Fig. 1 - Prodotti di IV gamma nelle confezioni più comuni · 2012. 1. 23. · Tab. 1 - Principali...
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1 - La IV gamma: prodotti orticoli ad alto valore aggiunto
Con il termine di IV gamma vengono indicate preparazioni di prodotti
ortofrutticoli freschi, mondati delle parti non utilizzabili, tagliati, lavati, asciugati,
imballati in buste o vaschette di plastica e venduti in banco refrigerato (Fig.1).
Fig. 1 - Prodotti di IV gamma nelle confezioni più comuni
Questi prodotti pronti al consumo rispondono al bisogno del consumatore di
ridurre i tempi di preparazione dei pasti ed il volume degli scarti di cucina, ma
sono piuttosto fragili, perché il sistema di lavorazione non consente di
stabilizzarli biologicamente.
Il livello e la durata della qualità alimentare dipendono dalle condizioni
dell’intero sistema di produzione e distribuzione.
Il primo requisito riguarda la qualità dei vegetali utilizzati, che devono essere
senza difetti e ottenuti in condizioni di massima igiene.
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 1
1.1 - La dimensione del comparto in Italia
Le aziende che trasformano IV gamma in Italia sono una trentina, di cui ben 20
localizzate in Lombardia. Il livello di concentrazione è molto alto, con due o tre
imprese dominanti. Il Sud è marginale rispetto alla trasformazione in quanto
dispone di sole quattro imprese, ma fornisce una quota elevata di vegetali da
trasformare, provenienti soprattutto da Campania e Puglia. La IV gamma
interessa prevalentemente la Grande Distribuzione, dalla quale è vista con
favore perché consente una migliore gestione di scaffale, l’uso di marchi propri
e riduzioni di costi.
Il mercato italiano assorbe circa 11.000 tonnellate di prodotti all’anno, per un
valore di circa 120 miliardi di lire, con una domanda concentrata nel Nord. Il
trend degli ultimi anni evidenzia una sostanziale stabilità dei volumi consumati.
Nonostante il successo fino ad ora limitato della IV gamma presso i consumatori
italiani, questi prodotti hanno prospettive interessanti, perché rispondono ad
esigenze sempre più sentite dalla maggioranza della società, come risparmiare
tempo e fatica nel preparare i pasti o usare i prodotti in singole porzioni.
Esigenze di questo tipo sono caratteristiche di un contesto socio-economico
largamente rappresentato in Europa, dove è servito da un sistema distributivo
idoneo a sostenere la diffusione dei prodotti di IV gamma.
Per il sistema produttivo italiano, già presente nell’area europea come fornitore
di ortofrutta fresca, queste tendenze offrono buone opportunità di migliorare la
qualificazione dei prodotti.
1.2 - Le tipologie di prodotto
Le insalate, in preparazioni di singole o più specie, sono i prodotti di IV gamma
più rappresentativi, ma la gamma dei prodotti è in espansione, con preparazioni
a base di nuove specie di piante e parti di pianta (Tab. 1).
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 2
Tab. 1 - Principali prodotti e preparazioni di IV gamma
Organi e parti di pianta
Piante intere Valerianella (songino); Germinelli (soja, adzuchi);
Foglie Lattuga, indivia, rucola, valerianella, radicchio, spinacio, cicoria, bietola
Steli, fusti, radici e organi sotterranei
Cipolla, carota, sedano, patata, finocchio
Infiorescenze Broccolo, cavolfiore, cima di rapa Frutti Peperone, zucchino, melone, uva, ananas
Preparazioni
Preparazioni di una sola specie
Insalate, frutti mondati.
Preparazioni miste Insalate miste; mescolanze di ortaggi per minestre e fritture; macedonie di frutta;
Aromi e spezie Prezzemolo, basilico, dragoncello, issopo, timo, finocchio selvatico, salvia, rosmarino, alloro
1.3 - Lavorazione e durata commerciale
Il processo per ottenere preparazioni di vegetali freschi pronti per il consumo è
piuttosto semplice, consistendo in operazioni di mondatura, lavaggio, taglio,
pesatura e imballaggio.
La trasformazione in IV gamma può essere fatta in catena continua:
lavorazione, distribuzione, vendita, consumo. Diversi prodotti possono essere
gestiti in catena discontinua, con fasi di conservazione prima o dopo la
lavorazione oppure con diversi gradi di lavorazione non realizzati nello stesso
luogo.
La deperibilità dei prodotti lavorati rispetto a quelli intatti e la qualità che
devono avere per l’uso previsto, condizionano la distanza degli impianti di
trasformazione rispetto ai luoghi di consumo e di produzione. Il miglioramento
delle condizioni di gestione del prodotto finito, cioè imballaggi, impianti,
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trasporti e regime termico, favorisce una localizzazione degli stabilimenti
prossima alle zone di produzione della materia prima.
La durata commerciale dei prodotti di IV gamma dipende delle caratteristiche
dei diversi vegetali e del sistema di produzione. Una durata ragionevole per le
insalate è nell’ordine di una settimana.
In generale, la microbiologia e la fisiologia di questi prodotti portano ad
escludere tentativi di prolungamento della shelf-life oltre i limiti accettabili per
una commercializzazione normale: le proprietà igieniche e sanitarie si
deteriorano ed il decadimento qualitativo porta a colori e odori anomali che non
sfuggono al consumatore.
2 - Requisiti dei vegetali per la IV gamma
La IV gamma non è un modo per valorizzare ortaggi di seconda categoria, ma
rappresenta uno sforzo per elevare il livello dell’offerta dei prodotti orticoli
freschi, aggiungendovi un servizio di preparazione, in vista di un consumo
dilazionato in un certo tempo. Soltanto vegetali della migliore qualità, in termini
di sviluppo, condizione fisiologica, aspetto e integrità, possono reggere allo
stress indotto dalla preparazione, in modo da risultare ancora appetibili fino al
termine della prevista durata commerciale.
Pulizia e sicurezza sanitaria, certamente necessarie per i prodotti destinati al
mercato del fresco, sono indispensabili per la IV gamma. Oltre all’assenza di
contaminanti di sintesi, i seguenti requisiti condizionano particolarmente
l’idoneità dei prodotti:
∗ l’assenza di sostanze estranee (insetti, terra, pietre, schegge di legno e
metallo, erbe infestanti), perché non vengono allontanate facilmente con il
lavaggio ed alcune possono danneggiare gli strumenti di taglio o presentare
qualche pericolo per il consumatore;
∗ un basso livello della carica microbica, perché le sue attività riducono la
durata di vita dei prodotti;
∗ un minimo rischio di contaminazione con microrganismi patogeni per l’uomo,
perché non è possibile tenerli sotto controllo con il processo di lavorazione.
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 4
2.1 - Qualificazione delle risorse naturali
Varietà
Una cultivar con attributi qualitativi soddisfacenti per i consumatori deve avere
anche caratteristiche fisiologiche idonee a conferire elevata resistenza al
deterioramento nelle condizioni di frammentazione degli organi ed elevata
umidità relativa della IV gamma. Sono preferibili cultivar con basso livello di
attività degli enzimi che contribuiscono ai processi degradativi (imbrunimento,
ammorbidimento, produzione di sostanze volatili), come polifenolossidasi ed
emicellulasi. Le varietà sensibili al freddo hanno una conservabilità minore,
anche perché i danni da freddo limitano l’uso delle basse temperature per
controllare il deterioramento. La scelta di varietà meno sensibili al freddo
consente maggiore flessibilità nella gestione delle temperature e un
miglioramento della conservazione e della qualità.
