febbraio 2018 rivista - moleskinerotocalco.it · Parlawiki, presentato dalla classe Prima C...

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Moleskinein questo numero di Febbraio 2018

di Geri Villaroel pag. 3

di Piero Orteca pag. 4

di Mario Primo Cavaleri pag. 8

di M.P.C. pag. 10

di Giuseppe Campione pag. 12

di Fortunato Carrozza pag. 14

di D. Maria Ardizzone pag. 16

di Attilio Borda Bossana pag. 18

di Ros.Fa. pag. 21

di Nino Principato pag. 22

di Giovanni Randazzo pag. 26

di Sergio Todesco pag. 28

di Carmelo Celona pag. 31

di Ida Maria Baratta pag. 36

di Sergio Di Giacomo pag. 40

di Luigi Ferlazzo Natoli pag. 42

di Barbara Taglioni pag. 44

di Laura Donato pag. 48

di Giuseppe Amoroso pag. 50

di Nino Genovese pag. 52

di S.P. pag. 56

di N.P. pag. 57

di Gigi Giacobbe pag. 59

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l ’ EDITORIALEGeri Villaroel4 Marzo

La barca Italia tra Scilla e CariddiIl 4 marzo la barca Italia riuscirà a districarsi tra Scilla e Cariddi, oppure saranno le correnti dei partiti a spingerla tra gli scogli dei due mostri? A questo punto, considerata la legge elettorale vigente, sarà da rimpiangere il romantico comizio che animava piazze di città, paesi e quartieri di periferia, quando il candidato di turno affermava la propria personalità, badando più alle realtà locali, che al generico programma di partito? Vigevano semplicità e strategia dei piccoli passi, la campagna elettorale era vissuta, sofferta, partecipata. Il “voto di scambio” era costituito dal pacco di pasta se il comizio era gestito dall’armatore Achille Lauro del partito monarchico popolare, invece, era garantita una fantasiosa cravatta se ci s’imbatteva in Pippo Cadili, accanito sostenitore del liberale Gaetano Martino. Tra i doni graditi il buono benzina! Addio a zuffe tra teste calde, propugnatori di ideologie estreme, balzate dal triste dopoguerra. Addio ai leader di larghe vedute, alle accese dispute tra il comunista Pancrazio De Pasquale e i nostalgici seguaci di Giorgio Almirante, ardori stemperati nella corrente socialista di Bettino Craxi. Era il tempo in cui i più si buttavano dalla parte della chiesa, predicando il credo di Giulio Andreotti, all’insegna del “potere logora chi non ce l’ha”. Addio agli accordi politici che, pur in odore di “inciucio”, esibivano leggerezza di tocco. Addio agli accorpamenti tra partiti che, per quanto di facciata, erano lungi dal mettere assieme il diavolo e l’acqua santa! Addio alle maniere forti e chiare che lasciavano capire da dove spirasse il vento, quando tra destra, sinistra e centro esistevano

Berlinguer aprirono il varco del Compromesso Storico. Addio ad altoparlanti, montati agli angoli delle piazze principali e sulle auto, che andavano strombazzando i nomi dei candidati preceduti dallo stentoreo”: Votate e fate votare”. Addio a volantini dalle scritte lapidarie, a manifesti inzuppati d’ironia e perlopiù schizzati dai pennarelli di Canonico e Finocchiaro, al consenso strappato porta a porta. Era in uso accompagnare alle urne, pure con mezzi d’occasione, i diversamente abili, così ricercare i voti per conventi e monasteri, pur se il

vescovo dell’epoca, mons. Angelo Paino, tuonasse la scomunica che, comunque, non precluse la vittoria alla Democrazia Cristiana. Addio alla modesta radio che a turno ospitava i candidati alle elezioni senza le messinscena organizzate dai manipolatori del video. Oggi il verbo in assoluto, infatti, viene dalla televisione che, per quanto diseducativa e per certi versi scellerata, resta incontrastata regina dell’ascolto. Durante la competizione del 4 marzo ha ospitato politici d’ogni tendenza le cui promesse elettorali, nel loro insieme, costerebbero allo Stato 100 miliardi di euro! Addio alla comunicazione spontanea, oggi solo pret a porter, cioè tramite telefonino cellulare senza il quale, pur vestiti di tutto punto, ci si sente nudi, crudi e disperati. Addio alla serenità che

dai palazzi del potere!

Disegno di Giuliana La Malfa da un’idea del nostro direttore

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Tra i bandi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca figura una recente iniziativa per gruppi studenteschi

chiamati a produrre elaborati destinati ad arricchire il cosiddetto “Parlawiki” - un dizionario rivolto alle classi quinte delle scuole primarie e a tutte le classi delle secondarie di primo grado - con cui la Camera dei Deputati invita gli stessi allievi ad illustrare in forma asciutta e originale, sotto forma multimedia-le, le “parole chiave” del concetto di democrazia e dell’attività parlamentare.

