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3 • NOTIZIE FEBBRAIO 2005

Azienda Unità Sanitaria Locale

Arcispedale S. Maria Nuova

Entro il mese di marzo partirà nei Distrettidi Correggio e Reggio Emilia, con unprogressivo coinvolgimento di tutto ilterritorio provinciale, un’iniziativa didiagnosi precoce e prevenzione dei tumoridel colon-retto.ad affiancare quelli già attivi (mammella,utero) rivolgendosi per la prima voltaanche all’utenza maschile: complessiva-mente, saranno chiamati a partecipareal programma circa 112.000 utenti dietà compresa tra i 50 ed i 69 anni, residenti nellaprovincia di Reggio Emilia.Il percorso che ha portato all’attivazione di questoprogramma è stato lungo e complesso, come doveroso,peraltro, per un intervento di salute pubblica. Dapprimasono arrivate le evidenze della letteratura e la comunitàscientifica internazionale ha mostrato che la diagnosi

precoce e la prevenzione erano in grado di intervenireriducendo in modo significativo la mortalità (e l’inci-denza) di questa malattia. Poi i vari organismi istitu-zionali, tra cui anche recentemente la stessa ComunitàEuropea, hanno ribadito la necessità di attivare questoprogramma di screening di popolazione.La nostra Regione, quindi, ha attivato tutti i percorsidecisionali ed organizzativi per permettere di iniziarequesto importante intervento.Tutti gli esami di screening saranno gratuiti.Perché è utile uno screening del cancro delcolon retto?Questa malattia colpisce ogni anno, nella nostraprovincia, circa 400 persone, che sperimentanodirettamente la sofferenza ed il disagio ad essa legata.La prima risposta al “perché” è proprio qui: evitarequesto carico di dolore attraverso una diagnosi tantoprecoce da impedire alla malattia stessa di svilupparsi.L’obiettivo potrebbe sembrare ambizioso, se non fosseche la storia naturale del tumore dell’intestino consenteun tale approccio; i tumori maligni di questo organo,infatti, si sviluppano sovente da un precursore benigno(il polipo) che può essere rimosso nella quasi totalitàdei casi attraverso la colonscopia.Inoltre, anche quando viene formulata la diagnosi ditumore maligno, la malattia ha una ottima possibilitàdi cura e di guarigione.Tutti questi elementi (la elevata frequenza della malattia,la possibilità di cura e guarigione, la possibilità diinterrompere la sequenza di sviluppo del tumore,l’efficacia diagnostica e preventiva della colonscopia)sono sufficienti per rispondere al “perché” fare uno

Lo screening del cancro delcolon-retto a Reggio Emilia:perché e come

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4 • NOTIZIE FEBBRAIO 2005

Screeningcome e perché

screening del cancro del colon retto, e cioè perchésiamo di fronte ad una malattia della quale possiamomodificare la storia naturale.La scelta della nostra regione è stata quella di utilizzareil test per la ricerca del sangue occulto fecale (qualetest di I livello) e successivamente la colonscopia (testdi II livello, per i soggetti con sangue occulto positivo).Il test per il sangue occulto fornirà un risultato “negativoo positivo” rispetto ad un valore soglia adatto per untest di screening e definito dalle evidenze di letteratura.Vediamo gli aspetti pratici, operativi.Tutte le fasi dello screening vengono organizzate emonitorate dal Centro Screening del Colon-Retto. IlCentro Screening provvederà a organizzare e spedirele lettere nelle quali l’utente sarà invitato a ritirare iltest presso strutture dislocate sul territorio (prevalentementea livello di poliambulatori).Tutti i campioni saranno processati nei laboratori deldell’Arcispedale S. Maria Nuova e dell’Ospedale diGuastalla.L’esito del test verrà inviato a domicilio: se il test sarànegativo, l’utente verrà invitato a ripeterlo dopo dueanni; se il test sarà positivo l’utente sarà contattato dalCentro Screening per effettuare una colonscopia.Presso le Endoscopie Digestive di tutti i distretti dellaprovincia, l’utente riceverà informazioni relative all’esa-me ed il materiale per la preparazione alla colonscopia,che verrà eseguita in sedute dedicate; l’esame sisvolgerà sotto sedazione farmacologia, nel maniera

più accurata, confortevole e sicura possibile. Sipredisporrà poi il percorso successivo per chi dovessenecessitare di un ulteriore trattamento endoscopico ochirurgico.Il programma di screening prevede poi un'ulteriorefase dedicata ai soggetti a rischio familiare. E' notoche il tumore del colon-retto colpisce con maggioreprobabilità le persone che hanno avuto un caso dimalattia tra i propri familiari di I grado (genitori, fratelli-sorelle, figli). In questo caso i familiari di 1° grado diuna persona con diagnosi di tumore del grosso intestinosaranno contattati per proporre l'esecuzione di unacolonscopia. Il tutto sarà fatto nell'assoluto rispettodella privacy e dei sentimenti del paziente e dei suoifamiliari. Il Medico di Medicina Generale, grazie alsuo rapporto privilegiato con i pazienti, e le associazionidi volontariato saranno preziosi alleati per le attivitàdi informazione e sensibilizzazione relative alloscreening.

