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GALLURA Periodico della Diocesi di Tempio-Ampurias fondato nel 1927 & NGLONA N. 13 - Anno XXV - 10 luglio 2017 - Nuova serie - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Sassari - 1,00 “Ius soli”, tra speculazione politica e dignità della persona D ignità umana e appartenenza a un popolo e alle sue tradizioni, da parte di coloro che nascano nel nostro Paese. Davanti al volume confuso e talvolta tonitruante del dibat- tito politico sullo “Ius soli” e sul diritto di cittadinanza per le persone nate in Italia - indipendentemente dalla cittadinanza dei loro genitori - è arrivata nei giorni scorsi una voce pacata ma ferma da par- te della Chiesa. L’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato della Santa Se- de, ha parlato del ddl in discussione al Senato, spiegando che “il Vaticano non si è ancora espresso, aspettiamo la deci- sione del Parlamento italiano, ma è chiaro che vorremmo che si riconosces- se la dignità delle persone che arrivano nel nostro Paese e quindi, a chi nasce qui in Italia, che venga riconosciuta la citta- dinanza”. Una posizione che tocca le corde dei diritti più che virare su que- stioni di fede e dottrina e che rappresen- ta un lascito di buon senso da parte della Chiesa a una discussione inquinata da problemi ideologici, quando non da ve- ra e propria speculazione politica. “È chiaro che, come dice anche monsignor Galantino – ha spiegato Becciu - come Chiesa siamo vicini a chi è nella necessi- tà, nella debolezza e a chi ha bisogno di essere protetto”. Una visione che non chiama in causa direttamente il Vatica- no, ma con la quale una personalità di spicco della Segreteria di Stato sembra voler ricondurre il dibattito politico a una sorta di moralità di base, dove l’in- teresse ultimo di una legge, che tocca te- mi fondanti di uno Stato di diritto e que- stioni strategiche della nostra epoca co- me il fenomeno migratorio, sta nel- l’equilibrio degli interessi in gioco ma, soprattutto, nel rispetto della persona. Un concetto prevalente e un lascito qua- si teoretico che va però oltre le confes- sioni religiose, abbracciando la comune identità di un popolo che si definisce tale anche sulla base della propria apparte- nenza a un territorio e, in ultimo, a un suo Stato. Una base dogmatica che non nega, anzi lo incentiva, il dialogo inter- religioso, che costituisce simbolo e so- stanza del pontificato di Papa France- sco. Il dialogo e la speranza che prevalga il senso del bene devono vincere sul ter- rore e la mancanza di sicurezza nella vita delle persone. Ma senza regole di civiltà, come lo “Ius soli”, la battaglia appare impari fin dall’inizio. L’editoriale di Giacomo Legame L’arcivescovo più giovane d’Italia C on decreto di Papa Francesco, lo scorso 27 giugno 2017, il reverendo monsi- gnor Gian Franco Saba, attualmente parroco di S. Antonio di Gallura, è stato nomi- nato Arcivescovo di Sassari, al posto di mon- signor Paolo Atzei, dimissionario per rag- giunti limiti di età. Ne ha dato annuncio il Ve- scovo di Tempio-Ampurias, monsignor Seba- stiano Sanguinetti, alle 12, nella Cattedrale di Tempio, contestualmente alla pubblicazione della nomina nell’Osservatore Romano e pari iniziativa a Sassari da parte di Monsignor Paolo Atzei. Erano presenti all’annuncio oltre all’Arcivescovo eletto, l’intero Consiglio Pre- sbiterale e i vicari foranei, i sindaci di Tempio Pausania, di Olbia e di S. Antonio di Gallura, nonché i familiari del futuro Arcivescovo, fra i quali anche l’anziano padre, e un gruppo di fe- deli venuti da S. Antonio di Gallura. Grande l’emozione di tutti per una nomina così presti- giosa di un presbitero gallurese. Una terra, fi- nora avara di vescovi locali. L’ultimo nativo del territorio è stato il compianto Nunzio Apo- stolico Monsignor Carlo Curis, di La Maddale- na, scomparso alcuni anni fa. Monsignor Sa- ba, nato a Olbia in una famiglia di allevatori, proveniente da Buddusò. L’ordinazione Epi- scopale si terrà il prossimo 13 settembre a Ol- bia, sul sagrato della Basilica di S. Simplicio, dove monsignor Saba è stato battezzato. Don Marco Bilewski, nuovo presbitero Don Marco Bilewski, 52 anni, orignario di Torino è stato ordinato sacerdote da mons. Sebastiano Saguinetti lo scorso primo luglio. La solenne celebraizone si è svolta nella parrocchia di San Giu- seppe a Golfo Aranci. pag. 3, 5 pag. 16

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GALLURAPeriodico della Diocesi di Tempio-Ampurias fondato nel 1927

& NGLONAN. 13 - Anno XXV - 10 luglio 2017 - Nuova serie - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Sassari - €1,00

“Ius soli”, tra speculazione politica e dignità della persona

Dignità umana e appartenenza aun popolo e alle sue tradizioni,da parte di coloro che nascano

nel nostro Paese. Davanti al volumeconfuso e talvolta tonitruante del dibat-tito politico sullo “Ius soli” e sul diritto dicittadinanza per le persone nate in Italia- indipendentemente dalla cittadinanzadei loro genitori - è arrivata nei giorniscorsi una voce pacata ma ferma da par-te della Chiesa. L’arcivescovo AngeloBecciu, sostituto per gli Affari generalidella Segreteria di Stato della Santa Se-de, ha parlato del ddl in discussione alSenato, spiegando che “il Vaticano nonsi è ancora espresso, aspettiamo la deci-sione del Parlamento italiano, ma èchiaro che vorremmo che si riconosces-se la dignità delle persone che arrivanonel nostro Paese e quindi, a chi nasce quiin Italia, che venga riconosciuta la citta-dinanza”. Una posizione che tocca lecorde dei diritti più che virare su que-stioni di fede e dottrina e che rappresen-ta un lascito di buon senso da parte dellaChiesa a una discussione inquinata daproblemi ideologici, quando non da ve-ra e propria speculazione politica. “Èchiaro che, come dice anche monsignorGalantino – ha spiegato Becciu - comeChiesa siamo vicini a chi è nella necessi-tà, nella debolezza e a chi ha bisogno diessere protetto”. Una visione che nonchiama in causa direttamente il Vatica-no, ma con la quale una personalità dispicco della Segreteria di Stato sembravoler ricondurre il dibattito politico auna sorta di moralità di base, dove l’in-teresse ultimo di una legge, che tocca te-mi fondanti di uno Stato di diritto e que-stioni strategiche della nostra epoca co-me il fenomeno migratorio, sta nel-l’equilibrio degli interessi in gioco ma,soprattutto, nel rispetto della persona.Un concetto prevalente e un lascito qua-si teoretico che va però oltre le confes-sioni religiose, abbracciando la comuneidentità di un popolo che si definisce taleanche sulla base della propria apparte-nenza a un territorio e, in ultimo, a unsuo Stato. Una base dogmatica che nonnega, anzi lo incentiva, il dialogo inter-religioso, che costituisce simbolo e so-stanza del pontificato di Papa France-sco. Il dialogo e la speranza che prevalgail senso del bene devono vincere sul ter-rore e la mancanza di sicurezza nella vitadelle persone. Ma senza regole di civiltà,come lo “Ius soli”, la battaglia appareimpari fin dall’inizio.

L’editoriale

di Giacomo Legame

L’arcivescovo più giovane d’Italia

C on decreto di Papa Francesco, lo scorso27 giugno 2017, il reverendo monsi-gnor Gian Franco Saba, attualmente

parroco di S. Antonio di Gallura, è stato nomi-nato Arcivescovo di Sassari, al posto di mon-signor Paolo Atzei, dimissionario per rag-giunti limiti di età. Ne ha dato annuncio il Ve-scovo di Tempio-Ampurias, monsignor Seba-stiano Sanguinetti, alle 12, nella Cattedrale diTempio, contestualmente alla pubblicazionedella nomina nell’Osservatore Romano e pariiniziativa a Sassari da parte di MonsignorPaolo Atzei. Erano presenti all’annuncio oltreall’Arcivescovo eletto, l’intero Consiglio Pre-sbiterale e i vicari foranei, i sindaci di TempioPausania, di Olbia e di S. Antonio di Gallura,nonché i familiari del futuro Arcivescovo, fra iquali anche l’anziano padre, e un gruppo di fe-deli venuti da S. Antonio di Gallura. Grandel’emozione di tutti per una nomina così presti-giosa di un presbitero gallurese. Una terra, fi-nora avara di vescovi locali. L’ultimo nativodel territorio è stato il compianto Nunzio Apo-stolico Monsignor Carlo Curis, di La Maddale-na, scomparso alcuni anni fa. Monsignor Sa-ba, nato a Olbia in una famiglia di allevatori,proveniente da Buddusò. L’ordinazione Epi-scopale si terrà il prossimo 13 settembre a Ol-bia, sul sagrato della Basilica di S. Simplicio,dove monsignor Saba è stato battezzato.

Don Marco Bilewski, nuovo presbiteroDon Marco Bilewski, 52 anni, orignariodi Torino è stato ordinato sacerdote damons. Sebastiano Saguinetti lo scorsoprimo luglio. La solenne celebraizonesi è svolta nella parrocchia di San Giu-seppe a Golfo Aranci.

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N. 13 Anno XXV 10 luglio 2017

GALLURAANGLONA& var ie2

Nuova Serie

Aut. Trib. Tempio Pausania n. 4

del 21-12-1960

Proprietà:

Diocesi di Tempio-Ampurias

Amministratore

Gavino Fancellu

Direttore responsabile:

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Condirettore:

Daniela Astara

Redazione:

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Gianni SattaPietro ZannoniTomaso Panu

Gavino Fancellu

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ITALIA

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HANNO COLLABORATO

Sebastiano Sanguinetti

Giacomo Legame - Gianni Sini

Daniela Astara - Franco Camba

Paolo Pala - Marella Giovannelli

Francesco Marruncheddu

Laura Mariotti - Rossella Spano

Antonella Sedda - Annalisa Fodde

Educatori Campo Musicale

Valerio Baresi - Roberto Spano

Miuccio Demontis - Luigi Agus

Maria Antonietta Mazzone

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Questo numero di Gallura & Anglonaè stato consegnato alle Poste, per la

spedizione, l’11 luglio 2017.

