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Patrizia Di Monte Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario… (P. Levi, “Se questo è un uomo”) Gettone Jmpresa Viveri Fig. 1 – gettone Jmpresa Viveri dritto- foto di P. Di Monte 1

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Patrizia Di Monte

Se comprendere è impossibile,conoscere è necessario…

(P. Levi, “Se questo è un uomo”)

Gettone Jmpresa Viveri

Fig. 1 – gettone Jmpresa Viveri dritto- foto di P. Di Monte

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Fig. 2 – gettone Jmpresa Viveri rovescio- foto di P. Di Monte

Introduzione - Roma 15 Giugno 2008

Mentre catalogavo alcune monete Islamiche prese dalla collezione del mio amico Stefano Campagna, trovai tra loro un gettone che attirò subito la mia attenzione per un particolare simbolo che portava in effige: la Stella di David.Il gettone è in bronzo, misura circa 2,3 cm di diametro e pesa 3,5 g. Sul diritto presenta la stella di david contornata dalla scritta jmpresa viveri contenuta in un bordo a lineette parallele, in basso, quasi a separare la J dalla I finale, due globetti con in mezzo una stellina a 5 punte; sul rovescio il numero 20 circondato da una perlinatura regolare. Il contorno è liscio.

Mi incuriosii molto e mi domandai subito quale fosse stato il suo uso e la sua provenienza, decisi quindi di postare il gettone sul sito La Moneta1 in modo che qualche utente me ne potesse facilitare l'identificazione e soddisfare le mie curiosità.

1- www.lamoneta.it – Network di Numismatica e Storia sul quale sono iscritta2

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Passarono diversi giorni senza che nessuno rispondesse alle mie domande, poi improvvisi iniziarono l'analisi e il dibattito sul gettone che dopo circa un anno e mezzo ancora perdurano.

Prime ipotesi

Furono analizzati tutti gli elementi del gettone ed espresse varie ipotesi che per cronaca riporto, principalmente perché poi da queste congetture ho sviluppato la mia ricerca orientandomi anche nelle direzioni suggeritemi dai partecipanti alla discussione.Premesso che il gettone come epoca venne collocato a partire dalla fine del'800 fino ad arrivare agli anni '40, le ipotesi iniziali furono:

• Usato in Kibbutz Israeliani all'inizio della costituzione dello Stato come moneta di scambio da una comunità Italiana, visto che la scritta è in questa lingua e non in Israeliano

• Emesso in altre Nazioni, come il Marocco ad esempio, che ha su alcune sue monete la Stella di David e la Stellina a 5 punte. Visto che la Stella di David viene usata anche in monete non Israeliane la provenienza potrebbe non essere Ebraica

• Usato da un reparto speciale del Regio Esercito nel periodo postunitario collegato agli appalti dei rifornimenti alimentari militari del vecchio Ministero della Guerra

a) In un romanzo del'800 “L'Imperio” di Federico De Roberto, si parla esplicitamente di una “impresa-viveri del XII° Corpo d'Esercito”

b) Possibilità che venisse usato anche nelle colonie Africane, in quanto erano presenti nel territorio campi di concentramento per ebrei residenti

• Usato nei Ghetti Italiani, particolarmente in quello Romano, negli anni 1930-1940, per sussistenza agli Ebrei bisognosi

• Usato in mense Caritatevoli in comunità miste Islamiche-Ebraiche, a Gerusalemme ad esempio gestite da sacerdoti Italiani

• Usato da una Ditta o uno Spaccio di generi alimentari riservato agli Ebrei o gestito da Ebrei

• La J potrebbe essere un errore di conio fatto da un lavorante non Italiano o comunque poco padrone della lingua Madre

• La J iniziale, elemento di spicco e di analisi approfondita del gettone, potrebbe essere solo una I maiuscola stilizzata

