Gdaprile14
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Aprile 2014
G&d G
abia
no e
din
torn
i Il periodico dal Nost Munfrà
Iris (foto A. Bianco)
2
Concorso fotografico Sono già arrivate le prime fotografie per il concorso organizzato da G&d e Attini Arte. Anche i primi
sponsor dell’iniziativa si sono messi in contatto con noi, ve li presentiamo. I concorrenti accreditati
che parteciperanno al concorso potranno usufruire di sconti speciali presso questi esercizi. Il regola-
mento sul sito www.gabianoedintorni.net - Scadenza 30 maggio 2014 -
Ristorante del Peso a Camino
Cascina Montena
Ristorante del peso
a Camino
Rosa e Luigi vi aspettano al Risto-
rante del peso, sulle colline del
Monferrato al confine con le risaie,
a pochi minuti da Trino, all'interno
del parco del Po, in una zona ver-
de e incontaminata con il fiume Po
che ci divide dalla pianura creando
una sorta di balconata naturale. Il
Ristorante del peso offre una cuci-
na piemontese e tipicamente mon-
ferrina, proponendo vari menu a
tema, da quello a base di funghi o
di carne di cinghiale, passando per
piatti al tartufo o a base di riso
come la Panissa, il bollito o il fritto
misto, specialità tipiche regionali
sempre molto apprezzate.
www.ristorantedelpeso.it
Tel.0142.469122
Cell. 339.7841406
Piazza Marconi 3,
15020 Camino (AL)
Locanda del Borgo a
Mincengo di Gabiano
Renzo il padre, Ermizia la madre e
Filippo il figlio cuoco vi aspettano
alla locanda del borgo a Mincengo
di Gabiano con le note specialità
Monferrine. L’am-
biente è famiglia-
re e intimo, il lo-
cale dispone in-
fatti solo di una
trentina di coper-
ti, ed è nato dalla
r istrutturazione
della vecchia ca-
scina di famiglia.
Avrete anche la
possibilità di sen-
tire le vecchie
canzoni suonate da uno degli ulti-
mi Juke-box ancora perfettamente
funzionanti. (Per saperne di più
andate su G&d di febbraio 2011
dove troverete un ampia recensio-
ne fra i ristoranti provati
Locanda del Borgo
in via Santo Stefano 17
Località Mincengo
15020 Gabiano (AL),
tel. 0142 955782.
Lunedì e martedì chiuso
Cascina Montena
a Zenevreto di Mombello
Alla Ca-
s c i n a
Monte-
na tro-
vate 4
a p p a r -
tamenti
completi
di sog-
giorno,
cucina, camera da letto e bagno
con 5 posti letto ciascuno.
Sono a disposizione un ampio cor-
tile ed un porticato per pranzi all’a-
perto utilizzando il barbecue e di-
vertendosi giocando a calcetto e
ping pong.
Un’importante attrazione è la
splendida cantina in mattoni e l’a-
diacente campo per il gioco delle
bocce.
E’ possibile effettuare lunghe pas-
seggiate alla ricerca delle meravi-
glie della flora e della fauna selva-
tica e, con pochi minuti di cammi-
nata, si può raggiungere il laghet-
to nel fondovalle. Cascina Montena
può anche essere il luogo ideale
per feste private e ricevimenti.
Con la collaborazione di catering
professionisti del settore potrete
organizzare e personalizzare i vo-
stri eventi rendendoli così unici ed
indimenticabili. Per informazioni:
www.cascinamontena.it
Mombello Monferrato
Cell. 347 5967326 ww
w.face
book.
com
/Casc
inaM
onte
na
3
Gabiano e dintorni
Autorizzazione n° 5304 del 3-9-99 del Tribunale di Torino; Direttore Responsabile Enzo GINO - Sede: via S. Carpoforo 97 - Fraz. Cantavenna 15020 Gabiano - Stampato presso A4 di Chivasso (TO) - Associazio-ne Piemonte Futuro: P. Iva 02321660066; Distribuzione gratuita; Per informazioni e pubblicità: cell. 335-7782879; fax 0142-271061 e-mail: [email protected] www.gabianoedintorni.net www.collinedelmonferrato.eu
(continua da G&d di marzo)
Viabilità
Fra gli aspetti qualificanti di un
territorio vi è certamente la viabili-
tà. Negli ultimi anni è stata partico-
larmente trascurata sia a livello
comunale che provinciale limitan-
dosi agli interventi strettamente
essenziali e talvolta nemmeno a
quelli. Dovrà essere predisposto al
più presto un piano della viabilità
Comunale in cui siano elencati tutti
gli interventi necessari: dal rifaci-
mento dei manti stradali, muri di
sostegno e gabbionate per risolve-
re o prevenire eventi franosi, puli-
zia dei canali di smaltimento delle
acque, anche per evitare allaga-
menti e danni ai terreni agricoli
circostanti, segnaletica, interventi
di limitazione della velocità nei cen-
tri urbani il tutto con i relativi costi.
Dovrà essere data particolare at-
tenzione anche alle cosiddette stra-
de bianche o sterrate che consen-
tono l’accesso ai fondi agricoli ma
che sono anche percorse da turisti
e amanti della natura.
Gli interventi potranno essere rea-
lizzati per fasi successive in funzio-
ne della loro urgenza ed in modo
da coinvolgere le aziende locali.
Assistenza sociale
Riteniamo che nel momento del
bisogno si vede il grado di maturità
e coesione di una comunità. Ci so-
no molti compaesani che in questi
anni soffrono la mancanza dei beni
essenziali, o hanno problemi
derivati dalla congiuntura
economica che ha
gravemente mina-
to economie fa-
miliari un tem-
po sane ed
equilibrate.
Così come
sono presenti
a vario livello
sprechi e indif-
ferenza.