NOTIZIE SUL PAPA

NOTIZIE DAL MONDO

NOTIZIE DALLA SARDEGNA

G20, appello del Papa: «No ad alleanze contro i migranti»“Nei cuori e nelle menti dei governanti e in ognuna delle fasi d’attuazione delle misure politiche c’è biso-gno di dare priorità assoluta ai poveri, ai profughi, ai sofferenti, agli sfollati e agli esclusi, senza distinzionedi nazione, razza, religione o cultura, e di rigettare i conflitti armati”. È l’accorato appello di papa France-sco ai leader mondiali riuniti nei giorni scorsi ad Amburgo per il Vertice G20. In un messaggio scritto allaCancelliera Angela Merkel, il Papa ricorda i 4 principi contenuti nell’Esortazione “Evangelii Gaudium”per “la costruzione di società fraterne, giuste e pacifiche: il tempo è superiore allo spazio; l’unità prevalesul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; e il tutto è superiore alle parti”. Riguardo al primo prin-cipio, il Papa scrive: “La gravità, la complessità e l’interconnessione delle problematiche mondiali sonotali che non esistono soluzioni immediate e del tutto soddisfacenti” ma – aggiunge – è possibile “metterein moto processi che siano capaci di offrire soluzioni progressive e non traumatiche e di condurre, in tempirelativamente brevi, ad una libera circolazione e alla stabilità delle persone che siano vantaggiosi per tut-ti”. “A questo punto – si legge nel messaggio -, non posso mancare di rivolgere ai Capi di Stato e di Governodel G20 e a tutta la comunità mondiale un accorato appello per la tragica situazione del Sud Sudan, delbacino del Lago Ciad, del Corno d’Africa e dello Yemen, dove ci sono 30 milioni di persone che non hannocibo e acqua per sopravvivere. L’impegno per venire urgentemente incontro a queste situazioni e dare unimmediato sostegno a quelle popolazioni sarà un segno della serietà e sincerità dell’impegno a medio ter-mine per riformare l’economia mondiale e una garanzia del suo efficace sviluppo”. (Sir)

Culto Divino: vigilare su idoneità pane e vino per l’EucaristiaE’ stata resa pubblica nei giorni scorsi una Lettera circolare “sul pane e il vino per l’Eucaristia” inviata aivescovi dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, per incarico di PapaFrancesco. Il documento esorta a “vigilare sulla qualità del pane e del vino destinati all’Eucaristia” e su co-loro che li preparano, dando alcune indicazioni pratiche. Infatti, “mentre finora sono state, in genere, al-cune comunità religiose a prendersi cura di confezionare il pane e il vino per la celebrazione dell’Eucare-stia, oggi - si legge nel testo - questi si vendono anche nei supermercati, in altri negozi e tramite internet.Si ricorda che “il pane utilizzato nella celebrazione” deve essere “azzimo, esclusivamente di frumento epreparato di recente, in modo che non ci sia alcun rischio di decomposizione”. “È un grave abuso intro-durre nella confezione del pane dell’Eucaristia altre sostanze, come frutta, zucchero o miele. Va da sé chele ostie devono essere confezionate da persone che non soltanto si distinguano per onestà, ma siano ancheesperte nel prepararle e fornite di strumenti adeguati”. Il vino “deve essere naturale, del frutto della vite,genuino, non alterato, né commisto a sostanze estranee”. Occorre fare attenzione che “sia conservato inperfetto stato e non diventi aceto.

Salvatore “Doddore” Meloni, storico indipendentista è mortoall’ospedale di CagliariE’ morto lo scorso 5 luglio all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, dove era stato ricoverato dopodue mesi di sciopero della fame in carcere, Salvatore “Doddore” Meloni, l’indipendentista di 74 anniche stava scontando alcune condanne per reati fiscali dal 28 aprile scorso, prima a Massama (Orista-no), poi nel carcere di Uta (Cagliari). La procura ha disposto l’autopsia per accertare se la causa del de-cesso è ascrivibile al lungo digiuno a cui si era sottoposto.

Un’altra famiglia di profughi sirianiMartedì 4 luglio è giunta a La Maddalena una famiglia di profughi siriani. Sono marito e moglie, NeamaAlhabib e Madlen, con due figli, una di 4 anni e uno di due, Malak e Majd. Sono fuggiti da Homs in Siria,a causa della guerra e si sono rifugiati in Libano, presso un campo profughi. Partiti da Beirut son arrivatia Roma e poi ad Olbia e quindi a La Maddalena dove sono stati accolti dalla parrocchia di Santa MariaMaddalena, rispondendo ad un appello del Papa, perché ogni ente religioso potesse accogliere una fa-miglia. Un’altra famiglia siriana che era stata accolta nel mese di febbraio, costituita dalla mamma equattro figli, si era ricongiunta dopo alcuni mesi col papà in Germania. Non sono sostenuti dalla Pre-fettura con i 36 euro a persona, ma sono affidati alla generosità dei parrocchiani. D.D.

È morto Navarro-Valls, il “portavoce”di Giovanni Paolo IIMedico e giornalista spagnolo Joaquin Navarro-Valls, èmorto a Roma il 5 luglio lo storico direttore della Salastampa del Vaticano dal 1984 al 2006. Nato a Valencia80 anni fa, laico dell’Opus Dei è stato chiamato personal-mente da papa Wojtyla ad essere suo “portavoce” quan-do era un corrispondente da Roma del quotidiano ABC.Negli anni ha modificato la figura del portavoce papale eha guidato il passaggio della comunicazione vaticana dalcartaceo al digitale.

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3pr imo p iano GALLURAANGLONA&N. 13 Anno XXV

10 luglio 2017

“Dilectione amplectere Deum”(“Abbracciare Dio con amo-re”): sarà questo il motto epi-

scopale di monsignor GianFranco Saba, nominato Arcive-scovo metropolita di Sassari daPapa Francesco. Un motto co-stituito da una frase tratta dal

libro sulla Santissima Trinitàdi Sant’Agostino, che racchiu-de il progetto di vita per questonuovo «sì» nel sacerdozio ecompendia lo stile pastorale

che il nuovo Arcivesco-vo ha annunciato nelsuo primo discorso. Al-la Chiesa che è in Sassa-ri, il sacerdote gallure-se, parroco a Sant’An-tonio di Gallura, a qua-rantotto anni il più gio-vane arcivescovo d’Ita-lia, si presenta come«pastore del gregge diCristo, servo del Pasto-re dei pastori, chiama-to da Papa Francesconella sua paterna bon-tà». Nel ringraziare ilPapa per la fiducia mo-stratagli nella scelta,monsignor Saba si èconfermato nella «vo-lontà e desiderio di get-tare le reti sulla Paroladi Cristo, per collabo-rare con il Pontefice e ilCollegio Apostolico af-finché la gioia del Van-gelo riempia la vita e ilcuore di tanti uomini edonne del nostro tem-po». Proseguendo nelsaluto alla diocesi, do-po aver ricordato che«la Chiesa turritana haricevuto il dono dellafede cristiana tramitele vie di comunicazionemarittima del Mediter-raneo in epoca roma-na» e che «i primi semidella fede cristianaerano custoditi all’in-terno di imbarcazioni

che trasportavano merci,schiavi, uomini e donne appar-tenenti a culture e religioni dif-ferenti», il nuovo Arcivescovoafferma: «Anche oggi la capa-cità di abbracciare con il lin-guaggio dell’amore evangelicogli spazi pubblici dell’interdi-pendenza umana ci farà assa-porare la gioia della missione,la fatica dell’apostolato e ladolcezza della prossimità allapersona umana». Con uno stilecaratterizzato dalla «via del-l’amore che sprigiona dinami-che inclusive, sostiene i pro-cessi di rigenerazione e confor-ta la dedizione piena ad acco-gliere la sfida culturale, educa-tiva e spirituale». Per questo,afferma ancora monsignor Sa-ba: «L’azione pastorale saràcura dell’altro al plurale. Anchenella nostra terra abitiamo unterreno plurale. Il riconosci-mento dell’unicità di ciascunorende questo terreno fertile. Etutti siamo chiamati da Cristo alavorare nel Suo campo, a la-vargli i piedi nell’estraneo.L’amore per Dio e l’amore perl’umanità sono inseparabili».Nel proseguire il discorso,monsignor Saba sottolinea che«la spiritualità inclusiva matu-ra nel quadro di una culturache coglie le complessità delleumane situazioni» e che «ela-borare una cultura inclusivaequivale ad accogliere la sfidadei nostri tempi. Quanto piùsaremo capaci di ritornare allesorgenti della sapienza dellacultura umana, potremo svi-luppare la coscienza di un’ori-gine comune, di una mutua ap-partenenza e di un futuro con-diviso da tutti». Dopo i salutialla Chiesa turritana, alle auto-rità, ai vescovi Paolo Atzei, Pie-tro Meloni e Sebastiano San-guinetti e alla propria famiglia,monsignor Saba ha riservatoun saluto speciale «ai fratelli ealle sorelle appartenenti ad al-tre confessioni cristiane e fedireligiose, e in particolare aquanti non hanno spazi di per-sonale e pubblica dignità».Con l’invocazione al Signoreperché gli doni «un cuorepronto a sporcare le mani peruna Chiesa in uscita, un cuoreche gioisce perché scopre l’al-tezza dell’amore che sa gioireper e con gli altri, un cuore chesi lasci interpellare dall’estra-neo e dallo sconosciuto». Unapreghiera che lo accompagne-rà in questo tempo di prepara-zione sino al 13 settembre,quando riceverà l’ordinazioneepiscopale ad Olbia, nella basi-lica di San Simplicio.

Mons. Saba: «Abbracciare Dio con amore»di Franco Camba

Mons. Saba al tempo del seminario minore

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N. 13 Anno XXV 10 luglio 2017

GALLURAANGLONA& at tua l i tà4

Lo scorso 24 giugno, nella Chiesadi San Lorenzo a Porto Rotondo,don Mirco Barone, parroco diGolfo Aranci, ha celebrato il ma-trimonio tra Yann Farell O’ Reillye Ambra Fermi Pylinski. Per l’oc-casione sono arrivati dalla Fran-cia e da altre nazioni europee200 invitati, amici della coppiache risiede a Parigi. I testi deicanti religiosi sardi, durante laMessa, sono stati tradotti in fran-cese con grande commozionedegli ospiti. E, per la prima volta,anche le due letture e i Salmi so-no stati tradotti. Franca Gala, laVincenziana volontaria che hacollaborato all’organizzazionedella cerimonia religiosa, si è det-ta “colpita dalla grande parteci-pazione dei giovani invitati a tut-te le fasi di una funzione che, evi-dentemente, ha toccato i cuori.Nella Chiesa di Porto Rotondo,nel corso degli anni, sono stati ce-

lebrati diversi matrimoni fracoppie straniere ma la novità del-la traduzione, per la Santa Messanuziale di Ambra e Yann, ha fattola differenza in termini di ascol-

to, attenzione e partecipazioneattiva. La commozione generaleha raggiunto l’apice durantel’esecuzione di “No potho repo-sare” cantata dal Coro Polifonico

Sos Astores di Golfo Aranci. E lostesso Coro, conclusa la cerimo-nia religiosa, ha intonato l’AveMaria in lingua francese sul sa-grato della chiesa”.