Il Responsabile dello ScreeningDott. Romano Sassatelli

Per ogni esigenza informativa:Centro Screening: (Centro per la diagnosi precoce e laprevenzione del tumore della mammella e del tumore delcolon-retto).Padiglione Bertolani, Via Amendola 2,42100 Reggio EmiliaTel 0522.335327 - Fax 0522.335931; [email protected]

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6 • NOTIZIE FEBBRAIO 2005

Presso la Risonanza Magnetica del nostro Ospedale èeseguita “routinariamente” e con un numero crescentedi richieste una tecnica di studio assolutamente noninvasiva di branca neuroradiologica che consente didocumentare il flusso del liquido cerebrospinale infunzione “Cine”, ovvero in modo dinamico, mentre scorrenei ventricoli e nelle cisterne cerebrali.

I ventricoli cerebrali, il canale ependimale che percorrecentralmente il midollo spinale e gli spazi subaracnoideicontengono il liquido cerebrospinale, prodotto dai plessicorioidei, che svolge una funzione protettiva su encefaloe midollo spinale interponendosi fra i tessuti nobili e piùvulnerabili e la componente scheletrica (scatola cranicae colonna vertebrale) che li contiene.Esso é prodotto in continuazione, nell’adulto sano, nellaquantità approssimativa di 305 micro litri al minuto edè riassorbito continuamente e passivamente negli spaziperiencefalici con un completo ricambio ogni 6, 7 orecirca.Rappresenta una acquisizione recente destinata amodificare le teorie sulla patogenesi dell’idrocefalo(dilatazione del sistema ventricolare) il fatto che il fluidocerebrospinale venga riassorbito in parte attraverso ilsistema linfatico della mucosa nasale (infatti il parenchimacerebrale non contiene vasi linfatici) al quale giunge

seguendo gli spazi subaracnoidei che costeggiano ibulbi olfattori. La circolazione del fluido cerebrospinalea livello del sistema ventricolare e degli spazisubaracnoidei é un processo dinamico a carattereoscillatorio sincronizzato con le contrazioni cardiache.Per meglio definire tale processo possiamo immaginareche il cervello “pulsi” in continuazione, sospinto dallecontrazioni cardiache.Le variazioni del volume sanguigno conseguenti allecontrazioni cardiache determinano infatti movimenti bidirezionali ritmici del liquido cerebrospinale lungo l’assecerebro spinale: durante la sistole cardiaca l’aumentodi volume sanguineo encefalico determina lo spostamentocranio caudale (sistolico) del liquido cerebrospinale;invece durante la diastole la riduzione del volumesanguigno cerebrale condiziona il “ritorno diastolico”del liquido cerebrospinale nel senso opposto.Il fenomeno descritto è sostenuto dalla teoria di Monro-Kellie secondo la quale le modificazioni volumetriche dicervello, sangue e liquido cerebrospinale si compensanoin maniera dinamica (il che significa che esse varianonei valori assoluti ma, sommate, mantengono sempre unvolume costante eguale a quello del contenitore osseo).La tecnica utilizzata nel nostro ospedale (Phase-Contrast-Cine MRI = Risonanza Magnetica a Contrasto di Fase)consente la visualizzazione del movimento del liquidocerebrospinale e la determinazione della sua velocitàa differenti livelli anatomici; le immagini sono ottenutesincronizzando con il ciclo cardiaco l’acquisizione dellesequenze; in altre parole l’immagine è “catturata” duranteuna fase nota del la r ivoluzione cardiaca.L’esame non richiede l’utilizzo di mezzo di contrasto;le controindicazioni all’esecuzione dell’esame sono lemedesime che regolano ogni esame di RisonanzaMagnetica (ad esempio la presenza di Pacemaker oprotesi metalliche); come è noto, la RM non implica l’usodi radiazioni ionizzanti.Il campo d’applicazione della Phase-Contrast-Cine MRIè ampio e ha subito negli ultimi anni un deciso incrementodella richiesta quale diretta conseguenza allo sviluppodelle tecniche di neurochirugia endoscopica volte acorreggere le malattie del circolo del liquidocerebrospinale, in particolare l’idrocefalo (metodicheendoscopiche). L’esame é eseguito per valutare lecaratteristiche del flusso pulsatile nell’acquedotto delSilvio (che pone in comunicazione il terzo ed il quartoventricolo cerebrali) in presenza di stenosi congenite

Imaging Funzionale Neuroradiologico

Dipar timento Diagnostica per Immagini

L’analisi del FLUSSO DEL LIQUIDO CEREBROSPINALEcon Risonanza Magnetica (Phase-Contrast-Cine MRI):un approccio non invasivo allo studio di molteplici patologieche colpiscono il Sistema Nervoso Centrale.

