FRANCESCO PETROSINO ANTONELLA MARGAPOTI … · per prepararsi ad una mediazione che non decollava....

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FRANCESCO PETROSINO ANTONELLA MARGAPOTI ESERCIZIARIO Casi pratici di controversie ASSOCIAZIONE NAZIONALE GEOMETRI CONSULENTI TECNICI, ARBITRI E MEDIATORI GEO-C.A.M. ENTE DI FORMAZIONE P .D.G. DEL 3/9/2012 N°344 ORGANISMO DI MEDIAZIONE NAZIONALE INTERDISCIPLINARE P.D.G. DEL 3/9/2012 N° 922 Vademecum 8

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FRANCESCO PETROSINOANTONELLA MARGAPOTI

ESERCIZIARIOCasi pratici di controversie

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GEOMETRI CONSULENTI TECNICI, ARBITRI E MEDIATORI

GEO-C.A.M.ENTE DI FORMAZIONE P.D.G. DEL 3/9/2012 N°344

ORGANISMO DI MEDIAZIONE NAZIONALE INTERDISCIPLINARE P.D.G. DEL 3/9/2012 N° 922

Vademecum 8

FRANCESCO PETROSINOANTONELLA MARGAPOTI

ESERCIZIARIOCasi pratici di controversie

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prefazionedi filippo Vircillo

La mente non ha bisogno, come un vaso, di essere

riempita, ma piuttosto, come legna, di una scintilla

che l’accenda e vi infonda l’impulso della ricerca

e un amore ardente per la verità.

plutarco

Sono trascorsi 10 anni dal nostro primo incontro, francesco ha partecipato a Genova alla pre-

sentazione dell’anGc (associazione nazionale Geometri conciliatori), che con gli amici ales-

sandro e paolo avevamo costituito a pietrasanta.

l’associazione creata per raccontare alla nostra categoria la possibilità di ampliare il nostro

“lavoro” con la mediazione.

forse, anzi sicuramente, era ed è qualcosa di più di un lavoro.

Da quel giorno francesco, insieme ad altri amici, ha continuato il viaggio con me.

Viaggio? perché ho detto viaggio?

ai corsi GeocaM usiamo dire: “Quando inizi un percorso di mediazione non è la destina-

zione, ma il viaggio che conta… occorre solo vederlo da un punto di vista diverso (©)”.

un viaggio che nel 2005 mi ha portato, con alessandro (compagno di molti viaggi) ha pro-

gettare e sviluppare corsi di mediazione presso la camera di commercio di Genova, sei corsi

per la precisione.

Qui abbiamo conosciuto antonella, che assieme ad altri viandanti ha proseguito il viaggio

con noi.

Quando antonella e francesco mi hanno chiesto di presentare il loro libro ho pensato subito

a quanta fatica ho fatto io in 14 anni di conciliazione e mediazione ad allenarmi, inventare casi

per prepararsi ad una mediazione che non decollava.

Sono quindi felice di presentare il loro lavoro che sarà un aiuto concreto e valido per i me-

diatori della Geo-c.a.M..

lo scopo di questo vademecum è quello è fornire l’opportunità di apprendere la mediazione

attraverso le simulazioni; svolgendo i giochi in modo sistematico e disciplinato, progressivamente

si svilupperanno gli atteggiamenti, le abilità e le abitudini del mediatore.

Questo eserciziario ha lo scopo di fornire alcuni casi per facilitare l’allenamento delle sezioni;

alcune delle simulazioni proposte sono un’elaborazione di casi reali avvenuti.

l’abbinamento di cosa può succedere in mediazione o in causa è vincente.

una simulazione è un gioco di ruolo, ma cosa è un gioco di ruolo?

un gioco di ruolo, abbreviato spesso in Gdr, GDr o rpG (dall’inglese role-playing game),

è un gioco dove i giocatori interpretano il ruolo di uno o più personaggi e tramite la conversazione

e lo scambio dialettico creano uno spazio immaginato, dove avvengono fatti fittizi, avventurosi,

in un’ambientazione narrativa che può ispirarsi ad un romanzo, ad un film, ad una qualsiasi

fonte creativa, storica o di pura invenzione.

le regole di un gioco di ruolo indicano come, quando e in che misura, ciascun giocatore può

influenzare lo spazio immaginato (descrizione di Wikipedia).

tutta la simulazione si svolge nell’immaginario, ovvero nella mente di ognuno dei giocatori.

essi sono burattinai che, tramite la descrizione, manovrano i propri personaggi con i limiti e le

caratteristiche dettate dal cosa in questione.

Quindi grazie francesco, grazie antonella, anche a nome dei nostri mediatori che si potranno

allenare con i vostri casi.

un caro abbraccio sperando di continuare questo viaggio assieme ancora per molto tempo.

Filippo

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Simulazionicosa sarebbe accaduto se…

DiViSione e Diritto Di aBitazione

IL FATTO

fabio, lidia e la figlia ada, Diana e Maria, ultimi eredi di Giovanni Battista, deceduto nel 1985,

hanno in comproprietà quattro terreni in località Mele, appena fuori Genova, ed una casa in Ge-

nova, da sempre abitata da lidia ed ada, in quanto affidata a lidia con sentenza di separazione

dal marito di lei, poi deceduto.

l’asse ereditario si compone come segue:

lotto a: terreno mq 1400, pianeggiante, prativo, strada, acqua, energia elettrica, distanza dal

paese Km 1,5, valore attribuito 70.000 €;

lotto B: terreno mq 1.800, su fasce, frutteto, accesso con strada bianca non carrabile, acqua

da pozzo sorgivo, energia elettrica a 100 metri, distanza dal paese Km 4, all’interno ru-

stico di mq 110 circa. Valore attribuito 45.000 €;

lotto c: terreno mq 15.000, su fasce, boschivo d’alto fusto, costeggiante strada provinciale, no

acqua, no energia elettrica. Valore attribuito 120.000 €:

lotto D: casa di civile abitazione, categoria a4, di mq 90, composta da ingresso, cucina, bagno,

sala, due camere da letto, dispensa, posta in periferia di Genova, distante trecento metri

da negozi di prima necessità e mezzi pubblici di trasporto. Valore attribuito 135.000 €.

l’asse ereditario è stato periziato da un tecnico scelto concordemente da tutte le parti.

Gli eredi non riescono a trovare un accordo in quanto:

fabio, imprenditore edile, intende realizzare in liquidi la sua parte di eredità e chiede quindi

la vendita dei beni in comproprietà e la successiva divisione nelle quote di spettanza di quanto

ricavato.

lidia ed ada, dettaglianti di lingerie, reclamano i propri diritti sulla casa che abitano da de-

cenni, sia in memoria del marito di lei e padre di ada nonché figlio di Giovanni Battista, sia per

avvenuta usucapione, maturata durante il tempo del loro possesso.

Diana, commercialista, pretende il lotto B in quanto su questo esiste un rustico che lei intende

ristrutturare e servirsene come casa per le vacanze.

Maria non vuole vendere per non offendere la memoria del padre Giovanni Battista, vanifi-

cando così una vita di lavoro e di sacrifici.

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Dopo diversi tentativi volti a convincere gli altri coeredi a vendere tutto e dividere il ricavato,

fabio, su consiglio del proprio avvocato, decide di rivolgersi all’organismo di Mediazione Geo-

caM, del quale ha sentito parlare bene, ed attivare quindi una procedura di mediazione.

Presenti alla procedura:

– un mediatore ed un co-mediatore;

– le parti con i rispettivi legali.

LA POSIZIONE DI FABIO

adesso basta!! mio padre è morto da quasi trent’anni ed ancora ci ritroviamo a discutere su

un’eredità che avremmo dovuto dividere già dalla morte di nostra madre avvenuta nel 1990.

nel frattempo anche i nostri due fratelli sono deceduti ed ora dobbiamo affrontare anche le

pretese dei loro eredi che non vogliono sentire ragioni!

Sono stanco, voglio i soldi che mi spettano e che gli altri vadano al diavolo!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Con i soldi ricavati dall’eredità potrei coronare il mio vecchio sogno: acquistare attrezzature

e macchinari di ultima generazione, ingrandire la mia ditta, avere più credito bancario e parte-

cipare a tutte le gare pubbliche d’appalto a livello nazionale e, perché no, anche a livello inter-

nazionale.

Immagino già la costruzione di megaospedali con apposta la targa della mia ditta, auto-

strade con audaci viadotti, scuole,atenei, interi rioni residenziali….

Ma se gli altri coeredi non mi danno la parte che mi spetta, tutto ciò rimarrà solo un sogno

nel cassetto e la mia ditta rimarrà per sempre la dittucola che restaura appartamenti o al mas-

simo cura la manutenzione straordinaria dei palazzi del paese.

LA POSIZIONE DI LIDIA E DI ADA

fabio vuole vendere la casa dei suoi genitori? Deve essere impazzito! e noi dove andiamo?

ci abitiamo da quasi trenta anni, da quando il mio povero marito, dopo la morte del padre, si è

trasferito in casa della madre rimasta vedova per accudirla, visto che gli altri figli se ne erano

solennemente infischiati con la scusa che le loro attività non concedevano a nessuno di loro

del tempo libero per badare alla madre.

e poi esiste il diritto di usucapione! per anni abbiamo pagato le tasse, la manutenzione, le

spese straordinarie condominiali… che forse gli altri coeredi si sono mai offerti di partecipare?

ora cosa pretendono, che noi molliamo tutto solo per fare piacere ad un cognato avido e

megalomane?

che vada ad impastare calce, tanto non sa fare altro!

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INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Ada è fidanzata con un avvocato fresco di laurea che deve ancora iniziare la sua carriera.

Lo ama tanto e vorrebbe metter su famiglia con lui, ma attualmente non si possono permettere

né una casa, né addirittura l’arredamento di una casa.

Il loro progetto è quello di abitare con me, il fidanzato di mia figlia mi è molto affezionato e

poi vogliono imbastire il loro futuro senza avere il pensiero di dovere pagare un affitto tantomeno

la rata di un mutuo.

LA POSIZIONE DI DIANA

non permetterò che si venda il vecchio rustico del nonno.

ci ho giocato da bambina quando papà ci andava per raccogliere la frutta.

a quel tempo non era ancora così malridotto.

ricordo che mi ci nascondevo quando non volevo farmi trovare dopo aver fatto qualche ma-

rachella o quando, con i miei cuginetti, fantasticavamo di trovarci in un castello incantato popo-

lato da fate e da maghi.

Quanti ricordi!

che bei tempi felici!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Io lo voglio quel rustico, voglio che risorga a nuova vita, lo voglio veder rifiorire con intorno

i mandorli, i peschi, i ciliegi. Tutto come una volta…

E poi ho bisogno di un posto dove rifugiarmi dalle lotte quotidiane, dalla clientela sempre

più esigente, dalle leggi fiscali sempre in continua evoluzione e sempre più complesse da in-

terpretare, dai registri, dai numeri… uffa!

Io, nel mio rustico, ritroverei quella pace e quella felicità di un tempo, ritroverei tutti i miei

sogni da adolescente.

Mediatore, lo sa che avrei voluto fare la ballerina di danza classica? Purtroppo il mio povero

papà era di idee molto antiquate e l’idea che sua figlia mostrasse le gambe ad una intera

platea di pubblico, lo indignava fortemente.

LA POSIZIONE DI MARIA

perché vendere tanti ricordi, tutto un passato fatto di lavoro e di sacrifici! Siamo andati avanti

per trent’anni godendoci a turno le proprietà di nostro padre, non capisco perché, tutto d’un

tratto, si debba vendere così un pezzo della nostra storia.

capisco fabio, lui arranca con la sua piccola ditta e vorrebbe la sicurezza che può dare un

capitale.

io, per fortuna, non ne ho bisogno, mio marito mi ha lasciato ben 12 appartamenti, quasi

tutti affittati, che rendono abbastanza per vivere una vita agiata, malgrado il furto dell’iMu e le

altre spese di manutenzione.

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in più la mia pensione di dirigente pubblico mi permette di dedicarmi anche alla beneficenza

e, credetemi, con i tempi che corrono ce n’è proprio tanto bisogno.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Mi piacerebbe conservare almeno il bosco, ricordo quando mio padre lo comprò per 50.000

lire, allora mi disse: “Ricordati Maria, questo un giorno sarà la nostra ricchezza”.

Povero papà, quegli alberi erano ancora troppo giovani e lui non più tanto.

Pensate che, nel suo entusiasmo, aveva già preso accordi con la cartiera che sorge a pochi

chilometri, per vendere loro in futuro il legname allorché gli alberi fossero stati maturi per il ta-

glio.

IL GIUDIZIO IN TRIBUNALE

il caSo

Si discute sulla divisione di beni dismessi da aB deceduto l’11/4/63 il quale aveva lasciato al

mondo la moglie an, poi deceduta il 17/5/05, nonché quattro figli:

– fB attore,

– eB, deceduto lasciando come eredi la moglie separata lG e la figlia aB,  convenute, non-

ché i figli eB e fB minori convenuti in giudizio in persona della madre;

– cB deceduta nel 1976 lasciando come erede la figlia aD, convenuta;

– MB, convenuta.

la maggior parte dei beni ereditari era stata liquidata consensualmente dagli eredi nel corso

degli anni.

in comproprietà erano rimasti:

a) un complesso di immobili siti nel comune di Mele loc. «il fado»;

b) la casa unifamiliare sita in Genova, salita…

fB aveva citato in giudizio i coeredi per sentire pronunciare la divisione giudiziale degli im-

mobili rimasti in comproprietà.

in corso di causa i beni di cui al punto a) erano stati concordemente venduti ed il ricavato di-

viso tra gli eredi.

Sul bene di cui al punto b) la moglie separata e la figlia eccepivano l’avvenuta usucapione

del diritto di abitazione del bene.

la Sentenza

con sentenza del tribunale di Genova del 16/11/2012 il giudice:

– pronunciava lo scioglimento della comunione dei beni morendo dismessi l’11/4/63 da aB;

– dichiarava che tra i beni da dividere ricadeva, l’immobile sito in Genova salita…;

– dichiarava che su tale immobile non sussistevano i diritti esclusivi in favore di lG, aB, eB e fB;

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– dichiarava sciolta la comunione tra gli eredi di aB e gli eredi di an in relazione all’immobile

sopra detto e che con separata ordinanza ne avrebbe disposto le operazioni di vendita.

Dal GiuDizio alla MeDiazione

poiché la questione aveva per oggetto la divisione dei beni, materia per cui oggi la media-

zione è obbligatoria - ossia è condizione di procedibilità per la domanda giudiziale - se il fatto si

fosse svolto oggi, prima di introdurre il giudizio, fB avrebbe dovuto presentare istanza presso

un organismo di mediazione, oDM che, in questo caso, sarebbe dovuto essere quello di Ge-

nova in quanto territorialmente competente data l’ubicazione degli immobili.

la normativa prevede che il mediatore nel primo incontro, sentite le parti, chieda loro se ab-

biano intenzione di dar corso alla mediazione e, in caso di esito positivo, dopo aver regolato le

poche formalità burocratiche, dia inizio alla procedura.

