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    DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE n 331 DEL 10-07-2007

    CITTA' 01 TERRACINAPROVINCIA 01 LATINA

    OGGETTO: PROGETTO FINALIZZATO PER LA REDAZIONE DI ELABORATIIN FORMATO DIGITALE RELATIVIALLA STRUMENTAZIONE URBANISTICA COMUNALE VIGENTE E ADOTTATA E ALLE AREESOGGETTE A VINCOLO AI SENSI E PER GLI EFFETTI DI NORMATIVE SOVRAORDINATE.

    TAVOLA

    PIANO REGOLATORE GENERALENORME TECNICHE 01 ATTUAZIONE 10

    rapp.scansione d'ufficio 14-12-2007

    geom. Andrea Morett idis. Carlo Morettisig. Alberto Fiori

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    COMUNE 01TERRACINAPROVINCIA DI LATINA

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    RElAZJONENORME TECNJCHE.D I A TTUAZIONE

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    COMUNE 01 TERRACINAPROVINCIA 01 LATINA

    P I A N O R E G O L A T O R E G E N E R A l E

    RELAZIONENORME TECNICHE01 ATTUAZIONE

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    RELAZIONE

    PAR'rE I

    ANAL IS I TERR ITOR IA L ! ED URBANE

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    PREMESSA

    L'Amministrazione Comunale di Terracina, a seguito del voto del 20maggio 1969 n. 620 del Consiglio Superiore dei LL.PP. di cui ana nota delMinistero dei LL.PP. del 24-5-1969, prot. 2152,-ha dovuto provvedere allaassegnazione dell'incarico per la progettazione del nuovo P.R.G. della Citta.

    Tenuto conto che gli Architetti Leonato Favini e Mariano Pallottini,vincitori del Concorso Nazionale bandito nel 1957erano stati gia estensoridella precedente elaborazione del P.R.G. nel 1960, l'Amministrazione haritenuto opportuno reincaricare i medesimi progettisti.RIFERIMENTI~

    II Comune di Terracina dispone di un piano di ricostruzione appro-vato con alcune modifiche dal Ministero dei LL.PP. con ilDecreto 30 ot-tobre 1949, n. 1965. Tale piano subi successive modificazioni, approvatecon Decreti Ministeriali n. 1451 del 6-5-1950; n. 363 del 15-11-1951; nu-mere 4117del 3-12-1952; n. 577 del 10-2-1954; n. 1421del 26-3-1956; n. 3591del 18-7-1958.

    I~.P.d.R:.e tuttora valida in virtu dell'art. 1 della legge 21-12-1955,nu-mere 1357.

    Successivamente ilComune ha predisposto un regolamento ediliziocon annesso programma di fabbricazione che sono stati approvati conD.M. n. 2511 del 4-6-1958.

    II programma di fabbricazione tuttora vigente, interessa una zona pilivasta di quella compresa nel P.d.R. ed ha efficacia nelle zone esterne al pe-rimetro del P.d.R.

    II Comune e soggetto altresi alla disciplina del decreto ministerialedel 2-9-1959 e 1 agosto 1968, posti dal Ministero della P.I., in riferimen-to alIa legge n. 1497 del 29-6-1939. Tali decreti riconoscono ilnotevole in-teresse della zona di Monte Giove e del Canale Portatore in Iocalita Ba-dino, nonche delle zone della Delibera, della stazione ferroviaria e di unafascia comprendente ilpercorso dell'antica Via Appia.

    Con D.M. dell'1-3-1956, Terracinafu inclusa nel secondo elenco dei Co-muni obbligati alla formazione del P.R.G. Con deliberazione consiliaren. 29 del 22-3-1957, ilComune bandi un concorso nazionale per l'elabora-zione del P.R.G. del territorio comunale.

    I professionisti vincitori del concorso provvidero a redigere nel 1960ilprogetto del P.R.G., rna la sua adozione da parte del Consiglio Comuna-

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    6Ie fu protratta al 2)-9-19G4, can deliberazione n. 532. Nell'adoziuae Iuro-no introdotte delle rlchieste di varianti 21.1progctto che Iurono iitenutenon accettabili dai progettisti. In conseguenza gli elaborati del P.R.G. f'u-rono aggiornati dall'Ufficio Tecnico Comunale e firmati clall'IngegnereCapo.

    II progetto del F.Il.G. di Terracina emendato fu definitivamente adot-tato I'll agosto 19G6, con deliberazione n. 593 del Commissario Straordi-nario, approvato--dalli-G.P~A. nella sectutadel1'7-9-19G6 con iln. 2.32.18/41.246/4' e venne pubblicato a norma di legge con decorrenza 1-10-1966.

    Le osservazioni al P.R.G. presentate entro iltermine stabilito furonon. 450.QueUe presentate 0 pervenute oltre ilpredetto terrnine, Iurono nu-mere 45. Inoltre pervennero al Comune, prima ancora della pubblicazio-ne del P.R.G. n. 27 esposti.

    Dopo un preventivo esame delle osservazioni da parte di uri'appositaCommissione, it"Consiglio Comunale formula le proprie controcleduzionicon appositi atti deliberativi del febbraio 1963. Successivamente si e prov-veduto ad inoltrare ilPiano al Ministero dei LL.PP. L'iter si e conclusocon il voto n. 620 del 20-5-1969 emesso dal ConsiglioS1.1perioreds~LL.PP.,di cui alla premessa.

    A seguito del nuovo incarico lora conferito, gli Arch. L. Favini e M.Pallottini, hanno redatto un primo programma orientativo circa icriteriche si rite neva di adottare per In stesura del nuovo P.R.G.

    Tali note programmatiche furono oggetto di discussione e di perfezio-namento in sede di Gruppo Consiliare della maggioranza. A seguito del-le intese raggiunte, i progettisti ebbero un mese di tempo per l'inoltro al-l'Amministrazione dell'elaborato di prima fase del Piano. Successivamen-te, in data 22-11-1969, l'Amministrazione ha convocato i progettisti nellaSede Comunale per la discussione sulla minuta del Piano con i rappre-sentanti di tutti i gruppi consiliari.

    IjIII'o 1.'.

    In data 27 dicembre ~969, la Giunta ha trasmesso ai progettisti ilpa-rere favorevole per, la stesura definitivadell'elaborato, con un elenco diosservazioni ed alcune richieste di moclifica della Giunta stessa. Laquasi ,'totalita di tali osservazioni e richleste, sono state recepite dai progettisti ?:e trascritte nel Piano che si inoltra .per l'iter 'di approvazione. .

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    71) CARATTERI FISICI DEL TERRITORIO 01 TERRACINA1.1 - Caratteri oroqratici dell'area Pontina.Con andamento nord-sud, il territorio Pontino e fondano di cui Ter-

    racina costituisce un vertice-cerniera, e caratterizzato da un insieme diemergenze montagnose che 10 separano dana valle del Sacco e del Liri;a nord si distinguono i colli Albani che degradano verso Cisterna attra-verso la cosidetta soglia del Preneste; la catena montuosa si prolungacon i Lepini, che separano nettamen te la vane del Sacco dalla pianuraPontina.

    I Lepini proseguono con andamento semi-parallelo al Tirreno, termi-nando quasi a strapiombo sulla pianura Pontina, tra Norma e Sezze.

    Superato il passo di Castro dei Volsci, ha inizio la catena degli Au-soni, costituito di due rami dalle caratteristiche direzionali distinte: l'u-no verso ilmare, in direzione di Terracina e l'altro verso est. Gli Ausoni,nel ramo che si protende sul mare, delimitano ilbacino di Fondi. A sud-est continua ilgruppo dei monti Aurunci fino ana vallata del Garigliano.

    11paesaggio montano e quello tipico dell'Appennino meridionale roc-cioso e spoglio. La vegetazione, sia pure molto rigogliosa, rimane circo-scritta nelle zone vallive.

    Le aree pianeggianti di notevole consistenza, sono quelle dell'AgroPontino e del bacino di Fondi. L'agro Pontino ha una superficie di oltre100.000ettari. Essa e di forma pressoche rettangolare, delimitata nei duesensi di maggiore sviluppo dal Tirreno e dai monti Lepini. Termina a sudcon la pianura di Terracina. 11bacino di Fondi e costituito da una su-perficie pianeggiante di circa 10.000 ettari, ed e delimitato dai monti Au-soni, dagli Aurunci e dal mare.

    1.2 - Idroqrafta e clima11territorio Pontino e stato oggetto di molte ricerche sotto ilprofilo

    idrografico, in ragione dei problemi secolari costituiti dal suo regime idrico.I corsi d'asqua principali che l'a ttraversano sono l'Amaseno, l'Ufente,

    l'Astura, ilNinfa, ilSisto e ilCavata.L'Ufente e l'Amaseno, costeggiano i due lati del territorio di Priverno

    e confluiscono pin a valle in un solo corso d'acqua, ilPortatore, che sboc-ca a Porto Badino, a meta dell'arco costiero balneare di Terracina. L'A-stura e formate dalla confluenza di numerosi corsi d'acqua secondari del-le pendici dei colli Albani. 11Ninfa, .che ha origine dal lago omonimo ai

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    8piedi di Norba, confluisce nel fiume Sisto. Quest'ultimo nel sistema irri-guo della bonifica pontina assolve ilcompito di convogliare le acque del-la pianura e sfocia nel Tirreno anch'esso nella zona balneare di Terracina,al limite di S. Felice Circeo. Infine ilCavata, che si forma con le acque dialcune sorgenti pedemontane, defluisce anch'esso in un canale collettore,facente parte del sistema di irrigazione dell'agro pontino.

    Completano ilsistema idrico superficiale alcuni laghi costieri, i qua-Ii, a seguito dell'intervento di bonifica, hanno subito opere varie di siste-mazione del 101'0 bacino.

    Completa ilpatrimonio idrico provinciale la ricca dotazione di sor-genti superficiali, freatiche e profonde, che abbondano specialmente allependici dei Lepini e degli Ausoni. Tali sorgenti originano numerosi picco-li corsi d'acqua e contribuiscono a formare nella Pianura Pontina - se-condo i dati del Servizio Idrografico del ministero dei LL.PP. - una di-sponibillta permanente di 16,1 ljsec. per mq.

    Le acque sorgive superficiali sono in genere formate dall'assorbimen-to delle precipitazioni atmosferiche, favorite dalla natura calcarea dellerocce dei Lepini e degli Ausoni. Le acque che affiorano nella vallata dell'A-maseno, data la scarsa permeabilita delle rocce, trovano la via d'uscitaattraverso Ie numerose fenditure rocciose. Nel gruppo montuoso del Cir-ceo, l'affioramento delle acque sorgive verso l'agro Pontino, e favorito dal-l'orientamento prevalente della roccia calcarea del gruppo verso Nord.Ricche e abbondanti falde freatiche esistono Iungo tutta la pianuraPontina. Sembra comunque accertata una stretta dipendenza del patri-monio idrico freatico dal regime pluviometrico, per cui la maggiore dispo-nibilita segue Ie stagioni di massime precipitazioni idriche. In genere,quasi tutto ilpatrimonio idrico di natura freatica, viene utilizzato per lairrigazione.

    Data la minima ampiezza territoriale, non si riscontrano accentua-te diversificazioni climatiche. La sola differenziazione notevole e dovutaall'infiuenza della vicinanza del mare e alla presenza della collina a orien-te' dove aumentano Ie precipitazioni atmosferiche.

