Fatto a 89 anni - Abate...

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TORNA ALLE OMBRE DELL’OTTOCENTO IL DIPINTO «MONACA» DI FRANCESCO HAYEZ? Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse con l’orgoglio del vecchio combattente dell’arte: “Hayez, fatto a 89 anni”. Sul dipinto peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta. Potrebbe comunque essere di Hayez ma è necessario rivedere i criteri della perizia. Centro Studi Abate Stoppani CENTRO STUDI ABATE STOPPANI Milano, 18 gennaio 2019 Centro Studi Abate Stoppani [email protected] / www.abatestoppani.it / 18/01/2019 Hayez, «Monaca», 1879. «Studio dal vero / Hayez» Ubicazione sconosciuta. Stampa litografica di fotografia, 1890. «La monaca». Collezione privata. Hayez, da perizia Mazzocca 1995 ma con titolo «Monaca». ? «Hayez / fatto a 89 anni» «Studio dal vero/ Hayez» “Hayez fatto a 89 anni”

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TORNA ALLE OMBRE DELL’OTTOCENTOIL DIPINTO «MONACA» DI FRANCESCO HAYEZ?

Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879,Hayez scrisse con l’orgoglio del vecchio combattente dell’arte:

“Hayez, fatto a 89 anni”.Sul dipinto peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non

compare alcuna scritta. Potrebbe comunque essere di Hayezma è necessario rivedere i criteri della perizia.

Centro Studi

Abate Stoppani

CENTRO STUDI ABATE STOPPANI

Milano, 18 gennaio 2019

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Hayez, «Monaca», 1879.«Studio dal vero / Hayez»Ubicazione sconosciuta.Stampa litografica difotografia, 1890.

«La monaca».Collezione privata.Hayez, da perizia Mazzocca1995 ma con titolo«Monaca».

?«Hayez /

fatto a 89 anni»

«Studio dal vero/ Hayez»

“Hayez fatto a 89 anni”

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Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza, Hayez scrisse con l’orgo-glio del vecchio combattente dell’arte:

“Hayez, fatto a 89 anni”

Sulla base di un documento estremamente attendibile, sappiamo da pochi giorniche il dipinto titolato «La monaca», esposto a Milano nel 2009, a Monza nel 2016 ea Lecco nel 2018-19 alla mostra «Ottocento Lombardo»

– peritato nel 1995 dal professor Mazzocca;

– dallo stesso attribuito ad Hayez con il titolo «Monaca»;

– identificato con un dipinto «Monaca» donato dall’artista alla lotteria di beneficenzadel 1879,

con altissima probabilità NON è quel dipinto donato a quella lotteria.

Sul dipinto peritato da Mazzocca non compare infatti alcuna scritta, né diHayez né di altri.

Forse (come suggerisce qualcuno) quella scritta è stata cancellata in anni succes-sivi. Certo, tutto è possibile.

Ma ci sembrerebbe veramente curioso che a un dipinto di un artista noto e impor-tante come Hayez sia stata da qualche ingenuo cancellata la firma, azzerandonecosì il valore sia culturale sia commerciale.

Ci sembra invece che, generalmente, avvenga proprio il contrario: che cioè a qual-che intraprendente venga in mente di “aggiungere” la firma di un grande artista aun’opera magari a lui coeva ma frutto del pennello di un artista meno noto — e menoquotato sul mercato.

Per sciogliere ogni dubbio al 1000/1000 è comunque sufficiente attendere che laproprietà svolga una perizia (ci risulta che con le nuove tecnologie la verifica si puòfare rapidamente e a costi modesti).

Nel caso risulti che nel dipinto non sia in alcun modo presente la frase «Hayez, fattoa 89 anni», ne deriva necessariamente che il dipinto peritato da Mazzocca nel 1995non sia di Hayez?

Niente affatto!

Potrebbe benissimo essere un terzo dipinto «Monaca» del maestro del Romanticismo.Per quel che ne sappiamo ce ne potrebbero essere anche un quarto, un quinto, ecc.

Se dalle analisi tecniche risultasse però che il dipinto peritato da Mazzocca nel 1995NON È il dipinto donato da Hayez alla lotteria del 1879, per confermarne la auto-grafia hayeziana sarebbe indispensabile rivedere ex-novo la perizia del 1995.

Forse anche utilizzando le nuove tecnologie; certamente rivedendone i presuppostistorico-ambientali.

CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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Sintesi dell’articolo.

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Molto amichevolmente, ci attendiamo ora celeri e cordiali scuse dalla curatrice d’arte Si-mona Bartolena che ha definito “deliranti” le nostre osservazioni sul dipinto e minacciatodenunce per diffamazione.

Cordiali scuse ci attendiamo del pari da Simona Piazza (Assessore alla Cultura del Co-mune di Lecco) che, a fronte delle nobili esternazioni di Bartolena, le ha pubblicamenteconfermato “piena fiducia”, associandosi così allo stile “don Rodrigo” della curatrice.

Già un anno fa l’Assessore aveva minacciato il ricorso ai legali per nostre critiche a una“App” del Comune sui luoghi manzoniani, da lei onorati con 243 pacchiani errori (vedereper credere).

Allora avevamo amichevolmente lasciato correre. Ma ora, visto che la minaccia sembraessere diventata la divisa dell’Assessore alla Cultura, sempre amichevolmente diciamo:cordiali scuse, ma celeri!

Attenzione!Il documento che segue è la integrale riproposizione in formato stampabile dei testi e delleimmagini concepiti per il sito Web del nostro Centro Studi.Tenerne conto per qualche piccola sfasatura espositiva che ne può derivare per il diversomezzo di comunicazione e di impaginazione.

Centro Studi Abate Stoppani –[email protected] / www.abatestoppani.it / 18/01/2019

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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Il quadro di riferimento.Per chi non ha presenti i nostri precedenti interventi sull’argomento, diseguito ne proponiamo una breve sintesi (per approfondimenti vedi:Le molte monache di Hayez / «Ottocento Lombardo» a Lecco: unabuona occasione sprecata / Chi ha realmente visitato la mostra«Ottocento Lombardo»? / Reazioni, benevoli e non, alle nostreosservazioni)

«Monaca-Annoni»

Il dipinto, denominato «Monaca» da Hayez, era stato donato dall’artistaalla lotteria per gl’inondati del 1879 e, secondo la critica coeva (da pren-dere con cautela), vinto dal conte Aldo Annoni: nei nostri interventi lo ab-biamo quindi chiamato per comodità «Monaca-Annoni».

Di esso non si avevano né descrizioni dettagliate né immagini di nessuntipo. Dopo la lotteria (svoltasi ai primi di febbraio 1880) era scomparso.

«Monaca-Morosini»

Così come era scomparso dopoil 1883 un dipinto-copia, realiz-zato da Hayez sempre nel 1879,anch’esso da Hayez denominato«Monaca» e donato a Giusep-pina Morosini. Da noi quindi chia-mato «Monaca-Morosini».

Di questo dipinto scomparso ab-biamo però dal 1890 la stampa li-tografica di una fotografia inbianco e nero (vedi qui sotto).

L’epifaniadel 1995.Fino a pochi giorni fa eravamotutti certi che il «Monaca-Annoni»fosse riapparso nel 1995, dopoessere stato acquistato fortuita-mente da un privato sul liberomercato (a lato la riproduzione).

Nel 1995 venne infatti peritato dalProfessor Mazzocca che ne attri-buì l’autografia ad Hayez; lo iden-tificò con il già ricordato dipinto«Monaca» donato dall’artista allalotteria del 1879; gli confermò il ti-tolo «Monaca» (già datogli daHayez); lo inquadrò sul piano sti-listico nell’ultima creativa fasedella vita dell’artista, pronto afarsi leader di una nuova ten-denza innovativa in pittura (lo di-ciamo per inciso, il tutto senzaalcun riferimento a Manzoni).

Con il titolo mutato in «La mo-naca» il dipinto redivivo è statoesposto in mostre pubbliche: nel2009 al Castello Sforzesco di Mi-lano, nel 2016 a Villa Reale di

Monza, nel 2018 a Palazzo dellePaure di Lecco.

Non da Mazzocca ma dalle cura-trici artistiche Tonani e Bartolenadelle citate mostre (e con il con-senso delle Direzioni di quelleIstituzioni culturali) è semprestato presentato come interpreta-zione di Hayez della monaca diMonza e ispirato all’artista dalla“temperie manzoniana” (qualun-que cosa ciò voglia dire).

A nostro avviso (condiviso daMazzocca) le ragioni del cambiodi titolo da «Monaca» a «La mo-naca» e il riferimento alla “tempe-

Dal 3 gennaio/19— però — quellache sembrava unacertezzaindiscutibile nonè più tale.Il 13 novembre/18 avevamo resepubbliche le osservazioni critichealla mostra «Ottocento Lom-bardo» (Lecco, 20-10-18/20-01-19); avevamo poi deciso diavviare una ricerca approfondita

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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sul tema dopo l’abnorme reazionedella curatrice Bartolena che avevagiudicato “deliranti” le nostre osser-vazioni di merito, minacciandoquerele per diffamazione.

Nel giro di due settimane ab-biamo consultato un po’ di cartee il 3 gennaio/19 abbiamo trovatoun documento (dobbiamo diresenza una particolare fatica) inbase al quale possiamo affer-mare con un margine di sicu-rezza decisamente elevato — esalvo precise controprove tecni-che — che il dipinto «La mo-naca» peritato dal ProfessorMazzocca, è da ritenersi NONessere il dipinto «Monaca» do-nato da Hayez alla lotteria di be-neficenza del 1879.