Vista la molteplicità di parti, anche al fine di coadiuvare durante le sessioni private i quattro

incontri riservati, il mediatore in casi similari potrebbe chiedere di essere affiancato da un col-

lega.

la sentenza in esame ha pronunciato lo scioglimento della comunione ereditaria facendo

rientrare nella comunione anche la casa assegnata lG, aB, eB e fB (moglie separata e figli),

ciò in quanto il giudice ha dichiarato che su detto immobile non sussistevano diritti esclusivi poi-

ché l’usucapione del diritto di abitazione era stata eccepita nella prima memoria istruttoria an-

ziché nella comparsa di costituzione da depositare venti giorni prima dell’udienza fissata in atto

di citazione a pena di decadenza.

in sede di mediazione questa soluzione, che non tiene in considerazione il diritto di abita-

zione in quanto eccepito tardivamente, non avrebbe trovato applicazione poiché non vi sarebbe

stata alcuna «tardività processuale».

Sarebbe semplicemente emerso che la moglie con i tre figli abitava la casa di famiglia e, du-

rante la mediazione, invece di procedere alla vendita del complesso a Mele e distribuirne il ri-

cavato, si sarebbero prima fissate le posizioni, poi visionato gli interessi per aiutare le parti a

maturare una soluzione che avrebbe tenuto conto anche del diritto di abitazione, escluso dal

giudice dopo anni di causa.

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conDoMinio “i pini” / Ditta caliDaS

IL FATTO

il condominio “i pini”, con regolare contratto rinnovabile di anno in anno aveva , affidato la

manutenzione del proprio impianto centralizzato di riscaldamento alla ditta “caliDaS”.

Durante l’ultimo inverno a causa di una settimana particolarmente rigida, il comune consentì

il prolungamento di due ore dell’orario massimo previsto per l’accensione degli impianti di ri-

scaldamento, questo per un massimo di sette giorni.

l’amministratore del condominio chiamò la ditta caliDaS affinché regolasse il timer e la ta-

ratura dei bruciatori in modo da contrastare efficacemente la temperatura esterna.

trascorsa la settimana, tornando la temperatura ai valori stagionali, la caliDaS ripristinò il

timer della caldaia e corresse la taratura dei bruciatori.

a fine stagione giunse al condominio da parte dell’ente fornitore di gas una fattura di con-

guaglio di 18.000 €, con un surplus di spesa complessiva di 12.000 € rispetto alla normale spesa

annuale.

in un primo momento il condominio si rivolse all’ente fornitore perché controllasse l’efficienza

dei propri contatori certo che un così eccessivo consumo di gas fosse frutto di una rilevazione

sbagliata o di un malfunzionamento dei contatori medesimi, ma risultando questi ultimi in perfette

condizioni di operatività, fu invitata la ditta caliDaS a controllare l’impianto.

l’operatore inviato dalla ditta constatò che uno dei bruciatori risultava fuori taratura e provvide

a ripristinarne la funzionalità.

alla luce di questo il condominio chiese alla caliDaS il rimborso di quanto speso in più pro-

ducendo la perizia di un esperto nella quale si asseriva che il malfunzionamento del bruciatore

aveva provocato l’eccesso di consumo rilevato in fattura.

la caliDaS oppose rifiuto alla richiesta attribuendo la differenza di consumo a quella setti-

mana particolarmente rigida ed al prolungamento dell’orario di accensione dell’impianto riscal-

damento.

Su consiglio del proprio legale, il condominio attivò una procedura di mediazione nei con-

fronti della ditta caliDaS.

Presenti alla procedura:

– il mediatore;

– l’amministratore del condominio Signor taloni ed il proprio avvocato;

– il titolare della ditta calidas signor tiscaldo ed il proprio avvocato.

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LA POSIZIONE DEL CONDOMINIO

abbiamo dovuto sborsare una somma abnorme per colpa dello loro incompetenza!! noi i

soldi li sudiamo, non li rubiamo! Siamo veramente furiosi, vogliamo che ci venga restituito tutto

quello che abbiamo speso in più. la perizia del nostro ingegnere dimostra con prove inoppu-

gnabili che questo inverno, anche con quella settimana rigida, avremmo dovuto addirittura spen-

dere meno dell’anno scorso e non il doppio!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

In effetti ogni tanto si sentiva nei dintorni un intenso odore di gas, ma davamo la colpa alla

palazzina accanto, dove stavano ristrutturando un appartamento. Abbiamo anche fatto una se-

gnalazione all’Ente gas, ma loro non hanno trovato alcuna perdita.

Questa spesa proprio non ci voleva, per noi è stato un grosso guaio perché con quei soldi

avremmo potuto installare nei radiatori delle valvole termostatiche ed usufruire così del contri-

buto comunale previsto per il risparmio energetico.

LA POSIZIONE DELLA CALIDAS

Questi ci vogliono marciare sopra, si sono goduti il caldo in più senza avvertirci ed ora pian-

gono miseria dando a noi la colpa!

noi non c’entriamo niente, un bruciatore starato non può aver causato il consumo di tutto

quel gas in eccesso! che vadano all’inferno, lì c’è tutto il caldo che vogliono ed è anche gra-

tuito!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Il tecnico che ho mandato per riportare l’impianto ai valori precedenti mi ha confessato che

non conosceva quella marca di bruciatore e quindi non è escluso che abbia mal regolato la

carburazione.

Ho offerto al Condominio un anno di manutenzione gratuita, a parte i pezzi da sostituire, ma

hanno rifiutato con il pretesto che non si fidavano più della ditta.

Quell’amministratore amministra altri otto condomini con i quali ho un contratto di manuten-

zione e se la questione non si risolve, corro il rischio di non vedermi rinnovare anche quegli

otto contratti oltre alla pessima fama che immancabilmente i condomini diffonderebbero, per

ritorsione, sulla mia ditta.

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il pino Della DiScorDia

IL FATTO

nel giardino della signora Marceddu, all’epoca della costruzione del palazzo, era stato pian-

tato un pino mediterraneo che, con il tempo, era cresciuto sino a raggiungere il secondo piano

del palazzo. per regolamento condominiale, la cura e la manutenzione dei pini del comprensorio

era di competenza del condominio.

purtroppo le radici dell’albero, nel crescere, avevano dissestato la pavimentazione esistente

intorno al pino e, cosa ancora più grave, il pino medesimo si era inclinato pesando sul muretto

di recinzione che divideva la proprietà della signora Marceddu dalla strada comunale, fratturan-

dolo in diversi punti.

poiché con il passare del tempo, la situazione andava sempre più peggiorando, la signora

Marceddu chiese al condominio di fare eliminare l’albero per scongiurare danni alla pubblica

incolumità nel caso che lo stesso si fosse un giorno abbattuto sulla strada.

il proprietario dell’appartamento del secondo piano, signor nanni, si oppose a questa richie-

sta in quanto quel pino lo riparava dai raggi del sole e dava agli ambienti della casa una grade-

vole frescura nel caldi giorni estivi.

poiché l’eliminazione del pino era sottoposta alla condizione di unanimità dei condomini e

poiché la stessa non si raggiungeva per la continua opposizione del signor nanni, la signora

Marceddu, su consiglio del proprio avvocato, promosse una procedura di mediazione nei con-

fronti del signor nanni.

Presenti alla procedura:

– il mediatore;

– la Signora Marceddu;

– il Signor nanni.

ambedue hanno rinunciato a farsi accompagnare dai propri consulenti.

LA POSIZIONE DELLA SIGNORA MARCEDDU

Sono proprio stanca! Ho il pavimento del giardino completamente scalzato, il muretto di con-

fine che si sta ribaltando, la mia vita sociale sta andando in rovina perché non oso invitare più

gli amici, mi vergogno di tutto questo sfacelo, vivo nella paura che un giorno o l’altro l’albero si

possa abbattere sulla strada ferendo qualcuno o peggio; è vero che sono assicurata, ma se do-

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vesse accadere una disgrazia per colpa di quel pino, penso che poi avrò gli incubi per il resto

della mia vita.

Me ne infischio della frescura del signor nanni, quell’uomo è un monumento di egoismo, ti

brucerebbe la casa soltanto per cucinarsi un uovo! Quel pino deve essere eliminato, non lo

voglio nel mio giardino.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

All’inizio mi piaceva quel pino, era un alberello che faceva tenerezza solo a guardarlo, ma

poi crescendo mi ha stancata, ogni giorno debbo ripulire tutto il giardino da quei dannati aghi

che mi ritrovo dappertutto, la mia assicurazione è già dovuta intervenire diverse volte per rifon-

dere i danni che le pigne provocano cadendo sulle auto parcheggiate in strada, e ad ogni rin-

novo il premio mi viene aumentato.

In primavera il suo polline mi colora di giallo i panni stesi e la resina che viene giù dai rami,

impiastriccia qualunque cosa sulla quale si posa. La mia vita è enormemente complicata dal-

l’esistenza di quell’albero.

LA POSIZIONE DEL SIGNOR NANNI

È incredibile! Quel pino si può benissimo ancorare come succede in tutti i parchi del mondo.

io ho comperato quell’appartamento proprio perché aveva quel pino che ombreggiava le sue

stanze.

Se viene tolto, gran parte della bellezza del mio appartamento va via con lui. non posso ac-

cettarlo!

non ho intenzione di vedere la mia proprietà svalutata per colpa di una isterica!

Quel pino rimane al suo posto, anche a costo di incatenarmi al suo tronco.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

È vero, la frescura la posso anche creare con un impianto di condizionamento, ma vuol met-

tere il verde di un albero?

A parte questo, c’è qualcosa che quel pino mi procura e che per me è insostituibile: la

schermatura dalla curiosità dei miei vicini che abitano nel palazzo di fronte.

Io amo d’estate girare per casa seminudo e, anche montando delle tende, che comunque

dovrei tenere chiuse soffrendo il caldo, la sera, con la luce accesa in casa, diventerebbero tra-

sparenti impedendo la mia libertà.

Oltretutto ho una relazione con una donna già impegnata e gli sguardi indiscreti dei miei

vicini darebbero origine a pericolosi pettegolezzi sul suo conto.

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SportiVa calcio / il SoccorSo

IL FATTO

la Sportiva calcio ha costruito la sua sede su un terrapieno al limite del quale vi è una scar-

pata che termina, a valle, su una stretta strada in terra battuta.

Su questa strada, di fronte alla scarpata, si apre il cancello di accesso alla proprietà della

p.a. il Soccorso, dove la stessa ha installato una rimessa per le proprie ambulanze.

nel corso degli anni le ambulanze, uscendo dal cancello, hanno, per così dire, “rosicchiato”

la prospiciente scarpata, allargando di fatto la strada in quel punto e quindi consentendo di evi-

tare le manovre per immettersi nel percorso.

la Sportiva calcio, temendo per la stabilità dell’area soprastante la scarpata, vuole recintare

quel punto della proprietà al fine di da impedire il passaggio delle ambulanze ed il progressivo

allargamento della strada.

la p.a. il Soccorso si oppone a tale progetto poiché ritiene, dopo tanti anni di uso giornaliero,

di avere acquisito il diritto di passo su quell’area e non vuole avere difficoltà di manovra nel-

l’uscita dei propri mezzi visto che il tempo è un fattore determinante della propria operatività.

Dopo un inutile scambio di corrispondenza, rimanendo ognuna nelle proprie posizioni, la

Sportiva calcio decide attivare una procedura di mediazione prima di citare in giudizio la p.a. il

Soccorso.

Presenti alla procedura:

– il mediatore;

– il signor francesco rete, presidente della Sportiva calcio;

– il signor Daniele infarti, amministratore della p.a. il Soccorso.

LA POSIZIONE DELLA SPORTIVA CALCIO

Devono essere impazziti! Sopra quella scarpata noi abbiamo creato un intero impianto spor-

tivo con il campo da gioco, le tribune, le docce, gli spogliatoi, il bar e la sala mensa e costoro ri-

schiano di mettere in pericolo tutto questo solo per le loro comodità!

in più hanno anche acquistato un’ambulanza più grossa delle precedenti che, indubbiamente,

avrà bisogno di più spazio per le proprie uscite.

abbiamo interpellato più di un geologo e tutti ci hanno detto che, se l’erosione da parte della

strada dovesse continuare, ad una pioggia un po’ consistente si potrebbe verificare quantomeno

lo slittamento del campo da gioco a valle, se non peggio.

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Ma che vadano a farsi curare! noi recinteremo la nostra proprietà secondo le risultanze delle

mappe catastali, incamerando all’interno della recinzione anche quello slargo che loro hanno

creato e che usano abusivamente.

e poi che facciano anche venti manovre per uscire da quel buco che chiamano rimessa.

noi ce ne infischiamo altamente!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

In verità, all’inizio, il nostro geologo ci aveva sconsigliato di costruire su quel terrapieno, ap-

punto per una sua futura probabile pericolosità. Ma era l’unica proprietà che avevamo e la

pendenza della scarpata, nel caso fosse rimasta immutata nel tempo, escludeva qualsiasi pe-

ricolo di slittamento.

Ci abbiamo messo anni per arrivare a completare l’intero impianto. Dio solo sa il lavoro ed

i sacrifici che ci è costato.

Oggi finalmente abbiamo raggiunto i parametri che la Federazione richiede per disputare

le gare dei campionati superiori. La nostra è una squadra piena di passione e di entusiasmo,

vogliamo arrivare ai livelli nazionali ed uno slittamento del campo, anche se minimo, pregiudi-

cherebbe tutte le speranze e le ambizioni che abbiamo per tanti anni nutrito.

Pensi che per terminare la cucina della sala mensa, abbiamo dovuto fare una colletta presso

tutte le famiglie dei giocatori.

Ma finalmente, anche se siamo rimasti al verde, ce l’abbiamo fatta ed oggi siamo orgogliosi

del nostro operato.

LA POSIZIONE DELLA P.A. IL SOCCORSO

non c’è più carità cristiana! oggi una partita di pallone ha più valore di una vita umana.

È mai possibile che questa gente non capisca che noi lavoriamo per la comunità!

È mai possibile che non si renda conto che nei casi di emergenza i minuti sono di fonda-

mentale importanza!

altro che partite di pallone, noi facciamo un lavoro meritevole della riconoscenza universale.

Siamo dei benemeriti e lo siamo a costo di rinunce e di sacrifici.

per noi non esiste il tempo libero, non esistono condizioni meteorologiche avverse. Se ci

chiamano, dobbiamo correre, ed in fretta!

e non capiscono neanche la grande fortuna che hanno ad averci così vicini. non po-

trebbe capitare anche ad uno di loro di avere, non so, un infarto? oppure una meningite fulmi-

nante o un attacco di peritonite? Giustificherebbero un ritardo di più di dieci minuti perché

l’ambulanza ha dovuto fare diverse manovre prima di poter correre in loro aiuto?

noi, a questo punto, intendiamo chiedere l’uso di quell’area privata invocando le ragioni di

pubblica utilità.

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INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

A noi quello slargo serve in assoluto.

