Fra i tanti linguaggi,diretti e indiretti,quello della danza è · PDF...

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Fra i tanti linguaggi,diretti e indiretti,quello della danza è sicuramente uno dei più incisivi e occupa un posto di importanza primaria nell’universo dei linguaggi. Strumento della danza è il corpo che,unitamente alla musica,permette di esprimere le emozioni più profonde. È un linguaggio universale quello della danza e, quando si unisce all’amore per la propria terra e alla voglia di “raccontarla”attraverso il ballo,non può che nascerne uno spettacolo di straordinaria bellezza e suggestione come quello cui abbiamo assistito lunedì 20 aprile 2015 nella scuola secondaria di 1° grado di Cleto ,messo in scena dal gruppo Al Mantiah Ballet. Al Mantiah Ballet,nasce dal desiderio e dalla volontà di un gruppo di giovani danzatori che hanno voluto credere nella bellezza naturale e culturale del nostro territorio e nella possibilità di esprimerla e rappresentarla attraverso la danza. Le coreografie dei nove balletti messi in scena,sono state magistralmente curate dalla maestra di ballo Elvira Tonnara. La professoressa Aquino Anna ha curato la parte storica cui i balletti si ispiravano; gli stessi sono stati introdotti, di volta in volta, dalle alunne Plastino Lorena e Cuglietta Concetta che,nelle vesti rispettivamente di una professoressa e di una giornalista, hanno delineato il periodo storico di riferimento La parte tecnica è stata curata dal collaboratore Fabio Girone. Doveroso aggiungere che il gruppo Al Mantiah Ballet si autofinanzia. Il primo balletto è stato dedicato alle nostre origini,a cominciare dalle prime tracce nella storia della nostra regione.. Ispirato al paleolitico e al mesolitico,rappresenta le prime comunità che albergarono sul nostro territorio e le cui testimonianze risalgono a oltre novemila anni prima di Cristo. Il secondo balletto ci introduce in una splendida Calabria Greca. È il periodo della colonizzazione ellenica,quando le colonie ,sorte sul nostro territorio,conobbero uno sviluppo così rapido che non solo eguagliarono,ma addirittura superarono la Madrepatria per cultura e ricchezza guadagnandosi l appellativo di Magna Grecia. La musica dell’antica Roma costituisce la colonna sonora del terzo balletto mentre il quarto rappresenta una Calabria sotto l’influenza araba. Suggestiva la danza del ventre. In quel periodo Amantea fu costituita capitale dell’Emirato Arabo e ribattezzata Al- Mantiah. Da qui il nome del gruppo dei giovani danzatori.

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Page 1: Fra i tanti linguaggi,diretti e indiretti,quello della danza è · PDF file · 2015-04-28fisarmonica suonata da Policicchio Matteo e diretti dalla docente di musica professoressa

Fra i tanti linguaggi,diretti e indiretti,quello della danza è sicuramente uno dei più incisivi e occupa un posto di importanza primaria nell’universo dei linguaggi. Strumento della danza è il corpo che,unitamente alla musica,permette di esprimere le emozioni più profonde. È un linguaggio universale quello della danza e, quando si unisce all’amore per la propria terra e alla voglia di “raccontarla”attraverso il ballo,non può che nascerne uno spettacolo di straordinaria bellezza e suggestione come quello cui abbiamo assistito lunedì 20 aprile 2015 nella scuola secondaria di 1° grado di Cleto ,messo in scena dal gruppo Al Mantiah Ballet. Al Mantiah Ballet,nasce dal desiderio e dalla volontà di un gruppo di giovani danzatori che hanno voluto credere nella bellezza naturale e culturale del nostro territorio e nella possibilità di esprimerla e rappresentarla attraverso la danza. Le coreografie dei nove balletti messi in scena,sono state magistralmente curate dalla maestra di ballo Elvira Tonnara. La professoressa Aquino Anna ha curato la parte storica cui i balletti si ispiravano; gli stessi sono stati introdotti, di volta in volta, dalle alunne Plastino Lorena e Cuglietta Concetta che,nelle vesti rispettivamente di una professoressa e di una giornalista, hanno delineato il periodo storico di riferimento La parte tecnica è stata curata dal collaboratore Fabio Girone. Doveroso aggiungere che il gruppo Al Mantiah Ballet si autofinanzia.

Il primo balletto è stato dedicato alle nostre origini,a cominciare dalle prime tracce nella storia della nostra regione.. Ispirato al paleolitico e al mesolitico,rappresenta le prime comunità che albergarono sul nostro territorio e le cui testimonianze risalgono a oltre novemila anni prima di Cristo.

Il secondo balletto ci introduce in una splendida Calabria Greca. È il periodo della colonizzazione ellenica,quando le colonie ,sorte sul nostro territorio,conobbero uno sviluppo così rapido che non solo eguagliarono,ma addirittura superarono la Madrepatria per cultura e ricchezza guadagnandosi l appellativo di Magna Grecia. La musica dell’antica Roma costituisce la colonna sonora del terzo balletto mentre il quarto rappresenta una Calabria sotto l’influenza araba. Suggestiva la danza del ventre.

In quel periodo Amantea fu costituita capitale dell’Emirato Arabo e ribattezzata Al- Mantiah. Da qui il nome del gruppo dei giovani danzatori.

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Il quinto balletto ci introduce alla corte di Federico II che fece delle regioni del Sud una delle nazioni più civili del mondo,il famoso Regno del Sole,luogo di incontro di culture e civiltà diverse.

Nel sesto balletto siamo ancora sotto la dominazione spagnola. Giungiamo ai primi del

Novecento: i nostri ballerini sono ora dei contadini,dei braccianti agricoli che,causa l’estrema povertà si organizzano in una forma di protesta dando origine a quel fenomeno che gli storici chiamarono brigantaggio ma che in realtà fu solo una lotta per la sopravvivenza .

Il balletto successivo vede uomini e donne con una valigia in mano in procinto di partire: è il Chiantu de l’Emigranti, il pianto di chi abbandona tutto, famiglia, terra, casa per andare altrove per cercare migliori condizioni di vita.

Ultimo balletto una singolare rivisitazione della popolare canzone Calabrisella,successivamente cantata dai nostri alunni sulle note della fisarmonica suonata da Policicchio Matteo e diretti dalla docente di musica professoressa Mariano Maria Vittoria. La rappresentazione non poteva che concludersi con un messaggio di speranza espresso da Policicchio Elvira che è quello di non dover mai più vedere nessun giovane calabrese lasciare la propria terra. Canti e balli in vernacolo hanno concluso la manifestazione.                   Prof.ssa  Anna Aquino