    La temperatura massima si aggira intorno ai 25 gradi e la mmimanon scende oltre i 9 gradi. Non molto intensa e la diversificazione clima-tica temporale, la quale si attenua nella pianura pontina, mentre si ac-centua man mano che si passa dalle zone pedemontane a quelle di .altacollina.

    Notevole ilperiodo di insolazione, che supera Ia media della regionelaziale, con punte massime e minime rispettivamente in luglio e gennaio.

    Le precipitazioni vanno aumentando gradatamente, passando dal ma-re alIa pianura e quindi alle zone montane dove raggiungono anche mm. IL ~

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    91500; nell'agro Pontino si hanno in media mm. 1081di pioggia, nella pia-na di Fondi circa mm. 1000;la media annuale dei giorni piovosi e rispetti-vamente di 88, 84 e 97. La massima piovosita si verifica nei mesi di no-vembre e dicembre, e la minima nei mesi eli luglio e agosto.

    I venti che predominano sono ilGreco, il Levante, ilPonente e ilLi-beccio. Lo Scirocco si manifesta specialmente nella pianura Pontina e ilLibeccio e ilvento prevalente nella stagione estiva.

    La fascia collinare che segue ilconfine orientale, impedisce che i veri-ti freddi arrechino danno alle colture, le quali perc),spesso sono danneg-giate dalla ventosita marina, carica di salsedine.

    Fra Capo Circeo e Terracina, in primavera ed in estate, predomina-no i venti del I e del IV quadrante; d'inverno sono frequenti quelli del IIIe del IV.

    La scarsa frequenza dei temporali e delle precipitazioni di grandine,caratterizza, infine, ilclima della zona, che puo senz'al tro essere conside-rata come tipica zona di clima medio temperato.

    1.3 - Caratteristiche geologiche e pedologicheTufi terrosi frammisti a calcari compongono ilsottosuolo di Maenza,

    Sermoneta, Sezze, Bassiano, Prossedi, Sonnino, Monte S. Biagio e Fondi;la -loro origine si fa ascendere a sedimenti di natura vulcanica.

    I terreni dell'agro Pontino sono di natura alluvionale, di recente for-mazione sedimentaria, conseguenza della continua degradazione dell'ar-co montano che costeggia l'intera pianura. L'area di livello inferiore almare, inclusa nella piana Pontina, continuamente colmata da sedimentimarini, ha dato origine alla zona paludosa per l'incostanza spaziale delriempimento stesso, accentuato nei tumuleti litoranei.

    La natura geologica del territorio del bacino di Fondi e anch'essa al-luvionale; proviene da residui di degradazione delle montagne che la cir-condano, anche se parte del territorio e costituita da dune litoranee di for-mazione recente e da residui alluvionali di origine fluviale.

    Nelle valli che degradano verso le pianure di Latina e di Fondi, ap-paiono giacimenti di materiali vulcanici, forse trascinati dallo scolo delleacque montane. L'intero gruppo degli Aurunci ha natura calcarea, consaltuarie manifestazioni cretacee.

    Approfonditi studi agro-pedologici hanno preceduto l'opera di bonifi-ca, a mezzo di capillari perforazioni; anche per questa particolare aspet-to, tuttavia, non si riscontra uniformita nel comprensorio.

    Esistono terreni fertilissimi, adatti ad ogni piu esigente coltura, nellazona pedemontana alle pendici dei Lepini e degli Ausoni; a nord-ovest i

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    10conglomerati tufici di ongme vulcanica, anch'essi di buona Iertilita, siprestano ottimamente a colture viticole, olivicole e frutticole.

    II terreno dell'agro Pontino, di natura torbosa, ricco di acidita e disostanze organiche, e sufficientemente idoneo a varie colture, anche se laintensa acidita necessita di appropriate correzioni; nella parte orientaledella pianura, vi sono strisce di terreno molto permeabili, deficienti dihumus e spesso con elevata acidita, mentre la parte occidentale presen-ta terreni sabbiosi, acidi e poveri di sostanze organiche.

    II settore della pianura prossimo alla costa, ha assunto l'aspetto tipi-co di un'area bonificata, contrassegnata dalla geometria dei canali discolo, marcati dai filari di alberi frangivento e riquadrato nella regolaritadei lotti agricoli delle aziende. Al confine di ponente del territorio di Ter-racina, e il Parco Nazionale del Circeo di circa Kmq. 30, grande riservadella vegetazione naturale di lecci, querce, sughero, della ex palude, con-giunti alIa singolare emergenza del Monte Circeo, con ilquale forma unaunita paesistica d'eccezionale valore ecologico.

    La duna costiera e interessata dalla tipica vegetazione spontanea(macchia mediterranea) costituita di erici, mirti, tamerici. La fascia co-stiera retrostante, di natura sabbiosa era fino ai tempi recenti coltivataintensamente a vigneto (il moscato di Terracina).

    Una grande riserva ecologica e costituita dal vasto settore montanodegli Aurunci, compreso nel territorio di Terracina. La destinazione aparco naturale di detta zona, recepita dal P.R., appare opportuna in re-lazione alla scarsa posslbilita di previsioni residenziali, soprattutto per ledifficolta dell'approvvigionamento idrico.

    Gran parte delle falde ed in particolare quelle esposte a sud, sono spo-glie di vegetazione, a causa della azione dell'uomo e degli agenti atmosfe-rici. L'auspicabile recupero dell'originario mantello boscosodi castagneti,rlchiedera una complessa opera di bonifica e di rimboschimento.

    2) EMERGENTI PAESISTICHELa baia marittima ira Terarcina e S. Felice e delimitata dalIe due ca-

    ratteristiche emergenze montane del promontorio del Circeo a ponente,strapiombante sul mare e dal Monte S. Angelo a levante, culminante conla terrazza del tempio di Anxur ed il singolare profilo del Pisco Montano.L'arco di territorio marittimo compreso ira queste due emergenze e co-stituito in gran parte di duna marittima, sabbiosa, poco elevata sul maree tuttavia a.ncora oggi, malgrado le recenti manomissioni, ancora recupe-rabile come dato caratterizzante ilpaesaggio marittimo che e tipico del-le coste meridionali.

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    113) STATO DELLE INFRASTRUTTURE VIABILI E DI TRASPORTO

    11sistema viabile che interessa direttamente il territorio comunaledi Terracina puo essere classificato, in ordine con le funzioni assolte, intre categorie di utenza: strade di collegamento esterno (regionale, nazio-nale); strade di penetrazione; strade di collegamento urbano.

    Nella prima classe si collocano 1 :1 S.S. n. 7 Appia e Ia Mediana Lito-ranea.

    Alla seconda classe appartengono la stessa S.S. n. 7 Appia nel trattourbano, la Strada provinciale S. Felice Circeo-Terracina.

    Infine alla terza classe sono assegnate le strade comunali di collega-mento de La Fiora, di Borgo Hermada e le strade che collegano i quartie-ri della citta.

    3.1 - Strade di colleqamenio esterno e di penetrazione S.S. n. 7 AppiaLa S.S. n. 7 Appia e stata fino all'ultimo decennio l'unica via di comu-

    nicazione di Terracina, disponibile per i collegamenti regionali e nazio-nali.

    Tutta la vicenda storico-urbanistica della citta e direttamente con-nessa con le variazioni di percorrenza urbana della Via Appia.

    Nel suo tracciato attuale la Via penetra nel cuore della citta bassae l'attraversa nel suo asse commerciale determinando una insostenibilesovrapposizione di traffico urbano, di traffico turistico e di traffico pesante.

    La via prosegue oltre Porta Napoli costeggiando ilmare fino al bivioattrezzato della Via Flacca.

    Fin dalla redazione del P.R.G. del 1958,i progettisti hanno propostol'esecuzione di una variante della S.S. Appia per disimpegnare I'attraver-samento cittadino, mediante la previsione del transito a nord del centrostorico, da realizzare in galleria al disotto del Monte S. Angelo.

    Tale soluzione non era intesa tuttavia ad escludere, rna anzi a facili-tare iltraffico turistico di penetrazione nell'interno della citta per il qualesi adottavano soluzioni viabili di adattamento che sono pressoche inte-gralmente riproposte nella presente redazione del P.R.G.- Strada provinciale Mediana-Litoranea. La strada provinciale Mediana-Litoranea si dirama dalla Pontina ad ovest della citta di Latina e si diri-ge inparallelo ana costa verso Terracina secondoun tracciato che si ada-gia lungo ilconfine del Parco Nazionale del Circeo e va ad inserirsi sulla

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    12strada provinciale di S. Felice Circeo-Terracina, circa a meta ira i duecentri urbani. La strada, dopo aver percorso un tratto costiero, descriveun grande arco per innestarsi sulla Via Appia, subito a ponente di Ter-racina.

    Le funzioni di collegamento interregionale che questa strada dovreb-be assolvere ira Roma e Napoli, con la prosecuzione sulla Via Flacca e,dopo il Garigliano, sulla Via Domiziana, sembrerebbero prevalentementeturistiche.

    In realta, in assenza di valide alternative viabili costiere (la Via Ap-pia nel tratto Terracina-Formia e scarsamente agevole) la Mediana-Lito-ranea raccoglie ogni tipo di traffico diretto a Napoli, creando insosteni-bili condizioni di sovrapposizione ira il traffico pesante di transito a Iun-go raggio e il traffico turistico-balneare pendolare e locale nella stagioneestiva.

    Per Ie sue caratteristiche tecniche di superstrada da Latina al Ga-rigliano, la strada Litoranea e divenuta soprattutto negli ultimi anni, unadirettrice per certi riguardi preierenziali, rispetto alIa stessa Autostradadel Sole, per l'utenza dei mezzi di trasporto pesante.

    Cia ha contribuito ulteriormente a rendere precarie Ie condizioni deltraffico urbano di Terracina.- Strada provinciale S. Felice Circeo-Terracina. Questa strada assolve-va, fino a11958, le sole funzioni allora molto limitate, di coUegamento deidue centri urbani. Percorreva un territorio totalmente agricolo, coltiva-to a vigneti. II paesaggio agreste era esaltato dagli effetti panoramicistraordinariamente evocatividel Monte S. Angelo e Pisco Montano, dellaPunta Leano e del Monte Circeo, di Porto Badino e del Mare.

    In poco pili di un decennio, questa che era un collegamento viario in-terurbano in territorio agricolo, e divenuto un vero e proprio asse di traffl-co cittadino in tutto ilsuo sviluppo, nel compito di disimpegno del con-tinuum di urbanizzazione costiera. A meta del suo percorso, la stradacoincide con la Litoranea che vi innesta il traffico della direttrice interre-gionale Roma-Napoli.

    3.2 - Strade eomunali di eollegamento internoLa viabilita di collegamento nell'ambito della citta e della citta con

    Ie frazioni, e in egual modo coinvolta nel caos degli sviluppi edilizi recentie nelle difficolta di adeguamento delle vecchie strade alle esigenze attualidel traffico.- Viabilitd del Centro siorico. Come nella generalita dei casi, anche il

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    13centro storieo di Terracina non e strutturato ne dimensionato per l'uten-za automobilistica. Nei limitiin cui il traffico e fino ad ora consentito sul-la direttrice urbana della Via Appia (Corso Garibaldi), questa si e dimo-strata estremamente pericoloso per la sicurezza dei pedoni ed ha compro-messo e deteriorato in pochi anni quasi definitivamente l'eccezionale do-cumento storico di eta imperiale costituito dalla pavimentazione in la-stroni di travertino della Piazza Municipio.

