Germogli_2014_04 54-78

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Un albero di Natale | La contemplazione della natura come pratica meditativa dell’educatore | … e dopo l’ottava? | Il seme è vita! Ma se non è di qualità? | Conoscere attraverso la bellezza – Una gioia | Arte della Parola Terapeutica: Essere del Linguaggio e Antropologia del linguaggio | Nutrimento per l’anima: Amicizia | Nutrimento per il corpo: Il sale e le erbe aromatiche anno 5 | n 4 | dicembre (inverno) 2014 Pedagogia, medicina e nutrizione nella visione antroposofica Rivista per le famiglie

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pedagogia Waldorf

Transcript of Germogli_2014_04 54-78

  • Un albero di Natale | La contemplazione della natura come pratica meditativa delleducatore | e dopo lottava? | Il seme vita! Ma se non di qualit? | Conoscere attraverso la bellezza Una gioia | Arte della Parola Terapeutica: Essere del Linguaggio e Antropologia del linguaggio | Nutrimento per lanima: Amicizia | Nutrimento per il corpo: Il sale e le erbe aromatiche

    la leggenda

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    rno) 2014

    Pedagogia, medicina e nutrizione nella visione antroposofica Rivista per le famiglie

    Bambini alla scoperta del mondo

    Storie di questi tempi

  • 1germogli

    3 Una terza occasione: cogliamola! Sergio Giannetta

    13 Breve nota per la lettura di La leggenda di Natale Roberta Tazzioli

    17 Poesia di Natale Giovanna Chiantelli

    18 Un albero di Natale Carmen Valentinotti

    24 La contemplazione della natura come pratica meditativa delleducatore Gaia Camilla Belvedere

    27 e dopo lottava? dal Collegio Docenti della scuola Novalis

    33 Il seme vita! Ma se non di qualit? intervista a Jean Pierre Bringiers

    di Sergio Giannetta

    47 Conoscere attraverso la bellezza - Una gioia Henning Kullak-Ublick

    52 Essere del linguaggio e Antropologia del linguaggio Arte della Parola Terapeutica Francesca Ghelfi

    62 Nutrimento per lanima Giovanna Chiantelli

    67 Nutrimento per il corpo Emma Graf

    77 La voce del medico Laura Borghi

    80 Appuntamenti

    84 In libreria

    85 Scuole steineriane in Italia

    I la leggenda di Natale

    Roberta Tazzioli

    A questo numero hanno collaborato:

    Gaia Camilla Belvedere,Laura Borghi,Giovanna Chiantelli,Collegio DocentiScuola Novalis,Rossana Fumagalli,Francesca Ghelfi,Emma Graf,Henning Kullak-Kublick,Roberta Tazzioli,Carmen Valentinotti

    anno 5 | n 1 v | dicembre (inverno) 2014

    Pedagogia, medicina e nutrizione nella visione antroposoficaRivista per le famiglie

    Per leggere il racconto capovolgi la rivista

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  • 2Comitato SCiENtiFiCoGiovanna Chiantelli,Sergio Giannetta (direttore responsabile),

    REdazioNE Giovanna Chiantelli, Sergio Giannetta

    diREzioNE E REdazioNEVarianti Editore via Beltrame Cristiani 23 - MilanoTel. 347 0463813 E-mail: [email protected]

    REgiStRazioNE presso il Tribunale diMilano n 59 - 08/03/2013

    CoNtatti REdazioNE Tel. 347 0463813Mail: [email protected] Per le immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte leditore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per diritti di riproduzione

    PubbliCit pagina intera 325,00 (un anno 1000,00); 2a di copertina 500,00 (a. 1500,00); 3a di copertina 425,00 (a. 1250,00); mezza pagina 225,00 (a. 775,00); un terzo 150,00 (a. 450,00) IVA esclusa

    Costo di un numero: 8,00 Info: tel. 373 7825536

    PRogEtto gRaFiCo alizarina.net

    diSEgNi RaCCoNto Jacopo Ziliotto

    Testi composti in carattere Scala, disegnato da Martin Majoor.

    Impresso e rilegato in Italiadalle Arti Grafiche Bianca e Volta, Truccazzano (MI) per contodi Varianti Editore.

    Stampato su carta ecologica.

    Dicembre 2014

    La rivista pu essere ricercata bibliograficamente e richiesta(sottoscrizione di abbonamenti, ordini di volume, ecc.) sul sito Internet:www.variantieditore.it

  • 3Questo editoriale un parziale commiato. S, Germogli dopo questo numero di dicembre 2014 non sar pi stampato. Troppo onerosi i costi della parte tipografica e della distribuzione che si andavano a sommare ai seppur minimi riconoscimenti per i collaboratori. Pur-troppo gli abbonamenti e le copie vendute non sono riusciti a far quadrare i conti. giusto, poi, che il generoso supporto ricevuto in questi anni da persone illuminate non debba protrarsi allinfinito. Quando una formula non va, non funziona, bisogna essere capaci di ammetterlo e, seppure a malincuore, fare la cosa giusta: in questo caso sospendere la stampa. Germogli non sar pi stampato dunque. Peccato! Non strappia-moci comunque i capelli dalla testa perch Germogli continuer a essere pubblicato. Ecco la grande novit! Chiunque potr leggerlo scaricandolo gra-tuitamente dal web. La rivista sar la stessa e potr essere consultata sul sito www.germogli.org, articolo dopo articolo, e anche scaricata nei formati pdf ed e-pub per essere letta sui supporti digitali come lipad, il kindle, il kobo, il sony prs, ecc. Nel documento scaricato laspetto grafico dellimpaginazione sar identico a quello che avete sempre visto e che ora, mentre state leggendo questo editoriale, vi trovate in mano. A parte la carta, che sar sostituita dallo schermo digitale, la rivista Germogli rimarr identica in tutto e per tutto. Anzi no, cambier anche unaltra cosa fondamentale: sar gratui-ta. Solo chi vorr potr donare qualcosa per continuare a sostenerla. Si tratta di una formula chiamata libero apprezzamento e dipende soltanto dal sentire, inteso nel senso di aver voglia di contribuire economicamente a questa nuova impresa, e dal potere, cio dalla-vere la possibilit di permettersi in momenti sociali cos difficili co-me quelli odierni di contribuire con 1, 2, 50 euro alla diffusione del pensiero pedagogico donato allumanit da Rudol Steiner.

    Una terza occasione: cogliamola!

    Sergio Giannetta

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    a! La scelta di distribuire Germogli gratuitamente, che pu avveni-re solo attraverso il digitale, avr anche una ricaduta estremamente importante non solo per la diffusione in s ma anche per laspetto che riguarda una pi allargata possibilit di interagire con la societ in genere. Germogli a questo punto diventa vero strumento sociale donato a tutti per avvicinare la visione della Scienza dello spirito an-troposofica soprattutto nellaspetto pedagogico e nutrizionale. Questo abbandono della carta stampata stata una decisione sof-ferta e ponderata Fino allultimo rimandata. Ancora al rientro dalle vacanze questa possibile evoluzione, anche se la pi logica da attuare, non era ancora definita. In effetti, consapevoli delle qualit e poten-zialit di Germogli, ormai una realt affermata, ci piangeva il cuore farne morire la bella versione cartacea, ma per rinascere bisogna pur morire. Il percorso di Germogli credo si possa leggere anche come il ma-nifestarsi di una serie di occasioni. La prima occasione: la congiuntura di tre forti sensibilit coniugate al femminile, Adele, Edda e Giovanna. Sono ormai quattro anni com-piuti che la rivista Germogli regolarmente viene stampata, questo il diciassettesimo numero. Il primo risale al Natale del 2010 e al co-raggio e alla caparbiet di Adele Ansante che, con la sua casa editrice torinese Aedel, mise a disposizione la sua macchina editoriale per far vedere la luce al piccolo progetto costruito con lamica Giovanna Chiantelli, maestra e formatrice di insegnanti steineriani che ancora oggi garantisce la qualit antroposofica e pedagogica di ogni artico-lo pubblicato su Germogli. Edda, poi, ha aderito al progetto con la sua consueta generosit. Questi primi due anni, infatti, sono stati ricchi di grandi aspettative, di enormi sforzi, volont e abnegazione che hanno potuto esprimersi solo grazie alla Monda (Edda Sanesi) e a EcorNaturaS. A Fabio Brescacin va un mio personale e speciale grazie anche se non fa parte della triade femminile. Edda e Fabio hanno creduto nella rivista sostenendola dal primo numero a oggi sia economicamente (inserendo la pubblicit delle loro attivit) sia nella diffusione (acquistando diverse copie e distribuendole allinterno del-le loro realt). La seconda occasione: limpegno si fa pi importante (bisogna occu-parci direttamente dellimpaginazione, della stampa e della distribuzio-ne), i collaboratori che apprezzano questo progetto aumentano e lidentit della rivista si completa e definisce sempre pi. Dopo il numero di dicem-bre 2012 la Aedel, dispiaciuta di non riuscire a mantenere il ritmo delle scadenze di una rivista, ha passato il testimone delleditore di Germogli alla Varianti Editore, una piccola casa editrice che, sobbar-candosi in toto la responsabilit editoriale, ha consentito la prosecu-zione per altri due anni di questa bella e per noi utile esperienza che purtroppo sembra non aver riscosso lapprovazione di alcune persone

  • 5dellambito milanese, cosa che in noi ha provocato del dolore ma che, dopo attenta riflessione, non ha impedito di proseguire liniziativa essendo sempre pi convinti della sua utilit. Sappiamo, poi, che Gio-vanna Chiantelli, alla luce della sua esperienza pedagogica, trova che sia fondamentale avvicinare il pi possibile i genitori alla conoscenza di ci che sta alla base di ogni azione pedagogica. In realt questa avventura editoriale anche se diventata ancora pi impegnativa stata ben sostenuta anche dallapprezzamento crescente tra i genitori dei bambini steineriani e gli insegnanti delle scuole Waldorf. Cos Germogli ha continuato a crescere, anche se purtroppo non abbastan-za. Nel tempo, infatti, ha ricevuto molti riconoscimenti per il lavoro svolto e alcune critiche che sarebbe stato opportuno fossero state pi numerose per permetterci di migliorare pi in fretta ed evitare qual-che errore che sicuramente stato fatto. La cosa pi interessante per Germogli resta comunque la crescita del numero di collaboratori, tra insegnanti steineriani e vari professio-nisti dellantroposofia, che andato aumentando di pubblicazione in pubblicazione. In questi quattro anni da loro sono arrivati contributi validissimi, testimonianze dellenergia, dellimpegno e del sacrificio profusi. Non ci si pensa, quando lo si legge, ma un bellarticolo scritto bene e ricco di importanti informazioni il frutto di consistenti fatiche oltre che della coscienza di condividere le proprie esperienze nel per-corso di autoeducazione che ognuno di noi cerca di perseguire. La terza occasione: la nuova avventura online e la diffusione in for-ma digitale e gratuita. Germogli, in realt, era una rivista gi quattro anni fa pensata per andare online. Il web, per, era ancora visto solo come una terribile ragnatela che ci avrebbe avviluppati e omologati tutti. Si insinuava, non senza valide motivazioni, che sarebbe stata foriera di trappole mediatiche che avrebbero allontanato e mistificato la coscienza umana negandoci la grande opportunit di cui nei nostri tempi luomo deve farsi carico: la libert di scegliere coscientemente il suo percorso evolutivo. Oggi, per fortuna, insieme allenorme peri-colo che Internet comunque incarna (in realt neanche tanto visto che sempre pi tutto ci che per il web si crea, si muove, si condivide e si diffonde finisce nel cloud, nella nuvola...), se ne cominciano a vedere anche le enormi potenzialit che con misura, intelligenza e amore possono coscientemente essere impiegate in positivo. Po-tenzialit che, stando sempre attenti, possono riguardare anche la diffusione e lo svelamento del pensiero di Steiner e di chi, per esem-pio maestri, dottori e artisti, rifacendosi a lui e alle sue indicazioni, cerca quotidianamente di metterne in pratica la propria personale interpretazione ed evoluzione. Questo anche ci che pu accade-re per la rivista Germogli e per gli articoli che suo tramite possono essere proposti a un pi ampio pubblico. Del resto anche vero che oggi le trappole del web possono essere considerate molto pi evi-

