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Anno XVIII F ONDAZIONI Periodico delle Fondazioni di origine bancaria Maggio - Giugno 2017 Tariffa regime libero 20/D - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Roma LE FONDAZIONI GUARDANO AI PROTAGONISTI DEL FUTURO Se ti impegni ce la fai. Se studi puoi costruirti la vita che desideri. Il tuo futuro è nelle tue mani. Fino a qualche decennio fa questi incitamenti ai giovani parevano trovare nell’esperienza della re- altà una rispondenza senz’altro maggiore di quanto non avvenga oggi. Attualmente la distanza tra il sogno di un progetto e la concreta possibilità di realizzarlo sembra molto più breve per alcuni e molto più ampia per altri. E da parte di chi si muove dalle retroguardie il gap non è più colmabile con la motivazione, la buona vo- lontà e l’impegno: fattori senz’altro necessari per raggiungere un buon risul- tato in qualsiasi campo, ma oggi non più sufficienti per chi parte da una condi- zione di svantaggio. Il disallineamento di passo molte volte ha origine fin dalla prima infanzia e pro- segue nel tempo. Carenze scolastiche, disagio fami- gliare, abusi, povertà mo- rale, educativa e alimentare fanno da sfondo a storie che, pur non emblematiche di una condizione gene- rale, lasciano tuttavia tra- sparire la fragilità di un contesto in cui, con pro- gressiva frequenza, nel no- stro Paese emergono fattori che rischiano di condizionare negativamente la crescita dei minori: persone in formazione, da proteggere dalle insidie e alle quali garantire pienezza di opportunità. Non è questa una sfida semplice, soprattutto in un fran- gente congiunturale in cui le difficoltà non man- cano, e per affrontarla nella pluralità dei suoi aspetti, insieme allo Stato, ci deve essere l’intera comunità educante, fatta dalla famiglia, dalla scuola, dalle or- ganizzazioni di terzo settore e religiose, dai media, e anche dalle Fondazioni di origine bancaria. Con erogazioni che superano i 150 milioni di euro al- l’anno (2.200 milioni di euro tra il 2002 e il 2015), esse molto si impegnano nel sostegno a iniziative utili a rimuovere quegli ostacoli di ordine culturale, economico e sociale che limitano il pieno sviluppo di bambini e ragazzi. Inoltre, dal 2016, in aggiunta alle numerose iniziative autonomamente finan- ziate, stanno realizzando, insieme al Governo e al Terzo settore, un grande progetto collettivo, artico- lato a livello nazionale e regionale, che trova il suo perno nel Fondo per il Contrasto della Povertà Educativa Minorile. Le Fondazioni lo alimentano con un contributo di 120 milioni di euro all’anno, per tre anni, destinati a sostenere bandi per il finan- ziamento di iniziative a favore dell’infanzia svan- taggiata, con l’intento di compensare situazioni di squilibrio e di disuguaglianza là dove la povertà educativa è frutto di povertà economica e, in un cir- colo vizioso, spesso la alimenta. «È un’iniziativa parziale per risolvere definitivamente il problema – afferma Giuseppe Guzzetti – ma senz’altro è la più vasta in questo senso mai progettata. Prevede un impegno diretto, circoscritto e puntuale delle nostre Fondazioni. Viene attuata in un’ottica di massima trasparenza e rendicontazione, oltre che di valutazione di impatto: una vera novità nel pa- norama nazionale». In uno scenario in trasformazione in cui famiglia e scuola fanno fatica a svolgere appieno i compiti loro affidati, è l’intera comunità educante che deve svol- gere con profonda consapevolezza un ruolo di ac- compagnamento dei giovani all’età adulta. Un ruolo dal quale essa non può prescindere, sia nel tempo ex- trascolastico, quando i minori possono, e dovrebbero, praticare uno sport, imparare una lingua, fare i com- piti, giocare, parlare dei propri bisogni, problemi e aspettative, sia nel contesto strettamente scolastico, dove spesso mancano gli strumenti e i servizi ade- guati per non lasciare indietro nessun bambino, ma- lato, straniero o, comunque, svantaggiato; oppure semplicemente per dare a tutti il massimo possibile delle opportunità di formazione e di crescita. Di que- sto si parlerà mercoledì 21 giugno a Roma, in un in- contro dal titolo “È una questione di educazione. Co- munità e crescita delle nuove generazioni”, organiz- zato da Acri e Assifero, al quale, insieme ai presidenti delle due associazioni, rispettivamente Giuseppe Guzzetti e Felice Scalvini, parteciperanno: Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, che terrà una relazione introdut- tiva; Tommaso Nannicini, presidente del Comitato di indirizzo strategico del Fondo per il Contrasto della Povertà Educativa Minorile; Marco Rossi Doria, inse- gnante, già sottosegretario di Stato del Ministero dell’Istru- zione, dell’Università e della Ricerca; Massimo Ammaniti, professore ordinario di Psico- patologia dello Sviluppo al- l’Università La Sapienza di Roma; Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale della Rai; Barbara Riccardi, insegnante finalista al Global Teacher Prize 2016; Costanza Strumenti vicepresidente del Parlamento Regionale degli Studenti della Toscana; Don Fabrizio Valletti, direttore del Centro Hurtado. L’obiettivo è focalizzare l’attenzione sul- l’importanza che una molte- plicità di soggetti, insieme alla scuola e alla famiglia, ha nel contribuire alla formazione e alla crescita dei minori. L’incontro fornirà spunti di riflessione anche per le iniziative che si terranno sui territori domenica 1° ottobre 2017, in occasione della quinta edizione della “Giornata Europea delle Fondazioni”, la cui istituzione è stata proposta da Dafne (Donors and Foundations Networks in Europe), l’organizzazione che riunisce le associazioni di fonda- zioni del continente, di cui Acri e Assifero fanno parte. Il 21 giugno un’ampia riflessione sull’educazione delle nuove generazioni Quello della ricerca scientifica è uno dei principali settori di inter- vento delle Fondazioni di origine bancaria, che in questa direzione finalizzano ben oltre cento mi- lioni di euro all’anno (118,4 mi- lioni nel 2015). Il loro impegno si inserisce in un quadro complesso che vede da un lato la Ue fissare al 3% del Pil, entro il 2020, gli in- vestimenti in ricerca da parte di ogni singolo paese (1% di finan- ziamenti pubblici, 2% di investi- menti privati), dall’altro le crescenti difficoltà dell’Italia al riguardo con impieghi in ricerca, sviluppo e innovazione ancora bassi non solo rispetto al target 2020, ma anche agli attuali livelli di investimento dei paesi Ue: l’1,29% del Pil contro il 2,03% della media europea. Dunque giunge opportuno un accordo quadro firmato da Acri, per le Fondazioni, e da Crui, la Confe- renza dei Rettori delle Università Italiane, al fine di definire insieme progetti capaci di diffondere il valore culturale, economico e so- ciale della ricerca scientifica, il cui scarso radicamento deter- mina un gap a sfavore dell’Italia che vede coinvolte in primo luogo le imprese private: le loro spese in R&S sono lo 0,72% del Pil ri- spetto a una media Ue dell’1,3%, mentre il pubblico è allo 0,53% contro una media Ue dello 0,72%. L’accordo Acri - Crui è stato siglato il 28 aprile scorso dai presidenti delle due organiz- zazioni, rispettivamente l’avvo- cato Giuseppe Guzzetti e il professor Gaetano Manfredi. Intanto il Consiglio di Acri ha varato la terza edizione dell’ini- ziativa“Young Investigator Tra- ining Program”, un bando destinato a università, istituti di ricerca di natura pubblica e/o privata e altri enti di ricerca ita- liani che, grazie a risorse messe a disposizione dalle Fondazioni, potranno ospitare giovani ricer- catori provenienti dall’estero, che collaboreranno, per almeno un mese, a progetti coordinati dagli enti vincitori del bando, ri- cevendo 3mila euro se prove- nienti dall’area europea, altri- menti 4mila. A favore delle due precedenti edizioni le Fonda- zioni hanno erogato complessi- vamente 700mila euro, dando un proprio originale contributo affinché giovani che operano al- l’estero possano inserirsi nel- l’attività di centri di ricerca italiani, stabilendo e consoli- dando rapporti utili a imple- mentare progetti di ricerca di interesse comune. Acri e Crui insieme per la ricerca F ONDAZIONI Periodico delle Fondazioni di origine bancaria

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Anno XVIII

FONDAZIONIPeriodico del le Fondazioni di or igine bancaria

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LE FONDAZIONI GUARDANOAI PROTAGONISTI DEL FUTUROSe ti impegni ce la fai. Se studi puoi costruirti lavita che desideri. Il tuo futuro è nelle tue mani.Fino a qualche decennio fa questi incitamenti aigiovani parevano trovare nell’esperienza della re-altà una rispondenza senz’altro maggiore diquanto non avvenga oggi. Attualmente la distanzatra il sogno di un progetto e la concreta possibilitàdi realizzarlo sembra molto più breve per alcuni emolto più ampia per altri.E da parte di chi si muovedalle retroguardie il gapnon è più colmabile con lamotivazione, la buona vo-lontà e l’impegno: fattorisenz’altro necessari perraggiungere un buon risul-tato in qualsiasi campo,ma oggi non più sufficientiper chi parte da una condi-zione di svantaggio.Il disallineamento di passomolte volte ha origine findalla prima infanzia e pro-segue nel tempo. Carenzescolastiche, disagio fami-gliare, abusi, povertà mo-rale, educativa e alimentarefanno da sfondo a storieche, pur non emblematichedi una condizione gene-rale, lasciano tuttavia tra-sparire la fragilità di uncontesto in cui, con pro-gressiva frequenza, nel no-stro Paese emergono fattori che rischiano dicondizionare negativamente la crescita dei minori:persone in formazione, da proteggere dalle insidiee alle quali garantire pienezza di opportunità. Nonè questa una sfida semplice, soprattutto in un fran-gente congiunturale in cui le difficoltà non man-cano, e per affrontarla nella pluralità dei suoi aspetti,insieme allo Stato, ci deve essere l’intera comunitàeducante, fatta dalla famiglia, dalla scuola, dalle or-ganizzazioni di terzo settore e religiose, dai media,e anche dalle Fondazioni di origine bancaria. Conerogazioni che superano i 150 milioni di euro al-l’anno (2.200 milioni di euro tra il 2002 e il 2015),esse molto si impegnano nel sostegno a iniziativeutili a rimuovere quegli ostacoli di ordine culturale,economico e sociale che limitano il pieno sviluppodi bambini e ragazzi. Inoltre, dal 2016, in aggiuntaalle numerose iniziative autonomamente finan-ziate, stanno realizzando, insieme al Governo e alTerzo settore, un grande progetto collettivo, artico-lato a livello nazionale e regionale, che trova il suoperno nel Fondo per il Contrasto della PovertàEducativa Minorile. Le Fondazioni lo alimentanocon un contributo di 120 milioni di euro all’anno,per tre anni, destinati a sostenere bandi per il finan-ziamento di iniziative a favore dell’infanzia svan-taggiata, con l’intento di compensare situazioni disquilibrio e di disuguaglianza là dove la povertàeducativa è frutto di povertà economica e, in un cir-colo vizioso, spesso la alimenta. «È un’iniziativaparziale per risolvere definitivamente il problema– afferma Giuseppe Guzzetti – ma senz’altro è lapiù vasta in questo senso mai progettata. Prevedeun impegno diretto, circoscritto e puntuale dellenostre Fondazioni. Viene attuata in un’ottica dimassima trasparenza e rendicontazione, oltre chedi valutazione di impatto: una vera novità nel pa-norama nazionale».

In uno scenario in trasformazione in cui famiglia escuola fanno fatica a svolgere appieno i compiti loroaffidati, è l’intera comunità educante che deve svol-gere con profonda consapevolezza un ruolo di ac-compagnamento dei giovani all’età adulta. Un ruolodal quale essa non può prescindere, sia nel tempo ex-trascolastico, quando i minori possono, e dovrebbero,praticare uno sport, imparare una lingua, fare i com-

piti, giocare, parlare dei propri bisogni, problemi easpettative, sia nel contesto strettamente scolastico,dove spesso mancano gli strumenti e i servizi ade-guati per non lasciare indietro nessun bambino, ma-lato, straniero o, comunque, svantaggiato; oppuresemplicemente per dare a tutti il massimo possibiledelle opportunità di formazione e di crescita. Di que-sto si parlerà mercoledì 21 giugno a Roma, in un in-

contro dal titolo “È una questione di educazione. Co-munità e crescita delle nuove generazioni”, organiz-zato da Acri e Assifero, al quale, insieme ai presidentidelle due associazioni, rispettivamente GiuseppeGuzzetti e Felice Scalvini, parteciperanno: RaffaelaMilano, direttore dei Programmi Italia-Europa diSave the Children, che terrà una relazione introdut-tiva; Tommaso Nannicini, presidente del Comitato

di indirizzo strategico delFondo per il Contrasto dellaPovertà Educativa Minorile;Marco Rossi Doria, inse-gnante, già sottosegretario diStato del Ministero dell’Istru-zione, dell’Università e dellaRicerca; Massimo Ammaniti,professore ordinario di Psico-patologia dello Sviluppo al-l’Università La Sapienza diRoma; Antonio CampoDall’Orto, direttore generaledella Rai; Barbara Riccardi,insegnante finalista al GlobalTeacher Prize 2016; CostanzaStrumenti vicepresidente delParlamento Regionale degliStudenti della Toscana; DonFabrizio Valletti, direttore delCentro Hurtado. L’obiettivo èfocalizzare l’attenzione sul-l’importanza che una molte-plicità di soggetti, insieme allascuola e alla famiglia, ha nelcontribuire alla formazione e

alla crescita dei minori. L’incontro fornirà spuntidi riflessione anche per le iniziative che si terrannosui territori domenica 1° ottobre 2017, in occasionedella quinta edizione della “Giornata Europea delleFondazioni”, la cui istituzione è stata proposta daDafne (Donors and Foundations Networks in Europe),l’organizzazione che riunisce le associazioni di fonda-zioni del continente, di cui Acri e Assifero fanno parte.

Il 21 giugno un’ampia riflessione sull’educazione delle nuove generazioni

Quello della ricerca scientifica èuno dei principali settori di inter-vento delle Fondazioni di originebancaria, che in questa direzionefinalizzano ben oltre cento mi-lioni di euro all’anno (118,4 mi-lioni nel 2015). Il loro impegno siinserisce in un quadro complessoche vede da un lato la Ue fissareal 3% del Pil, entro il 2020, gli in-vestimenti in ricerca da parte diogni singolo paese (1% di finan-ziamenti pubblici, 2% di investi-menti privati), dall’altro lecrescenti difficoltà dell’Italia alriguardo con impieghi in ricerca,sviluppo e innovazione ancorabassi non solo rispetto al target2020, ma anche agli attuali livellidi investimento dei paesi Ue:l’1,29% del Pil contro il 2,03%della media europea. Dunquegiunge opportuno un accordoquadro firmato da Acri, per le

Fondazioni, e da Crui, la Confe-renza dei Rettori delle UniversitàItaliane, al fine di definire insiemeprogetti capaci di diffondere ilvalore culturale, economico e so-ciale della ricerca scientifica, ilcui scarso radicamento deter-mina un gap a sfavore dell’Italiache vede coinvolte in primo luogole imprese private: le loro spesein R&S sono lo 0,72% del Pil ri-spetto a una media Ue dell’1,3%,mentre il pubblico è allo 0,53%contro una media Ue dello0,72%. L’accordo Acri - Crui èstato siglato il 28 aprile scorsodai presidenti delle due organiz-zazioni, rispettivamente l’avvo-cato Giuseppe Guzzetti e ilprofessor Gaetano Manfredi.Intanto il Consiglio di Acri havarato la terza edizione dell’ini-ziativa“Young Investigator Tra-ining Program”, un bando

destinato a università, istituti diricerca di natura pubblica e/oprivata e altri enti di ricerca ita-liani che, grazie a risorse messea disposizione dalle Fondazioni,potranno ospitare giovani ricer-catori provenienti dall’estero,che collaboreranno, per almenoun mese, a progetti coordinatidagli enti vincitori del bando, ri-cevendo 3mila euro se prove-nienti dall’area europea, altri-menti 4mila. A favore delle dueprecedenti edizioni le Fonda-zioni hanno erogato complessi-vamente 700mila euro, dandoun proprio originale contributoaffinché giovani che operano al-l’estero possano inserirsi nel-l’attività di centri di ricercaitaliani, stabilendo e consoli-dando rapporti utili a imple-mentare progetti di ricerca diinteresse comune.

