Forma genere Introduzione al piano regolatore dei tempi e dell’orario DOCENTE – Carla Capaldo

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Forma genere Introduzione al piano regolatore dei tempi e dell’orario DOCENTE – Carla Capaldo. Tempi ed orari. Tempi e orari scandiscono la nostra vita, inevitabilmente, scorrendo in maniera differente da una città all’altra da un quartiere all’altro da un’età all’altra - PowerPoint PPT Presentation

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Forma genere

Introduzione al piano regolatore dei tempi e dell’orarioDOCENTE – Carla Capaldo

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Tempi ed orari

Tempi e orari scandiscono la nostra vita, inevitabilmente, scorrendo in maniera differente

da una città all’altra da un quartiere all’altro

da un’età all’altra Ripensare al nostro tempo, in funzione della vita lavorativa e di quella

privata, diventa dunque necessario per migliorare la qualità della vita stessa.

Una città deve prestare attenzione agli spazi in cui si vive il tempo, averne cura, sapendo rispondere alle continue trasformazioni del tessuto sociale, geografico ed economico.

Soddisfacendone le richieste e i bisogni per poter offrire servizi migliori e sempre maggiori.

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Tempi ed orari

La Normativa Le politiche dei tempi e orari delle città nascono agli inizi degli anni’90, nel quadro delle norme di riforma

della Pubblica Amministrazione: L. Naz.142/90 autonomia enti locali riorganizzazione macchina amm.tiva L. Naz. 241 /90 conferenza dei servizi L. Naz. 125/91 azioni positive - disparità di accesso formazione, equilibrio tra tempi lavoro/famiglia L.R. 62/92 norme per la formazione dei piani per il coordinamento degli orari. L. Naz. 29/93 riforma del pubblico impiego –organizzazione dei servizi – tempi e orari in rapporto con

i bisogni del cittadino. L. regionale n. 38 del 1998 Governo del tempo e dello spazio urbano e pianificazione degli orari della

città. L. 53/2000 Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla

formazione e per il coordinamento dei tempi delle città“ L.R. n.5/2005 Riorganizzazione degli spazi e dei tempi (bisogni differenti ) L. R. n. 16/2009 Cittadinanza di Genere

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tempi e orari

grazie a questi processi di riforma, ad esempio, che sono state introdotte novità come l’autocertificazione

• il dovere di indicare sempre il termine certo entro cui un procedimento deve concludersi

• gli uffici relazioni con il pubblico, detti “URP”, quale primo accesso alle informazioni

• pubblicità dell’attività amministrativa sui siti web Altra anima della regolamentazione sui tempi e gli orari della

città, invece, è legata alle tematiche della cosiddetta “conciliazione” fra famiglia e lavoro

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La conciliazione con i tempi di vita

Alcuni fattori importanti di cambiamento mutamenti economici e sociali, maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro diversificazione dei modelli e dei carichi familiari (aumento della

popolazione anziana )

conciliare diventa un aspetto centrale per lo sviluppo dell’occupazione femminile e del mondo economico e produttiv0

le donne hanno cambiato il loro stile di vita,

Nasce una maggiore esigenza della condivisione delle attività di cura e della gestione familiare da parte del partner e pone ulteriori esigenze di riorganizzazione del lavoro, essendo questo ancora modellato sulla cultura aziendale maschile ( uguale/ neutro e presenza premiante )

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Riferimenti legislativi

• Legge Regionale 1998 n. 38 “Governo del tempo e dello spazio urbano e pianificazione degli orari della città.

Finalità : promuovere• a) pari opportunità, qualità della vita e dimensione di comunità, nella

progettazione degli spazi e delle infrastrutture, nella dislocazione delle funzioni, nella programmazione dei flussi di mobilità, nella modulazione dei tempi d’uso delle attrezzature e dei servizi;

• b) l’accessibilità alle attività lavorative e ai servizi destinati alla cura, alla vita di relazione, alla crescita culturale e ricreativa, allo scopo di favorire il riequilibrio delle responsabilità professionali e di cura tra donne e uomini, anche mediante una diversa organizzazione dei lavori, e l’integrazione nella vita sociale, senza esclusioni;

• c) l’armonizzazione dei tempi delle città tramite il coordinamento degli orari dei servizi pubblici e privati.

