Fidei donum Mozambico: è il momento degli arrivi · 2017-03-05 · La Voce dei Berici Speciale 2...

2
La Voce dei Berici Domenica 12 febbraio 2017 Speciale 2 F IDEI D ONUM Mozambico: è il momento degli arrivi Don Davide Vivian, domenica partirà per Beira. Fra qualche mese lo raggiungerà anche don Maurizio Bolzon Il 12 febbraio partirà dall’aeropor- to di Venezia, cambierà tre voli per approdare, infine, in Mozambico. È giunto il momento dei saluti per don Davide Vivian, classe ’77, originario di Bassano del Grappa. Lo aspetta un’esperienza da fidei donum nell’ex colonia portoghese, in Africa orientale. Con don Davide partirà anche don Giuseppe Maz- zocco, fidei donum della diocesi di Adria-Rovigo. A raggiungerli tra fine aprile e i primi di maggio anche don Maurizio Bolzon (48 anni di Novale di Valdagno), che dovrà ritardare di un paio di mesi la partenza per una migliore e opportuna riabilitazione dopo un recente intervento di prote- si all’anca. Una missione in comune, ma due percorsi di vita differenti. Don Davide, da sempre appas- sionato di materie scientifiche, si laurea nel 2003 in ingegneria civile. Nello stesso anno, complice una crisi vocazionale, si prende una pausa recandosi nella comunità di Taizè, in Francia, dove rimane in servizio permanente fino a luglio del 2004. Torna in Italia per rispondere alla chiamata di servizio civile nell’As- sociazione Casa a colori di Bassano. A settembre del 2005 si avvicina al Mandorlo e da lì la strada si fa sem- pre più certa: frequenta i sette anni di teologia e il 2 giugno 2012 viene nominato sacerdote dal vescovo mons. Beniamino Pizziol. «La mia vocazione, in realtà, si era già palesata, seppur timidamen- te, nel 2000, durante il Giubileo a Roma», racconta don Davide, che fino ad oggi ha servito la comunità di Schio. Il 25 settembre scorso ha salutato il paese per recarsi, poi, al Cum (Centro unitario per la co- operazione missionaria) a Verona, dove ha potuto approfondire no- zioni relative alla storia dell’Africa. Da fine ottobre scorso a gennaio di quest’anno, invece, assieme a don Maurizio, si è recato in Portogallo per studiare il portoghese, lingua uf- ficiale della meta della sua missione. La vocazione di missionario, invece, si è palesata in don Mau- rizio già da laico. «Ho capito sa- rebbe stata questa la mia strada mentre ero in Ecuador da volon- tario laico con l’Operazione Ma- to Grosso - racconta -. Tanto da avere iniziato lì il seminario». Dopo l’ordinazione sacerdotale, tenutasi nel 2001 a Vicenza, don Maurizio ha prestato servizio co- me vicario a Malo per altri cinque anni, fino a quando si è aperta la possibilità di una nuova missione. Nel 2007 è partito alla volta della savana del nord, in Camerun, nella parrocchia di Loulou, dove è rimasto fino a quando la missione non è stata forzatamente chiusa a causa del terrorismo islamista di Boko Haram, nel 2015. Tornato in terra italiana, il sacerdote ha prestato servizio nella comunità di Torri di Quartesolo, che ha salutato domenica 29 gennaio scorso, mentre in questo momento di transizione, prima della partenza, si sta dedicando alla parrocchia di Dueville. Entrambi i sacerdoti stanno ap- profittando di questi momenti per salutare e ringraziare i propri cari, amici e conoscenti, per preparare le valigie e occuparsi del container che partirà con tutto il materiale necessario alla missione. «C’è la vo- glia di partire, ma c’è anche un’ine- vitabile malinconia per il distacco», ammette don Davide. «L’esperienza precedente mi ha dato un bagaglio culturale sull’Africa, ma quella che andremo ad incontrare sarà un’altra Africa - spiega don Maurizio -. Dalla savana, con villaggi sparsi su spazi infiniti, passiamo ad una periferia urbana, ad una Babele di etnie e po- poli che inviteremo alla comunione, in nome della fede. Chissà, quindi, in che misura mi servirà l’esperienza passata». Vivono comunque entrambi con meraviglia quello che li aspetta e sentono forte la responsabilità af- fidata loro dalla Diocesi di Vicenza che li invia, che si riconosce nel loro lavoro e che li vede come strumenti concreti di collaborazione tra Chie- se. A sostenere, infatti, la missione è anche mons. Claudio Dalla Zuan- na, vescovo della Diocesi di Beira, seconda città del Mozambico, che ha chiesto l’invio di sacerdoti per un’attività che partirà letteralmente da zero. «I primi 4, 5 anni serviranno per l’ambientazione, poi si potranno avviare progetti», spiega don Davide. «Stiamo andando a nome di tutti», conclude don Maurizio. Margherita Grotto Collaborazione Gli interventi del vescovo Beniamino Pizziol e del vescovo Pierantonio Pavanello Le Diocesi di Vicenza e Adria - Rovigo unite dalla vocazione missionaria «È importante lavorare insieme per sostenere chi soffre» Un progetto interdiocesano di collaborazione missionaria. È stata definita così la scelta condivisa di inviare dei propri sacerdoti in Mozambico, da par- te della diocesi di Vicenza e di Adria - Rovigo. Entrambe le realtà hanno ri- sposto all’invito del vescovo di Beira, il dehoniano vicentino, originario di San Nazzario, Clau- dio Dalla Zuanna. «La nostra Chiesa non ha lasciato l’Africa - dice Pizziol -. Dopo i tristi avve- nimenti in Camerun, ora tornia- mo con la presenza di due preti fidei donum in uno dei Paesi più poveri del Continente Nero per portare avanti quella che per noi è una vocazione missionaria». Don Davide Vivian e don Mau- rizio Bolzon, in Mozambico, sa- ranno espressione della vici- nanza concreta della diocesi a chi vive nella sofferenza. «Da qui, accompagneremo con il so- stegno e la preghiera i nostri sacerdoti - prosegue Pizziol -. Consapevoli e forti anche della collaborazione con Adria - Ro- vigo, con la quale abbiamo cre- ato un’ottima sinergia favorita dalla conoscenza e dal rappor- to con il vescovo Pavanello». Ed è proprio quest’ultimo a raccontarci l’esperienza che don Giuseppe Mazzocco, presbi- tero della diocesi “sorella”, ha già maturato: «Don Giuseppe ha alle spalle ben 9 anni di servizio in Brasile - dice il vescovo Pava- nello -. Appena abbiamo saputo della possibilità di lavorare as- sieme a un’altra diocesi per un progetto missionario in Africa, ci siamo subito attivati». «E anche don Giuseppe ha dato la sua completa disponi- bilità fin da subito - prosegue -. Per una realtà piccola come la nostra è importantissima la condivisione». Anche per la Chiesa di Adria - Rovigo, poi, ha una valenza particolare ope- rare in un Paese come l’Africa. «Significa esserci veramente tra coloro che hanno bisogno e sof- frono ogni giorno la fame, in luoghi in cui mancano punti di riferimento» Lorenza Zago Don Davide Vivian; sotto a sini- stra, don Maurizio Bolzon Da sinistra: don Lorenzo Zaupa, don Davide Vivian, don Ar- rigo Grendele, il vescovo Pavanello, il vescovo Pizziol, il vescovo Dalla Zuanna, don Giuseppe Mazzocco, don Maurizio Bolzon e don Silvio Baccaro