Per consentire una continuità di produzione in linea con le attese dei mercati di
consumo occorrono cultivar a bassa sensibilità stagionale, coltivabili in più
periodi dell’anno, o famiglie di cultivar con le stesse caratteristiche
organolettiche e fisiologiche, ma differenziate per l’adattamento alle diverse
condizioni stagionali.
La resistenza genetica alle malattie consente di assicurare l’integrità del
prodotto evitando, o riducendo, l’uso di fitofarmaci e il conseguente accumulo
di residui nel prodotto. Integrità e assenza di stress contribuiscono a ridurre sia
il livello di attività metabolica del vegetale che le vie di accesso e gli stimoli alla
colonizzazione microbica prima della lavorazione. La pezzatura, per alcune
specie (es. indivia riccia e scarola), può essere caratteristica preferenziale per
una maggiore resa di lavorazione (percentuale di imbianchimento, minor scarto
e minor incidenza della mano d’opera).
Peraltro, la crescita del settore potrà ulteriormente giustificare e stimolare la
selezione di cultivar specificamente adatte per la IV gamma, anche se alcune
aziende sementiere (Asgrow, Bruinsma, EnzaZaden, ecc.) già citano per talune
specie le varietà per la IV gamma. A tale riguardo, l’analisi delle preferenze del
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 5
consumatore e dei bisogni del trasformatore dovrebbe precedere il programma
di miglioramento.
Ad oggi, per la maggior parte delle specie, si ha ancora un impiego promiscuo
delle varietà e dell’agrotecnica (mercato fresco e mercato della IV gamma); per
maggiori dettagli sulle principali varietà consigliate si vedano le schede allegate,
tenendo comunque conto delle evoluzioni commerciali e legislative e delle
esperienze che si verificheranno nei singoli areali produttivi.
Localizzazione
Un ambiente agro-climatico idoneo è la prima condizione per ottenere prodotti
della qualità necessaria per la IV gamma.
Ambienti sfavorevoli non consentono uno sviluppo normale delle piante e degli
organi utilizzati come prodotti, favorendo inoltre la suscettibilità della coltura a
fisiopatie, attacchi di patogeni e parassiti.
Prodotti sottoposti a stress fisiologici e danneggiati da patogeni o parassiti
tendono a deteriorarsi troppo rapidamente dopo la raccolta, sia per ritmi
anomali dell’attività fisiologica che per maggiori possibilità di insediamento e
crescita microbica. Maggiore esposizione a malattie e parassiti comporta inoltre
un maggior impegno di protezione con fitofarmaci, con il rischio di aumentare i
residui chimici di sintesi nel prodotto.
La vicinanza a fonti di impurità chimiche e microbiologiche può ridurre molto
l’idoneità dei vegetali per la IV gamma. Residui di metalli pesanti possono
costituire un rischio in zone esposte al traffico automobilistico, a reflui di
allevamenti animali o ad altre fonti di inquinamento. Dalla prossimità di aziende
zootecniche può inoltre dipendere una carica troppo elevata di microrganismi
potenzialmente patogeni per l’uomo. Allo stesso modo non si dovrebbero
produrre vegetali per la IV gamma su terreni utilizzati anche per il pascolo o
assoggettati alla stabbiatura o trattati con ammendanti di origine animale, o
terreni vicini ad aree di questo tipo.
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 6
Un altro importante aspetto della localizzazione è la distanza dall’impianto di
lavorazione, in quanto l’intervallo tra raccolta e lavorazione deve essere il più
breve possibile o, comunque, garantito in condizioni idonee di temperature.
Terreni
Tra le specie interessate alla IV gamma, molte vengono coltivate a pieno campo
(indivie, spinacio, carote, ecc.), altre in ambiente protetto (cicorino, valerianella,
rucole, ecc.); in entrambi i casi sono comunque da preferire terreni di medio
impasto o sciolti che meglio consentono la lavorazione e il drenaggio, evitando
condizioni di asfissia o ristagno idrico.
La coltura protetta è finalizzata prevalentemente a produzioni fuori stagione.
Accoppiata con substrati fuori-suolo, laddove applicabili, potrebbe consentire la
produzione di vegetali su misura per le esigenze della IV gamma.
Va tuttavia riconosciuto che il fuori-suolo, pur presentando più basse cariche
microbiche sui vegetali rispetto alla coltura in suolo, non mette al riparo dal
rischio di inquinamento con microrganismi patogeni, specialmente se la qualità
dell’acqua è scadente e la gestione non rispetta gli indispensabili requisiti
igienici.
Acqua
In tutto il percorso della filiera, la qualità dell'acqua che viene a contatto con il
prodotto ne determina in larga misura la qualità microbiologica. Derivata da
fonti superficiali o sotterranee, l'acqua raggiunge il prodotto nella fase agricola
principalmente attraverso l'irrigazione e la distribuzione fluida di fertilizzanti e
fitofarmaci, nelle fasi successive attraverso certi metodi di refrigerazione e il
lavaggio.
L'acqua di qualità scadente, inquinata anche con modeste cariche di
microrganismi patogeni, può essere fonte diretta e mezzo per la diffusione di
contaminanti nelle colture e nel sistema di trasformazione e distribuzione dei
prodotti. Il rischio è maggiore quando il contatto è vicino al consumo e con i
prodotti da organi fogliari, specialmente se a superficie rugosa.
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 7
La qualità dell'acqua disponibile per l'agricoltura non è costante, perché le fonti
superficiali e quelle sotterranee di falda possono essere esposte a
contaminazioni temporanee per ruscellamenti e percolamenti di acque
provenienti da zone inquinate: allevamenti intensivi ed estensivi, sistemi di
spurgo dei reflui animali e umani soggetti a perdite, aree ricche di fauna
selvatica.
Anche l’accesso non controllato degli animali alle riserve d’acqua è causa di
inquinamento. La situazione è complicata dal fatto che, non sempre,
l’agricoltore può controllare le fonti di approvvigionamento idrico e quasi mai
può influire sul tratto a monte dell’azienda.
In ogni caso, nel valutare l’idoneità della risorsa idrica, bisogna considerare i
fattori che possono influenzarne la qualità nel suo percorso a monte
dell’azienda: esposizione a contatto con animali, possibilità di ricezione di
ruscellamenti e percolamenti da aree zootecniche e campi letamati, tipo di
controllo esercitato dalle aziende a monte, eventuali contaminazioni con
prodotti fitosanitari, ecc..
L'acqua che viene a contatto con i vegetali dopo la raccolta deve essere di
qualità potabile. La bagnatura dei prodotti peggiora l'inquinamento, anche se
l'acqua è pulita, perché favorisce lo sviluppo dei microrganismi e la dispersione
sui tessuti vegetali di altri contaminanti. Il lavaggio, anche seguito dalla
necessaria asciugatura, può tanto ridurre l'inquinamento quanto diffonderlo, a
seconda del grado di pulizia dell'acqua, che peggiora rapidamente con l'uso
della stessa acqua su lotti successivi di prodotto.
