Fragile è la notte - Marsilio Editori · 2021. 1. 20. · denti di un pitbull sul culo di un...

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88 89 lEspresso napoletano gnativo da fare. Ma, come nell’archetipo fiabesco il brutto anatroccolo si rivela cigno, così il poli- ziotto corrotto ed emarginato ha l’occasione del proprio riscatto: Ester Fornario, donna tanto bella quanto ricca, tanto seducente quanto disinibita, viene trovata morta nella sua fantastica villa di Po- sillipo e proprio a Denis toccherà il compito di ri- solvere il difficile caso di omicidio non chiudendosi nella facile pista di un assassino da cercare tra i tanti amanti della donna. Petrella costruisce, dunque, un poliziesco intrigante, che si dipana tra colpi di scena e accumulazione d’indizi i quali si offrono progres- sivamente al lettore ma solo al termine rivelano il proprio potenziale euristico. E, tuttavia, la forza del romanzo di Petrella non è soltanto nella rigorosa lucidità della struttura, ma anche nel dettato narrativo. È nella capacità di armonizzare la velocità del racconto sommario con l’efficacia delle battute in discorso diretto. È nelle nota- zioni ambientali sempre cariche, pur nella loro essenzialità, di implicazioni sociali ed etiche: «il libeccio gettava un’afa sporca, maligna, sulle rovine dell’Italsider», «la villa […] rompeva le simmetrie di alberi e palazzi da cementificazione forzata degli anni Sessanta»; «il vecchio sedeva su una panca di legno vicino al mare melmoso. C’era una specie di canale artificiale, sca- vato per ormeggiare le barche, ma col tempo si era riempito di detriti, spazzatura e pla- stica». È nell’efficacia di similitudini e metafore non banali e dal forte valore connotativo: «le mosche si comportavano da avvoltoi»; «le luci dell’insegna annegavano nel buio»; «stanno sul caso come i denti di un pitbull sul culo di un povero Cristo»; «era quasi calvo e aveva occhiali fondi come i fa- nali di una volante». È, insomma, nelle pieghe del discorso che Petrella mette in gioco la propria peri- zia narrativa e vince la sfida, come il calciatore che mette in gioco la propria capacità tecnica nel drib- bling, e supera l’avversario nello spazio ristretto. di Raffaele Messina È ‘fiuto’ la parola chiave del nuovo romanzo di Angelo Petrella, Fragile è la notte (Marsilio, 2018). Il fiuto, si sa, è la qualità per eccel- lenza del protagonista dei polizieschi tradizionali. Petrella, dunque, recupera dalla tradizione di ge- nere tale qualità e l’attribuisce al suo investiga- tore, l’ispettore di Polizia Denis Carbone: «Denis fiutava nell’aria l’esistenza di un indizio», «[Denis] aveva il fiuto di un lupo», «lui ci fiutò dell’altro». Si tratta di un recupero significativo poiché marca la distanza rispetto ad altri investigatori e ad altre sfu- mature che il racconto poliziesco ha assunto in anni recenti. Penso al commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni, commissario che sin dalla prima in- dagine, quella dell’Omicidio Carosino (2005), ‘per- cepisce’, ‘vede’ e ‘sente’ i morti ammazzati, dotato com’è di una ‘seconda vista’ o di una sua ‘follia’. Tutte caratteristiche che consentono all’Autore di curvare il giallo in direzione della riflessione sull’o- rigine del male, della percezione del dolore umano e, in definitiva, in direzione di una contaminazione con il racconto psicologico o anche sentimentale. Il recupero del lemma tradizionale operato da Pe- trella, è, dunque, elemento rappresentativo della volontà di collocare la propria opera nell’alveo del noir tradizionale. E a questo ci riconducono anche tutti gli altri elementi della caratterizzazione del protagonista. Infatti, Denis Carbone è un uomo solo, lasciato dalla compagna; è un alcolizzato che assume anche psicofarmaci; ha un passato torbido, ai limiti della galera; è inviso ai superiori che non a caso lo hanno spedito in un commissariato, quello di Posillipo, dove non c’è mai nulla di serio e impe- Ester Fornario, donna tanto bella quanto ricca, tanto seducente quanto disinibita, viene trovata morta nella sua fantastica villa di Posillipo e proprio a Denis toccherà il compito di risolvere il difficile caso di omicidio. Fragile è la notte Angelo Petrella (Napoli, 1978) è narratore e sceneggiatore per il cinema e la televisione. Ha esordito con i romanzi Cane rabbio- so e Nazi Paradise, poi seguiti dai noir La città perfetta (Garzanti, 2008) e Le api randage (Garzanti, 2012). Nel 2014 ha pubblicato il romanzo storico Pompei. L’incubo e il risveglio ed è poi tornato al thriller con Operazione Levante (Baldini & Castoldi, 2017) ottenendo il Premio “Megaris – XXVI edizione”. Fragile è la notte (Marsilio, 2018) è il primo di una serie di quattro noir di prossima pubblicazione. Angelo Petrella torna in libreria con il primo di quattro noir legati alle indagini dell’ispettore Denis Carbone Via Posillipo

