Firenze II dominio teatrale delle coseSecondo il pittore Iceniano Michael Armitage, «II turismo...

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FIRENZE NAPOLI TORINO IL GIORNALE DELLE MOSTRE Firenze «Madonna col Bambino» (1470 o 1475 ca) di Andrea del Verrocchlo, Berlino, Staatliche Museen zu Berlin-Gemàldegalerie. A destra la «Madonna col Bambino» del V&A di Londra: per Antonio Caglioti è opera di Leonardo, che l'avrebbe eseguita nel 1472 Napoli Naturale come la vita stessa AI Manu il rapporto di Antonio Canova con il mondo classico «Teseo e Plrttoo nel tempio di Diana Ortla vedono Diana danzare, fra due danzatrici, davanti al simulacro di Artemide Efesia (Ratto di Elena)» (1799) di Antonio Caaova, Possagno, Gypsotheca e Museo Antonio Canova poli con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo nell'ambito di un protocollo di collaborazione tra le due istituzioni. La mostra, dunque, intende pro- porre un affondo sul rapporto di Canova con l'Antico, evidenziando la capacità dell'artista di rinnovarlo per conseguire l'autonomia e l'in- novazione creativa, rigettando ogni forma di mera imitazione. Su questo passaggio, molto esplicative sono le parole dello stesso artista, a proposi- to dell'Antico: «Bisognava mandarselo in mente, sperimentandolo nel sangue, CONTINUA A P. 32, V COL. li. Un'importante e ricca occa- sione di studio e di approfondimen- to è la mostra «Canova e l'Antico» che indaga il rapporto tra l'artista veneto e il mondo classico, allestita nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal 28 marzo al 30 giugno con più di 110 lavori, tra marmi, modelli e calchi in gesso, bassorilievi, modellini in gesso e ter- racotta, disegni, dipinti, monocromi e tempere. Curata da Giuseppe Pa- vanello, supportala da un comitato scientifico internazionale, l'esposi- zione è copromossa dal Mibac-Mu- seo Archeologico Nazionale di Na- II dominio teatrale delle cose La prima monografica su Verrocchio, padre della Firenze laurenziana e maestro di Leonardo (presente con uno «scoop») Firenze. Nell'anno delle celebrazioni di Leonardo da Vinci giunge una mo- stra dedicata al suo maestro, «Ver- rocchio, il maestro dì Leonardo» (dal 9 marzo al 14 luglio, catalogo Marsilio), a cura di Francesco Caglio- ti e Andrea De Marchi Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e dai Musei del Bargello con la collaborazione della National Gal- lery of Art di Washington (seconda sede dell'esposizione dal 29 settem- bre al 2 febbraio 2020), si tratta della prima monografica sull'artista, frut- to del confronto fra le competenze scientifiche dei due studiosi, fra scul- tura e pittura, e intreccia, nelle 11 se- zioni del percorso di Palazzo Strozzi, la sequenza cronologica e i generi. «Una mostra mólto ambiziosa, quasi sfac- ciata, la definisce Caglioti, che vuole rappresentare la grandezza somma di Verrocchio, vero padre della Firenze lau- renzianaii. Infatti, sebbene gli studi si siano finora concentrati solo sui ca- polavori degli anni '70-80 del Quat- trocento, l'influenza di Verrocchio si Torino L'esotico è anestetico Secondo il pittore Iceniano Michael Armitage, «II turismo trasforma la ritualità in parodia» Torino. Michael Armitage (1984) è nato a Nairobi, da padre inglese e madre keniana. Vive e lavora tra Nairobi, dov'è cresciuto, e Londra, dove ha studiato alla Royal Academy of Arts. Pittore figurativo, interessato alle te- matiche politiche e sociali che attra- versano il suo Paese natio, Armitage si racconta in occasione della sua prima personale italiana: «The Promised Land», alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo sino al 26 maggio. «The Promised Land» è l'opera ine- dita che