3-3a

256

5-5a-6-7

85a

5-5a-7-8

7

2-9-109-11

11

10

99-10

2-5-5a-74

3

17

1712-1312

1315-15a-17 15

15-15a-1616

17

1717-18

17-24-24a

18

19

1920

20a

20-20a-23

23 21 20-20a-2120-20a-22

22

20-20a

23 24a23-24a

2424-24a-25

25

24-24a-25

E

3a

15a

Figura 8-4 Posizione dei punti SU per l’impianto di illuminazione, dei punti luce fissi e comandati, dei punti di alimentazione dei motori delle tapparelle

e dei relativi punti di comando.

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8.4.3.3 Posizionamento dei punti SU per prese di alimentazione di apparecchi utilizzatori fissi e occasionali e per l’alimentazione degli specchi dei bagni, degli idromassaggi e il comando dell’ allarme bagni

Nella Figura 8-5 è illustrato il posizionamento degli spazi SU per le prese di energia per l’alimentazione di dispositivi fissi e occasionali. Poiché lo scopo di questa analisi è di preparare l’infrastruttura, ogni punto indicato potrà avere 1 o più prese collegate in funzione del numero di apparecchi utilizzatori da collegare. Nella Figura 8-8 è illustrato anche il posizionamento degli spazi SU per l’apparecchio di illuminazione fisso a parete sopra il lavabo, del punto di arrivo dell’alimentazione per l’idromassaggio e delle SU per i pulsanti a tirante di comando dell’allarme bagno.

Il criterio di scelta tra prese P17/11 e prese P30 è puramente indicativo. L’associazione di prese P17/11 con prese P30 collegate in parallelo nella medesima SU garantirebbe il collegamento di tutti gli standard di spine presenti in Italia.

Allarme bagno e doccia

Alimentazione specchi bagni

Alimentazione idromassaggio

Figura 8-5 Posizione dei punti SU per le prese di energia per l’alimentazione di apparecchi fissi e occasionali. Posizione dei punti SU per l’alimentazione

degli specchi dei bagni, degli idromassaggi e per il comando dell’allarme bagni.

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 41

8.4.4 Posizionamento dei punti SU per impianti allarme intrusione/furto e allarmi tecnici

Nella Figura 8-6 è illustrata la posizione delle SU per i dispositivi degli impianti di allarme intrusione/furto e allarmi tecnici.

Figura 8-6 Posizione dei punti SU per i dispositivi di allarme intrusione/furto e per i sensori di allarmi tecnici

8.4.5 Posizionamento degli spazi SZ con relativa suddivisione in zone o locali.

Considerata la dimensione di 120m2 dell’Unità Immobiliare presa ad esempio:

• sono state previste quattro zone per gli impianti di energia in ognuna delle quali è stata individuato uno spazio SZ per una scatola di derivazione, uno degli spazi SZ è posto in coesistenza con SA.

• Sono state previste due zone per la distribuzione dei segnali: uno dei due spazi SZ assume anche la funzione SA.

• Per facilitare l’identificazione degli spazi SA ed SZ sono stati utilizzati i pedici: “e” per l’energia ed “s” per i segnali.

La figura 8-7 illustra la posizione degli spazi SZ per le scatole di derivazione sopra citate con le relative tubazioni di raccordo. Colore grigio per la distribuzione di energia elettrica e verde per la distribuzione dei segnali.

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SZe2

SZe3

SAs/SZs1

szs2

SZe4

SAe/SZe1

SZe1: ingresso, camerastudio, lavanderia,disimp.

SZe3: soggiorno, bagno, terrazzo sogg.

SZe2: camera matrimoniale, camera bimbi, terrazzo cam.

SZe4: cucina

SZe3

Fascio tubi di raccordo montanti

SAe + SZe1

SAs +SZs1: soggiorno, cucina

SZs2: camere

Nota: la dimensione dei tubi e delle scatole deve consentire il cablaggio a stella con centro in SAs

SZe4

SZe2

SZe3

Spazi installativi antintrusione

Energia/luci

Diffusione sonora

TV +tel+ dati

Fascio tubi raccordo SZ

Figura 8-7 Posizione dei punti SZe per impianti energia e dei punti SZs per la distribuzione dei segnali

8.4.6 Posizionamento dei punti SA di Interfaccia verso l’esterno dell’UI.

Le interfacce degli impianti elettrico, allarme intrusione e di automazione nell’UI, sono state collocate, nell’esempio, in un unico armadio SA (fig. 8-8) posto nel ripostiglio.,

Una parte dello stesso spazio nell’armadio viene utilizzata con funzione SZ per l’energia ed SZ per le batterie tampone dell’impianto di allarme intrusione/furto.

Lo spazio SA per i segnali (TV telefono e dati) assume anche la funzione di SZ.

Anziché un unico armadio possono essere previste altre tipologie di scatole negli spazi SA.

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 43

Dal contatore energia

Da derivatore di piano TV-SAT

Da derivatore di piano tel-dati

Da derivatore di piano (video)citofono

SA

SAe/SZe

SA

Spazi installativi antintrusione

Energia/luci

Diffusione sonora

TV +tel+ dati

SAs/SZs

Figura 8-8 Posizione dello spazio SA ( esempio quadro elettrico ) per l’alloggiamento di tutte le interfacce degli impianti dell’UI con l’esterno.

8.4.7 Schema dell’Infrastruttura per Energia (illuminazione, movimentazione e prese)

Si prendono in considerazione, come esempi significativi, i locali soggiorno e cucina.

Per rendere maggiormente visibile l’infrastruttura realizzata, si introduce una vista denominata “sviluppo in piano di un locale” (si veda la fig. 8-9).

Si fa notare che tale modalità non è un requisito indispensabile per la progettazione , ma essa consente, insieme alla pianta dell’UI, di visualizzare in modo semplice e dettagliato la dislocazione geometrica di tutti gli spazi installativi e delle canalizzazioni nell’UI.