Transcript of Fidei donum Mozambico: è il momento degli arrivi · 2017-03-05 · La Voce dei Berici Speciale 2...

Page 1: Fidei donum Mozambico: è il momento degli arrivi · 2017-03-05 · La Voce dei Berici Speciale 2 Domenica 12 febbraio 2017 Fidei donum Mozambico: è il momento degli arrivi Don Davide

La Voce dei BericiDomenica 12 febbraio 2017Speciale 2

Fidei donum

Mozambico: è il momento degli arriviDon Davide Vivian, domenica partirà per Beira. Fra qualche mese lo raggiungerà anche don Maurizio Bolzon

Il 12 febbraio partirà dall’aeropor-to di Venezia, cambierà tre voli per approdare, infine, in Mozambico.

È giunto il momento dei saluti per don Davide Vivian, classe ’77, originario di Bassano del Grappa. Lo aspetta un’esperienza da fidei donum nell’ex colonia portoghese, in Africa orientale. Con don Davide partirà anche don Giuseppe Maz-zocco, fidei donum della diocesi di Adria-Rovigo. A raggiungerli tra fine aprile e i primi di maggio anche don Maurizio Bolzon (48 anni di Novale di Valdagno), che dovrà ritardare di un paio di mesi la partenza per una migliore e opportuna riabilitazione dopo un recente intervento di prote-si all’anca. Una missione in comune, ma due percorsi di vita differenti.

