GEOGRAFIA - people.unica.it · Geografia. Teoria e prassi, Torino, Bollati Boringhieri, 2012. I...
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Corso di Laurea: Lettere (L-10)
Corso di Studi: Lettere classiche/Lettere moderne/Storia
Periodo di erogazione: 2° semestre
Durata del corso e crediti attribuiti: 60 ore frontali (12 cfu)Università degli Studi
di CagliariAnno Accademico
2019-2020
GEOGRAFIAProf. Marcello Tanca ([email protected])
Argomento del corso:
Il corso sarà suddiviso idealmente in 2 parti. Nella prima si affronteranno i principali temi della geografia umana (rapporto uomo/ambiente, globalizzazione, città, popolazione, paesaggio, Europa ecc.). Nella seconda si approfondirà un argomento specifico: nell'Anno Accademico 2019/20 saranno il turismo (e la sentiment analysis)
GEOGRAFIAProf. Marcello Tanca ([email protected])
Programma del corso1) F. Barteletti, Geografia. Teoria e prassi, Torino, Bollati Boringhieri, 2012.I seguenti capitoli:
- 3, La costruzione della geografia moderna: Humboldt e Ritter- 4, La geografia nell'era dell'evoluzionismo- 5, Il possibilismo come reazione al determinismo ambientale- 6, I concetti di regione e di paesaggio e la loro evoluzione- 8, La new geography e la "rivoluzione quantitativa"- 9, La geografia sociale e la geografia "critica"
2) A.L. Greyner, G. Dematteis, C. Lanza, Geografia umana. Un approccio visuale, Torino, Utet, 2012.I seguenti capitoli:
- 2, La geografia culturale e la globalizzazione- 3, Popolazione e migrazioni- 10, Geografia urbana
Programma del corso
3) E. dell’Agnese (a cura di), Geo-grafia. Strumenti e parole, Milano, Unicopli, 2009.I seguenti capitoli:
- E. Squarcina, Carta (pp. 85-94)- M. Schmidt di Friedberg, Ambiente (pp. 165-192)
4) G. de Vecchis, C. Palagiano (a cura di), Le parole chiave della geografia, Roma, Carocci, 2003.I seguenti capitoli:
- M. Maggioli, Globalizzazione (pp. 225-234)
Programma del corso
5) D. Gavinelli, G. Zanolin,Geografia del turismo contemporaneo:pratiche, narrazioni, luoghi,Roma, Carocci, 2019.
6) V. Albanese, Il territorio mediato: sentiment analysis methodologye sua applicazione al Salento, Bologna, Bononia University Press, 2017.
7) M. Tanca,When Music Invades the Urban Spaces: the Piano CityFestival in Milan, a New Paradigm of Sociability?,“Almatourism”, 19, 2019, pp. 69-102.
Attenzione! Le slide delle lezioni sono parte integrante del
programma di esame
I non frequentanti devono preparare 2 capitolia scelta dal libro di E. dell’Agnese (a cura di),Geo-grafia. Strumenti e parole, Milano, Unicopli,2009 oppure dal libro di G. de Vecchis, C.Palagiano (a cura di), Le parole chiave dellageografia, Roma, Carocci, 2003.
Gli studenti non frequentanti sono invitati aprendere contatto col docente al seguenteindirizzo di posta elettronica: [email protected]
Che cos’è e di che cosa si occupa la geografia della popolazione?
Si tratta di una branca della geografia umana che studia:
la distribuzione della popolazione sulla terra e ledinamiche demografiche
le relazioni che intercorrono tra le dinamichedemografiche, le strutture di una popolazione e ilterritorio che essa occupa
i processi di natura endogena ed esogena che nemodificano il profilo della popolazione ridisegnandonel'identità e i confini in una costante dialettica tracontinuità e cambiamento
Geografia della popolazione
Che cos’è e di che cosa si occupa la geografia della popolazione?
"Tratti demografici strutturali" elementi che vengono presi in considerazione:
età, sesso, stato civile, composizione familiare comunanza linguistica, fede religiosa forme di organizzazione e attività economica livello di scolarizzazione luogo di residenza, abitudini e stili di vita
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Che cos’è e di che cosa si occupa la geografia della popolazione?