Nell’esposizione che segue infor-miamo i nostri lettori sul comesiamo arrivati a individuare il do-cumento rivelatore, inserendolonel contesto di quel lontano1879-80 milanese.

Ci teniamo a superare al più pre-sto questo capitolo “hayeziano”delle nostre osservazioni per de-dicarci (in un altro articolo, cheuscirà a breve) al tema che è al-l’origine di queste nostre note.

Ossia al come gli artisti coevi aManzoni trattarono la monacamanzoniana — o meglio di comela cancellarono a pro’ di una inof-fensiva e insignificante icona, deltutto a-manzonizzata.

Urge fare chiarezza su questo tema,su cui regna scarsa conoscenza mache rimane di grande attualità.

Ad esempio, proprio pochi giornifa sull’inserto “La Lettura” delCorSera del 6 gennaio/19 è ap-parso un articolo a firma del notocritico teatral-cinematograficoMaurizio Porro dal titolo “Le duemonache”, a commento di unaripresa dei due spettacoli teatrali

di Giovanni Testori dedicati alpersonaggio manzoniano.

Nell’iconografia dell’articolo sonopresentati alcuni dipinti di metà Ot-tocento dal titolo «La monaca diMonza» (Molteni, ecc.). Tra questi,nonostante non rechi assoluta-mente nulla dell’iconografia volutada Manzoni a caratterizzare la“sua” monaca, c’è anche il dipintodi cui stiamo parlando e che orasappiamo non essere quello che

Hayez donò alla lotteria del 1879.

Su questo inserto del CorSera è cu-riosamente indicata come data deldipinto “1851 circa”. Da dove la re-dazione di “La Lettura” abbia tiratofuori questo “1851 circa” è un mi-stero (abbiamo chiesto lumi alla re-dazione stessa e ai redattori masenza averne risposta — succede!).

Ma veniamo al nostro raccontorelativo ai dipinti «Monaca» diHayez.

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“Monaca”: due dipinti omonimi e quasicontemporanei di Hayez, grande vec-chio della pittura italiana, cittadino ge-neroso e sempre sulla breccia pernuove conquiste nell’arte.Nella prima estate del 1879 l’ottantottenne pittore Francesco Hayez(sarebbe morto da lì a tre anni — egli stesso ci ha descritto il soprag-giunto tremolio delle mani e gli scarti involontari del pennello) manife-

stò la propria solidarietà nei con-fronti di popolazioni colpite dagravi calamità naturali.

Proveniente dal Nord Europa,una straordinaria perturbazioneinvestì in primavera l’Europaorientale: colpita dalla piena delfiume Tibisco (Tisza), il 12 marzo1879, l’importante città unghe-rese di Szeghedino (Szegen)venne letteralmente cancellatada onde alte più di nove metri(6.000 abitazioni distrutte — il95% del totale; oltre tremila imorti su 70.000 abitanti e diecine

di migliaia i senza tetto).

A questa disgrazia (ma ci furonoforti polemiche sul degrado nellatenuta degli argini), con l’invio dimezzi, uomini e denaro, si ri-spose da molti paesi europei: trai primi l’Italia, anche per i ricordidella partecipazione delle mi-gliaia di patrioti ungheresi alle no-stre guerre risorgimentali (eraancora viva nella memoria la “Le-gione Ungherese”, coraggiosis-sima tra i Mille coraggiosi diGaribaldi).

Anche a Milano vi fu una fortemobilitazione, con sottoscrizionia favore di Szeghedino e l’acco-glienza di numerosi sfollati in isti-tuti di carità e case private. Unamobilitazione che rimase im-pressa nella memoria e che portòpochi anni dopo anche a un er-rore di datazione nelle opere diHayez.

Giulio Carotti in Appendice alle«Memorie» di Hayez (R. Accade-mia di Belle Arti, Milano, 1890)scrisse infatti (p. 282): «1878 —Studi di teste dal vero, offerto allalotteria di beneficenza per gli in-nondati di Szeghedino».

La notazione di Carotti è errataper due elementi. Per l’anno:l’inondazione di Szeghedino av-venne infatti il 12 marzo 1879(non 1878); per la menzione dellalotteria di beneficenza: dalla cro-naca risultano infatti sottoscri-zioni in denaro, organizzate dalladitta “Manzoni e C.”, ma non lot-terie con doni da parte di artisti.

La lotteria venne invece lanciatatre mesi dopo la tragedia di Sze-ghedino, ma a favore di “inondati”italiani.

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fianchi del cono procurando enormidanni alle campagne catanesi, deva-state da impetuosi fiumi di fangoeruttato dal vulcano.

Tra maggio e giugno si sussegui-rono in tutta Italia alluvioni di for-tissima entità, in particolare sututto il bacino padano, con strari-pamenti e rotture di argini del Ta-naro e del Po tra il 5 e l’8 giugno,

con oltre 50.000 sfollati (solocome riferimento generale indi-chiamo in successione geogra-fica le località più colpite:Alessandria, Pavia, Lodi, Man-tova, Mirandola, Modena, Bon-deno, Ferrara).

La situazione fu veramentegrave, quasi quanto l’analoga al-luvione del 1872.

La grande perturbazione cheaveva messo in ginocchio l’Un-gheria nel marzo 1879, tra mag-gio e giugno colpì infatti anchel’Italia; e alle piogge da diluvio siaggiunsero terremoti e una in-tensa attività vulcanica in Cam-pania ma soprattutto in Sicilia.

Il 26 maggio l’Etna si squarciò conuna inedita doppia esplosione dei

i nostri artisti accolsero di grancuore questa idea e alcuni hannogià offerto, altri stanno prepa-rando dei lavori da offrire.

Il primo (e in che cosa non è

In tutta Italia vi fu una gara di contri-buti spontanei a favore degl’inondati.A Milano il 6 giugno si formò, per raccogliere fondi di immediato utilizzoe con sede nel palazzo municipale in Piazza Mercanti, un «ComitatoMilanese di Soccorso ai danneggiati dalle inondazioni», Presidente ilconte Aldo Annoni, senatore del Regno; Vice-Presidente il conte CarloBorromeo; tra le prime idee, l’organizzazione di una lotteria benefica.

Anche gli artisti si mobilitarono. Numerosissimi furono i concerti e lerappresentazioni teatrali con incassi devoluti all’assistenza degl’inon-dati, in una gara artistico-solidaristica che ebbe il suo acme il 30 giu-gno, quando Giuseppe Verdi diresse alla Scala di Milano la “Messa diRequiem”.

La Società degli Artisti e Patriot-tica, dal canto suo, il 10 giugnoaprì una sottoscrizione, inizian-dola con L. 100 del fondo so-ciale; i soci artisti si proposeroinoltre «di dare dei piccoli lavoridi loro mano per essere ceduti,nel modo più opportuno: il ricavosarà aggiunto al medesimoscopo.» (CorSera, 11-12 giu-gno/79).

Questi richiami alla solidarietàvennero accolti anche dal ve-gliardo Hayez che donò a pro’degli inondati due dipinti: un«Monaca» e un «Schiava». Celo racconta il CorSera del 22-23giugno/79:

«Abbiamo già detto che il Comi-tato si proponeva di fare una lot-teria di lavori d’arte a beneficiodegli inondati. Ora sappiamo che

egli primo?), il primo fu il vene-rando Hayez; e dietro lui ven-nero la Fulvia Bisi, l’Induno, ilPagliano, il Fontana, il Mante-gazza, il Poma, ecc. Fra quelliche hanno già mandate le loro of-ferte, ci sono il Valaperta con unsuo gran quadro («La Decolla-zione del Battista»), il Bisi conuna sua prospettiva («Il Duomodi Modena»), il Bignoli con unsuo acquerello («Lucia al con-vento»), ed altri.»

E ancora, due settimane dopo(CorSera, 12-13 luglio/79):

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«I doni per la lotteria da farsi a fa-vore degli inondati ammontanogià a un bel numero. Ve ne sonodi preziosi e di tutte le specie. Ab-bondano i gingilli e i quadri adolio d’autori, quali l’Hayez chemanda due quadri, l’uno rappre-sentante una monaca e l’altrouna schiava dell’Harem, — qualiil Mantegazza, il Bisi, ecc. Le si-gnore milanesi che offrono regalisono ormai moltissime. La lotte-ria, per la quale si stanno pren-dendo gli opportuni accordi, nonpotrà riuscire che vivissima, bril-lante.»

Sappiamo quindi per certo cheHayez, per la lotteria a favore de-gl’inondati, diede entro il 22 giu-gno 1879 due suoi dipinti (o nepromise formalmente il dono):una «schiava dell’Harem» e una«monaca». Inutile sottolinearecome in queste cronache manchiassolutamente ogni riferimentoalla monaca del romanzo di Man-zoni.

Segnaliamo soltanto che il croni-sta del CorSera scrisse «schiavadell’Harem» ma che Hayez, a in-dicare le sensuali giovani donnemedio-orientali che di quando inquando popolavano le sue tele,preferiva il termine «Odalische»:queste erano vergini al serviziodelle concubine del Sultano(schiave ma non necessaria-mente di bassa condizione); po-tenzialmente a loro voltaconcubine ufficiali ma di cui è co-munque certo non se ne stesserosempre mezze nude, come pia-ceva spesso di rappresentarle ainostri pittori, in cerca di facili ab-bellimenti esotici.