Acri e Crui insieme per la ricerca

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primo piano

FONDAZIONI Maggio - Giugno 2017

MINORI SEMPRE PIÙ POVERIIn Italia i minori sono sempre più poveri. Lo registral’ultimo rapporto di Save the Children “Futuro inpartenza? L’impatto delle povertà educative sull’in-fanzia in Italia”, uscito a fine marzo. Negli ultimidieci anni la percentuale di minori in povertà asso-luta – oltre 1,1 milioni – è quasi triplicata (passandodal 3,9% della popolazione di riferimento nel 2005al 10,9% nel 2015; fonte Istat) e quella dei minoriin povertà relativa – più di 2 milioni di bambini eadolescenti – è raddoppiata (passando dal 12,6% al20,2% nel 2015, con un’impennata diquasi 8 punti percentuali a partire dal2011). Spesso allo svantaggio econo-mico si accompagna uno svantaggioeducativo, in un spirale perversa che ènecessario interrompere, per non la-sciare bambini e ragazzi privi dellapossibilità di sviluppare al meglio ipropri talenti, capacità e aspirazioni. Dal rapporto di Save the Childrenemerge un quadro dell’Italia che, dopoanni, stenta a far decollare il futuro deipropri ragazzi e che, nonostante alcunimiglioramenti, risulta ancora lontanadal resto d’Europa e, soprattutto, mo-stra al Sud le maggiori privazioni edu-cative per i minori, con ritardiimportanti, che tuttavia non rispar-miano le regioni del Centro e del Nord.Sono soprattutto i minori che proven-gono dalle famiglie svantaggiate dal punto di vistasocio-economico a subire le più gravi conse-guenze della povertà educativa; e si tratta di unfenomeno in forte crescita, come i dati mostranonel dettaglio. Nonostante il numero di ragazzi chein Italia abbandonano precocemente gli studi si siapiù che dimezzato negli ultimi ventitre anni, pas-sando dal 38% del 1992 al 15% del 2015, il nostroPaese rimane indietro rispetto ai paesi dell’UnioneEuropea (la cui media è dell’11%) posizionandosial quartultimo posto, seguito soltanto da Romania(19%), Spagna e Malta (a pari merito con il 20%).Il numero dei ragazzi che non partecipano ad atti-vità culturali, ricreative e sportive è aumentata di 6punti percentuali dal 2010 al 2013 (passando dal59% al 65%), attestandosi attualmente al 60%, epur se la percentuale di ragazzi che non raggiun-gono le competenze minime in matematica è scesadi 10 punti percentuali, passando dal 33% del 2006al 23% del 2015, questo trend positivo si è arrestatonegli ultimi sei anni (paesi come Cina, Russia eVietnam presentano percentuali molto più bassedell’Italia, comprese tra il 16% e il 19%). Quasi la metà degli alunni in Italia (48%, percen-tuale che purtroppo non ha subito alcun decrementonegli ultimi tre anni) è priva del servizio di mensa

scolastica, sebbene una corretta alimentazione ascuola garantisca non solo un buono sviluppo fisicoma anche la socialità e l’apprendimento dei minori.Se in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia,Piemonte, Toscana e Valle d’Aosta la percentualedi alunni senza mensa è di circa un terzo, in regionicome Calabria, Campania e Molise è di circa dueterzi e raggiunge il picco dell’80% in Sicilia. Anche la possibilità di usufruire del tempo pieno ascuola rappresenta un fattore chiave per contrastare

la povertà educativa. È, infatti, importante nonsolo perché aumenta le ore dedicate all’apprendi-mento, ma perché dovrebbe offrire ai bambini e airagazzi anche l’opportunità di svolgere attivitàextra-curriculari, come lo sport, la musica, l’arte,la lettura, tutte essenziali per rafforzarne le capa-cità emotive, motivazionali e sociali. Nonostanteciò, il tempo pieno risulta assente dal 68% delleclassi nella scuola primaria e dall’85% delle classinella scuola secondaria di primo grado. Basilicata,Lazio e Lombardia sono le regioni italiane dove iltempo pieno è maggiormente presente nelle scuoleprimarie (51% in Basilicata, Lazio e Lombardia48%, contro appena il 7% in Molise e l’8% in Si-cilia), mentre per quanto riguarda le scuole secon-darie di primo grado la maglia nera spetta alMolise (presente solo nell’1% delle scuole), se-guito da Emilia Romagna (5%), Marche e Puglia(a pari merito con il 6%). Spicca anche in questocaso il primato della Basilicata, dove il tempopieno è presente in 1 classe secondaria su 3 (33%).Infine, 6 alunni di 15 anni su 10 frequentano scuoleinadeguate all’apprendimento (la percentuale si ab-bassa nelle province autonome di Trento, 18%, eBolzano, 15%, mentre in Lombardia quasi 1 alunnosu 2, il 49%, va in scuole con infrastrutture insuffi-

cienti) e il 28% delle aule didattiche nelle scuole nonè dotato di connessione internet veloce, un dato cheha registrato un netto miglioramento negli ultimianni (era il 37% nell’anno scolastico 2013-2014 e indue anni è cresciuto di ben 20 punti percentuali inCampania, di 15 in Calabria, di 11 in Sicilia e di 10in Abruzzo); tuttavia molte scuole continuano a es-sere “disconnesse”: in Calabria e in Friuli VeneziaGiulia sono prive di internet veloce rispettivamenteil 39% e il 35% delle aule didattiche (fonte Miur).

Per chiudere, gli asili nido. Solo il 13%dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad an-dare all’asilo nido o usufruisce di altriservizi pubblici per la prima infanzia.Tale percentuale si abbassa drastica-mente in Calabria e in Campania, doverispettivamente appena 1 e 3 bambinisu 100 possono accedere al nido (con-tro il 26% in Emilia Romagna, la re-gione più virtuosa in tal senso). Unautentico dramma per il Sud, se si con-sidera che i primi anni di vita sono dicruciale importanza per l’acquisizionee lo sviluppo delle capacità cognitivee fisiche da parte dei bambini. Se la scuola assolve un ruolo primarionella formazione, altrettanto impor-tante è il contesto educativo e cultu-rale, la “comunità educante”, nel qualevivono e crescono bambini e ragazzi,

a partire dalla propria casa e dalla propria famiglia.Nel nostro Paese, più della metà dei ragazzi non haletto nemmeno un libro nell’anno precedente (53%;con picchi in Sicilia, 72%, e Campania, 69%, men-tre le percentuali più basse si registrano a Trento,32%, e in Liguria e Valle d’Aosta, 37%) e non è maiandata a visitare un museo o una mostra (55%; per-centuali ben più alte in Calabria, 78%, in Sicilia,71%, in Puglia e Campania, 69%, e in Valle d’Ao-sta, 68%, a fronte delle virtuose Trento, 25%, eTrentino Alto Adige, 33%), 7 su 10 non hanno visi-tato un sito archeologico o un monumento (con pic-chi in Calabria, 86%, e Sicilia, 80%, mentre Trento,48%, Trentino Alto Adige, 58%, e Sardegna, 60%,presentano percentuali più basse della media).Quasi 4 su 5 (77%) non sono andati a un concerto(le percentuali più alte si registrano in Campania,84%, Sicilia e Valle d’Aosta, a pari merito con82%), circa 1 su 3 non ha utilizzato internet (conpicchi in Sicilia, 40%, a fronte di regioni più vir-tuose come Marche, 22%, e Molise, Toscana eLombardia, insieme al 23%) e quasi 1 su 2 non hapraticato sport in modo continuativo (43%, conpicchi in Campania, 66%, e Sicilia, 63%, mentrele percentuali più basse si registrano nel Lazio,27%, e in Toscana, 30%). Per i ragazzi provenientida famiglie svantaggiate i dati sono anche peg-giori: per il 71% di loro non è stato possibile svol-gere 4 o più delle 7 attività sopra indicate ecolpisce che perfino per quanto riguarda la praticasportiva il divario è enorme. Più della metà dei ra-gazzi che vivono in famiglie svantaggiate (54%)non ha fatto sport in maniera continuativa nell’ul-timo anno, a fronte del 35% di tutti gli altri.«Il nostro è un Paese in cui non sono le pari oppor-tunità a determinare i percorsi educativi e di vitadei ragazzi, ma lo svantaggio ereditato dalle fami-glie. La povertà economica ed educativa dei geni-tori viene trasmessa ai figli, che a loro volta, daadulti, potrebbero essere a rischio povertà ed esclu-sione sociale – afferma Valerio Neri, direttore ge-nerale di Save the Children, l’organizzazioneinternazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambiniin pericolo e a promuovere i loro diritti –.Non è ac-cettabile che vi siano bambini costretti a viveregravi deprivazioni materiali ed educative, che nonsolo non hanno la possibilità di costruirsi un do-mani, ma che non possono neanche sognarlo».

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Save the Children mostra un’Italia dove il futuro fatica a decollare

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FONDAZIONI Maggio - Giugno 2017

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L’ultimo Rapporto Ocse-Pisa (Programme for In-ternational Student Assessment) sulle competenzedei ragazzi nei paesi più industrializzati non si li-mita a fornire statistiche sul rendimento scolasticodegli studenti, ma indaga anche sulle cause e suifattori di rischio, sottolineando l’impatto che gliscarsi rendimenti a scuola possono avere sulla cre-scita economica di ogni paese. Gli studenti chevanno male a scuola a 15 anni hanno maggioriprobabilità di abbandonare gli studi; e quandoun’ampia fetta della popolazione non possiede lecompetenze di base è la crescita economica dilungo termine del paese a essere compromessa. Alcattivo andamento scolastico contribuiscono di-versi fattori: dalle condizioni socio-economicheallo status di immigrato, dalle bocciature al nonaver frequentato la scuola materna, dal provenireda una famiglia monoparentale alla diversa linguaparlata a casa rispetto a quella utilizzata a scuola.Il Rapporto dell’Ocse ribadisce ancora una voltal’importanza di investire sulla qualità e l’accessi-bilità dell’educazione per favorire lo sviluppo diun paese. Quanto ai dati, risulta che il rendimentoscolastico dei ragazzi italiani è sostanzialmente inlinea con quello medio dei Paesi Ocse. In questo scenario si inquadra l’intervento delleFondazioni di origine bancaria nel settore “Educa-zione, istruzione e formazione”, dove esse dannoparticolare attenzione sia alla cura delle metodolo-gie di apprendimento sia ai risvolti in termini di in-

tegrazione sociale delleiniziative sostenute. LeFondazioni interven-gono, soprattutto, nellediverse aree di svan-taggio, senza dimenti-care come oggi le cittàsiano cresciute e cam-biate, sviluppandosi emodulandosi sull’ac-coglienza di nuovicittadini, compresi,dunque, tanti bambiniprovenienti da altripaesi e da altre culture.L’impegno delle Fondazioni nel settore assumesempre più rilievo, non perché le risorse impiegatepossano in alcun modo sostituire quelle pubbliche,indispensabili per il funzionamento del sistemaeducativo nazionale, quanto invece per la possibi-lità di promuovere e di rafforzare, con interventimirati e una massa critica di risorse comunque si-gnificativa, esperienze di eccellenza e di innova-zione che facciano da volano a una ricon-figurazione del panorama dell’istruzione e dellaformazione nel Paese. L’obiettivo è di renderlo piùaderente alle nuove esigenze della società, delle isti-tuzioni e dei settori produttivi, senza dimenticaremai la crescita integrale della persona. Le Fonda-zioni supportano, infatti, iniziative sussidiarie e in-

tegrative dei sistemiscolastici della comu-nità, al fine di sviluppareopzioni educative piùestese e differenziate, ar-ricchendo la sfera delleopportunità formative,sia dei bambini e dei ra-gazzi che degli adulti, edando una significativavalenza ai temi dell’eticae della solidarietà.Per le Fondazioni sonoprioritari i progetti chepuntano a incentivare la

frequenza e l’inclusione, compensando e preve-nendo il disagio sociale. Da qui anche il già ricor-dato Fondo per il Contrasto della PovertàEducativa Minorile, che le vede impegnate a li-vello di sistema. Esso si innesta nel solco di unaconsolidata tradizione delle Fondazioni a sostegnodi iniziative per bambini e ragazzi in situazioni divulnerabilità e, in generale, per la loro formazione,che si concentrano in gran parte sul versante so-ciale dell’istruzione. Innanzitutto, per contrastarela piaga dell’abbandono scolastico, che ogni annovede oltre 50mila studenti di scuole secondarie diprimo e secondo grado smettere di frequentare lelezioni, per lasciarsi andare a una quotidianità dinoia, di lavoretti o di microcriminalità (Miur, Rap-porti di autovalutazione delle scuole). In terminidi abbandono scolastico, purtroppo, l’Italia regi-stra un triste primato in Europa, con un tasso del15% contro l’11% della media Ue. In secondoluogo, per favorire l’integrazione degli alunni stranieri.Sono quasi 815mila quelli con cittadinanza non ita-liana presenti nelle classi, dalla scuola dell’infanziaalla secondaria di secondo grado: ormai il 9,2%della popolazione scolastica, come presenza strut-turale e pressoché stabile (Miur, Focus sull’integra-zione degli alunni stranieri nella scuola italiana). Nelle pagine che seguono proponiamo un’ampiapanoramica, certo non esaustiva, delle tipologiedi interventi realizzati dalle Fondazioni in favoredei minori da 0 a 18 anni.

Vasto è il panorama degli interventidelle Fondazioni volti a far sì che lascuola sia un luogo veramente inclu-sivo e in grado di offrire a tutti i ra-gazzi le pari opportunità di cuihanno bisogno, soprattutto attra-verso il sostegno a progetti di con-trasto dell’abbandono scolastico eper l’integrazione degli alunni stra-nieri o disabili. A seguire solo alcuniesempi emblematici.La Fondazione Cassa di Risparmiodi Firenze porta avanti il progetto“Orienta-Drop out” (letteralmente“caduti fuori”), che sperimenta unapproccio di welfare preventivo e cu-rativo nei confronti dei ragazzi cheabbandonano gli studi prima di averconseguito un diploma o una laurea.Questo innovativo modello si foca-lizza sul potenziamento e il recuperodelle competenze di base deglialunni, da quelle linguistiche a quellematematico-scientifiche. Attraversometodologie attive ed esperienziali,che favoriscono la comprensione

delle materie con esempi concreti equotidiani (per la matematica si uti-lizzano i mattoncini Lego), i ragazzisono coinvolti, motivati e più dispo-nibili all’apprendimento. La Fondazione Carigo finanzia, in-vece, un progetto di integrazione deglialunni disabili nelle scuole della pro-vincia di Gorizia. Si tratta di un’inizia-tiva di grande rilevanza didattica esociale, indirizzata a tutti gli istituti sco-lastici isontini. È coordinata dall’Uffi-cio Scolastico Provinciale, in strettacollaborazione con gli Ambiti socioas-sistenziali ed è rivolta agli allievi certi-ficati ai sensi della L. 104/92.Per affrontare infine il problemadella cosiddetta “segregazione for-mativa”, che condanna la maggiorparte degli studenti stranieri ad ab-bandonare la scuola al termine dellasecondaria di primo grado o a privi-legiare percorsi orientati all’imme-diato inserimento lavorativo (istitutiprofessionali) invece di proseguiregli studi negli istituti tecnici o nei

licei, Fondazione Cariplo, Compagniadi San Paolo e Fondazione Cariparohanno dato vita, nel 2009, a un progettoappositamente studiato per promuo-vere le pari opportunità nei percorsiscolastici. Si tratta di un intervento di“discriminazione positiva” a favoredegli alunni stranieri, che prevedeun’offerta di servizi mirati, con l’obiet-tivo di garantire loro la possibilità di ef-fettuare una scelta più libera da

condizionamenti e pregiudizi culturali. Da ultimo non si può non ricordareuna modalità d’intervento fra le piùtradizionali, forse poco innovativa,ma senz’altro importantissima pergarantire la possibilità di proseguiregli studi anche ai ragazzi provenientida famiglie non abbienti. Ci riferiamoalle borse di studio: una formula chele Fondazioni in molti casi hanno ere-ditato dalle originarie Casse di Ri-sparmio, le quali, a suo tempo,avevano istituito le cosiddette “pa-gelle d’oro” e le hanno portate avanticon formule legate al merito e al-l’Isee. Sono previste borse di studioper studenti poveri meritevoli, sussidiper svolgere periodi di studio al-l’estero (è vastissima la platea delleFondazioni che collaborano con laFondazione Intercultura, la principaleorganizzazione che permette ai ragazzidi studiare un anno fuori dall’Italia, vi-vendo presso famiglie accreditate),nonché contributi per acquistare libri ditesto e altri materiali scolastici.

