GEOGRAFIA DELLO SVILUPPO - UniBG · Dipendenza nei rapporti internazionali 2. ... Anni 1960/1970...

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1 GEOGRAFIA DELLO SVILUPPO Docente: Alessandra Ghisalberti AREA GIURIDICO SOCIALE Diritto degli scambi interculturali II semestre 3° sottoperiodo II semestre 4° sottoperiodo Geografia dello sviluppo

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1

GEOGRAFIA DELLO SVILUPPO

Docente: Alessandra Ghisalberti

AREA GIURIDICO SOCIALE

Diritto degli scambi

interculturali

II semestre3° sottoperiodo

II semestre4° sottoperiodo

Geografia dello sviluppo

2

Indicazioni generali

A) Svolgimento dell’esame: - orale

- conoscenza della materia

- proprietà espressiva

- capacità critica

B) Preparazione all’esame: - lavoro nel corso

- bibliografia di base

- bibliografia integrativa

Articolazione del corso

1. Geografia e sviluppo

2. Il concetto di sostenibilità

3. Geografia dello sviluppo e Africa Subsahariana

3

dall’approccio

areale

locale

globale

luoghi di

partenza

luoghi di

transizione

luoghi di

approdo

percorsi

all’approccio

RETICOLARETERRITORIO

Segni

materiali e immateriali

della CULTURARETE

1.Geografia e sviluppo

4

Geografia dello Sviluppo

Relazione Uomo/Natura

SVILUPPO SOSTENIBILE

Conoscenza /Rappresentazione

del Mondo

Sostenibilità

Partecipazione

Crescita � sviluppo

Spazio Territorio

Processo di territorializzazione

SOCIETA’

E’ costitutivo di una società E’ riflesso dell’azione

sociale

E’ condizione dell’azione sociale

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TERRITORIO

SPAZIO

DENOMINAZIONE

STRUTTURAZIONE

Contesti operativi

Materialità

Designatori

Strutture

Pratiche

Simboli

REIFICAZIONE

Spazio e territorio: gli atti territorializzanti

Processo di territorializzazione

Autocentrato

Fa riferimento ad una

comunità insediata che

definisce attraverso

esso la propria qualità

sociale e garantisce il

proprio funzionamento

e la propria

riproduzione

Eterocentrato

Sfugge al controllo

della comunità locale.

Diventa il prodotto di un

altro corpo sociale e

una delle condizioni per

la sua esistenza

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Geografia Esito dell’azione sociale sullo spazio

naturale

SPAZIO TERRITORIOSOCIETA’

• SOCIETA’

dotata di logiche trasformative

• TERRITORIO

esito e condizione dell’agire sociale

• SPAZIO

risorse naturali

- Problema del sovrappopolamento

- Problema della gestione, accessibilità e uso delle risorse naturali, economiche, culturali, ecc.

- Problema dell’identificazione degli attori sociali e della loro partecipazione ai processi decisionali

SINTESI

CONCETTO DI SVILUPPO

CONCETTO DI SOSTENIBILITA’

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Il paradigma dello sviluppo

1) Non esclusività dei processi economici

2) Andamento costante e non temporaneo

3) Allargamento ad un ampio numero di individui

Riduzione del divario tra regioni meno sviluppate e più sviluppate

Bassi redditiForti disuguaglianzeSalute carenteIstruzione insufficienteBassa produttivitàAlta crescita demograficaElevata disoccupazioneEconomia prevalentemente agricolaDipendenza nei rapporti internazionali

2. Il concetto di SOSTENIBILITA’

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Anni 1960/1970

•Crescita demografica

Rischi globali del pianeta

Responsabilità verso le generazioni future

•Perdita della biodiversità

•Esaurimento delle risorse rinnovabili e non

•Effetto serra

•Buco dell’ozono

Sviluppo sostenibile

1983

Ambiente scientifico

Scienze della complessità

1972

Organizzazioni internazionali

(normativa nella teoria dello sviluppo)

•1972 Conferenza sull’ambiente

•1980 Rapporto Brandt

•1983 Rapporto Brundtland

•1987 Rapporto della commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo

•1989 Primo Summit Ecologico

•1992 Summit di Rio

•2002 Summit Johannesburg

Sviluppo Sostenibile

1992

Industria mondiale

(capitali ed investimenti)

