GARIBALDINI di PARMA… e dintorni · Quant erano davvero i Mille di Garibaldi? Che cosa li spinse...

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ISTITUTO STATALE D'ISTRUZIONE SUPERIORE “ZAPPA- FERMI” E-mail: [email protected] Tel.0525-97985 Fax 0525-921477 Sito web http://www.zappafermi.it Via G. Cacchioli, n° 9 43043 BORGO VAL DI TARO (PR) GARIBALDINI di PARMA… e dintorni (Laboratorio della Memoria dell’I.I.S. “Zappa-Fermi”) 1

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ISTITUTO STATALE D'ISTRUZIONE SUPERIORE “ZAPPA-FERMI”

E-mail: [email protected] Tel.0525-97985 Fax 0525-921477 Sito web http://www.zappafermi.itVia G. Cacchioli, n° 9

43043 BORGO VAL DI TARO (PR)

GARIBALDINI di PARMA… e dintorni (Laboratorio della Memoria dell’I.I.S. “Zappa-Fermi”)

1

ISTITUTO STATALE D'ISTRUZIONE SUPERIORE “ZAPPA-FERMI”

E-mail: [email protected] Tel.0525-97985 Fax 0525-921477 Sito web http://www.zappafermi.itVia G. Cacchioli, n° 9

43043 BORGO VAL DI TARO (PR)

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Ricerca strica degli student dele classi 4^A IGEA e 4^ TST

del’Ist i t u to Super io re “ZAPPA-FERMI ” di Borgo Val di Taro ,

coordinat dagli insegnant di Stria

GARIBALDINI di PARMA… e dintorni(classi 4^AI e 4^TST dell’I.I.S. “Zappa-Fermi”)

Quant erano davvero i Mille di Garibaldi?Che cosa li spinse a seguire intepidi

l’eroe dei due mondi?Da dove venivano?C’erano, ta loro, anche nosti contrranei?Se sì, quant erano, che età avevano, a quale cet sociale appartnevano?

Le ricerche da noi avviat con curiosità presso gli Archivi Strici Comunali del trritrio (in partcolare a Borgotaro, Bedonia e Compiano)1 sono risultate per ora deludent ed infutuose, ma non intndiamo cert abbandonare le pist seguìt2: sappiamo bene che i polverosi faldoni custo diti ai piani nobili dei nostr i palazzi municipali, se sfogliat con atenzione e soto la guida di persone competnt3, possono al’improvviso - anche dopo mesi di insuccessi - farci scoprire “l’ago nel pagliaio”, riportando ala luce cart preziose tali da consentre di alacciare ala stria globale (quela studiata sui libri come estema sintsi di una strminata bibliografa) pagine signifcatve ed iluminant dela stria locale4, spesso inesplorata ma a nosto avviso molt

1 Cfr . Prov inc ia di Parma , Guida agli Archivi Storici Comuna li 2002 , a cura di Chiara DAZZI (coordinament generale di Car la GHIRARD I e Luciana SERAF IN I ), Tipografa La Colornese, Parma 2003, pp. 160. 2 Ultmata con esit negatvo l’analisi del cartggio giacent presso l’ASC di Borgotaro (Registri delle deliberazioni

consiliari, Militare, Guardia Nazionale, Varie… del periodo 1859-1900), ci siamo orientati verso altr i Arch iv i Comuna l i del trritrio, che, insieme agli Arch iv i di Stato ed agli Arch iv i parrocch ia l i , dovrebbero consentrci di individuare con soddisfazione document originali di sicuro intresse per la nosta indagine.3 Si ringraziano per la generosa disponibilità il dr. Roberto SPOCCI (diretore del’Archivio Strico Comunale di Parma), l’archivista dot.ssa Franca MANZIN I ed i sigg. Angela BICOCCHI , Aronne BIASOTTI , Danie la LEONARD I ed Isabel la SQUERI (responsabili degli Archivi Strici Comunali di Borgotaro, Bedonia e Compiano).4 “Archivi e bibliotche sono la fontana di Memoria, luoghi in cui la società ha atuat la moltplicazione e la conservazione dela memoria coletiva grazie al linguaggio scrito; luoghi da esplorare, scandagliare, che resttuiscono innumerevoli document e innumerevoli strie. Si tata di lavorare con metdo scientfco, intecciando stor ia genera le e stor ia settor ia le, mond ia le con locale , metdologia strica e ricerca striografca, ricerca didatica e saggistca…”: Roberto SPOCCI, Alla fontana di Memoria. Fonti e documenti per la

storia di Parma , in Storia di Parma , I (I caratter i originali ), Parma, M.U.P., 2008, p. 97.

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utle come contibut originale per confermare o conftare le torie generali formulat dagli studiosi di questa matria così avvincent e così diversament intrpretata: “magistra

vitae” per alcuni; “magistra di nient che ci riguardi” per alti, amarament consapevoli dela paradossale incapacità degli uomini di tarre insegnament dala memoria.Nel nosto lavoro, che dunque è soltant agli inizi e che intndiamo sviluppare nel corso del prossimo anno scolastco in vista dela celebrazione del 150° del’Unità, abbiamo preso le mosse dal contibut dela prof.ssa Carlota Sorba al volume sui carateri originali dela Storia di Parma5, saggio che ci ha permesso di prendere coscienza del contst socio-economico, politco e culturale in cui si coloca l’impresa dei Mile e dei rifessi locali dele vicende risorgimentali, e dai dat per noi più agevoli da reperire: quell i ricavati da Internet e dall e biblioteche locali.