A margine della maturitàLettera aperta ad un professore immaginario e, speriamo, immaginifico

Caro Professore,dovendole scrivere in occasione degliesami di maturità mi ritorna alla menteun libro letto tempo fa con gusto edinteresse, “La scuola raccontata al miocane” (Guanda, 2004) di PaolaMastrocola, una sua acuta collega –ormai in pensione – di Torino. In questoagile e grazioso pampleth la Mastrocolafa un’analisi ironica, impietosa e forsenostalgica sulla scuola di oggi che nonriconosce più a causa dell’introduzionedel concetto e della prassi di “autonomiascolastica” derivato dalla Legge Bassaninidel 1997. Quindi la riflessione non partedal ’68 (che, come giustamente sostienelei, non può essere giudicato lospartiacque di ogni male sociale escolastico) ma da tempi molto recenti,dando l’impressione al lettore che laquestione scolastica, che pure dovevaessere affrontata e risolta con unariforma strutturale, abbia perso una seriaoccasione per essere veramenteriformata. Piuttosto si è accontentata diuna “modernizzazione” di tipo aziendaleinvece che di una strutturataimpostazione adeguata ai tempi, ovverouna scuola capace di far dialogare ilpatrimonio culturale della nostratradizione con le esigenze formativeattuali. Questo ha comportato lacreazione di una scuola complicata nellasua gestione e semplificata all’eccessonella sua proposta didattica. Questoragionamento lo condivido, comecondivido l’obbrobrio nei confronti di uninstaurato sistema aziendale (di cui la

terminologia scolastica è diventataportatrice: dirigente, capitale sociale,debito, etc.), come condivido la passionedell’insegnante che non ha la pretesa difar capire agli alunni tutto, subito, ma hail compito di far sperimentare allostudente il brivido di una grandezzaculturale verso la quale può e deveaspirare, chissà forse sono condizionatodal significato della parola ri-velazione(!), non me ne voglia, ciascuno ha le suedeformazioni professionali!Personalmente non mi ricordo nulla diprogetti scolastici (non ne esistevanoprobabilmente, ho conseguito la maturitàliceale nel 1994) ma ricordoperfettamente il mio docente diletteratura italiana che si commossequando ci spiegò il dramma umano diPaolo e Francesca. Mi ricordo la miadocente di storia e filosofia che ci imposedi studiare un saggio di Le Goffe sullacritica storiografica, come mi ricordo lesue spiegazioni sulla politica economicadi Carlo V. Mi ricordo della mia prof.ssadi latino e greco che ci offriva glistrumenti critici per effettuare unafeconda comparazione tra il mondoclassico e quello attuale, indelebili nellamia memoria, e via discorrendo, ma nonvorrei annoiarla… la immagino presodalla correzione dei numerosi compiti,tra Caproni e robot vari. Ho avuto lafortuna di insegnare nel Liceo Classico diOlbia, la mia ex scuola. La mia “cattedra”era poca cosa: sei ore di Religione in duesezioni del Linguistico. Sono rimastocolpito dalla diversità della scuola (la

“mia” e quella attuale) prodottasi in soli20 anni; sono colpito soprattutto daldisorientamento culturale dei ragazzi dicui quello lessicale ne è l’espressione piùsintomatica. Eppure i ragazzi sono laparte migliore della scuola, su questo nonc’è dubbio! Come sono convinto che iLicei si sono riempiti perché non ci sonosufficienti e serie proposte scolastichealternative. Conseguentemente moltiragazzi subiscono il Liceo e molti Liceisubiscono i ragazzi. Espressione cinicama non lontana dalla verità. Quindiaccade che le Università si tutelino conpreesami di accesso, corsi di supportopropedeutici alle discipline accademiche(all’Universita? Mah…), e - non me nevoglia - si assiste a discussioni di tesi dilaurea un po’ sciatte, o forse adeguate alnuovo standard di studenti.Personalmente mi sono convinto cheoccorre investire molto sulle Scuoleprofessionali, occorre riformarleseriamente, qualificarle e promuoverle.Siamo il Paese della moda e non esisteuna scuola professionale statale per lasartoria; siamo il Paese dell’edilizia e nonesiste una seria scuola professionalestatale per l’edilizia, dove regnasuperficialità ed approssimazione, e cosìvia. La riflessione potrebbe continuare alungo ma non voglio rubarle tempo,credo abbia abbondantemente compresoche scommetto molto sulla Scuola e midispiace vederla ridotta un po’ male. Lasaluto cordialmente e mi piacerebbeapprofondire con Lei riflessioni e studiche vorrà parteciparmi.

don Paolo Pala

di Marella Giovannelli

Matrimonio “tradotto”da incorniciare a Porto Rotondo

Yann Farell O’ Reilly e Ambra Fermi Pylinski con il coro Sos Astores di Golfo Aranci

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Mons. Gian Franco Sa-ba, è nato a Olbia il 20settembre del 1968, è

stato battezzato e cresimatonella parrocchia di S. Simplicioa Olbia, sua parrocchia d’origi-ne. Venne ordinato sacerdote il23 ottobre 1993, nella stessabasilica, per l’imposizione del-le mani di mons. Paolo Atzei.Lo scorso 27 giugno è statoeletto nuovo arcivescovo diSassari.

Sul filo della memoria,da quand’era bambinofino ad oggi, qualeimmagine della Chiesal’ha affascinata di più ecustodisce gelosamente?

«Quando ero bambino andavospesso a Sassari con i miei ge-nitori. Una delle mete più ri-correnti era la preghiera pressola tomba del Servo di Dio PadreManzella. Una mia zia lavoravadalle suore come sarta, quindiho il ricordo di una Chiesa gio-iosa e vivace. Inoltre in occa-sione della visita di san Gio-vanni Paolo II a Sassari per laprima volta ho potuto servire laSanta Messa al Papa. Ricordiindelebili. Da bambino ho fre-quentato la parrocchia di SanSimplicio ad Olbia ed ancheBuddusò, il paese di origine deimiei genitori. Si sentiva unafreschezza spirituale, un entu-siasmo apostolico, che succes-sivamente ho compreso comefosse il frutto della gioia spiri-tuale che animava sacerdoti elaici».

Tante esperienzeministeriali in 24 anni disacerdozio; come leappare la Chiesa, oggi,vista dal di dentro?

«Guardo alla Chiesa con amoree gratitudine. Vivo la gioia del-la fede e del ministero. Sonopersuaso che come Chiesa tuttidobbiamo intraprendere uncammino di conversione. Tal-volta nella Chiesa «abbiamodifficoltà a festeggiare» perchénon radicati in Cristo. Mi piaceil pensiero di Papa Francesco:peccatori sì e chiediamo perdo-no, corrotti no. Quando siesclude Dio anche la Chiesacorre tutti i rischi delle umaneorganizzazioni in ordine allerelazioni ed alla custodia delcreato».

Una parola sull’attualevisione di Chiesa “algiorno d’oggi”, ovverodella “Chiesa di PapaFrancesco”...

«La mia formazione mi ha edu-cato a non elaborare una teolo-gia e quindi una pastorale nellospirito della contrapposizione.Lo Spirito Santo assiste laChiesa ed ha donato attraversoil discernimento dei Cardinaliin Conclave l’uomo giusto perl’ora presente. Nella Chiesanon serve nutrirsi di sloganfrutto di una comunicazioneomologatrice, massificatrice eche manca di onestà intellet-tuale. Papa Francesco non hauna setta, Egli guida la Chiesadi Cristo. Una lettura attentadei suoi testi mostra la sapien-za della Tradizione comunica-ta con la freschezza di un lin-

guaggio vivo. La Chiesa a cui ciesorta il Papa è una Chiesa in-clusiva. Si è inclusivi se vera-mente familiari con la Parolaed il Cuore di Cristo. L’ideolo-gia divide e spesso cela altrimalesseri e malattie interioriche nulla hanno a che vederecon il Vangelo e le categorieteologiche».

Si parla, a volte, di unclero “in crisi di identità”tra “vecchio e nuovo”.Cosa suscitata anchedalle provvidenziali“provocazioni” esollecitazioni di PapaFrancesco …

«Oggi occorre ascoltare le di-verse istanze, riflettere. L’in-contro aiuta. Lo studio aiuta. Lapreghiera ci dona la grazia. È ri-dicolo bisticciare e dividere la

Chiesa giocando sulla Parola diDio e sui Divini Misteri. A volteil Vescovo deve esercitare anchel’applicazione della disciplinanon per creare sfide su chi è piùforte ma per custodire la comu-nione. Confrontarsi aiuta, tra-scorrere tanto tempo a parlaredi cose vecchie o nuove sui so-cial network o in altri luoghi dicomunicazione divide, producelotte intestine. Occorre invececonfrontarsi, ascoltare, studia-re. Inoltre il rapporto persona-le, senza filtri, con il singolo pre-sbitero è la via maestra perché ilVescovo possa essere a serviziodell’unità nella diversità».

Come ha accolto lanotizia che PapaFrancesco stavapensando proprio a leicome Pastore dellaChiesa Turritana?

«La notizia mi è giunta attra-verso le vie ufficiali che sonopreviste dalla Chiesa per la de-signazione dei vescovi. Nelleparole del Nunzio monsignorAdriano Bernardini, interpretedella volontà del Papa, ho per-cepito la grazia divina dellaconsolazione dello spirito no-nostante la trepidazione peruna missione impegnativa. Miassicura inoltre che indubbia-mente il discernimento com-piuto suppongo sia stato, comeabitualmente, prolungato edapprofondito».

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10 luglio 2017

L’intervista

di d. Francesco Marruncheddu

Un Vescovo a servizio dell’unitànella diversità

Mons. Gian Franco Sabae Papa Francesco

Mons. Gian Franco Sabapronuncia il primo salutonella cattedrale di Tempio

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N. 13 Anno XXV 10 luglio 2017

GALLURAANGLONA& at tua l i tà6

G iovedì 15 giugno, presso laCasa del Fanciullo a Tem-pio Pausania, nel terzo e ul-

timo incontro sul tema della legali-tà, sono intervenuti Letizia Maraz-zi, psicologa e psicoterapeuta, e gliavvocati Delia Serra e Roberto Cos-su; moderatrice la psicologa Gian-na Pedroni. Il pubblico era eteroge-neo con insegnanti, genitori, nonnie varie associazioni; era presenteanche il Capitano dei CarabinieriIlaria Campeggio. «La legge parlachiaro, afferma l’avv. Delia Serra:perché si ravvisi maltrattamento ènecessario che il comportamentoviolento sia ripetuto e costante neltempo. Da qui l’importanza di se-gnalare. La Corte di Appello di Mes-sina ha condannato per negligenzadue magistrati che dieci anni orso-no lavoravano presso la procura diCaltagirone (CT) e che non avevanoaccolto ripetute richieste di aiuto diuna donna». L’avv. Roberto Cossuha invece argomentato sulle leggi

che il nostro ordinamento prevedein tema di violenza sessuale, citan-do esempi di sentenze storiche chehanno dato un punto di vista chiaroe concreto al pubblico. «Qual è l’etàideale per iniziare a parlare di ses-sualità a un bambino? Lo scopo èquello di educare il bambino all’af-fettività – hanno affermato le psi-cologhe – nel rispetto delle sue fasidi sviluppo psicoemotivo, propo-nendo come genitori ed educatoriun esempio quotidiano concreto diamore verso se stessi e di equilibriodelle proprie relazioni sociali.Nell’educazione affettiva e sessua-le del bambino possiamo essereaiutati anche da spiegazioni scien-tifiche oppure immagini e libriadatti anche ai piccolissimi, che il-lustrano le differenze sessuali. Ingenerale nelle nostre spiegazioni èimportante partire sempre dalleloro domande, capire le informa-zioni di cui sono in possesso e nonanticipare concetti o nozioni che

possono risultare precoci. Ricor-diamoci che è importante parlaredi affettività e sessualità in famigliae a scuola per condividere con i figlii loro dubbi e poter essere un riferi-mento informato e protettivo sul-l’argomento. Verso gli 11 anni ilbambino inizierà a vivere la pro-pria adolescenza e per la proprianatura si allontanerà dalla condivi-sione, quindi è importante appro-fittare del periodo precedente al-l’adolescenza per affrontare argo-menti sensibili». Un tema emersoparticolarmente preoccupante peril pubblico è inerente a cosa fare sesi presume che un bambino cono-sciuto sia maltrattato. I professio-nisti hanno consigliato di mante-nere la calma e non lasciare spazioall’interpretazione. Se si ritiene diavere motivi consistenti di preoc-cupazione è bene rivolgersi alleForze dell’Ordine e segnalare la si-tuazione. Saranno poi gli organi-smi preposti chiamati ad accertare

la situazione. Diversamente, se ab-biamo dubbi a riguardo della situa-zione che stiamo osservando e cheriteniamo problematica, è possibilefarci aiutare ed essere sostenuti dauno psicologo. Questa figura spe-cializzata ora più che mai è vicino albambino, mediante servizi territo-riali ospedalieri materno infantili,oppure progetti promossi dalla Re-gione Sardegna, come Isc@la, cheprevede la presenza di uno psicolo-go e un pedagogista a scuola. Infine,non per ultimi, ci si può rivolgere aicentri di Ascolto rivolti ai bambini ealle loro famiglie come “Dimmi, tiascolto”, Centro di ascolto e antivio-lenza nato a Tempio Pausania gra-zie ad un progetto cofinanziato dal-la Diocesi di Tempio Ampurias edall’Unione dei Comuni. Il Centromette a disposizione un ascoltoqualificato e un numero dedicato(340 7507208) attivo dal lunedì alvenerdì dalle 9 alle 20 , al quale ri-spondono le Psicologhe.