"Tratti demografici strutturali" elementi che vengono presi in considerazione:
Tasso di natalità
Geografia della popolazione
Che cos’è e di che cosa si occupa la geografia della popolazione?
Tasso di natalità
rapporto tra il numero delle nascite in una comunità o in un popolo durante un periodo di tempo e la quantità della popolazione media dello stesso periodo.
Geografia della popolazionem
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"Tratti demografici strutturali" elementi chevengono presi in considerazione:
Che cos’è e di che cosa si occupa la geografia della popolazione?
"Tratti demografici strutturali" elementi che vengono presi in considerazione:
Tasso di natalità
rapporto tra il numero delle nascite in una comunità o in un popolo durante un periodo di tempo e la quantità della popolazione media dello stesso periodo.
Geografia della popolazione
Link all'articolo su Repubblica
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Tasso di natalitàIl tasso di natalità è diverso da territorio a territorio, perché sudi esso incidono fattori come lo sviluppo economico, il grado dimodernizzazione del territorio, fattori politici, strutturali, socialie culturali.
Ad esempio, per comprendere le differenze tra tassi è necessariorifarsi alla struttura per età e alla composizione per sesso diuna popolazione: una popolazione strutturalmente giovanetenderà a presentare tassi di natalità più elevati rispetto a quellidi una anziana; analogamente, se una popolazione ècaratterizzata da un elevato numero di donne in età fertileil tasso di natalità dovrebbe essere più elevato.
Nei paesi in via di sviluppo, ad es., il tasso di natalità tenderà adessere più elevato di quello di paesi industrializzati, per unastruttura dell’età mediamente più giovane della popolazioneresidente in quei paesi (ma questa, evidentemente non è la solaragione).
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"Tratti demograficistrutturali" elementi chevengono presi inconsiderazione:
Tasso di mortalità
rapporto tra il numerodelle morti in unacomunità o in un popolodurante un periodo ditempo e la quantità dellapopolazione media dellostesso periodo.
Geografia della popolazioneChe cos’è e di che cosa si occupa la
geografia della popolazione?
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Che cos’è e di che cosa si occupa la geografia della popolazione?
"Tratti demografici strutturali" elementi che vengono presi in considerazione:
Tasso di mortalità
rapporto tra il numero delle morti in una comunità o in un popolo durante un periodo di tempo e la quantità della popolazione media dello stesso periodo.
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L’invecchiamento della popolazione in Italia
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Tasso di mortalitàIl tasso di mortalità misura la frequenza delle morti di unapopolazione in un arco di tempo e normalmente viene riferitoa un anno di calendario. Questo dato viene utilizzato perverificare lo stato negativo di sviluppo di una popolazione.
Ad es. in paesi economicamente sviluppati, ci sono livelli dimortalità molto alti, dovuti ad una popolazioneprevalentemente anziana, mentre paesi economicamente piùdeboli, in cui il tenore di vita e l’età media risultano piùbasse, registrano una mortalità più bassa tra gli anziani mamolto alta tra i bambini (soprattutto tra i neonati). Lamortalità infantile e quella materna sono indicatori precisidello stato di salute di una nazione (nutrizione, benessere esanità della popolazione).
Geografia della popolazione
natalità e mortalità in ItaliaNel 2019 sono nati in Italia 435mila bambini (erano 473mila nel 2016 e
569mila nel 2009).Risulta battuto, pertanto, il
precedente record di minimostorico dall'Unità d'Italia. Le
nascite registrano la nonaconsecutiva diminuzione dal 2008, anno in cui furono pari a 577mila.
Il 19,4% delle nascite stimate per il 2017 è damadre straniera, una quota in lieve flessionerispetto al 2016 (19,7%), mentre l'80,6% è damadre italiana. In assoluto, i nati da cittadinestraniere sono stimati in 90mila, il 3,6% in menodell'anno prima. Di questi, 66mila sono quelli avuticon partner straniero, 24mila quelli con partneritaliano. I nati da cittadine italiane sono 374mila,con una riduzione dell'1,6% sul 2016.