Dall a rete 6 abbiamo ricavato un primo dato ufficiale: i Mil le che partciparono ala spedizione del 1860 frono 1.089 , secondo la lista pubblicata sull a Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia in data 12 novembre 18787, compilata sula scorta del’elenco stlat nel 1864 dal Ministro dela Guerra, del prospeto dei pensionat fa i Mile di Marsala e dele notzie fornit dala varie autrità del 5 Car lotta SORBA , Da Ducato a Provincia . La città, lo Stato e il peso della memori a , in Storia

di Parma M.U.P., I, cit. , pp. 517-545.6 Cf. http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/garibal7.htm

7 Cf. supplement al n. 266 dela Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, Elenco dei Mille di Marsala , 12 novembre 1878. Sul sit indicat ala nota precedent - che rinvia al’album fotografi co dei Mille con i ritati pubblicat dal patr iota Alessandro PAVIA , ammirato re di Garibaldi (Indice completo dei Mille sbarca ti a

Marsala eseguit da Alessandro Pavia , Genova, 1870) ed al relatvo CD-Rom - per ognuno dei Garibaldini del’elenco ufciale sono riportat (se not):

cognome, nome, pater nità , luogo e data di nascita , residenz a, attività lavorativa e/o condizione, eventua l e data di morte.

Cf. anche: Wladim i ro SETTIMELL I , Garibaldi. L’album fotografi co , Firenze, Alinari, 1982, pp. 176; Marco MONNIER , Garibaldi. Rivoluz ione delle Due Sicilie , prima versione dal fancese col ritato di Garibaldi in fotgrafa, Napoli, Albert Dektn, 1861.

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Regno, ma a quel’elenco lo stsso Garibaldi vole aggiungere 29 persone (non menzionat nei document governatvi) ed alte 16, ta cui la sua Anita, da lui considerat “meritvoli di stare accant ai Mile”.

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La voce I Mille di Wikipedia8 fornisce una sintsi dele proveni enz e dei “garibaldini di Marsala” :

• Lombardia 435 • Liguria 163 (inclusi 3 Nizzardi) • Veneto 151

8 Cf. http://it.wikipedia.org/wiki/I_Mille.

Per far luce sula spedizione dei Mile e sul contst politco e socio-economico si rinvia a:Lucio VILLAR I (a cura), Il Risorgi mento. Storia, documenti , testimoni a nz e , vol. 7° (Dall’Unifi caz ione a Roma capita le ), ed. L’Espresso, 2007;Giorg io CANDELORO, Storia dell’ Italia moder na , vol. 4° (Dalla rivoluz ione naziona le

all’Unità. 1849-1960 ), Milano, Feltr ineli, 1964, 1980 (1^ ediz. Universale Economica Feltr ineli), con bibliograf i a ale pp. 562-565.

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• Trentino 11 • Alto Adige 1 • Friuli 21• Piemonte 29 • Emilia-Romagna 39 • Toscana 82• Umbria 5• Marche 11• Lazio 9• Abruzzo 1• Campania 17• Calabria 18• Puglia 4• Basilicata 1• Sicilia 42• Sardegna 3 Targa a Rose Montmasson a Firenze

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Si segnalano anche un corso, un ticinese, un corfiota e l'unica donna nell'elenco, nativa della Savoia: Rose Montmasson 9 , dett a Rosal ia, moglie di Francesco Crisp i . I rimanenti erano nati all'estero, o di

provenienza ignota, o stranieri.

Parma , cui Giuseppe Garibaldi avrebbe fato visita - tionfalment accolt - dal 30 marzo al 2 aprile del 186210, diede un important contibut ala spedizione partta da Quart: c’erano anche 17 parmensi ta i “Mi l le ” che sbarcarono a Marsala e che, da maggio a otobre del 1860, soto la guida del’Eroe dei due

9 Cf. http://it.wikipedia.org/wiki/Rosalia_Montmasson:

“Di famiglia povera e di gradevole aspeto, Rose conobbe il fturo marit nel 1849, durant l’esilio piemontse, quando lei svolgeva le umili mansioni di lavanda ia e sti rat r i ce , mente Crispi era un giovane rivoluzionario, rifgiatsi in Piemont dopo il faliment dela rivoluzione indipendentsta siciliana del 1848.In seguit al sofocament dela cospirazione mazziniana a Milano, nel 1853, Crispi f costeto a lasciare il Piemont e riparare a Malta. Rose lo seguì e i due si sposarono, nel’isola meditrranea, per poi tasferirsi a Parigi, dove vissero fno al 1858, quando frono espulsi dala Francia, sospetat di complicità con Felice Orsini, e forzat a raggiungere Giuseppe Mazzini a Londra.La coppia trnò in Italia nel 1859, durant la seconda guerra d’indipendenza, subit prendendo contato con le compagini garibaldine che preparavano lo sbarco in Sicilia e colaborandovi ativament.Nel marzo 1860, Rose s’incaricò dela pericolosa e solitaria missione di raggiungere Messina, a bordo di un vapore postale, afnché i patiot siciliani rendessero possibile lo sbarco di Rosalino Pilo e Giovanni Corrao. Proseguì poi per Malta per avvertre i rifgiat Italiani del’imminent spedizione e, sempre con il vapore postale, trnò a Genova, in tmpo per unirsi ai Mil le , dei quali f l’un ica partec ipante femmin i le . La leggenda vuole che si tavestì da militare per imbarcarsi sul “Piemont“, contavvenendo al’ordine del marit di restare a Quart. Durant la spedizione dei Mile si occupò prevalentment dela cura dei fer i t i , già dall a bataglia di Calatafmi operò ta i combatent per portare in salvo i colpit e, nel’occasione, non disdegnò di imbracciare il fcile. Incessant f la sua opera nele ambulanze di Vita, Salemi e Alcamo, dove i siciliani la ribatezzarono Rosal ia , nome che contassegnò poi tuta la sua esistnza, tant da essere taspost come vero anche sula sua lapide.Dopo la nomina a deputat del marit, seguirono alcuni anni di vita relatvament tanquila, trminata qualche tmpo dopo il tasferiment dela coppia a Roma, quando venne ripudiata da Crispi, il quale denunciò l’irregolarità del matimonio contato a Malta. Il motvo di litgio ta i due, probabilment, f il voltafaccia di Crispi che abbandonò i repubblicani per schierarsi con i monarchici; una scelta che nel’ingenua e semplice visione di Rosalia dovete apparire, invece che una studiata mossa politca, come un tadiment dei compagni di tant avventure e degli ideali per i quali avevano combatut.Il 26 gennaio 1878 Crispi prese in moglie Lina Barbagalo, giovane e avvenent leccese, di nobile ceppo borbonico, dala quale aveva avut una fglia cinque anni prima. Il matimonio provocò un grande scandalo che coinvolse anche la regina Margherita di Savoia, la quale si rifutò pubblicament di stingere la mano al ministo Crispi, dopo aver presa visione dela copia fotgrafca del’ato di matimonio celebrat a Malta. Lo scandalo portò a un processo per bigamia nel quale Crispi venne assolt, avendo i giudici accertata l’irregolarità formale del matimonio maltse, consistnt nel fato che il pret celebrant era in quel moment sospeso a divinis per la sua atività patiotica. Rosalia rimase a Roma, sopravvivendo con la pensione assegnata ai Mile; morì in povertà e dimentcata dal mondo risorgimentale, tant che la sua salma venne tumulata in un semplice loculo, concesso gratuitament dal comune nel cimitro del Verano, ove ancora riposa”.

