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GERGEI - (GERXEI) in sardo E’ un comune di 1.315 abitanti della Provincia di CAGLIARI, in SARDEGNA. Il Comune di GERGEI è situato nella Regione storica del Sarcidano. Amministrazione Sindaco: Rossano ZEDDA (Lista civica dal 16/05/2011) Territorio Coordinate: 39°42′00″N 9°06′00″E / 39.7°N 9.1°E Altitudine: 374 metri s.l.m. Superficie: 36,18 km² Abitanti: 1.315 (31/12/2010) Densità: 36,35 Abitanti/ km² Comuni Confinanti: BARUMINI (VS), ESCOLCA, GESTURI (VS), ISILI, MANDAS, SERRI

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GERGEI - (GERXEI) in sardo

E’ un comune di 1.315 abitanti della Provincia di CAGLIARI, in SARDEGNA.

Il Comune di GERGEI è situato nella Regione storica del Sarcidano.

Amministrazione

Sindaco: Rossano ZEDDA (Lista civica dal 16/05/2011)

Territorio

Coordinate: 39°42′00″N 9°06′00″E / 39.7°N 9.1°E

Altitudine: 374 metri s.l.m.

Superficie: 36,18 km²

Abitanti: 1.315 (31/12/2010)

Densità: 36,35 Abitanti/ km²

Comuni Confinanti: BARUMINI (VS), ESCOLCA, GESTURI (VS), ISILI, MANDAS, SERRI

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Altre informazioni

Codice avviamento Postale: 08030

Prefisso telefonico: 0782/

Fuso orario: UTC +1

Codice ISTAT: 092113

Codice Catastale: D982

Targa automobilistica: CA

Classe Sismica: Zona 4 (Sismicità molto bassa)

Nome abitanti: Gergesi

Patrono: San Vito

Giorno festivo: 15 Giugno

Economia

L'economia del paese si basa sull'agricoltura, con coltivazioni di carattere cerealicolo e soprattuttoolivicolo, e sulla pastorizia.

Cartografia

Posizione del Comune di GERGEI nella Provincia di CAGLIARI

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Evoluzione Demografica

Sito istituzionale

Nome Comune GERGEI

Sede: Via G. Marconi n° 65

C.A.P. 08030 GERGEI (CA)

Recapiti Telefonici: 0782/808923

0782/808085

Recapito Fax: 0782/808949

Sito Internet: www.comune.gergei.ca.it

Posta Certificata: [email protected]

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CENNI STORICI

Le Origini

Le origini del villaggio di GERGEI appaiono assai remote; stabilire, anche approssimativamente,la collocazione temporale di tali origini è molto difficile.

Certamente il territorio circostante è stato interessato da varie concentrazioni di insediamenti umaniche vanno dal periodo prenuragico, a quello nuragico, dal fenicio-punico a quello romano.

Le oltre trenta testimonianze archeologiche che si possono ancora rintracciare e i numerosi repertiritrovati avvalorano quest’ipotesi.

Le prime popolazioni nuragiche intrattennero sicuramente rapporti commerciali con i Fenici che sierano insediati sulle coste della Sardegna a partire dal IX secolo a.C.

In questo contesto i punico-cartaginesi s’interessarono ai territori della vallata posta ai piedi dellaGiara di SERRI e del monte Trempu allo scopo di sfruttarne le alte potenzialità agricole.

L’agricoltura, basata essenzialmente sulla cerealicoltura e sulla olivicoltura, aveva una grandeimportanza nell’economia dell’epoca, veniva per questo razionalizzata e pianificata dallo Stato, alfine di alimentare i propri commerci e le proprie città.

Il primo millennio D.C.

Nei primi secoli del primo millennio i romani subentrarono ai cartaginesi nello sfruttamento di quelricco territorio utilizzato come serbatoio di risorse agricole (il granaio di Roma).

Più tardi, quando il Cristianesimo si diffuse velocemente in tutto l’impero romano, anche laSardegna fu conquistata dalla nuova religione grazie soprattutto alla predicazione dei cristianicondannati ai lavori forzati mandati a lavorare nell’isola.

Dopo l’editto di Milano, emanato nel febbraio del 313 dall’imperatore Costantino, il cristianesimosi propagò anche nelle campagne e nelle zone più sperdute dell’impero.