Enti operatori

(nuove pratiche/soggetti sociali)

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Paradigma dello Sviluppo Sostenibile

Teoria ecologica Teoria politica

Teoria economica Teoria etica

Lo Sviluppo sostenibile nell’era della Mondializzazione ���� UNA NUOVA CONFIGURAZIONE DEL MONDO

2. SOCIETA’ � è costituita da individui MOBILI, provenienti da aree geografiche diverse

1.MONDO GLOBALIZZATO � sistema di luoghi, stabiliti da SCAMBI di merci, informazioni e persone organizzato da DIVERSI ATTORI

3. RETI � connessioni tra LUOGHI, meticciato e incontro tra culture facilitato dai sistemi di comunicazione in continua evoluzione

SOSTENIBILITA’ ?Considerare i diversi attori

territorialiComprendere le dinamiche e le

connessioni tra i luoghi

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DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA

rappresentanze

Proposte di soluzioni

NEGOZIAZIONE

Modalità informale

Accordo sottoscritto

DINAMICHE COOPERATIVE WIN-WIN

Governance=

strumento o meccanismo legale che deve avere le caratteristiche di “trasparenza” e “democraticità”

DAL GOVERNO ALLA GOVERNANCE

GOVERNANCE 1. della diversità territoriale

2. dei diversi attori sociali

Rispetto:

3 dimensioni del processo decisionale: 1. temporale

2. territoriale

3. sistemica

SOSTENIBILITA’

Mediante: negoziazione, concertazione

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Agenda 21 “uno dei presupposti per una gestione sostenibile delle risorse è

quello di garantire una politica di partecipazione

democratica”

il ruolo rilevante delle autorità locali, vale a dire “del livello di

governance più vicino alle popolazioni locali, nel creare dei contesti decisionali democratici”

Il capitolo 28 di Agenda 21, dedicato alle autorità locali, richiama la responsabilitàdelle Amministrazioni locali, in quanto livelli di governo più vicini al popolo, "acostruire, operare e conservare le infrastrutture locali dell'economia, della società edell'ambiente, a coordinare processi di pianificazione, a intraprenderee politiche socialie leggi in favore dell'ambiente e a contribuire alle politiche stesse a livello regionale esub-regionale".Il capitolo 28 invita, quindi, le comunità locali a intraprendere un percorso verso lo sviluppo sostenibile: 1. definendo un'Agenda 21 locale che contenga gli impegni dell'ente locale in campo ambientale, economico e sociale; 2. riconoscendo che il successo dipende in modo cruciale dalla partecipazione del maggior numero di attori al processo.

1992 a Rio de Janeiro, Summit delle Nazioni Unite sull'Ambiente e Sviluppo

Storia di Agenda 21

IL PRINCIPIO DI PARTECIPAZIONE NELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO

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Cooperazione decentrata

Attori coinvolti

Organizzazioni internazionali

Stato

Popolazioni locali

Dopo Rio de Janeiro 1992

SVILUPPO SOSTENIBILE

Salvaguardia a lungo termine delle risorse per

le generazioni future

PRINCIPIO DI PARTECIPAZIONE

2. Che cosa è la cooperazione decentrata?

Si articola in due momenti:

1. A monte : Grande molteplicità di

soggetti coinvolti (ONG,

Amministrazioni locali, Università,

Istituzioni sanitarie, piccole e medie

imprese)

2. A valle : Nuovo interlocutore. Non

si fa più riferimento allo Stato ma

ci si riferisce alle comunità locali

Ottica Partecipativa

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Le convenzioni di Lomé

La cooperazione economica e commerciale

La cooperazione allo sviluppo

Introduzione regime

di preferenze

-Prodotti agricoli, manufatti

non in concorrenza con UE

Approccio settoriale

Istruzione Sanità

Ambiente

Lomé I 1975 fino a Lomé IV 1989

Cooperazione DECENTRATA

l’accordo di Cotonou

prevede la cooperazione tra

Unione Europea Stati ACP

firmato il 23 giugno del 2000 a Cotonou (Benin)

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Promuovere lo sviluppo

Economico Politico Sociale

Degli Stati ACP

OBIETTIVO COMUNE

Cooperazione decentrata

Si rivolge alle comunità locali e conferisce loro autonomia

Soddisfa i bisogni del territorio

Quale territorio?