  • 6denti e circoscritte, e quindi agevolmente evitabili, di altre subdole o malefiche che ogni giorno nella vita reale ci vengono incontro da pensieri, persone e cose possedute e guidate in modo preponderante da egoismi, indifferenza verso gli altri, avidit di potere e di ricchezze materiali. Lucifero e Arimane oggi aggrediscono gli uomini ed sem-pre pi diffile difendersi dalle loro seduzioni. Tutti, comunque, si sempre, attimo dopo attimo, oggetto dellinteresse delle forze dellan-tiamore e con queste ci si deve confrontare sforzandoci di trovare le-nergia per trasformarle, metamorfosandole in quellamore operante sempre pi disinteressato che si dovr estendere progressivamente nel corso del tempo a tutto il genere umano.Tema questultimo mol-to caro a Giovanna Chiantelli che spesso lo ha richiamato nei suoi scritti. Probabilmente, poi, come Steiner ci indica per la nostra epoca di cultura dellanima cosciente, proprio quando si particolarmente attivi su certi temi le forze del male si risvegliano per contrastare e distruggere, circostanze queste che dovrebbero stimolare lattenzione per i segnali che consentono di percorrere le strade giuste trasfor-mando le energie negative in positive. Diventeremo cos sempre pi capaci di realizzare il bene: soltanto nel dono disinteressato di s si attivano le grandi forze spirituali della compassione e dellamore che ci saranno di sostegno. Dal prossimo numero, dunque, Germogli sar online e gratuito. Scaricatelo, leggetelo e diffondetelo. Segnalatelo via mail, via Facebo-ok, via Twitter e attraverso tutti i social media che conoscete. Se poi incontrate qualcuno che con Internet non ha dimestichezza ma po-trebbe essere interessato alla pedagogia steineriana, stampategli un articolo e regalateglielo. A voi, affezionati lettori di Germogli, il mio sentito grazie dal profondo del cuore.

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    Sergio GiannettaGiornalista e pap di Edoardo, bimbo di una sestaclasse steineriana a Milano

  • 7Germogli in sintesiSiamo arrivati al nostro quinto Natale insieme, lultimo stampato sul-la carta. dobbligo che il racconto rivolto ai bambini di Roberta Taz-zioli, ma anche lo scritto per gli adulti che ci regala Carmen Valenti-notti, siano legati alla festivit principe dellinverno. Tazzioli nel suo racconto La leggenda di Natale, come ben ci spiega nella sua Breve nota per la lettura, ci dice quanto sia possibile e soprattutto importante oggi trovare una nuova strada per vivere le feste dellanno in un modo che ci preservi dal consumismo e dal materialismo sfrenato che ormai caratterizza ogni aspetto del nostro tempo. Una via che ci porti ad av-vicinarci ai bisogni dei nostri figli e che ci doni forze di guarigione utili ad affrontare i problemi del nostro tempo. Riuscire a creare, o a ricreare quando si persa, una tradizione familiare che accompagni le feste dellanno non cos impensabile perch, avverte Tazzioli, i bambini amano questi momenti e sono pi che disponibili a lasciare le abitudini consumiste del mondo moderno che in loro spesso crea-no insoddisfazione e nervosismo. Il racconto proposto vuole essere un aiuto per vivificare di nuovo la tradizione del Natale attraverso un percorso che, dice Tazzioli, toccando i mondi minerale, vegetale e animale, approda a quello umano. Anticipato da una poesia sul Natale, scritta da Giovanna Chian-telli pi di cinquantanni fa ma sempre attuale, pubblichiamo il coin-volgente e commovente racconto per gli adulti di Valentinotti che, in chiave natalizia, ancora tratta il tema del dono gi affrontato da Tazzioli. Protagonista uno stradino e la mancata consegna di un pacco dono e della lettera che lo accompagna. Valentinotti ci parla di rapporti familiari forti e profondi che, quando si allargano e aprono al sociale, stemperano lamorevole affettivit familiare in qualcosa di pi grande e pi puro: non pi tu madre hai donato a me la vita e il tuo amore e per questo io sono legato a te ma tu altro da me hai do-nato a me te stesso e io lo accetto e mi lego liberamente a te. La vita stessa il sublime regalo che ci viene incontro dal futuro e ci muo-ve allo svelamento autonomo e consapevole del mistero della nostra sostanza e del nostro compito: amarci, tutti, incondizionatamente. Soprattutto quando difficile, quando farlo ci chiede di andare oltre noi stessi provocandoci a volte anche del male Gaia Camilla Belvedere nel suo articolo La contemplazione della natura come pratica meditativa delleducatore, ci parla del bambino pic-colo, un essere completamente aperto al mondo che, attraverso i suoi organi di senso, percepisce ogni cosa che avviene intorno a s in tutta la sua interiorit, una sperimentazione di ci che ha percepi-to cos continua e intensa che comporta la necessit di lunghe ore di sonno per proteggersi. Secondo Belvedere la compenetrazione tra

  • 8lui e ci che lo attornia cos forte che si potrebbe dire che egli viva nel mondo esterno... che non sia ancora in s. Belvedere parlandoci delle correnti ereditarie e di quelle individuali e del loro graduale in-contro, ci indica quel che realmente un bambino quando riusciamo a osservarlo contemplandolo, cio un individuo che non deriva dagli antenati e che il nucleo essenziale interiore dello spirito umano. Belvedere, poi, risponde a due domande chiave: Come fa ladulto, completamente racchiuso nella sua coscienza individuale, e quindi cos lontano dalla realt del bambino piccolo, a percepire cosa e come vive il bambino? Come fa leducatore a vedere cosa opera in lui, dietro le quinte di ci che si manifesta ai suoi sensi fisici?. e dopo lottava? Lesperienza del Completamento del ciclo scolasti-co nella scuola Novalis di Conegliano larticolo inviatoci dal Collegio Docenti della scuola. Scopriamo cos che questanno da poco inizia-to gi il secondo della nuova scuola superiore steineriana nata in Veneto. Una nuova possibilit di intervento pedagogico sul territo-rio che nasce dalla necessit di consentire agli studenti Waldorf che hanno compiuto il ciclo prima ottava di proseguire gli studi in un Istituto Professionale quinquennale che, pur continuando il percorso steineriano, nel caso della scuola Novalis ha un indirizzo Agrario (con la specificit Biodinamica) ed Edile (Bioedilizia). Si trattato di sce-gliere tra varie proposte quella che dicono i docenti, maggiormente teneva conto della biografia delle attivit antroposofiche sul territorio e degli epicentri di criticit imposti dallo Spirito del Tempo, dico-no i docenti. Una decisione maturata in tanti anni, come si capisce dal lungo e preciso racconto che inquadra la nascita e il successivo percorso di ogni pezzo della scuola di Conegliano. Dopo un lavo-ro di studio comune sullantropologia del III settennio... filo rosso per tutti, spiega il Collegio, che ha visto limpegno di 3 sottogruppi, pedagogico, amministrativo e strutturale-economico-finanziario, gli insegnanti si sono impegnati per individuare la cornice ordinamen-tale scolastica entro la quale poteva trovarsi il pi possibile agiata la realizzazione del piano di studi. Si voleva una scuola superiore con una forte tensione verso lidentit Waldorf e una formazione ad am-pio spettro umanistico. Questa nuova avventura della scuola Novalis di Conegliano poi anche stata resa possibile da una donazione vin-colata che portando con s un carattere di impegno morale del tutto particolare ha offerto anche loccasione di incarnare una piccola esperienza di Triarticolazione sociale.Nellintervista Il seme vita! Ma se non di qualit? Abbiamo chiesto a Jean Pierre Bringiers, direttore commerciale di Sativa Rheinau SA, azienda svizzera che produce nuove variet di sementi biologiche e biodinamiche, di chiarirci diversi aspetti del biologico, del biodinami-co e dellindustriale. Bringiers, ricordandoci che il corso di biodina-mica tenuto da Rudolf Steiner agli agricoltori di Kobervitz del 1924,

  • 9ha sottolineato che sulla questione dellalimentazione la coscienza delle persone costantemente in evoluzione e che oggi dopo pi di cento anni di industrializzazione dellagricoltura e un incredibile depauperamento delle variet di piante presenti sulla nostra Terra, forse si pu ricominciare a sperare di riuscire a invertire la tendenza. Per dobbiamo affrettarci, ammonisce Bringiers, perch la situazio-ne si sta facendo veramente drammatica, basti pensare che circa il 98% delle variet di grano esistente agli inizi del secolo scorso scomparso e che, per riuscire a proporre anche una sola alternativa allagricoltura industriale occorrono dodici anni. questo il tempo necessario per scolpire una nuova variet di seme biologica molto pi capace e brava a crescere rispetto a quella industriale, dice Brin-giers, perch una variet nasce da un lungo processo di incroci, di selezioni, un anno in un sito di produzione a valle, un altro in un sito a monte, un anno in Italia, un altro in Svizzera. Inoltre, continua Bringiers, per arrivare a formare una nuova variet in biologico e in biodinamica, fin dallinizio questo processo deve essere fatto dalla A alla Z sul campo e in condizioni reali, cio veramente senza com-promessi. Tradotto dal numero di Settembre 2014 di Herziehungskunst Ros-sana Fumagalli ci propone larticolo Conoscere attraverso la bellezza Una gioia di Henning Kullak-Ublick. In questo scritto la bellezza in rapporto al secondo settennio viene vista come porta per la conoscenza del mondo. Affinch questi bambini possano apprendere, dice Kullak-Ublick, bisogna far leva sulla loro sensibilit estetica con concetti e immagini che siano viventi e che parlino allanima. Fiabe ben narrate, bellezza di immagini e canzoni sono la ricetta base sulla quale offrire ai bambini ben pi che pure e semplici informazioni. Per questa et linsegnamento deve essere strutturato in modo tale da soddisfare la voglia di conoscenza del bambino nutrendone il senso estetico, dice Kullak-Ublick, perch questo periodo centrale della fanciullezza improntato alla gioia suscitata dalla presentazione artistica di tutte le materie. In questo numero di dicembre di Germogli Francesca Ghelfi per lappuntamento con lArte della Parola Terapeutica ha scritto un arti-colo dal titolo Essere del Linguaggio e Antropologia del Linguaggio. Ghel-fi definisce luomo unopera dArte Cosmica che secondo la Scienza dello Spirito formulata da Rudolf Steiner risale alle immensamen-te lontane epoche dellAntico Saturno, dellAntico Sole e dellAntica Luna. Ghelfi ci parla del Logos, la Parola Cosmica che ordin gli elementi della costituzione della Terra e dei suoi regni minerale, ve-getale, animale sino alla preziosit del regno Morale: lUomo. la Parola Cosmica, dice Ghelfi, che determina anche lorganizzazione umana liberando lo Spazio per un nuovo centro di creazione, per la Parola dellUomo. Ghelfi ci conduce alla scoperta della parola scal-

