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“Dalla disabilità ai Bisogni Educativi Speciali: cosa devono

fare le scuole alla luce della Direttiva del 27 Dicembre 2012 e della Circolare n. 8 del 6 marzo

2013”

Seminario + Workshop

Prof. Giuseppe Fusacchia

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dell’inclusione

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La nostra “mission”: art. 3 della Costituzione

• “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

• “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

La nostra “mission”: l’art. 3 della Costituzione

PER NON FARE “PARTI UGUALI TRA DISUGUALI”

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“NON SI PUO’ NON COMUNICARE”

(Paul Watzlawick)

DOCENTE PIERINO

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La necessità della relazione educativa

• La relazione che si stabilisce tra docente e alunno è una relazione necessaria ma asimmetrica, finalizzata all’apprendimento, cioè a una modificazione dell’alunno, in cui l’adulto ha la responsabilità della comunicazione che, consapevolmente o meno, stabilisce.

• Nella scuola italiana postunitaria la relazione di insegnamento/apprendimento si è tradizionalmente strutturata in funzione di un astratto alunno “standard”, il cui profilo era definito dai Programmi scolastici (in base ai quali veniva valutato)

• Finchè si è trattato di imparare a “leggere, scrivere e far di conto” è andato tutto abbastanza bene…

La necessità della relazione educativa

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DOCENTE CURRICOLARE

DOCENTE di SOSTEGNO, AEC, ecc.

PIERINO H

Giuseppe Fusacchia

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• La via italiana all’integrazione degli alunni disabili (Legge 517/77, legge 104/92) si fonda sulla mediazione relazionale nei confronti della classe e dei docenti (assicurata dall’ins. di sostegno) finalizzata all’inserimento e all’apprendimento

• Obiettivo primario (ampiamente) raggiunto: accesso generalizzato alla scuola

• Possibili degenerazioni: • la delega del “relazionale” da parte degli insegnanti

“curricolari” • la delega del “pedagogico” da parte della scuola stessa, ad

esempio nei GLH, con la “posologizzazione” del sostegno• la mancata integrazione (mancato apprendimento e/o

inserimento)• la clinicizzazione del disagio

Il modello “integrazione”

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PIERINO CON DISAGIO

SERVIZI TERRITORIALI

DOCENTE CURRICOLARE

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L’emergere dei BES

• Presenza sempre più evidente nelle classi di problematiche non riconducibili alla sola disabilità “certificata”: disturbi “evolutivi” specifici (DSA, disturbi del linguaggio, ADHD, DOP, borderline cognitivo, ecc.) svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale, fino alla…diversità di tutti

• Il territorio come risorsa per l’inclusione: servizi sociosanitari, volontariato, privato sociale

• L’Autonomia scolastica come risorsa per l’attivazione di patti territoriali che offrano alternative alla clinicizzazione e creino un contesto di “prevenzione e protezione” intorno alla scuola

• E “dentro” la scuola?

Giuseppe Fusacchia

L’emergere dei BES

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DOCENTI (E SCUOLE) INCLUSIVI

PIERINI BES

Giuseppe Fusacchia

SOSTEGNO “DIFFUSO”

INTESE TERRITORIALI

SE CAMBIA “A”, ANCHE “B” DEVE CAMBIARE

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Il paradigma inclusivo

• Dal “vecchio” concetto di integrazione (consentire e facilitare al “diverso” la maggior partecipazione possibile alla vita scolastica degli “altri”) a quello di inclusione (strutturare i contesti educativi in modo tale che siano adeguati alla partecipazione di tutti, ciascuno con le proprie modalità)

• La domanda è: come cambia il tuo modo di lavorare in funzione di A?

• La Direttiva del 27 Dicembre 2012 e la Circolare n. 8 del 6 Marzo 2013 indicano con decisione la strada dell’inclusione a più livelli; vediamo come…

Giuseppe Fusacchia

Il paradigma inclusivo

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…a livello di singola classe

• Estensione a tutti gli studenti con BES del diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, sancita dalla Legge 170/2010, anche in assenza di certificazione

• Recupero della responsabilità e dell’autonomia “pedagogica” dei Consigli di Classe e dei teams docenti, attraverso l’adozione di PDP, condivisi con le famiglie, che prevedano, oltre a misure compensative e dispensative, anche progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita

• L’obbligo formativo è responsabilità della scuola, non dell’alunno.