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mondi posero fne al dominio dei Borbone sul Regno dele Due Sicilie, passo decisivo in direzione del’unità d’Italia.11

Ecco i loro dat i anagraf ic i estapolat dal’elenco pubblicat sula G.U. del 1878: 043 BACCHI Luigi Giuseppe di Angelo, nato a Parma l'11 settembre 1843, residente a Genova, giornaliere. 127 BODINI Dario di Pietro, nato a Parma il 20 marzo 1830, ivi morto il 9 marzo 1867. 166 BOZZANI Eligio di Pietro, nato a Fontanellato l'11 febbraio 1839, residente a Parma, proprietario. 226 CANTONI Angelo Maria di Ferdinando, nato a Mezzani Rondani il 15 ottobre 1829, imbianchino, morto il 23 dicembre 1867. 227 CANTONI Lorenzo di Geremia, nato a Parma il 10 agosto 1830, ivi residente, bracciante. 324 CORTESI Francesco di Giovanni, nato a Sala Baganza il 18 agosto 1833, ivi residente. 453 FRANZONI Guglielmo di Natale, nato a Parma il 26 gennaio 1842, ivi residente, bracciante. 488 GASTALDI Cesare di Giovanni, nato a Neviano degli Arduini, il 15 marzo 1838, residente a Parma, bracciante. 571 MAGNI Luigi di Giovanni, nato a Parma l'8 febbraio 1840; il padre di lui cessò di vivere prima del 1850; la madre, Rosi Luigia, nell'aprile 1851. Di Luigi e del fratel suo Giovanni le autorità di Parma non hanno notizie di sorta, perché da molti anni essi di là partirono, né se ne seppe più nulla: vuolsi però sieno morti in altri paesi prima del 1870. 614 MATTIOLI Angelo di Evangelista, nato a Parma il 12 agosto 1837, ivi residente, bracciante. 682 NARDI Ermenegildo fu Pellegrino, nato a Parma il 29 dicembre 1824, morto il 7 aprile 1867. 763 PESCINA Eugenio di Luigi, nato a Borgo S. Donnino il 15 maggio 1843, residente a Parma, scritturale. 910 SCACAGLIA Ferdinando fu Antonio, nato a Beneceto il 5 dicembre 1823, residente a Bologna, muratore. 969 TAGLIAVINI Pietro di Giacomo, nato a Parma il 13 maggio 1833, ivi residente, bracciante. 974 TANARA Faustino di Giacomo, nato a Langhirano il 16 febbraio 1833, (già) affittuario, morto il 5 ottobre 1871. 987 TERZI Oreste di Biagio, nato a Parma il 20 maggio 1843, residente a Sarzana, libraio.1004 TOMMASINI Gaetano di Ferdinando, nato a Vigatto il 15 aprile 1842, residente a Parma, bracciante.

Erano tuti giovan i (massimo 36 anni, età media inferiore ai 25 ) e ben tre di loro, al moment di salpare da Quart, non avevano ancora compiut i 17 anni.

Un bel ritato di Faust ino Tanara di Langhirano, ufciale dei bersaglieri “pallido, ardito e bello” , non ancora trentenne anche se già dotat di una notvole carica carismatca, compare nele celebri memorie di Giuseppe Cesare ABBA 12: “Leonforte, 11 luglio.

10 Cf.: Gazzetta di Parma , 25/06/1956; 2/12/1957; 7/04/1959; 30/03/1969; Ferd inando BERN IN I , Storia di Parma , Parma, Batei, 1954.

11 A quei 17 uomini la Provincia di Parma ha reso recentment omaggio con una targa nela sede di piazza dela Pace: “La Provincia di Parma, riconoscente, rende omaggio ai suoi Garibaldini facenti parte

della spediz ione dei Mille”. La posa dela targa, contnent i nomi dei 17 garibaldini parmensi ativi in Sicilia (dei 43 che si erano imbarcat a Quart), è avvenuta la matina del 3 giugno 2008 nel’ambit dele celebrazioni per il bicentnario dela nascita di Giuseppe Garibaldi, a seguit di un ordine del giorno votat in proposit dal Consiglio provinciale.

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Il capitano Faustino Tanara solo, ritto su d'un poggiolo, guardava co' suoi piccoli occhi l'orizzonte largo; pareva un aquilotto che stesse cercando una direzione per provarsi a volare. Sulla sua faccia ride l'anima franca e ardita , ma non v'è mai allegrezza piena. Eppure la certezza d'essere amato da tutti dovrebbe fargli gettare sprazzi di luce dal core. Che dolce natura! Il più meschino soldato gli è carissimo, persin Mangiaracina, un siciliano di non so che borgo dell'Etna, testone che pare un maglio in una parrucca fatta di pelle d'orso, e ha gli occhi sotto certe grotte, da dove guardano come due malandrini appostati. Un dì vidi Tanara in collera, stanco di Mangiaracina che butta le gambe come un ippopotamo e fa rompere il passo alla compagnia. Gli prese l'orecchio e pizzicando gli disse: «Ma tu perché ci sei venuto con noi; e l'Italia che se ne deve fare della carnaccia tua?». Mangiaracina gli si empirono gli occhi di lacrime, e guardando il suo Capitano come fosse stata la Madonna, umile e dolce rispose: «Cabedano, ci aggio 'no core anch'io». Tanara gli strinse la mano.

