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UNIVERSIT ` A DEGLI STUDI DI CAGLIARI Facolt` a di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di laurea in Fisica Fattibilit` a di un esperimento per la diffusione di neutrini su elettroni polarizzati Relatore: Candidata: Prof. Biagio Saitta Claudia Vacca Anno Accademico 2010-2011

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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CAGLIARI

Facolta di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali

Corso di laurea in Fisica

Fattibilita di un esperimento per la diffusione

di neutrini su elettroni polarizzati

Relatore: Candidata:

Prof. Biagio Saitta Claudia Vacca

Anno Accademico 2010-2011

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Indice

1 Sezioni d’urto 21.1 Interazioni elastiche neutrino-elettrone . . . . . . . . . . . . . . 21.2 Sezione d’urto differenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41.3 Sezione d’urto differenziale su elettroni polarizzati . . . . . . . . 7

2 Polarizzazione del bersaglio 122.1 Grado di polarizzazione: il GSO . . . . . . . . . . . . . . . . . . 122.2 Sezione d’urto totale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15

3 Interazione e rivelazione 183.1 νe solari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 183.2 νe da reattore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19

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Elenco delle figure

1.1 Diagrammi di Feynman per la diffusione elastica νµ-e, νµ-e, νe-ee νe-e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

1.2 Sezioni d’urto differenziali su elettroni non polarizzati a)νe-e b)νe-e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

1.3 Piano di reazione per diffusione elastica ν-e . . . . . . . . . . . . 71.4 Neutrino: diffusione elastica da bersaglio polarizzato a)νe-e b)νµ-

e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81.5 Antineutrino: diffusione elastica da bersaglio polarizzato a)νe-e

b)νµ e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91.6 Diffusione elastica su elettroni polarizzati di νe, νµ, νe , νµ . . . 101.7 Diffusione elastica su elettroni polarizzati di νe, νµ, νe , νµ . . . 11

2.1 Diffusione elastica di νe νµ νe νµ da elettroni polarizzati conEν=1MeV, assumendo P=0.067 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

2.2 Diffusione elastica νe νµ νe νµ da elettroni polarizzati con Eν=1GeV,assumendo P=0.067 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14

2.3 Sezione d’urto totale per diffusione di νe, νµ, νe , νµ su elettronipolarizzati con Cα=1, P=0.067 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16

3.1 Flusso νe da reattore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 203.2 Spettro energetico dei νe generati (in blu) e dei νe che hanno

interagito (in rosso) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 213.3 Sezione d’urto νe-e con Cα=±1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 223.4 Confronto tra gli spettri di energie dei νe che hanno interagito

su bersagli con Cα=1 (in blu) e Cα=-1 (in rosso) con P=0.067 . 233.5 Spettro delle energie cinetiche degli elettroni con Cα = 1 (in

blu) e Cα=-1 (in rosso), P=0.067 . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

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Introduzione

La realizzazione di un bersaglio polarizzato magneticamente e anche attivo,che cioe possa funzionare anche da rivelatore, e di interesse per lo studio diuna varieta di fenomeni.In questa dissertazione ci proponiamo di studiare la possibilita di impiegareun bersaglio/rivelatore di tal genere nei processi che coinvolgono la diffusioneelastica di neutrini su elettrone.In essa sono presentate le sezioni d’urto differenziali in funzione della polariz-zazione, soffermandoci anche sulla differenze che distinguono neutrini e anti-neutrini delle varie classi leptoniche. Utilizzando un grado di polarizzazionedel bersaglio gia raggiunto sperimentalmente in cristalli di GSO, sono stati va-lutati il numero di eventi attesi in un rivelatore di circa 300 kg di massa espostial flusso di neutrini solari monocromatici della riga del 7Be e di antineutrinida reattore a 20 m di distanza.Solo in questo secondo caso, il numero di eventi e tale da permettere diosservare differenze fra gli stati diversi di polarizzazione.