Periodicamente è opportuno verificare la qualità dell’acqua proveniente da fonti
non controllate rilevando la frequenza di un indicatore di inquinamento fecale
come il batterio Escherichia coli. Si deve comunque considerare che un test
negativo non esclude la presenza a bassa frequenza dell’organismo ricercato e
che i test batterici non informano sulla presenza di virus e protozoi, ragione per
cui ogni tanto è opportuno eseguire analisi più complete.
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 8
Impianti e mezzi
Le aziende che forniscono vegetali per la IV gamma devono avere le strutture
per l’imballaggio e l’eventuale refrigerazione dei prodotti e per l’igiene del
personale, specialmente di quello impegnato nella raccolta.
Occorrono ambienti per l’imballaggio e il carico sui mezzi di trasporto che si
possano mantenere ad adeguata temperatura, facilmente puliti e non diano
ricetto ad animali vettori di contaminanti (es. topi, uccelli, ecc.). Gli imballaggi
per il trasporto, preferibilmente di plastica, vanno lavati periodicamente e
custoditi al riparo da fonti di sporcizia. Le attrezzature impiegate per la raccolta
(contenitori, coltelli, stivali, guanti, ecc) devono essere mantenute funzionali e
pulite.
Occorrerebbero locali igienici sistemati lontano da fonti di acqua irrigua, in
luoghi da cui non sia possibile un ruscellamento delle acque di pioggia verso
zone coltivate, e che tuttavia siano facilmente accessibili al personale ogni volta
che ne abbia bisogno, per evitare che usi a tal fine altri luoghi dell’azienda. I
reflui non devono finire in azienda, ma vanno immessi in un sistema adeguato
di raccolta e smaltimento.
I locali devono essere puliti regolarmente e provvisti di acqua corrente, carta
igienica, sapone liquido, mezzi di asciugamento igienico (rotoli o tovaglioli di
carta) e relativi contenitori di distribuzione e smaltimento.
3. - La gestione dei processi produttivi
La presenza di microrganismi patogeni per l’uomo, prima causa di insicurezza
dei prodotti di IV gamma, dipende principalmente da pratiche di gestione dei
processi produttivi e in particolare:
∗ uso irriguo di acque contaminate;
∗ impropria preparazione e applicazione di fertilizzanti organici;
∗ raccolta e lavaggio di prodotti con procedimenti insicuri.
Oltre a soddisfare i requisiti igienici, che vanno considerati come un minimo, i
vegetali per la IV gamma devono possedere le proprietà qualitative necessarie
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 9
per fornire prodotti attraenti dopo aver subito i maltrattamenti della
lavorazione. Avendo a disposizione idonee risorse produttive, la coltivazione va
condotta in modo da fornire alla pianta un ambiente favorevole a un rapido e
armonico sviluppo, operando tuttavia in modo che i requisiti dei prodotti siano
soddisfatti senza aumentare i rischi per il consumatore e per l’ambiente.
È opportuno rifarsi al Codice di Buona Pratica Agricola, e, ove presenti, ai
disciplinari di produzione integrata e/o ai capitolati dei clienti.
3.1 - Sistemazioni del terreno
La coltivazione degli ortaggi su prode, pratica antica e molto diffusa, favorisce
lo sviluppo delle piante grazie alla migliore abitabilità della zona radicale, che
non è soggetta a ristagno idrico, riceve più ossigeno e si riscalda più facilmente.
Le piante non rischiano di rimanere a lungo in condizioni di saturazione idrica
dopo le piogge e sono meno esposte alle infezioni da parte di funghi e batteri
fitopatogeni.
La maggiore regolarità di sviluppo della vegetazione consente di ottenere organi
vegetali di consistenza ideale e di programmare efficacemente le produzioni.
Per funzionare bene, le prode devono essere ben ferme, altrimenti si
prosciugano troppo rapidamente e le piante vi affondano. Una consistenza
adeguata può essere ottenuta con macchine che comprimono leggermente il
suolo sollevato. In ambiente ventoso e asciutto la riduzione dell’umidità nelle
prode può essere tale da richiedere sistemi di irrigazione continui o con
frequenti adacquamenti.
Questa pratica è applicabile sia nel pieno campo che nelle colture protette, sia
per specie da foglie che da radice.
3 2 - Sis emi di p o ezione (pacciama ure, tessuto non tessuto, tunnel - serre) . t r t t
La pacciamatura con film plastici protegge la pianta dal contatto con il terreno,
riduce le perdite d’acqua per evaporazione e le perdite di nutrienti per
lisciviazione, riscalda il terreno con film chiari, aiuta a controllare le erbe
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 10
infestanti con film scuri. I film alluminati, riflettenti, ostacolano l’insediamento di
afidi sulle piante.
Gli inconvenienti della pacciamatura plastica sono l’esclusione dell’acqua di
pioggia dal terreno, il costo di acquisto e quello di smaltimento del materiale
usato. A tale riguardo si trovano in commercio anche plastiche degradabili.
Una pacciamatura efficace richiede terreno ben lavorato e pareggiato,
previamente concimato e trattato se necessario con erbicidi o geodisinfestanti,
con umidità portata a capacità di campo prima della copertura, se non si
pratica, come è preferibile, l’irrigazione a goccia sotto la plastica. Questa deve
aderire bene alla superficie del suolo, per controllare le erbe infestanti ed
evitare di essere sollevata sotto i colpi del vento.
I film di tessuto-non-tessuto vengono impiegati generalmente a pieno campo
nei cicli precoci; sono sostenuti direttamente dalle piante e aumentano di
qualche grado la temperatura a livello della vegetazione ed escludono afidi e
simili insetti. Questi film vengono asportati quando si innalzano le temperature
o quando sono necessari interventi fitosanitari. Il loro impiego si lega
soprattutto a indivie, scarole, lattughe, carote.
I tunnel-serre riguardano una parte notevole della produzione di ortaggi per IV
gamma. Il tunnel-serra è preferito per il buon compromesso tra costi e
funzionalità e la possibilità, nelle aree meridionali, di essere utilizzato nella
stagione fredda senza riscaldamento artificiale. La pausa estiva può essere
impiegata per la solarizzazione del terreno, che consente di realizzare un buon
controllo se al riscaldamento del terreno (pacciamato con plastica scura)
contribuisce anche il calore dell’ambiente interno alla serra tenuta chiusa.
Per beneficiare dei vantaggi offerti dal sistema serra evitandone i rischi, occorre
uno stretto controllo dell’ambiente, volto a prevenire l’insorgenza di fitopatie e
le infestazioni di parassiti, come pure le frequentazioni indebite di animali,
attuato mettendo in atto tutti i metodi di difesa fisici, agronomici e biologici. A
tali condizioni si potrebbe ottenere anche un basso livello di cariche microbiche
sui vegetali prodotti. Vengono generalmente utilizzati per le coltivazioni di
insalatine quali rucola, valerianella, lattughe da taglio, cicorino, ecc..
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3.3 - La gestione della fertilità del suolo
Il miglioramento della fertilità deve essere inquadrato in un programma globale
di gestione del suolo, comprendente lavorazioni, rotazioni, controllo delle piante
infestanti, correzione della reazione, irrigazione e drenaggio, perché alle
carenze di questi fattori non si può rimediare con la somministrazione di
fertilizzanti.