Pari opportunità e inclusione, l’obiettivo di molti progetti

OCSE: BUONI SERVIZI EDUCATIVIINCIDONO SULLO SVILUPPO DI UN PAESE

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primo piano

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Non solo Dante e le equazioni e nonsoltanto con il quaderno e la lavagna.Per capire il mondo di oggi è necessarioallargare lo spettro delle materie, inno-vare le modalità e gli strumenti dell’ap-prendimento. Uno dei principali frontidi intervento delle Fondazioni verso igiovani riguarda proprio la didattica.Emblematico è il “Progetto Diderot”della Fondazione Crt. Giunto alla dodi-cesima edizione, offre agli studenti ditutti gli istituti di istruzione primaria esecondaria di primo e di secondo gradodel Piemonte e della Valle d’Aosta l’op-portunità di avvicinarsi all’arte, alla sto-ria, all’educazione civica, allaconoscenza del territorio e alla tuteladell’ambiente. Il progetto si articola inlezioni, corsi e spettacoli la cui parteci-pazione è gratuita per tutte le scuole(escluso il costo di eventuali trasporti).Le risorse stanziate dalla Fondazione(16,5 milioni di euro in 11 anni) ser-vono per finanziare progetti portatiavanti da singole associazioni, chevanno a integrare l’offerta didattica tra-dizionale. Fino a oggi il Progetto Dide-rot ha coinvolto quasi 650mila studentitra i 6 e i 20 anni, oltre 31mila classi e

circa 44mila insegnanti. Iniziative similisono attive anche in altri territori: inLombardia c’è il “Progetto Scuola 21”di Fondazione Cariplo, in Emilia Ro-magna il “Progetto Insieme nellaScuola” della Fondazione del Monte eil “Bando Scuola” della FondazioneManodori, in Veneto c’è “AttivaMente”della Fondazione Cariparo e “A tuttascienza” della Fondazione di Venezia. Molto vasto è poi il filone degli inter-venti connessi al mondo del teatro. Siva dai progetti per promuovere nellescuole la pratica delle arti performativeattraverso laboratori teatrali e musicali(su tutti il decennale progetto Laiv so-stenuto da Fondazione Cariplo) a ini-ziative per portare i ragazzi nei teatri.Lo fanno, ad esempio, la Fondazionedi Venezia con il progetto “Giovani aTeatro”, che dal 2003 a oggi ha coin-volto più di 71mila ragazzi, la Fonda-zione Cr Ravenna con il TeatroAlighieri, la Fondazione Cr Triestecon il Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.Moltissime Fondazioni accompagnanoi ragazzi nella scoperta del ricchissimopatrimonio d’arte custodito nei musei.Lo fanno innanzitutto valorizzando leloro collezioni d’arte, con visite guidate

e laboratori rivolti anche ai piccolissimi.Ad esempio, la Fondazione Cr Cesenada qualche anno ha realizzato “Labò”,un laboratorio didattico organizzatonella sua Galleria dei dipinti antichi. Ola Fondazione Cr Tortona, che ha datovita all’unico museo italiano intera-mente dedicato al Divisionismo, doveviene prestata particolare attenzione alpubblico dei piccoli visitatori ai qualisono riservate visite guidate gratuite, at-tività didattiche e momenti di forma-zione per gli insegnanti. Rivoltospecificatamente agli insegnanti è ilprogetto “Cantiereducare”, sostenutodalla Fondazione Cariparma: laboratoriformativi gratuiti, lezioni e conversa-zioni pubbliche aperte anche ai genitorie a tutti quegli adulti che abbiano re-sponsabilità educative. Particolarmente originale è il progetto diintegrazione didattica promosso da al-cuni anni dalla Fondazione Friuli: sichiama “A scuola con le Frecce Trico-lori” e porta in classe i piloti della Pattu-glia Acrobatica Nazionale dell’Aero-nautica Militare. Ogni anno circa 2milastudenti friulani conoscono da vicino ipiloti della Pan, ascoltano le loro testi-

monianze e fanno domande. Così assi-milano importanti valori come rispetto,senso del dovere, spirito di sacrificio,impegno, gioco di squadra. Ci sono poi due filoni che si sono diffusinegli ultimi anni: molte Fondazioniportano sui banchi l’educazione finan-ziaria e la cultura imprenditoriale. Adesempio la Fondazione Varrone rea-lizza, nelle scuole secondarie superiorireatine, un innovativo progetto dedicatoall’educazione economica dei giovani.Si chiama “Impresa in azione” ed èun’iniziativa di formazione imprendi-toriale riconosciuta dalla CommissioneEuropea. Un progetto simile lo realizzain Veneto la Fondazione Cariveronacon “La Tua Idea di Impresa”. Recentemente, inoltre, le Fondazionistanno puntando sull’alternanza scuola-lavoro e sull’orientamento nelle scelteaccademico-lavorative da prenderedopo la maturità. Ad esempio le Fonda-zioni Carisbo e di Venezia hanno siglatoprotocolli d’intesa con i rispettivi Ufficiscolastici regionali. La FondazioneCassa di Risparmio di Modena con“Into the Future” promuove, invece, unpercorso di orientamento riservato aglistudenti degli ultimi due anni della

scuola secondaria di secondo grado: nonuna semplice integrazione delle nozioniapprese a scuola, ma una vera e propriaesperienza da vivere all’interno dei la-boratori e dei centri di ricerca dell’Uni-versità. Per i ragazzi si tratta diun’esperienza affascinante, tra tecnolo-gie d’avanguardia e realtà virtuali, na-nomacchine e motori da corsa, utile perconoscere non solo le applicazioni pra-tiche della scienza, ma anche le nuove einaspettate opportunità di lavoro offertedagli studi tecnici e scientifici. Ci sono poi iniziative che riguardanola vita dei ragazzi lontano dai banchiscolastici. Il progetto “Sicuri perscelta” della Fondazione Cr Cuneo fi-nora ha coinvolto oltre 100mila bam-bini in lezioni volte a orientarli versocomportamenti consapevoli e respon-sabili nella mobilità quotidiana. L’ini-ziativa “Creativamente senz’alcool”,portato avanti da dieci anni dalla Fon-dazione Cr Alessandria, diffonde cor-rette abitudini rispetto al consumodegli alcolici. Il “Premio Letteraturaper ragazzi Fondazione Cr Cento”ogni anno, dal 1978, invia a oltre10mila studenti i migliori libri per ra-

gazzi pubblicati in Italia negli ultimidodici mesi, selezionati da un appositagiuria. Sono i giovani lettori a sce-gliere il vincitore per quell’anno. Infine, non mancano alcune iniziativedi sistema, che coinvolgono diverseFondazioni sui loro rispettivi territori.Consolidato è il progetto “Il Quoti-diano in Classe”, promosso dall’Os-servatorio Permanente Giovani-Editori e sostenuto da 27 Fondazioni.Avviato nel 2000, ogni anno consentea oltre 2 milioni di studenti dellescuole secondarie superiori, accompa-gnati dai loro insegnanti (sono più di45mila), di dedicare in aula un’ora asettimana alla lettura critica dei prin-cipali quotidiani italiani mettendoli aconfronto. C’è poi “Conoscere laBorsa”, un’iniziativa di portata euro-pea promossa già da diversi anni daEsbg (l’associazione europea delleCasse di risparmio), realizzata in Italiagrazie al sostegno di alcune Fonda-zioni di origine bancaria e di CasseSpa. Basata sul metodo del learningby doing, si rivolge agli studenti dellescuole secondarie superiori e delleuniversità, che si sfidano simulando lapartecipazione al mercato borsistico.

ATTIVITÀ DIDATTICA DENTRO E FUORI CLASSE

Giovane Orchestra Spezzina Avviata a fine 2013 dalla FondazioneCarispezia in collaborazione con i Di-stretti socio-sanitari provinciali, laGiovane Orchestra Spezzina è for-mata da 90 bambini e adolescenti ditutto il territorio della provincia dellaSpezia e della Lunigiana che proven-gono da case-famiglia o frequentanoi centri di aggregazione giovanile esono seguiti dai servizi sociali.Quest’orchestra giovanile è ispirata alsistema ideato dal musicista venezue-lano José Antonio Abreu, diffuso inItalia dal maestro Claudio Abbado,per offrire ai più giovani un ambienteformativo e di riscatto sociale attra-verso l’insegnamento della musica.La preparazione musicale dei ragazziè affidata a 20 giovani docenti delConservatorio spezzino ed è organiz-zata in lezioni settimanali.

Robo-ScuolaUn robot per aiutare gli studenti a im-parare materie scolastiche curricolari,come matematica e arte, stimolandola loro capacità di apprendimento at-traverso l’uso interattivo delle nuovetecnologie. È questo l’obiettivo delprogetto Robo-Scuola, realizzato dal-l’associazione Dschola in partnershipcon Fondazione Crt e Comau. Per icirca 3mila studenti piemontesi dai 6ai 19 anni coinvolti non si tratta di ci-mentarsi con lo studio della robotica,ma di utilizzare il robot come unvero e proprio strumento didattico:una nuova modalità di apprendi-mento, capace di integrare e suppor-tare al meglio gli strumenti e lemetodologie didattiche tradizionali,insieme e accanto agli insegnanti.

Viaggi della MemoriaLe Fondazioni di Carpi, di Modena, diReggio Emilia e di Vignola sostengonoi “Viaggi della memoria”: si tratta digite di alcuni giorni che portano gli stu-denti nei luoghi simbolo dello stermi-nio nazista. Uno di questi viaggi sichiama “Un treno per Auschwitz” e ri-percorre – con lo stesso mezzo di tra-sporto a suo tempo utilizzato – iltragitto che facevano gli internati delcampo di concentramento di Fossoli daCarpi verso i più tragici lager d’Europa.

Dal teatro ai musei, all’ambiente: i ragazzi imparano facendo

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primo piano

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Mens sana in corpore sano, dicevano i romani.Ma non è solo per favorire un corretto sviluppopsicofisico delle nuove generazioni che le Fon-dazioni sostengono l’attività sportiva dei giovani.Lo sport può svolgere infatti anche un’importan-tissima funzione sociale. Giocare insieme, se-guendo le regole, insegna ai ragazzi a viverenella società incontrando persone diverse e liaiuta a imparare il rispetto e il sacrificio. Suicampi di calcio e di basket si tengono vere e pro-prie lezioni di educazione civica. E in molte cittàle palestre sono ormai gli unici luoghi di aggre-gazione in grado di fronteggiare il degrado e of-frire ai ragazzi un’alternativa alla criminalità.

Ne sono convinte le Fondazioni che per questo so-stengono diffusamente l’attività sportiva dilettan-tistica. Attivissima su questo fronte è la FondazioneCr Trieste. Sostiene la “Barcolana”, la regata velicapiù affollata d’Europa che si svolge ogni anno nelcapoluogo giuliano la seconda domenica di ottobre,preceduta da dieci giorni di eventi sportivi, culturalie turistici dedicati al tema del mare. Al suo internoda qualche anno c’è la “Barcolana Young”, riser-vata ai giovani velisti da 8 a 15 anni. Ma non solo:l’ente triestino promuove l’organizzazione deicampionati studenteschi, supporta le associazionisportive finanziando le loro attività annuali e ac-quistando automezzi per le trasferte. In particolare

sostiene l’Associazione Calicanto Onlus, la primain Italia ad aver introdotto lo sport integrato tra abilie diversamente abili. La Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Ravenna supporta economicamente leassociazioni sportive dilettantistiche della sua pro-vincia, offrendo così a oltre 10mila bambini e ado-lescenti l’opportunità di praticare lo sport a costiaccessibili. La Fondazione Carisbo, tramite la pro-pria impresa strumentale Virtus 1871, fa sì che i ra-gazzi, e non solo loro, possano praticare tennis,ginnastica, atletica leggera, baseball, calcio, foot-ball americano, sci, scherma e basket in una dellepolisportive più antiche d’Italia, fondata nel 1871!La Fondazione Cr Modena organizza “Corri-

scuola”, una manifestazione podistica ludico-mo-toria a cui partecipano oltre 10mila ragazzi.Sostiene inoltre progetti per la diffusione della pra-tica sportiva nelle scuole. La Fondazione Varronesostiene i settori giovanili di numerose società spor-tive reatine, come l’Atletica studentesca Milardi,da cui, in 40 anni di attività, sono usciti oltre 100atleti diventati professionisti accreditati in tutto ilmondo sportivo italiano ed europeo.Le Fondazioni contribuiscono anche alla ristrut-turazione e al miglioramento delle palestre sco-lastiche e degli impianti sportivi. Su tuttericordiamo la Fondazione Cariparo, che sta por-tando avanti un vasto programma per la costru-

zione di 6 strutture sportive polifunzionali nelleprovince di Padova e di Rovigo (finora ne sonostate completate 4), con un impegno economicodi oltre 15 milioni di euro.Un altro luogo di aggregazione e socialità per ilcui rinnovamento le Fondazioni si impegnanomolto sono le biblioteche. L’obiettivo è contri-buire a trasformare questi luoghi, che primaerano solo depositi di libri, in spazi per incon-trarsi, studiare, giocare, vedere film, discutere etanto altro. Le biblioteche rinascono, perché siaprono a nuovi pubblici (mamme e bambini, mi-granti, giovani, anziani) che qui possono svol-gere tante nuove attività. Gli esempi sono tanti:

dal progetto di Fondazione Cariplo “Favorire lacoesione sociale mediante le biblioteche di pub-blica lettura”, che ha fatto crescere del 10% gliiscritti delle biblioteche lombarde, a quello dellaFondazione Carisbo per sostenere la BibliotecaSalaborsa, specializzata nella promozione dellalettura presso bambini e adolescenti; dalla nuovabiblioteca di Murgia (Ts) realizzata dalla Fonda-zione Cr Trieste, fino all’originale esperienza di“Libri con le ruote” di Parma, una vera e propriabiblioteca pubblica itinerante su due ruote, che,grazie alla Fondazione del Monte di Parma,porta i libri per bambini da 2 a 10 anni in tutti iquartieri della città.

In Italia più di una scuola su dieci ha lesioni strutturali. Una su tre si trova in zonead elevata sismicità e soltanto l’8% è stato progettato secondo la normativa anti-sismica. Due terzi delle scuole italiane non possiedono la certificazione di agibilitàstatica. Nella metà delle scuole mancano le palestre e, in un istituto su quattro, simangia in locali impropri. In un caso su tre i cortili diventano parcheggi (XIVRapporto di Cittadinanzattiva su sicurezza, qualità e accessibilità a scuola). Èquesto lo scenario che accoglie ogni giorno quasi 10 milioni tra studenti e inse-gnanti. È evidente quindi che uno dei filoni di intervento delle Fondazioni, a favoredei loro territori, nel settore Edu-cazione non può non essere pro-prio l’edilizia scolastica, ovveroun importante contributo alla co-struzione e alla ristrutturazionedelle scuole. Sono tantissime leFondazioni attive in questocampo, per sostenere piccoli egrandi interventi. In particolare laFondazione Carilucca, che negliultimi anni ha erogato più di 32milioni di euro solo per l’ediliziascolastica, e che per il prossimotriennio ha stanziato altri 10 milioni di euro. Il tutto grazie a un protocollo d’intesasottoscritto insieme a Regione Toscana, Comune e Provincia di Lucca, che conun bando specifico ha portato alla realizzazione di 58 interventi: dall’adeguamentodelle strutture esistenti alle vigenti normative in materia di sicurezza, agibilità,igiene, accessibilità all’ammodernamento degli edifici, fino alla costruzione exnovo di strutture meglio corrispondenti alle nuove esigenze. Ma lavorare sull’emergenza non basta. Oltre a ripristinare e a rendere sicure e di-

gnitose la aule per i ragazzi, occorre immaginare la scuola del futuro. Per questoCompagnia di San Paolo e Fondazione Agnelli hanno recentemente avviato ilprogetto “Torino fa scuola”, che vuole innescare una vasta riflessione culturale,pedagogica e architettonica sui nuovi spazi di apprendimento che servono allascuola italiana, coinvolgendo le comunità scolastiche per arrivare insieme a di-segnare le scuole del futuro, cucite sulle loro idee di scuola e con le caratteristichepiù idonee. L’iniziativa ambisce a offrire idee e un modello di processo per la ri-qualificazione del patrimonio edilizio scolastico replicabile in tutto il Paese.

Le Fondazioni, peraltro, non silimitano a occuparsi dei conte-nitori. Così, dopo aver ristruttu-rato le aule, si preoccupano didotarle di attrezzature didatti-che al passo con i tempi. Perquesto finanziano l’acquisto didispositivi elettronici e infor-matici per laboratori didatticimultimediali, oltre a nuovicomputer, videoproiettori, ta-voli interattivi touch screen elavagne interattive multime-

diali, che stimolano la partecipazione e aiutano la concentrazione. Infine, qualcosa per i più piccoli. Emblematico è il caso della Fondazione conil Sud, che ha stretto una partnership con la Fondazione Mission Bambini. In-sieme sono intervenute per migliorare 38 asili nido nel Mezzogiorno e, attra-verso il bando “LaNostraScuola - Ripulita e aperta a tutti”, coinvolgono lefamiglie in un processo di riappropriazione e cura delle scuole come bene co-mune e la loro valorizzazione come luoghi di cittadinanza attiva.