La mia ipotesi personale fu che fosse un gettone usato nel Ghetto Romano, nel periodo pre-bellico (anni 30-40) come forma di sussistenza agli Ebrei Romani, probabilmente dopo le leggi razziali del '38, che purtroppo limitarono di molto la libertà di movimento e di commercio della popolazione Ebraica rendendola più bisognosa di aiuti esterni ed interni alla comunità.La J veniva molto usata nel dialetto Romanesco, questa usanza mi fece venire in mente che forse a coniare il Gettone fosse stato un ragazzo del popolo, non molto istruito sulla lingua Italiana.Il Corpo dell'Esercito, Impresa Viveri, potrebbe aver distribuito i gettoni alle famiglie più bisognose, con i quali potevano richiedere quantità prefissate di alimenti presso gli spacci oppure ottenere sconti, ad esempio il 20% come indicato sul gettone (20), su alcune derrate alimentari indispensabili, come il pane o la pasta.

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Ma in seguito questa mia ipotesi è stata del tutto accantonata e leggerete il perché.

Dopo vari dibattiti un utente mi suggerì di iniziare le ricerche nel Ghetto di Roma, presso i negozianti della zona.Visto che sono Romana mi sembrò un ottimo e semplice inizio per approfondire la ricerca sul gettone, quindi mi misi in moto sperando in una risoluzione veloce del mistero.

La ricerca

Luglio 2008 - Il Ghetto Romano:

Ore 10,30, imboccai Via Portico d'Ottavia e mi apprestai ad entrare in un negozio per iniziare le mie ricerche.Il negozio è uno dei più antichi del quartiere, è strutturato ancora nello stesso modo di quando ero bambina, sembra uno spaccio anni '50 e vende un po' di tutto. Parlai col proprietario che gentilmente mi ascoltò mentre raccontavo la storia del gettone; confessandomi di non averlo mai visto prima mi indirizzò al Museo della Sinagoga in quanto li avrei trovato persone interessate allo studio di oggetti legati all'Ebraismo.Lo salutai ringraziando ed uscii dirigendomi verso la Grande Sinagoga.

Fig. 3 – La Sinagoga di Roma- foto di P. Di Monte

Arrivata chiesi informazioni alla Guardia preposta all'entrata del Tempio che chiamò la responsabile del Museo mentre io attendevo il permesso per entrare. Ricevuto il benestare, c'è molta prudenza e sorveglianza per la sicurezza, controllò la mia borsa e mi accompagnò all'entrata indicandomi la via da seguire.

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Raggiunsi la sala d'ingresso del Museo, la responsabile mi accolse sorridendo e mi chiese notizie del gettone. Glielo porsi e le raccontai tutta la storia. Mi ascoltò interessata, poi mi chiese se ne potesse fare una scansione, acconsentii volentieri.Mi spiegò che la Direttrice del Museo in quei giorni era molto impegnata per l'organizzazione della Giornata della Cultura Ebraica, che si sarebbe tenuta la domenica seguente; quindi mi avrebbe chiamata non appena possibile per un appuntamento. La ringraziai, contenta dell'insperato risultato seppur un po' delusa per non aver potuto parlare subito con la Direttrice. Tornando verso casa, arrivata a Via Portico d'Ottavia mi diressi verso la caratteristica pasticceria sita sulla Piazzetta.Mentre parlavo con le proprietarie vidi seduta in un angolo una signora di una certa età, mi avvicinai a lei ed intavolai un interessante dialogo. Mi raccontò dell'alba del 16 Ottobre 1943, quando avvenne il Rastrellamento da parte dei Tedeschi nel Ghetto, vi perse una sorella e sei nipoti, dopo due giorni, vicino alle Mura Vaticane, presero anche suo marito.