da il titolo alla mostra. Che cos'è questa «Terra promessa»? Nell'agosto 2017 sono andato all'ultima manifestazione dell'opposizione prima delle eiezioni presidenziali in Kenya. I manife- stanti indossavano parrucche da clown e costumi da supereroi «The Promised Land» deriva daVo slogati del leader deWopposi- zione, che affermava: «Condurrò i miei sostenitori a Canaan, nella Terra pro- messa». Avevo già visto tante altre prote- ste e manifestazioni in giro per UPaese. Mi ha colpito che i sostenitori visivamente più impressionanti, quelli travestiti con costumi bizzarri, fossero presenti alla maggior parte delle manifestazioni e che quando queste di- ventavano violente, fossero spesso coinvolti nei conflitti con la polizia. Ecco lo spunto. I soggetti raffigurati in «The Promised Land» sono tratti da queste immagini. Il dipinto fa parte di una serie più ampia ispirata alle mamfestazimi. Qual è stato il primo? «The Fourth Estate», nel 2017. fl titolo è una citazione dell'opera omonima di PeUizza da Volpedo. Volevo un titolo che guardasse ai movimenti sociali ed era quello U dipintoche avevo in mente quando lavoravo sulle mani- CONTINUA A P. 35, IV COI. esercita ben prima, anche su artisti quali Botticelli. «È lui il grande erede di Donatello, di cui rilevò la bottega, sotto- linea Caglioti, come infatti indicano le fonti prima di Vasari. E non dobbiamo la- sciarci sviare dai modi di Donatello tardo (bituminoso quasi come un Giacometti): a guardare più nel dettaglio scopriremo come Verrocchio sappia invece cogliere di Donatello, al pari di nessun altro, il senso architettonico dello spazio, il dominio tea- trale delle cose. E dietro tutto questo c'è la genialità dei Medici che ne avevano inteso subito la grandezza: Cosimo l gli com- missionò ad esempio (pur con Donatelo ancora in vita) la propria tomba in San Lorenzoy. La bravura e sensiìoilità nel tradurre in scala monumentale le finezze del cesello della formazione da orafo, la ricerca nella ritrattistica, coi busti di profilo, le raffigurazioni eroiche dell'antico, emergono po- tenti anche nella pittura, al di là del ridimensionamento di Vasari: «La vi- sione vasariana, insofferente nei confronti della diligenza e del perfezionismo di Ver- CONTINUA A P. 33, IV COL. Ancora aperte Amsterdam. Rijksmuseum Tutti i Rembrandt c> 10 giugno (cfr. n. 394, p. 17) Basilea. Fondation Beyeler II giovane Picasso. Periodi blu e rosa o 26 maggio (cfr. n. 394, p. 40) Bruxelles. Bozar L'Immagine stampata al tempo di Brueghel o 26 maggio (cfr. n. 394, p. 44) Firenze. Palazzo Pitti Klii Smith. What I saw on thè ?oad e> 2 giugno (cfr. r. 394, p. 26) Francoforte. Stàdel Museum Tlziano e il Rinascimento a Venezia O 26 maggio (cfr. n. 394, p. 40) Londra. Royal Academy II nudo nel Rinascimento t> 2 giugno (cfr. n. 394, p. 48) Londra. Tate Britain Don McCullin O 18 settembre (cfr. n. 394, p. 48) Londra. Victoria and Albert Museum Ciiristian Dior: Designer of Dreams O 14 luglio (cfr. n. 394, p. 48) Milano. Palazzo Reale Antonello da Messina O- 2 giugno (cfr. n. 394, p. 34) Parigi. Musée Picasso Calder/PIcasso O 25 agosto (cfr. n. 394, p. 46) Parigi. Centre Pompidou Michael Armitage davaatl a due sue opere O 6 maggio (cfr. n. 393, p. 18) Rivoli. Castello Harald Szeemann: Museum cf Obsessions O 26 maggio (Cfr. n. 394, p. 28) Venezia. Palazzo Ducale Canaletto e Venezia » 9 giugno (cfr. n. 394, p. 26) Vienna. Albertina Da Rubens a Makart. Le collezioni del casato dei Uechtensteln O 10 giugno (cfr. n. 394, p. 40) New York. MetBreuer Lucio Fontana © 14 aprile (cfr. n. 393, p. 12 ) Parigi. Centre Pompidou Vasarely ©• 6 maggio (cfr. n. 393, p. 18) 30 i IL GIORNALE DELL'ARTE NUMERO 395 MARZO 2019

