FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel –...

22
FILOSOFIA 5

Transcript of FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel –...

Page 1: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

FILOSOFIA 5

Page 2: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

ELEMENTI PECULIARI DELL’IDEALISMO TEDESCO

1) Superamento del dualismo gnoseologico e ontologico posto da Kant (fenomeno-noumeno), attraverso la ricerca di un principio unitario fondativo, senza limiti, non solo della conoscenza, ma anche del reale.

2) L’idealista non è tanto colui che trascura la realtà, come il senso comune della parola suggerisce, ma colui che accentua l’importanza del principio originario del reale. Semplicemente l’idealista considera assurda una realtà preesistente allo Spirito, a un Soggetto assoluto, e al di fuori dello Spirito stesso.

Page 3: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

4) Ciò che produce il reale (il Soggetto) è anche ciò che si costituisce tramite l’oggetto secondo un processo dinamico (la dialettica) del Soggetto stesso. I Soggetto perciò non preesiste al reale. Non c’è un Ente prima e dopo la produzione del reale da parte dell’Ente. Il Soggetto è l’Infinito, il Tuttto: l’ IO PURO secondo Fichte, l’ ASSOLUTO (identità indifferenziata di Natura e Spirito) secondo Shelling, lo Spirito-Ragione secondo Hegel.

3) L’io per Kant è semplicemente il principio ordinatore della realtà. L’io è finito, non crea la realtà.

Per gli idealisti l’Io diventa principio creatore della realtà, il Soggetto universale: tutto è spirito.

Page 4: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

6) L’idealismo ha un carattere dinamico, che però si manifesta in termini diversi nei vari autori. Un dinamismo, una forza, un processo evidenti nella produzione del reale da parte del Principio. C’è un movimento che caratterizza sia le vicende dell’oggettività naturale sia quelle della soggettività conoscente. Il tendere, lo streben romantico (tensione, desiderio di andare oltre qualsiasi limite materiale e spirituale), è assai presente nel pensiero idealistico.

5) Spiegazione delle cose, di ciò che è particolare, contingente, finito, tramite ciò che è generale, infinito, essenziale. Il «finito» non esiste, è un’astrazione di una parte dell’infinito. Questa è la visione del mondo, tipica degli idealisti, secondo cui la realtà vera non è quella materiale, ma quella spirituale.

Page 5: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

IN SINTESI:

uno dei nodi cruciali dell’IDEALISMO tedesco è quello del rapporto fra le cose determinate e il

Principio che le produce. Ciò che è particolare, finito, contingente, viene spiegato tramite ciò che è generale,

infinito, essenziale.

Page 6: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

I CARDINI DEL PENSIERO HEGELIANO

1) TUTTO CIO’ CHE E’ RAZIONALE E’ REALE E TUTTO CIO’ CHE REALE E’ RAZIONALE

La Ragione non è qualcosa di astratto, non è pura idealità, è reale perché si attua nella realtà e la governa in forme concrete.Il Reale (tutto ciò che esiste) non è una realtà confusa, non è una materia caotica, è manifestazione concreta della Ragione, si dispiega come struttura razionale.Non esiste contrasto e nemmeno differenza tra la Ragione e la realtà. Ciò che accade è giusto e razionale, è logico e naturale che accada.

Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Germania 1770 –1831 OPERELa fenomenologia dello spirito (1807) Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1817-1830)

Page 7: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO

“Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.” Si può dire perciò che l’intero, l’essere, è nella sua sostanza il Soggetto. Il soggetto va inteso come ciò che realizza la propria essenza nel cambiamento, orientato alla piena realizzazione di se stesso e al divenir se stesso. Esempio: il sasso è tale solo perché attraverso un processo di cambiamenti permane tale. La pianta è il soggetto nel senso che è ciò che sta presso di sé nella sua alterità, ciò che noi individuiamo come permanente in una serie di cambiamenti ciascuno dei quali nega il precedente (seme, fiore, frutto) ma che pure nel loro succedersi costituiscono il concetto di pianta. Ciò che permette di cogliere il TUTTO nel suo processo è la Filosofia e non una semplice intuizione. Essa conduce alla visione globale della verità, del Soggetto nel suo divenire se stesso.