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    data dal calore umano e composta di consonanti e vocali che recano in s limpronta e la forza archetipica della forma umana creata dal Logos attraverso lordinamento delle forze zodiacali e planetarie. Ec-co, cos, che riusciamo ad avvicinarci a comprendere Dante e la Mu-sica delle Sfere e il principio della Parola Terapeutica che si dirige e sofferma in quella stessa sua dimora terrestre, riparando gli errori causati negli uomini dalla necessaria stoltezza umana. Ci avverte Ghelfi che nellesercizio dellArte della Parola Terapeutica impor-tante avere la comprensione della Legge pedagogica secondo la quale ogni arto costitutivo dellinsegnante (o educatore) agisce sullarto co-stitutivo inferiore del bambino. Nella sua rubrica Nutrimento per lanima in questo numero invernale Giovanna Chiantelli affronta un tema molto spinoso che si evince gi dal titolo: Amicizia. Lo fa dichiarando alla fine di aver esplicitato questa volta delle riflessioni molto personali che sente di potere e dovere condividere. Chiantelli chiarisce che lambiguit che sovente avvertiamo nelle parole amicizia e amore dovuta allabuso distorto che ne stato fatto e cita il Vangelo e Rudolf Steiner per far-ci meditare, ancora una volta, sul significato profondo delle parole e sulla stolta goffaggine e superficialit con le quali spesso le usiamo. Chiantelli ci parla della vera amicizia, quella che a lei sta a cuore e che dovrebbe essere meta delle ricerche di chiunque senta la neces-sit di non sentirsi pi solo. Questo vi comando: amatevi gli uni gli al-tri... la pi alta e splendida definizione dellamicizia, dice Chiantelli riferendosi allunico comandamento valido lasciatoci dal Cristo nel quale tutti gli altri sono assorbiti. Incontrare e conquistare la vera amicizia che si basa sul puro amore divino probabilmente molto difficile anche se sarebbe una via che dovremmo almeno cominciare a sentire, a porcela come ideale. Capire che lamicizia intesa come accettazione della diversit e rifiuto della divisione, pu diventare il vero patrimonio dellumanit, dice Chiantelli, sarebbe poi per ognu-no soprattutto una conquista su se stessi, un atto completamente libero dellio umano. Il sale e le erbe aromatiche il titolo dellargomento trattato da Em-ma Graf in questo numero di dicembre nella rubrica Nutrimento per il corpo. Del sale Graf informa che sconsigliato eliminarlo dalla nutrizione in quanto, essendo lunico elemento minerale che luomo assume in forma pura, crea la base fisica per la coscienza spirituale. Scopriamo che aiutando lesperienza del gusto delle altre sostanze, spiega Graf, il sale ha un comportamento altruistico, non vuole esse-re qualcosa ma fa diventare ricche le altre cose. Graf poi ci parla delle piante aromatiche che, come il sale, stimolano la coscienza delluomo. Le foglie aghiformi del rosmarino sostengono le forze dellIO, il timo porta negli organi respiratori forze di calore che aiutano a risolvere raffreddori, bronchiti, crampi, coliche dello stomaco, dellintestino e

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    dolori alla vescica, il basilico purifica il sangue, la salvia rinforza il cer-vello e la memoria ed un aiuto per tutti gli eventi degenerativi della vecchiaia oltre che utile contro le depressioni, ecc. ecc. Nella rubrica La voce del medico la dottoressa Laura Borghi propone un articolo dal titolo Tra il primo e il secondo settennio in cui prende in esame questo fondamentale passaggio vissuto dal bambi-no quando si affaccia alla nuova dimensione che caratterizzer la sua evoluzione dal settimo anno in poi. Un momento in cui insegnanti e genitori si troveranno di fronte un bambino nuovo. Borghi sottoli-nea limportanza di porre attenzione alla comparsa dei denti perma-nenti, segno esterno che ci informa sul fatto che tutto lorganismo stato cambiato. Ora inizia il periodo in cui si sviluppa maggiormen-te lapparato ritmico e le forze di crescita si liberano per un lavoro di apprendimento che gradualmente pu avvicinarsi attraverso larte a uno sviluppo intellettuale. importante per Borghi che medico ed educatore in questo tempo intervengano in modo appropriato, perch uneducazione e una cura adatte al secondo settennio, quello del rit-mo, dice Borghi, sono la miglior prevenzione per la vita da adulti. Borghi, poi, ci parla delle malattie del corpo ma anche di altri disagi che si riferiscono ai poli della dislessia e della sindrome ipercinetica. Ci mette in guardia riguardo allassunzione delle proteine che, a dif-ferenza dei grassi e degli zuccheri, sono individuali e possono anche portare ad allergie e intolleranze e, successivamente, aprire la strada alle malattie autoimmuni. Per finire, anche in questultimo numero stampato di Germogli trovate gli Appuntamenti segnalati dal Progetto Rudolf Steiner, i libri consigliati dalla redazione e lelenco delle scuole Waldorf in Italia. Un saluto a tutti dalla redazione di Germogli che augura ai suoi letto-ri un buon Avvento e delle serene festivit natalizie.

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    Scegli di fare o di farti un regalo: acquistabile il pacchettodei 16 numeri della rivista gi usciti su carta, a partire dal primo del dicembre del 2010, al prezzo di 5 luno pi le spese postali che sono di 2,60 per un numero e 9,50 oltre i tre numeri(p.e.: per 16 numeri 90 + 9,50 )

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    A partire dal prossimo numero della primavera 2015, sul sito web www.germogli.org potrai leggere la rivista direttamente online o scaricarla nei formati pdf o epub.Germogli sar gratuita!Aiutateci per quanto vi sar possibile e lo riterrete opportuno a diffonderla il pi possibile fra amici e conoscenti che potrebbero essere interessati ad approfondire nella visione antroposofica i temi della pedagogia, della medicina, della nutrizione, della biodinamica e di tutte le arti steineriane.

    Le modalit per la richiestadella Collezione di germogli,sono indicate qui sotto; necessario specificare nella causale del bonifico: Collezione di germogli.

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    Per i genitori oggi un compito assai difficile accompagnare i bambini a vivere il Natale. La festa del consumismo viene celebrata, anche men-tre imperversa la crisi, soprattutto con unintensificazione del carattere tipico dei nostri tempi: laccelerazione del ritmo di vita, lidentificazione della gioia con il soddisfacimento del desiderio, la difficolt a vivere le relazioni. Niente di pi lontano dallo spirito del Natale. Eppure proprio se cerchiamo di avvicinarci ai bisogni dei nostri figli possiamo trova-re una nuova strada per vivere le feste dellanno: una via addirittura capace di donare forze di guarigione utili ad affrontare i problemi del nostro tempo. I bambini hanno bisogno di esercitare il sentimento della devo-zione. Per comprendere questa affermazione occorre analizzare in co-sa consista questo sentimento. La parola religione, nel suo significato originario, esprime il legame spirituale con il mondo: re- ligio, speri-mento di nuovo il legame che mi collega con tutti gli esseri. Il bambi-no piccolo, totalmente aperto allambiente, addirittura pervaso dalla devozione. Man mano che il processo di crescita lo separa in un certo senso dal mondo, invece necessario sviluppare un nuovo collegamen-to che, anzich fisicamente, si esprime attraverso le forze dellanima, in particolare attraverso la volont. Ci non avviene naturalmente: un processo che deve essere sostenuto dalleducazione. Purtroppo gli adul-ti sono condizionati da unesperienza della religione prevalentemente ideologica, razionale. Per accostarsi di nuovo al sentimento della de-vozione occorre esaminare come ciascuno di noi pu sentir risuonare il proprio mondo morale nelle azioni, nei comportamenti. Mentre gli animali si muovono per istinto, gli uomini intessono lazione in un mondo morale che viene da ciascuno concepito come un atto libero. Non esiste io umano che non abbia aneliti morali, che non concepisca un ideale attraverso il quale giudica se stesso e si modella con un atto creativo. Ci nutre continuamente il nostro sentimento.

    Breve nota per la lettura diLa leggenda di Natale

    Roberta Tazzioli

  • 14

    Per i bambini del secondo settennio il processo diverso e passa attraverso il sentimento della meraviglia. La meraviglia conduce verso il sacro, la via adatta a sviluppare devozione nellepoca della vita in cui si conosce il mondo attraverso le immagini. Quando consentiamo al bambino di sviluppare meraviglia per la bellezza del mondo, di ogni creatura, risvegliamo nellanima un nuovo modo di collegarsi alla cre-azione e al suo creatore, un modo pi interiore rispetto a quello natu-rale del primo settennio. Tutto il piano di studi delle scuole steineriane dalla prima allottava ha questo fondamentale obiettivo: sperimentare la bellezza del mondo, farla risuonare nellinteriorit. Unulteriore, profonda amplificazione di questo processo costi-tuita da tutto ci che rituale. Nel rito limmagine diventa azione. Go-ethe bambino aveva costruito un altare per celebrare la bellezza della natura; e ognuno di noi pu trovare nella sua infanzia un momento in cui ha sperimentato questo fondamentale legame attraverso un gesto, unazione. Nelle scuole steineriane si celebra il corso dellanno nelle diver-se feste; i semplici rituali che ogni scuola ha elaborato rappresentano una tradizione sempre rinnovata. Particolare attenzione viene data al periodo dellAvvento, le quattro settimane di preparazione al Natale. Nella prima settimana si inizia lallestimento del presepe creandone la base e collocandovi i minerali: le pietre a cui dobbiamo gratitudine perch su di esse ci possiamo appoggiare per muoverci nel mondo. La seconda settimana dedicata al mondo vegetale, che germina e cresce quasi senza limiti, dando al mondo colore e bellezza. La terza settima-na il mondo del presepe si popola di esseri viventi che secondo la spe-cie donano al mondo la variet del movimento: gli animali. La quarta e ultima settimana arrivano gli uomini che donano al mondo il frutto del proprio lavoro. E infine ecco la Sacra Famiglia, che rappresenta il cuore, il centro di questo mondo. Il lavoro di allestimento del presepe sempre accompagnato da racconti e storie. Il racconto che viene pro-