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L’Italia: quadro sintetico al 1 gennaio 2019 la popolazione residente in Italia è
pari a 60 milioni 391mila, oltre 90mila in menosull'anno precedente (-1,5 per mille). Al 1° gennaio 2019gli over 65enni sono 13,8 milioni (rappresentano il22,8% della popolazione totale), i giovani fino a 14 annisono circa 8 milioni (13,2%), gli individui in età attivasono 38,6 milioni (64%).
Gli stranieri (5.255.503) aumentano e rappresentanol'8,7% della popolazione.
Mentre cala la popolazione totale in Italia, si vive piùa lungo. Al 1 gennaio 2019 si contano infatti 449milanascite (9mila in meno del 2017, 128mila in meno del2008) contro 636mila decessi
Le regioni del Paese con le più favorevoli condizioni disopravvivenza continuano a essere quelle del Nord-este del Centro.
Le nascite di bambini stranieri si concentranonelle regioni dove la presenza straniera è piùdiffusa e radicata: nel Nord-ovest (21,0%) e nelNord-est (20,7%). L’Emilia-Romagna ha lapercentuale più alta di nati stranieri (24,3%), laSardegna la più bassa (4,5%).
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geografia regionale: la distribuzione della popolazione in Italia
• abitanti Sardegna= 1.653.135 (24.100 km²)
• abitanti provincia di Palermo = 1.276.525 (5.009 km²)
• abitanti Sicilia = 5.056.641 (25.832 km²)
• abitanti Toscana = 3.742.437 (22.987 km²)
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geografia regionale: la distribuzione della popolazione in Italia
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•Il 3,5% dei Sardi risiede in montagna•Il 47,4%dei Sardi risiede in collina•Il 49,1% dei Sardi risiede in pianura
geografia regionale: la distribuzione della popolazione in Italia
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La piramide della popolazione è una
rappresentazione grafica usata nella statistica
demografica per descrivere la distribuzione
per età di una popolazione.
Dalla forma di una piramide delle età si può
dedurre la storia demografica di quasi un secolo (circa 80-90 anni)
di una popolazione e l'andamento demografico
a cui sta tendendo:
forma piramidale:popolazione in crescita
piramide tendente a un rettangolo:
crescita nulla
piramide tendente a un trapezio:
decremento
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1861/2011
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ITALIA 2019ITALIA 1987
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• All’indomani dall’Unità d’Italia (1861) èevidente la differenziazione neicomportamenti demografici tra lediverse parti del paese:
- mortalità più elevata nelle regioni meridionali
- natalità più elevata al sud che al nord
- movimenti migratori interni su scala intraregionale: Friuli, Venezia Giulia e il Bellunese
- movimenti migratori verso l’estero: emigrazione transoceanica tra il 1900-1914
Storia demografica d’Italia ovvero storia dei suoi assetti territoriali [1]
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• All’indomani dall’Unità d’Italia (1861) èevidente la differenziazione neicomportamenti demografici tra lediverse parti del paese:
- mortalità più elevata nelle regioni meridionali(Basilicata: 41 per 1000; Liguria: 27 per 1000)
- natalità più elevata al sud che al nord
- movimenti migratori interni su scala intraregionale: Friuli, Venezia Giulia e il Bellunese
- movimenti migratori verso l’estero: emigrazione transoceanica tra il 1900-1914
(Puglia: 43 per 1000; Veneto: 31 per 1000)
Storia demografica d’Italia ovvero storia dei suoi assetti territoriali [1]
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Storia demografica d’Italia ovvero storia dei suoi assetti territoriali [1]
• All’indomani dall’Unità d’Italia (1861) èevidente la differenziazione neicomportamenti demografici tra lediverse parti del paese:
- mortalità più elevata nelle regioni meridionali(Basilicata: 41 per 1000; Liguria: 27 per 1000)
- natalità più elevata al sud che al nord
- movimenti migratori interni su scala intraregionale: Friuli, Venezia Giulia e il Bellunese
- movimenti migratori verso l’estero: emigrazione transoceanica tra il 1900-1914
(l’ondata migratoria si riversa prevalentemente nel Nord-America, Argentina e Brasile, ma non esclude Europa e bacino del Mediterraneo)