“Senza Cooperative non ci sareb-bero servizi!” è stato il commentocon il quale Pierluigi Caria, in rap-presentanza della Giunta regiona-le, ha esordito nel suo interventonella IV Assemblea Congressualedel Territoriale Gallura di A.G.C.Iche si è svolta a Olbia. E bastereb-be questo a fare sintesi dei conte-nuti emersi. A conferma di questoincipit Michele Fiori, presidenteuscente, con agile e articolata rela-zione, partendo da Papa France-sco, che ha definito il nostro tempo“non un’epoca di cambiamentoma, bensì, di cambiamento d’epo-ca.” ha esposto i temi caldi: strettacreditizia, appalti al ribasso eguerre fra poveri, oppressione bu-rocratica e normative complesseper accedere ai bandi regionali edeuropei, virando poi in positivo,raccontando una realtà economi-ca e produttiva che, crescendo ilfatturato, aumentando o mante-nendo i livelli occupazionali, cosìcome a livello nazionale, anche alivello locale, contribuisce all’8%del PIL. 60 imprese aderenti,conforte presenza nel settore dei ser-vizi alla persona, 2400 lavoratori,oltre 3000 soci, 33 milioni di eurodi fatturato (dati 2015), questi innumeri di AGCI Gallura. Caria,portando il saluto della giunta, inqualità di assessore all’Agricoltu-ra e Pesca ha comunicato dati im-portanti sui primi 100 giorni del

governo del settore primario.Carlo Scarzanella, Vice Presiden-te Vicario nazionale AGCI, ha elo-giato l’attività del presidente Fiorie del suo staff e, per la qualità equantità della comunicazione delTerritoriale Gallura, il direttoreFilippo Sanna, nel promuoverel’immagine di tutta l’AGCI. Im-mancabile l’invito a combattere lacooperazione spuria. SettimoNizzi, nel ringraziare l’opera por-tata avanti dalle imprese coopera-tive, in termini di servizi e di con-tributo alla occupazione, colle-gandosi a Scarzanella, ha affer-mato che occorre valorizzare leimprese locali meritevoli e diffi-dare di chi, arrivando da fuori,pensa di approfittare della formacooperativa per fare business aspese dei più deboli. BenedettoSechi, presidente GAC/FLAGNord Sardegna ha presentato l’at-tività della aggregazione (di cuiAGCI è partner) volta a valorizzarel’intero comparto pesca e attivitàconnesse. Angelo Crasta, OleificioGallura, ha ribadito l’importanzadelle eccellenze del settore prima-rio da promuovere allargando labase dei conferitori di prodotto lo-cale. Rosina Niola, AGCI Donne eCoordinamento Alleanza Coope-rative Italiane Donne, ha parlatodella promozione delle pari oppor-tunità nel movimento cooperati-vo. Piero Diana, ha ricordato come

realtà storiche seppur stimate -vedi Compagnia Portuale - posso-no subire le conseguenze della du-ra legge del mercato nei casi di-storti di monopolio. Roberto Pi-rodda, ARYA, ha testimoniato co-me le start-up devono, da subito,fare i conti con la burocrazia e conle forche caudine degli appalti sot-tosoglia. Sergio Cardia, presiden-te AGCI Sardegna, ha letto il mes-saggio personale del PresidenteAGCI nazionale Rosario Altieri,che, nel ringraziare Fiori e Sanna,per la passione e l’opera svolta, au-spicava il prosieguo dell’impegno,secondo quei contenuti che nellarelazione di Fiori sono puntual-mente emersi. Concludendo, Car-dia, ha ricordato le difficoltà del-l’intero settore dovuto ad un siste-ma normativo dispersivo, da rive-

dere in un quadro di sintesi. Un ac-cento particolare per il compartoturistico, culturale, di gestione deibeni archeologici e culturali chedeve far fronte alla gestione e valo-rizzazione del patrimonio con fon-di che, nel migliore dei casi, copro-no soltanto l’85% dei costi del per-sonale. Fiori, dopo la nomina peracclamazione, ha ringraziato tuttolo staff e gli amici del TAG, presen-ti in delegazione con Giacomo Me-loni, Federico Fadda, Maria Gio-vanna Mele e Tomaso Pala. Al ter-mine la nutrita Assemblea (60 lepresenze fra delegati ed ospiti) haproceduto al rinnovo delle caricheper il triennio 2017-2020. Di rilie-vo il sensibile incremento delle“quote rosa”: due componenti nel-la presidenza e ben quattro nelConsiglio Provinciale.

Maltrattamento e sessualità

La prevenzione tra psicologia e legalità

4a Assemblea Congressuale AGCI Gallura

Il tavolo dei relatori

La platea dei cooperatori

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Con orgoglio e soddisfazioneTempio Pausania, luogo di na-scita del Comando Brigata “Sas-sari” e del dipendente 152° Reg-gimento fanteria, costituitisi nelCapoluogo storico della Gallurail 1° marzo 1915 (il gemello 151°reggimento si costituiva in paridata a Sinnai), ospita la mostrastorica dedicata ai “Diavoli Ros-si” della Brigata “Sassari” e allaloro leggendaria epopea nel cor-so del primo conflitto mondiale.La mostra ha sede presso la vec-chia Stazione ferroviaria, in viadella Stazione vecchia, sotto alparco delle Rimembranze, luogoquesto tutt’altro che casuale, in-fatti proprio da questo sito, nelmaggio 1915, la Brigata “Sassari”partiva in treno verso i fronti ita-liani della prima guerra mondia-le. Realizzata in ambito del Co-mitato Milanese dell’Istituto perla Storia del Risorgimento Italia-no, su progetto della dottoressaLucia Romaniello e del luogote-nente Antonio Pinna (storicodella Brigata “Sassari”, all’epocaDirettore del Museo Storico ubi-cato a Sassari presso il Comandodella Grande Unità), la mostra èstata presentata per la prima vol-ta nel 2001 presso il museo delRisorgimento e di storia contem-poranea di Milano e, in virtù delsuccesso ottenuto, è stata resa iti-nerante nelle località legate allaBrigata “Sassari” dalle origini edagli eventi bellici della GrandeGuerra. Nel centenario celebra-tivo della prima guerra mondia-le, su iniziativa congiunta del-l’amministrazione comunale e dialtri sodalizi cittadini, si è decisodi presentarla a Tempio. L’inau-gurazione è avvenuta il 31 marzoscorso alla presenza del sindaco,Andrea Biancareddu, delle auto-rità locali, di una rappresentanzadel Comando Brigata “Sassari” edi monsignor Sebastiano San-guinetti che ha benedetto i localidi recente restaurati. La mostra èaperta al pubblico, con ingressolibero, al momento nelle giorna-te di lunedì, mercoledì e venerdì,per tutto il periodo estivo, conpossibilità di visita, su richiestada parte delle comitive, nei rima-nenti giorni della settimana. Loscopo principale della mostra èessenzialmente didattico e divul-gativo, rivolto in particolare alleclassi scolastiche delle scuolemedie e degli Istituti Superiori,non solo di Tempio e zone limi-trofe, ma anche di tutta la Sarde-gna, al fine sia di integrare il pro-gramma didattico con approfon-

dimenti che raramente si svilup-pano nei testi scolastici, sia di farconoscere alle nuove generazio-ni l’eroismo, la generosità e il co-raggio che spinsero quei giovaniSardi (i nostri nonni) – le cui for-me comportamentali erano im-prontate al senso dell’onore, al-truismo e osservanza delle sacreleggi del dovere – a sacrificare leproprie vite per amor di Patria.Valori questi da rivalutare in unmondo sempre più ostaggio diegoismi e conflitti. L’impiantoespositivo, che si sviluppa su trepiani ordinati scientificamenteper aree e ambienti, offre un per-corso tematico e cronologico de-gli eventi. Si parte dalla costitu-zione a Tempio e Sinnai dei reg-gimenti della Brigata “Sassari”,prosegue con la descrizione dellaguerra di posizione, attraverso lafedele riproduzione di una trin-cea, e si sviluppa attraverso tren-ta pannellature didattiche conte-nenti circa 200 ingrandimentifotografici, in gran parte prove-nienti dalla collezione personaledell’ufficiale tempiese AlfredoGraziani, arricchite dai testi de-scrittivi delle battagliecombattute nei fronti diguerra dell’Isonzo,dell’Altopiano dei “Set-te Comuni” e del Piave.Completano il percorsocirca 30 vetrine e ba-cheche espositive con-tenenti testimonianzefotografiche, documen-ti cartacei, cimeli e og-getti di vario tipo, cheraccontano le storie de-gli intrepidi Sardi e del-le figure leggendariedella Brigata, tra le qua-li spiccano il cap. EmilioLussu, il ten. AlfredoGraziani, il gen. Giusep-pe Musinu, il cap. Giu-seppe Tommasi e altrieroi tempiesi dellagrande guerra, quali ilgen. Antonio Giaghed-du, il Gen. FrancescoStazza, il s. ten. France-sco Quargnenti e il s.ten. Francesco Fadda,quest’ultimo caduto sulDente del Sief, in Cado-re, e decorato con la me-daglia d’oro al valor mi-litare. La mostra si inse-risce in un programmadi intenti dei Comunigemellati di Tempio,Sinnai, Armungia,Asiago e Foza , con iquali si sta portandoavanti un progetto di re-cupero dei siti storici

della Brigata “Sassari” (trincera-menti, baraccamenti, vestigiabelliche italiane e austro-ungari-che) presenti sull’Altopiano diAsiago, allo scopo di realizzare intempi brevi ben tre musei al-l’aperto nei luoghi che furonoteatro dell’epopea della Brigata“Sassari” e che avranno nellamostra storica di Tempio il pun-to di partenza per le visite guidatesul campo, nello splendido sce-nario delle Prealpi Vicentine.Principali sostenitori del proget-to espositivo sono i Lions Clubdella Gallura e di Sassari, con ca-pofila il Club di Tempio, la cuisensibilità all’iniziativa potrebbeanche essere affiancata anchedalle altre associazioni cittadine.Scopo della mostra è quello diperpetuare le gesta dei DiavoliRossi, il loro eroismo, sacrificio ealto senso del dovere che ben sirespirano nella visita al percorsoespositivo. Valori che continua-no a vivere nei “Sassarini” di og-gi, impegnati nelle missioni in-ternazionali per il mantenimen-to della pace nelle aree di crisi,che portano con fierezza le mo-

strine bianco-rosse che cento an-no fa resero leggendari i lorononni, eroi della Grande Guerra.A conclusione di queste note, fa-cendoci portatrici delle impres-sioni riportate dai tanti visitatorisul registro delle firme, vorrem-mo innanzitutto esprimere alluogotenente Antonio Pinna, cu-ratore della mostra, i sentimentidi gratitudine della comunitàtempiese per aver aderito allaproposta di localizzare il proget-to storico a Tempio, la soddisfa-zione e l’orgoglio personale dipoterlo affiancare nelle attività diillustrazione e guida al percorsoespositivo e, nel contempo, invi-tare l’amministrazione comuna-le, in particolare l’assessorato al-la cultura e pubblica istruzioneche per primi hanno credutonell’iniziativa, di far sì che la mo-stra storica diventi permanente aTempio, quale importante puntodi riferimento per le nuove gene-razioni nella scoperta del grandecontributo offerto dalla nostracomunità e dalla Sardegna in ge-nere al processo di Unità e Liber-tà del nostro Paese.