Crediamo che fra
le competenze di
Idee per gli eletti nei Comuni
una amministrazione vi sia quella
di intervenire per aiutare i compae-
sani in difficoltà utilizzando gli stru-
menti disponibili, da quelli istituzio-
nali a quelli basati sul volontariato.
In tal senso andrà predisposto un
elenco delle persone che possono
beneficiare di aiuti, salvaguardando
in maniera assoluta la privacy
(utilizzando procedure analoghe a
quelle in uso presso le banche che
sostituiscono negli atti le generalità
anagrafiche con codici anonimi e
gestiti da soggetti al di fuori del
Comune).
Un sostegno che, oltre a quello
meramente materiale, può spesso
essere attuato semplicemente me-
diante consigli di assistenti in gra-
do di suggerire percorsi economici
virtuosi da poter praticare per su-
perare momenti di crisi.
Sport
Il tamburello è certamente lo sport
locale più praticato, specie dai gio-
vani, per questo sarà particolar-
mente seguito dalla amministrazio-
ne, anche attraverso la ricerca di
sponsor in grado di garantire alle
squadre del Comune il necessario
sostegno per conseguire risultati
migliori. Potrà essere promosso
anche attraverso la realizzazione di
dirette televisive in streaming, fa-
vorendone la diffusione e la pratica
in collaborazione con la federazio-
ne ed il supporto dei tanti esperti e
conoscitori, anche storici, di questo
Continuiamo l’esposizione di temi che possono diventare punti qualificanti di una politica territoriale per il nostro Monferrato
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ze delle famiglie in tema di: orario
pre e post scuola, al fine di avviare
una collaborazione fra Comune e la
direzione scolastica a favore di atti-
vità didattiche legate al territorio,
alla storia ed alle peculiarità del
nostro comune per aiutare i giova-
ni a conoscerlo e ad amarlo, anche
attraverso la collaborazione all’ac-
quisto di materiale didattico e l’in-
tervento di esperti nei settori di
interesse.
Potranno essere riproposte come
già avvenuto in altri comuni incon-
tri degli studenti con i cuochi dei
ristoranti che preparano ricette
tipiche del Monferrato ed incontri
con gli anziani che raccontino la
vita sulle nostre colline nei tempi
passati. Si potranno inoltre attivare
iniziative che vadano incontro alle
esigenze delle famiglie.
Ove possibile si può introdurre per
gli scolari che abitano nelle vici-
nanze delle scuole il cosiddetto
Piedibus: un responsabile, solita-
mente un volontario accreditato,
raccoglie i giovani scolari davanti
alle loro case, secondo un percosro
studiato, formando così una squa-
dra che verrà accompagnata a
scuola a piedi, analogamente all’u-
scita di scuola per il ritorno.
Anziani
Si intende favorire anche attraver-
so la collaborazione con l’Asl servizi
sociali e la stipula di protocolli e
intese, l’attività delle associazioni di
assistenza agli anziani che già ope-
rano sul territorio al fine di svolge-
re quei servizi di accompagnamen-
to aiuto, compagnia agli anziani del
comune.
Verrà organizzata una giornata
dedicata all’anziano in cui i “nostri
vecchi” incontrino i compaesani ed
i visitatori in piazza, nelle scuole,
nei bar, per raccontare le loro sto-
rie, ricordare i vecchi amici scom-
parsi e le vicende di cui sono stati
protagonisti; occorre non disperde-
re il patrimonio di conoscenze, di
sapere che ciascuno di loro conser-
va nella memoria.
Costituzione di una anagrafe
delle persone da ricordare oggi
scomparse ma meritevoli di essere
ricordate e citate ad esempio per il
loro operato a favore del loro pae-
se e della nostra comunità monfer-
rina.
Giovani
Attraverso la costituzione di una
consulta giovanile si intende pro-
muovere una serie di attività cultu-
rali, sportive, ludiche per i giovani
con particolare attenzione alle ri-
sorse offerte dal territorio: dai tea-
tri, ai locali pubblici nei quali orga-
nizzare serate musicali e che pos-
sono diventare momenti di incontro
anche con i giovani dei comuni vici-
ni o attrarre estimatori dalle grandi
città (Torino, Milano, Genova, Asti,
Alessandria, Vercelli). E’ necessario
sostenere, rafforzare e valorizzare
la pratica nei giovani degli sport
tipici del territorio anche attraverso
iniziative come Camminamonferra-
to, i trekking a cavallo, escursioni e
gare in mountain-bike, il cicloturi-
smo, ed ovviamente il tamburello
rapportandosi anche con enti e
associazioni di scopo presenti nelle
grandi città.
Turismo
E’ certamente una delle attività che
possono dare grande aiuto all’eco-
nomia locale. I nostri paesi hanno
tutte le carte in regola per dare
grande impulso ad esso. Dal pae-
saggio, alle diverse attività sporti-
ve, ai numerosi ristoranti, bed &
breakfast, ai mercati ortofrutticoli
opportunamente valorizzati, ai nu-
merosi eventi programmati nel cor-
so dell’anno, alle bellezze architet-
toniche che devono esser adegua-
tamente messe in rilievo, anche
attraverso l’organizzazione di visite
guidate: sono tutti elementi che, se
messi a sistema, possono attrarre
visitatori e turisti.
Arte
Il Monferrato è sempre stato meta
di artisti che lo hanno spesso as-
sunto come loro residenza, ricor-
diamo fra i più noti Colombotto
Rosso.