Quali sono le comunità locali?

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3. Geografia dello sviluppo e Africa Subsahariana

Tropicalità

Africa subsahariana

Livello climaticoLivello idrografico

Livello pedologico

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Africa Subsahariana Paesaggi

Foresta Savana Deserto

•Tradizione pastorale nomadica

(seminomadismo e transumanza)

•Allevamento e agricoltura

•Attività cinegetica

•Attività alieutica

•Mobilità e contatti accentuati

•Chiusura dal punto di vista dei

valori (conservazione)

•Apertura dal punto di vista

economico-commerciale

•Nomadismo e allevamento

•Ricerca di punti d’acqua

•Caccia e raccolta

•Agricoltura itinerante

•Attività di tipo speculativo

•Scarso allevamento

•Scarsa mobilità

TERRITORIO

SPAZIO

DENOMINAZIONE

STRUTTURAZIONE

Contesti operativi

Materialità

Designatori

Strutture

Pratiche

Simboli

REIFICAZIONE

Spazio e territorio: gli atti territorializzanti

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Geografia

dell’Africa=

Popolazioni basiche

africane

Intreccio di modellamenti territoriali

Territorializzazione

autocentrata

Territorializzazioni

eterocentrate

Islam

Mercantilismo

Colonialismo

Territorializzazione in Africa

BASICA le popolazioni indigene dall’età del popolamento

ISLAMICA le popolazioni arabe che commerciavano e si stabilivano nel territorio VIII – XV sec.

MERCANTILE i mercanti europei che intrattenevano scambi commerciali XV – XIX sec.

COLONIALE gli europei che instaurano con l’Africa rapporti imperialistici XIX - XX sec.

NEO BASICA le popolazioni indigene dopo l’indipendenza 1950-70

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TERRITORIALIZZAZIONE BASICA

Spazio

Società Africana

Territorio

Processo di territorializzazione basico

•Tecniche di simbolizzazione

•Livello della significazione e della

rappresentazione

•Spiritualità

Modellamento intellettuale della

natura

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Società basica

Centralità del luogo

E’ la terra donata da Dio

Due caratteristiche

E’ la terra dove la collettività sociale deve

agire sulla natura secondo il volere divino

LA DENOMINAZIONE

BASICA

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REFERENZIALI

SIMBOLICI

PERFORMATIVI

DESIGNATORI

Attingono ai valori sociali

Creano il primo ordine

Attingono all’esperienza

Creano un riferimento

“Mokollé”ho

costruito la mia casa

r. abitativa

Mo = io ko = ho costruito llé = la casa

Designatori referenziali

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“itché” baobab vegetazione

Designatore referenziale

Designatori simbolici

Trasferiscono al suolo credenze mitiche e morali

Luogo della fondazione del villaggio

Designatore simbolico

Designatori performativi

Veicolano una conoscenza ottenuta per via sperimentale

“gorou” Corso d’acqua temporaneo di origine pluviale

Complessità originaria

idrologia

IDROLOGIA

“bangou” Corso d’acqua temporaneo di origine fluviale

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Simbolizzazione territoriale

Società

=

Un valore sociale si trasferisce al suolo e si trasla in un luogo

Topomorfosi

“Abougoundou” la donna del male

Foresta sacra

Codice primario

Formazione

vegetale

Sottocodice 3

Ipostatizzazione dei

rapporti di potere

(età di accesso)

Sottocodice 2

Normazione dei

rapporti sociali

(luogo delle

donne)

Sottocodice1

Sacralità

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TOPOMORFOSI Un gruppo di valori sociali assume le

sembianze di un luogo

dono

Complessità originaria

vegetazione

investitura

Territorio

luogo della raccolta

Legittimità

regole di accesso

TopomorfosiConnotazione

sociale

Formazioni territoriali

basiche

Sociotopie

Il soggetto agisce in un ambiente intelligente

Spazi pubblici organizzati secondo tre elementi

Il soggetto opera in uno spazio

collettivo, codificato

=

Dimensione partecipativa dell’azione

soggettiva nel rispetto della

tradizione

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LA REIFICAZIONE

BASICA

Reificazione basica

• Aderenza allo stato naturale

• Trasformazioni “dolci”