Don Davide, da sempre appas-sionato di materie scientifiche, si laurea nel 2003 in ingegneria civile. Nello stesso anno, complice una crisi vocazionale, si prende una pausa recandosi nella comunità di Taizè, in Francia, dove rimane in servizio permanente fino a luglio del 2004. Torna in Italia per rispondere alla chiamata di servizio civile nell’As-sociazione Casa a colori di Bassano. A settembre del 2005 si avvicina al Mandorlo e da lì la strada si fa sem-pre più certa: frequenta i sette anni di teologia e il 2 giugno 2012 viene nominato sacerdote dal vescovo mons. Beniamino Pizziol.

«La mia vocazione, in realtà, si era già palesata, seppur timidamen-te, nel 2000, durante il Giubileo a Roma», racconta don Davide, che fino ad oggi ha servito la comunità di Schio. Il 25 settembre scorso ha salutato il paese per recarsi, poi, al Cum (Centro unitario per la co-operazione missionaria) a Verona, dove ha potuto approfondire no-zioni relative alla storia dell’Africa.

Da fine ottobre scorso a gennaio di quest’anno, invece, assieme a don Maurizio, si è recato in Portogallo per studiare il portoghese, lingua uf-ficiale della meta della sua missione.

La vocazione di missionario, invece, si è palesata in don Mau-rizio già da laico. «Ho capito sa-rebbe stata questa la mia strada mentre ero in Ecuador da volon-tario laico con l’Operazione Ma-to Grosso - racconta -. Tanto da avere iniziato lì il seminario». Dopo l’ordinazione sacerdotale, tenutasi nel 2001 a Vicenza, don Maurizio ha prestato servizio co-me vicario a Malo per altri cinque anni, fino a quando si è aperta la possibilità di una nuova missione. Nel 2007 è partito alla volta della savana del nord, in Camerun, nella parrocchia di Loulou, dove è rimasto fino a quando la missione non è stata forzatamente chiusa a causa del terrorismo islamista di Boko Haram, nel 2015. Tornato in terra italiana, il sacerdote ha prestato servizio nella comunità di Torri di Quartesolo, che ha salutato domenica 29 gennaio scorso, mentre in questo momento di transizione, prima della partenza, si sta dedicando alla parrocchia di Dueville.

Entrambi i sacerdoti stanno ap-profittando di questi momenti per salutare e ringraziare i propri cari, amici e conoscenti, per preparare le valigie e occuparsi del container che partirà con tutto il materiale

necessario alla missione. «C’è la vo-glia di partire, ma c’è anche un’ine-vitabile malinconia per il distacco», ammette don Davide. «L’esperienza precedente mi ha dato un bagaglio culturale sull’Africa, ma quella che andremo ad incontrare sarà un’altra Africa - spiega don Maurizio -. Dalla savana, con villaggi sparsi su spazi infiniti, passiamo ad una periferia urbana, ad una Babele di etnie e po-poli che inviteremo alla comunione, in nome della fede. Chissà, quindi, in che misura mi servirà l’esperienza passata».

Vivono comunque entrambi con meraviglia quello che li aspetta e sentono forte la responsabilità af-fidata loro dalla Diocesi di Vicenza che li invia, che si riconosce nel loro lavoro e che li vede come strumenti concreti di collaborazione tra Chie-se. A sostenere, infatti, la missione è anche mons. Claudio Dalla Zuan-na, vescovo della Diocesi di Beira, seconda città del Mozambico, che ha chiesto l’invio di sacerdoti per un’attività che partirà letteralmente da zero. «I primi 4, 5 anni serviranno per l’ambientazione, poi si potranno avviare progetti», spiega don Davide. «Stiamo andando a nome di tutti», conclude don Maurizio.

Margherita Grotto

Collaborazione Gli interventi del vescovo Beniamino Pizziol e del vescovo Pierantonio Pavanello

Le Diocesi di Vicenza e Adria - Rovigo unite dalla vocazione missionaria«È importante lavorare insieme per sostenere chi soffre»

Un progetto interdiocesano di collaborazione missionaria. È stata definita così la scelta condivisa di inviare dei propri sacerdoti in Mozambico, da par-te della diocesi di Vicenza e di Adria - Rovigo.

Entrambe le realtà hanno ri-sposto all’invito del vescovo di Beira, il dehoniano vicentino, originario di San Nazzario, Clau-dio Dalla Zuanna. «La nostra Chiesa non ha lasciato l’Africa - dice Pizziol -. Dopo i tristi avve-nimenti in Camerun, ora tornia-mo con la presenza di due preti fidei donum in uno dei Paesi più poveri del Continente Nero per portare avanti quella che per noi è una vocazione missionaria».

