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GEOLOGO MARCO MARCATO SCHEMA FOGNARIO DEPURATIVO PULA n° 326 DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE. VERIFICA DI AMMISSIBILITA’ ALLA VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE. STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE 1 STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE RELAZIONE SUGLI EFFETTI AMBIENTALI 1. PREMESSA. Il presente studio preliminare ambientale si riferisce alla verifica d’assoggettabilità alla valutazione d’impatto ambientale del progetto d’ampliamento del sistema fognario-depurativo del territorio comunale di Pula (centro abitato e fascia costiera) con particolare riferimento alla seguente normativa: Decreto Legislativo n. 4 del 16/01/2008 – Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 Aprile 2006 n. 152, recante norme in materia ambientale; Delibera Giunta Regionale n. 24/23 del 23/04/2008 – Allegato B delle direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica. Con riferimento all’allegato B1 della Delibera Regionale citata, l’intervento in oggetto s’inserisce al punto 7. Progetti di infrastrutture, lettera t) Impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiori a 10.000 abitanti equivalenti. Lo studio ambientale comprende e/o fa riferimento ad aspetti tecnico-amministrativi previsti ed illustrati nel dettaglio nel progetto preliminare. Alla presente relazione sugli effetti ambientali fanno parte integrante gli elaborati grafici allegati che costituiscono parte integrante del presente lavoro.

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GEOLOGO MARCO MARCATO

SCHEMA FOGNARIO DEPURATIVO PULA n° 326 DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE.

VERIFICA DI AMMISSIBILITA’ ALLA VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE.

STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

1

STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

RELAZIONE SUGLI EFFETTI AMBIENTALI

1. PREMESSA.

Il presente studio preliminare ambientale si riferisce alla verifica d’assoggettabilità alla valutazione d’impatto ambientale del progetto d’ampliamento del sistema fognario-depurativo del territorio comunale di Pula (centro abitato e fascia costiera) con particolare riferimento alla seguente normativa:

• Decreto Legislativo n. 4 del 16/01/2008 – Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 Aprile 2006 n. 152, recante norme in materia ambientale;

• Delibera Giunta Regionale n. 24/23 del 23/04/2008 – Allegato B delle direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica.

Con riferimento all’allegato B1 della Delibera Regionale citata, l’intervento in oggetto s’inserisce al punto 7. Progetti di infrastrutture, lettera t) Impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiori a 10.000 abitanti equivalenti. Lo studio ambientale comprende e/o fa riferimento ad aspetti tecnico-amministrativi previsti ed illustrati nel dettaglio nel progetto preliminare. Alla presente relazione sugli effetti ambientali fanno parte integrante gli elaborati grafici allegati che costituiscono parte integrante del presente lavoro.

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1.1 DEFINIZIONE DEL MOMENTO ZERO. Allo stato attuale il sistema fognario-depurativo del territorio comunale di Pula (centro abitato e fascia costiera) è realizzato solo in parte in quanto risulta servito solo il centro abitato. Tutte le zone limitrofe al centro abitato di Pula, caratterizzate dalla presenza di un gran numero di case sparse e di piccoli condomini occupati tutto l’anno, parte della zona costiera, caratterizzata dalla presenza di numerosi insediamenti turistici di tipo residenziale e ricettivo, sono invece in alcuni casi del tutto privi di qualunque sistema razionale di collettamento ed affidate a sistemi di smaltimento estemporanei e puntuali, per lo più esclusi o vietati dalle attuali norme di settore, in alcuni altri casi invece dispongono di piccoli impianti di trattamento a carattere stagionale di scarsa affidabilità. L’unica eccezione è rappresentata dall’insediamento del Forte Village che invece risulta essere dotato di sistemi razionali ed efficienti di collettamento e depurazione dei reflui. L’impianto di depurazione esistente a servizio del centro abitato è caratterizzato da una capacità e da una filiera di trattamento non sufficiente a garantire lo scarico nel rispetto dei limiti imposti dalle norme sia per le caratteristiche dimensionali delle singole sezioni sia per la tipologia del trattamento attualmente presente. In particolare ciò si evidenzia in tutta la sua gravità nel periodo estivo con l’aumento esponenziale della popolazione a seguito dell’afflusso turistico. Si può affermare che pertanto si rende necessario e urgente l’esecuzione del progetto di ampliamento del sistema fognario-depurativo con conseguente risanamento igienico del territorio comunale di Pula (centro abitato e fascia costiera) al fine di consentire il collegamento ad impianto di depurazione di zone attualmente non servite o fornite in modo non idoneo e l’adeguamento dell’impianto ai nuovi parametri dimensionali e di regolare trattamento.

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1.2 INDICAZIONE DELL’AMBITO TERRITORIALE INTERESSATO. Il territorio Comunale di Pula si affaccia sulla costa meridionale della Sardegna, confinante ad Ovest con il Comune di Domus De Maria e ad est con il Comune di Villa San Pietro, risulta avere forma triangolare con vertice coincidente con l’incrocio dei confini di Villa San Pietro e Domus De Maria. Il centro abitato è localizzato nella parte sud est del territorio, e si attesta sul versante occidentale del Rio Mannu, sul versante orientale del corso d’acqua, sono presenti ulteriori zone di espansione residenziale. Percorrendo il Rio Mannu verso Sud, sempre sul suo versante occidentale, si attesta un’area avente destinazione di zona “ Servizi G”, in cui risultano inglobate porzioni di zona agricola. La zona “F” turistica, si estende con una fascia continua su tutto il versante sud della costa, a partire da Punta Santa Vittoria fino alla località Pinus Village, oltre la quale, la fascia costiera è di pertinenza del Comune di Domus De Maria. Lungo l’asse sud est-nord ovest, in posizione centrale è individuata la zona F turistica di Is Molas, a ridosso della quale, espandendosi linearmente verso ovest, è presente la zona “G2” del Parco Scientifico e Tecnologico. La restante quota parte del territorio, risulta avere destinazione agricola. La determinazione della popolazione da assumere alla base del dimensionamento dello schema fognario-depurativo del Comune di Pula è stata condotta confrontando i dati forniti dal Piano Regolatore Generale degli Acquedotti aggiornato al 2006, i dati forniti dallo studio CRENOS (Centro Ricerche Economiche Nord Sud) ed i dati desunti dalla pianificazione urbanistica Comunale. Dal confronto dei dati desunti dalle tre fonti su elencate è stato possibile operare una scelta sui dati da assumere a base dei dimensionamenti dl progetto. In sintesi i dati da prendere a base dei dimensionamenti dello schema fognario e di quello depurativo sono i seguenti:

Schema depurativo Orizzonte Temporale

2021

Schema fognario Orizzonte Temporale

2031

Residenti 8.318 8.727

Fluttuanti 26.186 27.586

Equivalenti 365 365

Totale 34.869 36.678

Il valore degli abitanti equivalenti, pari a 365, è stato dedotto dal Piano d’Ambito della Regione Sardegna, i dati contenuti nel vigente P.d.F e nel PUC in fase di redazione non forniscono, circa la popolazione equivalente industriale, informazioni sufficienti che consentono di effettuare una verifica incrociata per valutare l’esattezza della stima del Piano. Le conoscenze acquisite sul campo evidenziano di contro che l'attività industriale nella zona è limitata e che non vi sono tendenze di sviluppo significativo nel medio periodo, che possano costituire un polo di attrazione rilevante ai fini dell'insediamento della popolazione equivalente industriale. Per questo motivo si ritiene che il dato in questione fornito dal Piano d’Ambito, peraltro di peso trascurabile rispetto al resto della popolazione residente e turistica, sia utilizzabile ai fini dei dimensionamenti.

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2. IPOTESI PROGETTUALI ESAMINATE E SOLUZIONE SCELTA.

La scelta progettuale è stata condotta seguendo la seguente metodologia:

- si è determinato l'insieme delle opere necessarie a consentire il completo risanamento igienico del Comune di Pula e del relativo comprensorio comunale, costituito in prevalenza, per quanto concerne le esigenze depurative, dal litorale compreso fra lo sbocco del rio di Pula e la zona di Pinus Village;

- si sono individuate le soluzioni più idonee che, nel limite del finanziamento disponibile, massimizzassero la quantità dei reflui trattati dall'impianto di depurazione, con particolare riguardo a quelle situazioni che allo stato attuale si configurano come emergenze dal punto di vista igienico ed ambientale (in particolare l'abitato del Comune di Pula).

Nell'esame delle varie possibili ipotesi progettuali si è comunque partiti da un punto fisso rappresentato dalla realizzazione di un unico impianto di trattamento centralizzato su cui far confluire sia i reflui prodotti dal centro abitato di Pula che quelli prodotti dai vari insediamenti presenti nel territorio comunale, come detto in prevalenza a carattere turistico e dislocati nella fascia costiera. Questa scelta iniziale è dettata dalle ormai consolidate preferenze tecniche sugli impianti a funzionamento non stagionale e di media grande dimensione, peraltro recepite dalla pianificazione Regionale di settore che appunto prevede, nel caso in esame, la realizzazione di un unico schema consortile. In particolare il Piano d'Ambito, che come noto è lo strumento con cui la Regione Sardegna ha dato gli indirizzi di base per l'individuazione della tipologia degli impianti di trattamento, delle opere di collettamento connesse e dei corpi idrici per il recapito finale dei reflui depurati, ha individuato per la zona in esame un apposito schema fognario-depurativo, denominato "Pula n. 326".

In particolare per questo schema la scheda informativa del Piano d'Ambito afferma:

• Lo schema in discorso, totalmente da realizzarsi, sarà al servizio dell'abitato di Pula e delle località di S. Margherita di Pula, Forte Village, Is Molas e Nora.

• L'utenza turistica costituisce pertanto quella prevalente.

• Il funzionamento idraulico dei collettori avviene in parte a gravità ed in parte tramite sollevamento.

• Nella rete sono previsti n°3 impianti di sollevamento.

Sulla base di queste premesse sono state poi individuate alcune possibili alternative sui tre principali aspetti del progetto:

1. La localizzazione del nuovo impianto depurazione; 2. Lo scarico dei reflui depurati;

3. Il tracciato dei collettori fognari.

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2.1 LOCALIZZAZIONE DEL NUOVO IMPIANTO – ALTERNATIVE PROGETTUALI –

Le alternative progettuali di localizzazione del nuovo impianto di depurazione prese in esame sono state le seguenti:

- ampliamento dell’attuale impianto di depurazione esistente; - spostamento dell’impianto fuori dal centro abitato in località “Salamone”; - spostamento dell’impianto fuori dal centro abitato in località “Su Squiddaxiu”.

La soluzione progettuale prescelta è stata la terza, i motivi di tale scelta sono illustrati dettagliatamente di seguito.

2.1.1 AMPLIAMENTO DELL’ATTUALE IMPIANTO DI DEPURAZION ESISTENTE;

Per quanto concerne questa prima alternativa di localizzazione esaminata, il primo principale problema da segnalare è l’assoluta insufficienza di spazi all’interno del sito su cui è localizzato l’attuale impianto, pertanto l’eventuale ampliamento dello stesso comporterebbe necessariamente l’acquisizione tramite esproprio delle zone limitrofe all’attuale impianto, la qual cosa non sarebbe di per se un problema se non fosse che in questo modo si andrebbe ulteriormente ad avvicinarsi alle zone residenziali limitrofe, ormai completamente urbanizzate ed edificate. Un altro aspetto importante del problema è quello che, realizzando l’impianto all’interno del centro abitato, lo stesso dovrebbe accogliere tutti i reflui prodotti dagli insediamenti extraurbani e dalla fascia costiera del Comune. Pertanto in tal modo i reflui dovrebbero transitare, tramite grossi collettori fognari in pressione, all’interno del perimetro urbano aumentando i rischi sanitari in caso di disservizi o guasti che provocassero, anche limitatamente nel tempo, fuoriuscite di liquami.

I colloqui avuti con l’Amministrazione Comunale e gli incontri che la stessa Amministrazione ha promosso con la popolazione hanno evidenziato lo scarso favore di questi soggetti verso una soluzione che preveda anche solo di mantenere all’interno del centro abitato le attuali attività di trattamento dei reflui fognari che causano numerosi disagi legati soprattutto alla diffusione di cattivi odori, ed addirittura un’assoluta opposizione e contrarietà all’ipotesi di far affluire anche le altre portate reflue extraurbane all’interno dell’abitato.

