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Ibiza UN INVITO Ibiza, tutte le isole in una

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IbizaUN INVITO

Ibiza, tutte le isole in una

UN INVITO

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IBIZA

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Un viaggio nel mitico territorio

delle Isole Baleari

La magia bianca di Ibiza 4

LA CITTÀ DI EIVISSA – “LA VILA”Una fortezza che desiderala sua conquista 8

SPIAGGE E MARECinquanta scenariper la felicità 12

MERAVIGLIE RURALIIl paesaggio e l’uomo:una canzone a due voci 16

STILI DI VITATerra di tradizioni,terra di contrasti 18

STORIAI capostipiti di Ibizavenivano dall’Oriente 20

PIACERI E PRODOTTIUn mare di sapori 22

CULTURAAvanguardia cosmopolitadall’atmosfera Mediterranea 24

CARTINA GEOGRAFICAIbiza 26

Ses Salines

Platges de Comte

Portinatx

Santa Eulària des Riu

Ceramica di Ibiza

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La magia bianca di Ibiza

La grande maggioranza di coloro che conoscono Ibiza(Eivissa nella lingua del posto), o perché hanno letto, o persentito parlare, associano a questa destinazione, terzaisola per dimensioni dell’arcipelago delle Baleari, unadelle idee principali che riflettono solo una piccola partedella sua realtà. Sì, Ibiza era l’isola degli hippies durantegli anni sessanta. Sì, Ibiza continua ad essere l’isola deljet-set, delle mega discoteche, e di un’attività che esprimelibertà, incontri multiculturali e magia notturna; ed èanche vero che continua ad essere un rifugio presceltoper le persone creative e che cercano di vivere le utopie.Nonostante ciò, la realtà è più complessa, anche se nonmeno affascinante, non meno magica. Ibiza, nome dovesi cela tuttavia il dio fenicio Bes, è stata la prima isoladell’arcipelago con una città importante. È stato uno deipochi luoghi dove le culture Punica e Romana sonoconvissute pacificamente consegnando poi alla storia

tesori archeologiciunici nelMediterraneo. È statapossedimento arabo-musulmano e havissuto epoche diassoluta oscurità. Èstata un’isola povera,nella quale si sviluppò la società più ugualitaria delleIsole Baleari, fenomeno che si vede riflesso nella scarsitàdelle case signorili e grandi poderi rurali.Ibiza è un’isola piena di misteri, piena di magia. Unpassato duro, segnato dalla povertà e dalle invasioni,esposta ad un ambiente pieno di pericoli, ha originatoun’architettura che solo oggi, in tempi di pace e diun’economia rafforzata dal turismo, possiamo chiamareestetica.

Ibiza e la sua piccola vicina Formentera, vengono anchechiamate “Le isole dei pini”. Nonostante le condizioni cheanticamente resero la vita difficile, è un’isola ricca inmolti sensi. Le condizioni ideali per estrarre il sale dalmare resero Ibiza fin dai suoi albori, un ambìto trofeo

per gli imperi mediterranei.Essendo speciale, l’isola attrae anche persone speciali.Ibiza ha un suo spiccato carattere e genera fortiemozioni a chi la visita. È una terra affascinante e dallebellezze occulte. È un posto che attira le persone curiose,

Chiesa di Sant Jordi de Ses Salines

Cala Saladeta

Tipica imbarcazione “Llauts”

Puig de Missa,Sta. Eulària des Riu

Dettaglio architettonicoSant Josep de Sa Talaia

Coppia col tipico costume di Ibiza

Ses Salines

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che invita all’esplorazione e alla scoperta. Spesso la piùimportante delle scoperte avviene nella stessa mentedel visitatore. In effetti, a Ibiza si potrebbe ridefinire iltermine turista, se a questo associamo le caratteristichedi chi viaggia dentro sé stesso. Perché è un’isola che aprela mente. Nel dizionario degli stregoni, questo si chiamamagia bianca. Può darsi che questo, a margine dellestatistiche sull’influenza turistica, sia il “prodotto” piùimportante.

Patrimonio dell’Umanità

Nel 1999, l’UNESCO dichiarò Ibiza Patrimoniodell’Umanità, una decisione giustificata dalla diversitàbiologica e dai monumenti storici presenti sull’isola.Concretamente, l’organismo internazionale si riferì allepraterie di posidonia alle vestigia di antichecivilizzazioni: ai ritrovamenti archeologici de La Caleta,della Necropoli Punica di Puig des Molins e dell’anticacittà fortificata (Dalt Vila).

