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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario -1

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2 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

NotiziarioProvincia di “CRISTO RE”Frati Minori dell’Emilia-Romagna(In copertina: “Sigillo del Ministro provinciale del-la Provincia bolognese di Cristo Re dei Frati Mi-nori”, tecnica mista su legno, cm 100x140, di Sr.Annamaria B. , monastère de l’Emmanuel, Be-tlemme, 2002. Bologna, Curia provinciale OFM”

Anno XXXVI - n.s.N. 95 - MAGGIO 2004Sped. in Abbonamento postaleart. 2 comma 20/c legge 662/96Filiale di Bologna - Stampato in proprioReg. Trib. Bologna n. 6799 del 10.04.98Periodicità mensile

Dir. resp.: Fr. Giovanni MascarucciRedattore: Fr. Marco Zanotti

Sommario

Padre Lino 1Papa Montini ... 2Chiara dono e segno 6Vita della Provincia 14I - Definitorio 14Note di Cronaca 15I - Facoltà 15II - Padre Lino 16Abbiamo Vissuto 18Le Sorelle Clarisse 22Giovanni da Parma 24

Fraternitas nr. 98

Padre Lino1924 - 14 maggio - 2004

Ottantesimodella morte

“Un giorno, fuori porta S. Michele,è caduto come un sacco vuoto. L’hanno raccoltotutto sporco di polvere, con la croce in mano.Chi l’ha visto morto dice che era più bello.Chi gli ha frugato in tasca non gli ha trovatoche un rosario e tante briciole di pane.Il testamento più bello che possa lasciare un frate”.

(Dalla poesia in dialetto parmigiano “Padre Lino” di Renzo Pezzani)

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Il Padre Lino da Parmaha passato molto tempo della suavita camminando.

Camminando dal suoquartier generale dell’Annun-ziata alle sue succursali delle car-ceri di San Francesco e del rifor-matorio Lambruschini della Cer-tosa; per tutte le strade di Parmanuova o dell’Oltretorrente; su egiù per le scale dei palazzi e del-le casupole (per questuare e perdonare), da un forno a una ma-celleria, nei corridoi degli ufficipubblici, da uno studio legaleall’arcivescovado, dal pastificioBarilla alla Pilotta, dall’Ospeda-le Maggiore al tribunale, dal mo-nastero di San Giovanni allaSteccata…

Quando Padre Lino morìl’orfana città di Parma decise difargli un monumento al cimiterodella Villetta, e lo scultoreGuglielmo Cacciani, volendoloraffigurare nella sua espressionepiù significativa, lo ha fotogra-fato – un sandalo davanti all’al-tro di un passo, col ginocchio chespinge avanti, sventolandola, latonaca – nella sua andata carat-teristica. Guardando da lontanola statua, si vede Padre Lino checammina, nascosti i piedi dallalarga aiuola multicolore formatada vasi di fiori, e si pensa a unamassa di devoti fans che spinge

Papa Montini hadomandato:

“Della carità non viveforse la Chiesa?”

il frate verso una fatidica porta,oltre la quale s’immagina ci sial’ufficio-anagrafe dei santi; dovela casella destinata al nome diPadre Lino è ancora vuota…

Anche dopo che è vola-to in Paradiso il destino di PadreLino è stato quello di cammina-re. Camminare verso la beatifica-zione, camminare verso la cano-nizzazione. I suoi grossi sandalidalle suole screpolate ormai han-no le ali, ma il traguardo si avvi-cina molto lentamente: la Chiesale ali ai piedi non le ha; anzi, sipuò proprio dire che in questi casiha i piedi di piombo.

Ricordiamo come vannole cose per le “cause di beatifica-zione e di canonizzazione”: C’èuna persona che nella sua vita siè dimostrata buona e religiosa inmodo speciale; che in modo stra-ordinario si è donata senza rispar-mio agli altri; che ha realizzatoin modo constatabile e constata-to gli ideali del Vangelo… Lagente vuole che la Chiesa rico-nosca ufficialmente la santità diquesta persona. Si rivolge al par-roco, si rivolge al sindaco, si ri-volge al maresciallo dei carabi-nieri; scrive al Prefetto, al Vesco-vo, al Papa… Tutte le richiestevengono riunite nelle mani delVescovo, e comincia il cammino.

In pratica bisogna accer-tare che le qualità viste dalla gen-te siano esistite davvero e – mol-to importante – che corrisponda-no a quelle richieste dalla Chie-sa. Che significa santo per laChiesa? Significa: un’anima le-vigata, cesellata, perfezionata dauna ascesi quotidiana che, almomento del trapasso all’eterni-tà, Dio ha accolto di sicuro inParadiso; significa un modelloindiscutibile di pratica delle vir-tù evangeliche che è dimostratasublime e, insieme, accessibile;significa un amico di Dio, che aDio può “raccomandare” chi sirivolge alla sua “mediazione”.

Il riconoscimento uffi-ciale della santità si chiamacanonizzazione, preceduta dallabeatificazione. Quando il vesco-vo ritiene di aver raccolto suffi-ciente materiale, apre il “proces-so informativo diocesano”, alfine di accertare… le buone qua-lità del postulato-santo (soprat-tutto – preliminarmente – per ac-certare che non ci siano carenzegravi, magagne nascoste…), isti-tuendo un tribunale apposito,calibrando le qualifiche e la pro-bità di chi è chiamato a compor-lo. Da quel momento l’auspicatosanto acquista la qualifica di“Servo di Dio” . Il tribunaleascolta tutte le testimonianze, le

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verbalizza e le fa controfirmare.Quando l’audizione dei testimo-ni è terminata, il processo infor-mativo diocesano si chiude e tut-to il materiale viene inviato aRoma alla Congregazione (mini-stero vaticano) delle Cause deiSanti..

La Congregazione pren-de visione – normalmente senzafretta – di tutto il materiale. Pri-mo esame : completezza del-l’esplorazione storica e degli ac-certamenti ed assenza di vizi diforma (può essere necessario un“supplemento del processo cono-scitivo”). Il decreto della Congre-gazione che riconosce la regola-rità formale dell’indaginediocesana accende un primo te-nue baluginare di aureola attor-no alla testa della persona sottoosservazione..

Secondo esame: la Con-gregazione passa al microscopiotutte le testimonianze, una peruna, confrontandole con la do-manda: il soggetto esaminato haveramente posseduto le virtù perle quali si è imposto all’attenzio-ne del popolo di Dio? Queste vir-tù sono veramente eccezionali(tecnicamente, l’“eroicità dellevirtù”)? Se l’esame delle testimo-nianze dà esito positivo, il Papacertifica la cosa con un appositodecreto e all’appellativo di “Ser-vo di Dio” subentra quello di“Venerabile” (l’aureola sievidenzia con un piccolo incre-mento di luminosità…). Per laBeatificazione manca un’ulti-ma… formalità, un miracolo, ot-tenuto per intercessione del Ve-nerabile, riconosciuto dalla Chie-sa come miracolo e come otte-nuto dal Venerabile.

Naturalmente il Papa hala possibilità di “fare i santi” an-ticipando i tempi e scavalcandole procedure (qualche rarissimoesempio). Come ha la possibilità

di farsi presente agli organismiche si occupano della causa conindicazioni e sollecitazioni (qual-che esempio meno raro).

Quando tutte le procedu-re sono concluse e quando è arri-vato e riconosciuto il miracolo,allora viene dato il via allaBeatificazione, la solenne ceri-monia durante la quale il Papastesso legge il decreto relativo.Lassù in alto, dietro la testa delPapa, il drappo cade e rifulge alsole il ritratto della persona “ele-vata all’onore degli altari”. LaChiesa ha un nuovo Beato , alquale la gente può dire: “Ammi-ro la tua virtù; io cercherò di imi-tarti; tu aiutami con la tua prote-zione e raccomandami al BuonDio”.

La canonizzazione portail titolo di Santo: una confermadella beatificazione, con defini-tivo coinvolgimento del magiste-ro della Chiesa, effetto duraturoed estensione universale del cul-to.

Qualche anno dopo lamorte di Padre Lino, il vescovodi Parma Mons. Evasio Colli or-dinò la ricerca dei documenti edei testimoni per l’avvio della suacausa di Beatificazione e diCanonizzazione. Il tribunale dalui formato ad hoc iniziò i lavoriil 25 luglio 1942. Questi lavori sichiusero il 22 luglio 1948 e tutto

il materiale fu inviato a Roma allaCongregazione. Passarono oltrequarant’anni, nel corso dei qualifurono richiesti chiarimenti,integrazioni, nuove documenta-zioni. Del 24 maggio 1991 è ildecreto della Congregazione chericonosceva la validità degli attiprocessuali della Causa. Final-mente il 26 marzo 1999, nellaSala Clementina, alla presenza diGiovanni Paolo II, fu pubblicatoil decreto di pari data, che dichia-rava accertate le virtù eroiche diPadre Lino Maupas da Parma.Dunque, da quel momento, Vene-rabile Padre Lino.

Dato il gran numero dipersone che si rivolgono a PadreLino per ricevere consolazione econforto nel dolore e nell’angu-stia, si può presumere che la bon-tà del Signore si manifesterà pre-sto con qualche intervento stra-ordinario, con qualche miracolo,che consenta al Papa di fare ve-nerare la figura di Padre Linocampeggiante sulla facciata del-la basilica vaticana con laBeatificazione , e poi con laCanonizzazione (Beato PadreLino, San Padre Lino).

Ma è necessario che Pa-dre Lino venga fatto santo dallaChiesa? Giovannino Guareschiimposta un suo delizioso raccon-to intitolato “Roba del 1922”(pubblicato dal “Candido” nel1952) su Padre Lino e su undiciassettenne chiamato “ilMagrino”. Ormai raggiunta lamaturità, “il Magrino” raccontacome l’incontro col frate gli cam-biasse le idee e la vita, e comePadre Lino – in quella situazione– rigirasse le cose in modo chelui – il ragazzo – giudicava ine-splicabile. E Guareschi doman-da al Magrino: “Tu, allora credial miracolo?”. “No” ha rispostoil Magrino, “Niente miracoli.Tutti casi, tutte coincidenze […]

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Non cominciamo a spar-gere la voce dei miracoli. Altri-menti la gente incomincia a ur-lare che bisogna far santo quelfrate. E, una volta fatto santo,smette di essere un uomo e diven-ta un simbolo. E se diventa unsimbolo, tutta la gente, che lo ri-corda come lo ricordo io, lo sen-te più lontano dal suo cuore…”.

Ha ragione il “Magrino”o la tanta gente che chiede al Papadi porre Padre Lino sugli altari?Sono due opinioni legittime, dachi vede le cose da due punti di-versi, ugualmente legittimi. A chifrequenta le chiese, la figura diPadre Lino non sembrerà meno“umana” quando la vedrà collo-cata tra i candelieri. Nello stessomodo il non credente e il non pra-ticante, mentre continuerà a ritro-varsi in Padre Lino per la sua fi-lantropia anticonformista e la sualibertà di spirito antifarisaica,continuerà ad amarlo come “ilvero frate”, che lo riconcilia conla nostalgia del religioso che stain fondo all’animo di tutti.