2.1.2 SPOSTAMENTO DELL’IMPIANTO IN LOCALITA’ “SALAMONE”;

Questa soluzione è stata proposta in una prima fase dall’Amministrazione Comunale, principalmente per il fatto che il lotto in esame è già di proprietà dell’Amministrazione e pertanto non necessiterebbe di procedura di esproprio. Questo aspetto non rappresenta però un vantaggio in termini di risparmio di tempo per la realizzazione degli interventi nel loro complesso, in quanto per la realizzazione dei collettori fognari si renderà comunque necessario intraprendere una procedura espropriativa, pertanto i tempi tecnici necessari per il completamento di procedure espropriative saranno in ogni caso impiegati. La soluzione in esame parrebbe rappresentare un vantaggio economico immediato, peraltro marginale, per la mancata necessità di indennizzare il proprietario dell’area, ma in realtà anche sotto l’aspetto meramente economico la soluzione in esame non è conveniente.

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Infatti la stessa comporterebbe ingenti costi sia di realizzazione della lunghissima condotta premente che dovrebbe far confluire i liquami nel sito ipotizzato, sia di realizzazione delle stazioni di rilancio. Infatti si pensi che l’alto dislivello geodetico esistente tra l’abitato di Pula e il sito ipotizzato e la grande distanza fanno si che le perdite di carico totali assommino a circa 100 m, rendendo necessario addirittura la realizzazione di un’ulteriore stazioni di rilancio a metà percorso. Questo stesso ragionamento esteso poi alla fase di gestione delle infrastrutture comporterebbe ingenti costi energetici per vincere le alte prevalenze citate e ingenti costi di manutenzione delle stazioni di pompaggio ad elevata potenza necessarie.

2.1.3 SPOSTAMENTO DELL’IMPIANTO IN LOCALITA “ SU SQUIDDAXIU”

La presente alternativa di posizionamento del nuovo impianto di depurazione delle acque reflue depurate rappresenta sicuramente la soluzione preferibile tra quelle esaminate e rappresenta il sito individuato nel proposto schema fognario depurativo di cui al presente lavoro. La presente alternativa rappresenta un giusto compromesso tra la necessità di spostare le attività di depurazione all’esterno del perimetro urbano e la necessità di limitare i costi di realizzazione e di gestione dei collettori, soprattutto in termini di consumi energetici, che comporta inevitabilmente ogni soluzione che preveda di allontanare i reflui dalle zone pianeggianti abitate spostandosi verso zone agricole a quote più elevate. La soluzione prescelta prevede dunque la realizzazione di un impianto di depurazione nella zona a monte dell’abitato di Pula, in località Su Squiddaxiu, dimensionato per consentire, nella sua configurazione completa, il trattamento dei reflui prodotti da una popolazione pari a circa 34.000 abitanti come illustrato in precedenza. La quota altimetrica del sito prescelto è pari a circa 30 m s.l.m., quindi di gran lunga inferiore alla quota relativa al sito di cui all’Alternativa descritta al precedente paragrafo, che si trova a circa 84 m di quota sul livello del mare. Il sito in esame si trova in zona agricola, l’area circostante è caratterizzata da uno scarso numero di residenze rurali e di immobili produttivi sempre a carattere agricolo, quali serre e magazzini distanti oltre 100 metri dall’area.

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2.2 LOCALIZZAZIONE DELLA CONDOTTA DI SCARICO ALTERNATIVE PROGETTUALI

Le alternative progettuali di localizzazione della condotta di scarico esaminate nel presente progetto preliminare sono state le seguenti:

- scarico sul rio s’Orecanu; - scarico sul Rio di Pula in prossimità del ponte sulla S.S. 195; - scarico sul Rio di Pula in corrispondenza dello scarico fognario esistente.

La soluzione progettuale prescelta è stata la terza, i motivi di tale scelta vengono dettagliati nel seguito.

2.2.1 SCARICO SUL RIO S’ORECANU.

La presente ipotesi rappresenta la soluzione più semplice in quanto il Rio s’Orecanu è il compluvio planimetricamente più vicino al sito prescelto per la realizzazione del nuovo impianto. Il Rio s’Orecanu dopo aver percorso un tratto di circa 3 km confluisce a mare tramite la peschiera di Nora, zona sensibile e con un delicato equilibrio ambientale ed idrico che rischierebbe di essere alterato dall’arrivo di 160 litri al secondo nel primo lotto di interventi e di circa 350 litri al secondo nella configurazione finale dello schema fognario. In particolare, in considerazione delle caratteristiche climatiche e della modesta superficie idrografica, nel periodo estivo gli apporti idrici pluviali si annullano, per cui la portata del Rio s’Orecanu che arriverebbe alla zona stagnale sarebbe esclusivamente quella dell’impianto rappresentata dalle acque depurate come rappresentato nella Tavola 20 allegata. E’ evidente che un possibile malfunzionamento, anche momentaneo, dell’impianto, non potendo contare su alcun effetto di diluizione, rischierebbe di generare impatti negativi sui delicati equilibri di una zona stagnale a possibile utilizzo produttivo. Gli incontri avuti con l’Amministrazione Comunale e le riunioni che la stessa ha promosso con la popolazione hanno evidenziato tale criticità ponendo una netta opposizione verso questa ipotesi.

2.2.2 SCARICO SUL RIO DI PULA IN CORRISPONDENZA DEL PONTE SULLA

S.S. 195.

La seconda alternativa esaminata è rappresentata dalla realizzazione di una condotta di scarico della lunghezza di 1975 metri che convogli i reflui depurati sul Rio di Pula in corrispondenza del ponte sulla S.S.. n. 195. Rispetto all’alternativa precedente una prima importante differenza è rappresentata dalle dimensioni del bacino imbrifero del Rio di Pula, molto più esteso rispetto a quello del Rio s’Orecanu, che dunque può garantire un maggior effetto di diluizione delle acque depurate (Tavola 20 allegata). Il problema principale di questa seconda soluzione è però la localizzazione del punto di scarico ipotizzato.

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Infatti nelle immediate vicinanze dello stesso, precisamente a poche decine di metri a valle del ponte sulla S.S. 195 si trovano tre pozzi di attingimento d’acqua di cui uno collegato all’impianto di potabilizzazione di Pula. Altro problema riscontrato durante l’esame di questa alternativa con i soggetti pubblici e privati coinvolti è rappresentato dal fatto che le acque depurate, una volta scaricate sul Rio di Pula, percorrerebbero l’alveo del Rio stesso, prima di confluire al mare, lungo il tratto urbano dello stesso. Questi fatti su esposti sconsigliano l’adozione di questa soluzione.

2.2.3 SCARICO SUL RIO DI PULA IN CORRISPONDENZA DEL PUNTO DI

SCARICO ATTUALE.

La presente alternativa di posizionamento del punto di scarico delle acque reflue depurate rappresenta sicuramente la soluzione preferibile tra quelle esaminate ed è stata scelta tra quelle possibili per i motivi che vengono di seguito descritti. Come indicato nel paragrafo precedente, lo scarico su un tratto fluviale avente un bacino imbrifero di consistenti dimensioni come il Rio di Pula, consente di sfruttare le capacità di diluizione dello stesso per un lungo periodo, in quanto un certo scorrimento idrico è presente tutto l’anno pur con una portata minima nella stagione secca (Tavola 20 allegata). Inoltre la posizione dello scarico in corrispondenza del punto in cui allo stato attuale confluiscono i reflui dell’abitato di Pula, si troverebbe a valle idraulica delle zone abitate del Comune e pertanto le acque depurate confluirebbero a mare senza percorrere zone con insediamenti vicini né con possibili prelievi di acque dalla falda per usi civili come invece avveniva nella precedente alternativa esaminata. L’adozione di questa alternativa prevede quindi di portare le acque di scarico dal nuovo impianto di depurazione allo stesso punto in cui attualmente confluiscono le acque in uscita dall’impianto esistente. Nei paragrafi successivi sarà trattato nel dettaglio la non interferenza con aree vincolate.

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3. DESCRIZIONE DI SINTESI DELL’INTERVENTO PROGETTUALE.

Le opere facenti parte dello schema fognario-depurativo n. 326 del Comune di Pula ed oggetto del presente studio preliminare ambientale, sono state divise in opere di 1° Lotto ed in opere di configurazione finale in relazione alle diverse fasi operative ed ai finanziamenti disponibili. La descrizione generale delle opere e dello schema di trattamento è illustrato nel dettaglio nel progetto preliminare del depuratore e nel progetto definitivo dei collettori allegati che costituiscono parte integrante del presente studio ambientale.

3.1 IMPIANTO DI DEPURAZIONE. Lo schema di trattamento adottato per la realizzazione dell’impianto di depurazione prevede che i liquami in uscita dall'impianto rispettino i limiti imposti dal decreto legislativo n° 152/2006. Il progetto comprende tutte le opere civili ed elettromeccaniche connesse al ciclo depurativo nonché le opere complementari di finitura e controllo per fornire all’Amministrazione Appaltante ed all’Ente gestore un impianto completo e funzionante in grado di garantire l’efficienza depurativa di legge. Nel presente progetto si è adottata la scelta di una tipologia di impianto, del tipo a fanghi attivi, ormai largamente utilizzata e dimostratasi di gran lunga la più affidabile. Questo tipo di trattamento proposto offre ottime garanzie di continuità di funzionamento ed inoltre è caratterizzato da bassi costi di conduzione e gestione e rispecchia, come schema di flusso, le direttive della normativa di settore e della pianificazione della Regione Sardegna. Le sezioni di trattamento che compongono l’impianto consentono di garantire uno scarico poco impattante sul recapito finale con un refluo depurato in uscita che rispetti la Tab. 1 dell’Allegato 5 Parte Terza del D.Lgs. 163/06, inoltre è in grado di uniformarsi ai limiti sui nutrienti di cui alla Tab. 2 per le aree sensibili. Nel dimensionamento del processo, data la valenza ambientale della zona, si è comunque predisposta una fase di predenitrificazione per un compiuto controllo anche della componente di Nitrati presenti allo scarico.

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3.2 GIUDIZIO DI COMPATIBILITA’ URBANISTICA.

Attualmente, lo strumento di pianificazione del territorio comunale di Pula in vigenza, è il Programma di Fabbricazione redatto dal tecnico Architetto Augusto Garau, adottato definitivamente con Del. C.C. N. 19 del 26/05/1989. Nel corso della vigenza, al fine di rispondere alle esigenze del territorio, sono state adottate alcune varianti al piano di seguito riportate: 1. Del. C.C. N. 94 DEL 04/12/1992: Variante grafico normativa Numero 01 Stato: Verifica di coerenza positiva Oggetto: Parco Scientifico e Tecnologico, da Zona Omogenea E a Zona Omogenea G 2. Del. C.C. N. 47 del 13/05/1996 Variante alle N.T.A Numero 02 Stato: Vigente Oggetto: art. 9: Zona Omogenea E 3. Del. C.C. N. 3 del 05/02/2003 Variante grafico normativa Numero 03 Verifica di coerenza positiva: Determ. Dir. Gen. N. 168/DG del 28/04/2003 Stato: Vigente Oggetto: Variante al PDF relativamente alla fascia del primo tratto di Viale Nora zona omogenea A finalizzato alla riclassificazione in zona omogenea B Si è a conoscenza di altre tre varianti al piano di Fabbricazione, riguardanti modifiche delle zone omogenee delle quali, attualmente, non si dispone di estremi di riferimento. Si descrivono in estrema sintesi le caratteristiche, chiaramente rilevabili dalla cartografia del Programma di Fabbricazione: Il centro abitato, classificato nelle zone omogenee “A, B e C”, è localizzato nella parte sud est del territorio, e si attesta sul versante occidentale del Rio Mannu, sul versante orientale del corso d’acqua, sono presenti ulteriori zone di espansione residenziale. Percorrendo il Rio Mannu verso Sud, sempre sul suo versante occidentale, si attesta un’area avente destinazione di zona “G”, in cui risultano inglobate porzioni di zona agricola. La zona “F” turistica, si estende con una fascia continua su tutto il versante sud della costa, a partire da Punta Santa Vittoria fino alla località Pinus Villane. Lungo l’asse sud est-nord ovest, in posizione centrale è individuata la zona F turistica di Is Molas; a ridosso della quale, espandendosi linearmente verso ovest, è presente la zona “G2” del Parco Scientifico e Tecnologico. La restante quota parte del territorio, risulta avere destinazione agricola. Il Comune di Pula ha in corso la redazione del Piano Urbanistico Comunale, la stesura del Piano, oltre a rappresentare un’urgenza per il territorio, richiede la redazione in conformità ai contenuti del recente Piano Paesaggistico Regionale. Le intenzioni dell’Amministrazione Comunale di Pula, recepite nello Strumento in corso di redazione, sono quelle di mantenere l’impianto originario del Programma di Fabbricazione.