Torre des Savinar

Tramonto a “Ses Salines”

Praterie di posidonia

Contadina di Ibiza

Fioritura autoctona

Scavo archeologico “Sa Caleta”

Agricoltura, coltivazione di agrumi

Mura de “Dalt Vila”

Dalt Vila

La magia Bianca di Ibiza

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Una passeggiata attraverso la storia:uno spettacolo in pietra

La prima planimetria abbastanza precisa diquesta città-fortezza risale all’anno 1554 e fuopera di un ingegnere italiano che preparavala pianificazione delle mura rinascimentali.Questa planimetria che risale a quasicinquecento anni fa mostra il recintomedievale. Gli storiografi ritengono che a suavolta rifletta l’antica fortezza arabaconquistata nel 1235 dai cristiani. La strutturadi “Madina Yabisah”, così come venivachiamata dai musulmani, si fondava su trerecinti circondati da mura: la “Cittadinasuperiore” con la moschea, la rocca (castello),la almudaina (fortezza-residenza) e leresidenze del recinto interno; “la cittadinaintermedia”; e la “cittadina inferiore” (o“sobborgo”). Durante i tre secoli didominazione araba, si era formato unlabirinto di strade e vicoli tipico delle vecchiecittà arabe, che sottolinea fino ai nostrigiorni l’ambiente della “parte di sopra”.

Evidentemente in precedenza esistevano giàdelle mura opera dei Cartaginesi e dei Romani.Ma la turbolenza della fine dell’ImperoRomano, le incursioni dei vandali e dei Visigotie il lavoro degli architetti arabi lasciaronopoche rovine.

Il progetto delle fortificazioni rinascimentalinasce a seguito dei drammatici avvenimentidel sec. XVI: l’isola ed il suo capoluogo furonoattaccate nel 1522 da maiorchini incitati allarivolta, nel 1536 da turchi e francesi, e nel 1543da pirati algerini. In poche decadi si sviluppòun insieme fortificato che impressionava inemici di allora e impressiona i visitatori dioggi: gli ingegneri italiani Giovanni BattistaCalvi e Jacobo Paleazzo Fratín annettono unintero quartiere al recinto e integrano settebaluardi, applicando i metodi e tecnologiemilitari più avanzate dell’epoca etrasformando la città di Ibiza in una dellecittà meglio protette del Mediterraneo.

La sua conservazione è il risultato dellamiseria: a principio del sec. XX, quando intutta Europa si fanno crollare gli ultimirecinti circondati da mura, in città ci sonoappena 6.000 abitanti ed è semplicementetroppo povera per poter accettare un progettourbanistico di tali dimensioni. Nei tempiattuali questo simbolo di povertà si trasformain stendardo di cultura e in motivo centraleaffinché l’UNESCO possa dichiarare IbizaPatrimonio dell’Umanità.

Salire a “Dalt Vila” (la città alta) vuol dire tornare alpassato. Con una differenza importante: oggi giornole fortificazioni sono destinate ad essere conquistategiorno dopo giorno per apprezzare la loro bellezza egodere della meravigliosa vista verso il porto e idintorni della città.Arrivando al punto più alto della città uno si trovadove 2.700 anni fa i Cartaginesi decisero di insediarela popolazione. I motivi sono evidentissimi: verso sudovest si estendono le enormi saline, fonte di ricchezzae tesoro da proteggere. Dall’altra parte troviamo labaia, un porto naturale attorno al quale sarebbecresciuta la città. Nelle estreme vicinanze, le terrefertili e le sorgenti di acqua dolce. Tutti gli strateghidei secoli e millenni successivi, confermarono la sceltadei fondatori, poiché modificarono, fortificarono eingrandirono le fortezze. Costituiscono le ultime muramonumentali complete delle Isole Baleari. Dietro vi sinasconde un quartiere pieno di gioielli architettonici eangoli suggestivi, scenario di spettacolari avvenimentie manifestazioni artistiche.Proprio ai piedi di questa collina così piena di storia siestende un quartiere saturo anch’esso di storia:l’antico quartiere dei pescatori, che si è trasformato inun insieme di locali, bar e negozi, il luogo di incontropreferito da molte persone che hanno una cosa incomune: sono diverse.

Una fortezza che desidera la sua conquista LA CITTÀ DI EIVISSA – “VILA”

Parte interna del portone di “Ses Taules”

Porto della città, Eivissa

Cortile delle armi

Negozi artigianali di “Vila”

Dea Tanit

Vara del Rey

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Anche ai piedi di questa collina fortificata e così piena diangoli storici e meravigliosi, ma più verso ovest,troviamo il “Passeig de Vare del Rey”, un viale elegante econ molto stile, transizione tra l’Ibiza antica e la cittànuova.La magia di Ibiza comincia a sentirsi proprio qui, nellacittà dove una modernità uniforme non ha spostato levestigia di un drammatico passato. E dove la meravigliadella pluralità, dell’originalità e dell’arte del vivere stadifendendo la forza della sua libertà con un sorriso. Ilcapoluogo dell’isola è un buon posto per cominciare acapire il carattere speciale di questa terra.