Si può pertanto ritenere che alla fine del IV secolo anche le popolazioni del nostro territorio furonoconquistate dal nuovo credo.

A differenza della civiltà fenicio-punica, la presenza di quella romana e di quella cristiana è nelnostro territorio ampiamente dimostrata dalla presenza di numerosi edifici di culto attorno a cui sisvilupparono le ville del primo medioevo.

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Molti ritengono, infatti, che quasi sempre le ville medioevali sarde (biddas) e quindi la maggiorparte degli attuali paesi della Sardegna abbia avuto origine dagli insediamenti rurali romani e dai lorodistretti, che nel periodo del tardo impero e del primo cristianesimo si trasformarono, attorno allachiesa, in veri e propri centri urbani. Si può presupporre quindi che anche Gergei abbia avuto una taleorigine.

I primi agglomerati urbani del territorio pare sorgessero nei pressi del Nuraghe Santu Perdu (aiconfini di ISILI) e del Nuraghe Santa Marta (a sud dell’attuale centro abitato), nelle cui vicinanzesorsero le chiese, adesso distrutte, di San Pietro e Santa Lucia da una parte e di Santa Marta e di SantaMaria Maddalena dall’altro.

I primi secoli del secondo Millennio e la Parrocchiale

L’attuale centro abitato esisteva sicuramente nei primi secoli del secondo millennio, in epocafeudale. In un’iscrizione scolpita su una pietra della facciata della Chiesa Parrocchiale si poteva,infatti, rilevare che la stessa nell’anno 1328 era già edificata.

Alcuni documenti attestano inoltre che, in quello stesso periodo, il villaggio di Gergei apparteneva aGiacomo d’Aragona, figlio di Alfonso IV re di Spagna, e che in seguito fu ceduto a Giovanni CarrozDuca di MANDAS e suo feudatario. Alcuni anni dopo, il ducato con tutti i sui territori, passarono aNicolò Carroz, figlio di Francesco, che nel marzo 1461 fu nominato dal sovrano Giovanni IId’Aragona Vicerè di SARDEGNA.

Alla morte di Nicolò, avvenuta nel 1479, il possesso del feudo passò alla figlia minore Beatrice,moglie di don Pedro Maza del Lizana, Vicerè di Sardegna dal 1477 al 1479 e quindi nel 1499 al figlioPedro Maza y Carroz che lo tenne fino alla sua morte avvenuta nel 1546.

In quello stesso periodo la parrocchia di Gergei faceva parte dell’antica Diocesi di Dolia. Quandotale Diocesi, il 2 aprile 1502, fu soppressa per bolla del Pontefice Alessandro VI, la stessa divennerettoria e passò all’Arcidiocesi di Cagliari, che, il 3 gennaio 1504, ne entrò in possesso conl’Arcivescovo Pietro Pilares.

Dopo apposito concorso, di cui esistono gli atti, la Rettoria di Gergei fu conferita, con bollaarcivescovile del 31 dicembre, al sacerdote Bernardino Melis di Mamoiada, che ne preseufficialmente possesso nei primi giorni di gennaio del 1577.

Il Seicento e Sant’Impera

In quegli stessi anni, e precisamente il 19 febbraio 1574, nasceva a GERGEI Pietro Perra, figlio diAntioco Perra e di Maria Casula, che sotto la guida spirituale del Rettore di allora Pietro Atzeni, entròa far parte dell’Ordine dei frati Mercedari assumendo il nome di Pietro Nolasco.Partito per Valenza

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per completare il corso di studi in teologia, vi rimase fino alla sua morte avvenuta, in odore di santità,il 15 giugno 1606.

Per le sue eroiche virtù e per i molti prodigi fati dopo la morte fu subito considerato Santo dai suoiconcittadini, che nel 1633, a pochi anni dalla sua morte, gli edificarono una chiesa invocandolo coltitolo di “Santu Impera”.

La santità di Pietro Nolasco volle essere evidenziata dall’Ordine Mercedario e dalle autoritàreligiose del tempo, che fecero iniziare il processo di beatificazione.

In quegli anni ressero la rettoria di GERGEI il Sacerdote Bernardino Melis (1576-1591), il TeologoAntioco Dedoni (1591-1606), il Sacerdote Nicolò Solinas (1606-1610), il Teologo Sebastiano Cartadi Sorgono (1610-1617). Questo, dopo essere stato canonico in Cagliari, fu nominato Vescovo diBosa nel 1627.

