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cultura calendario gennaio – aprile 2017 Supplemento di Cooperazione N. 52 del 27 dicembre 2016

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Supplemento di CooperazioneN. 52 del 27 dicembre 2016

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Monica Piffaretti

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Impressum Editore: Coop Società Cooperativa, 4002 Basilea; Jörg Ledermann, Patrick Wehrli Redazione: Daniele Pini (caporedattore), Rocco Notarangelo, Thomas Carta (curatore dell’inserto) Produzione: Saverio Verrascina Layout: Loris Succo (respons.), Bettina Lea Toffol Stampa e distribuzione: Centro Stampa Ticino SA, Muzzano Tiratura: 131.500 copie. Il programma può essere soggetto a modifiche Coop cultura è raggiungibile presso Coop, Regione Ostschweiz-Ticino, Via Industria, 6532 Castione, tel. 091 822 36 74, [email protected], www.coop.ch/coopcultura Coordinamento Coop cultura: Samantha Dresti Commissione Coop cultura: Monica Piffaretti (presidente), Ivo Dietsche, Marco Lucchini, Orazio Martinetti, Timoteo Morresi, Rocco Notarangelo.

«Kubi» e altresplendide storie

Novità inverno-primavera della selezione di Coop cul-tura è «Kubi», lo spettacolo dedicato a Kubilay Türk-yilmaz, tra vita e pallone. Una produzione propria del Teatro Sociale di Bellinzona. In altro ambito, vi pro-

poniamo «Identità in viaggio» del Teatro Danzabile che, in-sieme alla Filarmonica Mosaico, al Teatro centro sociale dell’OSC di Mendrisio metterà in scena il tema delle migra-zioni con testi di Plinio Martini e Alberto Nessi.Nella storia, quella più antica, si immerge per contro un’altra rappresentazione teatrale che porterà sul palco attori amato-riali per la recita de «L’espulsione», cioè la cacciata delle fa-miglie protestanti dal Ticino. Correva l’anno 1555. Sguardo in-teriore, dentro l’Uomo e i suoi perché, invece, con la pièce «La mar» firmata da Agorà Teatro e ispirata a «Il vecchio e il mare» di Ernest Hemingway. Fra gli appuntamenti musicali segna-liamo i concerti dell’Orchestra Arcadia e l’affermato Festival jazz di Chiasso, ai quali si aggiunge la produzione del CircoRu: musica improvvisata contemporanea, con il sassofonista fran-cese Michel Doneda, allo Spazio Panelle di Locarno.Altro appuntamento: la rassegna del teatro di figura Maribur a Stabio e, a Locarno, il festival «La donna crea», con due spet-tacoli al Teatro dei fauni. Per i più piccini tornano Coccinel-larcobaleno ad Ambrì e l’attività del Gruppo Teatrino a Oli-vone, così come Minimusica a Bellinzona, calamita per mini-spettatori di tutta la regione. Per i giovani sosteniamo con convinzione «Gioventù dibatte», un forte progetto di sen-sibilizzazione alla democrazia diretta, che opera in collabo-razione con le scuole cantonali. Per la terza età (ma non solo), suggeriamo infine il nuovo cartellone del TeatrOver60 ad Ascona. A voi la scelta! l Salire sul palco è una sfida per

chiunque. Se poi hai anche due ruote, lo è ancor di più»: ad af-fermarlo, per esperienza perso-

nale, è Laura Cantù, una delle anime della compagnia Teatro Danzabile di Castel San Pietro. «L’ostacolo più grande, per me, è stato lo specchio in cui rivedevo la ballerina che ero stata. Non riuscivo a non criticare ogni mio movimento. Quando però ho accettato il mio corpo insieme alla mia carroz-zina, mi sono lasciata andare alla mu-sica e ho ricominciato a danzare». È in

quel frangente che Laura si è resa conto della sua nuova missione: «Vorrei azze-rare l’immagine stereotipata che le per-sone hanno nei confronti della disabi-lità», assicura.L’ultima fatica di Teatro Danzabile, lo spettacolo musico-teatrale «Identità in viaggio», vuole fare vivere al pubblico le emozioni di un viaggio, spesso imposto, con le sue difficoltà e le sue gioie. «A ispirare il progetto è stato il tema della migrazione, oggi più che mai di grande attualità, ma al tempo stesso antico come l’umanità», spiega il regista e di-

♦ Integrazione Il nuovo spettacolo musico-teatrale

della compagnia Teatro Danzabile sarà in scena il 30

aprile al Teatro centro sociale OSC di Mendrisio.

«Identità in viaggio» andrà in scena domenica 30 aprile al Teatro centro sociale OSC di Mendrisio. Sabato 13 maggio la rappresentazione var-cherà il San Gottardo per approdare al Theater Uri di Altdorf. Sul palco, oltre al regista Emanuel Rosenberg (diplomato all’Accademia Teatro Dimitri di Verscio e stretto collabora-tore del famoso danzatore e coreo-grafo italiano Giorgio Rossi), ci saranno Laura Cantù, Viviana Gysin, Daniele Zanella e Cristiana Zenari. La musica è affidata alla Filarmonica Mosaico. Al centro della pièce, la storia di individui che giungono in Svizzera in fuga da guerre, persecu-zioni e fame, e le difficoltà nel tra-scorrere la vita in un Paese stra-niero, lontano da quello d’origine. Ma, anche, le migrazioni intercanto-nali o dalla Confederazione verso l’estero.