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Capitolo 1

Sezioni d’urto

1.1 Interazioni elastiche neutrino-elettrone

Le interazioni tra neutrino ed elettrone sono puramente deboli e, in quantotali, mediate dai bosoni W+, W− e Z0. Lo scambio di W+ e W− comportail cambiamento della carica della particella dello stato finale rispetto a quelladello stato iniziale ed i processi interessati si dicono pertanto processi di cor-rente carica debole, mentre le interazioni mediate dal bosone Z0, neutro, noncomportano cambiamento della carica elettrica e si dicono processi di correnteneutra.Le reazioni da noi considerate sono i processi di diffusione elastica

νle −→ νle

νle −→ νle

con l=e,µ,τ , i cui diagrammi di Feynman sono mostrati nella figura 1.1.Fra questi processi, quelli iniziati da neutrini(o antineutrini) di tipo µ e τ ,coinvolgendo solo il bosone Z0, sono esclusivamente di corrente neutra, mentre

νee −→ νee

νee −→ νee

possono essere mediate anche da bosoni vettoriali carichi e quindi coinvolgonocorrenti neutre e cariche.I leptoni sono fermioni di spin 1

2, dotati di carica 0,±1. Sono suddivisi in tre

generazioni, distinte dai numeri quantici leptonici Le, Lµ, Lτ che nei processi diinterazione tra particelle si conservano indipendentemente e possono assumere

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-e

0Z

-e

+

-e

eν-W

-e

-e

0Z

-e

-e

µν

+W

-e

µν

-e

0Z

-e

+

-e

µν

0Z 0Z

µν

-e

0Z

q

qg

Figura 1.1: Diagrammi di Feynman per la diffusione elastica νµ-e, νµ-e, νe-e eνe-e

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valore 1 o -1 (per antileptoni). L’elettrone ed il suo neutrino sono collocati inun doppietto left-handed di spin isotopico debole, mentre, poiche nel ModelloStandard i neutrini sono rigorosamente a massa nulla e quindi νR non esiste,eR− e collocato in un singoletto di spin isotopico (analogamente per le altre

generazioni).Tuttavia, il fenomeno delle oscillazioni di neutrino, osservato sperimentalmen-te, comporta estensioni o generalizzazioni del Modello Standard che pero nonsono di interesse in questo contesto.

1.2 Sezione d’urto differenziale

La sezione d’urto differenziale per diffusione elastica di neutrini su elettroninon polarizzati nel Modello Standard puo essere scritta come [1]:

dσνe

dT=

2G2me

π[(g2

L − gLgRmeT

E2ν

) + g2R(1− T

Eν)2] (1.1)

dove si e supposto che l’elettrone di massa me, sia a riposo nel suo stato inizialee T e l’energia cinetica dell’elettrone di rinculo.Generalmente si esprime la sezione d’urto differenziale in funzione di una va-riabile y definita come il rapporto T

Eνtra l’energia cinetica dell’elettrone nello

stato finale e l’energia del neutrino incidente. In questa notazione la sezioned’urto si scrive:

dσνe

dy=

2G2meEνπ

[(g2L − gLgR

mey

Eν) + g2

R(1− y)2] (1.2)

G=1.16637(1)·10−5 GeV −2 e la costante d’accoppiamento di Fermi, mentre gLe gR sono costanti d’accoppiamento che assumono valori differenti in funzionedel processo. In particolare, definito l’angolo di Weinberg θw, per processipuramente di corrente neutra come νµ − e e ντ − e si ottiene:

gL = sin2θw − 1/2gR = sin2θw

Per la diffusione νe−e, che come detto in precedenza coinvolge correnti neutree cariche, invece si ha:

gL = sin2θw + 1/2gR = sin2θw

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Poiche il valore misurato per sin2θw e 0.23120±0.00015, si ottiene per νµ − e:gL = −0.27gR = 0.23

e per νe − e:gL = 0.73gR = 0.23

Per antineutrini incidenti su elettroni non polarizzati la sezione d’urto si scrivecome [1]:

dσνe

dT=

2G2me

π[(g2

R − gLgRmeT

(Eν)2) + g2

L(1− T

Eν)2] (1.3)

che si ottiene da quella per neutrini semplicemente scambiando fra loro lecostanti d’accoppiamento gL e gR.A scopo illustrativo mostriamo nella figura 1.2 l’andamento delle sezioni d’urtodifferenziale per νe,νµ,νe e νµ incidenti all’ energia Eν=1.0 MeV.Mediante una relazione cinematica facilmente derivabile, si puo esprimere l’e-nergia cinetica T in funzione dell’angolo θ′e tra la direzione del momento delneutrino incidente q e la direzione di diffusione dell’elettrone finale:

T =2mecos2 θ′e

[1 + meEν

]2 − cos2 θ′e(1.4)

L’intervallo di variazione dell’energia cinetica sara quindi limitato entro i valori0 e 2Eν

2+meEν

.