    Appare indispensabile che ilP.R.G. suggerisca soluzioni alternative allibero traffieo motorizzato nel vecchio centro, cosi come la sosta in Piaz-za 0 lungo le strade,motivo di particolare intralcio per la vita urbana edanno estetico per il contesto ambientale della citta.

    Dovranno altresi essere proposte alcune soluzioni di disciplinamentodegli accessi e delle soste per ilcentro storieo.- Viabilita nel settore costiero. La citta bassa compresa fra il Porto, ilCanale Linea ed ilCentro in collina, conserva le caratteristiche del pianogeometrico di Pio VI, ordinata sell'asse di attraversamento dell'Appia.

    Qualora si provveda a liberare la direttrice dell'Appia dal traffico ditransito, si puo ritenere relativamente accettabile la condizione di utenzadel traffico locale che puo essere assolta dalle strade esistenti. Qualchedifficolta e costituita dai collegamenti con la spiaggia sulle direttrici delViale Cristoforo Colombo e del Viale della Vittoria, soprattutto negli in-croci con le direttrici est-ovest di transite del Lungo Linea e della Via Ap-pia. Si tratta in ogni caso di problemi di disciplina del traffico, per i qua-li non sono prevedibili sostanziali opere infrastrutturali di trasformazione.

    Piu complesso appare 10 stato della viabilita del settore costiero com-preso fra il Canale Linea e ilbattente marino fino a Porto Badino, in rela-zione con l'aumento del traffico di disimpegno della spiaggia e del trafficodi penetrazione in citta dalla Litoranea.

    11Viale Circe di lungomare e a sezione limitata ed e a sezione deltutto insufficiente in rapporto alle necessita di utenza della spiaggia, fi-no a doverne escludere la possibilita di uso automobilistico durante la sta-gione balneare. Le strade interne parallele sono anche esse a sezione limi-tata e di difficile transito in ragione del duplice compito di disimpegnodel traffico locale e del traffico di penetrazione dalla Litoranea e di pene-trazione al mare.

    In generale tutto ilsettore accusa la totale assenza di ogni principiodi coordinamento urbanistico nel rapporto fra superfici stradali, volumiedilizi e computi di disimpegno balneare. Lo scomposto sviluppo edilizio

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    14degli anni recenti ha accentuato tale stato di caos, precludendo ogni pos-sibilita di recupero ad alto livello di un territorio urbano particolarmen-te qualificato per l'utenza turistico-balneare.

    II settore costiero compreso fra Porto Badino e il confine di S. FeliceCirceo, si avvale dell'unica grande strada di disimpegno della Litoranea edella Strada provinciale di S. Felice, da cui si diramano le vie di penetra-zione al mare.

    Per la Iunzionalita della schema viabile appare necessario la previsio-ne di una strada di servizio che elimini gli incroci diretti, sulla Litora-nea, delle strade di penetrazione al mare.- Viabilitd delle jrazioni. Le frazioni di Borgo Hermada, de La Fiora, diS. Benedetto, di S. Silviano, di S. Antonio, dispongono di strade di colle-gamento con la citta che dovranno in parte essere ristrutturate ed inte-grate.

    La frazione di Piazza Palatina fruisce del percorso dell'Appia Antica.A richiesta della Sovrintendenza dovra essere prevista una nuova

    strada per disimpegnare ilpercorso archeologico dell'Appia, onde consen-tirne ilrecupero turistico.

    3.3 - TrasportiLa citta dispone di una linea ferroviaria ad un binario collegata con

    la stazione di Priverno-Fossanova, sulla direttissima Roma-Napoli.La direttrice ferroviaria dovra essere notevolmente valorizzata in fun-

    zione del collegamento con l'istituenda zona industriale del Mazzocchio ecome tale potra assolvere funzioni di trasporto metropolitano.

    Un'adeguata organizzazione dovra esser data ai trasporti pubblici ur-bani su strada, soprattutto per ildisimpegno delle aree residenziali e bal-neari nei collegamenti longitudinali sulla direttrice Terracina-S. Felice.

    4) CENNI SULlE VICENDE URBANISTICHE DELLA CITTA'4.1 - L'orlo occidentale dei Monti Lepini e degli Ausoni che limita a

    Nord-Ovest l'agro Pontino e la piana di Fondi, si articola in caratteristicibastioni naturali, che nel pliocene erano veri e propri promontori stra-piombanti sul mare. Per ragioni di difesa strategica, fin dall'eta .pre-ro-mana, in alcuni degli antichi promontori si insediarono dei nuclei abita-ti: Cori, Norma, Sermoneta, Sezze, S. Felice Circeo, Terracina, Monte SanBiagio, Sperlonga. Questi paesi siti sul limitare della pianura sottostan-te sulla costa, come Terracina e Sperlonga, hanno fin dalle origini tratto

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    15i mezzi di sussistenza dall'economia agricolo-pastorale del territorio mon-tano, ed hanno utilizzato i pascoli invernali della pianura acquitrinosapartecipando pili 0 meno direttamente dei vantaggi che gli derivavano daitraffici mercantili marittimi.

    In modo particolare Terracina, nella sua polivalenza di centro mon-tano, oltre che di porto marittimo e di nodo di comunicazione stradale,era destinata ad esercitare sugli altri nuclei del comprensorio intermediodei Lepini-Aurunci, la leadership economica e politica di cui si ha unaeloquente conferma, nelle sue secolari vicende di urbanizzazione.

    I caratteri orografici, ora aspri, ora placati nelle ampie distese framonti e pianura, la varieta e la ricchezza della produzione agricola, lavegetazione, la dolcezza del clima, i contenuti mitici e leggendari dell'am-biente geologico ed ecologico contrassegnato da testimonianze storiche,archeologiche, dai ruderi edilizi pili vari aIle opere di centuriazione, dan-no a tutto questa territorio, ed in particolare al vertice di Terracina, ca-ratteri di afflnita con le zone costiere meridionali e mediterranee della pe-nisola e delle isole ancora oggi sia pure nel degrado delle condizioni at-tuali cariche di reminiscenze storiche classiche.

    In ragione di queste specifiche caratterizzazioni climatico-ambientali,nel quadro della ';politica di sviluppo territoriale, appare indubbiamentenecessario che ai territori costieri di S. Felice Circeo, Terracina, Sperlon-ga, siano attribuite le funzioni speciflche prevalenti di aree per iltempolibero e per l'ut~nza balneare, nelle dimensioni organizzate, rapportabilial sistema metropolitano meridionale della regione.

    Prima che fossero avviate le opere di trasformazione e di umanizza-zione nella struttura ecologica ed amministrativa delle zone di palude adopera della Bonifica integrale, nel periodo fra le due guerre, tutto il ter-ritorio sud occidentale della regione aveva da oltre due millenni nella cit-ta di Terracina ilcapoluogo rappresentativo, oltre che ilcentro commer-ciale, portuale, amministrativo.

    La profonda modificazione, economica ed ambientale dell'agro a se-guito degli interventi di bonifica, la nascita di una nuova cltta capoluogo,oltre che la fondazione di nuclei urbani minori e di centri di servizio, han-no determinato una sostanziale modificazione delle antiche prerogativeterritoriali di Terracina, e la citta ha dovuto subire una riduzione del suoterritorio comunale e la perdita di antiche attribuzioni amministrative ecommerciali.

    Tuttavia con iltrascorrere dei decenni, a Terracina, come negli an-tichi centri dei Lepini, e possibile verificare come il recupero economicoe sociale dell'Agro, ilsuo rapido sviluppo demografico e produttivo e la

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    16conseguente crescita delle nuove citta e dell'economia territoriale pili checomprimere la vita dei centri preesistenti, puo costituire, dove pili dovemeno, dove in anticipo, dove in ritardo, motivi di rinascita, di qualifica-zione e di esaltazione di alcune funzioni precipue, residenziali, culturali,del tempo libero. Anche per Terracina queste nuove funzioni si delineanocome ampiamente sostitutive delle vecchie attribuzioni commerciali edamministrative della citta, esplicantesi in un territorio prevalentementemalsano e spopolato. Fra tali funzioni emergono soprattutto quello turi-stico-commerciali-balneari che trovano nella citta stessa e nel suo terri-torio costiero i presupposti per il suo ulteriore incremento: un esteso svi-luppo della spiaggia, il porto attrezzabile per la nautica, un patrimonio dibellezze naturali e di vestigia artistico-archeologiche di eccezione. Tuttocia in un territorio di intensa produzione agricola, con un clima partico-larmente mite e nella posizione di equidistanza sulle vie di comunicazio-ne turistica fra Roma e Napoli, HI.dove la pili importante arteria, inter-regionale della costa, si affaccia sul mare in uno scenario naturale di ec-cezionale interesse paesistico, ed evocativo.

    4.2 - Le vicende antiche della citta sono prevalentemente contrasse-gnate dal transito della Via Appia. In eta preistorica e fino alla primaeta imperiale, 10 sbarramento naturale del Pisco Montano strapiombantea mare, impediva ilpassaggio costiero per cui l'antica direttrice viabile,giunta alla fine della pianura, proseguiva in arroccamento verso la som-mita del Monte S. Angelo.

    Saliva lungo Ie falde occident ali del monte in vista di scorci paesisti-ci monte-mare e proseguiva verso est fino alIa Piazza Palatina, da doveiniziava la discesa verso la valle di Fondi.

    Lo sperone naturale ad ovest del Monte S. Angelo, sul quale e la cit-ta antica, consentiva il transito della pili agevole direttrice naturale dicresta verso levante, ed era considerato di grande interesse strategico perilcontrollo dei traffici terrestri da e per l'Italia meridionale in eta etru-sea e in eta repubblicana.

    A tale circostanza si deve, in gran parte, se non l'origine, certamente10 sviluppo preistorico di Terracina alta.

    Molto piu tardi, in eta traianea, l'apertura artificiale per la Via Ap-pia di un nuovo tracciato stradale di pianura, ottenuto con iltaglio dellostrapiombo a mare del Pisco Montano, diminuiva l'importanza strategi-ca e commerciale della citta alta. Una delle conseguenze di tale interventoinfrastrutturale fra la nuova polarizzazione degli interessi economici nel-la pianura immediatamente sottostante aU'antico nucleo cittadino. II cen-tro antico, per tali circostanze, si avviava ad essere marginale alla vitaurbana.

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    174.3 - La cerchia delle fortificazioni volsche e romane racchiudeva en-

    tro ilperimetro della citta antica, un tratto della Via Appia. Questa nelsuo percorso urbano, diveniva ad un tempo, corso cittadino e via di tran-sito commerciale saldamente controllata e presidiata.

    Ai motivi strategici ed economici per 10 sviluppo urbano connessi contali funzioni, altri elementi si aggiungono che hanno assicurato nel tem-po la crescita e la sopravvivenza della citta. Fra questi, ilpili importante,risulta essere l'impianto portuale, costruito da Adriano 0 dagli Antonini.II porto romano ha certamente ilprecedente storico di un approdo costi-tuito in eta volsco-repubblicana e forse anche in eta preistorica. L'impor-tanza del porto di Terracina appare evidente ove si consideri che ancoraoggi esso e l'unico approdo costiero disponibile fra Anzio e Gaeta ed e ilpili agevole scalo per gli scambi con i territori dell'entroterra frusinate.In relazione con tali presupposti, appare fondatamente possibile ipotizza-re tempi pili lontani di quelli a noi noti per le origini dell'abitato di Ter-racina e ne sono conferma i reperti archeologici del neolitico trovato inuna caverna del Pisco Montano ed analoghi a quelli del Monte Circeo.

