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Relazione intermedia documento del 26/05/08
PROGETTO ESECUTIVO DI POLO FORMATIVO
LOGISTICA INTERMODALE E MOBILITA’ METROPOLITANA
RELAZIONE INTERMEDIA
INDICE
Premessa.............................................................................................................................2
1. Obiettivi generali della Formazione Superiore..................................................................2
1.1 Obiettivi specifici.........................................................................................................4
2. Metodologia e piano di lavoro..........................................................................................6
2.1 Definizione delle aree tematiche.................................................................................6
2.2 Formazione dei gruppi di lavoro e relativa ripartizione delle attività...........................7
2.3 Stesura del progetto esecutivo...................................................................................9
3. Risultati............................................................................................................................9
3.1 Il quadro di riferimento europeo e nazionale.............................................................10
3.1.1. I mercati............................................................................................................16
3.1.2. Modi di trasporto e corrispondenti infrastrutture e servizi.................................16
3.2 Analisi di contesto.....................................................................................................17
3.3 Analisi dei fabbisogni................................................................................................18
3.3.1. Le fonti disponibili..............................................................................................21
3.3.2. La valutazione dei fabbisogni formativi nella provincia di Alessandria - II Fase
SINTESI SUI TRASPORTI..........................................................................................21
3.3.3. Indagini ad hoc..................................................................................................24
3.3.4. Interviste con testimoni privilegiati..................................................................25
3.3.5. Focus Group.....................................................................................................25
3.3.6. Analisi di altre esperienze e casi notevoli..........................................................25
3.4 Stato dell’arte dell’offerta formativa...........................................................................25
3.4.1. L’offerta formativa in Europa.............................................................................26
3.5 Progettazione............................................................................................................30
3.5.1. Percorsi formativi..............................................................................................31
3.5.2. Trasferimento tecnologico.................................................................................39
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3.5.3. Laboratori a cielo aperto...................................................................................42
3.5.4. Valenza internazionale......................................................................................44
4. Organizzazione e strutture di governance del polo formativo........................................46
5. Comunicazione e qualità................................................................................................47
Allegati............................................................................................................................... 49
Report Gruppo Analisi dei fabbisogni.............................................................................49
Report Gruppo Progettazione.........................................................................................54
Premessa
( a cura del capofila)
1. Obiettivi generali della Formazione SuperioreIl Polo formativo si propone di realizzare, in via prioritaria, diversi tipi di formazione, quali:
- la formazione IFTS (Istruzione Formazione Tecnica Superiore);
- la formazione breve ed il trasferimento tecnologico (per la persona e per le
Aziende).
La formazione IFTS (Istruzione Formazione Tecnica Superiore) prevede la definizione di
percorsi di formazione che, a partire dalle indicazioni degli standard nazionali, siano un
elemento utile di risposta ai bisogni regionali secondo le priorità messe in atto dal P.O.R.
per il 2007-2013. Le figure professionali dovranno avere uno spettro di competenze
aggiornato ed allargato rispetto a quelle relative agli standard nazionali. Compito del polo
sarà pertanto quello di procedere ad una ampia revisione e messa a punto di figure
professionali obsolete, anche avvalendosi del supporto dell’indagine RIF (Rete Indagine
Fabbisogni), per definire una adeguata “curvatura” corrispondente alle esigenze regionali.
A fianco della formazione più strutturata tipica dei corsi IFTS sarà organizzata una
formazione più personalizzata ed orientata ai bisogni della persona e dell’azienda. Tale
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formazione si potrà articolare in una formazione breve e trasferimento tecnologico (per la
persona e per le Aziende).
La scelta delle priorità, della localizzazione e della diffusione delle attività di formazione
viene effettuata a partire dall’analisi di contesto e da indagini dei fabbisogni (anche in
collaborazione con RIF). Il Polo si avvarrà di un osservatorio dei fabbisogni formativi
(gruppo fabbisogni).
La formazione IFTS si riconduce ad una serie di regole e standard a livello Nazionale ed
Europeo che possono essere ricondotte ai seguenti punti:
nasce come adeguamento del sistema di formazione superiore non universitario
italiano a quello di altri paesi europei, in coerenza con le indicazioni comunitarie;
le forze sociali hanno un ruolo propositivo – negoziale – di riconoscimento sociale
del percorso;
può rappresentare, nei fatti, un possibile modello per l’Unione Europea, essendo
quello italiano della formazione professionale un sistema con caratteristiche federaliste;
è implementato da soggetti istituzionali – le Regioni – che rinunciano a parte delle
loro competenze per aderire ad un comune modello nazionale che garantisca al
cittadino studente e/o lavoratore la leggibilità delle proprie competenze e la loro
utilizzazione a livello nazionale;
è supportato da un repertorio di qualifiche - standard comuni nazionali – costituito
da figure professionali – a banda larga – successivamente declinabili in profili rispetto
al tempo (coglie cambiamenti in atto) e allo spazio (geografico e settore produttivo);
si avvale di un format comune per la certificazione che viene rilasciata dalle
Regioni. Il format pur essendo stato approvato nel 2000 risulta abbastanza coerente
con il Certificate supplement in quanto focalizzato sulle competenze;
prevede forme di accreditamento delle competenze non formali ed informali in
accesso al percorso;
ipotizza il riconoscimento di crediti in uscita verso i percorsi universitari, su
convenzione bilaterale e senza un criterio che faccia corrispondere un equivalente al
credito. In uscita si prevedono anche crediti formativi professionali.
La formazione IFTS si inserisce in una dimensione Europea della formazione superiore
non universitaria, seguendo le linee indicate nel processo di Bruges-Copenhagen
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propone il potenziamento della formazione superiore universitaria e non;
raccomanda lo sviluppo del rapporto con i partner sociali e la promozione
del coordinamento aperto;
promuove la sussidiarietà nella formazione e nei servizi in uno scenario di
grande trasparenza e intercomunicabilità formativa e lavorativa;
è implementato da soggetti istituzionali – gli Stati Membri - che rinunciano
a parte delle loro competenze per aderire ad un comune meta modello europeo che
garantisca al cittadino studente e/o lavoratore la leggibilità delle proprie competenze e
la loro utilizzazione nell’Unione;
promuove la trasparenza delle qualifiche anche attraverso la costruzione
dell’EQF (European Qualification Framework);
può contare sui dispositivi per la trasparenza previsti dal framework
Europass;
ribadisce l’importanza della Life Long Learning e definisce, nel
Memorandum, la diversità tra non formale, informale e formale. Nel documento
“Conclusion of the Council and the representatives of the Governments of the member
States meeting within the Council of Common Principles for the identification and
validation of non formal and informal learning” del maggio 2004 si evidenziano inoltre
scopi e modalità per l’accreditamento;
promuove la definizione e condivisione dell’ECVET (sistema di
trasferimento crediti della formazione professionale in UE).
1.1 Obiettivi specifici
Gli obiettivi specifici del polo formativo “Logistica Intermodale e Mobilità metropolitana” si
inseriscono nel contesto degli obiettivi generali definiti dalla regione Piemonte:
sviluppare modelli formativi e organizzativi per la realizzazione di azioni integrate
(formative, di sistema, di accompagnamento) a sostegno dei processi di innovazione
connessi ai settori regionali strategici. La logistica, nella sua accezione di trasporto
intermodale delle merci, di gestione delle infrastrutture logistiche e la mobilità delle
persone sono stati individuati come i settori strategici per i quali il polo predisporrà un
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progetto formativo che sappia cogliere la complessità propria del settore dei trasporti
delle merci e dei passeggeri e la grande possibilità di innovazione che esso ha,
soprattutto nell’ottica della sostenibilità, diventata un obiettivo primario non solo a livello
europeo;
individuare e descrivere figure e profili professionali e le relative competenze nel
settore dei trasporti, sia con riferimento alle prospettive evolutive definite dal processo
di riordino della istruzione e formazione tecnico professionale (cfr. D.P.C.M. 25 gennaio
2008), sia rispetto all’innovazione di cui sopra che deve essere innescata anche grazie
a figure professionali che sappiano interpretare correttamente, anticipandola, la
dinamica del sistema dei trasporti che è il motore di un mondo sempre più globalizzato.
Nell’ottica degli obiettivi generali di cui sopra, in cui l’integrazione e l’innovazione saranno
gli elementi portanti del Polo, si intende considerare tutti i modi di trasporto presenti nella
nostra regione: stradale, ferroviario, aereo e su vie d’acqua interne (laghi e fiumi/canali),
con, ovviamente, particolare attenzione ai settori maggiormente presenti ed importanti,
strategicamente parlando, nel nostro territorio regionale. Ciò significa che il contesto in cui
si muoverà il Polo sarà quello del Piano Regionale dei Trasporti (PRT) e dei Piani
Territoriali Integrati (PTI), associati al perseguimento di uno sviluppo economico
sostenibile e della competitività.
L’aspetto prioritario sarà, inoltre, di far emergere i fabbisogni latenti e quelli che latenti non
sono ancora, ma diventeranno tali nel prossimo futuro, non dimenticando che viviamo,
ormai, in un mondo globalizzato e che non possiamo prescindere da cosa accade
“altrove”, in particolare nel settore dei trasporti. Di qui la scelta di dare al Polo una forte
valenza internazionale, come sarà descritto più avanti.
Fatte queste premesse, la metodologia di lavoro prevede la definizione di un obiettivo
principale che delinei il target che il polo si pone, sia in termini di formazione (tipologia di
competenze) sia di utenza della stessa, le fasi organizzative della formazione ed i risultati
che intendiamo ottenere con le relative ricadute sul territorio.
Il nostro obiettivo specifico è quello di fornire un’educazione di elevata qualità a persone
aventi diversi livelli di crescita scolastica e professionale, con una forte valenza europea,
attraverso una formazione “ad hoc” per diverse figure professionali. La valenza europea
sarà perseguita attraverso la progettazione di corsi con contenuti di interesse comunitario
per rendere i discenti versatili rispetto alle necessità dei diversi paesi europei. Tale
risultato sarà garantito anche grazie alla definizione di percorsi formativi che prevedano
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una parte dedicata alla mobilità dei discenti che permetta loro esperienze formative e di
stage in altri paesi europei. La presenza nel polo di un importante istituto di ricerca
straniero (INRETS - Francia) e l’appartenenza del Politecnico all’associazione ECTRI
(European Conference of Transport Research Institutes: www.ectri.org) favorirà da subito
una progettazione di percorsi formativi con moduli teorici e stage all’estero.
A tal fine è fondamentale prevedere una possibile classificazione delle figure professionali,
individuate sulla base di quanto detto sopra, in funzione della formazione per esse
prevista, sia in termini organizzativi che di contenuto, che comporteranno “un’utenza” di
diverse età e preparazione culturale/professionale di base:
a. obbligo formativo (post scuola media) per studenti dai 14 anni in su
interessati a attività formative nel campo della logistica nell’ambito della istruzione in
corso oppure per giovani che hanno assolto l’obbligo scolastico fino a 16 anni e sono in
cerca di occupazione o occupati;
b. formazione post-diploma per studenti diplomati di scuole secondarie che non
si iscrivono immediatamente all’università, con corsi IFTS;
c. formazione per i lavoratori, sia di aziende del settore trasporto, passeggeri e
merci, sia per lavoratori della Pubblica Amministrazione impegnati nelle attività di
regolazione e pianificazione del settore (formazione continua).
Il Polo ha deciso di concentrarsi sui punti b. e c., perché la formazione post-diploma e
quella continua costituiscono il vero motore di una rinnovata professionalità che dovrebbe
essere raggiunta all’interno del settore dei trasporti. Si ritiene, infatti, che il Polo dovrà
costituire un laboratorio di qualificate professionalità affinché il sistema dell’obbligo
formativo possa beneficiarne e fungere da anticipatore di trend e modelli/metodi formativi
di alto livello.
Il punto c. rappresenta la sfida più difficile, anche se permette maggiormente di progettare
percorsi innovativi e con valenza internazionale, e sta diventando cruciale ai fini di una
riqualificazione di persone che già lavorano a diversi livelli di responsabilità in azienda o
negli enti pubblici.
2. Metodologia e piano di lavoro.
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Per raggiungere gli obiettivi specifici descritti nel paragrafo precedente, è stata messa a
punto una metodologia di lavoro che permetta di strutturare e definire il progetto esecutivo
secondo i requisiti richiesti dalla Regione.
Distingueremo dunque, la metodologia seguita per la stesura del progetto esecutivo da
quella che qui accenneremo e proporremo poi nella relazione finale e che sarà la
metodologia di sviluppo del polo nei tre anni di vita del progetto.
In questa relazione intermedia verranno fornite le indicazioni relative alla metodologia
seguita per la redazione del progetto esecutivo, che prevede le seguenti fasi di lavoro:
definizione delle aree tematiche oggetto del progetto esecutivo;
formazione dei gruppi di lavoro e relativa ripartizione delle attività, metodo
di lavoro e tempi;
stesura del progetto che sarà articolato, a sua volta in:
1. Obiettivi;
2. Fasi di lavoro;
3. Suddivisione delle competenze tra i partecipanti
4. Tempi di realizzazione;
5. Indicatori per il monitoraggio e l’auto-valutazione.
2.1 Definizione delle aree tematiche
La metodologia seguita si articola nell’approfondimento di due tematiche principali:
l’analisi del contesto e quella dei fabbisogni e l’individuazione dei profili di
figure professionali sia richieste oggi dal mercato sia “latenti”, ma che diventeranno il
fabbisogno dell’avvenire e del futuro. A questo scopo si sono raccolte e sistematizzate
le informazioni derivanti da:
- studi specifici per l’area e i settori di riferimento;
- interviste con testimoni privilegiati;
- Focus Group;
- indagini ad hoc;
- analisi di altre esperienze e casi notevoli.
L’analisi della domanda viene posta a confronto con l’offerta esistente e inserita nel
contesto socio-economico, culturale e istituzionale, allo scopo di individuare le azioni
formative specifiche del Polo;la progettazione dei corsi relativi alle figure individuate
nella prima fase. La metodologia definita per la fase di progettazione è stata articolata
in quattro aree tematiche:
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1. Percorsi formativi.
2. Trasferimento tecnologico.
3. Laboratori a cielo aperto.
4. Valenza internazionale.
2.2 Formazione dei gruppi di lavoro e relativa ripartizione delle attività
Individuate le aree tematiche oggetto del piano esecutivo, il Polo ha deciso di costituire dei
gruppi di lavoro che affrontassero in modo operativo le stesse e si occupassero della
stesura della relazione. Ogni gruppo di lavoro si è formato in base alle competenze dei
partecipanti ed ha nominato un coordinatore.
I gruppi formatisi in seguito a tale processo decisionale sono:
1. il gruppo di lavoro sui fabbisogni formativi nel contesto del sistema
economico territoriale, coordinato dal Professor Alberto Cassone (Università del
Piemonte Orientale), composto da:
- Chiara Patrucco e Carla Rondano (ARGOL)
- Gianmarco Bisio, Giorgio Rosso e Tiziana Uggetti (Casa di Carità);
- Vittorio Poggio, R.Orzini e M.Mirabello (Interporto di Rivalta Scrivia);
- Daniele Beruatto (SAGAT);
- Giovanni Oliaro e Bartolomeo Avataneo (Inforcoop Lega Coop);
- Annalisa Chiappetta (Istituto Avogadro, Torino);
- Mario Scarsi e Fernando Robino (Istituto Ciampini, Novi Ligure);
- Marco Muzzarelli ( Engim);
- Massimo Infunti (Impronta);
- Roberta Richiero ( CFIQ);
- Confcooperative;
2. il gruppo di lavoro sulla progettazione dei percorsi formativi, coordinato
dalla Prof.ssa Pronello (Politecnico di Torino), composto da:
- Marco Muzzarelli ( Engim);
- Roberta Richiero ( CFIQ);
- Simone Gatti (Istituto A. Volta, Alessandria);
- Mario Scarsi e Fernando Robino (Istituto Ciampini, Novi Ligure);
- Bartolomeo Avataneo (Inforcoop Lega Coop);
- Ettore Libener (Enaip Piemonte);
- G.Enrico Canepa (Ial Piemonte);
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- Roberto Binello (ITIS Grassi, Torino);
- Marina Ferrari e Bruno Bellone (Polo Scientifico Tecnologico);
- Andrea Rosa (SITI);
- Franza (ITIS Marconi, Tortona);
3. il gruppo di lavoro su “Elaborazione e governance”.
I gruppi di lavoro hanno messo a punto, singolarmente, un proprio metodo di lavoro
condiviso all’interno del gruppo stesso, ma hanno comunque deciso di mantenere una
forte integrazione tra di loro inserendo, nella mailing list di ciascuno, i coordinatori degli
stessi, per avere una completa informazione sullo sviluppo del lavoro ed una sicura
integrazione. In particolare, i gruppi “Fabbisogni” e “Progettazione” hanno lavorato in
stretto contatto, essendo i fabbisogni un input importante per la progettazione.
Il metodo di lavoro si è basato sulla definizione di incontri per la discussione e sul lavoro
individuale. Precisamente sono stati fissati due incontri, uno per definire l’approccio iniziale
ed uno per discutere i risultati del lavoro e finalizzare gli stessi in vista della relazione
intermedia. Tali incontri sono stati affiancati dal lavoro individuale basato sullo scambio di
e-mail gestito dal coordinatore e supportato dalla creazione di uno spazio web dove poter
documentare i lavori del gruppo. All'interno dello spazio è possibile tenere traccia delle e-
mail che vengono scambiate, commentare le attività svolte dai singoli soggetti e scambiare
del materiale utile (links, documenti, ecc.).