Egli ha trent'anni . In battaglia si trasforma. La sua persona nervosa guizza, scatta , squarci a come saetta nelle nubi. Allora tutti lo ammirano; si teme di vederlo l'ultima volta: dopo si rincantuccia malinconi co ; non gli si può cavare una parola...”

Fra i 13 parmensi di cui si conosce la condizione lavoratva c’erano 6 bracciant i , 1 giorna l ie re, 1 muratore, 1 imb ianch i no , 1 aff i t t ua r i o , 1 scr i t tu ra le, 1 l ib ra io e 1 propr ie ta r io ;

erano dunque in larga maggioranza, e in misura decisament superiore rispeto ala fequenza nel composit esercit “variovestt”13 sbarcat a Marsala, di estraz ione popolare 14.

12 Giuseppe Cesare ABBA , Da Quarto al Voltur no. Noterelle di uno dei Mille, Milano, Mursia, 1967.13 “Solo 150 hanno la camicia rossa. I più sono vestt in maniera disparata: variovesti ti , li defnirà Garibaldi, con un efcace neologismo”: Alfonso SCIROCCO, Garibaldi : battagli e, amori, ideali di un cittadino

del mondo , Bari, Latrza (Economica L.), 2007, pp. 241-242. Sule “divise” multformi e variopint dei Mile si consiglia la letura dela vivace descrizione di uno dei più efcaci memorialist del’epopea garibaldina: Giuseppe BANDI , I Mille. Quei ragazzi che andarono con

Garibaldi , Roma, Nuovi equilibri, colana Eretica speciale, 2009.Sull a “screz iata assemblea ” cfr . anche: Denis MACK SMITH , Garibaldi. Una grande vita in

breve (1956), Milano, Oscar Mondadori, 2009, p. 110. 14 “Sono profession is t i , student i , art ig ian i , opera i : ta loro si contano al’incirca 250 avvocat i, 100 medic i, 20 farmacist i , 50 ingegner i e alt ret tant i capi tan i di mare , un cent ina io di commerc iant i , una decina di art is t i , pit to r i e sculto r i ; c’è qualche prete ; è present una donna , Rosalia Montmasson, moglie di Crispi, in abit maschile. Sono quasi tuti italiani, e in gran maggioranza setentionali…; i sudd i t i borbon ic i sono meno di un cent ina io. Ci sono vetrani e reclut, patiot sfggit ale forche e ale prigioni, idealist che inseguono sogni di gloria, leterat in cerca di emozioni, infelici che desiderano la mort, miseri che sperano in una sistmazione. Il più anziano, Tommaso Parodi, ha quasi settant’ann i ; il più giovane, Giuseppe Marcheti, di Chioggia, partt col padre, di anni ne ha und ic i .”: A. SCIROCCO, Garibaldi , cit., p. 241.“Profession ist i e inte l le t t ua l i in gran part, il rest opera i ed art ig ian i .”: Lucio VILLAR I , Bella e

perduta. L’Italia del Risorgi mento , Roma-Bari, Latrza, 2009, p. 277.

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Anche il n. 141 del’elenco ufciale, BONI Fedele di Giovanni, nat a Modena il 24 aprile 1833 ma resident a Parma, era bracciante come i più di loro.

C’erano invece prevalente mente art ig ian i (fornai, calzolai, osti …) o imp iegat i, ma anche un l ib ra io e un mar inar i o , ta i giovani provenient dala vicina Lunigiana: da Bagnone a Fosdinovo, da Lerici a Massa e Carrara15.

L’esame dela lista ufciale dei Mile non consent di individuare giovani dell a Val Taro o dela vicina Pontremol i (già capoluogo dela Lunigiana

15 17 ANDREOTTI Luigi di Francesco, nat a S. Terenzo (Sarzana-Lerici) il 20 febbraio 1829, mort in Lerici il 26 aprile

1871. 58 BARACCHINO Luig i Andrea di Domenico, nat a Livorno il 29 setembre 1835, resident a Sarzana. 118 BIANCH IN I Massimo di Giovanni, nat a Livorno il 16 gennaio 1844, resident a Carrara, forna io.224 CANIN I Cesare f Giuseppe, nat a Sarzana il 30 marzo 1841, resident a Fosdinovo.269 CASTELL IN I Francesco Maria di Angelo, nat ala Spezia l’11 novembre 1843, resident a Genova, oste .360 DEBIAS I Giuseppe di Angelo, nat a Pugliolo fazione del comune di Ler ic i , il 23 novembre 1828, resident a

Genova, mar ina io.418 FACCIN I Onesto di Domenico, nat a Ler ic i il 10 luglio 1828, resident a S.Pier da Pont (Firenze), calzola io.455 FRED IAN I Francesco fu Carlo, nato a Massa il 14 maggio 1829, già sototnent nei bersaglieri, resident a Cairo,

imp iegato posta le egiziano, inscrito nela tsoreria di Lecce.661 MONTEVERDE Giovann i Batt ista di Giovanni Batista, nato a S.Terenzo il 9 gennaio 1831, resident a Genova.686 NELL I Stefano f Domenico, nat a Carra ra il 31 maggio 1837, resident a Lucca.706 ORLANDI Bernardo f Giuseppe, nat a Carra ra il 31 marzo 1836, ivi resident, r icev i to re del lotto.825 RASO Paolo Luig i di Domenico, nat a Sarzana il 3 dicembre 1832, ivi resident, panett iere.842 RICCION I Fi l i p po fu Luigi, nato a Pàst ina di Bagnone (o a Ligonchio?) il 26 maggio 1836, giorna l i e re.987 TERZI Oreste di Biagio, nat a Parma il 20 maggio 1843, resident a Sarzana , l i b ra io .iovan1833

Sula spedizione dei Mile come “guer ra di popo lo ” cf.: Alberto M. BANTI e Marco MONDINI, Da Novara a Custoz a; culture militari e discorso

nazionale tra Risorgi mento e Unità , in Stor ia d’ I ta l ia Einaud i , vol. 28 (L’elmo di Scipio.