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Mostra storica “I Diavoli Rossi - la BrigataSassari nella Grande Guerra”di Laura Mariotti e Rossella Spano

Mostra dedicata ai Diavoli Rossi

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A nche quest’anno gli ol-biesi hanno voluto ren-dere omaggio a San Gio-

vanni e alla Madonna del mare.Il 24 giugno, giorno della nasci-ta del Battista, l’unico di cui laChiesa celebri, oltre alla nascitaal cielo anche quella terrena,Olbia si è ritrovata nella chiesaprimaziale di San Paolo aposto-lo per le consuete e tradizionalicelebrazioni. Suggestiva comesempre la processione per le viecentro storico fino al molo Brine poi a mare nel golfo internodella città, alla quale hanno pre-so parte tanti fedeli con nume-rose bandiere votive, la confra-ternita di Santa Croce, le autori-tà civili e militari. Ad animare ilcorteo le note del coro Olbia folkensemble diretto dal maestroCristiano Deriu. A guidare le ce-lebrazioni il parroco don GianniSatta con il vicario diocesanodon Andrea Raffatellu.

Il 20 giugno anche i missionari di Olbia, fon-dati dal beato Giuseppe Allamano nel 1901 aTorino, hanno celebrato Maria, madre diGesù con il titolo di “Consolata”. Una festa infamiglia per la comunità di via Vena Fioritain zona Bandinu, alla quale si sono preparaticon la tradizionale novena dall’11 al 19 giu-gno. Ogni giorno dopo la consueta preghieradel rosario e la celebrazione della Santa Mes-sa è stata recitata una preghiera alla Verginepatrona della chiesa torinese venerata come“Consolata”, titolo che il fondatore ha volutoper suoi missionari e missionarie. Un cultoche non fosse soltanto “contemplativo, maattivo” come disse il giorno in cui diede l’an-nuncio della nascita del nuovo Istituto dei

missionari della Consolata. Era il 29 gennaiodel 1901 e dopo poco più di un anno, l’8 mag-gio 1902 partirono per il Kenya i primi quat-tro missionari, due sacerdoti e due fratellicoadiutori, seguiti, alla fine dello stesso an-no, da altri quattro sacerdoti e un laico. A Ol-bia i missionari arrivarono quarant’anni fa.Si integrarono subito nella comunità, dive-nendo ben presto un punto di riferimentoper tutta la città e non solo. Un servizio diprossimità ai più fragili, di ascolto, disponi-bilità, supporto e testimonianza di fede. Ilgiorno della festa nella piccola chiesa sonostate celebrate due Messe, una al mattino dapadre Danilo Scomparin e una al pomerig-gio da padre Fedele Crippa.

Olbia, omaggio a San Giovannie alla Madonna del Mare

Corpus Domini, folla difedeli a OlbiaOlbia si è stretta attorno a Gesù Eucaris-tia. In tanti hanno partecipato alla San-ta Messa celebrata nella chiesa pri-maziale di San Paolo Apostolo a Olbia.Una chiesa gremita frutto di una gioiaspirituale che ha richiamato i fedeli ditutte le parrocchie della città. Un mo-mento di comunione ecclesiale e civile.Famiglie, uomini, donne, bambini eanziani insieme al seguito di Gesù per levie del centro storico fino alla basilica diSan Simplicio. Un corteo orante egioioso che ha portato l’Eucaristia lungole strade di Olbia per abbracciare tutti ea tutti far giungere la benedizione delfiglio di Dio. Calorosa la risposta dellapopolazione che per l’occasione ha ac-colto la processione con fiori e petali dirose. A guidare i fedeli pellegrini il vic-ario diocesano don Andrea Raffatellucon il parroco don Gianni Satta, diversisacerdoti, diaconi e i fratelli e le sorelledella Confraternita di Santa Croce.Quella del Corpus Domini è la proces-sione più importante di tutto l’annoliturgico, l’elevazione dell’ostia con-sacrata, corpo di Cristo e dono per tuttigli uomini, richiama “«quasi in obbe-dienza all’invito di Gesù di “proclamaresui tetti” ciò che Egli ci ha trasmesso nelsegreto” come si legge nel documento Ilsacerdote nella Celebrazione eucaristi-ca del Corpus Domini.

Madonna della Consolata, una festa in famiglia

Un momento della processioneper le vie di Olbia

Padre Fedele presiede la celebrazione eucaristica

Foto: Gavino Sanna

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“In questo giorno, rendiamo lode al Signo-re ed esprimiamo la nostra gratitudine peril dono del sacerdozio, un ministero sem-pre vivo, voluto da Dio che ci assicura la suapresenza con lo Spirito Santo e che passaattraverso le persone, perché possa portarefrutti di grazia e di santità”. Così ha esordi-to il vescovo di Tempio-Ampurias mons.Sebastiano Sanguinetti domenica 25 giu-gno, nella parrocchia della Sacra Famigliaper festeggiare il 25º anniversario di ordi-nazione sacerdotale di don Mauro Bucce-ro. Numerosi i fedeli di Olbia e delle diverseparrocchie della diocesi che hanno affolla-to la chiesa dove si è tenuta la celebrazioneeucaristica di ringraziamento, presiedutada mons. Sebastiano Sanguinetti e conce-lebrata dal vescovo di Ozieri mons. Corra-do Melis, don Andrea Raffatellu, parrocodella Sacra Famiglia e numerosi sacerdotidella diocesi. Tutta la Chiesa è grata a que-sto sacerdote disponibile, generoso e labo-rioso che ha investito, in questi lunghi an-ni, risorse spirituali e capacità operative.Don Mauro è stato ordinato sacerdote il 13giugno 1992 nella chiesa di San Simplicio,per l’imposizione delle mani dell’allora ve-scovo mons. Pietro Meloni, e li celebrò lasua prima messa. Come egli ha affermato

nel suo discorso di ringraziamento: “Il do-no del sacerdozio è un tesoro immenso, po-sto in un vaso di creta, che è la mia persona,plasmato da Dio, attraverso le diverse me-diazioni umane, prima di tutto la mia fami-glia e poi la comunità di Comunione e Libe-razione, nella quale ho fatto esperienzadell’amore e della tenerezza di Dio e dove èmaturata la mia vocazione”. Ma la storiaspirituale e sacerdotale di Don Mauro è ric-ca anche di esperienze umane e fraterne.Diversi i ministeri, uffici e incarichi rico-perti; è stato parroco a La Muddizza persette anni e per 14 anni a Viddalba; in que-sti ultimi anni stato collaboratore nella

parrocchia di Nostra Signora de La Salettead Olbia, attualmente presta il servizio nel-la parrocchia della Sacra Famiglia. E’ inol-tre vicario giudiziale del Tribunale Eccle-siatico Regionale sardo. Un’occasione perdon Mauro per rinnovare la volontà di se-guire il Signore e di servirlo ancor più gene-rosamente nel ministero sacerdotale, perla comunità pastorale un maggior impegnoa vivere la fede in maniera più viva e appas-sionata. Dopo la Santa Messa è seguito unmomento di convivialità nel piazzale dellachiesa, con i parrocchiani e gli amici che lohanno accompagnato in questi lunghi annie seguito in ogni suo incarico.

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Con decreto firmato il 14 no-vembre 2016 dal Priore Gene-rale dell’Ordine Carmelitano,padre Fernando Millán Rome-ral, il gruppo dei Terziari Car-melitani, costituito presso la

Cattedrale di Tempio nel 2009,è diventato Fraternità autono-ma. In tale veste il 27 aprile 2017ha celebrato il primo CapitoloElettivo, svoltosi alla presenzadell’assistente provinciale pa-dre Marco Nuzzi, di quello di zo-na padre Antonino Mascali e

del primo assistente spiritualepadre Roberto Carlos GazabónArroyo, nominato dal priore ge-nerale e da quello provincialeGiovanni Grosso. Sono risulta-te elette le terziarie Clara CartaMurrali, già fondatrice del so-dalizio tempiese, come presi-

dente, Lucia Spano come primaconsigliera e Caterina Addis co-me seconda. Il sodalizio “MariaRegina del Monte Carmelo” èstato guidato sempre da ClaraCarta Murrali, già terziaria car-melitana a Firenze, che una vol-ta rientrata a Tempio dopo 45anni, ha fondato in Gallura ilprimo gruppo T.O.C. a cui, l’al-lora parroco don Antonio Ad-dis, concesse l’uso dell’oratoriodel Purgatorio come base per lapreghiera. Qualche tempo do-po il nuovo parroco don Anto-nio Tamponi, assieme al vicedon Pietro Denicu, seguirono ilpercorso spirituale del gruppo,assieme ai padri Carmelitani diSassari, Ubaldo Pani, AntonioConti e Antonio De Melis, conl’appoggio dell’Assistente Pro-vinciale padre Marco Nuzzi. LaFraternità, già affiliata a quellasassarese, è operativa a Tempiocon terziarie a professione defi-nitiva, temporanea e numerosenovizie, che portano avanti illoro impegno con momenti for-mativi, di preghiera e incontrifraterni. Loro scopo è quello diapprofondire la spiritualitàCarmelitana, vivere nell’osse-quio di Gesù Cristo, dell’ascoltodella Parola, nella frequenzadei Sacramenti, nella preghie-ra, nel servizio e nell’amore allaChiesa e agli ultimi.

Don Mauro Bucciero: «Il dono del sacerdozio è un tesoro immenso»

Eretta a Tempio la Fraternità Terziaria Carmelitana

di Antonella Sedda

di Luigi Agus

Concelebrazione alla Sacra Famiglia di Olbia

Diploma di erezione della Fraternità di Tempio Pausania

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L a comunità Teodorinaha vissuto il 23, 24 e 25giugno la sua festa

patronale riportata dopoqualche anno alla sua storicadata estiva fortemente volutada tutta la popolazione allaquale il comitato leva ’77-’87assieme al parroco donAlessandro Cossu hanno datoascolto. Festa molto sentita daiteodorini che anticamenteveniva vissuta come festapagana per auspicare un buonraccolto, trasformata in seguitocome festa del Santo patronoTeodoro e con l’arrivo delturismo sanciva l‘inizioufficiale della stagioneturistica. Sono stati tre giorniricchi di spiritualità edivertimento iniziati con isempre suggestivi fuochid’artificio sulla bellissimaspiaggia della Cinta, a seguireuna bella serata con lacantante Elena Ledda. Moltobella e partecipata è stata laprocessione del sabatopomeriggio in cui il Santo èstato portato su un carrotrainato dai buoi di Barisardoaccompagnati dai bravissimicavalieri di San Teodoro, igruppi folk di Padru “Santu

Miali”, “A Ballare di Fadda eBazzoni” di Austis e il gruppofolk “Montanaru” e il coro diDesulo questi ultimi hannoaccompagnato con il rosariocantato tutta la processioneassieme alle Launeddas. Lacelebrazione della santa Messaè stata animata dal coro“l’Aldia” di San Teodoro.Questo ha permesso losvolgimento di unaprocessione molto raccolta esilenziosa. La serata ècontinuata con i canti e i ballipopolari del gruppo folk “Aballare” di Austis. La domenicaè stata allietata dopo la messadelle 19 dall’esibizione del“Judo club dojo ryugi” deibambini di san Teodoro con leloro originali evoluzioni e perfinire una bella serata con ilgruppo “Anime sarde” diBeppe Dettori. Il comitato leva’77-’87 ringrazia in primis ilparroco, loro fedale, per lafiducia e la pazienza accordata,il comune di San Teodoro, masoprattutto gli esercizicommerciali e la popolazioneche hanno permesso losvolgimento di questa bellafesta e il comitato aspetta tuttiil 9 novembre per continuare afare festa assieme nel giornodel Santo patrono Teodoro.