Sera, il silenzio è atroce,2

Portico d'Ottavia piange i suoi mortinella solitudine dei suoi negozi,per lungo tempo resteranno vuotiin attesa di qualcuno che ritornima torneranno in pochi solo una donna e una decina di uomini

Le feci vedere il gettone, purtroppo non lo riconobbe però mi dette una nuova traccia da seguire. Mi disse che, dopo le leggi razziali del '38, venivano dati gettoni ai poveri per poter prendere generi alimentari nei negozi; lei, in quanto proprietaria della pasticceria e quindi benestante, non rientrava nella categoria bisognosa, forse per quello non lo aveva mai visto, sempre che il mio gettone fosse uno di quelli.In ogni modo una delle teorie stava prendendo corpo e continuai in seguito una parte delle mie ricerche su quella strada. Dopo qualche giorno parlai al telefono con la dott.ssa Di Castro3. Purtroppo non avendo nessuna notizia del gettone a sua volta mi indirizzò al CDEC, Centro di Documentazione Ebraica Contemporaneo, raccomandandomi di mettermi in contatto con il dott. Michele Sarfatti e la dott.ssa Nenet Haion. Mandai quindi una mail, con allegate le foto del gettone, all'Archivio Storico dell'Associazione che si trova a Milano.Aspettai qualche giorno ma non ebbi risposta. Quindi decisi di inoltrarla a tutte le sezioni del Centro finché non ricevetti risposta dalla dott.ssa Haion che mi invitò a scrivere ad un noto collezionista di oggetti Ebraici napoletano in quanto non le era possibile al momento aiutarmi. Mi suggerì inoltre di recarmi presso la loro sede di Milano per continuare le ricerche nella biblioteca pregandomi altresì di tenerla informata sugli sviluppi della mia ricerca.Contattai il Sig. XXXXXX di Napoli inviandogli per posta anche le foto in un secondo tempo, purtroppo anche da lui ricevetti esito negativo, ma datò con una certa sicurezza il gettone attorno agli anni '40, sia come stile che come materiale.Inoltre mi disse che gettoni simili venivano usati nei Campi di Concentramento ed in piccole Comunità Ebraiche ed anche lui pensava che potesse essere una emissione degli Alleati in aiuto del Popolo Ebreo.

2 -Tratta dalla mia poesia “16 Ottobre 1943”

3 - Direttrice del Museo della Sinagoga di Roma5

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Allargai le ricerche anche agli aiuti Alleati del dopoguerra, la J poteva essere stata messa da uno Statunitense al posto della I, per errore linguistico, come era già stato ipotizzato da alcuni sul Forum. Informai La Dott. Haion dell'accaduto pregandola di fare qualche ricerca nella Biblioteca, ma mi rispose che non le era possibile e che sarei dovuta andare di persona. Purtroppo per ragioni personali mi fu impossibile recarmi subito a Milano, ma continuai le ricerche all'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito a Roma.

Nel frattempo avevo contattato il Sig. Lorioli4, per sapere se il gettone facesse parte della loro produzione ma ricevetti un'altra risposta negativa, durante la nostra conversazione mi descrisse in modo affascinante il suo lavoro e mi regalò nuovi spunti di ricerca suggerendomi di contattare la rivista “Uniformi ed Armi”5, cosa che feci dopo qualche giorno, purtroppo senza risultati positivi.

11 Dicembre 2008 - Ufficio Storico dell'Esercito Italiano:

Andai per due giorni consecutivi, scartabellai per ore tra manuali ed indici alla ricerca di documenti inerenti la mia ricerca. Visionai pile di carte, alcune molto interessanti tra cui bollettini originali di spesa, relazioni sulle derrate per le truppe nelle Colonie, elenchi di vettovagliamento degli Alleati per le truppe Italiane e per i civili, diete complete divise per decadi, il tutto riportato minuziosamente con tanto di dettagli, peso per ogni derrata e costo. Ma ancora nessun riferimento diretto col gettone. In un libro visionato ho comunque trovato delle foto del Campo di Concentramento di Fossoli, in Provincia di Modena; incuriosita decisi di fare ricerche in merito in quanto il gettone avrebbe potuto anche essere stato usato in quel luogo.L'archivista, persona molto preparata e disponibile, mi suggerì di rivolgermi al Ministero dell'Interno, dove sono custodite le liste delle Ditte che si occupavano dei vettovagliamenti6.