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Come riferito in precedenza, lo schema fognario depurativo in progetto è stato concordato con l’Amministrazione Comunale di Pula, in quanto le opere in programma possono essere realizzate in quanto compatibili con tutte le condizioni al contorno. L’area dell’impianto è individuata catastalmente nel F° 21 map 10/p e 11/p come individuato nella Tavola 3 allegata, di proprietà privata si procederà alla procedura di esproprio per pubblica utilità, in fase successiva si procederà al preciso frazionamento dell’area. Le opere in progetto rientrano nelle seguente zonizzazione urbanistica:

� Nuovo impianto di depurazione - E1 zona agricola - � Impianto di sollevamento - S1 (attuale impianto di depurazione) zona servizi G - � Impianto di sollevamento S2 - E1 zona agricola - � Impianto di sollevamento S3 - E1 zona agricola - � Impianto di sollevamento S7 - F2 zona turistica -

Successivamente, entro il termine di 12 mesi, il Comune di Pula dovrà procedere all’adeguamento del proprio strumento urbanistico necessario ad includere tali superfici in zona G. 3.3 AREE OCCUPATE DURANTE LA FASE DI COSTRUZIONE ED ESERCIZIO.

L’area che sarà interessata dal nuovo impianto di depurazione è di mq 14.970, gli impianti di sollevamento occuperanno le seguenti superfici:

� Sollevamento S1: 452 mq (sensibile riduzione di superficie rispetto all’area impegnata dal depuratore esistente);

� Sollevamento S2: 482 mq � Sollevamento S3: 756 mq � Sollevamento S7: 285 mq

Durante i lavori il cantiere sarà posizionato in corrispondenza dell’area del nuovo impianto di depurazione, in generale si avrà cura di occupare in fase di esecuzione delle opere solamente l’area pertinente di progetto. Gli spazi destinati allo stoccaggio del materiale movimentato ed alla viabilità di cantiere saranno contenuti al minimo indispensabile. Gli ingombri delle strade di servizio a fine lavori saranno ugualmente ridotti al minimo necessario e si avrà cura di garantire la normale viabilità già esistente.

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3.4 ARTICOLAZIONE DELL’INTERVENTO IN LOTTI.

L’intervento in esame consiste nella realizzazione del depuratore centralizzato a servizio dell’abitato d Pula e, in quanto primo Lotto, di una quota delle utenze, prevalentemente turistiche, del litorale di tale Comune .

Il lotto di cui al presente appalto si propone di realizzare il trattamento dei reflui provenienti dall’abitato di Pula, comprese le località che attualmente conferiscono nella rete fognaria urbana del capoluogo, nonché delle utenze turistiche che saranno convogliate con il primo lotto delle opere di collettamento, da appaltarsi separatamente sulla base di un contestuale progetto definitivo il cui tracciato si estenderà fino a servire le strutture alberghiere ed i camping in località Cala d’Ostia, nonché la borgata S. Margherita .

L’impianto in argomento si inserisce pertanto in un primo Lotto funzionale dello Schema fognario depurativo a n° 326 del PRRA / PTA.

Lo schema completo accorpa il servizio del capoluogo e degli insediamenti prevalentemente turistici litoranei in Comune di Pula, fino al confine con il Comune di Domus De Maria in corrispondenza del Km 42 della SS195 .

Gli obiettivi dell’intervento sono il raggiungimento di un livello di trattamento conforme al DLGS 152/2006, che rivestono particolare importanza considerando la natura di pregio e la vocazione turistica degli ambiti interessati .

Presupposto per l’inserimento degli insediamenti nel primo Lotto è stata l’esistenza di una rete interna di raccolta ad un unico punto di prelievo

Il finanziamento dell’intervento di realizzazione del nuovo impianto è stato disposto a valere sui fondi POT 2005-2007, annualità 2005, per complessivi € 9.800.000,00 nell’annualità 2005 ( ID 2005-1099) per la realizzazione del primo lotto dei collettori e del primo lotto del depuratore centralizzato in argomento, nella Tavola 1b è rappresentata la situazione futura del progetto generale con impianti di sollevamento di pari tipologia costruttiva localizzati in aree urbanisticamente già destinate a servizi. 3.5 UTILIZZAZIONE DI RISORSE NATURALI.

Non è previsto l’uso d’ingenti risorse naturali, l’acqua necessaria per i lavori o l’esercizio dell’impianto sarà prelevata dalla condotta comunale e/o dai reflui depurati, il consumo di suolo destinato all’uso agricolo può essere quantificato in circa 15.000 mq ma di qualità e capacità d’uso limitata come sarà illustrato successivamente. La terra di scavo sarà riutilizzata in parte per il riempimento della zona di ampliamento mentre la rimanente sarà riutilizzata per la bonifica e/o riempimento di aree in concerto con gli Enti competenti, sarà ridotto al minimo lo smaltimento di rifiuti di scavo in discariche controllate.

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4. VINCOLISTICA E LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO.

Fornisce gli elementi necessari per la localizzazione del progetto nell’ambito della pianificazione e programmazione territoriale, a tal fine sono stati esaminati i vincoli presenti nel territorio al fine di poter esprimere il giudizio di compatibilità ambientale dell’opera in progetto.

4.1 QUADRO DEI VINCOLI PRESENTI.

I vincoli e la programmazione territoriale rilevata nel territorio sono i seguenti con riferimento alla tavola corrispondente all’elaborato grafico allegato:

� Tavola 10: stralcio del piano paesaggistico regionale ambito n. 2 Nora tav. 566 III con ubicazione dell’intervento in progetto.

� Tavola 11: planimetria con ubicazione dei siti limitrofi beni identitari di valenza archeologico-storico-culturale cui alla D.G.R. n. 23/14 del 16.4.2000. scala 1:10.000.

� Tavola 12: stralcio del piano urbanistico del comune di Pula con ubicazione dell’intervento. � Tavola 13: stralcio del Pai sub-bacino flumendosa-campidano-cixerri carta delle aree

inondabili con ubicazione dell’area d’intervento. � Tavola 14: stralcio del Pai sub-bacino Flumendosa-Campidano-Cixerri carta delle aree a

rischio piena con ubicazione dell’area d’intervento. � Tavola 15: stralcio dell’area sic itb041105 “Foresta di Monte Arcosu” con ubicazione

dell’intervento. � Tavola 16: stralcio dell’area sic itb042207 “Canale di Longufresu” con ubicazione

dell’intervento. � Tavola 17: stralcio dell’area sic itb042216 “Sa Tanca e Sa mura – Foxi Durci - ” con

ubicazione dell’intervento. � Tavola 18: proposta DDL del parco naturale regionale delle foreste di Gutturru Mannu

(DGR n. 54/21 del 21.11.2005). � Tavola 19: planimetria nuovo impianto di depurazione con fascia di rispetto di 100 metri –

deliberazione C.I.T.A.I. 04/02/1977. Scala 1:5.000. � Tavola 20: Bacino idrografico del Rio Pula ed adiacenti con interventi in progetto. Scala 1:100.000.

4.2 RELAZIONE TRA L’OPERA E GLI ATTI DI PIANIFICAZIONE E

PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE.

Piano di Assetto Idrogeologico - Perimetrazione aree a rischio idraulico e geomorfologico e relative misure di salvaguardia (L. 267/1998)

Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), redatto ai sensi del comma 6 ter dell'art. 17 della legge 18 maggio 1989 n. 183 e successive modificazioni, adottato con Delibera di Adozione della Giunta Regionale n. 2246 del 21.07.2003, contiene le attività:

� Individuazione e perimetrazione delle aree a rischio idraulico e geomorfologico, nel rispetto delle indicazioni di cui al D.Lgs 180/98 convertito con L. 267 del 30.08.1998 e D.P.C.M. del 29.09.1998;

� Indicazione delle misure di salvaguardia da adottare nelle diverse aree a rischio individuate e perimetrale, peculiarizzando quelle caratterizzate da particolari situazioni di rischio.

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L’intervento in progetto non rientra in aree delimitate a rischio, non interferisce con esso e con gli indirizzi della normativa vigente in materia. Piano Paesaggistico regionale

La L.R. n. 45/89 individua il primo strumento di pianificazione paesistica sarda: il Piano Territoriale Paesistico. In seguito all'individuazione di questo strumento il territorio costiero venne suddiviso in 14 ambiti per i quali i rispettivi PTP vennero approvati in data 3-6 agosto 1993. Alla fase di attuazione dei PTP è succeduta una situazione di precarietà e di incertezza nel quadro pianificatorio regionale conseguente l'annullamento di 13 su 14 PTP ad eccezione di quello del Sinis. Il processo di crisi normativa ha avuto inizio nel a 1998 dopo l'annullamento di 7 PTP su 14 ad opera dei decreti del Presidente della Repubblica per vizi interni agli strumenti di pianificazione; il processo si è poi concluso in data 6 ottobre 2003 attraverso l'annullamento di altri 6 PTP con sentenza del TAR Sardegna. . La situazione di "vuoto pianificatorio" è stata riconsiderata quando il 10 Agosto 2004 la Giunta Regionale, con Delibera n. 31/1, ha disposto per 3 mesi un blocco edificatorio che interessava il sistema costiero per i 2 km dalla linea di battigia. Tale delibera è stata redatta in applicazione dell'art. 14 della L.R. 45/89, relativo al divieto di edificabilità per comprovati motivi di urgenza. Tale intervento si è poi concretizzato con l'emanazione, il 25 novembre 2004, della L.R. n. 8, avente come oggetto "Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale". In particolare l'art. 1 della L.R. n. 8/2004 ha abrogato l'art. 10 (che prevedeva i piani territoriali paesistici quali strumenti di pianificazione paesistica regionale) e l'art. 11 (che ne determinava la procedura di approvazione) della L.R. n. 45/89, introducendo invece il Piano Paesaggistico Regionale e stabilendone la procedura di approvazione. Tale riforma si è resa necessaria a causa della sopravvenuta normativa introdotta dal D.Lgs. 42/2004, cui la L.R. n°8/2004 fa esplicito riferimento, disponendo che il Piano Paesaggistico Regionale ne assuma i contenuti di cui all'art. 143. La L.R. n. 8/2004 all'art. 1, inoltre, definiva il limite massimo di 12 mesi entro il quale doveva essere adottato il Piano Paesaggistico Regionale, al fine di assicurare un'adeguata tutela e valorizzazione del territorio.

Il 20 novembre 2005 la Regione ha approvato la proposta di Piano Paesaggistico Regionale (di seguito denominato P.P.R.) ai sensi dell'art. 135 del D.lgs 22 gennaio 2004 n. 42, nei termini previsti dalla L.R. n. 8/2004. L'avviso è stato pubblicato sul B.U.R.A.S. n. 19 del 29 dicembre 2005, parte prima e seconda.

Entro i sessanta giorni di pubblicazione, decorrenti dall'ultimo di deposito negli albi pretori comunali, si sono tenute 24 conferenze di pianificazione, convocate ai sensi dell'articolo 18 della L.R. n.40/90, al fine di assicurare la concertazione istituzionale e la partecipazione di tutti i soggetti interessati e delle associazioni costituite per la tutela degli interessi diffusi.

Con DGR n. 22/3 del 24 maggio 2006, in riferimento all'art. 2, comma 1 della stessa L.R. n. 8/2004 il Piano Paesaggistico Regionale è stato adottato per il primo ambito omogeneo - Area Costiera.

Le previsioni del PPR sono cogenti per gli strumenti urbanistici dei Comuni e delle Province e sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti urbanistici. Per quanto attiene alla tutela del paesaggio, le disposizioni del P.P.R. sono comunque prevalenti sulle disposizioni contenute negli altri atti di pianificazione ad incidenza territoriale

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previsti dalle normative di settore, comprese quelle degli enti gestori dell'aree protette, qualora siano più restrittive. Gli enti locali e gli enti gestori delle aree protette hanno l'obbligo di adeguare i rispettivi strumenti di pianificazione e programmazione alle previsioni del P.P.R., entro dodici mesi dalla sua approvazione, specificandone ed integrandone i contenuti. Fino all'approvazione di tali direttive rimangono in vigore le norme di cui al Decreto dell'Assessore regionale dell'urbanistica del 20 dicembre 1983, n. 2266/U (Decreto Floris), purché non in contrasto con le disposizioni più restrittive di cui al D.P.G.R. del 3 agosto 1994 n. 228.