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FIRENZENAPOLITORINO

IL GIORNALE DELLE MOSTREFirenze

«Madonna col Bambino» (1470 o 1475 ca) di Andrea del Verrocchlo, Berlino,Staatliche Museen zu Berlin-Gemàldegalerie. A destra la «Madonna col Bambino» del V&Adi Londra: per Antonio Caglioti è opera di Leonardo, che l'avrebbe eseguita nel 1472

Napoli

Naturale comela vita stessaAI Manu il rapporto di Antonio Canovacon il mondo classico

«Teseo e Plrttoo nel tempio di Diana Ortla vedono Diana danzare, fra due danzatrici,davanti al simulacro di Artemide Efesia (Ratto di Elena)» (1799) di Antonio Caaova,Possagno, Gypsotheca e Museo Antonio Canova

poli con il Museo Statale Ermitagedi San Pietroburgo nell'ambito di unprotocollo di collaborazione tra ledue istituzioni.La mostra, dunque, intende pro-porre un affondo sul rapporto diCanova con l'Antico, evidenziandola capacità dell'artista di rinnovarloper conseguire l'autonomia e l'in-novazione creativa, rigettando ogniforma di mera imitazione. Su questopassaggio, molto esplicative sono leparole dello stesso artista, a proposi-to dell'Antico: «Bisognava mandarseloin mente, sperimentandolo nel sangue,

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li. Un'importante e ricca occa-sione di studio e di approfondimen-to è la mostra «Canova e l'Antico»che indaga il rapporto tra l'artistaveneto e il mondo classico, allestitanelle sale del Museo ArcheologicoNazionale di Napoli dal 28 marzoal 30 giugno con più di 110 lavori,tra marmi, modelli e calchi in gesso,bassorilievi, modellini in gesso e ter-racotta, disegni, dipinti, monocromie tempere. Curata da Giuseppe Pa-vanello, supportala da un comitatoscientifico internazionale, l'esposi-zione è copromossa dal Mibac-Mu-seo Archeologico Nazionale di Na-

II dominio teatrale delle coseLa prima monografica su Verrocchio, padre della Firenze laurenzianae maestro di Leonardo (presente con uno «scoop»)

Firenze. Nell'anno delle celebrazionidi Leonardo da Vinci giunge una mo-stra dedicata al suo maestro, «Ver-rocchio, il maestro dì Leonardo»(dal 9 marzo al 14 luglio, catalogoMarsilio), a cura di Francesco Caglio-ti e Andrea De Marchi Promossa eorganizzata da Fondazione PalazzoStrozzi e dai Musei del Bargello conla collaborazione della National Gal-lery of Art di Washington (secondasede dell'esposizione dal 29 settem-bre al 2 febbraio 2020), si tratta dellaprima monografica sull'artista, frut-to del confronto fra le competenzescientifiche dei due studiosi, fra scul-tura e pittura, e intreccia, nelle 11 se-zioni del percorso di Palazzo Strozzi,la sequenza cronologica e i generi.«Una mostra mólto ambiziosa, quasi sfac-ciata, la definisce Caglioti, che vuolerappresentare la grandezza somma diVerrocchio, vero padre della Firenze lau-renzianaii. Infatti, sebbene gli studi sisiano finora concentrati solo sui ca-polavori degli anni '70-80 del Quat-trocento, l'influenza di Verrocchio si

Torino

L'esotico è anesteticoSecondo il pittore Iceniano Michael Armitage,«II turismo trasforma la ritualità in parodia»