Allargamentodella stomia conFogarty 2F

Termine della proceduradopo verifica dellaperforazione dellamembrana di LILIEQUIST,e visualizzazione dellapulsatilità del flussoliquorale transstomico

Immagini gentilmente concesse dal Dr. A. Romano

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dell’acquedotto o di tumori del tetto mesencefalico (gliomi,malformazioni vascolari, ecc.).La Phase-Contrast-Cine MRI in questo caso permette dipianificare la strategia neurochirurgica e di valutare ilsuccesso dell’intervento endoscopico attraverso lo studiodella permeabilità della “neocomunicazione” creata fraterzo ventricolo e cisterna interpeduncolare (come daimmagini in sequenza).Un’altro campo di applicazione della Phase-Contrast-

Cine MRI riguarda la diagnostica delle malattie dellacerniera cranio cervicale (punto di passaggio fra il cranioe la colonna vertebrale): prima fra tutte la malformazionedi Arnold Chiari di tipo I (discesa delle tonsille cerebellarial di sotto del grande forame occipitale).Ulteriori indicazioni alla esecuzione dell’esame sonorappresentate dalla valutazione della dinamica del flussonella siringomielia (cavitazione della porzione centraledel midollo spinale associata a malformazioni congeniteo secondaria a traumi spinali o tumori), utile per unmigliore approccio chirurgico, e lo studio delle formazionicistiche midollari ed intracraniche.Il Dipartimento di Diagnostica per Immagini del SantaMaria, diretto dal Dott. Franco Nicoli, è oggi uno deicentri del nord Italia che ha introdotto nella pratica clinicaquotidiana l’utilizzo della Phase-Contrast-Cine MRI,rappresentando un punto di riferimento nel percorsodiagnostico-terapeutico dei pazienti affetti da alterazionidel la dinamica del l iquido cerebrospinale.

Bibliografia essenziale:1.G. Zuccoli, N. Bargallo, J.M. Mercader, J. Ibanez, M.Rossi, P.Bassi.Pre mamillar Endoscopy: Evaluation with Phase contrast Cine-MRImaging. Rivista Italiana di Neuroradiologia. 1999; 12:145-148.2.G. Zuccoli, Bargallo N., Mercader JM, Rossi M. Phase ContrastCine Magnetic Resonance imaging study on 33 patients afterendoscopic neurosurgery. Neuroradiology. 1998; 40 Supp. 1: S63.3.Huang TY, Chung HW, Chen MY, Giiang LH, Chin SC, Lee CS,Chen CY, Liu YJ. Supratentorial cerebrospinal fluid production ratein healthy adults: quantification with two-dimensional cine phase-contrast MR imaging with high temporal and spatial resolution.Radiology. 2004;233:603-8.4.Feng H, Huang G, Liao X, Fu K, Tan H, Pu H, Cheng Y, Liu W, ZhaoD. Endoscopic third ventriculostomy in the management of obstructivehydrocephalus: an outcome analysis. J Neurosurg. 2004;100:626-33.5.Schroeder HW, Schweim C, Schweim KH, Gaab MR. Analysis ofaqueductal cerebrospinal fluid flow after endoscopic aqueductoplastyby using cine phase-contrast magnetic resonance imaging. J Neurosurg.2000;93:237-44.

a cura di:Dott. Giulio ZuccoliRadiologia

Studiofunzionale della

dinamicaliquorale in

pazienteoperato per viaendoscopica di

terzoventrico-lostomia.

Imaging Funzionale Neuroradiologico

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8 • NOTIZIE FEBBRAIO 2005

Dipar timento Chirurgico I

L’unità operativa di Chirurgia Toracica, ha presentato Ilgiorno 13/12/2004 presso la sala Cubica di RoccaSaporiti, il proprio AUDIT Clinico riguardante leRESEZIONI POLMONARI MAGGIORI eseguite nelperiodi 1999-2002.La presentazione dei dati da parte del Dott. V. Annessisi è avvalsa dei contributi del Dott. G. Sgarbi, dellaDott.ssa L. Mangone, coordinatrice del registro tumoriprovinciale, e del Dott. L. Sircana Direttore di Presidio.Nella parte introduttiva sono stati ricordati i motividell’evento, che richiamano i principi fondamentali delgoverno clinico, del miglioramento continuo della qualitàe del significato di un AUDIT riferito ad un eventosignificativo.Il pieno coinvolgimento e la piena responsabilità deidiversi “attori “, ciascuno con le proprie competenzee specializzazioni, rappresenta senza alcun dubbioun tema centrale per il sistema sanitario attuale.La buona organizzazione e l’attiva partecipazione delpersonale medico ed infermieristico ai percorsi di diagnosie terapia, hanno ed avranno sempre maggiore rilevanzaanche ai fini del progresso delle performance cliniche.Il governo clinico è quindi uno strumento che integra ilcontrollo economico, la qualità clinica, la comunicazioneefficace, l’aggiornamento professionale.In questo contesto l’AUDIT di un evento significativo,come rappresentato dall’intervento di RESEZIONEPOLMONARE MAGGIORE in chirurgia toracica,rappresenta un modo particolarmente efficace perraggruppare quelle che molti ricercatori definiscono le“pietre angolari” del governo clinico stesso:• La consapevolezza• Il lavoro di gruppo• La comunicazione• Ownership (senso di “propietà” del lavoro svolto)• LeadershipLa Dott.ssa Mangone ci ha ricordato i dati estrapolatidal Registro Tumori Provinciale riguardanti il TumorePolmonare, che riconosce la Resezione Polmonare, inparticolare la Lobectomia Polmonare, come trattamentoin grado di fornire i migliori dati di sopravvivenza quandoutilizzato negli stadi iniziali di malattia.

INTERVENTI DI RESEZIONEPOLMONARE MAGGIOREeseguiti dal 1999 al 2002

Incidenza del cancrodel polmonenella provincia di Reggio Emiliadal 1996 al 2002

Incidenza del cancro delpolmone nei maschi e nellefemmine.La diapositiva mostra comeanche nella nostra provinciail numero di nuove diagnosinel sesso femminile sia incostante aumento.