Abbiamo accennato allafacoltà del Papa di avocare a séogni decisione, nella sostanza enelle modalità. Per restare nel-l’ambito della famiglia france-scana: Gregorio IX accelerò au-toritariamente i tempi dellacanonizzazione (di beatificazionenon si parlò nemmeno) di SanFrancesco, di cuiera grande ami-co (canonizzato il 16 luglio 1228,a nemmeno due anni dalla mor-te), nonché di Sant’Antonio diPadova (morto il 13 giugno 1231,canonizzato il 30 maggio 1232,a nemmeno un anno dalla mor-te). Quando morì Chiara d’Assisinel monastero di San Damiano,il 12 agosto 1255, Innocenzo IVera a Perugia con tutta la cortepapale e corse a presiedere i fu-nerali. Naturalmente le monacheavevano predisposto apparati neri

e libri liturgici per la celebrazio-ne da morto. Ma il Papa disse:“Niente pianete nere; canteremola Messa del “Comune delle Ver-gini”; paramenti bianchi, perchéquesta è già santa”. Il suo vice,Cardinal Rainaldo dei Conti diSegni, gli tirò la manica e bisbi-gliò: “Santo Padre, questa sareb-be una canonizzazione fuori dal-le righe…”. Il Papa si rassegnò:“Va bene, lasciamo i paramentineri… Ma voglio che il processoper la canonizzazione comincidomani e vada per le spicce!”.Ma Innocenzo IV morì prima cheil processo terminasse e andò afinire che la canonizzazione uf-ficiale la fece poi, dopo due annidopo la morte di Chiara, proprioil Cardinale Rainaldo dei Contidi Segni, divenuto nel frattempoPapa Alessandro IV.

Per quanto riguarda Pa-dre Lino, Paolo VI intervenne, acausa di Beatificazione aperta ecamminante a passo di formica.Intervenne in un modo che ha unvalore intrinseco straordinario eche può essere interpretato anchecome un messaggio lieve e gar-bato ma pressante, agli organi chedella causa si occupavano. Il 23giugno 1967 Paolo VI ricevettenella sala Clementina i superioridei Frati Minori di tutto il mon-do, che qualche giorno prima adAssisi avevano celebrato il Ca-pitolo Generale, eleggendo ilMinistro Generale, 115° succes-sore di San Francesco. Il papa ri-volse alla straordinaria assembleaun’allocuzione che, pubblicatasull’Osservatore Romano, riem-pì un’intera pagina. Un discorsoapprofondito, nel quale gli addettiai lavori riconobbero la stesuramontiniana, calibrata e insiemeappassionata, di alto volo spiri-tuale ma di tono affettuoso (Sa-lutiamo con affettuosa deferenza[…] … l’interesse e l’affezione

che portiamo al fatto prodigiosodella vita francescana nellaChiesa di Dio, Ci spingono amanifestarvi alcuni pensieri, chela vostra visita, in così solennecircostanza, sveglia nel Nostrospirito: semplicissimi e brevi, epunto originali, che possono tut-tavia dare a voi il conforto di sa-pere l’animo Nostro in qualchereligiosa comunione con i vostri).E Papa Montini, attingendo allasua sconfinata cultura, in quel di-scorso svolse tre temi: L’essenzadella spiritualità francescana;l’attualità “paradossale” di que-sta spiritualità; la perenne voca-zione dei francescani alla cari-tà. Un testo avvincente, denso,vivo, diretto; che si sente il biso-gno di rileggere appena arrivatiin fondo. Ricordo che io ritornaida capo pensando: “Vediamo seil Papa indica qualche personali-tà come modello del francescanopost-conciliare”. E constatai chefra le tante figure di sette secoli emezzo di storia francescana (fracui Antonio di Padova,Bonaventura da Bagnoregio,Bernardino da Siena, JuniperoSerra, Agostino Gemelli…), Pa-olo VI aveva citatonominativamente solo due perso-ne: San Francesco d’Assisi e fra-te Lino da Parma! Venticinqueanni dopo che era stato aperto,Paolo VI si era convocato da solo

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al processo informativo sulle vir-tù di Padre Lino. Ecco il passag-gio del discorso del Papa: FrateLino, di Parma, è vostro; e quantifra voi come lui irradiano nelnostro tempo, e non solo nel cam-po della assistenza popolare, maanche in ogni settore delle uma-ne necessità, in quella religiosae missionaria per prima, la lucebenefica ed amica della carità,

inventiva e sollecita che “Omniasuffert, omnia credit, omniasperat, omnia sustinet (1 Cor.13,7). Della carità non vive for-se la Chiesa?

Con queste parole, nellasua fine delicatezza diplomaticaforse Papa Montini voleva tra-smettere una piccola suggestio-ne, pure tenendosi rispettosamen-te fuori da ogni interferenza...

Forse voleva solamente dire:“Per me, quel 18 maggio 1924,ai funerali di Padre Lino non sidovevano usare i paramentineri…”.

Fr. Berardo Rossitratto dalla postfazione

“Padre Lino fortemente indiziatodi santità” di Giorgio Torelli

Edizione Ancora

Padre Lino è colto da malore in casa Barilla, vi si era recato per chiedere lavoro per un padre di famiglia era il 14maggio 1924 (i disegni sono di Carla Cortesi).

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dell’Ordine francescano del pas-sato ed anche la più recente, sicoglie come il movimento claria-no sia stato considerato spessodai fratelli del I Ordine, come una“preoccupazione di assistenza”(la famosa cura monialium).

Chiara ha chiesto e otte-nuto sì il Privilegio della pover-tà, ma per sovvenire a questa nonesita a domandare dalla più altaautorità della Chiesa che conva-lidasse come punto fermo dellasua Regola “per amore di Dio edel beato Francesco” la presenzapremurosa e costante di 4 frati(scusate se è poco!) per la sua fra-ternità di San Damiano; così re-cita la nostra Regola al cap. XII:

“Chiediamo anche ingrazia, allo stesso Ordine, un cap-pellano con un compagno chie-rico, di buona fama, discreto eprudente, e due fratelli laici, disanta condotta e amanti dell’ one-stà, in aiuto alla nostra povertà,come abbiamo avuto sempre mi-sericordiosamente dal predettoOrdine dei frati minori; e questoper amore di Dio e del beatoFrancesco” (RSC XII, 5-7).

Se Chiara può fare tantospontaneamente e con semplicedeterminazione una richiesta cosìimpegnativa, evidentemente do-veva sentirsi sicura di poter ri-cambiare abbondantemente, met-

La leggenda tratta dallaIstoria Serafica, vuole che a SanFrancesco di passaggio in Roma-gna, rimanesse impigliato nellatonaca un ramoscello avvizzito,egli lo adoperò un poco da ba-stone, poi lo diede al fuoco. Il ra-mo si contorse sfrigolando, ma ri-mase intatto, allora santo Fran-cesco disse: “Se non vuoi arde-re, cresci!”, e piantato dallo stes-so santo, subito sbocciarono nuo-vi germogli. Era il 1213 in loca-lità Montirone a Villa Verucchio.

Al di là della suggestivafreschezza della leggenda chepossiamo rassomigliare ad unracconto tratto dai Fioretti di S.Francesco, l’immagine del ramo-scello piantato da Francesco chediviene un cipresso alto e così ra-dicato da sfidare i secoli e le ca-lamità del tempo e della storia,fa ricordare subito la dolce e for-te presenza di Chiara nella fami-glia francescana e nella Chiesa,che proprio ora celebriamo nel750° anno della sua morte e delfecondo radicamento del suocarisma.

Così infatti, parla di leila Bolla di canonizzazione:

“Questa fu l’albero alto,proteso verso il cielo, dai ramidilatati, che nel campo dellaChiesa produsse soavi frutti direligione e alla cui ombra piace-

Chiara donodi Speranza edi Comunione

vole e amena molte seguaci ac-corsero da ogni parte, e tuttora ac-corrono per gustarne i frutti” (BolSC FF 3294). Così ogni volta cheammirate il cipresso rigoglioso esecolare piantato da Francescoche caratterizza tutto il chiostrodi Villa, potete pensare a Chiarain mezzo a voi e a come le cla-risse possono essere coltivate…!

La giornata di oggi, poi,cioè il 16 aprile, è una data rima-sta cara alla tradizione francesca-na, sapete perché? Le Fonti nellacronologia riportano come il 16aprile 1208, Bernardo di Quin-tavalle e Pietro Cattani chiedonodi condividere la vita di France-sco e si associano a lui iniziandocosì la prima “fraternità france-scana”! Oggi è quindi una gior-nata dedicata alla fraternità, perquesto mi sembra importante chequesto momento sia soprattuttouna condivisione fraterna e unoscambio di esperienza di vita piùche una conferenza su S. Chiara.

Per prima cosa quindi,vorrei ripercorrere con voi la gio-ia di sentire Chiara come unDono inesauribile per ciascuno dinoi, proprio come lo è nostramadre.

Non è poi così scontatocome qualche enfasi di saporeapologetico e agiografico potreb-be suggerirci. Leggendo la storia

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vi: “L’umile servo di Cristo san-dunati molti compagni e ricevutiall’Ordine, entrò in grande pen-siero e in grande dubitazione diquello che dovesse fare: ovverod’intendere solamente ad orare,ovvero alcuna volta a predicare,e sopra ciò disiderava molto disapere la volontà di Dio . E peròche la santa umiltà, ch’era in lui,non lo lasciava presumere di séné di sue orazioni, pensò di cer-carne la divina volontà con leorazioni altrui. Onde egli chiamòfrate Masseo e dissegli così: “Va’a suora Chiara e dille da mia par-

te ch’ella con alcune delle piùspirituali compagne divotamentepreghino Iddio, che gli piacciadimostrarmi qual sia il meglio:ch’io intenda a predicare o sola-mente all’orazione” (Fior FF1845).

Sappiamo bene come siconclude questo episodio e il re-sponso unanime di Chiara eSilvestro: Cristo ha risposto e ri-velato che la sua volontà si è chetu vada per lo mondo a predica-re, però ch’egli non t’ha elettopure per te solo, ma eziandio persalute degli altri (Fior FF 1845).

Qui il dono di Chiara èconvincere Francesco con la pre-ghiera e il discernimento a fareciò che è giusto, cioè ciò che Diovuole.

Altro episodio assai im-

tendo in gioco la sua vita e quel-la delle sue sorelle per la crescitae il cammino di Francesco e deisuoi frati. Il P. Giacomo Bini nel-la sua Lettera Chiara d’Assisi uninno di lode, ci dice che “frateRainaldo, frate Leone, frate An-gelo, frate Ginepro erano là, vi-cino a Chiara negli ultimi giornidella sua vita, per ascoltare, con-dividere e ravviare, in profondacomunione, l’appassionata ricer-ca di Dio”.

Ella, infatti, era stata finoad allora il dono di risposta e fe-deltà alla vita evangelica fatta aFrancesco e ai suoi frati.

Chiara donna DonoIn Chiara emerge forte e

piena la consapevolezza di esse-re dono, lo possiamo coglierechiaramente nei suoi scritti dalfatto che lei non parla mai di sése non in riferimento e in rappor-to con Cristo, con Francesco o leSorelle.

Io, Chiara, serva di Cri-sto, pianticella del santo padre oFrancesco, poco tempo dopo lasua conversione, avendo giàranostro Francesco, sorella e ma-dre vostra e delle altre Sorelle Po-vere (BsC 6 FF 2855).

La sua vita è dono per-ché è risposta piena alla vocazio-ne che riceve dal sommo Dona-tore: il Padre delle misericordie,come ben definisce inaugurandoil suo Testamento:

Tra gli altri benefici, cheabbiamo ricevuto ed ogni giornoriceviamo dal nostro Donatore, ilPadre delle misericordie, per iquali siamo molto tenute a ren-dere a Lui glorioso vive azioni digrazie, grande è quello della no-stra vocazione.