La produzione di ortaggi di buona qualità riesce meglio in suoli profondi, ben
drenati e sistemati, con struttura stabile e reazione da subacida a neutra, come
quelli di tessitura media con un buon contenuto di sostanza organica. Una
struttura stabile favorisce il passaggio dell'aria e dell'acqua e resiste all'erosione,
ma per essere conservata richiede che gli interventi di lavorazione siano ristretti
al minimo indispensabile e condotti in condizioni opportune.
Rotazioni
Sono noti i benefici agronomici dell’avvicendamento colturale, ma difficilmente
possono essere inserite in un sistema orticolo le colture più opportune per
migliorare la condizione del suolo, come cereali, foraggere o leguminose. Nei
casi più favorevoli si avvicendano specie orticole diverse per caratteristiche
vegetative. Tuttavia, nelle aziende più specializzate anche questa soluzione,
diventa difficile. Nel considerare costi e benefici dell’avvicendamento si deve
tenere presente che l’uso ridotto o improprio della rotazione comporta
comunque un peggioramento delle condizioni di habitat delle piante coltivate e
si risolve alla fine in un minor rendimento dell’attività (cali di rese e di qualità,
maggiori problematiche fitosanitarie, maggiori spese, ecc.).
Fertilizzanti organici
I letami forniscono macro e micronutrienti per le colture e composti organici per
il suolo, contribuendo a mantenere la stabilità delle struttura in un regime di
frequenti lavorazioni.
L'uso di letami comporta anche inconvenienti, soprattutto se si tratta di
materiali non adeguatamente maturati. Uno è la diffusione di semi di specie
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 12
infestanti. Un altro è l'apporto di elementi e sostanze che possono peggiorare la
qualità biochimica dei prodotti, come i metalli pesanti, o squilibrare lo sviluppo
delle piante, come sostanze organiche di tipo ormonico. Un altro ancora,
particolarmente negativo per la qualità degli ortaggi di IV gamma, è l'aumento
sui prodotti delle cariche di microrganismi associati alle deiezioni animali, inclusi
quelli patogeni per l'uomo. Diversi patogeni riscontrati sugli ortaggi freschi (E.
coli, Salmonella, Cryptosporidium) sono associati a deiezioni animali e in
particolare a quelle dei ruminanti. Problemi analoghi presentano anche i
materiali organici ottenuti dal compostaggio di reflui urbani.
In considerazione del preminente requisito di sicurezza igienico-sanitaria e della
difficoltà di evitare i suddetti inconvenienti nel contesto dell'impresa orticola, è
preferibile non utilizzare letami o composti nelle colture per la IV gamma,
perché i cicli colturali sono generalmente brevi e continui e in tali condizioni non
è possibile una efficace gestione del rischio. Inoltre, la capacità dei processi di
compostaggio di eliminare i microrganismi patogeni è un’ipotesi ancora da
confermare sperimentalmente, essendosi finora le ricerche interessate
principalmente agli effetti sulla fertilità del terreno e sulla qualità organolettica
dei prodotti.
Come alternativa si possono considerare fertilizzanti derivati dalla
trasformazione di materiali organici con processi di umificazione. Anche i
sovesci possono migliorare la condizione del suolo e in alcuni casi ridurre le
popolazioni di piante infestanti e di parassiti, ma il loro uso in un indirizzo
orticolo è piuttosto problematico, sia per il costo in termini di spese e produzioni
mancate, che per inconvenienti possibili alle colture successive, se impiantate a
distanza troppo breve dall'incorporazione del materiale sovesciato.
Anche se non si impiegano letami direttamente sulle colture per IV gamma,
sono comunque necessarie alcune pratiche di profilassi per minimizzare il rischio
di contaminazione connesso ai reflui animali.
∗ Programmare la distribuzione di letami fisicamente e temporalmente lontano
dalle colture di IV gamma ed escludere queste dai campi in vicinanza di aree
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di stoccaggio dei reflui o in posizione soggette a ruscellamenti provenienti
da esse.
∗ Installare opportune barriere e coperture per ridurre l’impatto di tali aree
sull’ambiente circostante e la frequentazione delle stesse da parte di animali.
∗ Prima di utilizzarli nei campi di ortaggi, pulire attrezzi e macchine con acqua
ad alta pressione o vapore dopo l’uso o il passaggio in aree di stoccaggio dei
reflui.
∗ Ridurre, con coltivazione su prode e pacciamatura, il contatto con il terreno
degli organi vegetali utilizzati come prodotti, soprattutto verso la raccolta.
∗ Minimizzare la possibilità di contaminazione con feci animali, impedendo agli
animali l’accesso alle colture e alle aree di gestione dei prodotti.
Analisi del terreno
Per calibrare l'uso di fertilizzanti è necessario tenere sotto osservazione la
dotazione di elementi assimilabili e la reazione del suolo, mediante esami con
cadenza periodica comprendenti: pH, sostanza organica, N, P, K, Mg, Ca. Se si
modificano gli apporti di fertilizzanti da un anno all'altro può essere opportuno
far eseguire esami chimici del terreno a intervalli anche annuali.
Reazione chimica
Gli ortaggi si sviluppano bene in terreni con pH compresi tra 5.5 e 7.5, intervallo
che massimizza la disponibilità per i principali elementi e la restringe per i
metalli tossici. Se la reazione del terreno si discosta sensibilmente da tali valori,
è necessario applicare ammendanti, il cui dosaggio può essere determinato in
base all'acidità scambiabile. Se le quantità da applicare sono di una certa
consistenza è preferibile frazionare gli apporti in più periodi.
Fertilizzanti sintetici
Per gli ortaggi l’elemento più critico è l’azoto, perché eventuali carenze ed
eccessi peggiorano la quantità e la qualità dei prodotti. Le carenze portano a
difetti di consistenza degli organi eduli, che risultano poco croccanti. Gli eccessi
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fanno ottenere prodotti più turgidi e croccanti, favorendo una maggiore
ritenzione idrica dei tessuti, ma tendono a peggiorare la conservabilità e la
qualità alimentare dei prodotti, aumentando la sensibilità alle cause avverse e i
residui di nitrati. Eccessi o carenze possono verificarsi anche con concimazioni
normali, se le modalità e i tempi di somministrazione non rispondono alle
esigenze fisiologiche delle colture.
Le varie forme di azoto somministrate al terreno vengono presto convertite in
quella nitrica esposta alla lisciviazione. Per limitare le perdite dal sistema
agricolo verso altri sistemi ambientali è necessario usare l'azoto in modo
efficiente, fornendolo alle piante in quantità idonee e quando serve per lo
sviluppo, attenendosi ad alcuni criteri di base:
∗ Evitare apporti eccessivi di azoto in una singola somministrazione.
∗ Limitare le somministrazioni pre-impianto, soprattutto se comportano un
interramento profondo.
∗ Distribuirlo in modo localizzato all'impianto o al momento di maggior
assorbimento da parte delle piante.
∗ Rapportare le dosi alla superficie effettivamente concimata, escludendo
quella delle interfile.