Sarebbe esercizio solo pura-mente suggestivo (cosa da cuicerchiamo accuratamente distare alla larga) il pensare se nel

vecchio artista vi fosse o menouna ragione per donare a scopibenefici le immagini di duedonne; entrambe vergini; en-trambe recluse (pur con le ovvieprofonde differenze che ognunocomprende da sé).

Delle numerose odalische /schiave dipinte nei decenni daHayez, è difficile sapere qualefosse quella data in dono per bene-ficenza assieme alla «Monaca».

Poteva trattarsi anche di unaopera realizzata anni prima, peresempio un prototipo — in for-mato “quadretto” — di quella«Odalisca» poco vestita, pen-sosa, decisamente gradevole,che Hayez presentò nel 1854 aBrera; che poi scomparve per de-cenni fino a ricomparire, questa

volta donata a Brera da StefanoStampa, il figliastro di AlessandroManzoni e che oggi possiamo ve-dere alla Pinacoteca di Brera informato medio.

Va da sé che, allora come oggi,dietro lo straripamento dei fiumic’era ovviamente un andamentoanomalo delle precipitazioni. Maaltrettanto “ovviamente” c’erauna evidente incuria amministra-tiva: sugli argini dei fiumi non sifaceva la manutenzione neces-saria e i fondi a ciò destinati ve-nivano impiegati per altreincombenze (son passati 140anni ma oggi le cose vanno esat-tamente allo stesso modo).

Nel 1872, a fronte di una gravis-sima situazione alluvionale ana-loga a quella del 1879, la cosìdetta “destra storica” (allora algoverno) aveva stanziato oltre 20milioni (circa 400 milioni di Euro

Disastri della natura,favoriti dai disastri della politica.In proposito ci consenta il lettore un piccolo inciso socio-politico (anchele opere d’arte e gli artisti vivono nella e della società).

Il Senatore conte Aldo Annoni, espo-nente della destra, promotore e or-ganizzatore della Lotteria pergl’inondati del 1879.

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attuali) per la riparazione degli ar-gini fluviali distrutti dalla piena eattivare un sistema generalizzatodi prevenzione.

Nel 1876, tre anni prima della disa-strosa alluvione del giugno 1879, ladestra era stata scalzata dal potere(che deteneva dalla costituzionedel nuovo Regno d’Italia, 1861)dalla nuova compagine governa-tiva (la “sinistra storica”) guidata daAgostino Depretis.

Quando si verificò il disastro del1879, gli esponenti della destraebbero buon gioco nel dimo-strare che dei 20 milioni stanziatise ne erano spesi 7 fino al 1876

Il dipinto le piacque; le piacquetanto da chiedere ad Hayez, tra-mite Angelina (la figlia adottivadell’artista), di farne una copiaper lei.

La nobildonna era sorella di Emi-lio Morosini (capo combattentenelle Cinque giornate di Milano enel 1849 morto in difesa della Re-pubblica Romana); patriota ellastessa; sempre vicina in ogni at-tività benefica al conte Annoni.

Da sempre di Hayez era anchegrande amica (sororale, si in-tende) e dell’artista scrisse sottodettatura tra il 1869 e il 1875 levicende della vita, pubblicate poicome «Francesco Hayez — Lemie memorie» nel 1890.

Hayez non poteva quindi cheesaudire il desiderio dell’amica,come emerge dal suo epistolario.

Donna Giuseppina Negroni Prati-Morosini, amica di Hayez; attivanella beneficenza a fianco di An-noni; azionista del giornale mo-derato “La Perseveranza”.

15 Dopo l’ambasciata della figlia,l’artista si era messo subito al la-voro e, con una lettera “scritta dacasa” il 20 luglio 1879 («Memo-rie», 1890, pag. 231), invitaval’amica Giuseppina a fare unsalto nel proprio studio per ve-dere l’impostazione della «Mo-naca», prima di procedere allasua vera e propria stesura.

______Originale / Negroni Prati Morosini /1879CXCVII / Autografo di F. Hayez..

Gentilissima D.na Giuseppina

Avendo inteso alcuni giorni fa dallamia Angelina aver Ella il desiderio di

ma che poi, arrivata la sinistra algoverno, i rimanenti 13 milionierano stati utilizzati per altri inter-venti, lasciando scoperta la ma-nutenzione fluviale.

A Milano la “destra storica” (dagliavversari detta amichevolmente“la consorteria”) contava tra i pro-pri esponenti il conte Annoni (eanche la nobildonna GiuseppinaMorosini).

Va da sé che dietro l’iniziativa be-nefica di Annoni, oltre a una certosincera partecipazione per i pro-blemi degli alluvionati, vi fosseanche una attenta gestione del-l’assistenza come strumento di

avere una copia del mio dipinto la“Monaca” (1) n’ebbi piacere ed il suodesiderio da quel momento è dive-nuto anche il mio e me ne volli tostooccupare ed ora la nuova “Monaca”è già fatta ed è a’ suoi ordini.

Solamente la pregherei di un favore,ardisco troppo se la detta “Monaca”desiderasse una sua visita? se que-

lotta politica.

Il discorso era abbastanza sem-plice: la sinistra ha distratto i fondiper le opere fluviali; di fronte al di-sastro, causato dalla sinistra, la de-stra milanese è in grado diassumersi le opportune responsa-bilità dimostrando di essere — neifatti — ancora forza di governo.

Chiudiamo qui la parentesi poli-tica chiedendo però al lettore difarsi un nodo al fazzoletto, per-ché la questione salterà di nuovofuori a ridosso della lotteria.

Ma torniamo a noi.

Un dipinto tira l’altro.È quindi proprio al Palazzo Annoni di Porta Romana che il dipinto «Mo-naca» di Hayez, dovette essere notato tra fine giugno e primi lugliodalla contessa Giuseppina Negroni Prati Morosini.

Donna Giuseppina Negroni Prati-Morosini, amica di Hayez; attivanella beneficenza a fianco di Annoni;azionista del giornale moderato “LaPerseveranza”.

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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sto fosse domani mi sarebbe caro, iovado allo studio alle 11 ant. e vi restosino alle 2 pom.Voglio mettere il dipinto in discorsosul suo telajo e prima di far ciò vogliosentir lei.Col massimo rispettoDa casa 20 Luglio 1879.Suo Umil. Serv. ed amico HayezFranc.Alla Nobile e Gentile Signora D.naGiuseppina Negroni Prati Morosini.___

1) Quest’opera era stata regalata daFrancesco Hayez nel 1879 per la lot-teria di beneficenza a favore deidanneggiati dalle inondazioni; ed erastata vinta dal conte Annoni.

II maestro ne fece una ripetizioneche offerse in dono alla nobil donnaGiuseppina Negroni colla letterasovra prodotta. — Vedi tav. XXIV.

_____

Abbiamo quindi, con questa let-tera, l’annuncio della nascita delsecondo dipinto «Monaca»: vistoin bozza dall’amica Morosiniverso il 20 luglio; presumibil-mente completato entro l’au-tunno; alla Morosini donato condedica: «Studio dal vero /Hayez».

Diecimila premiMa che successe del primo «Mo-naca», donato tra il 10 e il 13 giu-gno 1879 da Hayez alla lotteria dibeneficenza?

Sappiamo dal CorSera del 24-25agosto/79 che ai primi del mesela lotteria era stata autorizzata egli organizzatori stavano atti-vando l’esposizione dei premi:

«Lotteria di beneficienza a favoredei danneggiati dalle inondazioninel 1879, autorizzata con decreto7 agosto 1879, n. 15390, divi-sione IV del Prefetto di Milano.

Un premio assicurato ogni diecibiglietti. Prezzo di cadaun bi-glietto lire 1 — Prezzo di dieci bi-glietti Lire 10 (con un premiogarantito).

La lotteria consta di 100,000 bi-glietti, dallo 0 (zero) al 99,999.

I premi sono diecimila e consi-stono in oggetti d’arte, prodotti dimanifatture e di industrie, articolidi chincaglierie, bijeuterie ed altremerci diverse.

L’estrazione avrà luogo a cura dispeciale Commissione presie-duta dal Sindaco […] e verrà re-golata colle norme seguenti[segue il minuzioso dettagliodelle regole].

La graduatoria dei premi in or-dine decrescente, cioè secondopremio, terzo premio, quarto pre-mio, ecc. anziché dal valore in-trinseco degli oggetti, saràdeterminata dal numero progres-sivo di loro iscrizione nel cata-logo. […]

I biglietti della lotteria si potrannoacquistare dal 30 agosto in avantipresso la sede del Comitato

(corso di porta Romana, 6, casaAnnoni) […].

Il catalogo dei premi sarà pubbli-cato il 1 ottobre prossimo..

S.M. la Regina d’Italia ha grazio-samente accettato l’alto patroci-nio della lotteria.

Il Comitato confida che la cittadi-nanza concorderà generosa achiudere con questo ultimo attola numerosa serie delle benefi-che elargizioni in favore dei dan-neggiati dalle inondazioni.»

Dopo l’alto patrocinio, dal Cor-Sera del 26-27 agosto/79 siamoinformati di una ulteriore ade-sione della Regina all’iniziativa:

«Casa di S.M. la Regina / Re-coaro, 21 agosto 1879:

Onorevolissimo signor Conte [è ilconte Annoni, presidente del Co-mitato e Senatore del Regno],

Mi reco a pregio di parteciparealla S.V. nobilissima che S.M. laRegina, desiderosa di associareil suo nome all’opera filantropicadi codesto Comitato, si è compia-ciuta di destinare due vasi giap-ponesi per la Lotteria dibeneficenza a vantaggio dei dan-neggiati dalla inondazione.

