fantasy e letteratura per ragazzi
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Corriere della Sera Giovedì 19 Febbraio 2015 CULTURA 41
Il piano dell’opera
FernoIl signoredel fuoco
Beast Quest
1OGGI
SepronIl mostromarino
Beast Quest
226 febbraio
ArctaIl gigante
della montagnaBeast Quest
35 marzo
TagusL'uomocavallo
Beast Quest
412 marzo
NanookIl mostrodelle neviBeast Quest
519 marzo
EposL'uccellodi fuoco
Beast Quest
626 marzo
ZephaIl terroredei mari
L’Armatura d’Oro
72 aprile
ClawLa scimmia
giganteL’Armatura d’Oro
89 aprile
SoltraL'incantatore
di pietreL’Armatura d’Oro
916 aprile
ViperoL'uomo
serpenteL’Armatura d’Oro
1023 aprile
ArachnidIl re
dei ragniL’Armatura d’Oro
1130 aprile
TrillionIl leone
a tre testeL’Armatura d’Oro
127 maggio
Torgor Il minotauro
Il Reame Oscuro
1314 maggio
SkorLo stallone
alatoIl Reame Oscuro
1421 maggio
NargaIl mostromarino
Il Reame Oscuro
1528 maggio
KaymonIl segugio
letaleIl Reame Oscuro
164 giugno
TuskIl possentemammut
Il Reame Oscuro
1711 giugno
StingL’uomo
scorpioneIl Reame Oscuro
1818 giugno
Sperimentazionie giochi: il trionfo di un genere anticoL’invasione dell’ultimo ventennio favorita dalla multimedialità e dal cinema
di Severino Colombo
L’impresa (riuscita)di far appassionaremilioni di ragazzi
l Il fenomeno
V olete venire con noi?Avantia vi dà il benvenuto». Con
questa semplice formula il mago buono Aduro accoglie coloro che si avventurano tra le pagine della serie fantasy «Beast Quest». Parole magiche che hanno l’effetto incredibile di catturare i lettori e di affezionarli alle storie. Bastano al riguardo i numeri di vendita della serie. Ideata da un team di autori, la saga fantasy può contare su un esercito crescente di appassionati e su un successo a sei zeri. Venti milioni sono le copie vendute nel Regno Unito dove «Beast Quest» è nata nel 2007 e dove oggi (pubblicata da Hachette) sfiora i cento titoli. Altri dieci milioni di copie sono state vendute in Germania. E questo è solo l’inzio dell’era «Beast Quest»: la collana di avventure per bambini e ragazzi sbarca in Italia ed è in via di traduzione in altri trenta Paesi. In Inghilterra il quotidiano «The Guardian», che ha sempre un occhio attento sulle produzioni di editoria per ragazzi, ha sottolineato il valore della serie («libri d’avventura eccezionali»), mentre il periodico «The Observer» in proposito ha avanzato accostamenti lusinghieri: «Un perfetto mix tra Le cronache di Narnia, i Pokémon e Harry Potter». Non si potevano trovare punti di riferimento più efficaci per catturare l’attenzione dei ragazzini, soprattutto di quelli poco amanti della lettura. Attenzione ben ripagata da «Beast Quest» che ha due meriti: da un lato utilizza un linguaggio semplice e immediato, capace di non far sentire inadeguati i bambini che hanno meno familiarità con la pagina scritta; dall’altro la serie fa leva sul Fattore Avventura. Tom, il protagonista, coraggioso e inesperto, è poco più di un bambino ma viene investito di una missione importantissima, salvare il regno. Qui scatta la complicità con il lettore pure alle prese con una impresa difficile da portare a termine (la lettura). Insieme sfideranno i nemici che rappresentano una minaccia per la sicurezza di Avantia: dopo Ferno il drago sputafuoco prigioniero di un maleficio, toccherà a un centauro, poi a un serpente marino, a un gigante rimasto nascosto su una montagna...
© RIPRODUZIONE RISERVATA
U na delle maggiori pre-occupazioni dei frui-tori di fantasy è l’an-nosa questione della
percezione di tale genere cometrastullo per bambini. Ricordobene quanto, ai tempi del li-ceo, fosse cruciale tenere bennascosta la passione che aveva-mo per il gioco di ruolo Dunge-ons & Dragons e le carte Magic,se si voleva avere qualche esi-gua possibilità col gentil sesso.Prima ancora che per il fatto diessere «roba da nerd», era il ri-schio di venire considerati in-fantili che terrorizzava noiadolescenti in cerca di un bar-lume di sex appeal.
Se oggi, in epoca di pienomainstreaming del fantasy,vengono in aiuto alla causaopere come Il trono di spade,sufficientemente cariche disesso e violenza da non poteressere intese come destinate aifanciulli, è pur vero che il pre-giudizio in parte permane. Selo fa, però, è anche per ragionidel tutto legittime: perché ilgenere fantasy ha dato alla nar-rativa per ragazzi alcuni deisuoi maggiori capisaldi, e con-tinua ad affascinare i più pic-coli oggi come allora.
Anzi, oggi più che allora: gi-rando per la città durante ilmartedì grasso si notavanonon poche bimbe vestite da El-sa di Frozen, classico Disney vi-rato assai più sul fantasy chesulla fiaba, visti i poteri dellaprotagonista, che includendola criomanzia vanno ben oltrela solita combinazione di gra-zia e buon carattere, e bimbivestiti da nani giunti diretta-mente dalla versione cinema-tografica dello Hobbit.
