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FORMAZIONE AREE A RISCHIOArt.9 CCNL 2003/2005Anno scolastico 2007/2008

a cura della prof.ssa L. Portolano

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Ancora dispersione scolastica

Siamo ancora lontani dagli obiettivi dell’Agenda di Lisbona che vincola i paesi UE a non superare, per il 2010, il 10% di abbandoni precoci (early school leavers).

I dati statistici rilevati dalla Direzione Studi e Programmazione del Ministero della Pubblica Istruzione sugli scrutini dell’anno scolastico 2004-2005 segnalano una distanza dell’Italia dall’obiettivo europeo di 10 punti.

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Nella scuola media

Sono 8.500 - di cui 3.000 nel primo anno di corso - i ragazzi che hanno abbandonato gli studi.

Una parte (oltre 5.000) si ritira dandone avviso formale alla scuola, mentre un’altra (3.480) sparisce senza spiegazioni.

Se i numeri sono piccoli in termini percentuali (si tratta dello 0,5%) degli iscritti, restano invece consistenti in termini assoluti.

Particolarmente preoccupante, in questo quadro, che ben 3000 ragazzi abbandonino gli studi già nella prima classe.

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Nella scuola superiore

Gli studenti che interrompono la frequenza sono il 3,7%, 93.747 in numeri assoluti. Anche qui è alta la percentuale delle interruzioni fin dal primo anno di corso (40,8%).

Non tutti quelli che interrompono abbandonano definitivamente: una parte passa ad altri indirizzi o, prima o poi, rientra in formazione nel canale della formazione professionale o nei corsi serali per lavoratori-studenti attivati, in numero ancora assai modesto, nella scuola secondaria superiore. Per altri, invece, l’abbandono è definitivo.

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Nella scuola superiore

Su 100 ragazzi che dopo la scuola media si iscrivono alla prima classe della scuola superiore, 17 non concludono positivamente l’anno scolastico.

Le conclusioni positive sono il 48%, mentre nel

35% dei casi i ragazzi, pur promossi, hanno 1 o più debiti formativi da recuperare.

Il risultato finale, tra bocciature/ripetenze, ritardi, abbandoni , è che quasi un terzo dei ragazzi italiani non consegue un diploma.

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Nella scuola superiore

La maggiore probabilità di conseguire il diploma riguarda i liceali (85%), seguono gli studenti dei tecnici (79%), dell’istruzione artistica (62,9%), degli istituti professionali (47,8%).

Mentre per i liceali non ci sono differenze

territoriali, per gli altri i valori del Sud e delle isole sono significativamente più bassi.

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Nella scuola superiore

In tutte le tipologie di scuola, le ragazze hanno risultati nettamente superiori a quelli dei maschi. Nei tecnici, scuole tradizionalmente più maschili che femminili, la probabilità delle ragazze di conseguire un diploma è pari a 87,6%, a fronte di una probabilità dei ragazzi pari a 74,5%.

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Nella scuola superiore

Nell’anno 2006, i 18-24enni con la sola licenza media, che in Basilicata sono il 12.6%, salgono al 30,4% in Sicilia.

 

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Gli studenti a rischio

rischiano di non ottenere successo nella scuola e nella vita e di non raggiungere il diploma. Paradossalmente si può affermare che ogni studente è a rischio, tranne quelle poche eccezioni di studenti fortunati dotati di ottime capacità e di un ambiente ideale di supporto.

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Quattro gruppi

studenti con tendenza alla fuga dal contesto scolastico;

studenti con difficoltà di apprendimento;

studenti pseudo-insufficienti: risultati inferiori alle capacità

studenti superdotati

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Commissione Giovanni Castellani 1998

“nonostante l’impetuosa crescita della scolarizzazione nella società italiana nel secondo dopoguerra e la forte riduzione che si è parallelamente verificata nel grado di selettività della stessa scuola, permane una ragguardevole distanza tra il grado di scolarizzazione espresso dalle classi più giovani di età in Italia e quello espresso dalle classi analoghe nei più avanzati Paesi occidentali.”

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Anello debole

aree del Meridione

Campania, Calabria, Basilicata,

Puglia, Sicilia e Sardegna, alcune zone del Nord Est e dell’area Sud Est della provincia di Milano.