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    posto nella rivista ripercorre la medesima struttura: il vecchio sapiente collegato al mondo minerale, la Signora del Fiume al mondo vegetale, la Donna della Foresta al mondo animale, e infine la vedova al mondo umano. Vuole dunque rappresentare un aiuto per vivificare di nuovo la tradizione del Natale; e spero che vi sia gradito. Ognuno potr liberamente creare una tradizione familiare che accompagni le feste dellanno. I bambini amano questi momenti, e sono pi che disponibili a lasciare le abitudini consumiste del mondo moderno, che in loro spesso creano insoddisfazione e nervosismo. In-vece che girare per centri commerciali, immergersi nel traffico nelle strade piene di luci artificiali, bello preparare in casa i biscotti di Na-tale, accendere una candela e leggere un racconto. Anche il dono, se semplice e scaturisce dalle mani e dalla creativit, pu essere ben pi gradito. Stare vicino ai bambini, a Natale, uno stimolo continuo per migliorare se stessi. Di quanta meraviglia siamo ancora capaci, quanto riusciamo a vedere davvero la bellezza del mondo? Infine, perch il dono cos importante nella tradizione del Natale? Nel racconto proposto i doni ricevuti da Ester non vengono conservati, ma circolano nel mondo salendo in un certo senso verso lalto, spo-standosi da un gradino della creazione a quello superiore. Lessenza del mondo, dal punto di vista del sacro, proprio il dono. Attraverso il dono, il sacrificio, possibile unevoluzione. Nel dono si esprime una capacit, un gesto che trasforma la realt e che costituisce il germe di qualcosa di nuovo. La gratitudine con cui accettiamo il dono ci spinge a essere capa-ci di fare altrettanto, di restituire a un livello superiore ci che abbiamo ricevuto. Il Bambino Divino a sua volta un dono di Dio allumanit, che permette una nuova alleanza, un nuovo patto che rinnova il senso del sacro. Cos i doni dei re Magi, deposti davanti al Bambino, danno un segno del suo essere Figlio di Dio e gli affidano il compito di rinnovare lantica sapienza che ormai si stava esaurendo. Queste considerazioni possono aiutarci a esaminare cosa veramente vogliamo ottenere facen-do un regalo di Natale al nostro bambino. Non lasciamoci trascinare dal consumismo imperante, donando semplicemente un giocattolo fra i tanti che affollano la sua stanza. Doniamo qualcosa che abbia per lui un reale significato, che costituisca un vero alimento per la sua anima. Pu essere pi adatta una bambola di pezza, magari cucita a mano dalla ma-dre, o un giocattolo in legno costruito dal padre, piuttosto che un gioco elettronico destinato a essere abbandonato per noia dopo pochi giorni.

    Roberta TazzioliMaestra di classe steinerianae coordinatricedelle attivitche si svolgonoalla Monda

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    Madonna col bambino di Luca Della Robbia, Chiesa di San Gaetano a Firenze

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    nato! nato!In mezzo al verde

    vivo del pratoquasi si perdepiccolo fiore.

    Amplesso purodi luce e amore

    astro futuroCristo Signore!

    Giovanna Chiantelli Firenze 1963

    Poesia di Natale

    Giovanna Chiantelli

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    Sto andando a un pranzo di Natale. Da quanti anni non mi capitava! Mi mai capitato, veramente? Non so da dove cominciare Comincio da me? Comincio dal Ca-so? Comincio da Enrico? Il Caso, di questo ho poco da dire. Una novit, unimmagine. Ho affidato quasi tutta la mia vita al caso e in questi giorni ho scoperto che lui un Essere straordinario, creatura di mito, portatore di mille nomi. Incurante delle nostre inconsapevolezze ci conduce verso gli eventi che ci riguardano, da uno allaltro, come in un memorabile gioco delloca. Ci tiene per mano e sa che ogni tanto faremo grandi passi avanti, talvol-ta invece cadremo nei pozzi profondi che, come trappole, sono collocati sul nostro percorso e ci sembrer di dover cominciare tutto daccapo. Il Caso mi ha fatto essere lo stradino di turno quel mattino, quat-tro anni fa, il 25 dicembre. Quella volta forse il Caso si fece convincere anche da tutti quelli che, padri di famiglia, mariti o figli, avevano una ragione per essere a casa la mattina di Natale. Per me invece, solitario, introverso, senza albero genealogico, poteva andare bene anche pulire le strade e i marciapiedi dove, pesanti tracce di consumismo e di fretta, necessitavano di unenergica passata di ramazza. Io e i miei pensieri ancora congelati eravamo pronti. La scopa anche. La luce del giorno non si era ancora presentata allappello, tutto era ancora blu, un po grigio piombo anche Tutto era molto freddo e imbalsamato dallattesa. Attesa di che cosa? Dal canto mio aspettavo solo di finire il tur-no e tornarmene a casa, scodellarmi una caffettiera di nero bollente e cacciarmi sul divano a leggere qualcosa. Intanto pensavo; pensavo ai bambini che tra poco avrebbero aperto i loro pacchetti colorati, pensavo ai gridolini di sorpresa, ai nastri sparsi sul pavimento. Con energici colpi di scopa cacciavo la nostalgia di cose mai avute e il pericolo di sentimentalismi e malinconie da strapazzo.

    Un albero di Natale

    Carmen Valentinotti

    Niente muore mai per sempreOgni morte ha per rovesciodella medaglia una rinascita

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    E poi lo vidi. Poco appariscente, piccolo ma colorato e pieno di vita Era un pacchetto natalizio, carta rossa con stelline dorate, un fiocco dorato anche lui. Mi guardai intorno, naturalmente non cera nessuno. E quel pacchetto? Qualcuno laveva senzaltro perso E ades-so? Lo raccolsi, delicatamente, appoggiando la mia vecchia ramazza a un lampione. Mi si aggrovigliarono per un attimo i pensieri ma poi decisi che quel regalo era per me. E che cavolo! Gi mi toccava pulire le strade la mattina di Natale! La parte bambina del mio cuore mi sugger che quel regalo era stato messo apposta l, per me, da qualche Babbo Natale che sapeva vera-mente il fatto suo. Aprii il pacchetto soffiandomi il fiato sulle dita. Sdolcinato come una liceale, lisciai la carta e la piegai: tenni persino il nastro. Nel pacchetto cera una lettera, un foglio semplice, una calligrafia quasi infantile Le prime parole mi fecero sobbalzare, mi parve quasi di sentirle pronunciare, ne sentii il sapore, lodore mi fecero tremare, ma non per il freddo Figlio mio amatissimo... Figlio mio amatissimo! Mi guardai intorno, volevo essere sicuro che nessuno fosse l a vedere che mi veniva da piangere. Quelle parole scassinavano il mio cuore. Deglutii saliva e sorpresa, continuai a leggere. Figlio mio amatissimo, ringrazio ogni Natale che mi d lopportunit di essere esplicita e sentimentale, mi permette di ricordarti e ricordarmi che averti incontrato stato per me un privilegio, una splendida, semplice, in-credibile gioia. Adesso sei un uomo, hai trovato la tua strada, sei circondato dalle tue persone. Farti un regalo non facile. Ti regalerei il mondo, ma in realt se ci pensi, il mondo gi tuo anche se non te lho regalato io. Ti regalo allora un pensiero, il pensiero della ghianda! Vedo gi quel tuo certo sorri-setto stai gi pensando che la mamma si fatta incantare unaltra volta da un libro Naturalmente hai ragione. Questidea della ghianda mi ha emozionato, mi ha consolato, mi ha rassicurato. Anche come madre. Non ho memoria di aver saputo come si fa a fare una ghianda, non ho memoria nemmeno di aver saputo come si fa a fare un figlio. Eppure tu esisti, ed esiste anche la tua ghianda. Il tuo essere quello che sei, che va oltre tutto, oltre chi ti ha generato, oltre quello che ti circonda, quello che ti hanno detto, quel che ti diranno e che ti faranno. Su quel libro, quello che mi ha incantato c scritto: una quercia porta molte ghiande, ma una ghianda gravida di querce. Figlio mio amatissimo ti regalo solo questo pensiero, che ti faccia com-pagnia, che ti emozioni, che ti consoli che ti incanti, come ha fatto con me e che ti porti a incontrare te stesso e la tua unicit. Con tutto lamore, mamma Lucia.Ripiegai il foglio e sbuffai un po di fiato: avevo trattenuto il respiro.

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    Non mi venne in mente niente, non ebbi neppure voglia di sfre-garmi gli occhi, anche se quellaccenno di lacrime pungeva e dava un po fastidio. Aprii invece la scatoletta. Dentro, sistemate con cura una accanto allaltra, mollemente adagiate in mezzo a morbido cotone azzurro ce-rano due ghiande: una era doro, laltra era figlia di una quercia. Cera poco da capire. Cera poco da fare. Infilai scatoletta e foglio nella tasca della pettorina, quella con la cerniera, perch fosse al sicuro. Poi mi rimisi i guanti e ricominciai a pulire la strada permettendomi di essere felice e di ripensare a mia madre. Di lei ho solo una vecchia fotografia, era bella, come tutte le giovani madri. Non fu colpa sua. Mi lasci solo perch le capit di morire, trop-po presto. Ma mi lasci in eredit il suo sguardo, s mi ricordo come mi guardava. Spazzo la strada e me lo ricordo, Natale e me lo ricordo! Ho ricevuto un regalo, figlio mio amatissimo E me lo ricordo Il treno si ferma, una stazione mi riporta al presente. Come un col-po di scopa ben piazzato. Sto andando a un pranzo di Natale, un altro Natale, oggi. Ma devo ancora parlare di Enrico. andata cos. Da un bel po di tempo mi faceva male la schiena, verso sera soprattutto, un dolore acuto e fastidioso, in basso. Proprio dove il mio corpo si divide in due, il sopra e il sotto, proprio quella parte che mi serve per far ruotare la scopa come si deve. Ma quella sera il do-lore, invece di affievolirsi come sempre, confondendosi col cuscino del mio vecchio divano, sembr deciso a farsi prendere in considerazione e divent pi acuto, poi ancora pi forte fino a essere finalmente insop-portabile. Decisi che era meglio chiamare un medico. Ma le sorprese non erano finite. Scoprii di non essere nemmeno capace di alzarmi in piedi, scoprii di non essere capace di trattenere lamenti sonori, comin-ciai a piangere per il dolore. Riuscii per fortuna a raggiungere il telefo-no e, sconfitto, chiamai il pronto soccorso. Mi tocc uscire di casa sulla barella di unautoambulanza, arreso, schiantato, piagnucoloso come una donnicciola. Una punturina ben piazzata mi diede un po di sollievo. Poi finii in una stanzetta dospedale; reparto medicina, uomini. Diagnosi: colica renale. Prognosi: finch esce il suo sassolino caro signore! E da dove dovrebbe uscire perdio? Da l, proprio da l caro signore!! Oh madonna A farmi compagnia e a distogliermi dal pensiero di questo odioso sassolino arriv poche ore dopo Enrico. Un uomo pressappoco della mia et, ma pi bello, pi liscio, con lo sguardo chiaro e con i suoi dolo-ri. Unernia inguinale, da operare subito, perch aveva aspettato anche troppo e perch poteva strozzarsi e bla, bla, bla... La sera arriva presto negli ospedali, o forse unimpressione per-ch si vorrebbe far passare in fretta il tempo. Le notti, invece, sono