Dal 4 al 7 Luglio 30 bam-bini e ragazzi hanno ac-colto l’invito della Ban-

da Oratorio San Domenico Sa-vio a partecipare al “CampusEstivo Musicale 2017”, inseritoall’interno della settimana cul-turale organizzata dalla Bandae che si è conclusa sabato 8 conil raduno “Onde in Musica” rea-lizzato con la collaborazionedel Comitato classe 67, l’Ammi-nistrazione Comunale e la Pro-tezione Civile. Il Campus Estivoè stato un momento di aggrega-zione e formazione tramite unostrumento educativo privile-giato quale appunto è la musi-ca. I ragazzi che già si erano ap-procciati ad uno strumento con

esperienze precedenti, ogni po-meriggio hanno frequentatodelle lezioni di musica d’insie-me, mentre i bambini che anco-ra non avevano orientato la loroscelta verso uno strumentopreciso, hanno partecipato adelle divertentissime lezioni dipropedeutica musicale; tutti imomenti formativi sono staticoordinati dai docenti profes-sionisti e abilitati all’insegna-mento che collaborano ormairegolarmente con la San Do-menico Savio: Laura Cocco,Francesco Fara, Marcello Melise Barbara Agnello; la serata erapoi dedicata ai giochi a squa-dre, caccia al tesoro e a conclu-sione la cena tutti insieme.

Grande successo per la festa patronaledi San TeodoroAnnalisa Fodde, Fedale 77 di San Teodoro

Campus Musicale nell’Oratorio “SanDomenico Savio” di Monetaa cura degli Educatori del Campo Musicale

Luras festeggia i Santi Pietro e Paolo Anche la comunità di Lurasha reso omaggio ai santi Pie-tro e Paolo lo scorso 29 giu-gno. Una Santa Messa moltopartecipata è stata presiedu-ta dal parroco don Alessan-

dro Piga che per l’occasioneha celebrato sul sagrato dellachiesa. Una solennità allaquale ha preso parte la con-fraternita di Santa Croce e leautorità civili e militari.

La processione a San Teodoro

I ragazzi del Campus

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È iniziata lo scorso 6 luglioe si concluderà il prossi-mo 18 luglio la tredicina

in onore di Santa Margheritapatrona di Laerru. Come da tra-dizione, la piccola comunitàdell’Anglona, rinnova la devo-zione a Santa Margherita chesecondo la tradizione agiografi-ca subì il martirio sotto Massi-miliano e si ritroverà per unadue giorni di preghiera in pro-gramma il 19 e il 20 giugno gui-data dal parroco don AugustoRamirez. Come ogni anno, lacomunità si è preparata a vivere

con intensità e partecipazione idiversi momenti di preghierapreparati per l’occasione. Fe-steggiamenti attesi da tutta lapopolazione per rendere omag-gio alla loro santa patrona. An-cora oggi, molti degli emigrati,legati alla santa morta martiread Antiochia di Pisidia tra il 275e il 290, patrona delle parto-rienti, per partecipare ai festeg-giamenti fanno coincidere le lo-ro ferie con le date della festa. E’inoltre consuetudine che la pro-cessione coincida con una dellegiornate più calde dell’estate.

11GALLURAANGLONA&N. 13 Anno XXV

10 luglio 2017

Ha sempre visto unalarga partecipazione dipopolo la tradizionale

conclusione del mese marianoa Sedini. Quest’anno la pre-senza del vescovo, mons. Seba-

stiano Sanguinetti ha reso an-cora più solenne la celebra-zione che ha visto lapartecipazione di tutta la co-munità, delle autorità civili emilitari e della confraternita.

Laerru è pronto a festeggiare Santa Margherita

vita ecclesiale -

Sedini, ancora vivo il ricordo della conclusione del mese mariano

Il simulacro di Santa Margherita a Laerru

Un momento della solenne celebrazione davanti alla statua

della Vergine di Fatima

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N. 13 Anno XXV 10 luglio 2017

GALLURAANGLONA& l i tu rg ia de l la paro la12

Commento al Vangelo della Domenica a cura di don Valerio Baresi

16 Luglio 2017

XV DOMENICA anno A

Mt 13, 1-23

«La preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto»

16 Luglio 2017

XV Domenica del Tempo Ordinario

22 Luglio 2017

Festa patronale di Santa Maria Maddalena a La Maddalena

23 Luglio 2017

XVI Domenica del Tempo Ordinario

CALENDARIO

PASTORALE

Il Vangelo di questa domenicadi luglio, ci offre un’occasionedavvero speciale per verificarela profondità e la verità dellanostra fede. È importante, anzi essen-ziale immergerci nell’ascoltodella Parola di Dio. Quanta povertà in questocampo, in tanti Cristiani ‘Cat-tolici’. Quanta ignoranza e su-perficialità. Troppi Cristiani non cono-scono la Parola di Dio. Non laleggono, non la ascoltano. Come puoi dire di conoscere,amare e seguire il Signore senon ascolti e non comprendi laSua Parola? Tieni il Vangelo aportata di mano, in cucina…sul comodino. Leggilo ogni giorno. Consu-

malo!Gesù ci invita ad avere un’at-tenzione speciale per questaParola, chiedendoci non solodi accoglierla, ma di preparareil terreno adatto, affinché ilseme gettato possa davverocrescere e dare frutto!Non posso accontentarmi solodi ‘leggere’ o ‘sentire’ la Paroladi Dio, la devo compren-dere, cioè ascoltare, medi-tare, studiare, accogliere.Devo obbedire e viverla, se no“viene il Maligno e ruba ciòche è stato seminato nel miocuore”.Se sono superficiale, senza ra-dici, incostante “appenagiunge una tribolazione o unapersecuzione a causa della Pa-rola”, subito vengo meno.

Inoltre “la preoccupazionedel mondo e la seduzionedella ricchezza, soffocanola Parola ed essa non dàfrutto”.È proprio la Parola di Dio chepuò rendere la mia vita pro-fonda, ricca di Amore e di Spe-ranza, capace di fidarsi, in ognisituazione, del Signore: Eglidavvero si prende cura di me e

mi conduce alla Vita Eterna,alla pienezza della sua gioia!Nello stesso tempo l’efficacia,la potenza di questa Parola di-pende anche dalla mia liberarisposta, dal mio impegno adarle un’accoglienza capace di“preparare il terreno”, affin-ché questo “seme” possa daretutto il frutto che il Signore de-sidera per la mia felicità!

23 Luglio 2017

XVI DOMENICA anno

AMt 13, 24-43

Quante volte ci siamo detti: “Per-ché tanto male nel mondo?”…Gesù ci dà una risposta: c’è un“nemico”, siamo immersi in uncombattimento spirituale. Se c’è un combattimento, unaguerra, non possiamo affrontareil nemico senza un equipaggia-mento adatto e senza un idoneo esevero addestramento! Quanta gente vive ingenuamen-te, pensando che tante situazionidifficili siano frutto del “caso”. No! C’è un nemico: il Maligno, ilDiavolo. Gesù ne parla esplicitamente. Lo combatte, lo scaccia e ci chie-de di resistere alle sue tentazionie addirittura di scacciarlo! Nonper terrorizzarci, ma per render-ci profondi, responsabili, capacidi resistere ai suoi attacchi. Anzi ci dona la certezza che se sia-mo uniti a Dio, se siamo “giusti”,

obbedienti alla Sua parola,“splenderemo come il sole nelRegno del Padre”.La vittoria è già nostra nella mi-sura in cui siamo uniti a lui. Satana è già sconfitto, già “preci-pitato” da Gesù Cristo. Tuttavia in questa vita terrena fi-gli del Regno e figli del Malignovivono accanto, nello stessomondo. Si deve attendere conpazienza e perseveranza la finedel mondo. Allora “gli Angeli separerannotutti quelli che commettono ini-quità e li getteranno nella forna-ce ardente”. “Chi ha orecchiascolti!”Sta a me ora vivere di conseguen-za. Sta a me decidere se vivere per ilRegno di Dio e la sua Giustiziaoppure gettarmi nelle mani delMaligno.

L’alba d’estate Oltre l’orizzonte marino fasci di luce come spade,l’oro con l’ametista si confonde, l’aria umida è anch’essa cosa di mare, -adesso tutto più vero sembra anche l’anima si sveglia alla potenza del creato .-L’occhio di fuoco lontano cresce vasto come un incendio divampato man mano:spia attentaalle vicende del mondo.

Don Roberto Spano

«La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo»

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13cu l tu ra GALLURAANGLONA&N. 13 Anno XXV

10 luglio 2017

(II parte)Le domande della giornalista non sembra-no sorprendere il sacerdote. Anche stavol-ta pare turbato, ma non è più evasivo. Eracconta: “Durante le mie ricerche per ap-profondire la storia sul martirio di SanSimplicio, ho trovato delle note spurieconsultando l’archivio di San Vittore aMarsiglia. In una di queste è scritto cheSimplicio aveva delle particolari visioni at-traverso le quali entrava in contatto con unmisterioso Essere di Luce che lo accompa-gnerà fino al martirio. In un’altra nota holetto che la sera del 14 maggio del 305 d.C.,al calar del sole dietro Monte Plebi, Sim-plicio, solo e sconfortato, era andato a pas-seggiare nel porto della fiorente Fausiana,uno degli antichi nomi di Olbia. Improvvi-samente, vide camminare sulle acque delGolfo e avanzare verso di lui una figura lu-minosa che gli disse: “Simplicio preparatiperché il tuo combattimento con il Maledomani arriverà alla parte finale; ricordatiche la tua sconfitta sarà la tua vittoria, latua debolezza sarà la tua forza e questa cit-tà che oggi ti è estranea un giorno ti sarà fi-glia. Con queste armi tu imprigionerai ilNemico di Tenebra.” Con lo spegnersidell’ultimo bagliore anche l’Essere di Lucescomparve e Simplicio fu invaso da unaforza straordinaria. Il contenuto di questacartula mi ha spinto a iniziare la mia ricer-