La Regione stabilisce, in riferimento a determinate zone del territorio, particolari e specifici vincoli urbanistici necessari al conseguimento di obiettivi in materia di difesa del suolo, conservazione, tutela e utilizzazione delle risorse naturali, ambientali e culturali, di localizzazione di infrastrutture, attrezzature e servizi di interesse generale. L'approvazione del P.P.R. inoltre comporterà l'obbligo per i comuni di adeguarsi entro il termine di 12 mesi al piano stesso, le varianti di adeguamento:

� dovranno attuare le direttive attraverso opportune analisi e approfondimenti pianificatori; � fisseranno le prescrizioni e adatteranno l'individuazione dei vincoli in relazione alla

diversa scala di rappresentazione. Tra l'adozione degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, o delle relative varianti, e la data di approvazione definitiva del P.P.R., sono sospese:

� l'abilitazione alla realizzazione di interventi edilizi in contrasto con la disciplina contenuta

nei piani o nelle varianti in corso di approvazione; � l'approvazione di strumenti di pianificazione sotto-ordinati che risultano non compatibili

con i piani o le varianti adottati. Le sospensioni esplicano la loro efficacia fino all'entrata in vigore del Piano e comunque non oltre 3 anni dalla data di adozione o 5 anni se si tratta di piani sottoposti a verifica di coerenza.

L’intervento in progetto è classificato nella legenda in:

� Nuovo impianto di depurazione - Colture erbacee specializzate, aree agroforestali, aree incolte. Seminativi in aree non irrigue.

� Impianto di sollevamento - S1 (attuale impianto di depurazione) � Impianto di sollevamento S2 - Colture erbacee specializzate arboree. Seminativi in aree

non irrigue. � Impianto di sollevamento S3 - Colture erbacee specializzate, aree agroforestali, aree

incolte. Seminativi in aree non irrigue. � Impianto di sollevamento S7 - Colture erbacee specializzate, aree agroforestali, aree

incolte. Seminativi in aree non irrigue. � Collettori – Adiacenti alle vie di comunicazione esistenti.

Beni identitari di cui alla D.G.R. n. 23/14 del 16.4.2000.. Non sono presenti nell’area d’intervento o nel raggio di 100 metri beni paesaggistici o manufatti importanti da un punto di vista storico-paesaggistico.

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Parchi, Riserve Naturali, Monumenti Naturali ed Aree di particolare rilevanza Naturalistica ed Ambientale L.R. 7/06/1989 n. 31 Nell'ambito territoriale interessato dalle opere in progetto non ricade alcun parco e/o riserva naturale istituendo ai sensi della normativa anzidetta:pertanto le zone intercettate dal presente progetto non sono soggette a tale regime di pianificazione.

Aree Naturali Protette ai sensi della L. 06/12/1991 n. 394 Nelle aree interessate dall'intervento e dalle opere in progetto non si segnala la presenza di Aree Naturali Protette ai sensi della L. 06/12/1991 n. 394. Aree protette ai sensi del D. Lgs 490/99 "Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali" a norma dell'Art. 1 della L. 8/10/1997 n. 352. Sulla base delle informazioni acquisite presso gli uffici della Soprintendenza Archeologica per la provincia di Cagliari, come già sopra accennato, l'intervento di realizzazione dello schema fognario del comprensorio di Pula), non interessa siti di interesse archeologico tutelati ai sensi della L. 01.06.1939 n. 1089 ora D. Lgs. 29.10.1999 n. 490. Si fa presente di aver richiesto al Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Sovrintendenza per i beni archeologici della Sardegna – Provincia di Cagliari ed Oristano, il parere di verifica preventiva dell’interesse archeologico ai sensi dell’art. 28 C. 4 del D.lgs 42/2004 e dell’art. 95 del D.Lgs 163/2006. Si evidenzia, infine, che l'intervento non ricade all'interno di aree coperte da foreste e da boschi vincolate ai sensi dell'art. 1 comma g della L. 431/85 ora D.Lgs 29.10.99 n. 490 (art. 146 comma 1 lettera g).

Vincolo idrogeologico ai sensi dell'art. 1 del R.D.L. 30/12/1923 n. 3267 Le aree interessate dall'intervento e dalle opere in progetto non intercettano territori soggetti a vincolo idrogeologico ai sensi dell'art. 1 del R.D. n. 3267 del 30/12/1923. La Stazione Forestale di Pula ha comunque la competenza sul territorio del comune di Pula. Zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar (DPR 13/03/1976, n. 448). Le aree interessate dall'intervento e dalle opere in progetto non ricadono all'interno di Zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar di cui al DPR 13.03.1976, n. 448. Siti di Importanza Comunitaria proposti ai sensi del DPR 08/09/1997 n. 357 Nel comune di Pula ricadono alcuni Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) secondo il Progetto Bioitaly, ai sensi della stessa Direttiva Comunitaria 92/43/CEE (direttiva "Habitat") e del regolamento di recepimento DPR 357/97. Il sito più vicino alle opere in progetto è il SIC "Sa Tanca e Sa Mura - Foxi Durci" CODICE SITO ITB002216 che riguarda la foce del Rio di Pula e le aree adiacenti. Tutti gli interventi si svolgono comunque in aree diverse e lontane da detto sito, infatti anche il punto di scarico esistente, che si prevede di riutilizzare anche con il nuovo impianto, è posizionato a circa 400 metri dalla zona vincolata.

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Nel dimensionamento di processo si è posta particolare attenzione a garantire la qualità finale delle acque di scarico predisponendo anche una fase di predenitrificazione per un abbattimento della concentrazione di Nitrati. L’impianto è inoltre in grado di rispettare i limiti sui nutrienti di cui alla Tab. 2 all. 5 del D. Lgs 163/06 per le aree sensibili. Si evidenzia la buona capacità di diluizione del Rio di Pula in relazione alla propria portata presente normalmente anche nel periodo estivo in relazione alla consistente superficie del bacino idrografico sotteso e considerando anche l’apporto della riserva idrica del suolo come evidenziato nei paragrafi successivi con analisi delle componenti ambientali. Si può quindi affermare che le zone intercettate dal presente progetto non sono soggette a tale regime di pianificazione e di vincolo.

4.3 ANALISI DELLE INTERFERENZE.

I collettori fognari previsti nel presente progetto sono divisi in una dorsale principale che corre parallelamente alla Strada Statale Sulcitana n. 295 ed una serie di rami secondari che raccolgono i reflui dei vari insediamenti residenziali e/o turistico-alberghieri presenti nel territorio di Pula e li fanno confluire sulla dorsale principale, questi ultimi collettori secondari sono posizionati in corrispondenza delle strade comunali di accesso ai vari insediamenti. Al fine di valutare la presenza di eventuali opere che interferiscano con quelle in progetto e che ne potessero impedire la realizzazione, sono state eseguite una serie di indagini sia in sito che presso gli Enti competenti. In particolare per quanto concerne le emergenze archeologiche, che nella zona sono presenti con siti di rilevante importanza, è stata fatta una ricerca presso gli Uffici Comunali. Il Comune di Pula ha infatti un archivio cartaceo realizzato nel 1997 dalla Regione Autonoma della Sardegna - Soprintendenza Archeologica delle province di Cagliari e Oristano, ed elaborato da CRC Centro Regionale per il Catalogo e la Documentazione, che riporta tutti i siti di importanza archeologica divisi per le seguenti categorie: prenuragico - nuragico - Fenicio-Punico - Romano - Cristiano-Medievale. Dall'esame di questa documentazione si è potuto verificare che i tratti di collettori fognari da realizzare nelle opere del primo lotto e la zona del nuovo depuratore non sono interessate da emergenze archeologiche conosciute. Per quanto attiene poi alla presenza di sottoservizi, quali linee elettriche, telefoniche ed altre condotte, sono state fatte le relative indagini in cui sono stati segnati i percorsi delle linee elettriche di media tensione nella zona degli interventi, divise in line interrate ed in linee aeree ed il percorso delle due condotte idriche foranee esistenti. In estrema sintesi le indagini effettuate hanno portato alla conclusione che non sono presenti interferenze rilevanti con altre infrastrutture che possano impedire la realizzazione delle opere. Da un rilievo di dettaglio delle zone da attraversare, da eseguirsi nelle fasi progettuali successive, potranno definirsi con precisione eventuali piccoli spostamenti laterali e/o qualche opera di contorno nei punti di intersezione con altri sottoservizi interrati.

4.4 INDICAZIONE DEI TEMPI DI ATTUAZIONE DELL’INTERVENTO.

In considerazione della consistenza dei lavori in progetto, valutato quanto previsto per l’esecuzione del 1° lotto, si preventiva un tempo massimo di attuazione dei lavori di realizzazione dell’impianto di 18 mesi e 24 mesi per i collettori con appalti separati.

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5. ANALISI DELLE COMPONENTI AMBIENTALI DELL’AREA D’INTERVENTO. Il progetto prevede la realizzazione di collettori, impianti di sollevamento e del nuovo impianto di depurazione. Di seguito saranno analizzate le componenti ambientali del territorio interessato dal progetto al fine di valutare i prevedibili effetti sull’ambiente in relazione alla realizzazione del progetto.

5.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE PAESISTICO AMBIENTALE.

Pula è una cittadina situata a Nord-Est dell’area archeologica di Nora, è punto cruciale degli itinerari culturali del Sud Sardegna, centro turistico di primaria importanza è lambita dal mare a Sud e delimitata da una boscosa catena di monti a Nord sui quali sono state individuate delle importanti aree naturalistiche protette. Oltre ad importanti strutture alberghiere e turistiche, si evidenzia la presenza di campi da golf e il complesso scientifico “Solaris”, Parco Tecnologico della Sardegna con lunghe spiagge ed una campagna ancora coltivata a vigneti, frutteti e ortaggi. In tutto il territorio si trovano importanti testimonianze del passato, a confermare una profonda rilevanza del territorio fin dalla preistoria, si citano il santuario dedicato a frate Nazareno, dove il religioso compiva miracoli, meta continua di pellegrinaggi e nella zona costiera ad Est di Nora una chiesa eretta sul luogo del martirio di Sant’Efisio, militare romano, decapitato per aver abbracciato la fede cristiana. Ma andando oltre la fede cattolica, risalendo all’inizio dell’età del rame, tutta la zona fu testimone di culti antichi, testimoniati da sequenze di menhir, i cui resti furono trovati sulla costa e sulle montagne. Si potrebbe dire che dalla zona, dove ora vi è Pula, aveva inizio o terminava un tragitto sacro, che attraversato le montagne, arrivava nell’arcipelago del Sulcis, infatti è noto che i menhir furono eretti da popoli che osservavano il moto delle stelle per comprendere il susseguirsi delle stagioni e determinare il periodo della semina delle graminacee. Nelle vicinanze di Pula vi è l’area archeologica di Nora, antico porto nuragico, modificato dai fenici (900-535 a.C.), quindi dai cartaginesi (535-238 a.C.) e infine dai romani (238 a.C. – 455 d.C.) Bellissimi i mosaici, imponenti le terme, caratteristico il teatro. Ma l’intuizione di un duplice approdo, per proteggere i navigli dai due venti opposti: maestrale e scirocco, è una genialità nuragica. Sotto il dominio romano Nora divenne importante città di commerci ma anche centro amministrativo prima che dette funzioni fossero trasferite a Carales. Il territorio amministrativo del comune di Pula ha un’estensione di 138,78 kmq di superficie di cui solo il 25% pianeggiante, in prossimità della costa. Il territorio comunale confina: a Nord con Villa San Pietro e Sarroch; a Est ed a Sud-Est con il mare; a Ovest con Domus de Maria, Teulada e Santadi. Costituiscono elementi ambientali del sistema paesaggistico di pregio:

� il lido sabbioso confinato da pinete che si estendono lungo il sistema costiero e le adiacenti dune sabbiose;

� l’areale montano con alcune tra le cime più elevate del Sud Sardegna; � La zona umida che comprende la laguna di Nora e la relativa peschiera; � La foce del Rio di Pula.

La pianura di origine alluvionale di Pula è un succedersi di paesaggi agrari di antica concezione, dominati da ulivi centenari, sugherete, mandorleti e pascoli, alternati a moderne aree ad agricoltura intensiva in cui spiccano moderne serre in cui si producono pregiate primizie.

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Nella parte della piana più vicina al mare le colture irrigue e gli antichi coltivi cedono il posto ai terreni paludosi della laguna di Nora e alla peschiera.