(Puglia: 43 per 1000; Veneto: 31 per 1000)
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L’emigrazione verso l’esteroL'emigrazione italiana
dal secondo dopoguerra
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L’emigrazione verso l’estero
in circa 100 anni fino al 1976 sono partiti dall'Italiacirca 28 milioni di migranti
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L’emigrazione verso l’estero
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Storia demografica d’Italia come storia dei suoi assetti territoriali [2]
All’indomani della II Guerra Mondiale e alle soglie degli anni ‘50 strutturazione dualistica degli assetti territoriali:
montagna/pianura interno-costa sud-nord
aumenta il peso relativo degli insediamentidi pianura e di costa rispetto a quellimontano-collinari,e non solo per lapresenza di grandi aggregati urbani, maanche per la maggiore prossimità agli assidi comunicazione o alle aree di richiamoturistico
Ripresa del grande movimento migratorio siainterno che verso l’estero, con cambiamentodelle mete di destinazione degli italiani
L’Italia, paese di emigrazione
Nel secondo dopoguerra, dal 1945 al 1955 edurante tutto il “boom economico” (daglianni Cinquanta alla fine degli anni Sessanta)gli Italiani sono un popolo che emigra
Emigrazioni interne ed emigrazioni esterne aiconfini nazionali
oltre 9.000.000 di italiani lasciarono il sud-Italia alla volta del nord del paese edell’estero
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L’emigrazione verso l’esteroLe mete degli italiani che emigrano fuori dal
paese smettono di essere l’ America Latina (chenel frattempo aveva perso per motivi economici epolitici la capacità attrattiva dei decenniprecedenti) e il Belgio (culminata con la tragediadella miniera di Marcinelle)
le grandi mete migratorie diventano la Francia ein seguito, in maniera assolutamente dominante,la Svizzera e la Germania
Nel 1963 Germania e Svizzera raccolgono l’86%dell’intera emigrazione italiana verso l’Europasettentrionale
6.867.000
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L’emigrazione interna•fra gli anni ’55-’63, un flusso notevole di persone scorre
verso le città del centro-nord Italia, in particolare verso le metropoli di Milano, Torino e Genova, ai vertici del
cosiddetto “triangolo industriale”
•In quegli anni dalle regioni del Mezzogiorno emigrano oltre un milione e trecentomila persone. Dalle 69.000 nuove iscrizioni anagrafiche del 1958 nei comuni del triangolo
industriale, si passa nel 1963 ad un numero quasi triplicato (183.000), già superato l’anno successivo
fino a raggiungere le 200.000 unità.
•“L’emigrazione ha rappresentato il fenomeno sociale che ha contribuito forse più di ogni altro ai cambiamenti sociali e alla modernizzazione avvenuti in Italia e in particolare nel
Mezzogiorno a partire dal dopoguerra”
•(Enrico Pugliese)
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L’emigrazione interna•fra gli anni ’55-’63, un flusso notevole di persone scorre
verso le città del centro-nord Italia, in particolare verso le metropoli di Milano, Torino e Genova, ai vertici del
cosiddetto “triangolo industriale”
•In quegli anni dalle regioni del Mezzogiorno emigrano oltre un milione e trecentomila persone. Dalle 69.000 nuove iscrizioni anagrafiche del 1958 nei comuni del triangolo
industriale, si passa nel 1963 ad un numero quasi triplicato (183.000), già superato l’anno successivo
fino a raggiungere le 200.000 unità.
•“L’emigrazione ha rappresentato il fenomeno sociale che ha contribuito forse più di ogni altro ai cambiamenti sociali e alla modernizzazione avvenuti in Italia e in particolare nel
Mezzogiorno a partire dal dopoguerra”
•(Enrico Pugliese)
Uliano Lucas, Milano, 1963. Stazione Centrale
L’emigrazione interna•fra gli anni ’55-’63, un flusso notevole di persone scorre
verso le città del centro-nord Italia, in particolare verso le metropoli di Milano, Torino e Genova, ai vertici del
cosiddetto “triangolo industriale”
•In quegli anni dalle regioni del Mezzogiorno emigrano oltre un milione e trecentomila persone. Dalle 69.000 nuove iscrizioni anagrafiche del 1958 nei comuni del triangolo
industriale, si passa nel 1963 ad un numero quasi triplicato (183.000), già superato l’anno successivo
fino a raggiungere le 200.000 unità.