Calpestando la storia: unapasseggiata attraverso Dalt Vila

Esistono poche entrate cosìimpressionanti quanto il “Portal de sesTaules” con la sua rampa che collegal’antico quartiere dei pescatori al recintofortificato. Passando al di sotto di unenorme scudo intagliato nella pietra,con la firma di Felipe II , committentedelle mura rinascimentali, il visitatoreentra in un altro mondo. Vicoli comelabirinti e grandiosi edifici, vitaquotidiana e simboli della storia. Doveanticamente si riuniva il governodell’isola –l’“Università”-, oggi esiste unMuseo Archeologico, e dove anticamentesi custodivano armi e polvere da sparo –ilBaluardo di Sant Joan- si possonoammirare opere d’arte moderna. Il puntopiù alto appartiene ad una cattedrale distile gotico. Ma i protagonisti del viale,sono le mura e la magnifica vista.

Puig des Molins:un tesoro storico

Esiste un altro promontorio situatoaccanto alla collina coperta dallefortificazioni di Dalt Vila: il Puig desMolins. Nel versante nord, si trova unadelle zone archeologiche più importantidel Mediterraneo: la necropoli punica. Lacollina è letteralmente perforata dacirca 3.000 tombe sotterranee, alcunedelle quali di enormi dimensioni.

Quando nel 1946 un mulo cadde inun’enorme tomba fino ad allorasconosciuta, si diede inizio alla primafase di ricerche scientifiche. Da allora, lanecropoli ha consegnato agli storiografidei tesori di incalcolabile valore. Mentrein altri luoghi l’incontro fra la civiltàromana e quella cartaginese si sviluppòin maniera devastante, portando alladistruzione totale della popolazione daparte dell’Impero Romano, a Ibiza sembrapiuttosto avere il carattere di unatransizione pacifica. In nessun altroluogo del Mediterraneo si trovano tantiresti della cultura Punica come sul Puigde’s Molins.

Questo impressionante ritrovamento fuuno dei motivi per cui l’UNESCO dichiaròl’isola “Patrimonio dell’Umanità”.

LA CITTÀ DI EIVISSA – “VILA”

Tipica architettura di “Dalt Vila”

Portale di “Ses Taules”

Dalt Vila

Ipogei “Puig de’s Molins”

“Dalt Vila” vista dal mare

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Le Saline: l’oro bianco di Ibiza

Per un capriccio della natura, alcuniterritori a sud dell’isola risultaronoessere ideali per l’estrazione del sale. Fuquesta una delle ragione per cui iCartaginesi decisero di fondare unacolonia. Le saline hanno segnato la vita el’economia dell’isola durante moltisecoli, e nell’arco di questo processo si ècreata una zona umida così grande che lasua estensione poteva essere apprezzatasoltanto da un aereo: 550 ettari di cui sene utilizzano ancora 400 per produrrefino a 100.000 tonnellate di sale all’anno.Il miglior sale del Mediterraneo.

Fin dagli inizi di quest’industria, circa600 anni prima di Cristo, e fino ai nostrigiorni, il sale è stato il centro degliavvenimenti storici e delle tragedie. Per icontadini significò un’opportunità pertrovare lavoro durante i mesi estivi. Maera molto pericoloso allontanarsi dailuoghi protetti, poiché i pirati avevanol’abitudine di sequestrare gli operai pervenderli come schiavi nei mercati delNord Africa.

Attualmente le saline non sono piùluoghi di pericolo, bensì di protezione:un totale di 200 specie di uccelli vitrovano rifugio in quello che oggi è unecosistema unico trasformato in RiservaNaturale. L’uso delle tecnichetradizionali per lo sfruttamento delsale, garantisce la conservazione di ungioiello paesaggistico che contribuiscealla biodiversità, una delle ragioni perdichiarare Ibiza Patrimoniodell’Umanità.

In totale sono 18 chilometri di felicità che attendono ilvisitatore. Si presentano con una piacevole diversità, cheva dalle spiagge familiari a quelle sportive, dalle spiaggesolitarie a quelle con animazione. Qualcuno le hacontate raggiungendo la cifra di cinquanta. Questopermetterebbe frequentare ogni settimana dell’announa spiaggia diversa senza mai rivisitare la stessa,lasciando a propria disposizione due settimane perandare in vacanza in Alaska o in Groenlandia perriprendersi dal caldo clima di Ibiza, dove c’è un sole chesembra veramente sorridere.

Cinquanta scenari per la felicitàSPIAGGE E MARE Cala Xarraca

Punta Xarraca, costa nord

Cala Nova

Ses Salines

Nelle vicinanze diCala Vedella

Platges de Comte

Chitarre, luna, libertà:Le mitiche spiagge

Quando i fuggitivi della modernitàscoprirono Ibiza, alcune spiagge sitrasformarono in scenari di spensieratiincontri e strani riti. Le notti di lunapiena accesero la fantasia di un pubblicopredisposto ai culti pagani e alle filosofieorientali, visto che molti di queiviaggiatori erano stati in India evedevano Ibiza come un altro luogo dipellegrinaggio.