Nel momento in cui viene redatto la presente relazione intermedia lo spazio web assume
la forma di un semplice diario di bordo all'interno del quale è stata documentata tutta
l'attività di scambio di informazioni ed e-mail tra i soggetti componenti i gruppi di lavoro. La
forma assunta dallo spazio web è di un blog all'interno del quale viene di giorno in giorno
costruito un “diario” delle azioni intraprese. Per ogni azione è possibile aggiungere
documentazione attraverso l'inserimento di files e attraverso commenti.
Lo spazio sarà finalizzato, nella fase operativa triennale, alla documentazione delle attività
su differenti ambiti:
- promozione delle attività formative. Il sito web sarà uno spazio attraverso
il quale dare informazioni all’esterno relativamente alle attività del polo formativo, la
modalità del Blog permetterà a qualunque soggetto esterno, che abbia intenzione di
essere coinvolto nella formazione, di essere aggiornato sugli eventi e le attività, di
conoscere la proposta formativa, di iscriversi utilizzando modalità on-line, di avere un
contatto con un operatore in modo sincrono tramite “instant messaging” o in modo
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asincrono tramite e-mail. Lo spazio web permetterà di superare la problematica relativa
alla presenza del polo formativo su più Provincie;
- scambio di informazioni tra i partner componenti il Polo. Lo spazio web
darà la possibilità ai componenti il Polo di utilizzare un “repository” di materiali
attraverso il quale condividere informazioni ed eventi. Grazie alla modularità del
“content mangement system” utilizzato (wordpress) sarà possibile aggiungere in modo
semplice funzionalità quali: iscrizioni di allievi, scambio di informazioni sui crediti,
dialogo con le Istituzioni, scambio di informazioni con la Provincia. Il sito web potrà
essere disponibile per il continuo monitoraggio e la valutazione delle azioni ed attività
intraprese dal Polo Formativo;
- gestione della governance. Lo spazio web sarà un utile luogo tramite il
quale gestire i rapporti tra i partner, in particolare:
o la gestione delle azioni di sistema del polo formativo, con particolare
riferimento ai partner e, successivamente, ai docenti, tutor e progettisti;
o supportare le iniziative di Formazione a Distanza (FaD);
o gestire la formazione e l’eventuale e-learning.
Lo spazio Web è già stato creato in un formato, per ora “embrionale”, che ha già in sé tutte
le caratteristiche necessarie per poter essere trasformato in quanto descritto sopra; è
esportabile in altri formati e si possono creare dei collegamenti con RSS per rimanere
aggiornati su eventuali variazioni.
Il link dove attualmente è possibile visualizzare le attività realizzate fino ad ora è il
seguente: http://polologisticsmobility.wordpress.com.
I tempi previsti per le attività operative dei gruppi sono stati basati sulle due scadenze del
piano operativo: la redazione della relazione intermedia entro il 30 maggio e la stesura del
progetto esecutivo entro il 30 giugno.
2.3 Stesura del progetto esecutivo
La stesura del progetto esecutivo, concretizzata nella relazione finale che sarà consegnata
entro il 30 giugno, costituisce il punto d’arrivo della metodologia operativa durante la
redazione del progetto e prevede, a sua volta, una metodologia che dovrà garantire
l’ottenimento degli obiettivi prefissati e che sono già indicati, se pur sinteticamente, nel
primo paragrafo di questa relazione intermedia.
Dati gli obiettivi, le fasi di lavoro si concentrano sullo sviluppo delle tematiche previste:
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1. analisi di contesto;
2. analisi dei fabbisogni;
3. progettazione e strategia triennale;
4. governance;
5. comunicazione e qualità.
3. Risultati
Si riportano qui i risultati ottenuti ad oggi in forma sintetica, rimandando i dettagli ai report
specifici contenuti in Allegato.
I risultati fanno riferimento, in particolare, al lavoro svolto all’interno dei gruppi “Analisi dei
Fabbisogni” e “Progettazione”, preceduti da un’analisi del contesto economico, sociale,
istituzionale, politico, tecnologico, ambientale e territoriale che permette di meglio
comprendere l’ambito in cui i fabbisogni si originano e di progettare correttamente i
percorsi formativi che li soddisfino.
Il bacino di riferimento del Polo è quello del Piemonte, tenendo presente le importanti
interrelazioni che esistono con il territorio della Liguria, dell’area emiliano-lombarda e con
la Francia e la Svizzera. L’ambito spaziale di riferimento è quindi quello del Nord-Ovest in
cui transitano i flussi passeggeri e merci che che interessano sia tale area sia il resto del
territorio europeo.
In particolare, il territorio beneficiario del progetto è strategico dal punto di vista dello
sviluppo logistico in quanto punto di incrocio del Corridoio 5 (Lisbona – Kiev) con il
Corridoio 24 (Genova – Rotterdam), istituiti dalla Commissione Europea.
La piattaforma logistica del Nord-Ovest, così come definita nel Piano per la logistica, è una
delle sette piattaforme integrate previste dal DPEF 2006-2009 ed è costituita dal sistema
portuale ligure Genova, La Spezia, Savona, con la retroportualità di Rivalta Scrivia e
Alessandria, le strutture intermodali di Novara e Orbassano, strettamente integrate, per il
tramite dell’hub dell’area milanese, con il nodo ferroviario di Mortara e le piattaforme
logistiche di Piacenza-Pavia e dall’hub aeroportuale di Malpensa.
In tale contesto, il progetto esecutivo interessa in particolare le aree costituite dalla
provincia di Torino, da un lato, e dalle province di Alessandria e Vercelli dall’altro, dove si
localizzeranno le iniziative formative.
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L’orizzonte temporale del polo logistico è fissato dalla Regione in 3 anni, anche se una
progettazione adeguata dovrebbe estendersi ad un orizzonte di almeno 5-10 anni per
essere efficace sul lungo termine.
3.1 Il quadro di riferimento europeo e nazionale
Studi dell’Unione Europea prevedono che, nei prossimi anni, la mobilità di persone e merci
sia destinata ad un ulteriore aumento. La strategia europea in materia di mobilità
sostenibile attribuisce grande rilievo sia la tema del trasporto delle merci sia a quello della
politica della mobilità urbana, intesa come componente di una più complessiva strategia di
gestione della città.
Da tutti i punti di vista, il quadro di riferimento è dominato da un elevato grado di
incertezza:
- la crisi finanziaria internazionale iniziata nell’estate 2007 e le
conseguenze che si sono propagate nel 2008 a gran parte dell’economia mondiale,
ma certamente all’economia americana ed europea, sembrano aver posto fine
all’impetuoso sviluppo della produzione e conseguente, a tassi tradizionalmente
doppi, del commercio mondiale;
- differenziali di competitività anche nel settore turistico e all’affermarsi di
modelli culturali più orientati alla riscoperta delle tradizioni e delle identità, vanno nella
direzione di un assestamento dell’impetuoso sviluppo dei movimenti di persone
connesso al turismo internazionale;
dal punto di vista istituzionale e politico, l’incertezza sull’evoluzione del processo di
integrazione europea suggerisce anche in questo caso una battuta di arresto dei
processi di integrazione, con conseguente aumento dei flussi di persone e merci;
per quanto riguarda la tecnologia, sfruttati ormai a fondo i vantaggi nel trasporto
via mare, e rimanendo modesti quelli realizzabili via aria, le prospettive più forti
riguardano modalità “tradizionali” come ferrovie, metropolitane, bus, biciclette nelle
aree urbane, con l’importante aggiunta delle idrovie interne;
le crescenti preoccupazioni ambientali, inevitabilmente, comporteranno politiche
volte sempre più al riequilibrio modale, cercando di ottenere una diversione modale
dall’aereo al treno su medie-lunghe percorrenze, dal trasporto privato a quello pubblico
nelle aree metropolitane (ma solo se si avrà un reale adeguamento dell’offerta di
trasporto pubblico), da modalità energivore, in particolare di combustibili fossili, verso
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modalità ecologicamente più evolute, dall’elettricità ai biocarburanti, con la nicchia, che
rimarrà tale, dell’idrogeno;
l’attuale carenza di un’offerta adeguata sulle modalità alternative all’auto non sta
giocando in favore della tanto attesa ed auspicata diversione modale, punto forte del
documento edito dalla Comunità Europea “European transport policy for 2010: time to
decide”. A rafforzare quanto detto, il documento di aggiornamento del White Paper,
edito nel 2006, “Keep Europe moving - Sustainable mobility for our continent. Mid-term
review of the European Commission’s 2001 Transport White Paper”, evidenzia una
certa preoccupazione rispetto al non raggiungimento dei target posti a livello
comunitario e propone una serie di azioni volte a invertire tale trend negativo.
L’incertezza domina anche il quadro di riferimento piemontese, nel contesto italiano ed
europeo:
la crisi Alitalia, ed il conseguente abbandono del ruolo di hub per Malpensa lascia
indeterminato, nel medio-lungo periodo il ruolo di altri aeroporti del Nord Italia, in
particolare Caselle, ma anche Genova e, in misura limitata, Levaldigi. E’ facile
prevedere un aumento dei collegamenti point to point tra Torino e Genova e altre
destinazioni europee e non solo. Nel breve periodo si avrà anche uno spostamento
della domanda di figure professionali dal bacino lombardo verso gli altri aeroporti del
Nord Italia: si tratta di una redistribuzione geografica, non di aggiunte nette, e pertanto
potrebbero verificarsi spostamenti sul lato dell’offerta di lavoro, senza effetti netti di
sistema;
la linea TAV Torino-Lione ha tempi ancora lunghi di realizzazione e problemi di
finanziamento;
la linea ferroviaria ad Alta Capacità Genova Milano (cd Terzo valico) è forse
prossima ad un rilancio, con tempi e modalità ancora da definire;
la crescita del sistema dei porti liguri e le interazioni con il retroporto del Piemonte
meridionale è stabile, ma non lascia intravedere cambiamenti epocali, anche per il
continuo miglioramento della competitività degli altri porti mediterranei, da quelli
spagnoli a quelli francesi, in entrambi i casi sostenuti da più convenienti opportunità
territoriali e di collegamenti ferroviari ed autostradali.
La carenza di una pianificazione dei trasporti lungimirante ed attenta alla sostenibilità
caratterizza lo sviluppo del settore dei trasporti e della logistica italiano. Tuttavia si fa
sempre più pressante la necessità per il sistema “porti liguri-retroporto piemontese” di
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essere in grado di alimentare l’Europa da sud, attraverso il Corridoio 24. A fronte di questa
constatazione, al fine di promuovere l’integrazione fra porti e retroporto, stanno prendendo
forma alcune iniziative tangibili. Ne citeremo due fra le più importanti.
E’ stato firmato a Genova un protocollo di intesa tra le principali istituzioni interessate
(Regioni Piemonte e Liguria, Province di Genova, Savona e Alessandria, Comuni di
Genova e Alessandria, Fondazione Slala, Autorità portuali di Genova e Savona,
Confindustria, FS,…) per la creazione di un polo logistico presso lo scalo merci di
Alessandria, collegato via treno ai porti di Genova e Savona. Un passo concreto verso la
creazione di una piattaforma logistica in grado di intercettare, a partire dal 2010, i traffici
provenienti da Est, senza aumentare il traffico su gomma che soffoca il nodo di Genova.
L’Interporto di Rivalta Scrivia, per passare a una iniziativa del settore privato, ha avviato la
realizzazione di un terminal dedicato alle merci provenienti da Genova. L’obiettivo è la
realizzazione di una piattaforma per lo sviluppo di traffici intermodali.
In un territorio che si sta attrezzando dal punto di vista infrastrutturale per cogliere
l’opportunità dello sviluppo logistico, si rende necessaria la predisposizione di tutte le
attività correlate: dalla fornitura di servizi alla formazione, quest’ultima indispensabile per
la costruzione di una “cultura logistica” legata alle specificità.
Per quanto riguarda, invece, le aree metropolitane l’obiettivo è quello di migliorare la
qualità e le prestazioni ambientali delle aree urbane promuovendo una mobilità più
sostenibile: l’80% degli europei vive infatti in un’area urbana ed è più degli altri esposto
agli effetti negativi della propria mobilità.
I numerosi e gravi impatti del traffico sull’ambiente, sulla salute e sull’economia sono stati
affrontati nei diversi documenti prodotti dall’UE, che definiscono principi e obiettivi di
riferimento per una strategia comune nell’affrontare e risolvere le problematiche della
mobilità urbana.
Gli obiettivi della politica comunitaria in questo settore sono quelli di offrire ai cittadini
europei sistemi di trasporto efficaci ed efficienti in grado di:
- offrire un livello elevato di mobilità ai cittadini ed alle imprese in tutta
l’Unione;
- proteggere l’ambiente, garantire la sicurezza dell’approvvigionamento
energetico;
- promuovere norme minime in materia di lavoro per il settore e tutelare i
passeggeri ed i cittadini;
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- favorire l’innovazione a sostegno dei primi due obiettivi di mobilità e
protezione rendendo più efficiente e sostenibile un settore in crescita come quello dei
trasporti;
- stabilire connessioni internazionali.
Nel gennaio 2006 la comunità Europea ha proposto una strategia per migliorare
l’ambiente nelle città europee con una serie di azioni che saranno sviluppate in stretta
collaborazione con gli Stati membri e le autorità locali, sulla base di una rete pilota di punti
di contatto nazionali sulle questioni urbane:
- orientamenti sulla gestione integrata dell’ambiente urbano e
sull’elaborazione di piani per il trasporto urbano sostenibile;
- formazione e rafforzamento delle capacità, per consentire lo sviluppo
delle competenze necessarie per gestire l’ambiente urbano;
- sostegno allo scambio delle migliori pratiche a livello comunitario;
- portale Internet della Commissione destinato alle autorità locali.
Tra le linee individuate dall’Unione Europea nel suo “Mid Term review, già citato, vi è la
prosecuzione dei programmi per la mobilità intelligente nel trasporto stradale e ferroviario
ed il lancio di un programma di ampia portata per realizzare infrastrutture intelligenti per il
trasporto stradale.
Nel Green Paper del 2007, “Towards a new culture for urban mobility”, sono definite le
politiche ambientali ed è stato creato un portale dedicato a livello europeo alla
disseminazione delle informazioni relative ai trasporti ed alla mobilità locale.
(www.eltis.org).
In data 27 febbraio 2008 è stata approvata la Legge regionale sui sistemi di trasporto e
logistica (Legge regionale 27 febbraio 2008, n. 8. “Norme ed indirizzi per l'integrazione dei
sistemi di trasporto e per lo sviluppo della logistica regionale”).
Questo provvedimento è, contemporaneamente, una legge per lo sviluppo ed una legge
per il governo del territorio: individua infatti le grandi potenzialità di crescita economica
collegate alla logistica, ma, allo stesso tempo, pone le regole necessarie a far sì che
questo processo si svolga in modo ordinato, coinvolgendo porzioni mirate di territorio e
con la vocazione alla logistica. La nuova disciplina evita così una pletora disordinata e
disgregata di interventi, puntando sul riequilibrio modale nel traffico delle merci e
guardando ad una logistica di qualità. Il risultato è un forte contenuto di valore aggiunto,
capace di creare occupazione stabile e qualificata.
15
Relazione intermedia documento del 26/05/08
La legge definisce, inoltre, i principi generali della programmazione regionale:
- promozione e valorizzazione delle potenzialità territoriali e delle sinergie
con i territori confinanti, anche a scala sovra-regionale;
- potenziamento del trasporto delle merci su rotaia, anche al fine di
diminuire la congestione stradale;
- promozione delle iniziative di sostegno a favore di una mobilità eco-
sostenibile delle merci;
- sostegno allo sviluppo di iniziative di logistica per la distribuzione urbana
delle merci;
- miglioramento e razionalizzazione delle strutture di interscambio tra le
diverse modalità di trasporto delle merci e valorizzazione e promozione degli interporti
regionali;
- integrazione ed ottimizzazione dell'uso delle infrastrutture per il trasporto
merci e per il trasporto di passeggeri, anche attraverso lo sviluppo delle applicazioni di
tecnologie innovative per l'incremento dei livelli di sicurezza e di efficienza.
La nuova normativa stabilisce che sia il piano regionale della logistica, che verrà elaborato
a partire dalle linee di indirizzo stabilite nella legge dalla Regione, a fornire un’analisi dei
flussi di merci, tratteggiando gli scenari esistenti ed individuando gli interventi necessari
per lo sviluppo dell’intero sistema di stoccaggio e trasporto delle merci. Il documento
attuativo invece, individuerà le priorità di intervento, definendone tempi e modi di
realizzazione.
La Giunta regionale, con D.G.R. n. 11-8449 del 27.03.08, pubblicata sul Burp n. 16 del
17.04.08, ha approvato il PRIM (Piano Regionale dell’Infomobilità). L’esigenza per la
Regione di disporre del PRIM nasce per ottemperare all’impegno assunto con l’adesione
all’"Accordo tra Governo, Regioni ed Autonomie locali in materia di infomobilità"
sottoscritto nel maggio 2007, ma soprattutto in considerazione del fatto che le tecnologie
ITS (Intelligent Transport System) rappresentano lo strumento strategico attraverso il
quale il Piano Regionale dei Trasporti persegue l’obiettivo centrale della mobilità
sostenibile su tutti i livelli di accessibilità.