Nel limite di T nulla, i valori delle sezioni d’urto differenziali di neutrino e an-tineutrino dello stesso tipo leptonico coincidono, considerato che le espressioni1.1 e 1.3 si riducono entrambe alla somma dei quadrati g2

L e g2R.

Tutte le curve mostrano inoltre un andamento decrescente all’aumentare del-l’energia cinetica, piu evidente per νe − e rispetto a νµ − e a causa del segnoopposto delle costanti gL nei due casi.Da notare come la sezione d’urto per νe sia maggiore di circa un fattore 5rispetto a quella per νµ. Cio e dovuto al doppio contributo di corrente neutrae carica nel primo caso, che si riduce al solo contributo di corrente neutra nelsecondo. Questo fatto e meno marcato per il caso di antineutrino specie infunzione di y, sia per i valori numerici delle costanti gL e gR, sia, a energie Eνconfrontabili con la massa dell’elettrone, per la presenza nella sezione d’urtodel termine proporzionale a me che ha effetti diversi. Cio e visibile nella figura1.2, dove le stesse sezioni d’urto differenziali sono riportate per Eν=1GeV. Siosserva, come aspettato, che le sezioni d’urto per νe e νµ tendono allo stessovalore numerico per T prossime al valore massimo.

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T(MeV)0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

2

4

6

8

10

eνµνeνµν

=1MeVνE

T(MeV)0 100 200 300 400 500 600 700 800 900

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

2

4

6

8

10

eνµνeνµν

=1GeVνE

Figura 1.2: Sezioni d’urto differenziali su elettroni non polarizzati a)νe-e b)νe-e

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Figura 1.3: Piano di reazione per diffusione elastica ν-e

1.3 Sezione d’urto differenziale su elettroni po-

larizzati

Consideriamo ora il caso in cui gli elettroni-bersaglio si trovino in uno statopolarizzato e non si misuri la polarizzazione dell’elettrone nello stato finale.Sia η la direzione lungo cui giace il vettore di polarizzazione dell’elettrone nelsuo stato iniziale e q il versore della quantita di moto del neutrino incidente,come mostrato in figura 1.3.Le sezioni d’urto in questo caso assumono per ν−e una loro forma piu generale[1]:

dσνe

dT=

2G2me

π[(1+Cα)(g2

L−gLgRmey

Eν)+g2

R(1−y)2(1−Cα+meyCαEν − T

)] (1.5)

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avendo definito Cα= η·q. Per urti che coinvolgano antineutrini sara sufficien-te scambiare le costanti d’accoppiamento gL e gR e invertire il segno di Cαnell’equazione 1.5.

T(MeV)0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

=1α Ceν

=1α Cµν

=-1α Ceν=-1α Cµν

=1MeVνE

T(MeV)0 100 200 300 400 500 600 700 800 900

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

=1α Ceν

=1α Cµν

=-1α Ceν=-1α Cµν

=1GeVνE

Figura 1.4: Neutrino: diffusione elastica da bersaglio polarizzato a)νe-e b)νµ-e

Dallo studio dell’andamento delle sezioni d’urto differenziali per neutrino infunzione dell’energia cinetica T, a energia Eν fissata (1MeV nel caso illustratoin figura 1.4), si evince che per polarizzazione parallela alla direzione di motodella particella incidente (Cα=1) dσ

dTe circa sette volte maggiore per νe che per

νµ, in analogia con il caso in cui Cα=0. Il termine dominante nell’equazionee infatti rappresentato dalla costante g2

L, che nei due casi considerati assumerispettivamente i valori (sin2θw) + 1/2)2 e (sin2θw − 1/2)2.Nel caso Cα=-1 di polarizzazione antiparallela a q invece si osserva una so-vrapposizione delle curve, dovuta all’annullarsi della dipendenza da gL,unicoparametro discriminante i due processi in esame. Per energie cinetiche vicineal valore massimo possibile, la sezione d’urto si annulla.