Quindi le spiagge di Benirràs, Cala d’Horte Aguas Blancas, tra le altre, occuparonoun posto d’onore nella geografia delmovimento mondiale degli anni ’60. Daqueste spiagge, si estese tutto un nuovomodo di pensare e di vedere la vita,dando luogo alle utopie vissute a Ibiza:la libertà, la vita semplice, l’amore, lapace, la creatività senza limiti. Enaturalmente i falò sulla spiaggia.

Senza tempo come l’isola:la moda di Adlib

Non c’è nulla che cambi di più dellamoda, ma pochi stili mostrano talecontinuità come la moda di Adlib.D’altra parte è logico, perché è più cheuna moda. Si tratta di un prodotto diquei pazzi anni quando gli hippiesinvasero Ibiza e introdussero nuoveidee, determinando una vera e propriaesplosione di creatività con tutti gliingredienti a disposizione. La modaAdlib riunisce aspetti del vestiariotradizionale degli isolani con attributidi design contemporaneo, oltre adiffondere i valori degli anni ’60: lalibertà, la spensieratezza el’aggregazione senza pregiudizi. Ilprincipio fondamentale di questa moda,il cui nome deriva dal latino “adlibitum” (a volontà), è quello di vestirsicome più si vuole, sempre che sia congusto. Anche se per quanto riguarda icolori, individuando nell’isola la magiabianca, è chiaro che questo colore hauna sua dominanza.

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La dimensione di Ibiza –circa 572 Km quadrati- fa sì chenon abbia nessuna importanza dove ci si trova,poichénessuno di questi scenari rimane lontano perraggiungere la felicità.Essendo un’isola magica, è molto probabile che laspiaggia scelta dal visitatore sia vicina ad un postoparticolarmente magico. Può essere così ovvio come aCala d’Hort, da dove si guarda e si ammira questaimpressionante rocca che nasce dal mare come ungigante: l’isolotto d’es Vedrà. Un monaco carmelitanodivenne leggenda in questo posto, mentre il musicistaMike Olfield si servì di questo impressionante scenarioper illustrare la copertina di uno dei suoi dischi. C’è chi

avverte delle attività paranormali, ma anche se nessunextraterrestre ha utilizzato es Vedrà come punto diorientamento, basta immaginare la forza tettonica cheseparò dall’isola questo pezzo di 400 metri di altezza,per rimanere ipnotizzato.Altri luoghi magici sono invisibili alla maggior parte deibagnanti, come per esempio il santuario punico della“Cova des Cuieram”, una grotta nascosta fra i pini dellaCala Sant Vincent. Questa grotta servì anticamente per ilculto della dea fenicia Tanit e contiene un piccolotempio, e c’è anche chi dice che il culto continua anche ainostri giorni.Anche la mente galleggia sulle spiagge di Ibiza.

SPIAGGE E MARE

Spiaggia di Portinatx

Cala Gracioneta

Fauna marina,“Vaca”.

Port de Sant Miquel

Isola della moda Ad-lib

Nelle vicinanze di Platges de Comte

Costa sud-ovest

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Se è pur vero che è un’isola priva di altitudini (lamaggiore, Sa Talaya de Sant Josep, misura 475 metri),Ibiza presenta un paesaggio vario, e lontano dai mesiestivi è tanto verdeggiante da sorprendere il visitatore.Grazie alle misure di protezione, fa ancora onore al suosoprannome di “Isola dei pini”.Nonostante le piccole dimensioni e le brevi distanze,esistono valli e zone che sembrano essere a migliaia dichilometri da quella Ibiza esposta sulle riviste. La verità èche, escludendo le discoteche e le zone di ozio come SantAntoni de Portmany, Talamanca e la stessa città di Ibiza,è l’isola della calma.Nonostante le singolari attrattive, ciò che più distingueIbiza sono il carattere e la bellezza nel loro insieme.L’attività umana ha aggiunto i suoi incanti, e si evidenzia

nel meraviglioso paesaggio delle saline e nelle antichecase rurali che si integrano nel paesaggio senzanascondersi. I paesini sono abbelliti dalle loro splendidechiese, che per le loro caratteristiche difensive sonocollocate preferibilmente in luoghi rialzati.La costa offre inenarrabili angoli di solitudine etranquillità, dalla natura imperturbata che ti invita adimenticare l’agenda, la data e l’orologio, per ricaricare lebatterie e ascoltare tra il suono delle onde e i saluti deigabbiani, quelle canzoni che riecheggiano e cheriflettono un’epoca che voleva essere l’inizio di qualcosadi grande.

La casa di Ibiza:atmosfere africane

Qual è il fascino della casa di Ibiza chefa si che giganti dell’architetturacontemporanea come Le Corbusier e gliavanguardisti della Bauhaus si possanoemozionare? Segnaliamo qualche idea.Per cominciare, questa casa creò unostile molto personale in tutto ilMediterraneo, originariamente era unprogetto vivo che cresceva con lafamiglia che vi abitava. Attorno alPorxo, che era uno spazio coperto per lavita in comune, si aggiungevano spazisecondo le possibilità e necessità deiproprietari.