Il Real dono verrà spedito al Ri-capito della S.V. nobilissima.

Le piaccia gradire, onorevolis-simo signor senatore, l’espres-sione dei distinti ed ossequiosimiei sentimenti.

l cavaliere d’onore di S.M. / Mar-chese di Villamarina.»

Sempre dal CorSera, siamo alcontempo assicurati che «Aldono reale venne assegnato ilposto d’onore nel catalogo deipremi che si sta compilando».

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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Sempre dal CorSera (29-30 ago-sto/79) prendiamo una vivace pre-sentazione dell’iniziativa:

Ferve il lavoro ai pubblici giardiniper l’esposizione dei doni della lot-teria di beneficenza a favore de-gl’inondati. Nell’interno delpadiglione di Montemerlo il Comi-tato fa allestire scaffali e tavoli sucui verranno disposti i doni: al-l’esterno per cura della Famiglia Ar-tistica, sorgono antenne e lampionia gas per l’illuminazione, teatro perle marionette e le ombre, trapezi,parallele e barre per la ginnastica,ed altri misteriosi apparati, semina-scosti sotto le ombrie dei sempre-verdi. Il ballo dei fanciulli riuscirà disicuro assai grazioso.

Il trattenimento sarà tutto e semprerallegrato dalla musica. Tutti i corpidi musica disponibili si prestano vo-lonterosi gratuitamente […].

La esimia direzione del gas […] haaccordato anche in questa circo-stanza il gas gratuitamente. I si-gnori fratelli Bocconi hanno offertoscaffali e scansie, come già feceroper il Tiro a segno.

L’Associazione dei Veterani e deiReduci presteranno gentilmente illoro concorso, intervenendo ognigiorno un certo numero di soci per

coadiuvare il mantenimento dell’or-dine ed il buon andamento di tutti iservizi. […]

Babbi, mamme, zii, zie, tutori ededucatori, conducete i vostri bambinia Montemerlo, andatevi con loro ene sarete doppiamente contenti.

La tassa di ingresso è di soli cent.50 per chi ha una statura compresatra l’uno e i sette metri; l’ora è op-portuna, il luogo è bello e simpa-tico, gli spettacoli saranno il non

plus ultra di sè stessi.»

E il commento al primo giornoespositivo è entusiasta (CorSera,01-09-79):

«Per gli’inondati

«A Montemerlo» — si leggeva ierisera ad ogni ingresso e su molti al-beri dei giardini pubblici. Una rignadi palloncini variopinti, scintillanti diluce, di fantastico effetto tra le fo-glie cupe degli alberi, additava lavia alla elegante montagnola. Lagente vi si avviava a frotte, a on-date. Le signore, tra le quali moltesplendide di grazia e di bellezza,erano in gran numero; i bambiniperò non erano molti.

Una grande quantità di gente rima-neva di fuori, ascoltando la musicaed i festosi clamori. Abbiamo uditolagnanze sul prezzo del bigliettod’ingresso da molti che lo vorreb-bero ridotto alla metà, per renderepossibile il divertimento alle fami-glie numerose e di modesta for-tuna. Abbiamo fatto cenno di

L’esposizione al pubblico a MonteMerlo ai Giardini Pubblici di Milano.Anche sotto la protezione di queste auguste attenzioni, con l’aperturadella vendita dei biglietti, dal 1 settembre i diecimila premi venneroesposti nel “Padiglione del Caffè” (realizzato da Giuseppe Balzarettinel 1863) sul così detto Monte Merlo ai giardini pubblici di Milano, di-venendo in quella fine estate del 1879 un punto di ritrovo per i milanesi— e anche un museo d’arte.

Oggi quel padiglione è sede della “Scuola Materna dei Giardini di PortaVenezia”; allora il nome era di fantasia: “Monte” come richiamo ironicoalla piattissima Milano, mentre “Merlo” era il nome di uno dei primi ge-stori del bar attivo nel padiglione.

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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queste lagnanze perchè le festecontinueranno per altre quattro,cinque sere.

Montemerlo così festosamente illu-minato, col gaio e fantastico padi-glione, coi teatrini improvvisati, colcarosello, coi giuochi, colle duemusiche, con tanta gente, parevaun giardinetto incantato.

L’esposizione dei premi della lotte-ria è fatta leggiadramente nel Sa-lone del caffè, gratuitamenteconcesso dai signori Valeriani eGusberti, i quali per altro hannofatto un assai buon affare per lagran gente, che accorre a ristorarsiai tavoli del loro esercizio.

In mezzo al piazzale, sotto al padi-glione, formato da lunghe striscie distoffa rossa e da festoni di pallon-cini eleganti a foggia di grossi petalidi giglio rovesciati, è la rotonda,ove, su di un ampio tappeto, i bam-bini e le bambine si sbizzarrisconoa saltare e a ballare con il brio, lagrazia e la leggiadria, che sonoproprie della sua età.

Lì vicino una compagnia di saltim-banchi (quei bravi matti della fami-glia artistica), in calzamaglie elustrini, fanno gruppi, quadri, salti,esercizii ginnastici e giuochi d’ognispecie.

E nella loro truppa una amazzonericciuta e improvvisata che fa moltisalti e capriole piacevoli.

Nei teatrini posticci le marionettenaturali e le ombre e i quadri dis-solventi attraggono l’attenzionedelle platee numerosissime e ru-morose.

Qua e là gruppi di suonatori ambu-lanti scelti nel mazzo e rappresen-tanti delle caricature veramenteartistiche, e perfino la fioraia Tere-sina miracolosamente salvata dauna indigestione di lumache!…

Le risate, i balli, i suoni, le rappre-sentazioni, gli esercizi, gli applausisi alternarono allegramente fino altardi.

Il divertimento è riuscito assai benee ieri sera l’introito, che va a bene-ficio degli inondati, deve esserestato cospicuo.

Nella esposizione, abbiamo vedutomoltissimi e variati doni, che costi-tuiranno altrettanti premi dellagrande lotteria: gli eleganti e ricchivasi giapponesi, donati dalla Re-gina, quadri ad olio, gioielli, venta-gli, bottiglie piene di liquori e di viniprelibati, oleografie, chincaglierie,galanterie, libri, ecc. ecc. La piog-gia dei doni continua.

Un bravo al benemerito Comitatodi soccorso per gli inondati ed aquei capi gaj ed ameni della fami-glia artistica.»

Nonostante le lamentele per ilprezzo alto, alla fine di settembreerano stati venduti biglietti di in-gresso al Padiglione Monte Merloper 9.000 lire, quindi con un af-flusso di almeno 18.000 adulti econ una grande eco mediatica,favorita dai divertimenti che aiGiardini la Famiglia Artistica of-friva ai visitatori.

Apparentemente quindi tuttobene!

Immagini da «Ricordo artistico di Montemerlo: serate umoristiche dal 29 agosto al 7 set-tembre 1879 a beneficio degli inondati del Po», conservato presso la Raccolta delleStampe “Achille Bertarelli” – Castello Sforzesco Milano.(Nostri gli scatti fotografici. Siamo a disposizione per sanare eventuali diritti spettanti achiunque sia giuridicamente autorizzato a esercitare tale diritto).

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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Il Catalogo dei 10.000 premi.CorSera, 11 ottobre 1879:

«Oggi riceviamo bell’e pubblicato il catalogo dei diecimila premi dellagrande lotteria di beneficenza; ciò prova essere compiuto il numerodei premi, per cui altro non manca all’esito completo di quest’ultimoatto della carità cittadina se non il favore e l’affluenza del pubblico al-l’acquisto dei biglietti. Mancheranno? Sarebbe colpa il solo dubitarlo.»

Il Catalogo della “Grande Lotteriaper gl’inondati” è interessante sia

come fatto di costume per la tipo-logia dei doni (si va dai pettini ai

E infatti ai primi di ottobre (Cor-Sera, 2-3 ottobre/79) il Comitatoannunciò l’estrazione per la metàdi novembre:

«Ora le cure del Comitato sono ri-volte allo spaccio dei 100 mila Bi-glietti della Grande Lotteria — Idiecimila premi fra i quali un mi-gliaio almeno pregevolissimi o dicospicuo valore, sono disposti perordine numerico nel Salone Muni-cipale dei Giardini Pubblici. Il Cata-logo ne sarà pubblicato insettimana e trovasi in corso di

stampa. I principali Alberghi, Caffè,Bottiglierie ecc., tutti i Banchi delLotto, e molte distinte Società as-sunsero gentilmente l’incarico difarsi centri per la vendita dei bi-glietti.Anche dalle Provincie pervengonoofferte e ricerche, per cui il Comi-tato confida di poter effettuarel’estrazione entro la prima metà delp.v. novembre, realizzando unlauto beneficio con cui chiuderedegnamente l’opera insigne di be-neficenza.»

libri, dagli occhiali alle mutande,dai mobili ai gioielli — stiamo pro-cedendo alla messa a data-basedei 10.000 articoli, potrà forse in-teressare qualche ricercatore spe-cializzato in usi e costumi di fineOttocento in Lombardia) sia per-

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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ché tra i 10.000 oggetti donati visono numerose opere d’arte o diartigianato.