Torino. Michael Armitage (1984) è natoa Nairobi, da padre inglese e madrekeniana. Vive e lavora tra Nairobi,dov'è cresciuto, e Londra, dove hastudiato alla Royal Academy of Arts.Pittore figurativo, interessato alle te-matiche politiche e sociali che attra-versano il suo Paese natio, Armitage siracconta in occasione della sua primapersonale italiana: «The PromisedLand», alla Fondazione SandrettoRe Rebaudengo sino al 26 maggio.«The Promised Land» è l'opera ine-dita che da il titolo alla mostra. Checos'è questa «Terra promessa»?Nell'agosto 2017 sono andato all'ultimamanifestazione dell'opposizione prima delleeiezioni presidenziali in Kenya. I manife-stanti indossavano parrucche da clown ecostumi da supereroi «The Promised Land»deriva daVo slogati del leader deWopposi-

zione, che affermava: «Condurrò i mieisostenitori a Canaan, nella Terra pro-messa». Avevo già visto tante altre prote-ste e manifestazioni in giro per U Paese. Miha colpito che i sostenitori visivamente piùimpressionanti, quelli travestiti con costumibizzarri, fossero presenti alla maggior partedelle manifestazioni e che quando queste di-ventavano violente, fossero spesso coinvoltinei conflitti con la polizia. Ecco lo spunto. Isoggetti raffigurati in «The Promised Land»sono tratti da queste immagini. Il dipinto faparte di una serie più ampia ispirata allemamfestazimi.Qual è stato il primo?«The Fourth Estate», nel 2017. fl titolo è unacitazione dell'opera omonima di PeUizza daVolpedo. Volevo un titolo che guardasse aimovimenti sociali ed era quello U dipinto cheavevo in mente quando lavoravo sulle mani-CONTINUA A P. 35, IV COI.

esercita ben prima, anche su artistiquali Botticelli. «È lui il grande erede diDonatello, di cui rilevò la bottega, sotto-linea Caglioti, come infatti indicano lefonti prima di Vasari. E non dobbiamo la-sciarci sviare dai modi di Donatello tardo(bituminoso quasi come un Giacometti):a guardare più nel dettaglio scopriremocome Verrocchio sappia invece cogliere diDonatello, al pari di nessun altro, il sensoarchitettonico dello spazio, il dominio tea-trale delle cose. E dietro tutto questo c'è lagenialità dei Medici che ne avevano intesosubito la grandezza: Cosimo l gli com-missionò ad esempio (pur con Donateloancora in vita) la propria tomba in SanLorenzoy. La bravura e sensiìoilità neltradurre in scala monumentale lefinezze del cesello della formazioneda orafo, la ricerca nella ritrattistica,coi busti di profilo, le raffigurazionieroiche dell'antico, emergono po-tenti anche nella pittura, al di là delridimensionamento di Vasari: «La vi-sione vasariana, insofferente nei confrontidella diligenza e del perfezionismo di Ver-CONTINUA A P. 33, IV COL.

Ancora aperteAmsterdam. RijksmuseumTutti i Rembrandtc> 10 giugno (cfr. n. 394, p. 17)

Basilea. Fondation BeyelerII giovane Picasso. Periodi blu e rosao 26 maggio (cfr. n. 394, p. 40)

Bruxelles. BozarL'Immagine stampata al tempo diBrueghelo 26 maggio (cfr. n. 394, p. 44)

Firenze. Palazzo PittiKlii Smith. What I saw on thè ?oade> 2 giugno (cfr. r. 394, p. 26)

Francoforte. Stàdel MuseumTlziano e il Rinascimento a VeneziaO 26 maggio (cfr. n. 394, p. 40)

Londra. Royal AcademyII nudo nel Rinascimentot> 2 giugno (cfr. n. 394, p. 48)

Londra. Tate BritainDon McCullinO 18 settembre (cfr. n. 394, p. 48)

Londra. Victoria and Albert MuseumCiiristian Dior: Designer of DreamsO 14 luglio (cfr. n. 394, p. 48)