Rifare i muri delle aule per sostenere la crescita

PALESTRE E BIBLIOTECHE PER UNA MENS SANA IN CORPORE SANO

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territori

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Delle risorse erogate annualmentedalle Fondazioni di origine bancariacirca un quarto proviene dal Pie-monte. Una parte significativa si ri-versa in genere su quegli stessiterritori, anche se molte sono le ini-ziative di portata sistemica a cui leFondazioni piemontesi partecipano,in particolare le due più grandi:Compagnia di San Paolo e Fonda-zione Crt, rispettivamente la secondae la quarta Fondazione italiana perdimensione del patrimonio. È, dun-que, intuitivo comprendere come lapresenza a Torino di simili campioninazionali abbia uno straordinario im-patto positivo sullo sviluppo sociale,culturale e civile della città. Inoltre,non pochi sono i palazzi e i monu-menti per la cui salvaguardia, manu-tenzione e valorizzazione il sostegnodelle due Fondazioni ha giocato, etuttora svolge, un ruolo primario.È di qualche settimana fa, per esem-pio, la notizia della trasformazione inun vero e proprio “Distretto dellacreatività e dell’innovazione” delleantiche OGR-Officine Grandi Ripa-razioni (foto in basso), uno dei piùimportanti esempi di architettura in-dustriale dell’Ottocento a Torino, co-struite tra il 1885 e il 1895 e adibitefino ai primi anni Novanta alla ma-nutenzione dei veicoli ferroviari. Nel2013 la società consortile Ogr-Crt

(detenuta per oltre il 50% da Fonda-zione Crt) ha acquistato quest’in-sieme di grandiosi edifici a forma diH, di oltre 20mila metri quadrati disuperficie e 16 metri di altezza, perriqualificarle sotto la guida della So-printendenza e in stretta collabora-zione con il Comune di Torino. Il 30settembre prossimo, dopo un pro-fondo restauro, le Ogr saranno ricon-segnate alla comunità torinese, qualeunico esempio di riconversione indu-

striale in Europa finalizzato a farconvivere al proprio interno dueanime, quella della ricerca artistica,in tutte le sue declinazioni, e quelladella ricerca in ambito tecnologico.Le Ogr saranno, infatti, un puntod’incontro per mostre, spettacoli,concerti, eventi di teatro e di danza,ma anche luogo per laboratori, startup e imprese innovative. Insomma,un’area che diventa progetto: finorail più grande (90 milioni di euro) intermini di investimento da parte diFondazione Crt per la crescita e losviluppo del territorio.Peraltro, un impegno particolar-mente significativo per la Fonda-zione (14 milioni di euro) era giàstato quello che dieci anni fa - nel di-cembre 2006, dopo diciotto anni direstauri e riallestimenti - aveva por-tato alla riapertura di Palazzo Ma-dama (foto in alto a destra, interno),restituendo a Torino uno degli edificipiù rappresentativi della sua storia edello stesso Risorgimento, essendostato la sede del primo Senato delRegno d’Italia. Oggi Palazzo Ma-dama ospita un grande museo, conoltre 60mila opere, tra pittura, scul-tura e arti decorative dal Medioevoal Barocco, ma anche grandi mostre,che nel solo 2016 hanno attratto piùdi 300mila visitatori. FondazioneCrt è stata non solo il principale mo-

tore del recupero del-l’edificio, ma anchela sostenitrice di in-terventi di restaurodelle collezioni edella loro cataloga-zione, di documenta-zione fotografica evideo, di messa apunto di ricerche ar-cheologiche, di ri-lievi e di indagini,che hanno portato arisultati di grande in-

teresse sia per la ricostruzione dellacomplessa storia dell’edificio sia perla programmazione dei successiviinterventi: l’ultimo, di assoluto ri-lievo, nel 2014, che ha consentito ilrifacimento della facciata baroccadel Palazzo.Non si può, infine, trascurare l’impe-gno di Fondazione Crt per alcuni im-portanti elementi del Circuito delleResidenze Sabaude in Piemonte:prima di ogni altra la Palazzina di Cac-

cia di Stupinigi (foto in alto a sinistra),situata alla periferia sud-occidentaledella città, da cui dista circa 10 chilo-metri. Realizzata su progetto di FilippoJuvarra fra il 1729 e il 1733, è fra icomplessi settecenteschi più straordi-nari d’Europa. Ha piena dignità mu-seale con i suoi arredi originali, idipinti, i capolavori di ebanistica e ildisegno del territorio; nel 1997 è stataproclamata patrimonio dell’umanitàdall’Unesco. Oggi è proprietà dellaFondazione Ordine Mauriziano, unente governativo dedicato alla suaconservazione e valorizzazione. Èstata riaperta al pubblico dopo impor-tanti lavori di restauro, che vanno dalleScuderie al corpo centrale dell’edificiocon il Salone juvarriano, alle Gallerie,ai giardini fino agli appartamenti reali;restauri ai quali Fondazione Crt hacontribuito con 19 milioni di euro. Nelgiugno 2016 è stato riaperto l’Appar-tamento della Regina, il cui restauro,che ha comportato oltre 12mila ore di

lavoro, ha riguardato tutti gli apparatidecorativi fissi, in particolare i pre-ziosi affreschi delle volte, le boiseriesdipinte e dorate, le tappezzerie, le pa-vimentazioni in seminato alla vene-ziana, i camini, i serramenti e le operein pietra. L’Appartamento, costituitoda anticamera, camera da letto, gabi-netto da toeletta, galleria di passaggioe salotto, ha ritrovato così l’originaleaspetto ideato dagli artisti che vi lavo-rarono nel XVIII secolo. Entro il mesedi giugno di quest’anno, dopo 13 annidi restauri, verrà riaperto ai visitatorianche l’Appartamento del Re, contri-buendo a fare di Torino sempre più “aplace to visit”, non solo dagli italiani,ma anche a livello internazionale.Fondazione Crt è anche protagonistadel progetto “Città e Cattedrali”, ilgrande piano di recupero e valorizza-zione del patrimonio culturale eccle-siastico di Piemonte e Valle d’Aosta,che ruota intorno a 18 Cattedrali e aoltre 400 luoghi di storia e arte sacra.

TORINO: NUOVA VITA PER I PALAZZI STORICI

«La strada per Menfi e Tebe passa per Torino». Così disse Jean-FrançoisChampollion, grande egittologo e decifratore di geroglifici, quando nel-l’aprile 1824 giunse nel cuore del regno sabaudo per studiare le collezionidel Museo Egizio, appena aperto grazie all’iniziativa del re Carlo Felice.Questi aveva, infatti, acquistato la grande raccolta di antichità del pie-montese Bernardino Drovetti, console generale di Francia durantel’occupazione napoleonica in Egitto, e insieme ai reperti inviati a To-rino, già nel 1759, dall’egittologo padovano Vitaliano Donati ne avevafatto il nucleo originale di quello che è stato il primo museo egizio almondo. Oggi il museo torinese possiede più di 36.000 pezzi, confer-mandosi come il più grande museo dedicato esclusivamente all’arteegizia dopo quello del Cairo. Al suo interno sono esposti, secondo unpercorso cronologico, circa 3.300 reperti, che coprono un arco tem-porale di otre 4.000 anni, a cui si aggiungono gli 11.000 pezzi delleGallerie della Cultura Materiale: veri e propri magazzini visitabiliallestiti lungo il percorso museale, dove gli oggetti sono raccolti pertipologia. Al Museo Egizio ci sono statue, sarcofagi, corredi fune-rari, mummie, papiri, amuleti, gioielli, dal paleolitico all’epocacopta, e perfino una tomba intatta come quella dell’architetto Khae di sua moglie Merit, ritrovata nel 1906 dall’egittologo italiano Er-nesto Schiapparelli che, in qualità di direttore, molto arricchì ladotazione dell’Egizio con nuove acquisizioni e persino campagnedi scavo in Africa. Nel 2013 il Museo Egizio è stato inserito daThe Times nella classifica dei 50 migliori musei del mondo e direcente, dopo lavori di rifunzionalizzazione (ampiamente soste-nuti da Compagnia di San Paolo, con 25 milioni, e da FondazioneCrt, con 5 milioni, su un totale di 50 milioni di euro), ha ulterior-mente accresciuto i propri livelli di eccellenza: per esempio, è il primomuseo in Italia a impiegare il sistema MuseumPlus per la digitalizzazionedei propri reperti, utilizzando il più avanzato e sofisticato software per la ge-stione di questo tipo di dati, in sintonia con i più importanti musei europei.

LE FONDAZIONI FANN

Dalle antiche Ogr nasce il Distretto della creatività e dell’innovazione

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territori

FONDAZIONI Maggio - Giugno 2017

Come per Fondazione Crt, anche perCompagnia di San Paolo si può quifare solo un breve e parziale cennoagli innumerevoli interventi sostenutiper il recupero, la valorizzazione e lagestione di beni storico-artistici dellacittà di Torino e dei suoi dintorni,senza dimenticare che Compagnia èstraordinariamente attiva anche a Ge-nova, con iniziative a essa dedicate.Se si dovesse fare una graduatoria perimpegno finanziario degli interventiche ha realizzato nel settore, non sipuò non cominciare da La VenariaReale (foto a lato), reggia sabauda auna decina di chilometri a Nord Estdal centro di Torino, aperta al pub-blico il 12 ottobre 2007, dopo ottoanni di restauro seguiti a due secoli diabbandono e degrado. Con i suoi giar-dini disegna intorno a sé uno spaziodi 950mila metri quadrati di architet-ture e parchi indivisi, in cui si iscri-vono i grandi complessi espositividelle Scuderie Juvarriane e delle Saledelle Arti, il Centro Conservazione eRestauro ospitato negli 8mila metriquadrati delle ex Scuderie Alfieriane,il Centro Storico cittadino, il BorgoCastello e la Cascina Rubbianetta(oggi sede del Centro Internazionaledel Cavallo), il tutto incastonato in unorizzonte di boschi che si perde nelverde del vicino Parco La Mandria. Sul recupero dell’intera area e del-l’edificio monumentale (80mila metriquadrati di superficie), che vanta al-cune delle più alte espressioni del ba-rocco universale come l’incantevoleSalone di Diana progettato da Ame-deo di Castellamonte, la GalleriaGrande e la Cappella di Sant’Uberto,

insieme alla Fontana del Cervo nellaCorte d’onore e al Teatro di Storia eMagnificenza, Compagnia ha inve-stito circa 36 milioni di euro, anchetramite la Fondazione 1563 per l’Artee la Cultura, su un totale di risorse im-piegate dai sostenitori del progettopari a 200 milioni di euro. Quello deLa Venaria Reale, promosso dal-l’Unione Europea e curato dal Mini-stero per i Beni e le Attività Culturalie dalla Regione Piemonte, è statoconsiderato il più grande cantiered’Europa nel campo dei beni storico-artistici e oggi è un grande polo cul-turale, che si propone come centro diproduzione e luogo di svago in gradodi offrire al grande pubblico italianoe internazionale i piaceri di arte, storia

e architettura in un contesto paesag-gistico straordinario. Dalla sua aper-tura, La Venaria Reale si è attestatatra i primi siti culturali più visitati inItalia, con circa 7 milioni e mezzo diingressi in dieci anni. 42 sono le mo-stre organizzate tra il 2007 e il 2016;3.500 gli eventi fra concerti, spetta-coli e iniziative culturali; più di31.500 gli itinerari didattici svolti dascuole di ogni ordine e grado. Il com-plesso è gestito dal Consorzio di Va-lorizzazione Culturale La VenariaReale, costituito dal Ministero deiBeni e delle Attività culturali e delTurismo, dalla Regione Piemonte,dalla Città di Venaria Reale, dallaCompagnia di San Paolo, dalla Fon-dazione 1563 per l’Arte e la Cultura,secondo un moderno profilo di mo-dello amministrativo che vede ope-rare in partnership soggetti pubblici eprivati. Solo per la Città di VenariaReale (35mila abitanti) l’apertura dellaReggia ha generato un incremento dicirca il 12% dell’occupazione (fonte:Ufficio lavoro del Comune di Vena-ria) con la nascita di nuove imprese ela riconversione di attività commer-ciali votate al turismo.La tutela e la valorizza-zione del patrimonioculturale diffuso sul ter-ritorio sono obiettivi chela Compagnia di SanPaolo persegue concen-trando la spesa su pro-getti integrati sviluppatiattorno a insiemi di beniculturali presenti su undeterminato territorio.Così ha contribuito inmaniera significativa alrecupero e alla valorizzazione dellacosiddetta “Zona di Comando” nelcentro di Torino, un polo in grado diintegrare musei, collezioni e residenzedi origine sabauda in un sistema uni-tario, in cui sono inclusi Palazzo Chia-blese, Piazzetta Mollino, MuseoArcheologico, Galleria Carlo Ema-nuele I e Palazzo Reale (foto a destra).Quest’ultimo, che rappresenta il fulcrodel Polo, è stato oggetto di numerosiinterventi sia di valorizzazione sia di

restauro, afferenti - fra le altre cose -al piano nobile, al salone da ballononché recentemente alla ManicaNuova, in vista del completamentodel trasferimento lì della Galleria Sa-bauda. Il sostegno di Compagnia peril suo restauro è stato di 25 milioni dieuro. All’interno del Palazzo sono cu-stoditi splendidi tesori: ricchi soffittibarocchi in legno intagliato e dorato,fastosi arredi, arazzi, dipinti allego-rici, ritratti, antiche porcellane orien-tali e una preziosa collezione diorologi. Raccontano la storia plurise-colare di questo palazzo progettato afine Cinquecento da Ascanio Vit-tozzi, architetto ducale alla corte diCarlo Emanuele I di Savoia, e nelprimo Seicento collegato all’attualePalazzo Madama grazie alla GrandeGalleria, mentre Piazza Castello, tea-tro di feste e di grandi apparati dicorte, andava assumendo un nuovoassetto grazie alla sistemazione dellecortine d’affaccio. Nel 1667 GuarinoGuarini avviò la costruzione dellaCappella della Sindone, in collega-mento con la Manica Ovest del Pa-lazzo: un luogo allora simbolico per

Torino, che lo è tuttora. Nella notte tral’11 e il 12 aprile 1997 un incendio,provocato da un corto circuito nel can-tiere di restauro conservativo, l’hadanneggiata pesantemente ma, graziea 20 anni di lavori di ricostruzione eripristino, tra la fine del 2017 e l’iniziodel 2018 potrà essere di nuovo ria-perta. L’intervento di restauro è costatocomplessivamente 30 milioni di euro,ai quali la Compagnia di San Paolo hacontribuito con 2,7 milioni.

RECUPERI E VALORIZZAZIONI CULTURALI DA PIAZZA CASTELLO A VENARIA REALE

È gestito dalla Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, costituitail 6 ottobre 2004, come primo esperimento da parte dello Stato italiano direalizzare uno strumento di gestione museale a partecipazione privata: in-sieme al Mibact, alla Regione Piemonte e alla Città Metropolitana di To-rino, tra i soci fondatori ci sono infatti la Compagnia di San Paolo e laFondazione Crt, che continuano a sostenere l’Egizio con contributiannui. Peraltro, il Museo ha la sua più consistente voce di ricavi nellabigliettazione, con circa un milione di visitatori solo nel 2016, dopo lariapertura il 1° aprile del 2015, a valle della grande opera di amplia-mento che ha portato gli spazi espositivi da 6.500 a oltre 12.000 mq,sempre all’interno del Palazzo dell’Accademia delle Scienze, storicasede nel centro della città, concepita nel 1678 per ospitare un collegio.Oggi il Museo Egizio risulta suddiviso in cinque piani, di cui uno de-dicato alle mostre temporanee. L’ipogeo è anche destinato ai servizidi accoglienza del pubblico: biglietteria, museum shop, guardaroba,aule didattiche, servizi, ecc. Il Museo è fornito di un’importante bi-blioteca egittologica e spazi di restauro; inoltre dal giugno 2015 par-tecipa a una spedizione archeologica internazionale in Egitto.Ispirandosi ai modelli anglosassoni, la Fondazione Museo delle Anti-chità Egizie ha promosso la costituzione de Gli Scarabei, l’Associa-zione dei Soci Sostenitori del Museo che, fondata nel 2007, oggiraccoglie più di 100 iscritti tra le personalità più rappresentative dellasocietà civile, prevalentemente sul territorio piemontese, con l’obiet-tivo di favorire un diretto coinvolgimento dei cittadini torinesi nellavalorizzazione del Museo Egizio quale patrimonio culturale del ter-ritorio. In meno di tre anni di attività ha sponsorizzato importantiinterventi di restauro per un importo di 80.000 euro, focalizzati in

particolare sulla bellissima Tomba di Kha. C’è poi l’AssociazioneAmici Collaboratori del Museo Egizio (ACME), fondata nel 1974, che

organizza appuntamenti periodici come cicli di conferenze tenute da studiosi,spesso seguite da visite tematiche del Museo.

NO BENE ALL’EGIZIO

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Fino al 2 luglio Fossano (Cn) ha un ospited’onore: Michelangelo Merisi da Cara-vaggio. Il Castello degli Acaja e il MuseoDiocesano accolgono infatti la quasi to-talità delle opere del maestro del chiaro-scuro sotto forma di riproduzioni digitaliad altissima definizione. Una visione glo-bale, che neanche lo stesso autore ha mai

potuto ammirare di per-sona e che realizza unanuova idea di museo,complementare e nonalternativo al tradizio-nale, capace di approfit-tare delle enormipotenzialità che le

nuove tecnologie possono offrire. La mo-stra, oltre a raccontare la crescita artisticadel pittore attraverso quaranta opere, è ar-ricchita da approfondimenti multimediali,sequenze tratte da film, sceneggiati espettacoli teatrali sull’attività e l’opera diCaravaggio. L’evento è stato possibilegrazie al contributo della Fondazione edella Cassa di Risparmio di Fossano Spa.