Page 8: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

3) LA DIALETTICA

• In Kant, d. trascendentale o «logica dell’apparenza» è la teoria degli errori naturali dello spirito umano, che si illude di poter determinare, sul solo fondamento di ragionamenti teorici, la natura dell’anima, del mondo e di Dio, e cade invece in inevitabili, inestricabili contraddizioni.

• Nell’idealismo post-kantiano e per Hegel in partic., la dialettica è la natura stessa del pensiero che si sviluppa secondo proprie leggi ma in modo conforme allo sviluppo della realtà anzi ne rappresenta la struttura del movimento e del suo sviluppo.

Page 9: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

La dialettica (che è legge del pensiero e legge della realtà contemporaneamente) è il processo attraverso cui si attua la Ragione.

Si articola in tre momenti:

a) Tesi: è la fase iniziale, la condizione statica del processo dialettico (es. seme). Dal punto di vista conoscitivo, è il momento ‘astratto’ delle determinazione della realtà, le quali sono concepite dall’intelletto separatamente (seme-fiore-frutto).b) Antitesi: è il momento della negazione, della contrapposizione alla tesi. Le determinazioni della realtà sono messe in movimento e in relazione con le determinazioni opposte (es. la pianta, che nasce dalla interazione del seme con la terra, l’acqua, il sole, è la negazione del seme perché non è più seme, ma ne è anche la conservazione-trasformazione perché non ci sarebbe senza di esso). c) Sintesi: è il momento positivo, il superamento del contrasto e unificazione dei due processi iniziali in una determinazione superiore. È la totalità del processo: seme pianta frutto, sono l’intero di un movimento contrapposto delle determinazioni. L’intero conserva parte della tesi e dell’antitesi.Questi tre momenti sono tre aspetti di uno stesso atto razionale; non vanno intesi in modo cronologico.

Page 10: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

IL SISTEMA FILOSOFICO DI HEGEL

è la descrizione puntuale, ‘scientifica’,

del divenire storico dello Spirito in tutti i suoi momenti

per mezzo e attraverso la dialettica.

Tale percorso lo esprime nella sua opera

« LA FENOMELOGIA DELLO SPIRITO »

e lo definisce in modo più dettagliato

nell’ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE FILOSOFICHE IN COMPENDIO

IN SINTESI

LA « FENOMENOLOGIA » DESCRIVE L’EMERGERE DELLA RAGIONE (LO SPIRITO) NELLA STORIA,

CHE COINCIDE CON L’AVVENTO E LO SVILUPPO DELLA CIVILTA’

Page 11: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

LO SPIRITO

nel suo manifestarsi perviene alla consapevolezza di essere tutta la realtà: è un processo di autocoscienza della propria identità di Finito e Infinito, di

Reale e Razionale.

La Fenomenologia dello Spirito è il racconto del “viaggio” che lo Spirito fa per giungere a comprendere se stesso come Assoluto. È un racconto che Hegel fa seguendo l’evoluzione della coscienza umana dall’alba della civiltà greca fino alla modernità. Il processo di sviluppo dello Spirito si manifesta in FIGURE FENOMENOLOGICHE che segnano le TAPPE del processo stesso. Esse sono le FORME storiche della razionalità dispiegata ed espressa nella realtà.

Page 12: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

Partendo dal livello più basso, cioè da ciò che appare privo di coscienza (la Coscienza sensibile), fino al livello più elevato, quando lo Spirito stesso (l’Idea, la Ragione) scopre con certezza di rappresentare esso stesso tutta la verità, di essere il soggetto del divenire storico che sana ogni frattura e contrapposizione per arrivare a riconoscersi come LOGOS ASSOLUTO, PRINCIPIO UNICO E FONDAMENTALE DI TUTTA LA REALTÀ CHE SI È DETERMINATA.

Nb: Le TAPPE si possono considerare come momenti della progressiva conquista della verità da parte dell’uomo perciò la Fenomenologia ha una funzione pedagogica perché, mostrando i progressi compiuti nelle età precedenti, come anche la parzialità e la particolarità di ciascuna fase, predispone alla comprensione del sapere assoluto.