Giuseppe Fusacchia

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Un curricolo inclusivo?

• Le nuove Indicazioni Nazionali per il Curricolo offrono la possibilità di:

I. Strutturare e verticalizzare il curricolo in riferimento a “competenze chiave di cittadinanza” (UE 2006)

II. Rovesciare la prospettiva: dalla cittadinanza alla competenza disciplinare e transdisciplinare

III. Articolare la valutazione sul “profilo finale dello studente” al termine del primo ciclo

• Dal valutare l’alunno attraverso il curricolo al “leggere” il curricolo attraverso l’alunno

• E l’orientamento? (Direttiva 487/98)

… curricoli (più) inclusivi?

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…a livello di organizzazione interna

• costituzione del Gruppo di Lavoro per l’Inclusione e valorizzazione delle professionalità presenti nella scuola: per perseguire gli obiettivi posti dalla Direttiva il GLH di Istituto, già presente nelle scuole ai sensi dell’art. 12 della Legge 104/92, viene ampliato includendo tutte le professionalità specifiche presenti nella scuola, ed estende la propria competenza all’intera problematica dei BES, e non più soltanto alla disabilità.

• Il GLI svolge funzioni interne (rilevazione dei BES, focus/confronto sui casi e sulle strategie, monitoraggio del livello di inclusività della scuola) ed esterne (interfaccia con i servizi sociosanitari territoriali per azioni di formazione, prevenzione, monitoraggio, ecc.)

Giuseppe Fusacchia

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…a livello di collegialità docente e comunità

scolastica• inserimento nei POF di una “policy” per l’inclusione e

coinvolgimento dei docenti “curricolari”• elaborazione di un “Piano annuale per l’inclusione”:

– rilevazione del grado di inclusività della scuola – obiettivi di miglioramento– trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti

dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie

– impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale

– criteri e procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse professionali: da una logica meramente quantitativa di utilizzo degli organici a una logica “qualitativa”, sulla base di un progetto di inclusione condiviso con famiglie e servizi sociosanitari

Giuseppe Fusacchia

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Rilevare il livello di inclusività: l’Index per

l’inclusione

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L’inclusione secondo l’Index

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…a livello territoriale

• Riorganizzazione della rete dei CTS e dei CTI • CTS, reti (quali?) e scuole perseguono accordi e

intese con i servizi sociosanitari territoriali (ASL, Servizi sociali e scolastici comunali e provinciali, enti del privato sociale e del volontariato, Prefetture, ecc.)

• Integrazione dei servizi “alla persona” in ambito scolastico, con funzione preventiva e sussidiaria, in ottemperanza a quanto previsto dalla Legge 328/2000.

• Esplicitazione di procedure condivise di accesso ai diversi servizi in relazione agli alunni con BES presenti nella scuola.

Giuseppe Fusacchia

…a livello territoriale

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Le criticità sullo sfondo…

• tagli “nella” e “intorno” alla scuola • aumento dei “casi” a organici ridotti • servizi territoriali decimati• classi troppo numerose• organici di sostegno precari • Il fattore “tempo”: a scuola non c’è tempo per la

scuola• Il “nodo” formazione: carente, non obbligatoria e

senza risorse • edilizia non adeguata• mancanza di ausili/fondi/sussidi• ecc. ecc. ecc.)

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I temi che tratteremo oggi…

ICF e BES

I Patti Territoriali

CURRICOLO e INCLUSIONE

BES e PDP (o PEP?)

Rilevare i BES

La mia scuola è INCLUSIVA?

Il Piano Annuale per l’Inclusione

Disabilità, DSA, Disagio

Direttiva e Circolare

BES

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Prof. Giuseppe Fusacchia

Per info e comunicazioni:[email protected]