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caleidoscopio

FONDAZIONI Maggio - Giugno 2017

Passa dalla genomica e dalla medicina di preci-sione un nuovo approccio per ridare speranza achi è colpito da un sarcoma, tumore raro che ag-gredisce ossa e tessuti molli. Attraverso l’analisisistematica del profilo genomico di numerosi pa-zienti, infatti, si potranno sviluppare terapie per-sonalizzate più efficaci e meglio tollerate. Èquesto l’obiettivo del progetto Sar-Gen, uno stu-dio multicentrico per l’analisi del profilo geno-mico di pazienti affetti da sarcomi realizzatograzie al sostegno della Compagnia di San Paoloe della Fondazione Umberto Veronesi. Lo studioSar-Gen è nato dall’alleanza fra Aieop - Associa-zione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pedia-trica, Isg - Italian Sarcoma Group, HuGeF -Human Genetic Foundation (ente strumentaledella Compagnia per la ricerca genetica) e alcuniistituti di ricerca oncologica su tutto il territorio

italiano. Ancora oggi i sarcomi rappresentano unapatologia assai complessa da trattare, in partico-lare in caso di malattia refrattaria alle cure, di me-tastasi o di recidive. Nonostante gli importantiprogressi degli ultimi decenni, infatti, la prognosiresta infausta per oltre 40 pazienti su 100. Lo stu-dio Sar-Gen prevede di analizzare il profilo geno-

mico tumorale, comparando il Dna delle cellulesane con quello di cellule tumorali di uno stessopaziente. In questo modo sarà possibile confezio-nare terapie mirate sulle caratteristiche di quel tu-more, aumentando le possibilità di guarigione,risparmiando al paziente il ricorso a terapie per luipoco efficaci, riducendo la tossicità delle cure.«L’impegno di Compagnia di San Paolo nel settoreSanità – dichiara Francesco Profumo, presidentedella Fondazione torinese – è volto a facilitare leconnessioni tra ricerca scientifica e applicazioni sa-nitarie e promuovere iniziative volte a introdurremaggiore razionalità economico-organizzativa neiprocessi gestionali. Questo anche alla luce dellapartecipazione della Compagnia al progetto torinesedel Parco della Salute e nella prospettiva di crea-zione della struttura pubblica di ricerca Human Te-chnopole Italy 2040, che sorgerà nell’area Expo».

C’è un fiume sempre più grande e impetuoso, composto da persone in marcia,dalla Siria, dall’Iraq, dall’Afghanistan. Sono anziani, bambini, famiglie, in cercadi una via verso il Nord Europa. Verso la libertà. Verso un futuro possibile. Ilgiovane fotoreporter Stefano Schirato, con il contributo di Caritas Italiana, haseguito il loro cammino lungo la rotta balcanica. Attraverso le sue immaginiha dato un volto ai migranti e una voce alle loro storie, per ricordare che quellache sembra una marea indefinita è in realtà composta da singole tragedie disingoli individui come noi. Le immagini di questo viaggio straordinario hannoemozionato fino ai giorni scorsi gli abitanti di Biella, grazie alla mostra “Oneway only. Senza voltarci indietro”, promossa dalla Fondazione Cr Biella.

MIGRANTI, UN VIAGGIODI SOLA ANDATA

Da sempre attenta alle tematiche am-bientali e del risparmio energetico(con il suo bando AmbientEnergia haerogato quasi 7 milioni di euro per lariqualificazione energetica degli edi-fici pubblici), da oggi la FondazioneCassa di Risparmio diCuneo rilancia, puntandosulla mobilità elettrica. Perla sua particolare compo-sizione (250 comuni, deiquali solo 10 con più di10mila abitanti e nessunosopra i 100mila) il territo-rio della provincia diCuneo risulta poco appe-tibile per gli investitoriprivati del settore del carsharing elettrico. Per questi motivi, laFondazione Crc ha deciso di aiutare lepubbliche amministrazioni del cu-neese nell’acquisto e nell’installa-zione di “stazioni di ricarica” per autoelettriche. L’iniziativa, oltre agli evi-

denti vantaggi ambientali di riduzionedell’inquinamento atmosferico, costi-tuisce un aiuto importante per rinno-vare le flotte di veicoli comunali eridurre i costi di gestione e utilizzo ditali mezzi, spesso arrivati a fine vita.

Con 200mila euro la Fon-dazione Crc ha cofinan-ziato l’acquisto di 8 auto-vetture elettriche e l’instal-lazione di 8 colonnine di ri-carica veloce in altrettanticomuni. Ma l’operazionenon è finita, perché è pre-visto un forte incentivoall’utilizzo dell’automobileacquistata, attraverso una“gara nella gara” tra i Co-

muni che si sono aggiudicati le ri-sorse. Quello con l’auto elettrica cheavrà percorso più chilometri, a unanno di distanza dalla consegna, rice-verà un secondo cofinanziamento perl’acquisto di un nuovo mezzo.

MOBILITÀ ELETTRICA

Sar-Gen, la medicina del futuro contro i sarcomi

Un viaggio fotografico nel territorio spezzino che, oltre a raccontarne lastoria, ne documenta i cambiamenti. È questo lo spirito del progetto “Me-morie Sovrapposte. Luoghi, fatti e persone alla Spezia dal 1893 al 1945”,realizzato dal quotidiano La Nazione in collaborazione con la FondazioneCarispezia. Le foto d’epoca sono affiancate a immagini di oggi, scattatedal fotografo Roberto Celi, per documentare come in poco più di cin-quant’anni, a cavallo di due secoli, siano cambiati l’aspetto e le atmosferedel territorio. Oltre alle immagini fotografiche le schede sono corredatedi approfondimenti a cura di storici e studiosi di quella terra.

Memorie Sovrapposte

La Fondazione Carivit ha avviato sul suoterritorio un ampio dibattito sui temi del-l’accoglienza degli immigrati e «l’impor-tanza di costruire un habitat di convivenzareciprocamente vantaggiosa», come hadetto il suo presidente Mario Brutti in oc-casione dell’incontro “Mio fratello cheguardi il mondo”, organizzata nel febbraioscorso a Viterbo, in collaborazione con lacooperativa sociale Gli Aquiloni. «ComeFondazione – ha detto Brutti – vogliamodare un contributo capace di incidere posi-tivamente». L’incontro è stato occasione perpromuovere la cultura dell’integrazione,partendo dalle esperienze positive attive sulterritorio, come è la Penny Wirton, unascuola di italiano per stranieri che nel 2015ha aperto una sede a Viterbo, curata dallalocale associazione Juppiter. La Penny Wir-ton, fondata a Roma nel 2008 dallo scrittoreEraldo Affinati, impartisce gratuitamente le-zioni di lingua italiana a migranti, bambinie adulti, con particolare attenzione agli anal-fabeti. I docenti sono tutti volontari debita-mente formati, che donano il loro tempo.

Per un habitatdi convivenza

Caravaggioa Fossano

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caleidoscopio

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“Friuli in Musica” è un vasto progetto, nato pervolontà della Fondazione Friuli e del Cidim - Co-mitato Nazionale Italiano Musica al fine di pro-muovere in Italia e all’estero le eccellenzemusicali friulane, selezionate dal ConservatorioJacopo Tomadini diUdine. Inserito nel pro-getto internazionaleCidim Suono Italiano,“Friuli in Musica” è rea-lizzato con gli IstitutiItaliani di Cultura, leRappresentanze diplo-matiche e consolari,l’Ente Friuli nel Mondoe organismi artistici eaccademici esteri. Nel-l’arco del triennio 2015-2017 il progetto hacoinvolto più di 40 mu-sicisti friulani, impegnati in un ricco e articolatoprogramma di concerti che li ha visti protagonistie che ha offerto loro la possibilità di esibirsi in im-portanti sale in tutto il mondo, dove hanno messoin luce il proprio talento, consolidando così la loro

notorietà internazionale. Complessivamente sonostati organizzati 123 concerti, di cui 80 in 25 statidei cinque continenti e 43 in 10 regioni italiane. «Il bilancio dei primi tre anni di Friuli in Musicaè positivo – ha osservato il presidente della Fon-

dazione Friuli LionelloD’Agostini – poichésiamo riusciti ad aiu-tare i nostri talentuosigiovani musicisti ad af-fermarsi sulla scena in-ternazionale. Ancorauna volta sono risultatevincenti le sinergie e larete con realtà come ilCidim, l’Ente Friuli nelMondo e il Conservato-rio, che hanno dimo-strato di avere lamotivazione, i giusti

canali e i contatti per far assumere a questa ini-ziativa livelli elevati di efficacia e utilità, contri-buendo a creare occupazione e incentivando lacooperazione con l’estero e il legame con le realtàfriulane sparse in tutto il mondo».

Lo straordinario patrimonio d’arte delnostro Paese si compone di grandi ca-polavori che richiamano folle di turistinei musei e di piccoli gioielli, spessopoco noti, a cui è legata lamemoria dei territori. È ilcaso della tavola raffigu-rante la “Madonna conBambino e San GiovanniEvangelista”, custodita pres-so il Monastero di SanGiovanni Evangelista diLecce. Si tratta di un di-pinto a tempera, realizzatonel XVI secolo da un ano-nimo pittore veneziano,che pur reduce da un re-cente intervento conserva-tivo aveva subito unmassiccio attacco di insettixilofagi, che avevano reso il legnomolto fragile e molto lacunoso, conperdita di ampie porzioni. Ora, graziea un intervento finanziato dalla Fon-

dazione di Puglia, l’opera è tornata alsuo splendore originario. La tecnicacon la quale è stato realizzato il dipintoè molto raffinata e consiste nella ste-

sura successiva di colori di base piùchiari e da velature trasparenti piùscure che lasciano intravedere il coloresottostante: una tecnica particolar-

mente suggestiva nella realizzazionedei panneggi, ai quali dà un effetto disete leggere. Obiettivo principale delrestauro era restituire leggibilità al-

l’opera. L’intervento è con-sistito nella pulitura dellapellicola pittorica da tutti iresidui soprammessi e so-prattutto nell’integrazionedelle molte parti mancanti,in modo da ridare unifor-mità a un capolavoro che sipresentava frammentario edisordinato perché mo-strava molti tipi di super-fici diverse (legno tarlato,legno sano, preparazione,vecchie stuccature e co-lore originale). La cromiaoriginale è stata poi rie-

quilibrata nelle zone in cui il coloreera molto disomogeneo e il legno la-sciato a vista è stato pulito, stuccatoe protetto con gomma lacca.

Scialuppa Antiusura

Continua l’impegno della Fondazione Cariparma per dotare le strut-ture sanitarie del suo territorio di strumenti all’avanguardia per la dia-gnostica. Il caso più recente è l’acquisto per l’Ospedale di Parma dellanuova “Tac intraoperatoria”, un sistema radiografico tridimensionaleper applicazioni in sala operatoria. L’apparecchiatura è la prima inEmilia Romagna e pochissimi sono gli esemplari che si trovano nel restod’Italia. Inoltre nei mesi scorsi la Fondazione ha contribuito alla crescitadell’Ospedale di Vaio, frazione di Fidenza (Pr), dotandone il pronto soc-corso di nuove attrezzature e acquistando la nuova piattaforma per co-lonscopia “Full Spectrum Endoscopy”, presente in pochissime strutturein tutta la Penisola. Non manca, infine, l’attenzione alla prevenzione.Sempre grazie alla Fondazione, presso la Casa della Salute di Parmarecentemente è nato il “Centro territoriale di prevenzione cardiovasco-lare primaria e secondaria” della Fondazione Don Gnocchi. Duplicel’obiettivo della struttura: sensibilizzare sull’importanza della preven-zione della malattia cardiovascolare e promuovere attività didattico-scientifiche nell’ambito dei tirocini di laurea e di specializzazione neicorsi di Malattie dell’apparato cardiovascolare dell’ateneo cittadino.

INNOVAZIONEE PREVENZIONE

TALENTI MUSICALIFRIULANI NEL MONDO

La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Ro-vigo dedica la stagione espositiva di primavera diPalazzo Roverella (Rovigo) a Pietro Donzelli. E lofa con una mostra aperta fino al 2 luglio, a cura diRoberta Valtorta, che presenta la vasta ricerca chel’artista svolse sul Delta del Po negli anni Cinquanta.«Il Polesine – afferma Antonio Finotti, presidentedella Fondazione Cariparo – ha un dovere di rico-noscenza nei confronti di Donzelli. Pur non essendoné rodigino né veneto, egli ha saputo come pochialtri entrare nell’anima della nostra gente e dellanostra terra, restituendone una visione precisa,senza sconti, distaccata e profondamente parte-cipe». A Palazzo Roverella, la mostra riunisce piùdi 90 immagini di Donzelli, stampe vintage e mo-derne, molte delle quali finora inedite, materiali didocumentazione originali, scritti dell’artista. Per

Donzelli, milanese, ilPo e il Polesine fu-rono un amore aprima vista. Accaddedurante il periodo mi-litare, tra il 1943 e il1945, quando vide perla prima volta i pae-saggi del Delta. Dopola guerra, l’artistatornò in più occasioniin quella che chia-mava “la terra sen-z’ombra” e cheresterà al centro dellasua opera fotografica.Donzelli percorre in-

stancabile i sentieri di campagna, sale sugli argini, co-steggia i canali, cammina luogo le strade silenziosedei paesi, fotografa la gente e i paesaggi. L’obiettivodella sua macchina fotografica si ferma su feste dipaese, cinema all’aperto, venditrici ambulanti, arti-giani all’opera; ambienti interni ed esterni dove leattività lavorative si alternano al mondo dei pescatorie degli specchi d’acqua riflessi. Uomini, donne, vec-chi e bambini colti nelle espressioni più spontanee:“gente che da sempre vive tra terra e acqua”, costrettaa misurarsi con la forza di una natura spesso ostile.Gente a cui egli restituisce un ritratto di grande di-gnità, una testimonianza sincera e commossa, privadi enfasi e di filtri ideologici. II catalogo della mostra(Silvana Editoriale) presenta 120 immagini e un’am-pia antologia di scritti storici e critici sul territorio.

Si intitola “Per un uso responsabile deldenaro” ed è liberamente consultabileon line sul sito www.lascialuppacrton-lus.org. È il manuale anti usura curatoda La Scialuppa Crt Onlus - Fonda-zione Anti Usura, l’ente strumentaledella Fondazione Crt dedicato al con-trasto di questo fenomeno. Il volumeaiuta persone e famiglie a una gestionepiù consapevole delle risorse finanzia-rie, con l’obiettivo di contrastare le re-altà del sovraindebitamento e del-l’usura, un business che l’Eurispes hastimato ammontare a oltre 80 miliardidi euro l’anno. Costituita nel 1998 dallaFondazione Crt che la sostiene, finoraLa Scialuppa ha fornito gratuitamenteconsulenza e assistenza a quasi 13milafamiglie e stanziato 34 milioni di euro

a garanzia di circa 2mila finanzia-menti bancari a soggetti che altrimentiavrebbero rischiato di cadere vittimedi usura. L’obiettivo di Scialuppa è,infatti, favorire l’accesso al creditobancario a soggetti privati o piccoliimprenditori con forti esposizioni de-bitorie o con improvvise e urgenti ne-cessità finanziarie, impedendo loro dicadere nella rete degli usurai. Nelsolo 2016 La Scialuppa Crt ha gestito793 richieste d’aiuto, di cui l’80%provenienti da persone e il 20% daimprese, in Piemonte e Valle d’Aosta.Il 61% delle persone in difficoltà hatra i 36 e i 55 anni, il 29% oltre 56anni e solo il 10% fino a 35 anni.