Che sia stata un dono an-che per Francesco e i suoi frati lopossiamo scoprire da due episo-di delle Fonti molto significati-

1-3 giugno 2004Casa “Leonori”

Assisi

Incontro deiDefinitorii

delle sei Provinciedel Nord Italia

portante che ci segnala l’aiutopremuroso e il soccorso costantee salutare che Chiara era solitadare a Francesco e ai suoi frati èla guarigione di frate Stefano:

Disse anche la detta te-stimonia che, essendo infermatode insania uno certo frate de l’Or-dine delli frati minori, lo qualese chiamava frate Stefano, santoFrancesco lo mandò al monaste-rio de Santo Damiano, ad ciò chesanta Chiara facesse sopra de luilo segno de la croce. Lo qualeavendo fatto, el frate dormìunopoco nel loco dove la santaMadre soleva orare; e da poi,resve-gliato, mangiò uno poco epartisse liberato (ProcSC II, 15FF 2958).

Oltre che due volte nelProcesso, questo racconto è ripor-tato anche da altre fonti come labolla di canonizzazione e la Leg-genda. È interessante cogliere co-me anche il P. Giacomo Bini par-la di questo episodio riferendolonon tanto alla forza carismaticadella personalità di Chiara, ma aldono della presenza di Chiara edelle Sorelle per i figli di Fran-cesco:

“Forse uno dei compitidelle Sorelle di santa Chiara oggipotrebbe essere quello di aiutar-ci a ritrovare l’armonia dei valo-ri francescano-clariani, la gratuitàe la bellezza della nostra vita sen-za pretese di efficienza. È facileessere strumentalizzati dalle ne-cessità immediate e perdere la vi-sione d’insieme, la capacità di di-scernere ciò che è urgente da ciòche è necessario; ci si preoccupadei tanti progetti che program-miamo…e si rischia di dimenti-care l’impegno primario ad esse-re “progetto di Dio”. È urgente,oggi, rinnovare e continuare lacollaborazione tra Chiara e Fran-cesco per evitare ogni forma di“insania”, di “schizofrenia” che

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distrugge la stessa vita consacra-ta (da Chiara d’Assisi un inno dilode, pp. 23-24).

Chiara dono di SperanzaOltre che dono di discer-

nimento e di guarigione, Chiaraè soprattutto dono di Speranza.Una speranza che parte dal sapercomporre con pazienza e amore-vole attesa le diversità e le con-traddizioni per giungere alperseguimento dei beni maggio-ri. È un destino apparentementestrano quello di S. Chiara chevive i più forti contrasti del suotempo e ne fa sintesi feconda: lucifolgoranti e tenebre fitte, espe-rienza dell’effimero e continuitàsenza fine, desiderio di seguireCristo nella libertà di Francescoe ristrettezza di movimento tra lemura del monastero, assetatacome Francesco di gloria noncaduca, e stabile come roccia inuna condizione di totale umiltà espoliazione. Contrasti spesso in-soluti ancora per noi oggi …

Nobile, ricca, nel fioredelle promesse giovanili, si lasciarapire dalla testimonianza cheFrancesco offriva di una povertàcruda e impensabile. Cerca la so-litudine e la preghiera ed è a con-tatto con vicende e personalitàche plasmano la storia.

Essa in maniera semprepiù forte, segna il cammino diFrancesco e traccia con la sua Re-gola, (la prima per donne scrittada una donna!) un progetto chesecoli di vita ecclesiale, senzaesaurirlo continuano ad esplora-re e a cercare di realizzarlo in di-verse versioni (basta pensare alvariegato e multiforme mondoclariano!). Forse il medioevo, pe-riodo turbinoso in cui il progres-so tecnico era ancora lontano dal-l’offrire all’uomo prospettive disicurezza contro la fame, le di-struzioni fratricide, le malattie

endemiche, la tirannide dei pic-coli e grandi signori della guer-ra, ispirava una maggior apertu-ra d’animo a saper sopportare,attendere, sperare. Noi, spesso,non riusciamo più a rimanere se-reni se non vediamo che sonooperanti tutte le sicurezze cheproteggono le nostra esistenza.Per Chiara non fu così se trascor-so poco tempo dalla sua perma-nenza a San Da-miano, affermacon certezza enon piccolo “esem-plare orgoglio” di essere diven-tata la gioia e il vanto di France-sco: Il beato Francesco poi,costatando che, nonostante la de-

bolezza e fragilità delnostro cor-po, non avevamo indietreggiatodavanti a nessuna penuria, pover-tà, fatica e tribolazione, né igno-minia o disprezzo del mondo,che, anzi, sull’esempio dei santie dei suoi frati, tutto ciò stimava-mo sommo diletto -cosa questache lui stesso ed i suoi frati ave-vano potuto verificare più volte-, molto se ne rallegrò nel Signo-re (TestSC FF 2832). Fin dai pri-mi colloqui il dialogo tra Fran-cesco e Chiara, infatti, aveva unasse portante: la Speranza, cosìsi può cogliere tra le righe ascol-tando il primo bio-grafo di Chia-

Coniugare utopia erelaismo è il tema di

alcuni incontri delCircolo Culturale “IlCipresso di Villa Ve-rucchio”. All’indo-mani di quello che

sembra il crollo del-l’ideale di giustizia,

la sfida è quella diuscire da questa

“note” che oscura ilnuovo millenio,

recuperando il con-cetto di diritto delle

nazioni e delle perso-ne.

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10 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

Eugenio Fr. Ruffini 2 giugnoEugenio Fr. Teglia 2 giugnoBonifacio Fr. Manduchi 5 giugnoMassimo Fr. Pazzini 10 giugnoGuido Fr. Artioli 12 giugnoGuido Fr. Ravaglia 12 giugnoOnofrio Fr. Gianaroli 12 giugnoAntonio Fr. Gazich 13 giugnoAntonio Enrico Fr. Mocerino 13 giugnoModesto Fr. Pazzini 14 giugnoLuigi Fr. Dima 21 giugnoPaolino Fr. Balestri 22 giugnoPaolino Fr. Celli 22 giugnoGiambattista Fr. Montorsi 24 giugnoGiovanni Fr. Bianchi 24 giugnoGiovanni Fr. Di Maria 24 giugnoPaolo Fr. Benassi 29 giugnoPaolo Fr. Benfenati 29 giugnoPaolo Fr. De Paoli 29 giugnoPaolo Fr. Pedrosi 29 giugnoPier Paolo Fr. Basini 29 giugnoPier Paolo Fr. Veronesi 29 giugnoPietro Fr. Rossi 29 giugno

OnomasticiGiugno

ra: “Il padre Francesco la esortaa disprezzare il mondo, dimo-strandole con linguaggio arden-te che sterile è la speranza fon-data sul mondo e ingannatrice neè l’apparenza” (Leg SC FF:3164). Una volta fuggita di casale difficoltà non si attenuaronocome ci riferisce il Celano nellaLeggenda: “Ostacolata così perpiù giorni nella via del Signore esoffrendo l’opposizione dei suoifamiliari al suo proposito di san-tità, non vacillò l’a-nimo, nonsvigorì il suo fervore: anzi, tra leparole ingiuriose, ella tempra ilsuo spirito alla speranza, finché iparenti, sconfitti, si danno pervinti e si placano”( Leg SC FF:3173). La speranza della gloria èquella che non fa indietreggiarené Francesco né Chiara, la gloriache rifulge nel volto del Croci-fisso di San Damiano. Anchemadonna povertà sembra custo-dire e alimentare in Francesco enella sua Pianticella, la Speran-za:

“Stretto da un legameindissolubile a madonna Pover-tà, non mirava alla sua dote pre-sente, ma a quella futura. Canta-va pure con più fervido affetto egaudio più lieto i salmi che ma-gnificano la povertà, come quel-lo che dice: La speranza dei po-veri non sarà delusa in eterno (Sal9,19), e l’altro: Vedano i poveri esi rallegrino (Sal 68,33)” (II CelFF: 658) .

Mentre dalla personifi-cazione di madonna povertà nel-l’operetta Sacrum Commerciumviene raccolta questa accorataesortazione: “Non vi spaventil’intensità della lotta né la gran-dezza smisurata della fatica, per-ché un grande premio sarà dato avoi. Tenendo fisso lo sguardo sulSignore Gesù Cristo autore eperfezionatore di ogni bene (Eb12,2), che invece del gaudio che

gli stava davanti, preferì soppor-tare la croce, disprezzando l’i-gnominia (Eb 10,23), mantenetesenza vacillare la professione del-la vostra speranza (Eb 10,36).Correte con amore nella corsache vi sta davanti (Eb 12,1). Cor-rete nella pazienza, a voi neces-saria più di ogni altra virtù, per-ché dopo aver fatto la volontà diDio possiate raggiungere la vo-stra speranza (Rm 11,23). Dio in-fatti ha la potenza di portare a ter-mine facilmente con la sua santagrazia le cose da voi intraprese eche superano le vostre forze, per-ché egli è fedele nelle sue pro-messe” (Sacrum Commercium,

FF: 2025).Credere che l’Amore che

si è fatto carne ci ricolma dei suoibeni, è il fondamento della Spe-ranza.

La certezza di questo ciè dato dalle Regole che France-sco e Chiara hanno scritto per noidopo il travaglio di lunghi annidi esperienza.

In questo anno centena-rio facciamo memoria anche dei750 anni di approvazione dellaRegola che Chiara ha stilato nel-la sua sapienza compositiva,prendendo come testo-matrice laRegola bollata e non di France-sco. La regola di Chiara sancisce

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario -11

I Guardianie il Governo

della Provincia10 giorni

in Terra Santadal 28 marzo al7 aprile 2005

l’appartenenza giuridica oltre checarismatica all’intuizione e allafamiglia di Francesco di cuiChiara si definisce Plantula. Conla promessa di obbedienza aFrancesco e ai suoi successori,come al Papa e alla Chiesa roma-na, elementi imprescindibili pervivere cattolicamente la vitaevangelica, Chiara pone un pe-gno di totale speranza per la suafraternità di San Damiano. Ciòche propone Chiara per San Da-miano è un unicum nel panora-ma dei monasteri dell’Ordo san-cti Damiani, una soluzione ine-dita che comporta insieme dipen-denza diretta dalla Sede aposto-lica tramite il cardinale protetto-re, autonomia interna sotto l’au-torità dell’abbadessa e legameobbedienziale con l’Ordine deiMinori.

Dal lontano 1211/12 in-fatti, erano passati già oltre 40 an-ni quando nel 1253 alla vigilia delsuo trapasso le viene approvatala Regola. In questi anni si eranosusseguiti numerosi eventi tali dasegnare lo sviluppo del movi-mento francescano con una evo-luzione di carattere e proporzio-ni inattese. Basti pensare all’ema-nazione della Quo elongati del1230 dove Gregorio IX nel ten-tativo di dirimere varie questionidi interpretazioni della Regolasorte tra i frati, afferma che que-sti ultimi non sono obbligati adosservare l’intero Vangelo, ma iconsigli evangelici che sono e-spressi come precetti e proibizio-ni. La Regola di Chiara comequella bollata di Francesco nonritiene sufficiente ispirarsi ad al-cuni passi privilegiati, ma fa delVangelo il nucleo centrale e lapeculiarità della Regola.