In sintesi il PRIM assume una serie di obiettivi di carattere generale che intende
perseguire attraverso le tecnologie ITS:
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
- sviluppare l’interoperabilità, l’architettura e gli standard di sistema,
l’innovazione e dunque il coordinamento dei soggetti e delle iniziative per lo sviluppo
del comparto;
- sviluppare i sistemi ed i servizi come valore aggiunto all’offerta ed alla
domanda di mobilità;
- promuovere la cultura e la diffusione dell’informazione come opportunità
di conoscenza e di maggiore efficienza organizzativa.
Tali obiettivi vengono declinati in obiettivi specifici articolati per settori di intervento, che
vengono a loro volta tradotti in specifiche architetture di riferimento ed in progetti attuativi.
I settori di intervento su cui il PRIM si concentra sono quelli del Trasporto Pubblico Locale,
della mobilità privata, del trasporto merci e della logistica, integrati da una serie di misure
di carattere generale e di accompagnamento. Le azioni progettuali, specifica il
provvedimento, saranno in parte avviate direttamente dalla Regione ed in parte attuate
dagli Enti locali e con il coinvolgimento, in partnership, dei privati, sviluppando le
necessarie forme di coordinamento e cooperazione.
La giunta regionale ha inoltre – con DGR 59, 8119 del 28.01.08 – costituito il “Comitato
Promotore Infomobilità - Logistica e Mobilità sostenibili”.
Il Comitato ha lo scopo di promuovere lo sviluppo di azioni strutturali per un approccio
sistemico ai temi dell’infomobilità, mobilità sostenibile e logistica: temi che rappresentano
un’importante occasione per il territorio regionale e torinese di esprimere le eccellenze e le
competenze presenti. Il Comitato, inoltre, si propone di supportare con specifiche azioni la
valorizzazione delle capacità e delle eccellenze scientifiche e imprenditoriali presenti sul
territorio, anche al fine di promuovere la nascita e lo sviluppo di PMI nella filiera
infomobilità, mobilità sostenibile e logistica.
A Torino il tasso di motorizzazione è uno dei più alti d’Italia e, nel 2006, gli spostamenti
individuali giornalieri nell’area metropolitana ammontavano al 67% del totale degli
spostamenti. Ogni giorno entrano in città 220.000 auto e ne escono 136.000 (18% in più
del 2004) mentre 450 mila auto si muovono all’interno della città (Agenzia per la Mobilità
Metropolitana, Indagine sulla mobilità delle persone e sulla qualità dei trasporti, 2006).
La pianificazione della mobilità urbana a Torino è stata prevalentemente condotta con i
Piani di Gestione del Traffico, ad eccezione del Piano Generale e della mobilità dell’area
Metropolitana (PGTU) che aveva, essenzialmente, una visione di pianificazione delle
infrastrutture e delle reti di trasporto in area metropolitana.
17
Relazione intermedia documento del 26/05/08
È emersa pertanto la necessità di sviluppare un piano con una visione strategica che
coordini il sistema della mobilità e che abbia effetti misurabili. Il piano ha come riferimento
il 2018, con una data intermedia al 2011, ed ha come riferimento l’area urbana e
metropolitana dalla quale e verso la quale avvengono circa 500 mila spostamenti
giornalieri e dove sono stati individuati gli ambiti per nuovi insediamenti produttivi,
economici e formativi nonché la rilocalizzazione di importanti poli di servizi quali la città
della salute e i poli universitari.
Le linee di indirizzo del nuovo PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) sono tra
loro strettamente collegate:
1. garantire e migliorare l’accessibilità al territorio;
2. garantire e migliorare l’accessibilità delle persone;
3. migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente urbano;
4. aumentare l’efficacia del trasporto pubblico;
5. garantire efficienza e sicurezza del sistema della viabilità e dei trasporti;
6. governare la mobilità attraverso tecnologie innovative e l’infomobilità;
7. definire il sistema di governo del Piano.
e, dalle linee di indirizzo, discenderanno gli obiettivi strategici e le azioni volte al loro
conseguimento e gli indicatori di riferimento.
3.1.1. I mercati
I mercati oggetto dello studio dei fabbisogni formativi sono quelli delle merci e delle
persone. Si tratti di due mercati che, se condividono alcune problematiche comuni
(pianificazione e gestione degli spostamenti), si differenziano in maniera significativa per
altri aspetti. In particolare da un lato il mercato della logistica delle merci si caratterizza per
transazioni che coinvolgono i rapporti tra imprese e, solo marginalmente, tra imprese e
famiglie, movimenti a lungo raggio (con l’eccezione delle cosiddetta city logistics), un
elevato grado di concorrenza, una regolazione a livello mondiale, europeo e nazionale, la
presenza preponderante di operatori privati.
Al contrario il mercato della mobilità delle persone si caratterizza per transazioni che
coinvolgono principalmente i rapporti tra imprese e famiglie intese come consumatori finali,
movimenti a breve raggio (con l’eccezione del trasporto aereo e ferroviario a lunga
percorrenza), un basso grado di concorrenza, una regolazione particolarmente forte a
livello regionale e locale, la presenza preponderante di operatori pubblici o a
partecipazione pubblica.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
3.1.2. Modi di trasporto e corrispondenti infrastrutture e servizi
I fabbisogni formativi con riferimento al modo di trasporto possono essere comuni
(sicurezza, sistemi informatici, sistemi tariffari, ecc.), ovvero anche profondamente
specifici.
I fabbisogni formativi saranno studiati con riferimento ai seguenti modi di trasporto, con
particolare attenzione agli aspetti legati all’intermodalità:
- trasporto di superficie, stradale e ferroviario;
- trasporto via acqua, marittimo e fluviale/lacuale;
- trasporto aereo
- trasporto combinato:
o terrestre (strada-ferrovia);
o aereo (strada-aereo).
Una particolare riflessione va applicata al settore della city logistics, che ha l’obiettivo di
razionalizzare la distribuzione delle merci nei centri urbani. Si tratta di un settore che sta
conoscendo un forte sviluppo e sempre più sarà al centro del dibattito economico per le
nuove normative, per le connessioni con i temi ambientali e le nuove tecnologie adottabili.
A tale proposito, è necessario individuare le città che possono costituire un benchmark per
le azioni del polo e definire le caratteristiche dei possibili interventi sulla situazione locale.
In ogni caso, è indispensabile il coinvolgimento di tutti gli attori della logistica in ambito
urbano, quali i trasportatori (spedizionieri, corrieri, ecc.), commercianti e amministrazioni
locali.
Gli interventi di logistica urbana vanno improntati non tanto alla limitazione degli accessi in
determinate urbane, quanto all’ottimizzazione della catena distributiva: creazione di hub in
zone semiperiferiche, concentramento della merce su pochi vettori e cos’ via.
Particolarmente critico risulta essere il cosiddetto “ultimo miglio”, ovvero la parte del
percorso della merce che va dal deposito del corriere al negozio. Una parte spesso
affidata a terzi per il basso valore aggiunto e per le problematiche connesse.
A tale proposito, è necessario individuare le città che possono costituire un benchmark per
le azioni del polo e definire le caratteristiche dei possibili interventi sulla situazione locale.
A livello nazionale, Padova può certamente costituire un esempio da imitare, mentre
alcune importanti innovazioni sono state introdotte a Genova, Palermo, Parma, Piacenza.
Recentemente hanno ottenuto il co-finanziamento del Ministero dell’Ambiente, fra gli altri, i
progetti di Lucca, Ancona, Firenze, Milano.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
L’esperienza di Padova è particolarmente significativa. L'obiettivo del progetto “City porto,
consegne in città” è la razionalizzazione della distribuzione delle merci per contribuire alla
decongestione del traffico all'interno dei centri storici della città. Si tratta di un servizio che
si propone di ridurre i viaggi, raggiungere un livello più alto di riempimento dei veicoli e che
prevede l'utilizzo di mezzi ecologici (principalmente a metano). Il Comune di Padova ha
posto una serie di incentivi tali da favorire l'utilizzo del Cityporto da parte degli operatori
(ingresso h24 in centro, utilizzo corsie preferenziali, predisposizione di eventuali piazzole
di sosta specifiche).
Operativo dal 2004, il Cityporto di Padova è una delle poche esperienze di questo tipo
operanti in Italia.
Il modello su cui si basa il Cityporto di Padova è di una estrema semplicità: gli operatori
(inizialmente corrieri) consegnano le merci in una piattaforma logistica (Interporto) a
ridosso della città; da qui partono i mezzi ecologici a basso impatto ambientale (metano)
per la distribuzione in centro ("ultimo miglio") e l'area inizialmente interessata dal progetto
è costituita dalla cosiddetta "Z.T.L.".
A livello europeo, la Germania occupa un posto di tutto rispetto quanto a implementazione
di un modello distributivo efficiente.
La nuova cultura della mobilità urbana determina la necessità di elaborare nuovi modelli di
logistica urbana; in tal senso diventa fondamentale la collaborazione tra operatori del
settore e amministrazioni locali.
3.2 Analisi di contesto
Definito l’ambito di riferimento del polo e la situazione economica, sociale, territoriale ed
ambientale, anche in relazione al panorama europeo, l'analisi di contesto è stata
sviluppata ed è stata articolata attraverso tre fasi principali:
- una prima fase in cui è stato analizzato lo stato dell’arte;
- una seconda fase in cui sono stati definiti alcuni soggetti di riferimento;
- una terza fase in cui sono state sottoposte agli stessi soggetti,
precedentemente evidenziati, delle schede di intervista grazie alle quali raccogliere i
fabbisogni professionali.
Fase1. Verifica dello stato dell’arte. In questa fase è stata effettuata un’analisi di tutto il
materiale attualmente disponibile. In particolare è stata fatta una raccolta dei siti di
riferimento del settore ed una analisi degli strumenti esistenti a livello europeo.
20
Relazione intermedia documento del 26/05/08
Fase2. Soggetti di riferimento. In questa fase sono state evidenziate aziende di riferimento
nel settore oggetto del polo, utilizzando tutti i soggetti imprenditoriali presenti all'interno
dello stesso. In modo analogo sono stati evidenziati i soggetti “istituzionali” di riferimento.
Fase3. Entrambe le categorie sono state utilizzate per effettuare una serie di indagini,
tipicamente sotto forma di intervista, al fine di individuare le principali caratteristiche dei
soggetti, le esigenze di formazione e di figure professionali.
Il risultato delle tre fasi ha portato ad una scelta di competenze disponibili tra le possibili
macroaree ed aree di competenza evidenziate tra tutte le possibili competenze relative al
settore mobilità e logistica. In figura 1 viene riportato il diagramma di flusso delle azioni
effettuate per l'analisi di contesto.
Figura 1 – Schema metodologico seguito per l’analisi di contesto
3.3 Analisi dei fabbisogni
Tra le azioni principali del piano di lavoro UE nel settore dei trasporti si evidenzia, come
misura permanente, “promuovere le professioni e la formazione nel settore dei trasporti”.
In particolare, il Polo Formativo, si propone di formare figure professionali nell'area
tecnologica ed organizzativa delle imprese di trasporto e negli enti locali in grado di
realizzare azioni di monitoraggio dei servizi di trasporto delle merci e di persone, con
riferimento al Trasporto Pubblico Locale e, conseguentemente, di comunicare e gestire
interventi sul sistema di mobilità regionale, provinciale e metropolitano.
21
Relazione intermedia documento del 26/05/08
La figura professionale formata risponde alla richiesta di nuove soluzioni e di nuove figure
professionali, che la società civile, il sistema economico e la Pubblica Amministrazione
centrale e locale avanzano rispetto ai problemi del traffico, della viabilità, degli spostamenti
e degli scambi di persone e beni.
Il Piano strategico regionale dei trasporti individua linee d’azione che si collocano a diversi
livelli, uno dei quali riguarda misure di governance tra le quali viene indicata la formazione
di tecnici.
Nel settore dei trasporti lavorano, a livello UE, dieci milioni di persone e l'obiettivo è di
formare, mantenere e rafforzare la competitività degli operatori. Secondo l’UE nel settore
stradale e ferroviario si rilevano carenze di personale qualificato ed una linea d’azione
individuata è quella di incoraggiare i giovani a seguire percorsi di formazione per lavorare
in questo settore.
Per quanto riguarda il settore della logistica, le indagini sui fabbisogni formativi
convergono intorno a una figura professionale caratterizzata principalmente da capacità di
analisi e pianificazione in grado di interfacciarsi con la realtà territoriale. Gli operatori del
settore segnalano la necessità di una formazione pianificata, organica e non
esclusivamente teorica. Emerge inoltre l’esigenza di una figura professionale “esperta di
organizzazione del sistema territorio”, in grado di leggere il territorio e le aziende che vi
operano come un sistema integrato.
Le misure per la gestione di domanda di mobilità vedono una diretta interazione con le
funzioni di mobility management, inoltre i sistemi tecnologici per il controllo della mobilità,
oltre ad essere uno strumento indispensabile per attuare politiche della mobilità orientate a
trasporti più efficienti, competitivi e sicuri, costituiscono anche un’interessante opportunità
di sviluppo competitivo: gli studi di settore li presentano infatti come un mercato in crescita,
capace di stimolare la creazione di nuove imprese e generare occupazione. L’area
torinese gode in questo campo, di un buon posizionamento, potendo contare su
competenze di eccellenza e sulla presenza di imprese con un know-how specifico
consolidato.
Le indagini sui fabbisogni formativi sono indispensabili per cercare di capire se i
mutamenti che stanno interessando il settore della logistica sono adeguatamente
supportati da un sistema di istruzione, formazione e informazione, quale base di
consolidamento dello sviluppo.
22
Relazione intermedia documento del 26/05/08
Il Sistema Informativo Excelsior, promosso e realizzato da Unioncamere, in accordo con il
Ministero del Lavoro e l’Unione Europea, si colloca tra le principali fonti informative
disponibili sui temi del mercato del lavoro e della formazione, fotografando l’andamento
occupazionale e il flusso delle assunzioni previste dalle imprese italiane.
La rilevazione 2005 mostra anzitutto, come il settore “trasporti e servizi postali” sia fra
quelli che più contribuiscono alla crescita dell’occupazione italiana. La quota delle
assunzioni previste in tale settore è infatti passata in Italia dal 5,4% del 2001 al 6,5% del
2005.
Ma non solo: tra i profili trainanti compaiono i conducenti di veicoli a motore, i manovali del
settore trasporti e addetti al carico/scarico delle merci, gli addetti alla registrazione dei
materiali e ai trasporti.
Le figure esecutive legate al settore della logistica sono quindi caratterizzate da una forte
domanda. E’ altrettanto evidente che le scelte di assunzione si concentrano su professioni
non particolarmente qualificate: nel settore trasporti la richiesta di personale con bassa o
nulla qualificazione scolastica è pari al 41% delle assunzioni previste, mentre la domanda
di laureati si ferma al 6%.
Le aziende di trasporto e servizi postali che dichiarano di avere difficoltà di reperimento
delle risorse umane rappresentano il 28,7% delle aziende che prevedono assunzioni.
Tuttavia ciò che colpisce è la motivazione: al primo posto l’assenza della necessaria
qualificazione o esperienza (41%), seguita dalla carenza (o forte domanda) del profilo
richiesto (33%).
La difficoltà di reperimento riguarda prevalentemente i titoli di studio più bassi e le figure
professionali di natura più operativa, ma anche (e in modo deciso) le figure di responsabili
e dirigenti adeguatamente formati.
Secondo uno studio condotto da Isfort – Diap Politecnico di Milano (2003), gli operatori
sopperiscono alla mancanza di competenze presso i lavoratori attraverso la formazione on
the job (68%) o corsi di aggiornamento periodici, ma destinano una quota molto esigua del
fatturato in investimenti sulle risorse umane.
Le proposte formative delle imprese riguardano per la maggior parte l’attivazione di corsi
post-diploma per addetti alla logistica (53%) oppure l’inserimento delle materie relative ai
trasporti ed alla logistica nei canali di istruzione pubblica come istituti tecnici e
professionali o nelle università (42%).
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
Relativamente alle figure professionali che si collocano a un livello medio-alto, possiamo
fare riferimento ai risultati di un’indagine condotta nel 2005 dal Dipartimento di Ricerca
Sociale dell’Università del Piemonte Orientale. Emerge anzitutto una carenza di persone in
possesso di una formazione specifica per tali posizioni e questo primo risultato stride in
parte con la proliferazione di corsi di laurea e, soprattutto, master e corsi post-laurea in
tema di logistica. Le persone che ricoprono posizioni di livello medio-alto in logistica,
infatti, sono prevalentemente persone con una prolungata esperienza in aziende del
settore, cresciute in azienda e che si sono letteralmente costruiti una professionalità. Il
know-how del “logistico” risulta quindi costruito attraverso il learning by doing e, di
conseguenza, fortemente specializzato.
Il settore della logistica è perciò caratterizzato oggi da una forte probabilità di
intraprendere un percorso di mobilità ascendente, anche a partire da posizioni molto
basse; allo stesso tempo, è chiaro che assumono particolare importanza le qualità
personali e la disponibilità del lavoratore stesso a fare investimenti in termini di impegno.
L’impressione è che il learning by doing non sia soltanto una consuetudine, quanto una
necessità, dettata probabilmente da carenze a livello formativo.
Sia nel caso delle figure professionali esecutive, sia nel caso di quelle di livello medio-alto
si rilevano carenze dal punto di vista dell’istruzione e della formazione. L’azione del polo
formativo dovrà perciò concentrarsi sulla soluzione di questo problema, attraverso
interventi mirati.