Rinasce la Madonna del Monastero di Lecce

Il Delta del Posecondo Donzelli

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in mostra

FONDAZIONI Maggio - Giugno 2017

Chiamato il 12 maggio del 1626 dalvescovo di Piacenza a continuare gliaffreschi della cupola del Duomo ri-masti interrotti per la morte del Mo-razzone, Giovanni Francesco Barbierida Cento, detto il Guercino, per via diun suo occhio strabico, è il grande pro-tagonista di uno straordinario progettoper la città emiliana che vede forte-mente impegnata, insieme al Comunee alla locale Diocesi, la Fondazione diPiacenza e Vigevano. Si tratta diun’importante mostra presso il Museodi Palazzo Farnese, dove sono esposteventi opere che illustrano il percorsoartistico del grande pittore, unita al-l’opportunità per i visitatori di apprez-zare in maniera particolarmenteprofonda e ampia i capolavori realiz-zati dal Guercino nella cupola delDuomo, da lui conclusi nel 1627.Nel catino della cupola della cattedraledi Santa Maria Assunta e Santa Giu-stina di Piacenza, diviso in otto com-parti, il pittore del chiaroscuro e delcolore aggiunse ai due del Morazzonealtri sei Profeti, decorando le lunettesottostanti le vele con scene del NuovoTestamento e, sotto queste, un fregiodi putti. In occasione del 390° anniver-sario di questo suo lavoro i promotoridel progetto hanno voluto favorire lamassima fruibilità dell’opera e, dun-

que, la sua diffusa conoscenza. Il rin-novato percorso di visita in Duomoconsente, infatti, al pubblico di inol-trarsi nei camminamenti in quota dellacattedrale, con l’offerta di inediti puntidi vista e, grazie al supporto dell’inno-vazione tecnologica, tanta bellezza èben accessibile a tutti. Il viaggio di co-noscenza e avvicinamento a questograndioso ciclo di affreschi cominciadalla sagrestia superiore. Al visitatore,tramite una video istallazione, vieneproposta un’esperienza immersiva in3D nel racconto pittorico che, grazie

alle più attuali tecnologie di comuni-cazione, associa immagini suggestivee rigore scientifico, in grado di far ap-prezzare al meglio il successivo con-tatto diretto con gli affreschi. Ilvideowall, composto da 12 schermi digrandi dimensioni posti in verticale, èuna sorta di finestra sulla storia dell’af-fresco, ma anche un affaccio sul pae-saggio piacentino, che scandisce, colpassare delle stagioni, i tempi di lavo-razione dell’opera. I monitor, coordi-nati in rete attraverso specialistrumentazioni, riproducono e gesti-

scono immagini dell’affresco ad altis-sima risoluzione e perfetta fedeltà cro-matica: scorrono a pieno schermodettagli puntuali e raffinati, su cui sipuò arrivare a distinguere chiaramentele pennellate dell’artista, alle quali fada sfondo sonoro la musica del con-temporaneo Monteverdi.La mostra nella Cappella ducale di Pa-lazzo Farnese, dal titolo “Guercino trasacro e profano”, restituisce a sua voltala lunga parabola che ha portato l’arti-sta emiliano (Cento, Fe, 1591 - Bolo-gna, 1666) a essere uno dei pittori delSeicento italiano più amati a livello in-ternazionale. La mostra rimarrà apertafino al 4 giugno ed è curata da DanieleBenati e Antonella Gigli, insieme conun comitato scientifico composto daAntonio Paolucci, Fausto Gozzi eDavid Stone. La pluralità delle inizia-tive, ha commentato il Ministro deiBeni e delle Attività Culturali e del Tu-rismo Dario Franceschini, «creaun’offerta che tiene conto delle sensi-bilità di pubblici diversi e dell’esi-genza di approcciarsi ai contenuticulturali attraverso l’esperienza, conlo scopo della valorizzazione dei beniculturali. Una responsabilità e un’am-bizione, quest’ultima, che si sposa conle politiche culturali che il Ministerodei Beni e delle Attività Culturali e delTurismo sta portando avanti, affinchéil Paese continui a essere attrattivo,sappia raccontarsi con linguaggi con-temporanei e più immediati, ma sem-pre di alto rigore scientifico». «Il Progetto Guercino – ha commen-tato Massimo Toscani, presidente dellaFondazione di Piacenza e Vigevano –mi rende orgoglioso e felice del lavorosvolto. Anzitutto per la valorizzazionedi un tesoro – gli affreschi della cupoladella cattedrale – che è anche la valo-rizzazione di una città intera: mi au-guro che ciò rappresenti, anche nelmedio e lungo periodo, un contributoimportante affinché le tante bellezze diPiacenza possano essere svelate a unnumero sempre maggiore di visitatori.In secondo luogo, non posso che dirmisoddisfatto della capacità di lavorareinsieme che si è concretizzata in occa-sione di questi eventi: realtà pubblichee private hanno saputo convogliaresforzi, competenze e impegno affinchéil 2017 a Piacenza possa essere ricor-dato come l’anno del Guercino».

766 dipinti, 118 sculture, 53 oggetti e arredi, appartenenti a un’epoca compresa tra il primo secolo e la seconda metà delNovecento, costituiscono l’ampia dote della Collezione Cariplo, una raccolta di opere d’arte di significativo pregio sto-rico-artistico che la Fondazione mette a disposizione della collettività sia con l’esposizione permanente del nucleo ottocen-tesco presso Gallerie d’Italia, in Piazza Scala a Milano, sia attraverso un articolato panorama di interventi, fra cui la recenteiniziativa “Open”, un tour di eventi espositivi in collaborazione con le Fondazioni di Comunità locali, che porterà la colle-zione dell’ente milanese in tutta la Lombardia, nelle province del Verbano-Cusio-Ossola e di Novara. La rassegna “Losguardo sul mondo. Vedute, capricci, paesaggi”, ospitata presso il Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, è la prima tappadel tour e sarà allestita fino al 25 giugno. È stata realizzata dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, incollaborazione con il Comune, e propone 40 opere, provenienti dalle collezioni di Fondazione Cariplo e dello stesso museocremonese, scelte secondo un percorso incentrato sul paesaggio, che attraversa tre secoli di pittura, dal Seicento all’Otto-cento. Ci sono dipinti di Alessandro Magnasco, Gaspard Van Wittel, Felice Giuseppe Vertua (in foto “Veduta di Cremonadalla Cappella di San Rocco”), Pietro Ronzoni, Giuseppe Canella, Emilio Gola. Inattesi capolavori esposti lungo cinquesezioni espositive: Weltlandschaf, il paesaggio mondo; Dall’Arcadia al Capriccio; Natura inquieta; Paesaggio romantico;Sguardo d’artista. La mostra parte con i dipinti più antichi che mostrano l’origine della pittura di paesaggio in area nordeu-ropea. Ci sono poi le vedute di rovine, un tipo di paesaggio che si afferma come filone assai frequentato dal classicismoseicentesco, anche con immagini di genere. Quindi la pittura di paesaggio nel romanticismo e nel realismo. «Siamo dasempre convinti che le occasioni legate a iniziative culturali creino opportunità di lavoro, realizzino la coesione sociale efacciano crescere le persone – dice Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo –. La tappa cremonese è un’op-portunità per far conoscere i capolavori della nostra Collezione e dare un esempio tangibile delle possibili esplorazioni diuna storia comune che attraversa le diverse realtà territoriali grazie al legame profondo che esiste fra le opere e i luoghi».

A PIACENZA È L’ANNO DEL GUERCINO Tra camminamenti in cattedrale e innovative istallazioni ci si immerge negli affreschi

Cremona apre lo sguardo sul mondo

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in mostra

FONDAZIONI Maggio - Giugno 2017

«Non chiamiamola mostra, sarà come varcare leporte di un grande museo nazionale, come visitarela Galleria degli Uffizi di Firenze o il Museo di Ca-podimonte di Napoli». Così Vittorio Sgarbi nel de-scrivere la mostra “Da Giotto a Morandi. Tesorid’arte di Fondazioni e Banche italiane”, di cui è cu-ratore, allestita a Palazzo Baldeschi di Perugia finoal 15 settembre. Fortemente voluta dalla FondazioneCassa di Risparmio di Perugia, a cui appartiene ilPalazzo, e organizzata dalla Fondazione CariPerugiaArte, con il patrocinio di Acri, della Regione Umbriae del Comune di Perugia, la mostra sipropone di far conoscere il ricco patri-monio artistico, non sempre conosciuto,acquisito negli anni dalle Fondazioni diorigine bancaria e dalle Banche, graziealle quali è stato salvaguardato e conser-vato, per essere oggi a disposizione delPaese e dei territori, della cui identità leopere raccolte sono spesso parte inte-grante e costitutiva. La mostra vuol’es-sere anche occasione per ridare slancioal turismo in Umbria, così come gli altrieventi programmati sul territorio quale,per esempio, “Un Immenso beneumbro”, un percorso espositivo checoinvolge le sei Fondazioni di originebancaria della regione e che sarà allestitoa maggio a Perugia, nelle sale di PalazzoLippi Alessandri. Inoltre i proventi de-rivanti dalla mostra “Da Giotto a Mo-randi” saranno devoluti in favore degliinterventi di recupero del patrimoniostorico-artistico locale danneggiato dairecenti eventi sismici.Ma che cosa potranno vedere i visitatorie i turisti in quest’esposizione realizzatacon la regia di Sgarbi? Essa propone unavvincente percorso lungo sette secoli distoria dell’arte e, al contempo, consentedi verificare la pluralità degli orienta-menti che stanno alla base del fenomenodel collezionismo di Fondazioni e Ban-che. Questo prezioso tesoro diffuso viene raccontatoattraverso 90 opere: da Giotto, l’artista che ha rin-novato la pittura, così come Dante, suo contempo-raneo, è ritenuto il “Padre” della lingua italiana, aGiorgio Morandi che, guidato da una sorvegliatis-sima coscienza formale, fu capace di infondere unasolennità pacata e austera ai semplici oggetti del quo-

tidiano. Tra questi due poli, il visitatore può ammi-rare le opere di maestri, più o meno noti, apparte-nenti alle principali “scuole” che compongono lapeculiare e complessa “geografia artistica” della no-stra nazione: Beato Angelico, Perugino, Pinturic-chio, Matteo da Gualdo (in foto “Vergine Assuntatra i Santi Tommaso e Sebastiano”), Dosso Dossi,Ludovico Carracci, Giovanni Francesco Guerreri,Ferraù Fanzoni, Giovanni Lanfranco, Guercino,Guido Cagnacci, Pietro Novelli, Giovanni Dome-nico Cerrini, Mattia Preti, Luca Giordano, Antonio

Balestra, Gaspar van Wittel, Giovanni Antonio Pel-legrini, Bernardo Bellotto, Corrado Giaquinto, Pom-peo Batoni, Angelica Kauffmann, Giovanni Fattori,Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini, Giuseppe Pe-lizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Medardo Rosso,Leonardo Bistolfi, Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Ge-rardo Dottori, per citare solo i nomi più noti. La mo-

stra così dà conto dell’evoluzione degli stili e offreun’ampia panoramica sui soggetti affrontati dagli ar-tisti, dal tema sacro alle raffigurazioni allegoriche emitologiche, dal genere del ritratto a quelli del pae-saggio e della natura morta. «Il nostro progetto – af-ferma Sgarbi – testimonia che se si uniscono ipatrimoni delle varie Fondazioni e delle varie Ban-che, spesso espressione della tendenza ad acquisireopere vicine alla propria regione o alla propria città,potremmo creare tanti musei nazionali che, altri-menti, non potrebbero esistere con i soli fondi pub-

blici». Il grande critico e storico dell’artesostiene, infatti, che la straordinaria rac-colta di opere d’arte di proprietà delleFondazioni e delle Banche italiane rap-presenti un patrimonio di valore inesti-mabile complementare a quello delloStato e sia un vero e proprio “museo pa-rallelo”. Un museo che Acri illustra,nella sua completezza, nel catalogomultimediale “R’accolte” disponibilesul sito dell’Associazione (http://rac-colte.acri.it) e dal 2012 accessibile on-line, tramite pc, tablet e smartphone. Sitratta di poter fruire liberamente di im-magini e informazioni, con molteplicipossibilità di lettura e approfondimento,relative a circa 13.000 opere d’arte, in-ventariate secondo i più accurati stan-dard internazionali. Sono dipinti,sculture, disegni, ceramiche, stampe, nu-mismatica e arredi, appartenenti a 73collezioni di 59 Fondazioni: collezioniampie e spesso varie sia nella composi-zione che nella stratificazione tempo-rale, tanto da poter essere consideratecome il volto storico e culturale dei di-versi territori. Ed è da questo catalogoche è stata scelta la gran parte delleopere in mostra a Perugia. Nel raccon-tare il percorso che ha portato alla rea-lizzazione del progetto, Sgarbi haribadito più volte «il ruolo fondamen-

tale di Banche e Fondazioni nella tutela e nella va-lorizzazione del patrimonio culturale, di cui restanocome testimonianza tantissime biblioteche emusei». E non ha mancato di sollecitare il prosegui-mento dell’attività di ricerca e acquisto da parte lorodi opere d’arte. «Questa mostra – ha concluso –segna il confine tra ciò che è stato fatto e il futuro».

DA GIOTTO A MORANDIA Perugia apre le porte il museo dell’arte di Fondazioni e Banche

In Italia le città sono spesso uno spettacolo da non perdere, soprattutto nella bellastagione. Così la Fondazione Cr Trieste anche quest’anno si inserisce nella ma-nifestazione dal titolo “In primavera a Trieste!”, giunta alla quinta edizione, cheapre uno sguardo diverso sulla città, mostrando la ricchezza dei suoi giardini, deisuoi musei, di cimiteri patrimonio di memoria, di arte e di cultura. La Fondazionepropone la mostra di alcuni dipinti tra gli oltre 400 capolavoridel proprio patrimonio artistico: 11 opere che hanno comefilo conduttore i tramonti e i notturni. Ogni venerdì fino al 26maggio, i visitatori (previa prenotazione al numero3407546609) potranno visitarla, presso la sede della stessaFondazione, in via Cassa di Risparmio 10, accompagnatidallo storico dell’arte Matteo Gardonio, già autore del cata-logo generale delle opere della Collezione d’Arte della Fon-dazione Cr Trieste. Fra le altre si può ammirare “La Pietà”,una tavola del 1440 di Giovanni Antonio Bellinzoni da Pesaro(protagonista del gusto tardo gotico nelle Marche) che è unautentico fiore all’occhiello della Collezione per quanto ri-guarda le opere antiche. In mostra anche un capolavoro delSegantini friulano, Giovanni Napoleone Pellis, con il suo vasto “Tramonto”, unatela manifesto, opera cardine della fine degli anni Venti, che raffigura con ogniprobabilità l’abitato di Forni di Sotto. A Trieste, dove espose con regolarità, Pellisfu particolarmente apprezzato per il suo caratteristico divisionismo. E ancora

“Notte e Luna” – tra le più suggestive opere di Nino Perizi – presentata alla Bien-nale di Venezia del 1952: un’opera dalle dimensioni ragguardevoli che lo apparentaa esperienze di memoria cubista. C’è poi Edoardo Devetta con “Paesaggio alchiaro di luna”, esposto con ogni probabilità alla X Biennale d’Arte Triveneta del1953. Ma ci sono anche artisti “extraterritoriali” quali il capodistriano Bartolomeo

Gianelli, con “Tramonto nel bosco”, e Vittore Antonio Car-gnel, con “Tramonto”: paesaggisti della scuola veneta tra Ottoe Novecento. Singolare il nucleo dei dipinti in mostra di PietroLucano, figura notevole dell’arte triestina che, nonostante unavita lunghissima (1878-1972), ancora oggi attende una pienarivalutazione. Due le sue opere in mostra: “Plenilunio o Not-turno a Oblisca” (in foto), l’attuale Belsko slovena, vicino aPostumia, e “Tramonto”, uno tra i dipinti più affascinantidell’artista, dal gusto simbolista. E poi Umberto Veruda, con“I naufraghi”, che racconta un dramma. La tela, datata 1894,è presente nel 1895 all’Esposizione di Belle Arti a Roma. Ul-time, ma non meno importanti, sono due opere di Vito Tim-mel: “Ritratto di signora”, del 1932, dove il volto lunare di

una donna emerge dallo sfondo di una Trieste intrisa di incubi notturni, lontanadalle vedute da cartolina che i colleghi di Timmel consegnavano al mercato e alleesposizioni in quegli stessi anni, e “Nubi sulla città”, opera recentemente acquistatadalla Fondazione Cr Trieste, a testimonianza di un mecenatismo che prosegue.

Tramonti a Trieste nella Collezione della Fondazione

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in mostra

FONDAZIONI Maggio - Giugno 2017

LA SPEZIA OMAGGIA AMEDEO LIA

Vent’anni fa nasceva a La Spezia ilMuseo Civico “Amedeo Lia”, grazieall’incontro tra un generoso mecenatee una pubblica amministrazione intel-ligente. Lia, un uomo d’impresa, uningegnere, nel secolo scorso spese ilproprio tempo e le proprie risorse perinseguire la bellezza creata dagli arti-sti del passato. E, una volta messa in-sieme una collezione di rilievomondiale decise di donarla alla suacittà, La Spezia appunto. «Fu unostraordinario esempio di mecenati-smo – afferma il presidente della Fon-dazione Carispezia Matteo Melley –che ha contribuito ad avviare lo svi-luppo culturale della città, cui hannofatto seguito gesti analoghi da partedi altre figure di collezionisti spez-zini». Oggi, una mostra dal titolo “L’elogio dellabellezza. 20 capolavori, 20 musei, per i 20 anni delLia” promossa dal Comune della Spezia in colla-borazione con la Fondazione e con il contributo diCrédit Agricole Carispezia, onora la memoria diAmedeo Lia e dà nuovo stimolo per rimettere alcentro l’investimento culturale come fattore di cre-scita per il territorio. Nel museo a lui dedicato lamostra fa convergere venti capolavori aggiuntivi,uno per ogni anno del ventennale, offerti per questo“omaggio collettivo” da molti dei musei che con ilLia hanno avuto rapporti scientifici e di scambio.In questi venti anni sono stati numerosi, infatti, igrandi musei anche internazionali che si sono ri-volti al Lia per prestiti di opere di rilievo, a con-ferma di come l’occhio del collezionista, spessoassistito da esperti da lui attentamente individuati,avesse saputo cogliere veramente il meglio, i capo-lavori autentici, che via via emergevano sul mercatodel grande e grandissimo antiquariato.

I 20 capolavori che arrivano a La Spezia per que-sta mostra, aperta fino al 25 giugno, sono statiscelti sulla base della qualità, ma anche per la loro“assonanza” con le opere del Lia, che consta dicirca 1.000 opere di grande varietà, dall’epocaclassica al tardo antico, al Medioevo, per finire alXVIII secolo. Si tratta di dipinti, miniature, scul-ture in bronzo, rame, avorio, legno, vetri, maioli-che, oggetti d’arte che documentano il gusto e lacultura dell’arte in Italia e in Europa. Fra loro, unavera gemma sono i cosiddetti “primitivi”: più disettanta tavole di Pietro Lorenzetti, BernardoDaddi, Lippo Memmi, Lippo di Benivieni, Lo-renzo di Bicci, Barnaba da Modena, Paolo di Gio-vanni Fei, il Sassetta; inoltre molte tempere e telefra cui opere di Vincenzo Foppa, Antonio Viva-rini, il Bergognone, un probabile Raffaello gio-vane, Pontormo, Tiziano, Tintoretto, Sebastianodel Piombo, Giovanni Cariani, Gentile e GiovanniBellini, Bernardo Bellotto, Canaletto.