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Nel caso νe, per polarizzazione parallela alla direzione di moto del neutrinoil termine dominante nella sezione d’urto e 2g2

L e pertanto non si ha unagrande variazione nell’intervallo dei valori permessi per T. Nel caso di Cα=-1 invece permane una forte dipendenza da y e in questo caso i valori dellasezione d’urto differiscono di circa un fattore 10 agli estremi dell’intervallo edin assoluto sono circa 10 volte inferiori al caso Cα=1. Nel limite di Eν � me

con Cα=1, la dipendenza da T si annulla completamente, mentre nel secondocaso permane solo il termine proporzionale a (1− y)2.

T(MeV)0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18=1α Ceν=1α Cµν=-1α Ceν=-1α Cµν

=1MeVνE

T(MeV)0 100 200 300 400 500 600 700 800 900

/MeV

) 2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18=1α Ceν=1α Cµν=-1α Ceν=-1α Cµν

=1GeVνE

Figura 1.5: Antineutrino: diffusione elastica da bersaglio polarizzato a)νe-eb)νµ e

Nella figura 1.5 e mostrata dσdT

relativamente alla diffusione νe. Per tutti i casiconsiderati, eccetto quello relativo al νµ e Cα=-1, le sezioni d’urto tendono azero per energie cinetiche prossime al valore massimo di T.Questo e particolarmente marcato per il caso νe− e che va con (1− y)2 e trovaspiegazione considerando l’elicita delle particelle coinvolte.

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Dalla figura 1.4 si osserva anche che in caso di polarizzazione dell’elettroneantiparallela a q per valori di T elevati la sezione d’urto per νe e minore dellasezione d’urto per νµ. E bene specificare come tale risultato sia tipico di energieEν confrontabili con la massa dell’elettrone, mentre nel limite di Eν � me ledue curve si sovrappongono e perdono ogni dipendenza da y poiche l’unicotermine non nullo sotto tale limite e g2

L.La sezione d’urto differenziale in caso di bersaglio polarizzato si puo quindiricondurre facilmente al caso con polarizzazione nulla, considerando che lamedia tra i due casi estremi per la polarizzazione dell’elettrone (Cα=1 parallelae Cα=-1 antiparallela) corrisponde a uno stato Cα=0, non polarizzato.Per maggiore chiarezza e completezza, concludiamo riportando i grafici di raf-fronto tra i casi di urto su elettroni polarizzati e non nelle figure 1.6 e 1.7,ottenute per Eν=1MeV e Eν=1GeV, ove si sintetizzano gli argomenti discussifinora.

T(MeV)0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

=1αC=-1αC

=0αC

=1MeVν Eeν

T(MeV)0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

0.5

1

1.5

2

2.5

3

3.5

4

=1αC

=-1αC

=0αC

=1MeVν Eµν

T(MeV)0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

5

10

15

20 =1αC

=-1αC=0αC

=1MeVν Eeν

T(MeV)0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

0.5

1

1.5

2

2.5

3

=1αC

=-1αC

=0αC

=1MeVν Eµν

Figura 1.6: Diffusione elastica su elettroni polarizzati di νe, νµ, νe , νµ

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T(MeV)0 100 200 300 400 500 600 700 800 900

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

=1#aplhaC

=-1#aplhaC=0#aplhaC

1GeVeν

T(MeV)0 100 200 300 400 500 600 700 800 900

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

0.5

1

1.5

2

2.5

3

3.5

4 =1#aplhaC

=-1#aplhaC

=0#aplhaC

1GeVµν

T(MeV)0 100 200 300 400 500 600 700 800 900

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

=1#aplhaC

=-1#aplhaC=0#aplhaC

1GeVeν

T(MeV)0 100 200 300 400 500 600 700 800 900

/MeV

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

0.5

1

1.5

2

2.5

3 =1#aplhaC=-1#aplhaC=0#aplhaC

1GeVµν

Figura 1.7: Diffusione elastica su elettroni polarizzati di νe, νµ, νe , νµ

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Capitolo 2

Polarizzazione del bersaglio

2.1 Grado di polarizzazione: il GSO

Le sezioni d’urto in caso di elettroni polarizzati considerate finora valgono perbersagli ideali, la cui polarizzazione e totale.In situazioni reali, il grado di polarizzazione P e pero di molto inferiore al 100%.Ipotizzando quindi che solo una frazione P del numero totale degli elettronidel bersaglio sia polarizzata, la restante (1-P) mostrera una polarizzazionein media nulla. La sezione d’urto nel caso descritto dovra quindi essere unamedia pesata delle due dσ

dTcon Cα=0 e ±1, a seconda del verso di polarizzazione

rispetto alla direzione di moto del neutrino:

dσνe

dT= (1− P) · dσ

νe

dT|Cα=0 + P · dσ

νe

dT|Cα=±1 (2.1)

