8/7/2019 Fatta l'Italia, Pippo Baudo vuol riportare in tv la lingua italiana...

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NON E MAI TROPPO TARDI

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RIPORTARE IN TVLA LINGUA ITALIANA...DAL16 MARZO CONDURR 150. PROGRAMMA SULL'UNITDEL PAESE. INTANTO, CELEBRA GARIBALDI E CRITICALE LEGHE (DEL NORD E DEL SUD). MA, SOPRATTUTTO,ATTACCA CERTI SUOI COLLEGHI. CHE PARLANO MALE

di ANGELO CAROT ENUT O e ELENA MARTELLI

PIPPO BAUDO, 75 ANNILA SUA PRIMA APPARIZIONETELEVISIVA DEL 'b9.NEL VARIETLA CONCHIGLIA D 'ORO.PROGRAMMA CONDOTTODA ENZO TORTORA

1 barman dell'Unit d'Italia. Ch e cocktail di storie edi passioni, quegli anni. Il romanzo pi bello che sipossa scrivere. Io dovr solo prendere tutta la mate-ria e shakerare. Bianco, rosso e Pippo Baudo, il Ri-sorgimento arriva in prima serata Hai. L a storia el'intrattenimento, la formula che pi gli sta a cuore,gi frequentata co n Giorno dopo giorno, Novecento, I mi-gliori anni. Spettacolo e riflessione insieme, un'impre-sa, una difficolt pazzesca come dice lui, ora che alcinquantaduesimo anno di televisione e che in televisio-ne vede sempre pi spesso passare soltanto un diverti-mento lepido ed epiderm ico, mai di sostanza.U na sfida altissima, improvvisamente avvolta d'arianuova dopo il Benigni passato a S anremo a caval lo del-l'inno di Mam eli. Una cosa inattesa. Come se improvvi-samen te gli italiani, sban dati e senza pi pun ti di riferi-

mento, si stessero r i trovando intorno al valore de l trico-lore. Questo un Paese che si sta spezzettando, bisognaimpedirlo. L 'Un it d'Italia come concetto antecedentealla sua rea lizz azio ne, non del 1861, ma era gi nellamen te di D ante Alighieri, di Petrarca, di Foscolo. Che poifosse politicamente divisa in Stati e staterelli, non conta.Era un a si tuazione contingente. Sar una festa televisi-va, anzi di pi, una presa di coscienza. Bau do sta pra-t i camen t e i nv i t ando tut ta la sua agenda a 150, il pro-gram ma (con Br uno V espa, da m ercoled 16, in prima se-rata) che dovr celebrare i 150 ann i del la n azione. Mipiacerebbe avere i grandi del nostro spettacolo e dellanostra cultura. N e verranno tanti .4 M A B7 0 2011

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NON E M A I T R O P P O T A R D I

U n posto speciale l'avr la musica,che stato un elemento forte di unioneper il Paese. Ha tenuto unita la nostrastoria e sto pensando alla grande tradi-zione classica napoletana, a perle come'O sole mio. E qui il terreno gi si fasdrucciolevole: solo un anno fa il ministroleghista Zaia chiedeva la par condicio deidialetti sul palco di Sanremo, prima chealcuni consiglieri comunali veneziani lan-ciassero una fatwa alla polenta control'uso delle canzoni napoletane sulle gon-dole. un'insidia che Baudo conosce be-ne. Sospira: Questa storia assurda.Sarebbe pi romantico fargli cantare M-netta monta in gondola! Di certo sono i tu-risti stranieri a chiedere di poter ascolta-re canzoni napoletane, cheevidentemen-te riconoscono come patrimonio dell'Ita-lia intera. La prima melodia che in Italiaprende forma di canzone il canto dellelavandaie, siamo nelDuecento e succedea Napoli.Insomma, finiamola.

Ma se il ventennio fascista halasciato a lungo in eredit la ten-tazione di giudicare ogni manife-stazione di amor patrio come di La LegHpensadestra, ora il ventennio leghistadi amor patrio sparla senza veli.Fino alle polemiche feroci e alleostilit palesi sulle celebrazioniper l'Unit d'Italia. La Legadice Baudo ha percepito unostato di individualismo esaspe-rato presente negli italiani, quel-

di parlarea nomedeicittadini,ma tutela sologli interessideisingoli...