Impressione di selvaggità

Si asseconda piuttosto che contrastare la natura

La reificazione risponde a bisogni temporali non troppo lunghi (1 – 2 generazioni)

La reificazione soddisfa bisogni della collettività e limita la concentrazione di potere

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Reificazione basica

Due profili

Paesaggi vegetali Manufatti tradizionali

• Savanizzazione della foresta

• Sahelizzazione della savana

• “Boschi sacri”

• Vegetazione subspontanea

(baobab, palma)

• Abitativi

• Legati ad attività produttive

(agricoltura, estrazione

mineraria, raccolta e caccia,

allevamento, pesca, circuiti

dello scambio)

LA STRUTTURAZIONE BASICA

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Strutturazione basica

Strutture

Insediative

Produttive

Legittime

• Insediamento

• Villaggio

• Accampamento

• Hameau

• Circuito dello scambio (breve e lungo raggio)

•Luoghi di mercato

• Disciplinano l’esercizio del potere

Diversi statuti Organizzazione

parenterale

Villaggio

Diverse attività

Microcosmo

Materialità/Simbolismo territoriali

Famiglia nucleare Dimora

Famiglia Estesa Concessione

Lignaggio Quartiere

Più Lignaggi Villaggio

strutture INSEDIATIVE

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Villaggio madre

Villaggio distaccato

Villaggio di nuova installazione

Villaggio di ingrandimento

Villaggio di nuova provenienza

hameauaccampamento

Statuto dei villaggi

Villaggio di nuova installazioneINSEDIAMENTO

TERRITORIALIZZAZIONE ISLAMICA

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Islam

Secondo tre

direttrici

Il deserto

In due fasi

Si diffonde in Africa

Subsahariana a partire dal IX

sec.

La valle del Nilo La costa

orientale

Africana

Prima: Islam elitario,

mercantile e di corte

Seconda: grandi

conversioni di

massa (fine XVIII

sec. e XIX sec.)

Africa

SubsaharianaIslamizzazione di massa dovuta a

Decadimento della legittimità basica

Affermazione di formazioni politiche che si ispirano all’Islam (Jihadismo)

Considerazione dell’Islam come simbolo

di opposizione al colonialismo

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Logica Territoriale Islamica

Marca la territorialità subsahariana

Controllo simbolico (denominazione)

Territorio

simbolizzato in

forme

elementari e

referenziali

Controllo pratico (reificazione)

Controllo strutturale (strutturazione)

Modeste opere reificanti

(eccetto moschee). Influenza

sulla coltura del cotone e

sull’allevamento dei suini

L’islam si

proietta al

suolo nella

forma di

strutture

territoriali

Strutture territoriali Islamiche

Strutture politiche

Jihadismo e

profetismo

armato

Strutture economiche

•Commerci a lungo raggio

(intercontinetalità)

•Oceano Indiano e Sahara

•Rapporti con commerci

africani a lungo raggio

•Impulso a commercio a

breve raggio

Circuiti di

scambio

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TERRITORIALIZZAZIONE MERCANTILE

Metà XV sec.

L’Africa occidentale

atlantica non è più la fine

del mondo

•Fine XV sec.: Portogallo

e Spagna

•Inizio XVII sec.: Francia,

Inghilterra, Olanda,

Scandinavia,

Brandeburgo

Europa del Rinascimento

Desiderio di diffondere

la fede cristiana

Sete di nuove

conoscenze

Bisogni commerciali

Progressi dell’arte

nautica

Si denominano le coste

con designatori Europei

Si creano stazioni di

commercio e posti

fortificati costieri

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Razionalità territorializzante mercantile

Controllo simbolico (denominazione)

•Prima: lungo le coste

(denominazione

referenziale,denominaz

ione simbolico –

religiosa)

•Poi: all’interno lungo

gli assi fluviali (

denominazione

simbolico-politica)

Controllo pratico (reificazione)