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Scelte

Sulla scorta di tale indagine, il Ministero

decise di finanziare i mezzi e le tecnologie per veicolare e moltiplicare le forme di coinvolgimento degli alunni, per diversificare le metodologie dell’apprendimento e renderle più coerenti con le personalità e gli interessi dei singoli.

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La scuola deve:

rivedere i suoi curricula di studio mantenere nei percorsi formativi quegli

alunni che manifestano la tendenza a uscirne in vario modo anzitempo

attivare una didattica capace di offrire una pluralità di approcci, di occasioni, di stimoli intellettuali e disciplinari, una didattica non uniforme, non pensata solo con la cultura del ceto medio

partire dal presupposto della differente qualità e natura delle intelligenze, delle vocazioni e dei talenti degli alunni

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Necessità

Per combattere la dispersione

occorre che la scuola predisponga strumenti e occasioni regolari di riflessione, valutazione e riprogettazione della propria attività….

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Necessità

I fenomeni di abbandono, di insuccesso, di dispersione, possono essere combattuti dentro e attraverso la scuola; non vi è alcun rapporto di necessità, nessun nesso rigidamente meccanico tra il disagio e l’emarginazione sociale e l’insuccesso.

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Variabili sfavorevoli

Le condizioni, il contesto esterno, vanno visti come variabili sfavorevoli con cui confrontarsi; non come alibi o giustificazione di alti tassi di dispersione…

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Dieci regole

1.Migliorare la banca dati sui dropout (ossia sulla dispersione scolastica)

2. Predisporre un sistema d’allarme precoce che permetta di identificare il più presto possibile gli studenti in difficoltà per aiutarli e per prevenire l’insuccesso scolastico

3. Prevedere tutori e mediatori adulti per sostenere gli allievi in difficoltà

4. Sostenere i genitori nell’educazione dei figli, favorire la loro partecipazione alla vita della scuola ed individualizzare con piani personalizzati su misura la carriera scolastica fino al diploma

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Dieci regole

5. Riformare la formazione secondaria superiore (l’istruzione secondaria di secondo grado), con programmi propedeutici rigorosi di preparazione sistematica all’ amminissione agli studi universitari oppure all’entrata nel mondo del lavoro, che tengano conto delle aspettative delle aziende

6. Approntare un largo ventaglio di opzioni per sostenere gli allievi in difficoltà allo scopo di permettere a tutti di terminare l’istruzione secondaria di secondo grado con la preparazione necessaria per entrare all’università o nel mondo del lavoro

7. Prolungare l’obbligo scolastico fino ai 18 anni

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Dieci regole

8. Estendere il ventaglio di opzioni d’apprendimento offerte nell’ambito dell’insegnamento secondario di secondo grado per consentire di guadagnare crediti per l’accesso agli studi superiori

9. Stimolare la ricerca e la diffusione di buone pratiche creando centri d’informazione documentati su esperienze ben valutate di cui si può dire, prove alla mano, che funzionano

10. La riduzione del numero dei drop out, il miglioramento dell’istruzione secondaria di secondo grado, l’aumento della percentuale dei diplomati e dei laureati, nonché la preparazione di una manodopera competente devono diventare una priorità nazionale.

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Quando la scuola dà saturazione

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Istruzione troppo ripetitiva L’alunno resta a lungo in uno stesso

spazio o in compagnia delle stesse persone

L’alunno si sente obbligato a rimanere in determinate situazioni

L’alunno si sente costretto a seguire una lezione troppo pesante, mentre vorrebbe passare ad altro

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VARIETA’ RISPETTO

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ai luoghi alle attività da svolgere alle modalità di esecuzione alle persone con cui si sta in contatto Alle tipologie di rapporto

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AMBIENTE ARCHITETTONICO

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Dimensioni delle aule Laboratori (di scienze, attività teatrali,

lettura) Aule di informatica Spazi aperti e spazi chiusi Aula base e aula attrezzata

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Segnali di saturazione

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Facile distraibilità Tendenza a cambiare la posizione del

corpo Tendenza a chiacchierare con i

compagni Tendenza a guardarsi intorno Tendenza a giocherellare con le mani Tendenza a trastullarsi con un oggetto