E stata studiata in precedenza [2] la possibilita di polarizzare un cristallo diGSO (ortosilicato di gadolinio), cristallo inorganico paramagnetico e scintil-lante, le cui caratteristiche ne permettono l’uso come bersaglio polarizzatomagneticamente e al tempo stesso attivo, quindi adatto alla rivelazione delleinterazioni di diffusione elastica ν−e o eventualmente ν−e di nostro interesse.Il gadolinio e un metallo di transizione, con numero atomico Z=64. Ogni ato-mo e dotato di 7 elettroni spaiati dell’orbitale 4f e il suo momento magneticomassimo e m=7µB, con µB= 9.274·10−24 J/T magnetone di Bohr.La molecola di GSO (Gd2SiO5) e quindi dotata di 14 elettroni polarizzabilisu un totale di 182. Considerato che a 5K e con un campo magnetico di 5Tsi raggiunge una magnetizzazione pari all’86,6% della massima possibile, glielettroni polarizzati saranno solo il 6,7% del totale [2].

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In queste condizioni, considerando le interazioni tra neutrini(o antineutrini)di un fascio incidente e gli elettroni di un bersaglio di GSO polarizzato, sarapertanto necessario porre nella formula 1.5 della sezione d’urto P=0.067. Peril 93,3% degli elettroni vale quindi la sezione d’urto differenziale espressa dallaformula 1.1 (1.3), in caso di neutrini (antineutrini), mentre per il restante6.7% si deve considerare la sezione d’urto differenziale per elettroni polarizzati-formula 1.5.Analoghe considerazioni valgono per il caso di antineutrini.L’andamento delle sezioni d’urto per νe, νµ, νe e νµ per questo caso e mostratonelle figure 2.1 e 2.2, per valori Eν=1MeV e Eν=1GeV rispettivamente.

T(MeV)0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7

/Mev

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

6

7

8

9

10

11

12

=1αC

=-1αC

=1MeVν Eeν

T(MeV)0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7

/Mev

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

1.5

1.6

1.7

1.8

1.9

2

2.1

2.2

2.3

2.4

=1αC=-1αC

=1MeVν Eµν

T(MeV)0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7

/Mev

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

2

4

6

8

10

12 =1αC

=-1αC

=1MeVν Eeν

T(MeV)0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7

/Mev

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

1

1.2

1.4

1.6

1.8

2

2.2

2.4

2.6=1αC

=-1αC

=1MeVν Eµν

Figura 2.1: Diffusione elastica di νe νµ νe νµ da elettroni polarizzati conEν=1MeV, assumendo P=0.067

Le sezioni d’urto differenziali per νe nei due casi a polarizzazione oppostapresentano una differenza relativa del 10,8% che si mantiene praticamentecostante per l’intero l’intervallo di T sia per Eν=1MeV, sia per Eν=1GeV.

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T(MeV)0 100 200 300 400 500 600 700 800 900

/Mev

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

8

8.5

9

9.5

10

10.5

11

11.5

12

=1αC

=-1αC

=1GeVν Eeν

T(MeV)0 100 200 300 400 500 600 700 800 900

/Mev

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0.6

0.8

1

1.2

1.4

1.6

1.8

2

2.2

2.4

=1αC

=-1αC

=1GeVν Eµν

T(MeV)0 100 200 300 400 500 600 700 800 900

/Mev

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0

2

4

6

8

10

12 =1αC

=-1αC

=1GeVν Eeν

T(MeV)0 100 200 300 400 500 600 700 800 900

/Mev

)2

cm

-45

/dT

(10

σd

0.6

0.8

1

1.2

1.4

1.6

1.8

2

2.2

2.4 =1αC

=-1αC

=1GeVν Eµν

Figura 2.2: Diffusione elastica νe νµ νe νµ da elettroni polarizzati conEν=1GeV, assumendo P=0.067

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Cio avra importanti conseguenze nello studio sulle dimensioni di un possibilerivelatore.Per νe, all’aumentare di T, la differenza tra i casi Cα=1 e Cα=-1 diminuiscefino ad annullarsi, mentre per neutrini e antineutrini di tipo µ raggiunge ilvalore massimo per valori di T ∼ Tmax, indipendentemente dall’energia delneutrino incidente Eν . Il comportamento descritto e particolarmente evidenteper νµ incidenti a energie di 1 MeV, caso in cui si osserva una differenza relativache raggiunge il 17% per T massima. Da osservare che la differenza ha segnoopposto nei due casi per νµ e νµ.