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    interminabili. Enrico era un taciturno, forse gli faceva male lernia. Nemmeno io morivo dalla voglia di parlare, tutto concentrato sul mio sassolino. Ma fu inevitabile. Verso le tre di mattina nessuno dei due riusciva ancora a dormire: lui ruppe il silenzio bisbigliando come fossimo in collegio dalle suore. Mi chiamo Enrico e tu?. Giovanni, piacere, risposi io tutto affettato, come una signorina. Che ti succede, perch sei qui? domand cortesemente. Gli raccontai della mia colica, del mio sasso, lui mi parl affettuo-samente della sua ernia, poi si pass a scambiarci qualche informazio-ne generale. Insegno in un liceo, faticoso ma abbastanza entusiasmante, disse lui. Mi ci volle un momento per dimenticarmi che il mio mestiere era quello con il quale proprio la gente come lui terrorizza gli studenti, i giovani Se non ti applichi finirai a pulire le strade Mi ci volle un momento ma poi confessai: faccio lo stradino. Mi trattenni persino dallusare la definizione di operatore ecologico, che pare ci dia un po pi di dignit. Nessuno prende in considerazione lipotesi che io ami la mia vec-chia scopa. Poi, visto che il tempo era quello, si cominci a parlare del Natale e lui divent dimprovviso malinconico. Il tempo di Natale mi ricorda mia madre, disse pi a se stesso che a me, quandero piccolo lei ci teneva tanto a questa festa. Addob-bava la casa e cercava in tutti i modi di nascondere problemi, polvere, disordine. Voleva che tutto fosse gioia, calore, affetto, regali. Mi raccon-tava storie, cantavamo insieme le canzoni E mi riempiva di doni, che affidava ovviamente a Babbo Natale. Capii che il suo monologo sarebbe andato avanti ancora per un po e ricacciai indietro la mia voglia di parlare di Natali senza madre. Il destino lha veramente beffata facendola morire proprio la vigi-lia di Natale, non credi?. Sembr un colpo di pistola pi che una domanda e mi lasci co-munque senza parole. Del resto lui non si aspettava una risposta. Pensa, proprio mentre comprava gli ultimi regali! Aveva gi pre-parato tutto per il cenone, lalbero, il tavolo, le candele. Ci aspettava. Ma quel suo cuore balordo la trad, proprio quella sera. Porcaccia miseria, dissi a mezza voce sentendomi assoluta-mente inadeguato. Del resto non laveva mai risparmiato. Il suo cuore voglio dire. Che fosse un po malconcio lo sapeva da sempre, i medici erano stati abbastanza chiari, ma lei aveva smesso di frequentarli. E aveva lasciato che la vita fosse come le piaceva Cos il suo cuore si ferm, stanco

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    morto, proprio il 24 dicembre, 4 anni fa, in mezzo a una strada, in una stupida Via Mantova Quello fu il primo Natale che passai senza uno dei suoi regali, senza una delle sue lettere Fu il primo Natale che pas-sai con lassenza irreversibile di mia madre.... Cera da piangere, ma lui non piangeva, parlava col buio come se fosse qualcuno, forse si era persino dimenticato di me Io invece ero rimasto schiaffeggiato da quella stupida Via Mantova Quattro anni fa. Mi torn in mente quel pacchetto Figlio mio amatissimo. Per non pensarci parlai un po di me. Raccontai dei miei Natali allistituto e consolai quellEnrico dicendogli che io la madre lavevo persa molto prima di lui Ma la sua nostalgia si era fatta egoista. Ascolt per un po ma poi riagganci il filo dei suoi ricordi e parl ancora Amava molte cose mia madre, il suo gatto, me, il suo giardino e gli alberi Pensa che da piccolo ogni tanto mi portava davanti al tribu-nale a salutare un vecchio platano gigantesco. come un re, mi diceva. Salutalo! Certe volte pensavo che fosse un po svitata. La prendevo in giro: Parli anche col basilico?, le chiedevo. S, mi rispondeva, natural-mente Ma gli alberi per lei erano creature speciali. Le querce poi in particolare, furono lultimo amore della sua vita. Aveva letto un libro, scritto da uno psichiatra sulla teoria della ghianda. Cos lautore chiama-va lEssere pi intimo e individuale di ogni persona, la sua parte di Dio Se nera proprio innamorata. Finalmente, diceva, finalmente qualcuno che ha scritto i miei pensieri, quelli che ancora non conoscevo. Porc..., stavo per dire, a rischio di ripetermi Queste storie di querce e ghiande mi fecero accelerare il battito cardiaco. Zitto, me ne stetti zitto e strinsi i denti. Avevo paura di essere de-rubato. Dellunico regalo ricevuto a Natale da una madre che mi aveva scritto Figlio mio amatissimo E che cavolo, quel regalo era mio Chi si era preso la briga di andare allappuntamento col Caso quella mattina, quattro anni fa in Via Mantova? Giovanni lo stradino perdio! Lui, il professore era ormai partito e continuava a parlare di quando era piccolo e di quel che aveva fatto sua madre e di quel che aveva detto Io invece mi chiedevo se quellernia e quel calcolo renale non fos-sero in realt altri appuntamenti organizzati dal Caso, Destino, Natale, Buio, Dolore, Solidariet cosaltro? Poi la voglia di imprecare pass, ricominciai ad ascoltare Enrico e lo sentii dire che gli dispiaceva che io fossi solo, che non avessi una madre, che non avessi una famiglia. Lo sentii dire che a Natale voleva che andassi a pranzo a casa sua cos mi avrebbe fatto conoscere Ales-sandro, suo figlio e Margherita lultima nata e la moglie... Voleva farmi vedere non so che libri, e parlava, parlava come una radio accesa Quasi avesse capito che io avevo qualcosa di suo. Impossibile per.

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    Carmen ValentinottiInsegnante di lavoro manuale nella scuola Waldorf di Trento

    Il mio sassolino divenne sabbia e se ne and lasciando finalmente in pace i miei lombi. La sua ernia fu sistemata e prima di uscire dallo-spedale ci salutammo scambiandoci i numeri di telefono. Lui mi diede anche un biglietto da visita e mi disse: Ti aspetto a pranzo, a Natale senza calcoli renali mi raccomando!. Aveva un bel sorriso, decisi in quel momento che gli avrei restituito il suo regalo. Questo mare di nebbia pare non finire mai, non vedo lora di ar-rivare, vorrei non arrivare mai. Chiss se Enrico far a met con me? Chiss se sar disposto a lasciarmi il ricordo di una madre che ti scrive: Figlio mio amatissimo. Io dal canto mio gli porter la lettera, la ghianda doro con la sua catenella e una piccola quercia, alta oramai un paio di spanne, un albero che ho curato per tutti questi quattro anni, da quan-do ha messo il naso fuori da quel frutto legnoso, gravido di querce... per lappunto

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    Rudolf Steiner descrive il bambino piccolo come un essere completa-mente aperto al mondo. Attraverso i suoi organi di senso, gli stimoli del mondo esterno penetrano in lui senza trovare nessun filtro o barriera. Egli non seleziona, non conosce separazione, antipatia, pu solo acco-gliere in s tutto ci che gli viene incontro. La forza di questa impres-sione cos energica che le persone e lambiente con i quali interagisce arrivano a plasmare la sua corporeit, i suoi organi interni e anche i suoi pensieri. Egli percepisce ogni cosa che avviene intorno a s in tutta la sua interiorit e in lui nasce limpulso a ripetere, a sperimentare dentro di s ci che ha percepito, e quindi a imitare. La scienza ufficiale oggi conferma lintuizione di Steiner e parla di neuroni specchio, neuroni che si attivano quando si compie unazione o quando si osserva la stessa azione compiuta da un altro soggetto.

    Per il bambino appena nato, gli stimoli che il mondo gli porta incon-tro allinizio sono cos continui e intensi che egli ha bisogno di lunghe ore di sonno per proteggersi. Solo crescendo egli svilupper la capacit di sostenerli gradualmente sempre pi a lungo, mantenendosi desto per pi ore consecutive. Il collegamento, la compenetrazione tra lui e ci che lo attornia cos forte che si potrebbe dire che egli viva nel mondo esterno, dentro le persone e le cose che lo circondano, che non sia ancora in s. Corrente ereditaria e corrente individuale man mano sincontrano: la linea ereditaria che risale verso gli avi nel passato e scende verso i di-scendenti nel futuro incontra ci che ogni individuo porta in s, qualcosa che non deriva dagli antenati, il nucleo essenziale interiore dello spirito umano. Questo abbiamo di fronte, quando osserviamo un bambino. Come fa ladulto, completamente racchiuso nella sua coscienza in-dividuale, e quindi cos lontano dalla realt del bambino piccolo, a per-

    La contemplazione della natura come pratica meditativa delleducatore

    Gaia Camilla Belvedere

    la scienza ufficiale oggi conferma lintuizione di Steiner e parla di neuroni specchio

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    cepire cosa e come vive il bambino? Come fa leducatore a vedere cosa opera in lui, dietro le quinte di ci che si manifesta ai suoi sensi fisici?

    Per avvicinarci a ci che il bambino e sperimenta dobbiamo spo-starci da dove siamo, dobbiamo sviluppare una conoscenza intuitiva in grado di immergersi del tutto in ci che vive ed esiste, di penetrare nelle profondit della vita stessa; dobbiamo sviluppare una visione spirituale. Solo cos possiamo sentire che cosa operi veramente nel bambino. Un tempo, nellantico yoga, si poteva sperimentare lazione dello spirito attraverso la pratica del respiro consapevole. Lo yogi era in gra-do di collegare il suo pensiero con il respiro, e l cogliere lazione dello spirito. Oggi i pensieri sono diventati intellettualistici: il pensiero che scorre nellintellettualit impotente di fronte alla realt. Lessere uma-no che avr riconosciuto lirrealt del pensiero intellettuale vivr un pro-fondo sgomento e cercher di ritrovare la realt non pi attraverso la via dellantico yogi che entrava dentro se stesso, ma penetrando dentro ogni cosa che pulsa e vive nel mondo esterno.

    Rudolf Steiner ci dice che, anche se non siamo chiaroveggenti, os-servando la natura possiamo intravedere in essa la spiritualit creativa che vi opera, possiamo cogliere i simboli e le parole che ci parlano di spiritualit. Il divino ordine universale ha posto nella natura immagini che ci consentono di cogliere realt spirituali. Nel suo libro Iniziazione1, Steiner indica una serie di esercizi medi-tativi, o di riflessione contemplativa, rivolti al mondo naturale, che van-no nella direzione di condurre alla conoscenza, alla visione del nucleo spirituale ed eterno dellessere. Coltivare sentimenti e pensieri sui processi naturali del crescere e sul fiorire, lappassire e il morire per sviluppare la percezione delle forme spirituali dei fenomeni che si palesano di fronte ai nostri occhi; ascoltare il mondo dei suoni, per scoprire e udire con lanima il linguag-gio della natura; osservare vari esseri della natura, come piante o cristal-li, per sviluppare in noi gli organi della chiaroveggenza; contemplare il seme per vedere linvisibile che un giorno diverr visibile.