Page 13: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

IL PANLOGISMO HEGELIANO

Secondo Hegel il principio di ogni cosa è la RAGIONE (o Assoluto, Idea, Spirito): il mondo della natura e il mondo dello spirito sono considerati come determinazioni dell’Assoluto. Anzi, tutte le manifestazioni del mondo naturale, vegetale, animale non sono create né hanno origine o procedono da una Ragione preesistente; è questa Ragione stessa che procede e si attua nelle singole cose, le quali sono il modo in cui essa si rende visibile.La Ragione perciò per Hegel è il Principio immanente di tutta a realtà, e la realtà non è che la Ragione immanente in atto e svolgimento. Il suo è un Idealismo logico o Panlogismo perché è una dottrina secondo la quale tutta la realtà è Pensiero, è espressione della Ragione, di conseguenza la Logica (che è lo svolgersi del pensiero) si identifica con la metafisica (che è l’essenza della realtà).

Page 14: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

LA CONCEZIONE OTTIMISTICA DI HEGEL

Se tutta la realtà è manifestazione della Ragione, tutto ciò che accade è razionale ed è bene che accada.

La Ragione, attraverso il suo processo triadico, passa da un bene inferiore (la Tesi) a un bene superiore (la Sintesi). In tal senso anche la guerra è giustificata come mezzo di civiltà e di progresso, è vista da Hegel come modo sempre più largo e completo dell’autodeterminazione della Ragione (giustificazionismo hegeliano).

Ogni conflitto porta al trionfo il popolo più forte che meglio incarna la Ragione e che diventa il popolo eletto, il popolo guida fino a quando, esaurita la propria

energia spirituale, consegna la fiaccola del progresso al popolo più giovane, che con il suo furore continua a esprimere al meglio la Ragione.

IL PANGERMANESIMONaturalmente Hegel vede nel popolo germanico il popolo perfetto, destinato ad avere il predominio sugli altri, quale successore ed erede della civiltà orientale, greca e romana. È Questo il nazionalismo di Hegel che si collega al pangermanesimo del primo filosofo dell’idealismo tedesco Johann Gottlieb Fichte.

Page 15: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

In questo procedere storico, gli individui si illudono di agire per mire e interessi propri, essi sono strumento

della Ragione: le loro passioni, spesso ambiziose, servono, senza che essi se ne rendono conto, ai fini

universali della Ragione.

IN QUESTO CONSISTE L’ASTUZIA DELLA RAGIONE.

Naturalmente, secondo questa concezione, l’autonomia e il valore dell’individuo sono annullati e

l’ottimismo generale del sistemamal si concilia con questa netta svalutazione della

personalità umana.

In questo procedere storico, gli individui si illudono di agire per mire e interessi propri, essi sono strumento

della Ragione: le loro passioni, spesso ambiziose, servono, senza che essi se ne rendono conto, ai fini

universali della Ragione.

IN QUESTO CONSISTE L’ASTUZIA DELLA RAGIONE.

Naturalmente, secondo questa concezione, l’autonomia e il valore dell’individuo sono annullati e

l’ottimismo generale del sistemamal si concilia con questa netta svalutazione della

personalità umana.

LA CONDIZIONE UMANA

Page 16: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

PRIMATO DELLA FILOSOFIA RISPETTO ALLA RELIGIONE

Nell’opera “Enciclopedia delle scienze filosofiche”, Hegel presenta il processo dialettico della ragione secondo

tre tappe fondamentali:

IDEA – NATURA – SPIRITO

La sintesi dialettica ultima dello Spirito e cioè lo Spirito assoluto, si determina con la fase triadica di Arte – Religione – Filosofia. I due momenti di Arte (tesi) e Religione (antitesi) vengono superati dalla Filosofia poiché l’arte contempla l’assoluto nella sua forma estetica e sensibile, la religione lo rappresenta nella sua forma spirituale e la Filosofia lo comprende concettualmente superando ogni rappresentazione. In quest’ultima sintesi

lo Spirito assoluto si riconosce come Ragione universale,

libero da ogni limitazione.

Page 17: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

OPPOSIZIONE ALL’IDEALISMO TEDESCO

• Il Principio fondante della realtà non è la Ragione, ma è la Volontà di vivere, un principio irrazionale e cieco.

• Ciò che muove il mondo non è i processo dialettico della Ragione, ma la forza cieca Della Volontà di vivere, perciò l’ottimismo del sistema filosofico hegeliano non è soltanto un errore teorico, ma anche un’iniquità morale.

• La natura non è l’oggettivazione della Ragione, ma della Volontà di vivere anch’essa immanente nelle cose.