∗ Mettere in conto l'azoto fornito da matrici organiche.
∗ Impiegare sovesci nei tempi morti per trattenere l'azoto nello strato di
terreno lavorato e limitare le perdite per dilavamento.
∗ Utilizzare fertilizzanti a lenta cessione.
La risposta degli ortaggi al fosforo è sensibile soltanto a livelli molto bassi della
disponibilità nel suolo e, inoltre, le quantità assorbite sono le più basse tra
quelle dei nutrienti primari e secondari. Per la fertilizzazione fosfatica vengono
abitualmente raccomandate quantità non sempre giustificate dalla risposta dei
vegetali, in base a considerazioni piuttosto teoriche, basate sull’ipotesi della
rapida inattivazione dell'elemento, causa di limitata accessibilità delle piante alla
riserva disponibile nel suolo. Nonostante l'adesione dal fosforo alle particelle del
terreno e la scarsa solubilità (ma quello presente nei composti organici è
parzialmente solubile in acqua) non sono rari i casi di inquinamento ambientale,
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dovuti soprattutto a dilavamento ed erosione del terreno. Per aumentare
l'efficienza degli apporti di fosforo è opportuno seguire i seguenti criteri.
∗ Tenere maggior conto della risposta delle piante, evitando somministrazioni
puramente cautelative se non c'è risposta.
∗ Distribuirlo in modo localizzato all'impianto.
∗ Rapportare le dosi alla superficie effettivamente concimata.
∗ Prevenire il dilavamento e l'erosione.
Anche per il potassio si può dire che la risposta delle colture è spesso modesta
o assente, salvo che nei terreni poveri dell'elemento. Invece l'assorbimento può
aumentare anche se la produzione non viene modificata. La somministrazione
dei fertilizzanti potassici può essere fatta a tutto campo o localizzata,
preferibilmente alla preparazione del terreno per l'impianto della coltura.
Applicazioni frazionate possono essere giustificate soltanto da un eccesso di
precipitazioni durante lo sviluppo delle piante. Per un uso efficiente del potassio
valgono gli stessi criteri indicati per il fosforo.
I nutrienti secondari - calcio, magnesio e zolfo - benché importanti per lo
sviluppo al pari di quelli principali, non sono assorbiti in grandi quantità e
raramente richiedono specifiche applicazioni, anche perché si trovano in molti
concimi semplici.
I micronutrienti sono altrettanto necessari, ma richiesti in quantità molto
piccole, per cui bastano le dotazioni naturali del terreno, salvo casi di carenza,
che possono capitare più facilmente in suoli con pH anomali, o con andamenti
climatici particolari.
Al merito dei quantitativi ammessi dei principali elementi (N, P, K) nelle diverse
colture, si vedano, ove presenti, i disciplinari di produzione integrata e le schede
allegate.
3.4 - Irrigazione
Gli stress idrici peggiorano la qualità dei vegetali e vanno evitati. La stima delle
condizioni di bisogno che giustificano l’intervento irriguo può essere eseguita
con modelli teorici o più semplicemente sulla base dell’esperienza.
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 16
Un buon sistema di irrigazione deve consentire di completare l’adaquamento in
un tempo ragionevole, distribuendo l’acqua in modo uniforme e con un’intensità
non superiore alla capacità di assorbimento del suolo.
L’irrigazione a goccia, specialmente se accoppiata alla pacciamatura, è
preferibile per diversi vantaggi: è più efficiente, impiegando volumi minori
rispetto agli altri metodi; riduce il rischio di lisciviazione dei nutrienti; consente
la fertirrigazione, con una riduzione degli apporti di azoto; consente di evitare la
bagnatura della vegetazione e il conseguente maggior rischio di fitopatie e di
contaminazioni veicolate dall’acqua. I difetti sono: il costo elevato dell’impianto;
la necessità di pulire più volte gli erogatori con acqua clorata per eliminarne le
incrostazioni che ne riducono la funzionalità; la maggior frequenza degli
interventi per i limiti del flusso di erogazione.
Anche se quasi mai è possibile per l’agricoltore controllare i fattori che
determinano la qualità dell’acqua nel percorso a monte dell’azienda, bisogna
comunque esercitare un controllo nell’ambito aziendale, proteggendo canali,
pozzi, pompe e condutture dall’accesso incontrollato di animali domestici e
selvatici, allo scopo di limitare la possibilità di contaminazione con feci animali e
dall’uso improprio di prodotti fitosanitari in prossimità della fonte irrigua. Il
contatto degli organi eduli delle piante con acqua contaminata è tanto più
rischioso per la qualità microbiologica dei prodotti quanto più è vicino al
momento della raccolta.
3.5 - Controllo delle piante infestanti
La flora infestante che si può sviluppare negli ortaggi e in quelli destinati alla IV
gamma è molto variabile, in relazione al periodo (primaverile-autunnale, ecc.) e
al tipo di coltivazione (pieno campo/protetto, colture seminate/trapiantate,
rotazioni/monocolture, ecc.).
Il contenimento può avvenire con mezzi agronomici (avvicendamento), con
mezzi meccanici (scerbature, sarchiature, ecc.) e, soprattutto, con mezzi
chimici, impiegati sia in pre semina/trapianto, che in post emergenza.
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 17
A questo preciso riguardo si rimanda all’adozione dei disciplinari di produzione
integrata e alle indicazioni riportate nelle schede tecniche allegate, avendo cura
di utilizzare tutti gli accorgimenti che ne consentano un limitato uso
(monitoraggio, riduzione delle dosi, riduzione dei volumi, ecc.).
3.6 - Difesa integrata dalle avversità
Una grande varietà di patologie può risultare da condizioni di stress pre e post
raccolta. Le fisiopatie e fitopatologie peggiorano direttamente la qualità dei
prodotti in varia misura a seconda dell’agente patogeno e dello stato fisiologico
della pianta. I patogeni possono anche rimanere in una condizione di
quiescenza fino al termine della trasformazione e attivarsi con effetti devastanti
nelle condizioni favorevoli della IV gamma. Lo stato di sanità e integrità dei
vegetali influenza la resistenza alle attività demolitrici dei microrganismi e la
risposta a eventi di stress: in condizioni di resistenza affievolita anche deboli
microrganismi ubiquitari, che in genere non darebbero fastidio, possono
diventare un problema.
Un’efficace protezione delle colture contro patogeni e parassiti è necessaria per
assicurare l’idoneità dei vegetali per la IV gamma. I requisiti di sicurezza e
igiene, in aggiunta a esigenze economico-sociali ed ecologiche, impongono
inoltre di minimizzare il livello di residui dei fitofarmaci nei prodotti.
Per contemperare queste diverse e contrastanti esigenze è necessario seguire
criteri di difesa integrata. Tali criteri comportano l'identificazione delle cause
avverse, la stima della loro incidenza sull'esito della coltura, la conoscenza della
biologia e dell'ecologia di patogeni e parassiti e dei fattori ambientali da cui
sono influenzate, in modo da scegliere le misure più opportune per conseguire
un grado soddisfacente di controllo. Elementi essenziali di una difesa integrata
sono:
∗ la sorveglianza, per individuare i fattori avversi e stimarne il livello di
presenza;
∗ la previsione, basata generalmente su modelli meteorologici, per anticipare
lo sviluppo delle avversità;
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∗ le soglie di danno, per ridurre il costo della difesa chimica;
∗ i programmi di difesa, che devono integrare mezzi e pratiche di controllo
(cultivar resistenti, mezzi fisici e agronomici, controllo biologico, controllo
chimico);
∗ le registrazioni, per costruire la mappa delle avversità, e seguirne
l'evoluzione nel tempo e dimostrare a terzi.