•“L’emigrazione ha rappresentato il fenomeno sociale che ha contribuito forse più di ogni altro ai cambiamenti sociali e alla modernizzazione avvenuti in Italia e in particolare nel
Mezzogiorno a partire dal dopoguerra”
(Enrico Pugliese) Uliano Lucas, Milano, 1968
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•1973; crisi energetica fa da spartiacque tra 2 epoche. Il modello basato su elevati consumi di materie prime a basso costo e sulle economie di
agglomerazione entra in una fase di profonda recessione
•Le aree urbano-industriali delle regioni dell’Italia settentrionale e dell’Europa centro-occidentale
perdono il loro potere di attrazione
•Immediato arresto dell’immigrazione italiana all’estero e dell’emigrazione interna dall’Italia
meridionale alle regioni del triangolo industriale
1973: crisi e inversione di tendenza
gli italiani all'estero
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L’Italia, meta dei flussi migratori l’Italia è diventata solo in tempi recenti (e in ritardo
rispetto ad altre realtà europee) un paese di immigrazione
In concomitanza con il ridimensionamento, negli anni ’70, dell’emigrazione italiana, è solo a partire dalla
seconda metà degli anni ’80 che si registra l’arrivo di consistenti flussi migratori provenienti dal Terzo Mondo e
dall’Europa dell’est
nel 1975 il 44,5% della presenza straniera in Italia era costituito da cittadini di uno dei paesi dell’Europa dei 151;
oggi, l’85% degli stranieri sono soggiornanti non UE (fonte: Caritas 2013, su dati Istat e Ministero dell’Interno)
al 1° gennaio 2020 sono 5.255.503 gli stranieri residenti
in Italia, l’ 8,7% della popolazione residente
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IX RAPPORTO ANNUALE. Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia 2019
Geografia della popolazione: gli stranieri in Italia
Le comunità straniere più consistenti al 1°gennaio 2019:
1. Romania (1.206.938, pari al 22,97% degli immigratitotali)
2. Albania (441.027, l’8,39% degli immigrati totali)3. Marocco (422.980, pari all’ 8,05% degli immigrati
totali)
4. Rep. Popolare cinese (299.823, pari al 5,70% degliimmigrati totali)
5. Ucraina (239.424, pari al 4,56% degli immigrati totali)6. Filippine (168.292, pari al 3,20% degli immigrati totali)
7. India (157.965, pari al 3,01% degli immigrati totali)8. Bangladesh (139.953, pari al 2,66% degli immigrati
totali)9. Rep. di Moldavia (128.979, pari al 2,45% degli
immigrati totali)
10. Pakistan (122.308, pari al 2,33% degli immigrati totali)
Geografia della popolazione: gli stranieri in Italia
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale degliimmigrati in Italia al 1 gennaio 2018, le 10 regioni con lamaggiore incidenza della popolazione straniera residentesono:
1. Lombardia (1.153.835)2. Lazio (679.474)3. Emilia-Romagna (535.974)4. Veneto (487.864)5. Piemonte (423.506)
al 1° gennaio 2018 gli stranieri residenti in Sardegna(17esimo posto) sono 54.224 e rappresentano il 3,3%della popolazione residente.La comunità straniera più numerosa è quella provenientedalla Romania con il 26,2% di tutti gli stranieri presenti sulterritorio sardo, seguita dal Senegal (8,9%) e dalMarocco (8,0%).