    La pratica di questi esercizi permette di sentire ogni cosa della na-tura come una creatura dellordine divino universale. Gradualmente la visione spirituale potr estendersi dal mondo della natura a quello degli esseri umani: Cos ci si deve sentire quando nel bambino che ci sta di

    si potrebbe dire che il bambino appena nato viva nel mondo esterno... che non sia ancora in s

    per avvicinarci a ci che il bambino e sperimenta... dobbiamo sviluppare una visione spirituale

    il divino ordine universale ha posto nella natura immagini che ci consentono di cogliere realt spirituali

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    RE fronte, dal profondo grembo dellessere universale, riceviamo la massi-ma rivelazione possibile di cosa il mondo2. Se vero che nel bambino piccolo non si ancora stabilita una separazione tra interiorit umana e natura esterna, per comprendere il bambino anche il maestro deve tendere a immergersi in tutto lam-biente esterno in un vivente modo animico spirituale affinch il bambi-no possa seguirlo grazie a ci che ha in s3.

    Rudolf Steiner, nelle sue conferenze e lezioni sulla pedagogia, ci di-ce che per leducatore fondamentale una concezione del mondo radi-cata in una visione spirituale, una concezione che non rimanga solo un sistema di pensieri ma che compenetri ogni suo atteggiamento verso la vita. Di fronte al bambino vi solo un atteggiamento che dia i giusti impulsi per leducazione e linsegnamento, ed appunto latteggiamen-to religioso4. Latteggiamento religioso ci che ci permette di sentire ogni cosa della natura come una manifestazione dello spirito del cosmo. Allo stesso modo, nelle esternazioni del bambino nella primissima in-fanzia noi possiamo vedere lazione dellanima e dello spirito, cogliere una rivelazione di cosa operi nel mondo.

    Religiosit innanzitutto gratitudine, gratitudine per quel che lo spi-rito delluniverso ha dato alluomo. Il senso di gratitudine ci che ci per-mette di accogliere tutto quello che ci viene incontro come la cosa giusta per noi in quel momento, facile o difficile che si presenti, senza crearsi aspettative o ricevere delusioni. Leducatore che avr coltivato e sviluppato gratitudine, accoglier ogni bambino che gli stato affidato come un dono. A sua volta la gratitudine ci che condurr i bambini alla vita mo-rale, alla capacit damore e al senso del dovere.

    Gaia Camilla BelvedereMaestra dasilo

    1 Steiner R. (1914), LIniziazione, O.O. n. 10, Editrice antroposofica, Milano, 2008.

    2 Steiner R. (1922), Le forze animico spirituali alla base della pedagogia, O.O. n. 305, Editrice antroposofica, Milano, 2005; pag 65.

    3 Ibidem; pag. 75.

    4 Ibidem; pag. 65.

    anche il maestro deve tendere a immergersi in tutto lambiente esterno in un vivente modo animico spirituale

    il senso di gratitudine ci che ci permette di accogliere tutto quello che ci viene incontro come la cosa giusta per noi in quel momento

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    e dopo lottava?lESPERiENza dEl ComPlEtamENto dEl CiClo SColaStiCo NElla SCuola NovaliS di CoNEgliaNo

    Prima di entrare nel cuore del tema im-portante fornire unimmagine della complessa biografia delle attivit antropo-sofiche nate a Cone-gliano. Il gruppo an-troposofico Giovan Battista Cima di Co-negliano muove i suoi primi passi nelle attivit pratiche circa trenta anni fa, orien-

    tato prevalentemente nella cura della terra, nelle produzioni agricole e nella commercializzazione dei prodotti con lallora GEA che muoveva i primi passi a livello regionale e poi nazionale, come pure attraverso la-pertura sul territorio limitrofo di negozi Bio (Ariele). A quei tempi a Co-negliano si tenevano convegni di biodinamica molto partecipati. Il grup-po non si occupava direttamente della pedagogia, infatti le famiglie che

    avevano interesse per la scuola Waldorf frequentavano la scuola di Oria-go di Mira: il gruppo ne organizzava i trasporti che nei primi anni No-vanta contava circa una cinquantina di allievi che quotidianamente per-correvano molti chilometri per raggiungere la scuola. Fu nel 1994 che il Collegio della scuola di Oriago comunic al gruppo di Conegliano lim-possibilit di continuare ad accogliere nuovi iscritti provenienti da Cone-gliano dal momento che il bacino di Mestre e Treviso gi ne completava

    dal Collegio Docenti della scuola Novalis

    il seme della scuola fu posto nel terreno dellAntroposofiafin dal primo momento

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    le classi Non rima-neva altro da fare che iniziare a pensare alla scuola. Nel febbraio del 1996 fu fondata La Cruna, lassocia-zione pedagogica a cui aderirono in primis tutti i soci della Societ Antroposofica Giovan Battista Cima, insie-me a pochi altri soste-nitori. Quindi il seme della scuola fu posto nel terreno dellAntroposofia fin dal primo momen-to. Laggiunta di questa nuova attivit cre da una parte un nuovo impe-gno e dallaltra un rinnovato senso a ci che gi si stava praticando. Dopo un anno di lavoro pedagogico sul territorio attraverso corsi di introduzio-ne e poche conferenze, nacque il primo nucleo di asilo ospitato presso

    lazienda agricola San Michele. Questo si svilupp e giunse in poco tem-po al bisogno di iniziare con la scuola. Questo avvenne nel giro di un anno e mezzo. Nel settembre del 1997 fu avviata la 1a classe in un edificio reso disponibile dal Comune di San Vendemiano nella frazione di Sac-con. La scuola riscosse un discreto successo: di fatto negli anni successi-vi le classi partivano con un buon numero di bambini che fuoriuscivano dallasilo che, nel frattempo, si era trasferito a Formeniga (un bellissimo villaggio in campagna limitrofo a Conegliano). La scuola cresceva (si ag-giunse un prefabbricato in legno per le ulteriori classi), le attivit produt-tive agricole anche (affitto di nuovi terreni), quelle commerciali pure (la GEA divenne Ecor e, dopo la fusione con NaturaS, Ecor Naturas); anche lo studio medico increment il suo operare (che insieme ad alcuni tera-peuti diede vita alla Cooperativa Aurora), il tutto nella responsabilit amorevole del Gruppo Antroposofico Giovan Battista Cima. Questulti-mo giunse alla necessit di fondare prima la Libera Associazione Antro-

    posofica Rudolf Steiner (L.A.A.R.S.) e poi, per trovare un adeguato abito giuridico che ne riflettesse il senso di appartenenza, i contenuti e gli scopi, la Libera Fondazione Antroposofica Rudolf Steiner (L.F.A.R.S.), costituita da un C.D. e da una base associativa (il gruppo antroposofico nella sua quasi totalit). La struttura complessa ma del resto complesso

    la struttura complessa ma del resto complesso tenere riunite in ununica sorgente vitale tutta una serie di attivit figlie dellAntroposofia

    molto forte lesperienza di una donazione vincolata, porta con s un carattere di impegno morale del tutto particolare

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    tenere riunite in ununica sorgente vitale tutta una serie di attivit figlie dellAntroposofia. Lultima neonata lAssociazione artistica che in via di costituzione seppur attiva da molti anni. Nellanno 2000 fu necessario orientare i pensieri al futuro della scuola che cresceva al punto di non poter pi svolgere adeguatamente le sue attivit e quindi si present loc-casione di immaginare un nuovo edificio scolastico. Fu una socia del gruppo antroposofico che pi o meno consapevolmente diede inizio con un primo atto: don alla allora L.A.A.R.S. un terreno situato in una fra-zione di San Vendemiano, il cui possesso era frutto di una vita di impe-gni e sacrifici di tutta la famiglia. La donazione comportava un vincolo: che il terreno fosse la base su cui costruire la scuola, la nuova scuola a Conegliano. molto forte lesperienza di una donazione vincolata, porta con s un carattere di impegno morale del tutto particolare poich con-siste nel cogliere oppure no unoccasione, unofferta di grande potenzia-lit che pu esprimersi solo se trova di fronte un adeguato senso di re-sponsabilit. La sfida fu accolta. Un piccolo gruppo composto da architetti antroposofi e non, insegnanti e amministratori, inizi nellin-verno del 2000 a visitare alcune scuole Waldorf in Svizzera e in Germa-nia e, al suo rientro, diede inizio al grande e impegnativo lavoro di pro-gettazione delledificio che doveva ospitare le classi dalla I alla XIII, quindi tutto il Ciclo fino al suo completamento. Inoltre, doveva avere un suo carattere pi mediterraneo e leggero rispetto alle spesso teutoniche strutture architettoniche del Centro Europa. Naturalmente ledificio non poteva essere costruito con le risorse provenienti dalla gestione ordinaria de La Cruna in quanto questa, come la quasi totalit delle nostre scuole vive grazie alle rette, ai modesti contributi regionali per i suoi segmenti che operano in regime paritario e a tutte le iniziative che i genitori, in accordo con Consiglio e Collegio mettono in campo. Fu dunque la L.A.A.R.S. ad assumere il debito della costruzione cedendo ledificio in uso a La Cruna, una delle sue figlie. Dunque si era presentata loccasio-ne di incarnare qualcosa che stava a fondamento del motivo originario

    che diede i natali alla prima scuola Waldorf a Stoccarda nel 1919: un ger-me, una piccola esperienza di Triarticolazione sociale. Il mottetto che ne restituiva limmagine fu Lattivit economica sostiene la libera vita cul-turale e questa ispira la vita economica, il tutto sotteso alla cura della sa-lute del tessuto sociale. Dopo sette anni di progettazione con architetti, insegnanti, membri della Fondazione, esperti di bioedilizia, si diede ini-zio alla costruzione delledificio che dur circa 3 anni. Nel settembre del 2009 il primo giorno di scuola iniziava nel nuovo edificio, riunendo fi-nalmente tutta la comunit scolastica, dallasilo alla VIII classe, sotto lo stesso tetto. La costruzione dellasilo sarebbe avvenuta in seguito e nel frattempo le 3 sezioni furono ospitate nelle aule disponibili. Tutto questo

    si era presentata loccasione di incarnare una piccola esperienza di Triarticolazione sociale