Rwww.teatrodanzabile.ch

LO SPETTACOLO DOVE E QUANDO

rettore artistico Emanuel Rosenberg. «I cinque personaggi in scena viag-giano, ricordano, scrivono, raccontano delle differenze incontrate nei luoghi raggiunti, delle nostalgie per persone e abitudini lasciate. Nelle valigie, le po-che cose – ma soprattutto la propria cultura – a cui attaccarsi saldamente se lontani da casa». Tematiche suggestive, così come l’unione tra la magia del tea-tro e la musica dal vivo proposta dalla Filarmonica Mosaico diretta da Luca Medici.Fondata nel 2005, Teatro Danzabile è

una compagnia professionale di tea-tro-danza che unisce persone porta-trici di handicap e non. In un tale lavoro di ricerca scenica, i linguaggi del teatro e della danza si amalgamano e diven-tano gli strumenti che danno voce e corpo ai vissuti di ognuno. Il palco diventa così un luogo privile-giato su cui attuare una grande sfida: quella dell’incontro e della collabora-zione, così da poter creare un lavoro ar-tistico dalla forte valenza umana, che promuove e diffonde l’integrazione e l’inclusione. l

Un’immagine dello spettacolo «Identità in viaggio».

In viaggioIDENTITÀ

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Arcadia ♦ Concerti Il 21, 22 e 28 gennaio, la formazione sinfonica luganese si esibisce

ad Ascona, Mendrisio e Lugano. Solista: la violinista Ekaterina Valiulina.

L’Orchestra Arcadia, diretta dal Maestro Matthias B. Müller.

UN INVERNO ROMANTICO

♦ Festival Dal 16 al 18 marzo, a Chiasso, l’evento ospiterà Ron Carter, Tigran Hamasyan, Richard Galliano. Anteprima il 21 gennaio con Bred Mehldau.

Vent’anni di cultura e musica jazz

In calendario dal 16 al 18 marzo, l’edizione 2017 del Festival di cultura e musica jazz di Chiasso potrà contare su nomi di spicco: tra di essi il contrabbassista statunitense Ron Carter, sulla scena da oltre mezzo se-colo, il trentenne pianista armeno Tigran Hamasyan e il grande fisarmonicista fran-cese, di origine italiana, Richard Galliano. Lo scenario, come sempre, è costituito dal Centro culturale e dal Cinema Teatro.Per sottolineare il ventesimo anniversario della rassegna, sono previsti diversi eventi collaterali di avvicinamento. Il 21 gennaio, alle 20.30, si esibirà il grande pianista ame-ricano Bred Mehldau. Nato in Florida nel 1970, all’attivo ha innumerevoli album. Il 10 febbraio toccherà poi al prestigioso Bal-lets Jazz de Montreal. Ci si potrà così aprire al mondo della coreografia contempora-nea, dentro cui non sarà difficile ricono-scere segni e stilemi della musica afroame-ricana. Il 10 marzo, alle 18, allo Spazio Officina è in agenda il vernissage della mo-stra «100 anni di jazz – La creatività estem-poranea». Curata da Luca Cerchiari e Ni-coletta Ossanna Cavadini, la mostra trae spunto dal centenario della prima inci-sione jazz su disco in vinile. l

Rwww.centroculturalechiasso.com

Il virtuoso fisarmonicista francese Richard Galliano.

Formata da una cinquantina di elementi, dal 2001 l’Orchestra Arcadia contribuisce all’offerta culturale ticinese con un re-pertorio che spazia dal roman-tico al contemporaneo. Uno dei suoi obiettivi: offrire ai giovani l’opportunità di farsi conoscere e accumulare esperienza come solisti. Fin dalla sua fondazione è diretta da Matthias B. Müller, musicista dell’OSI.Ekaterina Valiulina ha iniziato a suonare il violino a cinque anni. Si è diplomata con lode nel 2013 al Conservatorio di Stato «Tchaikovsky» a Mosca. In seguito ottiene il Master con lode al Conservatorio della Svizzera italiana. Attualmente

continua a perfezionarsi con Sergej Krylov. Premiata in di-versi concorsi internazionali, Ekaterina ha suonato come so-lista dell’orchestra da camera «Moskovia» in molte città: in Russia, Polonia, Belgio, Italia, Cipro e Corea. È stata invitata a tenere recital a numerosi festi-val europei. Si esibisce come solista con orchestre da ca-mera a Lugano e in diversi Pa-esi. Dal 2013 suona in duo con il pianista Ricardo Alì Alvarez, con il quale ha pubblicato il dvd «The Golden Twenties of the Violin». Dal 2014 è primo vio-lino del Quartetto Eranos. l

Rwww.orchestra-arcadia.ch

Un programma pretta-mente romantico, con brani della seconda metà del 19esimo se-

colo: è quanto presenterà al pubblico, per la stagione con-certistica invernale, l’Orche-stra Arcadia di Lugano. I con-certi avranno luogo sabato 21 gennaio, alle 20.30, nella chiesa

del Collegio Papio di Ascona; domenica 22 gennaio, alle 17.00, al Centro Presenza Sud di Mendrisio; e sabato 28 gen-naio, alle 20.30, presso l’Audi-torio Stelio Molo RSI a Luga-no-Besso.Più nel dettaglio, di Pëtr Il’ič Čajkovskij si eseguiranno il Val-zer dall’opera «Evgenij One-

gin», dalle influenze russe e oc-cidentali, particolarmente francesi, nonché il celebre «Concerto in re maggiore per violino», con la giovane solista Ekaterina Valiulina. Di Johan-nes Brahms è invece stata sele-zionata la «Terza Sinfonia in fa maggiore», ricca di immagini poetiche e di varietà di colori.