Milano. Palazzo RealeAntonello da MessinaO- 2 giugno (cfr. n. 394, p. 34)

Parigi. Musée PicassoCalder/PIcassoO 25 agosto (cfr. n. 394, p. 46)

Parigi. Centre Pompidou

Michael Armitage davaatl a due sue opere

O 6 maggio (cfr. n. 393, p. 18)

Rivoli. CastelloHarald Szeemann: Museumcf ObsessionsO 26 maggio (Cfr. n. 394, p. 28)

Venezia. Palazzo DucaleCanaletto e Venezia» 9 giugno (cfr. n. 394, p. 26)

Vienna. AlbertinaDa Rubens a Makart. Le collezioni delcasato dei UechtenstelnO 10 giugno (cfr. n. 394, p. 40)

New York. MetBreuerLucio Fontana© 14 aprile (cfr. n. 393, p. 12 )

Parigi. Centre PompidouVasarely©• 6 maggio (cfr. n. 393, p. 18)

30 i IL GIORNALE DELL'ARTE NUMERO 395 MARZO 2019

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FIRENZEMODICASANTA SOFL

IL GIORNALE DELLE MOSTREFirenze

Un silenzioche non taceGiorgio Morandial Museo Novecento

Firenze, «Exit Morandi» è il titolodella mostra aperta dal 15 marzoal 27 giugno al Museo Novecento.È un progetto di Mus.e in collabo-razione con la Fondazione Rober-to Longhi e Villa Brandi, ideato ecurato da Maria Cristina Banderae Sergio Risaliti. La rassegna riuni-sce nature morte, paesaggi, fiori euna serie di incisioni di Giorgio Mo-randi con importanti prestiti dalla

«Natura morta» (1923-24) di GiorgioMorandi, Firenze, Museo Novecento,Raccolta Alberto Della Ragione

Gallerìa Nazionale d'Arte Modernae Contemporanea di Roma, dellaBanca Monte dei Paschi di Siena eda collezioni private.Il progetto prende origine da quat-tro dipinti di Morandi conservatial Museo e appartenuti al collezio-nista Alberto Della Ragione, tra cuiun acquarello di carta, uno dei po-chi dove è presente la figura, datato«11 aprile 918», che svela quanto ilpittore, pur ben aggiornato al lin-guaggio delle avanguardie, fossegià indirizzato verso quella sintesipoetica che lo rese, secondo Longhi,«uno dei migliori pittori viventi d'Italia».Una posizione, quella dell'artistabolognese, che poteva allora parerereazionaria, conservatrice, eppure,come nota Risaliti, Morandi si con-ferma un «faro e riferimento innegabiledi tanti artisti contemporanei sintoniz-zati, come lui, con i valori profondi eritornanti della tradizione classica». Acomprendere la statura dell'artistafurono anche Francesco Arcange-li, Cesare Brandi e Carlo LudovicoRagghianti. Tra le testimonianzedi artisti, architetti e registi che aMorandi si riferirono, la Banderaannota «Bernardo Bertolucci, catturatodalla "monumentalità" ravvìsàbile nel-le sue piccole tele e dal "sonoro bosso"che le qualifica"*. Ma potremmo quiricordare anche il bellissimo lavorodi Tacita Dean eseguito nello stu-dio di Morandi, o le atmosfere chetrapelano da certe fotografie di CyTwombly. • L.L.

Parola di donna

II Neon si riaccende

Modica (ig). Un archivio un po'caotico, appena tirato fuori dalle cassedisseminate per la galleria. Neon, la storica galleria bolognese fondata da GinoGianuizzi nel 1981 e chiusa nel 2011, approda nella Sicilia sud-orientale finoal 6 aprile, legandosi a un'altra realtà per molti versi anomala come la galleriaLaveronica arte contemporanea di Corrado Gugliotta e Sveva D'Antonio. «GinoGianuizzi, Galleria Neon, Bologna», accompagnata da un testo di Paolo Zane, èuna storia, più che una semplice mostra: quella di Gino e di tutti gli altri, artistiinnanzitutto (Marisaldi, Cattelan, Pessoli, Vitone, Cuoghi Corsello), ma anchecritici (Francesca Alinovi, Roberto Daolio) e collezionisti, catturati dall'energia chevi si respirava. Gianuizzi ha portato con sé alcune opere conservate in magazzino