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    va? era avvenuto nellarco di circa 14 anni. Nel cuore di molti insegnanti e

    amministratori-genitori sia de La Cruna che della L.F.A.R.S., sorse la-nelito al Completamento del Ciclo; da anni sentivamo che ci che era stato seminato nellanimo dei ragazzi che lasciavano la scuola dopo lesa-me di VIII aveva desiderio di essere nutrito in modo coerente con il loro

    vissuto. Il primo incontro unitario si ebbe nel gennaio del 2011, al quale ne seguirono molti altri con ritmo mensile, con una presenza molto co-stante. Dopo un lavoro di studio comune sullantropologia del III setten-nio che costituiva il filo rosso per tutti, ci dividemmo in 3 sottogruppi: pedagogico, amministrativo e strutturale-economico-finanziario: questi avevano evidentemente compiti diversi ma lo sguardo orientato verso lo stesso obbiettivo. Lattivit pi complessa fu quella di individuare la cor-nice ordinamentale scolastica entro la quale poteva trovarsi il pi possi-bile agiata la realizzazione del piano di studi (Forestazione, Agrimensu-ra, Lavorazione dei metalli e della pietra, Stages professionali e sociali esterni ecc.). Tenuto conto della biografia delle attivit antroposofiche sul territorio e degli epicentri di criticit che ci impone lo Spirito del Tempo, lIstituto Professionale quinquennale con due indirizzi, Agrario (con la specificit Biodinamica) ed Edile (Bioedilizia) era ci che maggiormente rispondeva a questa esigenza. La scuola superiore che immaginammo doveva avere una forte tensione verso lidentit Waldorf, con una forma-zione ad ampio spettro umanistico, artistico e pratico, ponendo partico-lare attenzione alla necessit che il biennio IX-X fosse il naturale prosie-guo dellVIII classe. In altri termini: che il segmento di completamento del ciclo portasse a ulteriore fioritura ci che era gi stato posto nellani-mo dei ragazzi nella scuola di base. Altro elemento fondamentale fu che il Collegio nel suo divenire tendesse sempre alla ricerca di docenti che

    la scuola superiore che immaginammo doveva avere una forte tensione verso lidentit Waldorf, con una formazione ad ampio spettro umanistico, artistico e pratico

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    radicassero le proprie motivazioni nellimpulso pedagogico nato sul terreno dellAntroposofia. Il Collegio Docenti de La Cruna favor la partecipazione di alcuni nostri docenti gi formati e operativi da anni nella scuola a tirocini e segmenti formativi presso scuole superiori Stei-ner Waldorf e centri di formazione con cui avevamo gi una relazione (Klaghenfurt - Kassel). Fu avviata la ricerca e linserimento di nuovi docenti (formati) con unattenzione particolare alla IX e alla X classe. Da parte dei responsabili della Fondazione fu espressa la volont di acquisire ulteriori spazi di territorio limitrofi alledificio esistente. La proposta formativa2 fu presentata presso lU.S.R. del Veneto nel marzo 2013 e accolta in regime paritario per il primo biennio. Nellanno scola-stico 2013-14 part la IX classe composta da 18 allievi quasi tutti prove-nienti dalla scuola Novalis e dalle scuole Steiner Waldorf limitrofe: po-chi gli inserimenti esterni. Questanno una seconda IX stata avviata con 21 allievi con simile composizione.

    La scuola oggi vive in forte sinergia con tutte le altre attivit an-troposofiche della Fondazione; gli insegnanti, gli amministratori e i genitori sono impegnatissimi in questa Fondazione del Comple-tamento del Ciclo, che porta con s tutto il carattere e le atmosfere tipiche del dare vita al futuro, certi di essere molto perfettibili ma

    insegnanti, amministratori e genitori sono impegnatissimi in questa Fondazione del Completamento del Cicloche porta con s carattere e atmosfere tipiche del dare vita al futuro

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    va? anche pieni di entusiasmo e responsabilit.

    Anche noi a Conegliano abbiamo bisogno di buoni pensieri dal mo-mento che sentiamo di avere per destino intrapreso una via tanto im-pegnativa, quanto necessaria. Viviamo nella speranza che i pensieri di molti ci sostengano e nella certezza dellesistenza del mondo spirituale.

    Qui di seguito un estratto dal PEI, o Progetto Educativo di Istituto, ri-guardante il terzo settennio. Il PEI contiene le scelte educative e orga-nizzative delle risorse e costituisce un impegno per lintera comunit scolastica. Esso definisce il progetto del processo educativo e delle attivit didattiche in funzione delle proposte culturali, delle scelte educative e degli obiettivi formativi elaborati dai competenti organi della scuola (il testo completo in pdf del Progetto Educativo di Istituto pu essere scari-cato allindirizzo http://www.lacruna.it/assets/files/piano_studi_Novalis-waldorf.pdf).

    Terzo settennioA partire dalla nona classe il riferimento per gli allievi non pi la guida del maestro di classe, ma insegnanti specializzati e competenti, che conferiscono allinsegnamento a periodi nuovi accenti. La comprensione, destata nel sentimento, per la natura e il lavoro delluomo, ha bisogno ora di una visione chiara e autonoma, per poter abbracciare in modo autosufficiente lambito naturale, sociale, tecnico e scientifico. In vista di tale meta vengono ulteriormente approfondite tutte le materie e portate a un livello di superiore elaborazione. Ora ha un senso introdurre obiettive considerazioni e scoprire i nessi causali al fine di sviluppare un giudizio appropriato e individuale. Il giovane dapprima respinge tutto ci che potrebbe pregiudicare la sua auto-nomia e il suo bisogno di libert, prima ancora che egli si sia conquistata una sicurezza interiore. Con la spinta della crescita e le conseguenti trasformazioni organiche egli sperimenta nella sua corporeit la propria pesantezza terrestre. Nellanima si viene a trovare sovente in un mare di desideri impetuosi e di bruschi rifiuti o anche di opinioni effimere e di stati di esaltazione. In questa fase vengono proposte esperienze che sollevano nei ragazzi interrogativi che richiedono unenergica attivit di pensiero. Attraverso la metodologia specifica della pedagogia Steiner-Waldorf vengono stimolate domande in tutti i campi, che vengono affrontate in modo sperimentale e quindi vivo, sia che si tratti della Fisica, della Chimica o della Biologia, come anche della Matematica, della Storia e della Letteratura. La pratica della osservazione sperimentale porta a scoprire i nessi che altrimenti rimarrebbero invisibili. In questa ricerca si formano pensieri che conducono a una reale comprensione e a un chiaro giudizio; ne scaturisce una autocoscienza che conferisce sicurez-za alla personalit che sta maturando una direzione propria.

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    Intervista a Jean Pierre Bringiers, direttore commerciale di Sativa Rhei-nau SA, azienda svizzera che produce nuove variet di sementi bio-logiche e biodinamiche non ibride, a partire da incrocio F1. Abbiamo incontrato Bringiers alla Cooperativa Agricola Biodinamica Sociale e Associazione per la Pedagogia Curativa e Socioterapia Antroposofica

    La Monda in occasione di uno degli Incontri di biodinamica, che con cadenza si tengono presso la cooperativa e che a marzo hanno toccato il tema delle sementi. Bringiers ci ha chiarito diversi aspetti del biolo-gico, del biodinamico e dellindustriale instillandoci un serio dubbio sulla reale qualit del cibo di cui ci nutriamo anche riguardo ai prodotti biologici e biodinamici. In effetti, dopo pi di cento anni di agricoltura industriale ci si pu giustamente domandare se sufficiente una col-tivazione biologica o biodinamica a garantire un prodotto di qualit. Con una biodiversit impoverita e una disponibilit di sementi poco produttive, ibride o allorigine geneticamente modificate con sistemi di laboratorio, veramente difficile sapere con certezza che cosa vera-mente mangiamo quando portiamo in tavola un prodotto della terra. Lodevoli e da far conoscere i corsi di Agricoltura Biologica che Sativa rivolge a produttori, trasformatori, tecnici, hobbisti e consumatori. In pratica a tutti coloro che vogliono capire, studiare e approfondire meglio

    Il seme vita!Ma se non di qualit?

    Intervista a Jean Pierre Bringiersdi Sergio Giannetta

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    lapproccio scientifico-spirituale al campo agricolo, medico ed educa-tivo in genere. Molto indicativi i ti-toli degli appuntamenti proposti: Le sementi come fonte di qualit, La necessit di nuove variet vegetali per lagricoltura biologica, Introduzione alla produzione semenziera in agricoltura biologica, Consigli per la semina: come produrre le sementi nel nostro famigliare.

    SERgio GiaNNEtta _ Lei, Jean Pierre Bringiers, direttore commer-ciale di Sativa, unazienda svizzera che produce nuove variet di sementi biologiche e biodinamiche non ibride a partire da incrocio F1. Cosa significa incrocio F1?

    JEaN PiERRE BRiNgiERS _ La nostra azienda una delle poche che se-leziona variet riproducibili, non ibride, non F1, per partendo da ma-teriale ibrido F1. Le piante che nascono da semi ibridi F1 sono piante eccezionali il cui seme, per, se dovessero essere riseminate, produr-rebbe generazioni pi o meno deformi. Ibrido, poi, vuol dire che crea dei cloni, delle piante gemelle geneticamente identiche luna allaltra. Partendo per da questi ibridi F1, in Sativa stiamo facendo un lavoro di ricerca e di recupero della bont genetica comunque presente alla base degli ibridi. Successivamente incrociamo molti ibridi tra di lo-ro e con altre piante non ibride, magari pi vecchie, portatrici di gu-sto e rusticit. Andiamo cos ad allargare di colpo la base genetica di biodiversit della futura popolazione di piante in modo da arrivare a una nuova variet che, pur avendo caratteristiche agronomiche pi moderne ed essendo geneticamente molto modificata, sar il contra-rio di un ibrido. (maggiori informazioni su ogm e incrocio F1 in un in-tervento postato da Friedemann Ebner e Jean Pierre Bringiers nel febbra-io di questanno sul sito Coordinamento per la tutela della biodiversit dal titolo Gli ibridi a sterilit maschile citoplasmatica, ogm nascosti http://biodiversitafvg.wordpress.com/2014/02/09/gli-ibridi-a-sterilita-ma-schile-citoplasmatica-ogm-nascosti/)

    centanni fa i semi producevano al massimo una ventinadi quintali di grano, mentre ora queste variet modernesullo stesso terreno ne producono anche centoventi

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    SERgio _ Perch, per otte-nere e mantenere una sana agricoltura naturale, biologi-ca e biodinamica, necessa-rio che si sviluppino nuove variet vegetali?

    JEaN PiERRE _ assolutamente fondamentale perch fino a oggi alla gente sono arrivate informazioni solo riguardo alla parte visibile delliceberg. Si conoscono, cio, lagricoltura industriale, i concimi chimici, i pesticidi, la meccanizzazione, gli strumenti che hanno portato allincredibile impoveri-mento della qualit dellalimentazione. Molto meno, invece, si sa della par-te non visibile, degli interventi fatti nei laboratori di genetica. Lagricoltura industriale stata resa possibile solamente perch, attraverso la genetica, le piante sono state modificate per farle crescere in modo molto estensivo, pensando alla produzione soltanto dal punto di vista della quantit.

    SERgio _ Ci pu fare un esempio? JEaN PiERRE _ Prendiamo il grano Un secolo fa il grano misurava in altezza tra un metro e cinquanta e un metro e ottanta, adesso termina la sua crescita sotto il ginocchio. Perch si arrivati a questo? successo che centanni fa i semi producevano al massimo una ventina di quintali di grano, mentre ora queste variet moderne sullo stesso terreno ne producono anche centoventi.