    Anche per Terracina la costituzione della civitas intesa come areaurbana fortificata, Acropoli e centro politico, si deve ritenere sia avvenu-ta in quel periodo dell'eta del ferro, dal X sec. al VI sec. a.C., che vede ma-turare le differenziazioni culturali e politiche delle genti italiche del ver-sante tirrenico, impegnate nelle lotte per ilpredominio e per ilpossessodei territori costieri fra Etruschi, Sabini. Latini, Volsci.

    I romani conquistano Terracina intorno al 406 a.C. e gia allora, se-condo Plinio, la citta era oppidum vetere fortuna opulentum .

    Vi furono dedotti 300 coloni a cui furono assegnati 300 iugeri di terraciascuno.

    L'illustrazione semplificata della citta, quale risulta in un codice ma-noscritto altomedievale, mostra schematicamente l'ambito urbano Iortifi-cato e contiguo ad esso, e visibile il territorio centuriato della Valle scan-dito sull'asse geometrico della Via Appia.

    La centuriazione e del resto aneora oggi del tutto persistente nei trac-ciati rurali che spartiscono la conca a nord dell'Appia e costituiscono u-na singolare quanta sconosciuta nota qualificante del territorio rurale diTerracina.

    I caratteri dell'insediamento urbano originario, hanno un diretto ri-ferimento con le condizioni politiche, storiche e culturali , comuni a tuttoilterritorio Italico,

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    18Le premesse territoriali per la nascita della civitas sono anche a

    Terracina costituite dalle piccole comunita sparse del suo comprensoriomontano che per assicurarsi la difesa ed ilcontrollo dell'itinerario strada-le e del porto marittimo, costituiscono una rudimentale arce nel luogodell'attuale citta vecchia.

    Dal X al VI sec. nell'eta del ferro, ilnucleo originario si avvia a quali-ficarsi come piazzaforte delle genti volsche comprendendo nel suo inter-no l'Acropoli, sulla balza ove nel M.E. sorgera ilcastello baronale.

    Dopo la conquista romana e l'unificazione politica del meridione sot-to ildominio di Roma, la primitiva civitas partecipa di un piu vastoterritorio di interscambio sulla direttrice dell'Appia, aumenta di popola-zione immigrata dai pagi montani e si espande comprendendo nel suo in-terno l'area sul colle di S. Francesco e recingendosi entro poderose muraciclopiche di cui restano ancora oggi cospicue testimonianze.

    Successivamente la citta e ampliata ancora nel suo perimetro mu-rato ad est, sulle pendici del M. S. Angelo, divenuto nuova Acropoli e ver-so ovest lungo la direttrice dell'Appia.

    In eta imperiale, venute meno le ragioni primordiali di difesa e di in-sicurezza politica, con l'espansione mediterranea e peninsulare delle areedi interscambio, non diversamente da quanto avviene in tutte le citta vee-chie e nuove, potenzialmente idonee agli sviluppi, aumenta la popolazio-ne urbana e l'abitato di Terracina si estende per gradi fuori del perime-tro delle mura.

    La sua area naturale di espansione e nel piano compreso fra l'anticacivitas ed ilporto. Concorre a tale incremento urbanistico, oltre al-l'aumento dei traffici portuali e degli interscambi commerciali che ne con-seguono, l'apertura del nuovo transito costiero della Via Appia a seguitodel taglio artificiale del Pisco Montano, operato forse da Traiano. Lanuova direttrice viaria costituisce un forte motivo di polarizzazione degliinteressi economici e delle installazioni commerciali della citta, indiriz-zandoli verso la costa ed ilsistema portuale. IIdeclassamento dell'anticotransito di collina a strada locale ed urbana, contribuisce al declino dellacitta alta.

    In questa periodo si verifica la prima rottura dell'unita organica ur-bana. Alla vetusta sede collinare della citta, si contrappone un nuevocentro nella pianura sottostante, sede naturale di convergenza degli in-teressi commerciali del transito terrestre e marittimo. Una conferma in-diretta del costituirsi della nuova citta integrata quasi nella dupllcazio-ne dell'antico centro, ha una conferma probante nell'esistenza accertatadi un nuovo Foroe dell'Anfiteatro nella parte dipianura. La nascita del

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    19nuovo centro contiguo non pUOessere senza conseguenze per la sopravvi-venza della citta storica.

    La caduta dell'Impero e l'insicurezza politica che coinvolge terri torie citta di tutta l'Italia, ripropongono anche a Terracina la necessita del-l'isolamento, della protezione e del recupero residenziale della vecchiasede montana fortificata.

    L'area urbana della citta Imperiale si restringe lasciando in abbando-no l'ampliamento di pianura e si concentra nuovamente in tor no alvecchio nucleo sull'asse dell'antica Appia consolare, facente capo alForo Emiliano. In realta la citta antica, cosi vicina alla nuova, nei termi-ni in cui i fatti si verificano ancora oggi, non era mai del tutto decaduta,anche se tendeva all'abbandono. La naturale fatiscenza delle strutture ~le mutate esigenze abitative dei secoli altomedievali, sono stati determi-nanti di una graduale rna profonda palingenesi a cui si deve la sostituzio-ne sulla stessa maglia di strade e nelle aree rappresentative e sacrali delForo del Teatro e dell'Acropoli, il palinsesto di architetture romane e me-dievali che costituiscono il paesaggio urbano qualificante della vecchiaTerracina. La citta nel suo complesso palinsesto di ruderi, di architetture,di emergenze paesistiche costituisce un continuum di straordinario va-lore cultur ale, da Porta Maggio, al Foro, al Castello dei Frangipani, finoalla rupe del Monte S. Angelo e del Pisco Montano che dominati dalle gi-gantesche ostruzioni del Tempio di Giove, sono la nota inconfondibiledell'ambiente di Terracina.

    Le notizie disponibili sugli svolgimenti della vita urbana dei secoli del-l'alto M.E., sono molto scarse. Tuttavia si puo affermare con certezza chevi sia stata la continuita di vita e ne sono testimonianze le complessestratificazioni e modificazioni delle consistenze antiche in eta bizantina eromanica. Una relativa rinascita economica e demografica e possibile rile-varla anche a Terracina meta comunale nel sec. XIII-XIV, quando la suapopolazione raggiunge forse 7000 abitanti.

    Gia in quel tempo Ie cronache danno notizia oltre che della citta al-ta, di una citta bassa di formazione medievale forse spontanea. Di essanon e restata alcuna 'traccia; probabilmente perche sommersa completa-mente dalle ristrutturazioni effettuate ne1 sec. XVIII, in relazione con leopere promosse da Pio VI per l'apertura della nuova Appia e del Canaledi navigazione; opere che furono avviate in attuazione di un piano rego-1atore progettato.

    La promozione della bonifica pontina per volere di Pio VI, qualificoTerracina, sia pure per un breve periodo, come ilpolo delle convergenzepiuvarie di interessi delle maestranze dei dirigenti che erano addetti 0preposti ai lavori di bonificazione e di appoderamento.

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    20Insieme con la stesura e l'attuazione delle infrastrutture viabili di

    P.R., furono promosse dal Papa molte iniziative per ilmiglioramento del-le condizioni urbane: dalla costruzione degli edifici pubblici pili importan-ti, all'approvvigionamento idrico ed alla sistemazione idraulica ed agri-cola della campagna circostante con grandi opere di canalizzazione.

    Occorre rilevare che ilprosciugamento della palude non era suffi-ciente da solo per debellare la malaria ed i propositi di ripopolamentodelle campagne, obbiettivo degli inter venti di bonifica furono frustratida molteplici circostanze negative. In ogni caso e sia pure in regime di la-tifondo, la palude pontina comincio a produrre intensamente e da ciatrasse notevoli vantaggi economici la citta.

    La costruzione della citta nuova, ilBorgo Pio, dovuta a Pio VI, aderi-va ad una grandiosa ispirazione rinasclmentale, su tracciati stradali in-tersecantesi ad angolo retto. Tutta la citta si configura in breve tempocome un unico grande cantiere, in cui sorgono contemporaneamente 0-spedale, chiesa, scuola, granai, forno e le case continue per i suoi abitanti.In quindici anni, dal 1788al 1802ilvecchio nucleo urbano si accresce conla sua espansione di pianura da 3000 a 4000 abitanti. La costruzione delnuovo porto-canals per iniziativa di Gregorio XVI,avviata nel 1840,dove-va risultare di notevole importanza per I'incremento dei traffici di mer-ci da e per l'entroterra dei paesi dei Lepini fino a Velletri e del frusinate.

    I decenni pili recenti e soprattutto queUi post-bellici, sono caratteriz-zati da una sostenuta espansione della citta nella pianura in direzionedel mare e di ponente. Tale espansione divenuta vertiginosa nell'ultimodecennio e contrassegnata dall'estremo disordine, priva di un dispositiveurbanistico, capace di moderarne i caratteri e di predisporne una figura-tivita accettabile. I risultati non hanno tardato a manifestarsi nel tonospesso scadente delle abitazioni, nella confusa maglia viaria, nella caren-za di ogni tipo di attrezzatura, di aree verdi pubbliche e private nell'ec-cessiva densita edilizia, ed in generale nei caratteri di depressione e dicaos che hanno coinvolto tutto l'arco territoriale marittimo di Terracinaal confine di S. Felice Circeo, tanto pili deplorevole quanta pili e in con-trasto con la maesta del paesaggio naturale circostante che gli fa cor-nice.

    5) INDlRlZZI EMERGENTI DAllE IPOTESI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIAlEGli indlrizzi che possono essere desunti dagli studi e dalle proposte

    di piano a Iivello nazionale e regionale e gli studi di pianificazione regio-nale e settoriale promossi per iniziativa statale e di Enti pubblici costi-tuiscono un dato -di riferfmento non secondario per la definizione delle

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    21Iunzloni attribuibili nel prossimo futuro alla citta ed al territorio di Ter-racina, soprattutto in relazione con Ie vocazioni turistiche della citta econ le previsioni di sviluppo industriale dell'area Pontina meridionale pro-grammate.

    Le proposte e Ieiniziative di piano di cui si doveva tener conto nellastesura del nuovo P.R.G., possono essere elencate come segue:- Ipotesi del progetto 80 (Ministero del Bilancio)- Proposta di programma di Sviluppo economico del Lazio, redatta dalC.R.P.E. e schema di assetto regionale del Provveditorato alle OO.PP.per ilLazio

    - Piano regolatore generale per l'area di sviluppo industriale Roma-La-tina (Consorzio industriale Roma-Latina)

    - Piano del comprensorio turistico dei Campi Flegrei a Foce Verde(Cassa per ilMezzogiorno).5.1 - Ipotesi del Progetto 80Dalle ipotesi globali che ilprogetto 80 delinea per 10 sviluppo civile

    della Nazione nel prossimo decennio, e utile citare alcuni obiettivi che piudirettamente possono costituire indicazione programmatica per il temaspecifico del P.R.G. di una citta prevalentemente turistica.