[La Regola] ripeteva[Francesco], è il libro della vita,speranza di salvezza, midollo delVangelo, via della perfezione,

chiave del Paradiso, patto dieterna alleanza. Voleva che tuttine avessero il testo e la conosces-sero molto bene, e ne facesserosempre oggetto di medita-zione…” (Cel FF: 767).

Non so che effetto puòfare a voi, a me sembra uno sti-molo sempre intrigante e creati-vo scoprire come Chiara è riusci-ta a farsi approvare dalla massi-ma autorità della Chiesa nella suaRegola per le sorelle, passaggi ecoinvolgimenti di vita che sonochiamati a compiere in primoluogo i frati e che nella Regolabollata non sono riportati. Cosìfacendo Chiara crea come deglianelli stabili di intersezione trauna Regola maschile pensata peri frati itineranti e una femminilepensata per le sorelle chiamate aduna maggiore stabilità; dà vitacosì a ponti di fiducia e affida-mento all’autorità della Chiesa edi autentica speranza nel cammi-no di comunione da conseguirecon i fratelli del Primo Ordine.

L’esempio più eloquen-te è l’inserzione nel capitolo VIdella nostra Regola dei due scrit-ti di Francesco, la forma di vita el’ultima volontà, scritti certamen-te autentici di Francesco e ripre-si sommariamente anche dallaVita Seconda del Celano che ri-chiama in sintesi i due motivi

principali della loro redazione: laprofessione e osservanza dellapovertà altissima, e l’impegno diFrancesco e dei suoi frati ad ave-re sempre cura delle clarisse per-ché generati da un unico spirito

Li riporto in ordine dallaRegola di Chiara al Celano:

Il beato padre, poi, con-siderando che noi non temevamonessuna povertà, fatica, tribola-zione, umiliazione e disprezzo delmondo, che anzi l’avevamo inconto di grande delizia, mosso dapaterno affetto, scrisse per noi laforma di vita in questo modo:“Poiché per divina ispirazione visiete fatte figlie e ancelle dell’al-tissimo sommo Re, il Padre cele-ste, e vi siete sposate allo SpiritoSanto, scegliendo di vivere se-condo la perfezione del santoVangelo, voglio e prometto, daparte mia e dei miei frati, di ave-re sempre di voi, come di loro,attenta cura e sollecitudine spe-ciale”. Ciò che egli con tutta fe-deltà ha adempiuto finché visse,e volle che dai frati fosse sempreadempito (RSC VI 2-5, FF 2788-2789).

Quando il Padre (France-sco), dalle numerose prove di al-tissima perfezione che avevanodate, le conobbe pronte a soste-nere per Cristo ogni danno terre-no ed ogni sacrificio e decise anon deviare mai dalle sante nor-me ricevute, promise fermamen-te a loro ed alle altre, che avreb-bero professata la povertà nellastessa forma di vita, che avrebbedato il suo aiuto e consiglio equello dei suoi frati in perpetuo.Finché visse, mantenne semprescrupolosamente queste promes-se e, prossimo a morire, coman-dò con premura che si continuas-se sempre: perché, diceva, un so-lo e medesimo spirito ha fatto u-scire i frati e quelle donne pove-relle da questo mondo … (2 Cel

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12 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

FF 793).Il Signore ci ha chiamati

con un unico e medesimo spiri-to, convocandoci insieme ad es-sere in tutta la Chiesa dono disperanza e di comunione. La sto-ria di tutti i secoli ci richiamasempre a cogliere come l’effica-cia e la vera fecondità della mis-sione dei francescani e delle fran-cescane è tale solo se ci pensia-mo e operiamo insieme come loSpirito ci ha voluto. Spesso cimanca questa visione d’insiemeche è visione di speranza e di co-munione, perché temiamo trop-po i conflitti e le fatiche delle re-lazioni fraterne. La Speranza au-tentica, apre il cuore al desiderioe ai sogni, perché ci spalanca da-vanti la grandezza della nostravocazione.

Chiara dono di ComunioneIl sogno di Gesù, il suo

desiderio più grande espresso contutta la sua umanità pronta a con-segnarsi fino alla fine lo racco-gliamo nella sua preghiera al Pa-dre nelle ultime ore della sua vitaterrena: “tutti siano una sola cosa.Come tu, Padre, sei in me e io inte, siano anch’essi in noi una cosasola, perché il mondo creda chetu mi hai mandato. E la gloria chetu hai dato a me, io l’ho data aloro, perché siano come noi unacosa sola. Io in loro e tu in me,perché siano perfetti nell’unità eil mondo sappia che tu mi haimandato e li hai amati come haiamato me (Gv 17, 21-23).

Questo grande “sogno”di Gesù non poteva passare inos-servato da due attenti imitatori ediscepoli di Gesù quali furonoFrancesco e Chiara, così a ragio-ne possiamo affermare che l’ane-lito all’Unità è una caratteristicafondamentale della spiritualitàcristiana e francescana e il cam-mino di Comunione che la Chies-

sa oggi ci chiede è già presentein nuce negli scritti di Francescoe Chiara.

Fedele e tenace nel vive-re con totalità la sua vocazione,Chiara, dopo la morte di France-sco visse il dono della speranzae della comunione sull’esempiodi Maria nel Cenacolo, divenen-do per l’intero movimento fran-cescano in espansione, luce di ri-ferimento e chiara memoria del-l’ideale di Francesco anche neimomenti di maggior confusionee dispersione. Non mi dilungo suquesto perché ci porterebbe lon-tano…

Partendo dall’unità del-l’amore reciproco tra le sorelleche Chiara definisce il vincolodella perfezione (vedi Cap. 10, v7) non è mai venuta meno in leila consapevolezza profonda del-l’unità del carisma francescanoche fin dalle origini racchiude inun dono di forza dinamica diComunione, il 1° 2° e 3° Ordine,che fa del “popolo dei mino-ri”(cfr FF 1710) il Popolo di Dionel mondo intero.

Forse può sembrare ardi-to dire che il terzo Ordine, piùpropriamente detto Ordine Fran-cescano Secolare, l’ha fondatoChiara con Francesco, visto chel’elemento femminile è semprestato prevalente in esso.

A convincere la donnadella bellezza e possibilità di es-sere “francescana” è stato l’esem-pio di Chiara, e pare che la Leg-genda del Celano lo suggeriscaanche se non vuol togliere a po-steriori a San Francesco, il suoruolo di Fondatore e Padre. LaLeggenda non può essere intesasolo come prova retorica dell’au-tore e neanche semplice eco diciò che era già scritto su France-sco anzi, ciò che si dice dell’ecopopolare che la predicazionefrancescana otteneva: l’entusia-

mo e la reale conversione di vitadi moltissime persone, non puòessere capito appieno se non ab-biamo presente lo stupefacenteeffetto della fuga e la risonanzadella vita di Chiara e delle primeclarisse.

Il fermento esplosivo divita nuova e la passione che que-ste donne povere provocarono inmolte case, castelli e corti, pene-tra ovunque facendo dei nume-rosi seguaci donne e uomini, unvero e proprio movimento rinno-vatore all’interno della Chiesa.

Bene lo testimonia laLeggenda al numero 11: ...perchéla vena sorgiva di questa celestebenedizione scaturita nella valleSpoletana, non rimanga circo-scritta in angusti confini, per ope-ra della Provvidenza divina si al-larga in un’ampia corrente, cosìche l’impeto del fiume rallegritutta la città di Dio, che è la Chie-sa. La novità di così grandi av-venimenti si sparse infatti in lun-go e in largo per il mondo, ed eb-be per effetto di guadagnare o-vunque anime a Cristo.

Continuando a rimanererinchiusa, Chiara incomincia adiffondere chiarore in tutto ilmondo e risplende chiarissimaper meritati elogi.

La fama della sua virtùriempie gli appartamenti di don-ne illustri, raggiunge i palazzi diduchesse, penetra perfino nellestanze delle regine. Il vertice del-la nobiltà si piega a seguire i suoipassi e per santa umiltà rinnegal’orgoglio del sangue e dellaschiatta.

Alcune, pur degne dinozze ducali e regali, invitate dalpubblico elogio di Chiara, si dan-no a dura penitenza e quelle chegià si erano unite in matrimoniocon potenti, imitano anch’esseChiara, secondo la possibilitàdella loro condizione. (...) Chia-

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario -13

ra santissima è la guida che aprela via ...” (FF: 3178).

Non è trascurabile poiche nei Fioretti si trovi l’istitu-zione del Terzo Ordine, proprionel capitolo XVI, dove è S. Chia-ra in perfetta consonanza con fra-te Silvestro, a consigliare in nomedi Dio Francesco su quale formadi vita scegliere per sé e per i suoifrati (vedi FF 1845 s.). Questo ètanto più significativo se pensia-mo che i Fioretti furono scrittidopo la morte di Chiara e la suaLeggenda (1256).

Non voglio dilungarmima solo proporvi stimoli per lariflessione e condivisione frater-na, lascio a voi la parola, porgen-dovi qualche domanda che puòfacilitare il dialogo e il confron-to:

L’esperienza di Chiara cifa vedere che abbiamo bisognodi gesti d’amore per vivere in uni-tà di spiriti e in povertà: che ge-sti poniamo per alimentare la no-stra vocazione?

Chi è per ciascuno di voiChiara?

Come la sentite presentenel quotidiano della vostra vita?

Come alimentare la spe-ranza e la comunione nelle no-stre fraternità e nei momenti diincontro?

16 aprile 2004

Sr. Mariafiamma FaberiBadessa Monasterodi S. Biagio in Forlì

prima volta piena-mente vocalizzate.Il presentedizzionario ha ca-rattere fonologico emorfologico. E’inoltre un lessicopropedeuticopoichè aiuta afamiliarizzare pro-gressivamente il let-tore con le forme.Il Volume verràpresentato a Roma(AteneoAntonianum) mer-coledì 19 maggio2004 alle ore 17nella sala di letturadella biblioteca.Le nostrefelicitazioni all’au-tore Fr. Massimoper questo suo la-voro.

Il lessico concordanziale del nuovo testamento siriaco è la raccoltan un unico volume di tutte le forme del NT siriaco per la

E’ uscito il programma accademico2004-2005 dell’Istituto di StudiEcumenici S. Bernardino di Venezia.L’Istituto si propone di promuoveregli studi a livello accademico inmodo da fornire ai suoi studenti unasolida e scientifica formazione teolo-gica in una dimensione ecumenica.Per informazione:[email protected]

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14 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

Esercizi Spiritualia Montepaolo

17-22 maggio 2004Con S. Chiaraper ricordare

un anniversarioFr. Gloriano Pazzini

“Siamo molto tenute a rendere grazie,prché è grande la nostra vocazione”

(Testamento di S. Chiara)

FANANOCasa “San

Colombano”TELEFONO: 0536

68001

* La casa è gestita daMarisa e Claudio.

* Può ospitare un mas-simo di 25 persone.

* Non è in autogestio-ne.

* La quota è di 28tutto compreso: lenzuola,asciugamani, prima colazio-ne, pranzo e cena.

* Ai laici verrà richie-sta la quota associativaANSPI, che è di circa 3-4 .

* Possono usufruiredella struttura i Frati, l’OFSe i gruppi accompagnati al-meno da un frate responsabi-le e alle condizioni sopraddet-te.