Don Davide Vivian e don Mau-rizio Bolzon, in Mozambico, sa-ranno espressione della vici-nanza concreta della diocesi a chi vive nella sofferenza. «Da qui, accompagneremo con il so-stegno e la preghiera i nostri sacerdoti - prosegue Pizziol -. Consapevoli e forti anche della collaborazione con Adria - Ro-vigo, con la quale abbiamo cre-

ato un’ottima sinergia favorita dalla conoscenza e dal rappor-to con i l vescovo Pavanello». Ed è proprio quest’ultimo a raccontarci l’esperienza che don Giuseppe Mazzocco, presbi-tero della diocesi “sorella”, ha già maturato: «Don Giuseppe ha alle spalle ben 9 anni di servizio in Brasile - dice il vescovo Pava-nello -. Appena abbiamo saputo della possibilità di lavorare as-sieme a un’altra diocesi per un progetto missionario in Africa, ci siamo subito attivati».

«E anche don Giuseppe ha dato la sua completa disponi-bilità fin da subito - prosegue -. Per una realtà piccola come la nostra è importantissima la condivisione». Anche per la Chiesa di Adria - Rovigo, poi, ha una valenza particolare ope-rare in un Paese come l’Africa. «Significa esserci veramente tra coloro che hanno bisogno e sof-frono ogni giorno la fame, in luoghi in cui mancano punti di riferimento»

Lorenza Zago

Don Davide Vivian; sotto a sini-stra, don Maurizio Bolzon

Da sinistra: don Lorenzo Zaupa, don Davide Vivian, don Ar-rigo Grendele, il vescovo Pavanello, il vescovo Pizziol, il vescovo Dalla Zuanna, don Giuseppe Mazzocco, don Maurizio Bolzon e don Silvio Baccaro

Page 2: Fidei donum Mozambico: è il momento degli arrivi · 2017-03-05 · La Voce dei Berici Speciale 2 Domenica 12 febbraio 2017 Fidei donum Mozambico: è il momento degli arrivi Don Davide

La Voce dei BericiDomenica 12 febbraio 2017 Speciale3

La lettera Nei giorni scorsi il vescovo Claudio Dalla Zuanna, ha scritto a Pizziol e Pavanello

Le parole del Vescovo di Beira: «Vi accoglieremo come un dono»

Carissimi Vescovi Beniami-no e Pierantonio, nei prossimi g iorni partiranno tre preti dalle vostre Diocesi di Vicenza e Adria-Rovigo per prestare il loro ministero nella Diocesi di Beira in Mozambico.

Tre preti diocesani che par-tono, non perché non ci sia bisogno di loro tra la nostra gente veneta, ma spinti dal mandato di Gesù che invia i suoi apostoli ad annunciare il Vangelo a tutte le genti.

Partono come un dono di fe-de, fede che ci fa riconoscere in ognuno un fratello, figlio dello stesso Padre che è nei cieli. Partono come un dono delle comunità cristiane delle vostre Diocesi: le loro fami-glie, le parrocchie di origine e quelle che stavano servendo finora, così come quelle in cui avrebbero certamente presta-to il loro servizio nei prossimi tempi. Partono come un dono di voi Vescovi, perché davanti alle tante esigenze pastorali, alla diminuzione di vocazio-ni e all’innalzamento dell’età media dei sacerdoti, primi vo-stri collaboratori, lasciar par-tire gente giovane è un segno di generosità e di fiducia nel Signore della messe.

A tutti voi un grazie sincero. Come dono partono, come do-

no li accogliamo. La nostra è una Chiesa gio-

vane. Dei 49 preti diocesani, 16 sono stati ordinati negl i ultimi 4 anni, solo due hanno compiuto 50 anni, segni questi di v ital ità, ma indici anche di mancanza di una tradizio-ne, di esempi da seguire e mancanza di esperienza che a volte rendono incerto il passo nella ricerca del cammino. Ci farà bene avere alcuni vostri preti come amici dei nostri sacerdoti e per consolidare le nostre comunità cristiane che rappresentano poco più del

10% dei due milioni di abitanti della diocesi. Il vostro partire in missione stimolerà anche noi a uscire dalla sola assi-stenza pastorale e annunciare Gesù ai tanti che non lo cono-scono suff icientemente per accoglierlo come Salvatore.