Costituiscono elementi del sistema paesaggistico rurale: � il paesaggio dell’agro che è caratterizzato da seminativi ed aree pascolative estensive; � il moderno sistema di sericoltura con il relativo sistema intensivo di coltivazione; � le vaste superfici coperte da formazioni arbustive e a macchia mediterranea in

prossimità dei rilievi; � le aree facenti parte dell’ecosistema costiero con vegetazione che riveste un importante

ruolo di protezione. La borgata di Santa Margherita è caratterizzata da una costa che si mantiene bassa, con presenza di pino marittimo, la cui estensione raggiunge i 6 km e piantata per la prima volta nel periodo fascista.

5.2 CLIMA.

Nelle tabelle seguenti sono riportati:

a) I dati climatici mensili medi relativi alla stazione di Cagliari riferiti al trentennio 1977- 2007; b) Il diagramma termopluviometrico di Bagnouls-Gaussen con andamento dei dati climatici

del bacino.

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L’analisi dei dati medi termopluviometrico evidenzia un tipico clima di tipo Mediterraneo con Inverni miti e piovosi, da Novembre a Marzo, ed Estati lunghe e secche da Maggio ad Ottobre, i mesi più piovosi sono da Novembre a Febbraio. Si evidenzia l’estrema variabilità pluviometrica sia annua che stagionale, inoltre in occasione di eventi particolarmente intensi si concentrano elevati valori di piovosità in poche ore, causando disastrosi straripamenti di corsi d’acqua e conseguenti diffusi danni, si segnala a tal proposito l’alluvione avvenuta il 27/28 Novembre 2008 in cui sono caduti sui 300 mm di pioggia in circa 3 ore.

5.3 AMBIENTE IDRICO SUPERFICIALE E SOTTERRANEO.

L’idrografia superficiale del territorio è caratterizzata dalla presenza del sistema di media e bassa valle del Rio di Pula, sul quale si riversa gran parte dei deflussi del versante orientale, che ha dato origine al cono alluvionale che sfocia nella corrispondente piana costiera.

Il corso d’acqua è l’unione del Rio dei Monti Nieddu e del Rio Mannu che, in località Sa Tuppa si uniscono per dare luogo al Rio di Pula, caratterizzato da un carattere torrentizio, con azione di scorrimento continua, anche in subalveo, per tutto l’arco dell’anno con un sensibile calo nel periodo secco, la portata infatti è in stretta correlazione con le piogge, per cui diminuisce sensibilmente durante il periodo estivo che può raggiungere valori minimi in relazione all’anno meno piovoso.

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Il letto alluvionale è formato da sabbie e ciottoli arrotondati ed eterometrici, a volte di notevoli dimensioni (50 cm - 1 m), ciò denota un’alta capacità di trasporto dei materiali più grossolani, indicativo di periodi, attuali o del recente passato, nei quali la quantità d'acqua che scorreva in questi canali poteva raggiungere portate davvero considerevoli. Nella Tavola 20 è rappresentato il bacino idrografico del Rio Pula, l’estensione è stata calcolata in circa 135 Kmq, utilizzando i dati pluviometrici medi annui e sulla base delle caratteristiche del bacino si sono ottenuti:

a) Stima del coefficiente di deflusso medio annuo calcolato con il metodo di Kennessey in relazione alle caratteristiche del bacino;

b) Schema del bilancio idrologico del bacino del Rio Pula secondo Thornthwaite; c) Diagramma rappresentativo del bilancio idrologico del bacino del Rio Pula secondo

Thornthwaite. Rappresentati nelle seguenti tabelle:

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In considerazione della superficie del bacino idrografico del Rio di Pula e del bilancio idrologico medio ottenuto, pur con variabilità puntuali in relazione all’annata ed all’intensità degli eventi pluviometrici, si conferma quanto affermato precedentemente sulla buona capacità di diluizione del corso d’acqua dei reflui depurati, in quanto un certo scorrimento idrico è presente per una buona parte dell’anno pur con un deflusso minimo nella stagione secca considerando anche l’apporto della riserva idrica del suolo. L’area del nuovo depuratore ha una morfologia leggermente inclinata verso sud con pendenza media di 9%, nelle vicinanze non sono presenti corsi d’acqua, sorgenti, impluvi naturali o canali artificiali. In relazione a tale morfologia ed alle caratteristiche climatiche del territorio che indicano la possibilità di eventi pluviometrici eccezionali, durante i lavori di costruzione sarà messo in opera un sistema di raccolta e canalizzazione delle acque, in parte coperto, che allontani con un corretto deflusso le acque superficiali dall’impianto. I siti interessati dalla costruzione dei sollevamenti sono per lo più pianeggianti e non sono interessati dalla vicinanza di corsi d’acqua.

I collettori saranno posizionati in corrispondenza delle strade esistenti per lo più già dotate di un sistema di raccolta delle acque pluviometriche. In corrispondenza del litorale è collocata la zona umida paludosa della Laguna di Nora, parzialmente utilizzata come peschiera, che non sarà in alcun modo interessata dalla realizzazione dei lavori in progetto. Lo studio idrogeologico eseguito nel mese di Dicembre 2008 nell’area di realizzazione del nuovo depuratore, ha rilevato l’assenza della falda acquifera, un limitato livello freatico superficiale è possibile nel periodo Invernale ed influenzato direttamente con l’andamento pluviometrico, alla profondità variabile da 1.0 m a 3 m circa dal piano di campagna destinato a scomparire nel periodo più asciutto. Gli impianti di sollevamento, in relazione alla profondità di scavo ed alla tipologia dell’acquifero, potranno presumibilmente intercettare una falda freatica di portata maggiore, di tipo artesiano in quanto la sua alimentazione è riconducibile ai glacis pedecollinari. In fase esecutiva in relazione ai ritrovamenti si provvederà, se necessario, ad un sistema di pompe per l’allontanamento delle acque profonde. Non sono presenti nell’area d’intervento o nei terreni limitrofi sia monte che a valle, pozzi o sorgenti ad uso acquedottistico.

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5.4 CARATTERISTICHE GEOLOGICHE, GEOMORFOLOGICHE E PEDOLOGICHE.

Da un punto di vista geologico il territorio è caratterizzato a Nord dal settore collinare e montano in cui si alternano Quarziti, Metarenarie e Leucograniti con un paesaggio dominato quasi interamente dai graniti tardo-ercinici facenti parte del batolite Sardo-Corso, a Sud dalla formazione della piana costiera di Pula riconducibile prevalentemente all’attività alluvionale del Rio di Pula ed alle ingressioni e regressioni marine risalenti ai periodi glaciale ed interglaciale che hanno caratterizzato il Quaternario.

Ai piedi dei versanti Settentrionali si sono originati dei recenti coni alluvionali che sboccano nella piana dando origine alle valli scavate dagli affluenti dei principali corsi d'acqua la cui composizione granulometrica mostra una spiccata eterogeneità.

Il Quaternario è rappresentato da depositi sedimentari detritici alluvionali, marini e palustri, costituiti da ghiaie più o meno cementate, da sabbie, argille e limi che ricoprono in modo più o meno continuo tutte le litologie delle ere precedenti.

La Formazione sedimentaria copre un periodo compreso tra il Pliocene sup. e l'Olocene e può essere distinta nei seguenti gruppi litologici fondamentali in base alle modalità di formazione:

� depositi pedemontani sotto forma di glacis, � depositi in coni ed in falda di detrito, � alluvioni ciottolose, sabbiose e limoso-argillose di origine fluvio-palustre e marina. � Le dune costituite da sabbie eoliche presenti nella zona di Chia particolarmente rilevanti

dal punto di vista paesaggistico.

I lavori in progetto interesseranno prevalentemente le alluvioni costituite dalle seguenti unità superficiali:

1) IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO, TRATTI DEI COLLETTORI LUNGO LA SS195 E ABITATO DI PULA.

Depositi alluvionali recenti ed attuali, per lo più costituiti da sabbie a grana grossa e conglomerati poligenici di provenienza sedimentaria, a grana media, mediamente addensati, generalmente alterati in superficie con elementi ben assortiti, sciolti e poligenici, con matrice microcristallina a base arenacea, compatta e sana, di discrete caratteristiche meccaniche. Localmente possono essere presenti alluvioni limoso di origine fluvio-palustre e marina a matrice argillosa, poco consistente al tatto, con mediocri caratteristiche meccaniche se umide o immerse in falda.

2) AREA NUOVO IMPIANTO DI DEPURAZIONE E TERRENI ADIACENTI.

Unità di depositi pedemontani messisi in posto sotto forma di glacis, in coni ed in falda di detrito, alternati ad alluvioni antiche; la Formazione è costituita prevalentemente da sabbioni e conglomerati poligenici di provenienza sedimentaria, a grana medio-grossa, talvolta superficialmente alterata con matrice rosso argillosa proveniente dall’idrolisi dei silicati, in sommità è generalmente presente una ghiaia sabbiosa ben assortita con una matrice sabbiosa, a profondità variabile è presente la roccia in posta.

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Generalmente le Formazioni superficiali rilevate sono riconducibili a buone caratteristiche meccaniche, caratterizzate da una coltre superficiale alterata rappresentata da un sabbione rossastro a granulometria medio matrice limo-argillosa. A profondità superiori mediamente ai 50 cm, la coltre alterata viene gradualmente sostituita da una matrice sana, di discreta resistenza, comunque aggredibile con normali tecniche di scavo. In fase esecutiva è consigliabile realizzare una campagna d’indagini geognostica al fine di verificare le caratteristiche geologiche e geotecniche delle Formazioni in profondità in particolare nei punti di ubicazione degli impianti di sollevamento e nell’area del nuovo depuratore. Il territorio di Pula è caratterizzato dalla presenza di due lineamenti morfologici:

� Uno collinare comprendente i Graniti e Quarziti; � Il secondo pianeggiante che degrada verso la linea di costa e che si estende da rilievi fino

al mare da porre in relazione all’attività fluviale intercalata a periodi di transizione deltizio palustri durante i quali si sono depositate le formazioni esistenti.

Queste due diverse morfologie sono raccordate dal Glacis che rende graduale il passaggio da una all’altra. L’area d’intervento è per lo più pianeggiante compresa dalla quota di 1 m a circa 5 metri s.l.m., a parte l’area del nuovo depuratore che si presenta leggermente inclinata verso Sud con una pendenza media del 9% alla quota di circa32 m s.l.m.. Nell’area d’intervento del nuovo dell’impianto di depurazione è stato effettuato uno studio pedologico al fine di verificare la capacità d’uso attuale dei suoli finalizzato alla valutazione della perdita di risorsa agricola in relazione all’esecuzione dei lavori. I suoli rilevati nell’area d’intervento sono in genere poco evoluti, l’orizzonte superficiale poggia direttamente sul substrato C, poiché la sedimentazione è stata discontinua nel tempo ed è frequente una disomogeneità granulometrica delle alluvioni la cui tessitura si mantiene comunque variabile da franco sabbiosa a sabbiosa. In profondità intercalato alla precedente, si trova lo strato ciottoloso con passaggio alla roccia madre alterata la cui genesi è da porre in relazione alla fase detritica che ha caratterizzato per un periodo il territorio. PROFILO PEDOLOGICO RAPPRESENTATIVO Località : Area nuovo depuratore Uso attuale : Incolto in parte seminativo per pascolo. Substrato : Alluvioni fini recenti con ciottoli e detriti provenienti dai versanti. Orizzonte A: cm 0-50 colore allo stato umido bruno chiaro, tessitura franco-sabbiosa, porosità Comune. Drenaggio normale. Presenza di screziature di colore rossastro. Orizzonte C: 100 cm-oltre Colore giallo-rossastro chiaro, tessitura franco-sabbiosa, porosità comune, drenaggio da normale a veloce. Possibile presenza di orizzonte alterato rossastro. Classificazione: Ordine Alfisuoli – sottordine Xeralfs – Gruppo Palexeralf . Pendenza: moderata (circa 9%). Pietrosità : moderata (circa 35%) Limitazioni climatiche: moderate Erosione: moderata. Drenaggio: mediocre.

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Si è verificata la capacità d’uso del suolo sulla base della seguente classificazione internazionale:

Limitazioni all’uso: Composizione intrinseca del suolo. Pendenza. Clima. Uso ammissibile: messa a coltura di vigne, olivi, pascolo. Classe di capacità d’uso: III - terreno adatto ad uso agricolo ma con tipo di limitazione legata a (e pendenza ed (s limitazione intrinseca del tipo di suolo clima (c; arabile ma con forti limitazioni nelle potenzialità produttive e verso la tipologia di colture praticabili. Si può affermare che il suolo interessato dall’ampliamento dell’impianto di depurazione non è classificabile come suolo con capacità di rilevante potenzialità agricola.