ca. A colpirmi è stata la profezia dell’Esse-re di Luce e, in effetti, la vittoria di Simpli-cio si manifestò completamente nel giornodella sua sconfitta come si legge nel rac-conto riportato da padre Danilo Scompa-rin nel suo libro Olbia cristiana. Qui sinarra che Simplicio, vescovo di Fausianain Gallura, subì il martirio sotto Barbaro,preside della Provincia romana di Sarde-gna e Corsica, così chiamato per la sua em-pietà e ferocia contro i cristiani. Raggiuntala città di Fausania, Barbaro venne a sape-re che c’era un vescovo cristiano e ordinòai suoi ufficiali di condurlo al suo cospetto.Sottoposto a un lungo interrogatorio Sim-plicio ribadì la sua fede nel Padre, nel Fi-glio e nello Spirito Santo e aggiunse: “Nonadorerò né gli idoli né i demoni, ai quali voiprestate culto e venerazione. Il profeta hadetto che le statue delle vostre divinità so-no soltanto oro e argento, dovute all’operadell’uomo. Hanno la bocca ma non parla-no; hanno occhi ma non vedono; hannoorecchie ma non sentono, perché sono og-getti privi di vita.” Sentendo queste parole,Barbaro andò su tutte le furie e, afferratauna lancia, la scagliò contro Simplicio.Questi, trafitto al cuore, dopo tre giornid’agonia, morì e il suo corpo fu sepolto daicristiani di Fausania che raccolsero il suosangue in un’ampolla di alabastro colloca-ta vicino alle sue spoglie. Le onoranze fu-nebri rese al martire Simplicio suscitaro-no l’ira del preside Barbaro che minacciòdi incendiare la città e distruggere la co-munità cristiana al ritorno dalla Corsica.Ma, proprio nelle acque corse, il feroceBarbaro fece naufragio e morì tra le altissi-me onde sollevate da un vento improvviso

e violento che travolse la piccola imbarca-zione sulla quale viaggiava. Dopo il marti-rio di San Simplicio, il 15 maggio del 305d.C., il popolo dei fedeli crebbe e continuòa crescere. Ecco quindi chiarita una partedell’antica cartula scoperta nell’archiviodi San Vittore a Marsiglia da don Tamponiche, come lui stesso rivela a Viola, ha con-tinuato le sue ricerche nell’archivio dellaDiocesi di Tempio. Lo studioso le dice diaver trovato un altro documento, tanto in-teressante quanto misterioso che, comequello rinvenuto a Marsiglia, contiene unaccenno al Nemico di Tenebra e all’Esseredi Luce (continua).

(II parte)

Il paesello, della nostra storia, era arrocca-to su di un pianoro, per arrivare sino alle ul-time case dove abitava l’artigiano che ilDon voleva contattare per sistemare l’alta-re dell’anfora, bisognava percorrere unaserie di viottoli. Per uno di questi, il Doncamminava rimuginando e pensando alfurto, sempre che di furto si trattasse dellapreziosissima anfora. Ecco, ora spuntano iBravi di Don Rodrigo, penserà qualcheamico lettore, no! Non oserei tanto, i Bravino, ma Filomena sì. Il parroco come la videimpallidì, la visione della signora Filome-na, conosciuta da tutti in paese col nomi-gnolo di “finestra” diede un colpo al cuoreal signor curato. “Finestra” nel sentire co-mune indicava una persona dedita a starealla finestra e interessarsi un po’ dei fatti al-trui, “finestra“ perché per sapere e sentireil vocio, le chiacchiere e i “si dice” del paese,bisognava stare alla finestra. «Buondì re-verendo? Dove va di bello e così trafela-to?», «Buondì Filomena», rispose il parro-co che stava per dire “finestra”, ma un sas-solino fece deviare il suo piede e la sua pa-rola, per fortuna. «Vado a trovare il nostrocaro amico Giuseppe è da un po’ che non lovedo in chiesa e forse ha bisogno di aiuto»,disse. Filomena annuì, passò oltre e iniziò

a metter in motto la materia grigia, «per-ché va da Beppe, - pensò - cosa avrà combi-nato quel birbante?» e sbirciò dalla di fine-stra. Intanto il parroco era arrivato al labo-ratorio di Beppe, vide che non c’era e fecceun giro attorno chiamandolo a gran voce.Intanto “Finestra“, che era uscita di casaper il “solito” giro tra le “colleghe” entrò nelnegozio di frutta e verdura di Maria per tut-ti “la riservata”, se vuoi far sapere una noti-zia in tempo reale dilla alla “riservata” chein un batter di ciglia lo sa già tutta la via.«Ciao Maria, come va oggi? Ho incrociatoil nostro parroco che velocemente si recavada Beppe, che sarà mai?». «Ciao Filomena,ma da Beppe era tutto tranquillo» . Intantoil Don aveva trovato Beppe, era intento adar da mangiare alle galline. «Allora Bep-pe, ti devo commissionare un lavoro ur-gente e silenzioso! Va bene per l’urgente,che già per Beppe era una novità, ma silen-zioso che vorrà dire, pensò Beppe. «Bene,Don mi dica che devo fare di tanto urgentee silenzioso?» Il parroco col fazzoletto inmano per tergersi il sudore disse: «Si trattadi un lavoro urgente, urgentissimo, silen-zioso, silenziosissimo!» e raccontò a Beppel’accaduto, senza prima fargli prometteredi non rilevare a nessuno quanto fosse suc-cesso. «Allora ci vediamo all’imbrunire al-la canonica e poi in chiesa per i lavori» dis-se il Don. «Bene all’imbrunire» annui Bep-pe. La sindaca intanto con la comandantedella gendarmeria, nel suo ufficio studia-vano il fatto accaduto: «Si tratta di ricattocertamente, a chi vuoi che interessi tenereo smerciare l’anfora, non è possibile» pen-

savano all’unisono. Però anche il ricatto losi scartava, perché chi e a chi avrebberochiesto i soldi? Al parroco? Meglio girarglialla larga, un caratteraccio e, a suo dire,senza un becco di quattrino; al comune?Impossibile, troppi problemi di bilancio.Alla popolazione? forse! Erano calate leombre nel paese, le luci presero il posto delsole e le ombre si allungavano sui muri del-le case, dalla porta della canonica che ècontigua alla chiesa, alcune ombre furtive,entravano e uscivano portando con sé ta-vole ed attrezzature da lavoro, come scale,martelli. Era Beppe che aiutato dal parrocosi apprestava a chiudere la cappella del-l’anfora. I lavori durarono sino alle tre dinotte, il rimbombo delle martellate rompe-vano il silenzio del sagrato, tanto che“Campari” mentre passava proprio sul sa-grato ebbe un sussulto e tanta paura, pro-mettendo alla Vergine Incoronata del Ru-scello, la Madonnina a cui si rivolgeva sem-pre “Campari” dopo le sonore sbronze, nonfosse altro per il ruscello, di non toccare piùun goccio “d’acqua” in vita sua. Beppe or-mai stava per finire il lavoro, il Don che ave-va seguito i lavori quasi trattenendo il re-spiro, era soddisfatto e preparò un bel car-tello dove scrisse: «Attenzione! L’altaredell’anfora è momentaneamente postosotto tutela dell’Alta Vigilanza della CuriaDiocesana per le Opere d’Arte e gli ArrediReligiosi”. Dopo aver ringraziato tutti iSanti e tirato un gran sospiro di sollievo ilDon saldò il dovuto a Beppe e tutte e dueandarono a dormire, prima che il gallo can-tasse (continua).

Sangue sulla cittàUn racconto ambientato nell’Olbia del passato

di Marella Giovannelli

Hai preso tu l’anfora? Racconto d’estate da “sotto l’ombrellone”

diacono Miuccio Demontis

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N. 13 Anno XXV 10 luglio 2017

GALLURAANGLONA& cu l tu ra14

Lo scorso 30 giugno è stata inau-gurata al Conference Center diPorto Cervo la mostra intitolata“Andy Warhol Vip Society”, or-ganizzata dalla Marriott CostaSmeralda e dalla FondazioneMazzoleni. L’importante retro-spettiva chiuderà il 17 settembree merita una visita, per il livello ela varietà dell’esposizione. Infat-ti, oltre alle 188 opere originalidel grande artista americano, ge-nio della Pop Art, ci sono diversicimeli appartenuti alla sua colle-zione privata. Nell’ampio spaziodel Conference Center, si riper-corre tutta la vita artistica di An-dy Warhol. I visitatori possonoammirare le famose dieci seri-grafie su carta con il volto iconicodi Marilyn Monroe, i dipinti dellazuppa Campbell, la serie Spacefruit, il più noto autoritratto diWarhol, la galleria cult dedicataalle celebrità: da Mao a SylvesterStallone, da Grace Jones ad Ar-nold Schwarzenegger. Oltre aiquadri, alle serigrafie e alle foto

originali, sono esposti alcunipezzi provenienti dalla collezio-ne privata di Andy Warhol. Traquesti anche la leggendaria chi-tarra di Michael Jackson con re-lativa firma e la copertina del ma-gazine Time autografata. “Sitratta di una mostra completache racchiude tutta l’iconografiadi uno dei più grandi e conosciutiartisti del Novecento - ha spiega-to Mario Mazzoleni, presidentedell’omonima Fondazione -.L’esposizione di Porto Cervo ab-braccia tutti i segmenti della suaarte; è un percorso che proietta ilvisitatore all’interno del mondodella Pop Art. La mostra, apertatutti i giorni dalle 18 a mezzanot-te, compie il decimo anniversa-rio e ha raccolto grandi consensiovunque”. Pittore, sceneggiato-re, attore, regista, direttore dellafotografia, scultore e produttore,Andy Warhol è stato il genio delvisual power e della ripetizioneseriale. Le sue opere si ricono-scono subito, hanno un impattovisivo che nessun altro artista èmai riuscito ad ottenere. Per lui

“l’arte deve essere consumata co-me un qualsiasi altro prodottocommerciale”. Si è sempre parla-to molto dello stile di vita eccen-trico e trasgressivo del poliedricoWarhol, nato in una famiglia cat-tolica di origine cecoslovacca nel1928, e morto nel 1987. E’ rima-sta invece in ombra la sua religio-sità, una fede profonda, mai per-sa e resistente a tutti gli eccessi.Partecipava alla Messa e, quasiogni giorno, pregava nella suaparrocchia di San Vincenzo Fer-rer, a New York in Lexington

Avenue. Aveva l’abitudine di re-stare in fondo alla chiesa, ingi-nocchiato per tutto il tempo dellafunzione. Era anche impegnatoin attività benefiche in favore deisenza tetto ai quali spesso servivapersonalmente i pasti nelle men-se per i poveri. Riuscì il 2 aprile1980 a realizzare un suo sogno:l’incontro, fortemente voluto,con Papa Giovanni Paolo II inPiazza San Pietro a Roma. Nelsuo diario Warhol scrisse che ilPapa gli strinse la mano tra le suee ciò lo fece sentire benedetto.

Si è concluso il 25 giugno, conla premiazione nella cornicedel tipico centro Gallurese diBortigiadas, alla presenza delsindaco Emiliano Deiana, ilconcorso fotografico “Visioni diGallura” promossodall’associazione “Gallura daValorizzare”. Il progetto, allasua prima edizione, èinquadrato nel percorsointrapreso dall’associazioneche intende conoscere e farconoscere, promuovendo, ilterritorio dei paesi della retepromozionale GdV. Le fotoche hanno partecipato alconcorso, infatti, saranno

esposte dal 22 luglio al 4agosto presso lo Spazio Faberdi Tempio Pausania esuccessivamente, in date chesaranno definite e pubblicatenel sito ufficiale di GdV, invarie parti turistiche dellacosta. In questo numeroabbiamo quindi deciso di darespazio alle fotografie vincitrici:al primo posto si è classificatoDaniele Beniamino Casula diOschiri; al secondo lo scatto diRenato Prota di TempioPausania e al terzo MargheritaCossu di Tempio Pausania,foto che peraltro è stata anchela più votata online.