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 44

Figura 8-9 Rappresentazione dello sviluppo in piano di un locale.

Soffitto

Parete

Parete

Parete

Parete

Porta

Pavimento Finestra

400 mm

1400 mm

2250 mm

900 mm

Riferimenti di quota

Porta

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Figura 8-10a Sviluppo in piano del locale soggiorno, con schema dell’infrastruttura per energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.).

SU

SZ

SA

SU riserva Punto movimentazione

L Punto luce a soffitto Punto luce a parete

Luce a piantana

Luce da tavolo

Punto luce sicurezza EPunto comando

Punto presa comandata

L

L

Prese 17/11

Prese P30

Parete esterna verso terrazzo

Le canalizzazioni si intendono posate con la dovuta curvatura nei cambi di direzione

NOTA

AA

eventuale

SU1

SU2

SU3

SU4

SU5SU6

SU7

SU8

SU9

SU10

SU11

SU12

SU13

SU14SU15

SU16

SU17

SZ1

C1

C2

C3

C4

C5

C6

C7

C9

C8

C10

C11

SU

SZ

SA

SU riserva

C : Canalizazione C : Canalizazione

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 46

Figura 8-10b Sviluppo in piano del locale cucina con schema dell’infrastruttura per energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.).

L

E

Lato corridoio

SZ1

SU1

SU2

SU3

SU4

SU5 SU6

SU7 SU8

SU9

SU10

SU11

SU12

C9

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C1

C3

C4

C6

C7

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Tubo F 32 oppure 2 x 25

Tubo F 25

SUs

SUs

SUs

SUs

SUs SUs

SUs

SUs

SUs

SUs

SUs

SUs

SUs

SUs

SUs

SUs

tubi di raccordo montanti TV-tel-dati

SAs + SZs1

SZs2

Spazio: SZ-IV (20x15x7)

Spazio: SA-V (24mod)

SU Spazio: SU (4M)

Tubo F 25, per eventuale maggiore adattabilità

Figura 8-11 Esempio di infrastruttura per impianti TV, telefono e dati: la dimensione indicata delle canalizzazioni (tubi) assicura lo spazio per un cablaggio a stella per 4 punti TV + SAT e 4 punti tel+dati, considerando il centro stella in SAs/SZs1. Il numero di spazi SU è maggiore di quello delle prese che effettivamente saranno installate in base alle esigenze dell’utente: in tal modo è incrementato il grado di adattabilità dell’infrastruttura per soddisfare esigenze future, compresa la eventuale variazione nella disposizione degli arredi.

In questo esempio, si è scelto di mantenere separate le scatole per l’infrastruttura destinata agli impianti distribuzione segnali (SAs, SZs ed SUs) con la finalità di agevolare gli interventi di operatori diversi (tecnico per impianti segnale e tecnico per impianti energia) evitando conflitti di “responsabilità”; inoltre viene incrementato il grado di adattabilità dell’infrastruttura riducendo i condizionamenti relativi alla “compatibilità” tra le due “famiglie” nei casi in cui le installazioni avvengano in momenti diversi (con infrastrutture separate risulterà più ampia la gamma di materiali utilizzabili non dovendo ricorrere esclusivamente a componenti “compatibili” ).

8.5 Considerazioni finali e adattabilità per possibili applicazioni future

La infrastruttura illustrata nell’esempio di questo capitolo, consente di installare oltre a soluzioni impiantistiche tradizionali e soluzioni domotiche attualmente disponibili sul mercato, soluzioni BUS per la distribuzione di tutto il gruppo segnali con i relativi controlli su un unico mezzo di comunicazione (integrazione su un unico mezzo di comunicazione delle tre classi previste dalle Norme CEI del CT 205).

Quest’ultima soluzione evoluta risulta tuttavia difficilmente realizzabile con i mezzi forniti dall’attuale tecnologia a causa della insufficiente normalizzazione dei protocolli di comunicazione e degli apparecchi-BUS, ma potrà esserlo in un futuro prossimo, quando saranno disponibili standard per l’unificazione e l’interoperabilità dei componenti e dei sistemi-BUS.

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APPENDICE A

Topologia

A.1 Definizione di topologia

Con il termine “topologia” si intende lo studio delle figure e delle forme indipendentemente dalle loro dimensioni.

Nel contesto di questa Guida sono applicati solo pochi concetti di topologia, essenzialmente quelli relativi alle “connessioni tra punti”.

Nota: Le caratteristiche fisiche e dimensionali dei punti, la loro effettiva ubicazione spaziale, le caratteristiche fisiche e dimensionali delle connessioni, il loro effettivo tracciato, sono elementi che non attengono al concetto di topologia.

A.2 Topologie elementari e topologie complesse

Non si ritiene qui necessario fornire una precisa descrizione delle topologie che si incontrano in questa Guida, ma si stima che la loro rappresentazione in forma grafica sia più che sufficiente per mostrare le modalità di connessione tra i vari punti.

Nella Figura A.1 sono riportate le topologie elementari più significative di interesse in questa guida:

– stella – anello – cascata – maglia.

Figura A.1 – Sei esempi di topologie elementari

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La figura indica il modo (logico) con cui i punti (indicati nel disegno con rettangoli identificati da un nome) possono essere connessi tra loro (linee).

Tutte le topologie elementari indicate in Figura A.1, ad eccezione della maglia, sono riportabili ad una maglia incompleta. Non solo le topologie elementari sono riportabili ad una maglia incompleta, ma anche l’aggregazione di più topologie elementari è riportabile ad una maglia incompleta. In questa guida l’aggregazione di più topologie elementari è chiamata topologia mista.

Un esempio di topologia mista è indicata in Figura A.2, in cui ad esempio il punto A3 è il centro di una stella composta anche da A1, A2, A4 e A10, i punti terminali A5, A6, A7, A8 formano un anello, i punti A10, A11, A12, A13 formano una cascata.

Figura A.2 –esempio di topologia mista.