E’ necessario mettere a frutto la
presenza di queste persone in gra-
do di promuovere attraverso mo-
stre e manifestazioni il nostro terri-
torio. Concorsi e mostre di fotogra-
fia, pittura, possono costituire ol-
tre che un momento di valorizza-
zione del territorio un importante
richiamo per turismo qualificato
sport. Il territorio comunale è an-
che particolarmente vocato per
svolgere una serie di attività sporti-
ve non solo da parte dei compae-
sani ma anche da parte di prati-
canti che vengono da fuori. I bellis-
simi percorsi fra boschi, colline e
campi coltivati, il Po, consentono
alle persone di tutte le età una
ampia gamma di pratiche sportive:
equitazione, mountain-bike e ciclo-
turismo, sport acquatici (kajak,
canoa, raft), camminate. Andranno
promossi accordi con le federazioni
sportive per organizzare eventi
locali e intercomunali coinvolgendo
soggetti e associazioni di volonta-
riato.
Ambiente e paesaggio
L’ambiente è uno degli elementi
più importanti per valorizzare il
nostro territorio. Per questo si in-
tende salvaguardarlo ed intervenire
ove si rilevano danni ed inquina-
menti. Il collaborazione con ARPA
Piemonte andranno valutate le si-
tuazioni di degrado ambientale
presenti nel territorio, mancanza di
fognature, discariche abusive o ex
discariche da risanare. Si dovrà
intervenire anche per valorizzare il
paesaggio sia attraverso la realiz-
zazione di belvederi attrezzati sia
correggendo quando possibile
aspetti che lo deturpano: linee
elettriche spesso ridondanti ripeti-
tori, edifici anche pubblici, fatiscen-
ti, muri di contenimento. In parti-
colare andrà realizzato un evento
in cui verranno premiati i più bei
giardini realizzati dai compaesani
nel Comune.
Scuola
D’intesa con la Direzione scolastica
e con il personale scolastico si do-
vrà istituire un centro d’ascolto
che, anche attraverso sondaggi da
effettuare con le famiglie che han-
no figli che frequentano la scuola
materna, primaria e di secondo
grado, possa raccogliere le esigen-
5
oltre ad esser anche fonte di ap-
prendimento delle arti attraverso
corsi aperti a coloro che vogliono
avvicinarsi all’altre. Abbellire parti-
colari angoli dei nostri borghi con
interventi artistici coerenti con la
nostra storia e architettura in grado
di dare un valore aggiunto al patri-
monio naturale e costruito. Bisogna
salvaguardare ove esistono le ban-
de musicali e le corali presenti.
Enogastronomia
Sulla scorta di interessanti e riusci-
te iniziative che da anni si svolgono
in molte realtà rurali piemontesi,
(tipo I Sentieri del Gusto), vanno
realizzate una serie di manifesta-
zioni finalizzate a valorizzare risto-
ranti, cantine, vinicole e attività
enogastronomiche che facciano
conoscere oltre alle tradizioni culi-
narie monferrine anche i numerosi
ristoranti, agriturismi e B&b pre-
senti nel comune.
Vanno promossi eventi annuali in
cui le “nonne” preparano in piazza
le proprie specialità tipiche raccon-
tando ricette e segreti della cucina
nostrana.
Il Po
Il grande fiume è sempre stato un
riferimento per i comuni che sorgo-
no lungo le sue sponde. Deve esse-
re valorizzato con iniziative da at-
tuare d’intesa con l’Ente parco del
Po, e le numerose associazioni di
scopo che operano nel settore, da
quelle dei canoisti, a chi attua ini-
ziative per recuperare la sua bal-
neabilità, a chi lo difende dai pre-
lievi idrici eccessivi garantendo il
Deflusso Minimo Vitale per evitare
che si trasformi specialmente nel
periodo estivo in una sorta di tor-
renti sottraendo di fatto una ric-
chezza a chi sta a valle degli ecces-
sivi prelievi.
Si dovranno inaugurare con il sup-
porto delle associazioni di scopo,
annuali feste del Po attraverso l’or-
ganizzazione di manifestazioni che
affianchino all’enogastronomia ad
iniziative acquatiche come una gara
di attraversamento su mezzi di for-
tuna (analogamente alla Carton-
race) oltre che cercare di riportare
in servizio i traghetti un tempo dif-
fusi.
Attività produttive
Dovrà essere attivata la ricerca di
aziende interessate a collocarsi
nell’area artigianale-industriale pri-
vilegiando quelle che operano nel
settore agro-alimentare, boschivo,
in modo da offrire un ulteriore op-
portunità per le produzioni agricole
locali. Si cercherà di andare incon-
tro alle esigenze di quelle già pre-
senti evitando il trasferimento in
altri comuni. Per quanto possibile e
nei limiti della legislazione esisten-
te, tutti gli interventi e le opere
realizzate dall’amministrazione coin-
volgeranno a vario titolo le aziende
e le imprese presenti nel territorio
comunale.
Rapporti con il territorio vasto
e le altre amministrazioni
Consapevoli che i singoli comuni
hanno intrinsecamente grossi limiti
nella gestione del territorio a parti-
re dai servizi, ma non solo si do-
vranno realizzare forme di coopera-
zione anche al di là di quelle previ-
ste istituzionalmente (fusioni o as-
sociazioni) anche su singoli proget-
ti. Per questo oltre ad essere favo-
revoli alla comunione dei servizi,
riteniamo importante ed essenziale
favorire la creazione di una coordi-
namento intercomunale allargato
finalizzato a creare un
sistema che valorizzi e
sfrutti le le sinergie
presenti nel territorio
intercomunale Monfer-
rino nei diversi ambiti:
ludico, ricreativo,
sportivo, enogastrono-
miche, produttivo, cul-
turale, nell’ottica di
una “contrada metro-
politana” in grado di
valorizzare le nostre
colline e che riesca
anche a gestire in ma-
niera intelligente le
risorse e le tante inizia-
tive, spesso scoordina-
te, che vengono attua-
te, oltre che porsi co-
me interlocutore forte
nei confronti delle
istanze politiche e am-
ministrative sovraordi-
nate.