2.2 Sezione d’urto totale

Rivolgiamo ora il nostro interesse alle sezioni d’urto totali. La σ totale, misuradella probabilita di interazione e funzione dell’energia della particella incidente,si calcola integrando la sezione d’urto differenziale:

σνe =∫ Tmax

0

dσνe

dTdT =

∫ ymax

0

dσνe

dydy (2.2)

o, ricordando che

ymax =2

2 + meEν

,

in forma esplicita:

σνe(Eν) =2meG

2

π

{2Eν

1 + meEν

[g2L(1 + PCα) + g2

R(1− PCα)]

+

4Eν(1 + me

Eν)2

[g2R(PCα − 1 + P

meCα2Eν

)− gLgRme(1 + PCα)

2Eν

]+

8Eν3(1 + me

Eν)3

[g2R(1− P(1 +meCα)

]}(2.3)

Le curve relative alla sezione d’urto totale per νe, νµ, νe e νµ con energie Eν com-prese tra 0.5MeV e 20MeV, considerando il grado di polarizzazione P ottenutonel GSO e Cα=1, sono mostrate nella figura 2.3-Sinistra. Abbiamo ritenutoopportuno evidenziare l’andamento non lineare della σ in funzione di Eν abasse energie inserendo anche un grafico che mostrasse il rapporto σ(Eν)/Eν .Come atteso, nel limite in cui la massa dell’elettrone risulti trascurabile, per

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(MeV)νE2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

)2 c

m-4

5 (

10σ

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

eνµνeνµν

(Eσ

(MeV)νE2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

/MeV

)2

cm

-45

(10

ν/Eσ

0

2

4

6

8

10

eνµνeνµν

ν)/E

ν(Eσ

Figura 2.3: Sezione d’urto totale per diffusione di νe, νµ, νe , νµ su elettronipolarizzati con Cα=1, P=0.067

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energie Eν � me, si stabilisce una proporzionalita diretta, evidenziata dallacostanza con l’energia delle curve nel grafico a destra.Consideriamo ora un fascio di flusso Φ di neutrini elettronici con spettroenergetico monocromatico, Eν = 1MeV .Ci proponiamo di calcolare il numero di interazioni per unita di tempo infunzione delle dimensioni del bersaglio GSO con il grado di polarizzazione P=0.067 e Cα=1.Se Ne e il numero di elettroni per cm3, n=NAρ/mM il numero di molecole percm3 (NA numero di Avogadro, mM=422.56g/mol massa molare e ρ=6.71g /cm3 densita di massa del GSO), Z=182 il numero degli elettroni nella molecolae dV volume unitario (1cm3), risulta:

Ne = nZdV (2.4)

Il numero di interazioni per unita di tempo e di volume sara proporzionale alflusso, al numero dei centri di diffusione e alla sezione d’urto totale:

Nint = Φ · σ ·Ne (2.5)

Poiche a 1MeV σ=7.65 · 10−45cm2, ipotizzando un flusso simile al flusso dineutrini solari Φ=6·1010

cm2s, il numero di interazioni per unita di volume nell’unita

di tempo risultera circa 8 · 10−10/(cm3s). Se considerassimo un rivelatore di50cmx50cmx20cm, ossia un volume di 5 ·104cm3 e massa 3.355·105g, avremmocirca 4 · 10−5interazioni/s, ossia 3.45 eventi al giorno.

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Capitolo 3

Interazione e rivelazione

Consideriamo ora piu quantitativamente due casi specifici:- νe solari del 7Be- νe da reattore.