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88 89l’Espresso napoletano

gnativo da fare. Ma, come nell’archetipo fiabesco il brutto anatroccolo si rivela cigno, così il poli-ziotto corrotto ed emarginato ha l’occasione del proprio riscatto: Ester Fornario, donna tanto bella quanto ricca, tanto seducente quanto disinibita, viene trovata morta nella sua fantastica villa di Po-sillipo e proprio a Denis toccherà il compito di ri-solvere il difficile caso di omicidio non chiudendosi nella facile pista di un assassino da cercare tra i tanti amanti della donna. Petrella costruisce, dunque, un

poliziesco intrigante, che si dipana tra colpi di scena e accumulazione d’indizi i quali si offrono progres-sivamente al lettore ma solo al termine rivelano il proprio potenziale euristico. E, tuttavia, la forza del romanzo di Petrella non è soltanto nella rigorosa lucidità della struttura, ma anche nel dettato narrativo. È nella capacità di armonizzare la velocità del racconto sommario con l’efficacia delle battute in discorso diretto. È nelle nota-zioni ambientali sempre cariche, pur nella loro essenzialità, di implicazioni sociali ed etiche: «il libeccio gettava un’afa sporca, maligna, sulle rovine dell’Italsider», «la villa […] rompeva le simmetrie di alberi e palazzi da cementificazione forzata degli anni Sessanta»; «il vecchio sedeva su una panca di legno vicino al mare melmoso. C’era una specie di canale artificiale, sca-vato per ormeggiare le barche, ma col

tempo si era riempito di detriti, spazzatura e pla-stica». È nell’efficacia di similitudini e metafore non banali e dal forte valore connotativo: «le mosche si comportavano da avvoltoi»; «le luci dell’insegna annegavano nel buio»; «stanno sul caso come i denti di un pitbull sul culo di un povero Cristo»; «era quasi calvo e aveva occhiali fondi come i fa-nali di una volante». È, insomma, nelle pieghe del discorso che Petrella mette in gioco la propria peri-zia narrativa e vince la sfida, come il calciatore che mette in gioco la propria capacità tecnica nel drib-bling, e supera l’avversario nello spazio ristretto. ■

di Raffaele Messina

È‘fiuto’ la parola chiave del nuovo romanzo di Angelo Petrella, Fragile è la notte (Marsilio, 2018). Il fiuto, si sa, è la qualità per eccel-

lenza del protagonista dei polizieschi tradizionali. Petrella, dunque, recupera dalla tradizione di ge-nere tale qualità e l’attribuisce al suo investiga-tore, l’ispettore di Polizia Denis Carbone: «Denis fiutava nell’aria l’esistenza di un indizio», «[Denis] aveva il fiuto di un lupo», «lui ci fiutò dell’altro». Si tratta di un recupero significativo poiché marca la distanza rispetto ad altri investigatori e ad altre sfu-mature che il racconto poliziesco ha assunto in anni recenti. Penso al commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni, commissario che sin dalla prima in-

dagine, quella dell’Omicidio Carosino (2005), ‘per-cepisce’, ‘vede’ e ‘sente’ i morti ammazzati, dotato com’è di una ‘seconda vista’ o di una sua ‘follia’. Tutte caratteristiche che consentono all’Autore di curvare il giallo in direzione della riflessione sull’o-rigine del male, della percezione del dolore umano e, in definitiva, in direzione di una contaminazione con il racconto psicologico o anche sentimentale. Il recupero del lemma tradizionale operato da Pe-trella, è, dunque, elemento rappresentativo della volontà di collocare la propria opera nell’alveo del noir tradizionale. E a questo ci riconducono anche tutti gli altri elementi della caratterizzazione del protagonista. Infatti, Denis Carbone è un uomo solo, lasciato dalla compagna; è un alcolizzato che assume anche psicofarmaci; ha un passato torbido, ai limiti della galera; è inviso ai superiori che non a caso lo hanno spedito in un commissariato, quello di Posillipo, dove non c’è mai nulla di serio e impe-

Ester Fornario, donna tanto bella quanto ricca, tanto seducente quanto disinibita, viene trovata morta nella sua fantastica villa di Posillipo e proprio a Denis toccherà il compito di risolvere il difficile caso di omicidio.Fragile

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Angelo Petrella

(Napoli, 1978) è narratore e sceneggiatore per il cinema e la televisione. Ha esordito con i romanzi Cane rabbio-so e Nazi Paradise, poi seguiti dai noir La città perfetta (Garzanti, 2008) e Le api randage (Garzanti, 2012). Nel 2014 ha pubblicato il romanzo storico Pompei. L’incubo e il risveglio ed è poi tornato al thriller con Operazione Levante (Baldini & Castoldi, 2017) ottenendo il Premio “Megaris – XXVI edizione”. Fragile è la notte (Marsilio, 2018) è il primo di una serie di quattro noir di prossima pubblicazione.

Angelo Petrella torna in libreria con il primo di quattro noir legati alle indagini dell’ispettore Denis Carbone

Via Posillipo