Elemento essenziale
per un territorio è la
presenza di centri urbani con di-
mensioni diversificate. Nel nostro
caso Casale e Moncalvo storica-
mente legate alla storia del Mon-
ferrato possono tornare a svolgere
un ruolo di riferimento e costituire
una utile sinergia con i piccoli co-
muni collinari si pensi a servizi
come l’ospedale e i servizi sanitari,
e in generale quei servizi che ri-
chiedono utenze numericamente
consistenti per funzionare.
Se le colline possono svolgere una
eccellente attrazione per il turismo
familiare, in città si possono orga-
nizzare e ospitare comitive su scale
più estese che coniughino i servizi
urbani ai tour enogastronomici,
sportivi, culturali dei dintorni.
Analogamente la città può essere
la sede di aziende e industrie e
attività di grandi dimensioni legate
alle attività territoriali circostanti
ma che difficilmente potrebbero
trovare ubicazione nei piccoli centri
senza indurre impatti difficilmente
gestibili nelle piccole realtà.
Valorizzazione delle frazioni
E’ importante prevedere ed elenca-
re gli interveti possibili in ciascuna
delle piccole frazioni di ciascun co-
mune.
6
Ettore Calvo: partigiano e… ciclista
I nostri Mario “Vellanaccio”, come
direbbe il comico Benigni e Carlo
Odisio ne hanno fatta un’altra delle
loro. Hanno organizzato una mo-
stra fotografica di vecchie foto,
articoli di giornale, scritti e altro
ancora, su alcuni compaesani
scomparsi e sui luoghi della memo-
ria.
Pochi sanno che ricorre quest’anno
il centenario della nascita di un
compaesano morto qualche anno
fa, Ettore Calvo noto per alcune
vicende di cui è stato protagonista,
dalla partecipazione al Rekord
dell’ora negli anni ‘30, alla lotta
partigiana; così come Orfeo Ponsin
ciclista di livello nazionale che morì
tragicamente in un incidente pro-
prio durante il Giro d’Italia.
Ma nella mostra si possono vedere
vecchie foto anche dei traghetti che
un tempo attraversavano il Po o il
Mulino della Piagera per cui era
stata realizzata una derivazione del
grande fiume in quel di Verrua che
arrivava sino alla frazione di Gabia-
no dove, attraverso il rio Marca,
tornava poi nel Po non prima
di aver fatto girare le pale al
Mulino dei Conti.
Anche G&d ha voluto dare il
proprio supporto alla bella
iniziativa sia fornendo mate-
riale che verrà esposto ed
anche riproponendo questo
articolo frutto dell’intervista
registrata in viva voce a casa
del protagonista: l’Ettore Cal-
vo di Cantavenna, scomparso
da qualche anno e pubblicata
da G&d nel giugno 2000.
E’ lo stesso Ettore, nome par-
tigiano: Tenente Baffo, che
qualche anno prima tentò al
Vigorelli di Milano di battere il
Rekord dell’ora.
Non ci riuscì per un soffio ma
l’impresa ebbe grande riso-
nanza perché l’Ettore partì in
bicicletta da casa sua a Canta-
venna con una bisaccia di pa-
ne e mele per andare a Mila-
no a tentare l’impresa.
Noi scriveremo di altri eventi, più
tragici come la lotta partigiana di
cui sempre in “nostro” Ettore, fu
protagonista e che interessava pro-
prio i nostri paesi, da Murisengo a
Verrua Savoia fino a Tonco.
Da G&d - Giugno 2000
Abbiamo intervistato Ettore Calvo,
che divenne capo partigiano. Porta-
va il nome di “Tenente Baffo” ,
durante la guerra si aggregò ai
partigiani facendo parte prima della
divisione “Monferrato” e poi della
divisione “Patria” diventando capo
del distaccamento che operava in
valle Cerrina. Molti compaesani
entrarono a fra parte di quel di-
staccamento. A oltre cinquant’anni
da quegli avvenimenti abbiamo
intervistato e registrato i racconti
del protagonsita ed attraverso que-
ste pagine ne riportiamo una sinte-
si dei passaggi più toccanti ed inte-
ressanti evitando accuratamente di
emettere giudizi o sentenze di con-
danna o assoluzione sui fatti de-
scritti che, riteniamo, solo la storia
saprà dare. Purtroppo come sem-
pre il tempo che impietosamente
tutto corrompe, anche le nostre
memorie, non ha consentito una
ricostruzione organica degli eventi
ma solo la descrizione di episodi
che riteniamo comunque molto
interessanti per conoscere altri
pezzi della nostra storia. La reda-
zione di G&d è comunque disponi-
bile a raccogliere e pubblicare le
testimonianze di tutti coloro che
vissero da protagonisti o testimoni
quelle vicende, indipendentemente
dalla parte in cui operarono.
Come diventai Partigiano
Nato il 23 settembre 1914, quando
scoppiò la guerra ero operatore
aggiustatore alla Carello a Torino.
Era il 1942 quando arrivò la carto-
lina che mi richiamò al servizio mili-
tare. Per via delle mansioni svolte
presso l'industria ottenni un esone-
ro di circa anno e mezzo. Alla sca-
denza di questo periodo arrivò la
seconda cartolina con l'invito a pre-
Una foto del 2000 di Ettore Calvo. Nome di battaglia Tenente Baffo
Un pezzo della nostra storia raccontato da uno dei protagonisti. Ma quanta ancora da scoprire...
7
sentarmi in caserma. Fino ad allora
disponevo di un lasciapassare,
scritto in tedesco, che mi consenti-
va la libera circolazione.