3.3.1. Le fonti disponibili
Le informazioni sui fabbisogni formativi nel campo delle logistica intesa nell’accezione più
estesa, possono da un lato essere desunte da fonti disponibili, dall’altro possono essere
l’oggetto di indagini ad hoc. Tra le informazioni già disponibili si segnalano quelle reperibili
in:
- Database EXCELSIOR di fonte UnionCamere;
- La Formazione come Risorsa del Sistema Locale, Cervap 2007;
- La valutazione dei fabbisogni formativi nella provincia di Alessandria, II
Fase Rapporto Finale- Febbraio 2008, CERVAPper un Nuovo Piano Territoriale
Regionale – documento programmatico Regione Piemonte;
- Assessorato Politiche territoriali (2005);
- Piano strategico Torino 2010 (2° versione);
- Notiziario dell’UE “Inforegio”, numeri del 2005 – 2006;
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
- Documento UE sull’ambiente, 13/01/2006;
- Piano Urbano del Traffico e della Mobiltà delle persone– città di Torino;
- Osservatorio regionale delle infrastrutture di mobilità – Regione
Piemonte, 2005;
- Riesame intermedio del libro bianco sui trasporti – Commissione Europea
2006;
- Terzo Piano regionale dei trasporti e delle comunicazioni – regione
Piemonte 2004:
- Mobility management – buone pratiche in Italia – Ministero dell’Ambiente
e della Tutela del territorio e del Mare (2006);
- Gli scenari della città sostenibile, Legambiente;
- Ecosistema urbano 2007, Legambiente, 2006;
- Le figure professionali della logistica, rapporto di ricerca, Università
Piemonte Orientale, 2005.
3.3.2. La valutazione dei fabbisogni formativi nella provincia di Alessandria - II Fase SINTESI SUI TRASPORTI
Le figure professionali indagate nello studio CERVAP si possono così riassumere:
Coordinatore di movimento
coordina i conducenti e la movimentazione dei mezzi che operano nell'unità di sua
responsabilità per garantire la massima regolarità dei servizi e dei flussi.
Operatore di gestione dei trasporti
gestisce la registrazione degli aspetti operativi del trasporto passeggeri e merci, si occupa
di tutte le attività collegate ai servizi di assistenza alla clientela; preparano i report per i
dirigenti.
Tecnico della logistica del trasporto merci
definisce i flussi della movimentazione dei mezzi di trasporto merci.
Operatore di movimentazione/magazzini
cura l'accettazione, l'immagazzinamento, la movimentazione, la spedizione delle merci e
l'aggiornamento in tempo reale dei dati.
Autista
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
guida e gestisce i veicoli assegnati, adempiendo agli obblighi amministrativi connessi; cura
la sistemazione del carico e le operazioni di carico/scarico.
Operatore polivalente
si occupa delle attività di supporto alla manutenzione degli automezzi e alla gestione del
magazzino.
Manutentore meccanico
cura il funzionamento e l'efficienza delle componenti meccaniche, pneumatiche, idrauliche
dei mezzi attraverso interventi di ripristino, prevenzione guasti/anomalie e miglioramento.
…. OMISSIS …
Entrando nel dettaglio delle figure professionali, si osserva che la figura che evidenzia il più elevato grado di difficoltà di reperimento è l’operatore di gestione dei trasporti (ITA pari a 0.14). Tutte le altre figure presentano indici di tensione nulli o comunque
inferiori a 0.08, per le quali praticamente la totalità delle imprese in cui queste figure sono
presenti dichiara di non riscontrare difficoltà di reperimento della figura sul territorio
provinciale.
Tabella 1 - Gli indici di tensione assoluta (ITA) (si veda la relazione in allegato, a pag.
34)
… OMISSIS …
In tabella 2 sono illustrati i valori dell’Indice di fabbisogno assoluto (IFA) per il settore
“trasporti e logistica”. Il quadro d’insieme che emerge dall’indagine è una diffusa
percezione di stabilità della futura domanda per tutte le figure professionali oggetto di
indagine, con livelli dell’IFA pari a 0.50 per tutte le figure.
Tabella 2 - Gli indici di fabbisogno assoluto (IFA) (si veda la relazione in allegato a pag.
36)
... OMISSIS …
In tabella 3 sono illustrati gli indici di fabbisogno relativo (IFR) che trasformano i punteggi
dell’IFA in una graduatoria relativa che assegna punteggio pari a ad 1 alla figura
professionale con il fabbisogno futuro percepito in termini maggiormente positivi (valore
26
Relazione intermedia documento del 26/05/08
dell’IFA più elevato) e punteggio pari a zero alla figura professionale con il livello IFA più
basso. Le figure professionali con livelli IFA intermedi tra il minimo ed il massimo del
settore evidenziano invece valori dell’IFR vicino a 0.5.
Il coordinatore di movimento, evidenziando l’IFA più elevato tra le figure professionali del
settore, registra il massimo valore dell’IFR (pari a 1). Tutte le altre figure registrano un
valore dell’IFR pari a zero, in quanto tali figure presentano tutte un l’IFA pari a 0.50 (valore
più basso registrato nell’ambito delle figure indagate).
Tabella 3 - Gli indici di fabbisogno relativo (IFR) (si veda la relazione a pag. 37)
… OMISSIS …
L’attribuzione del punteggio finale
In tabella 4 (relazione in allegato) sono illustrati i punteggi finali assegnati alle figure
professionali del settore “trasporti e logistica”. Come illustrato nella sezione metodologica
del presente lavoro, il punteggio finale assegnato a ciascuna figura è espressione di
sintesi dei punteggi assegnati in base agli indici assoluti e relativi. Dal momento che la
numerosità delle figure professionali del settore è limitata (sette), come esplicitato nella
sezione metodologica del presente rapporto, il punteggio finale è ottenuto mediante una
media ponderata tra il punteggio in base agli indici assoluti e quello in base agli indici
relativi, con peso preponderante del primo (il 65%) rispetto al secondo (il 35%).
In base a tale procedura di stima, la figura professionale con il punteggio finale più elevato è il coordinatore di movimento (con 21/60). Seguono l’operatore di gestione dei trasporti (con 14/60) ed il tecnico della logistica del trasporto merci e gli autisti (con 10/60).
Tabella 4 - Punteggi finali
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
Figura professionalePunteggio
indici assoluti
Punteggio indici
relativi
Punteggio finale
Coordinatore di movimento 5 50 21
Operatore di gestione dei trasporti 5 30 14
Tecnico della logistica del trasporto merci 5 20 10
Operatore di movimentazione/magazzini 5 0 3
Autista 5 20 10
Operatore polivalente 5 0 3
Manutentore meccanico 5 0 3
Fonte: elaborazioni CERVAP su dati campionari
Inoltre informazioni di carattere qualitativo sulla domanda di competenze e figure
professionali nel settore sono desumibili dalla letteratura e dalla pubblicistica.
3.3.3. Indagini ad hoc
Le indagini ad hoc possono riguardare il sistema delle imprese e degli altri soggetti
interessati esistenti. Di conseguenza è necessario identificare un criterio di individuazione
dei soggetti direttamente o indirettamente interessati:
- imprese di trasporto (passeggeri e merci);
- imprese di logistica;
- responsabili degli uffici acquisti di imprese non del settore;
- autorità portuali;
- gestori di infrastrutture di trasporti e telecomunicazioni.
Un primo necessario punto di partenza è la disponibilità di un panel di riferimento
costituito dalle imprese dei vari comparti.
Tale data base è già ora a disposizione del Polo grazie, da un lato, alla collaborazione
con la Provincia di Alessandria e la Camera di Commercio di Alessandria, che hanno
messo a disposizione il database delle imprese dei comparti rilevanti, e, dall’altro,alla
Provincia di Torino che ha fornito l’elenco delle imprese raggiunte dai questionari RIF.
28
Relazione intermedia documento del 26/05/08
L’obiettivo di tali indagini è principalmente quello di tenere sotto osservazione il contesto di
riferimento del polo formativo e sarà trattato ampiamente più avanti (monitoraggio e
valutazione).
3.3.4. Interviste con testimoni privilegiati
Il metodo dell’intervista discorsiva con testimoni privilegiati è certamente adeguato ai fini
del progetto di polo formativo. E’ infatti possibile, attraverso tale strumento, raccogliere dati
pertinenti con il grado di approfondimento desiderato sui temi oggetto di studio,
interagendo con individui ricchi di informazioni ed esperienze.
Per quanto riguarda il settore mobilità metropolitana si è scelto di intervistare aziende del
settore partecipanti al polo formativo.
Sono in corso interviste con diverse imprese ed altri soggetti i cui contenuti saranno
analizzati e sistemati nella relazione finale,
3.3.5. Focus Group
Sono previsti dei Focus Group su specifici aspetti con operatori particolarmente esperti.
Secondo una recente ed efficace definizione, il focus group è “una tecnica di rilevazione di
tipo qualitativo per la ricerca sociale, basata sulla discussione tra un piccolo gruppo di
persone, alla presenza di uno o più moderatori, focalizzata su un argomento che si vuole
indagare in profondità” (Corrao, 2000).
La caratteristica distintiva del focus group rispetto ad altre tecniche di rilevazione è proprio
la discussione di gruppo: si tratta di un momento in cui si chiede ai partecipanti di
esprimere un’opinione rispetto al tema indicato dal moderatore.
Il moderatore ha il compito di introdurre ai partecipanti l’argomento da affrontare e di
guidare la discussione sulla base di una traccia, che normalmente è aperta, vale a dire
contiene stimoli corrispondenti ad aspetti diversi collegati al tema centrale, anziché vere e
proprie domande pre-formulate. In tal senso, l’obiettivo è quello di evitare di indirizzare la
discussione arbitrariamente verso temi particolari, lasciando aperto ai partecipanti il più
ampio spettro di risposte possibile. Lo schema di interazione di questo particolare tipo di
intervista non è dunque domanda/risposta, bensì stimolo/reazione.
In un focus group il giudizio sulle diverse posizioni che emergono è assolutamente
sospeso, per cui non esistono risposte giuste o sbagliate, ma soltanto opinioni diverse. I
partecipanti hanno perciò la possibilità di esprimersi apertamente, dal momento che la loro
opinione, allo stesso modo di tutte le altre, gode di diritto di cittadinanza all’interno del
29
Relazione intermedia documento del 26/05/08
gruppo. Di conseguenza, lo scopo di un focus group non è quello di creare consenso tra i
componenti il gruppo, anzi, molto spesso si intende massimizzare l’eterogeneità delle
reazioni agli stimoli.
Per le caratteristiche elencate, il focus group è probabilmente lo strumento più funzionale
per indagare in profondità opinioni e atteggiamenti, vale a dire per analizzare tutto ciò che
“sta dietro” a un comportamento in termini di informazioni, conoscenze e criteri di giudizio
relativamente a gruppi o categorie sociali.
3.3.6. Analisi di altre esperienze e casi notevoli
Accanto alle informazioni ottenibili dal sistema produttivo esistente nel bacino di
riferimento, è necessario, in una prospettiva di progettazione di medio periodo, tener conto
dei fabbisogni di competenze di figure professionali associabili ad un sistema produttivo
più avanzato e maturo di quello osservabile in loco. Queste informazioni sono desumibili
dall’analisi, facilmente rinvenibile in letteratura, sulla struttura organizzativa e sulla
composizione per qualifiche e competenze professionali di sistemi produttivi che
potrebbero rappresentare il benchmark di riferimento. Gli esempi europei immediatamente
proponibili, e che corrispondono a diversi stadi di sviluppo quantitativo e qualitativo di
diversi “distretti logistici”, sono quelli di:
- Amburgo
- Rotterdam
- Siviglia
- Marsiglia
- Saragozza
- ecc.
3.4 Stato dell’arte dell’offerta formativa
In Italia, relativamente alla scuola media superiore non esistono qualifiche di secondo o di
terzo livello che offrano una formazione specifica per la logistica.
La formazione degli operatori (educazione post-secondaria) è affidata ad agenzie che
operano soprattutto attraverso il sistema di istruzione e formazione tecnica superiore
(IFTS), cui possono accedere diplomati che non intendono iscriversi all’università o adulti
occupati e non occupati, che forniscono una preparazione tecnica e professionale
approfondita. Il sistema degli IFTS si colloca fra gli interventi più efficaci, dal momento che
forma figure professionali altamente specializzate.
30
Relazione intermedia documento del 26/05/08
Quanto alla formazione universitaria, l’offerta didattica istituzionale e post-lauream è molto
ricca e variegata. I corsi universitari sono proposti prevalentemente nell’ambito
dell’ingegneria gestionale e dell’ingegneria civile (specializzazione in Trasporti e
Infrastrutture), mentre master e altri percorsi post-lauream nascono all’interno di facoltà di
ingegneria, ma anche economiche e giuridiche, nonché dall’iniziativa di centri universitari,
consorzi di aziende e centri di formazione. L’offerta formativa italiana di livello accademico,
tuttavia, non è sempre adeguata ai reali bisogni di imprese e pubbliche amministrazioni
che hanno competenze in materia di logistica. La rilevanza dal punto di vista quantitativo
sembra non colmare l’inadeguatezza qualitativa, nonostante il successo riscontrato, ad
esempio, dai corsi post-lauream.
La formazione logistica rivolta ai manager viene spesso affidata, infine, alle associazioni di
settore, che spesso sono in grado di raccogliere le esigenze formative direttamente dalle
imprese.
A questo proposito l’informazione è completa con riferimento alla situazione esistente.
Nel territorio di riferimento si rilevano, come riferimento per la formazione, molti dei partner
del Polo, quali:
- Istituti di istruzione pubblica (Marconi, Ciampini, Avogadro);
- Istituti di istruzione privata (Turin Flying School….);
- Agenzie formative;
- Università;
- Altre iniziative (di singole imprese e altri soggetti).
3.4.1. L’offerta formativa in Europa
Per completezza di informazione, ma soprattutto per ottenerne spunti di riflessione, è
opportuno fare un’analisi della situazione in alcuni paesi europei.
In Francia ed Inghilterra il percorso di studi di scuola media superiore è organizzato sulla
base di tre anni alla fine dei quali viene rilasciata una qualifica professionale (secondo
livello) e un ultimo anno alla fine del quale è possibile ottenere un certificato
corrispondente a quello che in Italia si chiama diploma (terzo livello).
In Inghilterra l’offerta formativa inerente il settore della logistica si articola secondo quattro
aree formative: "Logistics", "Road haulage & transportation", "Retail" e "Port operations",
distribuita su vari livelli come si mostra nelle tabelle da 5 a 8.
31
Relazione intermedia documento del 26/05/08
Tab. 5. Le certificazioni/diplomi in “Logistics”
Tab. 6. Le “Road haulage & transportations”
Tab. 7. Le certificazioni/diplomi in “Port operations”
N. PORT OPERATIONS (macro area): tipi di certificazione Livello 1 NVQ level 2 in Marine Operations (Ports) Level 2 2 NVQ level 2 in Port Passenger Operations Level 2 3 NVQ level 2 in Stevedoring Level 2
Tab. 8. Le certificazioni/diplomi in “Retail”
32
N. ROAD HAULAGE & TRANSPORTATION (macro area): tipi di certificazione
Livello
1 NVQ level 2 in Transporting Goods By Road Level 2 2 NVQ level 3 in Performing Road Haulage & Distribution Operations Level 2
N. LOGISTICS (macro area): tipi di certificazione Livello 1 BTEC First Diploma in Logistics Level 2 2 BTEC National Award in Logistics Level 3 3 BTEC National Certificate in Logistics Level 3 4 Level 3 BTEC Certificate in Road Freight Logistics Level 3
Relazione intermedia documento del 26/05/08
N. RETAIL (macro area): tipi di certificazione Livello 1 BTEC First Diploma in Retail Level 2 2 BTEC National Award in Retail Level 3 3 BTEC National Certificate in Retail Level 3 4 BTEC National Diploma in Retail Level 3 5 Intermediate GNVQ in Retail & Distributive Services Level 2 6 NVQ level 2 in Distribution & Warehousing Operations Level 2 7 NVQ level 2 in Retail Operations Level 2 8 NVQ level 3 in Distribution & Warehousing Operations Level 3 9 NVQ level 3 in Retail Operations Level 3 10 Advanced VCE in Retail & Distributive Services Level 3
In Francia, analogamente, esiste un primo livello di formazione logistica articolato in classi
che preparano in due anni (qualifica di 2° livello), mentre il secondo livello di formazione
professionale, articolato in altri due anni di corso, permette di conseguire il baccalauréat
professionale (qualifica di 3° livello) (tab. 9-11).
Tab. 9. I diplomi: BACPRO / transport
Tab. 10. Le certificazioni: BEP / transport
33
BEP : Brevet d’études professionnelles / Transport
N. Le figure professionali N. istituti che offrono la specializzazione
1 Conduite et services dans le transport routier 62 2 Logistique et commercialisation 162 3 Maritime de marin du commerce 5 4 Maritime de mécanicien 15 5 Maritime pêche 13
BACPRO : Baccalauréat professionnel / Transport
N. Le figure professionali N. istituti che offrono la specializzazione
1 Exploitation des transports 69 2 Logistique 112
3 Maintenance des systèmes mécaniques automatisés option C : systèmes ferroviaires 9
Relazione intermedia documento del 26/05/08
Tab. 11. Le certificazioni: CAP / transport
Regno Unito
(Riferimenti: Durham Logistics College http://www.finefurnituregallery.co.uk , Logistics
College North West http://www.lcnw.ac.uk, The Chartered Institute of Logistics and
Trasport http://www.ciltuk.org.uk, Heriot Watt University Logistic Research Centre
http://www.sml.hw.ac.uk/logistics/ )
Esiste una variegata offerta formativa inerente il settore della Logistica secondo quattro
macro-aree:
· Logistics
· Road Haulage & Tansportation
· Port Operations
· Retail
All’interno di tali aree vengono attivati varie tipologie di corso:
Road Freight Logistics, Transporting Goods By Road, Road Haulage & Distribution
Operations, Marine Operations (Ports), Distribution & Warehousing Operations.