La violinista russa Ekaterina Valiulina.

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♦ Progetto educativo dedicato ai cittadini di domani. Obiettivo: evitare che la democrazia rimanga un concetto astratto.

Un momento del dibattito tra gli studenti. Nella foto piccola: Filippo Merlani e Alessia Berta, di Pregassona, hanno vinto l’edizione 2016.

è per affrontare meglio il mondo di do-mani, quando sarò maggiorenne», spiega. «Avrò infatti anch’io dei diritti e cercherò di difendere nel migliore dei modi le mie opinioni. Spero solo di riu-scire a controllare le mie emozioni, du-rante il dibattito, giacché parlare in pubblico non è per nulla facile». «La gioventù dibatte» ha quindi conquistato anche lei: «Lo trovo un progetto concre-tamente utile», conferma Camilla. «Di-battere in classe permette d’imparare a esprimersi al meglio, formulando pen-sieri articolati con parole che, par-lando, di norma non si usano». l

Rwww.lagioventudibatte.ch

Torna alla Biblioteca canto-nale di Bellinzona, l’ormai noto concorso di dibattito: lunedì 16 gennaio per le

scuole medie e il 23 gennaio per le scuole post obbligatorie. Provenienti da quattordici sedi e preparati da trenta docenti, i giovani si affronte-ranno, a suon di parole, in un serrato botta e risposta. Oltre alle abilità ora-torie, come sempre sarà necessaria un’ottima capacità di ricerca delle ar-gomentazioni più solide e di analisi dei temi proposti dai responsabili de «La gioventù dibatte». Un progetto na-zionale di educazione alla cittadi-nanza, questo, che sta sempre più dif-

fondendosi negli istituti scolastici ticinesi. Ammonteranno a quaranta, sull’arco delle due giornate, i dibattiti aperti al pubblico che qualificheranno sei coppie, ritenute migliori dalle giu-rie, per la finale nazionale in pro-gramma a Berna il 24 e 25 marzo.

Oratoria e argomenti solidiMa quale significato assume un’espe-rienza del genere, agli occhi dei diretti interessati? La coppia vincitrice nel 2016 era costituita da due allievi della scuola media di Pregassona: Filippo Merlani e Alessia Berta. «Penso che il concorso promosso da “La gioventù di-batte” sia la manifestazione dell’esi-

genza d’impartire un’educazione più efficace ai giovani», racconta Filippo, «sia per quanto concerne l’educazione civica e alla cittadinanza, sia riguardo alla formazione di una coscienza so-cio-politica». «Ritengo si tratti di un progetto davvero interessante, che mi ha arricchita e mi ha fornito nuovi spunti di apprendimento», gli fa eco Alessia. «L’attività di preparazione è molto impegnativa: richiede tanto la-voro e parecchio tempo, ma regala grandi soddisfazioni».Per il 2017 toccherà invece, tra gli altri, a Camilla Blotti, allieva che frequenta l’ultimo anno di scuola media ad Ac-quarossa. «Se ho deciso di partecipare

♦ Intervista a Franchino Sonzogni, responsabile de «La gioventù dibatte» per il Ticino.

A sei anni dal debutto del progetto, quale bilancio si può tracciare? Quasi la metà delle sedi ti- cinesi di scuola media cono-sce «La gioventù dibatte», mentre nel settore medio superiore e in quello profes-sionale il progetto, parados-salmente, fatica di più a de-collare. Una tendenza che si riflette nella dimensione competitiva: quest’anno sa-ranno ben dodici le sedi di scuola media presenti al concorso, a fronte di sole due nell’ambito medio supe-riore. In prospettiva futura con fidiamo perciò in una maggiore diffusione, poiché

«La gioventù dibatte» è in sintonia con il nuovo piano di studio e con numerosi obiettivi delle scuole post obbligatorie.

Al di là della costruttiva esperienza, cosa vorrebbe che restasse, nei partecipanti, a lungo termine?Il desiderio di approfondire i temi sociali, politici, econo-

«Siamo sempre più diffusi»

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mici, etici e di attualità con lo spirito che anima il progetto. Ossia scandagliare i diversi aspetti positivi e negativi, al fine di saper prendere deci-sioni ponderate, rifuggendo dagli slogan e dai luoghi co-muni. Così da partecipare in modo responsabile e attivo alla vita democratica.

Quali tematiche stimolano maggiormente l’esercizio del dibattito e quali, invece, faticano a fare presa sui giovani?Dipende molto dall’età dei giovani. Nelle scuole medie prevale l’interesse per i temi più vicini alla realtà scola-stica. Nel medio superiore appaiono invece più attrat-tive la politica, l’economia, l’ecologia, le votazioni canto-nali e federali. Nel settore professionale, infine, si pre-dilige il mondo del lavoro. l

Franchino Sonzogni, responsabile del progetto.La gioventù DIBATTE

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Esattamente cinquecento anni fa, nel 1517, con la pubblica-zione delle sue celebri novan-tacinque tesi Martin Lutero

diede avvio alla Riforma protestante. Anche le terre a sud delle Alpi ne ven-nero toccate. Qualche decennio dopo, si formò a Locarno una comunità rifor-mata. La sua storia ebbe tuttavia breve durata. Già nel 1555, dopo forti tensioni,

♦ Teatro L’esilio della comunità riformata locarnese nel 1555. Intervista ai curatori del progetto: Paul Steinmann e Remo Sangiorgio.