6. Toscana (408.463)7. Campania (258.524)8. Sicilia (193.014)9. Liguria (141.720)
10. Marche (136.045)
i numeri dentro i cerchietti si riferiscono alla % di Stranieri sulla popolaz. totale
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Geografia della popolazione: gli stranieri in Italia
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L’Italia, meta dei flussi migratori
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Da paese di emigrazione a paese di immigrazione
Modalità insediative degli immigrati in Italia:
I) iniziali insediamenti nei rioni gravitanti intorno agli snodi di transito come le stazioni ferroviarie (come a Milano, Torino, Roma, Bologna, Napoli ecc.) o marittime (Genova, Bari, Palermo, Catania, Cagliari ecc.)
I) i “luoghi degli immigrati” emergono progressivamente nel corpo urbano apparendo dispersi, esplosi, diffusi nelle prime e seconde periferie, nelle prossimità interstiziali dei quartieri residenziali, nei centri storici che diventano “etnici” (almeno in parte) conoscendo fasi di degrado quanto nuovi valori patrimoniali; le periferie assumono inedite funzioni di spazio pubblico e di aggregazione per comunità di differenti provenienze; nelle scuole si formano classi di alunni sempre più miste (in alcune città del Nord si annoverano fino a 100 nazionalità e 50 lingue differenti);
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Da paese di emigrazione a paese di immigrazione
Modalità insediative degli immigrati in Italia:
- «spazi di incistamento» ossia situazioni urbane o città dove si sono formati quartieri a base etnica, che possono rimanere “enclave” comunitarie oppure trasformarsi in quartieri plurietnici; dare luogo a spazi pubblici; a sovrapposizioni di funzioni urbane, ecc.; e che si palesano sempre più anche in città piccole e medie.
- quartieri etnici: l’Esquilino a Roma, Veronetta a Verona, il Vasto a Napoli, via Sarpi a Milano, S. Agabio a Novara, Macrolotto Zero a Prato (dove risiede la seconda comunità cinese d’Europa)
- Territorializzazione degli spazi urbani: gli immigrati scelgono quartieri che hanno una tradizione insediativa migratoria (ad es. zone in cui si concentrava l’immigrazione meridionale a cui subentrano)
- La presenza dei migranti si fa più visibile che altrove e i paesaggi urbani mutano e si rinnovano maggiormente: produzione di unethnoscape
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Da paese di emigrazione a paese di immigrazione
Modalità insediative degli immigrati in Italia:
- «spazi di incistamento» ossia situazioni urbane o città dove si sono formati quartieri a base etnica, che possono rimanere “enclave” comunitarie oppure trasformarsi in quartieri plurietnici; dare luogo a spazi pubblici; a sovrapposizioni di funzioni urbane, ecc.; e che si palesano sempre più anche in città piccole e medie.
- quartieri etnici: l’Esquilino a Roma, Veronetta a Verona, il Vasto a Napoli, via Sarpi a Milano, S. Agabio a Novara, Macrolotto Zero a Prato (dove risiede la seconda comunità cinese d’Europa)
- Territorializzazione degli spazi urbani: gli immigrati scelgono quartieri che hanno una tradizione insediativa migratoria (ad es. zone in cui si concentrava l’immigrazione meridionale a cui subentrano)
- La presenza dei migranti si fa più visibile che altrove e i paesaggi urbani mutano e si rinnovano maggiormente: produzione di unethnoscape
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Da paese di emigrazione a paese di immigrazione
Modalità insediative degli immigrati in Italia:
- «spazi di innesto» sono invece i contesti più ampi e città nelle quali la presenza immigrata, e le situazioni di cosmopolitismo che ne derivano, sono divenute consustanziali.Gli stranieri e gli immigrati sono al contempo presenti e dispersi,essi partecipano attivamente e complessivamente dell’urbanità edell’immagine della città. Qui, anche i quartieri a forteomogeneità etnica o pluri-etnica appaiono più aperti einteragenti con lo spazio urbano nella sua globalità.