3.1 νe solari

Il processo di cattura elettronica che avviene nel Sole produce, nel 90% deicasi, neutrini monocromatici di energia Eν=0.862MeV; nel restante 10% deicasi il neutrino ha un’energia di 0.383MeV [3]:

7Be+ e− → 7Li+ γ + νe

Data la grande differenza tra le masse delle particelle finali prodotte, l’energiaprodotta nel processo viene emessa interamente sotto forma di energia cineticadel neutrino, mentre il γ e prodotto per diseccitazione del nucleo di litio.Il modello solare prevede che il flusso relativo al processo e pari a 0.38·1010 ν

cm2s.

La sezione d’urto totale per P=0.067 risulta 6.34 · 10−45cm2 per Cα=1 e 5.60 ·10−45cm2 per Cα=-1. Per il GSO si otterrebbe che il numero di interazioniseguenti per i due casi e:-Nint = 4.19 · 10−11/(cm2s) per Cα=1-Nint = 3.68 · 10−11/(cm2s) per Cα=-1Se si utilizzasse il rivelatore ideale di massa e dimensioni considerate nel ca-pitolo precedente si otterrebbero rispettivamente nei due casi 0.181 e 0.159eventi al giorno. E evidente che per poterle distinguere sarebbe necessario unrivelatore di dimensioni molto maggiori e/o un tempo molto lungo durante ilquale acquisire dati.

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3.2 νe da reattore

I reattori nucleari costituiscono una sorgente abbondante di νe. Infatti si stimache il numero di antineutrini prodotti su tutto l’angolo solido e 2 · 1020 νe

sper

GW termico [4]. Questo ad una distanza di 20 m dal reattore, per esempio,corrisponde a 4 · 1013 νe

cm2s.

Lo spettro misurato presso ai reattori e ben descritto da [4]:

Stot(Eνe) = ΣkfkSk(Eνe) (3.1)

dove fk sono i contributi relativi ai quattro nuclei principali 235U 238U 239Pu241Pu , i cui prodotti di fissione generano gli antineutrini per decadimento β−,e Sk(Eν) i rispettivi spettri prodotti. Le percentuali relative ai nuclei fissili nelcombustibile usato sono [5]:-235U 53, 8%-238U 7.8%-239Pu 32.8%-241Pu 5.6%Gli spettri sono adeguatamente descritti da una parametrizzazione che esprimeSk(Eν) come un’esponenziale con argomento un polinomio [4]:

Sk(Eνe) = Σ6p=1αpkE

p−1νe (3.2)

dove αpk sono i coefficienti propri del nucleo fissile considerato.Nella figura 3.1sono mostrati i flussi relativi ai quattro nuclei e il flusso risul-tante totale.Nel caso in cui lo spettro dei neutrini incidenti non sia monocromatico, bi-sognera tener contro della dipendenza dall’energia della sezione d’urto totale,per ottenere lo spettro dei neutrini che hanno interagito e dunque dell’energiacinetica degli elettroni prodotti.E stata eseguita una simulazione mediante metodo Montecarlo, utilizzando uncodice scritto in Python interfacciato con ROOT, per ottenere lo spettro, usan-do il flusso parametrizzato nella maniera descritta e le sezioni d’urto calcolatenei capitoli precedenti per i due stati di polarizzazione, assumendo P=0.067.L’intervallo di energie considerato si estende da 0 a 8 MeV, valore oltre ilquale il flusso di neutrini e praticamente nullo. Da annotare il fatto che S(Eνe)nella forma considerata in 3.1 e 3.2 e stato derivato sperimentalmente solo perenergie superiori a 1.8 MeV [4], soglia al di sotto della quale non puo verificarsiil processo sfruttato tipicamente per la rivelazione, ossia:

νe + p −→ e+ + n

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(MeV)νE1 2 3 4 5 6 7 8

(a.u

.)Φ

-410

-310

-210

-110

1

10

U-235U-238Pu-239

Pu-241

Φ

(MeV)νE1 2 3 4 5 6 7 8

(a.

u.)

tot

Φ

-410

-310

-210

-110

1

10

totΦ

Figura 3.1: Flusso νe da reattore

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Abbiamo comunque esteso la parametrizzazione anche al di sotto di tale soglia.La figura 3.2 mostra il flusso totale di νe ottenuto nella simulazione, in completoaccordo almeno per la parte E con il dato di [4].Nella stessa figura e mostrata anche la distribuzione in energia per i νe che han-no interagito. L’andamento dei due istogrammi si puo facilmente comprenderefacendo riferimento alla sezione d’urto totale mostrata in figura 3.3.