Di queste, il catalogo ne eviden-zia in neretto circa 300, non sap-piamo in base a quale criterio.

Noi, da queste 300, per il mo-mento abbiamo selezionato le116 per le quali è riportato il nomedell’autore (notiamo che un’operadi Valaperta data dal CorSera digiugno come donata, non comparenel catalogo, non sappiamo se pererrore di redazione o per ripensa-mento dell’artista).

Queste 116 opere vennero do-nate da 83 artisti (quindi qualcheartista donò più di un’opera), cosìda noi raggruppate per tipologia:

Pittura / disegno = 95 opere

Dipinti a olio: 47 (36 con cornice) /Acquerelli: 33 (10 con cornice) /Tempere: 5 (4 con cornice) / Dise-gni: 3 / Incisioni: 5 / Litografie: 1.

Scultura = 22 opere

Bronzo: 1 / Marmo: 4 (2 con pie-destallo) / Terracotta: 5 / Gesso:11 / Cera: 1 (vi è raffigurato Ales-sandro Manzoni).

• Bisson padre, 1792, «Le tentazioni disant’Antonio», tempera (2193).

• Boltraffio G., «Montanara», quadro adolio (254).

• Borghi Ambrogio, «Medaglione»,marmo (8292).

• Borzino Leopoldina Zanetti, «La Cola-zione nel bosco», acquerello con cornicedorata (7970).

• Bottinelli Angelo, «Rondinella», sta-tuetta in terra cotta (9237).

• Boucheron Carlo, «Frutta», quadro aolio con cornice dorata (7613).

• Bouvier Edoardo, «Pompejana», ac-querello (7522).

• Bouvier Pietro, «Testa d’uomo», dise-gno in penna (7536).

• Bouvier Pietro, «Studio dal vero», dise-gno in penna (7656).

• Branca Giulio, «La Mestizia», busto inscagliola bronzata (8391).

• Bucchi E., «Fiori», dipinto a olio (2939).• Burlando Leopoldo, «Veduta in Vene-

zia», quadro ad olio con cornice dorata(7805).

• Calvi Pietro, «Ciocciara», acquerello(8091).

• Calvi Pietro, «Pifferaio, busto», terracotta (8181).

• Calzieri Cornelio, «La Rotonda del Ca-pra a Firenze», acquerello con cornicein legno (7700).

• Campi Giacomo, «Costume», acque-rello con cornice dorata (7816).

• Campi Giacomo, «Gita sul Lago diGarda», acquerello, cornice dorata (7860).

• Campi Giacomo, «Costume», acque-rello (8069).

• Campi Carlo, «Massimo d’Azeglio», sta-tuetta in gesso (8170).

• Campi Carlo, «Hamerling», statuetta ingesso (8193).

• Campi Carlo, «Giusti», statuetta ingesso (8204).

• Campi Carlo, «Raiberti», statuetta ingesso (8215).

• Casnedi, «Un frate», acquerello (2834).• Casnedi, «Monaca», acquerello (8014).• Cavalli Giovanni, «Rustico», acquerello

con cornice dorata (7590).• Cenni Q., «Album di Custoza», litografie

(2270).• Colombi Francesco, «Testa in costume

turco», quadro a olio, cornice dorata (7682).

• Alberti Achille, «Busto», gesso (8424).• Albertis, «Episodio della guerra del

1859», acquerello (1299).• Argenti Antonio, «Busto di giovane

dama», scagliola (8336).• B. Luino, (già attribuito), «Ritratto di S.

Giov. Battista», quadro ad olio (9600).• Bartezago Enrico, «Ragazzo con gal-

line», acquerello (8612).• Bartezzati Luigi, «Marina», acquerello

(8148).• Bartezzati Luigi, Acquerello (8159).• Barzaghi F., «La prima Pipa», statua in

marmo (4191).

• Benzoni G.E., «Gruppo in terra cotta»,terra cotta (2989).

• Bernini S., «Un moschettiere», acque-rello (1980).

• Bignoli G., «La Lucia dei PromessiSposi», acquerello (67).

• Bisi Fulvia, «Bosco presso Varese», di-pinto ad olio (309).

• Bisi L., «Il Duomo di Modena», quadretticon cornice (1486).

• Bisi Antonietta, «Torno, Lago di Como»,quadro a olio con cornice dorata (7717).

• Bisi Emilio, «Busto di Donna», acque-rello con cornice dorata (7783).

Gli artisti e le opere donate.Per questo elenco abbiamo ripreso il testo esattamente come riportatonel Catalogo (quindi anche con le sue incoerenze formali): in questaforma originale forse può essere utile a chi è impegnato sistematica-mente nell’arte per individuare eventualmente questa o quella operaoggetto di studio o ricerca.Tra parentesi è indicato il numero progressivo col quale gli oggetti sononel Catalogo, proposti nell’ordine con cui sono pervenuti al Comitatoorganizzatore.Notiamo in proposito che su 116 opere donate, 26 sono collocate tra iprimi 5.000; 90 nei successivi 5.000.Ciò fa pensare che una buona parte delle opere donate vennero pre-disposte, o rifinite, o dotate di cornice, appositamente per la lotteria.Tra queste, possiamo ricordare i dipinti di Hayez: «Una schiava»(5656) e «Ritratto di monaca» che è tra gli ultimissimi, al n. 9804.

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

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• Cova Achille, «Fiori», acquerello (8025).• Curti Antonio, «Ninfa al fonte», quadro

ad olio con cornice dorata (7739).• De Crespi, «Giovine signora», quadretto

ad olio con cornice (1793).• De Magistris Giuseppe, «Paesaggio»,

quadro ad olio con cornice dorata (7604).• Dovera Achille, «Bosco, studio dal

vero», quadro ad olio con cornice dorata(7555).

• Fasanotti Gaetano, «Bozzetto dalvero», quadro ad olio con cornice dorata(7580).

• Ferrari Gio. Battista, «Giovenca al pa-scolo», quadro a olio con cornice dorata(7643).

• Ferrario Carlo, «Marina», acquerellocon cornice (8796).

• Fontana, «Una baccante», quadro adolio con cornice (111).

• Fontana, Dipinto ad olio con cornice do-rata, (7109).

• Formi A., «Paesaggio», quadro grandead olio con cornice dorata (4073).

• Fossati Andrea, «Giovine pifferaio»,quadro ad olio con cornice bianca (7849).

• Gagliardi L., «Bugia con Tritone»,bronzo (8303).

• Grandi G., «Veduta del lago di NemiRoma», dipinto all’olio dal vero con cor-nice dorata (9900).

• Guarnerio Pietro, «Rossini», statuettain gesso (8226).

• Guignoni Edoardo, «Paesaggio», qua-dro ad olio con cornice dorata (1632).

• Guignoni Eugenio, «Una zingara», qua-dro ad olio con cornice dorata (7675).

• Guignoni Eugenio, «Schizzo dal moloVenezia», quadro ad olio con cornice do-rata (7893).

• Guignoni Eugenio, «S. Michele in Sa-voja», quadro a olio con cornice dorata(7566).

• Hayez F., «Ritratto di monaca», dipintodal vero, olio con cornice dorata (9804).

• Hayez F., «Una schiava», dipinto a oliocon cornice dorata (5656).

• Hohenstein Adolfo, «Ciabattino», ac-querello con cornice dorata (7871).

• Hohenstein Adolfo, «Festa del 600»,acquerello con cornice dorata (7904).

• Induno G., «Una Madonna», quadrettocon cornice (1552).

• Inganni, «Nevicata», quadro ad olio (5077).• Jamucci Cesare, «Ritratto di A. Man-

zoni», cera, bassorilievo con cornice(8314).

• Lelli, «Paesaggio», quadretto ad olio(1189).

• Leoni Romolo, «Testa puttino», in gesso(8369).

• Londonio, «N. 12 incisioni» (8668).• Londonio, «Sei incisioni» (8692).• Londonio, «Dodici incisioni» (8703).• Londonio, «Sei incisioni» (8714).• Londonio, «Sei incisioni» (8725).• Luvoni Ubaldo, «Boleto, Lago d’Orta»,

quadro a olio con cornice dorata (7761).• Luvoni Ubaldo, «Maggianico, lago di

Lecco», quadro ad olio con cornice do-rata (7772).

• Manenti Emilio, «Idillio», quadro ad oliocon cornice dorata (7599).

• Mantegazza G., Dipinto a olio con cor-nice dorata (34).

• Maraj Luigi, «Carnevale di Roma», di-segno in penna (8623).

• Maraj L., «Affezione alla prole», bozzettoin terra cotta (8745).

• Marinoni Giulio, «Fiori», acquerello(8115).

• Marzorati Pietro, «Marina», quadro adolio con cornice dorata (7546).

• Meda Gio. Battista, «Fiori ed uccelli»,quadro a olio con cornice bianca (7706).

• Meda Gio. Battista, «Natura morta»,quadro ad olio con cornice dorata (7882).

• Menozzi, «Quadro», tempra con cornicein legno nero (7926).

• Menozzi, «Quadro», tempra con cornicein legno nero (7937).

• Menozzi, «Quadro», tempra con cornicein legno nero (7948).

• Menozzi, «Quadro», tempra con cornicein legno nero (7959).

• Metelli Metello, «Gruppetto», terra cotta(8358).

• Morbelli Angelo, «Un ponte a Venezia»,quadro a olio con cornice dorata (8137).