Può darsi che la combinazione tra ilsole Mediterraneo e il perfettobiancore delle pareti abbianocontribuito alla leggenda. La casa diIbiza è un modello individualista earcaico, che ricorda le costruzioni dialcune parti dell’Africa: il cubismosenza angoli retti e linee rette allaperfezione. L’architetto francese LeCorbusier trasformò quest’idea di

habitat rurale in un concetto pergrandi città.

Un altro elemento evidente, che oggigiorno entusiasma un pubblico stancodell’inquadramento della civiltà, è illegno che veniva utilizzato. Poichéquesta è “l’isola dei pini”, si utilizzanopini lavorati grezzi, lasciando le formee irregolarità naturali. Inoltre è unacasa ecologica, le cui pareti cheraggiungono gli ottanta centimetri dispessore mantengono il fresco e ilcalore con uguale efficacia, mentre itetti piani, anticamente concepiti perraccogliere le acque piovane, oggigiorno servono per l’installazione dipannelli solari. Un viaggio attraversoun’Ibiza rurale mostra al visitatorequesta sorprendente e originale unionetra le forme antiche e le nuovetecnologie ecologiche.

Uno straordinario esempio dellaclassica casa di Ibiza è il Museo dietnografia d’Eivissa a Santa Eularia desRiu.

Chiese:le bianche fortezze della fede

Nessun altro elemento dell’isola, oltrele maestose mura della città di Ibiza, cievidenzia meglio la trasformazionedella paura in bellezza, come le chiesedei villaggi. Il prototipo di questebianche fortezze della fede si trova aSanta Eularia d’es Riu. Dopo che nel 1555i pirati distrussero completamentequesto paese, Filippo II mandò lo stessoGiovanni Battista Calvi, uno degliarchitetti della Forza Reale della cittàdi Ibiza, ad innalzare una chiesaprovvista di proprie difese su unapiccola collina che dominaquell’angolo della costa.

In molte regioni del mondo esistonoChiese-fortezze, ma ad Ibiza hannoacquisito uno speciale significato. Sonosia centri di viva e vissuta spiritualitàche straordinari esempi dellemeraviglie della semplicità. Sono igioielli del mondo rurale di Ibiza evogliono essere un invito a fermarsi egodere di una pace, che durante ilperiodo di costruzione di questi templispesso rimase solo un desiderio.

Il paesaggio e l’uomo: una canzonea due vociMERAVIGLIE RURALI

Tipico portoneSes Feixes

Tipica casa di Ibiza

Zona rurale di “Sant Mateu d’Aubarca”

Cane di razzaautoctona “Podenco”

Lavori in campagna

Lavori in campagna

Chiesa di Sant Llorenç de Balàfia

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Party time: le notti più lunghe del Mediterraneo

La notte in cifre: circa 8.000 festeorganizzate ogni estate, la discoteca piùgrande del mondo con una capienza per12.000 persone, le notti più lunghe delMediterraneo e un andare e venire deimigliori DJ d’Europa. È la faccia piùconosciuta di Ibiza, regina della notte eimperatrice della prensa amarilla. È unfenomeno che ha determinato i suoipropri stili di musica e che hatrasformato questo angolo, che fino apochi decenni fa era completamentedimenticato, in un appuntamentoobbligatorio per coloro che vivono piùvelocemente.

Il clima di tolleranza così caratteristicoper l’isola, ha reso possibile la nascita diquesto parco divertimenti per adulti.Durante le notti d’estate, Ibiza sitrasforma in una festa: i negozirimangono aperti finché ci sono clienti,e innumerevoli locali offronospettacoli e la possibilità di mangiare inorari assolutamente impossibili.

Ciò che, dati statistici alla mano e sotto molti aspettidella realtà emerge come povertà, per molti figli dellaribellione degli anni ’60 e del movimento hipppie deglianni ’70, aveva un’altra interpretazione: quella di unavita più pura, più semplice, più armoniosa con la natura.Il movimento della vita alternativa subì le sue

trasformazioni. Sebbene gli hippiescostituissero la loro avanzata, il loroconcetto di libertà assoluta non legavacon le esigenze di una vita semplice incampagna.Fu un libro pubblicato in Francia nel 1973che scatenò l’arrivo della seconda ondatadi esploratori di paradisi terrestri. “Savoirrevivre” (Vivere un’altra volta), di JacquesMassacrier, descrive l’esperienza

dell’autore e della sua famiglia in un casolare rurale diIbiza. Il racconto spinse molti europei, stanchi delconsumismo e dello stress urbano, a sbarcare suquest’isola dagli esperimenti utopisti, per affrontare unavita alternativa, rurale e naturale.Furono processi che ebbero un profondo impatto sullasocietà di Ibiza. Gli stranieri fondarono le loro propriescuole, che funzionavano secondo i loro propri principi.Fu un altro passo verso la costruzione di una società, chemischiava pacificamente valori tradizionali con concettiper nulla ortodossi.Alcune di queste utopie sono mantenute ancora in vita enon solo coesistono con un’isola “moderna”, bensìservono a preservare quella promessa di paradiso chefece giungere tante persone ricche di ideali.