    Una delle scelte prioritarie enunciate dal Progetto 80 e relativa anasalvaguardia ed al recupero del patrimonio fisico ed artistico ed all'asset-to urbanistico delle citta italiane inteso a stabilire dei rapporti equilibra-ti tra l'uomo ed ilsuo ambiente.

    Sono indicate nelle linee generali le direttive di una politica di lungoperiodo che consenta attraverso un attivo intervento della Stato e dellaregione di creare Ie condizioni di una nuova civilta del territorio nellaquale siano armoniosamente composte le esigenze della tecnica, della cul-tura, della natura e siano impostati i problemi della difesa e valorizza-zione del suolo, delle risorse naturali e paesistiche e del patrimonio sto-rico artistico.

    Nell'ambito dei grandi sistemi territoriali metropolitani previsti dalprogetto, si delinea la costituzione di vaste unita ambientali da adibirea parco naturale. La formazione dei parchi implichera un'azione intesa al-l'espansione e al riordinamento della proprieta pubblica nelle zone agri-cole di montagna ad eminente vocazione silvo - pastorale. Questa azionedovra essere condotta attraverso una coordinata politica di acquisti, espro-priazioni, cessioni e trasferimenti che consenta di valorizzare come par-chi e riserve naturali ampie superfici oggi praticamente abbandonate.

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    Particolare rilievo i1progetto attribuisce alle iniziative dirette allaprotezione ed alla valorizzazione ed al risanamento di Centri storici. Adun'azione di emergenza intesa ad arginare il deterioramento con operedi consolidamento, restauro e ripristino, si accompagneranno iniziativeintese a promuovere la vitalita economica e sociale, la ove i centri versinoin condizioni di abbandono e di progressivo degradamento. Un forte impe-gno dovra essere rivolto alla valorizzazione turistica dei centri stessi.

    In relazione alla politica del turismo ilProgetto 80 ripropone la ne-cessita di rimuovere una serie di ostacoli che ne impediscono l'ulterioresviluppo.

    Di fronte ai principali mutamenti intervenuti nella domanda turi-stica (di massa, di brevi soggiorni, di rapidi spostamenti) l'offerta turisti-ca nazionale e rimasta sostanzialmente legata alle forme tradizionali diun turismo caratterizzato da una forte stagionalita e da lunghe perma-nenze. Di qui l'eccessiva concentrazione delle presenze turistiche in limi-tati periodi dell'anno e la scarsa utilizzazione del patrimonio alberghiero.L'espansione quantitativa delle attrezzature, notevole nelle zone gta con-gestionate del nord e del centro, e in gran parte carente nelle zone meri-dionali .

    Gli indirizzi fondamentali della politica turistica proposta dal Pianoper i prossimi anni, si riassumono:- nella riqualificazione e diversificazione dell'offerta turistica perche es-sa risponda alle caratteristiche del turismo moderno;

    - nella tutela dell'interesse turistico in tutti gli interventi che modifi-cano 0 condizionano l'arnbiente e l'assetto del territorio.Nel primo caso si richiede l'ammodernamento e 10 sviluppo delle at-

    trezzature ricettive con preferenza per quelle di media categoria e per larlcettivlta extralberghiera. Inoltre si richiede l'aperttira e 1a valorizzazio-ne di nuove zone turistiche, soprattutto ne1Mezzogiorrio e 10 sviluppo dicomp1essi integrati per turismo di fine settimana, turismo all'aria aperta,turismo sportivo con dotazione di servizi ricettivi, di ristoro, sportivi, ri-creativi, di campeggio, ecc.

    Per ilturismo sociale si richiede l' adeguamento delle attrezzature(camping, alberghi per la gioventu, case per ferie, autostelli, ecc.) per lacui realizzazione 1a recente legge sull'incentivazione turistica, ha posto lepremesse.

    Infine si propone di conferire alle regioni ed agli a1tri enti locali imezzi per l'utilizzazione di aree demaniali a fini turistiei (parchi attrez-zati, parchi forestali, zone verdi, rlcettivita extra1berghiera, ecc.).

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    23Tale politica si collega con la politica dell' assetto territoriale, della

    difesa e sistemazione del suolo, della tutela della salubri ta dell'aria e del-le acque, della tutela e valorizzazione del patrimonio storico, artistico epaesaggistico, del risanamento dei centri storici, della riorganizzazionedei sistemi urbani e dei trasporti.

    5.2 - Proposia di programma di sviluppo economico del Lazio delC.R.P.E. e schema di assetto regionale del Provveditorato alleOpere Pubbliche

    Idati di analisi e gli indirizzi di assetto regionale emergenti nellaProposta di Programma di sviluppo economico del C.R.P.E. e nella sche-ma del Proveditorato alle OO.PP., sono stati assunti di massima come pre-messa per 10 studio del nuovo P.R.G. di Terracina.

    Alcune ipotesi degli anzidetti studi, possono costituire iltermine di ri-ferimento per le previsioni di sviluppo economico ed infrastrutturale del-la citta,

    II programma di sviluppo economico afferma la necessita che il mo-dello di assetto territoriale della regione laziale, sia finalizzato ai seguen-ti obiettivi:

    - sviluppo e valorizzazione dei centri esistenti;- tenga in attenta considerazione la specifica realta laziale e la

    necessita di vincere le tendenze monocentriche nel rapporto Roma-Lazio,per realizzare una articolazione pluralistica e policentrica;

    - contribuisca ad una complessiva reinserzione della regione in cir-cuiti e sistemi di pili vaste integrazioni interregionali in tema di organiz-zazione produttiva, fondandosi sul criterio della qualificazione delle infra-strutture e del territorio secondo le vocazioni preminenti.

    Per quanta pili direttamente puo incidere nelle previsioni di sviluppodella citta di Terracina, e utile riferire alcune ipotesi obiettive derivatedal Programma economico regionale:

    a) ricerca di un miglior equilibrio settoriale nel promuovere unmeccanismo di sviluppo caratterizzato da una maggiore presenza del set-tore industriale, sia con riferimento all'aspetto occupazionale che perquelli relativi agli investimenti;

    - avviclnamento dei livelli di produttivita fra i diversi settori e so-pratutto nel settore dell'agricoltura;

    - potenziamento delle suscettivita turistiche territoriali come uti-lizzaaione integrale mare-collina-montagna-laghi;

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    24- costituzione di complessi di attrezzature per il tempo libero e

    per il turismo commerciale (zone sportive, alberghiere, porti turistici,ecc.);

    - infine i1Programma di sviluppo economico, prevede un sistemainfrastrutturale regionale, fondato prevalentemente sulla direttrice dellaautostrada del Sole e su una nuova organizzazione delle zone settentrio-nali e meridionali del territorio su sistemi metropolitani di riequilibriodel sistema metropolitano di Roma.

    La tematica del sistema metropolitano, dominante nelle formulazionidel programma, richiedera una complessa fase di esperienze conoscitivee propositive, prima di essere una realta operante.

    Si puo tuttavia presumere che nella estesa area territoriale compresafra ilParco Nazionale di Abruzzo e ilmare Tirreno, ilcostituirsi di unaforte struttura di servizi nell'area baricentrica della Valle del Sacco e delLiri che costituisce il presupposto di una pili specifica qualificazione tu-ristico-balneare del settore costiero da Foce Verde a Formia-Minturno,riproponendo le funzioni specifiche di Terracina, come punta baricentricoper le attrezzature del tempo libero e per le residenze turistiche e balnea-ri dell'area metropolitan a meridionale.

    Nelle ipotesi del programma economico, ilsistema metropolitano me-ridionale, comprendente le aree di studio del Frusinate, della piazza Pon-tina e potra contare nel 1990, 1.280.000abitanti. Essa basa le sue possi-bilita di formazione e di consolidamento geografico - economico (equidi-stante rispetto ai mercati dell'area di Roma e dell'area napoletana) e suuna condizione di carattere prevalentemente urbanistico, cioe la forma-zione di solide strutture territoriali che riescano ad utilizzare al centrodel sistema gli effetti del fattore geografico-economico.

    Qualora queste condizioni non venissero realizzate,si deve ritenereche si verifichera una pili accentuata polarizzazione della sviluppo nellezone marginali delle due aree metropolitane di Roma e di Napoli .

    In questa processo involutivo verrebbero escluse dalle pili immediategravitazioni la fascia centrale (Sora-Isola Liri, Frosinone, Ferentino, Ala-tri) e la zona dei Lepini (Latina, Cisterna, Terracina).

    b) I njrastruttura jondamentale per il coordinamento autonomo deidue settori meridionali della provincia di Frosinone e di Latina.

    La direttrice infrastrutturale complessa congiungente le due provin-ce di Frosinone e di Latina, e considerata dal Programma come condi-zione sine qua non per ilcoordinamento autonomo delle economie e de-gli sviluppi dei due settori provinciali meridionali della regione. Intorno

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    25ad essa sono ipotizzabili le maggiori concenl.razioni residenziali produt-tive e di servizio, la cui affermazione dovrebbe essere acceleratanei tem-pi prima che i fattori di crisi gia palesi (spopolamento delle zone colli-nari centrali ed accelerazione della sviluppo nelle zone pili vicine all'areametropolitana di Roma) rendano impossibile I'operazione.

    Nelle zone costiere meridionali (Terracina, Fondi, Gaeta, Formia) I'in-tegrazione economica fra le attivita turistiche e quelle produttive, dovrabasarsi su una infrastrutturazione di collegamento con la direttrice di svi-luppo della valle del Sacco, che si ponga come alternativa ed integrazio-ne alle tradizionali direttrici di collegamento rapido sull'asse Roma-Na-poli.

    5.3 - Piano per lo sviluppo uuiustriale dell'area Roma-LatinaLa Commissione per i Piani regolatori territoriali delle aree di svilup-

    po industriale presso ilComitato dei Ministri, col voto n. 92 dell'8 agosto1969, esprime le considerazioni ed ilparere integrativo del Voto 83 del23.10.1963sul piano regolatore preliminare dell'area di sviluppo indu-striale di Roma-Latina.

    In quel Veto la Commissione ribadiva i seguenti obbiettivi:spostamento nell'entroterra dell' area della sviluppo industriale,

    coordinamento con ilsistema produttivo della Valle del Sacco; creazionediuna struttura territoriale adatta a controbilanciare il potere di attra-zione di Roma.

    La fedele assunzione di tali obbiettivi avrebbe dovuto favorire ilribal-tamento dei pesi insediatori riguardanti l'assetto territoriale che si eraconfigurato lungo la Via Pontina e parallelamente alla vasta e breve di-stanza da questa, con diretta gravitazione verso Roma.

    11piano definitive avrebbe dovuto di conseguenza consentire la for-mazione di un adeguato sistema integrato nella parte sud dell'area, attoa sopportare il maggiore peso della sviluppo prevedibile, ma anche a con-trobilanciare i naturali fattori di localizzazione esistente a nord, nonchead evitare un ulteriore deterioramento della fascia costiera .

    Tali obbiettivi sottolineavano l'esigenza di inquadrare ilpiano dell'a-rea in una pin ampia strategia di riequilibrio territoriale della Regione. Lelinee essenziali di tale strategia, hanno avuto nel frattempo, una loraprima definizione nell'ipotesi di assetto territoriale del Lazio, predispostodal Provveditorato alle OO.PP.