Distribuzione dei tumoridella provincia di ReggioEmilia nei maschi.Risulta evidente come nelsesso maschile il tumoredel polmone occupi il primoposto per incidenza( n° di nuove diagnosi) nelperiodi 1996-2002.

Distribuzione dei tumori dellaprovincia di Reggio Emilianelle femmine il cancro delpolmone ha raggiunto il 4°posto ed è in costanteaumento.

Mortalità per neoplasia neimaschi nella provincia diReggio EmiliaIl cancro polmonare è digran lunga la maggior causaneoplastica di morte.

Sopravvivenza del cancrodel polmone nella provinciadi Reggio Emilia.Anche i dati riguardanti lanostra provinciaconfermano come ladiagnosi ed il trattamentonegli stadi iniziali offranoi migliori risultatiprognostici. Come noto la

prevenzione e la diagnosi precoce si rivelano anche inquesto caso i migliori strumenti a disposizione.

Sopravvivenza in % sul totaledi pazienti ammalati dicancro polmonarenella provincia di ReggioEmilia.

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9 • NOTIZIE FEBBRAIO 2005

Chirurgia toracicaAUDIT CLINICO

I dati riportati nel graficoevidenziano come nellanostra provincia lasopravvivenza a cinqueanni (17%) sia leggermentesuperiore se confrontata aquanto riportato in altriregistri tumori.Il dato, da ritenersi

comunque importante, è da attribuire alla somma di piùfattori, tra questi l’aspetto diagnostico-terapeutico.

L’AUDIT clinico è stato realizzato per valutare la relazioneesistente tra condizioni preoperatorie dei pazienti, sceltechirurgiche e complicanze manifestatesi nel postoperatorioentro 30 giorni. Lo standard di riferimento è stato ricavatodalla letteratura considerando gli studi controllati in cuisi definivano gli standard riferibili a morbilità e mortalitàin relazione agli interventi suddetti:gli standard sono oggettivabili e misurabili.In collaborazione con l’Ufficio Sviluppo Organizzativosono stati identificatigli standards successivamente condivisi dal gruppo divalutazione del Dipartimento.Lo studio retrospettivo è basato sulla valutazione dellecartelle cliniche presenti nell’archivio generale.

Tipi d’interventi sottoposti arevisione.

L’elenco evidenzia gli indicatori preoperatori rilevati; lapresenza di uno o più di questi è ritenuto favorente lacomparsa di complicanze, tranne il posizionamentopreoperatorio del “catetere peridurale” a scopo antalgico.Tutti i pazienti operati sono sottoposti oggi a questaprocedura, in linea con gli indirizzi regionali volti ad unospedale senza dolore; il miglior controllo del dolorepostoperatorio incide positivamente nella gestione delperiodo postoperatorio.

Indicatori intraoperatoririlevati, correlabili allecomplicanze.

La tabella elenca quali sonole complicanze definitedalla letteraturacome indicatori di qualitàdella prestazione.preso in considerazionesingolarmente lecomplicanze sopraelencatee confrontate con i dati di

riferimento ricavati dalla letteratura.

Indica la comparsa di areedel polmone non ventilateche possono evolvere inprocessi infettivi polmonitici.

Persistenza di perdita aereadel parenchima polmonareoperato responsabile delprotrarsi del ricovero e diconseguenti fenomeni infettivipleurici.

La polmonite è una gravecomplicanza di questo tipodi chirurgia, mortale in unabuona percentuale di casi.I risultati descrittievidenziano come laselezione, la prepa-razionedei pazienti nelpreoperatorio, la stretta

sorveglianza postoperatoria in collaborazione con ilfisioterapista possano ridurre questa complicanza a valoridecisamente bassi.

L’utilizzo di suturatricemeccanica nella sezione delbronco ha reso nella nostracasistica questa complicanzaeccezionale.

Il dato riferito a questacomplicanza è in linea conil dato della letteratura.

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Dott. Giorgio Sgarbi,Dott. Valerio Annessi,Dott. Salvatore De Franco,Dott. Ferrari Guglielmo,Dott. Massimiliano PaciChirurgia Toracica

Dott.ssa Lucia MangoneRegistro Tumori Provincia di Reggio Emilia

Dott. Luca SircanaDirettore Direzione Medica di Presidio

Già nelle note introduttive si comprendono i motivi diquesto nostro lavoro, che deve essere ritenuto come unutile strumento volto al miglioramento.Pensiamo inoltre che i dati riportati non debbano essereconsiderati come la semplice conseguenza di un gestochirurgico ma il frutto del “lavorare insieme”condividendone i risultati.

Chirurgia toracicaAUDIT CLINICO

Anche per quanto riguardal’aritmia postoperatoria ilnostro dato è da ritenersiallineato a quanto scritto inletteratura.

La collaborazione con l’unitàoperativa di cardiologia edi emodinamica ci haaiutato ad operare pazienticardiopatici con ridottorischio, perché trattati dalpunto di vista coronariopreoperatoriamente.

L’embolia polmonare, grazieall’utilizzo di eparina abasso peso molecolare,è diventato un evento raroin questo tipo di chirurgia.