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5.5 VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA.

Il territorio di Pula comprende diverse fasce climatiche, come dimostrato dalla flora e dalla vegetazione naturale che si rinviene.

L’area costiera rientra nelle aree climatiche più calde e aride della Sardegna, mentre nelle zone montane più interne si hanno invece condizioni climatiche diverse, sia per effetto delle precipitazioni più consistenti che per le temperature medie notevolmente più basse dovute alla quota e alle esposizioni tendenzialmente fresche.

In tali zone montane la vegetazione mostra ancora i segni dell'indiscriminato sfruttamento che ha avuto luogo nell'Ottocento e, in parte, nel Novecento. Gran parte del territorio collinare e submontano era coperto da lecceta primaria, ora praticamente scomparsa e sostituita da una formazione forestale che s'identifica in molti tratti in una macchia-foresta con la fisionomia di un bosco ceduo con netta prevalenza del leccio accompagnato dalla sughera e da specie arbustive a portamento arboreo (corbezzolo, mirto, erica). Anche se interrotta in vari punti, tale formazione forestale raggiunge un'estensione tale da essere considerata una delle leccete secondaria più vaste d'Europa.

Dal punto di vista fitoclimatico la vegetazione si ripartisce in due zone fitoclimatiche:

� La prima calda localizzata nella zona costiera e che interessa la parte del territorio interessata dal presente progetto;

� La seconda fredda tipica delle aree interne e più fresche ad altezze superiori a 700 metri che non sarà in alcun modo coinvolta.

La vegetazione rilevata nella zona d’intervento può essere distinta nei seguenti gruppi:

Associazioni degradate ed artificiali. comprende formazioni riconducibili alla macchia mediterranea termoxerofila, definito anche climax dell'olivastro e del carrubo. Si estende nelle aree prossime ai litorali o su aree di proprietà privata, abbandonate dall'agricoltura o ancora interessate dall'allevamento estensivo. Specie molto diffuse in queste associazioni sono le scille, gli asfodeli, gli asparagi, la ferula, i cardi, cisti, il carrubo, l’olivastro, la lavanda selvatica, le ginestre e in generale le specie arbustive rappresentative dell'Oleo-ceratonion. In aggiunta alle specie spontanee vanno citate anche quelle naturalizzate o introdotte artificialmente, quali l'Eucalyptus camaldulensis, particolarmente diffusi nelle forestazioni in aree di proprietà privata, il Pinus Pinea presente nella zona litoranea di Santa Margherita di Pula.

Vegetazione riparia. Nei corsi d'acqua, a regime torrentizio con secca estiva, è sviluppata la presenza di questa vegetazione decisamente apprezzabile sotto l'aspetto sia floristico sia paesaggistico, in particolare si rileva lungo il Rio Pula ed alla sua foce, dove raggiunge una buona diffusione. Fra le specie rappresentative di questa cenosi si annoverano l’Oleandro, l'ontano nero, il salice rosso, la vite selvatica. Fra le piante erbacee particolarmente diffuse sono rappresentative la menta acquatica, il sedano d'acqua, il crescione e nei tratti più tranquilli i giunchi.

Macchia Mediterranea. La formazione vegetale tipica del territorio è la macchia mediterraneo, caratterizzata dalla presenza di arbusti sempreverdi di basse dimensioni (altezza di circa 1 m). Da rilevare che la macchia a causa della prolungata siccità e sfruttamento si presenta rada mentre è diffusa localmente la vegetazione erbacea prevalentemente di graminacee che si afferma soprattutto nelle aree di pascolo. Tra le specie arboree rilevate nell’area del nuovo depuratore e nei terreni limitrofi, prevale la presenza di filari di alberi adulti di Eucalyptus, radi carrubi (Ceratonia siliqua) e Olivi (Olea Europea), alcuni arbusti rappresentativi come il corbezzolo (Arbutus unedo), il

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mirto (Myrtus communis), il lentisco (Pistacia lentiscus), l’olivello spinoso (Hippophaë rhamnoides), mentre lo strato più basso comprende il cisto (Cistus incanus), il rosmarino (Rosmarinus officinalis) e il fico d’India (Opuntia ficus-indica).

I pericoli più insidiosi nei confronti di questo climax sono gli insediamenti antropici nelle aree d'interesse turistico, gli incendi e l'allevamento ovicaprino estensivo con carichi di pascolamento eccessivi.

La fauna nel territorio può essere distinta in relazione ai diversi habitat nella quale è presente:

ZONA LAGUNARE DI NORA (non interessata dal progetto)

Nelle zone lagunari è presente l’importante e protetta avifauna acquatica, tra le numerose specie svernanti e/o stanziali ricordiamo il fenicottero (Phoenicopterus ruber), il cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), l’airone bianco (Egretta alba), l’airone cenerino (Ardea cinerea L.), la garzetta (Egretta garzetta L.), l’avoccetta (Recurvirostra avosetta L.), il pollo sultano (Porphyrio porphyrio L.), il Gabbiano corso (Larus audouinii Payr.), tra i rapaci il falco di palude (Circus aeruginosus L.) nonché le specie più comuni quali il Germano reale, Alzavola, Folaga, Gallinella d’acqua ed i Cormorani.

ZONA MONTANA IS CANNONERIS, GUTTURU MANNU E MONTE NIEDDU. (non interessata dal progetto)

In questa zona sono presenti importanti specie, fra i mammiferi la specie di maggior interesse è il Cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus, endemismo sardo) specie minacciata d'estinzione. Fra gli Ungulati è presente anche il Daino (Dama dama), estinto in Sardegna negli anni 60, ma è stato reintrodotto dall'Azienda Foreste Demaniali della Regione Sardegna in diversi parchi, popolazioni di Daino sono presenti nelle foreste di Pantaleo e Is Cannoneris e nella riserva di Monte Arcosu. Frequente è invece Il Cinghiale (Sus scrofa meridionalis) presente nel territorio dove probabilmente costituisce una delle popolazioni più numerose dell'isola. Fra i piccoli mammiferi si citano il comune Riccio (Erinaceus europaeus), il Coniglio selvatico (Oryctogalus cuniculus) e la Lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus, endemismo sardo). Fra i mammiferi predatori va citata la presenza della Volpe sarda, del Gatto selvatico sardo, comune è la Donnola (Mustela nivalis), mentre più rara è la Martora (Martes martes). Fra gli Uccelli il maggior interesse è rappresentato dai Rapaci, sono state segnalate nei picchi più inaccessibili specie nidificanti di maggiore importanza come l'Aquila reale (Aquila chrysaetos), l'Aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus), l'Astore sardo (Accipiter gentilis arrigoni, endemismo sardo), il Falco pellegrino (Falco peregrinus).Piuttosto comuni sono la Poiana (Buteo buteo), il Gheppio (Falco tinnunculus), lo Sparviero (Accipiter nisus).

ZONA ADIACENTE ALLA S.S. 195 ED URBANA (area di progetto, sollevamenti, collettori e nuovo depuratore)

A causa del carico antropico adiacente la via di comunicazione, in relazione all’espansione urbana e turistica a cui è stato soggetto il territorio di Pula, la fauna è ridotta a causa della urbanizzazione e della diradazione della macchia Mediterranea. Nelle zone cespugliose più aperte vivono l'istrice e il tasso, mammiferi notturni che prediligono terreni asciutti, alcune specie di uccelli comuni che trovano rifugio e nidificano nelle aree cespugliose intatte come tordi, capinere, cinciallegre, cardellini, verdoni, picchi e ghiandaie.

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6. INQUINAMENTO, DISTURBI AMBIENTALI, INTERVENTI DI MITIGAZIONE E RISCHI IN FASE DI CANTIERE.

Durante la fase di cantiere per l’esecuzione dei lavori in progetto, si prevede la produzione dei seguenti disturbi ambientali:

� Aumento del traffico veicolare dei mezzi d’opera nelle strade di accesso ed adiacenti; � Produzione di rifiuti in relazione alle operazioni di scavo; � Occupazione di spazi estesi per la movimentazione e stoccaggio dei rifiuti, del materiale e

delle macchine; � Rumore collegato ai macchinari ed alle operazioni di costruzione delle opere di progetto; � Pericolo d’inquinamento accidentale del suolo, sottosuolo ed del sistema idrico; � Produzione di polveri; � Possibile ritrovamento di esemplari di pregio faunistico e/o vegetale nell’area di cantiere; � Disturbi degli habitat naturali per via della produzione di rumori, dell’intrusione, del traffico.

Tali disturbi, oltre ad essere limitati nel tempo, si stimano di entità tale da non provocare rilevanti e definitivi effetti negativi ambientali e sulla popolazione circostante. Al fine di mitigare tali impatti connessi alla fase di cantiere saranno messi in opera i seguenti interventi di mitigazione:

1) I materiali di scavo saranno riutilizzati per quanto possibile in loco nella fase di riempimento e sistemazione della nuova area di depurazione e delle nuove condotte;

2) Sarà posto in essere una collaborazione con l’Amministrazione Comunale ed altri Enti interessati al fine di valutare la possibilità di riciclare la terra di scavo in esubero in opere di riempimento e/o bonifica, solo l’eventuale parte rimanente, ridotta al minimo, sarà destinata a discarica d’inerti;

3) Gli spazi destinati allo stoccaggio del materiale, al cantiere, al deposito temporaneo del materiale di scavo saranno limitati al minimo e collocati nell’area di costruzione del nuovo impianto di depurazione;

4) Gli ingombri delle strade di accesso e di servizio saranno ridotti al minimo indispensabile; 5) I macchinari saranno dotati di dispositivi di attenuazione del rumore secondo la normativa

vigente; 6) Sarà garantita la massima tutela del suolo, sottosuolo e dell’idrologia superfiale e

sotterranea per mezzo di misure finalizzate ad evitare il pericolo d’inquinamenti; 7) Si provvederà a mettere in pratica idonee misure di contenimento delle polveri durante la

fase di escavazione, carico e trasporto evitando la lavorazione nelle giornate particolarmente ventose;

8) Eventuali esemplari faunistici oggetto di tutela (convenzione di Berna Dir. Cee 43/92; L.R. 23/98) e/o vegetali autoctoni meritevoli di conservazione per rarità od interesse rinvenuti durante la fase di cantiere, di concerto con gli Enti competenti, saranno rimossi evitando di arrecare danno agli individui e consegnati a personale specializzato e/o rilasciati e/o rimpiantati in luoghi prossimi alle aree di cantiere evitando interferenze con altre opere in corso.

I rischi connessi alla messa in opera della nuova struttura, che coinvolgono il personale addetto, riguardano problematiche di carattere generale, frequenti nell’ambito dei cantieri edili e nei lavori di ingegneria civile. In particolare si dovrà prestare attenzione alle seguenti tipologie di rischio:

• Cadute dall’alto (realizzazione dei manufatti fuori terra e lavori nei pressi degli scavi)

• Seppellimento e sprofondamento (scavi per la realizzazione di opere interrate)

• Caduta di materiale dall’alto (sollevamento carpenterie e parti elettromeccaniche in cima ai manufatti)

• Urti, colpi, impatti, compressioni (posa tubazioni, montaggio componenti idraulici, movimentazione dei materiali)

L’esame dettagliato dei rischi viene trattato nel Piano di Sicurezza.

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7. INQUINAMENTO, DISTURBI AMBIENTALI, INTERVENTI DI MITIGAZIONE E

RISCHI IN FASE DI ESERCIZIO. I possibili impatti ambientali derivanti dall’esercizio delle opere in progetto sono i seguenti :

1) Produzione di rifiuti; 2) Rischio d’incidenti in relazione alle sostanze o tecnologie utilizzate; 3) Aumento del livello sonoro ambientale (impatto acustico); 4) Produzione di odori molesti ed inquinamento dell’aria; 5) Produzione di areosol veicolanti batteri e virus; 6) Impatto sul corpo idrico ricevente i reflui; 7) Visivo e paesaggistico; 8) Perdita di habitat naturale e di suolo ad uso agricolo nelle aree con strutture di maggiori dimensioni; 9) Influenza sul patrimonio archeologico-storico.

Per ciascuno sono state individuate le misure progettuali adottate per ridurne gli effetti sull’ambiente o, se possibile, per la loro eventuale eliminazione.