A.3 Topologia di impianto e topologia di infrastruttura

Nel contesto di questa guida le topologie interessano l’infrastruttura (che è l’oggetto della guida) e il cablaggio, che deve essere contenuto nell’infrastruttura.

Alcune configurazioni topologiche generalmente descritte in letteratura non sono applicabili all’infrastruttura, ma solo al cablaggio. Le topologie non applicabili direttamente all’infrastruttura sono la topologia parallela e ad albero (Figura A.3).

Nel lato sinistro della Figura A.3 è riportata la topologia nella forma che normalmente viene riportata in letteratura sia per la configurazione ad albero sia per la configurazione parallela (sovente nominata anche topologia a bus). Tale topologia è adatta ad una rappresentazione del cablaggio, dove nel punto di incrocio vengono connessi in parallelo i conduttori, oppure, nel caso sia necessario rispettare le impedenze dei cavi, vengono posti dei partitori di potenza.

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Certamente non è possibile utilizzare questo tipo di topologia per l’infrastruttura, almeno per gli impianti EEC, in quanto ad ogni incrocio di tubi, dove è prevista una connessione dei cablaggi è necessario porre una scatola che permetta di terminare una tubazione e ripartire con altre. In Figura A.3 vengono illustrate sia per il cablaggio ad albero che per il cablaggio parallelo due possibili soluzioni infrastrutturali fra le numerose possibili. La -C dopo la classificazione topologica indica la compatibilità con il cablaggio, la -I indica la compatibilità con l’infrastruttura.

Figura A.3 – Topologie ad albero e parallela. Nella topologia di infrastruttura i punti terminali indicati con A1, A2, A3, ecc., corrispondono alle scatole SU per alloggiare gli apparati e alle scatole SZ di giunzione o derivazione mentre le connessioni corrispondono ai tubi che raccordano suddette scatole.

Nella topologia di impianto i punti terminali A1, A3, A3, ecc., corrispondono agli apparati di comando e controllo, (prese, attuatori, ecc.) e ai punti di giunzione, mentre le connessioni corrispondono alle giunzioni dei cavi che connettono tali punti terminali: poiché le connessioni sono realizzate con cavi, la topologia dell’impianto si identifica con la topologia del cablaggio.

E’ fondamentale avere ben presente che topologia di infrastruttura e topologia di impianto sono indipendenti: ciò significa che una topologia di infrastruttura di un certo tipo può essere in grado di ospitare una topologia di impianto di tipo differente. Ad esempio nella Figura A.3 si vede che ad un cablaggio in parallelo (parallela-C) può corrispondere ad una infrastruttura a stella (parallela-I2). Peraltro alcune topologie di infrastruttura sono più “efficienti” nell’accogliere determinate topologie di impianto. Gli esempi che seguono hanno lo scopo di chiarire tale concetto.

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Figura A.4 – Esempio di infrastruttura con topologia diversa dalla topologia d’impianto La Figura A.4 evidenzia una topologia di infrastruttura in cascata con un cablaggio avente topologia a stella (ad esempio per la distribuzione di segnali TV in coassiale con prese terminali). Si evidenzia come una soluzione di questo tipo comporti difficoltà in fase di manutenzione o integrazione dell’impianto qualora si dovesse inserire o sostituire un cavo.

Figura A.5 –esempio di infrastruttura con topologia uguale alla topologia d’impianto La Figura A.5 evidenzia una topologia di infrastruttura in cascata con un cablaggio avente topologia in cascata. Si evidenzia come una soluzione di questo tipo, se applicata ad esempio ad un impianto TV, richiede due prese derivate ed una terminale. Può comportare difficoltà in fase di integrazione dell’impianto qualora si dovesse inserire un ulteriore cavo, ad esempio per i segnali satellitari nell’ultimo punto presa. Da evitare assolutamente è una condizione dove ciascun punto della serie disposta in cascata corrisponde ad un’unità immobiliare diversa, creando delle servitù per gli interventi di integrazione e/o manutenzione.

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 52

Figura A.6 – Esempio di topologia di infrastruttura mista. Sono utilizzate le convenzioni

di tipo gerarchico illustrate nella guida.

SZ1 SU2-2

SU2-3 SU2-4

SA

SZ2

SZ4 SZ3

SU2-1

SU2-5

SU3-3 SU3-2 SU3-1

SU3-4

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APPENDICE B

Quote di posizionamento dei punti SA, SZ e SU

Nella Figura B.1 sono indicate le quote di posizionamento consigliate per le apparecchiature all’interno dell’UI. Tali quote, espresse in mm, si riferiscono all’asse orizzontale delle apparecchiature (Guida CEI 64-50)

Figura B.1 – Quote di posizionamento consigliate per le apparecchiature nell’unità immobiliare

Nella Figura B.2 sono indicate le quote di posizionamento di alcune scatole nel caso di UI adatte a persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale (come indicato nel DM 236 art. 8.1.5) (Guida CEI 64-50).

Pertanto, nel caso di appartamento destinato a disabili, tutte le quote riportate in Figura B.1 sono valide ad eccezione di quelle riportate in Figura B.2.

Nota 1la guida CEI 64-50 indica come altezza minima 175 mm per l’asse orizzontale degli apparecchi da installare a parete, e consiglia l’installazione fino a 400 mm.

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 54

Figura B.2 – Quote di posizionamento consigliate per le abitazioni adatte a persone

con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale.

Si ricorda che l’abbattimento delle barriere architettoniche può ottenersi anche ricorrendo a soluzioni domotiche (es. comandi vocali o a sensore di movimento) in alternativa alla disposizione ad altezze ridotte. Infatti possono configurarsi come “soluzioni tecnologiche” come previsto dal DM 236-89, capo III, art 7.

Nella Figura B.3 sono evidenziate le quote di posizionamento delle apparecchiature (già indicate in Figura B.1), abbinandole ai diversi ambienti dell’UI. Il riferimento è per UI non attrezzate per disabili.