Il Signore trasformi la vo-stra generosità e la nostra gratitudine, in benedizioni per le vostre Chiese, per le parrocchie e le famiglie delle vostre comunità cr ist iane. In Cristo

† Claudio, arcivescovo di Beira

Un po’ di geografiaMozambico: uno dei Paesi più poveri dell’Africa

Il Mozambico (in portoghese Moçambique) è uno Stato dell’Africa Orien-tale. Ha una popolazione di circa 25,2 milioni di abitanti e una superficie di 801 590 km². La sua capitale è Maputo, ed è un’ex-colonia por-toghese, indipendente dal 1975. Confina a nord con la Tanzania, il Mala-wi e lo Zambia, a est con il Canale di Mozambico (che lo divide dal Mada-gascar), a sud con il Sudafrica e a ovest con lo Zimbabwe e lo Swaziland. È un Paese in via di sviluppo e la metà della popolazione vive in povertà assoluta: il 60%, infatti, vive con meno di un dollaro al giorno. Negli ultimi anni, il Mozambicco ha subito momenti davvero difficili a causa della guerra civile, che ha colpito duramente anche la comunità cattolica. Dal punto di vista religioso il 30% sono cristiani, il 20% musulmani e il 50% è fedele ai culti locali.

Ufficio Missionario Il direttore, don Arrigo Grendele, fa il punto su ciò che attende i fidei donum nel Continente Nero

«In Africa anche un piccolo gesto può fare una grande differenza»I primi mesi di permanenza dei sacerdoti saranno dedicati all’integrazione con le realtà locali

Domenica all’aeroporto Mar-co Polo di Venezia ci sarà anche don Arrigo Grendele. Il direttore dell’Ufficio Missionario diocesano salirà sull’aereo per accompa-gnare don Davide Vivian a Beira, dove rimarrà giusto il tempo ne-cessario per aiutare il sacerdote bassanese ad ambientarsi un po’.

«La collaborazione tra la diocesi vicentina e quella africana inizia con questa partenza - spiega - Non sarà facile perché è un’opera missionaria che cominciamo da zero». Ad attendere don Davide (e successivamente don Maurizio Bolzon), però, oltre al vescovo di Beira Claudio Dalla Zuanna, ci sono anche altri missionari vi-centini: alcuni religiosi della San Gaetano, due comunità di Orso-line e un missionario saveriano. «I fidei donum saranno in con-tatto costante anche con queste realtà – prosegue don Arrigo -. È fondamentale stabilire dei rap-porti con il territorio in cui si ope-ra, altrimenti si corre il rischio di essere isolati e soprattutto inutili alla missione».

Ma quella con la diocesi di Bei-ra non è l’unica collaborazione:

assieme a don Davide e a don Maurizio ci sarà anche don Giu-seppe Mazzocco, della diocesi di Adria-Rovigo. Con la partenza in Mozambico, quindi, prende il via anche una sorta di progetto missionario interdiocesano. «La condivisione non sarà soltanto dal punto di vista gestionale – precisa il direttore -. I sacerdoti saranno chiamati a vivere insieme e fare vita di comunità sostenendosi l’uno con l’altro. Ciò che viene chiesto loro, poi, è di occuparsi di quelle realtà che non hanno parroco, in posti in cui non ci sono nemmeno chiese».

Nella diocesi di Beira, che con-tra oltre un milione e mezzo di abitanti, attualmente ci sono sol-tanto una quarantina di sacerdoti

che si occupano del servizio pa-storale. «Il Mozambico non è un Paese semplice, è al quinto posto nel mondo per diffusione dell’Aids ed è provato dalle guerre civili che ha vissuto, ma quando dal vescovo Dalla Zuanna è arrivata questa richiesta, la nostra dio-cesi si è subito attivata. L’Africa è un continente maltrattato, per il quale è giusto dare un segno di speranza, un piccolo granello che può fare la differenza - continua don Arrigo -. Don Davide e don Maurizio avranno il loro da fare, partono con una formazione alle spalle, ma la vera esperienza la faranno sul posto».

A Beira, però, i primi mesi saranno dedicati all’integrazione con le popolazioni locali e all’in-

serimento con gli altri missiona-ri con cui coopereranno. Dalla Zuanna, infatti, ha predisposto anche una struttura in cui per i primi tempi i sacerdoti vivranno insieme, in modo da non dover preoccuparsi subito della costru-zione di una nuova casa. I tempi della missione ora non sono certi, solitamente l’incarico viene rin-novato di 3 anni in 3 anni per un massimo di 12. «Per i fidei donum il momento del ritorno nella dio-cesi d’origine è importante quan-to la partenza – conclude il diret-tore -. L’esperienza missionaria è talmente forte, che se vissuta totalmente, porta alla formazione di sacerdoti che assomigliano al modello di Papa Francesco».

L.Z

Sopra e al centro, alcune foto scattate in Mozambico

Al centro, il vescovo di Beria, Claudio Dalla Zuanna