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48 progettare 285 GENNAIO 2005 TAVOLA ROTONDA GABRIELE PELOSO CO-INNOVAZIONE OVVERO COMPETITIVITÁ S S i è svolta, lo scorso ot- tobre, una tavola ro- tonda presso la facoltà di Ingegneria dell’U- niversità di Bergamo. Erano presenti docenti, rappre- sentanti dell’Unione industriali di Bergamo, manager di aziende ma- nifatturiere locali e studenti pros- simi alla laurea in ingegneria mec- canica e gestionale sia vecchio sia nuovo ordinamento. L’argomento dell’incontro è stato: ‘Ricerca e u- tilizzo di moderni strumenti pro- gettuali per una maggiore compe- titività dell’azienda italiana. Pro- blematiche ed esperienze profes- sionali’. TIMORI O OPPORTUNITÀ? Inutile negarlo, il fenomeno Cina (e in generale i Paesi dell’estremo o- riente) spaventa molti imprenditori, ricercatori, ministri e autorità in o- gni nazione industrializzata. Tra ti- mori, aspettative, nuovi rapporti in- dustriali e commerciali, le aziende i- taliane dovrebbero cogliere questa opportunità a proprio favore per dare nuovo impulso al mercato. Chi pensa di poter tirare avanti con pro- duzioni povere, non creative e tec- nologicamente arretrate, è già fuori: non c’è storia. Come fare? Bisogna essere consapevoli che ricerca e in- novazione sono le sole armi utili contro la concorrenza dell’estremo oriente. Bisogna creare una co-in- novazione, che è combinazione crea- tiva delle nuove tecnologie e profon- da revisione delle strategie e del- l’organizzazione aziendale. La sfida dell’innovazione anche in settori maturi deve dunque essere vinta in primo luogo sul piano culturale e strategico. Ecco allora la necessità di creare un fenomeno osmotico tra azienda e ri- cerca universitaria, preparazione di giovani leve di manager in grado di coniugare esigenze industriali con creatività, design e tempi brevi di ti- me to market. Due mondi si devo- no incontrare. Come rilanciare la competitività del sistema industriale del nostro Paese? Investimenti tecnologici d’avanguardia, una profonda revisione delle strategie e dell’organizzazione d’azienda e un’integrazione totale tra mondo accademico e imprese I partecipanti alla tavola rotonda presso la facoltà di ingegneria dell’Università di Bergamo. In piedi da sinistra: Stella Gabbiadini, Marco del Priori, Samuele Tomasoni, Federico Ratti, Uberto Bozza. Seduti da sinistra: Barbara Gargini di Ugs, Caterina Rizzi, Roberto Nani, Daniele Regazzoni e Cesare Daldossi.

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T A V O L A R O T O N D AGABRIELE PELOSO

CO-INNOVAZIONEOVVEROCOMPETITIVITÁ

SSi è svolta, lo scorso ot-tobre, una tavola ro-tonda presso la facoltàdi Ingegneria dell’U-niversità di Bergamo.

Erano presenti docenti, rappre-sentanti dell’Unione industriali diBergamo, manager di aziende ma-nifatturiere locali e studenti pros-simi alla laurea in ingegneria mec-canica e gestionale sia vecchio sianuovo ordinamento. L’argomentodell’incontro è stato: ‘Ricerca e u-tilizzo di moderni strumenti pro-gettuali per una maggiore compe-titività dell’azienda italiana. Pro-blematiche ed esperienze profes-sionali’.

TIMORI O OPPORTUNITÀ?