• Ciò che conosciamo della realtà (il fenomeno) è solo una rappresentazione (tramite le «forme a priori» della conoscenza: tempo, spazio, causalità), che esiste solo nella coscienza (io penso). Perciò è ingannevole poiché e come se vedessimo attraverso lenti colorate, che si frappongono fra la rappresentazione e la vera realtà. Quel che con certezza conosciamo della realtà è la Volontà di vivere (il noumeno).

Arthur Schopenauer

Prussia (Polonia) 1788 –1860OPERELa quadruplice ragione del principio di ragion sufficiente (1813)

Il mondo come volontà e rappresentazione (1818)

Page 18: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

La riflessione filosofica di Schopenhauer sul «noumeno» kantianoinizia dalla

CONDIZIONE UMANA

L’uomo è segnato dal dolore, dal male, dalla contraddizione drammatica della sua natura e del suo rapporto con la società. Egli è un essere desiderante, mancante poiché in lui c’è una forza primigenia , un impulso atavico che lo spinge ad ogni costo a esistere ad affermarsi. L’ uomo per natura è una belva quieta finché non si presenti il momento propizio per infuriarsi e sopraffare l’altro. Da questa riflessione sulla natura del proprio corpo (il fenomeno) Schopenhauer scopre e conosce il Principio che lo anima (il noumeno). Questa forza è la Volontà di vivere, questo è l’impulso cieco che muove il suo corpo e fa sì che esso possa esistere. Il corpo è solo la manifestazione fenomenica della Volontà.

DA QUESTA RIFLESSIONEper analogia con l’esistenza di tutti gli esseri viventi

nel loro rapporto con la natura, Schopenhauer scopre il Fondamento, la Radice noumenica di ogni realtà: l’essenza profonda di tutto l’universo è la Volontà di

vivere.

Page 19: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

L’amara conclusione di Schopenhauerè che nel mondo prevale il dolore.

La condizione del fiore che appassisce, dell’animale preda e predatore, del bambino che nasce e comincia a vivere con la paura dell’abbandono, del vecchio che vede deperire il suo corpo, la vita che fugge fino all’ora della morte, tutto è sofferenza.L’uomo sopraffatto da questa Volontà, è spinto continuamente a desiderare, a imporsi per la sua sopravvivenza e perciò vive nella sofferenza. Oscillando come un pendolo, passa dalla sofferenza alla noia: il piacere e la felicità non sono altro che brevi momenti di questo movimento monotono

Dunque cosa è necessario fare per liberarsi dal dolore dell’esistenza?

Secondo il filosofo, quando l’uomo diventa consapevole che tutta la sua sofferenza deriva dalla Volontà di vivere irrazionale e cieca, allora è capace di intraprendere il percorso della propria liberazione.

NB:Tra le vie possibili per liberare l’uomo dal giogo della volontà di vivere, Schopenhauer respinge la possibilità del suicidio, riconoscendo in esso un’erronea forma di attaccamento alla vita: il suicida infatti «vuole la vita ed è solo scontento delle condizioni che gli sono toccate». Inoltre chi si procura la morte sopprime soltanto una manifestazione fenomenica della volontà di vivere ma non la volontà di vivere in se stessa

Page 20: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

L’UNICA SOLUZIONE AL DOLORE DEL MONDO CONSISTE QUINDI NON NELL’ELIMINARE LA VITA, MA NEL LIBERARSI DALLA VOLONTÀ DI VIVERE.

CIÒ SI PUÒ FARE SEGUENDO TRE VIE

L’ARTE L’arte è per Schopenhauer conoscenza libera e disinteressata, che si rivolge non tanto ai fenomeni, quanto alle idee, ossia alle forme pure o ai modelli eterni delle cose: nell’arte questo amore, questa afflizione, questa guerra divengono ad esempio, l’amore, l’afflizione, la guerra, ovvero l’essenza immutabile di tali fenomeni. Essa ci offre la possibilità di contemplare gli aspetti universali della realtà. Proprio per questo suo carattere contemplativo e per questa sua capacità di muoversi in un mondo di forme eterne, l’arte sottrae l’individuo alla catena infinita dei bisogni e dei desideri quotidiani. Di fronte alla bellezza artistica l’uomo si sente come trasportato in un altro mondo, migliore di quello in cui si trova. L’arte è di conseguenza catartica per essenza, in quanto l’uomo, grazie a essa, più che vivere contempla la vita, elevandosi al di sopra della volontà, del dolore e del tempo. Fra le arti spiccano la tragedia, che è la rappresentazione del dramma della vita, e la musica. Schopenhauer sostiene che la musica si configura come l’arte più profonda e universale, una vera e propria “metafisica dei suoni”, capace di metterci a contatto con le radici stesse della vita e dell’essere. Ogni arte è liberatrice in quanto il piacere che essa procura, visto come contemplazione disinteressata, è cessazione del bisogno. Ma la funzione liberatrice dell’arte è soltanto temporanea e parziale, e ha il carattere di un breve incantesimo, solo un conforto alla vita stessa. La via della redenzione presuppone altri sentieri.