Proprio lo Hobbit, volendoprendere Tolkien come capo-stipite del fantasy moderno —una semplificazione ammissi-bile vista la portata del suo la-voro rispetto a quello degli al-tri «padri» E. R. Eddison, Ro-bert E. Howard e C. S. Lewis —viene a rivelare l’indicibile veri-tà. Il fantasy nasce comunque come letteratura per ragazzi. Irecenti film di Peter Jackson,appiattendone l’immaginarioe l’estetica su quelli del Signoredegli anelli, potrebbero far di-menticare a qualcuno che il li-bro dello Hobbit ha una linguamolto più semplice e un’esteti-ca e una struttura molto più vi-cine alla fiaba rispetto al suosuccessore.
Lo stesso Lewis, amico diTolkien e suo sodale nel circololetterario inglese degli Inklin-
gs, pensava il suo ciclo di Nar-nia come un’opera per ragazzi,se non addirittura, come haavuto a sostenere Philip Pull-mann, a sua volta autore del ci-clo di Queste oscure materie,come uno strumento per pro-pagandare le proprie idee reli-giose presso l’infanzia.
Rimanendo nel Regno Uni-to, ma arretrando di un passo,in un’epoca precedente alla co-dificazione del genere, vienenaturale incontrare l’Alice diLewis Carroll, protagonista deidue romanzi Alice nel paesedelle meraviglie e Attraverso lospecchio e quel che Alice vi tro-vò, che sono storie per bambininel senso più puro del termine,giacché inventata specifica-mente per divertire una bimba(e generalmente consideratecapostipiti tout court del ro-manzo moderno per l’infan-zia), ma anche anticipatrice,nel lontano 1865, tanto del fan-tastico psichedelico quanto delfantasy avventuroso à la D&D,col suo Jabberwock e la spadaVorpal necessaria per sgomi-narlo.
Solo mezzo secolo dopol’uscita delle fiabe dei fratelliGrimm (date alle stampe nel1812), si era dunque pronti alsalto dalla fiaba al fantasy. Lasuggestione della bimba per-duta in un mondo fantasticolanciata da Carroll ci consegnaperaltro altri due classici per
l’infanzia ascrivibili nettamen-te al genere, con la Dorothy delMago di Oz di L. Frank Baum,del 1900, che segna il primo ap-proccio statunitense al fantasye la Wendy del Peter Pan nei Giardini di Kensington (1906),entrambi dunque molto prece-denti al lavoro di Lewis eTolkien. E volendo scavare èpur vero che già nel 1751, inperfetta concomitanza con l’af-fermazione delle teorie lockia-ne sull’educazione dell’infanziae sulla necessità della produ-zione di contenuti a essa speci-ficamente orientati, la rivistaper ragazzi «Lilliputian Maga-zine» di John Newbery propo-neva storielle con protagonistibambini che si ritrovavano inlande bizzarre e magiche.
Se poi, nella prima metà delventesimo secolo, la narrativadestinata al pubblico più gio-
vane aveva preso altre direzio-ni, più avventurose e tecnolo-giche, e solo negli anni 60 e 70sono emersi nuovi capolavoridel fantasy per ragazzi, comeLa fabbrica di cioccolato diWilly Wonka di Roald Dahl (del’64) e La storia infinita di Mi-chael Ende (del 1979), il generenon aveva mai cessato di affa-scinare i più piccoli, forse per-ché, come sosteneva TerryBrooks, autore di romanzi fan-tastici derivativi e mediocri,ma acuto analista dei proprilettori, i mondi fantasy, piùche un’occasione di escapi-smo, sarebbero per bambini eragazzi un ambito di speri-mentazione, morale e percetti-va, in un campo più ampio edalle regole più flessibili diquello del reale, e dunque piùadatto all’astrazione e all’ap-prendimento.
E se le ragioni sono così pro-fonde, non sorprende allorache il fantasy fosse pronto arientrare dalle finestre delle camerette grazie alla sua natu-rale propensione alla transme-dialità. Ricomparse in tutte lecase attraverso giochi di ruolocome Dungeons & Dragons(1975, in Italia nel 1985), video-giochi come Legend of Zelda(1986) e la serie Ultima (i cui ti-toli più significativi sono uscitinella seconda metà degli anni80) o medium ibridi come i Li-broGame (il primo volume del-la serie Lupo Solitario uscì in Italia per E.Elle nel 1985), lenarrazioni fantasy erano tor-nate per rimanere — e l’inva-sione dell’ultimo ventennio,tra hobbit di ritorno e nuovimaghetti con gli occhiali, ne èl’evidentissima prova.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Illustrazioni di Camilla Guerra
Le uscite
Dall’alto, le copertine dei tre prossimi volumi della serie «Beast Quest»: Sepron.Il mostro marino, in uscita il 26 febbraio, in cui il giovane cavaliere Tom affronta il suo nemico combattendo nell’oceano; Arcta. Il gigante della montagna (in edicola il 5 marzo), dove l’eroe armato di spada e scudo sfida un essere dalla forza sovrumana; e, Tagus. L’uomo cavallo (disponibile dal 12 marzo) che racconta l’avventura del valoroso guerriero controun centauro
EvoluzioneOpere come «Il trono di spade» dissipano i pregiudizi su un genere nato per fanciulli
di Vanni Santoni
I libri di «Beast Quest»