ORARIO07.30 COLAZIONE

08.00 LODI09.00 I° MEDITAZIONE

10.00 RIFLESSIONE PERSONALE11.45 UFFICIO LETTURE MEDITAZIONE SILENZIOSA

12.30 PRANZO15.15 NONA E VISITA ALLA GROTTA

15.45 II° MEDITAZIONE17.00 S. MESSA

18.00 RIFLESSIONE PERSONALE19.00 ADORAZIONE E VESPRI

20.00 CENA21.30 ROSARIO E COMPIETA

22.30 RITIRATA

La Fraternità di Montepaolo-Forlì, ti dà il benvenutonell’eremo di S. Antonio.

Lo Spirito del Signore ti guidi e ti illumini per vivere in questaoasi dello spirito dei giorni fruttuosi per la tua vita.

S. Antonio ti sia di esempio nell’ascolto della Paroladel Signore e nella preghiera.

Il P. S. Francesco e la M. S. Chiara ti ottengano di vivereuna gioiosa esperienza di fraternità.

Gli esercizi spirituali iniziano con il pranzo di lunedìe terminano dopo la S. Messa delle ore 17 di venerdì.

Quota 160,00 Euro

Fr. Gianni Gattei ha scritto un bre-ve profilo di S. Chiara in occasionedel 750° della morte della santa. Illavoro è rivolto ai papuani ed è na-turalmente in Pigin.

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario -15

Vita della Provincia

IDefinitorio

“SS. Annunciata”Parma

4 maggio 2004

* Il giorno 4 maggio, conun leggero ritardo per il difficileviaggio sotto un intenso tempo-rale il Definitorio si è ritrovatopresso il Convento dell’Annun-ciata di Parma per l’incontromensile. La scelta del luogo è nelricordo della morte di Padre Lino(14 maggio 1924).

* Si iniziano i lavori conl’approvazione dei verbali del-l’incontro del mese precendente.

* Come primo punto del-l’Ordine del Giorno il Definitorioapprofondisce la riflessione sualcune nostre realtà locali che ne-cessitano di attenzione e appro-fondimento.

* Si affronta il bilancioconsuntivo e preventivo del cen-tro missionario provinciale e siaffrontano unitamente al Diret-tore, alcune questioni legate allavita del centro stesso e insiemese ne ricerca una soluzione.

* Ci si prepara insiemeall’incontro dei Definitorii delle6 province del Nord Italia che siterrà nei primi giorni di giugnoad Assisi. Diverse sono le que-stioni che dovremo affrontare conle altre province, particolarmentele iniziative interprovinciali cheriguardano la formazione.

* Il governo della Pro-vincia da il benestare alla richie-sta della Fraternità di Villa Veruc-chio di procedere al restauro del-l’antico organo del convento, unInzoli del 1880.

* In Definitorio si riflettesulla situazione dei fratelli infer-mi e di alcune situazioni partico-lari attualmente in atto.

* Il Ministro provincialepresenta al Definitorio lo svilup-po di alcune situazioni particolarie insieme si decide come interve-nire.

* Si delibera sull’aumen-to del numero di anni di affittoper la nuova struttura di Forlì conil comune.

* Alle ore 12.30 ci si in-contra con la comunità: il dialogoverte soprattutto sulle diverseiniziative poste in atto in occa-

sione dell’ottantesimo dellamorte di Padre Lino, iniziativeche vedono collaborare la Fra-ternità, la Vicepostulazione el’Associazione «Amici PadreLino». Le iniziative si sviluppe-ranno particolarmente durante ilmese di maggio e per questo vediil programma a pagina 17.

* Si pranza con la Fra-ternità e il Ministro provincialeringrazia i fratelli per l’ospitalitàserena e accogliente, per il servi-zio che svolgono e particolar-mente per il lavoro di supplenzache in questo periodo stannoprestando presso il monasterodelle Clarisse di Fanano.

* Dopo pranzo si ripartee ricordandoci a vicenda l’appun-tamento per il primo giugno a S.Maria degli Angeli.

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16 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

Note di Cronaca

IFacoltà teologica

dell’EmiliaRomagna

In Emilia Romagna c’èora una vera e propria facoltà diTeologia: una facoltà riconosciu-ta dalla Chiesa, ma anche dalloStato, che rilascia quindi titoliaccademici validi anche “statal-mente” e “crediti formativi” ri-conosciuti dalle Università statali(ma anche viceversa, i crediti ac-quisiti nelle Università statali po-tranno essere ‘spesi’ dagli studen-ti in questa Facoltà). È un eventoimportante, anzi “fondamentalenella storia della Chiesa e dellasocietà della regione” ha soste-nuto ieri, presentando la nuovaFacoltà, l’arcivescovo di Bolo-gna Carlo Caffarra, che della Fa-coltà stessa è “Gran Cancelliere”;insomma, l’autorità suprema.

Il Montivo di questa im-portanza è evidente: la Facoltà “èun luogo privilegiato di incontrofra il Vangelo e la cultura, tra lafede e la ragione”, ha dettoCaffarra; e il preside della nuovaFacoltà, monsignor ErmenegildoManicardi, ha spiegato che “lateologia vuole oggi incontrare glialtri ‘saperi’, anzi non può fare a

meno di dialogare con loro”, ecreando una Facoltà teologica “larealtà cattolica emiliana s’impe-gna a collocare tale dialogo an-che a un livello accademico”,quindi il più alto possibile.

L’Università mostragrande interesse: il prorettore diBologna, Walter Tega, ha pro-spettato, al di là del sistema dei‘crediti’, ricerche comuni, scam-bi di docenti, utilizzo reciprocodelle biblioteche e anche possi-bili rapporti internazionali perconfronti con diverse culture re-ligiose.

Ma in cosa consiste con-cretamente la nuova Facoltà?Anzitutto, non nasce dal nulla:anzi “Viene da lontano - ha ricor-dato il vescovo di Reggio Emiliamonsignor Caprioli - è nata ne-gli anni ‘70 e proseguita fino aoggi con lo Studio teologico ac-cademico bolognese e i vari Stu-di teologici della regione”. Lasede centrale è Bologna, al semi-nario di villa Revedin e al con-vento San Domenico: nasce in-fatti dal già citato Studio teolo-gico accademico bolognese, cheaveva queste due sedi. Ma haanche altre sedi: il convento diSant’Antonio, sempre a Bologna,il seminario di Reggio Emilia, ilCollegio Alberoni di Piacenza.

Impegnativi i percorsi distudio, da iniziarsi dopo il con-seguimento della maturità: ilBaccellierato, percorso minimodi cinque o sei anni di studio, poila Licenza, almeno altri due anni,infine il Dottorato, ancora alme-no due anni. La Licenza ha trespecializzazioni: Teologia siste-matica, Teologia della evangeliz-zazione, Storia della Teologia.

La Facoltà conterà suifinanziamenti delle fodazionibancarie: la Fandazione del Mon-te di Bologna e Ravenna ha pro-messo il suo interessamento, laFondazione Carisbo ha espressol’intenzione di attivare fin da su-bito la Federazione dell’EmiliaRomagna delle Banche e delleCasse di risparmio.

di Chiara Unguendolida il Resto del Carlino

del18 aprile 2004

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario -17

IIAssociazione Amici

di Padre Linoda Parma

Cari Soci,l’attività della nostra As-

sociazione si sta intensificando invista dell’impegnativo traguardodell’ottantesimo anniversariodella morte del Venerabile PadreLino.

Si è da poco tenuta la riu-nione del Consiglio che ha vara-to il programma definitivo delleiniziative e approfittiamo dell’in-vio del calendario per ricordarebrevemente anche i principaliappuntamenti a cui tutti i socisono vivamente invitati.

Nel prossimo mese dimaggio verranno inaugurati i la-vori di restauro della facciata del-la SS. Annunziata, generosamen-te finanziati dalla fondazioneCariparma, che già aveva contri-buito negli anni passati a ripristi-nare lo splendido Chiostro e laricca Biblioteca. Ora, grazie alnostro impegno, il convento di P.Lino è sicuramente più bello e inordine, mentre stanno per partiregli importanti lavori di sistema-zione dei tetti di Chiesa e Con-vento finanziati con i fondi sta-tali dell’8/1000.

A fianco dei lavori “ma-teriali” si collocano azioni di as-sistenza in linea con lo spiritofrancescano e di P. Lino: la bellainiziativa “I1 pane di Padre Lino”attuata dai panificatori ASCOMdi Parma: forniranno gratuita-mente il pane alla mensa dei po-veri per tutto il mese di maggio einviteranno tutti i clienti a versa-re nei salvadanai posti nei nego-zi il resto per contribuire alcompanatico. Sui sacchetti l’im-magine di P. Lino ricorderà l’ini-ziativa. Verrà quindi inaugurata

in un braccio del Convento una“Casa di accoglienza” per i fami-liari di pazienti dell’ospedale chehanno necessità di lunghepermanenze. L’Associazione si èpure impegnata a donare all’As-sistenza Pubblica un pulmino peril “servizio di strada” per il so-stegno ai senza tetto e ad arreda-re il dormitorio femminile realiz-zato dal Comune di Parma in oc-casione dell’Ottantesimo. Perentrambe le iniziative viene pro-mossa una sottoscrizione pubbli-ca dalle pagine della Gazzetta diParma. Vi chiediamo quindi dicollaborare nella raccolta dei fon-di e nella sensibilizzazione diamici e conoscenti per questaimportante serie di iniziative.

Non mancano poi i mo-menti di carattere spirituale: laVeglia francescana, pensata spe-cialmente per i giovani, cheripercorrerà a lume di candela ilpercorso fatto dalla salma di P.Lino, dal pastificio Barilla (oggiBarilla Center) a San Francesco,all’Annunziata, e la Santa Messasolenne celebrata dal Vescovoall’Annunziata con direttaradiofonica su Radio Maria e tra-smissione su TV Parma.

Importanti anche i mo-menti “civili”: la pubblica com-memorazione nella Sala del Con-siglio Comunale ad opera delPresidente della Camera con tut-te le Autorità, pure trasmessa daTV Parma, e il Concerto dell’Ot-tantesimo in cui i cori di Parmacanteranno, uniti, il loro omag-gio a Padre Lino.

La “Gazzetta” dedicheràuno speciale di 4 pagine a P. Linoe veicolerà un volume apposita-mente scritto da Giorgio Torelli,diffuso in edicola a 4,90 Euro,che vi invitiamo ad acquistare ea promuovere presso tutti i vo-stri conoscenti.

Nel chiedere a voi tutti di

sostenere concretamente il lavo-ro del Consiglio dell’Associazio-ne, anche con i vostri suggeri-menti e la fattiva disponibilit~ perla realizzazione dei prossimi im-portanti progetti, vi lascio il miofraterno saluto.

Parma, 20.04.2004

I1 PresidenteAlbino Ivardi Ganapini

Mirjana S. V. Zuccarini ha dato allestampe, a cura della vicepostulazione causa Padre Lino lavita di Padre Lino da Parma inCroato.

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18 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario -19

Abbiamo Vissuto

MARZO 2004

* Il giorno 16 marzo condecreto del ministro generale vie-ne eletto “ad instar” il nuovo go-verno della Provincia Albanese:Ministro, Fr. Ndue Gashi; Vica-rio, Fr. Almiro Modenesi; Defi-nitori, Fr. Sokol Pepushaj, Fr.Woldzimierz Mamala, Fr BecPecaj, Fr. Segio Gazzea.

* Il 29 marzo con decretodella Congregazione dell’Educa-zione Cattolica viene eretta la Fa-coltà Teologica dell’Emilia-Ro-magna con sede in Bologna.