7.1 PRODUZIONE DI RIFIUTI.

Il materiale grigliato e le sabbie estratte con il trattamento preliminare e i fanghi disidratati, avranno come destinazione finale la medesima discarica che attualmente riceve il grigliato prodotto dall’impianto di depurazione in esercizio. Inoltre la disponibilità di un quantitativo annuo di fango più rilevante, concentrato e ben disidratato può orientare verso la soluzione dello smaltimento in agricoltura, secondo la normativa vigente, con conseguente riduzione dell’impatto e beneficio sui costi di gestione del depuratore. Del resto risulta già stipulato dall’ente gestore dell’impianto attuale, il contratto per lo smaltimento in agricoltura dei fanghi biologici di risulta. Il quantitativo stimabile, con un secco del 22%, è attualmente dell’ordine di 730 t/a, in previsione al 2031 sarà pari a 1830 t/a ed al 2041 di 1940 t/anno.

7.2 RISCHIO DI INCIDENTI IN RELAZIONE ALLE SOSTANZE O TECNOLOGIE UTILIZZATE.

Per quanto riguarda la fase di esercizio del depuratore, la salute e la sicurezza dei lavoratori verranno garantite dall’applicazione delle norme di sicurezza relative agli ambienti di lavoro come previsto dal fascicolo tecnico che valuta i rischi e le misure di prevenzione relativi alle attività di manutenzione dell’impianto. Per quanto riguarda le attività antropiche circostanti il nuovo impianto di depurazione, l’area circostante è prevalentemente sede di attività di pascolo, senza presenza di fabbricati nel raggio di 100 metri a parte un rudere come illustrato nella Tavola 19. Nel pressi dell’area sono presenti alcune serre, l’esercizio del progetto in esame non recherà alcun impedimento allo svolgimento di tali attività agricole e alla continuità dell’accesso ai fondi o alle strutture che potranno beneficiare dei fanghi biologici da utilizzare come concime nel rispetto della normativa vigente. L’ubicazione dell’impianto rispetta le distanze minime prescritte dalla normativa vigente (Delibera C.T.A.I. 4 febbraio 1977).

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I rischi di natura ambientale nella fase di esercizio dovuti ad eventuali malfunzionamenti sono stati limitati adottando una serie di accorgimenti per fronteggiare eventuali emergenze. L’impianto è infatti progettato su tre linee modulari in parallelo e tutte le apparecchiature sono dotate di una scorta in modo da consentire la rapida sostituzione dell’elemento difettoso. E’ inoltre previsto, a servizio dell’impianto, un gruppo elettrogeno che consentirà, in caso di interruzione nell’erogazione dell’energia elettrica, l’alimentazione di quelle utenze necessarie al funzionamento dei trattamenti preliminari, della fase ossidativa con parzializzazione delle soffianti. Il fermo temporaneo infatti delle linee fanghi, in presenza di capacità di accumulo, non produce alcun danno all’ambiente, in quanto non peggiora la qualità dell’effluente. In relazione alla presenza di sostanze pericolose all’interno dell’impianto, queste sono da individuarsi in due reagenti comunemente utilizzati nelle fasi di trattamento del refluo il Cloruro Ferrico e l’Ipoclorito di Sodio.

Il reagente Cloruro Ferrico che si usa nella sezione di ossidazione per ottenere la precipitazione combinata del fosforo, possiede una limitata nocività, si può considerare nel novero delle sostanze irritanti per il contatto cutaneo. Per il suo impiego è prevista la realizzazione di una stazione di dosaggio, alloggiata su piazzola coperta, corredata da un serbatoio di stoccaggio alloggiato in apposita vasca di contenimento. Questa disposizione impiantistica consente di evitare il rischio di contatto accidentate sia nelle fasi di caricamento del serbatoio da autocisterna che nelle normali operazioni di dosaggio.

Il reagente ipoclorito di sodio, che è utilizzato nella sezione di disinfezione, è un reagente liquido utilizzato in fase di disinfezione in soluzione commerciale al 12%, la disposizione impiantistica è del tutto analoga a quella descritta per il cloruro ferrico. L’unico pericolo nell’impiego di tale reagente a tale concentrazione commerciale, alquanto ridotta, può consistere nell’eventuale sviluppo di cloro in gas a seguito del contatto accidentale con acidi, sostanze peraltro non utilizzate nell’impianto, e comunque da un locale aperto i vapori si diffonderebbero subito i atmosfera senza causare rischi.

A conclusione di quanto sopra esposto, si sottolinea che è previsto di dotare l’impianto di un sistema di telecontrollo che consentirà di rilevare tempestivamente la presenza di anomalie nel regolare funzionamento dell’impianto e di segnalarle ad un centro di supervisione.

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7.4 PRODUZIONE DI ODORI MOLESTI

La produzione di odori molesti è stata considerata con attenzione in sede di progettazione. Nel processo di depurazione, le fasi critiche a questo proposito sono costituite dai pretrattamenti (grigliatura e dissabbiatura) per la produzione di residui putrescibili della grigliatura e presenti nelle sabbie di dissabbiatura. A questo scopo si sono adottate nell’impianto le seguenti scelte finalizzate alla migliore deodorizzazione:

• air lift che solleva le sabbie e le invia sul draimad I° lotto;

• per il grigliato si prevede l’adozione di due rotostacci. .

• in un depuratore, una certa produzione di odori molesti si può avere nella stazione di disidratazione fanghi. Nel caso in esame tale sezione di trattamento è, equipaggiata con centrifuga, va comunque considerato che il fango da disidratare è già digerito e tecnicamente stabilizzato (quindi non putrescibile), da cui la non rilevanza del fenomeno di emissione di odori. Inoltre, a maggiore garanzia, la centrifuga è collocata all’interno di un locale chiuso.

Si può quindi considerare che l’intervento non comporti in generale una produzione di odori molesti evitando in tal modo un impatto negativo sulla componente atmosfera.

7.5 PRODUZIONE DI AEROSOL VEICOLANTI BATTERI E VIRUS Normalmente le principali fonti d’aerosol sono le vasche d’aerazione, tutti i salti d’acqua, le chiuse e i canali. In un depuratore la formazione d’aerosol è possibile laddove ci sia un effetto d’insufflazione d’aria e ribollimento d’acqua. Questo problema risulta ad oggi superato con l’impiego di soffianti e diffusori sommersi sul fondo delle vasche. Tali diffusori immettono microbolle d’aria distribuendole uniformemente in tutto il volume liquido senza permettere il diffondersi nell’aria. Questa soluzione progettuale nell’impianto di depurazione si attua nel dissabbiatore - disoleatore con l’immissione dell’aria per la flottazione delle sostanze grasse tramite diffusori poliuretanici tubolari che non presentano un effetto di ribollimento. Nel comparto di ossidazione, l’immissione avviene a mezzo di diffusori a disco disposti a tappeto sul fondo, per cui non sono da temersi sviluppi di aerosol. La digestione dei fanghi avviene per stabilizzazione aerobica anch’essa a mezzo di diffusori a disposti a tappeto sul fondo delle vasche per cui, ai fini delle emissioni di aerosol, valgono le considerazioni svolte per le sezioni di ossidazione. I collegamenti tra le varie unità sono realizzati in gran parte tramite condotte, riducendo il più possibile i canali a pelo libero, compatibilmente alla definizione di un profilo idraulico rispettoso dei vincoli progettuali tecnico-economico-ambientali. La presenza di sfioratori di superficie è limitata ai soli collegamenti tra la vasche di dissabbiatura e disoleatura e all’ingresso della sezione di disinfezione.

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7.6 IMPATTO SUL CORPO IDRICO RICEVENTE I REFLUI.

I limiti d’emissione alla base del dimensionamento di processo sono disciplinati dall’all. 5 del DLGS 152/99 e successive modificazioni, che per impianti di potenzialità superiore ai 10.000 a.e., quale è quello in progetto, prescrivono alla tab. 1, che:

• BOD5 (concentrazione)< 25 mg/l

• COD (concentrazione)<125 mg/l

• Solidi Sospesi (concentrazione)<35 mg/l Le sezioni di trattamento che compongono l’impianto sono in grado di uniformarsi ai limiti sui nutrienti di cui alla Tab. 2 per le aree sensibili.

Come già illustrato in precedenza, si fa notare che, data la valenza ambientale della zona, si è comunque predisposta una fase di predenitrificazione per un controllo ed ulteriore abbattimento della componente Nitrati presente allo scarico. Si considera inoltre la buona capacità di diluizione del Rio di Pula in relazione alla propria portata idrica presente mediamente tutto l’anno in considerazione del consistente bacino idrografico sotteso al punto di scarico e dell’apporto idrico dei terreni alluvionali.

E’ stato previsto il campionamento automatico sia in ingresso che in uscita in modo da poter verificare il rispetto dei limiti normativi allo scarico sia in termini di concentrazione assoluta che di riduzione percentuale della concentrazione.

7.7 IMPATTO VISIVO E PAESAGGISTICO.

L’impatto visivo e paesaggistico è rappresentato dalle seguenti opere fuori terra di maggiori dimensioni:

a) Impianti di Sollevamento; b) Nuovo impianto di depurazione.

Gli elaborati grafici di dettaglio rappresentativi delle opere progetto, sono allegati alla relazione nella cartografia di riferimento e nel progetto preliminare alla quale si fa riferimento, che costituiscono parte integrante del presente studio ambientale.

a) Impianti di Sollevamento. Gli impianti di sollevamento sono edifici costituiti da un piano fuori terra con una superficie coperta media di circa 100 mq; la dimensione e localizzazione dei fabbricati nonché il contesto visivo delle opere in progetto, con estensione territoriale molto limitata, non impone particolari impatti visivi o paesaggistici negativi. La tipologia costruttiva degli edifici prevede un’architettura tipica dell’edilizia rurale caratteristica del territorio con copertura a falde e l’impiego di tegole. Tutti gli edifici saranno tinteggiati con l’impiego di colori nella gamma naturale delle terre, per le tubazioni a vista si impiegheranno colorazioni tenui nella gamma dei grigi . La recinzione, sarà costituita da un muretto in blocchetti in cls dell’altezza di un metro fuori terra e sovrastante ringhiera in ferro zincato a caldo con disegno a vista. Si rileva che l’impianto di sollevamento S7 sarà posizionato nell’area in cui è esistente un piccolo impianto di depurazione privato che sarà dismesso. L’impianto S1 sarà collocato provvisoriamente nell’area antistante la recinzione muraria del depuratore esistente, che non sarà più utilizzato; saranno predisposte le opportune opere di protezione, in attesa di un nuovo finanziamento che consenta la completa riorganizzazione dell’area.

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b) Nuovo impianto di depurazione. Il nuovo impianto di depurazione è previsto in agro del Comune di Pula, in località Su Squiddaxiu, catastalmente individuata nel F° 21 map. 10/p-11/p (come individuato nella Tavola 3 allegata) di proprietà privata a cui si procederà alla procedura di esproprio per pubblica utilità. L’area interessata dall’ampliamento ha planimetricamente una forma triangolare, morfologicamente inclinata verso Sud, con pendenza media del 9%, l’altimetria massima misurata sulla strada a monte è di 33 metri s.l.m, a valle di 26 metri s.l.m. Il sito sul quale sarà realizzato l’impianto di depurazione ha un’estensione di circa mq 15.000 delimitata a Nord e a Sud a filo strada da filari di Eucaliptus adulti, mentre non sono presenti elementi boschivi di pregio da salvaguardare prossime all’impianto. Per quanto riguarda gli insediamenti umani, nei pressi dell’area è presente un rudere, mentre non sono presenti abitazioni, case rurali od altre attività antropiche entro 100 m dal confine dell’area interessata dal progetto. Come scritto in precedenza, lungo parte del perimetro è presente un filare di Eucaliptus, che sarà conservato, nel lato Ovest sarà impiantato un filare di Carrubi adulti, mentre sarà incrementata la fascia arborea costituita da essenze compatibili con la vegetazione mediterranea esistente che saranno in grado di effettuare la completa schermatura visiva dell’impianto. Si sottolinea che la scelta dell’area del nuovo impianto è stata realizzata non solo sulla base di considerazioni tecniche ed economiche ma anche considerando il futuro inserimento e mimetizzazione ambientale delle singole unità di trattamento. Ciò ha permesso di proporre in progetto i manufatti che ben inseriti nel contesto morfologico, essendo per la maggior parte vasche seminterrate, non presentano in genere altezze fuori terra rilevanti, in particolare dal cono di vista della strada a monte dove l’impatto visivo delle opere sarà quasi completamente annullato dalle opere di mitigazione a verde. Le strade, i parcheggi e le aree di manovra dei mezzi presenteranno una pavimentazione mediante lastronato di cemento eventualmente con innesto di elementi colorati e/o terra stabilizzata al fine di un miglior inserimento nel contesto ambientale esistente. Le aree non carrabili, circostanti le vasche, e quelle che rimarranno libere a disposizione per la realizzazione delle linee di completamento, saranno regolarizzate e sistemate con finitura drenante in ghiaino. In corrispondenza della base dei vasconi, per eseguire i necessari raccordi, sarà realizzata per alcuni tratti un’opera di sostegno in cls con altezza media di 0,80 metri con funzioni di mascheramento delle opere e di raccolta ed allontanamento delle acque meteoriche. Tale opera sarà opportunamente intonacata e tinteggiata al fine del miglior inserimento ambientale. La tipologia degli edifici prevede, a vantaggio di un miglior inserimento territoriale, una caratterizzazione tipica dell’edilizia rurale e abitativa dell’area circostante Pula con una copertura a falde e l’impiego di tegole a coppi. Gli edifici saranno tinteggiati con l’impiego di colori nella gamma naturale delle terre , mentre per le tubazioni aeree si impiegheranno colorazioni tenui nella gamma dei grigi . La mitigazione dell’impatto visivo del nuovo impianto di depurazione sarà assicurata in primo luogo dall’alberatura perimetrale esistente, che si prevede di conservare e di infoltire ove necessario con l’impianto di specie arbustive, oltre alla previsione di aree a verde interne all’area dell’impianto con stesa di terreno vegetale, semina a prato, impianto di specie arbustive, il tutto sostenuto da un impianto di irrigazione a goccia alimentato con i reflui trattati . La recinzione, sarà costituita da un cordolo dell’altezza di un metro fuori terra e sovrastante pannellatura in acciaio zincato con disegno non tipicamente industriale ad alta trasparenza. Per le aree circostanti i bacini di trattamento,per quelle che resteranno a disposizione per la realizzazione delle linee di completamento si prevede la posa di tout venant rullato e/o ghiaino. Negli elaborati grafici allegati è rappresentata la simulazione con rendering ed inserimento fotografico delle opere in progetto con diversi punti di vista rappresentativi.