Le certificazioni sono :
34
CAP: Certificat d’aptitude professionnelle / Transport
N. Le figure professionali N. istituti che offrono la specializzazione
1 Agent d’accueil et de conduite routière - transport des voyageurs 6
2 Agent d’entreposage et de messagerie 44 3 Conduite routière 40 4 Déménageur professionnel 5 5 Emballeur professionnel 1 6 Livreur 3 7 Maritime de matelot 16 8 Monteur de structures mobiles 1 9 Navigation fluviale 2 10 Transports par câbles et remontées mécaniques 2 11 Tri, acheminement, distribution du courrier 19
Relazione intermedia documento del 26/05/08
Level 2 - Introductory Certificate in Logistics – BTEC* First Diploma (corrispondente alla
nostra qualifica professionale)
Level 3 – BTEC (Business and Technology Education Council) National Certificate in
Logistics (corrispondente al nostro diploma di scuola superiore)
Relativamente alla formazione superiore:
Level 4 – Professional Diploma in Logistics and Transport
Level 5 – Advanced Diploma in Logistics
Level 5 – Advanced Diploma in Transport
Francia
(Riferimenti: www.aft-iftim.com/_isteli/formation_superieure_logistique.html ,
www.formation-transport-logistique.com/ , http://www.certu.fr/)
Esistono varie tipologie di corsi di formazione che consentono il raggiungimento dei
seguenti:
CAP – Certificate d’aptitude professionnel
BEP – Brevet d’ études professionnels
BACPRO – Baccalauréat professionnel
Certifiés de niveau III (Bac + 2), II (Bac + 3/4), I (Bac + 5).
Le figure professionali individuate per quest’ultima certificazione (che si potrebbe
assimilare alla nostra formazione superiore) sono le seguenti:
Technicien Supérieur Transport Logistique, Responsable Production Transport Logistique,
Dirigeant Transport Logistique et Commerce International.
3.5 Progettazione
Il gruppo progettazione ha definito, come già detto, quattro aree tematiche (Percorsi
formativi, Trasferimento tecnologico, Laboratori a cielo aperto, Valenza internazionale) che
sono schematizzate, per facilità di lettura, nella figura 2, e dove sono indicati solo un paio
di esempi di figura professionale nell’ambito della mobilità delle persone, per brevità.
Altri esempi di figura professionale possono essere:
35
Relazione intermedia documento del 26/05/08
Tecnico superiore per i trasporti intermodali ed il trasporto combinato;
Tecnico superiore per la gestione delle infrastrutture e dei servizi per il trasporto delle
merci;
Tecnico superiore per il trasporto pubblico locale;
Tecnico superiore per la programmazione e produzione dei servizi logistici;
Tecnico superiore della logistica aeroportuale.
Figura 2 – Schema delle aree tematiche relative alla progettazione
3.5.1. Percorsi formativi
L’obiettivo individuato di elevata qualità della formazione, che è prioritario a tutti gli altri
obiettivi più specifici, pone una serie di vincoli nella progettazione che vengono tradotti nei
seguenti aspetti:
36
Relazione intermedia documento del 26/05/08
- acquisizione degli elementi delle discipline di base come la matematica e
la statistica per affrontare la complessità e gestire un sistema complesso (es. il sistema
dei trasporti). Questa parte la si può considerare trasversale e comune a tutte le figure
professionali perché fornisce una solida base per affrontare le tematiche più diverse;
- acquisizione di conoscenza specifica, ad alto livello, attraverso corsi di
tipo specialistico, es. a livello di master, di dottorato, ecc. sulle tematiche dei trasporti.
Questa parte si traduce nella definizione di una serie di percorsi formativi specialistici
per figure molto specifiche. Un esempio: una figura esperta nella valutazione degli
impatti causati dalla catena logistica che dovrà saper utilizzare strumenti come l’analisi
costi benefici, l’analisi multicriteri, la “life cycle analysis”, ecc.) e dovrà essere in grado
di supportare le scelte aziendali strategiche;
- l’acquisizione di esperienza nella gestione dei progetti, nel lavoro di
gruppo e nella capacità di integrazione della conoscenza di diverse discipline
attraverso corsi di tipo specialistico (teoria e laboratori);
- l’apprendimento di tecniche mirate alla gestione delle discussioni dove vi
sono molteplici e contrastanti punti di vista, per risolvere i conflitti e trovare buone
soluzioni di compromesso;
- l’acquisizione di esperienza nella comunicazione e nella capacità di
dialogo con gli “stakeholders” e nella comprensione del punto di vista altrui per poterlo
tradurre in un problema da risolvere.
Sulla base di questi aspetti ed in funzione degli obiettivi specifici che il Polo si è posto, lo
schema che si intende perseguire prevede un percorso di base comune (discipline di
base) e, poi, corsi specifici molto specialistici su tematiche circoscrivibili, in modo che
possano essere non troppo lunghi, ma molto mirati. In tal modo possono essere scelti
come da un menù (scelta à la carte).
L’intenzione è di costruire percorsi brevi e semplici, ma anche percorsi più articolati che
utilizzino più “moduli” (quelli molto specialistici) per formare una figura professionale di più
ampio respiro e, dunque, più versatile (profilo generalista) oppure una figura
estremamente specializzata su tematiche di nicchia (profilo molto specialistico). La
modularità, per la composizione in modo semplice e flessibile di figure professionali che
varino da quelle più generaliste a quelle più specialistiche, sarà un elemento portante della
progettazione dei percorsi formativi che potranno essere indirizzati a figure di diversa
37
Relazione intermedia documento del 26/05/08
cultura e professionalità, secondo gli obiettivi del Polo, per coprire tutta la gamma delle
figure “da formare” che il mercato richiede.
Si propongono, inoltre, alcune innovazioni nello specifico ambito IFTS sia dal punto di
vista dei percorsi che dal punto di vista della struttura degli stessi.
Considerando la struttura, saranno proposti corsi IFTS della durata compresa tra le 800 e
le 1000 ore così articolati:
- 35-40% circa di attività di stage;
- 40-45% di unità formative professionalizzanti;
- 15-25% di unità formative di base, trasversali, di azzeramento delle competenze,
orientamento, eco sostenibilità.
Dal punto di vista dell’innovazione dei percorsi si intende proporre unità formative
compatibili con il riconoscimento dei crediti universitari, là dove possibile, e che dovranno
essere finalizzate anche all’acquisizione di certificazione e di attestati.
L’organizzazione del percorso formativo verrà suddiviso in Unità Capitalizzabili (UC),
ciascuna delle quali porterà all’acquisizione di almeno una competenza, opportunamente
certificata (valutazione crediti in ingresso e valutazione di fine UC), e porterà al
riconoscimento anche formale della singola competenza iscrivibile nel libretto formativo del
cittadino (vedasi riconoscimento crediti). La durata ottimale di una UC sarà di 40 ore,
corrispondente ad un carico di lavoro stimabile, secondo il riconoscimento dei crediti a
livello universitario.
Sarà consentito l’accesso di iscritti (non IFTS) alla opzione UC, consistente nella
possibilità di effettuare percorsi ridotti per acquisire singole competenze. Questa opzione
appare tanto più significativa quanto necessaria rispetto alle esigenze aziendali che
sovente non richiedono l’assunzione di una persona con una qualifica specializzata nel
settore logistica e trasporti, ma piuttosto l’aggiunta di competenze legate alle nuove
tecnologie e problematiche logistiche, che si innestino in un contesto di competenze
tecniche già acquisite.
Fino ad un massimo del 50% dell’attività di formazione potrà essere fruito secondo le
modalità della Formazione a Distanza (FAD) e della tele-didattica. La tele-didattica e la
FaD presuppongono l’attivazione di un tutor d’aula che supporti l’erogazione della didattica
nelle sedi decentrate.
38
Relazione intermedia documento del 26/05/08
Per i percorsi IFTS sotto indicati saranno attivati moduli comuni e standardizzati per le UC
di base e per quelle comuni a diversi percorsi. Sarà soprattutto per questo tipo di moduli di
UC che saranno sperimentate lezioni in tele-didattica.
Su tale base, gli elementi che caratterizzano i percorsi formativi, che sono indicati in fig. 1,
possono essere così sintetizzati:
- certificazione delle competenze. Il profilo elaborato terrà in conto la
possibilità di passaggio e di certificazione delle competenze tra i vari soggetti presenti
all'interno del Polo, in particolare tra quelli che hanno un legame diretto con il mondo
della formazione. Verrà dedicata particolare attenzione al riconoscimento ed alla
certificazione dei crediti nell'ottica di una semplificazione dei passaggi necessari per
l'accesso al mondo universitario;
- accesso al percorso formativo da parte di persone laureate. Sarà previsto
l'accesso, all'interno del percorso formativo, anche da parte di persone in possesso di
Laurea o diploma di Laurea o frequentanti il Dottorato (III livello di formazione
universitaria). A tal fine si deve ricordare come il Dottorato di Ricerca richieda un
percorso formativo finalizzato all’ottenimento di crediti didattici attraverso corsi che non
necessariamente sono offerti all’interno della Scuola di Dottorato. Ciò comporta la
necessità, da parte degli studenti di costruire il proprio percorso formativo con corsi che
servano alla propria crescita nell’attività di ricerca. La modularità di cui sopra
consentirà il facile accesso di tali figure, non solo in termini di percorsi di certificazione
delle competenze, ma anche di offerta formativa molto specialistica che è di interesse
primario per gli studenti di dottorato. La collaborazione con università ed enti di ricerca
all'estero permetterà anche una mobilità degli studenti al fine di rendere l'esperienza
formativa di elevato livello, ma anche adattabile alle singole esigenze ed aspettative
degli allievi;
- formazione continua e permanente. Si intende prevedere moduli in cui
inserire persone occupate nell'ottica della riqualificazione. Con questa modalità sarà
possibile prevedere moduli di formazione che potranno essere erogati nel percorso
formativo previsto dal Polo, ma anche in forma differente (Bandi di Formazione
Continua a livello Regionale o Provinciale – Modalità privata). Quest'ultima ipotesi
potrà costituire una forma di autosostentamento del Polo Formativo stesso;
- formazione a distanza. Si prevede la possibilità di fruire di unità formative
attraverso strumenti di didattica online (moodle – Adobe Connect…). L’esperienza del
39
Relazione intermedia documento del 26/05/08
Politecnico, partner del Polo, nella didattica a distanza, sarà di ausilio nella
progettazione.
Allo stato attuale si stanno valutando le potenzialità e, dunque, le possibilità offerte
dalle piattaforme sotto riportate per arrivare alla migliore scelta in base alle esigenze
dei corsi:
Moodle (http://www.moodle.org ) è una Piattaforma per la formazione a Distanza, cioè
un pacchetto software per erogare e gestire corsi di formazione on-line.
La parola MOODLE era in origine un acronimo di Modular Object-Oriented Dynamic
Learning Environment (Ambiente di Apprendimento Dinamico Modulare Orientato agli
Oggetti), ma è anche un verbo che descrive il processo di vagare attraverso qualcosa
che spesso porta a momenti di introspezione e creatività.
Moodle è un prodotto open source utilizzato da oltre 75.000 utenti registrati, in 140
paesi, in 70 lingue, con circa 7.500 siti registrati ed è diventato un ambiente di
riferimento per quanti siano interessati a creare comunità formative on-line basate su
modalità collaborative di apprendimento.
In Italia Moodle viene usata in 343 enti formativi tra cui almeno 50 università e fornisce
un supporto all’attività didattica attraverso una serie di strumenti molto ampia e
articolata. I docenti e gli allievi, tramite password, possono accedere alle aree dei
singoli corsi.
Le attività standard che Moodle permette sono: compiti, domande, forum, diari, risorse
(cioè contenuti del corso), quiz, sondaggi, inchieste.
Piattaforma per la videoconferenza e la teledidattica (Connect – DimDim – Red5)- Possibilità di effettuare presentazioni a più utenti collegati: in questo
caso viene visualizzata l’immagine del relatore e le sue slides di presentazione; gli
utenti collegati possono interagire tramite chat, richiedendo di intervenire. Il relatore
gestisce l’intervento e l’interazione con le persone.
- Modalità Discussione.
- Possibilità di visualizzare le immagini di tutti gli utenti ed ascoltare le
voci di ognuno, è possibile comunicare tramite voce in contemporanea tramite
servizi di voice over IP, condividere risorse (file) presenti sul proprio PC,
condividere il proprio desktop.
- Modalità condivisione del proprio schermo: è possibile condividere il
proprio schermo dando anche d altri la possibilità di agire sul file condiviso in modo
da agire contemporaneamente sullo stesso documento;
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
- sistema collaborativo per la condivisione di informazioni e contenuti. E’
stata prevista una modalità che permetta al Polo Formativo di condividere informazioni
relative alle attività corsuali, ma anche informazioni sui soggetti che partecipano alle
attività stesse. Si è rilevato interessante l’utilizzo di strumenti Web2.0 per creare
Comunità di Pratica tra soggetti che hanno attività e compiti simili.
Lo spazio Collaborativo sarà quindi, in un’ottica Web2.0, una opportunità per creare ed
alimentare Comunità di Pratica (CdP): “Le comunità di Pratica sono gruppi di persone
che condividono una passione su qualcosa che fanno e che interagiscono
regolarmente per imparare a farlo meglio” (Etienne Wenger). In concreto le CdP sono
reti collaborative tra pari:
- condotte dalla partecipazione volontaria dei membri;
- focalizzate sull'apprendimento e sulla costruzione di capacità;
- impegnate nella condivisione della conoscenza, nello sviluppo di
esperienze, nella soluzione di problemi.
Le CdP sono gruppi sociali dentro cui si scambiano le forme più implicite e non
strutturate di conoscenza, nella forma di consigli, esperienze, conversazioni, aiuto
reciproco. All'interno delle CdP sono presenti sia la conoscenza esplicita (presentata in
procedure o presentazioni da parte di esperti, in genere selezionata dalla persona o dal
gruppo che possiede la conoscenza) che quella tacita (la conoscenza pratica “vive”
nelle persone dove risiede la necessità di apprendimento).
La gestione di attività finanziate da enti pubblici richiede la gestione degli adempimenti
connessi alle richieste imposte dagli standard regionali.
In particolare sono da tenere in evidenza i punti fondamentali di criticità cui il Polo è
soggetto nell’erogazione delle attività formative e su cui occorre che l’informazione sia
trasparente e disponibile per gli operatori.
A livello generale il sistema dovrà:
- facilitare la comunicazione fra gli organi di governo del Polo
Formativo, fra gli staff ed i gruppi di lavoro;
- permettere l’accesso alle utility ed alle risorse didattiche;
- facilitare le la personalizzazione dei percorsi formativi;
- supportare l’erogazione dei corsi on line e l’uso della FaD.
41
Relazione intermedia documento del 26/05/08
3.5.1.1. Macro aree formative
Al di là delle figure professionali al momento individuate, emergono fabbisogni formativi
che si possono ricondurre a delle macro-aree di riferimento, trasversali ai diversi Poli e che
interessano, ovviamente, anche il settore dei Trasporti.
Infatti, a lato delle aree di trasporto intermodale delle merci, di gestione delle infrastrutture
logistiche e la mobilità delle persone oggetto del nostro Polo, le aree di cui sopra possono
essere utilizzate per la formazione continua e permanente ed essere “interscambiabili” e
adattate a seconda dei percorsi formativi specifici individuati e dei destinatari della
formazione.
Tali aree si possono così riassumere:
1) Macroarea software (visualizzazioni e mappature del territorio di riferimento, gestione
di database, SW per la pianificazione trasporti, indagini sui servizi, infomobilità…)
2) Macroarea Legislativa e Normativa
4) Macroarea Ambientale (aspetti energetici, inquinamento e rumore, mobility
management per la sostenibilità, ecc.)
5) Macroarea Comunicazione (comunicazione, educazione e promozione della
mobilità sostenibile, sistemi e tecnologie innovativi).
A titolo di esempio si riportano, di seguito, alcuni esempi di figure professionali che
saranno approfonditi nella relazione finale e oggetto del report specifico in allegato.
3.5.1.2. Figure professionali
Si fornisce di seguito un esempio di figura professionale che è stata individuata, con la
relativa descrizione. In allegato sono descritti alcuni altri profili.
Esempio figura Professionale “Tecnico Superiore dei sistemi di monitoraggio e
programmazione della mobilità metropolitana”
Contesto: Muoversi all'interno dello spazio metropolitano significa: conoscere, lavorare,
interagire e comunicare con il mondo circostante. Tuttavia, quando il movimento è
condiviso simultaneamente da milioni di persone che, per diversi motivi, si spostano sul
territorio, in modo ciclico, episodico o costante, gli effetti si moltiplicano esponenzialmente
con ripercussioni negative sull'ambiente circostante in forme non previste e non governate
efficacemente. Il tema della mobilità, ed in particolare quello della mobilità sostenibile, si è
imposto prepotentemente all'attenzione dell'opinione pubblica negli ultimi decenni, in parte
42
Relazione intermedia documento del 26/05/08
come componente essenziale delle strategie di sviluppo sostenibile, in parte come area
specifica dei paesi sviluppati ad alto tasso di sviluppo industriale e post-industriale.