Dall’Unità alla Repubbli ca ), Milano, Il Sole 24 Ore, 2006, pp. 317 sgg.Massimo L. SALVADORI (a cura), La Storia UTET, vol. 11 (Risorgi mento e rivoluz ioni nazionali ), ediz. aggiornata 2004, pp. 270 sgg.

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Parmense)16 ta i garibaldini impegnat per tute le operazioni nela Liberazione del Meridione17.

Sono tutavia not - anche perché ricordat da targhe e lapidi commemoratve coeve o più recent o da saggi di studiosi locali - diversi nomi di soldat i e volontar i del cr ina le tosco-emi l iano att ivi nell e guer re

d’indipendenz a e/o nele campa gne dirette da Garibaldi :

Pietro di Bartlomeo Ferrar i del 14° Reggiment Fantria “Pinerolo”, nat a Borgotaro nel 1834 e mort in combatiment a San Martno dela Bataglia il 24 giugno 1859;18

16 Negli anni precedenti la costtuzione del Regno d’Italia (1848-1859) i Comuni di Pontremol i , Zer i, Fi lat t ie ra, Mulazzo, Vi l l af ranca e Bagnone facevano part dela Lun ig iana Parmense.Cf., a tale proposit:Manfredo GIUL IAN I , La Lunigiana Parmense prima e dopo il 1859 , Parma, 1939;Ugo FOLLONI , Il trattato di Firenz e e la costituz ione della Lunigiana Parmense , in “Studi Lunigianesi”, anno I, n. 1, Vilafanca nel Ducat di Parma, a cura del’Associazione “Manfedo Giuliani”, Pontemoli, 1971, pp. 9-13.17 “Quest partcolare, certament non tascurabile, spinge a considerare che nel’alta Lunigiana del tmpo (e nell’alta

Val Taro, n.d.r.) il colegament informatvo e la propaganda conseguent non erano adeguat ale necessità, né si registavano con tmpestvità le situazioni nuove degli Stat confnant…: l’assenza ta i Mile sembra si debba atribuire a tale motvo più che ala mancanza di un personaggio tascinatre…”: Nico la MICHELOTTI , I

Garibaldini Pontremol esi , in “Archivio Strico per le Province Parmensi”, vol. 34°, anno 1982, Parma 1983 (pp. 99-117), p. 110.

18 A Pietro Ferrar i , il cui nome è scolpit a San Martno nel’ossario del 14° Fantria, è dedicata un’epigrafe commemoratva soto i portci del municipio di Borgotaro: cf. htp://www.giacomobernardi.it/sanmartno.htm.

Sul’epica bataglia di San Martno e sul suo altssimo prezzo in vit umane cf. VILLAR I , Bella e perduta , cit., p. 272.

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Giuseppe Bertucc i , patr io ta e fotografo nat a Bard i il 5 agost 1844 e mort a Verona nel 1926;19

19 “Figlio di Marco, Giuseppe Bertucc i nacque a Bardi (Val Ceno) il 5 agost 1844 in una famiglia nota per gli ideali liberali e l’avversione ala dominazione staniera. Lo zio Giuseppe (Bardi, 1784-1856) not avvocat e giacobino, f uno stenuo oppositre del governo austiaco e per le sue idee liberali f costeto più volt al’esilio e al carcere.Giovanissimo, a quindici anni d’età, abbandonò il colegio dove fequentava gli studi per inseguire l’irresistbile mit di Garibaldi. Partcipò con entusiasmo e valore ta i “Cacciatri dele Alpi” ad azioni di guerra nela campagna del 1859, ala liberazione del’Italia meridionale del 1860-1861 e all a trza guerra di indipendenza del 1866 in Trentno nel 2° Reggiment Volontari Italiani comandato dal te nent colonnelo Pieto Spinazzi del Corpo Volontari Italiani, meritandosi una medaglia al valore nela Bataglia di Pont Cafaro del 25 giugno e nela bataglia di Bezzecca.

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Nel 1867 seguì nuovament Garibaldi nela campagna del’Agro Romano lotando nelo sfortunat giorno dela bataglia di Mentana. Nel 1870 f ala presa di Roma ta le fle del’esercit regolare italiano.Iniziò l’atività di fotgrafo a Mantva, per poi tasferirsi a Verona nel 1882, con la moglie e i primi quatro degli oto fgli. Aprì lo studio fotgrafco in Stadone S. Tommaso dedicandosi ala ritatistca: lo studio, vicino al fi ume Adige, f danneggiat il 17 setembre delo stsso anno dal’aluvione che egli ben documentò con 42 eccezionali fotgrafe . In seguit tasferì lo studio presso le Arche Scaligere, con una succursale in via Pont Umbert. Nei primi anni del ‘900 iniziarono a colaborare con il padre alcuni fgli che poi proseguirono l’atività fno al 1958.Fu premiat da Umbert I di Savoia per le fot del’inondazione del Veronese del 1882, da Vitorio Emanuele III per le immagini scatat durant il trremot di Calabria del 1908, e da “Sua Altzza Reale Principe Amedeo”.Alo scoppio dela prima guerra mondiale, nonostant avesse alora 71 anni d’età, tmpra da vecchio garibaldino, avrebbe volut presentarsi ancora volontario per la liberazione del Trentno, ma il suo gest gli f impedit solo dala ferma opposizione dei suoi familiari.Morì nel 1926, nela casa di S. Maria in Chiavica e ai suoi fnerali, a cui partcipò anche il pitore Angelo Dal’Oca Bianca, f ricordat tant il patiota quant il grande fotgrafo.”: htp://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Bertucci. Cf. anche Roberto LASAGNI , Dizionario biograf i co dei Parmigiani , voce Giuseppe Bertucci .