Inutile negarlo, il fenomeno Cina (ein generale i Paesi dell’estremo o-riente) spaventa molti imprenditori,ricercatori, ministri e autorità in o-gni nazione industrializzata. Tra ti-mori, aspettative, nuovi rapporti in-dustriali e commerciali, le aziende i-taliane dovrebbero cogliere questaopportunità a proprio favore perdare nuovo impulso al mercato. Chipensa di poter tirare avanti con pro-duzioni povere, non creative e tec-nologicamente arretrate, è già fuori:non c’è storia. Come fare? Bisognaessere consapevoli che ricerca e in-novazione sono le sole armi utili

contro la concorrenza dell’estremooriente. Bisogna creare una co-in-novazione, che è combinazione crea-tiva delle nuove tecnologie e profon-da revisione delle strategie e del-l’organizzazione aziendale. La sfidadell’innovazione anche in settorimaturi deve dunque essere vinta inprimo luogo sul piano culturale estrategico. Ecco allora la necessità di creare unfenomeno osmotico tra azienda e ri-cerca universitaria, preparazione digiovani leve di manager in grado diconiugare esigenze industriali concreatività, design e tempi brevi di ti-me to market. Due mondi si devo-no incontrare.

Come rilanciare la competitività del sistemaindustriale del nostro Paese?Investimenti tecnologicid’avanguardia, una profondarevisione delle strategie e dell’organizzazione d’azienda e un’integrazione totale tra mondo accademico e imprese

I partecipanti alla tavola rotonda presso la facoltà di ingegneriadell’Università di Bergamo. In piedi da sinistra: Stella Gabbiadini,Marco del Priori, Samuele Tomasoni, Federico Ratti, Uberto Bozza.Seduti da sinistra: Barbara Gargini di Ugs, Caterina Rizzi, RobertoNani, Daniele Regazzoni e Cesare Daldossi.

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MONDOACCADEMICO E INDUSTRIA

«Se ne sente parlare da più parti–ha esordito Uberto Bozza, vicepresidente del gruppo terziario a-vanzato dell’Unione degli indu-striali di Bergamo e rappresentan-te della commissione innovazionetecnologica- dal presidente di Con-findustria al Governo, fino alle As-sociazioni di categoria: servono piùinvestimenti per l’innovazione nel-l’industria italiana. La ricerca e svi-luppo insieme alla formazione digiovani studenti nelle disciplinescientifiche è stata dimenticata pertroppo tempo. Gli investimenti inquesto campo sono quasi inesi-stenti». E ha continuato: «Si deverecuperare il tempo perso soprat-tutto nelle piccole e medie impre-se. Alcune statistiche affermanoche in Italia più del 90% sono mi-cro-industrie con meno di 15 ad-detti e con un giro d’affari inferio-re ai due milioni di euro. I numeriindicano che oggi, più che in pas-sato, è necessario aggregare piùimprese, costituire il sistema a-zienda o distretti industriali. Que-sto permette di investire maggioririsorse in ricerca e sviluppo. Inol-tre, è necessario creare collega-menti sempre più forti tra Univer-

sità e distretti industriali, secondole singole competenze». Questaconnessione, nel territorio dellaprovincia di Bergamo, sembra es-sere già un dato di fatto.

La conferma è sottolineata da Ca-terina Rizzi, ordinario di prototi-pazione virtuale dell’Universitàdegli Studi di Bergamo, facoltà diIngegneria: «Da tre anni, presso

LL a tavola rotonda, che si è svolta lo scorso ottobre, presso l’Università diBergamo, facoltà di ingegneria, ha visto protagonisti un gruppo di