• Naymiller Carlo, «L’Elemosina inChiesa», acquerello con cornice dorata(7827).

• Naymiller Carlo, «Busto di Donna», ac-querello con telajo greggio (7838).

• Pagliano G., «Una Ciociara», acquerello(1167).

• Poma S., «Paesaggio», olio (2468).• Porta Carlo, «L’attesa», acquerello

(7981).• Ricci Guido, «Cantiere delle rive del

Po», quadro a olio con cornice dorata(7750).

• Riva Natale, «Mezza figura», acquerello(8003).

• Rosina Roberto, «Paesaggio», acque-rello (8568).

• Sala Paolo, «Paesaggio», quadro ad oliocon cornice dorata (8785).

• Sandri Ester Marie, «Fiori», acquerello(8036).

• Sanquirico, «Ritratto del pittore Sanqui-rico», olio (353).

• Sanquirico P., «Porta della Chiesa delleGrazie», acquerello (8634).

• Steffani L., «Marina», dipinto ad olio sullegno (2996).

• Tenerani, «L’Addolorata», busto inmarmo con piedistallo (10000).

• Todeschini Giov., «Una romana», ac-querello (8454).

• Trenti D. Gerolamo, «Dopo la cola-zione», quadro ad olio con cornice dorata(7794).

• Trombetta, «Una marina», quadro adolio con cornice (1689).

• Trombetta Ezechiele, «Caricatura, sta-tuetta», [gesso] bronzata (8325).

• Valioni Antonio, «Marina», quadro a oliocon cornice dorata (8807).

• Vallardi Giuseppe, «Rustico dal vero»,quadretto ad olio con cornice dorata(7625).

• Villa Federico, «L’Estate», busto ingesso bronzato (8380).

• Weiss Lorenzo, «Paesaggio», acque-rello (8590).

• Zannoni Ugo, «La Preghiera», busto inmarmo con piedistallo (8347).

• Zennaro S., «Fiori», dipinto ad olio (573).• Zona, «Ritratto di giovin signora», ac-

querello (8096).

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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Dal tono dell’annuncio apparsosu CorSera del 24 ottobre 1879si comprende che qualche cosanon stava funzionando come do-veva nel meccanismo dlela ven-dita.

Infatti, mentre era in corso la ven-dita dei biglietti, ai primi di no-vembre — improvvisamente —un telegrafico e anche confusocomunicato del Comitato dichia-rava il rinvio dell’estrazione adata da definirsi (CorSera, 12-13novembre/79):

«PER GL’INONDATI

Il Comitato milanese di soccorsoagli inondati, in seduta 6 correntemese, sulle risultanze della rela-zione dei propri commissari chevisitarono le località particolar-mente danneggiate e di tra loroproposta, deliberava una ulte-

riore erogazione di L.100.000; incaricato delriparto fra le provinciedanneggiate il proprioufficio di presidenza inconcorso dei predettisignori Commissari.

Contemporaneamenteil Comitato, visto che siavvicina l’opera in cuila cittadinanza ha il piocostume di largheg-giare di offerte a fa-vore delle molteistituzioni locali di be-neficenza; nel dubbiodi incagliare altreopere di carità citta-

dina ha deliberato di rimandare amiglior tempo l’estrazione dellaLotteria.»

L’interruzione alla vendita dei bi-glietti della lotteria, decisa a metànovembre dagli organizzatori,proprio quando si sarebbe do-vuta tenere l’estrazione, fu forsedeterminata dall’arrivo dell’in-verno, quando tradizionalmentele organizzazioni benefiche dibase si trovavano più pressateper l’assistenza ai poveri, espostiai rigori della stagione fredda.

Forse gli organizzatori avevanotirato troppo il là nel tempo e lacittadinanza nei cinque mesi pas-sati aveva già dato un notevolecontributo in danaro (oltre300.000 Lire sulle 700.000 rac-colte in tutta Italia, per un importodel contributo milanese stimabilein circa 6 milioni di Euro).

Il biglietto di ingresso per MonteMerlo era inoltre di 50 centesimi(più o meno i nostri 10 Euro, vierano state lamentele per l’altocosto) ed evidentemente furonopochi i cittadini che volessero an-cora mettere tasca al portafoglioper l’acquisto dei biglietti della lot-teria (1 biglietto = 1 Lira = circa20 Euro).

A parte ogni considerazione suiperché e percome, che successepoi della «Grande Lotteria pergli’inondati» del conte Aldo An-noni?

Dopo il rinvio annunciato il 6 no-vembre dal Comitato organizza-tore, se ne riparlò alla fine delmese (CorSera, 30 novembre1879):

«Ora che la stagione ha ripopo-lato la città nostra, richiamandodalla campagna i signori villeg-gianti, il Comitato confida che lospaccio dei biglietti della lotteriaprenderà nuovo slancio; ed araggiungere il benefico intento, ri-volge nuovo appello alla cittadi-nanza, ed in speciale modo allegentili signore milanesi, che giàhanno validamente cooperatoallo splendido risultato delle sot-toscrizioni in offerte.[…]

Dal Comitato venne stabilito de-finitivamente di fare l’estrazionedella Grande Lotteria di Benefi-cenza per il giorno 10 febbraio.»[il venerdì dell’ultima settimana diCarnevale 1880]

Ci stiamo avvicinando quindi almomento in cui il nostro dipinto«Monaca» donato da Hayezverrà sorteggiato con gli altri9.999 premi e troverà una nuovacasa.

Gli sviluppi della Lotteria.Dopo questa parentesi sui contenuti del monte premi della lotteria, tor-niamo alla sua organizzazione.

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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Certo alla luce di quel sempre pre-sente risvolto politico dell’iniziativa,pochi giorni prima della previstaestrazione della lotteria, il CorSeradel 10-11 febbraio (quindi tre giorniprima) con un lungo articolo titolato«Quattro cattivi versi», riprendevadi Olindo Guerrini un “Epigramma”,da poco apparso su alcuni giornali“democratici” e ne proponeva lacritica:

A i padri vecchi ed a le madri infermenoi strappiamo il figlioloper cacciarlo a morir nelle casermedi tifo e di vajolo,e il deserto villan ci chiama ladri,tendendo il pugno scarno,e i bimbi nudi e le piangenti madrichiedono pane indarno.Volete voi la fame e i suoi dolori,o volete l’avanzo?— Vogliam la fame — han detto i senatorie sono andati a pranzo.

A pochi giorni dall’estrazionedella lotteria di Milano, questoepigramma del socialisteggianteGuerrini era evidentemente indi-rizzato al ricco Senatore Annoni,promotore e organizzatore dellalotteria stessa.

Il CorSera se ne fece difensorecon un lungo commento (occupametà della prima pagina del gior-nale) tra cui scegliamo il branopiù direttamente collegato allalotteria:

«Il villano ci chiama ladri, dice ilsignor Guerrini. E qui pur troppodel vero c’è. Quella parola non ègeneralmente detta, ma noi pureconveniamo che molta partedelle miserande plebi campa-gnole d’Italia cresce ab anticocon poca simpatia in cuore peiricchi che le sfruttano. E quan-d’anche sia pura retorica il venircia raccontare che il villano tendeil pugno come un atto di minac-cia, ciò non toglie che dalla valledi lagrime delle sue privazioni eglilevi la mano chiedendo pietà perlui e pei bimbi nudi e le madripiangenti. Ma non indarno. Il si-gnor Guerrini non poteva sce-gliere momento meno opportunoper dir così. Nel giorno in cui daun capo all’altro d’Italia, con mo-vimento nuovo dei cuori, gene-rale, vorremmo quasi direentusiastico, corre la parola d’or-dine: soccorriamo i poveri; all’in-domani del magnifico slancio ditutta Italia a favore degli inondati,no, non si può dire, nemmeno inpoesia, che il povero chiede in-darno. L’è una bugia, una cattive-ria. C’è stato il signor Guerrini fragli inondati ? Molto probabil-mente, no. Noi ci siamo stati, pelnostro ufficio, e li abbiamo sentitibuoni, commossi, forti nella sven-tura, benedire ai signori che mo-

stravano di tanto interessarsi perloro. Così come, pel nostro ufficionoi facciamo passare quotidiana-mente sotto gli occhi tutti i gior-nali d’Italia, e da mesi nevediamo occupate le colonne dasottoscrizioni dei ricchi a favoredei poveri.

Prenda in mano la cetra, signorpoeta, e canti questo santo innod’amore, lo incoraggi, lo sproni acose più grandi ancora, ad una ca-rità altamente civile, diversa daquella dei conventi, degna di uominiliberi, progressisti e democratici sulserio — non a parole e poesie.

Intanto che il signor Guerrinicompone i suoi epigrammi, moltidi coloro che egli mira a pungeresono negli uffici delle Congrega-zioni e dei Comitati di soccorso alavorare sui registri, a radunarecoperte, a disporre per brodi, mi-nestre, ecc.

Tutta prosa, più poetica assaidella poesia del signor Guerrini,e più vera.»

Ciò riportato per dovere di cro-naca, arriviamo finalmente allatanto attesa estrazione della lot-teria.

Tre giorni prima della lotteria OlindoGuerrini / Stecchetti se la prende coni Senatori: sulla fame dei poveripiangono ma intanto pranzano.Come il lettore ricorderà, più sopra avevamo accennato al carattere anchepolitico della iniziativa benefica promossa dal conte Annoni (la destra mi-lanese aveva stimmatizzato la distrazione da parte del Governo di sinistradei fondi a suo tempo stanziati per la manutenzione fluviale. Con questainiziativa benefica su larga scala mostrava di essere nei fatti ancora laparte da cui potevano giungere ai meno fortunati aiuti concreti).