Dopo tanto tempo finalmente la Regione ci ha elargito i fondi che ci hanno permesso la

realizzazione di un nostro audace progetto: creare un’ambulanza che non serva solo per il tra-

sporto del malato alle strutture sanitarie, bensì di avere a bordo una mini sala operatoria per

quegli interventi che necessitano l’immediata opera del chirurgo. Non vogliamo mai più sentire

nei telegiornali la notizia che il malato è morto a bordo dell’ambulanza durante il trasporto.

E possiamo orgogliosamente dire che siamo stati virtuosi nell’amministrare saggiamente la

cifra a nostra disposizione.

Senza lesinare su niente ma spendendo oculatamente, siamo riusciti anche a risparmiare

e mettere da parte una somma abbastanza consistente da destinarsi a quelle spese impreviste

che, purtroppo, si sa, capitano sempre all’improvviso.

Quell’ambulanza è proprio il nostro fiore all’occhiello.

NOTE

la vicenda, pur con diversa connotazione, è reale, dura da ben quindici anni ed ancora non

si è conclusa!!!

una procedura di mediazione sarebbe stata enormemente più veloce, sicuramente più eco-

nomica e, soprattutto, avrebbe pienamente soddisfatto gli interessi ed i bisogni di ambo le parti.

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roSSi / autoricaMBi Marnic / officina VizzarDi

IL FATTO

il signor felice rossi è un commerciante in tessuti, estremamente orgoglioso della sua auto

con la quale percorre l’italia in lungo ed in largo a causa del suo lavoro.

un giorno, alla vigilia di un lungo viaggio, decide di migliorare le prestazioni della sua auto

aumentandone l’assetto. Si reca quindi presso l’autoricambi Marnic, suo abituale fornitore, ed

acquista una confezione di distanziali, completa dei relativi bulloni, prelevandola direttamente

dall’espositore del negozio.

Giunto alla sua officina di fiducia, non trovandovi il meccanico titolare signor Vizzardi, con-

segna i distanziali al suo apprendista con l’ingiunzione di montarli immediatamente poiché era

già in ritardo sulla partenza per il suo viaggio.

ad un cliente importante come il signor rossi non si poteva fare attendere il ritorno del mec-

canico, per cui l’apprendista si affrettò ad eseguire il montaggio richiesto ed il signor rossi poté

partire, seppure con un lieve ritardo.

Giunto che fu in autostrada ed acquistata una certa velocità, l’auto cominciò dapprima a

sbandare e poi, avendo perso una delle ruote, andò a centrare in pieno il guard-rail della car-

reggiata.

il signor rossi, per fortuna, ne uscì solo con un grande spavento, ma poi venne a sapere,

dall’officina dove era stata rimorchiata la sua auto, che il danno era stato causato dai distanziali

che non erano quelli adatti alla sua auto.

piuttosto infuriato, il rossi chiede sia all’officina Vizzardi che all’autoricambi Marnic, un in-

dennizzo per i danni subiti, nella misura di 12.000 € dei quali 8.000 € per le riparazioni alla sua

auto e 4.000 € per il noleggio dell’altra auto con la quale aveva dovuto proseguire il suo viag-

gio.

l’autoricambi Marnic risponde negando qualsiasi responsabilità in quanto il pezzo era stato

prelevato dal cliente direttamente dall’espositore senza l’ausilio del commesso.

l’officina Vizzardi si discolpa adducendo il fatto che il cliente aveva preteso l’immediato mon-

taggio dei distanziali, senza aspettare il ritorno del meccanico che sicuramente avrebbe rilevato

l’errore di confezione, rigettando quindi qualsiasi addebito di responsabilità.

a questo punto il signor rossi decide di attivare una mediazione, propedeutica alla futura ci-

tazione in tribunale, per i danni subiti.

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Presenti alla procedura:

– il mediatore;

– il signor rossi accompagnato dal figlio avvocato;

– il signor riccardo Marnic accompagnato dall’avvocato andrea pottioli;

– il signor Gustavo Vizzardi senza assistenza legale.

LA POSIZIONE DEL SIGNOR ROSSI

non ci si può fidare di nessuno!

i distanziali che ho comperato erano nell’espositore della marca e del tipo della mia auto.

non avrebbero dovuto essere lì! per colpa della loro negligenza ho rischiato la vita oltre che

aver pagato un mucchio di soldi per le riparazioni!

e anche il meccanico ha le sue responsabilità! a che serve avere un apprendista che non si

accorge neanche che sta montando dei pezzi sbagliati!

Se fossi stato avvisato per tempo, sarei tornato dalla Marnic a fare le mie rimostranze ed a

farmi cambiare la confezione!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Avevo una fretta micidiale, quei distanziali non sono facili da trovare, bisogna ordinarli con

un certo anticipo e così quando ho visto quella confezione, che oltretutto era anche l’ultima

dell’espositore, non ci ho pensato due volte ad accaparrarmela.

Non potevo immaginare che fosse fuori posto e non avevo tempo di aspettare il mio turno

al banco per rivolgermi al commesso.

Con la Marnic ho sempre avuto un rapporto cordiale, sono un loro vecchio cliente ed è per

questo che, a volte, mi permettono di servirmi da solo.

Avrei dovuto anche immaginare che c’era qualcosa che non andava quando ho visto il ra-

gazzo dell’officina incontrare delle difficoltà nel montaggio, ma sul momento le ho attribuite alla

sua inesperienza e poi, avevo veramente fretta di partire.

Mio figlio mi ha confidato di non essere sicuro che il giudice mi darà pienamente ragione

per cui spero che questa procedura si risolva positivamente.

LA POSIZIONE DEL SIGNOR MARNIC

io non pago un accidente! Se il rossi si fosse rivolto al commesso, avrebbe saputo che quel

prodotto era esaurito e lo si stava aspettando con la fornitura seguente.

io non sono responsabile dei clienti che, durante la giornata, ripongono le confezioni in un

espositore diverso.

la sera, dopo la chiusura, a volte i commessi impiegano più di mezz’ora per rimettere in or-

dine tutto ciò che risulta spostato.

piuttosto il rossi se la prenda con l’incapacità di chi gli ha montato quei distanziali! anche

se lui non distingue una dinamo da un paracarro, l’officina avrebbe comunque dovuto avvertirlo

che la confezione era sbagliata!

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INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Mi dispiace che sia successo proprio al signor Rossi, è sempre stato un buon cliente e a

volte, nei tempi di vendita morti, ci dilunghiamo a discorrere di vela.

Siamo ambedue appassionatissimi di questo sport e, anzi, sto pensando seriamente di am-

pliare l’assortimento del negozio vendendo anche accessori per barche a vela. Sono convinto

che, in questo modo, aumenterei di parecchio la mia clientela. Sa, con questa benedetta rotta-

mazione, le vendite dei ricambi auto sono notevolmente calate.

Ad un certo punto della giornata avevo notato quella confezione in quell’espositore dove

non avrebbe dovuto esserci nulla, sapevo che il prodotto era esaurito, ma poi un cliente mi ha

distratto e quando ho riportato la mia attenzione sull’espositore l’ho visto vuoto, per cui ho pen-

sato che un commesso avesse rimesso tutto al proprio posto.

Spero di non perdere un così buon cliente.

Pensi che, se si fosse rivolto a me spiegandomi la sua fretta, non avrei esitato a telefonare

alla concorrenza per acquistare quei distanziali, anche a costo di non guadagnarci nulla.

LA POSIZIONE DELL’OFFICINA VIZZARDI

rossi non doveva imporre al mio apprendista di fare un lavoro così delicato come quello del

montaggio dei distanziali.

non mi interessa affatto se aveva fretta, doveva svegliarsi prima! e comunque doveva aspet-

tare il mio ritorno.

lui era al corrente della delicatezza del lavoro! avevamo sempre discusso sull’importanza

dell’assetto di una vettura, montare dei distanziali sembra semplice, ma in effetti ci vuole espe-

rienza e specializzazione per impostare il giusto assetto dell’auto. a tal proposito mi prendeva

sempre in giro dicendo che volevo fare il prezioso per farmi pagare di più.

adesso avrà capito che avevo ragione io!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Francamente non me la sono sentita di punire il ragazzo.

Ritengo che la consapevolezza di avere messo in pericolo la vita di un cliente sia stata già

una punizione sufficiente.

Il Rossi ha un carattere dominante ed incute soggezione; il ragazzo ha pensato che avrebbe

procurato un danno all’officina se lo avesse irritato al punto di farlo andare via.

In fondo Rossi se l’è andata un po’ a cercare con il suo modo di fare, tuttavia non lo voglio

perdere come cliente perché di questi tempi è meglio assoggettarsi ad un compromesso piut-

tosto che assumere l’atteggiamento del “ mi spezzo, ma non mi piego”.

La clientela è diminuita e la concorrenza con le altre officine è spietata.

Vorrà dire mi offro di fargli l’assetto gratuitamente, a patto, però, CHE MI PORTI I PEZZI GIUSTI!

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caSaVoStra / paStorino

IL FATTO

la ditta casavostra aveva ristrutturato un intero palazzo trasformando le sedi amministrative

di un ente pubblico, che si era trasferito, in abitazioni.

era un palazzo d’epoca, di quelli con il cosiddetto “piano nobile” che aveva un’altezza interna

di cinque metri.

Sfruttando questa caratteristica, l’impresa creò in quel piano un appartamento con un’ampia

camera posta in un soppalco collegato al piano sottostante da una bellissima scala in legno.

l’esistenza del soppalco era stata vagamente menzionata nella pratica di autorizzazione

(Dia) presentata in comune.

in occasione di una ispezione effettuata dal tecnico comunale, lo stesso contestò l’opera an-

cora in via di realizzazione, dichiarandola abusiva in quanto la stessa non era realizzabile con

la Dia presentata, ma era soggetta al rilascio di una concessione edilizia previo deposito di un

regolare progetto. impose quindi, con una ordinanza, la demolizione di quanto già costruito.

la ditta terminò ugualmente il soppalco e quindi presentò in comune una richiesta di sana-

toria. nello stesso momento la ditta avviò le trattative di vendita dell’alloggio con i signori pasto-

rino, trattative conclusesi rapidamente con l’acquisto.

il progetto di sanatoria venne respinto dal comune con la motivazione che la ditta casavo-

stra, aveva disatteso l’ordinanza di demolizione con l’aggravante di aver reiterato l’abuso por-

tando a termine l’opera contestata.

i pastorino, ignari di tutto ciò, dopo qualche tempo ricevettero la visita degli ispettori del co-

mune venuti ad accertare che l’ordinanza di demolizione fosse stata eseguita.

in seguito alle loro proteste, avendo accertato la buona fede degli attuali proprietari ed es-

sendo decaduta la motivazione che aveva originato il rigetto della sanatoria precedentemente

presentata dalla ditta casavostra, il comune consentì ai pastorino di presentare il progetto di

mantenimento in opera del soppalco.

fu fatto tutto l’iter della pratica e si spese, tra sanzione di legge, tecnici e lavori fatti eseguire

per mettere a norma la struttura del soppalco in ottemperanza a nuovi regolamenti nel frattempo

intervenuti, la somma di 25.000 €.

a questo punto i pastorino chiesero alla ditta casavostra il rimborso della spesa sostenuta

oltre ad un risarcimento danni per i disagi subiti, per una cifra complessiva pari a 30.000 €.

il titolare della ditta casavostra respinse la richiesta con la giustificazione che, al momento della

vendita, lui aveva comunicato la necessità di regolarizzare il soppalco.

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i coniugi pastorino, su consiglio del loro tecnico, attivarono una procedura di mediazione

nei confronti della ditta casavostra presso l’organismo Geo-caM.

Presenti alla procedura:

– il mediatore;

– felice timbroglio, titolare della ditta casavostra;

– avv. antonia Benvenuti, legale della ditta casavostra;

– Silvio pastorino, proprietario dell’alloggio;

– Geom. paolo fresco, tecnico dei pastorino

LA POSIZIONE DEI PASTORINO

Siamo stati bellamente imbrogliati, abbiamo comperato entusiasti dell’appartamento, ci pia-

ceva la posizione, ci piaceva il soppalco con quella bellissima scala in legno lucido, avevamo

già progettato di riservare a nostro figlio la stanza del soppalco per i suoi giochi e per i suoi

studi; abbiamo anche pagato tutto il prezzo in contanti, senza neanche un minimo di contratta-

zione e ad un certo punto ci viene notificato che il soppalco doveva essere demolito perché co-

struito abusivamente! adesso capiamo la fretta del signor timbroglio a voler concludere,

nascondeva la volpe sotto l’ascella il disonesto!! adesso noi vogliamo tutto ciò che abbiamo

speso per rimediare alla sua disonestà ed in più un risarcimento per le notti insonni passate a

preoccuparci, per tutti i pianti di mia moglie e per tutti i disagi sopportati nel periodo trascorso

con gli operai in casa per putrellare il soppalco!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Al momento della compravendita, il Timbroglio ci aveva detto che il soppalco doveva essere

regolarizzato in Catasto e che la spesa sarebbe stata al massimo di 650 € alla quale avemmo

dovuto pensare noi.

Forse abbiamo aspettato un po’ tanto prima di muoverci, ma, tra il trasloco, le ferie, i problemi

di lavoro, il tempo è volato senza che ce ne accorgessimo.

Tra 650 € e 15.000 € c’è una bella differenza, abbiamo dovuto dare fondo a tutti i nostri ri-

sparmi con i quali avevamo progettato, nel tempo, di acquistare un monolocale per permettere

a nostro figlio (ed anche a noi) di avere una propria vita indipendente.

Possiamo anche rinunciare al risarcimento dei danni, ma le spese vive sostenute le vogliamo

tutte!

LA POSIZIONE DELLA DITTA CASAVOSTRA

È inutile che sbraitano tanto, io li avevo avvertiti che per il soppalco c’era ancora qualche

pratica in sospeso, ma mi hanno assicurato che ci avrebbero pensato loro per paura che avessi

venduto l’appartamento ad altri.

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Se la sono presa comoda, hanno lasciato che i regolamenti cambiassero ed ora si lamentano

di avere speso un mucchio di soldi.

Se si fossero mossi prima non ne avrebbero speso neanche la metà.

non vedo perché debbo pagare io per la loro indolenza!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Francamente non mi aspettavo che il Comune respingesse la mia richiesta di sanatoria.

Al momento della compravendita ero abbastanza tranquillo tanto che pensavo di dover solo

variare la planimetria catastale.

Per me è stato un fulmine a ciel sereno e, se avessi potuto, avrei restituito i soldi ai Pastorino

e chiuso il contenzioso con il Comune.

Purtroppo con quei soldi ho dovuto pagare operai e fornitori che già da un po’ cominciavano

a fare pressioni perché saldassi i miei debiti ed anche la vendita di altri appartamenti mi ha la-

sciato un margine di guadagno veramente minimo.

Purtroppo quando si mettono le mani su palazzi vecchi, si va incontro a sorprese non pre-

viste ed i costi di ristrutturazione lievitano.