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 55

Figura B.3 - Quote di posizionamento delle apparecchiature nei diversi ambienti dell’UI

Nota 1 La guida CEI 64-50 indica come altezza minima 175 mm per l’asse orizzontale degli apparecchi da installare a parete. La stessa guida CEI 64-50, per gli apparecchi indicati consiglia l’installazione fra le quote di 175 mm e 400 mm.

Nota 2 Le prese comandate sono indicate con il simbolo delle prese normali, ma con il colore rosso

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APPENDICE C

Canalizzazioni, Spazi installativi SA (per centralini, quadri, armadi) e Spazi installativi SZ ( per scatole di derivazione )

C.1 – Canalizzazioni ( Tubi )

Per la posa sotto traccia si consiglia l’utilizzo di tubi corrugati in materiale isolante e di colore differenziato ( vedi paragrafo 6.3.1 ).

La scelta della dimensione del tubo deve essere fatta calcolando lo spazio interno utile con le seguenti regole pratiche:

- Ipotizzare la quantità di cavi da inserire nel tubo ( fascio ). - Rilevare il diametro di ogni cavo in base alla sua sezione utilizzando la tabella C-1 per i

cavi elettrici, il valore Ø 7 mm per il cavo coassiale, e il valore Ø 6 mm per i cavi BUS. - Determinare il diametro medio dei cavi che formano il fascio.

Ricavare il diametro del cerchio che circoscrive il fascio di cavi aventi il diametro medio utilizzando la tabella C-2. In caso di diametro medio di valore intermedio tra due valori riportati nella tabella prendere il valore maggiore.

Moltiplicare per 1,50 il valore del diametro del cerchio che circoscrive il fascio di cavi aventi il diametro medio ( punto d).

Applicando la tabella C-3, che riporta la gamma dei tubi colorati disponibili nel mercato, ricavare il diametro nominale ( corrispondente al diametro esterno del tubo da utilizzare.

Considerare che tratti lunghi di tubo e la presenza di più curve rendono più difficoltosa l’operazione di inserimento dei cavi.

Quindi incrementare del 10% il valore ricavato in e) se la lunghezza della tratta è superiore a 10 m e del 20% se nella tratta sono presenti più di due curve.

I cavi unipolari flessibili che devono essere utilizzati per la posa in tubi sottotraccia sono definiti dalla norma CEI 20-20.

Quelli con isolamento PVC hanno la sigla H07V-K se sono del tipo armonizzato, oppure N07V-K se sono di tipo nazionale non propagante l’incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi.

Quelli con isolamento in gomma senza alogeni e a basso sviluppo di fumi opachi hanno la sigla N07G9-K.

Le dimensioni dei citati cavi da considerare per i calcoli sono riportate nella Tabella C-1.

Tabella C-1 Diametri massimi esterni cavi elettrici

Tipo H07V-K Tipo N07V-K Tipo N07G9-K Sez. mm2 Ø esterno mm Ø esterno mm Ø esterno mm 1,5 3,4 3,4 3,11 2,5 4,1 4,1 3,8 4,0 4,8 4,8 4,22 6,0 5,3 5,3 4,7

L’inserimento dei cavi coassiali per la distribuzione dei segnali TV deve poter essere fatto senza dover ricorrere a particolari attenzioni e senza dover ricorrere alla scelta di cavi con particolari caratteristiche meccaniche e dimensionali.

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 57

Dopo l’inserimento deve essere sempre assicurata la funzionalità dell’impianto e la qualità del segnale trasmesso.

Per il calcolo della dimensione del tubo si consiglia di considerare che il cavo coassiale abbia diametro esterno 7 mm.

I cavi per il collegamento di circuiti BUS, adatti ad essere inseriti negli stessi tubi dei cavi a tensione di rete, devono avere guaina isolante per tensione 300/500V.

Per il calcolo della dimensione del tubo si consiglia di considerare che il cavo BUS abbia diametro esterno 6 mm.

Tenendo conto di quanto sopra e definiti tipi e quantità di cavi che formeranno il fascio di cavi da inserire, questa guida prevede di considerare, per il calcolo del diametro del fascio, la media aritmetica dei diametri dei cavi che lo formano.

La tabella C-2 riporta i diametri dei cerchi che circoscrivono fasci di cavi (da 2 a 8 ), tutti aventi diametro corrispondente alla media aritmetica dei diametri effettivi dei cavi che formano il fascio. In caso di diametro medio di valore intermedio tra due valori riportati in tabella deve essere assunto il valore maggiore.

Tabella C-2 Diametri dei cerchi che circoscrivono fasci di cavi ( da 2 a 8 ) tutti aventi il diametro indicato, corrispondente alla media aritmetica dei diametri effettivi dei cavi

che formano il fascio

Quantità di cavi

che formano il

fascio 2

3

4

5

6

7

8

diametro medio

dei cavi del fascio

[mm]

diametro del cerchio che circoscrive il fascio composto da

2 cavi 3 cavi 4 cavi 5 cavi 6 e 7 cavi 8 cavi

Ø 3,30 Ø 6,60 Ø 7,11 Ø 7,97 Ø 8,91 Ø 9,90 Ø 10,91

Ø 3,50 Ø 7,00 Ø 7,54 Ø 8,45 Ø 9,45 Ø 10,50 Ø 11,57

Ø 3,70 Ø 7,40 Ø 7,97 Ø 8,93 Ø 9,99 Ø 11,10 Ø 12,23

Ø 3,90 Ø 7,80 Ø 8,40 Ø 9,42 Ø 10,54 Ø 11,70 Ø 12,89

Ø 4,10 Ø 8,20 Ø 8,83 Ø 9,90 Ø 11,08 Ø 12,30 Ø 13,55

Ø 4,30 Ø 8,60 Ø 9,27 Ø 10,38 Ø 11,62 Ø 12,90 Ø 14,21

Ø 4,50 Ø 9,00 Ø 9,70 Ø 10,86 Ø 12,16 Ø 13,50 Ø 14,87

Ø 5,00 Ø 10,00 Ø 10,77 Ø 12,07 Ø 13,51 Ø 15,00 Ø 16,52

Ø 7,00 Ø 14,00 Ø 15,08 Ø 16,90 Ø 18,91 Ø 21,00 Ø 23,13

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La Tabella C-3 riporta i dati relativi alla gamma di tubi corrugati disponibili nel mercato, necessari per l’infrastruttura.