In seguito al suggerimento di un utente del sito LaMoneta.it contattai anche lo Stabilimento Johnson di Milano7 da cui purtroppo dopo un mesetto ricevetti risposta negativa.Era passato quasi un anno dal ritrovamento del gettone ed il mistero era sempre più fitto. Iniziavo a scoraggiarmi quando finalmente ebbi l'occasione per recarmi a Milano e continuare le ricerche al CDEC.

1 Giugno 2009 - Milano, il CDEC: Centro di Documentazione Ebraica Contemporaneo

La mattina arrivai al CDEC verso le ore 10,00. La sede si trova in un bel palazzetto d’epoca; qui sono stata accolta molto gentilmente dalla Sig.ra Alessandra che mi ha assistita nel lavoro di ricerca in Biblioteca dedicandomi la maggior parte del suo tempo. Purtroppo la dott.ssa Haion era in ferie e non l'ho potuta conoscere.Scorsi almeno 30 libri fino alle 16,30 del pomeriggio, cercando di vagliare tutte le strade aperte dalle ipotesi che erano state fatte fino ad allora, quindi mi indirizzai verso i Campi di lavoro Italiani ed, in particolare, sul Campo di Fossoli.

4- Proprietario dell'omonima Ditta “Lorioli Medaglie” - http://www.lorioli.com/

5-Rivista specializzata in collezionismo militare - http://www.uniformiearmi.com/

6- Ancor oggi non sono riuscita a recarmi al Ministero

7- Famoso Stabilimento Milanese produttore di Gettoni, Prove e Progetti - http://www.johnson1836.com/root/news_246.asp

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Fig. 4 – Il Campo di Fossoli. Foto di P. Di Monte della copertina dell'omonimo libro di Anna Maria Ori

Purtroppo non ho trovato notizia di gettoni utilizzati all’interno del Campo, dove peraltro veniva scambiato di tutto: nei primi mesi di apertura del Campo i reclusi potevano ricevere generi alimentari e di vestiario dai parenti, che venivano scambiati per ottenere altri oggetti più necessari, in seguito questa possibilità fu loro negata. Su un altro libro, di cui non ricordo il titolo, ho trovato però un riferimento alla Deputazione Ebraica, associazione fondata nel 1885 per scopi benefici verso gli Ebrei poveri e bisognosi.

La Deputazione Ebraica

Questa è la prima conferma che ho avuto del racconto della Sig. Graziella, la proprietaria della pasticceria, che mi aveva parlato di questa associazione che distribuiva gettoni per gli alimenti. La Deputazione Ebraica di Assistenza e Servizio Sociale di Roma è un’antica istituzione nata con un Regio decreto del 1885, che aveva ed ha compiti di assistenza e beneficenza per la Comunità Ebraica di Roma. Si fusero diverse Confraternite per darle vita, si trattava di piccole organizzazioni che non riuscivano a fare molto da sole, ma da quando le leggi razziali avevano limitato la libertà del Ghetto avevano sempre cercato di aiutare e dare sostegno alle famiglie bisognose. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Deputazione ha ampliato i suoi compiti ed anche la sua area operativa cercando di aiutare il numero più alto possibile di persone. Nel 1980 cambiò Status Giuridico in Ente Ebraico Civilmente Riconosciuto. Ai nostri giorni agisce ancora ed è divisa in 6 settori:

• Servizio Sociale• Assistenza economica ordinaria e straordinaria• Consulenza psicologica per differenti fasce di età• Assistenza domiciliare, sociale e psicologica, per anziani soli e ultrasettantenni• Ufficio di Lavoro per Attività di Orientamento, Consulenza e Collocamento• Promozione del Volontariato

Tutto questo per tutti i cittadini Italiani e non solo per quelli Ebrei, di questo sono testimone in prima persona come chiarirò più avanti.