e poi documenti, manifesti, locandine,video e scritti. Una mostra museale, se imusei conservassero ancora l'attitudineper la ricerca e la ricostruzione storica,ma che forse è più giusta qui a Modica,sotto quel cappello che è la rassegna«Proloco», di cui costituisce la secondatappa. La prossima mostra porteràa Modica i sardi di Giuseppe FrauGallery, altra storia, altra resistenza.• Giusi Diana

Firenze. Nella ricorrenza dell'8 marzo,alla Galleria d'arte moderna di PalazzoPitti, Sala del Fiorino, dal 7 marzo al26 maggio è allestita una mostra acura di Simonella Condemi dedicataalle donne: «Lessico femminile.Le donne tra impegno e talento1861-1926». Le date nel titolo siriferiscono a tappe importanti delriscatto dell'immagine femminile edel ruolo pubblico delle donne nelperiodo postunitario: rispettivamentel'iscrizione di alcune lavoratrici allaFratellanza Artigiana e il Premio Nobelassegnato a Grazia Deledda per Canneal Vento La scelta di opere, dipinti,sculture e fotografie, anche di grandidimensioni, conferisce un tono teatraleal percorso, sottolineando la difficileconquista di un'identità femminile inambito sociale e lavorativo, dovendomantenere l'impegno tra le muradomestiche, occupazioni ben diverseda quelle delle donne aristocratichee borghesi, anch'esse però allaricerca di un ruolo che non fossepiù solo esornativo. Si va così dallecontadine di Cristiano Banti (nella foto,«Confidenze», Galleria d'arte modernadi Palazzo Pitti) e dalla «Nana»di Cecioni, alle donne dei salottiprotagoniste dei dipinti di De Nittis o diZandomeneghi. Catalogo Sillabe. • L.L.

Due di OttoSanta Sofia {FcS. Due personalitàdifferenti, l'udinese Afro Basaldella(1912-76) e il pavese Mattia Moreni(1920-99), entrambi però accomunatia un certo punto dalla «febbre»informale: i due hanno la possibilità

di incrociarsiquandoinsieme aBirolli, Corpora,Morlotti,Santomaso,Tu reato eVedova fannoparte delcosiddetto«Gruppo degliOtto», messo

insieme dal critico Lionello Venturi nel1952-54. Un confronto tra i due è oraofferto dalla mostra «Moreni ospitaAfro», aperta fino al 22 aprile pressola Galleria d'arte contemporaneaVero Stoppioni (catalogo con testicritici di Flaminio Gualdoni e ClaudioSpadoni). Nel museo civico che ospitatra le opere permanenti «Mistura»,realizzata da Moreni fra il 1976 e il1984, e cinque autoritratti del ciclodella «Regressione della Specie eBelle arti» (1985-88) arrivano, graziealla collaborazione con la FondazioneAfro, 17 dipinti di Basaldella. L'altonumero di opere di Afro (nella foto,

«Personaggi», 1952, collezioneprivata) oltre a un confronto puntualead esempio con «Composizione n.222» del 1952 di Moreni permetteanche di realizzare una «mostra nellamostra» per riflettere sulla produzionedi Afro dagli anni Trenta ai Settanta.Lungo il percorso sono stati ordinati,tra gli altri, «Paesaggio con rovine»del 1935, un autoritratto a matitadel 1945 e lavori informali dei duedecenni successivi, completando poi ilnucleo con l'arazzo «Ponte dei pugni»realizzato nel 1975 poco prima dellamorte del maestro.• Stefano Luppi

VerrocchioSEGUE DA P. 30, V COL.