    Come corollario di tale ipotesi, deriva la necessita di attenuare lacontinuita tra l'area di sviluppo meridionale e il territorio romano, inmodo da poter controbilanciare ilpotere di attrazione di Roma s,

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    26Tuttavia si rileva una contraddizione fra quanto sopra affermato e la

    conclusione della premessa intesa a dar rilievo alla proposta del Censor-zio circa la costruzione dell' asse civile industriale che abbia funzionidi supporto nel tratto centrale dell'area al quale sono allacciati gli agglo-merati industriali di Cisterna e Latina e conformazione di collegamentonei due tratti estremi: l'uno verso Roma ed Aprilia e l'altro verso Terra-cina-Gaeta.

    L' asse civile industriale sara direttamente inserito nella viabilitaurbana di Roma e la sua costruzione come supporto industriale, si an-nuncia gia prioritario S 1 da ritenere che ancora una volta Roma, con tut-to ilpeso dei suoi fattori polarizzanti, riassumera i compiti di attrazioneche nelle intenzioni, dovrebbero essere indirizzati verso l'area baricentri-ca della Valle del Sacco-Liri. Cia tanto pili in quanta detto Asse, conce-pito dal Consorzio come direttrice di congiunzione con Civitavecchia, do-vra, secondo ilVoto della Commissione, confiuire per dette funzioni di col-legamento, ad ampio raggio sul grande raccordo anulare di Roma.

    Le ipotesi del dimensionamento delle diverse zone industriali previ-ste nel progetto, sono avanzate in relazione all'impiego di 72.000 addetti.Tale numero di addetti, risulta inferiore di 17.000unita rispetto alle pre-visioni inizlali formulate dal Consorzio, con una riduzione del 20% sug-gerita dall'opportunita di aderire ai criteri di equa distribuzione regiona-le .dei pesi produttivi.

    La riduzione delle zone industriali e stata opportunamente effettuatanel territorio pili prossimo aRoma e nei settori di Pomezia ed Aprilia.

    Un maggior peso insediativo e stato attribuito alle zone industriali 10-calizzate nel settore sud dell'area da Sermoneta a Fossanova, dove gli ini-ziali 34.500posti di lavoro, sono stati elevati a 41.000unita.

    Gli agglomerati di Fossanova ed Amaseno, ricaden ti in localita Maz-zocchio, sono stati nel piano ubicati sullato a mare della ferrovia Roma-Napoli, presso le faide orientali degli Aurunci; sono previste opportunecautele dei distacchi dalla falda dei monti allo scopo di assicurare la sal-vaguardia dei valori paesistici e naturalistici della zona circostante.

    Delle 41.000 unita lavorative da insediare nel settore sud, l'area diMazzocchio ne conterra 22.400su una superficie di 800Ha. ed ha registra-to rispetto alle previsioni iniziali, un aumento di 15.500addetti. Cosiccherisulta I'agglomerato pili grande ed articolato dell'area. Situato in pene-trazione pedemontano, utilizza come strada di collegamento La Marit-tima . Esso occupera a valle della ferrovia, proprieta per una vasta esten-sione, salvaguardando le zone per cui Ia parcellazione fondiaria e pili am- :pia e chesono oggetto di coitivazioni intensive. A monte della ferrovia uti- jlizza gli scali ferroviari di Fossanova e d! Sonnino ed e sufIicientemente J__

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    27separate dalle zone interessate al paesaggio ed alle visuali paesistiche del-l'Abbazia di Fossanova.

    11corpo maggiore dell'area industriale (per una superficie di 600 Ha.)e ubicato a Valle della linea Roma-Napoli ed irestanti 200 Ha., sono all'in-terno della Valle dell'Amaseno lungo la direttrice di collegamento dellaValle del Sacco. ~

    L'agglomerato di Mazzocchio potra usufruire delle possibilita di uti-lizzazione della linea ferroviaria Fossanova-Terracina, la quale assumeraanche le funzioni di trasporto metropolitano, soprattutto per gli abitantidi La Fiora e S. Benedetto (frazioni di Terracina) e per gli abitanti diTerracina Citta.

    Dall'insieme delle determinazioni di Piano, e possibile trarre la con-clusione che le previsioni per l'area di Mazzocchio, in ragione della loraimportanza, costituiscono un fatto estremamente positivo per l'assetto ur-banistico della citta di Terracina che potra essere riservata alle sue voca-zioni paesistico-turistiche ed insieme potra avvalersi della contiguita difonti di lavoro industriale integrative del turismo e capaci di ridare nuo-vo impulso ana vita economica e socia1edella citta.

    5.4 - Piano turistico del Comprensorio da Foce Verde a Capo MisenoNel quadro delle esigenze di sviluppo turistico-balneare 10 studio del

    Piano doveva tener conto delle iniziative programmatiche della Cassaper il Mezzogiorno e relative alla valorizzazione turistica del sud.

    In particolare, e apparso necessario prendere in esame quanta e sta-to predisposto dalla Cassa ai fini della sviluppo turistico-balneare nel pia-no n. 22, che interessa la zona fra Foce Verde e Capo Miseno, entro laquale e compreso l'arco costiero di Terracina.

    Per quanto concerne lartcettivtta balneare in base agli standards diutilizzazione suggeriti dalla Cassa, la spiaggia di Terracina nel suo svilup-po di Km. 11,500, puo accogliere circa 45.000 utenti.

    Le previsioni relative alla ricettivita alberghiera, extra-alberghiera eresidenziale nel territorio della citta, sono dal Piano formulate come segue- Ambito fra la Via Mediana e Fiume Sisto a Nord del Canale S. Vito:

    Posti letto alberghiero 1 > extra-albergh. residenziali

    3.0002.0001.0006.000

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    28- Ambito a monte della Mediana fra Foce Sisto e Porto Badino:

    Posti letto alberghiero extra-albergh. residenziali

    4.0003.0002.5009.500

    - Ambito di pianura compreso fra la Via Appia e ilMonte Nero aN -Wdi Monte Leano:

    Posti letto alberghiero extra-albergh. residenziali

    3.5002.5001.5007.500

    - Ambito di Campo dei Monaci nei Monti Aurunci:Posti letto alberghiero extra-albergh. residenziali

    3.1501.2903.000

    7.440Icriteri informatori del Piano Turistico sono intesi a localizzare nel-l'interno territoriale la maggior parte delle disponibilita ricettive, nell'in-tento di salvaguardare i caratteri ecologici della fascia litoranea, le am-pie distese di vigneti esistenti al riparo dei tumuleti e delle dune.

    Bencnche l'esplosione edilizia avvenuta negli ultimi sei 0 sette anninel grande arco costiero compreso fra Terracina e S. Felice' Circeo, a se-guito dell'apertura della Mediana, ha modificato totalment~ alcuni dei pre-supposti di tale scelta di Piano. .

    Le numerose iniziative fondiarie hanno coperto a tappeto Ia fasciacompresa fra I'arenile e la strada di S. Felice in tutto ilfronte a mare fi-no al confine, determinando una caotica urbanizzazione di case sparse inepisodi privi di legame organizzativo e formale. /..

    A rendere pili precaria ed irreale tale situazione, contribuisce la sal-tuarieta stagionale delle residenze che, allo squallore di un ambiente fi-sico, aggiunge l'assenza di qualsiasi forma di vita sociale organizzata evaria, quale ci si attenderebbe in presenza di ambiti urbanizzati, forme divita che nelle condizioni attuali di utenza, non sono in nessun modo ipo-tizzabili.

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    29In simile ambiente socialmente sterile e deteriore, alcune assurde pre

    tese di tipicita architettonica mediterranea e di gratuito ed arbitrarioformalismo, accentuano ilsenso di vuoto progettuale che deriva dallarielaborazione scenografica di tipi della tradizione spontanea rnediterra-nea, sl da degradare ancor pili un contesto abitativo in un episodio dafilm.

    Queste condizioni impongono determinate scelte di piano fra la fasciacostiera di cui si dira nella seconda parte, ed in certo senso negano con 11peso della realta le ipotesi avanzate nel Piano Paesistico.

    D'altronde la proposta del Piano n. 22di localizzare n. 3000 posti al-berghieri a Nord del Canale S. Vito, di n. 4000 posti alberghieri a Montedella Mediana fra Foce Sisto e Porto Badino e n. 3500 posti a N-W diMonte Leano, non appare accettabile qualora si considerino la scarsa qua-lificazione paesistica della pianura, l'eccessiva lontananza dal mare e lescadenti caratteristiche climatiche (caldo nella stagione estiva ed umidi-ta nella stagione invernale) proprie della pianura interna.

    L'argomento sara riesaminato in sede di esposizione del P.R.G. per in-dicarne le pili attendibili risoluzioni.

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    f,II;jl

    PARTE II

    P IANO REGO LA TO RE GENERA LE

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    331) lIN EAM ENTI DEL P .R .G . NE l QUADRO DEllA P IAN IF ICAZIONE

    TERRlTORIA lE

    1.1 - I cenni relativi agli indirizzi programmatici dei piani territo-riali e del piano per l'area industriale Rorna - Latina citati, consentono didelineare alcune ipotesi riguardo alle funzioni che ilterritorio di Terraci-na e destinato ad assolverenel futuro della Regione.

    Appare soprattutto interessante confrontare tali ipotesi emergenti ne1quadro delle future realta metropolitans, configurate a livelIo nazionaledal Progetto 80 ed analizzate a livello regionale dalla Proposta di program-ma per 10 sviluppo economico del Lazio.

    L'ubicazione baricentrica del territorio di Terracina rispetto alle duegrandi aree metropolitane di Roma e di Napoli e la condizione di assialitasub-regionale della sua fascia marittima nei riguardi del territorio frusi-nate, costituiscono con Ie prospettive di sviluppo produttivo dell'area Pon-tina, presupposti determinanti per la definizione dei compiti residenziali edel tempo libero attribuibili ana citta di Terracina.

    AlIa gia rilevante affiuenza del turismo stanziale proveniente dall'a-rea romana e dall'estero, dovra aggiungersi negli anni prossimi un soste-nuto incremento del turismo pendolare e stagionale proveniente dal direttoentroterra Pontino e Frusinate, tanto pili consistente quanta pili Ie ipo-tesi programmatiche di sviluppo economico e produttivo si attueranno intermini di incremento demografico, di aumento del reddito e del livello dicultura e di urbanita, dell'intera popopolazione del Basso Lazio.

    Nel quadro propositivo della istituzione di un nuovo sistema metro-politano alternativo fra Roma e Napoli, un ruolo preminente sara assun-to dall'area di Terracina come settore baricentrico per Ie funzioni del turi-smo balneare.

    Altro fattore non secondario per l'integrazione economica e residen-ziale alia citta e l'imminente avvio della zona industriale di Mazzocchio,ubicata in prossimita dei limiti settentrionali del territorio comunale diTerracina.

    Lo sviluppo di tale zona e anzi da ritenere possa assicurare ana cittacondizioni di recupero che non sarebbero in alcun modo realizzabili con ilsolo incremento deli'economia turistica e commerciale.Ivantaggi del clima marittimo mite e la disponibilita di un'armatu-

    ra urbana ed infrastrutturale consistente e suscettibile di accentuata in-tegrazione, indicano Terracina come uno dei poli di pill alto sviluppo re-sidenziale e terziario nel prossimo futuro.