Tabella C-3 Gamma dei tubi corrugati

Denominazione commerciale del tubo

Tubo da 16

Tubo da 20

Tubo da 25

Tubo da 32

Tubo da 40

Tubo da 50

Diametro nominale (esterno) (mm)

16 20 25 32 40 50

Diametro utile interno (mm)

10,7 14,1 18,3 24,3 31,2 39,6

Esempio applicativo delle regole esposte: Nella canalizzazione (tubo) si prevede debbano essere inseriti i cavi per una linea di energia + i cavi per una linea luce + un cavo per il circuito di protezione (terra) + tre cavi per circuiti di interconnessione.

Per la linea di energia i due cavi hanno sezione 2,5 mm2 ( Ø esterno 4,1 mm )

Per il circuito di protezione (terra) il cavo ha sezione 2,5 mm2 ( Ø esterno 4,1 mm)

Per la linea luce i due cavi hanno sezione 1,5 mm2 ( Ø esterno 3,4 mm)

Per i tre circuiti di interconnessione i tre cavi hanno sezione 1,5 mm2 ( Ø esterno 3,4 mm)

In totale i cavi che formano il fascio sono otto .

Il valore di diametro medio degli otto cavi è:

( 4,1 x 3 ) + ( 3,4 x 5 ) diviso 8 = 3,66 mm ( arrotondato 3,7 mm ).

Utilizzando la tabella B si individua il diametro del cerchio che li circoscrive (in questo caso abbiamo 8 cavi di diametro medio 3,7 mm ) che risulta essere Ø 12,23 mm.

12,23 x 1,50 = 18,3 mm

pertanto, con riferimento alla “Tabella C”, deve essere utilizzato un tubo da 25.

Se la lunghezza della tratta è superiore a 10 m deve essere applicata la maggiorazione del 10% ; il valore “18,3” diventa “20,1”, il tubo da 25 non ha più il diametro utile sufficiente e quindi deve essere utilizzato un tubo da 32.

Se nella tratta sono presenti più di due curve deve essere applicata la maggiorazione del 20%; il valore “18,3” diventa “21,9”; e anche in questo caso deve essere utilizzato un tubo da 32.

C.2 – Spazi installativi SA ( per centralini, quadri, armadi )

L’insieme degli spazi installativi nei quali arrivano le reti esterne per tutti i servizi richiesti nella UI, e nei quali sono installate le apparecchiature di sezionamento e protezione, gli alimentatori, i trasformatori, le apparecchiature di controllo e gestione, gli eventuali strumenti di misura e di segnalazione ottica ed acustica, e i cablaggi delle linee in arrivo e delle linee in partenza ( circuiti terminali ), sono identificati con la sigla “SA”. (si veda cap. 7 della presente guida).

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 59

In detti spazi SA vengono installati uno o più centralini/quadri elettrici o armadi, aventi un adeguato numero di Moduli DIN disponibili, generalmente a file sovrapposte, per l’installazione delle varie apparecchiature sopra citate, e aventi lo spazio per i cablaggi delle linee in arrivo e delle linee in partenza.

Le linee entranti nella UI sono:

• La linea di fornitura dell’Energia Elettrica • La linea proveniente dal derivatore di piano Tel-Dati • La linea proveniente dal derivatore di piano TV-RD-SAT • La linea proveniente dal posto Videocitofonico esterno

• Linea del sistema BUS di edificio Per il calcolo della quantità di moduli disponibili nel centralino/quadro energia si consiglia che nel centralino/quadro della UI possano essere presenti:

• Un interruttore Generale con funzione di sezionamento dell’intero centralino/quadro e protezione da sovraccarico del montante.

• La protezione contro le sovratensioni ad impulso ( SPD e protezione relativa ). • I dispositivi di sezionamento, comando e protezione dei circuiti terminali e degli impianti

per i segnali. • Le eventuali apparecchiature di controllo/gestione dei consumi, trasformatori, suonerie,

centraline antifurto, alimentatori del sistema BUS, etc. Anziché un unico centralino/quadro comprendente tutte le funzioni sopra indicate può essere realizzata una struttura con topologia di centralini/quadri in cascata (centralino/quadro principale e centralini/quadri satellite), tenendo presente che il collettore di terra e la protezione contro le sovratensioni ad impulso mediante SPD devono essere collocate nel centralino/quadro principale e non sono richieste nei centralini/quadri satellite.

Si consiglia che i circuiti terminali da prevedere ( e quindi da sezionare e proteggere ) possano essere:

• Almeno due per ogni unità abitativa fino a 50 m2, e uno aggiuntivo ogni ulteriori 50 m2 • Un proprio circuito per ognuna delle seguenti utenze/locali/impianti :

- Frigoriferi e/o congelatori

- Altre utenze cucina

- Lavatrice

- Bagni

- Impianto riscaldamento (caldaia)

- Impianto condizionamento (condizionatore)

- Impianto allarme-intrusione

Tutti i circuiti terminali alimentati dal centralino/quadro di unità abitativa possano essere dotati di proprio interruttore per la funzione di sezionamento e protezione da sovracorrente e devono essere protetti dai contatti indiretti mediante interruzione automatica dell’alimentazione tramite interruttore differenziale di Idn coordinato con la resistenza di terra.

La protezione dai contatti indiretti può essere realizzata tramite un interruttore differenziale specifico per ogni circuito terminale (tab. C-4a), oppure tramite un interruttore differenziale comune per gruppo di due o più circuiti terminali (tab. C-4b) e comunque nel numero massimo di tre circuiti se la protezione dai contatti indiretti è effettuata con differenziali aventi Idn non superiore a 30mA.