Traggo le informazioni dall’elaborato “La legge”, vincitore per la categoria “Scuole secondarie di pri-mo grado” dell’edizione 2009/2010 del concorso Parlawiki, presentato dalla classe Prima C dell’Isti-tuto comprensivo “Alessandro Volta” di Molteno

(provincia di Lecco).Tra le molteplici “chiavi di accesso” segnalo le

illustrazioni dei settori più significativi. Tanto per cominciare la Costituzione è così descritta: “La Co-stituzione della Repubblica Italiana è stata emanata il 22 dicembre 1947 tramite una votazione. Il risultato è stato: 453 voti a favore e 62 contro. Il testo è stato modificato successivamente per 15 volte e promulgato con un’edizione straordinaria della Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre 1947. L’Assemblea Costituente è stata eletta con suffragio universale il 2 giugno del 1946. Ciò è avvenuto in seguito ad un referendum che ha determinato l’abolizione della monarchia. La Costitu-zione è entrata in vigore il 1° gennaio 1948. Stabilisce i diritti e i doveri dei cittadini e le regole di funziona-mento delle istituzioni democratiche”.

Protesta

Domenico Maria Ardizzone

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Passiamo al Parlamento: “È l’Assemblea dei rappresentanti eletti dal popolo,formata dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica. Il Parlamento fa le leggi, dà la fiducia al Governo e controlla quello che lo stesso Governo fa o intende fare”.

La discussione: “È un confronto fra chi ha opinioni diverse su un certo argomento. Fra i bambini di una classe scolastica, per esempio, come fra le persone elette in Parlamento. Quali che siano il luogo e l’argomento, la discussione non serve a imporre le proprie idee, ma a confrontarle con quelle degli altri. Per questo è im-portante il rispetto delle opinioni altrui, anche se sono tutto il contrario delle nostre”.

A sua volta giunge la Democrazia: “Si chiama così un sistema politico dove il popolo di un Paese, andan-do a votare liberamente, sceglie le persone che gover-neranno in suo nome. L’Italia è una democrazia, o meglio una Repubblica democratica. La parola demo-crazia viene dal greco, e significa proprio “governo del popolo”. Eccolo: “Il Governo è un gruppo di persone - parlamentari e non - che hanno ottenuto la fiducia della maggioranza. Loro compito è proporre e attuare le leggi e trasformare le idee politiche in fatti concreti per amministrare il Paese. Il Governo è composto dal Presidente del Consiglio (che ne dirige la politica e ne è responsabile) e dai Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri (tutti i componenti sono no-minati dal Capo dello Stato). Prima di mettersi all’o-pera il Governo deve avere la fiducia delle due Camere che decidono, votando, se accordargliela o no”.

Ora tocca alla maggioranza: “In democrazia si

decide rispettando la regola della maggioranza. Questo succede anche alla Camera. Per prendere una decisione si vota, si contano i voti e si vede qual è la volontà della maggioranza dei deputati. Ogni deputato ha un voto a disposizione, perciò chi ha più deputati dalla sua parte dispone di più voti. È importante oltre ad avere idee valide, poter contare sul numero di voti necessario per farle approvare. Questo numero corrisponde generalmente alla metà dei votanti più uno. Più voti ha ricevuto un partito alle elezioni, più posti ha diritto ad occupare alla Camera. A ogni posto (detto seggio) siede un deputato. Partiti con idee simili si alleano spesso fra loro: sommando i seggi possono avere più influenza”.

Il compito del Deputato:“La parola deputato significa “scelto dai cittadini per svolgere una funzione”. Per la Costituzione compito di ogni deputato è quello di rappresentare tutta la Nazione: sia i cittadini che hanno votato per lui, sia quelli che non lo hanno fatto. La Camera dei deputati è composta da 630 parlamentari. Contributo aggiunto l’8 agosto 2010 da Romina: Per essere eletti deputati alla Camera bisogna avere almeno 25 anni. L’età per essere eletti senatori, invece, sale a 40 anni.

Intanto a Roma, proprio in questi giorni, la Fondazione Basso presenta il Forum sulle Disuguaglianze e le Diversità, con l’obiettivo di dare vita a nuove proposte che favoriscano la realizzazione dell’Articolo 3 della Costituzione Italiana. Tra le organizzazioni che partecipano c’è la Fondazione di Comunità Messina. La Città dello Stretto dà meritevoli segni di vitalità istituzionali.