L’impiego dei prodotti fitosanitari nella lotta alle principali avversità animali e
vegetali degli ortaggi destinati alla IV gamma, deve tenere conto dei principi
della produzione integrata, ove presenti dei relativi disciplinari e nel caso
specifico delle indicazioni riportate nelle schede allegate.
Inoltre, molte catene distributive e fornitori di IV gamma ad essi collegati
richiedono un livello di residui inferiore del 50% del R.M.A., restringendo, di
fatto, ulteriormente le possibilità di trattamento a prodotti con scarsa
residualità.
4. - Raccolta e spedizione del prodotto
La gestione della raccolta è particolarmente importante per l’impatto che può
avere sulla sanità e integrità dei prodotti e, in definitiva, sulla loro utilizzabilità e
durata commerciale. Oltre ai maltrattamenti inevitabili e la conseguente
accelerazione del metabolismo vegetale provocata dalle stesse operazioni di
raccolta, è particolarmente grave in questa fase il rischio di inquinamento da
microbi patogeni per l’uomo attraverso il contatto del prodotto con persone,
mezzi e ambienti. Gli operatori possono contaminare inavvertitamente i
prodotti, l’acqua, gli attrezzi, i contenitori e altri operatori e trasmettere agenti
di tossinfezioni alimentari e di altre malattie, se non si attengono rigorosamente
alle norme igieniche essenziali.
4.1 - Condizioni dei vegetali alla raccolta
Per durare il tempo atteso di vita commerciale, i prodotti orticoli devono essere
raccolti nelle migliori condizioni, perché tutto quello che si può fare
successivamente serve solo a rallentarne il deterioramento, risultante da
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 19
maturazione fisiologica, ambiente non idoneo, maltrattamenti, invasione di
microrganismi, perdita di umidità.
La maturità orticola ottima per la raccolta è lo stadio di sviluppo al quale il
prodotto possiede i requisiti per il modo di consumo previsto, ed è quindi
compatibile con una varietà di stadi di sviluppo o maturità fisiologiche. I
prodotti da organi vegetativi più usati nella IV gamma raggiungono la maturità
di raccolta a uno stadio intermedio di sviluppo, in condizione di intensa attività
fisiologica, e quindi sono caratterizzati da deperibilità relativamente più alta.
I criteri per individuare la maturità ottima fanno riferimento a dimensioni,
aspetto, solidità e colore degli organi vegetali interessati delle singole cultivar,
con specifiche in genere fornite dai trasformatori acquirenti.
4.2 - Gestione della temperatura
La temperatura è il fattore chiave della velocità di deterioramento nell’intervallo
da 0 a 30 °C; oltre questi limiti è causa diretta di danni fisiologici e alterazioni
dei tessuti vegetali. Le variazioni di temperatura possono provocare condensa
sui prodotti e favorire di conseguenza l’attività di micro organismi. Il
mantenimento delle minime temperature compatibili con la sensibilità al freddo
dei prodotti durante tutte le fasi di vita del prodotto è il principale fattore di
prolungamento della conservazione.
Alcuni accorgimenti pratici possono migliorare la compatibilità delle condizioni
ambientali della raccolta con le esigenze dei prodotti:
∗ raccogliere nei periodi più freschi della giornata, preferibilmente di prima
mattina, ma non se le piante sono bagnate;
∗ tenere all’ombra i contenitori, vuoti e pieni, e limitare la permanenza dei
veicoli carichi in campo;
∗ coprire il carico dei veicoli con teli durante il trasporto all’area di carico per la
spedizione.
I prodotti per la IV gamma sono trasportati agli stabilimenti di lavorazione in
camion frigoriferi, e pertanto, se c’è un buon coordinamento, vengono messi in
un ambiente a bassa temperatura entro poche ore dalla raccolta. La
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refrigerazione di trasporto serve però a mantenere la temperatura al livello
richiesto per la migliore conservazione dei prodotti e non è appropriata per
rimuovere il calore di campo. La soluzione più efficace a questo fine è la pre-
refrigerazione in strutture aziendali subito dopo la raccolta.
Il calore di campo è il prodotto del calore specifico (CS) della specie vegetale
(quantità di energia termica assorbita per l’aumento di 1°C) per la differenza tra
la temperatura di campo e quella di conservazione (∆T) e per il peso del
prodotto (M)
calore di campo = CS*∆T*M.
Il calore specifico dei vegetali, costituiti sostanzialmente di acqua, può essere
considerato uguale a quello del loro contenuto di acqua e, per ortaggi costituiti
essenzialmente da foglie, pari a circa 1 kWh/tonn. Con tale valore, per portare
ad esempio a 2°C una tonnellata di lattuga raccolta a una temperatura
ambiente di 20°C bisogna rimuovere 18 kWh. Un modo per abbassare il calore
di campo da sottrarre artificialmente è quello di raccogliere nelle ore più fresche
della giornata.
Diversi sistemi di pre-refrigerazione sono stati studiati per i prodotti orticoli:
raffreddamento evaporativo, raffreddamento in cella frigorifera, raffreddamento
ad aria forzata, idrorefrigerazione, refrigerazione a bassa pressione, impiego
diretto di miscele ghiaccio-acqua. L’idrorefrigerazione e il raffreddamento a
bassa pressione sono i metodi più veloci, ma nel primo caso è necessario che i
prodotti e gli imballaggi siano in grado di tollerare il contatto diretto con
l’acqua. Il sistema ad aria forzata è relativamente più lento (1-2 ore), a seconda
della quantità di prodotto e del tipo di imballaggio. Il raffreddamento in camera
refrigerata è il più lento di tutti e può richiedere da uno a tre giorni perché il
prodotto raggiunga la temperatura di condizionamento. Le miscele acqua-
ghiaccio sono utilizzate direttamente in imballaggi idonei (di materiali plastici o
cartoni plastificati) su prodotti che tollerano tale trattamento (broccoli).
Per i prodotti destinati alla IV gamma è sconsigliabile l’idrorefrigerazione, per
evitare il contatto diretto con l’acqua prima dell’ingresso nella linea di
lavorazione, perché tale contatto, non costituendo un vero e proprio lavaggio,
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 21
non allontana le impurezze dalle superfici vegetali e crea condizioni più
favorevoli per lo sviluppo microbico. Neppure proponibile, per via del costo
elevato, sembra il raffreddamento a bassa pressione, il più efficace per i
prodotti fogliari.
La cella frigorifera è un sistema adeguato per la conservazione di prodotti già
raffreddati, ma raffredda troppo lentamente i prodotti immessi a temperatura di
campo e quindi non è molto efficace per prodotti che devono rimanere per poco
in azienda, come quelli destinati alla IV gamma. Più veloce è il sistema ad aria
forzata, che rappresenta un miglioramento della cella frigorifera mediante
aggiunta di ventilatori e creazione di un gradiente di pressione tra due pareti
opposte, abbastanza adatto a raffreddare prodotti di vario tipo sistemati in
cassette da trasporto, ma non propriamente indicato per prodotti fogliari.