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filippo MarcHetti / alBerGo excelSior

IL FATTO

filippo Marchetti aveva prenotato un periodo di ferie presso l’albergo excelsior, hotel a cinque

stelle con tutte le comodità e servizi tipici della sua categoria.

appena giunto decise di farsi una doccia e,visto la vasca dell’albergo era fornita anche di un

braccio doccia, non esitò ad entrarvi cominciando quindi ad insaponarsi.

purtroppo un movimento maldestro lo fece scivolare provocandogli una brutta distorsione

che lo costrinse all’immobilità per tutto il resto delle proprie ferie.

piuttosto infuriato, chiese al direttore dell’albergo, signor carlo Montesi, un risarcimento di

15.000 € ritenendo la doccia inserita nella vasca poco sicura per la clientela.

al netto e deciso rifiuto del Montesi, filippo, consigliato dal proprio legale, avviò una proce-

dura di mediazione nei confronti dell’albergo excelsior.

la procedura si svolse nella sede locale di Geo-caM.

Presenti alla procedura:

– il mediatore;

– filippo Marchetti con il suo legale;

– carlo Montesi direttore dell’albergo excelsior con il suo legale.

LA POSIZIONE DEL SIG. MARCHETTI

Sono veramente indignato, uno aspetta un intero anno per potersi rilassare, spende un muc-

chio di euro credendo di scegliere il meglio, e poi la negligenza e l’incompetenza di una struttura,

che ha la sfacciataggine di proclamarsi di superlusso, rovina tutto procurandogli danni sia fisici

che morali.

non penso che 15.000 € siano sufficienti a ripagarmi di tutto il dolore e la frustrazione subiti,

adesso mi tocca affrontare un altro intero anno di lavoro dove sicuramente non renderò al meglio

iniziando già con la stanchezza fisica e morale.

È giusto che l’albergo paghi per ciò che mi ha fatto e, personalmente, non recederò di un

solo euro dalla mia richiesta!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Mi dispiace per quello che è successo, tutti i miei amici hanno parlato bene dell’Excelsior

e me lo hanno vivamente raccomandato.

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Forse ero un po’ stanco per il viaggio e forse sono stato un po’ disattento, ma il fatto è che

il fondo della vasca era scivoloso e sono stato fortunato a cavarmela solo con una distorsione.

I 15.000 € li conserverò per le prossime ferie,così non dovrò fare economie tutto l’anno per

potermele permettere.

Naturalmente eviterò di fermarmi all’Excelsior, una volta mi basta e avanza.

LA POSIZIONE DELL’EXCELSIOR

il signor Montesi cerca di addossarci una responsabilità che è unicamente sua.

cosa c’entriamo noi se non è capace di farsi neanche una doccia.

Se si è fatto male sono affari suoi, poteva chiedere al personale dell’albergo un tappetino

antiscivolo prima di entrare nella vasca, così non sarebbe successo nulla ed oggi non saremmo

qui a perdere tempo inutilmente.

i 15.000 € li può soltanto sognare, noi non paghiamo nulla e che vada a sfruttare qualcun

altro!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Certo per noi non è una buona pubblicità, abbiamo fatto della soddisfazione della clientela

il nostro fiore all’occhiello ed il nostro slogan pubblicitario.

Sono quasi certo che, se si arriva in giudizio, vinciamo la causa, ma mi spaventa il prezzo

da pagare e non solo in termini economici.

Temo il giudizio e la reazione della clientela, certe voci fanno presto a diffondersi.

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Ditta GioVanni GaBBiati / conDoMinio paraDiSo

IL FATTO

il condominio paradiso ha affidato alla ditta Gabbiati la manutenzione straordinaria delle fac-

ciate del proprio caseggiato con regolare contratto di appalto del valore di € 200.000, sottoscritto

dal titolare della Ditta, signor Giovanni Gabbiati e dall’amministratore del condominio, signor

Gerolamo arraffo.

Viene nominato Direttore dei lavori l’architetto Guido Manca che, come prima cosa, avvia

delle indagini conoscitive sulla ditta Gabbiati consultando la camera di commercio di Genova

ed il bollettino dei protesti.

Dalle indagini emerge che a carico di Giovanni Gabbiati risultano diversi protesti di tratte

emesse da fornitori edili e numerosi esposti alla camera di commercio di Genova da parte di

privati che segnalavano scorrettezze da parte del Gabbiati, al limite della truffa.

l’architetto Manca avvisa immediatamente l’amministratore del condominio che convoca ur-

gentemente un’assemblea straordinaria per rendere noto quanto appreso.

l’assemblea delibera all’unanimità, con una sola eccezione, di risolvere il contratto con la

ditta Gabbiati affidando l’appalto ad altra ditta precedentemente esclusa dalla gara.

Giovanni Gabbiati, avvisato dall’amministratore con lettera raccomandata, replica che le in-

formazioni ottenute dal D.l. non riguardavano la propria persona, bensì, per un caso di omoni-

mia, un suo cugino, pecora nera della famiglia, che aveva anche lui una impresa edile. Già nel

passato aveva avuto dei fastidi e dei disguidi proprio a causa di questa omonimia; inoltre de-

nuncia la poca avvedutezza del D.l. che, nell’indagine conoscitiva, aveva confuso la ditta indi-

viduale Giovanni Gabbiati, con la ditta Giovanni Gabbiati s.n.c.. chiede, pertanto,

l’immediato ripristino del proprio contratto d’appalto e l’annullamento di quello della ditta con-

corrente.

il condominio risponde di non avere nessun appiglio per annullare il contratto con l’altra ditta,

le cui indagini sono risultate ineccepibili, per cui conferma la risoluzione dell’appalto con la ditta

Gabbiati.

Gabbiati pertanto chiede 40.000 € di danni per mancato guadagno, oltre a 10.000 € come

rimborso di tutto il materiale già acquistato per l’esecuzione dei lavori.

Dopo aver rigettato tali richieste, il condominio, su consiglio del proprio avvocato, attiva una

procedura di mediazione presso la sezione Geo-caM di Genova.

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Presenti alla procedura:

– il mediatore;

– Giovanni Gabbiati con il proprio avvocato;

– Gerolamo arraffo con il proprio avvocato.

LE POSIZIONI DEL CONDOMINIO

40.000 €? e per che cosa? per non avere fatto niente? per non aver lavorato neanche un

giorno? troppo comodo!

e poi chi gli ha detto di acquistare tutto il materiale di consumo in un sol colpo? il materiale

va acquistato mano a mano che serve.

il contratto, sottoscritto anche da lui, prevedeva chiaramente la possibilità che alcune lavo-

razioni potessero essere cambiate o modificate in corso d’opera. cosa avrebbe preteso, allora,

il rimborso del materiale non utilizzato?

il materiale adesso lo può tranquillamente rivendere alla Ditta che eseguirà le opere, am-

messo che glielo acquistino!

oltretutto lui stesso ha ammesso che in passato aveva avuto dei disguidi a causa di quel

suo cugino. nella lettera di referenze avrebbe dovuto segnalare l’esistenza di questo problema

ed il rischio di poter essere oggetto di confusione.

adesso che si arrangi, noi non possiamo impegolarci in una causa con l’altra ditta che, forte

della sua posizione, sicuramente andrebbe a vincere.

noi non sganciamo neanche un euro.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

In effetti il condomino che ha presentato il preventivo di Gabbiati si è molto meravigliato

dell’esito delle indagini ed in assemblea ci ha invitato a controllarle meglio poiché a lui risultava

tutt’altra cosa. Aveva visto degli altri lavori eseguiti da quella ditta, li aveva trovati eccellenti e

gli stessi committenti ne erano entusiasti.

Ma tant’è, l’assemblea era indignata dalle referenze presentate da Gabbiati, considerate

sfacciatamente fasulle, e quel condomino era stato messo a tacere a furor di popolo, con anche

l’insinuazione che lui avesse pensato di guadagnarci qualcosa.

Oggi ci rendiamo conto di avere commesso un errore al quale, però, non sappiamo come

rimediare. L’avvocato qui presente ci ha anticipato che non ci sono motivi validi per rescindere

il contratto con la nuova ditta e, fra le due alternative, è preferibile affrontare il giudizio con Gab-

biati dove potremmo forse uscirne meno malconci.

Siamo stati troppo precipitosi, è vero, ma i lavori delle facciate erano urgentissimi, la gran

parte degli appartamenti cominciavano ad avere macchie di umidità alle pareti e ci siamo resi

conto che anche il vano presentava delle infiltrazioni.

Chiaramente, non è nostro desiderio andare in giudizio con nessuna delle due ditte, per cui

speriamo veramente di poter risolvere il tutto in questa sede.

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LE POSIZIONI DI GABBIATI

Ma roba da matti!

prima ti affidano l’appalto, pretendono degli sconti sulla cifra presentata, discutono su mille

inezie, vanno a fare la punta agli spilli, poi, per colpa di un “architettucolo” che si mette in testa

di essere Sherlock Holmes, tutto viene buttato in aria ed io mi ritrovo con del materiale inutilizzato

che mi ingombra il magazzino e con l’aver rifiutato altri lavori, altrettanto importanti, per essermi

impegnato con loro.

ah, ma quel tipo non la passa liscia, una denuncia per diffamazione non gliela toglie nessuno!

non si può distruggere il buon nome di una ditta solo perché si è degli incapaci mentali!

Gliela faccio vedere io a quello lì!

oltretutto mi è venuto il sospetto che fosse d’accordo con l’altra ditta per farmi togliere l’ap-

palto. non finisce qui di certo!

ed il condominio mi dovrà pagare tutti i danni che ho chiesto: dieci mesi di lavoro perso, tutto

il lungo lavoro di preparazione per presentarmi al meglio alla gara di appalto, tutto il tempo che

mi hanno fatto perdere con mille chiarimenti su questo e su quello con il pretesto che “ sa, noi

non siamo del mestiere, non ce ne intendiamo… lei invece queste cose le sa…” , per poi sentirmi

dire che il lavoro mi è stato tolto per pessime informazioni sul mio conto.

ed è stato inutile l’aver chiarito l’equivoco nel quale sono incorsi, hanno paura che l’altra

ditta li citi in giudizio, poveri cari.

e della situazione nella quale mi hanno messo, non gliene importa nulla!

Bene! importerà al Giudice, se veramente c’è giustizia a questo mondo!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Sono veramente preoccupato, dovrò comunque pagare i fornitori con i quali non ci tengo a

fare la figura di quello che restituisce i materiali perché gli hanno tolto l’appalto.

Le voci fanno presto a spargersi e non vorrei che altri fornitori cominciassero a guardarmi

con occhi diversi.

Con la prospettiva di vuoto lavorativo nei prossimi mesi e con la crisi in corso, temo che

dovrò cominciare a lasciare a casa qualche operaio.

È vero che, come mi dice l’avvocato, quasi sicuramente il Giudice mi darà ragione, ma è

anche vero che questo potrebbe avvenire tra diversi anni e nel frattempo la mia situazione di-

verrebbe insostenibile.

Avevo fatto molto affidamento sui guadagni di questo lavoro, mi avrebbero risolto molti pro-

blemi personali.

E, a parte questo, mi farebbe anche comodo una lettera di scuse scritta e firmata da tutti i

condomini in modo da poter dimostrare la mia onestà e la mia serietà nel mio lavoro, oltre alla

loro dabbenaggine.

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BiancHi / Ditta il tetto / StuDio aSSenti / aSSicurazioni la cupola

IL FATTO

l’impresa il tetto aveva ottenuto l’appalto dal condominio di via del frate 2 per la manu-

tenzione straordinaria della copertura del proprio caseggiato dalla quale iniziava a filtrare acqua

piovana nei piani sottostanti.

i lavori iniziarono il 15 gennaio ma, dopo una settimana, nel corso dei lavori di smantella-

mento della pavimentazione, un improvviso acquazzone notturno allagò il sottostante apparta-

mento di proprietà della famiglia Bianchi imbibendone muri e soffitti e causando danni anche a

parte della mobilia.

Da un sopralluogo, eseguito dal direttore dei lavori, architetto assenti, si appurò che la Ditta

il tetto aveva omesso di fissare adeguatamente i teli di protezione dalla pioggia, sebbene il

titolare negasse la circostanza e desse la colpa al furioso vento che si era alzato durante la notte.

la famiglia Bianchi, composta da madre e figlio minorenne, fu costretta a trasferirsi in un vi-

cino albergo dove soggiornarono per circa tre mesi, sino a quando l’impresa il tetto, per con-

tenere la spesa, non offrì loro un appartamentino in attesa che fosse ripristinato l’appartamento

di via del frate.

i lavori di ripristino, eseguiti da una ditta di fiducia della famiglia Bianchi, iniziarono nel luglio

seguente, sei mesi dopo l’avvenuto allagamento, per cui la famiglia Bianchi poté rientrare nel

proprio alloggio solo dopo il 15 agosto.

tra il soggiorno in albergo, pari a 13.500 €, ed il ripristino, pari a 15.000 €, la famiglia Bianchi

chiese in tutto 33.500 € di danni, conteggiando anche il disagio che avevano dovuto subire in

quei sei mesi fuori casa, disagio valutato 5.000 €.

la ditta il tetto aprì una pratica di risarcimento presso la propria compagnia di assicura-

zione che, tuttavia, non volle riconoscere le spese di albergo, considerandole eccessive ed evi-

tabili.

la famiglia Bianchi, coinvolse nelle responsabilità dell’accaduto anche l’architetto assenti,

imputandogli la negligenza di non aver sufficientemente controllato il sistema di protezione del

terrazzo nelle sue mansioni di Direttore dei lavori.

l’architetto sostenne la tesi dell’impresa circa la violenza del vento in quella notte e si rifiutò

di partecipare a qualsiasi tipo di risarcimento.

non arrivando ad alcun accordo, la signora Bianchi decise di attivare una procedura di me-

diazione prima di citare tutti in giudizio.

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Presenti alla procedura:

– il mediatore ed un co-mediatore;

– la signora Bianchi;

– il titolare della ditta “il tetto”;

– il perito della compagnia “la cupola”;

– l’architetto assenti.

LA POSIZIONE DELLA SIGNORA BIANCHI

Siamo disgustati dal comportamento dei responsabili di tutto ciò che ci è accaduto, è incre-

dibile che, dopo aver creato dei danni, peraltro riconosciuti, e dopo averci costretti a chiedere

un prestito per poter pagare sia l’albergo che il ripristino dell’appartamento, adesso facciano i

difficili per rimborsarci di tutto ciò che ci è legittimamente dovuto.

abbiamo dovuto aspettare che passasse l’inverno e che la temperatura primaverile e quella

estiva asciugassero completamente i muri dell’appartamento, prima di fare iniziare i lavori di ri-

pristino.

Se la questione non si risolve in questa sede, siamo decisi a portare tutti davanti ad un giu-

dice, così finiranno con il pagare molto di più.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Il pagamento delle rate del prestito mi penalizza pesantemente portandomi via quasi la metà

del mio salario. Inoltre ultimamente si è prospettato il pericolo che l’impresa di pulizia presso la

quale lavoro abbia l’intenzione di ridurre il personale e questo mi preoccupa moltissimo.

Mio figlio, avendo fatto molte assenze a scuola in seguito ad un delicato intervento di ap-

pendicite, ora ha difficoltà nell’apprendimento della matematica e pensavo di impiegare quei

5.000 € chiesti in più, per potergli pagare delle lezioni private e rimetterlo in pari con la sua

classe.