studenti laureandi in ingegneria gestionale e meccanica. Abbiamo chiestoloro di raccontare l’esperienza maturata in Università e i vari stage che hannosvolto presso aziende manifatturiere di primo piano.“I corsi dedicati all’innovazione tecnologica ed economia industriale, che hoseguito nel mio percorso formativo –ci ha detto Stella Gabbiadini, laureandain ingegneria gestionale- avevano un denominatore comune: la qualità. Soloproducendo prodotti di qualità le imprese italiane possono uscire da unasituazione di grande stagnazione economica”. L’esempio del Giappone nel dopoguerra insegna. Gabbiadini ha continuato.“Il concetto di qualità è una delle variabili chiave che oggi le aziende devonoconsiderare per riuscirsi ad imporsi in un contesto competitivo sempre piùesasperato. La qualità non riguarda più lo stretto momento produttivo, macoinvolge l’intero processo precedente e successivo: a partire dalla scelta deimateriali, dalla rete dei fornitori, all’impiego delle tecnologie e dei controlli,dall’organizzazione del lavoro fino ad arrivare alle fasi dello stoccaggio, deltrasporto e della distribuzione.“Significativo, in questo contesto, è stato il corso di prototipazione virtualedove abbiamo potuto utilizzare sistemi CAD 3D come Solid Edge esperimentare, tramite casi aziendali, le potenzialità di tali sistemi e quindinuovi metodi di lavoro che si basano sull’impiego di modelli digitali deiprodotti industriali” ha concluso. L’esperienza di Samuele Tomasoni e MarcoDe Priori, studenti al terzo anno di ingegneria meccanica nuovo ordinamentoè analoga. Entrambi sono stati impegnati in uno stage presso un’aziendaproduttrice di centri di lavoro per il legno. La loro esperienza, utilizzandoSolid Edge, è consistita nella modellazione e simulazione di un nuovo centrodi lavoro. Finalità del lavoro è stata quella di validare virtualmente un nuovoprodotto analizzando e simulando il layout, gli ingombri geometrici e le fasidel processo di lavorazione. Inoltre, l’animazione grafica è stataparticolarmente utile all’ufficio marketing e a quello commerciale perdimostrare ai potenziali clienti le potenzialità del nuovo prodottodell’azienda. Lo stage presso l’azienda è risultato fondamentale per lacrescita dell’esperienza degli studenti ormai prossimi all’entrata, a pienotitolo, nel mondo del lavoro. Marco Bertoni, laureando in ingegneriagestionale, ha svolto un’esperienza professionale presso una nota azienda diprodotti di consumo. “La mia esperienza presso un’azienda manifatturiera siè concentrato sullo stile dei prodotti. Sono oggetti di largo consumo dovel’estetica ha un’importanza fondamentale. Il prodotto finale devenecessariamente incontrare il gusto dei consumatori. Gusto che non ècostante nel tempo, ma assolutamente variabile. Inoltre, la contraffazione delmarchio, in questo campo è all’ordine del giorno”. Come dribblare questoostacolo? “Puntare su nuovi metodi progettativi e produttivi –ha continuatoBertoni- modificare lo stesso oggetto frequentemente nella sua ergonomia,stile, estetica, materiali e confezionamento. Per ottenere questo bisognarivedere continuamente i processi produttivi che combinano economie discala, varietà, quantità e qualità. Fondamentale l’utilizzo di nuovi sistemiinformatici che iniziano dal CAD fino a sistemi a rete più complessi come il

LA PAROLA AGLI STUDENTI

Assieme di valvola e attutore ATC,per installazioni sottomarine.

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questa Università, sono disponibi-li per gli studenti corsi dedicati al-le nuove metodologie e tecnologieper lo sviluppo prodotto e gestio-ne del ciclo di vita, ed in particola-re nuove tecnologie informatiche eparadigmi organizzativi per lo svi-luppo di nuovi prodotti e per l’in-novazione di prodotto e processoed il tutto in collaborazione con al-cune aziende della provincia ber-gamasca che collaborano concreta-mente mettendo a disposizione il

loro tempo e risorse. Questo ap-proccio è di sicuro interesse per glistudenti, poiché coniugano lezioniteoriche a problematiche reali delmondo manifatturiero». Decisa-mente più problematico è il di-scorso relativo alla ricerca. Da par-te delle istituzioni, la ricerca non èsostenuta adeguatamente, e moltiricercatori, pur avendo vinto unpubblico concorso, sono ancora inattesa di assunzione. Giovani ri-cercatori, sicuramente qualificati,non possono svolgere la loro pro-fessione. In un contesto come questo comesi inseriscono i produttori di stru-menti per la ricerca? Ha rispostoBarbara Gargini, Solid Edgemarketing di Ugs: «Per un’aziendacome Ugs, il settore educational èovviamente strategico. Gli studen-ti di oggi sono gli ingegneri del do-