- Le comunità “altre” divengono anche in breve tempoconsustanziali della vita delle città per esserne parte ri-fondante,irrinunciabile della vita comunitaria. Mentre le comunitàmeridionali “incistate” nelle città industriali del settentrioneitaliano hanno impiegato più di una generazione per completareil loro “innesto”, alle nuove comunità internazionali presenti nelle grandi aree metropolitane italiane, paiono essere bastati pochi anni per entrare a fare parte dell’immagine, della ricchezza, dei linguaggi, dell’urbanità della città. La
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Da paese di emigrazione a paese di immigrazione
I nuovi contesti di contatto (fisici e dell’immaterialità) in cui si verifica l'innesto delle comunità di immigrati nel tessuto sociale e territoriale italiano:
a) gli spazi domestici
b) i mezzi di trasporto
c) gli spazi virtuali delle rappresentazioni e della produzione multimediale e televisiva
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- Gli spazi domestici: qui si genera una nuova familiarità multi-culturale di contatto tra i nuclei locali e gli stranieri (donne e uomini) impiegati del lavoro domestico(badanti, collaboratori familiari, guardiani, giardinieri, babysitter ecc.). In questi luoghi «protetti» si forma la prima interconnessione della conoscenza reciproca edel disvelamento di una convivenza di usanze, di linguaggi, di culti, di solidarietà ma anche di dominanza e intolleranza. La casa, inoltre, è anche lo spazio di incontro e condivisione di comunità di immigrati di provenienze diverse che socializzano proprio attraverso l’esperienza migratoria.
l'innesto delle comunità di immigrati nel tessuto sociale e territoriale italiano
Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali
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- ci sono alcune comunità che si collocano prevalentemente nel settore Altri servizi collettivi e personali, come quella filippina (70% del totale degli occupati della comunità), ucraina (67,8%), srilankese (61%), moldava (54,4%), peruviana (50,8%), moldava (49,8%), ecuadoregna (47,4%).
- Più nel dettaglio si rileva che buona parte degli occupati provenienti da Ghana (58,3%), Pakistan (43,2%), India (32,5%), Marocco (29,8%), Cina (28,2%) sono assorbiti dall’Industria in senso stretto, così come poco più di un terzo degli indiani dall’Agricoltura (31,3%).
- Gli egiziani si distribuiscono prevalentemente nelle Costruzioni, in Attività immobiliari, servizi alle imprese etc. e in Alberghi e ristoranti (rispettivamente 14,7%, 17,7% e 33,4%); i bengalesi in Industria in senso stretto (23,6%), Alberghi e ristoranti (29,8%), Commercio (25,6%); i cinesi oltre che nel settore industriale, anche nel Commercio (36,6%). Infine, nel comparto edile si rileva una larga presenza di albanesi (28,3%) e tunisini (22,8%).
l'innesto delle comunità di immigrati nel tessuto sociale e territoriale italiano
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In sintesi La presenza di quasi 50 nazionalità differenti con più di
10 mila residenti conferma il quadro multietnico delnostro Paese. La crescita della popolazione italiana degliultimi vent’anni è avvenuta unicamente grazie all’aumentodella componente di origine straniera. Una componente cheal 1° gennaio 2019 conta 5 milioni e 255 mila residenti, pariall’8,7 per cento della popolazione, una numerosità di tuttorilievo e superiore al numero degli abitanti di nove deiventisette paesi dell’Ue.
Si accentua l’invecchiamento della popolazione –nonostante la presenza degli stranieri, con struttura per etàpiù giovane di quella italiana e fecondità più elevata – conun’accresciuta domanda di cura che mette in tensione ilruolo di sostegno della rete di parentela. L’aumento dellapopolazione anziana – dovuto ai guadagni in termini disopravvivenza – e la presenza di generazioni di giovanisempre meno folte, conseguenza del continuo calo dellenascite – rendono l’Italia il secondo paese più vecchio almondo.
Dal 2015 il nostro Paese è entrato in una fase dideclino demografico. Il 2019 ha confermato le tendenzedegli ultimi anni, fortemente caratterizzate dal calo dellenascite, dall’invecchiamento della popolazione e, a partiredal 2015, da una perdita di residenti. Le proiezioni dell’Istatper il futuro accreditano come altamente verosimile laprospettiva di un’ulteriore riduzione di popolazioneresidente nei prossimi decenni. Si tratta di dinamiche che,quand’anche condivise con altri partner europei, da noisono generalmente più veloci e più accentuate che altrove.
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Geografia 2019-20
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Università degli Studi di Cagliari
Anno Accademico 2019-2020