Ho urgente bisogno di quei soldi per estinguere il prestito, disporre interamente del mio sa-

lario e pensare al futuro con più tranquillità.

LA POSIZIONE DELLA DITTA “IL TETTO”

non potevo prevedere il forte vento che ha rimosso la copertura di protezione stesa sul ter-

razzo; i teloni distesi e ben affrancati poco hanno potuto fare contro la violenza del vento di

quella notte.

È anche da tenere conto che il pavimento di quel terrazzo era talmente vetusto che, anche

se non fosse ancora stato demolito, con una pioggia di quel genere, l’acqua sarebbe filtrata lo

stesso facendo gli stessi danni.

il condominio avrebbe dovuto pensarci prima a fare una manutenzione straordinaria com-

pleta anziché andare avanti per anni eseguendo solo dei tamponamenti parziali e provvisori

che duravano da natale a Santo Stefano.

31

come sempre l’impresa viene chiamata solo quando la situazione diviene insostenibile.

comunque, anche se a mio parere è venuta a crearsi una circostanza eccezionale che mi

libera da ogni responsabilità, ho lo stesso fatto regolare denuncia di sinistro alla mia assicura-

zione, mettendo anche a disposizione un appartamentino che avrei potuto comodamente affit-

tare e ricavarne un reddito.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

In effetti ho trascurato di controllare la protezione del terrazzo e mi sono fidato completa-

mente dei miei uomini.

Adesso mi è sorto il dubbio che, essendo venerdì sera, la fretta di lasciare il cantiere abbia

indotto chi di dovere a trascurare il dettaglio dei teloni.

Oltre a questo, da una veloce indagine presso il vicino aeroporto, ho rilevato che quella

notte il vento era stato appena sufficiente a sollevare in aria foglie secche ed ho il timore che il

legale della famiglia Bianchi, abbia fatto la stessa indagine e sia in possesso dei relativi risultati.

Èevidente che, nel caso di una citazione in Tribunale, un documento di quel genere sman-

tellerebbe le mie difese.

Sono disposto ad integrare la somma offerta dalla mia assicurazione, purché mi venga ri-

conosciuto e detratto il periodo in cui ho messo a disposizione il mio appartamentino il cui

affitto medio ritengo sia pari a 500 € mensili.

LA POSIZIONE DELLA COMPAGNIA “LA CUPOLA”

troppo comodo starsene comodamente in albergo ed aspettare che venga anche rimborsato.

Diciamo la verità, quei tre mesi sono stati per la signora Bianchi una autentica vacanza, servita

di tutto punto, senza la preoccupazione di dover accudire alle faccende tipiche di una abitazione

… pulire, rimettere in ordine, rifare i letti, preparare i pranzi, rigovernare le stoviglie … e chi più

ne ha, più ne metta!

la cara signora Bianchi poteva tranquillamente reperire un appartamentino arredato in attesa

che il suo fosse rimesso a posto e avrebbe speso molto meno dei 13.500 € che oggi ha la sfron-

tatezza di chiedere.

e poi che bisogno c’era di aspettare cinque mesi che i muri fossero naturalmente asciutti,

sarebbe bastata l’opera di un deumidificatore per asciugare tutto in meno di un mese e poi si

sarebbe potuto impiegare un intonaco deumidificante per ovviare ad una eventuale umidità re-

sidua.

Ma tant’è, quando c’è di mezzo una compagnia di assicurazioni, tutto diventa improvvisa-

mente più complicato ed oneroso.

noi abbiamo intenzione di pagare solo il ripristino dell’appartamento infischiandocene di al-

berghi e di pretestuosi danni per disagi, a condizione, comunque, che venga verificato che la

somma pagata per il detto ripristino sia congrua alle opere eseguite per il medesimo.

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INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

In effetti abbiamo ricevuto l’incarico di fare la perizia dei danni due mesi dopo l’accaduto

e io stesso l’ho poi ritardata di un mese dando la precedenza ad altre pratiche.

Mi sono anche reso conto che nella zona non è molto facile reperire in affitto e con contratto

mensile un appartamento arredato.

Sono disposto a riconoscere i danni dell’infiltrazione dal tetto ed al massimo 5.000 € del

conto dell’albergo poiché mi sento in colpa per quel mese in cui ho ritardato la perizia chiesta

dalla compagnia di assicurazione.

LA POSIZIONE DELL’ARCHITETTO ASSENTI

il Direttore dei lavori non è tenuto a visitare tutti i giorni i cantieri a lui affidati.

per controllare lo stato e l’esecuzione dei lavori sono sufficienti due o, al massimo, tre so-

pralluoghi la settimana.

Quindi non mi sento responsabile di niente e se la ditta dà la colpa dell’accaduto alla violenza

del vento, ebbene, sono fatti loro, vuol dire che non ci si poteva fare nulla e tanto meno poteva

farci qualcosa il Direttore dei lavori.

ritengo assurda l’accusa di negligenza del legale della signora Bianchi, ho sempre fatto

scrupolosamente il mio dovere e non sarà certo un azzeccagarbugli qualsiasi ad affermare il

contrario.

Ho comunque inoltrato la denuncia alla mia assicurazione professionale e, in caso di cita-

zione in tribunale, lascerò a loro la gestione del tutto.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Normalmente il venerdì vado sempre a controllare i cantieri ben sapendo che qualche tra-

scuratezza può accadere per la fretta di chiudere la settimana lavorativa.

Oltretutto ero a conoscenza della superficialità della ditta IL TETTO e prestavo particolare

attenzione a quel cantiere. Ma quel pomeriggio avevo un impegno importante con uno studente

che stavo preparando per l’esame di Stato e non potevo fare il solito giro dei cantieri.

Anche se sono sicuro di uscire vittorioso da una eventuale causa giudiziaria, temo che il

semplice fatto di essere stato accusato di negligenza sul lavoro, possa nuocere allo studio che

dirigo in associazione con altri due colleghi architetti.

Già in studio ci sono stati dei rimbrotti perché impiego del tempo professionale con l’attività

di preparazione degli studenti agli esami o alle interrogazioni e non voglio che questo episodio

possa costituire la classica goccia che fa traboccare il vaso e che i miei due colleghi mi ab-

bandonino mettendosi per conto proprio.

NOTE

Questa vicenda è realmente accaduta (ovviamente i nomi e le cifre non sono quelli reali) e

si è conclusa dopo tre anni dal suo inizio con una transazione nella quale la signora Bianchi ha

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dovuto rinunciare ad una parte del risarcimento chiesto rimettendoci di tasca propria pur di chiu-

dere il tutto.

il giudice aveva escluso dalle testimonianze la produzione della velocità del vento presentata

dal legale della signora Bianchi perché consegnata in ritardo ed aveva assegnato il caso ad un

ctu con un quesito particolarmente complesso ed articolato.

l’impossibilità di dimostrare la malafede della ditta ed il timore che il ctu valutasse al ribasso

le sue richieste, oltre alla certezza che la vicenda giudiziaria si sarebbe prolungata negli anni a

venire, uscendone quindi con una vittoria di pirro, indusse la signora Bianchi ad accettare le of-

ferte di parte avversa.

nel caso in cui si fosse ricorso ad una mediazione, data l’informalità della stessa, non vi sa-

rebbe stato nessun ostacolo burocratico o di procedura giudiziaria, né, tanto meno, il timore che

una ctu avrebbe potuto pesantemente influenzare la sentenza del Giudice.

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caDuta Da caVallo

IL FATTO

il signor Bernardi, con la moglie e 5 dipendenti della sua azienda, trascorrevano una vacanza

premio di dieci giorni presso l’agriturismo “ il rancH” nel mese di giugno.

l’agriturismo, tra le sue attrattive, proponeva gite a cavallo con la partecipazione di tutti i vil-

leggianti, inclusi coloro senza particolare  esperienza o principianti poiché i cavalli impiegati

erano di indole docile ed era prevista una guida con particolare esperienza che avrebbe ac-

compagnato il gruppo durante l’escursione.

il Bernardi decise di partecipare alla gita a cavallo con la moglie e i dipendenti.

Durante la passeggiata, tuttavia, si rese conto che il cavallo non era così docile come dice-

vano e fece presente alla guida le proprie preoccupazioni, ma la guida gli rispose di proseguire

invitandolo a mantenere la calma.

Bernardi proseguì ma, giunti ad un sentiero ripido e sconnesso, l’animale fece uno scarto

improvviso accelerando considerevolmente la propria andatura, cosicché lui cadde in terra ro-

vinandosi il viso con ferite e lussandosi la spalla sinistra.

fu immediatamente soccorso e trasportato in ospedale con autoambulanza con ricovero di

una settimana.

in conseguenza della caduta, Bernardi riportò lesioni di carattere permanente nella misura

del 9% nonché una invalidità temporanea al 100% di 40 giorni ed una al 50% di giorni 30.

ritenendo responsabile dell’accaduto l’organizzazione dell’agriturismo, inviò alla direzione

del medesimo una richiesta di risarcimento per i danni patiti pari a 8.500 € di cui: 500 € per

spese mediche, 6.000 € per il suo impedimento totale a seguire la propria azienda e 2.000 €

per il restante periodo di invalidità parziale.

l’agriturismo rigettò la responsabilità, sostenendo che l’incidente non era prevedibile e che

il comportamento del cavallo era la diretta conseguenza del comportamento di chi lo cavalcava.

a tali eccezioni Bernardi decise di attivare una procedura di mediazione presso l’o.D.M.

Geo-caM della propria città, prima di far valere in giudizio le proprie rivalse nei confronti del-

l’agriturismo il rancH.

Presenti alla procedura:

– il mediatore;

– il signor Bernardi con il proprio avvocato;

– il signor Guglielmo pecos, titolare dell’agriturismo, assistito dal proprio avvocato.

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LA POSIZIONE DEL SIGNOR BERNARDI

Sono molto seccato, credevo che la direzione dell’agriturismo avrebbe pagato i danni chiesti,

unendo anche una lettera di scuse, e costoro, invece, rivoltano la frittata addebitando a me la

responsabilità dell’incidente.

avevo avvertito la guida che il cavallo che mi era stato dato era inaffidabile, ma evidente-

mente la mia opinione non contava nulla, vista l’aria di sufficienza con la quale ero stato invitato

a proseguire ed a starvene tranquillo.

io di cavalli me ne intendo!

per potermi pagare l’università, andavo ad aiutare a strigliare i cavalli di un maneggio poco

distante.

So bene come trattarli, capisco al volo se un cavallo è nervoso o è docile.

il rancH dovrà pagarmi sino all’ultimo euro, lo so io le sofferenze patite per quella lussa-

zione alla spalla ed i terribili momenti passati nel timore di rimanere sfigurato per sempre!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Ciò che temo di più è l’aver perso prestigio agli occhi dei miei dipendenti.

In passato mi sono vantato più volte della mia abilità di cavallerizzo, magari anche esage-

rando un tantino.

Tengo molto alla stima dei miei dipendenti.

Ho sempre organizzato le feste per la befana dei loro bambini, gare di sport per interrompere

la monotonia del lavoro, soggiorni premio per i più meritevoli, tutto questo anche a costo di ri-

durre notevolmente i miei guadagni.

Ed ora questo sfortunato incidente rischia di compromettere la mia autorevolezza renden-

domi ridicolo ai loro occhi.

In fondo la mia assenza dall’azienda non ha prodotto alcun danno poiché mi ha sostituito

il mio alter ego, altrettanto abile quanto me e che già in passato aveva adempiuto a tale funzione

con risultati brillanti.

Anche se sono sicuro di vincere una causa in giudizio, non ci tengo ad intraprendere questa

via che sottrarrebbe tempo prezioso alla mia attività e si concluderebbe chissà quando.

LA POSIZIONE DE “IL RANCH”

non era mai successo un incidente simile, i nostri cavalli sono tutti docili e centinaia di vil-

leggianti li hanno montati in precedenza, rimanendo poi entusiasti delle escursioni.

Doveva proprio capitare ora, per giunta con quel rompiscatole.

Si dava un sacco di arie di esperto cavallerizzo e poi, appena montato a cavallo, ha comin-

ciato ad agitarsi come un shaker.

È chiaro che la bestia, sentendo l’agitazione del cavaliere, si è innervosita a sua volta e poi

è bastato un niente perché lo facesse cadere giù come un sacco di patate.

i cavalli bisogna conoscerli, sarebbero bastate due carezze sul collo perché l’animale si tran-

quillizzasse e prendesse la solita, lenta andatura alla quale era stato addestrato.

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e dire che la guida, prima della partenza, aveva dato a tutti le istruzioni opportune per come

comportarsi con la propria cavalcatura. Ma il superuomo niente, lui certe cose le sapeva già e

non aveva bisogno di nessuna istruzione!

Ben gli sta quella caduta!

noi al massimo gli rimborsiamo i 500 € delle spese mediche!

Ma di quali danni andava cianciando? chi è causa del suo mal, pianga se stesso!

i suoi amici, invece, sono sati felicissimi di quella esperienza e si sono ripromessi di tornare

a ripeterla non appena fosse stato loro possibile.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Avevo detto al quel testardo assunto come guida, di non prendere sentiero. Ci sono troppe

pietre.

Ma lui no, lui doveva far vedere il panorama della sottostante vallata, sostenendo che in quel

percorso non era mai successo niente a nessuno.

Sinceramente ho anche il dubbio che a spaventare il cavallo possa essere stata una biscia

o un serpentello nascosto tra i sassi.

E adesso tutti i grattacapi rimangono me.

La gestione dell’agriturismo è tutt’altro che facile. Il mantenimento dei cavalli costa molto

ed ultimamente i villeggianti sono diminuiti per colpa della crisi in atto. Se si diffonde la no-

tizia dell’incidente, le prenotazioni crollerebbero ed allora, addio attività! Rischio di dover ven-

dere i cavalli e licenziare il personale.

Non so proprio come fare, non posso affrontare le richieste di risarcimento di Bernardi.

Tra l’altro, a causa della crisi, ho incautamente trascurato di rinnovare la polizza assicurativa.

Di andare in giudizio non se ne parla neanche. Il mio avvocato mi ha consigliato di mediare

poiché la causa in tribunale ritarderebbe soltanto l’inevitabile risarcimento, con in più il paga-

mento di tutte le spese legali.

IL GIUDIZIO IN TRIBUNALE

il caSo

tizio, con la moglie e 5 amici, trascorreva una vacanza di dieci giorni presso l’agriturismo

Beta nel mese di giugno.

l’agriturismo, tra le sue attrattive, proponeva gite di gruppo a cavallo con la partecipazione

di tutti i villeggianti, inclusi coloro senza particolare  esperienza o principianti questo poiché i

cavalli impiegati erano di indole docile e durante l’escursione i partecipanti sarebbero stati ac-

compagnati da una guida con particolare esperienza.

tizio decideva di partecipare alla gita a cavallo con la moglie e gli amici.

Durante la passeggiata, tizio si rese conto che il cavallo non era così docile come dicevano

e fece presente alla guida le proprie preoccupazioni, ma la guida, incurante, gli disse di prose-

guire invitandolo a mantenere la calma.