La nostra casistica dal 1999al 2002 conferma labassissima percentualedi Toracotomie esplorative,che sono notoriamentesegnale di errataindicazione chirurgica eselezione del paziente.

Il risultato riportato nella tabella è da considerarsi comela conseguenza di una costante collaborazione tra levarie unità operative e servizi coinvolti nella gestione diquesti pazienti.Riteniamo che questo buon risultato, sia il fruttodell’impegno e della capacità di tutti i professionisti chequotidianamente collaborano con noi.

a cura di:Dott. Annessi ValerioChirurgia Toracica

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13 • NOTIZIE FEBBRAIO 2005

Il progetto è nato due anni fa, quando l’équipeinfermieristica della Medicina 3°, ha manifestato lanecessità di intraprendere un percorso di formazioneper definire in modo più chiaro e pertinente le modalitàassistenziali nell’approccio a pazienti complessi, ovveroquelli ricoverati per patologie di natura gastroenterologica.Da un’analisi accurata effettuata dal gruppo, sotto laguida del Coordinatore Infermieristico, si è potutoconstatare che la criticità era rappresentata dalladisomogeneità da parte del personale nel rispondere aibisogni di questi pazienti, causata soprattutto dall’altaspecialità richiesta e l’elevato turnover del personale.Il personale neo-inserito, infatti provenendo da luoghimolto diversi dalla nostra realtà, ha contribuito nel metterein campo visioni assis tenzial i diversi f icate.Inoltre si è colto questa opportunità di revisione dellapratica, per confrontarsi e discutere su modalitàassistenziali basati su interventi dubbi, o comunque dinon documentata efficacia.L’idea sviluppata è stata quella di progettare profiliclinico-assistenziali riferiti ai pazienti affetti da: cirrosi

epatica (scompenso) eipertensione portale,e p a t o c a r c i n o m a ,malattie infiammatoriecroniche intestinali, dopoun percorso formativocomune.L’innovazione è stataquella di aver coinvoltos i a i l p e r s o n a l einfermieristico che medico,esc ludendo, per i lmomento, il personale disupporto.La prima fase formativa,aveva l’obiet t ivo dic o n d i v i d e r e l ametodologia di lavoro,ispirata alla praticabasata sulle prove diefficacia. Avere comepresupposto tale pratica,è stata una scelta difondo, in quanto hasignificato cercare nella

letteratura le migliori evidenze derivabili dagli studidisponibili, per integrarli con la pratica assistenziale,definita alla luce dell’esperienza personale del singoloprofessionista e alla valutazione, più attenta possibile,delle preferenze del paziente.Il fine ultimo era quello di definire a livello aziendale,a partire dai comportamenti clinici raccomandati, qualedebba essere l’iter assistenziale dei pazienti, conparticolare riferimento a quali sono le competenzeprofessionali pertinenti nelle diverse fasi e l’assettoorganizzativo da implementare a sostegno del percorsoassistenziale definito.Il vantaggio fornito dalla pratica basata sulle provedi efficacia è quello di rendere esplicite le alternativee le motivazioni del comportamento infermieristico:da una certa linea di comportamento raccomandatosi può dissentire, qualora non si ritenga appropriatoun determinato intervento per un determinato paziente.In effetti la ricerca della migliori evidenze ha rappresentatol’aspetto più difficoltoso, in quanto non è stato facilereperire le informazioni e soprattutto valutare criticamente

Dipar timento Medico I

I profili clinico-assistenzialiin 3° medicina:

infermieri e medici insieme per unimpegno comune

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14 • NOTIZIE FEBBRAIO 2005

I profili clinico-assistenzialiin 3° medicina

gli studi trovati.Nonostante queste difficoltà, alle quali si è aggiuntoanche il trasloco della Struttura nel nuovo padiglione,il lavoro si è concluso nell’autunno 2004, con lacondivisione dei profili con tutto il personale infermieristicoe medico.Oggi sono in fase di sperimentazione non solo i percorsiclinici definiti, ma anche gli strumenti informativi chesono stati elaborati durante questo percorso, come adesempio la scheda di valutazione del paziente cirroticoo la scheda di automonitoraggio per il paziente conmalat t ia in f iammator ia cronica in tes t ina le.Uno dei risultati più importanti di questo lavoro è statosicuramente i percorsi integrati, ma anche il fatto che èstato deciso di implementare una documentazione clinicaintegrata, ovvero compilata dal medico per le valutazionie le prescrizioni di propria competenza e

conseguentemente compilata dal personale infermieristicoper gli aspetti specifici. Infine merita di essere segnalato,il risultato meno evidente, ma sicuramente fondamentaleper garantire risposte efficaci per i pazienti, il dialogoe il confronto tra il personale medico e infermieristico,basato sulla stima reciproca.

a cura di:Luisa PavarelliCoordinatrice Medicina 3°Monica GubertiDirezione Infermieristica Tecnica e Ostetrica

VALUTAZIONE DEL DEGENTE CIRROTICOValutare con il medico le condizioni del paziente inbase:- parametri vitali- parametri child

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15 • NOTIZIE FEBBRAIO 2005

Dipartimento Diagnostica per Immagini

Sintesi del progettoL’intervento del Cestas, organismo di cooperazioneinternazionale, dell’Asl e dell’Ospedale Maggiore diBologna (reparto diagnostica) all’Ospedale “Xh. Kongoli”Elbasan, Albania ha come scopo la formazioneprofessionale e la fornitura di tecnologie appropriateper ridurre l’incidenza della morbilità e della mortalitàlegate alle patologie tumorali del seno e dell’utero.L’azione ha avuto inizio nel giugno 2003 ed ha previstotre attività fondamentali:• Creazione di un centro diagnostico per la prevenzione

delle patologie tumorali (seno e collo dell’utero)equipaggiato con attrezzature necessarie (dismesseda vari centri dell’Emilia Romagna ma revisionateprima della nuova installazione).