APRILE 2004

* Mercoledì 7 aprile Fr.Massimo Pazzini è in Italia peralcuni giorni di Ferie.

* Il giorno 8 alle ore 12scambio degli auguri pasquali inCuria provinciale.

* Lunedì 12 iniziano aMontepaolo gli esercizi per i can-didati al diaconato della COM-PI, termineranno il giorno 17.

* Il 12 è in Italia Fr. Pier-battista Pizzaballa: si fermerà perun mese.

* Il giorno 14 aprile vieneeletto il nuovo governo della Pro-vincia veneta. Ministro, Fr. Bru-no Miele; Vicario, Fr. VittorioBellè; Definitori, Fr. RobertoGiraldo, Fr. Giampaolo Cavalli,Fr. Loris Venaruzzo, Fr. LorenzoRaniero, Fr. Antonio Scabio.

* Il 14 rientra in Italia peralcuni giorni Fr. Domenico Gan-dolfi.

* Il giorno 15 Fr. SilvestroCasamenti entra in clinica peralcuni accertamenti.

* Il 16 aprile incontro nel750° della morte di S. Chiara, traFrati Minori, Clarisse e France-scani Secolari.

* Nei giorni 16-18 a VillaVerucchio ritiro per fidanzati.

* Lunedì 19 ripresa dellelezioni presso il nostro StudioTeologico.

* Il giorno 20 Fr. AtanasioDrudi entra in ospedale per ac-certamenti.

* Mercoledì 21 Fr. Leo-poldo Rossi subisce un piccoloinervento.

* Il giorno 20 nuovo go-verno della Provincia d’Abruzzo.Ministro, Fr. Virgilio Di Virgilio;Vicario Fr. Marco Federici; Defi-nitori, Fr. Camillo D’Orsogna, Fr.Settimo D’Eugenio, Fr. CarmineSerpetti, Fr. Nando Simonetti.

* Il giorno 24 la Fraternitàdi Villa Verucchio e il personaledell’Asilo Borsalino ricordano ilcentenario della nascita di PadreMario Balboni.

* Lunedì 26 aprile a Carpiincontro degli Assistenti OFSdella Regione, delle quattro ob-bedienze.

* Il 26 la Fraternità di S.Antonio in Bologna inizia l’ela-borazione del Progetto di VitaFraterna presso il Convento delMonte Mesma, il lavoro termine-rà il giorno 30.

* Nei giorni 29 aprile - 2maggio iniziativa del CPV “Mar-ta e Maria” ad Assisi, esperienzadi preghiera e di lavoro per gio-vani in ricerca vocazionale.

* Il giorno 30 la fraternitàdi Nonantola inizia l’elaborazio-ne del Progetto di Vita Fraternaterminerà il giorno 3 maggio.

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20 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

Settimana Biblicaper sacerdoti

Il Vangelo di Matteo

Eremo di Lecceto - Firenze28 giugno - 2 luglio

Inf.: Don S. Tarocchi, t. 055 827016

Anniversari 200425o di Professione perpetua

Fr. Massimo Pazzini 23 dicembre 1979

50o di Professione perpetuaFr. Remigio Boni 14 luglio 1954

Fr. Bonifacio Manduchi 14 luglio 1954

50o di SacerdozioFr. Claudio Quagliaroli 25 luglio 1954

MAGGIO 2004

* Il primo maggio MadreAssunta Mauri, Abbadessa delMonastero di Carpi ricorda il 40°di Professione perpetua.

* Nel pomeriggio del pri-mo maggio presso il monasterodi Forlì professione temporane diSr. Maria Giovanna Francesca.

* Il giorno 4 inizia pressoil Monastero delle Clarisse diMantova il consiglio della Fede-razione OSC.

* Lunedì 4 all’Annuncia-ta di Parma incontro del Defini-torio.

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario -21

Presso la Segreteria provincialesono a disposizione copie degli Attidella recente Assemblea, marzoscorso della Unione delle Conferen-ze dei Ministri provinciali delle Fa-miglie Francescane d’Italia.

A Padre Mario Balboni nel cente-nario della sua nascita, con ricono-scenza l’Asilo Sandra Borsalino.Villa Verucchio 24 aprile 2004.

Nono incontroeuropeo

delleFraternità OFMdi inserimento

28-31 maggio2004

Francofortesul MenoGermania

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22 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario -23

Le Sorelle ClarisseIl monastero di Novaglie

Il Monastero di “S. Ma-ria Mater Ecelesiæ” di Novaglieprolunga le sue origini molto lon-tano nel tempo, tanto che le pri-missime notizie che lo riguarda-no sono giunte fino a noi un po’sbiadite.

È testimoniata la presen-za in Verona all’Acquario di ungruppo di “sorores minores” an-cor prima del 1224. Nel 1226 ilCard. Ugolino acquistò per loroun terreno in Campo Marzo, sucui sorse il Monastero di “S.Maria delle Vergini”, detto, piùtardi, “delle Maddalene” per lasua vicinanza al Monastero di “S.Maria Maddalena” abitato dalleAgostiniane, che nel 1350 si uni-rono alle Clarisse.

Accanto a queste notiziesussiste persistente anche un’an-tica tradizione secondo cui sareb-be stata la stessa S. Agnese, so-rella di S. Chiara, a fondare ilMonastero sul terreno acquista-to dal Card. Ugolino; e che in se-guito sarebbe ritornata più voltea visitarlo.La tradizione della presenza di S.Agnese nel Veneto è troppo ricor-rente (cf. anche il Monastero del“SS. Nome di Gesù” di Venezia)per essere priva di fondamento.

Dopo un inizio di estre-ma povertà -ma ricco di fiorituravocazionale- il papa Urbano IV

concesse alle Clarisse di “S. Ma-ria delle Vergini” la Regola da luistesso approvata.

Nel 1424, sotto l’impul-so dello spirito dell’Osservanzapredicato da S. Bernardino daSiena, si decise la costruzione diun altro Monastero di Clarisse,che professasse la Prima Regoladi S. Chiara.

L’anno seguente (1425)è già in grado di accogliere le treClarisse provenienti dal Mona-stero del “Corpus Christi” diMantova, che diedero vita alNuovo Monastero dedicato a “S.Chiara”, sorto nella parrocchia diS. Giovanni in Valle. Anche que-sto Monastero fu caratterizzatoda una fioritura meravigliosa: asoli 10 anni dalla fondazione leClarisse furono 40, per raggiun-gere, nel 1600, la bellezza di 150professe. Con l’andare degli anni,anche questo Monastero adottò laRegola di Urbano IV.

Con la soppressionenapoleonica del 1810, le Reli-giose furono disperse e i Mona-steri demaniati: quello di “S.Chiara” venne smembrato ed adi-bito ad usi diversi, mentre quellodi “S. Maria delle Vergini” - an-nota un cronista del 1815 - “è tut-to distrutto”.

Durante la soppressione,la signora Anna Brunetti Cavalie-

ri, cognata di Teresa Cavalieri,raccolse attorno a sé delle giovi-nette -tra cui la cognata Teresa-per “menar vita monastica, in se-greto”. Nel 1823 la signora Annamorì, e il peso della piccola co-munità cadde sulle spalle dellaventitreenne Teresa.

Nel 1832, Donna TeresaCavalieri (Sr. Maria Cherubina)comperò l’ex Monastero di “S.Maria delle Vergini” e, compiutii necessari restauri, il 6 febbraio1836 lo riprese ad abitare assie-me ad alcune Clarisse della sop-pressione e a qualche giovane.Nel 1844 ottenne l’autorizzazio-ne imperiale di poter fondare unMonastero regolare, ed il 19 ot-tobre 1845 furono ben 35 le Cla-risse che professarono solenne-mente la Seconda Regola di S.Chiara.

La ripresa della vita delMonastero di “S. Chiara” fu, in-vece, più stentata, ma anch’essaprovvidenziale. Desiderando ilVescovo Mons. Benedetto DeRiccabona introdurre l’adorazio-ne perpetua a Verona, pensò alleClarisse e riaprì al culto la chie-sa di S. Chiara, mentre il mona-stero fu restaurato e reso agibileper merito del Sacerdote Giusep-pe Turri.

Nel 1857, dodici Clarisseprovenienti dal Monastero di “S.

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24 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

Maria delle Vergini” si trasferi-rono a “S. Chiara”, ed il 23 set-tembre 1860 ebbe luogo la pri-ma solenne esposizione del SS.Sacramento. Le due comunitàuscirono indenni dalla soppres-sione italica del 1866-1867 e dal-le due guerre mondiali.

Il 28 marzo 1899, perragioni di praticità, le Clarisse di“S. Maria delle Vergini” con-fluirono nel Monastero di “S.Chiara”, formando un’unica co-munità che professava la Regoladi Urbano IV, fino al 20 agosto1943 quando venne solennemen-te adottata la Prima Regola di S.Chiara.

Ma ormai l’antico Mona-

stero di “S.Chiara” si presentavafatiscente e non resisteva più nep-pure ai restauri. Si ventilò l’ideadi un possibile trasferimento inuna località più silenziosa, mag-giormente confacente alle esigen-ze della vita contemplativa.

L’idea impiegò un qua-rantennio a maturare, finché, permerito specialmente di S.E.Mons. Giuseppe Carraro, Vesco-vo di Verona, il 21 novembre1966 la comunità di “S. Chiara”si trasferì sul colle di S. Fidenziodi Novaglie, nei dintorni di Ve-rona, nel nuovissimo Monasterodedicato alla Vergine “MaterEcclesiæ”. L’8 dicembre 1966avveniva la solenne inaugurazio

ne con l’erezione della clausurapapale e l’esposizione del SS.Sacramento.

Le dolci e silenziose col-line veronesi, stanno dimo-strandosi un ambiente ideale perchi ha consacrato la propria vitaalla contemplazione e alla silen-ziosa intimità con Dio.

Tra le tante Clarisse chesi distinsero per straordinarie vir-tù, meritano un ricordo partico-lare: M. Maria Cherubina Cava-lieri (1800-1875), M. MariaSerafina Oberbizer (1822-1879),M. Emmanuela Salvadori (1832-1893), M. Maria Serafina Coffou(1866-1918) e Sr. Maria Che-rubina Wegher (1912-1943).