Page 21: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

L’ETICA

A differenza della contemplazione estetica, che è un estraniarsi trasognato dalla realtà, lamorale implica un impegno nel mondo a favore del prossimo: l’etica è infatti un tentativo di superare l’egoismo e di vincere l’ingiustizia (cioè quella lotta incessante degli individui tra loro), che rappresenta una delle maggiori fonti di dolore.Schopenhauer afferma che l’etica sgorga da un sentimento di pietà attraverso cuiavvertiamo come nostre le sofferenze degli altri.Di conseguenza la pietà non nasce da un ragionamento astratto, ma da un sentimento di «compassione» verso il prossimo e ci identifichiamo con il suo tormento.Non basta dunque sapere che la vita è dolore e che tutti soffrono, bisogna invece sentire e realizzare questa verità nel profondo del nostro essere: non è allora la conoscenza che produce la moralità.Tramite la pietà sperimentiamo quell’unità metafisica di tutti gli esseri. Ai suoi massimi livelli la pietà consiste nel far propria la sofferenza di tutti gli esseri passati e presenti, e nell’assumere su di sé il dolore cosmico.Sebbene la morale della pietà implichi una vittoria sull’egoismo, essa però rimane pur sempre all’interno della vita e presuppone un qualche attaccamento e essa.Di conseguenza Schopenhauer si propone il traguardo di una liberazione totale non solodall’egoismo e dall’ingiustizia, ma dalla stessa volontà di vivere.Questa liberazione è l’ascesi.

Page 22: FILOSOFIA 5 · 2) LA VERITA’ COINCIDE CON IL TUTTO “Il vero è l’intero – scrive Hegel – e l’intero è il risultato assieme a tutto il processo che lo ha prodotto.”

L’ASCESI

L’ascesi, che nasce dall’orrore dell’uomo per la volontà di vivere, è l’esperienza per la qualel’individuo, cessando di volere la vita e il volere stesso, si propone di estirpare il propriodesiderio di esistere e di volere.L’ascesi è il comportamento che nega più radicalmente d’ogni altro l’individualità ela volontà dell’uomo. Essa cancella ogni affermazione di sé, negando o sopprimendo tutte le forme ‘positive’ di vita, tutte le forme desideranti dell’esistenza, e trasformandosi infine in quella che Schopenhauer chiama la « noluntas » (ossia l’opposto della volontà).Il primo passo dell’ascesi è la castità perfetta, che libera dalla prima e fondamentale manifestazione della volontà di vivere: l’impulso alla generazione e alla propagazione della specie.I passi successivi sono: la rinuncia ai piaceri, l’umiltà, il digiuno, la povertà, il sacrificio. Essi tendono tutti al medesimo scopo, quello di sciogliere la volontà di vivere dalle proprie catene.Il compito di questa liberazione radicale è affidata all’uomo, tramite cui l’intero mondo puòessere redento. La soppressione della volontà di vivere, di cui l’ascesi rappresenta la tecnica, è l’unico vero atto di libertà che sia possibile all’uomo.Mentre per i mistici cristiani l’ascesi si conclude con l’estasi, che è l’ineffabilestato di unione con Dio, nel misticismo ateo di Schopenhauer il cammino nella salvezza conduce al nirvana buddista, che è l’esperienza del nulla.Un nulla – si badi bene – che secondo quanto insegnano i testi e i maestri dell’Oriente non è il niente, bensì un nulla relativo al mondo, cioè una negazione del mondo stesso.Per l’asceta schopenaueriano, in altre parole, il mondo, con tutte le sue illusioni, le sue sofferenze e i suoi rumori è un nulla, mentre il nirvana è un tutto, cioè un oceano di pace spirituale e uno spazio di luminosa serenità, in cui le nozioni stesse di “io” e di “soggetto” si dissolvono.