    SERgio _ Come hanno fatto? JEaN PiERRE _ Hanno imbottito la pianta di acqua, chimica e concime. Poi, quando la spiga arrivata a pesare cinque o sei volte in pi di quella di cento anni fa e lo stelo non riusciva pi a sostenerla, sono intervenuti geneticamente per accorciare lo stelo.

    SERgio _ Come si fa a far crescere una pianta in un modo cos strumentale?

    JEaN PiERRE _ Il grano normale ha un suo ciclo che diviso pi o meno a met fra una parte vegetativa e una parte di maturazione. Una pianta armoniosa, realmente ancora pianta, cresce fino a un certo punto, per poi fermarsi quando la sua forma si completata. Quindi, un po al-la volta si trasforma per poter maturare. Questo avviene soprattutto in estate, quando il sole alto nel cielo, quando le forze del sole agiscono sul grano trasformandolo, in un certo senso predigerendolo per noi. Un tempo nascevano variet che oggi neanche ci sogniamo.

    SERgio _ Su queste variet moderne stata dunque forzata la parte

    questo modo di fare agricoltura industriale per moltiplicare il rendimento possibile solo se la genetica crea le condizioni perch questo accada

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    vegetativa? JEaN PiERRE _ Il ciclo rimane lo stesso, per-ch il grano si trebbia a luglio, ma stato au-mentato il periodo di tempo destinato alla vegetazione, al crescere, alle forze di acqua, della luna, mentre la parte della maturazione diventata molto pi corta. Le sostanze, cos, si trasformano molto poco, sono ancora verdi, hanno an-cora molto amido. Ed proprio questo quello che bisogna far capire al consumatore, cio che questo modo di fare agricoltura industriale per moltiplicare il rendimento possibile solo se la genetica crea le condi-zioni perch questo accada.

    SERgio _ Questo anche quello che negli ultimi cento anni non stato visto?

    JEaN PiERRE _ S, nessuno si reso conto di ci se non i biodinamici negli anni Settanta. Peter Kunz aveva cominciato nell85 un lavoro alter-nativo sul grano, lui il selezionatore pi geniale del grano biodinamico che ci sia in Europa attualmente. Adesso in Svizzera il 70% del grano bio proviene dalle sue variet che si comportano meglio delle conven-zionali. Infatti, oggi anche i semenzieri convenzionali vorrebbero ripro-durre le variet di Peter Kunz perch si rivelano superiori.

    SERgio _ Padri e madri di famiglia spesso si chiedono cosa vera-mente mettono in tavola quando danno da mangiare ai propri figli. Nascono dubbi su tutta la filiera della produzione del cibo, dalla di-stribuzione alla raccolta, dalla coltivazione al trattamento del terre-no, al seme che viene usato. Ogm, industriale, biologico o biodina-mico che sia, quanto incide il tipo di seme impiegato sulla qualit dei cereali e dei prodotti ortofrutticoli?

    JEaN PiERRE _ Il tema del seme, dellorigine delle piante prima anco-ra che germoglino sui campi, un aspetto relativamente nuovo rispetto al primo slan-cio che ha portato alla coltivazione biodina-mica o biologica. Le problematiche riguar-

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    sulla questione dellalimentazione la coscienza delle persone costantemente in evoluzione. Ricordiamoci che il corso di biodinamica tenuto da Rudolf Steiner agli agricoltoridi Kobervitz del 1924

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    danti il modo di coltivare sono arrivate allattenzione dellopinione pub-blica solo adesso in modo abbastanza chiaro. Dobbiamo considerare che in parallelo con la nascita e lo sviluppo dellagricoltura industriale, sin dai primi tempi sono germogliati pensieri alternativi. Sulla questione della-limentazione la coscienza delle persone costantemente in evoluzione. Ricordiamoci che il corso di biodinamica tenuto da Rudolf Steiner agli agricoltori di Kobervitz del 1924. Dunque, seguendo questa dinamica, questo parallelo tra lindustrializzazione dellagricoltura e dellalimen-tazione e la perdita della qualit, riscontriamo che c sempre stato un movimento, pi o meno presente, di ricerca di unalternativa al degrado provocato dallindustrializzazione dellagricoltura. Infatti, il movimento biodinamico prende vita gi prima della Seconda guerra mondiale e ha una sua fase di sviluppo pi intensa dagli anni Sessanta in poi.

    SERgio _ Chi per primo si posto domande sulla questione del seme?JEaN PiERRE _ Sono stati i contadini biodinamici in Svizzera e Germa-nia. Il primo in assoluto stato Ilmar Randuja in Svizzera a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, poi intorno a lui negli anni Ottanta si rac-colto un gruppo di biodinamici tedeschi e svizzeri. Da l sono partite ne-gli anni Novanta le prime iniziative per la realizzazione di nuove variet, un lavoro non soltanto di produzione di seme biodinamico ma di sele-zione di variet biodinamiche. Solo dalla fine degli anni Novanta que-sta preoccupazione uscita dal cerchio prettamente biodinamico per coinvolgere sempre pi anche gli attori del biologico veramente attenti e interessati alla qualit. Allinizio alcuni produttori che si occupavano anche della vendita diretta e quelli pi vicini al pensiero biodinamico, successivamente, un po alla volta, anche i distributori e i consumatori.

    SERgio _ Quali sono le caratteristiche del seme ogm?JEaN PiERRE _ Pi che di seme ogm bisognerebbe parlare di variet di semi ogm e questo si pu fare quando una tipologia di pianta rispetta tre criteri fondamentali: omogeneit, distinzione e stabilit. La variet ogm il frutto del lavoro di miglioramento genetico in agricoltura por-tato avanti dalla met degli anni Ottanta in poi utilizzando nuove vie

    Goethe ha fatto capire che una pianta pi della sommadelle sue parti e che il tutto di una pianta determinatoda unentit superiore, larchetipo della pianta

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    di ricerca nellambito della biotecnologia. In America dal 92 la ricerca ogm diventata uno dei campi pi importanti di sviluppo di nuove variet. Consiste nellisolare un gene da una pianta o da un organismo vivente di un certo tipo per introdurlo, in modo molto mirato, nella car-ta didentit genetica di unaltra pianta. Un esempio molto concreto il mais della Monsanto che resiste allinsetticida Rundop. Praticamente, attraverso la manipolazione genetica si resa la pianta immune a uno specifico insetticida creato dalla stessa azienda. Cos la Monsanto pu vendere in un pacchetto sia la pianta immune sia linsetticida che senza distruggere la pianta di mais combatte solo gli insetti e le erbacce.

    SERgio _ Quali conseguenze determina lapproccio alla pianta co-me prodotto di laboratorio?

    JEaN PiERRE _ Il punto chiave del problema sta nel fatto che tutto ci na-sce da una visione molto riduzionista, la pianta vista come una specie di macchina, un organismo non vivente, contraddicendo proprio quello che Goethe ha scoperto pi di duecento anni fa, cio la profonda differenza tra il mondo inorganico e il mondo organico. Lumanit sfortunatamente ha imparato molto poco da lui, anche se, comunque, ha fatto capire che una pianta pi della somma delle sue parti e che il tutto di una pianta determinato da unentit superiore, larchetipo della pianta. Secondo noi selezionatori agricoltori biodinamici gli ogm trasformano quella che poteva essere considerata una pianta a tutti gli effetti, dotata della sua par-ticolarit di natura vivente, in un semplice prodotto industriale.

    SERgio _ Cosa vuol dire seme industriale?JEaN PiERRE _ La parola industriale si rapporta a un modo di produrre pensato soprattutto seguendo le modalit di produzione delle macchi-ne. Certo, nel campo dellinorganico lindustria assolutamente giustifi-cata ma tutti sappiamo che in parallelo questo pensiero un po alla volta si diffuso arrivando a dominare tutti i campi, anche quello della vita e quindi a coinvolgere lagricoltura. In questottica le piante e gli animali vengono prodotti come se si trattasse di produrre delle macchine. Il

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    le piante e gli animali vengono prodotti come se si trattassedi produrre delle macchine. Il seme industriale nasce proprio dallo stesso pensiero

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    seme industriale nasce proprio dallo stesso pensiero. Per questo oggi diventa importante specificare il concetto di variet, cio dellidentit genetica che c dietro a un seme.

    SERgio _ Cosa sono allora le variet industriali? JEaN PiERRE _ Sono variet di piante sviluppate per permettere alla-gricoltura di industrializzarsi e, per esempio, di avere campi dove una pianta quasi uguale allaltra e cresce con lo stesso ritmo, cos pu esse-re raccolta tutta in una volta con una procedura meccanizzabile. facile comprendere, quindi, che tutto quello che si presta a unagricoltura in-dustriale pu nascere solo da un seme selezionato in modo industriale.

    SERgio _ Lagricoltura industriale dunque rivolta alleliminazione della biodiversit?

    JEaN PiERRE _ Biodiversit la parola chiave che ci fa capire bene la con-seguenza fondamentale del pensiero industriale applicato allagricoltu-ra. Questo tipo di selezione mirato alla produzione di piante sempre pi meccanizzabili, adatte alla lavorazione industriale e alla grande di-stribuzione, ha condotto in meno di 150 anni a unerosione della biodi-versit senza precedenti. Le stime degli esperti dicono che circa il 98% delle variet di grano esistente agli inizi del secolo scorso scomparso. Da 200.000 variet presenti in India cento anni fa ne sono rimaste 50. Riferendoci allagricoltura contadina si poteva parlare proprio di grande variet di tipi diversi, legati a luoghi molto localizzati. Ogni regione o provincia, ma anche zona, aveva le sue variet.

    SERgio _ Non ha molto significato, allora, parlare di seme biologico?JEaN PiERRE _ Non vuol dire granch perch tante aziende semenziere offrono semi industriali biologici. Questo processo lungo e difficile di selezione di un seme ibrido molto particolare che resista a certe condi-zioni climatiche, che possa nutrirsi in un certo modo e che possa essere raccolto in un altro, in realt non ha niente di biologico tranne la sua coltivazione nellultimo anno. Lo sappiamo che tutto il cammino per arrivare al seme ibrido non ha niente a che vedere con il biologico.

    SERgio _ Quindi il vero seme biologico quello biodinamico?JEaN PiERRE _ No. Perch, anche se il disciplinare biodinamico non lo permette, si potrebbe teoricamente pensare di produrre in biodinamica da seme ibrido. necessario comprendere che il seme il prodotto di un anno di produzione di una variet, la fotografia di un momento ben preciso della pianta, come la foglia o il fiore quando sta per sbocciare. Solo un attimo dellintera tipologia di una pianta che pu essere riassun-ta sotto il nome di variet.

    circa il 98% delle variet di grano esistente agli inizidel secolo scorso scomparso

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    SERgio _ Le variet di semi biologiche sono dunque unaltra storia?JEaN PiERRE _ S, perch una variet nasce da un lungo processo di incroci, di selezioni, un anno in un sito di produzione a valle, un altro in un sito a monte, un anno in Italia, un altro in Svizzera. Il processo plastico attraverso il quale formiamo una nuova tipologia di pianta, che si chiama miglioramento genetico, una volta veniva