• Realizzazione di un corso di formazione per glioperatori locali che si propone un buon utilizzo dellesuddette apparecchiature e manutenzione delle stesse.

• Promozione di una campagna di sensibilizzazione einformazione sull’importanza della prevenzione dellepatologie descritte (condotta a livello di Prefettura, conl’aiuto di organizzazioni non governative di donne edel centro ospedaliero “Dr. Xh. Kongoli” di Elbasan

La mia esperienza come tecnico formatore.Inviata in qualità di Tecnico formatore della RegioneEmilia Romagna, l’Arcispedale S. Maria Nuova mi hariconosciuto questa esperienza all’Ospedale di Elbasancome missione.La nostra realtà ospedaliera, altamente tecnologica, ciporta inevitabilmente a dare un valore scontato a tuttoquello che abbiamo e a pretendere sempre di più nelraggiungimento dei nostri obiettivi.Sono stata catapultata da un aereo in un mondo dovenon c’è niente.In una sola settimana di questa esperienza così forte eintensa, le emozioni si sono cristallizzate nell’attimo incui le ho provate e sono rimaste ferme per la paura diperdersi e di sfumare nel nulla, come i sogni.Il medico radiologo di Bologna e la coordinatrice tecnicadel suo servizio dalla quale ero stata contattata, avevanogià fatto un sopralluogo qualche mese prima per valutarela situazione ed avevano seguito la consegna,l’installazione e la messa in funzione delle apparecchiaturecon l’assistenza di tecnici specializzati.Ora si trattava di avviare un servizio, verificare “in loco”il corretto funzionamento del mammografo e dellasviluppatrice, tracciare un percorso formativo per ilpersonale tecnico e medico che in una settimana dovevaessere in condizioni di poter eseguire e leggere unesame mammografico in modo ottimale.All’aeroporto il nastro scorrevole che porta il bagaglioa mano al controllo della Polizia faceva passare la vasca

del fissaggio, ultimo pezzo di sviluppatrice che noiportavamo con la nostra valigia e il nostro cuore, chesarebbe volato alto per dare aiuto a un paese bisognoso.Attraverso chilometri di terra desolata siamo arrivati allacittà, illuminata in quell’ora della sera dalle mille luci deipiccoli negozi e bar. Il mattino dopo, attraversando apiedi il corso principale, siamo entrati nell’anima diElbasan, in un gaio brulicare di gente variamenteaffaccendata che affollava le vie, tra i molti venditoriambulanti di frutta e altro.L’ospedale ci attendeva in fondo a una strada dovelateralmente e appesi a una rete metallica molti camicibianchi usati erano esposti in bella vista per la vendita.L’entrata dell’ospedale portava direttamente al prontosoccorso.Una bambina con gli occhi sbarrati per la paura eraadagiata su una barella alta e stretta con le ruote araggi.Da quel momento in poi le emozioni si sono susseguite,una dopo l’altra, in quella terra che piano piano mientrava dentro, nella realtà povera di quella gente, nellaloro umanità così dignitosa.L’ospedale di ElbasanLa radiologia, situata al primo piano dello stabile,comprendeva due sale diagnostiche, attrezzate conapparecchi in ottimo stato di cui uno telecomandato, lacamera oscura ordinata e pulita, con una grande vascaper il rifornimento dell’acqua che spesso, durante ilgiorno e senza preavviso, viene a mancare.Foto Camera oscura con didascalia Camera oscuraLa stanza riservata al mammografo, un apparecchio GESenographe 500 T era veramente spaziosa.Piccola ma completa di tutto, la camera oscura consviluppatrice automatica dedicata. Già dalla mattinadel primo giorno le apparecchiature sono state messein funzione e alle 10.30 avevamo la prima mammografia!I due tecnici miei “allievi” Enver ed Eccerem, eranoansiosi di apprendere e l’interprete Bruna, che traducevain simultanea ogni mia parola, ha reso possibile la

MISSIONE IN ALBANIA

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MISSIONE IN ALBANIA

comunicazione fra di noi.Le nostre pazienti reclutate all’interno dell’ospedale trale operatrici sanitarie e non, molte di religione musulmana,non hanno opposto resistenza alla manovra spessofastidiosa della compressione e arrendevoli ai gestirassicuranti e alle parole che li accompagnavano, hannosorriso accettando questa nuova esperienza.Siamo riusciti a completare circa 30 esami, eseguendolila mattina e commentandoli al negativoscopio nelpomeriggio mentre il Medico radiologo di Bologna sioccupava di formare i due medici presenti, sulla letturae l’interpretazione delle immagini che noi avevamoacquisito.Ho inserito nel nostro breve percorso di formazioneanche i “Controlli di qualità” e devo dire che le provecon il fantoccio li hanno entusiasmati. Con gioia egrande impegno li vedevo sempre presenti, curiosi edisponibili a seguire, anche con la difficoltà dellatraduzione in simultanea, anche nel grande caldo diquel periodo dell’anno, sempre affettuosi e silenziosamentegrati per quello che stavano ricevendo da noi.L’ultimo giorno ha fatto parte del nostro piccolo gruppodi studio il medico radiologo -Dr. Alex, interessato allalezione di tecnica mammografia.