Stavo a Torino e mia moglie a Can-
tavenna. Quando arrivò la seconda
cartolina continuai a recarmi rego-
larmente a lavorare in fabbrica, ma
dopo qualche giorno rientrando a
case la portinaia mi disse che era-
no passati i militari del distretto
lasciando detto di presentarmi im-
mediatamente in caserma.
Io non volevo andare e pertanto
non mi presentai in caserma e con-
tinuai ad andare a lavorare, ma
anche il caporeparto mi disse che
non potevo più continuare a lavo-
rare in fabbrica senza il premesso,
quindi dovetti lasciare Torino.
Tornai a Cantavenna. Presi contat-
to con Giovanni il Tirolese di Tonco
e con il Conte Gabriele di Brozolo
che avevo conosciuto qualche anno
prima. Ci trovammo in un posto
noto come il "Bulac" sul piano di
Verrua. Venne-o in 12 e fra loro
riconobbi alcuni amici.
Fra i presenti vi erano alcuni che
operavano nella divisione Monfer-
rato in cui entrai a far parte, altri
invece erano della brigata Garibal-
di. Allora avevamo poche armi,
solo qualche pistola e qualche vec-
chio "Ta-pun" della prima guerra.
Era estate e dormivamo dove capi-
tava. Mi capitò anche di dover an-
dare a Torino, non avendo lascia-
passare era molto pericoloso, ap-
profittai unendomi ad un compae-
sano fascista noto nell'ambiente
che non sapendo che ero partigia-
no involontariamente mi consentì
di arrivare a Torino con il treno
preso a Palazzolo e di ritornare con
la tramvia che collegava Torino a
Brusasco superando i posti di bloc-
co senza che mi venisse richiesto il
lasciapassare.
L'esecuzione dei fascisti
A seguito di scontri con i nazi-
fascisti il distaccamento che opera-
va a Sommariva Bosco dovette riti-
rarsi e si unì al distaccamento di
Piancerreto dove io chiesi di andare
a operare. Eravamo già una ses-
santina e ogni giorno arrivavano
nuovi volontari.
Arrivarono circa 20 carabinieri e
gente che arrivava da Bergamo e
Brescia. Avevamo fatto due posti di
blocco, uno a Piancerreto e un al-
tro al Molino di Montalero.
Avevamo 17 macchine e si pattu-
gliava sino a Ozzano e spesso si
catturavano dei "Repubblichini"
anche giovani. Franco, che era il
nome di battaglia del nostro co-
mandante insieme ad altri li inter-
rogava e purtroppo capitava spes-
so che venissero passati per le ar-
mi. L'ordine codificato per non farsi
capire dai condannati era quello di
accompagnarli al posto n° 3 dove
la condanna veniva eseguita.
Veniva detto loro che sarebbero
stati liberati, gli veniva messa la
benda sugli occhi con il pretesto di
non far riconoscere la strada. Arri-
vati al cosiddetto posto di blocco
n° 3 gli veniva detto di stare fermi
due minuti per consentire ai parti-
giani che li accompagnavano di
allontanarsi senza essere ricono-
sciuti e solo dopo di sbendarsi ed
andarsene. A quel punto gli accom-
pagnatori, invece, fatto qualche
passo indietro con qualche raffiche
di mitra eseguivano l'ordine di con-
danna a morte ed i corpi venivano
sepolti lì vicino in fosse poco pro-
fonde che erano state preparate.
Il nostro ed altri distaccamenti che
operavano sul territorio dipen-
devano da un colonnello che porta-
va il nome di battaglia "Elle" e che
ebbi modo di conoscere personal-
mente una volta nella quale venne
a trovarci e parlando del più e del
meno mi disse di conoscere bene
Cantavenna in quanto era amico
dell'vvocato "Pinin" Brusasca. Qual-
che tempo dopo venni a sapere che
fu catturato dai nazi-fascisti a Tori-
no e fu anche lui passato per le
armi.
Il rastrellamento
Eravamo ben organizzati, il gruppo
era arrivato ad essere costituito
da circa 120 partigiani, avevamo
anche quattro cuochi ed avevamo il
deposito ben fornito. Un mattino
presto di settembre vennero le no-
stre spie di Piancerreto che ci avvi-
sarono che arrivavano i tedeschi, ci
gridavano che ci stavano circon-
dando, che erano arrivati su 10-15
camion in Valle Cerrina e stavano
risalendo da Murisengo verso Villa-
deati. Nel caos generale scappam-
mo nei boschi lì attorno. Il nostro
capo "Franco" diede ordine di di-
sperdersi e ritrovarsi al Cascinotto
di Vallegioliti cercando di prendere
tutto ciò che si poteva dal magazzi-
no che in quel periodo era molto
ben fornito sia di viveri che di ar-
mamenti e che doveva essere ab-
bandonato. Poco dopo i tedeschi
arrivarono al Cascinotto sede del
deposito e fecero saltare tutto. L'e-
splosione fu notevole anche perché
dentro avevamo depositato molte
bombe che, se fosse stato necessa-
rio, avrebbero potuto far saltare il
ponte sul Po a Trino.
Nascosto nei boschi sotto Villadeati
vidi volare per aria i frantumi della
casa ed anche l'auto, una Aprilia,
che usavamo che era stata abban-
donata lì vicino non potendo usarla
sulle strade piene di tedeschi. Io
portai un amico ferito ad un gamba
che non poteva camminare ad una
signora che allora stava a Canta-
venna e che pensò a curarlo.
Gabiano
Mostra fotografica
“Come eravamo…”
a cura di :
Mario Vellano Carlo Odisio
9-10-11 maggio dalle 9:00 alle 20:00
presso le :
scuole elementari Inaugurazione :
ore 16 di sabato 10 maggio
La storia attraverso le immagini:
Dai porti sul Po, ai campioni del ciclismo
locale, agli antichi mulini ad acqua
Organizzato in collaborazione con:
Comune di Gabiano G&d Gabiano&dintorni
Comitato festeggiamenti “la Tabarina”
8
Fortunatamente in quell'occasione
nessuno venne catturato o ucciso.