mani, e dunque, gli utenti dei no-stri futuri prodotti. Ed è proprioper questa ragione che la collabo-razione con l’università di Berga-mo mira ad offrire quegli strumentidi progettazione che i futuri lau-reati ritroveranno poi nel mondodel lavoro. All’università viene of-ferto il CAD 3D Solid Edge a bas-sissimo costo –il programma Cam-pus che permette agli atenei di in-stallare un numero pressoché illi-mitato di licenze– con la possibilità

di fornire lo strumento al singolostudente per l’utilizzo a casa. SolidEdge, inoltre, da sempre è stato re-cepito in modo immediato daglistudenti in primo luogo per la pro-pria facilità di apprendimento eduso. Ma questa non è l’unica chia-ve di lettura; dietro a un program-ma educazionale si nasconde il de-siderio di aprire le strade all’inno-vazione. Dobbiamo far sì che si incontrinoaziende e università; lo possiamofare perché ci troviamo a metà stra-da fra i due mondi: ci sono azien-de che sono nostre clienti e che ri-teniamo utile far collaborare con leUniversità. Crediamo sia un ap-

proccio che favorisca le aziende, inquanto offre nuova manodopera, eavvantaggia naturalmente anche leistituzioni universitarie perchépermette di accrescere il livello diinformazione. Un conto è rimanere chiusi nellateoria e un conto è calare lo stu-dente nel mondo pratico dell’in-dustria».Federico Ratti, coordinatore tecni-co del Gruppo CMS, un’aziendache progetta e produce centri di la-vorazione per legno, plastica emarmo ha commentato: «In uncontesto economico che nel 2003 siè dimostrato particolarmente diffi-cile per CMS, il 2004 è invece un an-no boom. Questo grazie agli inve-stimenti in nuove tecnologie chel’azienda ha perseguito in questoarco temporale. Da qualche anno abbiamo iniziatouna serie di attività in collabora-

zione con questa facoltà di inge-gneria. Alcuni progetti comuni le-gati a delle tesi di laurea e stage so-no stati: il miglioramento della ge-stione dei dati dell’ufficio tecnico,l’implementazione di un sistemaPlm (product lifecycle manage-ment), risoluzione di problemati-che tecnico-applicative. In que-st’ultimo caso l’obiettivo finale nonè tanto la risoluzione contingentedel problema, ma la possibilità diconoscere gli studenti, il loro ap-proccio sistematico alla questionee, infine, ma non per questo menoimportante, conoscere i futuri col-laboratori. In CMS da due-tre anni tutte le nuo-ve assunzioni in area tecnica sonorivolte a laureati in ingegneria.

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Testa di un centro dilavorazione per il legnodi CMS.

Moderno telaioprogettato e prodotto daPromatech.

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Rendersi conto di avere investitosulla persona sbagliata è deleterioper l’azienda. Collaborare con persone motivateè fondamentale per migliorare inostri prodotti, se necessario, mo-dificarli in tempi brevi per scon-figgere la concorrenza. L’impresa i-taliana non è competitiva sul costodel lavoro, per questo motivo de-ve puntare sull’innovazione, svi-luppo e qualità dei prodotti». Roberto Nani, di Promatech, un’a-zienda del settore meccano-tessile,premette che è il momento difar produrre all’industriadel Drago Rosso prodotti abasso valore aggiunto.L’industria italiana deveconcentrarsi su prodotti dialto livello, come per e-sempio i tessuti a memoriadi forma. «Sembra impos-sibile, ma i nostri clientisono gli imprenditori cine-si - ha continuato Nani. Inumeri sono elevati: si par-la di oltre 200 milioni dipersone del ceto medio. Dobbiamo offrire loro pro-dotti di qualità a costi com-petitivi. Il gran premio auto-mobilistico di Shangai, che si ècorso lo scorso settembre, porteràgrandi benefici all’industria auto-mobilistica occidentale. Addirittura un costruttore auto-mobilistico francese ha già prontoun modello di automobile full op-tional, a un prezzo di 5.000 europer il mercato cinese. La mia esperienza professionale miporta a pensare cosa si intende perinnovazione. Ritengo sia fonda-mentale sviluppare soluzioni radi-calmente innovative e rivoluziona-rie. Il progettista non dovrà deci-dere se equipaggiare la macchinacon un cuscinetto a sfere cinesepiuttosto che svedese, ma chieder-si se serve ancora un componentedi questo tipo. C’è un altro modoper evitare gli attriti? Ecco allorache entra in gioco la ricerca piùspinta». «Non dimentichiamo - ha prose-guito Nani - che i Paesi dell’estre-mo oriente non sono solo concor-renti a livello di prodotti, ma anche