Descrizione. Il percorso formativo ha la finalità di formare figure professionali per il
monitoraggio e la programmazione della mobilità metropolitana. In particolare si propone
di formare figure professionali nell'area tecnologica ed organizzativa delle imprese di
trasporto e degli enti locali in grado di realizzare azioni di monitoraggio dei servizi di
Trasporto Pubblico Locale e, conseguentemente, di comunicare e gestire interventi sul
sistema di mobilità metropolitano. La nuova figura professionale di “Esperto in sistemi di
monitoraggio e programmazione della mobilità metropolitana” risponde alla richiesta di
nuove soluzioni e di nuove figure professionali, che la società civile, il sistema economico
e la Pubblica Amministrazione centrale e locale avanzano rispetto ai problemi del traffico,
della viabilità, degli spostamenti e degli scambi di persone e beni.
Capacità.
Analizzare il sistema metropolitano attraverso la quale il soggetto sarà in grado di:
- Individuare le caratteristiche sociali-economiche-ambientali-urbanistiche del
territorio
- Individuare e definire attività di analisi e raccolta dati
- Progettare la raccolta dati relativa a diverse tipologie di offerta e domanda di
trasporto
- Caratterizzare il sistema metropolitano in base a dati su cambiamenti sociali,
economici e tecnologici
- Elaborare livelli di presentazione dei dati su mappe del sistema
metropolitano
Contestualizzare le norme vigenti attraverso la quale il soggetto sarà in grado di:
- Armonizzare il quadro normativo vigente con il sistema metropolitano
- Inquadrare la normativa riferita alla programmazione della mobilità
metropolitana
- Relativizzare gli aggiornamenti normativi
- Inquadrare le normative a livello nazionale ed internazionale riferite alla
programmazione della mobilità metropolitana
- Riconoscere gli ambiti di applicabilità delle norme
Pianificare interventi sul sistema di mobilità metropolitana attraverso la quale il soggetto
sarà in grado di:
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
- Interpretare il Piano Urbano della Mobilità (PUM) e il Piano Urbano del
Traffico (PUT
- Individuare le aree da monitorare e le loro caratteristiche
- Individuare i vincoli legislativi
- Calendarizzare gli interventi e valutare i risultati finali
- Misurare il raggiungimento dei risultati attesi
Attività
Realizzare azioni di monitoraggio dei servizi che può essere concretizzato attraverso le
seguenti azioni specifiche:
- Impostare e analizzare indicatori di monitoraggio e misura delle performance
del Trasporto Pubblico Locale
- Proporre azioni correttive
- Misurare l'adesione e lo scostamento dalle previsioni di performance
- Applicare logiche di regolazione e monitoraggio nel Contratto di Servizio
Pubblico
Comunicare e informare su azioni di gestione della mobilità che può essere concretizzato
attraverso le seguenti azioni specifiche:
- Promuovere interventi di informazione
- Redigere e fornire report
- Elaborare procedure di comunicazione della mobilità sostenibile
- Relativizzare lo scenario economico sociale e le nuove tendenze
- Interpretare le fonti normative del settore
Gestire e coordinare interventi sul sistema di mobilità metropolitana che può essere
concretizzato attraverso le seguenti azioni specifiche:
- Cooperare allo sviluppo di strategie legate alla mobilità
- Utilizzare tecnologie a servizio della mobilità
- Verificare gli impatti ambientali ed energetici della mobilità
- Utilizzare i principali strumenti per la simulazione dei sistemi di trasporto
Esempio figura professionale “Tecnico per la gestione della mobilità aziendale”
Descrizione
Il Mobility Manager aziendale ha l'incarico di ottimizzare gli spostamenti casa-lavoro dei
dipendenti. Egli ha l’obiettivo di ridurre l'uso dell'auto privata adottando, tra l'altro,
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
strumenti come il Piano spostamenti casa-lavoro (PSCL), con cui si favoriscono soluzioni
di trasporto alternativo a ridotto impatto ambientale (car pooling, bike sharing, trasporto a
chiamata, navette, ecc.).
Gli obiettivi sono concernenti la generale riduzione del traffico veicolare privato e dei suoi
impatti:
- consumo di energia;
- inquinamento atmosferico ed acustico;
- emissioni di gas serra;
- congestione stradale;
- sicurezza stradale.
Attività
Raccogliere ed interpretare dati – organizzare forme di mobilità – dialogo con le istituzioni
Competenze: relazionali, uso di software per analisi dati, comunicazione
Altre figure professionali selezionate tra le molte individuabili, ma con maggiore interesse
rispetto al territorio di riferimento e maggiormente congrui con gli obiettivi definiti sono:
Tecnico superiore della logistica integrata;
Tecnico superiore dei trasporti e dell’intermodalità;
Tecnico superiore per la gestione delle infrastrutture logistiche;
Tecnico superiore della mobilità delle persone e del trasporto pubblico locale;
Tecnico superiore per la programmazione della produzione e della logistica;
Tecnico superiore della logistica aeroportuale.
3.5.2. Trasferimento tecnologico.
Il trasferimento tecnologico è un tema molto importante e sentito, in primis, a livello
europeo dove esistono linee di finanziamento dedicate. Il Polo intende mantenere
l’accezione europea, laddove, quando si parla di “transfer of knowledge”, si intende il
trasferimento di competenze, know how e tecnologie da ricercatori esperti ad altri meno
competenti nella materia specifica o, anche, a giovani ricercatori.
Nel nostro caso possiamo intendere il trasferimento tecnologico come attività del Polo
diretta a:
45
Relazione intermedia documento del 26/05/08
- favorire la nascita di professionalità che possono fare del Polo una sorta
di “incubatore” per nuove aziende che opereranno nel settore dei trasporti e della
logistica in “nicchie” ad elevato contenuto tecnologico, ma anche di forniture
specialistiche di servizi. In questo caso intendiamo individuare queste “nicchie” e le
professionalità necessarie;
- contribuire al passaggio di conoscenze da università ad aziende,
attraverso il finanziamento di assegni di ricerca per giovani studiosi che possano
sviluppare la propria attività di ricerca in azienda.
3.5.2.1. L’incubazione di impresa
L’incubazione di impresa e le iniziative a sostegno dello sviluppo della imprenditorialità
costituiscono un aspetto fondamentale alla formazione di uno “spirito imprenditoriale”. Si
ritiene infatti essenziale prevedere, come possibile risultato, la possibilità di creare nuove
imprese, oltre a prevedere una specifica formazione per insegnare e far crescere
l'attitudine all'imprenditorialità.
Considerando la formazione alla creazione di impresa, si intende fornire un supporto
all'eventuale creazione della propria Idea di Impresa, fornendo strutture, spazi idonei e
competenze per incubazione di imprese. L’esperienza del Politecnico di Torino che ha
avuto e continua ad avere un notevole successo con I3P ed ha consolidato un notevole
know-how sarà un valore aggiunto nel polo per essere concreti, propositivi ed operativi
rispetto a questo tema.
Quanto affermato non vuole evidenziare come unica possibile opportunità quella del
lavoro autonomo, ma intende essere anche uno stimolo a diventare propositivi all'interno
del proprio ambito lavorativo.
3.5.2.2. Il trasferimento delle conoscenze
Il trasferimento di conoscenze tra diversi attori, sia all’interno che all’esterno del Polo è
l’altro elemento caratterizzante l’attività di trasferimento tecnologico prevista.
La condivisione delle competenze presenti all'interno del Polo sarà cura del gruppo di
coordinamento dello stesso per facilitare, favorire e creare aree di scambio delle
informazioni, luoghi per l’auto-aggiornamento, strumenti tecnici per la condivisione delle
conoscenze.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
La condivisione delle competenze all'esterno del Polo sarà gestita mediante
l’organizzazione di seminari e conferenze e lo scambio di informazioni con partner
stranieri.
In tal modo, la ricaduta formativa sulle scuole superiori e gli enti di formazione coinvolti è
evidente e gli allievi appartenenti ai percorsi formativi tipici della scuola superiore e della
formazione professionale potranno usufruire delle competenze presenti all'interno del Polo
ed ottenere, inoltre, una specifica formazione sugli argomenti tipici dello stesso.
Tornando alla valenza più europea del trasferimento di conoscenze, questo intende avere
uno scopo preciso: il trasferimento della conoscenza implicita (sottintesa). La conoscenza
ha luogo in un “continuum”, da quella esplicita a quella implicita. Ad un estremo del
continuum c’è la conoscenza che può essere espressa in procedure, fasi, checklist – la
conoscenza esplicita. All’altro estremo c’è la conoscenza che risiede, principalmente, nella
“testa” delle persone – la conoscenza implicita.
La conoscenza esplicita è relativamente semplice da cogliere ed immagazzinare in
banche dati e documenti ed è condivisa con semplicità ed accuratezza.
La conoscenza esplicita può essere:
- strutturata: elementi individuali organizzati in un modo particolare o
secondo uno schema per essere recuperati in futuro. In tal caso include documenti,
basi dati e fogli di calcolo;
- non strutturata: l’informazione contenuta non è strutturata per il recupero,
ad esempio messaggi di posta elettronica, immagini, corsi di formazione e selezioni
video ed audio.
La conoscenza implicita è quella che le persone hanno nella loro testa ed è, perciò, di
difficile accesso. Spesso, le persone non sono consapevoli della conoscenza che
hanno o di quanto essa possa essere di valore per altre persone. La conoscenza
implicita è considerata di maggior valore perché fornisce un contesto culturale di valore
per le persone e per la nascita di idee ed esperienze. Il trasferimento effettivo della
conoscenza implicita richiede in genere un “forte ed ampio” contatto personale e
fiducia.
Il Polo intende favorire e supportare il trasferimento della conoscenza implicita dalle
persone che hanno una maggiore esperienza (li chiameremo “senior”) a quelle che ne
hanno meno ed ai giovani. Dato che uno degli obiettivi è di integrare tra loro le diverse
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
discipline coinvolte nel settore dei trasporti e superare eventuali frammentazioni, le
persone esperte dovranno provenire da diverse discipline e dovranno agire in modo da
seguire un duplice approccio:
- in modo “collettivo” dove sono presenti contemporaneamente tutti,
“senior” e non, durante incontri periodici (es. una settimana per due volte all’anno:
summer and winter schools). Lo scopo è promuovere la sinergia tra i “non esperti” e
provare a facilitare l’integrazione dei diversi punti di vista attraverso l’esperienza dei
“senior”;
- in modo “solitario”, durante brevi periodi di apprendimento dei “non
esperti” presso l’azienda o la sede di lavoro dei “senior”. In questo caso lo scopo è
di rafforzare la competenza dei “non esperti” attraverso l’esperienza dei “senior”.
Vi sono diversi modi per identificare, immagazzinare e trasferire la conoscenza. Alcune
strategie funzionano meglio in sessioni “collettive” (il primo dei due approcci descritti
sopra) che in sessioni “solitarie” (secondo approccio) ed alcune hanno buoni esiti in
entrambi i casi. Si indicano alcuni modi di procedere:
per le sessioni “collettive”:
- interviste ad esperti: sessioni dove i “senior” considerati esperti in un
determinato settore, programma, politica o procedura, ecc. incontrano i “non
esperti” per condividere la loro conoscenza e competenza;
- giochi di apprendimento: queste attività di apprendimento strutturate sono
utilizzate per rendere l’apprendimento divertente e più efficace e per fornire
un’analisi e revisione del materiale già presentato, sia per rafforzare
l’apprendimento, sia per valutare l’entità dello stesso;
- verifica delle lezioni apprese: queste verifiche costituiscono un modo per
identificare, analizzare e catturare la conoscenza ed esperienza trasmesse, per
capire cosa ha funzionato bene e cosa deve essere migliorato, in modo che gli
altri imparino da queste esperienze. Per avere il massimo “impatto” le verifiche
dovranno avere luogo subito dopo il seminario/school ed i risultati condivisi in
modo immediato tra coloro che trarranno beneficio dalla conoscenza acquisita;
per le sessioni “solitarie”:
- guida (mentoring): nelle sessioni di “guida/consulenza”, una persona con
grande esperienza (mentor) è messa in relazione con un’altra con minor livello
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
di esperienza/conoscenza (protégé) con lo scopo di svilupparne o rafforzarne le
competenze;
- racconto (storytelling): questo comporta la costruzione di esempi inventati
(immaginari) od il racconto di fatti di lavoro/ricerca reali per illustrare un aspetto
specifico e trasferire la conoscenza in modo efficace. Una storia di lavoro/ricerca
è un racconto dettagliato di azioni legate alla gestione (management), ad
interazioni tra lavoratori/ricercatori durante il loro lavoro o ad altri eventi/fatti che
avvengono all’interno dell’azienda o istituto di ricerca. Se ben utilizzati, questi
racconti diventano un potente strumento di trasformazione all’interno delle
organizzazioni lavorative (siano esse aziende, università, istituti di ricerca).
I “non esperti” beneficeranno delle sessioni di cui sopra perché acquisiranno le
competenze complementari nel gestire la propria attività lavorativa o di ricerca e nel
risolvere i problemi (problem solving) sia dal punto di vista “scientifico” che “operativo”.
Nel contempo i “senior” rafforzeranno la loro capacità comunicativa nel trasmettere ad
altri la propria esperienza e provando ad aiutare i “non esperti”. Inoltre, durante le
sessioni “collettive”, essi miglioreranno la loro capacità di parlare in pubblico di fronte
ad un largo uditorio come anche la capacità di essere chiari, semplici ed efficaci. Infine,
la loro esperienza può ulteriormente aumentare grazie alla conoscenza di altri settori e
di modi diversi di lavorare in realtà diverse dalla propria.
3.5.2.3. Considerazioni
Da quanto detto, intendiamo il trasferimento tecnologico anche come strategia di auto-
sostenibilità del Polo Formativo, al fine di non rendere l'esperienza dello stesso
esclusivamente finalizzata alla formazione (sebbene questa costituisca l'elemento
fondamentale), ma anche alla erogazione di servizi. Alcune delle attività previste a
questo scopo sono, dunque:
- utilizzo delle competenze presenti all'interno del Polo per la partecipazione a
bandi;
- progettazione di attività di sperimentazione;
- ingegnerizzazione di proposte progettuali.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
3.5.3. Laboratori a cielo aperto
All’interno del Polo si intende progettare e, successivamente, gestire, alcuni “laboratori” in
cui sperimentare sul campo le tecniche apprese, ma anche apprendere dall’interazione
con la realtà. Si forniscono di seguito alcuni esempi che possono chiarire lo scopo di
questo strumento.
Relativamente ad un argomento oggi di grande importanza ed attenzione, quale la mobilità
sostenibile, si intende scegliere sul territorio dei luoghi in cui mettere in atto delle
sperimentazioni e poi monitorarne gli effetti. Per meglio comprendere è bene proporre
alcuni esempi.
Un’azienda che dovrebbe sviluppare un piano mobilità casa-lavoro potrebbe dare spazio
ad alcune persone in formazione per studiare la situazione della mobilità dei dipendenti
dell’azienda e formulare un piano che ne razionalizzi gli spostamenti. Tale piano dovrà
essere concepito nell’ottica di un risparmio energetico e di una riduzione delle emissioni
inquinanti e del rumore prodotto dagli spostamenti attuali. Tale esperienza dovrebbe
essere la parte applicativa fondamentale all’interno di un percorso formativo della figura di
“mobility manager”.
Un altro esempio potrebbe prevedere, in ambito urbano, l’adozione all’interno di un
quartiere, di una particolare politica di trasporto (interventi di traffic calming, politiche di
pricing, ecc.), la relativa progettazione e messa in atto ed il successivo monitoraggio
dell’intervento per comprendere gli effetti prodotti in termini di miglioramento della vivibilità
della zona (meno inquinamento, rumore, incidenti, ecc.). Questa attività dovrebbe far parte
del percorso formativo di un tecnico che lavori nel settore pianificazione di un comune, ma
anche della Provincia e della Regione, ma anche di un tecnico che lavora all’interno di una
società di consulenza che fornisce attività di consulenza di pianificazione dei trasporti agli
enti locali.
Un altro esempio ancora potrebbe riguardare la razionalizzazione della movimentazione e
distribuzione delle merci dai fornitori ai centri intermodali e, da questi, ai fruitori finali (city
logistics). Un’attività di questo tipo potrebbe essere svolta all’interno delle strutture che
costituiscono gli interporti, i centri intermodali, ecc. che hanno bisogno di tecnici con una
formazione di “ingegneria dei sistemi” che consenta loro di programmare in modo
efficiente i servizi che vengono erogati e che si interfaccino in modo efficace con le
amministrazioni a cui offrono tali servizi (nel caso es. del city logistics).
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
I gruppi di lavoro potranno mettere in pratica ciò che hanno appreso dalla formazione
mediante appositi moduli che costituiscono i percorsi formativi e iniziare ad acquisire
un’esperienza sul campo, che potranno poi condividere con altri colleghi ancora “in
formazione”, al termine del laboratorio.
In quest'ottica è già stata individuata la disponibilità da parte di una zona del territorio
torinese (Mirafiori Nord, Santa Rita), sulla quale sono presenti almeno due soggetti facenti
parte del Polo, a testare e collaudare eventuali proposte emerse dal Polo stesso. L'area è
inoltre disponibile come “Open Lab” per i fruitori del percorso formativo.