Terra di tradizioni, terra di contrastiSTILI DI VITA

Santa Agnès de Corona

Bar a Santa Gertrudis de Fruitera

Processione della Madonna del Carme (16 luglio)

Ippodromo di San Rafael de Forca

La città di Eivissa in festa

Cortile interno

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Dati curiosi della storia

Una caratteristica fondamentale dellastoria di Ibiza è il costante confrontofra la città e la campagna. Durante isecoli XVII, XVIII e XIX ci furono seisommosse di contadini che ogni voltacercarono di entrare in città, poichédisperati per una profonda miseria.

A questo si aggiungono i pericoliesterni. Questi riuscirono ad avere untale peso che nel 1538 l’isola diFormentera venne evacuata perché lavita in quei 83 chilometri quadrati eradiventata impossibile per colpa dellamancanza di protezione contro lapirateria. Soltanto nel 1697 lasituazione migliorò quanto bastava perpermettere il suo ripopolamento.

Nel 1821 Ibiza diventa argomento diconversazione grazie a Maria Flores,l’ultima schiava spagnola, la cui storiaprovoca grande commozione. Chiede lalibertà per sé stessa e per sua figlia einoltre lo stipendio accumulatodurante 35 anni di lavoro nonretribuito.

Quando nel 1888 si installa nell’isola laprima linea telefonica, questo fattostorico non avviene in città bensì nellazona delle saline, cosa che dimostral’enorme importanza di quegli impiantiemblematici.

Nella storia di Ibiza c’è un buco di due secoli.Non sappiamo nulla di coloro che abitavanol’isola prima dell’arrivo degli arabi nel 903, néche lingua parlassero, né che dei venerassero.Per il momento non sono state trovatetestimonianze di quella società che dovettecedere davanti alla grande civilizzazionemusulmana e che fece riapparire Ibiza neilibri di storia.Ma proprio appena sopra l’entrata del MuseoArcheologico di Eivissa a Dalt Vila, vicino alpunto più alto del recinto fortificato, sorrideun personaggio divertente che è sopravissutoa questa pausa storica, che ha segnato la culturadell’isola, che ha visto la sua immagine riprodotta sumonete e pietre, e che è all’origine dello stesso nomedell’isola. Si tratta di Bes, un dio fenicio, e “l’isola di Bes”,è l’antica parola che dà origine al nome Ibiza.Stando a quanto trovato dagli archeologi –o megliodetto, stando a quello che non hanno trovato- i fenici,che 2.700 anni fa riconobbero in quel promontorio vicinoa una baia protetta dai venti una posizione ideale peruna base navale e commerciale, non si scontrarono conuna civiltà importante. Mentre le isole sorelle Mallorca eMenorca confidavano su una significativa popolazione,la civiltà talaiotica che abitava in villaggi fortificati, aIbiza esistono pochissimi indizi di attività umana. Letracce più antiche nelle isole Pitiusas (Ibiza eFormentera), si trovano ovviamente nella piccola isola diFormentera: un sepolcro megalitico datato 1600 a.C.Sembra incredibile come tanta bellezza sia passatainosservata durante tanti millenni, se si considera inoltreche è circondata da un mare dal quale nacquero le primegrandi culture dell’umanità. Dopo la scoperta da partedei fenici e più tardi dei cartaginesi, l’isola passò, più omeno pacificamente, sotto il controllo dei romani e fuchiamata Ebusus. Trascinata dalla decadenza dell’Impero

Romano, vive degli alti-bassi importanti finendo perappartenere all’Impero Bizantino. Nel 903 vienedenominata Yebisah, e Dio riceve il nome di Alà. Fuun’epoca di splendori e di grandi opere. Rimangonotuttavia poche tracce di quelli che furono gli orti Arabivicino alla città, oggi chiamati “Ses Feixes”.Nel 1235, Yebisah è conquistata dalle truppe catalano-aragonesi. Il visitatore del centro storico della città diIbiza, percorre lo stesso cammino dell’avanzata delletruppe che penetrarono il cuore della fortezza quellostorico 8 agosto 1235.Il Mediterraneo continuava ad essere zona di conflittofra Occidente ed Oriente; questo segnò il destino delleisole che si trovavano al centro, come le Isole Baleari.Subirono degli attacchi terribili, ma a loro volta sitrasformarono in basi per Corsari e mercati di schiavi.Nell’anno 1715 il Re Filippo V soppresse il governodell’isola, “La Universitat”, la cui sede oggi giorno èMuseo Archeologico. La cultura e l’identità di Ibizarisorsero nuovamente quando nel 1978, grazie alla nuovacostituzione democratica in Spagna, si aprirono le porteverso l’autonomia delle Isole Baleari e la creazione di unConsell Insular riprese il ruolo di quella “Universitat”sparita quasi tre secoli prima.