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tizio proseguì, ma giunti ad un sentiero ripido e sconnesso l’animale fece uno scarto im-

provviso accelerando considerevolmente la propria andatura cosicché tizio cadde in terra rovi-

nandosi il viso con ferite e lussandosi la spalla sinistra.

tizio veniva immediatamente soccorso e trasportato in ospedale con autoambulanza e con

successivo ricovero di una settimana.

in conseguenza dell’accaduto tizio riportava lesioni di carattere permanente nella misura del

9% nonché una invalidità temporanea al 100% di 40 giorni ed una al 50% di giorni 30; Sosteneva

spese mediche per 500 €.

il proceSSo

tizio si rivolgeva al proprio avvocato il quale, dopo l’invio di una raccomandata di richiesta

di risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali patiti a seguito delle lesioni subite,

notificava atto di citazione per sentire accertare e dichiarare l’esclusiva  responsabilità dell’agri-

turismo Beta in relazione all’incidente avvenuto in danno di tizio e, conseguentemente, condan-

nare il medesimo agriturismo al risarcimento dei danni tutti sia patrimoniali che non patrimoniali

patiti dall’attore in conseguenza dell’accorso. in particolare Beta era ritenuta responsabile ai

sensi dell’art. 2052 c.c. poiché «il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui

ne ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall’animale, sia che fosse sotto la sua custodia,

sia che fosse smarrito o sfuggito, salvo che provi il caso fortuito».

Si costituiva in giudizio l’agriturismo che sosteneva essere esclusa una qualsiasi responsa-

bilità della guida, invocando la sussistenza del caso fortuito previsto dell’art 2052 in quanto la

guida aveva fatto tutto il necessario per gestire la situazione e considerava  l’accaduto un sem-

plice infortunio indennizzabile.

la Sentenza

il tribunale ha riconosciuto responsabile l’agriturismo Beta, proprietario dell’animale, per i

danni cagionati dal medesimo al cliente ed ha ritenuto la non sussistenza del caso fortuito, ossia

«il caso imprevedibile, inevitabile o assolutamente eccezionale, idoneo ad escludere la respon-

sabilità del proprietario».

DAL GIUDIZIO ALLA MEDIAZIONE

Quale strumento di composizione amichevole della lite, la mediazione svolge un ruolo im-

portante anche quando si vuole conservare una buona immagine di sé.

il caso che ci interessa vede da una parte coinvolto un agriturismo che potrebbe avere inte-

resse che il suo nome venga ben pubblicizzato poiché una causa sarebbe lunga e dannosa alla

propria immagine.

Ma affinché la mediazione possa essere efficace, il mediatore deve avere una buona forma-

zione e buone capacità di comunicazione.

la preparazione è fondamentale per il buon esito della mediazione, buon esito che non equi-

vale a raggiungere un accordo a tutti i costi.

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avere cura del setting, presentare efficacemente la mediazione nel primo incontro, creare

empatia con le parti, mantenere autorevolezza sono tutti elementi che invogliano le parti a par-

tecipare alla mediazione.

il mediatore ha l’obbligo di aggiornamento di diciotto ore e venti tirocini nell’arco di un biennio,

ma soprattutto deve avere capacità di ascolto attivo, di comprendere e analizzare i comporta-

menti delle persone attraverso i canali sensoriali e gli schemi comportamentali (enneagramma),

di sintetizzare e riassumere la questione che gli viene sottoposta.

raccolte le posizioni delle parti, il mediatore deve abilmente riformularle togliendo le cariche

negative che inizialmente l’esposizione della parte inevitabilmente contiene.

il mediatore deve creare un clima collaborativo, mettendo a fuoco in maniera neutra i punti

della questione al fine di individuare gli interessi delle parti e condurle alla ricerca di quella so-

luzione che possa soddisfare entrambe senza rinunce e/o sacrifici, ma col giusto contempera-

mento delle opposte esigenze.

il mediatore è come un direttore di orchestra che mette in accordo gli strumenti creando ar-

monia.

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SerVitù Di paSSo

IL FATTO

Giorgio Mancuso possiede un fondo costeggiato da una strada provinciale nel comune di

Savona.

Valentino Bengasi possiede un fondo al di sopra di quello di Giorgio senza alcun accesso

diretto dalla provinciale.

nel passato i rispettivi nonni avevano concordemente stabilito una servitù di passo larga 4

metri a favore del fondo di Valentino, attraverso un percorso chiuso con un cancello telecoman-

dato, che, dipartendosi dalla strada pubblica, costeggiava il confine del lotto di Giorgio, sino a

raggiungere la soprastante proprietà.

un giorno Giorgio fece alcune modifiche che influirono sul percorso di Valentino all’interno

del proprio fondo: aprì in un’altra posizione un nuovo accesso e lo dotò di un cancello largo

esattamente quattro metri; cambiò il comando di apertura del cancello da sempre utilizzato da

Valentino senza fornirgliene il relativo telecomando; costruì un muretto sul vecchio percorso in-

terrompendo di fatto il passaggio che portava alla proprietà di Valentino.

Valentino per anni era passato con una trebbiatrice appena un po’ più larga di quattro metri,

per cui si trovò nella impossibilità di accedere al proprio terreno con quel mezzo meccanico e

da ambedue i cancelli.

ovviamente chiese a Giorgio il telecomando di apertura del cancello e la demolizione di quel

muro che limitava l’accesso alla trebbiatrice, ignorando completamente il nuovo percorso poiché

non era quello originariamente concordato tra i due rispettivi nonni.

Giorgio rispose senza mezzi termini che lui sulla sua proprietà poteva fare quello che voleva

purché lasciasse comunque un passaggio di quattro metri per l’accesso al fondo dominante.

Valentino, prima di citare in giudizio Giorgio, attiva una procedura di mediazione, presso la

sezione staccata di Geo-caM a Savona.

Presenti alla procedura:

– il mediatore;

– Giorgio Mancuso con l proprio legale;

– Valentino Bengasi con il proprio legale.

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LA POSIZIONE DI GIORGIO

non riesco a capire le pretese di Valentino.

anche se da un’altra parte, lui l’accesso al proprio fondo lo ha lo stesso.

l’accordo di servitù di passo parla chiaro: “si aprirà un percorso di larghezza uguale a metri

quattro, lungo il lato est della proprietà Mancuso che, dipartendosi dalla strada provinciale,

giungerà sino al confine della proprietà Bengasi. Il detto passaggio sarà sia pedonale che car-

rabile”.

Quindi che cosa vuole questo Bengasi? l’accordo resta comunque rispettato anche con il

nuovo percorso e lui può accedere alla sua proprietà come e quando vuole!

il perché abbia voluto spostare il percorso non deve interessare a Bengasi, sono affari miei!

ed è anche mia è la proprietà dei terreni adiacenti che si sviluppano lungo la provinciale.

Mio nonno ha fatto dei sacrifici per acquistare i terreni lungo la strada, pagandoli ad un prezzo

ben più alto di quello del Bengasi e io adesso ho il diritto di sistemarli al meglio senza pretestuosi

ostacoli impostimi da vicini saccenti ed invidiosi.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Ho scoperto che coltivando ad asparagi il terreno adiacente al vecchio passaggio, oltre a

produrre un ortaggio di pregio con un reddito superiore a qualsiasi altro, il piano verde della

mia zona prevede un incentivo del 75% della spesa di impianto per la valorizzazione dell’intera

zona.

Ho fatto esaminare la composizione del terreno da un perito agronomo che ha certificato

l’assoluta idoneità del campo alla coltivazione degli asparagi.

Purtroppo il bando del piano verde per avere accesso agli incentivi impone un lotto minimo

di 5000 mq, per cui, visto che quel terreno è di soli 3.500 mq sono stato costretto a spostare

altrove quella servitù di passo così da poter incorporare i metri quadri mancanti e costituire il

lotto minimo voluto dal bando.

L’arroganza e la boria con la quale Valentino mi ha imposto di ripristinare il precedente pas-

saggio mi ha fortemente indispettito per cui adesso mi attengo strettamente alle misure descritte

dall’accordo sottoscritto da mio nonno. Che il mio vicino impari un po’ l’educazione!

Non ho la convenienza ad affrontare una causa sia per la lungaggine del giudizio sia per

la sua incertezza. Inoltre, anche in caso di vittoria, i termini del bando sarebbero ormai scaduti

ed il mio progetto naufragherebbe.

LA POSIZIONE DI VALENTINO

Sono veramente arrabbiato, dopo trentacinque anni di esistenza di quel passaggio che non

dava nessun fastidio poiché correva lungo un confine senza invadere o dividere il fondo al quale

apparteneva, un villano rifatto si permette di spostarlo senza neanche consultarsi con me.

non mi importa del nuovo passo che Giorgio ha aperto, se lo può anche tenere.

io voglio il percorso che i nostri nonni avevano stabilito all’epoca, sia per la comodità del tra-

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gitto, sia per il rispetto dovuto alla memoria di due gentiluomini d’altri tempi. loro ben sapevano

come ci si comporta tra vicini, altro che i buzzurri di oggi!

Se questo tentativo di mediazione fallisce, sono deciso a portare il caso in tribunale e far

valere le mie ragioni sia in base alle norme del codice civile, sia perché questo diritto l’ho ac-

quisito.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

I tempi sono cambiati dal tempo di mio nonno. Quel passaggio era stato concordato di soli

quattro metri perché le esigenze del tempo si limitavano al transito di un carro trainato da un

mulo.

Oggi ho dei macchinari abbastanza all’avanguardia e dal vecchio cancello ci sono sempre

passato comodamente.

Ho una buona produzione di frumento che è giunto a maturazione ed ho la necessità di

portare sul mio fondo la falciatrice/trebbiatrice che però è larga quasi quattro metri e mezzo e

non potrebbe accedere attraverso il nuovo percorso costruito da Giorgio.

Un eventuale improvviso maltempo potrebbe rovinare il raccolto e non capisco perché Gior-

gio, che non ha mai fatto questione di misure, adesso si impunta su quelle previste dall’accordo

dei nonni.

Il mio avvocato mi ha già anticipato che c’è una alta probabilità che il Giudice possa ac-

cettare un ampliamento della servitù in conseguenza delle maggiori necessità del fondo do-

minante, ma questo probabilmente avverrebbe quando non uno, ma diversi raccolti sarebbero

ormai andati perduti.

I miei impegni economici non mi permettono di perdere neanche un raccolto.

IL GIUDIZIO IN TRIBUNALE

il caSo

tizio aveva convenuto in giudizio caio proprietario di un fondo ove era stata costituita una

servitù volontaria di «passo pedonale e carraio da esercitare su di uno spazio di 4 metri di lar-

ghezza per il tramite di un cancello telecomandato».

caio aveva modificato il dispositivo di apertura del cancello senza fornire il nuovo teleco-

mando a tizio, aveva aggiunto un altro cancello e innalzato un muretto che impediva il passaggio

con mezzi meccanici.

tizio, visto l’impedimento all’esercizio della servitù, chiedeva la condanna di caio a rimuovere

gli ostacoli impeditivi e ad ottenere la consegna dei nuovi telecomandi.

Domandava altresì l’estensione della servitù di una misura idonea che consentisse il pas-

saggio ai mezzi meccanici.

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la Sentenza Di priMo GraDo

il tribunale condannava caio a munire il secondo cancello di un dispositivo di apertura «a

scrocco» che può essere utilizzata da ambo i lati del passo; respingeva la domanda di demolire

il muretto; disponeva ai sensi dell’art. 1051 terzo comma c.c. l’ampliamento della servitù e la re-

lativa indennità.

la sentenza veniva appellata da caio per l’ampliamento della servitù e tizio, in via inciden-

tale, impugnava il rigetto della domanda di rimozione del muretto.

la Sentenza Di SeconDo GraDo

la corte d’appello rigettava entrambe le contestazioni poiché da un lato non era possibile

evitare un ampliamento di servitù asserendo semplicemente che il passaggio sarebbe stato

realizzabile passando da altri fondi pure di proprietà di caio e che il divieto di cui al quarto

comma dell’art 1051 c.c. (divieto di assoggettare a servitù di passaggio case, giardini e aie) non

era assoluto ma solo un criterio di scelta nel caso in cui il passaggio fosse realizzabile attraverso

percorsi alternativi.

la corte ritenne che per l’applicazione dell’art.1051 c.c. fosse rilevante l’utilità del fondo do-

minante e non la circostanza che il proprietario del fondo servente possedesse altri fondi su cui

creare percorsi alternativi.

la Sentenza Della corte Di caSSazione

la sentenza veniva impugnata e la corte di cassazione ribaltava la decisione della corte

d’appello, affermando che nel caso in cui tra il fondo dominante e la via pubblica sono presenti

fondi appartenenti allo stesso proprietario e dotati, o dotabili, di accesso proprio alla via pubblica

senza eccessivo disagio per il fondo dominante nessun impedimento sussiste al passaggio da

quei fondi appartenenti al medesimo proprietario.

DALLA SENTENZA ALLA MEDIAZIONE

il caso in esame è interessante per il percorso giudiziale intrapreso e le contrastanti decisioni

che hanno mantenuto incerto per diversi anni l’esercizio del diritto.

con questo non si vuol dire e/o ritenere che la mediazione avrebbe potuto «magicamente»

risolvere la questione, ma é anche vero che le parti attraverso il mediatore avrebbero potuto tro-

vare una soluzione diversa dalle regole e le interpretazioni del diritto, soluzione che avrebbe

trovato la sua fonte di ispirazione negli interessi e nei bisogni delle persone coinvolte, volta a

generare in loro una reciproca soddisfazione.

la comunicazione e l’ascolto sono strumenti fondamentali per condurre una buona media-

zione; strumenti che nel processo civile non trovano impiego.

le parti in mediazione sono controparti nel giudizio, gli avvocati sono i difensori ed il terzo a

comporre la lite è il giudice.

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nella mediazione, che si basa sulla composizione amichevole della lite, le parti sono i pro-

tagonisti della vicenda, gli avvocati sono gli accompagnatori ed il terzo a comporre la lite è il

mediatore imparziale che non giudica e non emette sentenza, ma aiuta le parti a dialogare in

maniera positiva tra loro senza convincimenti o pressioni di alcun genere.

le domande hanno un ruolo fondamentale poiché aiutano le parti a capire, approfondire e

ribaltare le loro posizioni iniziali per esplorare il mondo degli interessi che generano possibili

soluzioni alla vicenda che li riguarda.

un giudizio è legato a schemi e forme processuali e sostanziali prestabilite, a termini di pre-

scrizione e decadenza, ad interesse ad agire, a legittimazione attiva e passiva e la sua rigidità

non consente di uscire da detti schemi e l’unico risultato è la sentenza dei vari gradi di giudizio

che può ribaltare una decisione di primo o di secondo grado o di cassazione, decisione impo-

stata comunque sulla medesima ratio e sulle posizioni, ma senza poter creare nulla di nuovo.