In tale area si desidera creare un laboratorio per effettuare dei test relativi all’effetto di
politiche di trasporto finalizzate alla gestione ed al controllo della domanda ed alla misura
dei relativi effetti sull’ambiente.
Mediante opportune tecniche statistiche si intende insegnare ai discenti come individuare i
siti sul territorio più adatti al test di definite politiche di trasporto. La sperimentazione è
finalizzata a verificare la situazione prima dell’intervento ed a monitorarla in seguito allo
stesso. La sperimentazione sul campo necessita l’apprendimento di:
- progettazione degli esperimenti;
- progettazione di rilievi di traffico (strumentazione più adeguata, definizione
dei periodi temporali, ecc.);
- effettuazione di rilievi di traffico con tecnologie innovative;
- effettuazione di rilievi di rumore con fonometri e centraline da esterno;
- progettazione di indagini (qualitative e quantitative): definizione del
campione, piani di campionamento, progettazione dei questionari;
- metodologie per la somministrazione dei questionari;
- analisi dei dati mediante statistica descrittiva e inferenziale.
Si prevede anche l’apprendimento di come si costruiscono gli scenari di base e futuri, a
seconda delle politiche previste e di come si monitora un intervento, prevedendo un piano
delle attività ante e post-operam.
Si intendono anche analizzare le possibili politiche di trasporto da adottare in ambito
urbano per verificare, mediante test sul campo, la loro efficacia mediante analisi dei dati e
costruzione dello scenario post-intervento e confronto fra scenari e valutazione degli effetti
degli interventi sulla qualità della vita dei residenti.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
3.5.4. Valenza internazionale
Il Polo intende avere una forte valenza internazionale, con una particolare attenzione
verso i paesi confinanti, in particolare la Francia. A tal fine, già in fase di formazione del
Polo è stato incluso, tra i partner, l’INRETS (Insitut National de Recherche sur les
Transport et leur Securité) che è l’istituto nazionale francese che si occupa di ricerca sui
trasporti. Inoltre, la presenza nel Polo del Politecnico di Torino consente di facilitare
l’internalizzazione dello stesso grazie al fatto che il Politecnico è il membro italiano
dell’associazione ECTRI (European Conference of Transport Research Insitute:
www.ectri.org), di cui è membro anche l’INRETS.
L’obbiettivo della suddetta Associazione è di promuovere la ricerca integrata sui trasporti
di superficie ed il suo sviluppo in ambito europeo. Tale obbiettivo viene raggiunto
attraverso la rete formata dai centri di ricerca che costituiscono l’Associazione che fornisce
una piattaforma per la costituzione di ulteriori reti di ricerca. In particolare, la suddetta rete
si occupa della:
- promozione della cooperazione nella ricerca sui trasporti di superficie;
- creazione di una piattaforma di scambio per lo sviluppo di reti di ricerca;
- partecipazione alla strutturazione dell’Area Europea della Ricerca (European Research
Area, ERA) mediante reti per la mobilità e la formazione e studi sulle infrastrutture di
trasporto;
- stimolo alla partecipazione dei suoi membri nei progetti europei di ricerca e sviluppo
nel settore dei trasporti.
Il Politecnico di Torino è uno dei 15 membri fondatori dell’Associazione (ora composta da
20 membri), nonché unico rappresentante della ricerca dei trasporti in Italia ed è
rappresentato dalla Prof.ssa Pronello, che è anche referente del Politecnico all’interno del
Polo. Dato l’alto contenuto strategico degli obiettivi dell’Associazione e la grande rilevanza
ed importante ricaduta che tali attività possono portare all’attività di ricerca nel settore dei
trasporti in ambito nazionale, la collaborazione con ECTRI ha portato il Politecnico a
ricoprire una posizione privilegiata nel panorama di ricerca sui trasporti italiano. In questa
prospettiva la sinergia fra il Politecnico e gli altri istituti europei nella ricerca sui trasporti,
attraverso ECTRI, può essere decisiva per accreditare il Polo Formativo a livello nazionale
ed europeo e concretizzare l’istituzione di un vero polo di eccellenza nella formazione dei
trasporti.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
A supporto di quanto affermato, si riportano le tematiche di ricerca di interesse
dell’associazione che, come si può osservare, sono centrali rispetto a quelle del Polo
Formativo. Tali tematiche possono essere schematizzate in cinque macrotematiche:
a. i sistemi di trasporto sostenibili e la mobilità sostenibile;
b. i sistemi di trasporto intelligenti (Intelligent Transport systems - ITS);
c. la sicurezza (safety e security) del traffico e dei trasporti;
d. gli aspetti sociali e comportamentali del traffico e dei trasporti;
e. l’economia dei trasporti.
Ai fini di una maggiore comprensione degli aspetti contenuti nelle macro-tematiche
menzionate sopra, pur non entrando in dettagli eccessivi, si possono elencare i principali
aspetti che vengono considerati prioritari nell’attività di ricerca dell’Associazione;
la sostenibilità ambientale dei trasporti di superficie (The Greening of surface
transport), punto chiave della recente politica europea:
- tecnologie e conoscenza per ridurre l’inquinamento;
- “pulizia” dei sistemi di trazione e dei carburanti;
- ottimizzazione dei sistemi;
l’incoraggiamento della diversione modale ed il
decongestionamento dei corridoi di trasporto:
- sviluppo senza interruzioni del trasporto passeggeri
porta a porta;
- sviluppo senza interruzioni del trasporto merci porta a
porta;
- interoperabilità e ottimizzazione operativa delle reti di
trasporto;
- integrazione intermodale;
- ottimizzazione dell’uso della logistica e delle
infrastrutture di trasporto;
- sistemi intelligenti e nuovo concezione per i veicoli;
- conoscenza per il “policy making”
l’assicurazione di una mobilità urbana
sostenibile:
- prossima generazione di veicoli merci e
passeggeri per la mobilità urbana;
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
- nuova concezione di mobilità,
organizzazione innovativa e schemi di gestione della mobilità che includano un
trasporto pubblico di elevata qualità;
- trasporti urbani puliti (fuel cell, autobus
ibridi, ecc.);
- modi di trasporti non inquinanti, gestione
della domanda, servizi;
- strumenti di supporto allo sviluppo ed
attuazione della politica dei trasporti includendo la pianificazione del territorio;
il miglioramento della sicurezza
(safety e security):
- protezione delle persone
vulnerabili;
- sistemi di analisi avanzata
e analisi dei rischi;
- approcci integrati;
- componenti della sicurezza
dei sistemi di trasporto
Tale contesto consentirà al Polo di progettare percorsi formativi profondamente calati nella
realtà europea e, dunque, esportabili sia in termini di contenuti che di procedure di
formazione adottate, ma soprattutto potrà garantire uno scambio con l’estero di studenti
e/o figure professionali in formazione attraverso sessioni di formazioni (es. seminari) e
stage all’estero (sia negli istituti di ricerca che nelle realtà aziendali e amministrative in
relazione con gli istituti stessi).
Oltre al rapporto privilegiato con INRETS il polo formativo intende avvalersi, da un lato, di
contenuti didattici facenti riferimento a parametri europei (si vedano gli obiettivi generali
degli IFTS), dall’altro, sarà cura del polo valutare la partecipazione a reti europee.
4. Organizzazione e strutture di governance del polo formativoL’organizzazione del polo formativo presuppone una governance, vale a dire
l’orientamento consensuale di ogni attore coinvolto a perseguire un interesse comune. Nel
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
contesto ambientale descritto occorre anzitutto superare la frammentazione che da
sempre condiziona gli interventi progettuali.
La formula dell’ATS contribuisce certamente alla costruzione di relazioni collaborative in
senso sia orizzontale (tra operatori, ad esempio), sia verticale (tra altri soggetti della filiera
logistica: produttori, gestori di infrastrutture, istituzioni e così via).
Occorre inoltre coinvolgere il tessuto industriale del territorio (ad esempio attraverso la
formula del consorzio, anche se la formalizzazione di questo tipo di collaborazione va
probabilmente valutata in un momento successivo), onde poter contare su una
governance di sistema diffusa.
Il contributo della logistica è infatti molto interessante per la singola azienda in termini di
innovazione organizzativa, ma anche di risparmio sui costi dei cicli di produzione,
magazzinaggio, manipolazione e distribuzione delle merci.
Ma per realizzare la governance di sistemi complessi occorrono le professionalità
adeguate, in possesso di conoscenze e competenze e con una visione aperta alla
complessità.
In tal senso, la logistica rappresenta per il nostro territorio soprattutto un’opportunità
culturale.
5. Comunicazione e qualitàIl metodo di lavoro definito dall’ATS prevede che ciascun gruppo di lavoro relazioni
periodicamente del proprio operato. A tal fine si stabilirà l’intervallo di tempo adeguato per
la convocazione di riunioni plenarie, cui prenderanno parte i componenti dell’ATS.
Contemporaneamente, verrà definito un piano di comunicazione rivolto ai potenziali
beneficiari delle azioni formative. È possibile fin da ora prevedere l’organizzazione di più
eventi di presentazione sul territorio di riferimento in cui si coinvolgano amministrazioni,
imprese e associazioni di categoria; in un secondo momento, a seguito di un’analisi
approfondita dei fabbisogni, si definiranno interventi di promozione più puntuali e mirati.
In una logica di collaborazione e integrazione con le iniziative già presenti sul territorio, il
polo formativo costruirà una serie di contatti (a livello nazionale e internazionale) con i
soggetti realizzatori di interventi su tematiche simili, al fine di stabilire nuove partnership.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
Il monitoraggio e la valutazione sulle attività poste in essere dal polo formativo dovranno
articolarsi su due livelli: quello delle competenze e quello della domanda di servizi.
Dal punto di vista delle competenze, sarà necessario avviare una indagine periodica
(panel) sui fabbisogni formativi delle imprese; naturalmente il campione deve comprendere
anche istituzioni e associazioni del settore, al fine di avere un panorama quanto più
variegato possibile, ma dovrà essere “ragionato” e, di conseguenza, costruito sulle reali
esigenze del polo formativo, coinvolgendo imprese e attori che costituiscono il bacino di
riferimento del polo stesso.
In tal modo, sarà possibile tenere sotto osservazione i cambiamenti e le tendenze del
mercato del lavoro, nonché la capacità dell’offerta del polo formativo di rispondere alle
necessità del territorio.
Sullo stesso campione di imprese, occorre promuovere una rilevazione della domanda di
servizi logistici suddivisi per tipo (trasporto, stoccaggio, allestimento ordini, e così via).
L’obiettivo è la costruzione di un database che consenta l’incrocio di domanda e offerta di
servizi logistici; l’accesso a un database di questo tipo comporta una serie di vantaggi per i
membri dell’ATS: la possibilità da una parte di avere un quadro preciso della situazione
(utile anche per la programmazione degli interventi formativi); la possibilità di offrire un
servizio innovativo e utile alle imprese stesse, ma soprattutto la possibilità di verificare
l’efficacia e l’efficienza degli interventi formativi nel tempo.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
Allegati
Report Gruppo Analisi dei fabbisogni
Report Gruppo Analisi dei fabbisogni
Il gruppo si è sforzato di seguire le indicazioni fornite dalla Regione Piemonte, assistita da
DTM, reperibili in rete all’indirizzo:
http://extranet.regione.piemonte.it/fp-lavoro/centrorisorse/area_convegni/dwd/04_03_08/
poli_form.pdf
Appendici
Questionario per le imprese del settore
Dati anagrafici dell’impresa
Dimensione (numero addetti di cui
laureati…. E diplomati….)
Previsioni di incremento numero
dipendenti nei prossimi 3 anni
Previsioni di investimenti in migliaia
di Euro nei prossimi 3 anni in:
- Informatica
- Edilizia e strutture
- Mezzi di trasporto
- Altro
Disponibilità ad ospitare stagisti
(numero) con retribuzioni di euro
Intervista esperti logistica
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
Gianluigi Bonanno (Consulente aziendale) Aziende di produzione
Marco Cresta – Consorzio ABACO
(Direttore)
Sistema di servizi logistici integrati (dalle
manutenzioni tecnologiche, alla gestione
magazzini e archivi, ai trasporti, al
guardianaggio…
Rilevante è il progetto LTE (LOGISTIC
TERMINAL EUROPA) sorgerà nel comune
di Castellazzo Bormida (AL), in un’area di
circa 1.116.000 mq attraversata dalla linea ferroviaria Genova-Alessandria (distanza da Genova 66 km) ed in prossimità
dell’autostrada A26 Voltri – Gravellona Toce (l’area prevede uno svincolo
autostradale dedicato. Attualmente l’uscita
di riferimento è Alessandria Sud che dista
12 km).
Il mercato di riferimento del progetto sono i
SERVIZI AI CONTENITORI. I volumi di container
mondiali movimentati sono passati da circa
50 milioni di TEU del 1980 agli attuali 400.
Questa crescita è dovuta i ugual misura
all’incremento degli scambi internazionali
ed al maggior utilizzo della modalità di
condizionamento del container da parte
delle merci varie.
Giorgio Martini – UNILOGISTICA
(Presidente)
Cooperativa di logistica integrata, specialisti
del freddo, outsourcing totale…
Metodologia: colloqui in forma di intervista orientati ad esplorare le funzioni ritenute
chiave per il successo aziendale, nell’ottica della competitività e, di riflesso, dello sviluppo.
Anzitutto si è chiesto di descrivere brevemente le attività aziendali per passare poi ad
indicare le funzioni centrali per migliorare ed innovare i processi e/o i servizi e per
favorire i processi di internazionalizzazione.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
Successivamente, per facilitare l’avvio del colloquio, si è chiesto di delineare le
conoscenze e capacità attese e poi non riscontrate al momento dell’inserimento
nell’organico aziendale di una nuova risorsa proveniente dalla scuola superiore e/o
dall’università.
Ciò ha permesso definire il gap tra conoscenze e capacità in uscita dalla scuola
superiore e dall’università e via via delineare le competenze oggetto dei percorsi formativi
in modo da migliorare il livello di professionalità delle risorse umane.
Poi si sono elencati alcuni profili professionali indicati nella candidatura per individuare
quelli di maggiore interesse:
Tecnico superiore per la mobilità delle persone e per il trasporto pubblico locale;
Tecnico superiore per la gestione delle infrastrutture logistiche
Tecnico superiore per della logistica integrata
Tecnico superiore dei trasporti e dell’intermodalità
Tecnico superiore per la programmazione della produzione e della logistica
Tecnico superiore per gli approvvigionamenti
La durata dell’intervista è stata di circa 2 ore.
Funzioni centrali
L’articolazione del settore rende difficile la definizioni di funzioni cardine e intermedie tra la
direzione e la manodopera. Tuttavia, nel settore opera personale con forte
specializzazione (es. manovratori di gru, container…) e che ha rilevanti problematiche da
affrontare nelle fasi operative (es. il contenitore deve essere in bolla).
Si evidenziano tre problematiche con necessità di formazione professionalizzante al
termine della scuola secondaria superiore e/o dall’università, propedeutica all’inserimento
nel settore:
- integrazione della catena logistica (sia per funzioni aziendali che per
aziende di servizi logistici)
- intermodalità (per aziende di trasporti, interporti, aziende con elevata
livello di distribuzione)
- applicazione delle tecnologie di trasmissione alla tracciabilità (società di
servizi logistici).
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
Gap tra preparazione e conoscenze e capacità attese
Non si è trovata unanimità nel ritenere adeguata la preparazione che fornisce la scuola e/o
l’università, anche se l’ingegneria gestionale offre una buon punto di partenza per operare
nel settore. La conoscenza delle lingue dovrebbe essere scontata.
Nello specifico hanno insistito su questi aspetti trasversali:
- conoscere il contesto, saper cogliere e collegare l’intero processo
produttivo
- prendere iniziativa
- saper sviluppare un pensiero logico, sistemico e sistematico “archiviare”
- problem solving: analisi, prefigurare una soluzione, prevedere le
conseguenze, verificare gli esiti
- lavorare in gruppo inteso come saper istaurare una relazione tra colleghi
che svolgono funzioni diverse e gestire i collaboratori
- conoscere la qualità e tecniche statistiche
Profili professionali
I profili professionali elencati sono ritenuti significativi purché sia curata la metodologia
formativa professionalizzante. In particolare si ritiene di evidenziare figure che potrebbero
essere formati:
- gestore di piattaforma – controllo di gestione e gestione dei collaboratori;
- dispatcher – sviluppo delle competenze di triangolazione.
Inoltre sono stati evidenziati contenuti e relative competenze che dovrebbero essere
centrali nella attività di formazione:
- controllo di gestione;
- sistemi informativi aziendali;
- fiscalità internazionale, dogane;
- mercati internazionali;
- geografia economica;
- prodotti agroalimentari (meritano un’attenzione rispetto alle altre merci
per le problematiche legate al freddo).
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
Proposta individuazione nuova figura professionale per Polo di Logistica: Tecnico superiore per la Logistica Sanitaria
L’ITI A. Avogadro (partner del Polo per la Logistica Intermodale e Mobilità Metropolitana)
si propone per lo studio, progettazione ed erogazione di un corso IFTS con indirizzo
logistico sanitario. Il corso sarà destinato a quanti svolgono o si troveranno a svolgere
l’attività professionale nella gestione logistica dei farmaci e del materiale sanitario, lungo le
varie tappe della supply chain, dai flussi di trasporto alla gestione di magazzino, attraverso
l’utilizzo spinto delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).
