Flash Magazine

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stonesour hellyeah darktranquillity starone kingsx firewind dynabite l’antrodiUlisse britishsteelfest bookstore piU’di100recensioni... ...andmanymore! FLASH Magazine | Anno 1 N. 01 Ottobre 2010 - Mensile - Poste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Postale 70% - DCB Milano | 4.00 N.01 ottobre 2010

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Heavy Metal Italian Magazine. Rivista Heavy metal italiana - prova di impaginazione

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FLASH Magazine | Anno 1 N. 01 Ottobre 2010 - Mensile - Poste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Postale 70% - DCB Milano | € 4.00

N.01ottobre

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Tra le band che più apprezzano e più visitano il Belpaese vi sono sicuramente gli olandesi Epica. Autori di un album di grande successo, in crescita tra il pubblico metallaro italiano, la band ha fatto tappa, nel giro di soli tre anni (la prima volta come supporter dei Sonata Arctica, nel Novembre 2007), ben sette volte, con una data ancora da svolgere a Dolceacqua. Nell’anno corrente il gruppo ha deciso di visitare nuove regioni: se da una parte, proprio per mezzo del suddetto festival, i Nostri sono riusciti, o meglio riusciranno, a suonare in terra ligure, dall’altra la meta è Roncade, piccola cittadina del Trevigiano dove ha sede il New Age Club, che ha tenuto concerti per numerosi gruppi di successo (per dire due nomi, Arch Enemy e Dark Tranquillity). La scarsa raggiungibilità del posto (Roncade non è dotata di stazione dei treni), collegata anche ad un giorno infausto come il martedì ha determinato un fallimento, a puro livello di presenze, per la band

olandese. A far fronte al migliaio di persone della precedente data milanese ci sono trecento anime scarse.

Appena entrati nel locale, poi, si ringrazia il cielo di essere così pochi. Il New Age è un locale non troppo grande con un palco oggettivamente poco spazioso, basti pensare che la prima fila contava al massimo quindici persone. In ogni caso, la serata si è colorata di rosso fuoco, come le facce dei presenti, sin da subito con le due support band.

I primi, i ReVamp, sono la nuova band dell’ex frontwoman degli After Forever, Floor Jansen. I ragazzi hanno infiammato il piccolo pubblico, suonando otto tracce (sebbene la scaletta avrebbe dovuto essere più lunga, con la cancellazione di due pezzi) del loro debut album omonimo, una miscela di heavy metal e prog, già presente nell’ultimo album degli After Forever. La risposta della platea italiana è stata molto calorosa, tenendo anche conto che non erano pochi i fan venuti appositamente per ascoltare la ormai bionda frontwoman, che per l’occasione ha anche deciso di vestirsi in maniera decente.

Il secondo gruppo spalla sono i francesi Kells, vecchia conoscenza degli Epica quali supporter nelle date francesi del tour del Novembre 2008. L’apparizione dei francesi, guidati dalla bella frontwoman Virginie Goncalves, non era nata sotto la migliore stella, anzi, le aspettative erano bassissime. In realtà anche loro hanno coinvolto notevolmente il pubblico,

riuscendo anche a superare alcuni difetti della loro musica, quale una certa ripetitività di fondo e la scarsa conoscenza del pubblico del francese che rende l’ascolto un po’ soporifero. La band ha anche presentato in anteprima una canzone del nuovo album, per il quale entreranno in studio tra pochi giorni.

L’atmosfera si è ulteriormente riscaldata con l’arrivo degli Epica. Il concerto si apre con le solite “Samadhi” e “Resign To Surrender”, rispettivamente intro e opener di “Design Your Universe”. Coinvolgenti e trascinanti, già dai primi due pezzi la reazione dei fan è stata veramente ottima. A seguire un grande classico della band, “Sensorium”.