A Monsignor Carta, successe il Sacerdote Giacomo Santoro (1617-1630), che rinnovò il tetto dellachiesa parrocchiale e fece costruire l’attuale presbiterio con la sovrastante cupola.

Su istanza del Rettore Dottor Diego Dentis, parroco dal 1645 al 1660, del Sindaco e di tutta lacomunità di Gergei, nel 1652, una reliquia consistente “nell’osso di un braccio del corpo delVenerabile Pietro Nolasco” fu collocata dietro l’altare maggiore della chiesa parrocchiale.

Il XVIII e XIX Secolo

Alla fine del Seicento quando era Rettore il Sacerdote Sisinnio Delusso (1684-1700), probabilmentearrivarono a GERGEI i Padri Gesuiti; nel pulpito e nella pila d’acqua benedetta, che trovasi nellachiesetta di Santa Maria, è ancora visibile, infatti, lo stemma con la scritta I.H.S. quasi ad indicareche un tempo in quella chiesa officiavano tali religiosi.

In seguito, questi religiosi furono sostituiti dai Padri Trinitari che gestirono un ospizio attiguo allachiesa di Santa Maria per tutta la prima metà del Settecento. Tale ospizio fu soppresso con CartaReale del 14 dicembre 1767 e con Breve Pontificio del 27 Aprile 1776.

Nell’anno 1724 il Dottor Filippo Merlo di CAGLIARI, rettore di GERGEI dal 1721 al 1736, fececostruire entro la prima cappella di sinistra della parrocchiale il fonte battesimale.

Dopo il trattato di LONDRA del 1718, che poneva l’isola sotto la sovranità di Vittorio Amedeo IIdi Savoia e la costituzione del Regno di SARDEGNA (1720), il Ducato di MANDAS e quindi ancheil paese di GERGEI passò sotto la giurisdizione dei Savoia.

Il Rettore Dottor Francesco Maria Sotgiu (1748-1780), nel 1760 fece costruire al centro delpresbiterio, in sostituzione di quello ligneo, un nuovo altare maggiore in marmo intarsiato policromo.

Il bellissimo pulpito e la balaustra di marmo finemente lavorato con intarsi policromi, furono invececostruiti rispettivamente nel 1786 e nel 1805, sotto il Rettorato del Teologo Dottor Giuseppe Stanislao

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Paradiso, che resse la parrocchia dal 28 settembre 1780 al 23 maggio 1808, quando fu consacratoVescovo d’Ampurias e Tempio dall’Arcivescovo d’ORISTANO Sisternes de Oblitas.

Nel 1850 fu definitivamente abbandonato l’antico carcere di GERGEI, rinomato per sua orridezza.

Alla fine del Settecento il Municipio fece edificare, accanto alla vecchia chiesetta di Sant’Elia, unacappella per il culto di Sant’Efisio e di Santa Greca in ricordo e per ringraziamento delle vittorieriportate, il 28 aprile 1793, dai sardi contro i Francesi.

All’inizio del secolo e precisamente nell’anno 1805 nasceva a GERGEI, da umile famiglia, PietroPaolo Deidda che fu per due volte Ministro Generale dell’Ordine Ospedaliero Fatebene fratelli di SanGiovanni di Dio e allargò la cerchia degli istituti ospedalieri dell'Ordine, in Italia e all’estero, e fuamico e consigliere di Papa Pio IX.

Il successore del Dottor Paradiso fu nel 1808 il Dottor Giorgio Manurrita di Tempio, che resse laparrocchia fino al 1838, e successivamente, il 28 novembre 1839, fu consacrato Vescovo d’Ogliastradall’Arcivescovo di Cagliari Monsignor Tore.

Il 5 agosto 1829 nacque a GERGEI Monsignor Eugenio Canu, nel 1850 divenne professoreordinario di belle lettere presso il Seminario di CAGLIARI e nel 1862 fu nominato direttoredell'Ospizio Carlo Felice. Nel Concistoro del 1871 il Pontefice Pio IX lo consacrava Vescovo dellaDiocesi di Bosa.