Nella visione tradizionale dell’organizzazione sanitaria, sinora non è stato adeguatamente
valutato il “valore” fornito da un’adeguata gestione del processo logistico.
Tuttavia, l’evoluzione normativa del Sistema Sanitario ne ha modificato radicalmente
l’impianto organizzativo e gestionale introducendo principi di management, di qualità e di
controllo di gestione.
L’efficienza dei processi logistici del mondo sanitario può essere ampiamente migliorata,
prendendo spunto da modelli industriali collaudati. La logistica presenta potenzialità atte a
rendere più efficienti i percorsi di pianificazione delle risorse disponibili necessarie a un
ulteriore miglioramento del servizio sanitario. Si consideri che i modelli industriali operano
con obiettivi e condizioni diverse da quelle presenti nella struttura ospedaliera; di
conseguenza, lo scopo dell’azienda sanitaria non sarà quello di massimizzare il profitto ma
la qualità dell’assistenza in termini di: appropriatezza, tempestività, riduzione degli eventi
avversi.
La proposta si basa sul confronto di due tra le 18 ricognizioni settoriali RIF (Rete Indagine
Fabbisogni Province e Regione Piemonte Spin-Poliedra-Ceris/CNR 2007): Farmaceutica-
Biotecnologie e Logistica-Autotrasporti. In entrambe vengono individuate figure di
riferimento con competenze simili : Tecnici programmazione della produzione/logistica,
Tecnici sistema qualità (processi e prodotti), Tecnici acquisti/approvvigionamenti,
Magazzinieri (accettazioni/spedizioni) per il settore Farmaceutico e Tecnici acquisti /
approvvigionamenti, Tecnici sistema qualità (processi e prodotti) per il settore Logistica.
Di qui la necessità di formare una figura professionale di alto livello che possa coniugare le
esperienze di efficienza con le particolarità e le abitudini del mondo sanitario.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
Nello specifico, il “Tecnico Superiore per la Logistica Sanitaria” interverrà sul re-
engineering della logistica dei materiali sanitari con particolare attenzione alla logistica del
farmaco [dose unitaria, automazione del processo, distribuzione ].
Tali considerazioni tengono conto di quanto emerso dai recenti convegni: “La Logistica in
camice bianco” e “Nuove professionalità a supporto della medicina: la logistica nella
sanità”, che AILOG (Associazione Italiana di Logistica e di Supply Chain Management) ha
organizzato rispettivamente a Torino (13/12/2007- con il patrocinio della Regione
Piemonte, della Provincia e della città di Torino) e presso l’Ospedale San Raffaele di
Milano (3/04/2007), nonché dal forum della P.A. “COME CAMBIA LA SANITA' ITALIANA -
Proposte per una logistica della salute. Processi di outsourcing ed innovazioni
tecnologiche” (Roma, 5 dicembre 2006)
A supporto della proposta di formazione nel seguito esplicitata sono state condotte delle
interviste con responsabili e funzionari dei settori dell’A.S.O. San Giovanni Battista di
Torino (S.C. Farmacia - S.C. Logistica - S.C. Ingegneria Clinica) con particolare
riferimento all’evoluzione del settore relativo all’attività svolta e all’evoluzione delle
competenze del personale in termini di sapere e saper fare.
Sono emerse le seguenti problematiche:
- difficoltà di reperire personale che possa intervenire in un’azione
congiunta logistica/informatica/organizzativa di reingegnerizzazione ed evoluzione del
flusso del farmaco finalizzata a migliori standard di efficienza
- impossibilità di misurazione della qualità e del valore economico del
servizio reso
- scarsa visione della problematiche a livello sistemico
- asimmetria nella diffusione delle informazioni
- scarsa adesione al core del servizio reso
- necessità di un flusso più possibile continuo di informazioni tra fornitore-
distributore-farmacia-reparto
- necessità di coinvolgimento e formazione per il personale interessato, in
considerazione dell’elevato grado di automazione dei processi
- moltiplicarsi di sistemi e software di gestione
ed i seguenti aspetti critici:
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
- sovradimensionamento scorte;
- rischio di scadenza;
- imprevedibilità delle richieste;
- frequenza delle emergenze.
Al fine di supportare le informazioni ricavate direttamente dall’indagine sul campo con una
base di dati consistente, si prevede una seconda fase di analisi (realizzata con la
collaborazione di Ailog) in cui il questionario (sintesi tra quello relativo al settore
Farmaceutico e quello relativo al settore Logistico) verrà sottoposto ad aziende operanti
nel settore specifico.
Documentazione
La Formazione come Risorsa del Sistema Locale, Cervap 2007, su incarico della
Provincia di Alessandria, Dipartimento Economia e Sviluppo, Direzione Politiche attive del
Lavoro, Formazione Professionale – Istruzione - Cultura - Servizi alla Persona - Turismo.
La valutazione dei fabbisogni formativi nella provincia di Alessandria, II Fase Rapporto
Finale- Febbraio 2008 Ricerca prodotta dal CERVAP Su incarico della Provincia di
Alessandria, Dipartimento Economia e Sviluppo Direzione Politiche Attive del Lavoro
Formazione Professionale Istruzione – Cultura – Servizi alla Persona - Turismo
Ricerca Dipartimento di Ricerca Sociale 2006 http://rs.unipmn.it/edit_finale.pdf
Excelsior
SLALA
Provincia di Alessandria, Piano Provinciale del Trasporto Pubblico Locale, 2004
Piani Territoriali Integrati
Elenco imprese logistica trasporti, prov. Torino, questionari RIF ( zip)
Elenco imprese logistica, trasporti, ecc prov Alessandria, indagine cervap I e II
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
Report Gruppo Progettazione
Per ciascun percorso IFTS dovranno essere definiti:
A) Crediti previsti per l’accesso
Acquisibili attraverso precedenti percorsi formativi/di istruzione
Acquisibili attraverso certificazioni parziali documentabili
Acquisibili attraverso precedenti esperienze lavorative
B) Crediti previsti all’interno del corso
Moduli competenze di base
Modulo a Crediti derivati da precedenti
esperienze formative/scolastiche
Crediti acquisiti attraverso specifica
prova di valutazione
Crediti acquisiti attraverso specifiche
certificazioni
Modulo b
Modulo …..
Moduli competenze trasversali
Modulo a Non previsti
Modulo b Nono previsti
Moduli competenze tecniche
Modulo a Crediti derivati da precedenti
esperienze formative/scolasticheModulo b
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
Crediti acquisiti attraverso specifica
prova di valutazione
Crediti acquisiti attraverso specifiche
certificazioni
Crediti acquisiti attraverso esami
sostenuti all’università
Crediti acquisiti attraverso precedenti
esperienze lavorative certificate
Modulo c
Stage Crediti acquisiti attraverso precedenti
esperienze lavorative certificate
Crediti acquisiti attraverso l’attuale
situazione lavorativa
C) Crediti previsti in uscita
Moduli competenze di base
Modulo a Crediti previsti per eventuali
esperienze formative o di lavoro
all’estero
Modulo b
Moduli competenze tecniche
Modulo a Crediti previsti per successivi
percorsi universitari (da quantificare e
definire l’ambito)
Crediti previsti strutturalmente
(attraverso la definizione di un quadro
complessivo dell’IFS in ambito
logistico) nel circuito formativo della
logistica
Crediti previsti per percorsi IFS
diversi dall’ambito squisitamente
logistico
Modulo b
Modulo c
Stage Crediti previsti per successivi
percorsi universitari (da quantificare e
definire l’ambito)
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
Crediti previsti strutturalmente
(attraverso la definizione di un quadro
complessivo dell’IFS in ambito
logistico) nel circuito formativo della
logistica
Crediti previsti per percorsi IFS
diversi dall’ambito squisitamente
logistico
SITOGRAFIA (IN PROGRESS)
siti di interesse vario
http://www.euromobility.org/
sito dell’associazione nazionale dei mobility manager
http://www.mobilityweek-europe.org/
sito della settimana internazionale della mobilità che si terrà dal 16 al 22 settembre 2008
http://www.trail.liguria.it/
portale mobilità e trasporti Liguria
http://www.eu-vianova.net/index.php
progetto europeo con 9 partner relativo alla mobilità sostenibile e all’intermodalità
http://www.ecoistituto.it/mobilita.php
associazione alto atesina arriva nel settore dello sviluppo sostenibile e con un settore
specifico dedicato a progetti sulla mobilità
http://www.eltis.org/Vorlage.phtml?sprache=en
portale europeo sul trasporto e mobilità urbana
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
http://www.ecoage.it/mobilita-sostenibile.htm
sito di informazione indipendente sullo sviluppo sostenibile
http://www.inddigo.com/
società di sviluppo sui temi dell’ambiente, dei trasporti e della mobilità urbana.
RIFERIMENTI ISTITUZIONALI NAZIONALI ED EUROPEI
http://europa.eu.int/transport/
Direzione generale dell'Energia e dei Trasporti della Commissione europea.
http://www1.oecd.org/cem/
European Conference of Ministers of Transport.
http://www.dft.gov.uk/
Department for Transport del Regno Unito.
http://www.local-transport.dft.gov.uk/
Sezione sui trasporti locali del Department for Transport del Regno Unito.
http://www.infrastrutturetrasporti.it/
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti italiano.
http://www.minambiente.it/
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio italiano.
http://www.dot.gov/
Department of Transportation degli Stati Uniti.
http://www.bts.gov/
Bureau of Transportation Statistics del Department of Transportation degli Stati
Uniti.
http://www.epa.gov/
Environment Protection Agency degli Stati Uniti.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
http://www.vv.se/
SNRA, Swedish National Road Administration.
http://www.trm.dk/
Ministry of Transport della Danimarca.
http://www.tc.gc.ca/
Transport Canada, il Ministero dei Trasporti canadese.
http://www.dotars.gov.au/
Department of Transport and Regional Services dell'Australia.
http://www.odot.state.or.us/
ODOT, Oregon Department of Transportation, contenente numerosi studi sui
trasporti.
http://themes.eea.eu.int/Sectors_and_activities/transport
Sezione sui trasporti dell'EEA, European Environment Agency.
http://www.unece.org/trans/
Sezione sui trasporti dell'UNECE, United Nations Economic Commission for
Europe.
http://www.regione.piemonte.it/trasporti/osservatorio/index.htm
Osservatorio regionale delle infrastrutture di mobilità
http://www.regione.piemonte.it/trasporti/tpl/competenze/agenzia.htm
Agenzia per la mobilità metropolitana
PROGRAMMI DI RICERCA
http://www.cordis.europa.eu/
Servizio Comunitario di Informazione in materia di Ricerca e Sviluppo (CORDIS),
contenente informazioni sui principali programmi di ricerca finanziati dall'Unione
europea.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
http://www.cordis.europa.eu/transport/
Transport RTD Programme dell'Unione europea, contenente i risultati del settore
dei trasporti del Quarto Programma Quadro di ricerca.
http://www.cordis.europa.eu/fp5/
Quinto Programma Quadro di ricerca promosso dall'Unione europea.
http://fp6.cordis.lu/fp6/
Sesto Programma Quadro di ricerca promosso dall'Unione europea.
http://www.voyager-network.org/
VOYAGER, progetto di ricerca sul trasporto pubblico promosso dalla Direzione
generale dell'Energia e dei Trasporti della Commissione europea.
http://www.eltis.org/
ELTIS, European Local Transport Information Service, portale europeo per notizie
ed eventi nell'ambito del trasporto locale, misure di trasporto, politica e
procedimenti stabiliti nelle città e nelle regioni europee.
http://www.civitas-initiative.org/
CIVITAS, iniziativa promossa dalla Commissione europea, volta a incoraggiare le
città ad adottare forme di mobilità sostenibili.
ORGANIZZAZIONI ED ASSOCIAZIONI
http://www.oecd.org/
OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development),
un'organizzazione internazionale alla quale partecipano 30 Paesi membri.
http://www.worldbank.org/transport/
Sezione sui trasporti del sito della Banca Mondiale.
http://www.euro.who.int/
Regional Office for Europe del World Health Organization.
http://www.certu.fr/
Centre d'Etude sur les Rèseaux, les Transports, l'Urbanisme et les Constructions
publiques; è un servizio tecnico nazionale francese del Ministère de l'Équipement,
des Transports et du Logement.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
http://www.baltic21.org
Sezione sui trasporti del Baltic 21, sito sull'Agenda 21 dei Paesi del Mar Baltico.
http://www.inro.tno.nl/
TNO Inro olandese, Institute for Traffic and Transport, Logistic and Spatial
Development.
http://www.ite.org/
ITE, Institute of Transportation Engineers, associazione statunitense che si occupa
di sistemi di trasporto nel mondo.
http://www.eurocities.org/
Network che riunisce oltre 65 città e regioni, anche non europee, finalizzato alla
promozione di trasporti urbani compatibili con l'ambiente.
http://www.icscarsharing.it/
Sito su uno dei nuovi strumenti, in Italia, della mobilità sostenibile. Il Car Sharing
offre un approccio inedito alle quattro ruote: si compra l'uso effettivo del mezzo
anziché il mezzo stesso.
http://www.amicidellaterra.it/
Amici della Terra, associazione ambientalista presente in 61 Paesi del mondo.
http://www.fiab-onlus.it/
Federazione Italiana Amici della Bicicletta.
http://www.walkinginfo.org/
Pedestrian and Bicycle Information Center statunitense.
http://www.transport2000.org.uk/
Transport 2000, organizzazione inglese per la diffusione del trasporto sostenibile.
http://www.iht.org/
The Institution of Highways & Transportation; istituzione tecnico-scientifica inglese
che si occupa di studi nel campo dei trasporti e dell'innovazione.
http://www.crow.nl/
CROW, Centro nazionale olandese per i Trasporti e le Infrastrutture,
un'organizzazione formata dal governo e dalle imprese con lo scopo di condurre
ricerche nel settore dei trasporti.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
http://www.ieep.org.uk/
Institute for European Environmental Policy (IEEP), un'organizzazione che si
propone di analizzare e sviluppare una politica ambientale europea e conduce
ricerche anche nel settore dei trasporti.
http://www.its-focus.org.uk/
ITS, Intelligent Transport Society for the United Kingdom, istituzione no-profit che
promuove lo sviluppo e la diffusione di sistemi di trasporto innovativi.
http://www.transact.org/
Surface Transportation Policy Project (STPP), organizzazione volta alla promozione
della mobilità sostenibile negli Stati Uniti.
http://www.t-e.nu/
T&E, European Federation for Transport and Environment, che raccoglie circa 40
organizzazioni europee non governative impegnate nel campo dei trasporti e
dell'ambiente.
http://www.trl.co.uk/
TRL, Transport Research Laboratory, centro internazionale che si occupa di ricerca
nel settore dei trasporti.
http://www.uitp.com/
UITP, Associazione Internazionale del Trasporto Pubblico urbano e regionale,
fondata nel 1885.
http://www.uctc.net/
UCTC, the University of California Transportation Center, finanziato dal Department
of Transportation degli Stati Uniti e dal Department of Transportation della
California; contiene studi sui trasporti e pubblica una rivista semestrale, "Access".
http://www.vtpi.org/
Victoria Transport Policy Institute, un ente canadese di ricerca indipendente che si
occupa di sviluppare soluzioni innovative per i problemi della mobilità.
http://www.cstctd.org/
Centre for Sustainable Transportation, un'organizzazione no-profit canadese che
promuove la mobilità sostenibile.
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
SITI DI INTERESSE GENERALE SUI TRASPORTI
http://www.clickmobility.it/
Sito italiano sulla mobilità e sul trasporto passeggeri.
http://www.homezones.org/
Sito inglese sulla realizzazione delle zone 30, con esempi di città pilota inglesi.
http://www.nationalcyclingstrategy.org.uk/
Sito inglese relativo alla politica nazionale per la promozione dell'uso della
bicicletta.
http://www.ricerchetrasporti.it/
Portale e banca dati sul tema dei trasporti.
http://www.trafficlinq.com/
Sito sui trasporti, contenente collegamenti verso circa 1000 siti di tutto il mondo.
http://www.webstrade.it/
Sito italiano, ospita informazioni, materiale tecnico e risultati di ricerche sulla
mobilità.
http://ec.europa.eu/regional_policy/projects/stories/search.cfm?
LAN=EN&pay=ALL®ion=ALL&the=1
sito interessante di progetti comunitari “di successo” sul tema dei trasporti
http://www.smile-europe.org/
Sito risultante da un progetto comunitario con un data base di 170 esperienze buone
prassi replicabili in materia di mobilità sostenibile e trasporti urbani a seconda delle
necessità specifiche di particolari gruppi di cittadini. Raccoglie inoltre alcune
raccomandazioni per le politiche pubbliche della mobilità e per i gestori del trasporto
pubblico. Sono inoltre raccolte e presentate esperienze pilota di 14 città europee
maggiormente significative in qs settore
http://www2.ademe.fr
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Relazione intermedia documento del 26/05/08
www.epommweb.org
piattaforma europea sul mobility management che coinvolge 6 paesi nello scambio di
esperienze e know how.
http://www.mobilitymanagement.be/italiano/index.htm
Guida Interattiva studiata per aiutare le aziende a sviluppare i propri piani di mobilità e a
promuovere con successo l'uso del trasporto pubblico, del trasporto collettivo, del car-
pooling (uso collettivo dell'auto),dell'uso della bicicletta e dello spostamento a piedi sul
tragitto casa-lavoro. Toolbox è' stato redatto da un consorzio di specialisti europei nel
campo di piani per la mobilità.
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