Tenendo conto delle considerazione sopracitate, considerando l’UI da 120 m2 presa ad esempio in questa guida, predisposta per tutte le utenze/locali/impianti considerate, il centralino/quadro energia , nella versione unico centralino/quadro, viene esemplificato in due composizioni possibili (Tabelle C.4a e C.4b).

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Tabella C.4a Primo esempio Centralino/Quadro 36 Moduli – ENERGIA

CENTRALINO/QUADRO 36 MODULI ENERGIA

Tipo di apparecchiatura Moduli

DIN occupati

Posizionamento nel

centralino/quadroSPD e protezione relativa 4 Interruttore Magnetotermico Differenziale Generale 4 Interruttore Magnetotermico Differenziale Prot. Amplificatori TV 2

Interruttore Magnetotermico Differenziale Caldaia 2

Prima fila 12 moduli

Interruttore Magnetotermico Differenziale Condizionatore 2

Interruttore Magnetotermico Differenziale Lavatrice 2 Interruttore Magnetotermico Differenziale Frigo/Congelatore 2

Interruttore Magnetotermico Differenziale Prese Cucina 2

Interruttore Magnetotermico Differenziale altre prese 2 Interruttore Magnetotermico Differenziale Bagni 2

Seconda fila 12 moduli

Interruttore Magnetotermico Differenziale luci zona giorno 2

Interruttore Magnetotermico Differenziale luci zona notte 2

Dispositivo Gestione Carichi 4 Trasformatore 230/12 e relativa protezione 4

Terza fila 12 moduli

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Tabella C.4b Secondo esempio Centralino/Quadro 36 Moduli – ENERGIA

CENTRALINO/QUADRO 36 MODULI ENERGIA

Tipo di apparecchiatura Moduli

DIN occupati

Posizionamento nel

centralino/quadro

SPD e protezione relativa 4 Interruttore Magnetotermico Generale 2 Interruttore Differenziale linee 1 - 2 – 3 2 Interruttore Differenziale linee 4 - 5 - 6 2 Interruttore Differenziale linee 7 - 8 - 9 2

Prima fila 12 moduli

Interruttore Magnetotermico Caldaia ( Linea 2 ) 1 Interruttore Magnetotermico Condizionatore ( Linea 9 ) 1

Interruttore Magnetotermico Lavatrice ( Linea 8 ) 1 Interruttore Magnetotermico Bagni ( Linea 6 ) 1 Interruttore Magnetotermico Frigo/Congelatore ( Linea 3 ) 1

Interruttore Magnetotermico prese Cucina ( Linea 7 ) 1 Interruttore Magnetotermico altre prese ( Linea 5 ) 1 Interruttore Magnetotermico luci zona giorno ( Linea 1 ) 1

Interruttore Magnetotermico luci zona notte ( Linea 4 ) 1

Interruttore Magnetotermico prot. apparati Dati 1 Moduli liberi di riserva 2

Seconda fila 12 moduli

Interruttore Magnetotermico prot. Amplificatori TV 1 Dispositivo Gestione Carichi 4 Trasformatore 230/12 e relativa protezione 5 Moduli liberi di riserva 2

Terza fila 12 moduli

Tabella C.4b Secondo esempio Centralino/Quadro 36 Moduli – ENERGIA

Entrambi gli esempi evidenziano la necessità di predisporre per un centralino/quadro avente minimo 36 moduli disponibili.

Anziché adottare la soluzione di un centralino/quadro unico in prossimità dell’ingresso nella Unità Immobiliare, può essere adottata la soluzione di spostare alcuni circuiti terminali e relative protezioni con dislocazione periferica in cascata.

Alcuni esempi di dislocazione periferica sono :

• Sezionamento e protezione bagni

• Sezionamento e protezione luci zona giorno e luci zona notte

• Sezionamento e protezione cucina

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 62

In merito al dimensionamento del Centralino/quadro “Allarme-intrusione/furto” è necessario considerare che normalmente vengono installati nel centralino/quadro: • L’interruttore magnetotermico di protezione dei dispositivi del sistema

• La centrale di controllo del sistema

• L’alimentatore delle batterie tampone

• Il dispositivo di controllo delle Batterie tampone

• Le batterie tampone se in involucro per barra EN60715 ( barra DIN )

• Il combinatore telefonico

• La sirena da interno

• Altri dispositivi complementari

risulta, di conseguenza, necessario predisporre per un centralino/quadro avente minimo 36 moduli disponibili.

In merito al dimensionamento del Centralino/Quadro “BUS” è necessario considerare che normalmente vengono installati nel centralino/quadro:

• L’interruttore magnetotermico di protezione del sistema

• L’alimentatore del sistema

• La centrale di gestione

• Una serie di attuatori, interfacce di comunicazione e accoppiatori di linea

• Un comunicatore telefonico

risulta, di conseguenza, necessario predisporre per un centralino/quadro avente minimo 36 moduli disponibili.

La tabella C-5 elenca, a titolo esemplificativo, con sigla SA seguita da un numero progressivo da I a X, la capacità dimensionale, riferita in termini di moduli DIN ospitabili, degli spazi SA per centralini/quadri normalmente utilizzati.

Tabella C-5 Spazi SA (da I a X) per centralini/quadri e riferimento a moduli DIN come spazio disponibile nel centralino/quadro installato nel relativo spazio SA

Spazi SA Quantità moduli DIN di riferimento

SA-I 4 Moduli

SA-II 8 Moduli

SA-III 12 Moduli

SA-IV 18 Moduli

SA-V 24 Moduli ( 2 file da12 )

SA-VI 36 Moduli ( 3 file da 12 )

SA-VII 36 Moduli ( 2 file da 18 )

SA-VIII 54 Moduli ( 3 file da 18 )

SA-IX 72 Moduli ( 4 file da 18 )

SA-X > 72 fino a 252 in file da 18 Moduli

Nota: Le sigle SA, seguite da un numero progressivo da I a X, riportate nella tabella C-5, associate alla quantità di moduli DIN di riferimento, hanno solo funzione di orientamento per la predisposizione della infrastruttura, e non intendono classificare i centralini/quadri.