I capostipiti di Ibiza venivano dall’OrienteSTORIA

“Ses Paisses de Cala D’Hort”Insediamento Punico-Romano

Reperti archeologici,“Puig des Molins”

Antica torre di controllo

Tramonto a “Vila”

Museo ArcheologicoDee “Tanit”

Museo Archeologico di Eivissa e Formentera

Sant Jordi de Ses Salines

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Alloggio: un’offerta di stile

Ibiza e la sua piccola vicina Formentera,dispongono di un totale di circa 90.000posti alberghieri, dei quali un 10%corrisponde ad alberghi di quattro ecinque stelle. Molte di questeattrezzature riflettono alla perfezionela magia dell’isola e annoverano lapresenza di ospiti famosi che non siaccontentano delle cose abituali.Indipendentemente dalle categorie, siafuori che dentro il centro storico delcapoluogo di Ibiza, esistono alberghicon un certo stile, ambiente eoriginalità.

Un’interessante alternativa sono lecase tradizionali collocate in postiparticolarmente belli e tranquilli.Molto inferiore per numero, ma nonmeno attraente, è la presenza di

strutture per l’agriturismo che invitanoa gustare la parte rurale di Ibiza;alcune di queste si sono specializzate inproposte centrate sull’ecologia e la vitasana.

Tradizioni e hippies:il bazar artigianale

Quando la cultura degli hippies sbarcò,l’isola era un luogo estremamenteeconomico. Quelli che ricevevanoassegni dai loro genitori dovevanocomunque guadagnarsi la vita, e lovolevano fare senza compromettere illoro stile di vita. Allora incontraronoun’ attività ideale: fabbricare articoli inpelle. Li potevano produrre e vendere inqualsiasi posto, in qualsiasi momento.Nacque un settore che è ancora in

piena attività e commercializza i suoiprodotti nelle strade di Dalt Vila e neimercati che si organizzanoregolarmente in posti come Punta Arabìe Sant Carles.

Dei prodotti tradizionali bisognamenzionare gli articoli di moda, lagioielleria e la ceramica. Ma non esistenessuna linea di prodotti che non si siavista arricchita dalla straordinariacreatività dell’incontro tra Ibiza e i suoiamanti provenienti da altre latitudini.

AttivitàSSppoorrttNavigazioneSubacqueaCampo da golf (Roca Llisa)CiclismoEquitazioneVela

GGiittee ee vviissiitteeGrotta di Can MarçàPuig de Missa, Santa Eulària (museo,chiesa, complesso architettonico)Torri di Balàfia, Sant LlorençLe SalineSa Pedrera, Sant JosepMercato medievale di Dalt Vila (ognisecondo fine settimana di maggio)Festa del vino a Sant Mateu (dicembre)Mercatino Hippie

Il cibo ad Ibiza, la sua storia e la sua geografia. Latrilogia Mediterranea –cereali, vino e olio di oliva-accompagna la visita al mare, alle mura, agli scenarianimati della strada. Dietro una semplice tipicapietanza di Ibiza ci colleghiamo ad abitudini chearrivarono via mare da rive lontane. Dai fenici, gliabitanti di Ibiza impararono a salare e seccare il pesce.I greci preparavano cibi con erbe aromatiche,friggevano il pesce e apprezzavano gli insaccati. Gliarabi, grandi giardinieri e ingegnosi disegnatori di orti,contribuirono con verdure e ortaggi ad arricchire lacucina di Ibiza. L’invasione catalana aprì il passo alsofrit (salsa a base di cipolla, olio, pomodoro e aglio).Ma la storia continua. Esistono circa mille ristorantisull’isola, e molti riflettono le influenze più recenti.Prima di aprire la bocca, si apre la mente. Praticamentenessuna delle pietanze importanti rimane esclusa dalpanorama locale. Comunque, ci limitiamo a descriverealcune delle principali specialità autoctone, piatti chesono in relazione con l’ambiente, il clima, il modo divedere la vita e di fare le cose.La prima colazione per eccellenza è da secoli il Pa torrat

amb tomata (Pane tostato con pomodoro). Borrida de rajada è unpiatto a base di patate e razza. Il Guisat de peix è la varietà locale delpaiolo mediterraneo con pesce. E Arroç de matances include non solocarne, ma anche funghi, quelli che si trovano nelle pinete, moltodifficili da trovare. La sfilata di piatti salati si conclude col sofrit pagés,un insieme di carni, sobrasada, salsiccia e patate, un piatto festivo chefa desiderare un distillato di erbe dell’isola.Il Flaó, una torta di formaggio fresco, che anticamente veniva fatto inoccasione delle feste Pasquali, riene ormai prodotto quotidianamente.