Quando l’umidità ambiente è bassa un raffreddamento limitato, nell’ordine di
5~6°C, può essere ottenuto con il sistema evaporativo, consistente
nell’umidificare il prodotto in corrente di aria asciutta. In conclusione ogni
sistema presenta qualche inconveniente rispetto alle necessità del
condizionamento pre-trasporto dei prodotti di IV gamma. Sebbene non sia il
migliore per i prodotti fogliari, quello ad aria forzata potrebbe essere un buon
compromesso.
I prodotti devono essere raffreddati per quanto possibile alla temperatura
ottima di conservazione, ma non al di sotto della temperatura di trasporto (e
questa non deve essere superiore a quella dei prodotti). Raggiunta la
temperatura opportuna è necessario porre la massima attenzione affinché non
si verifichino risalite, generalmente accompagnate da condensa di vapore sulle
superfici vegetali, con conseguente stimolo dei processi di degradazione e
irreparabili danni alla qualità.
Occorre inoltre evitare di raggiungere, anche localmente (in prossimità o in
direzione del flusso di aria fredda proveniente dall’impianto refrigerante)
temperature di congelamento, causa di danni da freddo che spesso si
manifestano con ritardo, quando i prodotti eventualmente si trovano sul banco
di vendita o a casa del consumatore. Tutti i prodotti vegetali vi sono sensibili in
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 22
varia misura, con manifestazioni di butterature, disfacimenti, discolorazioni,
anomalie di gusto e aroma, distacco di organi, ecc.
Un altro rischio deriva dalla sensibilità dei vegetali al disfacimento indotto da
microrganismi. Per ridurre tale rischio le attrezzature, i mezzi e gli impianti di
raffreddamento devono essere mantenuti nella massima pulizia e trattati
frequentemente con sanitanti.
4.3 - Trasporto
La raccolta dovrebbe essere precisamente coordinata con il trasporto, in modo
da ridurre al minimo l’intervallo di tempo necessario per l’ingresso nella linea di
lavorazione. La qualità finale dei prodotti è inversamente proporzionale a tale
intervallo, anche perché più tempo occorre e più aumentano le difficoltà di
assicurare un buon condizionamento, per esempio per avarie di strumenti e
mezzi.
Nelle migliori circostanze la qualità del prodotto può essere soltanto preservata,
non migliorata, durante il trasporto. Inoltre i vegetali freschi possono essere
rovinati per effetto di residui di carichi precedenti: odori, sostanze tossiche,
insetti insediati negli anfratti, residui vegetali in decomposizione; sporcizia
intasante le griglie di aerazione e del sistema di raffreddamento.
Per conservare il livello di qualità alla raccolta i prodotti devono essere protetti
da maltrattamenti e circostanze come:
∗ rudi manipolazioni durante carico e scarico;
∗ compressione da parte di contenitori soprastanti;
∗ vibrazioni e scosse durante il trasporto;
∗ perdita di umidità;
∗ temperature non idonee;
∗ contaminazione incrociata con altri prodotti (odori, residui, ecc).
Il trasporto e le operazioni di carico e scarico presentano un rischio di
contaminazione microbica, sia da prodotti diversi che da altre fonti. Per
minimizzare tale rischio occorrono:
∗ igiene del personale che in qualunque modo viene a contatto con il carico;
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∗ pulizia e igiene dei mezzi di trasporto;
∗ rispetto delle temperature ottime di conservazione dei prodotti, anche
attraverso una disposizione del carico atta a favorire una buona circolazione
dell’aria fredda.
Gli imballaggi idonei per il trasporto della materia prima vegetale devono avere
le seguenti caratteristiche:
∗ essere maneggevoli e standardizzati per l’aggregazione di colli su pallet;
∗ assicurare un buon livello di protezione meccanica;
∗ facilitare la regolazione termica del contenuto permettendo un adeguato
passaggio dell’aria;
∗ tollerare manipolazioni più o meno sbrigative;
∗ resistere a compressione, impatti e vibrazioni;
∗ tollerare condizioni di elevata umidità;
∗ essere suscettibili di accurata pulizie e disinfezione.
I vani di carico vanno ispezionati frequentemente per aggiustare eventuali
danni che impediscono l’isolamento dell’ambiente dall’esterno: interruzioni di
pareti, pavimento e soffitto; chiusura imperfetta delle portiere; ostruzione delle
condotte di aerazione.
Le verifiche devono controllare anche la collocazione degli elementi refrigeranti,
allo scopo di sistemare il carico in modo da evitare danni da freddo, e il
funzionamento del sistema refrigerante e dei termostati.
Il carico deve essere bloccato con adatti dispositivi, in modo da evitare
vibrazioni e urti tra i singoli contenitori e spostamenti degli stessi verso le
pareti. La disposizione deve consentire la circolazione dell’aria tutt’intorno e
attraverso la massa; pertanto le cassette vanno sistemate su pallet, in modo
che siano sollevate rispetto al pavimento.
Una buona circolazione dell’aria serve a proteggere il prodotto sia dal calore
generato dalla respirazione che dal flusso concentrato di aria fredda durante i
cicli di raffreddamento.
Il calore di respirazione prodotto dai vegetali varia con l’intensità della
respirazione, che dipende da molti fattori (vedi sopra) e in particolare dal tipo di
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prodotto (specie e organo) e dalla temperatura. Per fare un esempio,
esprimendo il calore in kWh/tonn/giorno: a 5°C la produzione di calore è 1 per
la lattuga e 3 per la cicoria; a 10°C è 2,5 per la lattuga e 11,5 per la cicoria.
Idealmente sia il prodotto che il vano di carico dovrebbero essere stati
refrigerati prima di procedere al caricamento, che dovrebbe essere eseguito in
un ambiente anch’esso tenuto a bassa temperatura. In pratica si deve fare il
possibile per minimizzare la permanenza dei vegetali a temperature che ne
abbreviano la vita residua.
Nel trasporto di carichi misti bisogna fare in modo che non ci siano interferenze
dannose a causa di sostanze volatili (odori, etilene) e che le esigenze termiche
siano compatibili. I prodotti fogliari sono generalmente compatibili tra loro ma
sono danneggiati dalla presenza di frutti nello stesso carico.
Durante il trasporto è opportuno verificare il corretto funzionamento del sistema
di refrigerazione e la temperatura del carico. Per valutare la qualità del regime
termico di trasporto è opportuno far uso di datalogger portatili, da collocare al
riparo dal flusso di aria refrigerante in alcuni punti del carico, per esempio:
sopra e al centro del carico e presso una parete.
4.4 - Igiene della raccolta
Locali ed aree per la movimentazione dei prodotti devono esser disinfestati da
animali, puliti e disinfettati prima della raccolta.
Mammiferi, rettili, uccelli, insetti che praticano l’azienda agricola sono fonti
potenziali di contaminazione, perché ospitano o sono vettori di parassiti e
patogeni dannosi per l’uomo. Occorre quindi mettere in atto dispositivi di
sorveglianza e controllo (reti, recinzioni, sistemi a ultrasuoni, trappole) per
impedirne l’accesso ai locali di gestione dei prodotti, tenendo puliti gli spazi
circostanti da rifiuti e vegetazione.