Baudo. Ma s, il secessio-nismo del Sud un'auten-tica fesseria. Non esiste.Penso a E. A. Mario. Eraun impiegato delle poste,mica un letterato. Sapevasuonare solo ilmandolino.Ma fu con quel mandolinoche lui, napoletano, nel1918 compose // Piovemormorava calmo e placidoal passaggio....lo che negli anni 80 avremmo chiamatoedonismo reaganiano. Cos ritiene diparlare per nome e per conto di quel cit-tadino, che ha smesso di ritenersi tale,

per diventare portatore di soli interessipersonali. Tutto ci che ostacola questoesercizio, viene ripudiato. Invece il dirit-to personale va collegato all'interessecollettivo, e l'idea del collettivo all'ideadi nazione. Ma finiamola pure col le-ghismo al contrario, dice il siciliano

La leggenda delPiove, canzone chetre anni fa proprio Bossi arriv a pro-porre come inno d'Italia. Poi cosa suc-cede? Sbarcano gli americani nel sudItalia e lo stesso E. A. Mario componeTammurrata Nera. Credo che basti, no? questo il sentimento di cui parleremone l programma. L'Unit d'Italia rac-contata attraverso la musica, ma nonsolo. Il cinema. I poveri barboni che inMiracolo aMilano di De Sica e an

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NON E MAI TROPPO T A R D I

Zavattini volano a bordo delle scopeverso un Paese tanto immaginato e tan-to desiderato, que l la un'immaginepoetica che fa al caso nostro. E non solonostro, tanto che Spielberg ce l'ha co-piata per il suo E.T.. E poi la lingua, lariscoperta di quell'italiano che la Rai de lDopoguerra contribu a creare e diffon-dere. Una fatica che, dice Baudo, la tele-visione non fa pi. un ruolo che laRai ha perso ma deve riprendersi. Capi-sco che la modernizzazione ci impongadi essere "mondiali", per stiamo di-menticando l'italiano. Qualche sera faho visto il professor Sermonti, che al co-spetto del presidente Napolitano citaval'inizio della Divina Commedia. Un in-canto. Cos com' una meraviglia il no-stro dizionario de i sinonimi. Abbiamomille parole per un concetto, eppureadoperiamo una lingua scarna, essen-ziale, che al massimo va bene per glisms.

Un parlar bene che nonpassa pi dal telecomando.Sento coniugazioni impro-babili. Il congiuntivo diven-tato un'impresa. Baudo ride:Con linguaggio ferroviario,Ennio Flaiano avvertiva ch eera pericoloso sporgersi dallafrase. Oggi ci si sporge, e co-me. Ma la tv non la solacolpevole. Esistono anche re-sponsabilit scolastiche. Si vadiffondendo una lingua gergale.

Share, audience e la battaglia di Ca-latafimi. Si pu? Baudo sicuro di s.Non sar un programma cronologico.Proceder per sensazioni, personaggi.Uno su tutti? Garibaldi. Figura immen-sa che viaggia sopra le parti, piena an-che di contraddizioni, ma con un idealeche lo faceva volare alto. Invidiatoe nontemuto, perch era grande. Un trascina-tore, un uomo pulito. L'onest u n con-

Quello cheaccade sullenostre costedeve spingeretuttinoia esserepi forti...

cetto che stiamo perdenLui non prese un soldo. Cpr un pezzette di terrarinchiuse Q . Quando AbraLincoln lo chiama per dal'incarico di guidare la gura di secessione, lu i diceL a sua f ama ha varcl'oceano, ma noi lo abbiaridotto a eroe locale, qualcvolta esecrato, o addirittsfruttato politicamente,me alle elezioni de l '48. Questo nongnifica che voglia tacere ai giovani lecongruenze o gli eccidi. Nel 1861 s

realizzato un sogno, ogni sogno prevun sacrificio, come si vede in quegiorni lungo le coste di fronte allestre. Ecco, quelle sono scene che devospingerci a essere pi forti, pi unipi italiani. Proprio adesso.ANGELOCAROTENU

ELENA MARTE

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