Controllo strutturale (strutturazione)

Modesti atti reificanti:

•Costruzione di forti e scali

commerciali

•Introduzione di nuove

colture: mais, manioca,

arachide, riso asiatico

La territorializzazione

mercantile si identifica con

i circuiti commerciali:

•Commercio triangolare

•Stazioni marittime

•Reti commerciali interne

(fiumi)

Attore

mercantile

Politica commerciale

Compagnie di commercio

Politica indigena

• Accordi di buon vicinato

•Manovre per danneggiare i

concorrenti

•Limiti dell’intervento statale

Trasferimento di risorse a favore

delle autorità Africane:

•Coutume

•Traffico degli schiavi

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Metà XV sec. – Metà XIX sec.

Rapporti Euro-Africani caratterizzati da quattro interessi

Capitalismo

mercantile

(compagnie di

commercio)

“Ragion politica”

degli Stati

Europei

Organizzazioni

per la diffusione

del Cristianesimo

Bisogno di

conoscenza

scientifica

MERCANTE STATOVeri protagonisti della

territorializzazione

subsahariana

TERRITORIALIZZAZIONE COLONIALE

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Origini del colonialismo

Fine XVIII sec. – Inizio XIX sec.

Crisi dell’ordine mercantile in Africa

Deficit di territorializzazione

Riduzione delle risorse (abolizione della tratta

schiavistica)

Affermazione di nuovi interessi economici in

EuropaIl territorio non è più adatto

al bisogno sociale eterocentrato

Il territorio non è più adatto al bisogno sociale

eterocentratoLo Stato assume un ruolo

cruciale

Rapporti Euro-Africani

Superamento del deficit di territorializzazione

Acquisire attributi idonei a soddisfare gli interessi delle

società europee

Diventare un’appendice della

metropoli

I territori Africani devono

Essere ambito di pieno esercizio

dell’autorità dello Stato

PERIODO

COLONIALE

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Geografia del mercantilismo

Attore: Compagnie Commerciali

E’ una costruzione territoriale finalizzata ad

un’occupazione temporanea di uno spazio alieno per

motivi commerciali

Geografia del colonialismo

Attore: Stato

Risponde a bisogni complessivi di riproduzione

sociale

Controllo simbolico: la denominazione

Il colonialismo necessita di una conoscenza integrale

del territorio

Rifiuto della scarsezza di designatori lasciata

dalla razionalità mercantile

Costruzione di

carte

geografiche a

scala sempre più

grande

L’esplorazione non è più un’operazione solo

commerciale

•1788 African Association

•(1821-1872) Società di

Geografia

35

Razionalità coloniale

Controllo simbolico

Denominazione

referenziale

Denominazione

simbolica

Denominazione

performativa

ESTRANEITA’ RISPETTO ALLA REALTA’ BASICA

Controllo pratico: La reificazione

Produzione Mobilità

Reificazione Agraria

•Nuove procedure di

accesso alla terra e diritto

fondiario

•Inquadramento

delle campagne

africane

•Nuovo apparato

tecnico, conoscitivo

e strumentale

Reti di trasporto

•Mobilità uomini e merci:

ferrovie, strade, porti

•Mobilità delle informazioni:

telegrafo e telefono

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Controllo sensivo: la

strutturazione

Colonia Città

Circuito

Ordine politico-

amministrativo Ordine economico

Ordine sociale

Ambito territoriale ben

definito dove si esercita la

sovranità di uno Stato

Commercio coloniale (centri

ordinati gerarchicamente)Centro del dispositivo

coloniale e luogo

dove si afferma la

società coloniale

AFRICA OGGI

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Africa post-coloniale

Due fattori ne condizionano lo sviluppo sociale e territoriale

Eredità del

colonialismoCrisi della politica

Razionalità eterocentrata

Razionalità autocentrata

Eredità del colonialismo

Smantellamento strutture di legittimità

Sostituzione delle strutture di legittimità con strutture

di legalità

La mansaya è cancellata e la fasya è asservita alla “tecnica politica” eterocentrata

Principio gerarchico

(fasya,mansaya)

Principio

omologico

Nullificazione dell’autorità basica e sottosviluppo

politico

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Strutture di legalità coloniali