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    34Tale previsione, trova una singolare condizione di fatto nelle stesse

    consistenze attuali di edilizia abitativa, ilcui impiego residenziale e perora limitato alla stagione estiva.

    II grande arco territoriale che dal porto di Terracina per uno svilup..po di circa Km. 11 si estende fino al confine di San Felice, oggi in granparte urbanizzato per una protondita media di circa mt. 600 dal battentemarino, e le previsioni residenziali che ilP.R.G. avanza nelle pendici mon-tane che fanno corona alla Valle, nonche gli sviluppi di La Fiora e diBorgo Hermada, si deve ritenere che vedranno aggiungersi alla popola-zione stabile in gran parte ancora addetta alle attivita rurali terziarie, al-l'industria edilizia ed all'utenza stagionale marittima, una diversa popo-lazione di addetti alle attivita secondarie, manifatturiere della nuova zo-na industriale, che avranno convenienza ne11esceIte abitative dell' areacostiera.

    In relazione con tale mutazione od integrazione di utenza, sono daconsiderare le consistenti modificazioni che potranno verificarsi dai carat-teri di urbanizzazione gia acquisiti da11a fascia residenziale prevalente-mente destinata all'uso stagionale, soprattutto que11acompresa fra PortoBadino e San Felice Circeo, fino alla sua trasformazione da zona urbanain abbandono per molti mesi dell'anno, cosi com'e oggi, in settore inte-grato nella pluralita delle funzioni cittadine, suscettibile di acquisire, conadeguate ristrutturazioni e completamenti, una piena efficienza nella do-tazione dei servizi.

    2) lE ZONIZZAZIONI DEL P.R.G.Per i motivi dianzi accennati e stato possibile oggi, nella redazione

    del nuovo P.R.G. definire con maggiore attendibilita in confronto con leredazioni precedenti, le destinazioni di usa prevalenti che la Citta ed ilsuo territorio amministrativo dovranno assumere nelle lora diverse parti.

    Nella ripartizione funzionale del territorio di cui aIle previsioni di Pia-no e stato possibile individuare le zone di urbanizzazione con riferimentoai diversi earatteri di utenza, come segue:2.1 - Centro storico eoHinare2.2 - Centro storico costiero (fra le Colline e il Canale Linea)2.3 - Settore eostiero compreso fra il Porto, ilCanale Linea ed il grande

    viale di P.R. Monte-mare2.4 - Settore eostiero dal Viale di P.R. a Porto Badino2.5 - Fascia balneare urbana dal Porto a Porto Badino

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    352.6 - Fascia balneare esterna da Porto Badillo al confine eli S. Felice

    Circeo2.7 - Settore di espansione resideuziale-Luristica della Valle2.8 - Zone residenziali di La Fiora e di Borgo Hennada2.9 - Borgata di Piazza Palatina

    Di ciascuna area si danno qui di seguito alcune note descrittive: l'e-lencazione dei dati dimensionali delle residenze e delle attrezzature diservizio, sara riportata nell'appenelice di verifica degli standards di cui alD.M. 2 aprile 1968.

    2.1 - Centro storico (Citta alta)/ La parte alta del centro storico di Terracina e stata tenuta in parti-colare considerazione nella stesura del P.R.G., sia per le consistenze stori-co-artistiche e ambientali che in essa sono rappresentate, sia per il par-ticolare valore turistico-econornico che riveste nel contesto del territoriocomunale.

    Attualmente il centro antico e in fase di accentuata decadenza, conun consistente patrimonio edilizio in stato eli fatiscenza e senza alcunaprospettiva di opere di risanamento e dotato eli scarsissime attivita econo-mico-commerciali.

    Tenendo presente le particolari limitazioni di ogni operazione di in-tervento a causa della complessita storico-edilizia, densa di implicazioniculturali e di connessioni e sovrapposizioni di fasi architettoniche diverse,ilP.R.G. si e posta ilduplice tema propositivo del recupero del centro an-tico a livello tecnico-economico, delineando i termini della incentivazionedelle sue funzioni e prevedendo la dotazione delle necessarie infrastrut-ture nel quadro degli interventi di risanamento edilizio.

    Per quanta riguarda ilprimo problema, si ritiene di poter proporre iseguenti interventi:

    a) in considerazione del tessuto viario romano-medioevale, assolu-tamente inadatto a ricevere iltrafIico automobilistico, e per arrestare idanni che tale traffico ha arrecato fino ad oggi, si e considerato tutto ilcentro antico come isola pedonale . Tale provvedimento e facilitato dal-Ie modeste dimensioni della Citta e dalla sua forma allungata che con-sente rapidi attraversamenti qualora sia munita di un adeguato sistemadi penetrazioni pedonali servite da parcheggi.

    b) L'anello viario che attualmente circonda ilcentro antico costi-tuito dalla S.S. n. 7 Appia, da Via dei Voisci, Via Anxur, Via S. Francesco,

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    3 6Via Salita dell'Annunziata, e stato attrezzato con nurnerosi parcheggi si-tuati nella fascia verde che intercorre tra tale anello e la cinta muraria

    I parcheggi sono stati ubicati in prossimita degli attuali accessi pe-donali sul lato delle mura prospicienti ilmonte su Via G. D'Annunzio ,Via dei Volsci, e la SS n. 7 Appia, sul lato delle mura prospicienti ilmare.

    In particolare sulla Via Appia, di fronte e sotto al Municipio, e statoprevisto un grande parcheggio servito da un ascensore che 10 collega ConVia Posterula in quota con la Piazza del Municipio stesso. Tale ascensorerender a rapido e funzionale ilcollegamento tra la Citta Bassa ed ilCen-tro storico con ilMunicipio, i1complesso archeologico e monumentale cheinsiste sulla Piazza e le zone a destinazione turistico-alberghiere previstenel Centro stesso.

    c) Tutta la fascia verde esistente tra l'anello viario sopra descrittoe la cinta muraria, e state vincolato a verde pubblico attrezzato. In essasono previsti i percorsi pedonali di accesso alla Citta. Tale intervento 01-tre che dotare ilCentro storico delle necessarie aree di verde pubblico, re-stituira ad esso l'originario aspetto di Citta arroccata su un colle di aran-cetL

    In questo senso si giustifica la previsione di demolizione di gran par-te degli edifici colonici esistenti all'interno della fascia, verde e di quellidi civile abitazione esistenti sul perimetro esterno di essa, essendo questiultimi a sbarrare la vista della Citta antica.

    d) Perquanto riguarda le aree di servizio per l'istruzione e le at-trezzature collettive, sono state previste oltre all'area gia esistente su Viadei Volsci, adeguate aree nella Citta bassa, prospiciente la Via Appia.

    Per quanta riguarda ilproblema del risanamento edilizio, a seguitodelle indagini svolte, edificio per edificio, al fine di accertare .le consisten-ze architettoniche e ambientali, 10 stato igienico strutturale e le volume-trie esistenti, sono state formulate le seguenti indicazioni di intervento;

    1) ogni operazione di ristrutturazione e risanamento deve essere de-mandata alla stesura di piani particolareggiati - planivolumetrici per iso-lati 0 gruppi di isolati. Soltanto attraverso tale strumento si ritiene in-fatti si possa operare con la necessaria cautela e consapevolezza i1risana-mento del Centro antico, senza alter are profondamente le caratteristiche.

    2) Sono stati individuati due perimetri di "Pianoparticolareggiato adestinazione specifica.

    - 11primo e limitato dal tratto delle mura da Porta Nuova, al ca-stello dei Frangipane, piazza Porta Nuova, Piazza del Municipio, Via del-

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    l'Annunziata. Tale zona e stata vincolata quale area di scavo e sistema-zione. In essa sono state previste alcune demolizioni tra cui l'attuale 0-spizio dei vecchi, trasferito in altra e pili idoneo sede. In sede di P.R., lazona dovra essere destinata a verde pubblico con sistemazione di resti esostruzioni archeologiche, COS! da costituire un importante polo di inte-resse turistico e consentire anche manifestazioni culturali e di svago.

    In questa direzione ilP.R.G. ha dato una indicazione di larga massi-rna di un'area per un teatro all'aperto sovrastante le sostruzioni del tea-tro romano.

    - 11secondo perimetro e limitato da Via dei Sanniti, Piazza XXIVMaggio, Via S. Valentino, Via Campo dei Fiori, Via Ariosto, Via Posterula,e il tratto delle mura da Via Posterula a Via dei Sanniti. Tale zona estata destinata a utilizzazione turistico-alberghiera e di svago. Essa costi-tuira un polo di interesse economico di avvio alla riutilizzazione e risa-namento del Centro antico. La zona e stata ritenuta tra Ie disponibili, lapili idonea sia perehe affaccia sul mare e sia per i1 tessuto viario e le ti-pologie edilizie in essa esistenti. In essa e stata prevista la ricostruzionedi alcuni edifici, al fine di ricostituire l'ambiente urbano danneggiato da-gIieventi bellici, creando una piazza pubblica di affaccio per ristoranti,alberghi, ecc. La zona potra usufruire di numerosi accessi pedonaIi, del-l'ascensore previsto su Via Posterula, dei parcheggi su Via dei Volsci e laS.S. n. 7 Appia.

    c) La zona limitata da via delle Mura Castellane, salita del Purga-torio, Corso Garibaldi, Piazza Porta Nueva, e stata individuata, comecomprensorio urbano da sottoporre a P.P. planivolumetrico unitario. Ciain considerazione dei caratteri ambientali unitari prettamente medioeva-li e della complessita strutturale edilizia in essa esistenti.

    In detta zona sara consentita la parziale ristrutturazione.d) Sia all'interno dei Piani particolareggiati a destinazione parti-

    colare, che in tutto il Centro antico, sono state indicate, edificio per edi-ficio, quattro tipologie di intervento, prevalentemente a carattere conser-vativo che vanno dal restauro conservativo alla trasformazione edilizia.

    Per la precisazione e descrizione di esse, si rimanda alle Norme Tec-niche del Piano Regolatore Generale.

    2.2 - Centro siorico eostieroLa zona urbana eostiera compresa fra ilCentro storico in collina edilCanale Linea e ordinata entro la configurazione planivolumetrica e

    geometrica regolare che gli e derivata, dal Piano Regolatore di Pio VI,nel sec. XVIII.

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    38Alcuni edifici e complessi edilizi della zona, tramandano i caratteri

    architettonici neoclassici di origine, rna nella maggior parte l'edilizia e dirifacimento posteriore e recente, priva di particolari notazioni ambienta-li. Tuttavia e ancora predominante l'aspetto di una citta ottocentesca diprovincia, caratterizzata da un'ediIizia compatta ordinata nel volume enegli allineamenti stradali di cui e possibile valutare l'interesse e la va-lidita quando sia confrontata con le degenerazioni edilizie delle aree diespansione contigue di ponente, sviluppate negli ultimi decenni.

    I problemi posti per questa zona in sede di P.R.G. sono prevalente-mente costituiti dalle interferenze del traffico caotico di attraversarnentodell'Appia, dalla mancata bonifica igienica del Canale Linea, da alcune in-tegrazioni di servizi.

    Per quanta concerne gIi interventi edilizi, fermo restando ilcriteriodella conservazione dei caratteri e delle tipologie volumetriche in sede diP.R.G., occorrera prevedere l'eliminazione di sovrastrutture e di aggrega-zioni interne che, in alcuni casi, hanno turbato le strutture originarie delquartiere.