Nei locali non devono essere mantenute attrezzature fuori uso, possibile ricetto
per topi e altri animali ed è necessario tenere puliti i pavimenti da residui
vegetali e altro materiale imbrattante, evitando inoltre che si formino aree di
ristagno di umidità.
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 25
Una pratica raccomandabile è anche mantenere un registro delle ispezioni e
delle azioni di controllo con l’annotazione dei loro risultati.
Macchine e attrezzi usati per la raccolta vanno puliti e disinfettati prima del
lavoro, evitando di servirsene per operazioni contaminanti, come spostare
rifiuti. Gli strumenti per la cernita o l’imballaggio, come pure la aree adibite alla
gestione dei prodotti, vanno puliti ogni giorno al termine delle operazioni,
rimuovendo i residui, lavando e disinfettando.
I contenitori danneggiati e difficili da pulire devono essere eliminati e quelli
utilizzabili lavati e disinfettati regolarmente. I contenitori puliti vanno conservati
al riparo da fonti di inquinamento (polvere, insetti, animali) e, se usati
ripetutamente durante il periodo della raccolta, puliti dopo ciascun carico o
prima di riutilizzarli.
La mondatura dei prodotti va fatta per quanto possibile direttamente in campo,
facendo poi attenzione ad evitare che si sporchino durante le successive
manipolazioni fino al carico sui mezzi di trasporto.
Le cassette di raccolta devono essere poggiate su superfici pulite, specialmente
se vengono impilate dopo essere state riempite.
Contribuisce all’igiene anche una bassa temperatura nell’area di caricamento dei
mezzi di trasporto.
4.5 - Igiene del personale
Le buone pratiche di igiene devono essere rispettate da tutto il personale
coinvolto nelle operazioni sul prodotto, anche da quelli che non lo toccano
direttamente, come trattoristi e operatori di macchine, camionisti, visitatori.
Per assicurarsi che il personale operante in azienda in modo stabile o saltuario
conosca bene le regole a cui attenersi, a seconda dei compiti e delle
responsabilità, è opportuno istruirlo esplicitamente.
Deve essere chiaro a tutti l’impatto della pulizia personale sulla sicurezza
sanitaria e la qualità generale dei prodotti. In particolare va sottolineata
l’importanza di lavare accuratamente le mani prima di intraprendere il lavoro e
dopo l’uso dei servizi igienici: in acqua corrente, possibilmente non fredda,
Linee guida tecnico-agronomiche per i prodotti di IV gamma Pag. 26
insaponando e strofinando bene tra le dita e tra le unghie, asciugando bene con
rotoli di carta o tovaglioli monouso forniti dall’impresa.
Il personale deve usare servizi igienici aziendali sistemati a regola ed evitare di
liberarsi nei campi.
Il responsabile delle operazioni si deve familiarizzare con i sintomi di malattie
infettive provocate da patogeni connessi con l’alimentazione, in modo da non
impiegare persone con tali sintomi in compiti che comportano contatti con i
prodotti (Tab. 2).
Tab. 2 - Patogeni più frequentemente trasmessi da prodotti alimentari contaminati da persone infette impiegate nella loro preparazione
Patogeno Sintomi di infezione
Virus dell’epatite A Febbre, ittero Salmonella typhi Febbre
Shigella sp. Diarrea, febbre, vomito Virus Norwalk e simili Diarrea, febbre, vomito Staphylococcus aureus Diarrea, vomito Streptococcus pyogenes Febbre e mal di gola
Analogamente, vanno escluse dalle operazioni sui prodotti le persone affette da
diarrea. Gli operai devono essere obbligati a riferire ogni caso di malattia al
responsabile prima di iniziare il lavoro.
Il rischio di contaminazione deriva anche dalla presenza di lesioni o ferite su
parti del corpo che in qualunque modo possano venire in contatto con i
prodotti. Bisogna provvedere a far coprire adeguatamente le parti lese con
cerotti idonei quando le persone afflitte sono impegnate nelle operazioni sui
prodotti.
Altre regole di condotta del personale che aiutano a minimizzare il rischio di
contaminazioni sono:
∗ non tenere unghie lunghe o smaltate;
∗ non portare gioielli e orologi da polso (si possono tollerare eventualmente
fedi e orecchini ad anello inseriti con buco nel lobo dell’orecchio);
∗ non portare oggetti personali nelle aree di gestione dei prodotti;
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∗ non fumare, mangiare o bere durante la raccolta e la manipolazione dei
prodotti e nelle rispettive aree di lavoro;
∗ non entrare nei locali igienici portando l’abbigliamento protettivo usato per il
lavoro.
5. - Rintracciabilità
La capacità di identificare l’origine di un prodotto è un importante aspetto delle
buone pratiche di produzione, utile per identificare gli errori e per aiutare a
risolvere i problemi di sicurezza. Nella distribuzione dei prodotti orticoli freschi
non sono abituali etichettature con informazioni sufficienti a risalire all’azienda,
al raccolto e all’appezzamento di produzione. D’altra parte la breve durata della
vita commerciale e i riassortimenti che intervengono tra lavorazione e
distribuzione rendono pressoché impossibile l’identificazione diretta dell’origine
di un prodotto. Se si verifica un problema sanitario attribuibile a inquinamento
di un prodotto orticolo, anche nel caso più favorevole di corretta identificazione
di un luogo di produzione, la probabilità di trovare ancora la causa della
contaminazione è piuttosto piccola, perché la coltura difficilmente sarebbe
ancora in atto. L’incertezza che ne deriva costituisce un grosso rischio per
produttori e trasformatori, perché possono essere coinvolti in blocco.
L’attuazione di un sistema di rintracciamento, anche nei limiti imposti dalla
natura della produzione orticola, aiuterebbe a ridurre l’incertezza
nell’identificazione della fonte, consentendo maggiore efficacia e rapidità
nell’attuazione di misure di profilassi per i consumatori e allo stesso tempo
limitando i danni per i produttori non responsabili del problema. Le informazioni
raccolte aiuterebbero anche a identificare cause potenziali di contaminazione da
considerare nella gestione dei processi di produzione e distribuzione.
Anche se l’applicazione di un sistema di rintracciamento è più agevole nelle
imprese integrate o coordinate verticalmente, i produttori per la IV gamma
dovrebbero fare uno sforzo per adeguarsi a questa necessità, utilizzando lo
stretto collegamento con le imprese di lavorazione. Per soddisfare le esigenze di
base della rintracciabilità occorre una documentazione che specifichi l’origine
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del prodotto e un contrassegno che lo accompagni nel suo percorso
dall’agricoltore al consumatore. Nella documentazione di base devono essere
specificati:
∗ data di raccolta;
∗ identificativi dell’azienda agricola;
∗ identificativi del trasportatore.
Poiché difficilmente gli agricoltori hanno possibilità di controllare il loro prodotto
una volta uscito dall’azienda, è necessario che tutti i partecipanti della filiera
trovino il modo di sviluppare un sistema di etichettatura che consenta ai
contrassegni applicati dal produttore e dal trasformatore di seguire il prodotto
fino al consumatore.