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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“Hayez,fatto a89 anni”

La cronaca cittadina ci regala la soluzione del mistero «Monaca».CorSera, 12-13 febbraio 1880, pag. 2. Dall’articolo «Lotteria per gl’inondati» traiamo un brano dedicato aldipinto «Monaca» donato nel 1879 da Hayez per la mostra di beneficenza svoltasi il 13 febbraio 1880.

«La testa d’una monaca di-pinta in un quadretto attirala nostra attenzione. È la te-sta d’una giovane; dagli oc-chi chinati, dalle guanciavermiglie accese, morbide…Che pensa quella bellafronte che non sembra visi-tata in quel momento dall’in-spirazioni del cielo?… È unquadretto dipinto e rega-lato dal venerato Hayez, ilquale, in un angolo al qua-dretto sotto la propriafirma, scrisse: “fatto a 89anni”! — Di Francesco Ha-yez ammiriamo un altro qua-dretto pure donato dal ge-neroso vecchio a favoredegli inondati: e rappresentauna schiava ; è una mezzafigura di donna, tutta pen-siero e tutto tristezza. Comesono trasparenti quelle pe-nombre! Come è nitido il di-segno!È disegno di un Ha-yez!»

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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Ecco svelato ilgran mistero!Dall’attento lavoro del cronistadel CorSera di 139 anni fa ab-biamo così appreso — che il di-pinto titolato «La monaca»peritato dal professor Mazzoccacome di Hayez e identificato conun dipinto «Monaca» donatodall’artista alla lotteria di benefi-cenza del 1879, con altissimaprobabilità NON è quel dipintoche si è sempre detto donato daHayez alla lotteria.

Sul dipinto peritato da Mazzoccaed esposto a Milano 2009,Monza 2016 e a Lecco 2018 in«Ottocento Lombardo» (la mo-stra chiude fra pochi giorni, il 20gennaio 2019), non compare in-fatti alcuna scritta, né di Hayezné di altri.

Riteniamo che opportunamentela proprietà del dipinto farà ese-guire una perizia tecnica per ve-rificare senza ombra di dubbioche sotto strati più recenti di ver-nice non si nasconda un even-tuale autografo hayeziano.

La cosa è piuttosto remota ma:mai dire mai!

Ripetiamo quanto già sopra ac-cennato: nel caso risulti che neldipinto non sia in alcun modopresente la frase «Hayez, fatto a89 anni» ne deriva necessaria-mente che il dipinto peritato daMazzocca nel 1995 non sia diHayez?

Niente affatto!Potrebbe benissimo essere unterzo dipinto «Monaca» del mae-stro del Romanticismo.

Se dalle analisi tecniche risul-tasse però che il dipinto peritatoda Mazzocca nel 1995 NON è il

dipinto donato da Hayez alla lot-teria del 1879, per confermarnela autografia hayeziana sarebbeindispensabile rivedere ex-novola perizia del 1995, sia ricorrendoalle nuove metodologie anchestrumentali sia con un nuovo ap-proccio storico-documentale.

Se dobbiamo essere sinceri, noiper individuare un elemento ab-bastanza significativo non ab-biamo dovuto fare grandi sforzise non passare qualche ora at-taccati agli ormai antidiluvianiproiettori della Sormani di Milanoe rovinarci gli occhi nel decifrarealcuni negativi veramente in cat-tive condizioni del Corriere dellaSera del 1880.

Siamo certi che gli specialisti sa-pranno trovare altri e ancora piùinteressanti documenti.

E la “vincita” delconte Annoni?Sulla scorta delle testimonianzedella critica coeva e attuale(Mongeri 1883, Carotti 1890, Ni-codemi 1962, Coradeschi 1971,Mazzocca 1994 e 1995), ab-biamo sempre scritto che il di-pinto donato da Hayez allalotteria del 1879 venne vinto dalconte Aldo Annoni (che eraanche il Presidente del Comitatoorganizzatore).

A dire il vero, al momento, nonabbiamo individuato alcun docu-mento da cui risultasse in chemodo ciò sarebbe avvenuto.

È anche possibile che Annoniavesse acquistato un bel numerodi biglietti, per dare di tasca suauna mano alla buona riuscitadell’iniziativa (abbiamo visto chec’era questioni anche politichedietro di essa) e che quindi le sue

probabilità all’estrazione fosseropiù alte della media.

Ma è anche possibile che Annonisi sia mosso come quel signoredescritto nell’articolo di cui ab-biamo consigliato la lettura inte-grale, il quale, innamorato di unastatuina di Massimo d’Azeglio,aveva sì comprato 200 biglietti(4.000,00 Euro) ma si era anchepubblicamente dichiarato prontoa comprarla subito a ottimoprezzo da chi fosse stato più for-tunato di lui.

È quindi possibile che Annoni (oun suo incaricato) abbia tenutod’occhio il dipinto «Monaca» diHayez e lo abbia acquistato daun vincitore, forse altrettantoamante dell’arte del conte manon con lo stesso portafoglio.

Ecco questa è la storia del dipintodonato da Hayez per la lotteriadel 1879, che è sembrato perqualche anno fosse il dipinto «Lamonaca» presentato a Milano,Monza e Lecco come “ispirato daManzoni” e che invece con ogniprobabilità dobbiamo dare daoggi ancora per disperso.

Ci auguriamo naturalmente checomunque, anche se ignoto, siabello e vegeto, magari appeso inqualche casa più o meno patriziadi Milano.

Se così è, invitiamo i fortunatipossessori a non tenerselo soloper sé. Lo mostrino, ne organiz-zino la visione pubblica.

Se c’è la firma “Hayez / fatto a89 anni” saremo certi di essereveramente di fronte all’ultimocanto innovatore del vecchio emai domo artista venessian/mila-nés, amante dell’arte e delle belledonne — rigorosamente: nonmonache ma odalische.

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

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Per concludere:Hayez — conventied educande.Per concludere veramente,anche con un ponte verso il pros-simo e ultimo articolo dedicato acome gli artisti coevi a Manzoni siimpegnarono (salvo rare ecce-zioni) a cancellare la monacamanzoniana sostituendola conuna innocua icona, non pos-siamo non richiamare il lettore alfatto che in tutta questa vicendanon è mai apparso neppure disfuggita un qualsiasi elementoche potesse fare pensare a una“ispirazione manzoniana” inHayez nel mettere mano ai suoidipinti «Monaca».

Per la verità non sappiamo asso-lutamente come Hayez vedessela monaca manzoniana. In pro-posito non abbiamo alcuna testi-monianza e nelle sue «Memorie»non si fa alcun riferimento a “IPromessi Sposi”.

Troviamo però nelle «Memorie»dell’artista il racconto di un episo-dio vissuto dal giovane Hayez nelperiodo da lui vissuto a Roma trail 1809 e il 1817.

Il giovane Hayez era estrema-mente agile e abile arrampica-tore: per burla si issava sulle piùalte statue di Roma (anche ri-schiando di rompersi il collo), masempre con successo e tra legran risate dei giovani compagniartisti e chiassosi nottambuli.

Per queste sue doti atletiche era

stato richiesto da amici architettidi disegnare per tutti loro alcunimonumenti dall’alto, da un puntoche richiedeva capacità da sca-latore.

Di buon grado Hayez si era pre-stato e una mattina si arrampicòsu una alta e inagibile piatta-forma. Da lì poteva vedere i mo-numenti romani da unaprospettiva inusuale e — guardacaso — anche il cortile di un con-vento.

Ma leggiamo dalle sue parole(«Memorie», a cura di FernandoMazzocca e Caterina Ferri:, pp.83-84):

«Disegnai dall’alto i monumentidel Campo Vaccino, ossia il ForoRomano, così le colonne diGiove Statore, il Tempio dellaConcordia, quello dell’Antonino eFaustina e il Tempio della Pace emolti altri.

Fu appunto quando mi trovavosull’alto di questo tempio che iopotevo guardare forse senza es-sere veduto entro il giardino d’unconvento di cui non ricordo ilnome; vidi fra molte educandeuna giovinetta snella e graziosache mi stava guardando: io le fecicolla mano un saluto, senza peròparlare, essa mi corrispose nellostesso modo, per quel giorno nul-l’altro. Il giorno appresso la vidivenir sola nello stesso angolo delgiardino, mentre le altre ne eranodiscoste e occupate ai sollazzipermessi nell’ora della ricrea-zione: azzardai un saluto, e vi ag-giunsi qualche parola che purenon le dispiacesse, perché l’indo-mani tornò allo stesso posto, eper farmisi sentire muoveva lefronde di un grosso albero cheera sulla nostra visuale e che perconseguenza intercettava lavista. Capii che questa giovinetta,quantunque non parlasse, sen-

tiva volentieri qualche parola cheio sottovoce cercavo di farle in-tendere; parole che tentavano afarle capire la mia simpatia; masiccome ella doveva, per non es-sere scoperta, avvicinarsi allecompagne, io le dissi primach’ella si allontanasse che ilgiorno dopo alla stessa ora sareitornato a salutarla, e le gettai unbacio.