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Giuseppe BERTUCCI

Lu ig i Gonizzi 20 , dett o Barsanti , nato a Compiano nel 1834, finanz iatore clandestno dei volontari dele campagne garibaldine, applicat al Dicastro dele Finanze del Ducat di Parma (1857), applicat di pubblica sicurezza (1859), uff ic ia le gar iba ld i no (1860) e infi ne uffi ciale del’Esercit regio (1862);21

20 Vedasi ala pagina successiva l’atto di nascita , in: ASC Compiano, Reg. atti nascita , anno 1834, n° 138 .

21 Cfr . Intervento del pronipote Dott. Giancarlo Tedeschi (1^ e 2^ parte) in: h tp://www.prefetura.it/parma/ - Pubblicazioni - Atti del Convegno "La tradizione repubblicana in Italia" (9 febbraio 2007).

Cf. ibidem: “E’ lo stsso Luigi Gonizzi che il 5 otobre 1859 ofrì la pistla al Cont piacentno Luig i Anvi t i per consentrgli di suicidarsi in modo onorevole evitando il possibile massacro ad opera dela popolazione infriata che più volt tntava di forzare l’ingresso ala caserma degli ex dragoni (oggi via Bodoni). Nel libro di Modest Fuloni stampat dala Tipografa Aroldi, Casalmaggiore 1876, e ristampat con un nuovo ttlo dala editice PPS di Parma nel 1994, è riportat il coloquio ta un carabiniere e lo sfortunat colonnelo:Un Carabiniere presentssi a lui dicendogli: ‘Sig.Colonnello Ella è un soldato.... Prenda questa pistola; per lei non v’é più altro scampo, non dia

loro la soddisfazione d'averlo vivo’. Il vile rispose: ‘Non ho il coraggio di farlo’. Il carabiniere citat dal Fuloni è in realtà l’applicat di pubblica sicurezza Luigi Gonizzi, tstmone partcipe ale fasi del drammatco event che fnirà in tagedia. Nel libro di Rocco Piscitli edit dala Tipografa La Nazionale in Parma 1962 viene precisat dal’autre che il periodo del 1859 è caraterizzat dal tapasso dal’antco al nuovo dominio, dai Borboni al’Italia unita”.

Sul’atoce fne del colonnelo Luigi Anvit, che era stat crudele e dispotco fnzionario del’odiat duca Carlo III (assassinat nel 1854), cf. Anna CERUTI BURGIO , Anviti, una pagina nera , in “Gazzeta di Parma”, 05/10/2009;cf. inolte C. SORBA, Da Ducato a Provincia , in Storia di Parma M.U.P., I, cit., pp. 527-528.

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dal’ato di nascita - che reca la data del 4 otobre 1834 e f stlat da Giacomo Maggi, “Sindico Delegato” del Comune di Compiano, Disteto di Borgotaro, Ducat di Parma - risulta che:

Lu ig i Miche le Fortunato Gonizz i nacque il 2 ottobre 1834 “ale ore una pomeridiane”; suo padre (il dichiarant) si chiamava Domenico , aveva 52 anni ed era propr ieta r io ; sua madre si chiamava Luig ia Lim id i; i te sti moni fu rono Giuseppe Cardinali di 56 anni, agricolto re analfabeta (illetterato), e Francesco Corvi, di 56 anni, entambi domiciliat a Compiano;

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Ato di nascita di Luigi di Domenico GONIZZI (ASC Compiano, anno 1834, ato n° 138)

Pompeo Spagnol i , di Giovanni e Margherita Ceppell ini, nato a Pontremol i in una casa dela piazzeta di San Geminiano l’8 otobre 1829 e mort il 3 dicembre 1897, barbiere provenient da una famiglia di matera ssa i , eroe popolano più volt incarcerat, volontario a

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Curtatne e decorat dal re Carlo Albert con medaglia d’argent al valor militare appena diciannovenne, garibaldino intr epido in difesa dell a Repubblica romana insieme ai concitt adini Giuseppe Focacci e Pietro Dani , poi Cacciatre dele Alpi, camicia rossa dala Sicilia a Capua, infne combatent a fanco di Garibaldi in Trentno e anche a Mentana, dove riporta una grave ferita;22

22 Cf. Garibaldini pontremol esi , in Il Campanone 1961-1962 , Pontemoli, Ed. Cità del Libro, 1961, pp. 52 sgg.; cf. inolte MICHELOTTI , art. cit. , pp. 112-113, e Gian Car lo DOSI DELFIN I – Nicola ZUCCHI CASTELL IN I , Le epigrafi di Pontremoli , Genova, Compagnia dei Librai, 1989, pp. 66-67.

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Enr ico Butt i n i (1830-1859) , nato a Pontr emoli da famiglia

borghese (padre farma ci sta ), student di giurisprudenza, volontario dopo la disfata di Novara, “banditre di italianità” fa universitari e popolani, cospiratre ed agitatre, arrestat dopo l’uccisione del duca Carlo III e mort a Pontemoli a seguit dela malatia contata per la prigionia soferta23.