Rimodellamento dello spazio africano secondo razionalità

eterocentrate

Costituzione degli Stati indipendenti africani

Contraddizione geografica dell’Africa contemporanea

Stato africano post-coloniale

Assenza di strutture di legittimità

Poteri costituiti legittimati dalle strutture di legalità

•Autoritarismo e concezione neo-patrimoniale della cosa pubblica

•Esclusioni sociali

•Dissimmetrie spaziali

•Corruzione e colpi di stato

•Violazione dell’ambiente naturale

RISCHI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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Geopolitica africana

dell’ultimo secolo

Conferenza di

Berlino (1884-1885)

Si definisce un

quadro giuridico

internazionale per

l’occupazione

europea

•Fine dell’equilibrio dei

due blocchi

•Nuove dinamiche

politiche innovative in

Africa

Caduta del Muro

(1989)

Africa post-coloniale

Due fasi

Dalle indipendenze (fine anni ’50 e

anni ’60) alla caduta del Muro

Dopo la fine della

Guerra Fredda

Autocrazie civili o militari (partito

unico)

•Fine delle autocrazie

•Ricerca di nuovi modelli di

legittimazione

Contesto internazionale

•Transizione democratica

•Forme di rappresentanza politica

•Legittimità combattente

40

Africa: Nuovo millennio

“Sindrome Serba”

Questione delle elezioni in Africa

Questione dell’AIDS

Avanzamento della pace nel corno d’Africa

Imponenza delle violenze “civili” (a

sfondo etnico, religioso,

tecnologico )

UALuglio 2001 Lusaka

Promotori: Mbeki, Obasanjo, Bouteflika

Raccoglie i 53 stati africani che già formavano OUA

UMA 1989 Unione arabo maghrebina

ECOWAS 1975

Comunità economica stati Africa Occidentale

ORGANIZZAZIONI PANAFRICANE

41

CEEAC 1993 Comunità economica degli

stati africa centrale

SADC 1979Southern Africa Development

Community

COMESA 1994 Common Market for eastern andsouthern Africa

42

LA STRUTTURAZIONE BASICA

Villaggio madre

Villaggio distaccato

Villaggio di nuova installazione

Villaggio di ingrandimento

Villaggio di nuova provenienza

hameauaccampamento

Statuto dei villaggi

Villaggio di nuova installazioneINSEDIAMENTO

43

Strutture insediative

villaggio

hameau

accampamento

quartiere

concessione

WUSUNON

NIEYSUNON

WOBERASUNON

Autorità competente

hameau

Universo nomadico

Nord/Sud del Sahara Aridità/Mondo

pluviale

TERRITORIALITA’ NOMADICA

Dimora Tenda

•Ruolo della donna

•Formazione del fanciullo

•Sedimentazione di valori

•Materializzazione spaziale di una

comunità

•Quadro sociale della vita economica

Accampamento

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Città africana

“Civiltà urbana” subsahariana

Tradizione sudanese

•A partire dal I millennio

•Grandi imperi medioevali del Sahel (Ghana,Mali,Songhay)

•Commercio Transahariano

Strutture di legittimità basiche

GERARCHICHE OMOLOGICHE

fasiya mansaya

Organizzazione politica

Dispositivi di egalitarismo

Organizzazione fondiaria

45

Ordine strutturale

GERARCHICO

Configurazione geografica

Della fasya Della mansaya

( autorità parentale, fa = padre,antenato) ( autorità politica, mansa = re )

fasya

È un diritto originario

Disciplina l’appropriazione e

l’uso della terra

• Si fonda sull’occupazione primitiva dello spazio e su una pratica d’uso

• non è usurpabile

Statuto degli insediamenti e

delle terre

46

Percorso di legittimazione

mansaya

Dota il territorio di qualità politica e ne

garantisce l’organizzazione

Si richiama ai valori della fasya ma reclama la sua

autonomia

•Creazione ex novo di un diritto che ha per oggetto la fondazione del luogo politico

•Proclamazione di intangibilità tra la sfera di legittimità mansaya e fasya, senza competizione