Il periodo Sabaudo

La trasformazione del Regno di Sardegna da Stato assoluto in Stato costituzionale, determinò unprofondo cambiamento nella pubblica amministrazione.

Il rinnovamento politico e amministrativo, che il liberalismo illuminato di quegli anni avevaimposto, iniziava a dare i suoi frutti. In tutti i territori dello Stato, anche nei più periferici, arrivaronofinalmente quelle riforme che consentirono un profondo cambiamento e una crescita anche culturaledelle popolazioni.

Le prime elezioni amministrative si svolsero a GERGEI nel 1850, gli aventi diritto al voto eranosolo 40 ed elessero Sindaco il nobile Antioco Paderi che resse il Municipio fino al 1852, sostituito daLocci Capece don Diego fino al 1854.

Sulla scia di quel clima di rinnovamento, nel 1850 fu istituita, a GERGEI, la scuola primaria, apertaai soli uomini; cinque anni dopo fu istituita anche la scuola femminile. I primi maestri cheinsegnarono nelle scuole di GERGEI furono: il Notaio Giuseppe Mulas (1850-1853), il SacerdoteStefano Satta (1854-1857), Giovanni Casula (1858-1859) e Antioco Ibba; la prima maestra fu invecela Signora Clelia Milone (1855-1858).

Le lezioni si tennero, nei primi anni, in locali occasionali poi in alcune camere del Municipio, chefu acquistato il 15 luglio 1859 dalla Nobil Donna Antonia Guirisi.

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Nelle elezioni amministrative, tenutesi nel 1854, fu eletto sindaco il Notaio Antonio Manurrita, votatoda 51 grandi elettori; successivamente con le elezioni del 1858 e del 1862 il primo cittadino diGERGEI fu, per ben due volte, il nobile Paderi Guirisi Cavalier Sisinnio (gli elettori erano 56).

A seguito delle nuove disposizione d’igiene, approvate dal governo del Regno, che imponevanoche le sepolture dovessero essere effettuare in luoghi posti all’esterno del centro abitato, il 23 gennaio1862 il Municipio dotò il paese di un cimitero.

Per venire incontro alle richieste di molti concittadini e per sopperire alle passività di bilancio, nel1864, il Consiglio Comunale deliberò di cedere, a titolo oneroso, i terreni di proprietà del Comunesituati sulle falde del Monte Trempu in località “Planu” e “Santa Lucia”.

Il Teologo Antonio Giua da San Sperate, parroco dal 1848, dopo essere stato nominato Canonico eVicario Generale dell’Archidiocesi di CAGLIARI, il 15 aprile 1885, lascia libera la Rettoria diGERGEI; lo sostituì il giovane sacerdote Luigi Matta, già noto per aver scritto una splendida canzonein onore della Vergine di Bonaria.

Intanto il paese si dotava d’altri importanti servizi come un Ufficio postale di 2^ classe, che avevasotto la sua dipendenza la collettoria del Comune di Escolca” e l’Ufficio telegrafico, aperto alpubblico il 1 maggio 1889.

Il 1° giugno 1890 arrivarono a GERGEI i carabinieri; la prima caserma dell’Arma fu insediata inuna palazzina sita nella via Parrocchia (attuale via Venezia, angolo via Sassari

In quegli anni di fine secolo, nacquero a GERGEI Assunta Maria Anna Giua e Maria Teresa Atzori:due donne che hanno dato lustro al proprio paese, distinguendosi per la loro intensa attività sociale,culturale e politica.

Il 16 dicembre del 1909 fu insediato il nuovo Consiglio Comunale che elesse alla carica di Sindacoil Sig. Vacca Anedda Antonio (1909-1914). Nella successiva legislatura gli successe il Sig. GiovanniBonu che, per motivi di salute, non poté portare a termine il mandato; si dimise, infatti, il 13 giugno1917.

Intanto nel 1912 scoppiò una grande epidemia dovuta al diffondersi di una terribile malattia infettivache fece numerose vittime anche a GERGEI, colpendo soprattutto i bambini e gli anziani.

La situazione igienico-sanitaria del paese era in quel periodo molto precaria a causa soprattuttodella scarsa disponibilità di acqua potabile dovuta alla inesistenza di un acquedotto.

Il 1913 è tristemente ricordato per la grande siccità che colpì l’intera isola; l’evento calamitosodeterminò la distruzione completa dei raccolti e, nei paesi come il nostro a prevalente economiaagricola, provocò miseria e carestia.