L’anteprima de «L’espulsione» si terrà a Muralto, nella Sala dei con-gressi, venerdì 21 aprile alle 20.30. Seguirà una tournée nazionale. Per la ricorrenza dei cinquecento anni dall’avvio della Riforma protestante, una quindicina di entusiasti attori amatoriali ha affrontato la tematica con una particolare attenzione sugli avvenimenti registrati in Ticino, loro cantone di residenza. Puntando su una scenografia semplice ed essen-ziale, lo spettacolo prodotto dall’As-sociazione R500 Teatro ha una durata di circa settanta minuti ed è accompagnato da musica tradizio-nale composta per l’occasione, ese-guita da cori locali.

Rwww.riforma500teatro.ch

ASSOCIAZIONE R500 L’ANTEPRIMA

L’espulsioneRIFORMA PROTESTANTE 500° ANNIVERSARIO

il predicatore della chiesa di Locarno, Giovanni Beccaria, e un centinaio di fe-deli, tra cui membri delle famiglie Mu-ralto e Orelli, furono costretti a pren-dere la via dell’esilio, verso Zurigo.

Ai tempi di ZwingliIn occasione del giubileo, l’Associa-zione R500 Teatro metterà in scena proprio la storia della comunità rifor-

mata di Locarno. A narrare le vicende, sul palco, ci sarà una coppia – formata da Julia Villiger-Rossi e Marco Rossi – accompagnata da una compagnia di attori amatoriali. In un susseguirsi di scene intense e divertenti, si racconterà dei tempi di Zwingli, delle intense lotte confessionali nella Con-federazione e dell’espulsione dalla loro città dei locarnesi convertitisi alla

Riforma. Tra presente e passato, la narrazione proporrà una riflessione sullo stato attuale del mondo e delle religioni. Ciò con il supporto di un coro d’accompagnamento, diretto da Beatrice Gaggiotti su musiche ori-ginali di Stefano Nicastro. La première si terrà a Muralto, nella Sala dei congressi, il 21 aprile alle 20.30. Lo spettacolo andrà poi in tournée e

farà tappa in una ventina di località svizzere.Autore della pièce è il teologo cattolico Paul Steinmann, sceneggiatore e regista teatrale. «Per la mentalità dell’epoca, l’i-dea di una Chiesa riformata a Locarno non poteva essere tollerata, a causa del rischio che l’intero Ticino potesse ab-bandonare il Cattolicesimo», spiega. «Il fatto che ci siano diverse interpreta-zioni del Nuovo Testamento mi pare oggi un arricchimento e non una minac-cia. A volte sarebbe bello portare indie-tro le lancette del tempo. Ma non si può. Meglio, quindi, concentrarsi sull’abbat-timento degli steccati interconfessio-nali, sforzandosi di avvicinarsi gli uni gli altri in uno scambio aperto e con uno spirito cristiano». Ma come sarà perce-pito il messaggio nei vari cantoni, catto-lici e protestanti? «A prescindere dal proprio credo», constata Steinmann, «molte persone sentono il bisogno di parlare della religione, poiché essa è un tassello fondamentale della nostra vita. Di certo, per evidenti ragioni, le comu-

nità ticinesi e zurighesi si sentiranno più coinvolte a livello emotivo».

Tra l’abiura e l’esilioIdeatore del progetto e regista è Remo Sangiorgio, appassionato di teatro e di recitazione. «A un certo punto, i perso-naggi si chiedono come avrebbero rea-gito se, analogamente ai riformati lo-carnesi, avessero dovuto scegliere tra l’abiura o l’esilio», anticipa. «È una do-manda importante, di stretta attualità: spesso ci si dimentica infatti che pure il Ticino è un popolo di migranti». Un distacco, quello del 1555, che a Locarno fino a un po’ di tempo fa veniva ricor-dato suonando le campane. Dal canto loro i Von Orelli, ovvero i discendenti delle famiglie approdate a Zurigo, hanno ancor oggi contatti sporadici con il nostro cantone. Quanto alla recita-zione, «abbiamo dovuto scovare degli attori bilingue», evidenzia Sangiorgio. «Mentre un’ulteriore sfida consisteva nell’integrazione della musica nel te-sto». l

Gli attori Alessandro Radaelli e Irmi Mühlhofer durante le prove e

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La mar ♦ Teatro Venerdì 7 e sabato 8 aprile, al

Teatro Foce di Lugano, debutta la nuova produzione di Agorà Teatro. Intervista all’attore Marzio Paioni, protagonista di questa metafora sulla vita.

Il mattatore Marzio Paioni durante le prove.

IL MARE AL FEMMINILE,

VISTO DAL FARO

Come mai ha intitolato lo spettacolo «La mar», al femminile?Chi ha letto il romanzo «Il vecchio e il mare» di Ernest Hemingway conosce già la risposta. Non posso quindi che citare lo scrittore statunitense: il vec-chio «pensava sempre al mare come a “la mar”, come lo chiamano in spa-gnolo quando lo amano. A volte coloro che l’amano ne parlano male, ma sem-pre come se parlassero di una donna». Senza scordare che, con un delicato gioco di parole, «la mar» può trasfor-marsi in «l’amar».