Quelli giunti a La Spezia sono ospitidi qualità e, come si è accennato,anche “di famiglia”.«È impossibile fare una classifica deiprestiti, trattandosi di opere tutte ve-ramente notevoli – afferma il sindacodella Spezia Massimo Federici –. Milimito a citare semplicementel’elenco nominativo dei grandi mae-stri: artisti come Dosso Dossi, Neridi Bicci, Giovanni da Modena, Anni-bale Carracci, El Greco, Braman-tino, Chardin, Panfilo Nuvolone,Matteo Civitali, Jacopo Bassano,Beato Angelico, Gian Lorenzo Ber-nini, Giulio Cesare Procaccini, Ber-gognone, Pontormo, Guercino,Ludovico Carracci. Ma anche alcunistraordinari reperti archeologici o

esempi eccelsi di arti applicate, in assonanza ap-punto alle diverse Collezioni Lia».A rendere quest’ omaggio ad Amedeo Lia hannoconcorso i fiorentini Galleria dell’Accademia,Museo del Bargello, Museo Nazionale di SanMarco e Museo Horne, il Museo Civico Medie-vale di Bologna, il Castello Sforzesco, la Pinaco-teca di Brera e il Diocesano per Milano, il luccheseMuseo Nazionale di Villa Guinigi, le venezianeGallerie dell’Accademia, la Carrara di Bergamo,la Galleria Nazionale delle Marche e, da Roma, laPinacoteca Capitolina, il Museo Nazionale di Pa-lazzo Venezia e la Galleria Borghese, per quantoriguarda l’Italia. L’estero è presente con la Gemal-degalerie di Berlino, il Museo Thyssen Bornemi-sza di Madrid, il Musée Jacquemart-André diParigi e il Städelsches Kunstinstitut di Francoforte.In foto da sinistra: Ambrogio da Fossano, “San-t’Agata”; Vittore Carpaccio, “Madonna col Bam-bino e San Giovannino”

Un collezionista attento, un mecenate generoso

Non poco dell’arte del Novecento è stato custodito e valorizzato da imprenditorie importanti personalità della società italiana la cui passione per l’arte e la culturafu accompagnata da senso di responsabilità verso le proprie comunità, espressoattraverso importanti lasciti e comodati a musei pubblici della parte più rappre-sentativa delle loro raccolte. Fra queste quella di Augusto e Francesca Giovanardi,che prese forma nella Milano dell’immediato Secondo Dopoguerra e che oggi èesposta nella mostra “Costruire il Novecento. Capolavori della Collezione Gio-vanardi”, allestita a Bologna a Palazzo Fava - Palazzo delle Esposizioni fino al 25giugno e promossa da Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna insieme a GenusBononiae Musei nella Città. Curata da Silvia Evangelisti, la mostra raccoglie no-vanta dipinti realizzati dai migliori pittori italiani attivi tra le due guerre mondialie si articola in tre sezioni, ciascuna dedicata a un tema che approfondisce le operedi due o più artisti nel cui linguaggio artistico si possono trovare assonanze o dis-sonanze. La prima è dedicata ai dipinti di Morandi e Licini e al loro rapporto con-troverso. Genio già venerato in vita il primo, meno famoso ma pittore amatissimoil secondo, furono amici nella giovinezza e “nemici” nella maturità, avendo in-staurato un rapporto di contiguità sfociato poi in scelte stilistiche agli antipodi. In-sieme furono protagonisti della famosa esposizione “futurista” di un sol giorno,tenutasi all’Hotel Baglioni tra il 21 e il 22 marzo 1914; ma poi le loro strade di-vennero divergenti: mentre la pittura morandiana mantiene una fondamentale unitàe misura, quella di Licini è sempre più libera dai rapporti naturalistici, fino adaprirsi all’astrattismo durante gli anni Trenta. La seconda sezione racchiude rile-vanti gruppi di dipinti di Carlo Carrà (in foto “Nuotatori”), Filippo De Pisis, Mas-simo Campigli e Mario Sironi (una decina per ciascuno) che raccontano il rapportotra pittura e architettura, e le reciproche influenze, nel periodo tra le due guerre. Èla Pittura costruttiva. Nel clima di “ritorno al mestiere” tipico di quel periodo, il ri-chiamo alla materia pittorica dell’affresco è elemento comune a molti artisti. Neigrandi cantieri favoriti dal regime fascista si aprono nuove opportunità per la pitturamurale e il mosaico. Dalla “Prima Triennale” di Milano nel 1931 alle grandi de-corazioni dei nuovi Palazzi di Giustizia, dalle stazioni alle università, agli ufficipubblici, per tutti gli anni Trenta, si susseguono commissioni di estrema rilevanzaa cui partecipano diversi artisti, primo fra tutti Sironi. E a una concezione pittorica

spaziale architettonica approda via via anche Carlo Carrà quando, chiusa l’avven-tura futurista, muta radicalmente il proprio linguaggio dalla scomposizione avan-guardista della forma ai nuovi valori solidi delle opere degli anni Venti, che siaccentua negli anni Trenta e Quaranta, quando la concezione spaziale della com-posizione diviene centrale e la sintesi formale prende il sopravvento sul puro datoemotivo. Infine la terza sezione presenta alcuni protagonisti del processo di disso-luzione della forma nella pittura degli anni Trenta: Mario Mafai, Ottone Rosai, Ar-turo Tosi, Pio Semeghini, tra gli altri. È il preludio all’apertura, all’inizio degli anniCinquanta, della grande stagione informale. Alle tre sezioni della mostra si ag-giunge, distaccata e distinta dalle altre, una piccola area in cui sono raccolte alcuneopere plastiche del Novecento presenti nelle raccolte di Genus Bononiae, con quelledi Arturo Martini, Giacomo Manzù, Fausto Melotti e Lucio Fontana. La Collezionedell’illustre scienziato Giovanardi è stata esposta integralmente solo altre duevolte. Dunque la mostra di Palazzo Fava rappresenta un’occasione importanteper i cultori del Novecento italiano, probabilmente irripetibile per lungo tempo.

IL NOVECENTO DELLA COLLEZIONE GIOVANARDI

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Sono stati oltre cento i rappresentanti dialtrettanti musei italiani che hanno par-tecipato il 24 marzo a Torino alla gior-nata di lavoro sul tema “I Musei versouna cultura dell’accoglienza”, promossada Fondazione Crt e Fondazione Pai-deia. L’iniziativa ha visto la presenza dipsicologi, psichiatri, psicoterapeuti,esperti di comunicazione, nonché le te-stimonianze di famiglie in difficoltà e lapresentazione di case history. Tuttihanno evidenziato il giusto “mix di in-gredienti” in grado di rendere una visitaculturale pienamente appagante per tuttii visitatori: accoglienza, attenzione allacomunicazione e cura della relazionesono i fattori-chiave al centro di nuovimodelli organizzativi e gestionali, ancorprima che strutturali, per rendere la cul-tura un’esperienza “per tutti” e “di tutti”. E un’esperienza di tutti e per tutti èquella che Fondazione Crt e FondazionePaideia si propongono di fare in modoche sia sempre più realizzabile, for-mando specificatamente gli operatori delsettore. Le due fondazione realizzano,infatti, dal 2012, a Torino il progetto“Operatori museali e disabilità”: un’ini-ziativa unica in Italia, nata per diffonderee promuovere modelli capaci di renderei musei italiani pienamente accessibili atutti, in primis ai visitatori con bisogniparticolari o con disabilità. Il progetto,che ha già formato oltre 600 operatori

museali con corsi base e di secondo li-vello, punta a incrementare le cono-scenze e le competenze relazionali di chilavora a contatto con il pubblico, indi-pendentemente dal grado gerarchico edalla funzione ricoperta: dagli addettialla biglietteria alle guide, dal personaledi sala ai referenti delle attività didatticheper bambini, fino ai ruoli di direzione. L’iniziativa non riveste solo un importan-tissimo valore sociale, ma anche econo-mico. Infatti le persone con disabilitàsono la “terza nazione” al mondo e rap-presentano oggi un significativo poten-ziale mercato. Nei Paesi europei le stimeparlano di quasi 50 milioni di viaggiatoricon disabilità, pari al 30% del totale dellepersone con disabilità. Se si consideranoanche anziani, famiglie con bambini, per-sone con disabilità temporanea o partico-lari necessità alimentari, si arriva a 145milioni di turisti con esigenze specifiche.La prossima edizione del progetto“Operatori museali e disabilità” si terràda maggio a novembre 2017, presso lasede torinese di Fondazione Paideia.Sono previsti: quattro corsi base e in-tensivi rivolti a operatori provenienti damusei di tutta Italia, seminari di appro-fondimento sulle tecniche di progetta-zione delle attività didattiche, percorsilaboratoriali di secondo livello per l’ac-coglienza di persone con disabilità.

Con Cresco c’è più creditoper lo sviluppo delle comunitàLa perdurante crisi economia sta met-tendo a dura prova anche le organiz-zazioni del terzo settore attive nelcampo del welfare, che sempre piùspesso trovano difficoltà ad accedereal credito perché non sono in grado difornire le necessarie garanzie. Per ri-spondere a questo problema, recente-mente la Fondazione Tercas e laFondazione Manodori di ReggioEmilia hanno ciascuna sottoscrittoaccordi con Banca Prossima, l’istitutodel Gruppo Intesa Sanpaolo dedicatoal mondo del non profit, per il qualemette a disposizione vari strumenti dicredito, fra cui “Cresco - Credito perlo sviluppo delle comunità”. Questopermette alle grandi organizzazioni,come le Fondazioni, di moltiplicare ilvalore sociale delle erogazioni a fa-vore del terzo settore e degli enti cheoperano nel welfare, destinandoneparte ad appositi fondi di garanzia.Le Fondazioni selezionano, tramitebando, soggetti non profit che pro-pongono progetti in risposta alle fra-gilità sociali e hanno necessità diliquidità per avviarlo. Questa vienemessa a disposizione da Banca Pros-sima a fronte di garanzie offertedalle Fondazioni. Sia FondazioneTercas che Fondazione Manodorihanno costituito presso Banca Pros-sima ciascuna un fondo dotato di500mila euro, che consentirà di ero-gare i finanziamenti per i progetti se-lezionati da ognuna di esse, fino a 2milioni complessivi per Tercas efino a 2,5 milioni per Manodori.

Ai bandi possono partecipare tutti isoggetti non profit operanti da almenodue anni nelle rispettive province. LeFondazioni ricevono le domande evalutano il valore dei progetti e la lororicaduta sociale, selezionano le pro-poste ritenute più innovative e mag-giormente coerenti con i propriobiettivi nonché con le finalità delbando. Trasmettono quindi alla bancal’elenco dei progetti selezionati; saràquesta a fare una valutazione indi-pendente sulla loro sostenibilità fi-nanziaria, scegliendo quelli a cuierogare il finanziamento. Nella selezione saranno privilegiati iprogetti che intendono perseguire duefinalità. Da un lato sviluppare inizia-tive e servizi per migliorare l’effica-cia e la qualità degli strumenti per il

welfare, ottimizzare l’utilizzo delle ri-sorse, favorire la costituzione di reti trasoggetti diversi. Dall’altro sostenereprogrammi del terzo settore con par-ticolare attenzione a: l’inclusione el’integrazione di soggetti a rischio diemarginazione sociale, l’inserimentodei giovani e delle donne nell’ambitoprofessionale, l’avvio di imprese so-ciali o culturali, nonché iniziative voltea incoraggiare la conciliazione tra vitafamigliare e lavoro. Per tutte le infor-mazioni e la modulistica si rimanda aisiti delle Fondazioni www.fondazio-netercas.it e www.fondazionemano-dori.it. Il bando della FondazioneTercas scade il 31 maggio 2017,quello della Fondazione Manodori èaperto fino al 31 dicembre 2019, salvocompleto assorbimento dei fondi.

Il Comune di Modena, grazie alla collaborazione con la Fondazione Cassa diRisparmio di Modena, sta sperimentando una particolare formula di sostegnoalle persone disoccupate con difficoltà a sostenere le spese per la casa, che sibasa su un loro impiego attivo. Il tramite è un Patto sociale di corresponsabilità,che prevede l’erogazione (tramite bando) di contributi economici a chi ne ha bi-sogno, in cambio dell’impegno da parte del beneficiario a svolgere attività di vo-lontariato, lavori socialmente utili o percorsi formativi. Fino a oggi sono statitrentadue i nuclei famigliari che hanno partecipato a questa sperimentazione. Orasi è aperta una seconda fase per altre 28 famiglie disagiate, che riceveranno unsostegno di 400 euro mensili per seimesi, rinnovabili per altri tre, comecontributo alle spese per il manteni-mento dell’alloggio. I richiedentidevono avere un’età compresa tra i18 e i 65 anni e un Isee non supe-riore a 10mila euro. Per poter usu-fruire dei benefici è necessariocondividere e sottoscrivere il Patto,che conterrà in modo dettagliato leattività che il beneficiario si impe-gna a svolgere nel periodo di eroga-zione del contributo. Il Patto saràconcordato con l’assistente socialesulla base di una progettazione che terrà conto delle caratteristiche della situazionefamigliare e delle capacità e abilità individuali. L’erogazione dei contributi saràsubordinata al rispetto degli impegni presi. Per candidarsi ai benefici occorre pre-sentare domanda presso il Polo territoriale del Quartiere di riferimento, utiliz-zando il modulo disponibile presso gli Sportelli Sociali o scaricabile dal sitointernet del Settore Politiche Sociali (www.comune.modena.it/politichesociali).L’intervento si inserisce tra le azioni di contrasto alla povertà messe in campodal Comune di Modena, che nel 2015 ha sostenuto 1.175 nuclei in difficoltà,erogando complessivamente interventi per 2,3 milioni di euro.

TelepsichiatriaPatti di responsabilità a ModenaSi chiama “Telepsichiatria” ed è unnuovo progetto terapeutico speri-mentale della Asl di Alessandria,realizzato grazie al contributo dellaFondazione Cral. Consente ai me-dici di prendersi cura di pazienti re-sidenti in una comunità psichiatricagrazie a un sistema informatizzatodi computer in rete con videoconfe-renza. Per mezzo di questa tecnolo-gia, il personale presente nellastruttura può usufruire della consu-lenza specialistica di psichiatri eoperatori da remoto, con un granderisparmio di tempo sugli sposta-menti dei professionisti e conse-guente cospicua liberazione dirisorse umane a vantaggio della pa-rallela implementazione dell’assi-stenza domiciliare. Inoltre, qualoraal termine del colloquio il medicodovesse decidere di modificare laterapia del paziente, o se ci fosse lanecessità di rilasciare un certificato,può farlo tramite l’utilizzo dellafirma digitale e l’invio della docu-mentazione tramite posta elettro-nica. La Fondazione Cr Alessandriaha acquistato tutto il necessario:computer fissi e portatili, software,l’infrastruttura di rete in grado di ga-rantire collegamenti stabili e sicuri.