Rubrica Scenari galluresi a cura della presidenza di Gallura da Valorizzare

Andy Warhol, genio della Pop Art e uomo di fededi Marella Giovannelli

A Bortigiadas premiati gli scatti di “Visioni di Gallura”

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15rubr iche GALLURAANGLONA&N. 13 Anno XXV

10 luglio 2017

La parrocchiale diSanta Margheritad’Antiochia a Laerru

C ollocata al centro delpaese, ai piedi di un’al-tura sovrastata dalla

chiesa del Rosario, la parroc-chiale di Laerru – dedicata aSanta Margherita d’Antiochia– si affaccia su una piazzettachiusa a destra da un alto murodi contenimento, che proseguelungo il lato dell’edificio. Lafacciata è divisa verticalmentein tre parti, di cui quella centra-le più alta e affiancata da lesenetuscaniche reggenti una tra-beazione, sormontata da un fa-stigio a edicola con timpanocentinato e doppie volute suilati, mentre le laterali, più bas-se, sono chiuse in alto da volutedi raccordo terminanti all’al-tezza dell’imposta dei capitelli

di quella centrale, che a suavolta presenta un portale af-fiancato da lesene reggenti untimpano triangolare sormon-tato in asse da una lunetta fine-strata. Nel fregio sopra al por-tale è presente una epigrafe re-lazionata col rifacimento dellafacciata, del seguente tenore:E[REXIT] P[VBLICE] O[PVS]A[NNUS] 1701, mentre all’in-terno del timpano è un’altrache forse riporta i dati del co-struttore, anche se oggi risultadi impossibile interpretazione:P.F.S.V.PP. Il perimetro ester-no dell’edificio non presentadecorazioni, ma solo la data1855 sul braccio sinistro delpseudo transetto e la torre cam-panaria a destra divisa in quat-tro livelli. L’interno è a navataunica divisa da archi ogivali im-postati su paraste tuscaniche inquattro campate coperte a vela.Su ciascuna campata, a destra esinistra, si aprono le cappellelaterali, mentre in fondo l’aulaè chiusa da un presbiterio co-perto a botte. Le cappelle a de-stra – dedicate rispettivamentea S. Isidoro, Madonna del Car-mine, SS. Sacramento e S. Lu-cia – presentano caratteristi-che strutturali differenziatel’una dall’altra, che denuncia-no le varie fasi costruttive del-l’edificio. Particolarmente in-teressante è la terza cappella,coperta con una cupola emisfe-rica impostata su pennacchi atromba decorati con modana-ture alternate a fasce dentella-te e arco d’accesso cassettonatoa sesto acuto: una icnografiache ritroviamo nella cupola

della cattedrale di Sassari e, inmodo ancor più simile, nella se-conda cappella a sinistra dellachiesa dei Cappuccini, sempre aSassari, tutte databili tra il pri-mo e il quarto decennio del ‘500.Altrettanto interessante è l’ulti-ma verso il presbiterio voltata avela con costoloni e gemma pe-dula e arco d’accesso a sesto acu-to realizzato a conci alternatirossi e bianchi. Le cappelle di si-nistra – dedicate rispettiva-mente al battistero, S. Giusep-pe, Madonna di Bonaria e SacroCuore – sono tutte voltate a bot-te e poco profonde, fatta ecce-zione per l’ultima verso l’altare,più ampia e lunga. Il presbiterioè ornato da un altare tridentinoin marmi policromi, perfetta-mente aggiornato alla temperiedell’Art Nouveau, donato dallaregina Margherita di Savoia nel1902, con al centro il simulacrodella titolare decorata in estofa-do de oro, particolare tecnica diorigine spagnola con cui, attra-verso la foglia d’oro e lacche pre-giate, si imitavano i tessuti dibroccato ricamati a fili d’oro.Sempre sull’altare maggiore èpresente una preziosa croceastile bifaciale in argento cesel-lato e sbalzato, datata 1776 e rea-lizzata a Genova, recante sulrecto il Cristo crocifisso e sulverso Santa Margherita; mentrenella seconda cappella a destra èpresente un dipinto raffiguran-te la Madonna del Carmine conle anime purganti, realizzato daRomualdo Boschini nel 1881.Nella parrocchiale di Laerru èchiaramente leggibile, nelle suestrutture e nei suoi arredi, la sto-

ria architettonica isolana degliultimi cinque secoli: dall’ultimacappella a destra, databile al-l’inizio del XVI secolo, conquell’idea della bicromia sull’ar-co trionfale che riprende la me-desima presente nella chiesa diSan Francesco d’Iglesias (1523);alla già citata cappella cupolata,che testimonia un aggiorna-mento alle soluzioni di matricerinascimentale italiana di metàCinquecento; agli ampliamentie rifacimenti di fine ‘600 e inizio‘700, aggiornati al barocco clas-sicista ampiamente diffuso nelLogudoro e nell’Anglona (fac-ciata, aula, cappelle); fino agliinterventi ottocenteschi (ultimacappella a sinistra, cappella delCarmine), novecenteschi (alta-re maggiore, battistero del1927) e del 2011, quando furonorealizzate in marmo la mensa, ilseggio, l’ambone e la credenzadell’altare maggiore, consacratidal vescovo Sebastiano Sangui-netti, come riportato da una la-pide in controfacciata.

I luoghi della fede a cura di PhD Prof. Luigi Agus - Cattedra di Storia dell’Arte Moderna

Accademia di Belle Arti di Sassari “Mario Sironi”

I sapori della Gallura e dell’Anglona a cura di Maria Antonietta Mazzone

Ingredienti:

1 kg di fagiolini verdi piatti 3 patate3 foglie di cavolo cappuccio 100 g di cipolla3 pomodori da sugo1 pomodoro secco130 g di olio extravergine di oliva2 spicchi di aglio1 ciuffo di prezzemolo3/4 foglie di basilicoPeperoncino qb facoltativosale qbacqua qb

Affettare finemente la cipolla, unire un trito diaglio e prezzemolo e far soffriggere nell’oliocon i pomodori a pezzettoni e il pomodoro

secco. Aggiungere un mezzo bicchiere di acqua e sigillare lapentola con il coperchio. Far cuocere cinque minuti. Scoper-chiare, aggiungere un bicchiere di acqua e portare a ebolli-zione. Aggiungere i fagiolini, aggiustare di sale e richiudereper altri dieci minuti, senza scoperchiare. Aggiungere se ne-cessario dell’acqua calda o del brodo e portare ad ebollizio-ne, unire le patate a pezzettoni e le foglie di cavolo. Aprire,mescolare e richiudere per ulteriori dieci minuti. Natural-mente la preparazione non si deve asciugare troppo.

Un piatto antico come le rocce che circondano il mio paese, Buddusò… Appena in tempo a inclinare dolcemente il volante nell’ultima curva prima dell’ingresso al paesee loro sono lì, proprio lì dove sono sempre state, e la certezza che ogni volta che torni sono lìpronte ad attendere solo te. Una conferma, una certezza che si rinnova ogni volta, con la stessagranitica maestosità che solo chi porta sulle spalle i millenni può dare. Come questo piatto che siperde nella notte dei tempi è con l’arrivo dell’estate si ripresenta puntuale all’appuntamento con ibuongustai di ogni età. Ieri sono arrivati i primi fagiolini della stagione, i fagiolini di Buddusò. Voinon ci crederete ma hanno davvero un gusto diverso, una consistenza diversa e anche un colorediverso. Provare per credere!

Fagioliniverdi in cassola

Facciata della chiesa di SantaMargherita a Laerru

Interno della chiesa

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N. 13 Anno XXV 10 luglio 2017

GALLURAANGLONA& ord inaz ione sacerdota le16

C on l’imposizione dellemani e la preghiera con-sacratoria, mons. Seba-

stiano Sanguinetti ha ordinatosacerdote don Marco Bilewski.Una solenne Eucaristica, con-celebrata oltre che dal parrocodon Mirco Barone, da numero-si sacerdoti della diocesi diTempio Ampurias, un momen-to di festa per la Chiesa univer-sale e la comunità di GolfoAranci. Originario di Torino,don Marco, emozionato e con-sapevole del dono ricevuto, ac-compagnato dai familiari e da-gli amici ha detto il suo sì a Ge-sù, lo scorso primo luglio, nellaparrocchia di San Giuseppe,divenendo così sacerdote al-l’età di quasi 52 anni. Una scel-

ta maturata, frutto di un per-corso di discernimento che èstato ripercorso da don PaoloPala, rettore uscente del semi-nario diocesano nella presen-tazione liturgica: «Confessoche si tratta sempre di un mo-mento solenne, gravido diemozione, mai solo rituale,semplicemente formale o peg-gio, scontato. La Chiesa attra-verso il Vescovo chiede in me-rito all’idoneità di un aspirantePresbitero, per mezzo di alcu-ne figure educative delegate dicompiere un discernimento, lastessa Chiesa accoglie il parere(certamente positivo) espressosul candidato ed il Vescovo rac-chiude e sigilla questa impe-gnativa dinamica con la sceltadell’ordinando presbitero che,davanti a tutti, ha pronunciato

l’eccomi della disponibilità,dell’offerta, della risposta...che già nel segreto della co-scienza e coram populo con ifatti più volte è stato espresso.

Eccellenza, Marco è un uomodi quasi 52 anni, figlio adottivodi questa generosa ed acco-gliente comunità parrocchiale.Come tutti sappiamo provieneda Torino (qui sono presenti isuoi familiari) e, dopo vari elunghi percorsi di studio, lavo-ro ed impegno di vita consacra-ta, è giunto nella nostra Diocesigrazie all’amicizia e alla sensi-bilità vocazionale di don Ales-sandro Cossu. Espletato ilcammino formativo presso ilnostro seminario, è stato ordi-nato diacono insieme a donGiorgio Diana. Sta per conclu-dere la licenza in Teologia si-

stematica a Cagliari e attual-mente svolge il compito di col-laboratore parrocchiale pressola Cattedrale di Tempio, oltreciò inizia ad assolvere alcunemansioni diocesane affidateglidi recente (Vice direttore dellaCaritas e presidente dell’asso-ciazione Voce Amica ndr). Èun uomo mite, cordiale, sensi-bile e disponibile. Cura con co-stanza la sua vita spirituale e sispende con generosità nellerelazioni interpersonali. Saràcertamente un bravo presbite-ro a servizio della Chiesa uni-versale, e della nostra chiesadiocesana in modo particola-re, che saprà accogliere, valo-rizzare e rispettare le sue ca-ratteristiche, le sue attitudini ela sua matura età». Suggestivoe simbolico il rito di ordinazio-ne, dove ogni parola e ogni ge-sto richiamano a un profondosignificato frutto della fecon-dità evangelica. Come l’unzio-ne delle mani che consacre-ranno il pane e il vino, l’impo-sizione delle mani, antico ge-sto tramandato dagli apostoli ela preghiera delle litanie deisanti, mentre l’ordinando èprostrato a terra. Durantel’omelia mons. Sanguinetti harichiamato il valore del donodel sacerdozio, che precede lascelta, il sì della persona, e an-che il difficile periodo caratte-rizzato dalla carenza di voca-zioni sacerdotali. Un’intera co-munità si è stretta attorno adon Marco che il giorno dopol’ordinazione, il 2 luglio, nellastessa chiesa, ha celebrato lasua prima Messa. Alla celebra-zione, oltre ha preso parteanche il sindaco Giuseppe Fa-solino il quale ha espresso pa-role di gratitudine per averscelto Golfo Aranci per l’ordi-nazione.

Diocesi in festa per l’ordinazione sacerdotaledi don Marco Bilewski La solenne celebrazione si è svolta il primo luglio a Golfo Aranci

di Daniela Astara Il parroco don Mirco Barone e l’assemblea

L’imposizione delle mani da parte del Vescovo

La prostrazionedel candidato