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Contattata telefonicamente la Sede Storica della Deputazione a Roma, sita in Viale Trastevere, sono stata indirizzata al Centro Bibliografico dove previo appuntamento mi sono recata a Luglio 2009 . Alcuni documenti non erano consultabili in quanto ancora in via di riorganizzazione, ma ho potuto visionare un voluminoso fascicolo dove ho trovato notizie storiche interessanti anche se non inerenti alla mia ricerca.Passai la giornata cercando tra vecchi e polverosi documenti senza grandi esiti. Tuttavia ho trovato conferme della partecipazione degli Alleati agli aiuti per gli Ebrei nel dopoguerra: avevano costituito un'associazione che si sarebbe occupata della distribuzione di denaro per la popolazione bisognosa e delle derrate alimentari.Ho trovato anche documenti sulle guarnigioni in Etiopia, su buoni di generi alimentari e relazioni di sovvenzioni ad Imprese Azzime: cooperative che si occupavano della produzione del Pane Azzimo, dalla scelta della farina alla distribuzione. Questo ci riporta all'ipotesi di un utente della Moneta.it il quale pensava all’Jmpresa Viveri come ad una possibile ditta che si occupasse della produzione di cibo koscher.Dopo esser uscita dal Centro Bibliografico mi sono diretta verso la casa di una mia amica che abita li vicino. Ad occuparsi della madre inferma c'è un'assistente che fa parte della Cooperativa che opera per l'Ospedale Israelitico e quindi per la Deputazione Ebraica. Le ho raccontato la storia del gettone, e lei mi ha parlato delle migrazioni dalla Libia verso Israele da parte di persone Ebraiche ivi residenti alle quali vennero dati buoni per viveri ed indumenti.Ho già fatto ricerche sull'Etiopia come possibile Nazione legata al gettone, ma mai sulla Libia per cui ecco aprirsi un altro scenario di possibili indagini.Circa due mesi fa il mio amico Stefano Campagna, proprietario del gettone, me ne richiese alcune riproduzioni fotografiche perchè era in procinto di intervistare la dott.ssa Grazia De Veroli, conosciuta esponente e storica del mondo Ebraico.La dottoressa le inoltrò a sua volta ad un suo collega ed amico che le confermò che gettoni simili venivano usati nei Campi di Concentramento e di Raccolta in Italia per gli Ebrei stranieri ed anche in alcuni Campi di Concentramento dell’Est Europa.La studiosa mi suggerì quindi di fare ricerche sul Campo di Ferramonti, dato che erano molto impegnati per il momento non potevano aiutarmi di più. La potrò risentire a Gennaio dopo le festività.Ho contattato il Direttore del Campo, il dott. Spartaco Capogreco, ma anche stavolta non ho potuto concludere le ricerche con esiti positivi.Il dott. Capogreco è d’accordo sull’affermazione che gettoni simili venissero usati in quei luoghi ed aggiunge che nel campo di Ferramonti, di cui ha scritto la storia nel 1987, lo spaccio era gestito dall'Impresa romana "Eugenio Parrini e Figli" che faceva buoni affari sulla pelle degli ebrei ivi internati.

Dopo queste affermazioni la mia ipotesi sul Ghetto Romano può essere scartata con sicurezza.

Le mie ricerche sono ferme qui, ma solo per il momento.Mi riprometto infatti, non appena mi sarà possibile, di continuare nella mia indagine:

• recandomi presso il Ministero dell’Interno, per cercare l’Jmpresa Viveri come Ditta della Regia Marina e dell’Esercito

• facendo ricerche sull'associazione Americana AMERICAN JOINT DISTRIBUTION COMMITEE (AJDC)

• rivisitando il Centro Bibliografico quando anche gli altri fascicoli saranno tornati al loro posto

• continuando infine a cercare notizie sui cinquanta e passa Campi di Concentramento Italiani.

Nel frattempo il mistero del gettone si infittisce sempre di più ...

Nepi 29 Dicembre 2009

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