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Vacanza roVinata

IL FATTO

i coniugi rossi avevano deciso di festeggiare il 25° anniversario del loro matrimonio, ritor-

nando a parigi nello stesso albergo dove avevano trascorso la loro prima notte di nozze.

avevano quindi acquistato un pacchetto di viaggio organizzato dalla società la Vacanza

che comprendeva un volo charter diretto Genova-parigi e ritorno, nonché un soggiorno di cinque

giorni e quattro notti nell’albergo excelsior, che era appunto quello del loro viaggio di nozze di

venticinque anni prima.

arrivato il giorno della partenza, i coniugi rossi si presentarono puntuali al check-in per sco-

prire che il loro volo era stato annullato senza preavviso alcuno.

Delusi ed irritati si rivolsero alla società che aveva venduto loro il pacchetto di viaggio chie-

dendo il rimborso del costo del pacchetto (2.700 €) ed un risarcimento di 15.000 € per danni

morali derivanti dalla mancata vacanza.

la società la Vacanza rispose rimborsando il solo costo del pacchetto turistico, come sta-

bilito dal contratto sottoscritto al momento della vendita, e suggerendo di rivolgersi per i danni

alla società cipenSiaMonoi, responsabile dell’organizzazione del viaggio.

alla raccomandata inviata dai signori rossi, la società cipenSiaMonoi rigettò qualsiasi

responsabilità ed addossò la colpa di quanto accaduto alla compagnia aerea Volare.

la compagnia aerea Volare, si discolpò invocando come causa di forza maggiore uno

sciopero di protesta del pilota e del copilota del velivolo.

Stanchi di correre in tondo inutilmente, i coniugi rossi, per districare la matassa e prima di

adire alle vie legali, attivano una procedura di mediazione nei confronti delle tre società ritenute

responsabili dell’accaduto.

Presenti alla procedura:

– un mediatore;

– un co-mediatore;

– il signor rossi;

– il titolare della società la Vacanza;

– l’amministratore unico della società cipenSiaMonoi;

– l’amministratore Delegato della compagnia aerea Volare.

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LA POSIZIONE DEI CONIUGI ROSSI

Siamo veramente furibondi, ci sentiamo presi per il bavero, ci hanno fatto correre in tondo

facendo l’uno con l’altro il vecchio gioco dello scarica barile.

il giorno delle nozze d’argento viene una sola volta nella vita ed erano mesi che con mia

moglie stavamo progettando quel viaggio.

avevamo anche prenotato una vacanza ad hoc per i nostri due figli, giusto per rimanere soli

ed essere liberi di tornare nei luoghi dei nostri primi giorni felici. ci è costata 5.000 € per niente!

Me ne infischio dello sciopero dei due piloti, potevano comodamente sostituirli oppure pote-

vano pagare meglio il loro personale e non penalizzare con la loro avidità i viaggiatori paganti!

È anche colpa del tour operator che si è andato a fidare di una società incapace di predi-

sporre un piano di emergenza per queste eventualità.

che razza di modo di condurre i propri affari! tanto chi ci rimette è sempre il cliente, è sempre

pantalone che paga!

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Non so più come fare, mia moglie si è intristita e a volte l’ho anche vista piangere di nasco-

sto.

È superstiziosa e nel mancato secondo viaggio di nozze vede un cattivo presagio per le

sorti del nostro matrimonio.

Ricordo ancora come si illuminava in quei giorni di venticinque anni fa, quando sognavamo

il nostro futuro insieme, fantasticando sulla casa...sui bambini che sarebbero venuti….

Non ci importava se le condizioni economiche di allora non erano floride (sa, mediatore, la

nostra meta ideale per il viaggio di nozze erano le isole Hawai, il paradiso in terra) ma anche

se avevamo dovuto ripiegare su Parigi, quelle erano state giornate uniche, meravigliose, era

stato come camminare sulle nuvole…

E adesso che credevamo di rivivere quei momenti magici, uno stupido sciopero aveva di-

strutto tutto per sempre!

LAPOSIZIONE DI “LA VACANZA”

la nostra società ha rimborsato il costo del pacchetto di viaggio e con questo ha chiuso con

qualsiasi altro esborso. i danni, i coniugi rossi, se li facciano pagare da altri!

non è nostra la responsabilità se il volo è stato annullato, noi facciamo il nostro mestiere:

vendiamo pacchetti turistici. non abbiamo la sfera di cristallo per prevedere i problemi che pos-

sono sorgere dopo la vendita.

una cosa è certa: la cipenSiaMonoi dovrà rifondere alla mia società i danni materiali e di

immagine subiti.

i signori rossi, a buon ragione, non si serviranno mai più da noi e parimenti sconsiglieranno

anche i loro conoscenti di farlo.

46

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Secondo me i coniugi Rossi hanno tutto il diritto di protestare.

Se una cosa del genere fosse capitata a me avrei mosso mari e monti per fare valere le

mie ragioni.

In effetti sapevo che la CIPENSIAMONOI non è molto quotata nel campo dell’organizza-

zione di viaggi turistici.

Ma i coniugi Rossi avevano messo come condizione essenziale che l’albergo di Parigi

avrebbe dovuto essere l’Excelsior e quello era l’unico organizzatore del settore che aveva pro-

prio quello che loro desideravano.

Mi auguro che i coniugi Rossi capiscano la mia buona volontà nell’aver cercato di accon-

tentarli.

Sono preoccupato per la perdita d’immagine , ne va del buon nome della mia società.

IL GIUDIZIO IN TRIBUNALE

il proceSSo aVanti al GiuDice Di pace

Gli attori rossi il 23 dicembre 2009 avevano acquistato un pacchetto di viaggio organizzato

dalla società x, tour operator, dietro il corrispettivo di 675 € ciascuno. il pacchetto comprendeva

un volo diretto, andata e ritorno, da napoli a parigi, con volo charter e n. 5 giorni e 4 notti presso

l’Hotel Qo, come meglio indicato nel contratto di viaggio. Gli attori si erano presentati in tempo

utile al check-in, ma il volo sul quale avrebbero dovuto viaggiare non è mai partito per motivi

non comunicati.

Sono stati sentiti testi che hanno confermato le circostanze addotte dagli attori.

la DeciSione

nel 2013 il giudicante ha ritenuto che il caso di specie rientrasse nell’ipotesi di annullamento

del pacchetto turistico non dipendente da colpa del viaggiatore, a cui si applica l’art. 92 del

codice del consumo che prevede in via alternativa il diritto ad usufruire di un altro pacchetto

turistico di qualità equivalente o superiore senza maggiorazione di prezzo, oppure di un pac-

chetto turistico di qualità inferiore previa restituzione della differenza del prezzo, oppure al rim-

borso entro sette giorni lavorativi dalla cancellazione o dal momento del recesso della somma

di denaro già corrisposta.

pertanto, con sentenza del Giudice di pace di pozzuoli, il tour operator x veniva condannato

al risarcimento dei danni non patrimoniali patiti dagli attori per «vacanza rovinata» o meglio «per

vacanza non effettuata» in quanto ritenuto responsabile per inadempimento del prestatore di

servizi Y di cui l’organizzatore del viaggio si era avvalso.

preliminarmente il Giudice:

– dichiarava la contumacia della compagnia di volo z convenuta;

– chiariva che la causa s’incentrava solo sulla richiesta di risarcimento del danno non patri-

47

moniale per «vacanza non effettuata», poiché la richiesta di rimborso della somma pagata per

il pacchetto turistico era venuta meno per essere già stata rimborsata agli istanti;

– dichiarava che le domande autonome svolte dalla società dei servizi Y alla compagnia di

volo z e dal tour operator x alla società dei servizi Y non potevano trovare accoglimento in

quando:

• la prima superava la competenza per valore del giudice adito, dichiarandosi perciò incom-

petente e rimetteva le parti dinanzi il Giudice unico del tribunale di napoli;

• la seconda, essendo risarcimento di danni da immagine commerciale, questi non erano

stati provati in quanto il tour operator x non aveva dato prova della perdita di clientela né del

danno alla reputazione commerciale e la richiesta liquidazione in via equitativa del danno, co-

munque, non esonerava la parte interessata dall’obbligo di offrire al giudice elementi probatori

circa la sussistenza del danno stesso e la cui liquidazione equitativa del magistrato serviva solo

a colmare quelle che sono le eventuali lacune nella determinazione dell’ammontare.

Dal proceSSo alla MeDiazione

la sentenza che ci interessa affronta, oltre alle questioni di merito, anche questioni di natura

preliminare che all’interno di una procedura di mediazione avrebbero avuto una rilevanza diversa

in quanto le peculiarità della medesima sono la semplicità, l’assenza di formalità, la riservatezza,

l’autorevolezza e la neutralità.

tali caratteristiche consentono che le questioni sottoposte dalle parti interessate possano

essere tutte trattate, senza esclusioni di tipo burocratico o procedurale.

poiché le questioni di diritto non trovano spazio nella mediazione, che, essendo una proce-

dura informale, si attiene ai soli principi di non contrarietà all’ordine pubblico ed a norme impe-

rative, l’unico controllo a cui sarebbe stato sottoposto l’accordo delle parti è quello di non

violazione delle dette norme imperative e di non contrarietà all’ordine pubblico.

pertanto le questioni di cui al sopra richiamato punto 3) possono essere liberamente introdotte

nella mediazione e trovare, quindi, una loro soluzione in quanto l’unica competenza è solo quella

territoriale del giudice e le parti, di comune accordo, possono modificarla e/o accettarla, rima-

nendo impregiudicato ogni diritto processuale qualora non si dovesse raggiungere un accordo.

inoltre, la domanda di risarcimento per danni da immagine commerciale rigettata dal Giudice

per mancanza di prove nella mediazione avrebbe trovato ampio spazio poiché la questione si

sarebbe spostata su una indagine volta alla ricerca degli interessi e la vicenda sarebbe stata

trattata nella sua interezza.

il mediatore avrebbe potuto tranquillamente ignorare le questioni di carattere preliminare e

processuale che caratterizzano il processo civile.

l’unico controllo del mediatore è quello della verifica dei poteri delle parti coinvolte.

Dopo aver fatto chiarezza tra le parti sulle loro posizioni, il mediatore con incontri riservati

avrebbe fatto luce su quelli che sono gli interessi delle parti e, attraverso lo strumento dell’agenda

di negoziazione, avrebbe posto in evidenza gli aspetti comuni.

48

Qualora la mediazione fosse stata multiparte, il mediatore avrebbe potuto avvalersi di stru-

menti quali il «brainstorming» o i «sei cappelli per pensare» che avrebbero aiutato le parti a

creare idee per raggiungere la soluzione, con piena soddisfazione degli interessi di ciascuna.

trovato l’accordo il mediatore avrebbe applicato, ove possibile, i filtri per verificarne la fatti-

bilità.

la mediazione avrebbe avuto una durata massima di tre mesi, salvo proroghe per esigenze

congiunte che, comunque, non l’avrebbero dilungata oltre i sei mesi.

al contrario, la sentenza analizzata è stata emessa nell’anno 2013, ben quattro anni dopo

l’accadimento dei fatti, con costi notevolmente superiori rispetto a quelli che si sarebbero soste-

nuti con una mediazione la quale, tra i tanti pregi, ha anche quello di essere economica.

49

appalto Di opere StraDali

IL FATTO

la società StraDe S.r.l., alla fine di una gara nella quale la eDilizia aSfalti era risultata

vincitrice con l’offerta più bassa, aveva commissionato alla stessa l’asfaltatura di un tratto di

strada di recente costruzione, al prezzo a corpo di 25.000 €.

nell’esecuzione dei lavori, la edilizia asfalti provvedeva anche alla esecuzione del sottofondo

stradale che, secondo il bando di gara, avrebbe dovuto essere a carico della Strade S.r.l.

a seguito di ciò la edilizia asfalti emetteva una fattura di 12.000 € a carico della committente

per il lavoro eseguito.

la Strade S.r.l. rifiutava il pagamento in quanto l’esecuzione del sottofondo era stata una

iniziativa non autorizzata della edilizia asfalti.

Quest’ultima attivava una procedura di mediazione nei confronti della committente chiedendo

il pagamento di quanto eseguito.

Presenti alla procedura:

– il mediatore

– il signor catrami , titolare della edilizia asfalti con il proprio legale;

– il dr casello, amministratore unico della Strade S.r.l. con il proprio legale.

LA POSIZIONE DELLA EDILIZIA ASFALTI

Sono veramente furente, la sfacciataggine della Strade S.r.l. ha dell’inconcepibile.

Secondo quegli incompetenti come si poteva eseguire l’asfaltatura di una strada di nuova

costruzione senza la preparazione del sottofondo!

Hanno pure sbagliato la pendenza della cunetta laterale per cui, dopo due giornate di piog-

gia, abbiamo anche dovuto lavorare sguazzando in una marea di pozzanghere, con inutile

spreco di tempo e la necessità di più materiale per poter eseguire al meglio quel dannatissimo

sottofondo.

ed a fronte di queste loro evidenti responsabilità, hanno l’improntitudine di rifiutare il paga-

mento di quanto giustamente da voi richiesto.

avevo avvertito il committente che avrei iniziato quel lavoro ed avevo anche inviato il relativo

preventivo di spesa, pari a 10.000 €, diventati poi, in fase di consuntivo, 12.000 € a causa delle

difficoltà riscontrate per la pendenza sbagliata della cunetta.

Se non accettano di pagare, sono deciso a ricorrere alle vie giudiziali per fare valere i nostri

diritti.

50

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Il contratto sottoscritto con la Strade S.R.L. prevedeva che il sottofondo sarebbe stato a ca-

rico della committenza, tuttavia avevamo fretta di iniziare perché avevamo preso un impegno

ben più importante con una società austriaca per l’asfaltatura di una intera rete autostradale e

la data di inizio lavori si stava pericolosamente avvicinando.

In caso di ritardo, le sanzioni sarebbero state piuttosto gravose e, conoscendo la mentalità

austriaca (mia madre era austriaca), sapevo che non avrebbero accettato alcuna giustifica-

zione.

Avevamo inviato diverse sollecitazioni alla Strade S.R.L. perché iniziassero la preparazione

del sottofondo e poi, non ricevendo risposta neanche al preventivo inviato, basandoci sul detto

“chi tace acconsente” abbiamo iniziato voi quei lavori.

Contrariamente a quanto detto alla presenza della controparte, non abbiamo nessun inte-

resse ad aprire un giudizio in tribunale perché, qualora la cosa fosse risaputa dalla società au-

striaca, la mia ditta potrebbe porsi in cattiva luce e vista con sospetto con evidenti conseguenze

su possibili futuri appalti.

So che la stessa società in Austria ha in progetto di costruire una superstrada veloce per

la quale cerca esecutori referenziati ed ho buone speranze che ci assegnino anche quell’asfal-

tatura.

LA POSIZIONE DELLA STRADE S.R.L.