Calendario del Definitorio1 giugno 2004: Assisi

6 luglio 2004: S. Piero in Bagno7-10 settembre 2004: Piniè

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario -25

Questo numero del Notiziarioè stato chiuso in Segreteria provinciale il

4 maggio 2004

PROVINCIA DI CRISTO RE DEI FRATI MINORI DELL’EMILIA-ROMAGNA

MINORITICA PROVINCIA ROMANA DEI SS. APOSTOLI PIETRO E PAOLO

FRATE FRANCESCO, RIVISTA DI CULTURA FRANCESCANA

SCUOLA SUPERIORE DI STUDI MEDIEVALI E FRANCESCANI DEL PONTIFICIO ATENEO ANTONIANUM

CONVENTO SAN FRANCESCO DI GRECCIO

III Convegno di Greccio

GIOVANNI DA PARMAE LA GRANDE SPERANZA

3 – 4 Dicembre 2004 - Oasi Gesù Bambino - Greccio – Rieti

- Per informazioni e prenotazione alberghiera:- segreteria del Convegno

P. Massimo Cocci – P. Francesco RossiOasi Gesù Bambino - 02040 Greccio (Rieti)

tel: 0746.750279-127 - fax: 0746.751776

PROGRAMMA3 Dicembre, ore 15.00

Oasi Gesù Bambino, GreccioPresiede: Prof.ssa Giulia BARONE

SalutiFr. Giuseppe Ferrari, Ministro Provinciale dei Frati Minori dell’Emilia-Romagna

Fr. Aldo La Neve, Ministro Provinciale dei Frati Minori del LazioFr. Paolo Lombardo, Direttore di Frate Francesco, rivista di cultura francescana

Prof. Marco BARTOLI, Da frate Elia a Giovanni da ParmaProf. Grado Giovanni MERLO, La figura di frate Giovanni da Parma Ministro Generale

Prof. Cesare VAIANI, Il gioachimismo di Giovanni da ParmaDiscussione sulle relazioni Bartoli, Merlo, Vaiani

4 Dicembre, ore 9.30Prof. Fabio TRONCARELLI, Ugo di Digne e Giovanni da Parma

Mons. Sandro CORRADINI, Il beato Giovanni da Parma e la conferma pontificia del suo cultoDiscussione sulle relazioni Troncarelli, Corradini

Conclusioni: Prof.ssa Giulia BARONE

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26 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

FRATERNITAS 01.05.2004

ita Vol. XXXVI. Nr. 98 - OFM Roma - tel. +39.0668.491.365 - fax. +39.0668.491.36

SIMPOSIO INTERNAZIONALE “DIALOGO INTER-ETNICO E RICONCILIAZIONE” A 10 anni dalgenocidio del Ruanda

Aprendo i lavori del Simposio internazionale “Dialogo inter-etnico e riconciliazione”, il Ministro generaledell’Ordine dei Frati Minori, Fr. Carballo, ha indicato la strada che san Francesco percorrerebbe oggi di fronte aldilagare dei conflitti, dell’odio e della violenza.

Accettare l’altro, bandire ogni violenza, seminare riconciliazione e perdono sono le modalità con cui i francescanidi oggi possono costruire in termini concreti la via della pace. Nel corso del suo intervento, Fr. Carballo ha denunciatole “cause” delle divisioni, identificate nelle “ideologie” e nelle “differenze etniche e culturali”, tanto nella societàquanto nel microcosmo della vita religiosa. “A volte nelle nostre scelte si vedono troppe ideologie e poco Vangelo”ed occorre accettare che anche “la convivenza plurietnica e pluriculturale fa parte e sempre più farà parte dellanormalita”’. “La convivenza può essere vissuta come arricchimento o come causa di divisioni. Da quanto sappiamo- lo stesso genocidio del Ruanda lo dimostra chiaramente - diventa sempre più evidente che questa diversità etnicae culturale porta spesso alla divisione, all’intolleranza, a conflitti, a guerre”. La risposta è uno stile di vita basatosulla piena accettazione dell’altro, sui valori umani, cristiani e francescani e sul dialogo.

Tutti questi aspetti, vissuti in pieno, portano al superamento delle ideologie che identificano nella lotta e nelpotere il motore della storia. (I testi del Simposio sono reperibili sul sito http://www.ofm.org/em/simposio).

La Memoria della passione di Fr. Georges Gashugi, Frate ruandese

In questi giorni ci è giunta una testimonianza sulla vita di Fr. Georges Gashugi, vittima dell’odio etnico inRuanda. Chi scrive è Fr. Kizito Ngomanzungu, Frate minore ruandese e amico fraterno di Fr. Georges, appartenenteall’etnia che lo ha ucciso il 18 aprile 1994.

Nairobi (Kenya), 17 aprile 2004 - Fr. Georges era un Frate semplice ed obbediente che ha sempre desideratoimitare Francesco di Assisi nelle piccole cose della vita. Quando insieme entrammo nel Postulato dei Frati minoridella Vice provincia di Africa e Madagascar e al tempo del Noviziato, egli praticava, con gioia e convinzione, gliesempi di S. Francesco. Ciò dava al nostro formatore, gioia e speranza per il nostro futuro. Quando Georges vide Fr.Giacomo camminare a piedi nudi, come san Francesco d’Assisi, in Ruanda, è stato il primo a lasciare le sue scarpeper imitare S. Francesco che ha seguito nostro Signore Gesù Cristo fino al termine della sua vita. Egli amavaritirarsi in luoghi isolati per stare con Dio. La sua passione e la sua morte sono state la conseguenza dell’ingiustiziae dell’oppressione del potere politico, nazionale e internazionale. Ciò mostra che le tensioni etniche nella regionesono state l’ultima conseguenza del fallimento di coloro che cercavano di arricchirsi attraverso il potere politico. Acausa di questo i governi della regione si sono nascosti dietro il problema etnico ed hanno provocato l’odio e laguerra civile tra innocenti e coloro che ignoravano i giochi politici.

Il nostro fratello Georges Gashugi è stato una vittima innocente di questo male insieme a tanti altri ruandesi didifferenti etnie.

Il Signore ci aiuti a leggere i segni dei tempi ed a scoprire le menzogne perchè possiamo annunciare la BuonaNovella della Verità e dell’amore. Che la nostra Fraternità internazionale sia il segno visibile di una riconciliazionepossibile tra gli uomini di tribù diverse, etnie, e di ogni nazione.

Il Messaggio conclusivo del Ministro generaleOdio, violenza e terrorismo non possono avere l’ultima parola

Al termine di questo Simposio, noi Frati Minori ringraziamo il Signore per la testimonianza in favore dellariconciliazione offerta dai nostri Frati martiri e vittime del genocidio in Ruanda: Fr. Georges Gashugi e Fr. VjekoCuric. Rendiamo grazie al Signore, per tanti altri confratelli e sorelle che in Africa, America, Asia, Europa e Oceanialavorano senza sosta per la pace, il dialogo e la riconciliazione.

Facendo memoria del genocidio in Ruanda, vogliamo chiedere perdono per tutte le volte in cui, nel corso dellastoria, ci siamo allontanati dallo spirito di Cristo e del suo Vangelo, offrendo al mondo, anziché la testimonianza diuna vita ispirata ai valori della fede, il triste spettacolo di modi di pensare e di agire contrari allo spirito del Vangeloe al carisma francescano.

Desideriamo chiedere perdono, particolarmente, per i nostri comportamenti che sono stati lesivi della nostravita fraterna e della comunione.

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario -27

Mentre chiediamo perdono, fissiamo lo sguardo su Gesù Cristo, nostra riconciliazione, per riaffermare la nostraprofonda convinzione che la pace, il dialogo e la riconciliazione sono possibili; che l’odio, il terrorismo e la violenzanon possono avere mai l’ultima parola; che la vera pace è possibile solo attraverso la conquista di una profondalibertà interiore in modo da accettare l’altro nella sua diversità, perdonarlo quando ci offende, amarlo in ognimomento.

Crediamo fermamente che un’umanità più fraterna è possibile, che il rispetto dell’altro e la mutua collaborazionesono necessari, che la misericordia e la riconciliazione sono da ricercarsi ad ogni costo.

In questi giorni del Simposio la lettura attenta del genocidio ruandese ci ha fatto capire, ancora più chiaramente,che: il prevalere dell’etno-centrismo porta sempre al conflitto, da cui scaturiscono distruzioni e sofferenza; il rifiutodell’altro, provoca o almeno giustifica, prima o poi, la sua eliminazione; la crudeltà e l’atrocità in conflitti similirimettono in questione il nostro modo di evangelizzare, poiché sembra che la fede cristiana non riesca a neutralizzarei meccanismi di morte; il propagarsi dei conflitti inter-etnici evidenzia la necessità e l’urgenza di un nuovo annuncio,una “nuova evangelizzazione” per arrivare a trasformare i nostri cuori.

Abbiamo preso coscienza, anche, della necessità di rendere le nostre presenze francescane sempre più “profetiche”per denunciare e condannare con forza ogni sorta di violenza e discriminazione; soprattutto per costruire una veracomunione fraterna tra di noi e una fraternità universale in qualunque luogo viviamo e lavoriamo.

In questo atteggiamento di conversione dei nostri cuori, invitiamo gli uomini e le donne di buona volontà,qualunque sia la razza, la cultura o la religione di appartenenza, a: riconoscere che Dio è Padre, pieno di bontà e dimisericordia; che gli altri sono fratelli, dono del Signore per noi; vedere gli altri con gli occhi di Dio, per riconoscerlie rispettarli nella loro dignità di essere creati ad immagine di Dio; comprendere che le differenze di razza e dicultura sono fonte di complementarietà e di ricchezza.

Poiché il cammino di riconciliazione e di pace parte da Dio e conduce a Dio, vi invitiamo a pregare per unmondo più fraterno e una umanità più riconciliata.

Il Signore benedica e protegga tutti gli uomini e donne di buona volontà impegnati nella costruzione di unmondo nuovo dove non ci sia odio, rancore o vendetta, ma giustizia, perdono e pace.

Fr. José R. Carballo, Ministro generale OFM

Progetto di solidarietà

In margine al Simposio internazionale il Segretariato generale per l’Evangelizzazione, ha voluto proporre aipresenti e a tutti i Frati il progetto di un Centro di Formazione professionale intitolato a “Padre Vjeko”. Il Centro èstato voluto dalla popolazione locale in memoria di Fr. Vjeko Curic, OFM, ucciso nel 1998. Egli fu difensore deipoveri e artefice di importanti iniziative per la ricostruzione e la riconciliazione in Ruanda. Il Centro accoglieadolescenti e giovani di tutte le etnie, preparandoli alla professione (muratore, falegname, fabbro, sarto) e insegnandola lingua francese perchè ognuno possa vivere una vita dignitosa. Il Centro, gestito dalla Famiglia francescana(Frati, Suore e Laici), educa al rispetto dell’altro realizzando in concreto la riconcialiazione tra le nuove generazioni.

Si possono inviare contributi con: Assegno pagabile alla Curia Generalizia MISSIONI inviato per posta, con lacausale “Centro Vjeko”; oppure Bonifico bancario alla Banca Popolare di Sondrio, Sede di Roma, Viale CesarePavese, 336, Roma. intestazione: OFM Casa Generalizia - Economato Generale CONTO: 4794/45 CIN: E ABI:05696 CAB: 03211 Causale: “Centro Vjeko”

I contributi e le informazioni sono coordinati dal Segretariato generale Evangelizzazione e Missione Curiagenerale dei Frati Minori via S. Maria Mediatrice, 25 - 00165 Roma tel. +39.0668491201 fax +39.0668491266eMail [email protected]/ Marcia-ritiro verso Assisi per giovani Dal 17 luglio all’1 agosto 2004 un gruppo di circa 30 giovani francesi, guidati da Frati, Suore e laici francescani,percorreranno a piedi un itinerario che li porterà nei principali luoghi francescani. Il desiderio di trascorrere piùtempo in silenzio e raccoglimento nei luoghi dove è vissuto Francesco, ha spinto i responsabili della Pastoralegiovanile francescana francese a proporre la “marcia-ritiro verso Assisi”. Il cammino partirà dalla Verna, dove ilSanto di Assisi ricevette le Stimmate e che da il tono al percorso: “Francesco, appassionato di Dio”.

La piccola carovana si trasferirà per una settimana nella Valle reatina visitando e stazionando nei quattro santuarifrancescani: Greccio, Fontecolombo, La Foresta e Poggio Bustone. Ad ogni tappa di cammino percorso a piedi sialterneranno due giornate di permanenza nello stesso luogo. Questo tempo sarà ritmato da un tema guida e alimentatodalla riflessione attraverso testi biblici e francescani. Il gruppo dei marciatori partirà il 17 luglio dalla stazioneferroviaria di Nizza (Francia) e la marcia terminerà il 1° agosto ad Assisi.