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Riferimenti legislativi

• Legge Naz. 8 marzo 2000, n. 53"Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto

alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città“ Finalità :• promuove un equilibrio tra tempi di lavoro, di cura, di formazione e di

relazione, mediante:•

a) l'istituzione dei congedi dei genitori e l'estensione del sostegno ai genitori di soggetti portatori di handicap;

•b) l'istituzione del congedo per la formazione continua e l'estensione dei congedi per la formazione;

•c) il coordinamento dei tempi di funzionamento delle città e la promozione dell'uso del tempo per fini di solidarietà sociale.

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Riferimenti legislativi

Le legge ha proposto azioni di sviluppo su tre direttrici: la cultura, promuovendo un maggior coinvolgimento dei padri nella

gestione familiare (uso dei congedi parentali) l’ambito aziendale, stanziando contributi per incentivare le aziende a

sperimentare azioni di conciliazione, con l’obiettivo di introdurre nuove modalità organizzative e gestionali dei tempi di lavoro family friendly .

le politiche dei tempi delle città, richiamando l’attenzione degli enti locali ad esercitare funzioni essenziali per il bilanciamento dei tempi e la qualità della vita delle persone e delle famiglie;Introduzione del Piano territoriale degli orari, definito come uno «strumento unitario per finalità ed indirizzi, articolato in progetti, anche sperimentali, relativi al funzionamento dei diversi sistemi orari dei servizi urbani. (art. 22)

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Art. 22. (Compiti delle regioni).

• comma 1. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge le regioni definiscono, con proprie leggi, ‘ norme per il coordinamento da parte dei comuni degli orari degli esercizi commerciali, dei servizi pubblici e degli uffici periferici delle amministrazioni pubbliche, nonche' per la promozione dell'uso del tempo per fini di solidarieta' sociale,

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Art. 22. (Compiti delle regioni).

• comma 2. Le regioni prevedono incentivi finanziari per i comuni, anche attraverso l'utilizzo delle risorse ai fini della predisposizione e dell'attuazione dei piani territoriali degli orari.

• comma 3.Le regioni possono istituire comitati tecnici, composti da esperti in materia di progettazione urbana, di analisi sociale, di comunicazione sociale e di gestione organizzativa, con compiti consultivi in ordine al coordinamento degli orari delle citta' e per la valutazione degli effetti sulle comunita' locali dei piani territoriali degli orari.

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Art. 22. (Compiti delle regioni).

• comma 4. Nell'ambito delle proprie competenze in materia di formazione professionale, le regioni promuovono corsi di qualificazione e riqualificazione del personale impiegato nella progettazione dei piani territoriali degli orari e nei progetti di riorganizzazione dei servizi.

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Art. 22. (Compiti delle regioni).

• comma 5. Le leggi regionali di cui al comma 1 indicano: • a) criteri generali di amministrazione e coordinamento degli

orari di apertura al pubblico dei servizi pubblici e privati, degli uffici della pubblica amministrazione, dei pubblici esercizi commerciali e turistici, delle attivita' culturali e dello spettacolo, dei trasporti;

• b) i criteri per l'adozione dei piani territoriali degli orari;• c) criteri e modalita' per la concessione ai comuni di

finanziamenti per l'adozione dei piani territoriali degli orari e per la costituzione di banche dei tempi, con priorita' per le iniziative congiunte dei comuni con popolazione non superiore a 30.000 abitanti

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Art. 24. (Piano territoriale degli orari). • Comma 1. Il piano territoriale e' strumento unitario per finalita' ed indirizzi, articolato in

progetti, anche sperimentali, relativi al funzionamento dei diversi sistemi di orari dei servizi urbani e alla loro graduale armonizzazione e coordinamento.

• comma. 2. I comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti sono tenuti ad individuare un responsabile cui e' assegnata la competenza in materia di tempi ed orari ( ufficio tempi e orari ) e che partecipa alla conferenza dei servizi.

• comma. 3. I comuni con popolazione non superiore a 30.000 abitanti possono istituire l'ufficio in forma associata.

• comma 4. Il sindaco elabora le linee guida del piano. A tale fine attua forme di consultazione con le amministrazioni pubbliche, le parti sociali, nonche' con le associazioni territoriali, associazioni delle famiglie …..

• comma 5. Nell'elaborazione del piano si tiene conto degli effetti sul traffico, sull'inquinamento e sulla qualita' della vita cittadina degli orari di lavoro pubblici e privati, degli orari di apertura al pubblico dei servizi pubblici e privati, degli uffici periferici delle amministrazioni pubbliche, delle attivita' commerciali, ferme restando le delle istituzioni formative, culturali e del tempo libero.

• comma 6. Il piano e' approvato dal consiglio comunale su proposta del sindaco ed e' vincolante per l'amministrazione comunale, che deve adeguare l'azione dei singoli assessorati alle scelte in esso contenute. Il piano e' attuato con ordinanze del sindaco.