Le mie impressioniHo avuto un contatto forte con una realtà di grandebisogno, in una terra dove le donne sono state da semprei soggetti più vulnerabili, vittime di retaggi culturali esociali estremamente consolidati, e della crisi socio-economica e politica attraversate dal paese.L’apertura dell’Albania al mondo ha rivelato la visionedolorosa di una povertà economica, delle limitazionidella libertà individuale ad un livello che il mondo nonpoteva immaginare, ma è venuta fuori la sua meraviglia.La storia delle donne albanesi è una storia di grandisfide. Tutto ciò che hanno raggiunto è significativo dellaloro intelligenza, vitalità, del loro carattere peculiare edella loro umanità: anche questo progetto è una sfida.Per questo motivo è stata prevista una campagna disensibilizzazione con volantini informativi e un programmaTV che abbiamo registrato e che verrà proposto in diversimomenti della giornata su rete locale.Abbiamo avuto poco tempo e le cose da dire eranotante, ma credo di aver dato loro qualche strumento,perché con la grande volontà e l’entusiasmo che licaratterizza, possano andare avanti, in un progetto cheporta la condizione di salute delle donne a un realtànuova, tutta da costruire.

a cura di:Maria Giovanna PirolaRadiologia

Entrata posteriore dell’ospedaleAlex, Giovanna, Enver, Eccerem

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La voce delle Associazioni

“M i ch iamoAnna ed ho 34anni; premettoche fino a 4anni fa non sa-pevo nemmenoe s i s t e s s el'endometriosi.Questa malattiami ha cambiatototalmente lavita, non parloche di lei, èsempre nei mieipensieri ed ècontinuamentei n aggua to ;co lp i sce no idonne nel cor-po, nella mentee ci lascia feriteindelebili, ne-gandoci, a vol-te, la gioia diprocreare.L'endometriosiaffligge anchela nostra sferaaffettiva: insie-

me a noi soffrono mariti e familiari che, vivendo connoi e non potendo aiutarci, si sentono impotenti edinutili.”Nella sede dell'Associazione Italiana EndometriosiOnlus di lettere così, ne arrivano tutti i giorni. Il destinodi Anna è condiviso da quel 10 – 17% di donne almondo in età fertile che soffrono di una malattia tantodiffusa quanto poco nota e ancor meno conosciutanelle sue cause. E, forse, anche per questo, il ruolodell'Associazione Italiana Endometriosi è ancora piùprezioso, in prima linea dalla parte di donne, per lopiù giovani, che si trovano a combattere con un malesubdolo e sottovalutato.L'endometriosi è una malattia complessa e cronica,originata dalla presenza anomala del tessuto normal-mente presente nell'utero in altri organi quali ovaie,tube, peritoneo, vescica, intestino, vagina, provocandosanguinamenti interni, infiammazioni croniche, tessutocicatriziale, aderenze.Alcuni sintomi che si presentano, possono essere:

affaticamento cronico, dolori che si irradiano verso lazona rettale, dolore all'ovulazione, dolore alla regionelombare, diarrea e/o stitichezza. L'endometriosi puòcolpire inoltre, anche l'intestino causando disturbifunzionali scambiati per colon irritabile. Curandochirurgicamente la prima scompaiono i disturbi attribuitial secondo problema. E' quanto emerge da uno studio,unico nel mondo, presentato all'80/mo Congressodella Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO)che si è svolto a Genova nel giugno dello scorso anno.Ci sono anche altri sintomi, non meno significativi: ildolore durante e dopo l'atto sessuale (64%), infertilità(41%), aborti spontanei.Il quadro della sintomatologia dolorosa coinvolgealmeno il 75-80% delle donne affette e ne condizionapesantemente la qualità della vita. L’endometriosi sipuò considerare perciò una vera malattia sociale, tenutaperò sotto silenzio da una cappa di ignorante omertà.Purtroppo, per le donne che ne sono affette, non esisteuna cura risolutiva.Per aiutare le donne affette da questa patologia è natanell’agosto del 1999 l’Associazione Italiana EndometriosiOnlus, costituita da e per le donne che vivono con lamalattia.L’AIE Onlus:• promuove lo scambio reciproco di esperienze

innanzitutto con i gruppi di auto-aiuto che sorgononelle principali città italiane (Reggio Emilia peril nostro territorio),• sostiene le donne anche attraverso una retetelefonica di associate e il Forum sul sito Internet,luogo virtuale per confrontarsi,• facilita la diffusione di informazioni corrette e

complete sulla patologia mediante la spedizionedi materiale informativo gratuito a chiunque nefaccia richiesta,• offre consulenze telefoniche e on-line grazie alladisponibilità di ginecologi volontari• cura la pubblicazione del trimestrale interno ,