Tuttavia, la pièce di Olimpia De Girolamo non si riallaccia alla narrazione di Hemingway. Qual è la sua trama?In «La mar» il fanalista Venerio tra-scorre la sua ultima notte nel faro, un avamposto tra terra e mare collocato su una piccola isola di un golfo del Sud. Obbligato a lasciare la torre, che con il suo fascio di luce ha trattenuto la sua storia e i suoi lutti, si ritrova a fare i conti con il passato. Rivisitando anime perdute, sofferenze e trappole mentali, comprende che invecchiare significa spingersi ancora al largo, scommet-tendo sull’unica cosa preziosa che gli ri-mane: la vita.

Il faro assurge insomma a metafora…Al giorno d’oggi tutti bramano per stare sotto i riflettori. Per Venerio è l’opposto: ha trascorso la sua esistenza dietro la luce. Nello svuotare la casa da oggetti e ricordi, il guardiano snocciola l’intera sua vita e ripercorre, da adulto che si av-via all’anzianità, il tempo che fu. A un certo punto, però, gli abitanti dell’isola lo «staneranno», aiutandolo a riappro-priarsi della vita. Ne deriva un viaggio, apparentemente immobile, tra paura, solitudine e sfida alle convenzioni so-ciali e alle dicerie della gente.

Il faro, non per nulla, è un alternarsi di luci e ombre. Non è stata una scelta casuale, vero?

Esatto. Con le sue intermittenze lumi-nose, infatti, il faro illumina e poi oscura simbolicamente le vicende della vita dell’uomo che, proprio in questa torre alta sul mare, impara a conoscere l’amore e a rientrare nel mondo per affrontare con nuova spe-ranza il suo futuro. Il ritmo del faro si fonde con la musica (di Gipo Gurrado, ndr) e diviene un racconto spaziante appunto tra luci e ombre, come la sto-ria di ciascuno di noi.

Come attore, cosa vorrebbe che restasse nel cuore degli spettatori al termine della rappresentazione?Lo ammetto: il personaggio che porto sul palco mi ha emozionato fin da su-bito. La ragione è semplice: nel bene e nel male, Venerio prova le stesse sensa-zioni con cui ognuno di noi, prima o poi, si deve confrontare. Ma, soprat-tutto, fa capire che c’è sempre la possi-bilità di ricominciare, a dispetto dell’età.

Il pubblico, insomma, viene spronato a non arrendersi…Dai navigatori il mare ha sempre pre-teso rispetto, coraggio e forza d’animo. Nella vita è la stessa cosa. Giorno dopo giorno, non mancano le occasioni di «rinascita». Occorre solo accettare il fatto di volersi, di nuovo, mettere in gioco. l

Scritto da Olimpia De Girolamo e con la regia di Claudio Orlandini, «La mar» debutterà venerdì 7 e sabato 8 aprile al Teatro Foce di Lugano. Agorà Teatro è un’associazione culturale educativa e artistica fondata nel 2004 da Marzio Paioni e Claudio Orlandini. Al centro del suo progetto c’è la ricerca dell’e-spressività umana, nella sua accezione più profonda, in cui tutti possono cimentarsi per scoprire le proprie potenzialità creative. Agorà Teatro è

anzitutto un luogo di formazione: lo spazio teatrale di Magliaso, in cui ha preso forma anche «La mar», è stato costruito nel 2005, ed è adiacente all’abitazione del direttore artistico Marzio Paioni. Una scelta precisa, det-tata dall’urgenza di fare del teatro la propria casa, dove il confine tra vita e lavoro possa sciogliersi per fondersi con il percorso della ricerca.

Rwww.agorateatro.ch

AGORÀ TEATRO DIETRO LE QUINTE

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La donna ♦ Festival di teatro e musica Il 17 marzo andrà in scena

«Madame Aissata, la signora dei matrimoni» seguito, il 20 aprile, dai «Canti sacri dal mondo» di Ambra Pintore.

Una scena di «Madame Aissata, la signora dei matrimoni» e, nella foto piccola, Ambra Pintore.

CREA

Riunire spettacoli d’ogni tipo creati e interpretati da donne: è con questa missione che, or-mai una quindicina d’anni fa,

Santuzza Oberholzer ha ideato la ras-segna «La donna crea». «Ogni edizione affronta, in modo serio, scherzoso e po-etico, un aspetto della sensibilità fem-minile, toccandone archetipi, sogni e

vissuti», racconta la fondatrice. A riu-nirsi sono i generi artistici più diversi: narrazione, commedia, canti, teatro di burattini, danza, incontri e workshop, che raccontano le gioie, la vita e le dif-ficoltà delle donne, mostrando il loro modo di esprimerle ed esorcizzarle. Ma qual è il tema della programmazione 2017? «È quello della ritualità: una pra-

plasmare. È proprio questo che teatro e musica riescono a creare: una condi-visione di emozioni», conclude San-tuzza Oberholzer.

La signora dei matrimoniIl primo appuntamento in cartellone è venerdì 17 marzo, ore 20.30, all’atelier Teatro dei fauni di Locarno. Per l’occa-sione, il Teatro Símurgh presenterà «Madame Aissata, la signora dei matri-moni», liberamente ispirato a racconti delle culture Nupe e Cabili. Sul palco: Carla Robertson, con la regia di Fiore Zulli. Madame Aissata è la «signora dei matrimoni», invitata d’onore alla vigi-lia delle nozze di due giovani di nobile stirpe del Mali, per parlare alla coppia del significato profondo dell’unione di donna e uomo, raccontando con straor-dinaria maestria storie stupefacenti, che catturano l’attenzione di tutti gli