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C.3 – Spazi installativi SZ ( per scatole di derivazione )

Negli spazi installativi SZ andranno installate le scatole di derivazione per gli impianti sottotraccia (vedi capitolo 7 ).

Dette scatole di derivazione devono essere scelte e installate in modo da:

• Consentire l’inserimento dei tubi del diametro e quantità calcolati (vedi art. C1)

• Permettere il facile cablaggio dei cavi, il loro raggruppamento e identificazione con

terminazioni sufficientemente lunghe

• Consentire il rispetto delle regole impiantistiche

• Garantire il mantenimento dello spazio di riserva approssimativamente non inferiore al

30% dello spazio occupato

• Non essere vicine a fonti di calore.

• Permettere l’apertura del coperchio per verifiche e manutenzioni

Per la separazione dei cablaggi di impianti che obbligatoriamente devono essere divisi l’uno dall’altro può essere adottata la scelta di scatola di derivazione unica suddivisa in più vani tramite appositi setti separatori oppure la scelta di più scatole di derivazione affiancate e rese comunicanti tramite tubi di raccordo.

La grandezza della scatola di derivazione deve consentire che i tubi entranti e i tubi uscenti trovino adeguata quantità di prefratture in modo che la/le pareti della scatola di derivazione non debbano essere sfondate o tagliate totalmente.

La scelta della scatola di derivazione e la sua allocazione ( profondità della scatola e spessore della parete ) devono essere coordinate ( attenzione a non creare ponti termici ed acustici ).

La tabella C-6 elenca, a titolo esemplificativo, con sigla SZ seguita da un numero progressivo da I a VII, gli spazi SZ per scatole di derivazione e la corrispondente quantità di tubi Ø 32 e Ø 25 inseribili nei lati orizzontali della scatola di derivazione installata nel relativo spazio SZ.

Definiti il diametro e la quantità dei tubi che devono essere inseriti, con l’ausilio della tabella C-6 è possibile determinare la grandezza della scatola di derivazione idonea.

Tabella C-6 Spazi SZ e quantità di tubi Ø 32 e Ø 25 inseribili nei lati orizzontali della scatola di derivazione installata nel relativo spazio SZ

Spazio SZ per scatola di

derivazione

Dimensioni orientative

cm

Quantità indicativa di tubi Ø 32 inseribili nei lati orizzontali

della scatola di derivazione installata nel relativo spazio

SZ

Quantità indicativa di tubi Ø 25 inseribili nei lati orizzontali

della scatola di derivazione installata nel relativo spazio

SZ

SZ-I 10 x 10 x 5 2 per lato 3 per lato

SZ-II 10 x 10 x 7 3 per lato 7 per lato

SZ-III 15 x 10 x 7 5 per lato 10 per lato

SZ-IV 20 x 15 x 7 6 per lato 12 per lato

SZ-V 30 x 15/20 x 7 9 per lato 18 per lato

SZ-VI 40 x 15/20 x 7 12 per lato 26 per lato

SZ-VII 50 x 20 x 8 25 per lato 39 per lato

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Gli spazi SZ indicati non sono i soli che possono essere presi in considerazione.

Le sigle SZ seguite da un numero progressivo da I a VII riportate nella tabella C-6, associate alla quantità e dimensioni dei tubi inseribili nei lati orizzontali della scatola di derivazione installata nel relativo spazio SZ, hanno solo funzione di orientamento per la predisposizione della infrastruttura e non intendono classificare le scatole di derivazione.

Le dimensioni indicate sono solamente spazi orientativi, non sono discriminanti per la scelta della scatola da utilizzare, e in sede di progettazione/realizzazione della infrastruttura, una scatola può essere sostituita da più scatole, mantenendo la condizione di corretto inserimento dei tubi, di agevole e sicuro alloggiamento dei cablaggi e, ove previsto, delle apparecchiature da allocare, garantendo il mantenimento di uno spazio di riserva approssimativamente non inferiore al 30% dello spazio occupato.

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 65

APPENDICE D

Corrispondenza tra simboli CEI del CT 3 e simboli utilizzati nella presente Guida.

Introduzione

La presente Tabella è stata ricavata dalle Norme del CT3 e principalmente dalla CEI 3-23 : “Segni grafici per schemi - Schemi e piani d’installazione architettonici e topografici “ , più aderente allo scopo della presente Guida. Tuttavia sono stati riportati anche segni grafici e simboli pubblicati in altre norme dello stesso CT e simboli abitualmente utilizzati nella stesura degli schemi dell’infrastruttura per gli Impianti EEC, in modo tale da agevolarne la lettura.

- Nell’articolo D.1 si indicano i simboli grafici per gli spazi installativi SA, SZ ,SU e le canalizzazioni.

- Nell’articolo D.2 si elencano, per comodo riferimento del lettore, gli impianti che realizzano i servizi trattati nella presente Guida.

- Nei successivi articoli si riportano i simboli per le apparecchiature da ubicare negli spazi installativi.

Lo schema dell’infrastruttura, redatto con la simbologia proposta, potrà visualizzare in modo immediato la dislocazione degli spazi installativi , le apparecchiature (servizi) in essi poste e le canalizzazioni che li collegano.