Intanto il mio lavoro poteva es-sere in quel giorno terminato, maio ad arte feci nascere il bisognodi dovere tornare qualche altravolta per ultimarlo. La faccendaandò tanto avanti che la ragazzas’era molto riscaldata e mi disseche era stanca di stare in con-vento. Queste parole mi fecerotanto senso che dopo matura ri-flessione, e pensando alle conse-guenze che questi appuntamentipotevano portare, me ne astennidel tutto.

Ciò non sfuggì all’occhio degli Ar-chitetti, miei compagni, ma lacosa finì e non ebbe altro se-guito.»

Non sappiamo se questo rac-conto (per altro del tutto verosi-mile, come ci è stato assicuratoda una educanda dei tempi no-stri) sia stato inserito da Hayeznelle «Memorie» per malizia neiconfronti del racconto di Manzonio solo per nostalgia dell’estro chein giovane età tanti sogni e sim-patiche esperienze gli aveva ga-rantito.

Sta di fatto che questo èl’unico accenno letterario cheabbiamo su Hayez e da Hayezstesso sul soggetto «Monaca».

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

Su quello peritato dal Professor Mazzocca nel 1995 non compare alcuna scritta.

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30. Riassumendo.Avevamo svolto ai primi di novem-bre una critica di dettaglio della mo-stra «Ottocento Lombardo» (Lecco,20-10-18 / 20-01-19) mettendone inluce:

1 la totale estraneità rispetto allatradizione culturale di Lecco;

2 la cancellazione del ruolo diManzoni nello sviluppo anchedelle arti figurative dell’Ottocento;

3 la cancellazione degli stretti le-gami tra molti degli artisti espostie l’opera di Manzoni o dellostesso Manzoni;

4 un errore pacchiano nella tito-lazione di un’opera esposta;

5 un grossolano errore su tutti glistrumenti di comunicazione alpubblico con la non menzionedell’anno di svolgimento dellamostra;

6 la totale mancanza di informa-zione tesa a favorire le visite allamostra, per esempio eviden-ziando la possibilità di ingressoattraverso la tessera dei circuitimuseali della Lombardia

ma soprattutto:

7 l’attribuzione a una ispirazionemanzoniana per un dipinto at-tribuito ad Hayez senza il mi-nimo riferimento documentalee al quale era stato mutato il ti-tolo da «Monaca» a «La mo-naca», per ragioni a nostroavviso solo promozionali.

Le nostre osservazioni, tuttescrupolosamente documentate:

8 dalla curatrice della mostra Si-mona Bartolena sono state defi-nite “deliranti” e dalla stessa cisono state rivolte minacce di de-nuncia per diffamazione;

9 a questa risposta di Bartolena,che ci limitiamo a definire “allaDon Rodrigo” (siamo a Lecco,no?), si è associata SimonaPiazza (Assessore alla Culturadel Comune di Lecco) che, dopole nostre osservazioni, ha confer-mato la “piena fiducia” agli orga-nizzatori e alla curatriceBartolena.

La reazione abnorme della cura-trice Bartolena e l’appoggio in-condizionato accordatoledall’Assessore Piazza ci avevasuggerito di approfondire il tema.Abbiamo quindi:

10 verificato che in merito al rap-porto tra dipinto attribuito adHayez e Manzoni, a Lecco si eraseguito un copione già sperimen-tato per altre due mostre (Ca-stello Sforzesco, Milano 2009 /Villa Reale, Monza 2016), ab-biamo chiesto delucidazioni alledirezioni di queste strutture;

11 da queste ci è stato risposto inmodo evasivo;

12 siamo stati cortesemente indiriz-zati alla proprietà del dipinto checi ha dato un quadro completa-mente differente: il dipinto è statoperitato dal Professor Mazzoccanel 1995, che gli ha attribuito il ti-tolo «Monaca» già assegnatoglidallo stesso Hayez, identifican-dolo con un dipinto che la criticacoeva e successiva (Carotti1890, Nicodemi 1962) diconodonato da Hayez a una lotteria dibeneficenza del 1789 dove sa-rebbe stato vinto dal conte AldoAnnoni. La perizia di Mazzoccaevidenziava anche una serie dielementi stilistici che colloche-rebbero il dipinto all’ultima attivitàdi Hayez, proiettata verso nuoveprospettive artistiche; senza

alcun riferimento a Manzoni ealla monaca di Monza. Una peri-zia quindi condotta senza ricorsoalle nuove metodiche chimiche-fotografico ma di tipo “tradizio-nale”, basata su valutazionistilistiche e su un elemento do-cumentale non fortissimo; unaperizia comunque da conside-rare come valida data l’espe-rienza e l’autorità indiscussa diMazzocca;

13 nell’approfondimento della no-stre ricerche, tese a indagare sulsupposto rapporto dipinto/mo-naca manzoniana, abbiamo ap-profondito la vita e l’operadell’ultimo Hayez con il suo lungorapporto con Manzoni;

14 ci siamo così imbattuti in ele-menti di cronaca e documentalerelativi alla lotteria del 1879 cuiHayez avrebbe donato il suo di-pinto «Monaca»;

15 tra questi elementi una cronacaapparsa su Il Correre della Seradel 12-13 febbraio 1880, nellaquale si scrive in modo inequivo-cabile che il dipinto «Monaca»donato da Hayez alla lotteria del1879 era contrassegnato da unautografo hayeziano recante:«Hayez / fatto a 89 anni»;

16 con questo elemento documen-tale, il presupposto di Mazzoccasecondo cui il dipinto da lui peri-tato fosse da identificare conquello donato da Hayez per lalotteria del 1879, viene a cadere;

17 a seguito di tale elemento, non èdetto che il dipinto «Monaca» pe-ritato da Mazzocca nel 1995 nonpossa essere attribuito ugual-mente ad Hayez: sta di fatto chenon è quello donato da Hayezalla lotteria del 1879.

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CENTRO STUDI ABATE STOPPANI• Torna alle ombre dell’Ottocento il dipinto «Monaca» di Francesco Hayez?• Sul suo dipinto «Monaca», donato per beneficenza nel 1879, Hayez scrisse: «Hayez, fatto a 89 anni».

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.Gentili lettori,

anche questa volta abbiamo do-vuto un poco abusare della vo-stra attenzione ma riteniamo siail caso di essere su tutti questiaspetti scrupolosi e il più possi-bile attenti alla realtà storico-do-cumentale per avvicinarci,almeno un poco, alla precisioneche pretendiamo dagli ingegnerinei loro calcoli strutturali o dalchirurgo quando interviene sullenostre coronarie.

Ringraziando per l’attenzione, viporgiamo i più cordiali saluti.

Fabio StoppaniCentro Studi Abate Stoppani.

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P.S.

Di seguito vi anticipiamo loschema dell’ultima parte di que-ste nostre note.

Parte Terza.

Che posto ha avuto nella pitturadell’Ottocento la monaca narratae disegnata da Manzoni? Preoc-cupati delle reazioni di Chiesa eperbenisti, gli artisti (unica ecce-zione Mosè Bianchi) si guarda-rono bene dal metterci mano.

Questi i capitoli:

Alla pubblicazione de «I Pro-messi Sposi» nel 1827, temendole reazioni clericali, da parte deipittori matite e pennelli in asso-luta immobilità sulla vicenda dellaSignora di Monza — anche ilGranduca di Toscana censural’episodio.

Scatta una reazione diversivaanti-manzoniana: apre la strada ilfurbo Giovanni Rosini con il suorisibile romanzetto (che peròvende più del Manzoni ed è

anche tradotto prima e in più lin-gue — Rosini si vanterà: «Il mioLa Monaca di Monza ha ucciso iPromessi Sposi»).

Con altro taglio (ma sulla stessalinea) segue a ruota CesareCantù (in rotta con Manzoni perragioni anche personali): divul-gando il Ripamonti con la sua tra-duzione in italiano, sposta l’assedell’attenzione dai diversi temietici posti da Manzoni a quellodella facile cronaca scandalistica.

Salgono sul carro della diver-sione Angelo Appiani di Monza el’amico incisore Beretta: si inven-tano un “ritratto originale della Si-gnora De Leyva” e insiemedefiniscono il canone anti-man-zoniano della Monaca di Monzache si imporrà rapidamente:compostezza interiore (ed este-riore), serenità melanconica.

Nonostante la risposta di Man-zoni che, con Gonin, cerca di im-porre la corretta iconografia conla Quarantana, i pochissimi pittoriche si cimentano col tema capi-scono l’antifona e si adeguano. Inprima fila l’abile Molteni, che siassicura così citazioni a non fi-nire, sempre rinnovate fino ai no-stri giorni.

Unica voce discordante è MosèBianchi, che non riesce però asciogliere adeguatamente il nodosotto il profilo artistico e scivolanella esasperazione.

Collegamenti utili:

Immediatamente relati al temasopra trattato:

• Le monache di Hayez — Ve-rificare la documentazione.Non dare nulla per scon-tato. (10-01-2019)

• Chi ha realmente visitato lamostra «Ottocento Lom-bardo»? (10-01-2019)

• Le reazioni — anche scom-poste — alle nostre osser-vazioni critiche sulla mostra«Ottocento Lombardo» diLecco. (19-11-2019)

• Mostra «Ottocento Lom-bardo» a Lecco (20-10-18 /20-01/19) — Una buona oc-casione sprecata / Nostreosservazioni critiche. (16-11-2018)

Relati più in generale alla Si-gnora di Monza, narrata daManzoni:

• Manzoni e la Monaca diMonza: la famiglia violenta,paradigma della società.

• Monacazioni forzate – Lespiritose zie di Manzoni.