“Endonews”,su cui si dà conto delle “ultimissime”sulla malattia.Responsabile del gruppo di auto aiuto di Reggio Emiliadell'AIE è Marisa Di Mizio la quale, insieme a GiuliaD’Incognito, coordinano il gruppo reggiano, grupponato nel gennaio del 2003 e quest’anno, come neiprecedenti, il calendario del gruppo di R.E. è ricco diappuntamenti.L'Associazione grazie e tramite la collaborazionedell'U.O. di Ostetricia e Ginecologia fornisce alle

ENDOMETRIOSI….È giusto conoscerla

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donne dimessecon diagnosidi endome-triosi un de-pl iant infor -m a t i v o , i lc a l e n d a r i odegli incontri

dell'Associazione e una lettera di presentazione delgruppo di auto aiuto reggiano.Scopo dei gruppi di auto aiuto è quello di informarele donne che c’è un nome per i dolori con cui convivonotutti i mesi e per quanto possa essere importante l'aiutoche si riceve dal proprio partner o dagli amici, nullaè più utile della possibilità di incontrare altre donneche riescono ad affrontare la malattia, per quantoinsidiosa e debilitante, e che riconoscono di essere inogni caso persone in tutto e per tutto. E' anche possibileimparare a mettere in pratica le stesse tecniche utilizzatequotidianamente da altre donne per affrontarel'endometriosi; le donne con endometriosi spesso sirivelano la fonte migliore da cui trarre insegnamento.L’Associazione Italiana Endometriosi Onlus è un’asso-ciazione indipendente, che collabora con la classemedica affinché la ricerca progredisca e che aspiraad avere per la patologia il riconoscimento di malattiacronica per ottenere le esenzioni dei ticket per i farmaci,per le terapie e gli esami correlati alla malattia.Il lavoro dell’AIE Onlus sul nostro territorio ha ricevutouna spinta entusiasmante da un evento internazionaledi grande prestigio che si è svolto a Milano all’iniziodi ottobre 2004: il primo Meeting europeo delleAssociazioni nazionali.Le Associazioni nazionali di 11 paesi d’Europa – perl’Italia l’Associazione Italiana Endometriosi Onlus – sisono costituite in un’Alleanza europea (EuropeanEndometriosis Alliance) che ha deciso, come primaproposta, di indire la settimana dell’endometriosi: nellaseconda settimana di marzo a partire dal 2005,ciascuna Associazione nazionale organizzerà iniziativedi sensibilizzazione per questa malattia così diffusaeppure così sconosciuta.Il gruppo di auto aiuto reggiano, ha in programma unincontro per il 12 marzo 2005 con relatore il Prof.Franco Berrino responsabile del servizio di epidemiologiadell’Istituto dei tumori di Milano per parlare di:“L’alimentazione nel trattamento dell’endometriosi”.

Tavolo informativo durante il convegno nazionale sull'endometriosiche si è svolto a Santa Margherita Ligure ad ottobre 2003

ASSOCIAZIONE ITALIANA ENDOMETRIOSIONLUS - A.I.E.CALENDARIO INCONTRI 2005GRUPPO REGGIO EMILIA

Il Gruppo AIE di Reggio Emilia invita le persone interessatea partecipare agli incontri informativi sull' ENDOMETRIOSIed alle riunioni di sostegno:

Sabato 22 Gennaio 2005INCONTRO DI AUTO AIUTO CON LA PRESENZADI UNA PSICOLOGAPartecipazione riservata alle sole donne.

Sabato 12 Marzo 2005"L'ALIMENTAZIONE NEL TRATTAMENTODELL'ENDOMETRIOSI"Prof. Franco Berrino Responsabile del Serviziodi Epidemiologia dell'istituto dei Tumori Milano

Sabato 07 Maggio 2005"LA MALATTIA CRONICA:L'IMPATTO NELLA VITA DI COPPIA"Dr. Claudio Feruglio Psichiatra & Psicoterapeuta

Sabato 25 Giugno 2005RIUNIONE DI AUTO AIUTOPartecipazione riservata alle sole donne.

Sabato 01 Ottobre 2005"L'ENDOMETRIOSI: TRATTAMENTO DEL DOLOREE DELL' INFERTILITA' "Dr. Luca Minelli Responsabile del Servizio di Ginecologiaed Ostetricia Ospedale "Sacro Cuore"Negrar (Vr)Prof. G.B. La Sala Primario dell'unita' Operativadi Ginecologia ed Ostetricia e Medicinadella Riproduzione Ospedale S.M. Nuova Reggio Emilia

Sabato 26 Novembre 2005INCONTRO DI AUTO AIUTO CON LA PRESENZADI UNA PSICOLOGAPartecipazione riservata alle sole donne.

Gli incontri si svolgeranno presso:OSPEDALE SANTA MARIA NUOVAViale Risorgimento 80Aula 1 gruppo salita 6 piano meno 1dalle ore 15,00 alle ore 18,00

Per ricevere informazioni, associarsi e sostenere l’Asso-ciazione, si può visitare il sito web: www.endoassoc.itIl numero di telefono e fax della sede AIE di Nerviano(MI) è:0331.589800 indirizzo mail: [email protected] gruppo AIE di Reggio Emilia rispondeal num di cell. 340.5711975

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