23 Cf. MICHELOTTI , art. cit. , pp. 113-114, e DOSI DELF IN I – ZUCCHI CASTELL IN I , Le epigrafi

di Pontremoli , cit., pp. 64-65:“Enrico Butini si alontana da Pontemoli nel’aprile del 1849 al’avvicinarsi degli Austiaci dela brigata Kolovrat;va a Lucca per arruolarsi volontario nel’esercit tscano, ma la caduta del Guerrazzi e la restaurazione granducale lo inducono a passare in Emilia come molt alti volontari;combate a Bologna e ad Ancona; da Ancona raggiunge Roma e il 3 luglio di quel 1848 è ta i 4500 che lasciano Roma al seguit di Garibaldi; quando la colonna garibaldina si scioglie si imbarca ad Ancona per Corfù;;da qui, tascorsi due anni, si porta in Piemont e può infne rientare nel Ducat parmense. A Parma riprende gli studi universitari ma ala mort di Carlo III viene arrestat; liberat, rienta a Pontemoli e diviene uno dei membri più ativi del locale comitat dela Società Nazionale del La Farina;nel maggio del 1859 fa part di un governo provvisorio che ha breve vita; ristabilit in Pontemoli il contolo dele autrità ducali si rifgia a Sarzana con tuti gli alti per colaborare con quel comitat dela Società Nazionale;già minat nel fsico, cade ammalat e a Sarzana muore il 31 luglio 1959 senza potr rivedere Pontemoli.”

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Vincenzo Ferrett i , nato a Pontremol i il 9 dicembre 1842 da Domenico, negoziante benestant, e da Maria Antnieta Cinquanta, apprendi sta a Livorno in un pastfcio subit prima di arruolarsi con i garibaldini; ferit il 2 otobre 1860 combatendo eroicament al Volturno, morì a Napoli nel febbraio 1861.24

A lui è dedicat il raccont di Ami lcare Laur ia inttlat Un ragazzo

dei Mille 25 , con il quale ci piace concludere la prima part del nosto lavoro:

24 Cfr. Il Campa none 1961-1962 , cit. , pp. 57-61, e MICHELOTTI , art. cit. , p. 114. Tra i garibaldini pontemolesi Nicola MIcheloti ricorda anche Giuseppe FUGACCI (1829-1904), Teodoro REGHIN I (1841-1886), i fatli Vitto r io, Car lo e Giacomo PAROLIN I e Gugl ie lmo GIUMELL I (1848-1932). Per ultriori ragguagli sule più signifcatve fgure di garibaldini dela Val di Magra, cf. anche Lu ig i CERESOLI, I Garibaldini

dell’Alta e Bassa Lunigiana , in “Cronaca e stria di Val di Magra”, anno XXV (1996), Aula 1996, pp. 171-200.

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“Guardai i nuovi feriti, ed uno stupore grande mi prese, nel fissarne uno.E’ una donna? – domandai al chirurgo che li accompagnava.- No, è un ragazzo di 17 anni.

Disteso nella barella, col capo abbandonato, inerte, pareva un cadavere. Bianchissima la pelle; cerea nel viso, quella figura di madonnina aveva risalto dai fiotti di

capelli rossi che gli si sparpagliavano per la testa e lungo il collo. Anche le ciglia eran rosse, e nessuna peluria gli si vedeva sul labbro e sul mento.

Mentre il dottore mi parlava dello stato gravissimo di quel ragazzo e dell’impossibilità di amputargli la gamba destra, da cui la palla non s’era potuta estrarre…, il ferito aprì gli occhi azzurri come quelli di una bambina….

Non appena lo potette, cominciò a parlare con una voce esile, di bambina.Era di Pontremoli, figlio di un negoziante ricco, e si chiamava Vincenzo Ferretti.Aveva voluto arruolarsi per vedere il Generale, e moriva senza averlo visto; ne era

inconsolabile…- Sa, Signora? Ho fatto anch’io il mio dovere come gli altri. Ero tra i primi, avanti, avanti a tutti… e il Generale non l’ho visto.

E piangeva, piangeva in uno stato d’indebolimento che faceva male a vedersi…Pochi giorni dopo, fra gli inservienti e le suore era un grande affaccendarsi per render pulite le

corsie, per mettere ordine ai letti, affinché nell’ospedale tutto avesse un aspetto meno squallido.Ai pochissimi feriti rimasti s’eran mutate le lenzuola, le camicie, pareva li avessero

apparecchiati per una festa. Avevan lustrato financo il piancito di marmo.Due chirurghi andavano su e giù, impartendo ordini. Che cosa avveniva? Avrei dovuto

comprenderlo dalle fisionomie raggianti dei feriti, da quella nuova vita che li aveva animati subitamente.

Ferretti medesimo era rinato. Gli brillavano straordinariamente gli occhi ed un po’ di roseo gli era comparso sulle guance smagrite.

- Signora! Signora! Lo vedrò finalmente! Era da tanto che non lo speravo più… - esclamò, con una strana animazione nella voce.- Ma chi… chi vedrete?- Il Generale!

Garibaldi aveva voluto visitare SS. Apostoli.Di lì a poco, fuori, risonarono rumori di sciabole e voci concitate, rispettose, mentre, nella via, si sentiva l’eterno grido della folla entusiasta che sempre accompagnava il Generale…Garibaldi, accompagnato dal suo Stato maggiore, incominciò la visita negli ultimi letti…Finalmente, dopo che si fu trattenuto a parlare a lungo con ciascun ferito, arrivò al capezzale di Ferretti.

Allora potei vedere Garibaldi, per non dimenticarlo più mai.

25 Cf. Ami lcare LAUR IA , Un ragazzo dei Mille , nel volume Le Garibaldine: memori e del 1860 a Napoli , Torino, Steglia, 1904.

21

Quella sua stupenda figura m’è rimasta impressa nell’anima, e di là l’evoca la mia memoria. Adesso è come l’apparizione in un sogno: i tratti del viso di quell’eroe leggendario mi tornano alla mente per commuovermi.Per me la splendida aureola circondante quella testa bellissima di belva generosa è inseparabile dall’immagine dell’eroico condottiero.Egli s’avvicina, pietosamente benevolo, parla; io tendo l’orecchio, guardo, e… miracolo! È un miracolo: Ferretti si leva a sedere (d’onde n’ha ricavata la forza?) e si preme sulle labbra la mano di Giuseppe Garibaldi, che la ritira presto. - Son giovane, son tanto giovane, e debbo morire! – gli dice. Ieri me ne addoloravo, oggi non più, perché l’ho vista! Ero tra i primi, sa, Generale? Fra i primi e son caduto innanzi a tutti, gridando il suo nome! Mi vuol bene, Generale?- Sì, sì, figlio mio… E la voce armoniosa di Garibaldi tremava, nel domandargli poi:- Come ti chiami?- Vincenzo Ferretti, e son nato a Pontremoli.- Dimmi, Ferretti mio, che cosa potrei fare per te? Chiedimi qualche cosa, figlio…- Vo’ morire con la sua sciabola accanto…- Sì, figlio mio, eccotela…… Egli, nell’allontanarsi, si volse per additare ad uno del suo seguito il letto del mio ferito, e gli disse:- Coloro che succederanno a noi potràn mai immaginare quanto ne costasse la redenzione del nostro Paese?...”