Lo scioglimento
della Monferrato
Oltre a carabinieri e gente onesta si
unirono al gruppo anche gente di
malaffare talvolta fuggita dalle pri-
gioni. Quando il colonnello "Elle"
venne a sapere di furti ed altre ru-
berie intervenne per allontanare
questi personaggi.
Uno di questi soprannominato
"Brescia" arrivò a minacciarlo con
la mitragliatrice, in seguito onde
evitare di pagare le conseguenze
del suo gesto dovette fuggire.
Il distaccamento del "Cascinotto" fu
poi soppresso. Per l'inverno venne
l'ordine di sospendere le azioni sino
alla primavera. Quando tornai a
Cantavenna trovai Guerrera, il co-
mandante di divisione della divi-
sione Patria e mi unii a loro e con
altri 15 uomini si fece il distacca-
mento a Case Garello.
I lanci
Andavamo su un bric a Mincengo
venivamo avvisati con messaggi via
radio e la notte venivano fatti i lanci.
Stavamo all'ascolto della radio e quan-
do veniva ripetutamente trasmesso il
messaggio "bocchino è rotto" signifi-
cava che il lancio era per noi. Una
successiva parola in codice indicava
la notte in cui sarebbe avvenuto il
lancio. Per l'occasione si preparavano
7 mucchi di paglia formanti una -V-
con direzione Crea che venivano ac-
cesi quando si sentiva arrivare l'aereo.
L'aereo faceva un segnale luminoso
prestabilito a cui noi rispondevamo
con un analogo segnale fatto con i
fanali di una macchina o motoci-
cletta. Solo a questo punto veniva
fatto il lancio di 15/20 casse con par-
acadute in cui c'era di tutto, armi,
munizioni, viveri, scarpe ecc.
Complessivamente vennero fatti 4
lanci, 3 a Mincengo e 1 a Priasca.
Furono paracadutati anche dei militari
americani: 1 maggiore, 1 sergente e 1
soldato. Dopo i lanci dovevamo
provvedere a nascondere bombe,
bazzuka, mitra, munizioni ecc.
Venivano di solito nascosti o in qual-
che cappella del camposanto o nei
pozzi. A primavera si facevano poi i
distaccamenti della Divisione Patria
(Undicesima divisione autonoma). Il
nostro distaccamento era ora costitui-
to di circa 60 persone che controlla-
vano da Gaminella a Murisengo sotto
il mio comando. Verso sera si face-
vano i posti di blocco. Altri distacca-
menti operavano da altre parti del
territorio, uno era a Odalengo Grande
al comando di un certo Aldo Francese
un altro era a Gabiano presso la caser-
ma, il Comando di brigata era a Monte
Croci a Villamiroglio. Il comandante di
divisione era Martino Edoardo ed abita-
va a Carpegna. Prima della fine della
guerra arrivammo ad avere il pieno
controllo del territorio, praticamente
Una cassa dei lanci. Porta ancora sbiadite ma leggibili le sigle dell'esercito america-no
comandavamo noi, prima di agire si
an-dava al comando di divisione per
discuterne ed ottenere l'autorizza-
zione ad agire. Oltre alla divisione
Patria operava anche un'altra divisio-
ne, ma non dalle nostre parti, era la
Garibaldi, filocomunista. Noi eravamo
però molto meglio armati ed equipag-
giati, infatti alle volte ci venivano a
chiedere armi.
E’ certamente una domanda che ci
siamo posti e che probabilmente anche
qualche nostro lettore si è fatto. Per
rispondere pubblichiamo i dati sui con-
tatti di nostra conoscenza, con Internet
non è mai facile capire quanti sono.
Basti pensare che molti amici copiano
G&d e lo inviano ai loro amici… Comin-
ciamo dalla edizione sfogliabile (quella
sulla piattaforma Issuu). Il record di
contatti con letture e “scarico” del gior-
nale ce l’ha l’edizione di gennaio 2014:
2.914 contatti: mica pochi per un gior-
nalino locale, seguono: settembre
2013: 2.544 contatti; 1.152 l’edizione di
ottobre 2013 e quarto a poca distanza
G&d novembre 2013 con 1.045 contat-
ti. A questi vanno aggiunti quelli visti o
scaricati direttamente dal sito (siamo a
5.000 contatti), quelli scaricati dai siti
amici che attraverso link si collegano ai
nostri giornali e che non conosciamo.
Tutti i nostri giornali sono ad accesso
libero, pubblico e gratuito anche nel
download da internet. In più ci sono
quelli visti su facebook,
circa 700 amici, oltre a
quelli che si sono iscritti
alla nostra mailing list
circa 2.000. Tutto que-
sto per il formato tele-
matico; per il formato
cartaceo, distribuito nei
20 comuni, contiamo
altre 2.000 copie circa.
Lasciamo ai nostri let-
tori la stima totale delle copie lette.
Aggiungiamo anche che i video di G&d
su Youtube hanno totalizzato 4.875
visualizzazioni. Con un po’ di orgoglio
crediamo di aver dato il nostro mode-
sto aiuto alla nostra terra e tutto, natu-
ralmente, “aggratis” solo grazie all’im-
pegno dei (sempre pochi)
volontari che ci hanno so-
stenuto. Ah dimenticavamo,
negli indirizzari ed anche su
facebook ci sono alcuni
Monferrini che abitano in...
America. L’invito che faccia-
mo ai nostri lettori è quello
di aiutarci a far conoscere a
più amici possibile G&d, il
mensile dal Nost Munfrà.
Ma quanti leggono G&d?