Responsabile dell’équipe di animazione è Fr. Éric Bidot., OFMcap. Per informazioni circa l’iniziativa rivolgersia Magali Prothon dell’OFS di Grenoble, eMail [email protected]

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28 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

Filippine/La “fattoria della speranza” per vincere dipendenza da alcool e droga

Nel mese di marzo è stata avviata la prima “fattoria della speranza” in un paese asiatico. Mons. Baylon, vescovodi Masbate (Filippine) ha inaugurato la “Fazenda da Esperança”, una azienda agricola in piena regola che è unacomunità per l’aiuto al recupero dalla tossicodipendenza e dall’alcolismo.

L’inventore della “Fazenda” (fattoria) è il Frate minore brasiliano Fr. Hans Stapel, della Provincia dell’Immacolatain San Paolo che nel 1983 creò in Brasile la prima struttura dedicata al recupero dei tossicodipendenti e alcolisti.Oggi le comunità di Fr. Stapel sono diffuse in vari paesi: Brasile (23), Paraguay, Germania (2), Russia; l’ultima, laventottesima è quella fondata nelle Filippine.

Secondo Fr. Hans il problema di ogni dipendenza trae origine dal vuoto spirituale che le persone vivono nellanostra società materialista ed edonista. Il metodo utilizzato nelle “Fazenda da Esperança” per sconfiggere ladipendenza, è una vita regolare vissuta in comunità, ritmata dal lavoro manuale, dalla preghiera, dall’assistenzaspirituale.Quella di Masbate sembra destinata a non rimanere l’unica comunità presente in Asia. Appena appresa la notiziadell’apertura della “Fattoria” nelle Filippine, l’arcivescovo di Bangkok (Tailandia), card. Kitbunchu e l’arcivescovodi Ho Chi Minh (Vietnam) hanno mostrato notevole interesse all’iniziativa. Italia/ Incontro del Comitato dianimazione JPIC

Dal 21 al 27 marzo 2004, a Montecorvino Rovella (Salerno) in Italia, si è incontrato il Comitato di AnimazioneJPC. Secondo l’agenda dei lavori è stato preparato il sussidio per tutto l’Ordine con le proposte presentate da JPICal Capitolo generale 2003. In esso sono presentate proposte e modalità per aiutare il dialogo nelle Fraternità eoperare scelte concrete di vita. Il Capitolo generale ha invitato ad assumere la mentalità di Giustizia e Pace comeuna forma di vita e non solo come un lavoro esterno alla Fraternità. Questo materiale sarà disponibile al più presto.

Il Comitato di Animazione ha inoltre approfondito la collaborazione tra l’Ufficio di Roma ed istituzioni eorganismi della Famiglia francescana, della Chiesa e della società civile. In particolare si è precisato che l’Ufficiodella Curia generale dovrà favorire la partecipazione di Frati che operano in organismi come MZF (Missionszentrale),FI (Franciscans International) o di altri che sostengono azioni di Giustizia e Pace.

È stato affrontato il tema del coinvolgimento nella società per favorire la vocazione profetica di JPIC. In questosenso, l’Ufficio di Washigton per l’America Latina, al momento in fase di ristrutturazione, potrebbe essere il luogodi rapporto e confronto con l’ONU, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale ecc.

È stata decisa una presenza più significativa al prossimo Foro Sociale Mondiale (FSM) del 2005. Il Foro Mondiale,è riconosciuto come lo spazio ampio e pluralistico in cui convergono le esperienze dei movimenti sociali mondiali.Il movimento francescano per la Giustizia e la Pace dovrà essere presente in questo ambito in cui si costruiscel’alternativa alla globalizzazione neoliberale in cui viviamo. L’Ufficio JPIC chiederà che l’Ordine e la Famigliafrancescana, siano presenti attivamente al Foro Mondiale 2005.

Infine il Comitato ha affrontato l’organizzazione del Consiglio Internazionale di JPIC dell’Ordine che si svolgeràdal 29 novembre al 14 dicembre 2004 in Sudafrica. Tema guida di quello che sarà il I incontro continentale africanoè “JPIC in un mondo in conflitto”. Nell’incontro verrà costituito il Consiglio Internazionale di JPIC. http://www.ofm-jpic.org/ofmjpic/contact

Italia/Comunità di accoglienza per sacerdoti e religiosi in difficoltàDa alcuni mesi, nel convento di San Bonaventura al Palatino in Roma, la Provincia dei Frati minori dei SS.

Pietro e Paolo ha istituito la comunità “Agape” per l’accoglienza di sacerdoti e religiosi in difficoltà. La comunitàè sorta con l’aiuto della “Associazione dei Ministri della Misericordia” della Famiglia Pallottina formata da consacratie laici, professionisti e volontari.

Insieme a Fr. Alessandro Partini OFM, responsabile del progetto fanno parte dell’équipe: don Antonello Sica,psicoterapeuta, sacerdote di rito orientale, Sr. Ida Rota, infermiera professionale, delle Figlie della Sapienza, e part-time p. Giuseppe Crea, psicoterapeuta, missionario comboniano. L’anno appena trascorso è stato impegnato nellapreparazione della struttura e dell’équipe all’attività di accoglienza di persone con diversi tipi di disagio.

Al momento la “Comunità Agape” accoglie, nel Convento di San Bonaventura al Palatino, quattro ospiti, duesacerdoti diocesani e due religiosi. Nel contempo l’équipe segue attraverso colloqui, oltre 60 tra consacrati econsacrate.

È stata operata la scelta di non chiedere una “quota” ai sacerdoti che vengono, ma di lasciare alla sensibilità deisuperiori il contribuire alle spese, questo per evitare il rifiuto di un possibile aiuto a causa di motivi economici.Segnalibro francescano

• AA.VV., Manual de Filosofía Franciscana, BAC (Madrid 2004) coordinada por J. A. Merino y F. MartínezFresneda.Questo nuovo manuale di filosofia francescana, in lingua spagnola, offre una visione sinottica del pensiero francescanomedievale, evidenziandone l’attualità e le sfide per l’oggi. Attraverso diversi articoli, presenta una panoramica del

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario -29

FRATERNITAS - OFM - RomaDirettore responsabile Gino Concetti - Redattore : Gianfranco Pinto Ostuni

Internet: http://www.ofm.org/fraternitas. Email: [email protected]

pensiero dei grandi maestri francescani: Bonaventura, Occam, Alessandro di Hales, Ferruccio Olivi… Il testocontiene vari saggi: “Logica” di A. Ghisalberti, “Teoria della Conoscenza” di M. Barbosa da Costa Freitas, “Metafisicae Antropologia” di J.A. Merino, “Teologia naturale” di V. Muñiz, “Cosmologia” di J. Cerqueira, “Etica ed economia”di O. Todisco.

Piccole/Grandi notizie

• Un gruppo di artisti olandesi, amici dei Frati o affascinati dal messaggio del Santo di Assisi, provenienti daorizzonti filosofici e spirituali diversi, hanno voluto organizzare una mostra itinerante delle loro opere che ha pertitolo “Le nuove vesti di San Francesco”. Con molta creatività l’arte si rende disponibile a divulgare il messaggiofrancescano, che ha sempre trovato buona accoglienza tra gli olandesi.• Nel 2009 ricorre l’VIII Centenario di fondazione dell’Ordine. La celebrazione, secondo un progetto approvato dalDefinitorio generale si svolgerà in tre tappe. Nel 2006, VIII Centenario della conversione di S. Francesco, saremoinvitati a vivere un “tempo riservato al discernimento”. Il 2007 sarà dedicato, in particolare, al tema dei progetti:personale, fraterno e provinciale. Negli anni 2008 e 2009 verremo esortati a “celebrare il dono della vocazione”.Tutte le celebrazioni e i sussidi avranno stretta relazione con il documento finale del Capitolo, “Il Signore ti diapace”, e con il documento delle Priorità, “Seguaci di Cristo per un mondo fraterno”. Il programma completo saràpresentato nel corso della riunione dei Presidenti delle Conferenze, il 24 e 25 maggio 2004 in Curia generale aRoma.• Il Definitorio generale nel Tempo forte di marzo 2004 ha approvato i lavori da realizzare nella Curia generale.Detti lavori, riguarderanno il rifacimento dell’impianto elettrico, dell’impianto idraulico e di riscaldamento, lacollocazione dei bagni nelle camere e l’adeguamento degli impianti della Casa “S. Maria Mediatrice” secondo lenormative previste dalla legislazione europea.

Agenda del Ministro generale

dal 02 al 06 maggio - Visita alla Provincia B. Junipero Serra (Messico)dal 14 al 15 maggio - Capitolo della Provincia di Valencia e Incontro con Assisitenti OFS della Spagnadal 17 al 25 maggio - Tempo Forte del Definitorio generale, Curia generale, Roma (Italia)dal 24 al 25 maggio - Incontro con i Presidenti delle Conferenze OFM, Curia generale, Roma (Italia)dal 26 al 28 maggio - “Colloquio” presso il Pontificio Ateneo Antoniano, Roma (Italia)

Curia generale

Nel Tempo forte di marzo 2004 il Definitorio generale ha nominato Vice-Economo della Curia generale, Fr.Angel Flores Guerrero (Prov. SS. Pietro e Paolo di Michoacan, Messico), fino ad ora Sagrestano nella Basilica S.Antonio, in Via Merulana. Inoltre ha chiamato nella Segreteria generale per l’Evangelizzazione Fr. Joaquín ArturoEcheverry Hincapié (Prov. S. Fede, Colombia) per la Pastorale di Scuole e Collegi.

Nuovi Ministri provinciali

- Fr. Ndue Gashi, Prov. Annunciazione BMV, Scutari (Albania) elezione “ad instar”.- Fr. Bruno Miele, Prov. S. Antonio, Venezia (Italia).- Fr. Franz-Leo Barden, Prov. Tre Magi, Colonia (Germania).

Visitatori generali

Fr. Francisco Martinez Fresneda (Prov. di Murcia) per la Prov. di Valencia (Spagna)Fr. Michael Copps (Prov. Immacolata in Gran Bretagna) per la Prov. Assunzione BVM (USA);Fr. Raymond Bucher (Prov. S. Barbara, USA) per la Prov. Ss.mo Nome di Gesù (USA);Fr. Jeremy Harrington (Prov. S. Giovanni Battista, USA) per la Prov. dell’Immacolata (Gran Bretagna);Fr. Mathias Doyle (Prov. SS. Nome in USA) per la Prov. d’Irlanda;Fr. Michael Laloux (Prov. Tre Compagni, Francia e Belgio) per la Prov. di S. Giuseppe (Canada);Fr. Michael Doherty (Prov. S. Barbara, USA) per la Prov. S. Giovanni Battista (USA);Fr. Bruno Bartolini (Prov. Cristo Re di Bologna), per la Prov. di Roma (Italia);Fr. Renato Russo (Prov. Serafica di Assisi) per la Prov. delle Marche (Italia);Fr. Isauro Covili Linfati (Prov. SS. Trinità in Cile) per la Prov. SS. Pietro e Paolo di Michoacan (Messico);Fr. Guido Zegarra (Prov. XII Apostoli in Perù) Assistente per la Custodia S. José in Perù.