    Interventi importanti sono previsti per I'integrazione della viabilita,per i parcheggi, per l'ampliamento del mercato e per la costruzione dellaautostazione presso ilsettore coperto del Canale Linea.

    2.3 - Settore costiero ira il Porto e il grande Viale di P.R. Monte-mare

    E' la zona di sviluppo del periodo compreso fra le due guerre e finoai tempi attuali:

    - ad est tra il sistema complesso delle strutture portuali e balnea-ri, del Montuno, del Vialedella Vittoria, strada principale di collegamen-to della citta storica al mare; verso ovest degrada nel .caotico reticolostradale che si snoda ad est e ad ovest del Piegarello fino al limite dellagrande fascia verde delimitante ilViale di P.R. Monte-mare.

    Questa zona e interessata a tre notevoli fatti archeologici, quali i1complesso portuale traianeo, il Montuno, la zona ad ovest del Viale dellaVtttorla; in cui sono Ie costruzioni dell'Anfiteatro e di altri edifici clas-sici. In tal senso si e provveduto ad ampliare il perimetro di vincolo dellaSoprintendenza.

    Gli sviIuppi edilizi degli ultimi decenni e quelli in atto, hanno corn-promesso in modo irreparabile molti settori del quartiere con una densi-ta edilizia palesemente eccessiva in relazione all'esigenza di conservazio-ne del caratteri propri di una Citta turistico-balneare,

    Un ampio settore intermedio urbanizzato, inbuona parte in periodo

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    39meno recente ed insistente in un caotico reticolo viabile, e previsto chedovra essere pressoche totalmente ristrutturato sia nella viabilita che nel-le volumetrie edilizie e di servizio, mediante P.P. a cui sara devoluto ilcompito di ordinare e di valorizzare una zona particolarmente adatta adivenire ilcuore della Citta nuova.

    L'estrema carenza di dotazioni di verde pubblico, ha richiesto di pre-vedere la destinazione ad uso pubblico delle limitatissime proprieta priva-te idonee a tale servizio.

    2.4 - Settore costiero dal Viale di P.R. Monte-mare a Porto BadinoQuesto settore e previsto a caratteristiche prevalentemente residen-

    ziali, soprattutto per la presenza di una grande zona destinata all'edili-zia economica (legge 167). Maggiore ampiezza di strade e minori densitaedilizie dovrebbero caratterizzare in modo pili consono le funzioni misteresidenza stabile e turistica.

    In esso insistono ampie aree per servizi di interesse cittadino (scuolesuperiori) e la zona per l'Auditorium di utenza comprensoriale.

    Nella sua parte piu esterna,il settore e interessato dalla strada dipenetrazione in citta.. dalla Litoranea, ed e attraversato dal ramo occi-dentale del Viale di P.R. Monte-Mare ilcui sbocco litoraneo fruisce di unaampia zona di attrezzature balneari non edificata.

    A monte della Litoranea, la lunga fascia compresa fra i1Canale Por-tatore, ilMortacino e la Litoranea, e destinata ad attrezzature ricettiveper il turismo sociale e per ilturismo giovanile.

    2.5 - Fascia balneare urbana dal bioio di Fondi a Porto BadinoCorrisponde alla vecchia spiaggia di Terracina. La sua estensione va

    dal bivio di Fondi al limite est del confine comunale e raggiunge PortoBadino ad ovest del Centro urbano.

    11 settore di levante, sotto i dirupi del Monte S. Angelo e del MonteCroce, e particolarmente suggestivo, e dovra essere lasciato disponibilecome Camping di utenza balneare ed in parte per l'uso di modeste attrez-zature turistiche.

    11settore corrispondente allungomare Matteotti potra essere attrez-zato come spiaggia libera. Ad esso e contiguo il sistema delle attrezzatu-re portuali esistenti e soprattutto le rilevanti previsioni di progetto, a cuii progettisti attribuiscono grande importanza per sollecitare l'attrazionedel turismo qualificato nell'ambito del centro storico della Cltta.

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    Infine ilfronte a maredi ponente, dalla Citta fino a Porto Badino,che oggi dispone di una breve fascia di arenile compresa fra il Viale Cir-ce e il mare, dovra essere integrato per tutto il suo sviluppo di un'ampiazona balneare mediante il recupero di una zona edilizia attualmente oc-cupata in gran parte da piccoli villini. Tale operazione, per la quale si ri-chiede un progetto di P.P. di ristrutturazione degli isolati che fronteggia-no Viale Circe, e tanto complessa quanta urgente e fondamentale al finedi dotare la citta di una spiaggia urbana degna della sua tradizione e perrealizzare un fronte marittimo modernamente attrezzato di servizi bal-neari e di ampie zone alberate.

    L'insieme costituito dall'arenile, dal Viale Circe e dalla prevista fasciaa verde e servizi in fregio al Viale Circe, dovra costituire un'unita funzio-nale di varia sistemazione nei diversi settori del fronte a mare, secondoproprie ed individuali caratteristiche ed in relazione alle attuali consisten-ze di verde, ed all'edilizia preesistente e suscettibile di essere recuperataad usa di servizi balneari. I punti focali e di maggiore importanza per lalocalizzazione di tali servizi, saranno situati in corrispondenza della zonaportuale e nei settori di affaccio al mare del Viale Monte-Mare di P.R.G.(v. Tav. 1:10.000).

    2.6 - Fascia balneare esterna, da Porto Badino al confine di San Fe-lice Circeo

    Questa zona, corn'e noto, e illuogo dove in maggior misura, nell'ulti-mo decennio, si e riversata la caotica iniziativa dei lottizzatori e dovemaggiore e stato il frazionamento delle proprieta in piccoli e piccolissimilotti edilizi.

    Fin dal 1963il progetto del P.R.G. era condizionato, come si rilevanella relazione al Piano, da una massiccia urbanizzazione ancora invisi-bile su tutta la lungafascia litoranea che copre per chilometri il frontemare determinante di una illusoria incentivazione economica senza pro-spettive .

    Essa e costituita da decine di lottizzazioni grandi e piccole promos-se da vecchi e nuovi proprietari terrieri, lottizzazioni che a tappeto conti-nuo hanno impegnato e compromesso tutto l'arco marittimo del territo-rio comunale con la previsione di casette in lotti, in molti casi, piccolis-simi .

    Questo che si puo definire una grande speculazione fondiaria dimassa (trattandosi di decine di proprietari e di centinaia di secondi ac-quirenti) ha avuto una parvenza di sanzione mediante bonaria approva-zione dei progetti di lottizzazione da parte della Commissione Edilizia in-tesa a non turbare l'attuale libero svolgimento del mercato edilizio e del-le aree .

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    41 Questa politica del lasciar fare, non e stata moderata da un coordi-

    namento dei diversi piani di lottizzazione, ognuno dei quali ha ignoratoi1vicino. Ne si e provveduto ad alcuna convenzione normativa ed a pre-visioni di infrastrutture (viabilita di interesse generale, impianti tecno-logici, ecc.), che non siano le sole strade di lottizzazione .

    La relazione di allora, concludeva l'argomento, rilevando come tali dati di fatto abbiano mutato profondamente i termini dell'interventourbanistico nella Citta, impegnandola in una dimensione abnorme e percerti riguardi degenerativa .

    Quel che nel 1964si affermava a proposito dei progetti di lottizzazio-ne dei quali vi erano poche tracce nella realta e oggi pressoche un fat tocompiuto, soprattutto a seguito delle oltre ottocento licenze rilasciate do-po l'agosto 1967, di cui occorrera tenere conto.

    Nello stesso momento in cui tutta la zona, per uno sviluppo di oltresei chilometri costieri, e oggi in fase di saturazione edilizia e punteggiatadi piccoli e medi cantieri, ilP.R.G. deve provvedere a correggerne i risul-tati mediante drastiche, anche se ragionevoli, previsioni di ristrutturazio-.ne da rimandare ai Piani particolareggia ti.

    Cia e previsto in relazione a quanta segue:1) alle osservazioni esposte nel YOLO del Consiglio Superiore dei LL.PP. sul P.R.G., osservazioni relative alla densita edilizia, alle necessita di

    ampliare le fasce di rispetto di Porto Badino, di Foce Sisto e dell'arenile,alla necessita di ristrutturare la viabilita e di integrare delle aree per iservizi e le attrezzature tecnologiche in ordine con l'ipotesi della trasfor-mazione delle attuali residenze stagionali in residenze stabili;

    2) alla verifica di rispondenza degli standards di cui al D.M. 2-4-1968 ed alla lora integrazione, ferma restando la disponibilita delle zoneverdi gia previste dal Piano e necessarie per l'utenza dei turisti pendolari;

    3) di recuperare tutto cia che resta dei caratteri naturali della du-na costiera, eliminando l'edilizia privata che vi si e attestata, oppure tra-sformando quest'ultima entre limiti da definire in sede di P.P. per il ser-vizio delle attrezzature pubbliche balneari;

    4) di prevedere a monte della duna una strada carrabile di servi-zio che colleghi longitudinalmente il fronte a mare e dia accesso ai par-cheggi contigui alla spiaggia;

    5) di prevedere la totale ristrutturazione per ambiti dell'edilizia re-sidenziale, mediante l'esecuzione di P.P. planovolumetrici;

  • 5/14/2018 g Norme Tecniche Di Attuazione

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    426) di prevedere l'impianto della rete idrica pubblica e 10 smaltimen_

    to delle acque nere mediante rete fognante e relativo impianto di depn,razione.

    2.7 - Settore di espansione residenziale-turistica della ValleII P.R.G. pone come alternativa allo sviluppo residenziale di case urn,

    familiari la fascia costiera, la previsione di residenze stanziali e stagiona-li in fregio all'ansa valliva compresa fra la Ferrovia, la Punta Leano e ilCentro storico.

    Quest'ampio anfiteatro territoriale e riparato dai venti freddi e daquota 50 in su mostra uno stupendo paesaggio di terre fertili gia centu.riate dai romani sullo sfondo del mare, del Monte Circeo e delle isole Pon-tine. II paesaggio e concluso a sinistra ed in primo piano, dalla collinadel Centro storico con fortificazioni medievali ed a destra dai dirupi diPunta Leano.

    Una strada di P.R.G. descrive un grande arco territoriale che abbrac-cia la valle a quota 50 e termina sul mare, da un lato presso Porto Badi-no, dall'altro a ponente del Piegarello ed assolve ilcompito del rapido col-legamento delle unita residenziali pedemontane con la spiaggia e la citta.

    Queste nuove unita residenziali, si configurano come ampliamento diintegrazione e riqualificazione di nuclei di frazioni esistenti a S. Antonio,S. Silviano e S. Benedetto. Un nuovo nucleo residenziale e previsto nell'ar-co di ponente in localita Tignano, a quota .variabile, da mt. 50 a mt. 100circa, sul livello del mare.

    2.8 - Zone residenziali di La Fiora e di Borgo HertnadaII nucleo residenziale di La Fiora situato all'imbocco di una piccola

    gola pedemontana a ponente di Punta Leano, e un caso estremamente ne-gativo di sviluppo spontaneo e caotico di residenze rurali, prive di infra-strutture e di servizi. '

    Nel quadro degli sviluppi territoriali turistici ed industriali, la zonadi La Fiora