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Legge Regionale n. 1/2005

• “Norme per il governo del territorio” che prescrive• ai comuni la redazione dei “Piani d’indirizzo e di regolazione

degli orari”, vedi art.3 della L.R. 38 del 1998• Il Piano riflette la trasversalità spazio-tempo con la funzione

di costruire e di mettere in relazione fra loro tempi e spazi di vita, ossia mettere insieme piani diversi (di settore), ma pensati e definiti con un approccio intersettoriale.

• L’approccio alle politiche spazio-temporali considera il tempo e lo spazio prima di tutto come qualità. Qualità del tempo di vita e qualità degli spazi, è un binomio inscindibile.

• In questo senso la problematica dei tempi rompe le rigidità dei piani urbanistici e di settore.

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art.3 della L.R. 38 del 1998 (v. L.R. n.1 del 2005) Piano di indirizzo e di regolazione degli orari - Adozione e contenuti

• comma 1. I comuni > 30.000 ab. adottano un piano di indirizzo e di regolazione degli orari per la predisposizione dei progetti che costituiscono il coordinamento degli orari della città. Gli altri hanno la facoltà di adottarlo.

• comma 2 Il Piano di indirizzo e di regolazione degli orari, in raccordo con il Piano delle Funzioni e il Piano della Mobilità, contiene indicazioni e direttive per il raggiungimento degli obiettivi di

• a) valorizzazione della soggettività dei bambini e delle bambine, come misura di qualificazione

• b) organizzazione dell’accessibilità ai servizi socio-sanitari, scolastici, per il tempo libero, garantendone il raggiungimento con i mezzi di trasporto pubblico, al fine di rendere congruenti tempi, orari e localizzazioni delle singole strutture, in relazione alla vita e al funzionamento delle diverse aree territoriali;

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…segue art.3 della L.R. 38 del 1998 (v. L.R. n.1 del 2005) Piano di indirizzo e di regolazione degli orari - Adozione e contenuti

• c) armonizzazione graduale con le attività lavorative degli orari dei servizi, con schemi di orario e con tipologie differenziate conciliazione / di cura, prevedendo :

• - la flessibilità e ampliamento degli orari di accesso ai servizi socio-educativi, assistenziali e sanitari, per la durata media e per articolazione giornaliera,

• - la revisione degli orari di biblioteche, musei ed enti culturali, con l’aumento della durata giornaliera di apertura, con estensione alle fasce serali e della durata settimanale, in modo da consentirne un’ampia fruizione.

• - la programmazione degli orari delle attività commerciali in modo da garantirne la fruizione nelle diverse zone della città, anche non facendo coincidere gli orari di apertura, di chiusura e i turni di riposo per gli esercizi dello stesso ramo di attività;

• d) attivazione di coordinamenti sovra comunale per piani - orari di servizi con vasti bacini di utenza, in particolare quelli della mobilità e del traffico, anche attraverso un collegamento con le Province per il loro ruolo di programmazione territoriale, ovvero con l’Area Metropolitana;

• e)esemplificazione delle modalità di accesso, la piena applicazione delle disposizioni in materia di autocertificazione; - la valorizzazione degli Uffici di relazioni con il pubblico; l ’introduzione di procedure informatizzate e connesse in rete.

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Normative e progetti

L.R. 2009 n. 16 Regione Toscana Cittadinanza di genere art. 3 Azioni di sistema volte alla conciliazione vita-lavoro ( rilevando le

esigenze territoriali) Sperimentare formule di o.d.l. nella p.a. e nelle aziende private volte alla

conciliazione; Promozione di un equa distribuzione delle responsabilità familiari; Incremento del ricorso ai congedi parentali da parte degli uomini; Interventi del governo del tempo e dello spazio urbano e pianificazione

degli orari della città;art.8 tavolo regionale di coordinamento delle politiche di genere.Art. 13 bilancio di genere quale strumento di monitoraggio e valutazione delle

politiche regionali.

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Normative e progetti

La finalità che la legislazione regionale si propone di perseguire:

pari opportunità, qualità della vita e dimensione di comunità, nella progettazione degli spazi, infrastrutture,dislocazione delle funzioni, modalità dei tempi d’uso delle attrezzature e servizi;

l’accessibilità alle attività lavorative e ai servizi destinati alla cura, alla vita di relazione, alla crescita culturale e ricreativa, allo scopo di favorire il riequilibrio delle responsabilità professionali e di cura tra donne e uomini, anche mediante una diversa organizzazione dei lavori, e l’integrazione nella vita sociale, senza esclusioni;

l’armonizzazione dei tempi delle città tramite il coordinamento dei servizi pubblici e privati

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La conciliazione

Linea strategica di sviluppo e competitività Rendere compatibile la sfera lavorativa con quella familiare,

consentendo a ciascun individuo di vivere al meglio molteplici ruoli che gioca all’interno di società sempre più complesse.