Il 24 maggio 1915 l’ITALIA entrò in guerra contro l’AUSTRIA-UNGHERIA: ebbe inizio la primagrande guerra mondiale, che per oltre tre anni seminò morte e distruzione, provocando disaggi,miseria, dolore e lutti.

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Durante il periodo della guerra e più precisamente nel 1918, una grande epidemie influenzale, la“spagnola”, fecce numerose vittime anche in paese colpendo soprattutto i più deboli. Si racconta che,per evitare il contagio e combattere l’epidemia, i malati gravi fossero portati nell’obitorio del cimiteroe tenuti rinchiusi in quel piccolo ambiente fino al sopraggiungere della morte o, molto più raramente,della guarigione.

Finalmente, il 4 novembre del 1918, dopo la disfatta dell’esercito asburgico nella battaglia diVittorio Veneto e la conquista di TRENTO e TRIESTE da parte dei soldati italiani, avvenuta ancheper merito della Brigata SASSARI nella quale avevano combattuto i giovani del nostro paese, arrivòla vittoria e la pace.

Anche GERGEI contribuì, con i suoi eroici soldati a quella storica vittoria, ma anche GERGEI ebbei suoi giovani morti, i suoi eroi.

Nei primi anni del dopoguerra si avvertì l’esigenza di migliorare le condizioni di vita dellapopolazione programmando l’istituzione di importanti servizi.

Intanto anche a GERGEI gli influssi della nuova politica nazionale si facevano sentire e ilmovimento fascista trovava molti simpatizzanti, tra la classe dirigente e la popolazione. La carica diSindaco fu sostituita con quella di Podestà, per primo a ricoprire tale carica fù Antioco Zedda, uncommissario prefettizio, che si insediò il 14 dicembre 1926.

La propaganda che il regime fascista faceva attraverso la stampa, la radio e la scuola arrivò benpresto anche nei piccoli centri agricoli come GERGEI, dove fece presa, in particolar modo,l’iniziativa della “battaglia del grano”, lanciata nel 1925 per rendere l’ITALIA autosufficiente nellaproduzione dell’importante cereale.

Nella metà degli anni “30” la propaganda, ma soprattutto la mancanza di lavoro e la miseria,convinsero alcuni giovani ad arruolarsi volontari e a partire per l’Africa Orientale, dove combatteronoper la conquista dell’Etiopia.

In quel periodo furono realizzate in paese alcune importanti opere, che in qualche modomigliorarono le condizioni di vita degli abitanti. Prelevando l’acqua da alcune sorgenti del Sarcidano,nel 1935, fu costruita una condotta che portava l’acqua potabile fino all’ingresso del paese, dove fusistemata una unica fontanella.

Quasi nello stesso periodo, Beniamino Lobina, un imprenditore di ORROLI che, in concorrenzacon la più nota Società Elettrica Sarda, si occupava della costruzione d’impianti d’adduzione edistribuzione dell’energia elettrica prodotta dalla centrale idroelettrica del Tirso, realizzò unelettrodotto, la cabina di trasformazione e le linee aeree di distribuzione in rame nudo.

Alla fine del 1935, le prime case di GERGEI poterono utilizzare l’energia elettrica perl’illuminazione notturna.

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale e i primi bombardamenti su CAGLIARI, moltefamiglie cagliaritane si trasferirono in paese, facendone raddoppiare la popolazione.

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La convivenza dei Gergeesi e gli “sfollati” fu abbastanza tranquilla, subito tra i giovanis’installarono rapporti di simpatia e amicizia.

Con la fine della guerra molti giovani soldati, dopo anni di sacrifici e qualche volta di dura prigionia,incominciarono a far ritorno in paese.

Anche a GERGEI ritornava la democrazia e con essa la possibilità per i cittadini di eleggereliberamente i propri rappresentanti.

Il 17 marzo del 1946 si tennero le prime elezioni amministrative comunali, due liste si contesero ilmunicipio, la vittoria fu ottenuta da una lista civica di sinistra, appoggiata dall’ex Podestà, che elessealla carica di Sindaco un giovane: il sardista Giorgio Manduco.

Immagini

Chiesa di SAN VITO

Piazza Pierino OLLANU