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7.8 PERDITA DI HABITAT NATURALE E DI SUOLO AD USO AGRICOLO.

Il nuovo impianto di depurazione sarà realizzato su un’area prevalentemente incolta, non utilizzata da un punto di vista agricolo, d’importanza ecologica relativa, priva di elementi naturali o paesaggistici di pregio, per cui si può affermare che la perdita di habitat naturale non influisce nel contesto ambientale in modo significativo. L’analisi del suolo e la verifica della capacità d’uso, ha evidenziato delle limitazioni in relazione alla composizione intrinseca (pietrosità) ed alla pendenza (mediamente 9%), al clima (assenza d’impianto d’irrigazione), per cui è stato inserito nella Classe di capacità d’uso: III - terreno adatto ad uso agricolo ma con tipologia di sottoclassi e (pendenza) ed s (limitazione intrinseca del tipo di suolo), c (clima), arabile ma con limitazioni nelle potenzialità produttive e verso la tipologia di colture praticabili. Sulla base di quanto esposto, si può indicare che il suolo interessato dall’ampliamento dell’impianto di depurazione non è classificabile come suolo di rilevante potenzialità agricola.

7.9 IMPATTO SUL PATRIMONIO NATURALE E STORICO

Nel territorio sono presenti emergenze archeologiche con siti di rilevante importanza di cui fra tutti è da citare l’area archeologica di Nora di rilevanza internazionale. Al fine di valutare eventuali interazioni su tale patrimonio è stata fatta una ricerca presso gli Uffici Comunali, il Comune di Pula ha infatti un archivio cartaceo realizzato nel 1997 dalla Regione Autonoma della Sardegna - Soprintendenza Archeologica delle province di Cagliari e Oristano, ed elaborato da CRC Centro Regionale per il Catalogo e la Documentazione, che riporta tutti i siti di importanza archeologica divisi per le seguenti categorie: prenuragico - nuragico - Fenicio-Punico - Romano - Cristiano-Medievale. Dall'esame di questa documentazione si è potuto verificare che i tratti di collettori fognari da realizzare e la zona del nuovo depuratore non sono interessate da emergenze archeologiche conosciute. (nella Tavola 11 sono individuati i siti limitrofi all’opera in progetto)

Si può quindi affermare che sulla base delle informazioni acquisite l'intervento di realizzazione dello schema fognario del comprensorio di Pula, non interessa siti di interesse archeologico tutelati ai sensi del Decreto. Legislativo 29.10.1999 n. 490.

Come previsto dall’art. 28 C. 4 del D.Lgs 42/2004 e dall’art. 95 del D.Lgs 163/2006, è stata richiesta alla Soprintendenza Archeologica per la provincia di Cagliari ed Oristano la verifica preventiva dell’interesse archeologico delle opere in progetto.

L’area d’ampliamento dell’impianto e quelle limitrofe non ricadono fra quelle soggette a vincoli paesaggistici in quanto non si riscontra la presenza di aree vincolate a parco, oasi naturali, monumenti naturali o altro come illustrato negli elaborati grafici con vincolistica allegati alla presente relazione.

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8. INTERVENTI DI MITIGAZIONE PAESAGGISTICA DELL’INTERVENTO.

Al fine di limitare al minimo l’eventuale impatto dell’intervento d’ampliamento dell’impianto di depurazione, sono stati programmati in fase progettuale e saranno messi in opera degli interventi di mitigazione finalizzati alla minimizzazione degli impatti sull’ambiente. Ai fini della mitigazione dell’impatto visivo, nonché acustico e olfattivo, sarà conservato il filare di Eucaliptus esistente a filo strada nel lato Nord e Sud. Nel lato Ovest, attualmente privo di alberatura, sarà posta in opera una barriera verde perimetrale all’area del nuovo dell’impianto di depurazione che sarà realizzata mediante l’impiego di piante arboree sempreverdi autoctone la cui piantumazione sarà eseguita nella stagione idonea. Nel dettaglio gli interventi in progetto sono i seguenti:

Nella parte Ovest perimetrale dell’area saranno impiantate, in modo fa formare una

barriera, delle specie arboree ad alto fusto di Carrubo (Ceratonia siliqua) poste a distanza non superiore a 5 metri tra loro ed al fine di ottenere un più rapido effetto di mascheramento costituita da individui d’altezza compresa tra 2 e 2,5 metri d’altezza;

Nella parte perimetrale dell’intera area tra un Eucalipto e l’altro saranno impiantate specie arbustive provenienti da ecotipi mediterranei rappresentativi come il corbezzolo (Arbutus unedo), il mirto (Myrtus communis), il lentisco (Pistacia lentiscus), mentre lo strato più basso comprenderà il cisto (Cistus incanus), il rosmarino (Rosmarinus officinalis) e il fico d’India (Opuntia ficus-indica);

La barriera esistente costituita da Eucalipti (Eucalyptus) sarà, come già previsto, conservata ed integrata dalle specie arbustive precedenti che andranno a formare una barriera sempreverde continua di media altezza valutabile intorno ai 2 metri;

Sarà realizzato un inserimento nel contesto ambientale delle strutture di progetto i mediante l’utilizzo di materiale naturale quali terre e tinteggiatura con uso di colori conformi alle caratteristiche ed alle tradizioni costruttive del territorio;

Le strade interne di pertinenza saranno realizzate in fondo naturale con pavimentazione in quadroni in cls a basso impatto ambientale;

L’opera di sostegno sarà in cls con altezza media di 1 metro, intonacato e tinteggiato con uso di colori conformi alle caratteristiche ed alle tradizioni costruttive del territorio;

La recinzione sarà in tubolari di ferro a vista, con muretto in blocchetti, intonacato e tinteggiato con altezza di 1 metro, fondazione in cls, con altezza totale di 2,30 metri.

In considerazione delle limitate superfici ed altezze fuori terra degli impianti di sollevamento, nonché del contesto dell’intervento, in sintesi sono stati previsti i seguenti interventi di mitigazione:

a) La barriera vegetativa esistente costituita generalmente da Eucalipti (Eucalyptus) e/o macchia mediterranea sarà conservata;

b) Nella parte perimetrale, non interessata da alberatura esistente, saranno impiantate in modo fa formare una barriera, delle specie arboree ad alto fusto di Carrubo (Ceratonia siliqua) poste a distanza non superiore a 5 metri tra loro ed al fine di ottenere un più rapido effetto di mascheramento costituita da individui d’altezza compresa tra 2 e 2,5 metri d’altezza;

Negli elaborati grafici allegati è rappresentata la simulazione grafica e fotografica degli interventi di progetto con relativo inserimento nel contesto realistico.

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9. GIUDIZIO DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE.

Sulla base di quanto esposto nei paragrafi precedenti, in considerazione degli interventi di mitigazione previsti in fase esecutiva, si può esprimere il seguente giudizio di compatibilità ambientale:

L’intervento di realizzazione dello schema fognario depurativo Pula n° 326 non interagisce con le indicazioni dei piani paesistici, programmazioni territoriali o con vincoli attuali. I potenziali effetti sull’ambiente e sul territorio riassunti principalmente in:

Produzione di rifiuti; Rischio d’incidenti in relazione alle sostanze o tecnologie utilizzate; Aumento del livello sonoro ambientale (impatto acustico); Produzione di odori molesti ed inquinamento dell’aria; Produzione di areosol veicolanti batteri e virus; Impatto sul corpo idrico ricevente i reflui; Visivo e paesaggistico; Perdita di habitat naturale e di suolo ad uso agricolo nelle aree con strutture di maggiori dimensioni; Influenza sul patrimonio archeologico-storico.

Avranno un’influenza territoriale limitata e saranno ridotti al minimo in relazione alle scelte progettuali effettuate nel pieno rispetto della normativa vigente, la percezione visiva delle opere del nuovo impianto di depurazione sarà contenuta in relazione alla localizzazione dell’area e dagli interventi a verde di mitigazione paesaggistica.

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10. GIUDIZIO SUI BENEFICI SOCIO-ECONOMICI.

Come illustrato nei paragrafi precedenti, il Comune di Pula è attualmente dotato di un impianto di depurazione non idoneo a garantire lo scarico nel rispetto delle norme vigenti sia per le caratteristiche dimensionali delle singole sezioni che per la tipologia del trattamento con conseguenze negative per l’ambiente circostante in particolare nel periodo estivo con il relativo aumento della popolazione collegato al flusso turistico. Inoltre, allo stato attuale il sistema fognario del territorio comunale di Pula è realizzato in parte in quanto risulta servito solo il centro abitato; ne consegue che tutte le zone limitrofe al centro abitato caratterizzate dalla presenza di un gran numero di case sparse e di piccoli condomini occupati tutto l’anno e parte della zona costiera, caratterizzata dalla presenza di numerosi insediamenti turistici di tipo residenziale e ricettivo, sono invece in alcuni casi del tutto privi di qualunque sistema razionale di collettamento ed affidate a sistemi di smaltimento estemporanei e puntuali, per lo più esclusi o vietati dalle attuali norme di settore, in alcuni altri casi invece dispongono di piccoli impianti di trattamento a carattere stagionale di scarsa affidabilità. Tale situazione è stata evidenziata nel suo complesso più volte all’Ente Gestore con esplicite richieste d’intervento urgente da parte dell’Amministrazione Comunale. Il nuovo schema fognario depurativo di Pula consentirà l’ampliamento della zona di collettamento e l’ampliamento della filiera di trattamento nel pieno rispetto dei limiti imposti con determinanti benefici per il territorio. Lo studio del contesto ambientale e socio-economico ha evidenziato che uno dei fattori di maggior fragilità del settore agricolo del territorio è costituito dall’insufficienza dell’approvvigionamento idrico. Tale situazione si aggrava nel periodo Estivo in relazione alla scarsità delle precipitazioni ed all’insufficienza della rete irrigua cui si accompagnano gravi problemi d’incertezza sulla disponibilità d’acqua che ha indotto gli operatori a limitare le superfici destinate alle colture irrigue. La domanda per quel che concerne il recupero d’acqua ai fini irrigui, si può considerare in aumento

anche con riferimento alla vocazione turistico-ricettiva dell’area e delle relative aree verdi.

Si può rilevare che le risorse idriche sono assolutamente carenti per gli usi concorrenti a quello potabile, quindi si avrà un beneficio socio-economico anche in previsione di un riutilizzo delle acque di depurazione da parte di tipologie d’utenti e realtà produttive che usufruiranno del servizio offerto con benefici concreti dalla realizzazione dell’intervento in programma.