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D.1 SPAZI INSTALLATIVI e CONDUTTURE (CEI 3-23)

Descrizione Simbolo CEI Simbolo CEI

alternativo

Simbolo utilizzato nella Guida

CEI 64-100/2

Cassetta (simbolo generale)

CEI 3-23

SU

Cassetta di connessione e/o

derivazione

CEI 3-23

SZ

Quadro centrale di distribuzione

oppure

CEI 3-23

SA

Connessione all’interno del

muro con canalette

CEI 3-23

Casi particolari che richiedono maggiori dettagli

SU per Punto movimentazione

SU per Alimentazione Specchi bagni

SZ energia / Illuminazione

SA Antintrusione

SU per Alimentazione idromassaggio

SU per Allarme bagno e doccia

SZ A/V - Diffusione sonora

SA energia / Illuminazione

Punto terminale a muro senza scatola

SZ antintrusione

SZ TV- Tel – Dati

SA A/V - Diffusione sonora

SA TV- Tel – Dati

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 67

D.2 TIPO DI IMPIANTO EEC

– distribuzione energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.) : nero – telefonico; verde – di ricezione tv; verde – (video)citofonico; blu – di distribuzione audio/video (hi-fi); blu – di trasmissione dati; verde – di sicurezza (antintrusione/antifurto e allarmi tecnici); marrone – domotico (integrazione delle funzioni domestiche) nero.

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 68

D.3 distribuzione energia

D.3.1 Illuminazione

Descrizione

Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo

Simbolo utilizzato nella

Guida CEI 64-100/2

Lampada

(simbolo generale)

CEI 3-20,

CEI3-23

CEI 3-27

Lampada emergenza

CEI 3-23

autonoma

CEI 3-23

su circuito speciale

Interruttore

(simbolo generale )

CEI 3-23

Pulsante

simb.generale

CEI 3-23

simbolo CEI 3-27 per pulsante campanello ingresso

generico

pulsante

per campanello ingresso

Casi particolari con maggiori dettagli

Punto Luce a soffitto

L

L

E

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 69

Punto luce a parete

Luce a piantana

Luce da tavolo

D.3.2 Movimentazione

Descrizione

Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo

Simbolo utilizzato nella

Guida CEI 64-100/2

Attuatore a Motore

CEI 3-14

D.3.3 Potenza : prese energia

Descrizione

Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo

Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2

Presa

(simbolo generale)

CEI 3-23

…..P30

…… 17/11

Prese Comandate

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 70

D.4 IMPIANTO TELEFONICO

Descrizione

Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo

Simbolo utilizzato nella

Guida CEI 64-100/2

Presa

( simbolo generale)

CEI 3-23

Telefono

( simbolo generale)

CEI 3-21

Apparecchio Emittente Ricevente

CEI 3-21

NOTA TP = TelePhone

D.5 RICEZIONE TV

Descrizione

Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo

Simbolo utilizzato nella

Guida CEI 64-100/2

Presa TV

( simbolo generale)

CEI 3-23

Televisore

CEI 3-27

TV

TV

T

TP TP

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 71

D.6 (VIDEO)CITOFONICO

Descrizione

Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo

Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2

Presa

CEI 3-21

Citofono

CEI 3-23

Video-Citofono -

Punto Citofonico

-

CEI 3/27

Video

CEI 3/27

NOTA: M = microfono + altoparlante

M

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 72

D.7 DISTRIBUZIONE AUDIO/VIDEO (HI-FI-TV – HOME THEATRE)

Descrizione

Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo

Simbolo utilizzato nella Guida

CEI 64-100/2

Amplificatore Audio

( simbolo generale)

CEI 3-23

CEI 3-27

Altoparlante

( simbolo generale)

CEI 3-21 / CEI 3-27

Video

CEI 3/27

Home theatre

Casi particolari che richiedono maggiori dettagli

Punto Audio Normale

Punto Home Theatre (HT)

Punto audio (HT) commutabile Normale

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 73

D8 TRASMISSIONE DATI

Descrizione

Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo

Simbolo utilizzato nella

Guida CEI 64-100/2

Computer

-

Presa dati - estensione da CEI 3-23

Stampante -

Punto d’Accesso (PA

Internet)

-

D

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 74

D9 SICUREZZA (ANTINTRUSIONE/ANTIFURTO E ALLARMI TECNICI)

Descrizione

Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo

Simbolo utilizzato nella

Guida CEI 64-100/2

Centrale

(simbolo generico)

CEI 79-34

CA = Centrale di Allarme

NI = Numero di Ingressi Z = Numero di Zone

Combinatore Telefonico (simbolo generico)

CEI 79-34

Centrale con

Combinatore Telefonico

Concentratore

(simbolo generico)

CEI 79-34

MC = Concentratore

NI = Numero di Ingressi Z = Numero di Zone

Rivelatore perimetrale

CEI 79-34

Tecnologia non descritta

Rivelatore Volumetrico

Tecnologia non descritta

NI

ZCA

NIZ

MC

NIZ

CA

C

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 75

(simbolo generico)

CEI 79-34

Sirena interna

CEI 79-34

Sirena autoalimentata

CEI 79-34

Inseritore (simbolo

generale da adottare per tutti

i tipi )

CEI 79-34

Sensore All. Tecnico

(segnalazione generica)

CEI 79-34

SE

= RA per acqua

= RG per GAS

= RT per Temperatura

Rivelatore Gas

Rivelatore Temperatura (Freezer)

Rivelatore perdita acqua

RA

RT

RG

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RV

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Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 28-02-2009 76

D10 DOMOTICO (INTEGRAZIONE DELLE FUNZIONI DOMESTICHE)

Descrizione

Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo

Simbolo utilizzato nella

Guida CEI 64-100/2

Alimentatore

CT205

Sensore

CT205

n = numero Ingressi

S = grandezza rilevata

Attuatore CT205

Orologio Programmatore

CEI 3-23

Cronotermostato

estensione da CEI 3-23

Altri

Vedere guida CT205

R

=

θ

n S

n

A

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Sede del Punto di Vendita e Consultazione Progetto C. 1008:2008-12 – Scad. 29-02-2009 Totale Pagine 78

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Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano – Stampa in proprio

Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 Luglio 1956

Responsabile: Ing. R. Bacci

Comitato Tecnico Elaboratore CT 64 – Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione (fino a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c)

Altre norme di possibile interesse sull’argomento

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