Organizzato nell’ambito della rasse-gna OSA!, il festival «La donna crea» proporrà il 17 marzo alle 20.30 «Madame Aissata, la signora dei matrimoni». Sotto i riflettori dell’ate-lier Teatro dei fauni di Locarno ci sarà il Teatro Símurgh. La compa-gnia è stata fondata nel 2005 in Ecuador e mira a una creatività generata da elementi provenienti dalle culture tradizionali di Asia, Africa, America ed Europa. Ambra Pintore, che si esibirà con i suoi «Canti sacri dal mondo» il 20 aprile, alle 20.30, presso la Chiesa Collegiata di San Vittore a Muralto, è invece un’artista sarda a tutto tondo. Nata da padre sardo e da madre siciliana vissuta in Etiopia, nelle sue origini c’è il seme della mescolanza, che diventa il filo con-duttore dei suoi progetti. Nel 2011 partecipa alla tournée di Vinicio Capossela e pubblica «Muriga» (mescola), suo primo album. Nel 2014 vince il premio Folkest, il più importante festival italiano di musica etnica e nuove tendenze.

R Prenotazioni: tel. 076 280 96 90, [email protected] Rwww.teatrosimurgh.com Rwww.ambrapintore.net

GLI ARTISTI

tica che, in apparenza, potrebbe sem-brare sorpassata», anticipa Oberholzer. «Con la loro particolare sensibilità, le artiste ne esplorano le strade, risco-prendo nuovi riti laici che possono an-che attingere alla mitologia e alla tradi-zione. Interessanti sono i nuovi impasti di testure e colori che l’arte scenica, con la sua vicinanza emotiva, è in grado di

astanti. Con delicatezza e discrete allu-sioni assolve al suo compito propo-nendo anche un’educazione all’intimità molto particolare a beneficio dei novelli sposi e di tutto il pubblico, con una ci-fra di squisita fattura femminile e ca-rica di ammiccante ironia.Il secondo spettacolo è programmato per giovedì 20 aprile, alle 20.30, presso la chiesa Collegiata di San Vittore a Mu-ralto, che ospiterà i «Canti sacri dal mondo» di Ambra Pintore. L’artista sarà accompagnata da Roberto Scala (basso e fisarmonica), Giorgio Rizzi (percus-sioni e voce), Simone Belfiori (piano-forte) e Anna Maria Marini (cori). I «Canti sacri dal mondo» rappresentano una sintesi tra musica sacra, popolare e folklorica, in cui si intrecciano gli stili delle messe religiose della tradizione ispano-americana, africana, europea, italiana e sarda. Le preghiere della litur-

gia cattolica incontrano le musiche con-golesi della Missa Luba e gli strumenti argentini della Misa Criolla.

Un racconto in musicaInoltre, il Settecento italiano, rappre-sentato dalle canzoni religiose del na-poletano Sant’Alfonso Maria de Liguori, si fonde con l’Ave Maria di Bach-Gou-nod e con melodie nate tra Corsica e Sardegna. Un racconto in musica arric-chito da letture di brani di scrittori del Novecento. l

R www.organicoscenaartistica.ch

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Minimusica ♦ Teatro A Bellinzona, fra gennaio e

aprile, la rassegna per bambini proporrà tre spettacoli e una festa conclusiva.

La festa conclusiva dello scorso anno al Castello di Montebello.

PER SPETTATORI IN ERBA

♦ Teatro Le domeniche del 19 febbraio e del 9 aprile, a Olivone, «Berta e Girolama» e «Tre storie da ridere».

♦ Teatro Il 25 gennaio e il 22 marzo, al centro scolastico di Ambrì, «Il topo di campagna e il topo di città» e «Bù!».

Gruppo Teatrino

Coccinellarcobaleno

Il Gruppo Teatrino di Olivone, questa pri-mavera, presenterà due nuovi spettacoli per i bambini. A ospitarli, come sempre, sarà l’Osteria Centrale. Domenica 19 feb-braio, alle 17, Luisa Ferroni e Amanda Rou-gier Appignani del Teatro Paravento met-teranno in scena «Berta e Girolama». Chi è l’animale più bello della foresta? «Io», ri-sponde Berta l’ippopotamo. «No, io», re-plica Girolama la giraffa. Ma conviene dav-vero esserlo, quando un cacciatore è nei paraggi? Uno spettacolo clownesco con musica dal vivo, per tutta la famiglia. Un pezzo sulla vanità e sul disprezzo dell’altro. Una parabola scherzosa e bonaria sull’in-dividualismo e sui sentimenti di malsana competitività.Domenica 9 aprile, alle 17, sarà la volta di Stefania Mariani, che presenterà «Tre sto-rie da ridere». Storie nate dalla penna di grandi scrittori, racconti meravigliosi, biz-zarri e fantasiosi. Si parlerà di un mostro peloso, di un grillo di nome Gustavo e di uno strano sbadiglio. Diplomata all’Acca-demia Teatro Dimitri di Verscio, Stefania Mariani ha compiuto tournée in tutto il mondo. l

R [email protected]

Mercoledì 25 gennaio, alle 16.30, presso l’aula magna del centro scolastico di Ambrì, riprende la rassegna teatrale per bambini «Coccinellarcobaleno». Per l’oc-casione, il gruppo Storie di Scin-tille presenterà «Il topo di cam-pagna e il topo di città».Tratto dalla favola di Esopo, il racconto narra le vite diverse di due cugini topolini. Uno vive in campagna, l’altro in città. Uno ama la natura, ascoltare il canto dei grilli e guardare il cielo stel-lato. L’altro adora andare al ci-nema, dormire in un caldo ap-partamento e fare feste con gli amici. Un’allegra e delicata fa-vola su come sia difficile accon-tentarsi di ciò che si ha.Mercoledì 22 marzo, alle 16.30, sarà poi la volta di «Bù!», di e con