La copertina del numero di G&d di gennaio 2014 con quasi 3.000 contatti
9
Alcuni documenti presenti alla mostra “Come eravamo…”
Da: La Nuova Stampa - Mercoledì 21 maggio 1952
La Stampa - 20 ottobre 1993
La
Sta
mp
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25
ag
ost
o 1
96
1
Riportiamo in anteprima, per i nostri lettori, alcuni arti-
coli presenti nella mostra di Vellano e Odisio che rac-
contano fatti che hanno co-
me protagonisti il nostro
territorio e i nostri compae-
sani. Emozioni intense per i
meno giovani che quelle
vicende hanno conosciuto
nel momento in cui accade-
vano e che hanno lasciato
un segno nella memoria co-
mune. Una memoria che ci
accomuna e che fa la diffe-
renza.
10
Il Sol levante sulle nostre colline
L’immagine della bandiera giappo-
nese ben si addice alle nostre colli-
ne che, anche d’inverno, emergono
dalla pianure nebbiose scaldandosi
ai raggi del sole e meglio ancora in
estate quando la nostra stella è
l’artefice principale della vita e...
della vite che da secoli cresce gra-
zie a lei.
Poche righe di omaggio a un noto
artista giapponese Hiroaki Asahara
che è venuto ad abitare da anni nel
nostro Monferrato. Come sia acca-
duto che un nativo di Tokio abbia
deciso di risiedere in quel di Rosin-
go frazione di Cerrina ad un tiro di
schioppo da Varengo ve lo raccon-
teremo.
L’artista è nato sul finire dell’ultimo
conflitto mondiale, nel 1944, anche
se come molti orientali non dimo-
stra certo i suoi 70 anni.
E’ gentile, affabile, modesto, riser-
vato come la tradizionale cultura
Giapponese insegna, qualità che si
ritrovano nelle sue sculture di…
carta. Hiroaki infatti è un grande
esperto nell’arte della preparazione
della carta in cui l’oriente ha una
antica tradizione: chi non ha visto
almeno un film storico ambientato
in quelle terre in cui le pareti delle
case erano realizzate in pannelli di
carta spesso finemente decorati.
Tutte le sculture che prepara sono
infatti realizzate con nervature di
midollino e rivestite da fogli di car-
ta che lui stesso prepara facendo
arrivare la materia prima, la cortec-
cia di Kozo, una varietà di gelso,
direttamente dal Giappone. Questa
arte Hiroaki la insegna anche nei
corsi che periodicamente svolge sia
con adulti che con le scuole, e da
come ci viene descritta deve essere
una esperienza molto interessante,
coinvolgente ed istruttiva dove arte
sensibilità e tecnica si fondono per
creare un materiale dalle infinite
possibilità. La più interessante è la
capacità di “giocare” con la luce.
Infatti secondo le caratteristiche
con cui la carta viene realizzata può
variare la sua trasparenza, consi-
stenza e resistenza, mantenendo
sempre la sua leggerezza, e se poi
viene adeguatamente colorata ecco
che l’ambiente che ospita queste
sculture viene inondato da colori e
sfumature cangianti oltre che nel
colore anche nell’inten-
sità. E’ il risultato di una
vita passata nella ricer-
ca ed affinamento arti-
stico che è iniziato in
giovane età, sotto la
guida di famoso artista e maestro
giapponese Tatuya Nakamoto di cui
è stato allievo per 10 anni. Nel
1965 Hiroaki viene in Italia per stu-
diare in nostro Rinascimento... e vi
resterà per sempre.
Perché l’Italia? “il Giappone ci dice
ha uno spirito di efficienza, compe-
tizione che non lascia spazio alla
creatività, alla fantasia allo spirito
artistico molto più presenti nella
nostra cultura italiana”. Ha vissuto
qualche tempo a Parigi ma alla fine
ha preferito il nostro paese più so-
lare, spontaneo, meno snob dei
“cugini” d’oltralpe. Così ha girato le
Accademie di mezza Italia dalla
Brera di Milano, dove su 12 allievi 8
erano giapponesi, Venezia, Firenze
dove ha conosciuto lo scultore Faz-
zini, Roma che non le è piaciuta, e
Torino dove passeggiando al Valen-
tino lungo il Po vi ha riconosciuto
una piccola Parigi.
Ed è qui che prende il diploma di
scultura alla accademia Albertina di
Belle arti come allievo di Sandro
Cherchi.
Da anni si è trasferito a Rosingo
dove ha potuto acquistare un gran-
de casa che potesse contenere le
sue sculture che occupano molto
spazio e che in occasione di mostre
e personali vengono esposte.
Nel suo curriculum troviamo anche
l’attività di designer grafico per im-
portanti industrie, le sue prime atti-
vità espositive sono iniziate nel
1963 a Tokio, per proseguire poi,
con collettive e personali in Italia e
11
all’estero con numerosi premi e
riconoscimenti fra i quali: Gottem-
borg in Svezia, “The World Festival
of Art on Paper” di Kranj in Slove-
nia, “Isole dell’utopia” di Potsdam,
Germania, “Terre d’acqua” a Ver-
celli, “Notti di Luna – obscura iam
luce” al Castello di Moncucco Tori-
nese, “L’ho dipinto con…” alla Casa del Conte Verde di Rivoli,
“Symposium – Siviera” di Verbania, “Artissima” al Lingotto di Tori-
no, “Cubo: la scommessa dei cinque sensi” al Porto Antico di Geno-
va, “La cultura l’ingegno le mani” Carmagnola, “Cartasia” Città di
Lucca, “Itinerario di Carta” Città di Siena e la “Sofia International
Paper Art Biennial 2011”.