La canzone non dimostra minimamente i suoi sette anni, rinvigorita dalle parti strumentali più pesanti ad opera delle chitarre di Isaac Delahaye e della batteria di Ariën van Weesenbeek. Ottima l’interazione tra gruppo e fan: forse per le ridotte dimensioni del locale, forse per l’effettiva vicinanza delle prime file al palco, fan e gruppo si sono scaldati a vicenda, molto di più rispetto alle precedenti date italiane. Una delle tre

Live: EPICA + ReVamp + Kells

OTT

5

EPICA

ReVAMP

58 Live Reports

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sorprese della serata è la quarta canzone, “Seif Al Din”. È stata probabilmente la più trascinante dell’intera serata: tra headbanging, pogo e urla di approvazione sembrava di essere in una bolgia, più che ad un concerto. Dopo averci illustrato il passato, il gruppo però torna al presente, con una doppietta di canzoni tratte dall’ultimo album: “Unleashed”, che Simone ci presenta come la sua preferita e, fan avvisato mezzo salvato,“Martyr of The Free Word”. La prima scorre imperniata sulla dolce voce della cantante, mentre la seconda viene guidata dal riffing massacrante delle chitarre e dal growl del chitarrista e mastermind Mark Jansen. Un’altra doppietta decisamente azzeccata! A seguire una delle tre suite suonate dagli Epica nella serata, nonché loro canzone più famosa: “Cry For The Moon”, allungata per questo tour a quasi dieci minuti. Dopo la tempesta, è il tempo della quiete: è ora dell’unica ballata della setlist, “Tides of Time”. Inutile dire che è l’apice emotivo della serata, sebbene la Simons non fosse in forma perfetta (cosa normale, dopo un anno di tour quasi ininterrotto) e l’acustica stesse andando via via peggiorando, tanto che alla fine, soprattutto per i sventurati che si erano

posizionati davanti agli amplificatori, non si riusciva più a sentire veramente nulla di chiaro. Dopo “Tides of Time” è momento di riposo per la cantante e la band si cimenta in un pezzo strumentale, la cover della celeberrima “Imperial March” di “Star Wars”, sicuramente il pezzo meno acclamato, complice la setlist ridotta. Finalmente è ora di attingere anche al terzo album dei nostri, “The Divine Conspiracy”, con la bellissima “The Obsessive Devotion”. Anche coloro che non sono estimatori di questo album si son dovuti ricredere di fronte alla forza e alla carica che tira fuori questa canzone. E

finalmente si arriva alla grande sorpresa della serata, la canzone che i fan veterani degli Epica non avevano ancora ascoltato live: la mastodontica suite “Kingdom of Heaven”, quasi quattordici minuti di puro genio. Il microfono viene lasciato al batterista (autore dei grunts nel pezzo già su cd), che dimostra le sue enormi qualità e il suo essere veramente una macchina. Il pezzo centrale è stato un vero e proprio trionfo onirico, un vero viaggio mentale. La band lascia il palco prima di rientrare per il solito encore. Solito in tutti i sensi, visto che sono sempre le solite tre

canzoni a comporlo, tutte e tre grandi classici della band. La prima “Sancta Terra”, è notevolmente apprezzata in sede live, il secondo dei tre classici è l’onnipresente “Quietus,” che il fan degli Epica si sente propinare regolarmente ad ogni concerto in quanto canzone preferita da Simone, ma cosa si può fare? Per finire la terza suite, la maestosa “Consign To Oblivion” che è sicuramente il pezzo migliore per completare la serata, arricchita dallo splendido cantato di Simone e dai grintosi grunt di Mark Jansen. La serata purtroppo è finita ma non c’è da disperarsi: tutti e tre i gruppi escono per parlare con i fan e per fare foto. Come sempre, è stata ottima l’idea di vedere gli Epica, anche in un posto sperduto: sono un gruppo che live rende moltissimo e anche stavolta i fan non sono rimasti delusi.

Testo e foto di

Alessio Agostinis

kelLs

Live Reports 59

NEW AGE ROCK CLUB - RONCADE (TV)