rocchio, è riduttìva, spiega De Marchi,perché óltre a essere colui che dialogò piùa fondo coi fiamminghi, nella finezza deidettagli, seppe comporre tale analisi ingeometrie supreme. Incarnò una tensionesperimentale preleonardesca, ad esem-pio nello studio dei panneggi: mólti deifamosi chiaroscuri su téla di lino dipintia pennello e biacca, eseguiti modellandopanni bagnati sui manichini e studiandogli effetti della luce, citati da Vasari sóloin riferimento a Leonardo, sono invece diVerrocchio, è una sperimentazione che na-sce dalla dialettica fra due artisti al fondoantitetici». La bottega di Verrocchioera frequentata non solo dagli allievipiù stretti, come Perugino o Lorenzodi Credi (che sarà poi suo fiduciario,dopo il trasferimento di Verrocchio aVenezia nel 1483), ma anche da arti-sti come Ghirlandaio, allievo di Bal-dovinettì. Lo stesso Leonardo ancoranel 1476, ventiquattrenne, quandovenne accusato di sodomia, stavanella bottega del Verrocchio. «Verroc-chio interpretò appieno la raffinatezzadella Firenze laurenziana, ma anche, nellasua versatilità tecnica e nella sua tensioneformale mise le basi del protoclassidsmo,fu alla base della maniera moderna, siaMichelangelo sia Raffaéllo furono allievidi suoi allievi-», osserva ancora De Mar-chi. La mostra si avvale di straordina-ri prestiti da tutti i principali museiinternazionali (tra cui la «Madonna108» della Gemàldegalerie di Berli-no e la «Madonna di Volterra» dellaNational Gallery di Londra, che Lon-ghi e Zeri assegnavano a Peruginogiovane, mentre Berenson riferivagià a Verrocchio), ponendo le operein confronto serrato con quelle di

artisti precursori, contemporanei ediscepoli da Donatello a BottìceUi,da Ghirlandaio a Perugino, e ben set-te opere di Leonardo da Vinci alcu-ne delle quali mai esposte in Italia.Tra queste lo scoop della «Madonnacol Bambino», scultura in terracottaconservata al Victoria and Albert diLondra e lì esposta come AntonioRossellino: un'attribuzione finoramessa poco in discussione, speciedopo il «verdetto» di John Pope-Hen-nessy. Francesco Caglioti è invece datempo convinto della paternità leo-nardesca (di cui parlò già nel 2004a un convegno su Matteo Civitali)e tale ipotesi era già stata formula-ta nella prima metà del Novecento.Caglioti, che riferisce l'opera al 1472,sottolinea non solo le affinità stili-stiche con le opere di Leonardo (nelsorriso, nelle mani e in tanti altridettagli) ma anche l'atteggiamentodi particolare tenerezza con il qualela madre si rivolge al figlio, concen-trato, vivo e non trasognato comequello delle Madonne di Rossellino.È d'altronde Vasari a scrivere di alcu-ne «teste difemine che ridono» scolpitein terracotta proprio da Leonardo.L'attribuzione scatenerà certamenteun dibattito e ci si chiede quale saràla reazione del V&A.Un percorso conduce poi in altriluoghi di Firenze e della Toscana,come Pistoia, dove sono altri impor-tanti testimonianze che completanola rilettura e lo scandaglio potente alquale i curatori hanno sottoposto l'ar-te di Verrocchio. La mostra, che godedel sostegno del Comune di Firenze,della Regione Toscana e della Camera fdi Commercio di Firenze, ha anche il Icontribuito della Fondazione CR di Fi-frenze, main sponsor Intesa San Paolo. 1• Laura Lombardi @

MA CMuseo dell'Accademia Etruscae dela Città di Co-tona

JWmuseoarcheologicorazionaleci napoli

MOSTRA TEMPORANEA

1 marzo > 2 giugno 2019

SCOPERTA DI

ErcolanoMarcello Venuti: politica e culturafra Napoli e Cortona

MAEC, Palazzo CasaliDiazza Signorelli

CORTONA (AR), Toscana

+(39)[email protected]

www.ercolano.cortonamaec.org

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