* * **

BIBL IOGRAF IA ESSENZIALE

22

Prov inc ia di Parma , Guida agli Archivi Storici Comuna li 2002 , a cura di Chiara DAZZI (coordinament generale di Car la GHIRARD I e Luciana SERAFIN I ), Tipografa La Colornese, Parma 2003, pp. 160.

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Car lot ta SORBA , Da Ducato a Provincia . La città, lo Stato e il

peso della memori a , in Storia di Parma M.U.P., I, I (I caratteri

originali ), Parma, M.U.P., 2008.

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Alessandro PAVIA , Indice completo dei Mille sbarca ti a Marsala , Genova, 1870.

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Giuseppe Cesare ABBA , Da Quarto al Voltur no. Noterelle di uno

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Giuseppe BANDI , I Mille. Quei ragazzi che andarono con

Garibaldi , Roma, Nuovi Equilibri, colana Eretica speciale, 2009.

23

Ami lcare LAURIA , Un ragazzo dei Mille , nel volume Le

Garibaldine: memori e del 1860 a Napoli , Torino, Steglia, 1904.

Denis MACK SMITH , Garibaldi. Una grande vita in breve (1956), Milano, Oscar Mondadori, 2009, p. 110.

Alfonso SCIROCCO, Garibaldi: battaglie, amori, ideali di un

cittadino del mondo , Bari, Latrza (Economica Latrza), 2007, pp. 241-242.

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Giorg io CANDELORO, Storia dell’ Italia moder na , vol. 4° (Dalla

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Massimo L. SALVADORI (a cura), La Storia, Tor ino, UTET, vol. 11 (Risorgi mento e rivoluz ioni nazionali ), ediz. aggiornata 2004, pp. 270 sgg.

Lucio VILLAR I (a cura), Il Risorgi mento. Storia, documenti ,

testimoni a nz e , vol. 7° (Dall’Unifi caz ione a Roma capitale ), ed. L’Espresso, 2007.Lucio VILLAR I , Bella e perduta . L’Italia del Risorgi mento , Roma-Bari, Latrza, 2009.

24

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Nicola MICHELOTTI, I Garibaldini Pontremol esi , in “Archivio Strico per le Province Parmensi”, vol. 34°, anno 1982, Parma 1983 (pp. 99-117).

Gian Car lo DOSI DELF IN I – Nico la ZUCCHI CASTELL IN I , Le

epigrafi di Pontremoli , Genova, Compagnia dei Librai, 1989.

Lu ig i CERESOLI, I Garibaldini dell’Alta e Bassa Lunigiana , in “Cronaca e stria di Val di Magra”, anno XXV (1996), Aula 1996, pp. 171-200.

* * **

FILMOGRAF IA

1860. I Mille di Garibaldi , flm di Alessandro BLASETTI , che ne ha curat anche la sceneggiatura con Emilio Cecchi e Guido Mazzucchi, autre del raccont d’origine (1934, B/N, 80’).

25

Un garibaldino al convento , flm di Vitto r io DE SICA (1942, B/N, 90’).

Camicie rosse (Anita Garibaldi ) , flm di Francesco ROSI e Goffredo ALESSANDR IN I (1952, B/N, 106’).

Viva l’Italia, flm di Roberto ROSSELL IN I (1961, 138’)

26

Bronte. Crona ca di un massa cro che i libri di scuola non hanno

racconta to, flm di di Florestano VANCIN I (1972, 109’)

Garibaldi il Genera le , flm tlevisivo in 4 episodi di Luig i MAGNI (1987)

27

L'eroe dei due mondi , flm di animazione di Guido MANULI (1995, 82’)

Giuseppe Garibaldi. Storia di un eroe , RaiUno, Superquark, part I e II, a cura di Piero ANGELA , con l’Alt Patonat del President dela Repubblica (2003).

* * **28

Gli AUTORI dela RICERCA:

Classe 4^A IGEA :1. ANSALDO Elena2. BENAVENTE Ayala Henry Jesus3. BOZZI Jessica4. BRINDANI Veronica5. DALLARA Maria Giulia6. EZECHIELI Serena7. EZECHIELI Valentna8. FRANCHI Andrea9. FRANCHI Giulia10. FRANCHI Nicola11. GUIDETTI Fabio12. GUSSONI Dario13. MALUCELLI Gian Marco14. MAZZA Sara15. MUSSI Gessica16. NANO Nicoljana17. POZZI Federica18. RANDAZZO Lorena19. SCARPENTI Giuliano Massimiliano20. SPAGNOLI Francesca21. VARACCHI Michele22. ZECCA Michele23. ZUCCONI Luca

Insegnant prof.ssa Tiz iana BISCION I

Classe 4^A T.S.T.:1. BERNINI Angela Ambra Denise2. BERTI Simona3. CAPITELLI Valentna4. CARABONI Jessica5. FOGLIA Julian6. GARCIA Maria Belen7. GUILLEN Marina Angelina8. LAMORETTI Samanta9. LAZZARI Sarah10. LEONARDI Elisa11. MAZZOCCHI Laura12. RAVELLA Kata

Insegnant prof. Riccardo BONVIN I

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Il dirigent scolastco (Angelo ANGELLA)

Borgo Val di Taro, 10 aprile 2010

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