Siamo alle solite, prima si aggiudicano la gara con l’offerta più bassa, poi cominciano ad in-

crementare la cifra proposta con pretestuosi lavori extra.

nessuno ha autorizzato la edilizia asfalti ad eseguire quel sottofondo. l’esecuzione era ca-

rico della nostra società e noi stavamo testando altre ditte per quel lavoro poiché la ditta che

aveva tracciato la strada, si era rivelata poco competente, avendo anche sbagliato la pendenza

della cunetta di scolo delle acque meteoriche.

adesso la brillante iniziativa della edilizia asfalti ha reso inutile la nostra ricerca, non avendo

al momento un altro cantiere per i test di prova, con il rischio di non poter partecipare a futuri

appalti per manodopera insufficiente.

oltre a ciò, dai preventivi raccolti durante la ricerca, ci siamo resi conto che quel sottofondo

poteva essere eseguito con un risparmio di almeno 3.000 € rispetto al preventivo che la edilizia

asfalti sostiene di averci inviato e che noi non abbiamo mai visto.

in tutti i casi non c’è stata alcuna accettazione da parte nostra per cui che la edilizia asfalti

vada pure per vie giudiziarie, vorrà dire che sarà l’occasione per noi per chiedere i danni con-

seguenti alla loro indebita iniziativa.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

La nostra ditta non naviga in buonissime acque, il lavoro scarseggia e cominciamo a far fa-

tica a sostenere le spese.

51

Per di più la ditta incaricata del tracciamento della strada mi era stata raccomandata da

mio suocero ed io avevo caldeggiato l’assegnazione dell’appalto con il risultato che adesso

tra noi soci serpeggia il malcontento per la cattiva esecuzione dell’opera. Cattiva esecuzione

bollata anche da un perito che uno dei soci, che da tempo aspira al mio posto, aveva creduto

bene di incaricare per una perizia su quel lavoro. Lo stesso socio che era andato poi a con-

gratularsi con la Edilizia Asfalti per l’iniziativa presa.

Non potevo mandar via quella ditta durante i lavori di tracciamento perché avrei avuto seri

problemi con moglie e suocero, per cui ho pensato di liquidarla al più presto per togliermela

da intorno e cercare una ditta che, facendo il sottofondo, avrebbe rimediato anche agli errori

commessi dalla precedente.

In effetti avevo già selezionato due imprese le cui referenze erano ineccepibili e che avevo

intenzione di usare in futuro qualora se ne fosse presentata l’occasione.

È verosimile che la Edilizia Asfalti abbia mandato quel preventivo, ma probabilmente questo

è andato perso insieme ad altra corrispondenza per un inizio di incendio creatosi da una si-

garetta lasciata incautamente accesa da un visitatore.

IL GIUDIZIO IN TRIBUNALE

il caSo

la società Y aveva eseguito per conto della società z lavori di asfaltatura presso il cantiere

di Busalla con un prezzo a corpo di 23.500 € come da offerta del 19/2/2002, accettata dalla

committente.

prima della asfaltatura la società Y aveva eseguito anche i lavori di preparazione del sotto-

fondo che non erano contemplati dall’offerta, perché dovevano essere eseguiti dalla committente

la quale non vi aveva provveduto e che pertanto dovevano essere pagati a parte.

la società Y per essi aveva sostenuto un costo, comprese iVa, di 12.180 € che doveva essere

rimborsato dalla committente.

la società zeta asseriva di aver pagato interamente la fattura relativa ai lavori di asfaltatura

e che nessun pagamento di somme ulteriori per la preparazione del sottofondo era dovuto, in

quanto mai richiesto avendo loro provveduto direttamente con proprie maestranze così come

previsto nel contratto.

la società Y conveniva in giudizio la società zeta per sentirla condannare al pagamento

della somma di 12.180 €.

la DeciSione

istruita la causa documentalmente e testimonialmente, il tribunale respingeva la domanda

attrice; la sentenza veniva appellata dalla società Y contestando al primo giudice il travisamento

dei fatti ed il malgoverno delle risultanze istruttorie.

52

la corte, trattenuta la causa in decisione, respingeva l’appello e confermava la sentenza di

primo grado.

più precisamente il giudice di secondo grado, esaminate le dichiarazioni testimoniali, evi-

denziava che seppur la società Y per errore delle pendenze fornite dalla società zeta aveva do-

vuto rifare la cunetta e impiegare maggior materiale a causa del maltempo, tuttavia la società Y

non aveva fornito la prova di tali lavori aggiuntivi in quanto il responsabile della committente non

ricordava di aver visto il relativo preventivo.

Dal GiuDizio alla MeDiazione

Se le parti si fossero incontrate in mediazione si sarebbero evitati dieci anni di attesa, doppio

grado di giudizio e costi esorbitanti di causa.

Dieci anni in cui la vita della società può avere diversi sviluppi e le attese sono lunghe ed in-

giustificate oltre al fatto, non di poco conto, che la decisione, quasi sempre, delude le parti.

la mediazione può fare incontrare i bisogni e gli interessi delle parti coinvolte per trovare un

accordo soddisfacente per entrambe.

Quando la mediazione è condotta bene, il mediatore ha dissociato le parti dal problema, ha

eliminato le negatività, ha individuato i loro interessi per portarle a generare alternative.

raccolte le informazioni, può facilitare le parti ad avere una diversa prospettiva della lite ba-

sata sugli interessi e sulle opzioni.

Solitamente le parti che sono giunte alla conclusione generano loro stesse nuove idee poiché

sono positive verso l’altra parte che non è più vista come «controparte».

il mediatore, trovate le opzioni, dovrà applicare ad esse i «filtri» (anche con l’ausilio di con-

sulenti esterni o dei legali stessi presenti in mediazione), ossia verificare che le stesse non siano

in contrasto con le norme civilistiche, le regole dell’arte o i regolamenti comunali.

applicati i filtri, le parti utilizzeranno le idee rimaste per formulare l’accordo.

il mediatore dovrà prima di chiudere l’accordo confrontare la soluzione trovata congiunta-

mente con quella personale di ogni parte, ossia verificare che la migliore alternativa all’accordo

negoziale (Maan) sia debole rispetto all’accordo.

Se fosse al contrario il mediatore è tenuto ad informare la parte che se chiude l’accordo non

sarebbe il più soddisfacente.

con l’ultima modifica apportata al D.lgs. 28 del 4/3/2010 la mediazione prevede l’obbligo

della partecipazione degli avvocati alla procedura i quali sottoscrivendo l’accordo dovranno ve-

rificare che non sia contrario a norme imperative e all’ordine pubblico in quanto l’accordo con

anche la sottoscrizione degli avvocati è titolo esecutivo e non avrà bisogno della omologa del

tribunale.

53

interVento MeDico e DeceSSo Del paziente

IL FATTO

la famiglia Bianchi era composta da padre, madre e due gemelli, Dario e Vittorio, di sedici

anni.

Dario, appassionato sollevamento pesi in palestra, negli ultimi tempi accusava dolori inguinali

per cui, ad una accurata visita da parte del medico di base, gli fu diagnosticata un’ernia bilate-

rale, conseguenza degli eccessivi sforzi fatti in palestra.

nulla di grave in quanto un semplice intervento di ernioplastica della durata di 30/40 minuti,

avrebbe risolto il problema.

Su consiglio del medico di base, i Bianchi fecero ricoverare Dario in una struttura privata

specializzata in interventi chirurgici, anche dei più complessi.

eseguita brillantemente l’operazione, durante l’effettuazione delle analisi di controllo post-

operatorio, a Dario fu riscontrata una epatite acuta in vertiginosa evoluzione per cui fu neces-

sario un immediato trapianto di fegato per evitare una cirrosi epatica devastante.

purtroppo durante l’intervento Dario ebbe un collasso cardiaco e cessò di vivere.

la famiglia Bianchi accusò la struttura dell’infezione contratta da Dario ponendola come con-

seguenza dell’intervento di ernioplastica. chiese un indennizzo di 500.000 € per danni morali

visto anche lo stato di prostrazione nel quale era caduta la signora Bianchi.

la clinica rigettò l’accusa sostenendo che tutti i loro strumenti chirurgici erano perfettamente

sterilizzati così come erano asettici tutti i locali dove si eseguivano interventi.

a sostegno di ciò, dimostrarono che nessun contagio era avvenuto tra gli altri pazienti durante

la permanenza in clinica di Dario.

prima di rivolgersi alla Magistratura, la famiglia Bianchi attivò una mediazione presso un

o.d.M. del posto.

Presenti alla procedura:

– il mediatore;

– il signor Bianchi;

– il loro medico di base;

– il direttore della clinica;

– il chirurgo che aveva eseguito l’operazione di ernioplastica.

54

LA POSIZIONE DI BIANCHI

Siamo distrutti dal dolore, quella che avrebbe dovuto essere una operazione di routine ha

avuto invece conseguenze mortali.

Qualcuno dovrà pur pagare! Di qualcuno dovrà pur essere la responsabilità.

una giovane vita è stata distrutta per colpa dell’inefficienza di una struttura che godeva im-

meritatamente la fiducia dei propri pazienti.

e adesso chi me lo ridarà mio figlio Dario?

Voglio fino in fondo alla questione, voglio che si dimostri la vergognosa inefficienza di alcuni

medici e la connivenza delle loro strutture.

Dovranno pagare! anche a costo di fallire!

non mi importa nulla degli altri degenti, andranno a farsi curare altrove e forse così si salve-

ranno la vita.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Mia moglie sta riversando tutte le sue attenzioni su Vittorio.

Ha paura di perdere anche lui.

I gemelli sono nati di sette mesi e quindi sono venuti su piuttosto gracili.

Per questo Dario si era intestardito a voler frequentare una palestra, voleva irrobustire il suo

corpo e talvolta eccedeva.

Anche Vittorio avrebbe voluto fare lo stesso, ma una malformazione cardiaca glielo aveva

impedito.

Ora è in lista di attesa per un trapianto cardiaco che consentirebbe una vita più normale,

ma le probabilità di trovare un cuore compatibile con il suo gruppo sanguigno sono piuttosto

rare.

Si può solo confidare nella buona sorte oppure in un costoso viaggio negli Stati Uniti dove

è risaputo che c’è più disponibilità di organi umani.

Non so cosa fare, mia moglie vive in un costante stato di ansia che prima o poi finirà per di-

struggerla, così perderò un altro membro della mia famiglia.

Ho bisogno di quei soldi per poter salvare la vita a Vittorio e, di conseguenza, anche a mia

moglie.

LA POSIZIONE DELLA CLINICA

certo è spiacevole che sia accaduto proprio ad un nostro paziente, ma noi siamo sicuri che

la clinica non c’entra assolutamente nulla.

io controllo personalmente che tutti gli strumenti chirurgici siano messi nell’autoclave dopo

il loro uso e successivamente sigillati in contenitori sterili.

non è stata possibile alcuna contaminazione da parte di chicchessia.

il ragazzo probabilmente aveva contratto l’infezione fuori dell’istituto e solo gli esami parti-

colarmente mirati del dopo intervento l’ha evidenziata.

55

non ho nessuna intenzione di risarcire i signori Bianchi, pur comprendendo la loro posizione

e condividendo il loro dolore.

un risarcimento anche minimo significherebbe una ammissione di colpa che noi non rico-

nosceremo assolutamente mai.

INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Sono sicuro che in una causa per danni, la clinica ne uscirebbe ampiamente vittoriosa, tut-

tavia, pur vincendo nella mente della gente si insinuerebbe comunque il dubbio, seppur latente,

che il ragazzo sia morto per colpa dell’intervento chirurgico.

Questo comporterebbe un grave danno all’immagine della struttura, che al giorno d’oggi

gode di un grande prestigio a livello europeo, specie nel campo dei trapianti.

Non so proprio come fare per tacitare la famiglia Bianchi senza compromettere la reputa-

zione della clinica.

IL GIUDIZIO IN TRIBUNALE

il caSo

tizio si era sottoposto ad intervento chirurgico di ernioplastica bilaterale presso la casa di

cura Beta.

Dagli accertamenti ematochimici effettuati in seguito alla procedura chirurgica, emergeva

una condizione di epatite acuta per cui si rendeva necessario un intervento per il trapianto del

fegato nel corso del quale tizio decedeva.

i familiari, moglie e figlia, agivano in giudizio per ottenere il risarcimento dei danni patrimo-

niale e non patrimoniali subiti poiché ritenevano che l’epatite acuta il congiunto l’avesse contratta

presso la casa di cura.

Quest’ultima si costituiva in giudizio negando ogni responsabilità.

la DeciSione

il tribunale, a seguito di consulenza, respingeva la richiesta di risarcimento escludendo la

sussistenza del nesso causale tra la patologia insorta e la condotta dei sanitari in considerazione

dell’assenza di trasfusioni, della corretta adozione delle procedure di sterilizzazione, dell’as-

senza di altri casi di contagio da epatite B di altri pazienti ricoverati nello stesso periodo di

tempo.

Dal GiuDizio alla MeDiazione

la responsabilità medica è materia obbligatoria di mediazione, ossia è condizione di proce-

dibilità della domanda giudiziale.

il Decreto “Del fare” ha introdotto anche la responsabilità sanitaria.

la materia è molto complessa e delicata e non si riuscirà ad essere esaustivi in questa sede,

ma si può dare qualche spunto.

56

la mediazione ha per oggetto un disaccordo sul risarcimento dei danni che può riguardare

l’aspetto qualitativo (se sussiste la responsabilità) o quantitativo sulla determinazione dell’im-

porto o su entrambi gli aspetti.

la richiesta danni può nascere come nel caso in esame quale conseguenza di un decesso

di un proprio congiunto o lesioni per errata diagnosi o errato intervento.

in ogni caso la mediazione tocca con mano il dolore delle persone e bisogna saperlo gestire,

cosa non di poco conto, mentre nelle aule di tribunale ci si sofferma maggiormente e prevalen-

temente sugli aspetti di diritto processuale e sostanziale.

Quindi, ci si domanda fino a che punto possono e/o devono arrivare le competenze e le co-

noscenze del mediatore in questa fattispecie per affrontare e gestire il dolore delle persone con

le loro pretese e contemperarle con le esigenze del medico o del responsabile sanitario.

Sicuramente una buona capacità di comunicazione e la fiducia nello strumento della media-

zione faranno sì che col tempo ci saranno meno sentenze.

57

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INDICE

3 Prefazione

5 SIMULAZIONI7 Divisione e diritto di abitazione12 Condominio “I Pini” – Ditta Calidas 14 Il pino della discordi16 Sportiva Calcio – il Soccorso19 Rossi – Autoricambi Marnic – Officina Vizzardi22 Casavostra – Pastorino25 Filippo Marchetti – Albergo Excelsior27 Ditta Giovanni Gabbiati – Condominio Paradiso30 Bianchi ed altri35 Caduta da cavallo40 Servitù di passo45 Vacanza rovinata50 Appalto di opere stradali54 Intervento medico e decesso del paziente

Simulazioni da sentenze7 Divisione e diritto di abitazione35 Caduta da cavallo40 Servitù di passo45 Vacanza rovinata50 Appalto di opere stradali54 Intervento medico e decesso del paziente

Simulazioni condominiali12 Condominio “I Pini” – Ditta Calidas27 Ditta Giovanni Gabbiati – Condominio Paradiso

Simulazioni multiparte7 Divisione e diritto di abitazione19 Rossi – Autoricambi Marnic – Officina Vizzardi30 Bianchi ed altri45 Vacanza rovinata

Allegati59 Schemi riassuntivi procedura65 D.Lgs. 28/2010 e ss.mm.ii.75 D.M. 180/2010 e ss.mm.ii.

FEBBRAIO 2015