Claudio Milani. Ci sono storie di paura paurose. E altre divertenti.«Bù!» è una divertente storia di paura, raccontata da un at-tore e… da una porta. La porta è un confine: da un lato c’è il tranquillo e pacifico Bosco Verde, dall’altro il temuto Bo-sco Nero in cui vive il terribile Uomo Nero. Accompagnato dall’inseparabile copertina, il piccolo Bartolomeo dovrà affrontare le creature del Bo-sco Nero, fino a sconfiggerle una per volta. «Bù!» insegna che le paura si superano e che ridere, a volte, è l’arma mi-gliore. l

R tel. 091 867 13 79 Rwww.scintille.ch Rwww.claudiomilani.com

Luisa Ferroni (a destra) e Amanda Rougier Appignani.

Claudio Milani in «Bù!» e i due attori de «Il topo di campagna e il topo di città». L’immancabile successo di

pubblico, per Minimusica, è destinato a proseguire. In-fatti, al teatro dell’Oratorio

parrocchiale di Bellinzona (dietro la Collegiata) ci si appresta a ospitare al-tre tre proposte davvero intriganti. Come sempre, le rappresentazioni si svolgono di mercoledì, alle 14 e alle 16.S’inizia il 18 gennaio con «La fisica dei giocolieri». Pensata per presentare, in maniera nuova e divertente, la fisica a chi non la conosce, la conferenza-spet-tacolo vedrà Federico Benuzzi impe-gnato a rendere evidenti i segreti dei giocolieri, che non seguono le leggi

della magia, bensì quelle della fisica e della matematica.

I colori di Celeste ed ErcoleIl 15 febbraio sarà la volta di «Celeste, la fiaba dei colori». Protagonisti il co-lore celeste, rifiutato dagli altri colori dell’arcobaleno, e una bambina di nome Celeste, non accettata dai compagni di scuola. Attraverso un viaggio nel mondo dei colori, Celeste riuscirà a rendersi gradita a tutti. Una metafora sul come affermarsi ed essere apprez-zati dagli altri.Il 15 marzo sarà in cartellone «Le 12 fa-tiche di Ercole». Attraverso il gioco

dell’oca, gli attori della Fondazione Luz-zati-Teatro della Tosse di Genova coin-volgeranno i giovani spettatori per far conoscere loro le avventure di Ercole. Un viaggio nelle diverse epoche del Me-diterraneo, durante il quale, a ogni tappa, corrisponderà una fatica da su-perare.Il 26 aprile, dalle 14, al Castello di Mon-tebello la stagione di Minimusica si concluderà con una festa intitolata «Da Sud a Nord, da Est a Ovest»: uno spet-tacolo teatrale, attività ludiche e mu-sica. In caso di tempo avverso, tel. 1600.

R www.minimusica.ch Foto

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Kubi ♦ Teatro Dedicata alla vita e alla

carriera del bomber Kubilay Türkyilmaz, la produzione del Teatro Sociale di Bellinzona debutterà il 17 gennaio.

L’attrice Amanda Sandrelli e un giovane Kubi Türkyilmaz

con la casacca del Bellinzona.

NON SOLO CALCIO

♦ Spettacoli Al Teatro del gatto di Ascona, tra gennaio e aprile, quattro imperdibili eventi per gli anziani.

♦ Teatro Fra il 26 marzo e il 30 aprile, la rassegna del teatro di figura propone un «antipasto» domenicale.

TeatrOver60

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Sono quattro gli spettacoli proposti, nel primo quadrimestre dell’anno, dalla ras-segna TeatrOver60: un giovedì al mese, con inizio alle ore 15 ed entrata gratuita per i pensionati.S’inizierà il 19 gennaio con «L’amico ritro-vato» di Fred Uhlman, con Jacopo Pagliari e Andrea Bellacicco. È un inno all’amici-zia e un commovente racconto sulla cru-deltà degli uomini e della storia, un affre-sco intenso della vita di due giovani in un periodo pieno di odio e paura.Il 9 febbraio toccherà ad «Allegra signora fame», di e con Marina De Juli: un mono-logo amaro e grottesco, con protagonista un bambino che cresce tra il 1928 e il 1945 e racconta di poesia rurale e industriale, risaie, ricchezza e fame, guerra e canti po-polari.Il 9 marzo sarà la volta dell’Ashkenazy Ballet Center con «Les Sylphides», in scena con Voyka Ashkenazy al pianoforte. La coreografia di Michail Fokine è basata su musiche di Chopin. Non vi è né trama né storia: solo una danza sotto la luna.Il 13 aprile, infine, il Teatro Invito metterà in scena «Cappuccetto Blues». Due diver-tenti bluesmen un po’ straccioni e un po’ poeti che, con il «teatro canzone» e diver-tenti travestimenti, narrano le avventure della bambina con la mantella rossa. l