Due principi

Ordine strutturale

omologico

Sfera della vita collettiva

OMOLOGIA

egalitarismoLimitazione delle

tendenze particolaristiche

e delle segregazioni

territoriali prodotte

dall’ordine gerarghico

Razionalità orizzontale

47

Protezione ambientale e governance territoriale in Africa

Occidentale

Pianificazione ambientale sostenibile

Parchi

transfrontalieri in

Africa

Importanza ecologica

Importanza socio-politica

(Peace Parks)

Importanza market-oriented

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LOGICA INTERNAZIONALE conservare l’ambiente

Istituzioni e organismi per la salvaguardia ambientale

Sviluppo sostenibile

IUCN

Gestione partecipativa

UE

Salvaguardia delle risorse naturali

Favorire la ricerca Coinvolgimento università del Nord

e del Sud

Cooperazione decentrata

NeobasicaMinistro della

fauna e foreste

3 razionalità Amministrazioni

locali

Basica Associazioni villaggio

U.E. Direzione programma

Progetto ECOPAS

3 logiche

E: NEOBASICA consolidare la struttura

statale

A: BASICA Garantire la sopravvivenza

E: INTERNAZIONALE conservare

l’ambiente

Epoca attuale

49

LOGICA NEOBASICA consolidare la struttura statale

Istituzioni e organismi per la salvaguardia ambientale

Sviluppo economico

Prestigio nazionale

Direzioni acque e foreste

Promozione turistica

Ammende

Rarità delle risorse

Sistemi di gestione partecipativa

Favorire l’educazione Coinvolgimento università e scuole

Parco transfrontaliero della W

Pianificazione ambientale sostenibile

ZONIZZAZIONE PARTECIPATIVA DELLE PERIFERIE

Conoscenza Intervento

50

Ricerca sul campoAfrica Subsahariana

Obiettivo: analizzare l’organizzazione socio-

territoriale della periferia delle aree protetteRealizzata attraverso

Approccio teorico Teoria Geografica della Complessità

Teoria della Semiosi Cartografica

Osservazione

Inchiesta

Cartografia Partecipativa

Impianto metodologico

Fase Intermedia : CONOSCENZA

CARTOGRAFIA GIS SCALE MULTIPLE

Fase finale : STRUMENTI DI CAPITALIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE

Risultati

Localizzazione

Storia della fondazione

Piani di autorità

Popolamento:

dati quantitativi (censimento)

Fenomeni migratori

Statuto

dati qualitativi (gruppi etnici, lignaggi, …)

InsediamentoAttività praticate

Circuiti delloscambio

Statuto delle terre

Agricoltura:

Associazione e rotazione delle colture

Calendario agricolo

Caccia

Allevamento (pastoralismo, transumanza)

Pesca

Raccolta

Mercati

Prodotti

Vie di comunicazione

Reti commerciali

Attività simboliche

Piani di autorità

51

Osservazione

La geografia nasce come scienza descrittiva

Centralità dell’osservazione

Geografia classica• Attribuzione di valore denotativo alle forme materiali

Geografia della complessità• L’osservazione plurima (forme, simboli, strutture) con attribuzione di valore connotativo al territorio

• In contesti socialmente definiti

• In base a specifiche problematiche

• Logiche di funzionamento del territorio

Ruolo centrale degli attori LOCALI

Analisi dell’organizzazione socio-territoriale

• Rapporto tra gruppi sociali e risorse naturali

Recupero dei saperi tradizionali e valori identitari

PLURALITA’ DI ATTORI:

• autorità fondiarie, religiose e politiche

• rappresentanti delle associazioni di villaggio

• referenti dell’amministrazione

• referenti di eventuali progetti di sviluppo

INCHIESTA Incontri con interlocutori privilegiati e

assemblee collettive

52

Cartografia partecipativa

E’ un mezzo tecnico per la raccolta dei dati

prodotta dagli abitanti del villaggio con l’intermediazione del ricercatore

• Fa emergere i saperi tradizionali nella conservazione e nell’uso delle risorse

semiosi cartografica

strumento innovativo:

E’ un sistema di rappresentazione che interviene nella comunicazione

• Mostra i luoghi secondo il punto di vista degli abitanti sottolineando i rapporti sociali e le relazioni di potere