nella ricerca. In India, Cina e Co-rea, sono molti i centri di ricerca dialto livello con ricercatori localicon un bagaglio professionale ma-turato nei più importanti laborato-ri statunitensi o europei. Per e-sempio, occupandomi di brevetti,nel settore tessile sono molti di piùi brevetti targati Cina che non quel-li occidentali». Quindi, quale stra-da percorrere per essere competiti-vi? L’idea di Nani è quella di ri-

cercare, progettare e produrre mac-chine di qualità ed estremamenteflessibili, in grado di adeguarsi al-l’esigenza di produzione in pochiminuti.«Condivido il pensiero di Nani –hacommentato Cesare Daldossi, re-sponsabile tecnico di ATC, aziendaspecializzata nella progettazione eproduzione di valvole e attuatoriper l’industria petrolchimica- inIndia l’offerta dei centri di ricercaè ampia e a costi accessibili per l’in-dustria occidentale. Conosco società indiane di inge-gneria che mettono a disposizionegruppi di ricerca su tre turni, persei giorni alla settimana! Non si

tratta di ricerca sperimentale, mapiuttosto di ingegnerizzazione esviluppo prodotto, analisi agli ele-menti finiti e fluidodinamica: in al-tre parole servizi di qualità a costiassolutamente competitivi». Manon è tutto, ha continuato Daldos-si: «Se la concorrenza orientale siè sviluppata così velocemente èanche un po’ colpa di quegli stes-si imprenditori occidentali ora indifficoltà. Fino a dieci-quindici an-ni fa era normale vendere (era unvero e proprio business) impiantiproduttivi obsoleti in Italia o in

Europa ai Paesi in via di svi-luppo: India, Cina, Vietnam, Co-rea, ecc. Con un avviamento diquesto tipo, quelle economie so-no state facilitate nell’emergeresul piano industriale. Ad oggi ve-do un’unica soluzione per l’in-dustria occidentale, bisogna pun-tare sull’affidabilità dei prodottie sulla qualità del binomio pro-dotto-azienda. Quindi, collabora-zione con l’Università e ricerca dinuove soluzioni a livello di pro-dotto e di processo con grandecreatività”.

COSA DIREGli interventi sono conclusi da Da-niele Regazzoni, dottorando del-l’Università di Bergamo: «I corsidi prototipazione virtuale e ge-stione del ciclo di vita del prodot-to proposti in questa facoltà sonomolto richiesti dagli studenti, an-che perché hanno la possibilità diutilizzare strumenti software qua-li modellatori 3D come SolidEdgee strumenti per l’innovazione ed ilproblem solving affrontando, conla collaborazione delle aziende, ca-si reali di progettazione. Gli allie-vi utilizzano lo stesso/gli stessimetodi di progettazione che poitroveranno nell’industria. Utiliz-zando strumenti come SolidEdge,siamo in grado di rendere autono-mi gli studenti con poche ore d’e-sercitazioni pratiche di laborato-rio. Purtroppo, non sono molti gliimprenditori che colgono que-st’opportunità ed i nostri contattie proposte con l’industria mediopiccola non sempre vengono con-siderati».

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Il software CAD Solid Edge puòessere utilizzato sia per laprogettazione di macchine ecomponenti, sia per gli stampi.