Un mare di saporiPIACERI E PRODOTTI Artigianato della ceramica

Mercatino Hippie

Cantine di vino ad Ibiza

Grotta di“Can Marçà”

Camera casa rurale

Prodotti del mareautoctoni

Paesaggio rurale,carrubi e olivi

UN INVITO

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IBIZA

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Luoghi di cultura

AArrtteeSpazio Culturale Can VentosaSa Punta des Moli, Sant Antoni

GGaalllleerriiee ee ssaallee ddii eessppoossiizziioonneeSa NostraVan der VoortMarta Torres

MMuusseeiiMuseo d’Arte Contemporanea (Dalt Vila)Museo Archeologico (Dalt Vila)Museo Monografico di Puig des MolinsMuseo di Etnografia di Santa EulàriaMuseo Barrau, Santa Eulària

Ibiza ha sempre richiamato l’attenzione sia per la suaposizione strategica nel Mediterraneo, che per la suabellezza e per delle attrattive difficili da definire, che latrasformarono in un luogo di incontro di una éliteintellettuale. I famosi anni ’60 non furono il primo augeculturale che visse l’isola. Durante gli anni ‘30 personeprovenienti da tutta l’Europa incontrarono a Ibiza unrifugio che offriva la pace di un’isola ancorata nelpassato. Furono persone vincolate alle correntiall’avanguardia, come il surrealismo e la Bauhaus. Lalista include celebrità come il filosofo Walter Benjamin,i narratori Bernhard Kellermann e Elliot Paul, il poetaRafael Alberti e gli architetti Erwin Broner, RaoulHaussmann, Germán Rodríguez Arias y Josep Lluis Sert.Si sentirono attratti da un’isola tollerante e seminaronoquello che sarebbe stata una società cosmopolita.Il secondo motivo di arricchimento culturale iniziò versola fine degli anni cinquanta con la presenza di unrilevante numero di artisti e intellettuali su un’isola checominciava appena a sentire i cambiamenti che avrebbeportato il turismo. Tra questi si trovavano pittori comeHinterreiter (Svizzera), Bechtold (Germania), Dmitrienko(Francia),Walsh (Inghilterra), Matsuda (Giappone) eGutiérrez (Colombia), così come scrittori Sheckley (StatiUniti) e Park (Inghilterra). Per le loro molte diverseorigini, queste persone costituivano una comunità

multiculturale con unenorme potenzialecreativo. Unpotenziale chemanifesta la sua forza

e la sua ispirazione finoai nostri giorni.Gli isolani non rimaseroindifferenti a questaesplosione di carità,rinforzando a loro voltal’identità di Ibiza e dellaloro lingua. Un esempioè lo scrittore MariàVillangòmez, unautentico pilastro dellacultura di Ibiza, mortonel 2002. E’ stato autoredi numerosi romanzi,libri di poesie e opere diteatro.

Avanguardia cosmopolita dall’atmosferaMediterraneaCULTURA

Artigianato

Mulino di Sant Antoni de Portmany

Santa Eulària des Riu

Portal Nou de Dalt Vila

Vista marittima della città

Folclore rurale

Museo di Etnografiadi Santa Eulária

Porto della città

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ospedale

centro di salute

informazione turistica

aeroporto

museo

scavo archeologico

grotta

castello

cappella / santuario

campo da golf

area / parco / riserva naturale

Patrimonio dell’Umanità

autostrada / autovia

strada principale

strada secondaria

ferrovia

DATI GEOGRAFICI IMPORTANTI

Superficie: 572,6 km2

Litorale: 210,1 kmAltitudine massima: 474 m (Sa Talaiassa)Temperatura media annuale: 18,6ºCOre di sole, media annuale: 2.883,1Numero di abitanti: 105.103

© Institut Balear del Turisme© Testi: Comunicación Creativa© Fotografie: Archivio fotografico Ibatur, Pedro Coll, Manuela Muñoz, W.Obiol,

Antonio Garrido, Fco. Llompart, Salom & Comparini, Archivio Fomento deIbiza, Archivio Comunicación Creativa.Design: Comunicación CreativaStampa: Bahía GráficaD.L.: PM-2453-2004

I dati riuniti in questo dépliant sono vigenti fino all’edizione dello stesso,settembre 2005.Vi preghiamo comunicarci possibili modifiche con lo scopo di includerlenelle future edizioni.

C/ Montenegro 5. 07012 Palma (Mallorca, Illes Balears)e-mail: [email protected]

UN INVITOIBIZA

IbizaCARTINA GEOGRÁFICA

INFORMAZIONI

www.cief.eswww.ibizahotelsguide.comwww.illesbalears.es

O.I.T. Eivissa (Ufficio Informazioni Turistiche di Ibiza)Antoni Riquer, 2 · 07800 Eivissa · Tel. 971 301 900 · Fax 971 301 562e-mail: [email protected]

Fomento del Turismo de la Isla de Ibiza (Promozione del Turismo dell’Isola di Ibiza)Historiador Josep Clapés, 4 · 07800 Eivissa · Tel. 971 302 490Fax 971 302 262e-mail: [email protected]

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