Elaborazione dei dati di terreno

1. Un sistema di schede, rapporti, pubblicazioni

2. Elaborazioni cartografiche: applicativi GIS (Geographic Information Systems)

Scale multiple

• Non si veicola solo una visione sintetica dei risultati

• Si crea un’informazione aggiuntiva

53

SECONDA FASE

Sistema di comunicazione

interattivo e multimediale

Strumenti operativi per la presa di decisione

PRIMA FASE

Cartografia a scale multiple

Osservazione, inchiesta e cartografia partecipativaModellizzazione dei dati (criteri, indici, categorie)

Concezione di una cartografia per la pianificazione

TERZA FASEIdentificazione

dinamiche e attori

Banca dati

QUARTA FASE

Identificazione comitati di villaggio

RICERCA MODULARE

54

Estensione del villaggio

Mescolamento etnico

Livello locale

Per una geografia indiziaria: analisi delle trasformazioni territoriali

+

•Concessioni: dualismo Modernità + tradizione

•Religione: coesistenza luoghi sacri

tradizionali+Islam

•Raccoltà: da villaggio ���� a area protetta

•Attività: diffusione commercio

Terre: cambio statuto campi• maggese ���� campo utilizzato

• diffusione campi prestati

• riduzione spazio naturale (brousse)

Designatori aree d’immigrazione

���� quartieri immigrati

55

CONSERVAZIONE INNOVAZIONE

PIANIFICAZIONE AMBIENTALE

IDENTITA’ CAMBIAMENTO

SOSTENIBILITÀ• Carattere di transcalarità tra locale e globale

• GESTIONE DEI CONFLITTI AMBIENTALI

Pressione dei villaggi

Villaggi madre

Villaggi

Hameaux

Campements

Immigrazione temporanea

Immigrazione permanente

MOLTO NUMEROSI

NUMEROSI

56

Pressione demografica

Villaggio madre di grande dimensione

Villaggi di grandi dimensioni

Hameaux e campements numerosi e di piccole dimensioni

Agricol. Specul.

Transumanza

Pastoralismo

Mercati

Caccia

Pesca

Raccolta

Press. antropica (acqua/terra/vegetazione/fauna)

57

agricoltura speculativa

cotone

Dinamismo ���� COTONE

ZONIZZAZIONE DEL RISCHIO

COTONEPROCEDE VELOCE E

IN EVOLUZIONE CONTINUA

specialmente

in Burkina Faso

58

Migrazioni pemanenti

Migrazioni stagionali

Dinamismo ���� MIGRAZIONI

Dinamismo diversificato���� MIGRAZIONI

MIGRAZIONIDINAMISMO ELEVATO

soprattutto in Benin

ma anche in Niger

59

pastoralismo

transumanza

forte

medio

basso

Dinamismo���� TRANSUMANZA

Dinamismo diversificato���� TRANSUMANZA

TRANUMANZAIN EVOLUZIONE CONTINUA

nelle tre

Componenti Nazionali

60

Linee guida:

1. Priorità di intervento nei settori

2. Problematiche: coesione-dinamismo

3. Ambiti di azione per la “tutela attiva”: � sostegno biodiversità� lotta povertà� sviluppo locale

Risposta

RISPOSTA: intervento ONG nella Zona Tampone

SVILUPPO LOCALE

- Promozione progetti di microcredito

- Diffusione agricoltura di sussistenza

- Creazione corridoi di transumanza

- Definizione aree pastorali

- Promozione commercio prodotti locali

- Incentivo pratiche tradizionali

- Promozione associazionismo tradizionale

- ……………………………

LOTTA ALLA POVERTA’

- Interventi nell’ambito scolastico

- Interventi strutture sanitarie

- Creazione infrastrutture di base

- Sviluppo aree di provenienza immigrati

- ……………………..

PROTEZIONE AMBIENTALE

- Azioni di formazione ed educazione ambientale

- Sviluppo ecocompatibile

- ……………………….

Pressione territorialeBassa

Media

Alta

Protezione ambientale

Lotta alla povertà

Sviluppo locale

Bassa

Media

Alta

Bassa

Media

Alta

Bassa

Media

Alta

Priorità intervento