Con il suo ottimo italiano, che l’imperdibile inflessione giapponese
rende piacevolmente esotico, la sua arte che certamente è influen-
zata dalle luci e dai colori della nostra terra, le sue scelte che lo
hanno portato a vivere nella tranquillità delle nostre colline, il suo
carattere gentile e schivo non dissimile da quello della nostra tradi-
zione contadina,
possiamo considera-
re Hiroaki un nostro
compaesano hono-
ris causa e ci augu-
riamo che come
tutti gli altri eccel-
lenti artisti che han-
no eletto a dimora
le nostre colline, le
ammin i s t r a z i on i
sappiano valorizzare
anche come ele-
mento qualificante
del territorio queste
presenze. E’ appena
il caso di segnalare
che se soggetti par-
ticolarmente attenti
e sensibili alla bel-
lezza, come lo sono
gli artisti, scelgono
di venire a vivere
nelle nostre terre,
un motivo ci deve
essere, accogliamoli
quindi con favore e
con piacere. Per chi
poi non si acconten-
ta delle produzioni di massa ma cerca qualche bel prodotto artisti-
co, sia esso un quadro o una scultura da mettersi in casa o per
fare un regalo qualificante e di prestigio, siam certi che il Hiroaki
saprà stupirlo con gli effetti speciali creati dalla “luce di carta”.
Come fa la carta
Si fa macerare la corteccia di Kozo con Soda caustica, poi si di-
sfano le fibre aiutandosi con un martello di legno e si sciolgono
nell’acqua, quindi con un setaccio si raccolgono le fibre di cellulo-
sa che vengono a galla formando uno strato più o meno sottile
sulla rete, si spremono comprimendole e formando un foglio che
si fa essiccare.
Nelle fotografie
Nella pagina precedente: Hiroaki Asahara
spiega come prepara le sue opere, foto
accanto il maestro giapponese con il pro-
fessor Ermanno Barovero insegnante all’
Accademia delle Belle arti di Torino, di Can-
tavenna, in basso un particolare delle diver-
se “tessiture” di carta realizzate per com-
porre un’opera. In questa pagina, oltre alla
bandiera giapponese, sono visibili sculture
e quadri di Hiroaki. Per chi volesse appro-
fondire, l’artista è su facebook (profilo Hi-
roaki Asahara) e le sue opere sono reperibi-
li alla galleria d’arte Caracol arte contem-
poranea di Torino (www.caracolarte.it) -
Il suo telefono 0142 - 943864
A Gabiano risiede una azienda nota nel mondo per la produzione di fiori, ed in particolare di una specie: l’Iris, nota anche con il nome di Giaggioli. Il titolare dell’azienda è Augusto Bianco, piemontese che lavora e vive a Gabiano e svolge la sua attività che consiste nel creare ibridi sem-pre nuovi e più belli, il catalogo con-ta ormai circa 400 varietà di prove-nienza continentale ed altre conti-nueranno ad essere aggiunte in fu-turo. Augusto accudisce anche il grande vivaio adiacente la propria abitazione di Gabiano di Iris ed He-merocallis o Emerocallidi o Belle di giorno, altro fiore molto bello. A chi percorre la SP5 che nel capoluogo porta il nome di Via San Pietro, pro-prio davanti alle scuole elementari al civico 126, può vedere nella tarda primavera, il grande campo con le numerose coltivazioni di questi fiori che nel periodo di fioritura offrono uno spettacolo unico. E’ possibile anche visitare l’azienda e i fiori che produce previo appuntamento. Le Iris create dall’Augusto hanno avuto importanti riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali. Sempre lui in collaborazione ad altri esponenti del settore, ha contribuito alla realiz-zazione del libro-catalogo "Le Iris tra botanica e storia" promosso dal Mu-seo Regionale di Scienze Naturali di
Torino. Un volume che tutti gli amanti degli Iris posseggono, in esso si illustrano la collezione di Iris del Giardino Botanico Rea che è parte integrante del Museo di Scienze Na-turali di Torino e si trova in Val San-gone nel cuore delle Alpi Cozie a 450 metri di quota, inoltre si riportano i caratteri delle Iris, i consigli per la coltivazione, il collezionismo e la sto-ria della ibridazione in Italia. Il libro è ricco di illustrazioni e ha un com-pendio in inglese. Nei nostri giardini e lungo le strade delle nostre colline capita spesso di vedere questi bellis-simi fiori che assumono colori diver-sissimi fra loro a seconda delle varie-tà e che trovano nella nostra terra un habitat ideale. Non richiedono particolari cure e le varietà più rusti-che si moltiplicano con una certa facilità tant’è che ogni anno verso aprile maggio li vediamo fiorire qua-si per incanto senza aver dedicato a quei cespugli formati dalle loro lun-ghe foglie, particolari cure. Il più diffuso che ci può capitare di vedere è l’Iris germanico dalle tipiche tonali-tà di azzurro, ma le più ricercate so-no proprio tutte quelle varietà multi-colori che l’azienda di Bianco “crea” con un paziente lavoro di ibridazione che consiste nell’impollinare artificial-mente i fiori scegliendo le varietà più interessanti da “incrociare” per otte-
La patria degli Iris
IRIDE di Augusto Bianco
Via San Pietro, 126 15020 Gabiano (AL)
Tel/Fax 0142 945408 Cell. 328 2589282 www.biancoiride.it
nere varietà sempre più belle. L’a-zienda grazie al suo sito internet vende in tutto il mondo ed è cono-sciuta da tutti gli amanti di questo genere floreale. Se Coniolo ha sapu-to trarre fama dalle Rose che ne dite se Gabiano diventasse famosa grazie ai suoi Iris? Ma visto l’argomento trattato merita dare spazio alle im-magini che sono più eloquenti di tan-te parole (vedi anche la copertina).
Alcune delle infinite varietà di Iris prodotti da Augusto
Augusto Bianco nel suo vivaio a Gabiano