Le politiche di conciliazione rappresentano un fattore importante di innovazione dei modelli sociali, economici e culturali.

Le politiche di conciliazione toccano la sfera privata, pubblica, politica e sociale con un impatto sull’riequilibrio dei carichi di cura all’interno della coppia, sull’odl del lavoro, dei tempi della città, nonché sul coordinamento dei servizi di interesse pubblico.

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Il fabbisogno di conciliazione

Quando e per chi il contrasto è più elevatoPer le madri

Periodo della maternità con rischio di esclusione e difficoltà di rientro

Ordinaria cura dei figli e gestione dell’emergenza Per assistenza disabili e/o portatori di gravi patologie Per assistenza anziani Per ordinarie attività familiari

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La conciliazione in azienda

Superare la femminilizzazione della conciliazione Costruire una visione o più visioni del problema possibili

soluzioni win – win (soddisfacimento comune) Valorizzazione del capitale umano, quale concezione

collaborativa e non antagonista del lavoro, Maggiore attenzione ai risultati sociali come dimensione

rilevante del benessere organizzativo interno ed esterno

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Il ruolo della p.a. nelle politiche di conciliazione

La pubblica amministrazione può assumere un duplice ruolo. Promuovere politiche di conciliazione per i propri dipendenti Promuovere politiche di conciliazione per l’intera comunità Sensibilizzare la comunità locale sulla conciliazione• Alcune indicazioni PROGRAMMA DI SVILUPPO REGIONALE 2012-

2015 alcuni orientamenti generali. - azioni di sostegno al lavoro autonomo, incremento al sostegno

per il lavoro di cura parentale, promozione delle donne nei luoghi decisionali sia in ambito privato che pubblico…… indirizzi che possono trovare applicazione nel piano territoriale degli orari dei Comuni.

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Tempi e orari

In sintesi :

• la questione dei tempi è “trasversale” e il Comune ne è direttamente responsabile;

• dal 1990 in poi, la riforma della pubblica amministrazione garantisce più trasparenza ed efficienza nell’attività amministrativa: per i cittadini significa un gran risparmio di tempo e un servizio migliore;

• anche la legislazione sulle pari opportunità si occupa di tempi e orari della città: coordinarli e armonizzarli significa agevolare la conciliazione fra vita familiare e lavoro e la ridistribuzione degli impegni domestici all’interno della famiglia;

• Finalità generali contribuire a migliorare per tutti e tutte la qualità della vita.

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Tempi e orari

nella normativa regionale toscana la “questione dei tempi” è legata strettamente a quella degli spazi della città;

la pianificazione di tempi e orari, quindi, assieme a quella della mobilità e delle funzioni, deve essere integrata nelle azioni di governo del territorio;

per progettare la città bisogna tenere conto degli aspetti materiali e anche di quelli immateriali della vita di tutti i giorni.

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Tempi e orari

Per quanto riguarda l’aspetto programmatico, ogni Comune è tenuto ad adottare un Piano di indirizzo e regolazione degli orari

(art. 3) che, in raccordo con il Piano delle Funzioni e il Piano della Mobilità, deve contenere indicazioni e direttive per il raggiungimento di una serie di obiettivi, che possiamo riassumere in cinque aree di intervento fondamentali:

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Piani di indirizzo

5 possibili aree di intervento• a)città “baby-friendly” (in cui bambini e bambine abbiano

diritto di crescere e giocare in sicurezza e serenità); • b) accessibilità con mezzi pubblici ai servizi socio-sanitari,

scolastici e per il tempo libero; • c) conciliazione fra tempo della famiglia e tempo di lavoro

(attraverso orari di apertura al pubblico degli uffici, dei servizi e degli esercizi commerciali);

• d) coordinamento a livello sovracomunale con vasti bacini d’utenza, specie per gestire la mobilità e il traffico;

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Tempi e orari

• La manovra finanziaria della scorsa estate – Dl 98 del 6 luglio 2011 – ha previsto la liberalizzazione degli esercizi commerciali prevista dalla manovra finanziaria. Liberalizzazione e aumento del tempo lavoro. Società dei servizi