Energia Neutrino (MeV)0 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Flu

sso

(a.u

.)

210

310

410

510

610

710

Figura 3.2: Spettro energetico dei νe generati (in blu) e dei νe che hannointeragito (in rosso)

In figura 3.4 sono messi a confronto il numero di interazioni per P=0.067,Cα=1 e Cα=-1 per lo stesso flusso di νe incidenti.Infine nella figura 3.5 vengono confrontate le distribuzioni dell’energia cine-tica dell’elettrone diffuso, che mostrano le caratteristiche gia evidenziate nelcapitolo 1, nel corso della discussione sulle sezioni d’urto differenziali.Per tradurre questi risultati in numero di interazioni per unita di tempo sulrivelatore GSO gia introdotto occorre operare una normalizzazione.

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(MeV)νE0 1 2 3 4 5 6 7 8

)2 c

m-4

5 (

10σ

0

5

10

15

20

25

30

35

=1α Ceν=-1α Ceν

(Eσ

(MeV)νE0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8

)2 c

m-4

5 (

10σ

0

0.5

1

1.5

2

2.5

3

=1α Ceν=-1α Ceν

(Eσ

Figura 3.3: Sezione d’urto νe-e con Cα=±1

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Energia Neutrino (MeV)0 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Num

ero

di e

vent

i

0

5000

10000

15000

20000

25000

30000

35000

40000

45000

Figura 3.4: Confronto tra gli spettri di energie dei νe che hanno interagito subersagli con Cα=1 (in blu) e Cα=-1 (in rosso) con P=0.067

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Energia Cinetica Elettrone (MeV)0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5

Num

ero

di e

vent

i

0

20

40

60

80

100

120

310×

Figura 3.5: Spettro delle energie cinetiche degli elettroni con Cα = 1 (in blu)e Cα=-1 (in rosso), P=0.067

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Sia NGνe il numero di neutrini generati e N o

int il numero di interazioni ottenutenella simulazione. Poiche si e assunto che tutti i νe con E = Emax = 8MeVinteragissero, il numero effettivo di interazioni per singolo elettrone e dato dalprodotto:

Neff = N oint · σ(Emax) ·

NVνe

NGνe

dove NVνe e il flusso flusso reale. Moltiplicando per Ne si ottiene il numero di

interazioni per unita di volume e unita di tempo. Nel nostro caso otteniamo4.18 · 10−3 eventi/s, ossia 361 eventi al giorno, per Cα=1 da confrontarsi con332 eventi al giorno nel caso Cα = -1.Sebbene si siano trascurate le sorgenti di fondo (particolarmente importanti adenergie maggiori di 1.8MeV le interazioni tra νe-p) ed efficienze di rivelazione,a questo livello si puo osservare che se si esponessero simultaneamente allostesso flusso due rivelatori polarizzati in maniera opposta si sarebbe in gradodi apprezzare la differenza tra le polarizzazioni.

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Bibliografia

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[3] J.N.Bahcall et al., ApJ 621, L83, 2005; Phys.Rev. Lett.92, 121301, March2004

[4] Th.A.Mueller, D.Lhuiller, M.Fallot et al., Physical Review C 83, 054615(2011)

[5] G.Mention, M.Fechner, Th.Lasserre et al., The reactor antineutrinoAnomaly, February 2, 2011

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Ringraziamenti

Desidero ringraziare sentitamente innanzi tutto il Prof. Biagio Saitta per aver-mi dato l’opportunita di lavorare con lui. Senza l’impegno, l’immensa dispo-nibilita e attenzione che, se possibile, conferiscono un ultimo valore aggiuntoa una ben nota professionalita e competenza, il tempo e il lavoro dedicato aquesto scritto non sarebbero valsi tanto.Ringrazio anche il Prof.Cardini per le preziose dritte.Grazie a tutte le persone che mi son state vicine nel mio percorso, la miafamiglia e i miei amici, vecchi e nuovi, e i miei colleghi, sostenendomi nei trattiin salita e affiancandomi meta dopo meta.E so di dover ringraziare tutti i docenti che mi hanno insegnato l’importanzadella cultura, dell’istruzione, della comprensione e del miglioramento. Un gra-zie particolare a chi con la propria passione per la materia ha saputo coltivarela mia.A tutte queste persone e dedicato questo lavoro di tesi.

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