MUSEIPER TUTTI

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welfare

FONDAZIONI Maggio - Giugno 2017

Torna e si consolida “Ciackincarcere - Cineva-sioni”, un progetto che porta il cinema in carcere,come percorso di formazione e di riabilitazione.Quest’esperienza, che si tiene a Bologna per il se-condo anno consecutivo, si compone di un corso-laboratorio e di un festival cinematografico, che siterrà in autunno nella sala cinema della Casa Cir-condariale della Dozza. Unica in Italia nell’utilizzodel linguaggio cinematografico come strumento diinserimento sociale di personesottoposte a limitazione delle li-bertà personali, quest’iniziativa,insieme alle pellicole cinemato-grafiche, porta oltre le sbarreanche autori, attori e studiosidel settore. È una sfida alta, chesarebbe impossibile realizzaresenza l’apporto e la collabora-zione di tutto il personale dellaCasa Circondariale Dozza, inprimis degli agenti di PoliziaPenitenziaria. A organizzareCiackincarcere - Cinevasioni èl’Associazione DocumentaristiEmilia Romagna, in collabora-zione con la Direzione dellaCasa Circondariale Dozza di Bo-logna e con il Ministero della Giustizia - Diparti-mento Amministrazione Penitenziaria, con ilsostegno della Fondazione del Monte di Bologna eRavenna, del Ministero dei Beni e delle AttivitàCulturali e del Turismo, del Gruppo Hera, di CoopAlleanza 3.0 e Legacoop Bologna, con il supportodi Rai Cinema. Il corso-laboratorio Ciakincarcere,che si è tenuto da ottobre 2016 ad aprile 2017, hacoinvolto quindici detenuti e ha dato l’opportunità aquattro di loro di ottenere la semi-libertà. In partico-

lare, un partecipante sta seguendo un percorso di vo-lontariato in una società di produzione-distribuzionecinematografica. Il corso è strutturato in due parti:una destinata a fornire le conoscenze di base del-l’analisi del film, privilegiando un punto di vista tec-nico, un’altra più laboratoriale che prevede provepratiche finalizzate alla realizzazione di una video-poesia (La libertà si nasconde) e un cortometraggio.Dal 9 al 14 ottobre 2017 nella sala cinema della

Casa Circondariale della Dozza di Bologna, chepuò accogliere fino a 150 persone, si terrà la se-conda edizione del Festival Cinevasioni, unico fe-stival del cinema in carcere e non sul carcere. Sonouna decina i film in concorso, con registi e attorichiamati a presentare le loro opere e a sottoporsi alledomande della giuria formata da detenuti e presie-duta da un professionista. Alle proiezioni del Festi-val, una alla mattina e una al pomeriggio, potrannopartecipare sia i detenuti del carcere che il pubblico

esterno. Si tratta dunque di un momento di grandeapertura del carcere sul mondo del cinema, di con-taminazione reciproca, in un progetto comune dielevata qualità artistica. Il bando per partecipare alFestival è online sul sito www.cinevasioni.it. Pos-sono partecipare lungometraggi nazionali e interna-zionali, sia di finzione che documentari, la cui primaproiezione pubblica sia avvenuta negli ultimi dueanni (2016-17). All’opera vincitrice sarà assegnata

la “Farfalla d’acciaio”, fabbricatanell’officina metalmeccanicaall’interno della Dozza. La parte-cipazione è gratuita. Il bandoscade il 25 giugno 2017.«Ciackincarcere - Cinevasioni èun progetto cui teniamo molto –ha commentato Giusella Finoc-chiaro, presidente della Fonda-zione del Monte –. Abbiamoraccolto un’idea, l’abbiamo fattadiventare un progetto, l’abbiamofatta partire e intorno ad essa ab-biamo aggregato altri soggetti. Èun progetto che cresce ed èl’esempio di come questo lavoroincida sulla realtà e porti a rica-dute positive sul territorio. Ab-

biamo acceso un faro sul carcere, illuminando nonsolo i problemi macroscopici dei detenuti ma anchequelli del personale che parimente va assistito. Ab-biamo accompagnato Hera, nuovo partner del pro-getto, a occuparsi di quella realtà. Siamo orgogliosidi questo lavoro, è quello che le Fondazioni di ori-gine bancaria ora devono fare».Per maggiori informazioni, sono a disposizione isiti www.cinevasioni.it, www.dder.org e la paginawww.facebook.com/cinevasioni.

IL CINEMA ENTRA IN CARCERE

Il Parco delle FarfalleNasce a Bolano, in provincia della Spezia, uno spazio rivolto alle famiglie delterritorio, con particolare attenzione a quelle con bambini disabili. Si chiama“Parco delle Farfalle” ed è realizzato grazie alle risorse stanziate dalla Fonda-zione Carispezia nell’ambito del bando “Verso un welfare di comunità: la fa-miglia come risorsa”. Il progetto, promosso dall’Associazione Su la Testa e dalComune di Bolano, ha coinvolto diversi soggetti del territorio: l’AssociazioneNuove Generazioni, la Pubblica Assistenza e l’Istituto Comprensivo Isa 20. Sitratta di un parco comunale che è stato attentamente riqualificato e dotato digiochi accessibili anche a bambini diversamente abili, con percorsi sensoriali:tattili, odorosi e sonori fruibili dal 1° giugno. Nell’opera di riqualificazione delparco è stato coinvolto un gruppo di migranti attualmente ospiti della comunità.La gestione del Parco delle Farfalle è affidata ad adulti disabili del vicino Centrosocio-educativo “Il Nuovo Volo” di Ceparana. All’interno del parco è stato alle-stito anche un chiosco in cui gli utenti possono conoscere le prestazioni offertedai Servizi sociali del territorio. Inoltre il chiosco offre merende per i bambinipreparate dagli esercenti locali. Anche le scuole cittadine sono coinvolte nell’ini-ziativa. I bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria hanno di-segnato la targa del Parco; i ragazzi della scuola secondaria hanno creato illogo e i pannelli informativi. Ad animare il parco ci pensano i gestori diver-samente abili della libreria “Il Libro dei sogni”: da aprile a ottobre organizzano

un ricco calendario di eventi lu-dico-educativi pomeridiani dedi-cati ai bambini e alle famiglie. Un ultimo importantissimo tas-sello di tutta l’operazione è l’atti-vità di sostegno alle famiglie, cheverrà svolta all’interno di una saladel contiguo Istituto ComprensivoIsa 20. Qui saranno organizzati ap-puntamenti di psicologia, logopedia,psicomotricità, nonché incontri conspecialisti per la riduzione del di-sagio giovanile e il sostegno allagenitorialità.

«In natura ogni organismo viventenon si limita a raccogliere e consu-mare. Fa di più: alimenta la vita, lapromuove, la rigenera, mette a dispo-sizione i propri frutti». Sono questele premesse da cui la FondazioneZancan ha teorizzato il “welfare ge-nerativo”: un sistema che intendemoltiplicare le risorse a disposizionedel sociale, coinvolgendo e responsa-bilizzando tutti i soggetti interessati,dalle istituzioni ai singoli cittadini.Secondo questo nuovo schema, ognipersona che beneficia di assistenza,può diventare essa stessa generatoredi aiuto, mettendo a sistema cono-scenze e relazioni. Per sperimentare questo modello in-novativo sul proprio territorio, la Fon-dazione Cassa di Risparmio di Biella,

insieme alla locale Banca Simetica, halanciato il bando dal nome emblema-tico “Seminare comunità”. L’obiettivoè infatti avviare percorsi virtuosi diresponsabilizzazione dei beneficiari,capaci di generare nuove forme diauto-aiuto, così come fa un seme che,quando incontra la terra fertile, generamolti frutti. Il bando intende sostenereiniziative di sistema, sperimentali einnovative nei seguenti ambiti: cura evalorizzazione delle persone anziane,contrasto al disagio minorile o giova-nile, lotta alle forme di fragilità so-ciale ed economica (neet, famiglie abasso reddito, disoccupati, senza fissadimora, ecc.). Coerentemente con l’obiettivo di atti-vare forme di “welfare generativo”, infase di selezione verrà data prece-denza a quei progetti che privilege-ranno azioni di responsabilizzazionee di coinvolgimento attivo dei benefi-ciari finali, al fine di aumentare il ren-dimento degli interventi sociali attuatia beneficio della collettività. Possonopartecipare tutte le organizzazioni delterzo settore aventi sede nel territoriodella provincia di Biella o che inten-dono realizzare progetti nel territorioprovinciale. Le proposte devono es-sere presentate entro il 30 giugno2017. Il bando e la modulistica sonosul sito www.fondazionecrbiella.it.

Biella sperimenta il “generativo”

A Bologna torna “Cinevasioni”

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FONDAZIONIComitato EditorialeMarco Cammelli, Giuseppe Ghisolfi,Antonio MiglioDirettoreGiorgio RighettiDirettore ResponsabileLinda Di Bartolomeo

RedazioneArea Comunicazione Acri - Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio SpaVia del Corso, 262/267 - 00186 RomaTel. 06 68184.236 - [email protected] Tribunale di Roman° 135 del 24/3/2000

SpedizioneTariffa regime libero 20/D - Poste Italiane Spa Spedizione in Abb. Postale - 70% - DCB Roma

StampaIag Mengarelli - Via Cicerone, 28 - 00193 RomaTel. 06 32111054 - Fax 06 32111059

CODICE ISSN 1720-2531

La rivista Fondazioni è disponibile in versione digitale sul sito www.acri.it. Tutti gli articoli compaiono anche su Fondazioni online (www.acri.it/PublicFondazioniOnline), la versionearricchita settimanalmente di ulteriori notizie. Ciascun articolo può essere richiamato attraverso varie chiavi di ricerca: nome fondazione, settore, area geografica, parola chiave.

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FONDAZIONI Maggio - Giugno 2017

Grazie al contributo di 40mila euroerogato dalla Fondazione Varrone,l’Amar - Associazione malattia Al-zheimer di Rieti ha avviato un inno-vativo progetto in favore dellepersone affette da demenza. Nellasola provincia di Rieti si tratta di circa3.300 individui. «Una delle fonti dipreoccupazione con i malati di Al-zheimer è il cosiddetto “wandering”,cioè il vagabondare, ovvero perdersianche in zone prima perfettamentefamiliari – spiega Andreina Ciogli,presidente di Amar –. Sono molto fre-quenti le chiamate disperate alla po-lizia, nei casi in cui un pazienterisulta disperso, e altrettanti i casi dicadute con lesioni o escoriazioni».Una soluzione è fornire al paziente unapparecchio tracciatore, dotato di si-stema satellitare gps. Si tratta di unbraccialetto che, su richiesta di un fa-migliare, può inviare in tempo realeun sms con la posizione esatta del pa-ziente. L’sms contiene i dati della po-sizione che chi lo riceve può vedere

graficamente in una mappa sul pro-prio smartphone, tablet o computer dicasa. Questi apparecchi geolocalizza-tori consentono al malato di vivere laquotidianità in autonomia, con unamigliore qualità della propria vita edi quella dei famigliari. Grazie alcontributo della Fondazione Varronesono stati acquistati 10 braccialetti,che verranno forniti per una speri-mentazione ad altrettanti pazienti.

DOMICILIARITÀ E RESIDENZIALITÀ PER GLI ANZIANI:UNA RICERCA DI AUSER FA IL PUNTO SULLE DIFFICOLTÀNel 2050 gli ultra sessantenni saranno nel mondo più numerosi dei ragazzisotto i sedici anni: lo dicono le proiezioni statistiche e sarà la prima volta nellastoria dell’umanità. Solo in Italia saranno circa 22 milioni, oltre il 34% dellapopolazione. Ma già oggi il nostro Paese è il più vecchio d’Europa: il 21,4%degli italiani ha più di 65 anni, rispetto a una media Uedel 18,5%; e gli ultra ottantenni sono il 6,4% contro il5,1% della media europea (dati Eurostat). Un simile an-damento demografico non può non sollecitare una rifles-sione sugli attuali e futuri bisogni. Dunque l’Auser,associazione di volontariato e di promozione sociale impe-gnata nel valorizzare il ruolo degli anziani nella società,mette a disposizione una ricerca su “Domiciliarità e resi-denzialità per l’invecchiamento attivo”, presentata nel feb-braio scorso, che segnala importanti dati di scenario e unacrescente difficoltà delle famiglie in questo campo. Gli an-ziani presi in carico nei servizi, infatti, diminuiscono, cosìcome decresce del 9,1%, fra il 2009 e il 2013, il numerodegli utenti ospiti di strutture residenziali, mentre quelli chehanno l’indennità di accompagnamento sono scesi dal12,6% del 2011 al 12% del 2013. La spesa di regioni e co-muni per i servizi sociali dedicati agli anziani, segnala l’Au-ser, dal 2009 al 2013 è diminuita del 7,9% e il Fondonazionale per le politiche sociali nel 2016 aveva una dota-zione minore del 78% rispetto a quella del 2009. Per glienti locali questo significa la quasi scomparsa di una fontedi finanziamento che contribuisce per il 12,1% alla spesasociale. È, invece, sicuramente positivo, aggiunge Auser,che nel 2015 il Fondo nazionale per le non autosufficienze,dopo aver subito tagli pesantissimi nel biennio 2011-2012, sia tornato ad avereuna dotazione di 400 milioni di euro. Si tratta, infatti, della principale risorsa pergli enti locali a cui attingere per finanziare interventi sociali e socio-sanitari nellacomunità, compresi i servizi di assistenza domiciliare, assegni di cura, servizi di

prossimità e teleassistenza. Alla domiciliarità ricorrono 2,5 milioni di anziani(nel 2013) e dal 2009 i comuni che offrono il servizio di assistenza domiciliareintegrata sono passati dal 41,9% al 41%. Il possesso della casa in questi anni hacontribuito non poco alla domiciliarità e, in base a quanto riportato nell’indagine,

sono 10 milioni gli anziani che vivono in case di proprietà,cioè oltre l’80% per cento della popolazione anziana ita-liana; di questi, circa uno su tre vive solo. In oltre la metàdei casi le abitazioni hanno più di cinquant’anni, tuttaviaè il 12,8% a essere in condizioni mediocri o pessime; unasu cinque non ha un vero e proprio impianto di riscalda-mento, ma più spesso singoli apparecchi o fonti di calore,e il 76% è senza ascensore. Dal 2009 al 2015, secondo idati Inps, il numero dei lavoratori domestici dedicati è cre-sciuto del 46% “per un valore di non meno di 9 miliardidi euro per circa 1,5 milioni di anziani”.Nelle strutture, invece, vengono accuditi poco più di278mila anziani (dati 2013); per il 74,6% sono donne e oltreil 70% i non autosufficienti. Al 31 dicembre 2013 risultanoattivi nel nostro Paese 12.261 presidi residenziali pubblicio privati, per il 75,3% distribuiti nel Centro Nord; nel Sude nelle Isole i presidi sono rispettivamente il 13,4% el’11,5%. Circa il 45% dei responsabili di Residenze Sani-tarie Assistenziali dichiara l’esistenza di liste di attesa, chepuò arrivare a 90/180 giorni quando si tratta di strutture ingrado di ospitare utenti non autosufficienti. E questo in uncontesto in cui gli illeciti riscontrati dai Nas tra il 2014 e il2016 sono stati numerosi. Su 6.187 controlli sono risultate:1.877 non conformità (pari al 28%), 1.622 persone segna-

late all’Autorità Amministrativa, 68 arresti, 1.397 persone segnalate all’AutoritàGiudiziaria, 3.177 sanzioni penali, 2.167 sanzioni amministrative per oltre 1 mi-lione e 200 mila euro, 176 strutture sottoposte a sequestro/chiusura. Per un anzianoche avesse bisogno di rivolgersi a una Rsa non sono dati confortanti.

Geolocalizzatori per l’AlzheimerNegli ultimi quattro anni la Fondazione Friuli haerogato circa due milioni di euro per co-finanziarenelle province di Udine e di Pordenone progettivolti a migliorare la capacità ricettiva e l’offertadei servizi delle case di riposo, nonché a favorirela domiciliarità dell’anziano attraverso il poten-ziamento del servizio di trasporto dedicato. In par-ticolare, per le case di riposo sono staticofinanziati interventi riguardanti l’acquisto di ar-redi e attrezzature, automezzi per il trasporto degliospiti, nonché manutenzione delle strutture finalizzate al risparmio energeticoe all’adeguamento alle norme di sicurezza. Contemporaneamente, avendol’obiettivo di permettere quanto più possibile agli anziani di rimanere a viverein casa propria, circondati dai propri ricordi e affetti, la Fondazione ha concorsoall’acquisto di automezzi per potenziare l’assistenza e la cura domiciliare. LaFondazione sostiene poi il progetto “Sport è”, promosso dalla Provincia di Udinein collaborazione con la locale Università, il cui obiettivo è far crescere nellepersone non più giovani la consapevolezza di quanto sia importane l’attivitàmotoria. A tal fine la comunità friulana è stata informata e sensibilizzata, met-tendo a disposizione competenze e professionalità locali dedicate, ma anche of-frendo agli anziani lezioni gratuite di ginnastica, per avviarli a un percorso dibenessere psicofisico e spronarli ad adottare un nuovo stile di vita. Dallo sorsoanno, infine, la Fondazione Friuli è coinvolta nel progetto di sviluppo e coordi-namento della rete degli sportelli per l’amministrazione di sostegno: un’inizia-tiva promossa dal Tribunale di Pordenone per fornire supporto a tutti coloro chesi prendono cura dei loro famigliari anziani non autosufficienti o disabili.

In Friuli più sport e servizi

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Come ogni anno Acri e Assifero organizzano un incontro per anticipare a livello nazionale i temi che verranno sviluppati il 1° ottobre a livello locale dalle singole Associate in occasione della Giornata Europea delle Fondazioni. Quest’anno si svolgerà mercoledì 21 giugno 2017, presso la sede di Acri, a partire dall ore 10,30. Dopo gli interventi introduttivi di Giuseppe Guzzetti, presidente di Acri, e di Felice Scalvini, presidente di Assifero, seguiranno la relazione di Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, e la presentazione del Fondo per il Contrasto della Povertà Educativa Minorile, da parte di Tommaso Nannicini, presidente del Comitato di Indirizzo Strategico del Fondo stesso. Quindi si svolgerà una tavola rotonda coordinata da Marco Rossi Doria, insegnante e già sottosegretario di stato del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, a cui interverranno: Massimo Ammaniti, professore ordinario di Psicopatologia dello Sviluppo all’Università La Sapienza di Roma; Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale della Rai; Barbara Riccardi, insegnante finalista al Global Teacher Prize 2016; Costanza Strumenti vicepresidente del Parlamento Regionale degli Studenti della Toscana; Don Fabrizio Valletti, direttore del Centro Hurtado.

1° OTTOBRE 2017

Incontro

È UNA QUESTIONE DI EDUCAZIONEComunità e crescita delle nuove generazioni

21 giugno 2017 - Roma, Via del Corso 267