R www.ilgatto.ch

Maribur, la rassegna dedicata al burattinaio Otello Sarzi, rag-giungerà il suo momento clou in maggio (ne riferiremo quindi sul prossimo calendario di Coop cultura). Da inizio prima-vera, però, c’è un appetitoso «antipasto». È la mini-rassegna domenicale «Anch’io a teatro», in programma fra il 26 marzo e il 30 aprile. Filo conduttore: il tema della fiaba. Tutti gli eventi si terranno nell’aula magna della scuola media di Stabio.Per il primo spettacolo, il 26 marzo, Scarlattine Teatro si de-dicherà a una materia intangi-bile e complessa: il «Buio», che è anche il titolo alla rappresen-tazione (per la primissima in-

fanzia).Il 9 aprile la Riserva Canini Te-atro presenterà invece «Little Bang», una mostra-spettacolo che ripercorre varie ipotesi sull’origine del tutto (da un anno).Il 30 aprile la mini-rassegna giungerà al termine con la ver-sione de «Il gatto con gli stivali» firmata dal Teatro dell’Elica. Un classico raccontato a quat-tro mani, due voci e una scatola di cartone che fa da cornice alla narrazione, catturando i pic-coli spettatori nel più autentico gioco del teatro (dai due ai sei anni). l

R www.maribur.ch

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Una storia e un mondo appa-rentemente solo maschili rac-contati con sguardi, voci e pensieri tutti femminili. È

«Kubi», la nuova produzione del Teatro Sociale di Bellinzona che, dopo la prima assoluta di martedì 17 gennaio, sarà replicata quattro volte sul palco della capitale (19-22 gennaio), prima di trasferirsi al LAC di Lugano.Scritto e diretto da Flavio Stroppini e Monica De Benedictis, lo spettacolo racconta da una prospettiva partico-lare la vita e la carriera calcistica di Ku-bilay Türkyilmaz, il giocatore bellinzo-

nese di origine turca che, partito dal Semine, la squadra del suo quartiere, e passando per l’AC Bellinzona, è riuscito a imporsi nel grande calcio internazio-nale, diventando il bomber della Nazio-nale svizzera e giocando da protagoni-sta nei più prestigiosi stadi della Champions League. In scena ci sarà la celebre attrice italiana Amanda San-drelli, che interpreterà la parte della mamma di Türkyilmaz, affiancata dalle ticinesi Tatiana Winteler, Jasmin Mat-tei e Silvia Pietta.«Kubi» è uno spettacolo che evoca la carriera del calciatore per andare però

oltre il personaggio e lo sportivo di punta. A interessare, in una vicenda che si dipana tra Bellinzona e Istanbul, è una serie di temi a carattere sociale che con la figura di Türkyilmaz sono in stretta relazione: le migrazioni, l’inte-grazione in un contesto diverso, il disa-gio giovanile, il razzismo, le disparità sociali e il bisogno di riscatto attraverso lo sport.Nell’edizione del 3 gennaio, «Coopera-zione» dedicherà un ampio reportage a questo evento culturale. l

R www.teatrosociale.ch Foto

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Il logo della rassegna Maribur.

Un’immagine dell’Ashkenazy Ballet Center.

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CircoRu ♦ Festival di musica

improvvisata e contemporanea (M.I.C.), dal 28 aprile al 1° maggio, allo Spazio Panelle di Locarno.

PROGETTO MICHEL DONEDA

Trent’anni di M.I.C., cioè di mu-sica improvvisata e contem-poranea. È questo il traguardo che raggiungerà, nel 2017, il

CircoRu di Locarno, con sede presso lo Spazio Panelle. Per festeggiare l’anni-versario, l’associazione culturale pre-senterà il progetto Michel Doneda, dal 28 aprile al 1° maggio. «Fin dalle origini ci prefiggiamo di promuovere questo particolare genere in Ticino», spiega il direttore artistico Giancarlo de Ber-nardi, «e oggi possiamo riconoscere di essere divenuti una delle realtà più sti-molanti in tale ambito».Forte di passate collaborazioni con Louis Sclavis, John Zorn ed Elvin Jones, nei quattro giorni del festival il grande sassofonista francese Michel Doneda proporrà il suo sfaccettato progetto. Si

inizierà venerdì 28 aprile, alle 20.30, con un concerto al fianco del presti-gioso duo di casa – rodato e con alle spalle featurings internazionali – for-mato da Natalie Peters (voce) e Guy Bet-tini (tromba e flicorno).

Ensemble Sous-solIl 29 e il 30 aprile Doneda lavorerà in-vece con l’Ensemble Sous-sol e con il quartetto di fiati Four Winds (Martini, Plüss, Teofani e Bettini). «Creato e con-dotto da Bettini, il gruppo Sous-sol stu-dia e approfondisce l’improvvisazione per formazioni allargate», precisa De Bernardi. «L’intento è di suonare una musica creativa, differenziata e sensi-bile, senza direttore e in assenza di strutture o di percorsi concettuali pre-definiti». Ultimo concerto: lunedì 1°

maggio, alle 17.30. «Abbiamo aperto una finestra verso un nuovo spazio per l’ascolto», osserva dal canto suo Guy Bettini, creatore del CircoRu.Dopo avere organizzato il primo festi-val nel 1987 e fondato il CircoRu nel 2003, Bettini ha portato sulle scene de-cine di concerti, invitando personaggi del calibro di Irene Schweizer, Pierre Favre, Joelle Léandre e Paul Lovens. Dal 2013 il CircoRu ha preso in affitto lo Spazio Panelle, edificio quattrocente-sco situato nella città vecchia di Lo-carno, dotato di un’acustica straordina-ria. Da allora vi si organizzano rassegne di musica, master classes e workshop con nomi di peso, quali Gerry Hemin-gway, Barre Phillips e Urs Leimgruber.

Rwww.circoru.org

Natalie Peters (voce) e Guy Bettini (flicorno).

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